Il “Troisi” riapre con il live di Gigi Finizio
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Il “Troisi” riapre con il live di Gigi Finizio
A FUORIGROTTA 13 SPETTACOLI martedì 19 febbraio 2013 DOPO DUE ANNI APRE I BATTENTI LA SALA DI VIA LEOPARDI: IL CANTAUTORE SARÀ IN SCENA DAL 22 AL 24 Il “Troisi” riapre con il live di Gigi Finizio L’INTERVISTA di Mimmo Sica «Festival colmo di messaggi» NAPOLI. Dopo due anni riapre il teatro Troisi. La stagione sarà inaugurata da Gigi Finizio (22, 23 e 24 febbraio) con il suo live “1000 Battiti di cuore”, reduce dallo strepitoso successo riportato al Cilea nel periodo delle festività natalizie. Lo show è stato presentato nella conferenza stampa che si è tenuta ieri nel teatro di via Leopardi a Fuorigrotta. Oltre al cantautore napoletano erano presenti Giuseppe Peri, in rappresentanza della proprietà della sala, il direttore artistico Giuseppe Oliva e il produttore dello spettacolo Claudio Malfi. «Hanno dato a me le chiavi della riapertura di questo teatro - ha dichiarato Finizio - è una bomboniera e sicuramente sarà il salotto ideale per parlare di me con la mia musica. La calda e intima atmosfera che si respira qui mi ha “imposto” di non venire con tutta la band. Ci saremo solo io e e Luca Esposito con il suo piano». Il filo conduttore dello spettacolo sarà sempre il suo racconto, quello di un bambino che nasce e che comincia a masticare la musica, che cresce con il suo pubblico, che cerca di modificare e di fare maturare la sua voce passando dall’adolescenza all’età adulta. Un processo di crescita che ha le fondamenta nella famiglia, che dà la retta via, nel quartiere dove è nato, nei giochi non fatti perchè al posto del pallone ha preferito il pianoforte. Questo, in particolare, è stato il suo compagno di viaggio che, nel tempo, da giocattolo è diventato strumento di lavoro e mezzo per GALLERIA TOLEDO “Pezzi d’uomo” per Battaglia NAPOLI. Da stasera alle ore 21 alla Galleria Toledo va in scena “Pezzi d’uomo” di Duccio Canestrini e Giovanni Battaglia, regia di Roberta Fossati. In scena Giovanni Battaglia. Lo spettacolo nasce dal dialogo tra due amici di vecchia data: un antropologo (Duccio Canestrini) e un attore (Giovanni Battaglia). Se fosse un viaggio, sarebbe un dirottamento: più che sviluppare dei temi, li avviluppa. Lo si potrebbe dire il diario di un libero pensatore, dove la sfera privata e quella sociale si intrecciano continuamente, così come i registri: il dramma, la comicità. Il protagonista è uno sfollato dalla pazza folla, un cinquantenne caparbio che combatte contro il pensiero unico. Gli anglofoni lo direbbero “htq”, “hard to qualify”, difficile da inquadrare. MENGONI, IL VINCITORE DI SANREMO NAPOLI. Sarebbe da bugiardi dire Gigi Finizio con Giuseppe Peri e Giuseppe Oliva al teatro Troisi trasmettere emozioni e messaggi che riguardano problematiche di una Napoli, che unisce quando tutto va bene e separa, invece nelle avversità. Il live inizierà con “Lettera a papà”, che Finizio interpretò, a un concorso per voci nuove al teatro Mediterraneo di Napoli, quando aveva 9 anni e che segnò il suo debutto ufficiale. La musica è sua, mentre il testo e del compianto maestro De Stefano. Seguirà la parte history con i brani “Smania”, “Odio”, “Miez o mare”, “Inferno”, “Voglia di morire”, “Stefany”, “Na rosa blu”, “Quante abitudini”, “Mare d’inverno”, “Fingere”. Partirà, quindi, la musica pop con “Scacco matto”, “Lo specchio dei pensieri”, “Solo lei”, “Notte senza luna”, “Amore amore”, “Solitudo”, “Fammi riprovare”, “Per averti”, “A modo mio”, “Voglio sapè”, “La magia del vento”, “Non durerà”, “E tu mi manchi”, “La mia stella”, “Più che posso” e l’ultimo singolo “Basterebbe”, racchiuso nel co- fanetto “Più che posso live”, per ben cinque settimane nella classifica Fimi. Peri ha sottolineato lo sforzo e l’impegno profuso dalla famiglia de Gennaro che, attraverso la società “Che spettacolo sas”, ha voluto fortemente il rilancio del teatro Troisi. «Questo