Tesi definitiva 4-3-2010 - Universidade Federal Fluminense
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Tesi definitiva 4-3-2010 - Universidade Federal Fluminense
Università degli studi di Padova Facoltà di Scienze MM.FF.NN. Corso di Laurea Specialistica in Scienze della Natura ASPETTI DI BIOLOGIA RIPRODUTTIVA DI ALCUNE SPECIE DI UCCELLI DI DUE AREE PROTETTE BRASILIANE DI CERRADO E DI MATA ATLANTICA ASPECTS OF REPRODUCTIVE BIOLOGY OF SOME SPECIES OF BIRDS OF TWO BRAZILIAN PROTECTED AREAS OF CERRADO AND MATA ATLANTICA Relatore: Prof. Lucio Bonato- Università degli Studi di Padova Correlatori: Prof. Sávio Freire Bruno- Universidade Federal Fluminense (Niterói, Brasil) Dott. Mauricio Brandão Vecchi- Universidade do Estado do Rio de Janeiro (Rio de Janeiro, Brasil) Laureanda: Silvia Fusaro Anno accademico 2009/2010 Indice - 2 - “...A ave deposita, nos ninhos que monta, todos os seus segredos. Ela investe na camuflagem, para escapar dos predadores. Chega a fingir que está ferida, para ludibriar o homem, quando se percebe descoberta. Ao verificar o material que ela usa para compor seu ninho, descobrimos o que existe em abundância na região. Na verdade quando você encontra o ninho, acaba sabendo tudo daquela ave, mas tambén do ambiente. É emocionante quando os animais aparecem, assim, sem reservas. Nesta situação, sua preocupação maior é defender o ninho e a prole. E, ao fazê-lo, seus outros interesses passam a segundo plano, até seu proprio instinto de sobrevivência. Se o homem descobrir onde está o ninho, a ave perde a distância de segurança. Mostra-se. Aceita o homem por perto. Mas, às vezes, somente após uma longa negociação.” (Buzzetti - Berços da Vida) (“… un uccello deposita, nei nidi che costruisce, tutti i suoi segreti. Investe nel camuffamento per sfuggire ai predatori. Arriva a fingere di essere ferito per ingannare l’uomo, quando si sente scoperto. Con l’analisi del materiale che usa per comporre il suo nido, scopriamo ciò che esiste in abbondanza nella zona. In realtà quando trovi un nido, finisci col sapere tutto di quell’uccello, ma anche del suo ambiente. È emozionante quando gli animali appaiono così, senza riserve. In tale situazione, la sua più grande preoccupazione è difendere il nido e la prole. E, facendolo, gli altri suoi interessi passano in secondo piano, persino il suo proprio istinto di sopravvivenza. Se un uomo scopre dove si trova un nido, l’uccello perde la distanza di sicurezza. Si mostra. Accetta l’uomo da vicino. Ma, a volte, solamente dopo una lunga negoziazione.”) -2- Indice - 3 - Ai miei insostituibili genitori Maria Antonietta e Roberto che mi appoggiano sempre nelle mie scoperte, nelle mie esperienze, nella mia vita. Al mio amico Luiz Freire, perché il suo aiuto e la sua dedizione nella ricerca sono stati fondamentali. -3- Indice - 4 - INDICE Riassunto 7 1. INTRODUZIONE 1.1. Hotspots di Biodiversità 1.2. Obiettivi 10 1.3. Aree di studio 14 1.3.1. 1.3.2. Parque Nacional da Serra da Canastra Nucleo Experimental de Iguaba Grande 2. MATERIALI E METODI 8 14 18 22 2.1. Metodi 22 2.2. Strumenti 38 3. RISULTATI 40 3.1. Stima delle densità delle popolazioni riproduttive 40 3.2. Distribuzione spazio-temporale dell’attività di nidificazione 42 3.3. Caratteristiche dei nidi 50 3.4. Caratteristiche di uova e covate 60 3.5. Relazioni intraspecifiche in Mergus octosetaceus durante la stagione riproduttiva 67 Relazioni interspecifiche fra uccelli in fase riproduttiva ed altri animali 67 3.7. Esito generale degli eventi riproduttivi 72 3.8. Aspetti di cure parentali in Thamnophilus ambiguus 76 Altre osservazioni inedite sull’attività riproduttiva di diverse specie 80 3.6. 3.9. -4- 8 Indice - 5 - 4. DISCUSSIONE 4.1. 85 Stima della densità delle popolazioni riproduttive e distribuzione spazio-temporale dell’attività di nidificazione nelle aree di studio 85 Periodi riproduttivi delle specie studiate nel NEIG 89 4.3. Caratteristiche di nidi, uova e covate 92 4.4. Considerazioni generali sulla dimensione delle covate 104 Relazioni intraspecifiche in Mergus octosetaceus durante la stagione riproduttiva 107 Relazioni interspecifiche fra uccelli in fase riproduttiva ed altri animali 108 4.7. Esito generale degli eventi riproduttivi 111 4.8. Aspetti di cure parentali in Thamnophilus ambiguus 114 4.2. 4.5. 4.6. 5. CONSIDERAZIONI GESTIONALI CONCLUSIVE 5.1. 5.2. 115 Avifauna nel Nucleo Experimental de Iguaba Grande 115 Mergus octosetaceus nel Parque Nacional da Serra da Canastra 117 6. BIBLIOGRAFIA 119 7. APPENDICE 128 Schede dei nidi delle specie studiate Athene cunicularia 128 Amazilia fimbriata 130 Aramides mangle 131 Coereba flaveola 133 Columbina minuta 135 Caprimulgus parvulus 136 -5- Indice - 6 - Coryphospingus pileatus 138 Dendrocygna viduata 140 Elaenia flavogaster 142 Formicivora littoralis 144 Fluvicola nengeta 146 Furnarius rufus 147 Hemitriccus nidipendulus 149 Hydropsalis torquata 151 Mergus octosetaceus 152 Myiophobus fasciatus 154 Nyctidromus albicollis 156 Phaethornis idaliae 157 Pitangus sulphuratus 159 Sicalis flaveola 161 Thamnophilus ambiguus 163 Todirostrum cinereum 165 Tolmomyias flaviventris 167 Tyrannus melancholicus 169 Ringraziamenti -6- 171 Riassunto - 7 - RIASSUNTO È stata analizzata la biologia riproduttiva di Mergus octosetaceus criticamente minacciato di estinzione nel Parque Nacional da Serra da Canastra (Minas Gerais, Brasile), area protetta di Cerrado, e di altre 23 specie di uccelli nel Nucleo Experimental de Iguaba Grande NEIG (Rio de Janeiro, Brasile), area protetta di Mata Atlantica. È stato perlustrato il primo tratto del rio São Francisco dal 10 luglio al 21 agosto 2009 e sono stati rilevati 21 individui di M. octosetaceus: 4 coppie e 13 giovani. È stato osservato l’utilizzo di due nidi già conosciuti da anni. Di tre eventi riproduttivi documentati, due hanno avuto esito positivo. La stagione riproduttiva è risultata essere posticipata nella parte alta del PARNA rispetto alla parte bassa. Sono state osservate interazioni intraspecifiche di difesa del territorio fra coppie limitrofe e interspecifiche di competizione per le risorse alimentari, commensalismo e predazione, rispettivamente con Phalacrocorax brasilianus, Megaceryle torquata, Buteo albicaudatus e Astyanax sp. Nel NEIG, percorrendo 6 sentieri da giugno a dicembre 2009 con cadenza settimanale, sono stati rilevati 80 nidi distribuiti principalmente nell’area costiera di restinga, ecosistema di Mata Atlantica minacciato di estinzione. Il picco dell’attività riproduttiva è stato osservato dopo la seconda metà di ottobre, probabilmente in relazione all’andamento delle precipitazioni. Oltre a specie più diffuse, sono stati trovati nidi di specie endemiche di Mata Atlantica come Phaethornis idaliae, Thamnophilus ambiguus, Formicivora littoralis, Hemitriccus nidipendulus. Sono state documentate per la prima volta le caratteristiche dei nidi di specie molto elusive come Aramides mangle. Tutti i nidi sono stati descritti con criteri comuni. Sono stati descritti gli occupanti i nidi (uova, covate e/o pulcini), cosa importante nei casi in cui non si avessero abbastanza dati in letteratura come ad es. per le specie Caprimulgus parvulus, Hydropsalis torquata, Aramides mangle. Su 68 nidi di cui è stato verificato l’esito, il successo generale del NEIG è stato del 32,4%. Le cause di fallimento dei nidi sono state la predazione (74%), l’abbandono (14,1%), la mancata schiusa delle uova (7,6%) e la competizione per le risorse (4,3%). È stata documentata la predazione di nidi di T. ambiguus da parte di Philodryas olfersii (Colubridae), di un nido di F. littoralis da parte di Philodryas patagoniensis (Colubridae) nel NEIG e di una femmina di M. octosetaceus da parte di Buteo albicaudatus (Accipitridae) nel PARNA. Sono stati indagati alcuni aspetti delle cure parentali di T. ambiguus: la dieta dei nidiacei è risultata essere composta da artropodi, con maggiore frequenza di adulti di coleotteri, blatte e larve di insetti; le cure parentali non sembrano essere divise equamente fra i sessi, in quanto il maschio è stato osservato alimentare la prole e prelevare sacchi fecali con maggior frequenza rispetto alla femmina nelle ore diurne di osservazione. -7- Introduzione - 8 - 1. INTRODUZIONE 1.1. Hotspots di Biodiversità L'erosione della biodiversità inizia ad essere considerata una delle problematiche attuali più sentite dall'umanità dal momento che l’estinzione delle specie esistenti sulla Terra è un processo irreversibile [Lamas, 2002]. Gli sforzi per la conservazione della biodiversità sono ben lontani dalla tutela di tutte le specie minacciate di estinzione nel mondo, perché alla base c'è una carenza di fondi per la ricerca e per la documentazione della diversità biologica, una volontà solo limitata di conservazione e un effetto indotto dall’uso umano del territorio. Quindi il primo passo fondamentale è stimare delle priorità di tutela. L'approccio proposto da Myers et al. (2000) è quello di identificare dei “punti caldi” (hotspots) di biodiversità, ovvero aree caratterizzate da una eccezionale concentrazione di specie endemiche e che stanno subendo un'elevata pressione come la perdita di habitat; così, tutelando queste aree prioritarie sarà possibile massimizzare il numero di specie salvaguardate per parità di superficie. Fino ad ora sono stati riconosciuti 25 hotspots di biodiversità che comprendono gli habitat rimanenti del 44% delle specie di piante e del 35% delle specie di metazoi del mondo e questi habitat sono ad alto rischio di scomparsa. Ad oggi la percentuale di aree protette mediante parchi e riserve sull’estensione totale dei punti caldi ammonta al 38% cioè a 800.767 km2 [Myers et al., 2000]. In questa lista sono inclusi la Foresta Atlantica Brasiliana e il Cerrado Brasiliano, ambienti scenario del presente studio. Per i dati relativi a questi due hotspots di biodiversità si veda la tab. I. -8- Introduzione - 9 - Foresta Atlantica Brasiliana Cerrado Brasiliano 1.227.600 1.783.200 91.930 (7.5) 356.630 (20.0) 33.084 (35.9) 22.000 (6.2) 20.000 10.000 8.000 (2.7) 4.400 (1.5) 620 (181) 837 (29) Specie di mammiferi (endemici) 261 (73) 161 (19) Specie di rettili (endemici) 200 (60) 120 (24) Specie di anfibi (endemici) 280 (253) 150 (45) 1.361 (567) 1.268 (117) Hotspots Vegetazione primaria originaria (km2) Vegetazione primaria rimanente (km2 e % dell'originale) Area protetta (km2 e %) Specie di piante Piante endemiche (% di piante globale) Specie di uccelli (endemici) Specie totali di vertebrati (endemici) Tabella I: Caratterizzazione dei due hotspots di biodiversità dove è stata svolta la ricerca. Dati da Myers et al. (2000). L’attività di studio nell’ambiente di Cerrado si inserisce nel contesto di un progetto coordinato dal Prof. Savio Bruno attivo dal 2003 “Biologia e Conservação do pato-mergulhão (Mergus octosetaceus Vieillot, 1817) no Parque Nacional da Serra da Canastra e entorno, Minas Gerais, Brasil”, mentre lo studio nell’ambiente di Mata Atlantica è il primo che ha come oggetto l’attività riproduttiva dell’avifauna locale, ma nel 2004 era stato fatto un primo censimento dell’avifauna locale utilizzando delle reti nebbia nei vari ambienti [Movimento Ambiental Pingo d’Agua, 2004; Vecchi et al., 2004]. -9- Introduzione - 10 - 1.2. Obiettivi Lo scopo generale della ricerca è stato quello di acquisire nuove conoscenze su alcuni aspetti della riproduzione di alcune specie di Uccelli del Brasile con particolare riguardo ad emergenze faunistiche come taxa minacciati di estinzione o endemici della Mata Atlantica. Aumentare le conoscenze riguardo un periodo critico per la vita degli individui di una specie e fondamentale per la sopravvivenza della stessa specie è il presupposto per una gestione più conservativa delle aree protette facenti parte di hotspots di biodiversità [Myers et al., 2000] e mirata alla salvaguardia di specie sensibili. Le specie studiate sono state Mergus octosetaceus (Vieillot, 1817), inserita nella categoria IUCN “critically endangered” [BirdLife International, 2009b] e che vive in aree circoscritte del bioma Cerrado [Hughes et al., 2006; Bruno, 2008], e 23 specie di uccelli di Mata Atlantica (tab. II) tra le quali alcune endemiche di questo bioma e/o la cui biologia riproduttiva è poco conosciuta. La scelta di queste specie è stata assolutamente casuale e dettata dal ritrovamento dei loro nidi sul campo. Specie studiate Famiglia Athene cunicularia (Molina, 1782) Strigidae Amazilia fimbriata (Gmelin, 1788) Trochilidae Aramides mangle (Spix, 1825) Rallidae Coereba flaveola (Linnaeus, 1758) Coerebidae Columbina minuta (Linnaeus, 1766) Columbidae Caprimulgus parvulus Gould, 1837 Caprimulgidae Coryphospingus pileatus (Wied, 1821) Emberizidae Dendrocygna viduata (Linnaeus, 1766) Anatidae Elaenia flavogaster (Thunberg, 1822) Tyrannidae Formicivora littoralis Gonzaga & Pacheco, 1990 Thamnophilidae - 10 - Introduzione - 11 - Fluvicola nengeta (Linnaeus, 1766) Tyrannidae Furnarius rufus (Gmelin, 1788) Furnaridae Hemitriccus nidipendulus (Wied, 1831) Tyrannidae Hydropsalis torquata (Gmelin, 1789) Caprimulgidae Myiophobus fasciatus (Statius Muller, 1776) Tyrannidae Nyctidromus albicollis (Gmelin, 1789) Caprimulgidae Phaethornis idaliae (Bourcier & Mulsant, 1856) Trochilidae Pitangus sulphuratus (Linnaeus, 1766) Tyrannidae Sicalis flaveola (Linnaeus, 1766) Emberizidae Thamnophilus ambiguus Swainson, 1825 Thamnophilidae Todirostrum cinereum (Linnaeus, 1766) Tyrannidae Tolmomyias flaviventris (Wied, 1831) Tyrannidae Tyrannus melancholicus Vieillot, 1819 Tyrannidae Tabella II: Specie oggetto di studio nell’ambiente di Mata Atlantica. Queste 23 specie, appartenenti a 11 famiglie, comprendono 4 specie endemiche di Mata Atlantica che sono F. littoralis, H. nidipendulus, P. idaliae, T. ambiguus, la prima delle quali in particolare è endemica dell’ecosistema di Restinga ed è anche inserita nella categoria IUCN “critically endangered” [BirdLife International, 2009a]. M. octosetaceus è stato studiato in un’area rappresentativa quale il tratto del rio São Francisco compreso nel Parque Nacional (PARNA) da Serra da Canastra, mentre le altre 23 specie sono state studiate nel Nucleo Experimental de Iguaba Grande (NEIG) (fig. 1). - 11 - Introduzione - 12 - 1 2 Figura 1: Localizzazione delle due aree oggetto di studio (tratto da Google Earth): 1- PARNA da Serra da Canastra, 2- NEIG. Per ciascuna specie, per quanto possibile, gli obiettivi specifici sono stati i seguenti: • stimare la densità della popolazione riproduttiva in un’area rappresentativa • conoscere la distribuzione spazio-temporale dell'attività di nidificazione nelle aree oggetto di studio • documentare le relazioni intraspecifiche fra coppie di M. octosetaceus durante la stagione riproduttiva • documentare le relazioni interspecifiche fra individui delle varie specie di uccelli studiate, durante la stagione riproduttiva, e altri animali • descrivere le caratteristiche dei nidi delle varie specie che, per alcune di queste, erano fino ad ora sconosciute • conoscere le caratteristiche di uova e covate delle varie specie che, per alcune di queste, erano fino ad ora sconosciute • stimare l'esito generale per la comunità dell’avifauna locale degli - 12 - eventi riproduttivi documentati nella particolare Introduzione - 13 - stagione riproduttiva studiata • studiare alcuni aspetti del comportamento di cure parentali di una specie poco conosciuta endemica della Mata Atlantica quale Thamnophilus ambiguus (Passeriformes: Thamnophilidae) [Bencke et al., 2006]: la composizione della dieta dei nidiacei e la divisione delle cure parentali fra i sessi. - 13 - Introduzione - 14 - 1.3. Aree di studio 1.3.1. Parque Nacional da Serra da Canastra Per lo studio della specie M. octosetaceus è stato scelto il Parque Nacional (PARNA) da Serra da Canastra, in Brasile, le cui coordinate geografiche sono 20°00’ – 20°30’ S e 46° 15’ – 47° 00’ W. Il motivo della scelta è che questa area protetta ospita una delle popolazioni più numerose rimanenti di tale specie [BirdLife International, 2008; Silveira, 1999; Bruno, 2004] e Hughes (2003) è dell’opinione che quest'area sia il sito più importante a livello mondiale per studiare l'ecologia riproduttiva di questa specie rara. È ubicata a circa 700 km a nord-ovest di Rio de Janeiro nella parte sud-est dello stato di Minas Gerais e comprende una superficie di 73.000 ha di Cerrado, bioma brasiliano secondo solo a quello amazzonico per estensione (fig. 2). Il PARNA comprende parte dei territori di competenza dei municipi di São Roque de Minas, Vargem Bonita, São João Batista do Glória, Capitólio, Delfinòpolis e Sacramento [Aguiar et al.,2008]. - 14 - Introduzione - 15 - Figura 2: Biomi brasiliani (fonte: Malvezzi, 2010), localizzazione del PARNA Serra da Canastra nello stato di Minas Gerais (fonte: IBAMA, 2010) e mappa schematica dell'area del parco. Il parco include un plateau di un'altezza compresa fra 900 e 1400 m e la topografia è caratterizzata da praterie rocciose con ripide scarpate e profonde valli (fig. 3). Il rilievo assume una forma allungata, piatta simile ad un “baule” (baù), che anticamente veniva chiamato appunto “canastra”, da cui origina il nome del luogo [Aguiar et al., 2008; Bartmann, 1988]. - 15 - Introduzione - 16 - Figura 3: Paesaggi della Serra da Canastra; a destra è visibile la scarpata dell’altipiano che origina la Casca d’Anta (foto: S. Fusaro). Il clima è definito come tropicale stagionale, con inverni secchi ed estati piovose e miti [Bartmann, 1988]. In particolare l’area di studio è stata circoscritta al primo tratto del rio São Francisco compreso nel parco e si può suddividere in due parti dalla cascata Casca d’Anta situata a 14 km dalla sorgente del suddetto fiume. I suoli sono ricchi in argilla e ossidi di ferro responsabili di una tipica colorazione rossa o rosso-giallastra. Per il 90% sono acidi, con bassa fertilità, hanno una scarsa capacità di ritenzione idrica e piogge violente provocano una intensa lisciviazione. Quanto alla vegetazione si possono distinguere due strati: quello legnoso (alberi con tronco tortuoso, spesso strato di sughero, con apparato radicale che arriva a 10-15 m di profondità) e quello erbaceo-arbustivo (specie perenni con organi sotterranei di resistenza alla stagione avversa e agli incendi, - 16 - Introduzione - 17 - apparato radicale superficiale che arriva a circa 30 cm di profondità, parti aeree annuali) (fig. 4). Gli incendi naturali sono un elemento rilevante per il mantenimento di questo bioma in quanto hanno molte conseguenze ecologiche fra le quali il trasferimento di nutrienti sotto forma di cenere, evitare l'accumulo di materiale combustibile, la bruciatura del meristema apicale degli alberi che favorisce la germogliazione delle gemme laterali determinando la tortuosità caratteristica dei tronchi, la sincronizzazione del processo di antesi di specie differenti, facilitando così l'impollinazione incrociata, l’aiuto alla germinazione di semi di specie pirofitiche [Sigrist, 2006; Bruno, com. pers. ; Osorio, 2010]. Campo limpo Campo sujo Figura 4: Due ambienti rappresentativi di due fitofisionomie di Cerrado: in alto, estesa formazione campestre chiamata Campo limpo occupata esclusivamente da graminacee striscianti dove gli incendi periodici non permettono la crescita né di arbusti né di alberi, mantenendo così la vegetazione di dimensioni contenute; in basso, formazione savanica chiamata Campo sujo costituita da campi aperti con arbusti sparsi di piccole dimensioni (foto: S. Fusaro). Formazioni vegetazionali importanti per l’esistenza di M. - 17 - Introduzione - 18 - octosetaceus sono la mata ciliar (vegetazione appartenente alla foresta tropicale stagionale che cresce ai margini dei corsi d'acqua) (fig. 5) e la mata de galeria (vegetazione appartenente alla foresta tropicale stagionale con altezza media di 20-30 m che crea una galleria sopra un corso d'acqua formando una copertura della volta arborea dal 70% al 95%), in quanto forniscono protezione alla specie abbastanza elusiva e soprattutto siti di nidificazione in cavità di spessi tronchi di alberi [Partridge, 1956; Silveira & Bartmann, 2001]. Figura 5: Ambiente di M. octosetaceus: corsi d’acqua limpida con rapide circondati da Mata ciliar (PARNA Serra da Canastra foto: S. Fusaro) Altri elementi ambientali imprescindibili per l’esistenza della specie sono corsi d’acqua limpida profondi oltre 1 m con piccole rapide, fondo roccioso, massi affioranti e con strette insenature sabbiose sulle rive [Hughes et al., 2006; Bruno, 2004; Partridge, 1956; Silveira & Bartmann, 2001]. 1.3.2. Nucleo Experimental de Iguaba Grande Per lo studio dell’attività riproduttiva dell’avifauna in un’area di Mata Atlantica è stato scelto il NEIG perché è una delle poche porzioni rimaste di tale bioma e dell’ecosistema di Restinga che è associato a questo [Dias, 2008] ed è catalogata - 18 - Introduzione - 19 - come ZCVS (Zona de Conservação da Vida Silvestre), cioè si caratterizza per ammettere un uso moderato e sostenibile del biota e per avere un potenziale per il recupero e la rigenerazione futura [Mansur et al., 2007]. Inoltre non ci sono studi precedenti riguardanti l’attività riproduttiva dell’avifauna in quest’area. Il campus, che è di proprietà della Faculdade de Veterinaria dell’Universidade Federal Fluminense –UFF- (Niterói, RJ), è situato nel margine continentale della Lagoa Araruama (fig. 6) nello stato di Rio de Janeiro e nel municipio di Iguaba Grande, in Brasile, comprende un'area di 1.694.000 m2 in cui sono inclusi la Ponta da Farinha e il Morro do Governo e fa parte dell'APA (Area de Proteção Ambiental) di Sapiatiba [Mansur et al., 2007]. Figura 6: Lagoa de Araruama sul litorale nord dello stato di Rio de Janeiro (22° 50' - 22° 57' S e 42° 00' - 42° 44' W): con i suoi 220 Km2 di superficie è considerata il maggiore ecosistema lagunare ipersalino permanente del mondo; infatti ha una salinità media di 52‰ e una profondità media che va da 2 a 3 m [Comitê da Bacia Lagos São João]. In dettaglio l'area verde del Nucleo Experimental de Iguaba Grande (tratta da Google Earth, 2009). Freitas et al. (2005) descrivono il clima del Municipio di - 19 - Introduzione - 20 - Iguaba Grande come tropicale sub-umido secco. La vegetazione naturale di tale area è una facies xerofitica di Mata Atlantica litoranea comprendente foresta stagionale semidecidua/decidua e savana-steppica (fig. 7) [Freitas et al., 2005]. Figura 7: Vegetazione di savana steppica arbustiva con numerosi cacti, alcuni dei quali superano i 4 m di altezza. Adattata all'aridità del clima e ai forti venti, la porzione rimanente meglio conservata si trova nell'area UFF nel municipio di Iguaba Grande [projeto Planagua/SEMADS/GTZ, 2002 da Bruno, com. pers.] (Foto: S. Fusaro). In quanto area litoranea con dune sabbiose e pianure costiere questa facies xerofitica comprende anche l’ecosistema di restinga, considerato una estensione del bioma di Mata Atlantica dal momento che molte delle specie qui presenti sono originarie di tale bioma [Araujo, 2000]. Con la parola “restinga” ci si riferisce quindi a quegli ecosistemi costieri o sistemi substratovegetazione determinati dalle condizioni edafiche di suoli costituiti da depositi arenosi, che hanno origine sedimentaria recente (inizio del Quaternario), e dall'influenza marina [Bruno, com. pers.]. Caratteri peculiari della vegetazione sono foglie coriacee e - 20 - Introduzione - 21 - resistenti, tronchi ritorti e apparati radicali con una buona capacità di fissazione del suolo arenoso. Si può riconoscere un gradiente che va dalla linea di costa, dove si trovano formazioni erbacee ed arbusti di 1,5-2 m fino alle zone più interne che ospitano alberi che possono raggiungere i 15 m di altezza [Filipe de Oliveira & Camerini, 2008; Silva, 2010]. Qui il suolo povero non costituisce la principale fonte di nutrienti, quindi le piante hanno sviluppato dei meccanismi per migliorare l'efficienza della captazione di questi e di acqua dall'atmosfera, come l'intercettazione delle precipitazioni a livello della copertura vegetale e del suolo (fig. 8). Figura 8: Esempi di adattamenti sviluppati dalla flora per l’intercettazione di acqua e nutrienti dall’atmosfera: a sinistra Bromelia antiacantha (Bromeliaceae) epifita; a destra adattamento di piante con portamento arboreo allo sviluppo di cisterne nella parte bassa del tronco per accumulare acqua piovana (NEIG, foto: S. Fusaro). - 21 - Materiali e metodi - 22 - 2. MATERIALI E METODI 2.1. Metodi La specie M. octosetaceus è stata studiata durante parte della stagione riproduttiva nel periodo compreso fra il 10 luglio e il 22 agosto 2009. I rilevamenti sul campo sono stati condotti dalla sottoscritta, assieme ad un altro ricercatore. I metodi adottati sul campo sono stati il percorso del primo tratto del rio São Francisco compreso nel PARNA (fig. 9). Figura 9: Primo tratto del rio São Francisco situato nel Parque Nacional da Serra da Canastra (elaborazione da Google Earth)Legenda: azzurro = letto del fiume con asta principale e affluenti; giallo = strada sterrata del parco; rettangoli marroni = rifugi per la notte all’interno del parco. E’ stato perlustrato il corso del fiume percorrendo a piedi le sue sponde controllandone un tratto ogni giorno per circa 3-4 ore durante la mattina o il primo pomeriggio (per un totale di 37 ore). Sono stati rilevati tutti i segni di attività riproduttiva della specie, ovvero presenza di coppie, del maschio che staziona da solo nell’acqua o sulle rocce emergenti [Bruno et al., in press. a,b], di nidi attivi. Sono stati privilegiati i punti più elevati delle sponde sulle anse fluviali per avere una visione panoramica di un - 22 - Materiali e metodi - 23 - ampio tratto di fiume ed è stato usato il binocolo per rilevare individui della specie. Per distinguere le diverse coppie, si è sfruttato il fatto che queste sono territoriali [Bartmann, 1988; Lamas, 2006; Lamas, 2002] e nella Serra da Canastra è stato calcolato che l’home range di una coppia comprende come minimo un tratto di 5 km di corso d’acqua [Silveira & Bartmann, 2001]. Si è scelto di procedere a piedi e non con un altro mezzo di locomozione perché in questo modo si diminuiva il disturbo agli animali, molto sensibili alla presenza umana [Partridge, 1956]. Per ogni avvistamento sono stati rilevati: numero di individui, sesso, attività svolta (alimentazione, sistemazione del piumaggio, corteggiamento, copula, nuoto, riposo, vigilanza, vocalizzazioni, volo…), eventuale direzione di spostamento. Per ogni avvistamento, la posizione è stata riconosciuta a posteriori su foto aeree, non essendo stati disponibili carte topografiche o strumenti GPS. Il sesso degli adulti è stato riconosciuto in base alle descrizioni di Partridge (1956), Bartmann (1988), Silveira & Bartmann (2001) e Bruno (2004): in particolare il carattere più immediato utilizzato nel riconoscimento è stato la lunghezza del pennacchio nucale, maggiore nel maschio (fig. 10). - 23 - Materiali e metodi - 24 - Figura 10: Coppia di M. octosetaceus. Davanti il maschio, dietro la femmina: si notino i tratti di dimorfismo sessuale, in particolare le dimensioni del pennacchio nucale (foto: S. Fusaro - 11/7/09). Gli individui giovani sono stati riconosciuti in base alle descrizioni di Partridge (1956) e dal fatto che erano in nuclei familiari (fig. 11). Figura 11: Famiglia di M. octosetaceus con prole di circa una settimana di vita osservata nel PARNA da Serra da Canastra (foto: S. Fusaro- 18/7/09). - 24 - Materiali e metodi - 25 - Poiché questa specie nidifica in cavità, per verificare che un nido fosse attivo, esso veniva ispezionato (se la posizione lo permetteva) e veniva osservata l’attività dei genitori. Solo la femmina si occupa dell’incubazione [Partridge, 1956; Hughes et al., 2006], esce dal nido per alimentarsi, defecare e copulare per tempi limitati come 1h-1h e mezza [Partridge, 1956; Bruno et al., in press. a,b] ed è quasi sempre accompagnata dal maschio. Invece, quando la femmina si trova nel nido, il maschio rimane fuori nei pressi di questo controllando il territorio. Se per un paio di giorni rimanendo nascosti fra la vegetazione, durante la mattina e il primo pomeriggio, non veniva osservata nessuna attività dei genitori, il nido era considerato abbandonato. Sono state osservate le interazioni interspecifiche e intraspecifiche degli individui della specie oggetto di studio. Le osservazioni, svolte nelle ore del mattino e del primo pomeriggio, sono state effettuate nelle fasi di incubazione e di cure parentali ed hanno interessato tutte le coppie trovate, ma in particolare quella impegnata nell’incubazione perché più sedentaria (per un totale di 255 ore). Ci si appostava sulla riva del fiume a circa 1020 m di distanza nei posti considerati ottimali per le osservazioni (davanti ad un nido attivo oppure al limite fra un territorio di una coppia e l’altra) e si aspettava nascosti fra la vegetazione adottando la tecnica del camuffamento. Gli animali coinvolti nelle interazioni sono stati fotografati per permettere il riconoscimento della specie a posteriori, qualora non si riuscisse a farlo direttamente sul campo. Le altre 23 specie sono state studiate in un primo periodo dal 20 giugno al 2 luglio 2009 e in un secondo periodo dal 23 agosto al 9 dicembre 2009. I rilevamenti sul campo sono stati condotti dalla sottoscritta e la maggior parte delle volte da un - 25 - Materiali e metodi - 26 - altro ricercatore. Durante il periodo trascorso nel Parque Nacional da Serra da Canastra (10/7-22/8), l’area del NEIG ha continuato ad essere monitorata dal collaboratore di campo Luiz Freire, che ha proceduto alla ricerca di nidi con la stessa metodologia. I metodi adottati sul campo sono stati il percorso a piedi con cadenza settimanale di strade sterrate e 6 sentieri di 300 m cadauno disposti dalla zona della costa (restinga) verso l'interno (foresta e savana steppica) aperti nella vegetazione per fini di studio: lo sforzo di ricerca sul campo è stato di 377 ore, totalizzando 32 ripetizioni di ogni sentiero (fig. 12). Figura 12: Area del NEIG che evidenzia gli ambienti e i 6 sentieri percorsi (tratta da Navegantes, 2009). Sono stati ricercati e rilevati tutti i nidi di uccelli, percorrendo i sentieri e guardando a destra e a sinistra di questi e dallo strato basso della vegetazione fino a quello più elevato, fermandosi quando si udivano delle vocalizzazioni o si rilevava qualche uccello per individuarne l’attività (ad es. se era in alimentazione, se aveva nel becco materiale da costruzione per il proprio nido…), seguendo le indicazioni date da Martin & Geupel (1993). In particolare sono stati individuati e seguiti adulti con materiale - 26 - Materiali e metodi - 27 - da costruzione nel becco, da una certa distanza e utilizzando il binocolo. Sono stati considerati utili indizi di presenza di nidi: - copule o rituali di corteggiamento, che di solito avvengono vicino al sito scelto per la nidificazione; - la direzione dove guarda più spesso un adulto che si trova posato nei pressi del suo nido; - sapere che un genitore non trascorre molto tempo lontano dal nido se è nella fase di incubazione; - sapere che il/i genitore/i porta/no cibo ai nidiacei con continui viaggi nella fase di cure parentali; - sapere che il maschio, in genere, è più facile da seguire perché meno cauto della femmina durante l’avvicinamento al nido [Martin & Geupel, 1993]. Quando veniva rintracciato un nido, per identificare la specie ci si appostava fra la vegetazione e si aspettava il ritorno di un adulto, che veniva fotografato oppure si lasciava una videocamera mimetizzata vicino al nido, in modo che filmasse l’adulto. Sono state utilizzate le seguenti guide per il riconoscimento dell’avifauna brasiliana: Höfling & Camargo, 1999; Endrigo & Develey, 2004; Sigrist, 2007; Buzzetti, 2005; Antas & Palo, 2004. Sono stati individuati 3 tipi di ambienti diversi (figg. 13, 14, 15) e i criteri per distinguerli sono stati i seguenti: Restinga ambiente tipico della fascia costiera, suolo composto per la maggior parte da sabbia e conchiglie, vegetazione arborea e arbustiva con tronchi spinosi e contorti, foglie coriacee; alcune specie comuni sono Syderoxylon obtusifolium, Conocarpus erectus, Schinus terebinthifolius, Scutia arenicola, Jaquinia brasiliensis, ma anche rappresentanti delle famiglie di Cactaceae e Bromeliaceae (fig. 13) [Guerra et al, 2009; C. Dias com. pers.]