Giovani e forti

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Giovani e forti
Giovani e forti?
Quando un ragazzo si reca dal medico oppure in ospedale, il motivo è di solito che è rimasto
vittima di un incidente. Secondo lo studio SMASH-2002 (Swiss multicenter adolescent
survey on health) recentemente pubblicato, circa un terzo dei giovani tra i 16 e i 20 anni
sarebbero stati coinvolti in un incidente nell'anno precedente l'indagine. Secondo uno studio
pubblicato da SMASH (Swiss multicenter adolescent survey on health) nell'anno prima
dell'inchiesta circa un terzo dei giovani tra i 16 e i 20 anni avevano subito un infortunio. Con il
loro 40%, gli incidenti sportivi rappresentano la quota più alta, seguiti dagli incidenti stradali e
sul lavoro. Come nella maggior parte dei paesi industrializzati, anche in Svizzera gli incidenti
stradali rappresentano la più frequente causa di morte tra i giovani.
Alto rischio
Quando cade in testa un mattone a un muratore, l'età dell'uomo ha poco a che fare con
l’evento, lo hanno invece le insufficienti misure precauzionali adottate sul cantiere. Il fatto che
i giovani siano coinvolti più di frequente in incidenti rispetto alle persone in età matura, non è
tuttavia un caso: essi sono più attivi e mobili e quindi anche esposti a un rischio più elevato.
Spesso, però, non fanno niente per limitare questo rischio, anzi al contrario: fa parte delle
caratteristiche dell’età giovanile – il che ha di certo anche il suo lato positivo – il fatto che i
giovani non si accontentino di procedere ciecamente sul sentiero già battuto dai „vecchi“. I
giovani vogliono scoprire il mondo e i loro limiti per conto proprio. Ma poiché spesso si
considerano invulnerabili e generalmente sottovalutano i pericoli, i limiti che si pongono sono
spesso troppo larghi e a volte questi vengono anche superati. Ciò che si nasconde dietro a
una barriera, lo si scopre di solito solo in un secondo momento: forse il paradiso, ma forse
anche l'inferno…
Scarsa fantasia
Più di uno ha gioito quando finalmente è riuscito a sfrecciare con il suo snowboard giù per la
ripida montagna, e il tutto nella neve fresca lontano dalle piste. Altri si sono compiaciuti di
mandare ai loro colleghi un MMS trionfante sul quale si vedeva come, vestiti con scarpe da
ginnastica e pantaloncini corti, scalavano una montagna di quattromila metri. L'imprudenza –
non vogliamo utilizzare qui il termine „stupidità“! – si può spingerla fino all’estremo: un
automobilista a Zurigo è diventato famoso per aver dichiarato davanti alle telecamere che
avrebbe preferito morire in un incidente piuttosto che farsi sorpassare da un altro veicolo.
Degli esempi così estremi sono rari. Generalmente, però, i giovani dovrebbero utilizzare
maggiormente la propria fantasia e creatività anche laddove si tratta di riconoscere in tempo i
pericoli. Ad esempio, prima di sorpassare in curva potrebbero immaginarsi che un'altra auto
venga loro incontro proprio in quello stesso momento. Questo potrebbe dissuaderli dal
continuare la loro manovra rischiosa e - chissà - anche di salvare qualche vita.
Malati d’amore
Semplici misure precauzionali possono essere di vitale importanza non solo nel traffico
stradale o nello sport praticato durante il tempo libero, bensì anche nelle relazioni amorose.
Questo è ormai noto, al più tardi dal diffondersi della malattia immunodeficitaria Aids. Il fatto
che tutti coloro che hanno rapporti sessuali non protetti con un nuovo partner possano
mettere a repentaglio la propria vita e quella delle altre persone è così risaputo che ci si
vergogna quasi a rievocare questa verità lapalissiana. Proprio perché è così chiaro, ci si
pone però la domanda come mai negli ultimi anni in Svizzera il numero delle persone che
hanno contratto il virus dell'HIV sia aumentato e come mai anche altre malattie veneree,
credute ormai debellate, si stiano di nuovo diffondendo.
È forse – come per gli sportivi estremi o per i pirati della strada – il brivido di vivere
un’emozione forte che porta a voler correre grandi rischi, proprio come nella roulette russa?
Non lo sappiamo. Gli esperti suppongono che molti abbiano sentito dire che nel trattamento
contro l'Aids vengono impiegati nuovi farmaci, e che quindi credano, a torto, che la malattia
immunodeficitaria, così temuta in passato, sia nel frattempo diventata „curabile“. Per il
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trattamento di altre malattie sessualmente trasmissibili come la sifilide, lo scolo ecc. esistono
in verità dei medicinali; chi però – anche qui – usa la necessaria fantasia, può facilmente
immaginare che sia molto più semplice acquistare al supermercato o in farmacia un paio di
preservativi e naturalmente utilizzarli, piuttosto che dover confessare in seguito al partner e
persino al coniuge che probabilmente lo si ha contagiato con una disgustosa malattia. Chi
appartiene a quella maggioranza che non dispone della necessaria volontà e di forza per
praticare la „fedeltà eterna“ risp. l'astinenza totale “ dovrebbe di tanto in tanto riascoltare Polo
Hofer, quando canta: „Im Minimum einen Gummi drum“ ( che tradotto significa “Metti almeno
un preservativo“).
