2 Martedì 28 Aprile 2015

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2 Martedì 28 Aprile 2015
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è un’iniziativa
Stangata sulla lite temeraria
La Corte d’appello di Milano ha condannato una parte a pagare una sanzione
record da 100 mila €: aveva gestito il processo solo per danneggiare un’azienda
Richieda la sua copia
all’edicolante
ANALISI DI CONFABITARE
Morosità
nelle rate,
è boom
nei condomini
a pag. 24
CONTENZIOSO
Valida la notifica
della sentenza
con raccomandata
ordinaria
Trovato a pag. 28
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
A Firenze
nessun dirigente
per l’ufficio
del giudice di pace
Ventura a pag. 29
SU WWW.ITALIAOGGI.IT
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Lite temeraria - Il
testo della sentenza
della Corte d’appello di Milano
Prima casa - La circolare dell’Agenzia
z delle entrate
t
InternazioI
nalizzazione
n
- Il te
testo del decreto legislativo
Abusare del processo può costare 100
mila euro. È la cifra stabilita dalla
Corte d’appello di Milano, condannando un temerario, che ha sommerso la
propria controparte di una valanga di
pignoramenti (ben 44), al solo scopo di
pig
da
danneggiarla commercialmente, e che
ha appellato una sentenza, sapendo
di avere torto. La Corte ha fatto una
ap
applicazione esemplare dell’art. 96 del
cp
cpc, che dà al giudice il potere di conda
dannare al risarcimento del danno per
ab
abuso del processo.
I droni sono cattivi. I bombardamenti
invece sono buoni e le mitragliate così così
CONTRO NATURA
Forza Italia
applaude
freneticamente
Rosy Bindi
di Pierluigi Magnaschi
I droni stanno attraversando un
brutto periodo, almeno in Italia.
Stanno infatti diventando, nelle discussioni da bar, che si tengono anche in parlamento e nei
talk show, l’arma da demonizzare come un tempo lo erano le
bombe chimiche (che appunto
sono rigorosamente vietate
mentre le bombe atomiche no).
I droni infatti sono responsabili dell’uccisione del cooperante
italiano Giovanni Lo Porto e
potrebbero indispettire le autorità libiche (ma non si era detto
finora che non c’erano più?) nel
caso che i natanti dei mercanti
continua a pag. 7
Ciccia a p
pag.
g 23
PAGANO L’1% DI TASSE
Finalmente Renzi
F
sembra deciso
a tassare Google
e i suoi compari
Oldani a pag. 6
a pag. 4
È ENRICO LETTA
Renzi ha due
avversari. Uno
in casa, Cantone
L’altro a Parigi
Ruggeri a pag. 4
Inchiesta di ItaliaOggi sul lato oscuro del rientro dei capitali: ecco le strade più battute per sfuggire al fisco
In
ANTONIO BATANI
Tutti i trucchi dei non-voluntarosi
C’è anche il lato oscuro della voluntary disclosure. Di fronte alla scelta
obb
obbligata (come la presentano per
lo p
più sia i professionisti sia l’ammin
ministrazione finanziaria) della
coll
collaborazione volontaria, per la riemer
mersione dei capitali illegalmente
dete
detenuti all’estero, c’è ancora chi
n
non
si arrende e, come raccontano
a ItaliaOggi gli addetti ai lavori
o
oltreconfine, rischia il tutto per tuttto, osando soluzioni al limite del
ttemerario. Dalla creazione di una
ssocietà limited per poi trasferire i
ccapitali da persona fisica a persona
g
giuridica al trasferimento dei fondi
d
dalla Svizzera verso Londra (o in
a
alternativa New York) presso una
b
banca locale per poi acquistare beni
rrari come quadri, oro e diamanti.
C
C’è anche chi acquista casa a Maurritius con conseguente automatico
ccambio di residenza, trasferimento
d
del denaro e, da lì, senza correre il
rrischio di essere tracciati, passaggio
d
delle somme a Singapore.
M
Ma il trucco fondamentale per
rrestare nell’ombra è quello di non
u
utilizzare l’euro.
DIRITTO & ROVESCIO
Grigolon a pag. 27
L’utilizzo delle aule giudiziarie
per minacciare, perseguitare,
ostacolare i propri concorrenti
o le proprie controparti si sta
diffondendo come un cancro
che rischia di divorare il sistema economico. Processi tirati
in lungo per anni solo per non
pagare i debitori, richieste di
risarcimento esorbitanti per
intimorire chi dà fastidio, comportamenti processuali fuori da
ogni regola non sono più tollerabili. Ecco perché va fatto un
applauso alla Corte d’appello
di Milano che ha condannato
l’autore di una lite temeraria
a una sanzione di 100 mila
euro. Così almeno la smette di
utilizzare i tribunali per creare
danni ai concorrenti. Se questa sentenza fosse il segno di
un cambiamento di rotta della
magistratura, scommettiamo
che tra due o tre anni l’Europa
smetterà di condannare l’Italia
per la irragionevole durata dei
suoi processi?
