cenni sulla storia dell`aerografo

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cenni sulla storia dell`aerografo
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INTRODUZIONE
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L’aerografo , che noi conosciamo attualmente , è probabilmente lo strumento più sofisticato
Per spruzzare colore , con il massimo della precisione .
La sua scoperta a livello sperimentale spetta ad un pittore acquerellista , Charles Burdik , di
nazionalità inglese , il quale dopo vari tentativi riuscì a mettere a punto uno strumento che gli
permise di velocizzare la sua pittura e creare dissolvenze di colore piu’ delicate per realizzare gli
sfondi dei suoi quadri; era l’anno 1893.
Dopo questo evento, l’aerografo venne impiegato all’inizio del secolo da diversi ritoccatori
fotografici, i quali ben presto si resero conto che era uno strumento insostituibile per stendere
velature trasparenti di toni opachi o traslucidi sopra una fotografia senza distruggere la struttura
sottostante della figura.
Negli anni 30 e 40 incominciarono a fare la loro comparsa i primi cartelloni pubblicitari e
illustrazioni grafiche per giornali e riviste dei primi artisti di questo strumento tra cui, uno dei piu’
famosi, Alberto Vargas, noto per i suoi poster di pin-up, usava l’aerografo per arrotondare le forme
ed ottenere una colorazione piu’ raffinata.
Inspiegabilmente, dopo il secondo conflitto mondiale, l’aerografo viene messo un po’ in disparte
ritornando principalmente ad essere usato per il ritocco fotografico, e come ausilio per scene
cinematografiche ed disegni animati.
La sua grande rivalsa la ottiene negli anni 60 dove avviene una vera e propria rivoluzione nel
contesto culturale e nel modo di pensare di quegli anni.
Un’intera generazione di artisti viene a conoscenza del messaggio commerciale e pubblicitario che
l’aerografo puo’ avere nell’avvento di una nuova società di consumi, quindi, prende il via la
cosiddetta pop art, una nuova forma di illustrazione pubblicitaria la quale portata avanti da artisti
come Peter Philips, James Rosenquist e Peter Klasen, riesce a produrre tele e disegni di un realismo
simile a quelli di un documento fotografico.
Oggi l’aerografo trova posto in tutti i settori creativi: la moda, il design, l’architettura,
l’illustrazione medica, la pubblicità, la pasticceria, ecc…
Costituita da una tecnica apparentemente facile, l’aerografia è possibile a qualunque persona dotata
di un minimo di manualità.
Ma l’aerografo è molto di piu’ del semplice uso di uno strumento, è prima di tutto l’arte della
sfumatura, infatti imparando la sua tecnica ci si accorge della sua qualità quasi magica di disegnare
e dipingere senza toccare la superfice, e comunque i suoi risultati sono belli e rifiniti, l’immagine a
cui arriva va spesso oltre al realismo, ma, sia per l’artista che per il neofita, l’aerografo come
qualsiasi altro strumento, richiede una conoscenza assoluta della tecnica e una grande abilità per
raggiungere dei buoni risultati.
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Per avere buoni risultati, sfruttando tutte le doti di un’aerografo, prima di tutto bisogna capire come
funziona internamente; di aerografo ne esistono numerosissimi tipi, da quelli ad azione singola a
miscelazione esterna a quelli a doppia azione indipendente, lavorando pero’ tutti sullo stesso
principio di base e cioe’ la nebulizzazione.
Il colore e l’aria compressa sono incalanati separatamente, e quando quest’ultimo incontra il colore,
questo viene espulso attraverso l’ugello.
Questa operazione, fra aria e colore, la distanza fra puntale e superfice, contraddistinguono un tipo
di aerografo da un’altro.
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E’ il tipo di aerografo piu’ semplice, e ne esistono di varie qualità; è messo in funzione premendo
un pulsante che agisce su aria e colore espellendoli simultaneamente.
In pratica, è lo stesso sistema di una bomboletta a spruzzo, che anche se la loro meccanica è molto
semplice, bisognerebbe conoscere i vari tipi di questi cosiddetti vaporizzatori.
Ne esistono di due tipi: a miscelazione esterna e , a miscelazione interna.
