Sacco a contropelo - VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
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Sacco a contropelo - VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
9Piro04.qxd 9-04 48 5-03-2004 15:52 Pagina 48 Sacco a con Sacco a contropelo Marco Nicoletti* In Il viaggio di Marco Nicoletti, le sue fotografie, la sua intervista. Lo sguardo attento alla scoperta di un esperimento tutto locale, i Local Business Service Centre nella regione del Northern Cape ed a quell’insieme di piccole e grandi storie di successi e fallimenti di cui sono fatti i processi di sviluppo. * Marco Nicoletti, regista cinematografico, vive in Francia dove ha appena girato un film attualmente nelle sale, Regarde-Moi (En face). Autore di documentari, ha curato numerosi reportage in giro per il mondo, anche attraverso la collaborazione con Organizzazioni Non Governative. 9Piro04.qxd 5-03-2004 15:53 Pagina 49 ntropelo 9-04 49 MO ZA MB ICO ZAMBIA NTICO O ATLA OCEAN Sudafrica... Il Sudafrica che da un decennio è uscito dall’Apartheid è una realtà sociale ed economica molto specifica nella quale convivono situazioni di grande avanzamento, assolutamente paragonabile a quella dei paesi sviluppati, con grandi sfide e profonde contraddizioni nei propri processi di sviluppo: crescenti tassi di disoccupazione, crescenti ineguaglianze di reddito, una violenta diffusione dell’AIDS. La realtà delle “locations” le baraccopoli presenti accanto ai quartieri razionali e puliti di moltissime città sudafricane è una rappresentazione visiva di queste contraddizioni: si tratta di una realtà antica, frutto delle scelte di organizzazione del territorio urbano delle élite bianche negli anni dell’Apartheid che sopravvive e si rafforza nonostante la democratizzazione del sistema. Proprio lo sviluppo del paese attraverso il superamento delle grandi divisioni di sta- tus e prospettive dei diversi gruppi ed aree del paese rappresenta la premessa e la condizione necessaria perché la riconciliazione diventi un processo stabile, modello e prospettiva per tutti i paesi del continente. La sfida è quella di promuovere la capacità della popolazione di partecipare ai processi di sviluppo fra l’altro attraverso l’integrazione degli esclusi nelle attività produttive e la creazione di opportunità di reddito e lavoro. In questo viaggio ho visitato 5 Local Business Service Center nella regione del Northern Cape. Si tratta di centri di assistenza per le piccole e medie imprese, creati dal Governo sudafricano. Quattro di essi offrono assistenza ad una grande varietà di piccoli imprenditori. Il quinto, nella città di Port Nolloth, opera unicamente nel settore marino. Mi accompagna Bruno Venditto, lavora BOTSWANA • Johannesburg LESOTHO OCE AN OI ND IAN O ZIMBABWE NAMIBIA con un’ONG italiana a un progetto di assistenza ai Local Centre, è a lui che chiedo subito di cosa si tratta. La nostra attività consiste nell’assistere questi centri con l’obiettivo di rafforzarne la capacità operativa. Abbiamo fornito assistenza in termini di capacity building per lo staff, e anche per gli imprenditori che frequentano il centro. Più in generale, abbiamo anche lavorato con il locale Dipartimento degli Affari Economici, proprio in termini di orientamento della politica economica, cercando di studiare il potenziamento della piccola e media impresa. Con quale bilancio? L’esperienza del Northern Cape è stata positiva ed ha ispirato le altre province sudafricane che ci hanno chiesto di sviluppare insieme una collaborazione dello stesso tipo. La nostra assistenza si è svolta anche sul piano di un ac- 9Piro04.qxd 9-04 50 5-03-2004 15:53 Pagina 50 Sacco a con Sacco a contropelo cordo con una banca sudafricana per sviluppare l’intervento del microcredito. Quello del credito è infatti uno dei fattori che frena lo sviluppo del paese. Malgrado la fine dell’Apartheid, non è facile per i cittadini di colore accedervi. Noi