. - 27 - Materiali e metodi - 28 - Figura 13: Ambiente tipico di restinga arbustiva: si noti il suolo composto da sabbia e conchiglie e in primo piano un gruppo di bromelie (foto: S. Fusaro). Foresta suolo avente uno strato di humus e materiale vegetale in decomposizione più spesso, privo di sabbia e conchiglie, con vegetazione composta da rampicanti, alberi dal tronco sottile e spinoso come ad es. Espinho-de-Santana (Machaerium sp.) .e con un’altezza più elevata rispetto a quelli di restinga; anche in questo ambiente sono comuni rappresentanti delle famiglie di Cactaceae e Bromeliaceae (fig. 14). - 28 - Materiali e metodi - 29 - Figura 14: Ambiente tipico di foresta semidecidua/decidua (foto: S. Fusaro). Ambiente alterato tratti di foresta o di restinga che sono stati soggetti ad incendi naturali o dolosi e che sono in via di rigenerazione, margini di strade, margine della rodovia Amaral Peixoto (RJ-106), porzioni che sono state invase da piante alloctone come Eupatorium laevigatum (Compositae) (fig. 15), conosciuta comunemente come maracanã e Panicum maximum (Poaceae). - 29 - Materiali e metodi - 30 - Figura 15: Specie alloctona Eupatorium laevigatum (foto: Cristiano Dias). Compilazione di una scheda standard sulle caratteristiche dei nidi trovati, preparata sul modello di Simon & Pacheco (2005) e Gressler (2008). Le caratteristiche sono state: - modello semplice (la deposizione delle uova avviene su una superficie nuda o poco rivestita); a cesto (nido aperto con il materiale intrecciato a forma di coppa); chiuso (le pareti avvolgono completamente la camera incubatrice); in cavità (quando la camera incubatrice è in una cavità naturale, ad es. nel tronco di un grosso albero o artificiale) - variante per il modello semplice: nudo (le uova sono deposte direttamente sul substrato) o piattaforma (sul substrato è accumulato uno strato di materiale dove sono deposte le uova); per il modello a cesto: basso (altezza totale del nido è minore o uguale al diametro esterno) o alto (altezza totale del nido è maggiore del diametro esterno); per il modello chiuso: globulare (la lunghezza è circa uguale alla larghezza), allungato (altezza più di due volte la larghezza), a fornace (se il contorno esterno assomiglia a una cupola), irregolare (se il contorno esterno non ha una forma ben definita), ovoidale (altezza fino a due volte la larghezza), ritorto (con “collo di bottiglia” - 30 - Materiali e metodi - 31 - piegato come tubo di accesso alla camera incubatrice); per il modello in cavità: senza tunnel o con tunnel di accesso (dentro semplice, a cesto, chiuso) - posizione marcata con uno strumento GPS - tipo di appoggio alla base: se il nido poggia con la base sul substrato; di lato: se il nido è sospeso al substrato con la parte laterale; su ramificazione: se il nido sfrutta come sostegno delle ramificazioni sia verticali sia orizzontali di piante; pendente: se il nido è sostenuto dall’alto e quindi rimane sospeso. In caso di nido pendente si distingue fra primario o secondario: è stato considerato primario se costruito come pendente in origine, mentre secondario se era stato costruito come non pendente, ma in seguito a cambiamenti naturali successivi del materiale circostante, era divenuto pendente in un secondo momento: tale distinzione è di Zyskowski & Prum (1999). È stato possibile riconoscere questa caratteristica perché spesso si assisteva alla fase di costruzione del nido, ma anche grazie alle caratteristiche del supporto del nido (ad es. se il nido era pendente su un ramo era considerato della modalità primaria) - specie di pianta di supporto si è tentato di identificare la pianta supporto servendosi di guide di riconoscimento, quali Guerra et al. (2009), altrimenti ci si è limitati a descrivere la pianta a seconda del suo portamento (arbustivo, arboreo..) - forma di accesso diretta (se il nido è aperto); tramite tubo (estensione verso l'esterno dell'entrata del nido costruita con rametti o materiale vegetale); tramite tunnel (passaggi di entrata nel sottosuolo o in cavità di alberi senza considerare il tipo di nido che sta all'interno, oppure - 31 - Materiali e metodi - 32 - estensioni verso l'interno del passaggio d'entrata interamente inglobate nella struttura del nido) - materiale usato ed organizzazione di questo si è cercato di identificare la natura del materiale (ad es. vegetale come parti di piante o artificiale come fili di nylon delle reti da pesca) utilizzato nella costruzione, anche osservando quale fosse presente nei dintorni del nido e si è descritto come era intrecciato o arrangiato (fitto, lasso…) cercando di riconoscere se era presente una struttura a strati (ad es. se la parte esterna era rivestita di licheni oppure se all’interno veniva accumulato del materiale morbido) - dimensioni sono state prese differenti misure con il calibro a seconda del modello: se semplice, 2 diametri dell’area occupata perpendicolari uno rispetto all’altro; se a cesto, il diametro esterno, il diametro interno, la profondità e l’altezza totale del nido (per il diametro è stata calcolata la media di due misure perpendicolari fra loro); se chiuso, l’altezza totale, la larghezza, il diametro nella parte bassa e nella parte alta perpendicolari fra rispetto loro all’apertura, per l’apertura, due la misure lunghezza dell’eventuale tubo di entrata e degli eventuali filamenti e parti del ramo di sostegno avvolte dalla struttura del nido; se in cavità, due diametri perpendicolari fra loro dell’apertura e, qualora il nido fosse in cavità sotterranea, l’area occupata (es. nido Ac1) - altezza dal suolo si è misurata con un flessometro la distanza fra la parte più bassa della camera incubatrice del nido e il suolo sottostante o il livello dell’acqua sottostante - eventuale ricostruzione o riuso valutato sulla base di segni di strutture precedenti riadattate come ad esempio il - 32 - Materiali e metodi - 33 - colore diverso fra i materiali che avevano subito l’usura del tempo e delle intemperie; è stata considerata ricostruzione quando gli uccelli sfruttavano parti di nidi già esistenti di stagioni riproduttive passate e aggiungevano del materiale nuovo, invece è stato considerato riuso se semplicemente riutilizzavano la struttura in buono stato senza aggiungere materiale nuovo. È stato possibile riconoscere i casi di riuso con il monitoraggio di nidi sede di eventi riproduttivi falliti: dopo alcuni giorni si ritrovavano all’interno uova della stessa specie. - costruzione singola o coalescente un nido è stato considerato singolo se ospitava solamente le uova o i pulcini di una coppia in una camera incubatrice, mentre è stato considerato coalescente se si riconoscevano almeno due camere incubatrici. - caratteristiche dell’habitat circostante è stato descritto l’ambiente compreso in un’area di 4-5 metri nei dintorni del nido: caratteri di morfologia del territorio rilevanti, tipo di vegetazione, eventuali specie vegetali che si riuscivano a identificare, grado di chiusura della vegetazione a seconda della porzione di cielo che si riusciva a vedere guardando la volta arborea (se la volta arborea era coperta indicativamente meno del 50%, la vegetazione è stata considerata “aperta”, se era coperta per oltre il 50% la vegetazione è stata considerata “chiusa”, se era coperta per oltre l’80% la vegetazione era considerata “impenetrabile”) - data del primo ritrovamento - stato del nido è stato distinto fra: in costruzione, attivo con uova, attivo con pulcini, abbandonato senza successo, abbandonato con successo. Per distinguere fra gli ultimi - 33 - Materiali e metodi - 34 - due stati, veniva considerato senza successo, quando nel nido si trovavano ad es. uova abbandonate, invece veniva considerato con successo, quando nel nido si trovavano escrementi di solito lasciati dai nidiacei al momento di abbandonare il nido. Sono state effettuate misurazioni delle uova, quando possibile, con il calibro e il dinamometro; in particolare sono state prese le seguenti misure: lunghezza, larghezza massima, peso di ogni uovo. È stato descritto il colore del guscio e annotato il numero di uova per covata. Il numero di uova presente in una covata era considerato come completo se lo stesso numero era presente quando il nido era visitato dopo un intervallo di almeno 24 h [Hussell, 1972] a meno che non si fosse nella fase di deposizione, in quanto alcune specie depongono un uovo ogni 2 giorni. Dei pulcini, quando possibile, si è misurato il peso ed è stato descritto il colore e lo stato del piumaggio. È stata adottata la “prova della foglia” per sapere se il nido era attivo nei casi dubbi: si collocava una foglia prelevata dall'ambiente circostante all'interno di un nido aperto o all'entrata di un nido chiuso se veniva scoperto vuoto, in costruzione o alla fine di questa prima della deposizione delle uova; nel caso fosse attivo, il giorno seguente la foglia veniva trovata rimossa oppure in diversa posizione oppure addirittura inglobata nel tessuto del nido (qualora fosse ancora in costruzione); se, invece, la foglia rimaneva per due giorni nella stessa posizione, l'esito della prova era considerato negativo. Per sicurezza e per evitare esiti fortuiti ad es. dovuti al vento o all’attività di insetti, tale prova veniva ripetuta due volte e se entrambe davano esito positivo il nido veniva considerato attivo. Quando possibile, è stato rilevato l’esito dell’evento riproduttivo - 34 - Materiali e metodi - 35 - per ogni nido: il nido veniva considerato privo di successo se veniva abbandonato, cioè se entro due o tre giorni non si notava più attività dei genitori pur rimanendo nel nido uova o pulcini, oppure se non si ritrovavano più gli occupanti; invece, veniva considerato con successo se almeno uno dei pulcini riusciva ad abbandonare il nido. Il precedente criterio è stato tratto da Skutch (1985). Analizzando le condizioni del nido e dell’ambiente circostante è stato possibile ipotizzare le cause del fallimento: Predazione quando non si ritrovavano gli occupanti e venivano invece trovati indizi lasciati dopo l’atto di predazione come gusci di uova, nido intatto, manomesso e/o dislocato dalla sede originaria Mancata schiusa quando si constatava la permanenza delle uova nel nido oltre il periodo di incubazione previsto e l’abbandono di questo da parte dei genitori oppure il ritrovamento delle uova intatte per terra sotto il nido Abbandono quando si constatava la permanenza di uova intatte nel nido durante il periodo di incubazione e si verificava l’assenza dei genitori per più giorni Competizione per le risorse avviene quando durante la fase di costruzione di un nido un altro animale preleva il materiale di questo probabilmente per costruire il proprio nido; le evidenze erano la sparizione del nido durante la fase di costruzione o prima della deposizione delle uova. Per ogni evento di predazione osservato direttamente, sono stati rilevati: presenza del/dei genitore/i, specie del predatore, comportamento di reazione dei genitori, tecnica del predatore per arrivare al contenuto del nido, reazioni dei genitori dopo la predazione. Osservazioni del comportamento degli adulti nei pressi del sito di - 35 - Materiali e metodi - 36 - nidificazione: si rimaneva appostati nascosti fra la vegetazione e si aspettava il ritorno al nido di un genitore, allora si scattavano fotografie e si annotavano orario, sesso, attività svolta. Studio di alimentazione di nidiacei di una specie endemica di Mata Atlantica quale T. ambiguus: è stata adottata la metodologia usata in precedenti studi di alimentazione di nidiacei di altre specie di uccelli neotropicali come Baryphtengus ruficapillus nella Mata Atlantica di Ilha Grande (RJ) [Alves et al., 1999] e Conopophaga melanops nella Mata Atlantica della stessa isola [Alves et al., 2002]. La tempistica della metodologia era la seguente: si sono effettuate sessioni di osservazione di 2 ore con una pausa di 2 ore (se si effettuavano sessioni nello stesso giorno), in giorni consecutivi, in modo da coprire il periodo dalle 6h00 alle 18h00 senza ripetere mai lo stesso orario. Durante ogni sessione si prendeva posizione circa 5 minuti prima seduti ad una distanza di circa 5-6 m dal nido esaminato e con abiti camuffati. Con l'ausilio di fotocamera e binocolo, si identificava il tipo di preda/cibo portato dai genitori alla prole durante i viaggialimentazione e si annotava l'orario di arrivo, il sesso del genitore ed altri commenti riguardanti l'etologia (ed es. se e da chi erano prelevati i sacchi fecali). È stato determinato il sesso dell'adulto implicato di volta in volta in un atto di alimentazione in quanto c'è dimorfismo sessuale: il maschio presenta una livrea prevalentemente grigio-azzurro chiaro, invece la femmina marrone chiaro-beige (fig. 16). Sono state effettuate 34 ore di osservazione per tre nidi. - 36 - Materiali e metodi - 37 - Figura 16: Le cure parentali nella specie Thamnophilus ambiguus sono divise fra i sessi: la foto a destra mostra il maschio mentre alimenta i piccoli al nido, la foto a sinistra mostra la femmina (foto: S. Fusaro, NEIG, 22/10/09). Poichè alcune coppie non tolleravano la presenza del ricercatore, inizialmente si prendeva posizione a 5-6 m di distanza dal nido e poi se si notava che l’alimentazione dei nidiacei diminuiva in frequenza e i genitori si fermavano su un ramo e guardavano nella direzione del ricercatore, si indietreggiava gradualmente con il minimo disturbo possibile fino a quando gli adulti riprendevano il comportamento di alimentazione. Durante il periodo passato sul campo è stata adottata la tecnica del camuffamento per ridurre l’impatto visivo e il disturbo agli animali: si vestivano indumenti mimetici, guanti verdi, marroni o neri; inoltre, per studiare le specie più sensibili alla presenza umana, per non far individuare la silhouette del volto, si posizionava una maglietta mimetica anche attorno alla testa in modo da coprire la faccia e le parti lasciate scoperte venivano - 37 - Materiali e metodi - 38 - dipinte con tinta dai colori verde, nero, grigio. Ci si muoveva nell’ambiente facendo il minimo rumore possibile e se necessario si allestivano dei piccoli appostamenti con dei teli mimetici fra la vegetazione da dove effettuare le osservazioni. 2.2. Strumenti Per l’attività sul campo sono stati utilizzati i seguenti strumenti: ° gancio lungo di metallo per sollevare la fotocamera e vedere l’interno dei nidi posizionati in alto (fig. 17) ° contenitore rivestito di parte di un nido di H. nidipendulus, per migliorare le operazioni di misura delle uova e dei pulcini, riducendo la possibilità di rompere le prime e diminuendo lo stress per i secondi (fig. 18) ° guide di campo per l'identificazione delle specie di uccelli: Höfling & Camargo, 1999; De La Pena & Rumboll, 1998; Endrigo & Develey, 2004; Sigrist, 2007; Buzzetti, 2005; Antas & Palo, 2004 ° fotocamera Fujifilm Finepix S8100 fd, per riprese fotografiche e video ° binocolo Konus 12 X 25 ° radio walkie-talkie Motorola per comunicare fra ricercatori con il minor disturbo possibile ° calibro Wiha-dialMax con precisione 0,1 mm, per le misurazioni di uova e pulcini ° flessometro di 5 m con precisione 0,5 cm, per le misurazioni relative ai nidi ° dinamometro tipo pesola Swiss Made con precisione 0,5 g, per la misura del peso di uova e pulcini ° apparecchio GPS Garmin GPSmap 60 CSx, per marcare la posizione di ogni nido - 38 - Materiali e metodi - 39 - Figura 17: Modalità di ripresa dei nidi per lo studio dell’ attività riproduttiva: nella foto a sinistra il nido Ta4 di Thamnophilus ambiguus con il maschio impegnato nella cova, in quella a destra il nido Tf1 di Tolmomyias flaviventris (foto: S. Fusaro). Figura 18: Alcuni strumenti e materiali utilizzati per la ricerca sul campo. - 39 - Risultati - 40 - 3. RISULTATI 3.1. Stima delle densità delle popolazioni riproduttive Nell’area indagata lungo la parte alta del rio São Francisco è stato osservato un totale di 21 individui della specie M. octosetaceus: 8 adulti e 13 giovani. In particolare sono state riconosciute 2 coppie riproduttive nella parte alta a monte della Casca d’Anta e altre 2 coppie nella parte bassa (fig. 19), una di queste insediata appena oltre i limiti del PARNA (tab. III). In questo tratto di fiume (20 km) è stata stimata una densità delle coppie riproduttive pari a 0,2 coppie/km. Per quanto riguarda le altre specie, il numero di coppie nidificanti osservate nell’area del NEIG è riportato in tab. IV. La media fra le stime delle densità della popolazione riproduttiva dell’avifauna nel NEIG nelle stagioni di inverno-primavera è 0,02 [0,01-0,09] coppie nidificanti/ha. I valori di densità minori sono stati osservati nelle specie: A. cunicularia, P. idaliae, A. mangle, C. flaveola, C. parvulus, C. pileatus, S. flaveola, D. viduata, F. nengeta, T. flaviventris, F. littoralis e F. rufus. Il valore di densità maggiore è stato osservato nella specie C. minuta. - 40 - Risultati - 41 - Area occupata Parte alta – puntini rossi in fig. 19 Parte bassa – puntini blu in fig. 19 Giorni di osservazione Dal 13/7 al 14/7 e dal 20/7 al 21/8/09 11/7/09, 12/7/09, 18/7/09 Fase riproduttiva Incubazione C Parte bassa – puntini gialli in fig. 19 11/7/09, 14/7/09, 18/7/09 D Parte alta – puntini verdi in fig. 19 Cure parentali a pulcini di circa 5 giorni di vita (11/7/09) - nei primi giorni di giugno è iniziata l’incubazione ^ Apparentemente non insediati stabilmente in un territorio Coppia A B Inizio giugno fino 11/6 deposizione uova- 12-13/6 probabile inizio incubazione – 9/7/09 nido già abbandonato * Esito della cova 7 pulcini (nascita 20/8; uscita dal nido 21/8/09) Nido abbandonato in fase di incubazione (a metà luglio sarebbe dovuta avvenire la schiusa ipotizzando 33-34 giorni di incubazione) 6 pulcini (nascita intorno al 5-6 luglio) 1/8/09, Ignoto 2/8/09, 4/8/09, 9/8/09, 15/8/09 Tabella III: Coppie di M. octosetaceus osservate nel PARNA da Serra da Canastra dal 10 luglio al 21 agosto 2009. * osservazioni svolte in collaborazione con il personale dell’Istituto Terra Brasilis impegnato nel territorio con il progetto “Pato aqui, Água acolá” ^ si è potuto risalire al periodo di inizio dell’incubazione in base alla stima dell’età dei pulcini e alla durata standard dell’incubazione per la specie di 33-34 giorni - 41 - Risultati - 42 - Specie A. cunicularia A. fimbriata P. idaliae A. mangle C. flaveola C. minuta C. parvulus H. torquata N. albicollis C. pileatus S. flaveola D. viduata E. flavogaster F. nengeta H. nidipendulus M. fasciatus P. sulphuratus T. cinereum T. flaviventris T. melancholicus T. ambiguus F. littoralis F. rufus N° coppie nidificanti Stima densità coppie/ha Data 1° nido trovato 1 4 1 2 1 16 1 4 3 1 1 1 5 1 10 4 8 3 1 3 6 2° 1 0,01 0,02 0,01 0,01 0,01 0,09 0,01 0,02 0,02 0,01 0,01 0,01 0,03 0,01 0,06 0,02 0,05 0,02 0,01 0,02 0,04 0,01 0,01 // 17/10 6/12 24/10 19/10 20/6 16/11 16/8 26/8 9/9 30/10 5/11 17/10 17/10 29/8 4/10 16/9 29/9 10/10 25/10 6/9 4/12 4/10 Data ultimo nido trovato //* 25/11 // 27/10 // 6/12 // 4/12 28/11 // // // 16/11 // 25/11 20/11 15/11 25/11 // 7/11 27/10 // // Tabella IV: N° di coppie nidificanti, stima della densità di coppie nidificanti e distribuzione temporale dell’attività riproduttiva di 23 specie studiate nel NEIG * è stata documentata l’attività del nido di A. cunicularia durante tutto il periodo di studio ° è stato trovato un nido di una coppia e un pulcino appena uscito dal nido di un’altra coppia non ancora in grado di volare in compagnia del maschio e non è stato possibile rintracciare il nido di origine, nonostante le ricerche nell’area circostante. Data la distanza fra le due località di ritrovamento sono state considerate due coppie diverse. 3.2. Distribuzione spazio-temporale dell’attività di nidificazione La distribuzione delle coppie di M. octosetaceus è stata riportata in una mappa (fig. 19). - 42 - Risultati - 43 - Figura 19: Distribuzione delle coppie di M. octosetaceus nel primo tratto del rio São Francisco compreso nel PARNA da Serra da Canastra nel periodo luglio-agosto 2009: la Casca d’Anta è il limite fra la parte alta e la parte bassa considerate in questo studio (elaborazione di un’immagine tratta da Google Earth) Legenda: azzurro = corso del fiume con asta principale ed affluenti; giallo = strada sterrata; rettangoli marroni = rifugi utilizzati come campi base; tondi rosa = posizione dei nidi utilizzati di M. octosetaceus; puntini rossi = tratti di fiume dove è stata osservata la coppia A; puntini verdi = tratti di fiume dove è stata osservata la coppia D; puntini blu = tratti di fiume dove è stata osservata la coppia B; puntini gialli = tratti di fiume dove è stata osservata la coppia C. Riguardo all’andamento temporale dell’attività di nidificazione (tab. III), considerando che la schiusa delle uova nel nido 1 della coppia A è avvenuta il 20 agosto, che la schiusa delle uova del nido 2 della coppia B sarebbe dovuta avvenire a metà luglio e che la schiusa delle uova della coppia C è avvenuta nei primi giorni di luglio si nota come nella parte bassa del PARNA la stagione riproduttiva sembri essere stata anticipata (incubazione in giugno-luglio) rispetto alla parte alta (incubazione luglioagosto). La distribuzione dei nidi rinvenuti nel NEIG è illustrata nella fig. 20. - 43 - Risultati - 44 - 5 3 6 2 1 - 44 - 4 100 m Risultati - 45 - Figura 20: Territorio del NEIG con le posizioni dei nidi trovati. Legenda: tracciati rossi = 6 sentieri percorsi; punti bianchi con codice = nidi (i codici indicano la specie: Ac: A. cunicularia; Af: A. fimbriata; Pi: P. idaliae; Am: A. mangle; Cf: C. flaveola; Cm: C. minuta; Cap: C. parvulus; Ht: H. torquata; Na: N. albicollis; Cp: C. pileatus; Sf: S. flaveola; Dv: D. viduata; Ef: E. flavogaster; Fn: F. nengeta; Hn: H. nidipendulus; Mf: M. fasciatus; Ps: P. sulphuratus; Tc: T. cinereum; Tf: T. flaviventris; Tm: T. melancholicus; Ta: T. ambiguus; Fl: F. littoralis; Fr: F. rufus). Durante le ricerche sul campo sono stati trovati 80 nidi nei vari ambienti, come esposto in tab. V. N° ore ricerca N° nidi trovati Indice di abbondanza standardizzato (nidi/h) Restinga 167,0 47 0,28 Foresta Ambiente alterato Totale 123,5 86,5 377 19 14 80 0,15 0,16 Tabella V: Numero di nidi trovati, sforzo di ricerca nei vari ambienti e numero di nidi trovati all’ora. Si noti come nell’ambiente di restinga si sia ottenuto un indice di abbondanza di nidi maggiore. Il ritrovamento di una maggiore quantità di nidi nell’ambiente di restinga è risultato essere statisticamente significativo (X22 = 6,79, P< 0,05). Per le specie di cui si aveva a disposizione un numero sufficiente di nidi si è potuto valutare se esisteva una preferenza per l’ambiente di nidificazione fra quelli esistenti nell’area di studio. Di H. nidipendulus sono stati trovati 10 nidi suddivisi equamente negli ambienti di foresta e restinga, ma nessuno in ambiente alterato: non è stato possibile testare la significatività del risultato con il test del X2 in quanto le frequenze attese risultavano inferiori a 5. Di C. minuta sono stati trovati 16 nidi non suddivisi equamente fra gli ambienti del NEIG (tab. VI): la preferenza per l’ambiente di restinga è risultata essere altamente significativa (X22 = 14,1, P< 0,01). Riguardo la distribuzione temporale la stima dell’andamento dell’attività di nidificazione dell’area NEIG è riportata in fig. 21. - 45 - 21-2 5-7/ 1 2 7/11 /11 Nov 7-13 24-3 0/10 6/10 Ott 10-1 26/9 -2/ 10 8/9 Set 12-1 -4/ 9 29/8 1/8 Ago 15-2 1-7/8 4/7 Lug 18-2 4-10 20-2 Giu /7 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 6/6 N° nidi trovati Risultati - 46 - Dic Intervalli temporali Figura 21: Distribuzione temporale del rinvenimento dei nidi durante il periodo di ricerca nel NEIG, per intervalli di 7 giorni. Il ritrovamento di nidi nell’area ha presentato un massimo attorno alla metà di ottobre, dovuto al rinvenimento di nidi di molte specie diverse, e un secondo picco minore verso metà novembre dovuto al rinvenimento di nidi di una specie in particolare quale Columbina minuta, che ha presentato una riproduzione di tipo relativamente sincrono. Dal momento che 69 eventi riproduttivi su 821 sono stati scoperti alla fine della costruzione del nido o nella fase di incubazione, si può considerare questo picco come una stima approssimativa del periodo di maggiore attività riproduttiva della comunità locale di uccelli. Columbina minuta (fig. 22) presenta una distribuzione dell’attività riproduttiva con almeno due stagioni all’anno: infatti è stato documentato il termine di una fase riproduttiva negli ultimi giorni di giugno quando nei nidi trovati c’erano nidiacei già 1 I nidi rinvenuti sono 80, ma in due casi è stato notato il riutilizzo dello stesso nido, quindi gli eventi riproduttivi considerati sono 82. - 46 - Risultati - 47 - ben cresciuti (fig. 23) e una seconda fase verso metà novembre in cui la maggior parte dei nidi trovati si presentavano all’inizio dell’incubazione. 