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Ricordi indesiderati
Le infezioni possono essere trasmesse anche per altri canali, come ad esempio
alcune forme di epatite: durante le guerre mondiali, l'epatite A era molto diffusa anche
in Europa. Oggigiorno si riscontra quasi solamente in zone nelle quali le condizioni
igieniche lasciano molto a desiderare. Ma proprio i giovani che molto spesso si
mettono lo zaino in spalla e partono per lunghi viaggi, dovrebbero adottare una
particolare cautela. Mentre il contagio dell'epatite A avviene attraverso acqua non
potabile o cibi avariati, la variante B si trasmette allo stesso modo come l'Aids:
attraverso rapporti sessuali non protetti, contatto con strumenti infetti, utilizzati
nell’ambito della droga o in un ambulatorio di tatuaggi e piercing che non rispetta le
regole igieniche. Il virus può persino essere trasmesso con l'utilizzo dello stesso
spazzolino da denti, delle lamette da barba ecc.. Nel 1998 l'Ufficio federale della
sanità pubblica decise, per la prima volta, di far vaccinare contro l'epatite B tutti i
ragazzi tra gli 11 e i 15 anni. Questa campagna ha tuttavia suscitato discussioni molto
controverse.
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In preda ai fumi
Nell'alimentazione ognuno di noi è libero di scegliere quel che vuole mangiare. Ciò
anche per quanto riguarda i cosiddetti „generi voluttuari“ – premesso che gli
interessati „consumino con moderazione“ e non si crei assuefazione, altrimenti
diventa molto difficile regolare il proprio comportamento. La responsabilità propria
non impedisce a certi adulti negli USA di tempestare i produttori di sigarette con
azioni legali milionarie, sostenendo che i consumatori non fossero al corrente della
pericolosità del fumo. Qui da noi, al contrario, ogni bambino sa perfettamente che il
fumo non danneggia solo il portafoglio, ma anche i polmoni e il cuore. Che il consumo
eccessivo di alcolici sia nocivo sia per il cervello che per il fegato è noto tanto quanto
che la terra è rotonda. Dei pericoli delle droghe pesanti non ne parliamo neanche.
Che i giovani mettano mano alla bottiglia e facciano uso di sigarette sempre più
spesso e più precocemente, preoccupa sempre più gli esperti sanitari. Forse
bisognerebbe per una volta considerare la questione da un’altra angolazione e porsi
la seguente domanda: come potrebbe riuscire una persona giovane e testarda a
NON cominciare a fumare, quando tutt'intorno è circondato da persone autorevoli che
lo guardano dall'alto al basso, scuotendo la testa e assumendo un atteggiamento
minaccioso?
Sarebbe forse opportuno riflettere anche sui benefici degli avvertimenti ciarlataneschi („Il
fumo uccide!“) riportati sui pacchetti. Che effetto può fare su un diciottenne il sentirsi dire che
il suo comportamento dannoso causerà eventualmente, tra un paio di decenni, la sua morte
prematura? Per lui è un'eventualità talmente lontana come lo può essere il giorno del
Giudizio Universale e dunque non può certo incutergli paura. Non sarebbe quindi più sensato
sottolineare i vantaggi che i giovani – già da subito – possono trarre moderando il consumo
di alcol e rinunciando, possibilmente del tutto, alla nicotina, nonché alle droghe pesanti: più
energia e più fiato, ad esempio, una forma fisica migliore, più indipendenza, più soldi in tasca
– e niente alito cattivo?!
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I giovani non fumano e bevono solo per dimostrare agli „adulti“ che vogliono fare quello che
gli pare. A sostanze psicoattive ricorre anche chi cerca esperienze nuove e oltre ogni limite,
chi si sente incompreso e non amato, chi ha scarsa autostima o chi non trova il suo posto
nella vita. Chi si attiva per la prevenzione in questo campo dovrebbe quindi interessarsi
prima di tutto alle radici del problema. D’altro canto, i giovani non dovrebbero aspettare che
„gli esperti“ li presentino la „soluzione“, bensì dire a sé stessi nei momenti nei quali si
sentono particolarmente in pericolo: „Io sono o.k. e non devo assumere, né tantomeno
proseguire, comportamenti nocivi per la mia salute, solo per paura che gli altri possano
deridermi o escludermi dalla loro cerchia.“
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