teatro - ha continuato tornerà ad ospitare spettacoli teatrali, concerti e musical. Ci siamo affidati per l’apertura della stagione a Gigi Finizio perchè è un grande interprete della canzone e della napoletanità. L’8 marzo avremo Gianluca Capozzi in concerto con la presentazione del suo ultimo singolo dal titolo “Cade”, in promozione sui network radiofonici nazionali. Il 16 e 17 marzo ci sarà il musical “Pinocchio” della compagnia “Mattacchioni Animazione” che metterà in scena le performance del burattino più amato dai bambini. Il 22 e 23 marzo Peppe Iodice, con il suo “Peppy hour party show” chiuderà la programmazione del mese». che non ce l’aspettavamo. Marco Mengoni (nella foto di Gianni Riccio) ha impressionato platea e critica sin dal principio con il suo intenso brano “L’essenziale”. Una ballad romantica che ha persino fatto dimenticare ai più polemici la diatriba sulla “dittatura” dei talent show sul palco dell’Ariston. Mengoni vince la 63ª edizione del Festival di Sanremo scavalcando i favoritissimi Modà, arrivati terzi, e superando l’amatissima band di Elio e le Storie Tese, per la quale, ammette, faceva il tifo. Marco Mengoni dedica la vittoria ad una persona in particolare, Luigi Tenco, il cantautore che lo ha ispirato in questi anni e a cui ha reso giustizia reinterpretando magistralmente “Ciao amore” durante la serata di “Sanremo Story”. A chi dedichi questa vittoria? «Dedico la vittoria a Luigi Tenco ed alla sua famiglia che tra l’altro mi hanno chiamato ieri dopo l’esibizione per congratularsi. E a tutte le persone che mi sostengono, soprattutto al mio nuovo team, il mio produttore Michele Canova e la mia manager Marta Donà, Claudia Carboni che si sono fatti a pezzi per me». C’era qualche “Big” in gara per cui facevi il “tifo”? «Elio e le storie tese, sono stati bravissimi ed ho trovato il loro brano geniale». Di tutti i messaggi importanti veicolati in questa edizione del festival quale hai sentito più vicino? «Sicuramente il messaggio di Baggio rivolto ai giovani». A proposito delle polemiche sui concorrenti provenienti da talent che pensi? «Sull’argomento ho scritto una canzone nell’altro disco. Io ho il mio passato non lo rinnego e me lo tengo ben stretto, poi chi vuole anche ascoltare quello che so fare è ben accetto. Siamo nel 2013 non dovrebbero più esserci certi pregiudizi». Quale Sanremo hai sentito più tuo, quello del 2010 o quello di quest’anno? «Questo Sanremo mi è piaciuto in tutto dall’inizio alla fine. L’ho trovato un contenitore pieno di tantissime cose, stracolmo di messaggi importanti e sono felicissimo che siano state scelte le mie canzoni per la gara». A proposito della canzone che hai scelto per la serata “Story”, “Ciao amore” di Luigi Tenco, cosa rappresenta per te? «Sicuramente una “non libertà” data CINEFILIA a lui. La storia della canzone è un po’ triste, il brano non arrivò nemmeno in finale. L’ho scelta dopo aver visto un video pochi mesi fa. Conoscevo la sua storia al 60% poi ho guardato l’esibizione di Dalidda che cantava questo pezzo, mi sono commosso e mi sono sentito di reinterpretarla su questo palco. Mi sembrava giusto». Perché ti ha commosso vedere quell’esibizione? «Mi ha commosso perché per me quel pezzo ha un profondo significato, che è stato anche censurato tra l’altro all’epoca. Il testo parla di un uomo in una società che non è fatta per lui, che sceglie di andare in città lasciandosi tutto dietro, gli affetti e le persone a lui care per sentirsi più libero, anche se poi alla fine si sente comunque solo». Hai intenzione di ampliare il progetto con Tenco? Che rapporti hai con la sua famiglia? «Ci siamo sentiti dopo “Sanremo Story”. Mi hanno chiamato per complimentarsi dell’esibizione e ci siamo promessi che ci incontreremo il prima possibile, anche solo per un caffè». A modo tuo anche tu sei “precario”: come vivi questa condizione? «Ragazzi ma la crisi c’è per tutti, mica siamo fortunati come i Modà che chiudono cinque tappe ad Assago...». Cos’è