GIUSEPPE CALDAROLA, SULLA LEGGE ELETTORALE
È la minoranza del Pd
che si sta rottamando da sola
Giuseppe Caldarola
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Valentini a pag. 17
LA BORSA CI CREDE +8%
Giuseppe Caldarola non teme
accuse dall’interno del Pd: «Sono
(e resto) amico di D’Alema e di
Bersani, non diventerò renziano
nemmeno se mi venissero a prendere i carabinieri, ho criticato
più volte Renzi». Tuttavia, a ItaliaOggi spiega che «chi sta rottamando il passato, in modo intollerabile, è proprio la minoranza
Dem». Ciò perché, nei suoi riferimenti culturali, «non c’è Palmiro Togliatti» che avrebbe cercato
un compromesso. E nemmeno la
sinistra riformista «che ha sempre teso al miglioramento delle
condizioni date» ma c’è solo «un
realismo da casa da riposo». Se
fosse in Renzi, l’ex direttore
dell’Unità non porrebbe la fiducia sulla legge.
Pistelli a pag. 5
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Secchi a pag. 19
STERN A PICCO
Ai tedeschi
non piace più
il cancelliere
Bismarck
Giardina a pag. 21
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Martedì 28 Aprile 2015
I COMMENTI
L’ANALISI
IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH
La Germania, un leader che non
sa guardare oltre il proprio naso
Germany, a leader unable
to look beyond its nose
L
tra maxi-aree, Stati
a Germania
DI CARLO VALENTINI
Uniti, Cina, Asia, Euè riuscita
ropa, Russia, Africa,
(anche gradove una Germania forte in un’Euzie al piano Marshall, al
ropa debole sarà una condanna alla
gentlemen’s agreement degli altri
marginalità sia per la Germania sia
grandi Paesi europei, alla presenza
per l’Europa.
di materie prime sul suo territorio)
La mancanza di leadership, cioè di
a risollevarsi dalle distruzioni della
un grande disegno strategico a meguerra (da essa provocata) fino a
dio e lungo termine, in presenza di
diventare il Paese industrialmente
una pretesa egemonica, è alla base
leader di quell’Unione europea che
della fase acuta dell’attuale crisi
ha contribuito a costruire. Ma un
economica. Tanto che è dovuto inconto è l’egemonia e un altro la letervenire un tecnocrate come Mario
adership. Coi numeri si può essere i
Draghi per turare la falla. Alla nave
primi del gruppo e magari imporre le
manca ancora un timoniere (il ricorproprie decisioni. Per esercitare una
do corre ad Adenauer, Monnet, De
leadership occorre una lungimiranza
Gasperi, Schuman)
strategica.
ma almeno non entra
Quanto è avvenuto
più acqua.
nella politica econoLa politica
La Germania sta
mica europea è frutto
europea
dimostrando la stesdell’egemonia tedesca
è fallimentare
sa mancanza di lune della mancanza di
gimiranza sull’imleadership. La forza
migrazione. Si comporta come se
industriale della Germania e la sua
il problema non la riguardasse. In
abilità nell’inserire i propri funziorealtà le centinaia di migliaia di
nari, determinati e capaci, nei ruoli
aspiranti immigrati che si accalcachiave dell’euroburocrazia le hanno
no sull’altra sponda del Mediterraconsentito di determinare le decisioni economiche e monetarie dell’Ue. neo stanno premendo non tanto sui
confini dell’Italia quanto su quelli
Ma senza la capacità di guardare
dell’Europa. La cancelliera tedesca
oltre il proprio naso. Per difendere
ha fatto (quasi) fallire il vertice eugli interessi contingenti interni, la
ropeo voluto dall’Italia ma tra poco
Germania ha indebolito altri Paesi
quegli immigrati se li ritroverà in
confinanti e ha fatto proliferare i
casa poiché sbarcano in Italia però
sentimenti antieuropei. Rifiutandosi
la loro meta sono la Germania e il
di considerare che il futuro porterà
Nord Europa.
senz’altro a un confronto economico
G
ermany managed (also
Europe, Russia, Africa, where a
thanks to the Marshall
strong Germany in a weak EuPlan, the gentlemen’s
rope will be a condemnation to
agreement of the other
marginality both for Germany
major European countries, the
and Europe.
presence of raw materials on its
The lack of leadership, namely
territory) to recover from the deof a great strategic plan in the medium and long term, when there is
struction of war (caused by it) bea hegemonic claim, is at the heart
coming the industrial leader of the
of the acute phase of the current
European Union it has helped to
economic crisis. So much so that a
build. But hegemony is one thing
technocrat like Mario Draghi had
and leadership quite another. With
to intervene to plug the hole. The
numbers a country can be the leadship is still missing a helmsman
er of a group and maybe impose its
(the memory goes back to Adedecisions. To exercise leadership a
nauer, Monnet, De Gasperi, Schustrategic foresight is needed.
man) but at least it doesn’t leak
What happened in European
anymore.
economic policy is
the result of GerGermany is showEuropean
man hegemony and
ing the same lack of
foresight on immiof the lack of leaderpolicy
gration. It behaves
ship. The industrial
is disastrous
as if the problem
strength of Germany
didn’t concern it.
and its ability to put
Actually hundreds of thousands
its offi cials, determined and caof aspiring immigrants who crowd
pable, in Euro-bureaucracy’s key
the other shore of the Mediterroles enabled it to determine EU
economic and monetary decisions. ranean aren’t massing on Italy’s
borders but on Europe’s ones. The
But without the ability to look beGerman Chancellor caused (alyond its nose. To defend national
most) the failure of the European
contingent interests, Germany
summit wanted by Italy but soon
has weakened other neighboring
those immigrants will end up in
countries and fuelled anti-Euroher country as they land in Italy
pean sentiment. Thus refusing
but aim at reaching Germany and
to consider that the future will
Northern Europe.
undoubtedly bring an economic
comparison between maxi-areas,
© Riproduzione riservata
the United States, China, Asia,
Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Le riforme di Monti, Letta e Renzi
hanno prodotto soltanto recessione
DI
EDOARDO NARDUZZI
Q
ualche giorno fa il
presidente della Bce,
Mario Draghi, ha
spiegato che secondo
i calcoli fatti dal suo ufficio
studi, quindi non stiamo parlando delle analisi di qualche
associazione territoriale del
commercio, il contributo del
quantitative easing alla crescita italiana nel 2016 sarà
pari a un punto percentuale.