5 C.minuta N° nidi trovati di 6 4 3 2 1 0 20Giu 26/6 11Lug 1-7/8 Ago2217/7 28/8 12Set 18/9 3-9/10 14Ott 24- Nov 30/10 20/11 5-7/12 Dic Intervalli temporali Figura 22: Distribuzione temporale del rinvenimento di nidi di Columbina minuta durante il periodo di ricerca nel NEIG, per intervalli di 7 giorni. Figura 23: Nidiacei di Columbina minuta: in quello in primo piano è ancora visibile il dente dell’uovo (NEIG, 25/6/2009, foto: S. Fusaro). L’andamento temporale del numero di specie che si riproducono nel NEIG è riportato in fig. 24. - 47 - Risultati - 48 - N ° specie nidificanti 12 10 8 6 4 2 0 Ago Set Ott Dic Nov /8 15 -2 1/ 8 29 /8 -4 /9 12 -1 8/ 9 26 /9 -2 /1 0 10 -1 6/ 10 24 -3 0/ 10 713 /1 1 21 -2 7/ 11 57/ 12 17 Lug 410 /7 18 -2 4/ 7 20 -2 6/ 6 Giu Intervalli temporali Figura 24: Distribuzione temporale del numero di specie nidificanti durante il periodo di ricerca nel NEIG. Si nota come il massimo di specie che si riproducono sia corrispondente al massimo di nidi rinvenuti di fig. 21. Questo andamento dell’attività riproduttiva osservato nell’area è stato messo a confronto con una banca dati relativa alle temperature e alle precipitazioni raccolte nel trentennio 1970/1999 nella Stazione Meteorologica di Iguaba Grande situata nel NEIG [Freitas et al., 2005] (fig. 25). 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu T in °C Lug Ago Set Ott Nov Dic P in mm Figura 25: Andamento delle medie mensili di temperatura e precipitazioni. Stazione Meteorologica di Iguaba Grande/RJ (1970/1999). L’area evidenziata in rosso corrisponde al periodo in cui è stata rilevata la maggior parte dei nidi nel NEIG durante questo studio nel 2009. Dati tratti da Freitas et al. (2005). - 48 - Risultati - 49 - Confrontando riproduttiva i grafici, si nota documentati corrispondenza con per un come i picchi l’avifauna picco delle dell’attività locale siano precipitazioni in (parte evidenziata in rosso nella fig. 25), mentre l’andamento della temperatura non subisce notevoli variazioni durante l’anno. Per quanto concerne le condizioni climatiche relative all’anno 2009 è stato possibile mettere in relazione l’attività riproduttiva con il numero di giorni di pioggia per settimana (fig. 26). Giorni di pioggia 5 4 3 2 1 12 Dic 57/ /1 1 -2 7 /1 1 Nov 21 /1 0 24 -1 6 713 Ott -3 0 /1 0 10 -1 8 /9 -2 / 26 10 Set /9 9 12 /8 -4 / 29 -2 1 8 /8 Ago 15 17/ /7 -2 4 /7 Lug 18 Giu 410 20 -2 6 /6 0 Intervalli temporali Figura 26: Giorni di pioggia registrati durante il periodo di ricerca sul campo (giugno-dicembre 2009), per intervalli di 7 giorni. Si nota come la piovosità maggiore si sia registrata dalla seconda metà di settembre fino alla fine di ottobre, con un inizio anticipato di circa un mese rispetto al massimo del rinvenimento di nidi della comunità locale di uccelli. - 49 - Risultati - 50 - 3.3. Caratteristiche dei nidi Nell’area del PARNA da Serra da Canastra sono stati trovati 2 nidi utilizzati da M. octosetaceus (fig. 19) che erano già stati scoperti nel 2005 e 2006 e che si ipotizzava potessero venire riutilizzati di anno in anno [Bruno et al., in press. a,b]: uno è stato trovato attivo alla fine della deposizione delle uova e ne è stato seguito il periodo di incubazione; un altro è stato trovato abbandonato durante la fase di incubazione. Nel NEIG nel periodo giugno-dicembre sono stati trovati 80 nidi di 23 specie diverse. Le caratteristiche dei nidi delle diverse specie, descritte con criteri comuni, sono state riportate in tab. VI. Immagini dei nidi di tutte le specie studiate sono riportate nelle tavole delle figg. 27, 28, 29 e in Appendice (pag. 128) è presente una scheda di un nido rappresentativo per ogni specie. - 50 - Risultati - 51 - Specie A. cunicularia Famiglia Strigidae N° nidi trovati Modello Variante 1 In cavità sotterranea Con vari tunnel di accesso ricurvi Ambiente di ritrovamento Alterato A. fimbriata Trochilidae 4 A cesto Basso P. idaliae Trochilidae 1 A cesto Alto Foresta A. mangle Rallidae 2 A cesto Basso Foresta C. flaveola Coerebidae 1 Chiuso Globulare Foresta C. minuta Columbidae 16 A cesto Basso C. parvulus H. torquata Caprimulgidae Caprimulgidae 1 4 Semplice Semplice Nudo Nudo N. albicollis Caprimulgidae 3 Semplice Nudo C. pileatus S. flaveola Emberizidae Emberizidae 1 1 A cesto A cesto Basso Alto Restinga Restinga (12) o ambiente alterato (4) Restinga Restinga Restinga (2) o foresta (1) Foresta Alterato Commenti È stato usato come rifugio anche fuori dal periodo riproduttivo. In 2 casi su 4 è stata documentata ricostruzione parziale sopra un nido vecchio della stessa specie o costruzione molto vicino ad un nido vecchio. È stato documentato il riutilizzo e la parziale ricostruzione di un nido; il nido era ancorato alla pagina inferiore di una grande foglia pendente. Costruito con steli di graminacee, rametti e foglie secchi. Non è mai stato osservato riuso o ricostruzione probabilmente a causa di deposizione di escrementi sul fondo; ha presentato due fasi riproduttive distinte (fig. 22). Probabilmente non caratteristico in - 51 - Risultati - 52 - M. octosetaceus Anatidae 2 In cavità Con o senza tunnel di accesso D. viduata Anatidae 1 Semplice Nudo E. flavogaster Tyrannidae 5 A cesto Basso F. nengeta Tyrannidae 1 Chiuso H. nidipendulus Tyrannidae 10 Chiuso Irregolare Allungato con tubo di entrata M. fasciatus Tyrannidae 4 A cesto P. sulphuratus Tyrannidae 8 Chiuso T. cinereum Tyrannidae 3 Chiuso T. flaviventris Tyrannidae 1 Chiuso - 52 - Basso/ alto Globulare o irregolare Allungato con tubo di entrata Allungato con lungo tubo di quanto riuso e adattamento di un nido di un’altra specie; il nido era situato sopra l’acqua. Entrambi erano sulle rive del fiume. Cerrado, mata ciliar Restinga Restinga (2) o ambiente alterato (3) Restinga Restinga (5) o foresta (5) Restinga (2), foresta (1) o ambiente alterato (1) Restinga (6) o ambiente alterato (2) Restinga (2) o foresta (1) Foresta Il nido era in una distesa asciutta di graminacee. Un nido è stato costruito sopra l’acqua Il nido era posizionato sopra l’acqua. È stato documentato il riutilizzo di un nido in buono stato dopo un evento riproduttivo fallito. Tutti i nidi osservati erano stati costruiti su una ramificazione terminale di un ramo. In 7 casi su 8 i nidi sono stati costruiti ad un’altezza di oltre 2,50 m e in 4 casi su 8 sono state privilegiate posizioni sopra l’acqua; è stato trovato anche un nido con due camere incubatrici. È stato documentato il riutilizzo di un nido in buono stato dopo un evento riproduttivo fallito. Risultati - 53 - entrata T. melancholicus Tyrannidae 3 A cesto Basso T. ambiguus Thamnophilidae 6 A cesto Basso F. littoralis Thamnophilidae 1 A cesto Basso F. rufus Furnaridae 1 Chiuso Restinga Tutti i nidi osservati costruiti sopra l’acqua. erano stati Foresta (5) o ambiente alterato (1) Restinga A fornace Ambiente alterato Il nido era stato costruito su un artefatto umano e fu osservato un nido abbandonato della stessa specie su un altro artefatto umano. Tabella VI: Caratteristiche dei nidi delle 24 specie studiate nel NEIG e nel PARNA da Serra da Canastra. Le caratteristiche dei nidi che è stato possibile misurare sono indicate nelle tabb. VII e VIII. Specie A. mangle T. melancholicus A. fimbriata E. flavogaster M. fasciatus C. minuta T. ambiguus P. idaliae S. flaveola C. pileatus Diametro Est. (cm) Diametro Int. (cm) Altezza (cm) Profondità (cm) Altezza da suolo/acqua (cm) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) 26,0 (2) 15,0 (1) 4,2 [4,0 - 4,5] (3) 7,9 [7,3- 8,8] (3) 6,9 [6,7- 7,3] (4) 8,0 [6,2- 10,1] (13) 8,0 [7,3- 8,4] (5) 4,0 (1) 10,0 (1) 7,8 (1) // 8,5 (1) 2,9 [2,7- 3,0] (3) 5,6 [5,4- 5,9] (3) 4,6 [4,4- 4,8] (4) 5,1 [4,3- 5,9] (13) 6,6 [5,7- 7,5] (5) 2,7 (1) 8,9 (1) 4,9 (1) 11,0 (2) 7,0 (1) 4,3 [3,7- 4,9] (3) 5,8 [5,2- 6,3] (3) 6,6 [5,8- 8,1] (4) 4,0 [3,0- 5,7] (13) 6,5 [6,2- 6,8] (5) 8,7 (1) 10,3 (1) 5,8 (1) 4,3 (2) 5,0 (1) 2,4 [2,1- 2,6] (3) 3,9 [3,6- 4,5] (3) 4,1 [3,5- 4,6] (4) 2,2 [0,5- 3,1] (13) 4,7 [3,9- 5,0] (5) 2,0 (1) 6,1 (1) 5,1 (1) 225 (2) 221 [200- 250] (3) 154 [126- 183] (4) 251 [180- 300] (5) 107 [92- 134] (4) 169 [83- 350] (16) 164 [83- 273] (6) 113 (1) 250 (1) 58 (1) Tabella VII: Caratteristiche dei nidi riconducibili al modello a cesto di 10 specie studiate. - 53 - Risultati - 54 - Specie Diametro inferiore (cm) Diametro superiore (cm) Larghezza (cm) Lunghezza tubo (cm) Altezza totale (cm) Lunghezza filamento (cm) Apertura (cm) Altezza da suolo/acqua (cm) Parte avvolgente ramo (cm) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) H. nidipendulus T. cinereum T. flaviventris 8,0 [7,0- 10,0] (10) 7,7 [7,0- 8,0] (3) 10,0 (1) 5,7 [4,0- 8,5] (10) 5,3 [5,0- 6,0] (3) 6,0 (1) 7,1 [6,0- 8,0] (10) 7,7 [7,0- 8,0] (3) 8,0 (1) 5,7 [4,0- 8,0] (10) 6,3 [5,0- 8,0] (3) 17,0 (1) 17,4 [14,0- 25,0] (10) 22,7 [13,0- 31,0] (3) 38,0 (1) 14,0 [8,0- 20,0] (9) 12,7 [11,0- 14,0] (3) // 3,2 X 4,1 (9) 4,0 X 3,2 (3) // 115 [39- 190] (10) 171 [125- 206] (3) 153 (1) 4,5 [1,5- 7,0] (9) // 19,0 (1) Tabella VIII: Caratteristiche dei nidi riconducibili al modello chiuso allungato con tubo di entrata di 3 specie studiate. - 54 - 8 6 7 5 4 1 2 3 Risultati - 55 - - 55 - Risultati - 56 - Figura 27: Nidi delle specie studiate nel NEIG: 1- entrata di un tunnel del nido di Athene cunicularia con un pulcino (30/9/2009); 2- nido di Amazilia fimbriata con un nidiaceo appena nato e i resti del guscio d’uovo (28/11/2009); 3- nido di Phaethornis idaliae con adulto impegnato nell’incubazione (6/12/2009 foto: Luiz Freire); 4- nido di Aramides mangle con 5 uova (24/10/2009); 5- nido di Columbina minuta con adulto impegnato nell’incubazione (17/11/2009); 6- nido di Coereba flaveola (19/10/2009); 7- nido di Caprimulgus parvulus con adulto impegnato nell’incubazione (18/11/2009); 8- nido di Coryphospingus pileatus recentemente abbandonato dai pulcini (9/9/2009). - 56 - 17 16 15 12 9 13 10 14 11 Risultati - 57 - - 57 - Risultati - 58 - Figura 28: Nidi delle specie studiate nel NEIG e nel PARNA: 9- nido di Hydropsalis torquata con due uova e la femmina impegnata nell’incubazione (25/8/2009); 10- nido di Nyctidromus albicollis (20/10/2009); 11- nido di Sicalis flaveola (30/10/2009); 12- entrata del nido di Mergus octosetaceus con la femmina in procinto di entrare (23/7/2009); 13- nido di Elaenia flavogaster con un pulcino e un uovo (12/11/2009); 14- nido di Dendrocygna viduata con adulto impegnato nell’incubazione (17/11/2009); 15- nido di Fluvicola nengeta (17/10/2009); 16- nido di Myiophobus fasciatus con due nidiacei quasi pronti per abbandonare il nido (3/11/2009); 17- nido di Pitangus sulphuratus con adulto all’entrata (25/9/2009). - 58 - 22 18 23 19 21 24 20 Risultati - 59 - - 59 - Risultati - 60 - Figura 29: Nidi delle specie studiate nel NEIG: 18- nido di Hemitriccus nidipendulus con adulto all’entrata impegnato nell’alimentazione della prole (22/10/2009); 19- nido di Todirostrum cinereum con adulto in procinto di entrare (1/11/2009); 20- coppia di Furnarius rufus impegnata nella costruzione del nido (4/10/2009); 21nido di Thamnophilus ambiguus con maschio impegnato nell’incubazione (7/9/2009); 22- nido di Tolmomyias flaviventris (22/10/2009); 23- nido di Formicivora littoralis con uova (4/12/2009); 24- nido di Tyrannus melancholicus con uova (15/11/2009). 3.4. Caratteristiche di uova e covate Le caratteristiche delle uova delle specie che è stato possibile studiare sono indicate in tab. IX. - 60 - Risultati - 61 - Lunghezza (mm) Larghezza (mm) Peso (g) x [min-max] (n) x [min-max] (n) x [min-max] (n) 17,9 [17,0- 18,8] (15) 13,1 [12,4- 13,7] (15) 22,9 [21,9- 24,8] (12) 17,0 [16,3- 17,6] (12) Hydropsalis torquata (Caprimulgidae) 26,4 [24,5- 28,2] (5) 20,0 [19,3- 20,5] (5) Nyctidromus albicollis (Caprimulgidae) 29,7 [29,4- 30,1] (5) 22,0 [21,5- 22,3] (5) 7,5 (1) 21,4 [20,0- 23,0] (18) 16,1 [14,9- 17,0] (18) 2,8 [2,0- 3,5] (13) Pitangus sulphuratus (Tyrannidae) 29,6 [28,5- 30,3] (4) 21,1 [20,7- 21,5] (4) Todirostrum cinereum (Tyrannidae) 17,1 [16,5- 17,8] (7) 11,8 [11,5- 12,1] (7) 17,6 (2) 13,2 (2) 20,5 [19,6- 21,0] (4) 15,6 [14,8- 16,4] (4) 13,6 [12,9- 14,8] (6) 9,1 [8,9- 9,3] (6) Specie (famiglia) Hemitriccus nidipendulus (Tyrannidae) Thamnophilus ambiguus (Thamnophilidae) Columbina minuta (Columbidae) Myiophobus fasciatus (Tyrannidae) Elaenia flavogaster (Tyrannidae) Amazilia fimbriata (Trochilidae) Colore (figg. 30 e 31) Fondo bianco crema/ bianco rosato con 1,5 [1,0- 2,0] (5) macchie rosa antico chiaro concentrate verso il polo maggiore Fondo bianco crema con macchie irregolari 3,2 [3,0- 3,5] (3) rosso bordeaux e marrone diffuse oppure concentrate al polo maggiore Rosa antico/rosa chiaro variegato a piccole 6,0 (2) macchie che possono essere anche grigio chiaro Rosa antico/rosa aranciato variegato a piccole macchie Bianco rosato uniforme 1,5 (1) Fondo bianco crema con macchie di 1-2 mm di diametro marrone e rosso bordeaux concentrate al polo maggiore Fondo bianco con poche macchie con diametro inferiore a 1 mm rosso bordeaux e marrone diffuse su tutta la superficie Fondo giallo crema con macchie rosso bordeaux o marrone chiaro concentrate al polo maggiore Fondo bianco rosato con macchie rosa antico, rosso bordeaux e marrone di varia grandezza e concentrate dall’equatore verso il polo maggiore Bianco rosato uniforme - 61 - Risultati - 62 - Tyrannus melancholicus (Tyrannidae) Aramides mangle (Rallidae) Dendrocygna viduata (Anatidae) Coereba flaveola (Coerebidae) Caprimulgus parvulus (Caprimulgidae) Formicivora littoralis (Thamnophilidae) Phaethornis idaliae (Trochilidae) Sicalis flaveola (Emberizidae) Tolmomyias flaviventris (Tyrannidae) 24,3 [24,0- 24,5] (5) 17,7 [17,3- 18,0] (5) 42,1 [40,1- 43,9] (11) 30,9 [29,5- 32,4] (11) 49,0 [47,7- 51,4] (13) 37,4 [36,4- 38,3] (13) 16,3 (2) 12,9 (2) 25,9 (2) 19,6 (2) 5,3 (2) 19,1 (2) 14,3 (2) 2,0 (1) 12,0 (2) 8,4 (2) 0,5 (2) 18,8 [17,9-19,5] (3) 14,5 [14,1- 15,0] (3) 21,1 [20,9- 21,3] (3) 14,0 [13,8- 14,1] (3) 4,0 (2) Fondo bianco crema con grandi macchie irregolari rosso bordeaux concentrate al polo maggiore Fondo bianco rosato con piccole macchie cioccolato 22,1 [19,5- 25,5] e viola concentrate principalmente al polo (11) maggiore Bianco uniforme 37,8 [36,5- 39,5] (13) Fondo rosa chiaro con macchie rosa antico irregolari e diffuse su tutta la superficie Fondo giallo crema chiaro con macchie ocra chiaro e grigie diffuse su tutta la superficie Fondo bianco rosato con una fascia fitta di macchie puntiformi rosso scuro violaceo disposta fra l’equatore dell’uovo e il polo maggiore Bianco uniforme Fondo bianco crema con macchie e punti marroni distribuiti irregolarmente sulla superficie ma più concentrati al polo maggiore- elevata variazione Fondo rosa chiaro con macchie rosso bordeaux di 1 mm di diametro concentrate al polo maggiore Mergus octosetaceus 60,4 [58,3 – 62,1] 59,8 [54,0 – Giallo crema chiaro uniforme (Anatidae) (6)* 63,0] (6)* Tabella IX: Caratteristiche quantitative e qualitative delle uova di 20 specie studiate (*dati ottenuti dalla collaborazione con Flavia Ribeiro dell’Istituto Terra Brasilis impegnato nel PARNA con il progetto “Pato aqui,Água acolá”) - 62 - Risultati - 63 - Il numero di uova per covata è indicato in tab. X per le diverse specie. Specie H. nidipendulus T. ambiguus H. torquata N. albicollis C. minuta P. sulphuratus T. cinereum M. fasciatus E. flavogaster A. fimbriata T. melancholicus A. mangle D. viduata C. flaveola C. parvulus F. littoralis P. idaliae S. flaveola T. flaviventris C. pileatus M. octosetaceus N° covate controllate 9 6 4 3 14 1 3 4 4 3 3 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Uova per covata Moda [min- max] 2 Non c'è variabilità 2 Non c'è variabilità 2 Non c'è variabilità 2 [1- 2] 2 [1- 2] 4 // 3 Non c'è variabilità 1-2 [1- 2] 2 [1- 3] 2 Non c'è variabilità 3 [2- 3] 5-6 [5- 6] 13 // 2 // 2 // 2 // 2 // 5 // 3 // 2 // 7 // Tabella X: Caratteristiche quantitative delle covate osservate di 21 specie studiate. In 13 specie su 21 è stato osservato un numero modale di uova per covata pari a 2. Le covate più numerose sono state osservate in due rappresentanti della famiglia Anatidae. In 5 specie non è stata osservata variabilità nella dimensione della covata. - 63 - - 64 - 7 4 1 10 mm 10 mm 5 10 mm 2 8 10 mm 10 mm 10 mm 6 3 10 mm 9 10 mm 10 mm Risultati - 64 - Risultati - 65 - Figura 30: Uova di specie studiate nel NEIG: 1- Tolmomyias flaviventris (24/10/2009); 2- Tyrannus melancholicus (10/11/2009); 3- Hemitriccus nidipendulus (2/11/2009); 4- Thamnophilus ambiguus (10/10/2009); 5- Hydropsalis torquata (24/8/2009); 6- Nyctidromus albicollis (28/11/2009); 7- Columbina minuta (15/11/2009); 8Myiophobus fasciatus (22/11/2009); 9- Pitangus sulphuratus (24/10/2009). - 65 - - 66 - 17 30 mm 14 10 mm 10 30 mm 18 10 mm 10 mm 15 11 10 mm 10 mm 19 12 16 10 mm 20 10 mm 13 10 mm 10 mm Risultati - 66 - Risultati - 67 - Figura 31: Uova delle specie studiate nel NEIG e nel PARNA: 10Caprimulgus parvulus (16/11/2009); 11Amazilia fimbriata (19/10/2009); 12- Phaethornis idaliae (7/12/2009); 13- Elaenia flavogaster (16/11/2009); 14- Mergus octosetaceus (10/7/2009); 15Aramides mangle (24/10/2009); 16- Coereba flaveola (23/10/2009); 17- Dendrocygna viduata (17/11/2009); 18- Sicalis flaveola (30/10/2009); 19- Todirostrum cinereum (26/10/2009); 20Formicivora littoralis (4/12/2009). 3.5. Relazioni intraspecifiche in M. octosetaceus durante la stagione riproduttiva Le relazioni intraspecifiche osservate sono state di competizione per difesa delle risorse (territorio, cibo…) fra coppie confinanti in tre occasioni (tab. XI). Coppie interagenti BeC AeD Comportamento osservato Coppia C con la prole risale il fiume sconfinando nel territorio della coppia B: sia maschio che femmina B vocalizzano rivolti alla famiglia C e rimangono lungo il confine, nuotando verso di essa, compiendo dei brevi voli verso monte per poi tornare nel luogo di confine Coppia D attraversa volando e vocalizzando il territorio della coppia A in fase di incubazione: il maschio A li insegue vocalizzando per poi tornare nell’area di nidificazione Tabella XI: Descrizione di interazione osservata fra diverse coppie di M. octosetaceus nel tratto del rio São Francisco compreso nel PARNA da Serra da Canastra fra il 10 luglio e il 21 agosto 2009. 3.6. Relazioni interspecifiche fra uccelli in fase riproduttiva ed altri animali Le relazioni interspecifiche osservate sono state: - predazione di Buteo albicaudatus a danno di M. octosetaceus in un’occasione - 67 - Risultati - 68 - - competizione per le risorse alimentari di Phalacrocorax brasilianus con M. octosetaceus in due occasioni con due coppie diverse di Mergus - commensalismo di Megaceryle torquata con M. octosetaceus in due occasioni - predazione di M. octosetaceus a danno di Astyanax sp. in 13 occasioni - predazione di Philodryas olfersii a danno di T. ambiguus in tre occasioni riguardanti tre nidi diversi - predazione di Philodryas patagoniensis a danno di F. littoralis in un’occasione In tab. XII sono stati descritti i comportamenti osservati. - 68 - Risultati - 69 - Specie di uccelli M. octosetaceus M. octosetaceus Specie osservata interagire Phalacrocorax brasilianus (Phalacrocoracidae) (fig. 33) Megaceryle torquata (Alcedinidae) M. octosetaceus Buteo albicaudatus (Accipitridae) M. octosetaceus Astyanax sp. Comportamento osservato Un gruppo di 6 P. brasilianus risale il fiume e interagisce sia con la coppia B sia con la coppia C con la prole, in momenti successivi: entrambe le coppie vocalizzano ripetutamente verso di loro e nuotano nella loro direzione- poi i P. brasilianus abbandonano il territorio Un individuo di M. torquata è stato visto permanere su un ramo di un albero sulla sponda del fiume e osservare il maschio della coppia A mentre pescava nell’area di nidificazione, poi tuffarsi improvvisamente a 4-5 m dal maschio e pescare piccoli pesci Un individuo di B. albicaudatus è stato visto seguire con alcuni minuti di ritardo la femmina della coppia A mentre entrava nel nido e tentare di afferrarla inserendo le zampe nell’apertura rocciosa; il maschio A vocalizzava molto forte agitandosi nell’acqua guardando al nido Questi piccoli pesci a gruppi più o Tipo di interazione (n° osservazioni) Competizione (2) Commensalismo (M. torquata trae vantaggio) (2) Predazione (1) Predazione (13) - 69 - Risultati - 70 - (Characidae) (fig. 33) T. ambiguus Philodryas olfersii (Colubridae) (fig. 32) meno numerosi si nascondevano fra le rocce delle sponde fluviali o dove l’acqua era più bassa; individui di M. octosetaceus erano soliti pescare nuotando con la testa tenuta sottacqua lungo le sponde fluviali e quando avvistavano uno di questi pesci rapidamente si immergevano per catturarlo Durante le cure parentali di nidiacei, è stato visto raggiungere il nido un P. olfersii, dopo diversi tentativi; ha prelevato un pulcino e si è allontanato per ingoiarlo; dopo qualche decina di minuti è tornato ed ha prelevato anche il secondo; sia maschio che femmina di T. ambiguus erano impegnati nel mobbing Predazione (3) Un P. patagoniensis è stato visto avvicinarsi a ca. 15 cm dal nido di una coppia di F. littoralis in fase di Philodryas patagoniensis Predazione (1) F. littoralis incubazione, osservare il contenuto e (Colubridae) (fig. 32) poi allontanarsi; sia maschio che femmina erano impegnati nel mobbing Tabella XII: Tipi di interazione osservati fra individui di alcune specie di uccelli studiate durante la stagione riproduttiva e individui di altre specie animali. - 70 - Risultati - 71 - Figura 32: In alto P. patagoniensis: un individuo di questa specie ha tentato di predare un nido di F. littoralis. In basso P. olfersii ripreso nel momento della predazione del secondo nidiaceo di una coppia di T. ambiguus (NEIG, 9/11/2009 foto: S. Fusaro). - 71 - Risultati - 72 - Figura 33: In alto piccoli pesci del genere Astyanax; in basso gruppo di sei P. brasilianus (PARNA da Serra da Canastra 12/7/2009, foto: S. Fusaro). 3.7. Esito generale degli eventi riproduttivi Avendo studiato un campione di specie, non scelto a priori ma casuale, della comunità di uccelli nidificanti nell’area del NEIG e, quando possibile, avendo monitorato i loro nidi fino alla fine dell’evento riproduttivo, si è potuta stimare la percentuale generale di successo per l’avifauna nidificante per l’area NEIG: 22 nidi (il 32,4 % del totale dei nidi con esito noto) sono andati a buon fine, invece 46 (il 67,6 %) hanno avuto esito negativo. I risultati relativi al successo degli eventi riproduttivi per ogni specie sono riportati in tab. XIII. - 72 - Risultati - 73 - Specie A. cunicularia A. fimbriata P. idaliae A. mangle C. flaveola C. minuta C. parvulus H. torquata N. albicollis C. pileatus S. flaveola M. octosetaceus D. viduata E. flavogaster F. nengeta H. nidipendulus M. fasciatus P. sulphuratus T. cinereum T. flaviventris T.melancholicus T. ambiguus F. littoralis F. rufus N° eventi riproduttivi con successo 1 1 1 1 0 7 1 0 1 1 0 2 0 2 ? 0 1 1 1 0 2 0 1 ? N° eventi riproduttivi con esito noto 1 4 1 2 1 13 1 4 2 1 1 3 1 4 1 11 3 2 4 1 3 6 2 1 Percentuale di nidi con successo // 25,0 % // // // 53,8 % // 0,0 % // // // 66,7 % // 50,0 % // 0,0 % 33,3 % // 25,0 % // 66,7 % 0,0 % // // Tabella XIII: Esito degli eventi riproduttivi per ogni specie studiata. È stata calcolata la percentuale dei nidi con successo per le specie di cui si avevano a disposizione almeno 3 eventi riproduttivi noti: nel NEIG C. minuta e T. melancholicus hanno manifestato il successo maggiore, mentre T. ambiguus, H. nidipendulus e H. torquata la maggiore frequenza di fallimento. La causa del fallimento di un evento riproduttivo documentato per la specie M. octosetaceus è stata l’abbandono nella fase di incubazione. Le cause di fallimento identificate per i nidi dell’area NEIG sono state riassunte nella tab. XIV e nella fig. 34. - 73 - Risultati - 74 - Cause fallimento nidi n° % Predazione uova 20 43,5 Predazione pulcini 12 26,1 Mancata schiusa 3 6,5 Abbandono 6 13,0 Predazione uova + pulcini 1 2,2 Predazione uova + abbandono 1 2,2 Competizione risorse 2 4,3 Predazione pulcino + mancata schiusa 1 2,2 Totale 46 100 Tabella XIV: Cause di fallimento di 46 nidi studiati nel NEIG. Le cause con duplice categoria sono state trattate dividendo a metà la percentuale relativa. Predazione Mancata schiusa Abbandono Competizione risorse Figura 34: Frequenza delle varie cause di fallimento dei nidi nel NEIG. La causa responsabile del 74 % dei fallimenti degli eventi riproduttivi è stata la predazione di uova o pulcini, del 14,1 % l’abbandono del nido dovuto al venir meno delle condizioni di nidificazione, del 7,6 % la mancata schiusa delle uova, del 4,3 % la competizione per le risorse (in particolare il furto di materiale da costruzione del nido). - 74 - Risultati - 75 - Considerando la sorte di ogni singolo individuo (uovo o nidiaceo) prodotto dai nidi studiati, è stato osservato che di 154 individui, il 27,9 % ha avuto successo, cioè è riuscito ad abbandonare il nido. Le cause di morte di 111 individui sono riassunte nella tab. XV e nella fig. 35. Cause morte individui n° % Predazione 90 81,1 Abbandono 7 6,3 Mancata schiusa 14 12,6 Totale 111 100 Tabella XV: Cause di morte di 111 individui prodotti dalle coppie nidificanti nel NEIG. Predazione Abbandono Mancata schiusa Figura 35: Frequenza delle cause di morte degli individui (uova o nidiacei) prodotti nei nidi delle specie studiate nel NEIG. La causa responsabile dell’81,1 % delle morti è stata la predazione, del 12,6 % la mancata schiusa della uova e del 6,3% l’abbandono da parte degli adulti. Calcolando la percentuale di successo delle fasi di uovo e di pulcino dell’intera comunità studiata nel NEIG, il 48,7 % delle uova deposte è riuscito a schiudere e di questi nidiacei, il 57,3 % è riuscito a raggiungere il momento dell’involo. - 75 - Risultati - 76 - 3.8. Aspetti di cure parentali in Thamnophilus ambiguus Riguardo agli aspetti delle cure parentali in T. ambiguus è stato possibile studiare sul campo 3 nidi di tre coppie diverse fino al momento della predazione dei pulcini ancora dipendenti dalle cure dei genitori. La composizione della dieta dei nidiacei di questa specie è illustrata in fig. 36. Adulti di Diptera Anellida Odonata Hemiptera Orthoptera Arachnida Non identificati Adulti di Hymenoptera Larve di insetti Blattodea Adulti di Coleoptera Coleoptera Figura 36: Composizione della dieta dei nidiacei della specie Thamnophilus ambiguus. Le prede identificate costituenti la dieta dei nidiacei sono tutte appartenenti ai phyla Arthropoda e Anellida ed è stata notata una maggior frequenza di adulti di coleotteri, blatte e larve di insetti di cui però non è stato possibile identificare l’ordine. Riguardo la diversità dell’impegno fra maschio e femmina nell’alimentazione dei nidiacei i risultati sono riportati in fig. 37. - 76 - Risultati - 77 - Nido Ta3BIS Nido Ta5 Nido Ta4 48 45 9 42 39 15 36 33 N ° im beccate 6 N ° im beccate N ° im beccate 12 9 6 3 30 27 24 21 18 15 12 9 3 6 3 0 0 1 Femmina Giorni di vita dei nidiacei 0 1 1° 2° 3° 4° 1 Maschio 5° 6° 7° 8° 9° Figura 37: Confronto fra numero di imbeccate di maschio e femmina durante le cure parentali in Thamnophilus ambiguus. I dati sono relativi alle coppie dei nidi Ta3BIS, Ta4 e Ta5. La riga in basso si riferisce ai giorni di vita dei nidiacei in cui sono state effettuate le osservazioni concernenti i nidi corrispondenti. Nel caso della coppia del nido Ta3BIS non è stata evidenziata una significativa differenza fra il numero di imbeccate del maschio e della femmina (X21 = 0,4, P< 0,05); nel caso della coppia del nido Ta5 ugualmente non è stata evidenziata una differenza significativa (X21 = 0,3, P< 0,05), mentre nel caso della coppia del nido Ta4 è stata evidenziata una forte significatività (X21 = 8,8, P< 0,01): il maschio ha contribuito in modo maggiore all’alimentazione dei nidiacei. Sapendo ciò e considerando i giorni di vita dei nidiacei durante i quali sono state eseguite le osservazioni (fig. 37), si nota come nei primi giorni ci possa essere un impegno maggiore del maschio nell’alimentazione della prole, ma con l’avanzare dello - 77 - Risultati - 78 - sviluppo dei pulcini il suo impegno, se comparato con quello della femmina, diventi significativamente maggiore. Riguardo al prelievo operato da maschio o femmina dei sacchi fecali prodotti dai nidiacei si veda la fig. 38. Nido Ta3BIS Nido Ta5 Nido Ta4 22 20 8 6 4 2 N ° s a c c h i fe c a l i p r e l e v a t i 6 N ° s acchi fecali prelev ati N ° s a c c h i fe ca l i p r e le v a t i 10 4 2 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 0 0 1 1 Prelievi dal maschio Prelievi dalla femmina Figura 38: Confronto fra numero di sacchi fecali prelevati da maschio e femmina durante le cure parentali di Thamnophilus ambiguus. Nel caso della coppia del nido Ta3BIS il test del Χ2 (X21 = 0,3, P< 0,05) non ha evidenziato una significativa differenza fra il prelievo effettuato dal maschio e dalla femmina, nel caso della coppia del nido Ta4 il test del Χ2 (X21 = 3,9, P< 0,05) ha evidenziato una significatività, mentre nel caso della coppia del nido Ta5 non si è potuta verificare la significatività con il test del Χ2 in quanto le frequenze attese erano inferiori a 5. Sapendo ciò e considerando i giorni di vita dei nidiacei durante i quali sono state effettuate le osservazioni, si nota come nei primi giorni sia possibile un prelievo maggiore dei sacchi fecali ad opera del maschio, mentre con l’avanzare dello sviluppo della prole questa operazione sia svolta con più frequenza dal maschio - 78 - Risultati - 79 - rispetto alla femmina. Per quanto concerne l’associazione fra la frequenza delle imbeccate e la frequenza del prelievo dei sacchi fecali per ogni nidiaceo sono stati riassunti i risultati nella fig. 39. 