impianto di sant`angelo - Regione Marche

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impianto di sant`angelo - Regione Marche
IMPIANTI IDROELETTRICI SUL CORSO DEL FIUME
CHIENTI DI PIEVE TORINA
IMPIANTO DI SANT’ANGELO
PROGETTO DEFINITIVO
STIMA DEI COSTI DI REINSERIMENTO E
RECUPERO AMBIENTALE IN CASO DI DISMISSIONE
( D.M. 10 – 09- 2010 ; Linee Guida - Punto 13.1 – lett. b - iv )
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PREMESSA
Il paragrafo 13.1 - lett. a) delle “ linee guida per il procedimento di cui all’ art. 12 del
Decreto Legislativo 29 / 12 / 2003 n° 387 “ emanate con D.M. del 10 / 09 / 2010, stabilisce che
in caso di dismissione dell’impianto il ripristino dello stato dei luoghi, nel caso degli
impianti idroelettrici è sostituito da misure di reinserimento
e recupero ambientale “.
Lo stesso paragrafo alla lettera b)- iv indica in particolare che il progetto dell’ opera deve
essere corredato di una stima dei costi di dismissione e di ripristino dello stato dei luoghi
ovvero, nel caso di impianti idroelettrici, delle misure di reinserimento e recupero
ambientale proposte.
E’ quindi necessario chiarire, atteso che nella fattispecie si tratta di un impianto
idroelettrico, quali sono le misure da indicarsi e quindi da adottarsi in caso di dismissioni
dell’ impianto per favorire il reinserimento ed il recupero ambientale per conseguentemente
valutarne i costi.
Conviene ricordare, per completezza di trattazione che l’ impianto idroelettrico, come
dettagliato nello specifico capitolo della relazione generale ove si descrivono consistenza e
caratteristiche delle strutture componenti, si compone essenzialmente di un’ opera di presa,
della centrale di generazione dell’ energia e di una condotta forzata di alimentazione che
ovviamente ricollega la medesima opera di presa con l’ edificio della centrale.
La effettiva consistenza delle opere sopra richiamate è puntualmente rilevabile dagli atti
progettuali nella loro parte, grafica ed analitica, dedicata alla loro descrizione, atti ai quali
si deve far riferimento ove si intenda procedere ad una analisi più di dettaglio
dell’ argomento che con il presente elaborato si affronta.
Ad ogni buon conto conviene puntualizzare che:
-
Il progetto prevede che l’ opera di presa idroelettrica riutilizzi, per quanto possano
essere riutilizzate, le vecchie strutture dei una preesistente opera di presa irrigua non
più assistita da concessione di derivazione che si compone di un tratto di alveo
rivestito, di un modestissimo sbarramento alto alcuni decimetri ed una vasca di
sghiaiamento con bottino di carico, il tutto ubicato immediatamente a valle dalla
frazione di Fiume di Pieve Torina e sul corso del Torrente Santangelo. La nuova
presa, prevede quindi l’ integrazione dello sbarramento esistente con l’ inserimento di
una scaletta di risalita dei pesci, la ristrutturazione a dimensioni invariate della vasca di
sghiaiamento esistente, compresa la sterilizzazione del suo bottino di carico, la
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realizzazione di una nuova vasca di carico della condotta forzata avente anche
funzione di dissabbiamento e regolazione. Un canale lungo solo 2,5 mt collega tra
loro la vasca di sghiaiamento e quella di carico. Sul canale sono installati lo
sgrigliatore e la paratoia di blocco.
-
La condotta forzata, o di alimentazione della centrale, è costituita da una tubazione in
acciaio del diametro nominale di 600 mm con spessore variabile compreso tra 6,3 e
8,0 mmm, lunga 6286,60 ml posata nel sottosuolo che attraversa due volte il torrente
Santangelo in subalveo ed una volta in aereo, mediante ponte tubo, il fiume Chienti
di Pieve.T.
-
La centrale idroelettrica, costituita da un fabbricato peraltro destinato a contenere
due impianti di generazione, uno proprio dell’ impianto di Santangelo e l’ altro
appartenente all’ impianto idroelettrico denominato di Pieve Torina che si alimenta con
l’ opera di presa in loc. Carpeneto sul fiume Chienti di Pieve T. Il fabbricato
contiene una sala macchine, peraltro suddivisa in due scomparti, uno per ogni gruppo
di generazione, contigui ma separati e due cabine di consegna dell’ energia prodotta
da ciascun gruppo al gestore di rete. Dal fabbricato si diparte il canale di scarico che
raccoglie l’ acqua rilasciata dalle turbine per reimmetterla nel corso d’ acqua naturale
giustappunto il Fiume Chienti di Pievetorina..