Grazie agli acquisti di Btp
decisi da Francoforte, il pil
italiano il prossimo anno beneficerà di un’accelerazione
dell’1%. Ma secondo Fitch,
un’agenzia di rating che ha
pubblicato le sue previsioni
lo scorso venerdì, quindi includendo anche l’effetto Qe,
nel 2016 il pil italiano crescerà solo dell’1%, dopo aver
segnato un +0,5% nel 2015.
Allineando numeri e previsioni si scopre una realtà che dovrebbe preoccupare non poco
gli italiani: le tanto sbandierate riforme iniziate nel 2011
dal governo emergenziale di
Mario Monti, proseguite con
quello di unità nazionale di
Enrico Letta e portate ancora
più avanti dall’esecutivo della
rottamazione di Matteo Renzi
non hanno avuto alcun effetto
sostanziale nello stimolare il
potenziale di crescita economica dell’Italia, che sarebbe
di fatto ancora in recessione
senza la ciambella di salva-
Tutto il merito
della minicrescita
del pil è di Draghi
taggio lanciata dalla Bce.
Pare proprio, alla prova dei
numeri, che le manovre battezzate molto pomposamente
dai vari governi pro tempore
con acronimi altisonanti come
CresciItalia, SviluppoItalia,
LaVoltaBuona e così via siano state più uno strumento
di relazione mediatica tra il
governo e i contribuenti piuttosto che dei provvedimenti
capaci di invertire la stagnazione italiana.
Probabilmente la zavorra
del Paese va ricercata nello
stock di debito pubblico accumulato e negli effetti che
questo fatto produce sulla
crescita economica potenziale. Per rientrare da un debito
tanto elevato servono cure da
cavallo vere non delle slide
ben presentate, altrimenti il
debito spiazza gli investimenti privati che devono scontare
gli effetti futuri della maggiore tassazione necessaria per
ripagarlo. Infatti lo stock del
debito impedisce qualsiasi
manovra fiscale: la pressione fiscale complessiva continua a crescere elevatissima
mentre per far ripartire il
Pil occorrerebbe un taglio
vero delle imposte. Intanto
investitori e analisti hanno
imparato a fare la tara alle
riforme annunciate dai vari
governi mai eletti dai cittadini, quindi sempre emergenziali, e votati dal parlamento
per riformare.
La morale resta amarissima: senza SuperMario a
Francoforte i politici italiani
non sarebbero stati capaci
di far uscire l’Italia dalla recessione neppure nel 2016.
Queste valutazioni le hanno
già dettagliatamente fatte a
Berlino, Washington e Bruxelles.
© Riproduzione riservata
Italicum, basta chiacchiere,
adesso parleranno i numeri
DI
MARCO BERTONCINI
Lo scontro si è trasferito
da ieri nell’aula di Montecitorio. Da una parte sta
Matteo Renzi, che intende
restare segretario del Pd
e presidente del Consiglio.
Dall’altra parte si collocano coloro che vogliono eliminarlo dalla segreteria (i
dissidenti del Pd), i vendicatori del dissolto patto del
Nazareno (Fi, senza alcun
timore di contraddizione
nel votare contro l’identico
testo su cui si espresse a
favore a palazzo Madama),
i nemici del governo così
da destra come da sinistra.
Che molti si rendano conto
dell’inanità della battaglia
emerge sia dalla manifestazione di piazza promossa ieri da Corrado Passera
(una piazza alquanto elitaria, va detto, posto che i
partecipanti si contavano
in poche decine: decine in
assoluto, beninteso, non
decine di migliaia), sia dal
rassegnato annuncio dei
grillini di voler ricorrere a
loro volta a mobilitazioni
esterne.
Da parte sua R. ha lanciato l’ultima iniziativa di
propaganda, con la lettera
agli iscritti. Ora passa alla
forza, cioè alla conta, mediante il ricorso alla fiducia, anzi, alle fiducie. Non
servono le geremiadi delle minoranze, siano esse
democratiche (da Rosy
Bindi a Roberto Speranza
ormai privo di poltrona),
siano partiti ostili a palazzo Chigi. Evocare legge
Acerbo e «legge truffa» non
serve a mutare la realtà
dei fatti, che si tradurrà
in una pura numerazione.
Voi quanti siete? Noi siamo di più.
Che l’italicum trasudi
incongruenze, errori, limiti e difetti lo sa prima
di tutti gli altri lo stesso
R. Sa altrettanto bene
che cedere significherebbe
fornire una prova di debolezza tale da rimettere in
gioco il suo primato e la
sua segreteria. E sa pure
che questo è il sistema che
meglio può giovargli: alla
sua persona, prima ancora
che al suo partito.