3,5 Unità/h/nidiaceo 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Giorni di vita dei nidiacei Sacchi fecali Ta3BIS Sacchi fecali Ta4 Sacchi fecali Ta5 Cibo Ta3BIS Cibo Ta4 Cibo Ta5 Figura 39: Confronto fra frequenza delle imbeccate e frequenza del prelievo dei sacchi fecali all’ora per nidiaceo in relazione al giorno di vita, in 3 nidi di coppie diverse di Thamnophilus ambiguus. Nel 4° giorno di vita dei nidiacei del nido Ta3BIS non è stato possibile svolgere le osservazioni, come nel 6° giorno del nido Ta4. Nel 6° giorno di vita dei nidiacei della coppia Ta3BIS è avvenuta la predazione durante le osservazioni sul campo; nel 9° giorno di vita dei nidiacei della coppia Ta4 è avvenuta un’altra predazione. In fig. 40 sono raccolti i risultati relativi al numero di imbeccate e di sacchi fecali prelevati all’ora per nidiaceo ottenuti combinando le osservazioni raccolte nei 3 nidi durante i rispettivi giorni di vita della prole. - 79 - Risultati - 80 - 3,5 Unità/h/nidiaceo 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° Giorni di vita dei nidiacei Cibo Sacchi fecali Figura 40: Frequenza delle imbeccate e del prelievo dei sacchi fecali all’ora per nidiaceo in relazione al giorno di vita, ottenute combinando i dati raccolti in 3 nidi di coppie diverse di Thamnophilus ambiguus. Osservando il grafico di fig. 40, si nota come la frequenza di visite di alimentazione all’ora per nidiaceo aumenti in modo più o meno regolare con l’avanzare dell’età della prole fino all’8° giorno di vita, ma in seguito sembri diminuire. Il prelievo di sacchi fecali non dimostra un andamento regolare. 3.9. Altre osservazioni inedite sull’attività riproduttiva di diverse specie Osservazioni durante l’andamento dei vari eventi riproduttivi hanno permesso di ottenere nuove informazioni sulla biologia riproduttiva delle seguenti specie: - di H. torquata è stato possibile descrivere per la prima volta un pulcino appena nato: nidifugo, completamente coperto da piumino colore beige, in grado di seguire un adulto camminando - 80 - Risultati - 81 - e di emettere flebili vocalizzazioni (fig. 41). Le osservazioni sono state effettuate una volta, nel nido Ht1. 1 cm Figura 41: Nidiaceo di H. torquata (NEIG, 1/9/2009 foto: S. Fusaro) - di C. parvulus è stato possibile descrivere per la prima volta due pulcini appena nati: nidifughi, completamente coperti di piumino marrone, peso rispettivamente di 4,5 g e 8,0 g (fig. 42). Le osservazioni sono state effettuate una volta nel nido Cap1. - 81 - Risultati - 82 - 1 cm 1 cm Figura 42: Nidiacei di C. parvulus (NEIG, 20/11/2009 foto: S. Fusaro). - di T. ambiguus è stato possibile determinare la durata dell’incubazione che è risultata essere di 16 giorni. Le osservazioni sono state effettuate una volta nel nido Ta5. E’ stato osservato in 3 nidi di 3 coppie diverse che maschio e femmina si alternano nell’incubazione delle uova e in 3 occasioni, nei nidi Ta3BIS e Ta1 la femmina è stata vista passare la notte nel nido (fig. 43). - 82 - Risultati - 83 - Figura 43: Femmina di T. ambiguus impegnata nell’incubazione durante le ore notturne (NEIG, 8/9/2009 foto: S. Fusaro). - di H. nidipendulus è stato possibile determinare che la deposizione delle uova avviene con un intervallo di 2 giorni: le osservazioni sono state ottenute in 4 occasioni relative a coppie diverse. Osservando le cure parentali nel nido Hn6, si è scoperto che sono svolte da entrambi i genitori. - di T. flaviventris è stato possibile scoprire che la deposizione delle uova avviene con un intervallo di 2 giorni e inoltre che la durata dell’incubazione è di 15 giorni. Tali osservazioni sono state effettuate studiando un nido. - di A. mangle è stato possibile determinare la durata dell’incubazione che è risultata essere di 20 giorni, inoltre è stato possibile descrivere per la prima volta i pulcini appena nati: sono completamente coperti da piumino nero con becco nero e zampe bruno scuro, nidifughi, in grado di emettere flebili vocalizzazioni e con un peso di 15,0 g [14,5-15,0] (n=3); dopo qualche ora abbandonano il nido e sono in grado di seguire un adulto (fig. 44). Tali dati sono stati raccolti studiando un nido. - 83 - Risultati - 84 - 1 cm Figura 44: Nido di A. mangle con tre nidiacei appena nati e 3 uova. In dettaglio un nidiaceo (NEIG, 16/11/2009 foto: S. Fusaro). - 84 - Discussione - 85 - 4. DISCUSSIONE 4.1. Stima della densità delle popolazioni riproduttive e distribuzione spazio-temporale dell’attività di nidificazione nelle aree di studio I 21 individui di M. octosetaceus osservati rappresentano oltre ¼ della dimensione stimata della popolazione di questa specie nella regione della Serra da Canastra, che era stata ipotizzata ammontare a oltre 80 individui [Lamas, 2006]. Nel 2001 è stata effettuata un’indagine analoga nella stessa area ed erano state trovate 3 coppie, una nella parte alta e due nella parte a valle della Casca D’Anta [Silveira & Bartmann, 2001]. Lo studio da me condotto ha evidenziato la presenza di una coppia in più di questa specie nella parte alta del rio São Francisco, anche se con un territorio non ben definito. Ciò potrebbe essere dovuto ad un effettivo aumento della popolazione nella zona, oppure ad una diminuzione degli ambienti idonei alla specie in altri luoghi di questa regione che potrebbe aver portato allo spostamento di una coppia in quest’area con un habitat ancora adeguato. In entrambi i casi la conseguenza è una diminuzione dell’home range di ogni coppia territoriale. Riguardo l’andamento temporale dell’attività riproduttiva di M. octosetaceus, i dati acquisiti in questo studio possono essere confrontati con quelli di studi precedenti svolti nella stessa area (tab. XVI). - 85 - Discussione - 86 - Nido* Altitudine 1 1200 m Data schiusa uova 2 agosto Anno Referenza 1 2 1200 m 880 m 20 agosto 17 luglio 2009 2005 2 880 m 12 luglio 2006 2 X 880 m ≤ 800 m Metà luglio Primi giorni di luglio 2009 2009 2005 Bruno et al., in press. (b) Questo studio Bruno et al., in press. (a) Bruno et al., in press. (a) Questo studio Questo studio Tabella XVI: Altitudine del nido e data di schiusa delle uova di alcuni eventi riproduttivi documentati di M. octosetaceus nel primo tratto del rio São Francisco * si faccia riferimento alla mappa di fig. 19 X sito del nido non trovato, ma situato nel territorio della coppia C. La stagione riproduttiva documentata in letteratura per la specie M. octosetaceus è compresa nel periodo da giugno ad ottobre: solitamente in giugno/luglio avviene l'incubazione e in luglio/agosto hanno inizio le cure parentali [Partridge, 1956; Silveira & Bartmann, 2001; Bruno & Bartmann, 2003; Bruno et al., in press. a,b]. Lamas & Santos (2004) affermano di aver visto adulti con giovani nel periodo che va da agosto a dicembre, ma anche giovani abbastanza cresciuti (a giudicare dal piumaggio e dalle dimensioni) in agosto, il che indica che la schiusa delle uova si è verificata a metà giugno e la deposizione almeno a metà maggio: perciò essi suppongono che almeno nel PARNA da Serra da Canastra la stagione riproduttiva duri più di 6 mesi. I dati raccolti in questo studio, confrontati con quelli di letteratura relativi a diversi anni, possono evidenziare una relazione tra il periodo dell’anno in cui si svolge la fase riproduttiva e l’altitudine del nido (tab. XVI): ad altitudini maggiori la stagione riproduttiva appare posticipata di almeno un periodo di 15 giorni. Un’ipotesi può essere cercata nelle - 86 - Discussione - 87 - differenze microclimatiche: nella parte alta la temperatura è probabilmente inferiore. Ciò è dovuto al normale gradiente termico altitudinale, ma anche al fatto che è frequente un vento forte che spazza l’altopiano. Nell’area del NEIG, invece, questo è il primo studio che ha come oggetto l’attività riproduttiva della comunità di uccelli locale, quindi non si possono fare confronti con dati precedenti. In ogni caso su un totale di 163 specie di uccelli, di cui è stata accertata la presenza nell’area di studio [M.B. Vecchi, L. Freire, S.F. Bruno, R.B. Carvalho com. pers.], 23 sono state riconosciute come nidificanti nel periodo giugno-dicembre. Riguardo la distribuzione dei nidi nei vari ambienti, ne sono stati trovati in ambienti naturali quali l’ecosistema di restinga e di foresta semidecidua/decidua, ma anche in ambienti alterati: ciò è conseguenza del fatto che esistono specie specialiste che hanno bisogno di un determinato habitat per nidificare, come ad es. Hydropsalis torquata i cui nidi sono stati trovati solo in ambienti di restinga, ma anche generaliste in grado di adattarsi ugualmente ad ambienti disturbati dall’azione umana, come Pitangus sulphuratus. L’andamento temporale dell’attività riproduttiva dell’avifauna locale non è risultato essere condizionato in modo evidente dalla temperatura, in quanto abbastanza costante durante tutto l’anno (infatti le medie mensili oscillano fra 21,1°C e 26,9°C), ma dall’andamento delle precipitazioni: il massimo dell’attività riproduttiva avviene in una fase di aumento delle precipitazioni dopo la stagione secca invernale. Un mese è considerato secco se la media delle precipitazioni è inferiore a 60 mm [Van Schaik et al., 1993] e osservando la fig. 25, l’area del NEIG evidenzia tre mesi (giugno, luglio e agosto) - 87 - Discussione - 88 - con un tale tasso di precipitazioni. Inoltre un’area può essere definita secca stagionale se presenta almeno 2 mesi secchi all’anno [Van Schaik et al., 1993], quindi l’area NEIG rientra in questa definizione. Anche nei più uniformi climi tropicali solo una piccola percentuale di piante manifestano fogliazione, fioritura e fruttificazione continue durante l’anno ed è frequente che molte piante sincronizzino le loro attività fenologiche per favorire l’impollinazione incrociata e ridurre la predazione dei fitofagi [Van Schaik et al., 1993]. Considerando i fattori abiotici che regolano la fenologia, l’ipotesi del periodo ottimale di germinazione prevede che la maggior parte delle piante dovrebbe sincronizzare la fruttificazione con l’inizio della stagione piovosa soprattutto nelle foreste secche stagionali piuttosto che in ambienti privi di una rigida stagione secca. Van Schaik et al. (1993) hanno effettivamente trovato una coincidenza del picco di fruttificazione della comunità vegetale con l’inizio della stagione delle piogge in questi ambienti. Studiando quattro ambienti tropicali aridi e semiaridi in Venezuela, si è potuto evidenziare come la fioritura fosse limitata alla stagione piovosa e come la produzione di frutti carnosi e la densità di artropodi fossero più abbondanti nella stessa stagione [Poulin et al., 1992]. Ciò significa che durante l’anno ci sono delle variazioni nell’abbondanza di risorse primarie e i consumatori primari devono adattarsi a tale situazione. Fra gli adattamenti animali riscontrati da Van Schaik et al. (1993) è citato quello del ciclo riproduttivo: molti uccelli hanno dimostrato dei ritmi stagionali ricorrenti con ciclo annuale dal momento che i costi energetici della riproduzione, come la capacità di nutrire i nidiacei, raggiungono i massimi livelli durante il periodo di maggiore - 88 - Discussione - 89 - abbondanza di cibo. Anche Poulin et al. (1992) hanno osservato che la stagione riproduttiva della maggior parte degli uccelli è positivamente correlata con la stagione delle piogge. Quindi la relazione fra attività riproduttiva e precipitazioni può essere dovuta al fatto che un incremento delle precipitazioni porta ad un aumento dell’attività vegetativa delle piante dopo un rallentamento della crescita durante l’inverno, che aumenteranno la produzione di fiori, frutti e semi sfruttati dagli uccelli nettarivori, frugivori e granivori e attireranno insetti che saranno a loro volta preda di uccelli insettivori: anche i risultati ottenuti in questo studio sono compatibili con l’ipotesi che l’attività riproduttiva sia sincronizzata con un sensibile aumento di cibo per le nuove generazioni. 4.2. Periodi riproduttivi delle specie studiate nel NEIG Questo studio ha permesso di integrare le informazioni finora disponibili, talvolta scarse, concernenti le stagioni riproduttive di diverse specie (tab. XVII). Specie Informazioni di letteratura A. cunicularia In California il corteggiamento avviene in febbraio-marzo, la deposizione in aprile, la nascita dei pulcini nei primi giorni di giugno [De Sante et al., 2006] In Suriname la stagione riproduttiva è luglio-agosto, alla fine della stagione delle piogge e all'inizio di quella secca, ma anche in novembre-gennaio [Haverschmidt, 1952]. Il periodo riproduttivo di questa specie è completamente sconosciuto [Taylor, 1996]. La riproduzione avviene fra settembre e marzo [Sigrist, 2006]. Nello stato di Rio Grande do Norte sono stati osservati episodi A. fimbriata A. mangle C. flaveola C. minuta Informazioni da questo studio È stata documentata la presenza di nidiacei a fine settembre. Sono stati trovati nidi attivi fra fine ottobre e novembre. Sono stati trovati nidi con uova alla fine di ottobre. È stato trovato un nido con uova in ottobre. Sono state osservate due fasi riproduttive: - 89 - Discussione - 90 - C. parvulus D. viduata E. flavogaster F. littoralis F. nengeta - 90 - riproduttivi in giugno [Antas, 1987]. Si pensa abbia una riproduzione circumannuale in Costa Rica, principalmente in maggio-luglio nelle zone della costa pacifica NW, in gennaio a Parrita, in marzo-settembre a Trinidad con un picco in giugno, a Panama sono stati trovati nidi in marzo-giugno [Baptista et al., 1997]. Si hanno alcuni dati relativi ad episodi riproduttivi in Colombia alla fine di ottobre, in Paraguay in ottobre-novembre e da novembre nel sud ovest del Brasile [Cleere, 1999]. Per il Brasile ci sono osservazioni di nidi con uova di questa specie in febbraio in Tocantins [Crozariol, 2009 in Wikiaves]. Il periodo riproduttivo osservato va da febbraio a settembre: maggiosettembre in Colombia, aprilegiugno nelle Antille, aprile-giugno in Trinidad e Tobago, ma ci sono osservazioni anche in novembredicembre; è stata osservata costruire il nido in marzo in Venezuela [Fitzpatrick, 2004]. Il periodo riproduttivo va da luglio a novembre [Noronha, in Fundevap]. Sono stati scoperti nidi in giugno, ottobre, novembre ma l'attività riproduttiva si dovrebbe verificare durante tutto l'anno dato lo stato delle gonadi in individui raccolti in vari periodi dell'anno [BirdLife International, 2009a; Oliveira, 2007]. Si hanno dati di nidi in costruzione in agosto-novembre nello stato di Minas Gerais [Hirsch, 2009; Pereira, 2009, in Wikiaves], in settembre-gennaio in São Paulo [Machado, 2009; Farina Jr., 2009; Santiago, 2009; Garcia, 2009 in Wikiaves], di nidi con uova in settembre-aprile in Minas Gerais, Espirito Santo, São Paulo e Rio de Janeiro [Guedes, 2007; Maia, 2009; Santos, 1997; Couto, 2010, in Wikiaves], di nidi con pulcini a novembre-giugno in Goias, Rio de Janeiro, São Paulo, Minas Gerais una in giugno e una verso la metà di novembre. È stato trovato un nido con uova a metà novembre. È stato trovato un nido in fase di deposizione all’inizio di novembre. Sono stati trovati nidi attivi in ottobrenovembre. È stato trovato un pulcino appena uscito dal nido a metà settembre (significa che la deposizione dovrebbe essere avvenuta a metà agosto) e un nido con uova all’inizio di dicembre. È stato trovato un nido attivo in ottobre. Discussione - 91 - F. rufus H. nidipendulus H. torquata M. fasciatus N. albicollis P. idaliae P. sulphuratus S. flaveola T. ambiguus T. cinereum [Fonseca, 2009; Barbosa, 2010; Castro, 2010; Viana, 2006; Kaseker, 2009; Henrique, 2009, in Wikiaves]. Informazioni sulla riproduzione sono virtualmente sconosciute [Fitzpatrick, 2004]. Il periodo riproduttivo va da luglio a novembre [Antas & Palo, 2004]. Fitzpatrick (2004) riporta che è stato trovato un nido con uova nei primi giorni di ottobre. Nel SE del Brasile è stato osservato che il periodo riproduttivo va da novembre a gennaio [Cleere, 1999]. Si riproduce da aprile a giugno in Costa Rica [Elizondo, 2000]. È stato osservato nidificare in aprilegiugno in Costa Rica, marzoagosto in Trinidad e in ottobregennaio/febbraio in Argentina [Fitzpatrick, 2004]. In Brasile sono stati trovati nidi con uova in agosto negli stati di Minas Gerais, Rio de Janeiro, Goias [Bessa, 2008; Carlos Filho, 2009; Mota, 2008, in Wikiaves], in settembre negli stati di Minas Gerais, Bahia, Rio de Janeiro [Trinchão, 2004; Junior, 2009; Castro, 2009, in Wikiaves], in ottobre nello stato di São Paulo [Girotto, 2008; Salaroli, 2009, in Wikiaves], in novembre nello stato di Espirito Santo [Mognago, 2009, in Wikiaves], in febbraio nello stato di Bahia [Castro, 2005, in Wikiaves]. Si riproduce nel periodo da ottobre a febbraio [Schuchmann, 1999]. È stato osservato riprodursi nel periodo settembre-dicembre nel SE del Brasile [Lago-Paiva, 1996]. Il periodo riproduttivo nella valle del fiume Paranà, in Argentina, va da ottobre a gennaio [Quiroga et al., 2003]. Riguardo al periodo riproduttivo si ha una sola osservazione di abbandono del nido di un pulcino verso fine novembre nello stato di Bahia [Zimmer & Isler, 2003]. Sono stati osservati periodi di È stato trovato un nido nella fase di costruzione all’inizio di ottobre. Sono stati trovati nidi attivi dalla fine di agosto alla fine di novembre. Sono stati trovati nidi attivi dalla metà di agosto agli inizi di dicembre. Sono stati trovati nidi attivi in ottobrenovembre. Sono stati trovati nidi attivi da fine agosto a fine novembre. È stato trovato un nido in fase di incubazione agli inizi di dicembre. Sono stati trovati nidi attivi da metà settembre a novembre. È stato trovato un nido nella fase di deposizione alla fine di ottobre. Sono stati trovati nidi attivi nel periodo settembre-ottobre. Sono stati trovati nidi - 91 - Discussione - 92 - T. flaviventris T. melancholicus riproduzione in dicembre-marzo nello stato di Bahia, aprile-maggio in Costa Rica, marzo-giugno in Panama, luglio-agosto in Suriname, maggio-ottobre in Venezuela, marzo in Nicaragua [Lima et al., 2005]. È stato osservato riprodursi in aprile-giugno nel N della Colombia, in maggio-settembre in Venezuela e Trinidad, in maggio-giugno in Tobago [Fitzpatrick, 2004]. Il periodo riproduttivo è stato documentato da settembre a marzo nello stato di Santa Catarina [Legal, 2007]. attivi nel periodo fine settembre-novembre. È stato trovato un nido nella fase di costruzione all’inizio di ottobre. Sono stati trovati nidi attivi nel periodo ottobre-novembre. Tabella XVII: Confronto fra informazioni di letteratura e apportate da questo studio inerenti i periodi riproduttivi delle specie oggetto di studio. 4.3. Caratteristiche di nidi, uova e covate Questo studio ha permesso di integrare le informazioni finora disponibili anche riguardo le dimensioni e le strutture dei nidi, gli ambienti scelti per la nidificazione, le dimensioni e il colore delle uova, le dimensioni della covata di diverse specie (tabb. XVIII e XIX). In alcuni casi precedentemente non si conosceva nulla a riguardo (ad es. A. mangle), in altri si erano studiati finora pochi nidi (ad es. H. nidipendulus, T. ambiguus), in altri ancora si sono confermate o aggiunte informazioni. - 92 - Discussione - 93 - Specie A. cunicularia A. fimbriata A. mangle C. flaveola C. minuta Informazioni di letteratura Fa il nido nel sottosuolo o in tane scavate dall’animale stesso oppure in tane abbandonate di armadilli e riadattate. Maschio e femmina collaborano allo scavo di larghe gallerie quasi orizzontali servendosi di entrambe le zampe e in misura minore del becco, poi rivestono la camera incubatrice con sterco o paglia secca [Antas & Palo, 2004; Sick, 1997]. Il luogo scelto per la nidificazione è un ramo orizzontale di un albero o arbusto. Questa specie è solita costruire un nuovo nido molto prossimo ad uno già abbandonato in precedenza della stessa specie. La costruzione del nido dura circa una settimana, ma il rivestimento esterno di licheni e il mantenimento continua fino a che il primo uovo non si è schiuso. Parte del materiale per la costruzione del nido può venire strappato da altri nidi (es. da un nido di Camptostoma obsoletum) [Haverschmidt, 1952]. La riproduzione di questa specie è completamente sconosciuta [Taylor, 1996]. Costruisce un nido sferico fatto di graminacee secche e con un'entrata laterale. Può costruire anche nidi meno elaborati in altre epoche dell'anno, che servono come rifugio per la notte [Sigrist, 2006]. Costruisce un nido simile a quello di C. passerina ma più piccolo. In Trinidad spesso è situato su uno strato di penne. Nidifica al suolo o fino a 9m di altezza su alberi o Informazioni da questo studio Il nido è del modello in cavità e con vari tunnel di accesso ed è stato osservato che ci sono alcune entrate usate più di frequente. Il nido è di un modello a cesto basso con, in media, un diametro esterno di 4,2 cm, un diametro interno di 2,9 cm, un’altezza di 4,3 cm e una profondità di 2,4 cm ad un’altezza di 154 cm dal suolo. Si conferma l’abitudine di costruire un nido prossimo ad uno già abbandonato, ma è stata osservata anche la ricostruzione. Sono stati descritti due nidi di un modello a cesto basso con, in media, un diametro di 26 cm, un’altezza di 11 cm e una profondità di 4,3 cm ad un’altezza media di 225 cm dal suolo. L’ambiente scelto per la nidificazione è stato la foresta impenetrabile. Il materiale da costruzione era costituito da fusti di graminacee, rametti e foglie secche. Il nido è di un modello chiuso globulare costruito con steli di graminaceae, cotone, foglie secche, semi di Tillandsia spp. Il nido è di un modello a cesto basso con, in media, un diametro esterno di 8,0 cm, un diametro interno di 5,1 cm, un’altezza di 4,0 cm - 93 - Discussione - 94 - arbusti [Baptista et al., 1997] C. parvulus D. viduata E. flavogaster F. littoralis 2 Non costruisce un nido, ma le uova giacciono direttamente al suolo spesso accanto o sotto fitti arbusti [Cleere, 1999]. Nidifica in distese di graminaceae secche, di solito lontano dall'acqua, al suolo in moitas2 di vegetazione erbacea. [De Andrade, 1992; Sigrist, 2006]. Secondo Antas & Palo (2004) nidifica al suolo ma in mezzo alla vegetazione di campi inondabili. Costruisce nidi molto elaborati a forma di tazza e decorati esternamente con licheni, in modo da renderli mimetizzati su ramificazioni di alberi e arbusti [Sigrist, 2006; Antas & Palo, 2004]. Costruisce un nido a forma di ciotola [Noronha, in Fundevap]. Il nido è una tazza molto rifinita di graminacee o muschio, foderata con penne e decorata con licheni e corteccia, posizionato su una ramificazione di un piccolo ramo [Fitzpatrick, 2004]. Costruisce un nido su una ramificazione orizzontale di un albero/arbusto a forma di cesto e costituito di fibre vegetali [BirdLife International, 2009a; Oliveira, 2007]. Sembra che la costruzione del nido sia operata da entrambi i sessi; questo ha una forma di cesto aperto sostenuto ai bordi da ramificazioni orizzontali di fitti arbusti ad un’altezza fra 1,70 e 2,10 m dal suolo. Misura 80-90 mm di diametro esterno, 50-80 mm di altezza, 60-70 mm di diametro interno, 50-60 mm di profondità; è rivestito di fibre sottili e lunghe fino a 60 cm (Marasmius sp.), esternamente si trovano cortecce di alberi, fibre vegetali, foglie verdi o secche, licheni, piccole radici, frammenti secchi di cacti e e una profondità di 2,2 cm ad un’altezza media di 169 cm dal suolo. Fra il materiale usato per la costruzione sono state osservate anche penne. Il nido è di un modello semplice e nudo e ne è stato trovato uno in ambiente di Restinga. Il nido di un modello semplice e nudo è stato trovato in un’area aperta con vegetazione di graminacee di Restinga e corrisponde alla descrizione di De Andrade (1992) e Sigrist (2006). Costruisce un nido di un modello a cesto basso con, in media, un diametro esterno di 7,9 cm, un diametro interno di 5,6 cm, un’altezza di 5,8 cm e una profondità di 3,9 cm ad un’altezza media di 251 cm dal suolo o dall’acqua. La descrizione del mimetismo del nido corrisponde a quella di Sigrist (2006) e Antas & Palo (2004). L’altezza dal suolo del nido può essere anche inferiore: il nido osservato in questo studio era a 135 cm di altezza. Il materiale da costruzione osservato corrisponde a quello descritto da Soneghet (1991). Moita è un termine in lingua portoghese che indice un gruppo di arbusti ramosi tanto spesso ed intricato da risultare impenetrabile. - 94 - Discussione - 95 - F. nengeta F. rufus H. nidipendulus ragnatele [Soneghet, 1991]. Costruisce un nido fatto di radici, foglie e cotone su arbusti di media grandezza, vicino all'acqua [De Andrade, 1992]. Il nido è una palla confusa di materiale erbaceo e steli di graminacee con entrata laterale [Fitzpatrick, 2004]. Costruisce un nido chiuso costituito da terra umida mista a paglia e sterco, a forma di fornace. I luoghi scelti per la nidificazione sono alberi isolati in pascoli, pali dell'elettricità lungo le strade ma anche aree aperte nelle città. Alla fine della costruzione, che dura circa 2 settimane, la coppia riveste la camera incubatrice con paglia e parti di graminacee per accomodare meglio le uova. Dato che la struttura resiste per anni alle intemperie, come in generale per altri rappresentanti della famiglia, il nido di questa specie può essere occupato da altri uccelli per la nidificazione, fra cui canario-da-terra (Sicalis flaveola) e andorinha (Progne tapera), ma anche da mammiferi, come roditori e cuicas3 o da api selvatiche. Può accadere che costruisca un nido nuovo a lato o sopra il nido dell'anno passato, formando in questo modo piccoli “edifici”. Molothrus bonariensis frequentemente parassita il nido di questa specie. Dopo la riproduzione è possibile anche che la coppia e la prole utilizzino il nido per il riposo notturno [Sigrist, 2006; Antas & Palo, 2004]. Costruisce un nido di aspetto piriforme con entrata laterale, fissato su rami di alberi ad un'altezza di 1,5 m sopra piccoli corsi d'acqua [Sigrist, 2006]. Fitzpatrick (2004) riporta che è stato trovato un nido costruito con Il nido osservato era di un modello chiuso irregolare, costituito da steli di graminacee, cotone, foglie secche, fili di nylon, radici, barbade-velho (Tillandsia sp.) ad un’altezza di 2 m sopra l’acqua. Si confermano le informazioni trovate in letteratura sulla struttura e posizione del nido. Costruisce un nido di un modello chiuso allungato con tubo di entrata con, in media, un diametro inferiore di 8,0 cm, un diametro superiore di 5,7 cm, una larghezza di 7,1 cm, una lunghezza del 3 Cuica è un termine in lingua portoghese che indica un piccolo mammifero marsupiale (di circa 30 cm di lunghezza) con abitudini notturne, che presenta coda lunga, pelo marrone-grigiastro e occhi grandi e sporgenti. - 95 - Discussione - 96 - fusti secchi di graminacee, radici, foglie di Spartina sp. ed altro materiale vegetale molto sottile sospeso ad un ramoscello; misurava 8 cm di diametro massimo, 13 cm in lunghezza con festoni di foglie secche pendenti che misuravano 26 cm; il foro di entrata aveva un diametro di 3 cm ed era coperto da una tettoia lunga 4 cm. H.torquata M. fasciatus N. albicollis P. idaliae - 96 - Simon & Pacheco (2005) descrivono il nido di un modello semplice e nudo, in quanto depone le uova direttamente sul substrato. Il sito di nidificazione è fra la vegetazione su pendii di collina rocciosi o fra piccole acacie [Cleere, 1999]. Costruisce il nido a forma di tazza aperta nel mezzo della vegetazione di sottobosco [Sigrist, 2006]. Il nido è una coppa sostenuta ai margini da una ramificazione orizzontale ad una altezza di 1,2 a 3 m su un arbusto o piccolo albero. E' costruito con erba, steli e radici sottili e spesso con muschio verde sulla parte esterna, il tutto tenuto assieme da ragnatele [Elizondo, 2000]. Il nido è una profonda tazza ben costruita con diametro interno di 4 cm, profondità di 4 cm, costruito di solito di erba, steli fini, radici, con muschio verde sul lato esterno, di solito legato da ragnatele, sospeso in una ramificazione di un piccolo albero o cespuglio a 1-2-3-6 m di altezza dal suolo [Fitzpatrick, 2004]. Simon & Pacheco (2005) descrivono il nido di un modello semplice e nudo, dal momento che le uova giacciono direttamente sul substrato. Il nido è una lunga tazza a forma di cono di materiale vegetale e ragnatele attaccato alla punta della pagina inferiore di una foglia pendente [Schuchmann, 1999] tubo di 5,7 cm, un’altezza totale di 17,4 cm, una lunghezza del filamento pendente alla base di 14,0 cm, un’apertura di entrata di 3,2 X 4,1 cm, una parte avvolgente il ramo di sostegno di 4,5 cm e ad un’altezza dal suolo di 115 cm. Nessuno dei 10 nidi trovati di questa specie era sopra l’acqua. Si è documentato anche il riuso di un nido dopo il fallimento di un episodio riproduttivo. Si confermano le informazioni trovate in letteratura