l’essenziale per Marco Mengoni? «Salire su un palco». Chiara Amendola A CURA DI MASSIMILIANO SERRIELLO Il “lato positivo”: sagacia satirica ed empito romantico R educe dallo splendido “The Fighter”, in grado di conciliare l’afflato popolaresco dei cult movie sulla nobile arte con gli asciutti stilemi del miglior cinema antropomorfico, l’esperto regista statunitense David O. Russell (nella foto) conferma nell’incantevole commedia dolce-amara “Il lato positivo” le proprie polimorfe doti espressionistiche. L’abilissimo script redatto dal versatile O. Russell, che torna a cimentarsi nelle vesti di sceneggiatore - come in “I Heart Huckabees” ma con tutt’altra maestria - per adattare l’accorato romanzo “L’orlo argenteo delle nuvole” di Quick Matthew, allestisce un découpage tecnico scevro da ogni accademismo. La flessuosa mobilità della macchina da presa, tesa ad amalgamare pedinamenti zavattiniani ed effetto Vertigo tramite un’insolita concordia di zoom in avanti e carrellate all’indietro, tocca ora il mesto ora il buffonesco, con eguale acutezza di toni, conferendo ai quadri intimisti l’intrinseca tensione di un thriller metafisico. Se l’evocativo prologo annoda i “malincomici” fiotti di cinismo del caustico Todd Solondz alla sapiente ruffianeria mélo di James L. Brooks nel descrivere il ritorno all’ovile familiare dell’afflitto professore di lettere Pat Solitano, dopo otto mesi trascorsi in una clinica psichiatrica di Baltimora per aver percosso quasi a morte l’amante della moglie Nikki, l’intenso prosieguo va ben oltre l’assorbimento di diverse cifre stilistiche. L’azzeccata miscela di sagacia satirica ed empito romantico punzecchia l’enfasi trascinante con cui i film dai buo- ni sentimenti, come “Rocky” e “Dirty Dancing”, fanno leva sull’emotività delle masse, preservandone, al contempo, la genuina virtù di sedurre molti cuori. Jackie Weaver, nei panni dell’anziana signora Solitano, delinea un’affabile figura di fianco, diametralmente opposta all’ambigua mamma chioccia interpretata in “Animal Kingdom”, intrisa, però, dell’autenticità cara all’aedo della working class inglese Ken Loach. Robert De Niro duetta in chiave minimalista con l’eclettica Weaver e dona a Pat Sr, schiavo delle scommesse sportive, i chiaroscuri caratteriali di chi vorrebbe rappresentare un modello di rettitudine per la sua progenie. Bradley Cooper rende con schietta efficacia l’evoluzione psicologica di Pat Jr che dapprima, sull’esempio del tenace Rocky, anela di trarre profitto dall’adagio “Mens sana in corpore sano”, per vincere i disturbi bipolari senza l’ausilio dei farmaci, e poi, dopo la gara di ballo sostenuta insieme all’inquieta Tiffany, raggiunge l’agognato traguardo fuori dagli ambiti prefissi. L’inobliabile Tiffany, elemento catalizzatore dell’intera pellicola, impreziosita anche dal dinamico montaggio di Jay Cassidy, trova in Jennifer Lawrence un’attrice capace d’incrociare persuasivi slanci ironici al fulgido pathos esistenziale. Il gusto del vero di O. Russell, immesso nelle stramberie quotidiane, libera l’happy end dalla scontatezza ed esplicita, all’interno dei quartieri periferici della città dell’amore fraterno, l’essenza poetica di quel lato positivo posto ai bordi argentati delle nubi corvine che investono l’anima. DA NON PERDERE STASERA IN TV RAI 1 RAI 4 RETE 4 LA 7 SKY CINEMA 1 PREMIUM CINEMA 20:30 AFFARI TUOI SPETTACOLO 21:10 VOLARE - LA GRANDE STORIA DI DOMENICO MODUGNO FILM 23:20 PORTA A PORTA NOTIZIE 00:55 RAI PARLAMENTO NOTIZIE 01:05 TG1 NOTTE NOTIZIE 19:40 LOST SERIAL 20:30 OTTO E MEZZO MAGAZINE 19:30 ALVIN SUPERSTAR 3 - SI SALVI CHI PUO' 15:45 4-4-2- IL GIOCO PIU' BELLO DEL MONDO 21:10 UNFORGETTABLE SERIAL 21:00 SKY CINE NEWS - GANGSTER SQUAD 17:32 LA PEGGIOR SETTIMANA DELLA MIA VITA 23:55 THE BIG C SERIAL 21:10 PARADISO AMARO 19:18 CAMBIO VITA (DI D. DOBKIN) 00:45 OMNIBUS NOTTE NOTIZIE 23:10 SCIALLA! (STAI SERENO) 21:15 IN TIME 01:15 ANICA - APP. 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