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PRIMO PIANO
Martedì 28 April
Aprile 2015
3
Si vota. Renzi scrive ai pd facendo appello alla dignità. Passera si imbavaglia a Montecitorio
Sull’Italicum rien ne va plus
Nepal, morti 4 italiani, 40 irreperibili. L’Onu scopre gli sbarchi
DI
FRANCO ADRIANO
enzi, come Allegri
nella Champions,
prova ad arrivare
fino in fondo sull’Italicum. Incurante di quanto
sta succedendo intorno a lui.
Veramente di tutto, considerato che l’ex banchiere ed
ex ministro montiano Corrado Passera ha scelto di
imabavagliarsi per
protesta davanti a
Montecitorio insieme a 50 militanti di
Italia Unica. Formazione che verrebbe
spazzata via prima
di vedere la luce del
parlamento dall’Italicum. Ma il presidente del consiglio
croupier ha parlato:
«Rien ne va plus».
E ora non resta che
aspettare che la pallina si fermi. Sono
circa un centinaio
gli emendamenti
presentati in Aula.
Il comitato dei nove
della commissione
Affari costituzionali della Camera li
ha esaminati uno
ad uno tra ieri sera
e questa mattina.
Tuttavia, l’attenzione è concentrata su un passaggio
preliminare all’esame delle
singole proposte di modifica.
Prima occorre che l’Italicum
passi le Forche Caudine delle
pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni (in tutto si svolgeranno
8 scrutini) con la richiesta di
voto segreto su almeno due
di quelle depositate da Forza
Italia. L’Aula è convocata per
le 11,30. L’orientamento della maggioranza di governo è
quello di chiudere in settimana, rinviando alla settimana
prossima soltanto il voto finale. «Si può approvare in una
settimana», ha detto Ettore
Rosato, il deputato renziano
che sta coordinando le file
parlamentari, dopo la clamorosa presa di distanza (con le
dimissioni) del capogruppo
Roberto Speranza. «Nel
voto di queste ore c’è in ballo
la legge elettorale, certo. Ma
anche e soprattutto la dignità
del nostro partito», ha scritto
il presidente in una lettera inviata ai circoli del Pd, «la prima regola della democrazia è»,
ha aggiunto, «rispettare, tutti
insieme, la regola del consenso interno». «Quando ho perso
le primarie», è il ragionamento offerto agli iscritti del Pd
da Renzi, «ho riconosciuto che
la linea politica doveva darla
chi aveva vinto. Adesso non
sto chiedendo semplicemente
lealtà; sto chiedendo rispetto
per una intera comunità che
si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli.
R
Perché questa legge elettorale
l’abbiamo cambiata tre volte
per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere». Il punto
sarà quello di vedere quanti
esponenti della minoranza
passerranno dalla protesta
verbale contro Renzi ai fatti.
«Nel Pd i no saranno meno di
cinque», ha pronosticato Rosato. L’abbandono di Speran-
giorno lavorerò senza tregua
per dare alla nostra comunità la possibilità di essere utile
all’Italia».
Nepal, quattro
vittime italiane
Tra gli oltre 4mila morti e
circa 7mila feriti (numeri destinati a salire anche di molto
secondo alcuni osservatori) a
Vignetta di Claudio Cadei
za è ancora un capitolo aperto.
«Ho visto che non è prevista
alcuna riunione del gruppo
prima del voto sull’Italicum»,
ha sottolineato Alfredo D’Attorre della minoranza del Pd
a proposito della decisione del
partito di non procedere subito alla nomina del nuovo capogruppo dopo le dimissioni
di Speranza. «Spero che non
si voglia dare a Renzi la possibilita’ di dare indicazioni di
voto dai banchi del governo»,
ha aggiunto malizioso. «Sarebbe un controsenso invocare
prima la disciplina di gruppo
e poi non avere una guida in
un momento così importante
per il partito». Stefano Fassina sospenderebbe i lavori
parlamentari e darebbe vita
ad un referendum interno al
partito. «Il Pd dovrebbe consultare i propri iscritti sulla
legge elettorale», ha detto.
Intanto FI ribadisce il suo
no al provvedimento. Intanto
il fittiano Rocco Palese ha
già formalizzato la richiesta
di voto segreto su due pregiudiziali di costituzionalità
presentate in Aula alla Camera sull’Italicum e anche sugli
emendamenti. Renzi si gioca
il tutto per tutto alla roulette. «Ho preso l’impegno con
voi iscritti al Pd di guidare il
partito fino al dicembre 2017,
quando si terranno le primarie. In quell’appuntamento
toccherà a voi, alla nostra comunità, scegliere se cambiare segretario. Ma fino a quel
causa del terribile terremoto
in Nepal ci sono anche quattro vittime italiane. Ad essere
travolti ed uccisi da una frana di dimensioni gigantesche
abbattutasi nella valle del
Rolwaling a Nord di Kathmandu, sono stati i trentini
Renzo Benedetti, 60 anni
di Segonzano, direttore della
scuola di alpinismo della Sat
di Cavalese, accademico del
Club Alpino Italiano, sposato
e padre di un figlio, Marco
Pojer di Grumes in Val di
Cembra, cuoco della locale
scuola materna, ed Oskar
Piazza, speleologo e membro
del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, insieme a Gigliola Mancinelli, 50 anni
medico dell’Ospedale Cardiologico Lancisi di Ancona.