sulla descrizione del nido. I 4 nidi trovati erano in ambiente aperto di restinga. Costruisce un nido di un modello a cesto basso con, in media, un diametro esterno di 6,9 cm, un diametro interno di 4,6 cm, un’altezza di 6,6 cm e una profondità di 4,1 cm ad un’altezza di 107 cm dal suolo. L’ambiente di nidificazione è vario. Il materiale da costruzione è simile a quello descritto da Elizondo (2000). Si confermano le informazioni trovate in letteratura sulla descrizione del nido. È stato trovato un nido di un modello a cesto alto con un diametro esterno di 4 cm, un diametro interno di 2,7 cm, un’altezza di 8,7 cm e una Discussione - 97 - P.sulphuratus S.flaveola T. ambiguus Costruisce un nido sferico che presenta l'entrata laterale nella parte superiore, è sostenuto da una ramificazione di un albero ed è costituito da una varietà di vegetali secchi ad una altezza che può variare fra i 2 e i 15 m [Sigrist, 2006]. Il nido è difeso da conspecifici e predatori, tanto che gli adulti possono attaccare uccelli di maggiori dimensioni come falchi o tucani considerati possibili minacce [Antas & Palo, 2004]. Nidifica in cavità, casse di legno, cavità arboree ed è solito occupare i nidi di Furnarius rufus, costruendo dentro un cesto di graminacee [De Andrade, 1992]. Nidifica in cavità o in nidi abbandonati di F. rufus; costruisce un nido a forma di coppa con graminacee secche [Quiroga et al., 2003]. Costruisce un nido a cesto sostenuto da una biforcazione orizzontale di un ramo di un albero/arbusto (carattere comune a tutti i rappresentanti del genere Thamnophilus) [Zimmer & Isler, 2003]. profondità di 2 cm ad un’altezza di 113 cm dal suolo appeso alla parte terminale della pagina inferiore di una foglia. È stato documentato il riutilizzo del nido con parziale ricostruzione. Sono stati trovati nidi di modello chiuso globulari o irregolari. Uno era ad un’altezza di 84 cm sopra l’acqua, gli altri ad un’altezza conforme a quanto descritto da Sigrist (2006). È stato trovato un nido che presentava due camere incubatrici. L’atteggiamento di difesa del nido descritto da Antas & Palo (2004) è simile a quanto osservato in questo studio. È stato trovato un nido aperto a cesto ricostruito probabilmente a partire da un nido di T. melancholicus. Costruisce un nido di un modello a cesto basso con, in media, un diametro esterno di 8,0 cm, un diametro interno di 6,6 cm, un’altezza di 6,5 cm e una profondità di 4,7 cm ad un’altezza di 164 cm dal suolo. Il materiale da costruzione osservato dipende da quanto è più abbondante nei dintorni e può essere costituito da steli e rachidi di pannocchie di graminacee come Panicum maximum, foglie secche di graminacee e dicotiledoni, materiale setoso prodotto da artropodi, muschio, radici di cacti, rami di Tillandsia usneoides. Il sistema di appoggio è conforme a quanto descritto in Zimmer & Isler (2003). - 97 - Discussione - 98 - T. cinereum La costruzione del nido, che è opera di entrambi i componenti della coppia in modo alternato, può durare dai 28 ai 32 giorni; il nido può essere ad un'altezza media di 2,6 m (± 1,4, n=21) dal suolo e può essere composto da materiale molto diverso in tipologia e grandezza, dipendendo dalla disponibilità nell'ambiente circostante; inoltre la camera incubatrice può essere rivestita da penne di varie specie di uccelli. Alcune coppie, il cui nido aveva subito predazione, iniziarono dopo poco tempo la costruzione di un altro nido [Lima et al., 2005]. T. flaviventris Il nido, costruito da un solo membro della coppia, è un sacco pendulo a forma di pera costruito con radici e fibre vegetali, creando un tubo di entrata che si protrude dal fondo del nido da un lato. Spesso è costruito vicino ad un nido di vespe [Fitzpatrick, 2004]. T. melancholicus Il nido ha una forma di ciotola con le seguenti dimensioni: diametro esterno 13 cm, diametro interno 7 cm, altezza 5 cm e profondità 3 cm. L'altezza dal suolo è riportata essere per un nido di 3,4 m. Il materiale da costruzione comprende piccoli rametti secchi, ma anche fili di nylon e di plastica. Il processo costruttivo è svolto da entrambi i genitori ed ha una durata di circa 9 giorni [Legal, 2007]. Costruisce un nido di un modello chiuso allungato con tubo di entrata con, in media, un diametro inferiore di 7,7 cm, un diametro superiore di 5,3 cm, una larghezza di 7,7 cm, una lunghezza del tubo di 6,3 cm, un’altezza totale di 22,7 cm, una lunghezza del filamento pendente alla base di 12,7 cm, un’apertura di entrata di 3,2 X 4,0 cm e ad un’altezza media dal suolo di 171 cm. Si è osservato che un nido, dopo 15 giorni da un evento di predazione a danno dei pulcini, è stato riutilizzato per ospitare una nuova covata della stessa specie anche se non si è potuto accertare che fosse la stessa coppia riproduttrice. È stato osservato un nido di un modello chiuso allungato con tubo di entrata con un diametro inferiore di 10 cm, un diametro superiore di 6 cm, una larghezza di 8 cm, una lunghezza del tubo di 17 cm, un’altezza totale di 38 cm, una parte avvolgente il ramo di 19 cm e ad un’altezza dal suolo di 153 cm. Costruisce un nido di un modello a cesto basso con, in media, un diametro esterno di 15 cm, un diametro interno di 8,5 cm, un’altezza di 7 cm e una profondità di 5 cm ad un’altezza di 221 cm dall’acqua. Il materiale usato nella costruzione e i dati morfometrici sono simili a quelli raccolti da Legal (2007). Tabella XVIII: Confronto fra informazioni di letteratura e apportate da questo studio inerenti le caratteristiche dei nidi delle specie oggetto di studio. - 98 - Discussione - 99 - Informazioni di letteratura Specie Dimensione Covata Descrizione Uova (forma, dimensioni, colore) Quasi rotonda, a volte ovale: varia molto anche all'interno della covata; rosato appena deposte, poi bianco [Antas & Palo, 2004; Sick, 1997]. 13,3 X 8,5 mm e 13 X 8,4 mm [Haverschmidt, 1952]. Informazioni da questo studio Descrizione Uova Dimensione Covata (dimensioni medie, colore) A. cunicularia 3 uova in media [Antas & Palo, 2004; Sick, 1997]. Non è stato possibile osservare le uova. A. fimbriata 2 [Haverschmidt ,1952]. A. mangle La riproduzione di questa specie è completamente sconosciuta [Taylor, 1996]. C. flaveola Da 1 a 3 [Hayden, 2002]. Bianco crema (a volte rosato) con macchie bruno/salmone che variano in distribuzione [Hayden, 2002]. 2 C. minuta 2 [Baptista et al., 1997; Antas, 1987]. Bianco [Baptista et al., 1997; Antas, 1987]. 2 2 5-6 13,6 mm di lunghezza e 9,1 mm di larghezza; bianco uniforme. 42,1 mm di lunghezza, 30,9 mm di larghezza e 22,1 g di peso; fondo bianco rosato con piccole macchie cioccolato e viola concentrate principalmente al polo maggiore. 16,3 mm di lunghezza, 12,9 mm di larghezza; colore simile a quello descritto da Hayden (2002). 21,4 mm di lunghezza, 16,1 mm di larghezza e 2,8 g di peso; stesso colore descritto da Baptista et al. (1997) e Antas (1987). - 99 - Discussione - 100 - 2 C. parvulus 2 [Cleere, 1999]. Ellittica; bianco crema con macchie marrone chiaro sottolineate da aloni grigi [Cleere, 1999]; bianco [Sick, 1997]. D. viduata Da 8 a 14 [De Andrade, 1992; Sigrist, 2006]. Chiaro [De Andrade, 1992; Sigrist, 2006]. E. flavogaster 2 o 3 [Sigrist, 2006; Antas & Palo, 2004], 2 [Noronha, in Fundevap], da 1 a 3 [Fitzpatrick, 2004]. Colorazione macchiata [Sigrist, 2006; Antas & Palo, 2004]; crema con macchie rosse [Noronha, in Fundevap]. 2 F. littoralis 2 [BirdLife International, 2009; Oliveira, 2007; Soneghet, 1991]. 21,5 mm X 14,0 mm; biancastre maculate di marrone soprattutto al polo maggiore [Soneghet, 1991]. 2 - 100 - 13 25,9 mm di lunghezza, 19,6 mm di larghezza, 5,3 g di peso; fondo giallo crema chiaro con macchie ocra chiaro e grigie diffuse su tutta la superficie. Il colore riscontrato è simile a quello descritto in Cleere (1999), ma diverso da quello descritto da Sick (1997). 49,0 mm di lunghezza, 37,4 mm di larghezza e 37,8 g di peso; bianco uniforme. 20,5 mm di lunghezza e 15,6 mm di larghezza; fondo bianco rosato con macchie rosa antico, rosso bordeaux e marrone di varia grandezza e concentrate dall’equatore verso il polo maggiore. 19,1 mm di lunghezza, 14,3 mm di larghezza, 2,0 g di peso.; fondo bianco rosato con una fascia fitta di macchie puntiformi rosso scuro violaceo disposta fra Discussione - 101 - F. nengeta F. rufus H. nidipendulus Fino a 3 [De Andrade, 1992]. Da 2 a 3 [arkive.org]. 2 [Fitzpatrick, 2004]. Bianco [De Andrade, 1992]. H. torquata 2 [Cleere, 1999]. M. octosetaceus 7 [Lamas & Santos, 2004]. M. fasciatus 2 [Elizondo, 2000], talvolta 1 [Fitzpatrick, 2004]. Ellittica; bianco crema, rosato o marrone chiaro, densamente variegato di grigio o marrone [Cleere, 1999]. Ovale; 61,7 mm [60,2-64,0 n=7] di lunghezza, 42,5 mm [41,3-43,6 n=7] di larghezza e 59,86 g [55-63 n=7] di peso; beige quasi bianco [Lamas, 2002; Lamas & Santos, 2004], crema chiaro [Partridge, 1956]. 18,3 mm di lunghezza e 13,1 mm di larghezza; bianco opaco con macchie rossastre e marroni disposte in fascia intorno al polo maggiore, ma anche sparse su tutta la superficie [Elizondo, 2000]. l’equatore dell’uovo e il polo maggiore. Non è stato possibile osservare le uova. Non è stato possibile osservare le uova. 2 17,9 mm di lunghezza, 13,1 mm di larghezza, 1,5 g di peso; fondo bianco crema/bianco rosato con macchie rosa antico chiaro concentrate verso il polo maggiore. 2 26,4 mm di lunghezza, 20,0 mm di larghezza e 6,0 g di peso; colore simile a quello descritto da Cleere (1999). 7 60,4 mm di lunghezza e 59,8 g di peso; giallo crema chiaro uniforme. 1-2 17,6 mm di lunghezza, 13,2 mm di larghezza; fondo giallo crema con macchie rosso bordeaux o marrone chiaro concentrate al polo maggiore. - 101 - Discussione - 102 - N. albicollis 1 o 2, con differenze fra regioni [Sick, 1997; Antas & Palo, 2004]. P. idaliae 2 [Schuchmann, 1999]. P. sulphuratus Solitamente 4 [De Andrade, 1992], 2 o 3 [Sigrist, 2006]. Allungata; bianco [De Andrade, 1992]. 4 S. flaveola Fino a 4 [De Andrade, 1992], in media 5 [Quiroga et al., 2003]. 19,2 mm di lunghezza e 14,4 mm di larghezza [Quiroga et al., 2003]. 5 Biancastro con macchie grigio 2 T. ambiguus - 102 - Marrone chiaro con piccole macchie rossastre [Sick, 1997; Antas & Palo, 2004]. 1-2 2 29,7 mm di lunghezza, 22,0 mm di larghezza e 7,5 g di peso; rosa antico/aranciato variegato a piccole macchie: un po’ diverso da quello osservato in Antas & Palo (2004). 12,0 mm di lunghezza, 8,4 mm di larghezza, 0,5 g di peso; bianco uniforme. 29,6 mm di lunghezza e 21,1 mm di larghezza; fondo bianco crema con macchie di 1-2 mm di diametro marrone e rosso bordeaux concentrate al polo maggiore. La colorazione osservata è diversa da quella descritta da De Andrade (1992). 18,8 mm di lunghezza, 14,5 mm di larghezza; fondo bianco crema con macchie e punti marroni distribuiti irregolarmente ma più concentrati al polo maggiore. 22,9 mm di lunghezza, Discussione - 103 - scuro, viola-marrone irregolarmente distribuite e più dense al polo maggiore [Zimmer & Isler, 2003]. T. cinereum Di solito 3 [Lima et al., 2005]. T. flaviventris Da 2 a 3 [Fitzpatrick, 2004]. T. melancholicus Di solito 3 [Legal, 2007]. 16,2 mm (± 0,95) di lunghezza, 11,5 mm (± 0,5) di larghezza, 1,08 gr (± 0,15) di peso (n=26); bianco, a volte con alcune macchie marroni diffuse su tutta la superficie [Lima et al., 2005]. 3 3 21,7 mm di lunghezza, 18,0 mm di larghezza; fondo bianco con macchie color vino [Legal, 2007]. 2-3 17,0 mm di larghezza e 3,2 g di peso; colore conforme a quello descritto in Zimmer & Isler (2003). 17,1 mm di lunghezza, 11,8 mm di larghezza; colore simile a quello descritto in Lima et al. (2005). 21,1 mm di lunghezza, 14,0 mm di larghezza; fondo rosa chiaro con macchie rosso bordeaux di 1 mm di diametro concentrate al polo maggiore. 24,3 mm di lunghezza e 17,7 mm di larghezza; colore simile a quello descritto in Legal (2007). Tabella XIX: Confronto fra informazioni di letteratura e apportate da questo studio inerenti le caratteristiche di uova e covate delle specie oggetto di studio. - 103 - Discussione - 104 - 4.4. Considerazioni generali sulla dimensione delle covate Skutch (1985) dopo aver analizzato dati di 217 specie differenti di Passeriformi studiate in Suriname, Trinidad e Costa Rica (aree umide neotropicali) ha osservato che il numero di uova medio per covata è 2, numeri di 1 e 3 sono meno frequenti e numeri maggiori sono rari. Nello studio da me svolto è stato osservato che in 13 specie su 21 documentate vengono deposte 2 uova per covata e per altre 3 specie sono state rilevate covate di 3 uova: nonostante l’appartenenza a famiglie diverse e la morfologia differente dei nidi, il numero più frequente di uova per covata è quindi 2 e ciò supporta la tendenza generale evidenziata da Skutch per un numero maggiore di specie. Studiando la dimensione delle covate di alcune specie di Passeriformi nelle regioni artiche del Nord America (Alaska, Canada), Hussell (1972) ha notato che i numeri più frequenti di uova per covata sono compresi fra 5 e 8. Dopo aver fatto una revisione bibliografica, Ricklefs (1980) ha evidenziato che il numero più comune di uova per covata in specie di Passeriformi ai tropici è 2 o 3, mentre nelle regioni temperate e artiche è compreso tra 4 e 6. Le differenze di dimensione della covata fra due popolazioni potrebbero essere il risultato sia di fattori ambientali (come il clima, le risorse alimentari…) sia di adattamenti evolutivi nella storia naturale delle popolazioni a loro volta dovuti all’ambiente [Winkler & Walters, 1983]. La tendenza all’incremento del numero di uova per covata con l’aumento della latitudine è evidente fra le specie così come entro le specie [Lack, 1947; Ashmole, 1963; Hussell, 1972; Evans et al., 2005; Cody, 1966; Ricklefs, 1980; Lima, 1987; Godfray et al., 1991; Skutch, 1985], ma è - 104 - difficile valutare se ciò sia dovuto principalmente Discussione - 105 - all’adattamento alle condizioni ambientali oppure anche a parametri risultato della lontananza filogenetica fra i taxa (inerzia evolutiva), dal momento che il modello è espresso in relazione ad un ampio intervallo latitudinale in cui vengono comparati differenti gruppi di specie appartenenti a linee evolutive distinte. Ad esempio nelle regioni tropicali prevalgono specie delle famiglie Tyrannidae, Trochilidae, Thamnophilidae, nelle regioni temperate prevalgono specie delle famiglie Fringillidae, Turdidae. Per ovviare a questo problema di analisi, Evans et al. (2005) hanno confrontato popolazioni delle stesse specie di Passeriformi che occupano habitat simili a latitudini simili nell’emisfero nord e sud, rispettivamente nel Regno Unito e in Nuova Zelanda. Nove delle 11 specie oggetto del loro studio depongono in media covate significativamente minori in Nuova Zelanda, dove gli uccelli affrontano una meno marcata stagionalità rispetto al Regno Unito [Evans et al., 2005]. Il primo a ipotizzare una relazione fra la dimensione della covata e il gradiente latitudinale di stabilità climatica fu Lack (1947): la sua ipotesi si basa sull’assunto che la dimensione delle covate osservate rappresenti un optimum e che il maggior fattore limitante sia l’abbondanza di cibo durante il periodo riproduttivo per nutrire la prole. Il legame con la latitudine è spiegato dal momento che, durante l’estate, il maggiore periodo di luce a disposizione degli uccelli a latitudini maggiori permette loro di procurarsi più cibo e nutrire una prole più numerosa in un solo episodio riproduttivo. Ashmole (1963) sostiene che la dimensione della covata aumenta con la latitudine in conseguenza di un aumento della stagionalità delle risorse: il tasso riproduttivo dovrebbe dipendere sia dal livello di risorse disponibili, sia dalla densità della popolazione durante la stagione riproduttiva. Quindi i rigidi - 105 - Discussione - 106 - inverni delle latitudini maggiori sono la causa di un alto tasso di mortalità degli adulti che fa diminuire il numero di individui che riescono a sopravvivere e a riprodursi. Riprendendo l’ipotesi di Ashmole, Ricklefs (1980) dimostra che la dimensione della covata è direttamente in relazione con la stagionalità della produzione primaria piuttosto che con il livello assoluto di produzione. Sempre in riferimento alla stagionalità, anche Skutch (1985) ipotizza che una causa responsabile di tale situazione possa essere il basso tasso di mortalità annuale, dovuto ad un clima più stabile alle basse latitudini che non costringe gli uccelli ad affrontare una stagione di scarsità di cibo e stress estremi ad es. dovuti alle rigide temperature invernali delle zone temperate. A questo proposito si faccia riferimento alla fig. 25 in cui si mostra come le temperature registrate nell’area del NEIG siano relativamente costanti durante l’anno, essendo le medie mensili comprese fra 21,1° C e 26,9° C. Jetz et al. (2008), dopo aver analizzato la variazione globale nella dimensione della covata in 5290 specie di uccelli, hanno integrato fattori intrinseci (come la massa corporea, il tipo di nido, la dieta), fattori estrinseci (come la latitudine, la stagionalità, le risorse) e fattori filogenetici in un unico modello per prevedere la dimensione della covata. Applicando tale modello hanno osservato che le covate sono più numerose in nidi in cavità, rispetto a nidi aperti, ma anche in specie che occupano ambienti con un’alta stagionalità. Pur essendo molto complessa la realtà del fenomeno, Cody (1966) individua una tendenza generale secondo la quale nelle regioni temperate la selezione naturale opera per massimizzare il tasso riproduttivo (strategia r) quindi qualsiasi variazione fenotipica che mette nelle condizioni di lasciare più discendenti - 106 - Discussione - 107 - sarà selezionata, invece in quelle tropicali, con un ambiente più stabile dal punto di vista climatico e con risorse alimentari che subiscono meno variazioni durante l’anno, la tendenza è mantenere la densità della popolazione alla capacità portante dell’habitat (strategia K) quindi ogni individuo avrà bisogno di spendere meno energie per la riproduzione in quanto, se il tasso riproduttivo della comunità fosse più elevato, le risorse non basterebbero per tutti. Ancora Winkler & Walters (1983) per sottolineare la realtà complessa del fenomeno evidenziano che lo sforzo riproduttivo degli uccelli è composto da tre componenti: di accoppiamento, gametico e parentale. Il primo consiste dell’energia spesa per procurarsi e mantenere un compagno; il secondo di quella spesa per la produzione dei gameti; il terzo di quella spesa per l’incubazione delle uova, la protezione e il nutrimento dei giovani fino a quando, e a volte anche oltre, abbandonano il nido. Quindi la dimensione della covata è solo un indicatore parziale dello sforzo riproduttivo. 4.5. Relazioni intraspecifiche in Mergus octosetaceus durante la stagione riproduttiva Le osservazioni di difesa del territorio fra coppie confinanti sono un’ulteriore prova a favore della spiccata territorialità di questa specie. Fino ad ora sono state descritte poche dispute territoriali fra conspecifici e si suppone che dispute fra coppie insediate in territori adiacenti siano rare [Silveira & Bartmann, 2001]. Le osservazioni fatte finora di tali rari eventi sono state tutte indotte utilizzando la tecnica del play-back e dimostrano come entrambi i membri della coppia difendono il territorio sia nella fase riproduttiva sia non riproduttiva [Bartmann, 1988; Silveira & Bartmann, 2001; Lamas, 2002; Lamas, 2006]. In - 107 - Discussione - 108 - questo studio è stato possibile documentare le reazioni degli individui coinvolti in condizioni completamente naturali ossia spontanee, non indotte dai ricercatori. Non si è mai assistito allo scontro fisico, al contrario di quanto descritto da Silveira & Bartmann (2001), i quali sostengono che la lotta potrebbe essere avvenuta perché il play-back ha attirato due coppie nello stesso punto, evento raro in condizioni normali. Dal momento che si è osservata una coppia in più rispetto al 2001 nello stesso territorio e che l’ampiezza dell’home range di ogni coppia è in relazione alla disponibilità di siti di nidificazione e di alimentazione [Silveira & Bartmann, 2001], si prevede che le dispute aumenteranno di frequenza. 4.6. Relazioni interspecifiche fra uccelli in fase riproduttiva ed altri animali Per quanto concerne la relazione interspecifica di predazione che coinvolge la specie M. octosetaceus fino ad ora sono state fatte solo ipotesi sulla base di osservazioni di possibili predatori trovati nei territori della specie dell’Anatide e della conoscenza della dieta dei predatori. Queste ipotesi riguardano uccelli rapaci (Spizastur melanoleucus, Spizaetus ornatus, Parabuteo unicinctus, Geranoaetus melanoleucus, Buteo sp., Acciper sp.), cani domestici, mammiferi carnivori (Cerdocyon thous, Chrysocyon brachyurus, Lontra longicaudis, Eira barbara, Galictis cuja, Nasua nasua, Procyon cancrivorus, Leopardus tigrinus, L. wiedii), altri mammiferi (Didelphis albiventris, Tamandua tetradactyla) e rettili (Tupinambis merianae, Crotalus durissus, Boa constrictor, Spilotes pullatus) come possibili predatori o di adulti o di giovani o di uova [Partridge, 1956; Bruno & Carvalho, in prep.; Bruno, 2004; Bartmann, 1988]. In questo studio per la prima volta è stato osservato un tentativo di predazione effettuato da Buteo albicaudatus ai danni di un adulto - 108 - Discussione - 109 - della specie oggetto di studio. Nel Piano di Azione per la Conservazione di M. octosetaceus sono descritte le minacce per la sopravvivenza di questa specie. Fra queste la predazione è considerata avere un’importanza media/sconosciuta [Hughes et al., 2006], quindi questo lavoro apporta un contributo in questo ambito. Inoltre viene sottolineato che l’impatto della predazione non è significativo in popolazioni abbastanza numerose da autosostenersi ma, nel caso della specie in questione, a causa del basso numero di individui esistenti, la predazione può essere considerata come una causa di declino [Hughes et al., 2006]. Riguardo la relazione interspecifica di competizione che coinvolge la specie M. octosetaceus, fino ad ora sono state fatte ipotesi su possibili competitori in base alla dieta di questi e al loro areale. Questi sono stati riconosciuti nelle specie di uccelli Anhinga anhinga, Phalacrocorax brasilianus, P. olivaceus, Podilymbus podiceps, Podiceps dominicus, Pitangus sulphuratus e nei rappresentanti di Ardeidae e Anatidae [Bruno & Carvalho, in prep.; Sick, 1997; Bruno, 2004; Silveira & Bartmann, 2001]. In questo studio si è documentata una relazione di competizione per aree di alimentazione con P. brasilianus che conferma le ipotesi precedentemente fatte. Nel Piano di Azione per la Conservazione di M. octosetaceus la competizione è considerata avere un’importanza bassa/sconosciuta [Hughes et al., 2006], quindi questo lavoro dà un contributo per aumentare le conoscenze. Anche la competizione viene annoverata fra i fattori che possono ridurre il successo riproduttivo di questa specie minacciata di estinzione [Hughes et al., 2006]. Si conosce la relazione di commensalismo fra rappresentanti della famiglia Alcedinidae ed altri vertebrati [Woodall, 2001]. In particolare è stata osservata anche per M. octosetaceus [Bruno & Carvalho, in prep.]. Le osservazioni - 109 - Discussione - 110 - raccolte in questo studio supportano l’effettiva esistenza di questa relazione. Per quanto concerne la relazione di predazione di M. octosetaceus a danno dei piccoli pesci del genere Astyanax, le osservazioni raccolte confermano il fatto che pesci di tale genere siano i principali costituenti della dieta di M. octosetaceus [Bartmann, 1988; Silveira & Bartmann, 2001; Bruno et al., in press. a]. Durante questa indagine è stata documentata per la prima volta la predazione del serpente Philodryas olfersii a danno di nidi di Thamnophilus ambiguus. Sigrist (2006) sostiene che i nidi di questa specie in genere subiscono un alto tasso di predazione da parte di serpenti arboricoli Colubridae: per questo motivo ipotizza che la specie abbia sviluppato un adattamento evolutivo che permette di re-iniziare con una nuova deposizione una volta che la prima sia andata persa. Gli eventi osservati quindi si possono inserire in questo contesto. La specie P. olfersii è semiarboricola e con una dieta generalista che prevede vertebrati fra cui uccelli; in particolare è stato documentato che questi serpenti predano più uccelli nelle stagioni di primavera/estate [Hartmann & Marques, 2005]. I tre episodi di predazione documentati in questa sede sono avvenuti fra la fine di ottobre e la prima metà di novembre, invece nel periodo dell’inverno non ne sono stati osservati: è un’ulteriore prova a sostegno delle affermazioni di Hartmann & Marques (2005). Riguardo a predazioni di nidi di Formicivora littoralis, fino ad ora è stato documentato solo un caso ad opera di Pseustes sulphureus (Colubridae) [Oliveira, 2007]. In questo studio è stato osservato un caso che coinvolge un altro rappresentante della famiglia Colubridae, Philodryas patagoniensis. La reazione dei genitori delle uova nel caso di questo studio, e dei nidiacei - 110 - Discussione - 111 - nel caso di Oliveira (2007), è risultata essere la stessa. La specie P. patagoniensis è descritta come essenzialmente terrestre e con una dieta generalista che comprende vari vertebrati fra cui uccelli. La presenza di uccelli nella dieta indica che questo serpente occasionalmente assume costumi arboricoli [Hartmann & Marques, 2005]. I dati raccolti in questo studio sono a supporto di queste descrizioni. 