Miscelazione esterna: la nebulizzazione risulta un po’ grossolana e produce una granulosità piu’ o
meno spessa. Ne esiste anche un tipo munito di ago ma il risultato migliora di poco. Questo tipo di
aerografo è quello piu’ usato dagli hobbisti perché non richiede doti particolari di manualità.
Miscelazione interna: questo aerografo è il piu’ sofisticato della gamma a azione singola, produce
una nebulizzazione di colore piu’ fine degli altri modelli, perché la miscelazione aria colore viene
fatta al suo interno, quindi quando si spruzza, il grilletto apre la valvola dell’aria che risucchia il
colore espellendolo attraverso l’ugello, in una quantità regolabile secondo la posizione dell’ago che
verrà già preselezionata prima di spruzzare allentando il dado che lo assicura.
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Anche se sono piu’ costosi di quelli ad azione singola, risultano indubbiamente i piu’ versatili ed i
piu’ adatti a disegni di elevata qualità.
In pratica l’aerografo a doppia azione, funziona regolando il flusso dell’aria e del colore con lo
stesso pulsante; esercitando una pressione verso il basso, il pulsante regola la quantità di aria in
uscita e contemporaneamente tirando indietro si regola il colore.
Quindi da un momento all’altro, si potra’ lavorare con poca aria e molto colore, o al contrario con
molta aria e poco colore, il che consentirà all’artista una quantità di molteplici effetti, sui quali poter
contare quando affronterà un disegno.
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L’abilita’, o come si dice in gergo il cosiddetto “ dito “ al pulsante non puo’ essere acquisito dal
giorno alla notte, quindi per ottenere dei buoni risultati bisognerà costantemente esercitarsi per
riuscire ad avere sempre piu’ maggiore manualità.
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Dopo aver acquistato un buon aerografo dovremmo certamente assemblarlo ad un buon
compressore , e anche in questo campo ne esistono di vari tipi e forme.
Si puo’ usufruire di compressori di tipo rumoroso o silenzioso, quest’ultimo è pero’ il piu’ indicato,
non perché l’altro sia meno valido, ma perché la maggioranza di noi, colloca il compressore in
laboratorio e, quindi quello silenzioso è il piu’ adatto per questo tipo di lavoro.
I tipi silenziosi si possono trovare in due diversi formati e cioè con o senza serbatoio.
I compressori a diaframma ( senza serbatoio) sono molto semplici e sono ad azione diretta,
funzionano solo quando sono accesi e si limitano percio’ ad aspirare l’aria e ad espellerla subito
dopo averla portata ad una pressione maggiore; ma siccome l’aerografo per funzionare
ottimamente ha bisogno di una pressione di 1,8-2 atmosfere, raramente questi piccoli compressori
raggiungono tali pressioni.
I compressori con serbatoio sono i piu’ usati dagli illustratori ed i professionisti piu’ famosi del
mondo. Questo non a caso, infatti, queste macchine avendo un serbatoio o deposito in cui
immagazzinano l’aria, consentono al motore di lavorare a tratti e quindi di accendersi solamente
quando la pressione dell’aria nel serbatoio comincia a scarseggiare ( evitando cosi’ il
surriscaldamento), e in piu’, cosa piu’ importante permettono di lavorare ad una pressione costante,
il che è di vitale importanza per la riuscita di un buon lavoro.
Quindi anche il compressore deve essere scelto con un certo criterio sempre tenendo conto dell’uso
che se ne deve fare.
L’aerografo puo’ funzionare anche con bombolette di aria compressa, comunemente reperibili dai
rivenditori degli stessi aerografi, mi sento pero’ di sconsigliare questo tipo di soluzione, perché la
bomboletta ha una durata limitata e non ha riduttore di pressione, il che vuol dire lavorare in
pessime condizioni, non essendo possibile regolare la pressione dell’aria.
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PROBLEMA
CAUSE
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Lo srpuzzo è
deviato
Addensare il colore
L’aerografo è troppo vicino alla
superficie .
Lavorare con l’aerografo
più lontano dalla base .
L’ago si trova leggermente
arretrato.
Avanzare l’ago e
Stringerlo con l’apposita
Vite.
Mancanza di pressione .