Piazza e Mancinelli facevano
parte dello stesso gruppo di
speleologi che comprendeva
anche il genovese Giovanni
Pizzorni ed il marchigiano
Giuseppe Antonini. Stando
ad alcune testimonianze Benedetti e Pojer avevano deciso di effettuare una leggera
deviazione di percorso perché
volevano portare medicinali
ad un’anziana nepalese che
conoscevano dalle precedenti
spedizioni. Avevano detto ai
compagni di escursione, Iolanda Mattevi trentina di
Segonzano (in ospedale con
l’avambraccio ed un dito fratturato), ed Attilio Dantone,
trentino della Val di Fassa
(illeso), di proseguire lun-
go il sentiero. Ma sarebbero
ancora quaranta gli italiani
irreperibili in Nepal. L’Unità di Crisi della Farnesina
ha comunicato che allo stato
attuale risultano irreperibili
40 cittadini italiani mentre
le segnalazioni pervenute
alla Sala Operativa dell’Unità di Crisi nel corso delle ore
successive di sabato hanno
consentito di rintracciare sinora - oltre agli otto
turisti inizialmente
registrati su www.
dovesiamonelmondo.it - più di 300
connazionali non
registrati che erano
presenti nell’area
colpita dal terremoto. Il ministero degli Affari Esteri sta
lavorando in queste
ore con il Comando
Operativo Interforze (COI) per l’invio
di un primo velivolo militare C130 al
fine di effettuare i
primi rimpatri dei
connazionali presenti nella capitale,
nonché di un ulteriore volo militare
più capiente che potrebbe raggiungere
Kathmandu nei
prossimi due giorni
quando sarà possibile organizzare e
far convergere sull’aeroporto
della capitale un maggior numero di connazionali.
L’Onu forse si fa carico
del problema sbarchi
«Prima l’Italia era sola a
fronteggiare questo tema,
ora l’intera comunità internazionale è consapevole che
si tratta di un problema globale e non di una questione
che riguarda un Paese», ha
detto Renzi al termine della
visita sulla nave San Giusto
assieme al segretario generale della Nazioni Unite Ban
Ki-Moon e Mister Pesc Federica Mogherini. «Fermare i trafficanti di esseri umani per evitare una catastrofe
umanitaria è una assoluta
priorità su cui contiamo di
avere il sostegno delle Nazioni Unite», ha aggiunto Renzi. «Dopo Lampedusa, l’Italia
ha dato prova di generosità.
Ma dobbiamo farci sentire
a livello internazionale, sia
in Europa che alle Nazioni
Unite. Questa è la nostra
strategia. Nel passato eravamo soli. Adesso vediamo
che qualcosa finalmente si
muove. La presenza di Ban
Ki-Moon e Mogherini oggi è
un segno importante».
cora. Siamo aperti e pronti all’ascolto. Ma un punto
deve essere chiaro: la scelta
dell’autonomia è decisiva»,
ha ribadito Renzi nella lettera ai segretari dei circoli
Pd, dopo gli attacchi degli
insegnanti alla riforma voluta dal suo governo. «Significa
che la scuola non deve essere
nelle mani delle circolari ministeriali e dei sindacati, ma
dei professori, delle famiglie,
degli studenti. Tutte le parti
in campo sul tema della riforma della scuola evitino eccessi, toni ultimativi e scontri
ideologici. È invece il senso
dell’appello che lanciano dal
Pd il vicesegretario e il presidente Lorenzo Guerini e
Matteo Orfini. «Con la Buona Scuola», hanno affermato, «il governo ha costruito
un percorso di ascolto lungo e
approfondito che ha coinvolto migliaia di operatori scolastici, insegnanti, famiglie
e studenti. (...) «È sbagliato
che si impedisca di parlare a
chi presenta la riforma, così
come è sbagliato bollare di
squadrismo chi manifesta il
proprio dissenso. La scuola
e’ il cuore del cambiamento
dell’Italia».
© Riproduzione riservata
PILLOLE
di Pierre de Nolac
Uova contro Salvini.
Le cucinerà
Elisa Isoardi?
***
Mattarella:
«La politica sconfigga
la corruzione».
Seguirà l’autodafé.
***
È passato il 25 aprile.
La Liberazione
dal fabiofazismo.
***
Renzi al Pd: «In gioco
dignità e futuro
del partito».
Boom!
***
Giannini contestata
anche dai vertici Pd.
Giusto perché
ci è appena entrata.
***
Il governo si corregge
sul ddl scuola
I selfie-stick al bando
anche a Wimbledon.
«Il nostro disegno di legge
può essere migliorato an-
Ne avevano piene le palle.
4
Martedì 28 Aprile 2015
PRIMO PIANO
La riforma elettorale di tipo bipartitico, per funzionare, va estesa anche agli enti locali
Bipartitismo? Per ora orgia di liste
In Campania ci sono 11 liste per Caldoro e 9 per De Luca
DI
MARCO BERTONCINI
italicum procede
verso il bipartitismo: così sostiene,
fra gli altri, lo zio
o nonno o padre putativo
del progetto, il politologo Roberto D’Alimonte.
Senza dubbio, uno dei motivi forti del nuovo sistema
è il premio di maggioranza
assegnato alla lista, come
voluto da Matteo Renzi e
accettato da Silvio Berlusconi (ma resipiscenze sono
oggi palesi). Tuttavia i sistemi in vigore per le regionali e le comunali (nei centri
maggiori) sono fortemente a
sostegno delle coalizioni. È
dunque difficile ritenere che
l’ingegneria elettorale per le
politiche riesca a modificare
la frammentazione partitica,
fin quando i partiti minori e
perfino minimi avranno vantaggi nelle altre elezioni.