4.7. Esito generale degli eventi riproduttivi Nell’area del NEIG è stato possibile calcolare la percentuale di successo del campione di nidi studiato (32,4 %). La revisione di Skutch (1985) sulla percentuale di successo nei nidi attesta che nelle regioni tropicali umide e quindi con un clima molto stabile ci sia un successo che può andare dal 24,0 % al 37,4 %: il risultato qui ottenuto rientra in questo intervallo. Nelle zone temperate o caratterizzate da un clima più variabile ed estremo, invece, sono stati calcolati valori di successo pari al 49,3 % (Skutch, 1985) e 55,4 % (Ricklefs, 1969), notevolmente maggiori. In generale i nidi in cavità presentano un successo più elevato [Skutch, 1985]. Ci sono diversi fattori che determinano il successo dei nidi, come ad esempio l’ambiente scelto per la nidificazione, ma a volte le analisi svolte restituiscono risultati discordanti: secondo Skutch (1985), nelle zone temperate come nelle zone umide tropicali i nidi costruiti in aree coltivate, giardini e altri tipi di spazi aperti hanno più successo di quelli nelle aree forestali, ma Oniki (1979) ottenne un risultato contrastante osservando che, in località equatoriali, nidi nelle foreste avevano lo stesso successo, se non addirittura maggiore, rispetto ai nidi nelle aree aperte. Oniki (1979) ipotizza che il basso successo riscontrato in località come Trinidad, Barro Colorado Island nel mezzo del canale di Panama, la valle di El General in Costa Rica e - 111 - Discussione - 112 - Sarawak nella parte nord-occidentale del Borneo sia da imputare al fatto che sono isole o contengono tratti isolati di foresta circondati da aree coltivate e pascolate. In tali situazioni i grandi predatori di secondo livello, che normalmente potrebbero controllare le popolazioni dei piccoli predatori di nidi, tendono ad essere rari o assenti. L’area del NEIG potrebbe essere considerata come “un’isola” in quanto per la maggior parte dei suoi confini è circondata dalle acque della laguna di Araruama e dalla rodovia Amaral Peixoto (RJ- 106), ampia strada asfaltata a veloce scorrimento (fig. 6) e inoltre non si hanno osservazioni in tale area di predatori di secondo livello che potrebbero regolare in modo naturale le popolazioni dei predatori di nidi. Riguardo le cause di insuccesso, in questa ricerca è stato stimato che il 74,0 % dei fallimenti dei nidi e l’81,1 % delle morti dei singoli individui (uova o nidiacei) è dovuto alla predazione: ciò conferma i risultati di Ricklefs (1969) e Skutch (1985) secondo i quali la predazione è la causa principale delle perdite di nidi considerando un’ampia diversità di specie, di habitat e di localizzazioni geografiche, ammontando ad una media dell’80 % delle perdite totali. Skutch (1985) e Sick (1997), avendo raccolto numerose osservazioni, ipotizzano che i serpenti distruggano più nidi nelle regioni neotropicali rispetto a tutti gli altri predatori messi insieme, attaccando sia durante il dì sia durante la notte, e ciò potrebbe essere facilitato dalla morfologia del loro corpo lungo, sottile e sinuoso in grado di infilarsi nella maggior parte dei nidi. I quattro eventi di predazione documentati in questo studio ad opera di serpenti sono compatibili con questa ipotesi. Lima (1987) propone un modello di dimensione della covata in specie di uccelli nidicoli secondo il quale il rischio di predazione sia dei genitori sia dei nidiacei è uno dei costi della - 112 - Discussione - 113 - riproduzione che concorre a determinare una covata ottimale, né troppo numerosa per non attrarre l’attenzione dei predatori, né troppo scarsa se la densità dei predatori non è elevata. Nelle zone temperate ci sarebbero meno predatori perché decimati dalle attività umane, rispetto alle zone tropicali, quindi ci si aspetta di osservare covate più abbondanti a latitudini maggiori [Lima, 1987]. Martin (1995) ha dimostrato che la dimensione della covata varia inversamente rispetto al rischio di predazione al nido. Winkler & Walters (1983) ipotizzano che la pressione predatoria possa indirettamente essere gli uno dei adattamenti fattori evolutivi che influenzano responsabili della dimensione della covata. L’alta incidenza di predazione nelle aree tropicali è un altro fattore addotto anche da Skutch (1985) per spiegare la dimensione ridotta delle covate: risulterebbe vantaggioso investire una moderata quantità di energie su un evento riproduttivo, perché, nel caso fallisse, rimarrebbero abbastanza risorse per fare un altro tentativo. In questo studio sono stati documentati nuovi tentativi di riproduzione in seguito ad un fallimento in due specie (Hemitriccus nidipendulus e Todirostrum cinereum). Inoltre il rischio di attrarre certi tipi di predatori al nido in seguito alle visite dei genitori nella fase di alimentazione dei nidiacei è ridotto, se è basso il numero di pulcini: altro fattore che spiegherebbe le dimensioni ridotte delle covate ai tropici [Skutch, 1985]. - 113 - Discussione - 114 - 4.8. Aspetti di cure parentali in Thamnophilus ambiguus Delle cure parentali di questa specie endemica di Mata Atlantica non si trovano informazioni in letteratura [Zimmer & Isler, 2003]. Riguardo all’alimentazione si hanno pochi dati: si nutre di insetti e altri artropodi, inclusi falene e larve di lepidotteri, blatte, coleotteri e formiche [Zimmer & Isler, 2003]. Questo studio ha permesso di approfondire la composizione della dieta dei nidiacei, che è risultata essere simile a quella degli adulti. Le cure parentali (in particolare alimentazione dei nidiacei e mantenimento della pulizia nel nido) sono effettuate da entrambi i sessi, ma non nella stessa misura, infatti il maschio dimostra un impegno maggiore. Nella fig. 40 l’andamento del grafico relativo alle imbeccate suggerisce una diminuzione di frequenza verso la fine del periodo di controllo (nel 9° giorno di vita), probabilmente dovuto al fatto che, avvicinandosi il momento dell’involo, i nidiacei devono venire abituati gradualmente a non essere troppo dipendenti dalle cure parentali. - 114 - Considerazioni gestionali conclusive - 115 - 5. CONSIDERAZIONI GESTIONALI CONCLUSIVE 5.1. Avifauna nel Nucleo Experimental de Iguaba Grande L’ambiente di Restinga, caratteristico del bioma Mata Atlantica è risultato essere importante per l’attività riproduttiva dell’avifauna, in quanto una percentuale significativa di nidi è stata rilevata in quest’area, quindi si dovrebbero intensificare le misure di tutela di tale ambiente per salvaguardare le specie che ci vivono e si riproducono, come ad esempio Formicivora littoralis criticamente minacciata di estinzione [BirdLife International, 2009a]. Attualmente gli ecosistemi di Mata Atlantica della costa brasiliana sono stati ridotti al 7,9 % (102.012 Km2 dei 1.306.000 Km2 di estensione originale) [Fundação SOS Mata Atlantica e INPE, 2009]. Riguardo all’ecosistema di restinga la vegetazione è costantemente minacciata dalla speculazione edilizia e industriale [Araujo 2000; Araujo & Lacerda 1987], in quanto circondata o molto prossima a città con un'ampia estensione dove il turismo è la maggiore attività economica: l'espansione urbana è pertanto il fattore di minaccia più pressante per le ultime aree superstiti. In particolare Rocha et al. (2007) hanno studiato la realtà delle parti rimanenti di tale ecosistema nello stato di Rio de Janeiro ed hanno stilato una lista di cause di degradazione fra cui le più importanti sono: − rimozione della vegetazione per lo sviluppo immobiliare − introduzione e diffusione di specie vegetali esotiche − alterazione del substrato edafico originale − raccolta selettiva di specie vegetali di interesse economico. Risultati di questa estrema riduzione rispetto all'estensione - 115 - Considerazioni gestionali conclusive - 116 - originaria sono la frammentazione degli ambienti e nello stesso tempo, siccome le aree protette sono distribuite in modo sparso, la difficoltà dello spostamento necessario per lo scambio genetico di alcune specie. Quindi come misure di tutela si propongono maggiori controlli per prevenire incendi dolosi e raccolta di specie vegetali, interventi di riforestazione utilizzando specie native, che sono stati già iniziati in passato dall’equipe di Savio F. Bruno. Inoltre, a fine dicembre 2009 sono state istituite le prime Guardie Ambientali di Iguaba Grande dopo aver seguito un corso di formazione coordinato dallo stesso Savio F. Bruno dell’Universidade Federal Fluminense, che potrebbero avere una funzione nel controllo costante dell’area. Riguardo l’alto tasso di predazione osservato nel NEIG, per ridurre la condizione di “insularità” e fare in modo di mantenere controllate le popolazioni dei predatori di nidi, si potrebbe pensare alla realizzazione di corridoi ecologici di collegamento con altre aree adiacenti che hanno mantenuto un certo grado di naturalità come il Pântano da Capivara e la Serra de Sapiatiba (fig. 45) entrambi territori già inclusi nell’APA di Sapiatiba [Mansur et al., 2007], per permettere anche il passaggio dei super-predatori. - 116 - Considerazioni gestionali conclusive - 117 - SERRA de SAPIATIBA PANTANO NEIG Figura 45: Mappa indicativa delle aree vicine al NEIG proposte per la realizzazione di corridoi ecologici (elaborazione da Google Earth). Alcuni interventi suggeriti per la creazione di corridoi ecologici sono la riforestazione con vegetazione pluristratificata composta da specie native delle sponde dei corsi d’acqua che sfociano in laguna, ma anche dei confini delle varie fazendas. 5.2. Mergus octosetaceus nel Parque Nacional da Serra da Canastra Per quanto riguarda l’ambiente di Cerrado, in questo studio si sono ottenute nuove informazioni riguardo la biologia riproduttiva di M. octosetaceus, che si può considerare come una specie bandiera di tale ambiente, come suggerito da Bruno (2004). Si dovrebbero prevedere delle rigide misure di tutela della specie come preservare l’ambiente naturale dall’inquinamento domestico e dovuto all’aumento dell’uso di agrotossici associati all’espansione agricola soprattutto nelle aree adiacenti al PARNA, - 117 - Considerazioni gestionali conclusive - 118 - contenere la pressione antropica dovuta ad esempio al turismo crescente in luoghi di balneazione come la Casca d’Anta oppure alla pratica di sport come il rafting. È importante anche continuare il monitoraggio delle popolazioni in natura, studiare eventuali installazioni di cassette nido da cui poi iniziare dei programmi di reintroduzione in ambienti idonei, come hanno proposto Silveira & Bartmann (2001). - 118 - Bibliografia - 119 - 6. BIBLIOGRAFIA Aguiar A.C. et al. (2008) Um lugar chamado CanastraInstituto Prò- Carnìvoros- Atibaia. Alves M.A.S., Ritter P.D., Vecchi M.B., Storni A. & Bernardes A. (1999) Feeding rates of rufous-capped motmot Baryphtengus ruficapillus nestlings in Atlantic forest of Ilha Grande, RJ, Brazil- Ararajuba 7(1): 31-34. Alves M.A.S., Rocha C.F.D., Van Sluys M. & Vecchi M.B. (2002) Nest, eggs and effort partitioning in incubation and rearing by a pair of the Black-cheecked gnateater, Conopophaga melanops (Passeriformes, Conopophagidae), in an Atlantic Rainforest area of Rio de Janeiro, BrazilArarajuba 10(1): 67-71. Antas P.T.Z. 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Athene Cunicularia CODICE NIDO: Ac1 1) SPECIE....Athene cunicularia (Molina, 1782)...curujaburaqueira...................... 2) FAMIGLIA..Strigiformes: Strigidae………………………….. 3) MODELLO …....in cavità............................. 4) VARIANTE........con vari tunnel di accesso e ricurvi......................... 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 09,2'' WO 42° 11' 56,2''………………….. 6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno.................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//.......... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)........mediante uno dei 5 tunnel, ma uno è l'entrata principale dove sono soliti rimanere la maggior parte del tempo............................................... 9) MATERIALE USATO.......substrato è principalmente sabbia mista a conchiglie, ma anche terreno con radici di graminacee; pezzi di carta di giornale (probabilmente servono nella cavità interna)........................ 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)…..?...... 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * altro:......lunghezza area occupata =13 m; larghezza area =6,40m... - 128 - Appendice - 129 - 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......nel sottosuolo...................... 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................. b. O SEMPLICE RIUSO?.......per tutto il periodo è stato notato l'uso del nido come tana e nessun comportamento riproduttivo, ma in data 30/9/09 per la prima volta fu visto un pulcino................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE....spazio aperto ricoperto di vegetazione erbacea vicino alla spiaggia, sede di un incendio poco tempo fa................................ 16) a. STATO DEL NIDO......tana/rifugio fino a settembre, il 30/9/09 è certo che è attivo con pulcini........................................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: pulcini (numero)......1 (con certezza, forse 2)........................... stato piumaggio...piumino che ricopre il corpo intero......... colore.....il corpo è giallo crema, mentre la testa è scura e l'iride è giallo............................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....tutto il periodo ma attivo con certezza il 30/9/09 (primavera)....................................... 18) PERIODO DI CONTROLLO:....tutto il periodo di permanenza sul campo......................................................................................... 19) SUCCESSO:...Sì....................................................................... 20) INFORMAZIONI ULTERIORI... di solito, all'avvicinarsi di qualcuno, un genitore vola via lontano forse per distrarre un eventuale predatore; il 26 e 27/9/09 ci fu una festa proprio nell'area e un'auto passò con le ruote sopra l'entrata principale, ma il nido rimase attivo nei giorni successivi; il 27/11/09 fu osservato di nuovo il pulcino cresciuto che si affacciava dall'entrata principale e poi fuggì dentro rapidamente; il 4/12/09 fu visto un piccolo uguale ai genitori in aspetto fuori dal nido................................................................................ - 129 - Appendice - 130 - Amazilia fimbriata CODICE NIDO: Af3 1) SPECIE....Amazilia fimbriata (Gmelin, 1788)...beija-flor-degarganta-verde...................... 2) FAMIGLIA.....Apodiformes: Trochilidae............................ 3) MODELLO …..a cesto........... 4) VARIANTE......alto.............. 5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 09,5'' WO 42° 11' 30,1''…………… 6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione orizzontale terminale di un ramo..………....................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae)................. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta………….. 9) MATERIALE USATO......cotone di painera, licheni, ragnatele……………. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato compatto: il cotone riveste l'interno, mentre i licheni sono attaccati nella parte esterna, il nido è fissato al ramo con ragnatele che lo avvolgono............................................................. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................4,11 cm X 3,78 cm........................ * diametro interno..............3,06 cm X 3,00 cm............................... * altezza totale...............................4,92 cm.................................. * profondità camera incubatrice..........2,45 cm................................ 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........183 cm dal suolo................ 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?...Ricostruzione parziale: infatti sembra che il nuovo nido sia stato costruito sopra un nido della stessa specie già utilizzato (lo si nota dal colore diverso del materiale più scuro nella parte vecchia).......................................................... b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ - 130 - Appendice - 131 - 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo........................... 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......restinga arbustiva aperta ……………………………………… 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....21-10-2009 (primavera)................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........alla fine della costruzione..................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)....1 (22/10/09) 2(25/10/09)............................. lunghezza...13,3 mm (1) e 13,0 mm (2)......................... larghezza.....9,1 mm (1) e 9,0 mm (2)........................... colore.....bianco rosato uniforme................................... c. GENITORI: • femmina............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 21/10/09 al 6/11/09................... 19) SUCCESSO:....No, probabilmente a causa della predazione di entrambe le uova in episodi diversi.................................................. 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: rinvenuto alla fine della ricostruzione vuoto e dopo 2 giorni fu deposto il primo uovo; l'1/11/09 un uovo sparisce e ne rimane uno: l'incubazione sembra continuare; il 6/11/09 l'unico uovo sparisce, probabilmente predato.................................... Aramides mangle CODICE NIDO: Am2 1) SPECIE...Aramides mangle (Spix, 1825).. saracura-do-mangue 2) FAMIGLIA..Gruifor mes: Rallidae........... 3) MODELLO …..a cesto..................... 4) VARIANTE....basso 5) POSIZIONE (GPS)………S 22° 51' 09,8'' WO 42° 11' 39,6''................................................................ - 131 - Appendice - 132 - 6) TIPO DI APPOGGIO.....alla base................................................. 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).....intrico di rami e di rampicanti...................................................................... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).....diretta………… 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, rametti e foglie secchi…………................................................................................. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato fitto ma con i margini non ben definiti............... 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................27 cm X 22 cm............................. * altezza totale...............................9 cm....................................... * profondità camera incubatrice..........4 cm..................................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........195 cm dal suolo................ 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......foresta con vegetazione impenetrabile…………………… 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......27-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero).....6.............................................................. lunghezza...41,9 mm(1), 41,9 mm(2), 41,4 mm(3), 41,1 mm(4), 40,9 mm(5), 40,1 mm (6)................................. larghezza.... 30,7 mm(1),29,5 mm(2), 30,2 mm(3), 30,3 mm(4), 30,1 mm(5); 29,6 mm (6)................................. peso...21,0 gr(1), 20,0 gr(2), 20,5 gr(3), 21,0 gr(4), 19,5 gr(5); 19,5 gr (6)........................................................ colore.... bianco rosato con piccole macchie cioccolato e viola concentrate pricipalmente al polo maggiore…………….. pulcini (numero)...3 (16/11/09)............................................. peso...15,0 g (1); 15,0 g (2); 14,5 g (3)........................ stato piumaggio...coperti completamente di piumino……… colore...completamente nero, ma alcuni fili di piumino sono grigi, il dente dell'uovo è bianco, le zampe sono bruno scuro................................................................ - 132 - Appendice - 133 - c. GENITORI: • entrambi... (dedotto dalle differenze riscontrate dall'analisi delle foto di adulti in cova)............................................................ 18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 27/10/2009 al 16/11/2009………… 19) SUCCESSO:..Sì, in data 16/11/09 lasciano il nido 3 pulcini anche se rimangono 3 uova..................................................................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento un adulto stava covando; nei giorni successivi alla scoperta del nido, l'adulto in cova sembrava avere una distanza di fuga sempre minore; il 16/11/09 nacquero 3 pulcini e rimasero 3 uova: i pulcini sono autonomi fin dal 1° giorno di vita tanto che riescono a saltare dal nido e seguire un genitore nel sottobosco……….......................................... Coereba flaveola CODICE NIDO: Cf1 1) SPECIE....Coereba flaveola (Linnaeus, 1758)....Cambacica……........... 2) FAMIGLIA.Passeriformes: Coerebidae........................... 3) MODELLO …..chiuso........... 4) VARIANTE......globulare…… 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 02,9'' WO 42° 11' 31,2''..... 6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione terminale di un ramo................................................. 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)..Espinho-deSantana (Machaerium sp.- fam. Fabaceae)…………………………….…………… 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......mediante apertura circolare........................................................................ 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, cotone, foglie secche, semi di Tillandsia spp.................................................................. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato e avvolto su sé stesso; il cotone è nella parte posteriore del nido, mentre le parti di graminacee sono sistemate in - 133 - Appendice - 134 - modo da circondare l'entrata......................................................... 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................13 cm X 9 cm............................... * altezza totale...............................10 cm..................................... * altro:...................apertura 3 cm X 3 cm...................................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........260 cm dal suolo............... 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................ b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......foresta chiusa …………………………………….................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......19-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........al termine della costruzione.................. b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)....2 (il 23/10/09)............................................ lunghezza...16,0 mm (1) e 16,6 mm (2)......................... larghezza.....13,1 mm (1) e 12,7 mm (2)........................ colore....rosa chiaro con macchie rosa antico irregolari e diffuse su tutta la superficie........................................... 18) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 19/10/09 al 26/10/09................ 19) SUCCESSO:......No, probabilmente a causa di predazione…………….. 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: il nido è stato ritrovato vuoto e il 23/10/09 sono state rinvenute 2 uova all'interno; il 24/10/09 è stato visto un adulto in cova con l'uso di una videocamera; il 26/10/09 le uova sono sparite e per terra sotto il nido vengono trovati due pezzi di gusci: è possibile che si sia verificato un episodio di predazione........... - 134 - Appendice - 135 - Columbina minuta CODICE NIDO: Cm7 1) SPECIE..Columbina minuta (Linnaeus 1766)...rolinha-de-asacanela...................... 2) FAMIGLIA.Columbi formes: Columbidae… 3) MODELLO …a cesto......................... 4) VARIANTE....basso.. 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 15,4'' WO 42° 11' 45,7'' ………………… 6) TIPO DI APPOGGIO.....appoggiato alla base su ramo orizzontale……. 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…………………….. aroeira… (Schinus therebinthifolius- fam. Anacardiaceae).................... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta........... 9) MATERIALE USATO........rametti sottili, radici, materiale vegetale secco, foglie e steli di graminacee, penne copritrici del petto............... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)......intrecciato molto lasso, tanto che si vede attraverso.………….. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....7,68 cm X 8,22 cm ....................................... * diametro interno.......5,37 cm X 5,74 cm ..................................... * altezza totale...........3,52 cm...................................................... * profondità camera incubatrice........2,23 cm ................................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua).........140 cm dal suolo.............. 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?........totale................... b. O SEMPLICE RIUSO?.................No.............................................. 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?..................singolo.................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE........restinga arbustiva aperta.................................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)........11-11-2009 - 135 - Appendice - 136 - ..(primavera)................................................................................ 17) a. STATO DEL NIDO........attivo con uova.................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)......1 (11/11/09) 2(12/11/09)........................... lunghezza...20,9 mm (1) e 21,9 mm (2)......................... larghezza....16,0 mm (1) e 15,6 mm (2)......................... peso......3,0 g (1) e 3,0 g (2)........................................ colore.....bianco rosato uniforme ……………....................... pulcini (numero)...2 (il 24/11/09)........................................... stato piumaggio..completamente coperti di piumino…. colore....piumino è alla base grigio scuro e alla sommità beige, becco, contorno occhi e zampe grigio marrone, iride nero........................................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 11/11/09 al 4/12/09.................... 19) SUCCESSO:...Sì, i pulcini sono riusciti ad abbandonare il nido………. 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento entrambi gli adulti erano sul luogo del nido: il maschio era prossimo e volò per primo, mentre la femmina doveva aver appena finito di deporre il primo uovo e poi volò via seguendo il maschio; il 12/11/09 (il giorno seguente) venne deposto il 2° uovo; il 24/11/09 fu scoperta la nascita di entrambi i pulcini…………………………………………………………………. Caprimulgus parvulus CODICE NIDO: Cap1 1) SPECIE....Caprimulgus parvulus Gould, 1837....bacurau-chintã......... 2) FAMIGLIA....Caprimulgi formes: Caprimulgidae……….. 3) MODELLO …....semplice….. 4) VARIANTE........nudo........ 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 16,3'' WO 42° 11' 43,8''.. 6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno................................................... - 136 - Appendice - 137 - 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//…………. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).....diretta………… 9) MATERIALE USATO.......substrato è terriccio sistemato in modo da formare una lieve conca................................................................. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)……….nessuna…………………………………………………………………………………. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro dell’area.......circa 5,70 cm X 7,70 cm.............................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......a livello del suolo................. 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................ b. O SEMPLICE RIUSO?.......//......................................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo.............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE....luogo aperto vicino a dei cacti, sotto arbusti di aroeira e ribeira- restinga arbustiva aperta.................................................. 16) a. STATO DEL NIDO......con uova attivo...................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)......2............................................................. lunghezza.....26,5 mm(1)- 25,2 mm(2).......................... larghezza......19,8 mm(1)- 19,4 mm(2)......................... peso...........5,5 g (1)- 5,0 g (2).................................... colore......giallo crema chiaro con macchie diffuse ocra chiaro e grigie............................................................. pulcini (numero).....2 (20/11/09)........................................... peso..............8,0 g (1) e 4,5 g (2)................................ stato piumaggio...coperti di piumino, occhi aperti……………. colore....piumino variegato marrone, becco bruno scuro, zampe scure............................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....16/11/09 (primavera).................................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 16/11/09 al 21/11/09................... 19) SUCCESSO:...Sì, i pulcini dopo un giorno sono già in grado di muoversi autonomamente seguendo i genitori………………………………………. - 137 - Appendice - 138 - 20) INFORMAZIONI ULTERIORI....al momento del ritrovamento un adulto stava covando ed effettuò un display di distrazione (aprì il becco, alzò le ali e si allontanò dal nido strisciando le ali al suolo), poi tornò al nido; il 20/11/09 nacquero entrambi i pulcini con dimensioni molto diverse: alla nascita sono già in grado di vocalizzare; la madre iniziò a spostare la sede del nido da quella originale forse cercando un po' di ombra per le ore più calde della giornata, i pulcini la seguivano……….............................................................................. Coryphospingus pileatus CODICE NIDO: Cp1 1) SPECIE.Coryphospin gus pileatus (Wied, 1821)..tico-tico-rei-cinza 2) FAMIGLIA...Passerifor mes: Emberizidae…………… 3) MODELLO ….a cesto……. 4) VARIANTE......basso...... 5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 11,0'' WO 42° 11' 49,6''……………….………………………………………………………………………………………… 6) TIPO DI APPOGGIO...alla base su intrico di ramificazioni di piante rampicanti secche.......................................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…..arbusto……. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta……………. 9) MATERIALE USATO..steli di graminacee, cotone, foglie secche…………. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato fitto ………………………………………………………………………. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................7,0 cm X 8,6 cm............................ * diametro interno..............5,3 cm X 4,5 cm................................... * altezza totale...............................5,8 cm.................................... * profondità camera incubatrice..........5,1 cm.................................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........58 cm dal suolo................. - 138 - Appendice - 139 - 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......foresta chiusa..................................................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........9-9-2009 (inverno)...................................................................................... 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con pulcini................................. b. EVENTUALI OCCUPANTI: pulcini (numero).........2........................................................ stato piumaggio…. penne quasi complete………………………….. colore......grigio scuro, becco con parte bianco crema, iride nero.................................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:..9-9-2009 (il giorno stesso abbandonarono il nido)……….…………………………………………………………………… 19) SUCCESSO:..........Sì................................................................ 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: entrambi i genitori stavano alimentando i pulcini con larve di insetto; dopo l'abbandono del nido si trovarono feci fresche sul fondo di questo………………………………………………. - 139 - Appendice - 140 - Dendrocygna viduata CODICE NIDO: Dv1 1) SPECIE....Dendrocygna viduata (Linnaeus, 1766)....irerê………….............. 