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Newsletter Cisf n. 14/2016, 27 luglio 2016
CONTRO OGNI MENZOGNA SULLA DROGA LEGGERA.
QUANDO IN PARLAMENTO UN RINVIO E’ UNA COSA BUONA.
Francesco Belletti, Direttore Cisf
Siamo ai saldi di fine stagione, nel Parlamento italiano, al termine di questo luglio così drammatico a livello
mondiale, sia per l’emergenza terrorismo che per lo scenario politico ed economico, con Brexit, tentato
golpe in Turchia, banche italiane ancora sotto accusa (e sotto attacco), campagna presidenziale negli Stati
Uniti, dati sulla povertà delle famiglie e dei bambini in costante e drammatica crescita. Eppure, in un
Parlamento deserto (lunedì sera le immagini in TV parlavano chiaro), si discuteva e si tentava di decidere di
cannabis, di liberalizzazione e/o di legalizzazione della marijuana, di una droga che sempre di più si diffonde
tra adulti e minori (anche sotto i 12 anni!).
Un primo dato va sottolineato: purtroppo oltre 200 parlamentari hanno firmato la proposta di consentire a
ogni italiano di coltivare/possedere un “modico quantitativo” di droga, per scopo ricreativo. Già questa
preoccupazione per gli “scopi ricreativi” dice molto della assoluta incapacità di individuare le priorità del
Paese. E in più ce la raccontano come una conquista di civiltà e di libertà: sì, la libertà di poter dipendere da
una sostanza!
Secondo elemento: non contenti di consentire ai singoli la modica quantità, si possono costituire dei
“cannabis social club”. Anche in questo caso un bell’esempio di antilingua, dove per far passare una cosa
evidentemente sbagliata agli occhi dei più si usa l’inglese: si tratta di “associazioni di persone” per produrre
e consumare droga, superando così, in modo auto organizzato e quasi “conviviale”, il problema dei limiti
individuali di produzione e consumo di sostanze. Oggi questo tipo di aggregazione si chiamerebbe
“associazione a delinquere”, perché la droga fa male ed è vietata; togliendo il divieto, questa associazione
diventerebbe invece una “allegra combriccola di persone che si divertono fumando delle canne per
combattere la noia e le tensioni della vita moderna”. Per di più meritoria perché pagherebbe le tasse.
Davvero ci vogliono prendere per il naso…
Sempre in tema di antilingua, non ci convince proprio l’argomento per cui “togliamo i soldi alla malavita” e
per di più ci recuperiamo le tasse. Come da sempre siamo contro lo stato biscazziere, rispetto all’azzardo.
Figuriamoci se siamo per lo Stato “spacciatore in guanti bianchi”! E’ poi tutto da dimostrare che in questo
modo si toglie mercato alle narcomafie, che hanno già ampiamente dimostrato di sapersi riorganizzare in
mille modi, su mille sostanze, su mille scenari mondiali.
Il “dibattito” parlamentare di ieri ha sortito un esito buono e uno cattivo. Il risultato positivo è che tutto è
stato rinviato a settembre/ottobre (oltre 1500 emendamenti, nessuno discusso). Meno male, che fretta
c’era? Il risultato negativo è che il dibattito è stato incardinato in agenda, in autunno, mentre decine di
proposte di legge su problemi più rilevanti, che aspettano risposta, sono tuttora in lista d’attesa. Davvero
questo tema è una priorità del Paese?
Riteniamo che la proposta di legge in questione sia irresponsabile ed ideologica, e le sue conseguenze
saranno certamente dannose per il Paese e per le nuove generazioni. Ci stupisce che oltre 200 parlamentari
l’abbiano sottoscritta: la loro è un’azione certamente legittima, anche se sbagliata, ma è altrettanto
legittimo che da genitori, da educatori, da cittadini di questo Paese facciamo sentire la nostra voce con
forza, per dire il nostro no. Noi non votiamo in Parlamento, ma possiamo farci sentire con mail, sui social
network, contattando i parlamentari che conosciamo, usando ogni mezzo di comunicazione possibile. Non
arrendiamoci! Legittimare l’uso di una droga – ingannevolmente e colpevolmente definita “leggera” – è un
grave colpo al bene comune del Paese, e contraddice il sentire comune delle famiglie, e soprattutto di chi
ha figli. La responsabilità di dire no si gioca soprattutto verso le nuove generazioni, che, quando
guarderanno gli adulti nei “cannabis social club”, cosa volete che penseranno? Che la vita è solo un grande
luna park. In cui l’importante è giocare: per vincere un quiz, o una lotteria, o andando alla caccia dei
Pokemon per le strade della città, o fumando una canna. Diciamo no, e facciamo sentire la nostra voce!