abbiamo ottenuto, attraverso la banca commerciale, la creazione di un sistema di assistenza ai piccoli imprenditori che va dai 1000 fino ai 20000 Rand (approssimativamente da 150 a 2500 euro). Com’è articolato il vostro intervento nella regione? In termini generali, i centri forniscono tutta l’attività di preparazione dei piani d’impresa e di assistenza e monitoraggio delle attività degli imprenditori. Nei 5 centri abbiamo riscontrato diversi tipi di casi: dal piccolissimo micro-imprenditore che aveva bisogno di capire il concetto stesso di mercato, il concetto di creazione delle attività e di come fare a contabilizzare le entrate e le uscite; fino al caso dell’imprenditore che ha un prodotto talmente avanzato che è adatto all’esportazione, ma che ha bisogno di conoscere quali sono le norme per potere accedere ai mercati internazionali; o al caso di imprenditori che avevano bisogno di sapere come si può creare una cooperativa, e quali sono i requisiti per ottenere un appalto. Il primo centro che visitiamo si trova nella città di Kimber- ley (il Kimberley Business Service Centre). Incontriamo una parrucchiera, che inizialmente lavorava al proprio domicilio, ma che poi, per effetto del training ricevuto, ha capito che era necessario spostare l’attività in un luogo di miglior accesso per la clientela, e così ha trovato modo di affittare un nuovo locale, cosa che ha incrementato i suoi introiti. Abbiamo poi visto il caso di un altro imprenditore, un immigrato del Ghana, che ha imparato come tenere una contabilità separata per le sue tre attività parallele di fruttivendolo, calzolaio, e parrucchiere (questa attività esercitata con l’assistenza di sua moKimberley Business Centre. Parrucchiere 9Piro04.qxd 5-03-2004 15:53 Pagina 51 ntropelo glie). Grazie all’assistenza ricevuta è riuscito a contabilizzare correttamente le entrate e le uscite e ad incrementare, attraverso il risparmio e la razionalizzazione delle sue finanze, il suo giro di affari. A Kuruman incontriamo Hunter, il manager del Kuruman Development Agency, il quale mette in pratica quello che lui stesso insegna ai suoi imprenditori. Hunter ha trasformato una specie di bettola, che gestiva clandestinamente, in una taverna che è diventata un’attrazione per i turisti. Ha ottenuto inoltre, un altissimo riconoscimento nazionale, poiché la sua taverna è una delle tre attività imprenditoriali del settore turiKuruman. La “Taverna” di Hunter stico premiata dall’Ente del Turismo Sudafricano. La storia di Hunter è interessante: musicista e attivista dell’ANC all’epoca dell’Apartheid, è stato imprigionato per la sua attività politica e torturato. Per questo motivo ha perduto l’udito da un orecchio. In tempi più recenti aveva messo su una bettola clandestina, che è poi diventata legale nel 1994. La sua Taverna, situata all’interno di una location (una Township) è diventata un punto di riferimento per gli artisti locali, che l’hanno anche affrescata. Oggi è un luogo di concerti con musicisti di jazz e fusion, un punto d’attrazione per i turisti. Hunter riceve nella sua taverna degli artisti che incoraggia e spinge a diventare piccoli im- prenditori. Il tipo che ha fatto questi vasi, ci racconta, era venuto a chiedermi dei soldi. Gli ho detto: se ti do 50 Rand, ti basteranno a cambiare la tua vita ? Mi ha risposto di sì. Allora gli ho dato una settimana per inventare qualcosa, ed è tornato con i vasi. Dei 50 Rand ne aveva spesi 36 per il cemento, e aveva fatto i primi cinque vasi, che ha venduto poi a 50 Rand l’uno. Oggi i suoi affari vanno a gonfie vele, ed ha 6 impiegati. Nel centro ci sono molte donne. Chiediamo a queste donne, se i loro mariti sono contenti del fatto che hanno iniziato un’attività particolare, quella di costruttrici. Rispondono tutte di sì, salvo una, Macha, che si trova in fondo alla classe. Perché mai 9-04 51 9Piro04.qxd 9-04 52 5-03-2004 15:53 Pagina 52 Sacco a con Sacco a contropelo non