2) FAMIGLIA...Anseriformes: Anatidae……………………………….. 3) MODELLO …..semplice........ 4) VARIANTE......nudo............ 5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 14,8'' WO 42° 11' 47,2''….. 6) TIPO DI APPOGGIO...nessuno.............. 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).....//............ 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......fra l'erba alta circa 40 cm ci sono due aperture............................................... 9) MATERIALE USATO......substrato di terra e ghiaia e poche graminacee................................................................................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......il substrato è accomodato in modo da formare una conca...................... 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro conca.....................25 cm X 22 cm................................. * altezza totale.........40 (45) cm (erba che circonda il nido)................ * profondità conca.........................4,5 cm...................................... * altro:................apertura fra l'erba 18 X 9 cm................................ 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)............al suolo......................... 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......area aperta di restinga………………........................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........5-11-2009 - 140 - Appendice - 141 - (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)...1 (5/11/09) 2 (6/11/09 mattina) 3 (6/11/09 notte)................................................................................. lunghezza..49,4 mm (1); 50,0 mm (2); 49,3 mm (3); 48,2 mm (4); 48,7 mm (5); 48,5 mm (6); 48,5 mm (7); 51,4 mm (8); 48,5 mm (9); 49,2 mm (10); 49,1 mm (11); 47,7 mm (12); 48,7 mm (13)................................ larghezza...36,9 mm (1); 37,6 mm (2); 37,6 mm (3); 37,1 mm (4); 37,8 mm (5); 36,8 mm (6); 38,1 mm (7); 36,4 mm (8); 37,3 mm (9); 38,3 mm (10); 37,8 mm (11); 37,3 mm (12); 36,6 mm (13)................................ peso... 37,0 g (1); 37,5 g (2); 38,5 g (3); 37,0 g (4); 38,0 g (5); 37,5 g (6); 39,0 g (7); 38,5 g (8); 37,0 g (9); 39,5 g (10); 39,0 g (11); 36,5 g (12); 36,5g(13) colore...bianco uniforme............................…................. c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:.dal 5/11/09 al 20/11/09..................... 19) SUCCESSO:...No, tutte le uova eccetto l'ultima che troviamo dislocata sono state predate.......................................................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: il 6/11/09 sulle h20 la femmina stava nel nido deponendo il 3° uovo e al nostro arrivo volò via seguita dal maschio che stava a pochi metri di distanza; dal giorno 13/11/09 dopo la deposizione del 9° uovo, un adulto iniziò l'incubazione pur continuando la deposizione delle uova; il 18/11/09 terminò la deposizione (13 uova); il 20/11/09 il nido era vuoto e fu trovato un uovo intero a 3 m e dei gusci rotti poco prima: è possibile sia stata opera di un primate (in grado di afferrare le uova)…........................... - 141 - Appendice - 142 - Elaenia flavogaster CODICE NIDO: Ef1 1) SPECIE....Elaenia flavogaster (Thunberg, 1822)...guaracava-debarriga-amarela............ 2) FAMIGLIA.....Passeri formes: Tyrannidae....... 3) MODELLO …..cesto….. 4) VARIANTE...basso……. 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 50' 59,6'' WO 42° 11' 04,0''..............………………………………………………………………………………….. 6) TIPO DI APPOGGIO.....alla base su ramificazione orizzontale…………… 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae).................. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta........... 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, radici, licheni................ 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato fitto e il tessuto avvolge il ramo su cui si trova il nido; il rivestimento interno è di graminacee, mentre quello esterno è di licheni che favoriscono il mimetismo………………………………………………….. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................7,30 cm ….................................... * diametro interno.............. 5,61 cm …........................................... * altezza totale...............................6,00 cm.................................. * profondità camera incubatrice..........3,83 cm................................ 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........180 cm dall'acqua.............. 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?....singolo................................ 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT - 142 - Appendice - 143 - CIRCOSTANTE.......restinga arbustiva margine della laguna, area aperta; il nido è posto su un ramo sopra l’acqua................................ 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....17-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO........termine della costruzione....................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)....1 (21/10/09) 2(22/10/09)............................. lunghezza......19,6 mm (1) e 21,0 mm (2)...................... larghezza........16,1 mm (1) e 16,4 mm (2)..................... colore..... bianco rosato di fondo con macchie rosa antico, rosso bordeaux e marrone di varia grandezza e concentrate dalla metà verso il polo maggiore.................. pulcini (numero)..1 (in data 6/11/09)...................................... stato piumaggio..piumino non uniforme………………..………….. colore....bianco crema, la cute è bruno scuro, occhi sono coperti di pelle............................................................ c. GENITORI: • un adulto............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 17/10/09 al 25/11/09................... 19) SUCCESSO:...Sì, di un solo uovo su 2 deposti.............................. 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento, un adulto era vicino al nido e ci andò dentro, ma questo era vuoto, poi lo stesso adulto rimase nei pressi del nido; nel giorno della deposizione del primo uovo si notarono delle penne nel nido ed anche in quello della deposizione del secondo; dopo la schiusa del primo uovo, il secondo rimase intatto per molti giorni............................................. - 143 - Appendice - 144 - Formicivora littoralis CODICE NIDO: Fl2 1) SPECIE..Formici vora littoralis Gonzaga & Pacheco, 1990.... formigueiro-dolitoral..................... 2) FAMIGLIA.Passe riormes: Thamnophilidae……… 3) MODELLO ….a cesto..................... 4) VARIANTE...basso...................................................................... 5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 10,5'' WO 42° 11' 32,0'' …………………… 6) TIPO DI APPOGGIO...su intrico di ramificazioni di piante rampicanti.................................................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)….arbusto……… 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)..diretta…………….. 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, radici........................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato fitto e parte del materiale avvolge i due rami di sostegno…………............................................................................. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * altro:..non è stato possibile effettuare le misurazioni....................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........135 cm dal suolo................ 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......restinga arbustiva impenetrabile (moita)................ 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........4-12-2009 - 144 - Appendice - 145 - (primavera)................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova.................................. b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)...2................................................................ lunghezza..18,9 mm (1) e 19,3 mm (2).......................... larghezza...14,2 mm (1) e 14,4 mm (2).......................... peso......2,0 g (7/12/09)............................................... colore...uno è bianco opaco di fondo e l'altro è rosa chiaro, entrambi hanno piccole macchie puntiformi rosso scuro violaceo che formano una fascia fra il centro dell'uovo e il polo maggiore............................................................. pulcini (numero)...1 (7/12/09)............................................... peso.....1,5 g ............................................................. stato piumaggio...pelle completamente glabra ................ colore.....pelle rosa e becco giallo................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 4/12/2009 al 11/12/2009………….. 19) SUCCESSO:...No, a causa di predazione...................................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: la scoperta alle 11h50 del 4/12/09 avvenne perché fummo attirati dalle vocalizzazioni dei genitori rivolte ad un serpente Philodryas patagoniensis (Colubridae) che si trovava a poche decine di cm dal nido, poi questo si allontanò e i genitori facevano mobbing vocalizzando e aprendo e chiudendo le ali, nel nido erano presenti 2 uova intatte, poi la femmina tornò nel nido; il 7/12/09 nacque un pulcino e rimase un uovo (il pulcino alla nascita non emette vocalizzazioni); l’ 8/12/09 il pulcino fu predato e rimase l’uovo intero che continuò ad essere incubato da entrambi i genitori…………………………. (foto: maschio in incubazione) - 145 - Appendice - 146 - Fluvicola nengeta CODICE NIDO: Fn1 1) SPECIE....Fluvicola nengeta (Linnaeus, 1766)……….lavadeiramascarada………………………… 2) FAMIGLIA..Passeriformes: Tyrannidae………………………….. 3) MODELLO …..chiuso........ 4) VARIANTE...irregolare……. 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 50' 59,7'' WO 42° 11' 03,8''.. 6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione terminale…………............... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae)................ 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......mediante un foro di apertura............................................................................ 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, cotone, foglie secche, fili di nylon, radici, barba de velho (Tillandsia sp.).................................. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato lasso, i contorni non sono ben definiti................ 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * altro:....impossibile arrivare al nido data la sua posizione................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)...circa 200 cm dall'acqua............ 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......margine di restinga aperta………………………………………. 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........17-10-2009 (primavera).................................................................................. - 146 - Appendice - 147 - 17) a. STATO DEL NIDO......attivo ma non è possibile sapere in che stadio......................................................................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)......?............................................................. pulcini (numero)......?........................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 17/10/2009 al 9/11/2009............. 19) SUCCESSO:....ignoto................................................................ 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: entrambi i genitori furono osservati molto prossimi al nido; il 9/11/09 il nido era ancora attivo ................. Furnarius rufus CODICE NIDO: Fr1 1) SPECIE....Furnarius rufus (Gmelin, 1788).....joão-de-barro………………….. 2) FAMIGLIA....Passeriformes: Furnariidae.................................... 3) MODELLO …..chiuso.................... 4) VARIANTE......a fornace.............. 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 08,1'' WO 42° 11' 48,0''.................. 6) TIPO DI APPOGGIO.....alla base, appoggiato su parte orizzontale di palo dell'elettricità........................................................................ 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//…………. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......mediante foro di entrata.............................................................................. 9) MATERIALE USATO...fango impastato con acqua (umido) e paglia…. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati) ..lavorato con il becco in modo da fare una costruzione solida…………….. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): - 147 - Appendice - 148 - * impossibile arrivare al nido per le misurazioni................................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........10 m dal suolo circa............ 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?.....totale………………………… b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......luogo aperto, sotto vegetazione di graminacee e maracanã, dall'altra parte della strada c'è un piccolo lago................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........4-10-2009 (primavera)................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione..................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero).....?.............................................................. pulcini (numero)......?........................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 4/10/2009................................. 19) SUCCESSO:.......ignoto............................................................ 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: entrambi i genitori erano impegnati nella costruzione del nido; la materia prima era prelevata dalle sponde del lago che sta al di là della strada poco lontano............................... - 148 - Appendice - 149 - Hemitriccus nidipendulus CODICE NIDO: Hn7BIS 1) SPECIE....Hemitriccus nidipendulus (Wied, 1831)..tachuri-campainha…. 2) FAMIGLIA..Passeriformes: Tyrannidae........................ 3) MODELLO …..chiuso……… 4) VARIANTE......allungato con tubo di entrata............. 5) POSIZIONE (GPS).....S 22° 51' 02,7'' WO 42° 12' 06,2''............................... 6) TIPO DI APPOGGIO.....pendente su un ramo........................... 7) Se pendente, PRIMARIO O SECONDARIO?...........primario.............. (Zyskowski & Prum, 1999) 8) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…albero………… 9) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......indiretta mediante tubo............................................................................... 10) MATERIALE USATO......steli, rachidi di pannocchie e foglie di graminacee, foglie secche, cotone di painera, seta bianca di insetto/ragno................................................................................ 11) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato fitto soprattutto nella parte della camera incubatrice globulare; nella parte bassa pendono dei filamenti, all'interno è accumulato uno strato di cotone sul fondo del nido, ma anche ai lati e sporge dall'entrata ................................................... 12) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * dimensioni .... 8 cm (spessore inferiore)- 5 cm (spessore superiore)7 cm (larghezza) – 6 cm (tubo di accesso)........................................ * altezza totale........17 cm (+ 9 cm dei filamenti che pendono dalla base del nido)............................................................................... * altro:....il nido è fissato al ramo con una parte intrecciata che - 149 - Appendice - 150 - avvolge il ramo per 5 cm- apertura del tubo 4 cm X 3 cm.................... 13) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........161 cm dal suolo................ 14) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?...........//...................... b. O SEMPLICE RIUSO?........in data 26/10/09 dopo un episodio di riproduzione fallito, scoperta del riutilizzo del nido da parte di individui della stessa specie (impossibile sapere se dalla stessa coppia), infatti in esso erano presenti 2 uova.......................................................... 15) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 16) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......margine di foresta impenetrabile, subito dietro ad una barriera di cacti alti 5 m……………….………………………………………………….. 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........26-10-2009 (primavera).................................................................................. 18) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)..........2 …...................................................... lunghezza......18,1 mm (1) e 18,5 mm (2)...................... larghezza.....13,4 mm (1) e 13,7 mm (2)........................ colore......bianco crema con piccole macchie rosa antico più concentrate al polo maggiore.................................... 19) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 26/10/09 al 31/10/09................ 20) SUCCESSO:.....No, probabilmente oggetto di predazione .............. 21)ULTERIORI INFORMAZIONI:..è il primo registro di riutilizzo di un nido di H.nidipendulus nell'area; la predazione forse fu opera di un micro-mammifero in quanto il nido presentava segni di manipolazione: fu sventrata una parete del nido (foto in alto) probabilmente per arrivare al contenuto; al momento del controllo dopo l'accaduto era presente ancora un uovo e dentro la temperatura era sensibilmente alta, ciò forse perché era in corso l’incubazione……………………………………… - 150 - Appendice - 151 - Hydropsalis torquata CODICE NIDO: Ht1 1) SPECIE…Hydropsa lis torquata (Gmelin, 1789).......bacurautesoura..................... 2) FAMIGLIA.Capri mulgiformes: Caprimulgidae............ 3) MODELLO …....semplice.............. 4) VARIANTE....nudo…. 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 15,6'' WO 42° 11' 45,3'' ………………. 6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno..................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//........... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta............ 9) MATERIALE USATO.......substrato è sabbia grossolana, piccole conchiglie sistemato in modo da formare una lieve conca…………………….. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)..//………. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI: * diametri dell’area.......circa 12 cm X 9,5 cm................................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......a livello del suolo................. 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................ b. O SEMPLICE RIUSO?.......//......................................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo.............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE....luogo aperto di restinga vicino a dei cacti secchi, sotto un arbusto di circa 2 m di altezza..................................................... 16) a. STATO DEL NIDO......con uova attivo...................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)......2...(dal 16/8 al 31/8 giorno di schiusa)......... - 151 - Appendice - 152 - lunghezza.....25,6 mm(1)- 27,3 mm(2).......................... larghezza......19,3 mm(1)- 19,9 mm(2)......................... colore......rosa antico-rosa chiaro variegato a macchioline................................................................ pulcini (numero)....31/8/09 nascono (1/9 presente 1 pulcino e 3/9 sparisce anche questo)................................................... lunghezza totale.....4,80 cm...(larghezza 4,40 cm)…………. lunghezza becco-testa .......2,36 cm....(larghezza testa 1,80 cm).................................................................... stato piumaggio...piumino che ricopre tutto il corpo……….. colore..................bianco crema/beige........................... c. GENITORI: • femmina............................................................................. 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....16/8/09 (inverno)……… 18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 16/8/09 al 3/9/09...................... 19) SUCCESSO:.........No, probabilmente per predazione.................... 20) INFORMAZIONI ULTERIORI....nel periodo di incubazione delle uova, il sito del nido non fu modificato, ma dopo la schiusa la madre spostò più volte al giorno i/il pulcini/o a distanza di qualche metro dal sito originale probabilmente per migliorare il mimetismo e per la protezione dal sole cocente............................................................ Mergus octosetaceus 1) SPECIE....Mergus octosetaceus (Vieillot, 1817)…..patomergulhão............. 2) FAMIGLIA..Anseri formes: Anatidae.... 3) MODELLO …...in cavità................... 4) VARIANTE..senza tunnel di accesso… 5) POSIZIONE …..parte bassa del parco (PARNA) a 880m di altezza, a 2 m dalla sponda del rio São Francisco………………………………………………….. 6) TIPO DI APPOGGIO......nessuno................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO .... Jacareúba..(Calophyllum brasiliense Cambess -fam. Clusiaceae)………..………………....................... - 152 - Appendice - 153 - 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO ...tramite un foro nel tronco dell'albero..................................................................................... 9) MATERIALE USATO........all'interno vecchi strati di piume prelevate dal corpo della madre e di gusci di uova rotti......(foto in alto: Savio Bruno)......................................................................................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)......semplice accumulo………………………………………………………………….. 11) DIMENSIONE DELL' APERTURA: * lunghezza............64,5 cm poi prosegue in una fessura................... * ampiezza................9,8 cm......................................................... * dimensione camera incubatrice...............31 cm X 25 cm................. * profondità camera incubatrice.............52 cm................................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......1,5 m dal suolo e 4 m dal livello dell'acqua……………………………………………………………………………………….. 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?.....//…………………….......... b. O SEMPLICE RIUSO?.....riuso pluriennale ..................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.........singolo........................... 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......sponda di un tratto del rio São Francisco che ha profondità di 1,5 m e ampiezza di 12 m; il letto del fiume presenta massi affioranti; foresta a galleria; sulla sponda opposta deposito di sabbia; piccole rapide a 100 m a monte e a 50 m a valle; a 40 m a monte un pozzo di acque trasparenti …............................................. 16) a. STATO DEL NIDO........con uova abbandonato.......................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: • uova (numero)............7....................................................... − lunghezza..59,9 mm(1), 61,2 mm(2), 61,1 mm(3), 62,1 mm(4), 59,8 mm(5), 58,3 mm(6).................................. − peso…63 g(1), 62 g(2), 61 g(3), 62 g(4), 57 g(5), 54 g(6) − colore...........bianco crema........................................... 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......10/07/09, ma documentata attività dal 3/06/09 (inverno)....................................... 18) PERIODO DI CONTROLLO:.....constatazione dell'abbandono........... 19) SUCCESSO:................No......................................................... 20) INFORMAZIONI ULTERIORI.............al momento del ritrovamento le uova risultavano coperte da polvere umida di legno marcio misto a - 153 - Appendice - 154 - terra ed erano incassate nel fondo del nido che si presentava molle e imputridito.................................................................................... N.B. Parte delle informazioni per la redazione di questa scheda sono state tratte da Bruno et al. (in press. a) e sono frutto della collaborazione con Flavia Ribeiro dell’Istituto Terra Brasilis. Myiophobus fasciatus CODICE NIDO: Mf1 1) SPECIE..Myiophobus fasciatus (Statius Muller, 1776).......filipe…………….. 2) FAMIGLIA..Passeri formes: Tyrannidae.......... 3) MODELLO ..a cesto…….. 4) VARIANTE......alto........ 5) POSIZIONE (GPS).......S 22° 51' 09,4'' WO 42° 11' 51,0''…………… 6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione terminale………………............................ 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)……albero……... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta…………… 9) MATERIALE USATO......foglie di graminacee, foglie secche, rachidi di pannocchie di graminacee, ragnatele…………………………………................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato molto fitto: i rachidi rivestono l'interno, mentre le foglie di graminacee sono intrecciate più lasse e pendono da sotto….. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................6,60 cm X 8,01 cm......................... * diametro interno..............4,06 cm X 4,82 cm................................ * altezza totale...............................8,13 cm................................... * profondità camera incubatrice..........4,55 cm................................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........100 cm dal suolo................ - 154 - Appendice - 155 - 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//............................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................ 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......foresta chiusa, abbondano le graminacee Panicum maximum (specie esotica)............................................................ 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......4-10-2009 (primavera)................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con pulcini................................ b. EVENTUALI OCCUPANTI: pulcini (numero).........2....................................................... lunghezza totale......4,20 cm (1) e 4,38 cm (2)............... lunghezza ali....1,96 cm (1) e 2,40 cm (2)...................... lunghezza coda......//................................................... lunghezza becco.....0,83 cm (1) e 0,91 cm (2)................. larghezza testa.....1,21 cm (1) e 1,18 cm (2).................. lunghezza tarso....0,92 cm /0,89 cm (1) e 0,97 cm/0,91 cm (2)....................................................................... stato piumaggio....si distinguono zone apterili e pterili; le penne delle ali sono presenti ma avvolte da astuccio; la testa è ricoperta da piumino; gli occhi sono chiusi............ colore...grigio, becco color carne con parte giallastra……….. c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 4/10/09 al 9/10/09....................... 19) SUCCESSO:...No, a causa di predazione dei pulcini....................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: ….gli/l'adulto/i alimentano i pulcini con insetti (fotografate formiche nel becco di un genitore- foto in alto); la predazione causò il dislocamento del nido dal supporto (probabilmente non fu opera di un serpente)…………………………………………………………………… - 155 - Appendice - 156 - Nyctidromus albicollis CODICE NIDO: Na3 1) SPECIE……Nyctidro mus albicollis (Gmelin, 1789)......bacurau…....... 2) FAMIGLIA..Caprimul giformes: Caprimulgidae.............. 3) MODELLO.semplice….. 4) VARIANTE....nudo...... 5) POSIZIONE (GPS).... S 22° 51' 05,5'' WO 42° 11' 19,7''……………………….………………………………………………………………………….. 6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno..................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//........... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta............ 9) MATERIALE USATO.......substrato è lo strato di humus del suolo (foglie secche cadute, rametti)........................................................ 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)…..//……. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro dell’area.....9 cm X 8 cm................................................ 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......a livello del suolo................. 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................ b. O SEMPLICE RIUSO?.......//........................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo.............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE....restinga arbustiva aperta con ribeira, Conocarpus erectus........................................................................................ 16) a. STATO DEL NIDO......con uova attivo...................