Le liste annunciate per
le elezioni di maggio attestano la consueta trionfale
esposizione di candidature
sotto le più varie bandieree.
A correre ci sono delle armate di candidati, ripartiti (per
restare ai capoluoghi ove si
voterà già fra meno di due
settimane, il 10 maggio) in
undici liste ad Aosta, in dodici a Trento e in ben diciannove a Bolzano. Simili sono
Forza Italia applaude
Rosy Bindi in Parlamento
L’
Stefano Caldoro
Vincenzo De Luca
le prospettive regionali. In
Campania a sostenere Stefano Caldoro dovrebbero
essere undici liste, mentre
dietro Vincenzo De Luca
se ne dovrebbero contare
nove. Basterà notare che nel
centro-destra Area popolare
presenterà due liste, ciascuna con il riferimento ad Ap
ma autonoma dall’altra (Ncd
e Udc), mentre una lista del
centro-sinistra dovrebbe
servire ad accogliere ben
tre movimenti, denominati
«Pensionati consumatori»,
«Insorgenza civile» e «Meridionalisti democratici».
Ci saranno partiti storici da parecchio assenti
dal Parlamento, come il Pri,
e poi meridionalisti di varie
etichette, per tacere delle liste del presidente (De Luca
dovrebbe averne ben due di
propria diretta emanazione).
C’è, quindi, poco da stupirsi
se Silvio Berlusconi intenda
cancellare il proprio nome
dal simbolo di Fi. La ragione principale è che si è reso
perfettamente conto delle
difficoltà in cui si dibatte
il partito, dei possibili esiti
negativi causati dai conflitti
interni, della costante perdita di simpatie segnalatagli
anche dalla sondaggista prediletta. Ha inoltre acquisito
la consapevolezza che questa
Allora cominciamo con gli interventi in discussione
sulle linee generali. La prima iscritta a parlare è la
deputata Rosy Bindi, ne ha facoltà.
- Rosy Bindi. Grazie Presidente. È stato più volte affermato in questi giorni, anche questa mattina, che
nessuna legge elettorale è perfetta. È vero, e come potrebbe esserla, ci potremmo chiedere, perché persino
la legge elettorale – e anche questa legge elettorale –
appartiene alla cose umane e la perfezione, si sa, non
è di questo mondo, ma di questo mondo è invece la
possibilità di fare le cose migliori (...). Sento parlare
di voto di fiducia, come per la legge Acerbo, come per
la legge «truffa», sento addirittura parlare di voto di
fiducia sulle pregiudiziali, come su un decreto fiscale
nei primi anni Ottanta. Questo è un vulnus terribile
nei confronti della vita del Parlamento e nel rapporto
tra Governo e Parlamento. Lei sa bene che le prassi in
Parlamento creano norma, rinovellare queste prassi per
consegnarle al futuro può essere davvero pericoloso
per la qualità e il futuro della democrazia di questo
Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e
Sinistra Ecologia Libertà).
presenza di liste e listarelle
intacca il potenziale seguito
che avrebbe una lista unica
di Fi, specie nel caso di liste
del presidente.
La prospettiva di legare il
proprio nome a una palese
sconfitta (già in passato era
stato ostile ad autorizzare liste legate al candidato presidente, ma stavolta non ha la
forza di impedirle) non è certo allettante. Di conseguenza, preferisce tenersi distante dalla campagna elettorale,
nei limiti del possibile: non
scomparirà, più semplicemente esternerà un deciso
disinteresse, facendo capire
di non considerare cosa propria queste elezioni.
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IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI
Ormai è chiaro: Renzi ha due avversari. Uno a Roma, che è già in casa
sua, a Palazzo Chigi, Raffaele Cantone. E l’altro a Parigi, Enrico Letta
DI
C
RICCARDO RUGGERI
he sia la volta buona che
andiamo alle elezioni? I miei
amati «segnali deboli» indicano che è possibile, perché,
in un modo o nell’altro, conviene a
tutti, in primis a Renzi. Oggi parlerò
di lui, a seguire degli altri e di come
mi preparo, da analista, alle prossime
elezioni politiche, nell’ipotesi che ci
siano. Tutto nasce da un tweet, di cui
mi sono «liberato» proprio il 25 Aprile:
«Dilemma Dem: meglio votare contro
e andare alle urne o votare a favore
e andare alle urne?». E proprio il 25
Aprile è uscita una lunga intervista
del direttore del Foglio, Claudio Cerasa, a Raffaele Cantone, l’ultimo
«segnale debole» che mi mancava.
Inquadro le interviste in tre tipologie:
a) da guerra santa, dove, alla fine,
intervistato e intervistatore (come i
grandi scacchisti) si odiano, in teoria
potrebbero persino uccidersi (inarrivabili quelle di Oriana Fallaci);
b) di scopo, sono tranquille, spesso
finiscono 0-0, ognuno si accontenta di
aver portato a casa qualcosa;
c) ruffiane, sono in maggioranza,
mitiche quelle di David Letterman,
sdraiato sul tappettino con il demo-
crat Obama, idem quelle di Rai3
verso il «Prodi anti Cav». Questa di
Cerasa-Cantone è stata di tipo b), entrambi ne escono vincitori, uno professionalmente, l’altro politicamente,
e non poteva essere diversamente,
sono due persone perbene, preparate,
miti. Anche Renzi sarà contento, ha
avuto conferma di ciò che aveva intuito: ormai è chiaro, ha due avversari,
uno a Roma, addirittura già a Palazzo
Chigi, Cantone, l’altro a Parigi, Enrico Letta, meglio liberarsene ora che
sono in fasce.