MISURE DI REINSERIMENTO E RECUPERO AMBIENTALE
L’ ipotesi di dismissione dell’ impianto deve essere presa certamente in considerazione sia
perchè la concessione di derivazione che anima l’ iniziativa industriale dal punto di vista
amministrativo, ancorchè rinnovabile, ha comunque durata determinata, ma anche perché
potrebbero insorgere ragioni e conseguenti motivazioni tali da determinarne l’ interruzione
definitiva dell’ esercizio. In tale ipotesi va sicuramente considerato che:
-
L’ opera di presa, qualora non si decida di ripristinare il servizio di distribuzione
irrigua per il quale era stata originariamente realizzata, deve essere sicuramente
“ sterilizzata “ nel preciso senso che deve essere oggetto di opportuni interventi
strutturali che impediscano all’ acqua di immettersi in essa in ogni condizione di
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deflusso del torrente. Basterà pertanto sbarrare la sezione iniziale del canale di
collegamento tra le due vasche mediante un muro in c.a. per ripristinare le condizioni
pre - ammodernamento
-
La condotta forzata, per essere posta nel sottosuolo, in ragione del suo elevato valore
impiantistico-strutturale e della possibilità di riutilizzo irriguo in sostituzione della
vecchia condotta “da considerarsi abbandonata” , deve essere conservata e mantenuta
sotto protezione catodica anticorrosiva; per essa si richiederà solo di impedirne
l’ alimentazione avendo cura, per ragioni di sicurezza, di lasciarne aperti gli scarichi
per semplice asportazione dei soli organi di chiusura.
-
La dismissione dell’ edificio centrale idroelettrica sconta ovviamente la decisione di
dismettere anche l’ esercizio del gruppo di generazione legato alla presa di
Carpeneto sul F. Chienti di Pieve T. Il fabbricato centrale idroelettrica per le sue
caratteristiche costruttive che ben la assimilano ad un modesto fabbricato agricolo con
tipologia strutturale ed architettonica assai prossima agli edifici rurali in zona, ben
può coesistere nell’ area di impostazione. L’ eventuale smantellamento degli apparati
elettromeccanici e/o semplicemente elettrici in essa contenuti, può essere deciso dalla
società proprietaria, anche in previsione di possibili riutilizzi in impianti diversamente
dislocati. Un eventuale cambio di destinazione dell’ immobile sconterebbe comunque
l’ autorizzazione dell’ amministrazione municipale. In quanto al canale di restituzione
in alveo naturale dell’ acqua turbinata, necessariamente, ad evitare che in condizioni
di piena del fiume esso possa essere reinvasato unitamente al vano di scarico posto
sotto la sala macchine, al piano terra dell’ edificio, è inevitabile il definitivo
sbarramento dello stesso nella sezione di reinnesto nel fiume.
La necessità di conseguire anche un buon livello di recupero ambientale impone anche che
i vani non più utilizzabili, quali i volumi dei canali e delle vasche prive di copertura,
siano completamente riempiti con materiali granulari naturali, ed adeguatamente soffolti con
terreno vegetale per ricostituire sull’ area complessivamente interessata almeno una coltre
erbosa permanente.
Sulla scorta di quanto sopra considerato è necessario, sito per sito, provvedere a:
-Opera di presa:
- Rimuovere dal canale di alimentazione le paratoie di intercettazione e lo sgrigliatore
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Automatico;
-
Tamponare la sezione iniziale del canale di collegamento tra le due vasche, quella di
sghiaiamento e quella di carico.
-Condotta forzata:
- Smontaggio ed asportazione, nel caso di rinuncia al riutilizzo della condotta
medesima, degli organi di ritenuta degli scarichi avendo cura di
mantenere in esercizio l’ impianto di protezione catodica che previene la corrosione.
-Centrale idroelettrica:
-
Tamponare, come sopra già indicato, la sezione terminale del canale di scarico con
una gabbionata metallica riempita di pietrame, per ricostituire il profilo di sponda
inciso dall’ opera di restituzione;
-
Riempire il volume “ vuoto “ dei canale di restituzione con materiale granulare;
-
Ricoprire l’ area già occupata dalla struttura del canale con coltre di terreno vegetale
di adeguato spessore.
STIMA DEL COSTO DEGLI INTERVENTI
-Opera di presa:
- Rimozione dal canale di alimentazione della paratoie di
intercettazione e dello sgrigliatore automatico;
€
1 100,00
€
400,00
- Smontaggio ed asportazione degli organi di ritenuta degli scarichi.
€
900,00
- Straordinaria manutenzione dell’ impianto di protezione catodica
€
6 000,00
€
12 000,00
-
Chiusura con getto in c.a. nel muro laterale sinistro della vasca
di sghiaiamento del canale di collegamento tra le vasche
- Condotta forzata:
-Centrale idroelettrica:
-
Tamponamento della sezione terminale del canale di scarico
con una gabbionata metallica riempita di pietrame,
200,00
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-
Riempimento del canale con materiale granulare
-
Ricopertura dell’ area già occupata dalla struttura con coltre
di terreno vegetale di adeguato spessore.
€
3 200,00
€
1 800,00
--------------
Sommano….€
25 400,00
-
IVA al 21 %
€
5 334,00
-
Imprevisti
€
2 266,00
--------------
Totale
€
33 000,00
L’ importo stimato complessivo delle proposte misure di reinserimento e recupero
ambientale, secondo le ipotesi praticate ascende ad € 33 000,00 , tenuto conto dell’ IVA,
quindi nell’ ulteriore ipotesi che l’ effettuazione degli interventi possa essere anche eseguita
da soggetti terzi.
IL PROGETTISTA
DEL PAPA Ing. RENATO
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