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)......2........................................................... - 156 - Appendice - 157 - lunghezza.....29,5 mm (1) e 29,7 mm (2)....................... larghezza......21,5 mm (1) e 22,3 mm (2)...................... peso.....7,5 g (7/12/09)............................................... colore......rosa antico-rosa/arancio variegato a macchioline................................................................ pulcini (numero)...1 (7/12/09) 2 (8/12/09)............................. peso.....8,0 g (1)......................................................... stato piumaggio... piumino uniforme.............................. colore...piumino marroncino chiaro, becco scuro come le zampe, occhi aperti…….................................................. c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....28/11/09 (primavera)... 18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 28/11/09 al 11/12/09.................. 19) SUCCESSO:...Sì...................................................................... 20) INFORMAZIONI ULTERIORI......al momento della scoperta del nido il maschio (distinguibile per le fasce bianche sulle ali e sulla coda visibili durante il volo) era impegnato nella cova; il 7/12/09 nacque un pulcino e rimase ancora un uovo; l’ 8/12/09 nacque anche il secondo pulcino visibilmente più piccolo del primo; negli ultimi giorni di controllo del nido i pulcini si muovevano autonomamente seguendo un genitore e la posizione del nido cambiava in continuazione.................. Phaethornis idaliae NUMERO NIDO (CODICE): Pi1 1) SPECIE...Phaethor nis idaliae (Bourcier & Mulsant, 1856)...rabobranco-mirim.....(foto: Luiz Freire)…………………. 2) FAMIGLIA….Apodi formes: Trochilidae…….. 3) MODELLO …a cesto… 4) VARIANTE....alto...... 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 04,7'' WO 42° 12' 01,8''....................................... 6) TIPO DI APPOGGIO...di lato su pagina inferiore di foglia pendente… - 157 - Appendice - 158 - 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…arbusto……… 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta…………… 9) MATERIALE USATO........cotone di painera, ragnatele, parti di graminacee, muschio..................................................................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)......intrecciato fitto con cotone di rivestimento interno e fissato alla pagina inferiore della foglia con ragnatele…….............................. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.... 4,9 cm X 3 cm............................................. * diametro interno...... 2,5 cm X 2,9 cm ......................................... * altezza totale....... 8,7 cm........................................................... * profondità camera incubatrice..... 2 cm......................................... * altro:...sporge dal margine inferiore della foglia di 2,6 cm................ 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua).........113 cm dal suolo............... 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?........parziale................ b. O SEMPLICE RIUSO?.......riuso di un nido vecchio.......................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?..................singolo.................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE........foresta chiusa sul pendio di una collina................. 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....6-12-2009.. (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO........attivo con uova.................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)...2 (6/12/09)................................................. lunghezza...11,9 mm (1) e 12,0 mm (2)........................ larghezza.... 8,4 mm (1) e 8,4 mm (2)........................... peso....0,5 g (1) e 0,5 g (2).......................................... colore.....bianco uniforme ………….................................... pulcini (numero)…. 1 (10/12/09)………………………………………………….. c. GENITORI: • femmina.............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 6/12/2009 al 24/12/2009............. - 158 - Appendice - 159 - 19) SUCCESSO:.....Sì..................................................................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento la femmina stava covando con il becco rivolto alla parete della foglia; si schiuse solamente un uovo…………………………….................................... Pitangus sulphuratus CODICE NIDO: Ps3 1) SPECIE..Pitangus sulphuratus (Linnaeus, 1766) .....bem-te-vi…………… 2) FAMIGLIA.Passeri formes: Tyrannidae…. 3) MODELLO.chiuso…. 4) VARIANTE……. Globulare…………………. 5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 05,9'' WO 42° 11' 18,3''……………………….. 6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione basale… 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae) …………………. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......tramite foro di apertura................................................................................... 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, filamenti di rampicanti, stoloni, radici, foglie secche, semi Tillandsia spp., parti di Tillandsia usneoides.................................................................................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato compatto nel centro ma man mano che si va verso l'esterno sempre più lasso……………………………………………………………. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): - 159 - Appendice - 160 - * * * * diametro esterno.....30 cm X 26 cm.............................................. altezza totale.........23 cm............................................................ profondità camera incubatrice....17 cm.......................................... altro:.....apertura camera 11cm X 9 cm......................................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........84 cm dall'acqua della laguna......................................................................................... 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................ b. O SEMPLICE RIUSO?................//............................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?....... singolo........................... 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......restinga aperta, ultimo albero sulla spiaggia con rami sopra l'acqua......................................................................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).......17-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione..................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)...1 (19/10/09) 2 (21/10/09) 3 (22/10/09) 4 (24/10/09)…………………………………………………………………………………….. lunghezza.29,6 mm(1) e 30,0 mm(2) e 30,3 mm(3) e 28,5 mm (4)………………………………………………………………………… larghezza.21,1 mm(1) e 20,7 mm(2) e 21,5 mm(3) e 21,2 mm(4)………………………………………………………………………………….. colore....bianco crema con macchie di 1-2 mm di diametro circa color marrone, vino, rosso bordeaux concentrate al polo maggiore………………………………………………………………………. pulcini (numero)……….4 (in data 11/11/09).............................. stato piumaggio...piumino non uniforme……………………....... colore.....piumino grigio chiaro, becco giallo, ventre con pelle trasparente......................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:. Dal 17/10/09 al 4/12/09..................... 19) SUCCESSO:......Sì.................................................................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: ….al momento del ritrovamento entrambi i componenti della coppia (indistinguibili perché non c'è dimorfismo sessuale) erano impegnati a cercare materiale da collocare all'interno del nido e portarono paglia e cotone (painera); vocalizzano sempre molto forte anche quando sono in prossimità del nido; il 19/10/09 vediamo un adulto uscire dal nido e subito dopo troviamo un - 160 - Appendice - 161 - uovo ancora bagnato che doveva essere stato appena deposto; ogni volta che ci si avvicinava al nido per controllarlo un adulto vocalizzava di allarme e volava nervosamente sopra; l’11/11/09 scoprimmo la nascita dei 4 pulcini, ma doveva essere almeno il 2° giorno: al momento del controllo i genitori praticavano il mobbing contro il ricercatore; il 29/11/09 fu notato che un pulcino aveva due larve incistate fra il becco e l'occhio destro, ma non sembravano aver pregiudicato il suo sviluppo: il genere del parassita dovrebbe essere Philornis sp…………………………………...................................................... Sicalis flaveola CODICE NIDO: Sf1 1) SPECIE....Sicalis flaveola (Linnaeus, 1766)....canario-daterra-verdadeiro…………………….. 2) FAMIGLIA...Passeriformes: Emberizidae……………………………. 3) MODELLO ….a cesto............ 4) VARIANTE......alto.............. 5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 50' 59,5'' WO 42° 11' 06,3'' ………… 6) TIPO DI APPOGGIO...alla base su ramificazione terminale............... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae)................. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta………….. 9) MATERIALE USATO..steli di graminacee, radici, rametti secchi…………. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato compatto, rametti secchi sotto, paglia nella parte alta e dentro................................................................................. 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................10,0 cm....................................... * diametro interno..............8,9 cm................................................. * altezza totale.....................10,3 cm............................................ * profondità camera incubatrice..........6,1 cm................................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........250 cm dall'acqua.............. - 161 - Appendice - 162 - 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?...probabilmente riuso di un nido di un altro uccello (sembra T. melancholicus)................................................... 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......ambiente alterato di restinga al margine della laguna......................................................................................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......30-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)..3 (30/10/09) 4 (31/10/09) 5 (1/11/09)............ lunghezza..18,9 mm (1); 17,9 mm (2); 19,5 mm (3)………. larghezza...15,0 mm (1); 14,3 mm (2); 14,1 mm (3)……… colore....bianco crema con macchie e punti marroni con distribuzione irregolare ma più concentrata al polo maggiore- le uova presentano grande variazione…………….. c. GENITORI: • femmina.............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 30/10/09 al 6/11/09..................... 19) SUCCESSO:..........No, a causa di predazione............................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: fu vista una femmina a 50 cm dal nido e poi fu vista nel nido in cova; il 6/11/09 le 5 uova sparirono probabilmente predate da P. sulphuratus: di mattina furono visti due individui adulti vicino al nido che potrebbero essere stati i genitori dei pulcini nel nido Ps5 prossimo a questo……………………………………………………. - 162 - Appendice - 163 - Thamnophilus ambiguus CODICE NIDO: Ta5 1) SPECIE....Thamnophilus ambiguus Swainson, 1825…….choquinha-desooretama…………………………… 2) FAMIGLIA...Passeriformes: Thamnophilidae…………………… 3) MODELLO …..a cesto........ 4) VARIANTE......basso......... 5) POSIZIONE (GPS).....S 22° 51' 13,3'' WO 42° 11' 47,6''................. 6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione orizzontale (utilizza una ramificazione a “V”)....................................................................... 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......arbustoDAP (diametro dell'albero ad altezza del petto) è di 1,00 cm.............. 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)..diretta……………. 9) MATERIALE USATO......paglia, foglie secche di graminacee, seta/tela di ragno bianca e spessa................................................................. 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato alcuni fili di paglia assicurano il nido ai due rami di supporto …............................................................................... 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno............7,43 cm X 7,20 cm.................................. * diametro interno...............5,10 cm X 6,32 cm............................... * altezza totale................6,30 cm.................................................. * profondità camera incubatrice.............4,92 cm ............................. 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........167 cm dal suolo................ 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................. b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......margine di foresta chiusa con alberi alti circa 5-8 m - 163 - Appendice - 164 - e cacti, alla base di un pendio di una collina composto di rocce e terra............................................................................................ 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).......22-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione..................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero).....1(30/10/09)..1b (1/11/09).......................... lunghezza...22,5 mm (1) e 22,4 mm (1b)....................... larghezza....17,2 mm (1) e 17,6 mm (1b)...................... colore.....bianco crema con macchie irregolari color rosso bordeaux concentrate al polo maggiore……………………………. pulcini (numero)..1 (nato il 17/11/09).................................... peso...4,5 g................................................................ stato piumaggio...pelle completamente glabra……………...... colore...pelle rosa trasparente e becco giallo, occhi coperti di pelle....................................................................... c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 18) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 22/10/09 al 19/11/09................ 19) SUCCESSO:..No, a causa di predazione con molta probabilità ad opera di Philodryas olfersii.............................................................. 20) ULTERIORI INFORMAZIONI:....al momento del ritrovamento il nido era vuoto e in costruzione; per vedere se era attivo è stata effettuata la “prova della foglia” due volte con esito positivo; il primo uovo deposto venne predato il giorno dopo e il giorno seguente venne deposto il secondo; il 17/11/09 dopo 16 giorni di incubazione nacque un pulcino; il 19/11/09 il pulcino venne predato con buona probabilità da P. olfersii (Colubridae)………………………………………………………………………… - 164 - Appendice - 165 - Todirostrum cinereum CODICE NIDO: Tc1 BIS 1) SPECIE....Todirostrum cinereum (Linnaeus, 1766) ...ferreirinho-relogio............... 2) FAMIGLIA..Passeriformes: Tyrannidae………………………………. 3) MODELLO …..chiuso............ 4) VARIANTE......allungato con tubo di entrata...................... 5) POSIZIONE (GPS)... S 22° 51' 11,0'' WO 42° 11' 51,8''…………. 6) TIPO DI APPOGGIO.....pendente su un ramo.................................... 7) Se pendente, PRIMARIO O SECONDARIO?...........primario.............. (Zyskowski & Prum, 1999) 8) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).....giovane albero di Espinho-de-Santana (Machaerium sp.- fam. Fabaceae) con DAP di 1,03 cm............................................................................ 9) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......indiretta mediante tubo............................................................................. 10) MATERIALE USATO......steli e foglie di graminacee, ragnatele, foglie secche, cotone di painera..................................................... 11) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato compatto e nella parte bassa pende un filamento complesso lungo, all'interno è accumulato uno spesso strato di cotone sul fondo del nido che riveste anche la parte bassa dell'entrata............ 12) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * dimensioni.....8 cm (spessore inferiore)- 6 cm (spessore superiore)7 cm (larghezza) – 5 cm (tubo di accesso)……………………………………………. * altezza totale...............................13 cm (+ 13 cm del filamento che pende dalla base del nido)........................................................ * altro:....il nido è fissato al ramo con una parte intrecciata che avvolge il ramo per 6 cm- apertura del tubo 4 cm X 2,5 cm................. - 165 - Appendice - 166 - 13) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........183 cm dal suolo............... 14) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................ b. O SEMPLICE RIUSO?...... é stato riutilizzato dalla stessa specie ma non si sa se dalla stessa coppia: infatti dopo un episodio di predazione di 3 pulcini, in data 22/10/09 c’è la scoperta di un nuovo evento riproduttivo con la deposizione del primo uovo.................................. 15) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................ 16) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......foresta chiusa con rampicanti, in basso c'è un'area libera di circa 5 m2........................................................................ 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....22-10-2009 (primavera).................................................................................. 18) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova …................................ b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)..1 (il 22/10/09) 2 (24/10/09) 3 (26/10/09)………. lunghezza...1,73 cm (1) e 1,76 cm (2) e 1,78 cm (3)……… larghezza....1,21 cm (1) e 1,19 cm (2) e 1,20 cm (3)……… colore........bianco con macchie con diametro minore di 1 mm e sparse color vino/marrone.................................... pulcini (numero)...2 (12/11/09)............................................. c. GENITORI: • entrambi............................................................................. 19) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 22/10/09 al 27/11/09................... 20) SUCCESSO:...No, probabilmente a causa di predazione................. 21)ULTERIORI INFORMAZIONI:..il 23/10/09 fu avvistato un genitore a 2 m dal nido, il 24/10/09 erano presenti 2 uova e il 26/10/09 3: le uova vengono deposte a un giorno di distanza l'una dall'altra; il 7/11/09 probabilmente ci fu un tentativo di predazione in quanto un uovo venne ritrovato a terra, ma 2 rimasero nei nido; il 12/11/09 fu scoperta la nascita dei due pulcini rimasti; il 27/11/09 fu trovato il nido intatto e vuoto e i resti di un pulcino a terra sotto il nido mangiati dalle formiche, i genitori erano prossimi: forse tempo prima era avvenuta la predazione ad opera di un serpente arboricolo che lasciò cadere uno dei pulcini e prese l'altro................................................................. - 166 - Appendice - 167 - Tolmomyias flaviventris CODICE NIDO: Tf1 1)SPECIE..Tolmo myias flaviventris (Wied, 1831).. bico-chatoamarelo……………… 2)FAMIGLIA.Pass eriformes: Tyrannidae.......... 3)MODELLO …..chiuso............ 4)VARIANTE........ ...allungato con tubo di entrata…… 5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 11,3'' WO 42° 11' 36,9''……………………. 6) TIPO DI APPOGGIO.....pendente alla fine di un ramo...................... 7) Se pendente, PRIMARIO O SECONDARIO?...........primario.............. (Zyskowski & Prum, 1999) 8) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile) .......Espinho-de-Santana (Machaerium sp.- fam. Fabaceae) ……………….. 9) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......indiretta mediante tubo............................................................................... 10) MATERIALE USATO......steli e foglie di graminacee, Tillandsia usneoides verde e secca, piccole foglie secche, rametti fini.................. 11) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......intrecciato fitto con foglie di graminacee attorcigliate; si identifica una camera globulare e una parte di sostegno: la prima è composta principalmente da foglie e steli di graminacee, mentre la seconda da parti di T. usneoides (si distinguono le due parti dal colore differente, più scura quella superiore, più chiara quella inferiore)......... 12) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * dimensioni.........10 cm (spessore inferiore)- 6 cm (spessore superiore)- 8 cm (larghezza) – 17 cm (tubo di accesso sopra) – 7 cm (tubo di accesso sotto)................................................................. * altezza totale...............................38 cm ................................... * dimensione camera incubatrice..........13 cm................................ - 167 - Appendice - 168 - * altro:....il nido è fissato al ramo con una parte intrecciata che lo avvolge per 19 cm…………………………………………..................................... 13) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........153 cm dal suolo................ 14) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?........totale................... b. O SEMPLICE RIUSO?................No............................................... 15) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 16) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......area aperta nella foresta...................................... 17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........10-10-2009 (primavera).................................................................................. 18) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione..................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)....1(22/10/09) 2(24/10/09) 3 (26/10/09)…………. lunghezza.21,1 mm (1) e 20,9 mm (2) e 21,3 mm(3)…….. larghezza.13,8 mm (1) e 14,0 mm (2) e 14,1 mm (3)…….. colore....rosa chiaro con macchie rosso bordeaux di 1 mm che circondano il polo maggiore……………........………………….. pulcini (numero)....2 (10/11/09) e 3 (12/11/09)...................... lunghezza totale...3,00 cm (1) e 2,97 cm (2)................... lunghezza ali....1,14 cm (1) e 1,12 cm (2)...................... lunghezza coda....//..................................................... lunghezza becco..0,50 cm (1) e 0,50 cm (2)................... lunghezza tarso...0,78 cm (1) e 0,75 cm (2)................... peso...6,5 g (rimasto solo un pulcino in data 16/11/09)…… peso...8,5 g (in data 19/11/09)...................................... stato piumaggio..completamente glabri .......................... colore.....pelle del dorso grigio scuro, pelle del ventre rosa trasparente, becco giallo, occhi coperti di pelle................ c. GENITORI: • entrambi.................................................................... 19) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 10/10/2009 al 22/11/2009.. 20) SUCCESSO:......No, probabilmente a causa di predazione..... 21) ULTERIORI INFORMAZIONI:..scoperta del nido in costruzione; dopo alcuni giorni di apparente inattività venne trovato un uovo: le uova vengono deposte con un giorno di distanza l'una dall'altra; il 10/11/09, dopo 15 giorni di incubazione, nacquero due pulcini e rimase un uovo, al momento del controllo c’erano ancora dei pezzi di gusci nel nido; l’11/11/09 era presente ancora un uovo; il 12/11/09 si erano schiusi tutti; il 16/11/09 rimase solo un pulcino: questo aveva funghi - 168 - Appendice - 169 - sul collo e larve incistate sulla coscia della zampa destra..................... Tyrannus melancholicus CODICE NIDO: Tm1 1)SPECIE..Tyrannus melancholicus Vieillot, 1819....suiriri........... 2)FAMIGLIA.Passerifo rmes: Tyrannida……… 3) MODELLO …..a cesto………………......... 4) VARIANTE.basso 5) POSIZIONE (GPS)..S 22° 51' 01,2'' WO 42° 11' 09,4''……………………… 6) TIPO DI APPOGGIO......alla base su ramificazione terminale……………. 7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)....Conocarpus erectus (fam. Combretaceae).......................................................... 8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta…………… 9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, rametti, radici, fili di nylon di reti da pesca, barba de velho (Tillandsia sp.)......................... 10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)....intrecciato lasso e con i contorni non ben definiti................... 11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e laterali): * diametro esterno.....................13 cm X 17 cm.............................. * diametro interno.............. 9 cm X 8 cm...................................... * altezza totale............................... 7 cm...................................... * profondità camera incubatrice.......... 5 cm.................................... 12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........ 212 cm dall'acqua della laguna......................................................................................... 13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?......//…………................. - 169 - Appendice - 170 - b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................ 14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................. 15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT CIRCOSTANTE.......restinga aperta................................................... 16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)........25-10-2009 (primavera).................................................................................. 17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova................................... b. EVENTUALI OCCUPANTI: uova (numero)......2............................................................. lunghezza...24,4 mm (1) e 24,2 mm (2)......................... larghezza.....18,0 mm (1) e 17,9 mm (2)........................ peso....4,0 g (1) e 4,0 g (2).......................................... colore.....bianco crema di fondo con macchie rosso bordeaux concentrate al polo maggiore.......….................. pulcini (numero)...1(il 6/11/09) 2 (il 7/11/09).......................... stato piumaggio...piumino ma ci sono delle aree glabre......................................................................... colore....bianco crema, cute rosso scuro.......................... c. GENITORI: • un genitore.......................................................................... 18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 25/10/09 al 22/11/09................. 19) SUCCESSO:...Sì, in data 22/11/09 un pulcino è in procinto di abbandonare il nido....................................................................... 20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al ritrovamento un genitore era vicino al nido; l’8/11/09 sparì un pulcino probabilmente predato; il 22/11/09 il pulcino rimasto era pronto per abbandonare il nido, infatti fu visto in piedi sul bordo che faceva le prime prove di volo................................ - 170 - Ringraziamenti - 171 - RINGRAZIAMENTI Questa tesi è stata il risultato di un’esperienza di vita all’estero che mi ha permesso non solo di fare nuove esperienze in un ambiente naturale diverso e meraviglioso, ma anche di rapportarmi con una realtà nuova e soprattutto di conoscere persone con una profonda umanità. Tutto ciò è stato possibile grazie ai miei genitori e alla mia famiglia che hanno creduto in me e mi hanno sempre appoggiato. Tengo a ringraziare il Prof. Savio Bruno, il Dott. Mauricio Vecchi per il sostegno, l’aiuto e l’amicizia durante il lavoro sul campo in Brasile. Il Prof. Bonato per i preziosi consigli e suggerimenti durante il lavoro di stesura dell’elaborato di tesi. Luiz Freire per il suo aiuto costante e l’amicizia durante la mia permanenza a Iguaba Grande. Cileia e tutta la famiglia che mi hanno dimostrato un amore ed una disponibilità incredibili. La famiglia Bruno per l’ospitalità durante i giorni passati a Niteroi. Tutti gli amici di Iguaba Grande Marcio, Zazim, la famiglia Vecchi che mi hanno fatto passare dei momenti speciali e le guardie dell’entrata del NEIG con cui scambiavo sempre qualche parola. Marcela, Amanda, Angele, Rafael, Daniela e Camila che sono stati amici con cui ho condiviso bei momenti e su cui ho potuto contare in Brasile. Fernanda e la sua famiglia per il calore e l’amicizia durante il periodo passato nella Serra da Canastra. Gli amici di São Roque de Minas per l’ accoglienza ospitale. Gli amici di Niteroi e del Settore di Animali Selvatici della Facoltà di Veterinaria dell’Universidade Federal Fluminense con cui ho potuto passare momenti divertenti in ambiente universitario. Non meno importanti, gli amici della mia compagnia e dell’università con cui ho condiviso le gioie, le soddisfazioni, le angosce e le preoccupazioni legate al mio viaggio. - 171 -