Pericoloso il primo, perché la
maggioranza silenziosa del paese,
dopo la sciagurata campagna mediatica sulla corruzione, cavalcata dalle
élite per biechi interessi di bottega, è
ormai matura per essere governata da
un magistrato, che operi contro questa
«spuzza» di corruzione (mai termine
fu più felice).
A differenza di quello che pensano
tutti, la fine del Nazareno è stata sì
mortale per Berlusconi (si è giocata
al tavolo verde Forza Italia, e l’ha persa) ma il danno maggiore l’ha avuto
Renzi: è rimasto nudo. Gli unici che
l’hanno capito, una dozzina di giornalisti di grande valore, di diverse testate o ospiti itineranti di talk show,
uniti da un curioso innamoramento
per lui, sono da tempo alla ricerca di
dargli un nuovo profilo, convinti che
ne abbia bisogno. Lo penso anch’io,
ogni mese che passa appare sempre
più per quello che è, un Obama de
noaltri: l’uno incanutì di colpo, l’altro scarica lo stress creando tessuto
adiposo aggiuntivo.
Chi studia le dinamiche delle
leadership, sa che nel momento stesso in cui un leader arriva al potere,
inizia il suo declino. Apparentemente
è concentrato sul suo lavoro, determinato a perseguire i suoi obiettivi, ma
a un occhio attento non sfugge la sua
focalizzazione, esclusiva e maniacale,
per scoprire dove si nasconda l’uomo
che gli vuole sottrarre la «campanella». Deve in ogni modo evitare un
successore, anche teorico, perché, ai
suoi occhi, costui, psicologicamente,
impersona la sua morte.
Renzi, dopo un anno, è molto
in ritardo nella costruzione della sua leadership, le sue grandiose
fantasie hanno mostrato di non aver
consistenza, rispetto alle ambizioni
realistiche del fare che aveva dichiarato e gli erano richieste. Temo stia
precipitando in quella terra di nessuno dove iperattività e conflittualità si
mischiano, un mondo di fantasie di
onnipotenza da un lato, e la spietata
realtà esterna dall’altro, si scontrano.
L’iperattività diventa allora una modalità insana per affrontare i problemi, nel momento in cui la sua psiche
li classifica come pericoli, significa
che i meccanismi naturali di difesa
sono saltati. L’investimento emotivo
è stato eccessivo, siamo entrati nella
sindrome che il mio maestro Kets de
Vries definisce: personalità orientata alla «posizione narcisistica». Immagino si sappia che il narcisismo è
la malattia infantile del leaderismo,
una brutta bestia, credetemi.
Qui mi taccio, faccio l’analista non lo psicanalista. Di positivo
è che l’Italia ha ora due alternative
a Renzi, una a Roma (Cantone), una
a Parigi (Letta), e questo è positivo
per la nostra democrazia, anche se
non lo è sul breve. Quando i problemi (il tuo lavoro) li consideri pericoli,
significa che sei entrato nel mondo
della leadership-paranoia (sempre
KdV). Come leader ti conviene allora
resettare il tutto. Cosa meglio delle
elezioni? E allora elezioni siano, visto che tu sei certo di vincerle, e gli
altri sono costretti a scommettere
sul come.
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PRIMO PIANO
Martedì 28 April
Aprile 2015
5
E con lui, l’intero paese, intendiamoci bene. Lo dice Giuseppe Caldarola ex direttore de l’Unità
Stavolta Renzi rischia il crac
Proprio mentre la situazione economica non lo rischia
DI
GOFFREDO PISTELLI
È
un profondo conoscitore dei fatti, degli uomini e delle scuole di
pensiero della sinistra
storica italiana, quella che
dal Pci è arrivata oggi nel Pd,
Giuseppe Caldarola. Del
resto ha fatto parte a lungo
di quel mondo: segretario
comunista barese negli anni
’70 e poi parlamentare dei Ds
per due legislature, dal 2001
al 2008, aderendo quindi al
Pd. Senza dimenticare che
Caldarola è stato vicedirettore di Rinascita e direttore
de l’Unità. Un interlocutore
perfetto, quindi, per capire
il travaglio che scuote il Pd,
diviso fra un segretario che ac-
Peppino Caldarola
D. E perché?
R. Per un tema semplice.
Perché
la legge elettorale, che
P
Sono (e resto) amico
è stata contrattata con Silvio
Berlusconi,
ha avuto un amB
di D’Alema e Berpio
p consenso nella direzione
sani, non diventerò
del
d partito. Non solo, l’impianto
renziano nemmeno
di
d quella norma è stato anche
se mi venissero a
modificato
su suggerimento
m
prendere i carabiniedella
stessa sinistra interna.
d
D. E quindi?
ri, ho criticato più
R. Quindi, chi oggi si oppovolte Renzi ma debbo
ne
n oggi all’Italicum, si deve
dire che chi sta rottaassumere
la responsabilità di
a
mando il passato, in
essere
contro quella riforma e
e
modo intollerabile, è
contro
il governo.
co
la minoranza Dem
D. Se l’Italicum uscisse
bocciato
alla Camera, si
b
andrebbe
a votare?
a
R. Lo dice Renzi, ma sbacelera su alcune riforme e una
sinistra interna che gli resiste, gliando, perché comunque, a
pronta forse a votare contro il decidere, è sempre il presigoverno che quel segretario dente Sergio Mattarella,
come primo atto. Anche se mi
presiede.