è contento tuo marito? Le chiediamo. Perché ha paura che diventi troppo indipendente. E di colpo, tutte le altre sono d’accordo. Gli uomini pensano che siamo delle buone a nulla! Chiediamo allora ad una di esse, Vittoria, come gli è venuta l’idea di fare la costruttrice: Mi sono resa conto che non c’erano donne in questo campo, ed ho voluto assumere questa sfida. Il corso ci ha insegnato molte cose. Prima non avrei mai immaginato, per esempio, di poter diventare elettricista… Hunter continua a raccontarci altre storie e allora ci presenta Noni Tshetlo, una donna di Kuruman che aveva un ristoPort Nolloth. La sede della FAMDA rantino in una township, ma non funzionava un granché. Quando Hunter è arrivato, ha notato che la donna faceva l’errore tipico di tenere una contabilità disordinata. Così gli ha insegnato come fare, e da quel momento in poi, Noni ha potuto mettere da parte dei risparmi. Con questo piccolo capitale, ha potuto lanciare la sua nuova attività: il catering, la cucina a domicilio. Oggi Noni ha 500 clienti sparsi per la città, ai quali fornisce delle cene raffinate, ad un prezzo abbastanza elevato, e vive già da due anni e mezzo in una villetta lussuosa della periferia...E poi c’è il caso degli exminatori di Springbok, che hanno usato i soldi della loro liquidazione per creare una società di estrazione del rame, ed un’attività di produzione di oggetti d’arte. Infine, a Port Nolloth, abbiamo visto il caso di un imprenditore che ha una società per la lavorazione del pesce, ma che non era preparato all’esportazione sul piano internazionale. In seguito ai training ricevuti per adeguare i suoi prodotti alle norme internazionali, ora è in grado di esportare in Europa, Giappone e Usa. Sempre a Port Nolloth un atro caso interessante è quello dei piccoli imprenditori che grazie all’assistenza della FAMDA, si sono riuniti in una cooperativa per la lavorazione delle alghe, un prodotto naturale delle coste sudafricane, che viene utilizzato sia come fertilizzante 9Piro04.qxd 5-03-2004 15:53 Pagina 53 ntropelo che come elemento nell’industria cosmetica. La funzione del centro, in questo caso, è stata quella di stimolare la costituzione della cooperativa e di formare i manager che ne sono a capo. Ci spostiamo a Upington. Quella della tintoria di Upington ha una storia tipicamente africana. All’inizio erano undici donne associate che avevano messo su una lavanderia in una location di Upington. Dopo il training con il locale centro di formazione, avevano fatto una ricerca di mercato e trovato il posto più giusto per installare la loro attività. Gli affari filavano a gonfie vele, anche perché avevano vinto un appalto di una clinica, che gli affidava molto materiale da lavare. Fino al giorno in cui tutto è andato storto. Abbiamo incontrato queste donne poco tempo dopo, quando già erano rimaste in sette. Cos’è successo nel frattempo? Gli affari vanno male, ci risponde Ester Kili, che aveva seguito a suo tempo il corso di formazione professionale. “I clienti sono diminuiti, ed abbiamo perso due appalti: quello della clinica che avevamo ottenuto per due anni consecutivi, e quello della prigione, che speravamo di ottenere”. Come mai? Chiediamo. “Non sappiamo: dicono che i nostri prezzi sono troppo alti. Ma non possiamo abbassarli”. Allora c’è forse un Tokolosh nascosto nella macchina da lavare? diciamo scherzando. Freddo nella sa- 9-04 53 la. Il Tokolosh è una superstizione di cui avevamo sentito parlare: uno gnometto con un sesso così lungo che se lo mette in spalla. I sudafricani ne sono terrorizzati, soprattutto le donne. La tradizione dice che vengono violentate la notte da quest’essere malefico, il quale si sostituisce proditoriamente nel loro letto al posto del marito. Sì, è il Tokolosh, ci risponde sorridendo Jenny, ma con un fondo d’inquietudine. Ma perché? Chiediamo increduli. Sono quelli della birreria accanto che ce l’hanno mandato: prima loro facevano