Regolare la pressione
dell’aria a 1,8 –2 atmosefre
Pulire accuratamente
l’aerografo .
C’è del colore secco
nell’ugello o nel corpo
dell’aerografo.
L’ugello è rovinato
E il colore si accumula sulla
punta
Sostituire l’ugello e pulire
l’ago oppure pulire
l’ugello .
L’ago è storto
Raddrizzare oppure
sostituire l’ago.
L’ugello è sporco
Pulire con attenzione.
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Durante il lavoro ogni
tanto si formano
degli schizzi
Colore troppo diluito.
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Si formano dei piccoli
“ragni”di colore
La spruzzatura
è a tratti e irregolare
RIMEDIO
Poca sicurezza
Fare molto esercizio.
nell’uso dell’aerografo
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Schiacciando il pulsante
dell’aria esce anche colore
L’ago è sporco
Smontare l’aerografo
e pulire l’ago.
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L’ago è consumato
Il pulsante è lento
a ritornare oppure rimane
schiacciato
La molla non è in forza
o è sporca .
Richiedere pezzo di
ricambio al fornitore.
E’ sporco tutto il corpo
dell’aerografo .
Pulire completamente
l’aerografo
Il puntale è avvitato male
oppure è lento
avvitare nella maniera
corretta il puntale
Si sta lavorando con poca
Pressione
Regolare la pressione
Pulsante rotto.
Manca il colore nel
Serbatoio.
Colore secco ostruiscono
la punta .
Colore secco all’interno
dovuto alla non pulizia
dopo il lavoro
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L’ago si blocca
all’interno dell’aerografo.
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Il pulsante non ritorna
in avanti dopo essere
stato premuto.
Sostituirla o tirarla
leggermente.
Il pulsante è rotto.
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L’aia esce dal puntale
provocando delle bolle
Il flusso di colore
si interrompe
Avanzare l’ago e
fermarlo con l’apposita
vite.
Sostituirlo
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L’ago è leggermente
arretrato
si è incastrata la molla dell’ago
o ha perso tensione.
Riparazione professionale
Aggiungere colore.
Pulire tutto il puntale
e l’ago.
Immergere tutto
in acqua calda e
detersivo non schiumoso
poi smontare e pulire
accuratamente
Liberare la molla
o cambiarla.
Il pulsante è rotto o non è
Controllare e fare
stato montato bene.
sostituire se necessario.
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Le cure che dedicherete al vostro aerografo ne determineranno la precisione nel lavoro , e la sua vita
Siccome si tratta di uno strumento di precisione la pulizia dovrà sempre essere attenta e scrupolosa
Il mezzo ideale per la sua pulizia è acqua calda con del detersivo non schiumoso ; immergendo i
pezzi dell’aerografo tutti smontati accuratamente , dentro a questo liquido , si avrà la sicurezza
della assoluta pulizia .
Dopo qualche ora di immersione si tolgono i pezzi , e si sciacquano in acqua , si asciugano
accuratamente , poi si rimonta l’aerografo .
Una cura particolare la si deve prestare all’ugello ed all’ago .
Bisogna infatti assicurarsi prima di estrarre l’ago , che esso non abbia la punta storta , perché
danneggerebbe irrimediabilmente l’ugello .
Poi per immergere i pezzi bisognerà scegliere un tegame con fondo piatto in modo che l’ago non
tocchi le pareti .
Importantissimo non usare mai per la pulizia , solventi alla nitro , candeggina , o alcool ,perché
si danneggerebbero molte parti dello strumento.
E’ superfluo dire che l’aerografo va pulito tutte le volte che lo si usa , anche se non si ha tempo di
smontarlo , per lo meno bisogna sciacquarlo abbondantemente in acqua calda e detersivo non
schiumoso , risciacquare di nuovo con solo acqua , poi asciugarlo .
Tenendo sempre presente che la pulizia generale dei pezzi va fatta il più spesso possibile .
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I colori e la loro percezione nell’uomo sono stati studiati dalla scienza , la quale ne ha definito le
caratteristiche , le proprietà , e le leggi che regolano la loro composizione e l’effetto dei loro
accostamenti .