un servizio di lavanderia a mano, e ora dicono che gli abbiamo rubato il lavoro. E come avrebLa tintoria di Upington 9Piro04.qxd 9-04 54 5-03-2004 15:53 Pagina 54 Sacco a con Sacco a contropelo bero fatto per mandarvelo? Hanno chiamato un Sangoma, uno stregone. Noi pure abbiamo fatto appello a uno stregone, deve tornare sabato. Ci costa un occhio della testa. Le donne raccontano questa storia con un misto d’inquietudine, di vergogna, e anche un po’ di derisione. Ridiamo tutti. Ma ciò non toglie che, tra risa e lazzi, ci mostrano il rito che fanno nei minimi particolari, bruciando delle erbe speciali davanti ai nostri occhi, e spargendone il fumo nel negozio. Una cosa che mi ha molto sorpreso in questa visita, continuo a chiedere a Bruno, è la presenza di donne nel settore delle costruzioni, non solo in quanto imprenditrici, o aspiranti imprenditrici, ma anche in quanto operaie: una cosa che è raro di vedere persino in Europa... Effettivamente è incredibile l’importanza della presenza femminile nelle attività manageriali in Sudafrica. Dal punto di vista politico, l’emancipazione delle donne era un’istanza dell’ANC (African National Congress) il partito venuto al potere nel dopo Apartheid. Quindi, non solo ritroviamo moltissime donne nel mondo del lavoro, ma ci sono degli appositi uffici governativi che coordinano questa forza lavoro. È stato provato che le donne sono molto efficienti nelle attività imprenditoriali, e d’altra parte questo coincide con il loro desiderio di dimostrare questa loro capacità, dopo secoli in cui sono state messe da parte. Il fenomeno è ben visibile nel settore delle costruzioni, dove sono presenti in modo massiccio, ed hanno creato delle associazioni specifiche per appoggiare questa loro attività, rivendicando ad ogni occasione utile, di poterla 9Piro04.qxd 5-03-2004 15:53 Pagina 55 ntropelo svolgere altrettanto bene che gli uomini. Questo malgrado ovviamente la resistenza degli uomini, che sono ancora imbevuti di una forte cultura maschilista, e che cercano spesso di ostacolarle. Ciononostante, è stato rilevato che il tasso di successo delle donne imprenditrici è molto più elevato che quello degli uomini. Giovani donne all’interno del Kimberley Business Centre Springbok. Da minatore ad artigiano... Complessivamente, quale bilancio si può fare dello sviluppo economico sudafricano? La mia impressione, in seguito alla mia esperienza qui nel Northern Cape, è che nel mondo del lavoro, l’evoluzione delle nuove classi emergenti è ben al di sotto delle promesse attuate al momento dell’insediamento del nuovo Governo. È vero anche che il Sudafrica è stato in grado di attuare una trasformazione da un regime fascista e razzista ad un regime democratico, senza alcuno spargimento di san- gue. Ma i tempi previsti per avere dei risultati tangibili su di una larga fascia della popolazione, non sono quelli dei dieci o venti anni: bisognerà piuttosto aspettare ancora. Uno dei problemi che si nota in Sudafrica, è la differenza tra le strutture centrali governative e quelle provinciali (il paese è diviso in nove province autonome). Le strutture centrali sono molto più efficienti di quelle provinciali. Ci sono due province, quelle del Gauteng e il Western Cape, che sono le più ricche, con una classe imprenditoriale e politica molto preparata, e le altre sette che non sono in grado di implementare quello che viene deciso a livello nazionale. Questo aspetto impedisce al paese di crescere in maniera unitaria. E questo è per me lo scoglio principale allo sviluppo del paese. E per quanto riguarda il problema razziale? Diciamo che il cambiamento è stato finora piuttosto di facciata: noi ne abbiamo avuto un’esperienza diretta per il nostro programma di microcredito, dove abbiamo avuto difficoltà nel far aprire le banche alla gente di colore o asiatica. Malgrado ciò, una nuova classe politica e imprenditoriale nera si sta facendo largo piano piano. ! 9-04 55