I COLORI PRIMARI
Esistono colori che non si possono comporre con mescolanze varie , e secondo le leggi della teoria
del colore questi , sono chiamati , colori PRIMARI .
Questi sono : IL ROSSO – IL GIALLO - IL BLU
I COLORI SECONDARI
Mescolando due a due questi colori si ottengono i colori SECONDARI .
Mescolando ROSSO + GIALLO = ARANCIO
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Mescolando GIALLO + BLU = VERDE
Mescolando ROSSO + BLU = VIOLA
I COLORI COMPLEMENTARI
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Quando si devono accostare i colori la prima cosa che si deve tenere presente sono gli accostamenti
dei colori COMPLEMENTARI .
Chiamati così perche il loro accostamento provoca un’esaltazione di entrambi , cioè uno esalta
l’altro , cosa da tenere presente quando si scelgono i colori per dei lavori artistici o si montano delle
vetrine .
Queste composizioni sono costituite da un colore SECONDARIO che sarà complementare del
colore PRIMARIO che non entra nella sua formazione .
LE COPPIE DI QUESTI COLORI SONO
ROSSO (p)
VIOLA(s)
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GIALLO(p)
VERDE (s)
BLU(p)
ARANCIONE (s)
(p) colore primario
(s) colore secondario
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I COLORI FREDDI E CALDI
Un’altra cosa da tenere presente quando si fanno composizioni artistiche con accostamento di colori
è la gamma dei colori freddi e quella dei colori caldi .
Questi colori opportunamente accostati fra loro , a mio avviso vanno usati solo quando si devono
costruire dei lavori artistici con impostazione astratta e moderna , quindi la scelta cadrà su una o
sull’altra gamma di colori , mai mescolarle insieme .
Gli unici colori che a mio avviso si possono accostare bene sia in una che nell’alta gamma sono il
nero (caldo) ed il bianco (freddo) , secondo me questi due colori hanno delle propietà ininfluenti
sul risultato della cromatologia finale dei colori usati per un lavoro artistico , donando comunque un
notevole effetto .
Per quanto riguarda la mescolanza di queste due gamme di colori lo si potrà fare solo in occasione
di lavori artistici che riproducono la natura , infatti Madre Natura mescola con sorprendente abilità
da milioni di anni tutti i colori freddi e caldi , es. sole giallo (colore caldo ) cielo azzurro (colore
freddo), albero marrone (colore caldo) foglie verdi (colore freddo), essendo noi abituati a tutto
ciò , consideriamo tutto questo , normale , e quindi possibile a farsi .
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I COLORI FREDDI
VERDE – AZZURRO – BLU – VIOLA – BIANCO – ARGENTO (naturalmente tutte le loro sfumature )
I COLORI CALDI
GIALLO – ARANCIO – ROSSO – MARRONE – NERO- ORO (naturalmente tutte le loro sfumature )
ALCUNE DIVERSE MESCOLANZE DI COLORI
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Per quanto riguarda i colori per l’aerografo si parla solo di colori trasparenti , e quindi le loro
mescolanze , possono essere fatte solo facendo inscurire il colore , in quanto il colore bianco per
schiarire non esiste , è per questo che colori come l’azzurro e il rosa , tra l’altro molto usati in
pasticceria si devono comprare già fatti , così da garantire un effetto migliore nelle sfumature ,
infatti se si sfumasse anche leggermente con il rosso per fare una sfumatura rosa non si otterrebbe
altro che un rosso molto pallido ma non un rosa . Questa tecnica la si potrà usare solo quando si
deve colorare una pasta , tipo pastigliaggio che essendo bianca , acquistando qualche goccia di
colore , es. rosso diventerà rosa .
Un’altra cosa da sapere sulle mescolanze dei colori , per ottenerne degli altri è , che mescolando i
tre colori primari , e cioè il rosso il giallo e il blu , si otterrà il nero .
Mescolando il rosso e il verde si otterrà il marrone .
Riepilogando il tutto , con i tre colori primari se ne ottengono altri tre più il nero , in oltre se si
aggiunge l’ultimo esempio del marrone , si arriva ad un totale di otto colori fatti solo con i tre
primari , ovviamente parlando sempre di colori trasparenti .