Domanda. Mai, come in parrebbe difficile che non lo
questi giorni, l’ipotesi del- facesse.
D. Per quale motivo?
la caduta del governo sulla
R. Perché sarebbe il terzo
nuova legge elettorale, fino
a poche settimane fa pura presidente del consiglio di
fantapolitica, sembra una seguito a non passare per le
realtà verosimile. Che ne urne. E significherebbe che si
pensa?
fanno nuovi premier senza inRisposta. Sì, si fa più vicina terpellare gli italiani.
l’ipotesi di un crack di tipo poD. Ma una maggioranlitico. Ed è paradossale: men- za diversa, secondo lei, ci
tre l’economia,
sarebbe in
s
che continua
ParlamenP
Perché,
nei
suoi
ad andare
to?
to
sempre abbaR. Sa, in
riferimenti culturastanza male,
questa legiq
li, non c’è Palmiro
non segnala la
sslatura abTogliatti
che
avrebbe
prossimità del
biamo visto
b
cercato
un
comprotracollo, ecco
diverse idee
d
messo. E nemmeno
che accade per
di maggiod
la sinistra riformista
la politica.
ranza. È cora
D. Colpa
minciata, nel
m
che ha sempre teso al
dell’Italifebbraio del
fe
miglioramento delle
cum...
2013, col ten2
condizioni
date
ma
R. Sì la
tativo di Pier
ta
c’è
solo
un
realismo
riforma eletLuigi BersaL
da
casa
da
riposo
torale sta dini di stanare
n
ventando la
il M5s. Poi è
madre di tutstata la volta
st
te le battaglie. Sull’Italicum
’
di Enrico Letta.
si stanno scaricando tutte le
D. Con le larghe intese...
tensioni del centrosinistra e
R. Un tentativo non dissidel Pd. E non sappiamo, oggi, mile, se vogliamo, da quello
se il premier Matteo Renzi che avrebbe condotto, più tarporrà la fiducia.
di, lo stesso Renzi che, parD. Secondo lei, dovrebbe tendo dalla indisponibilità
farlo?
dei grillini, non solo rifece la
R. Se Renzi chiedesse la fi- grande alleanza lettiana, ma
ducia su questa riforma fareb- la rafforzò col patto di ferro
be male.
col Cavaliere, con l’accordo
è una legge che consente un
Un realismo, cioè,
minuto dopola fine dello spom
glio, di sapere due cose: o che
g
per cui i figli di vecchi
un partito governa, perché ha
u
nostalgici togliattiaottenuto oltre il 40 per cento
ot
ni, improvvisamendei voti, oppure che le due
d
te, scoprono Pietro
forze maggiori si scontrano
fo
Secchia: se pensano
in un ballottaggio. Ora il prosul serio che Renzi
cedimento è assai limpido e
ce
l’ostilità non capisco da dove
l’
sia una minaccia per
nasca, se non da un approccio
n
la democrazia, debeminentemente ideologico apem
bono spaccare il Pd
punto. Però...
p
e chiamare il popolo
D. Però?
all’insurrezione
R. Però, per coerenza, si dovrebbe chiedere di tornare al
v
proporzionale secco, in cui sia
p
del Nazareno.
il parlamento a fare le maggioD. Che non c’è più.
ranze e non certo gli elettori.
R. Quel patto però, dopo la Il fatto è l’opinione pubblica,
vicenda del Quirinale, ma non da tempo, chiede il superaper colpa di quella, è finito e mento del Porcellum, ha un
Berlusconi ha scelto un’altra orientamento verso una legge
strada. E Renzi deve contare bipolare e, da almeno undici
sulle sue forze. Però, nel caso anni e malgrado gli annunci,
del rovesciamento dell’attuale non accade niente. E Renzi ce
presidente del
l’ha chiaro,
consiglio, mi
per questo va
p
E se non pensano
parrebbe diffidiritto.
d
cile pensare a
D. A proche Renzi sia una
un Nazareno
posito del
p
minaccia, debbono
mignon.
contorno
trattare. Non con la
D. In che
ideologico
id
regola
del
centrasenso?
di questa
lismo
democratico
R. Come
vicenda,
ma con quella che
definire altril’altro giorl’
menti un’alno Claudio
n
vige in tutti i partiti
leanza fra la
Petruccioli
P
democratici, in base
minoranza Pd
ha detto, da
h
alla
quale,
è
la
mage Berlusconi
stesse ques
gioranza
che
detta
la
nell’ottica di
ste colonne,
st
linea del partito
un governo del
che, in rec
dopo-Renzi?
altà, tutta
a
Né, mi pare,
l’opposiziol’
ci siano le condizioni
zioni per coin- ne all’Italicum è strumenvolgere Beppe Grillo, il quale tale: l’obiettivo è abbattere
manda i suoi in televisione, ma Renzi.
il suo dato strategico resta l’opR. E Petruccioli ha totalposizione.
mente ragione, in questo caso.
D. Posto che Renzi non Come sa, io non ho mai lesinacederà sull’Italicum, po- to critiche a Renzi.
trebbe esserci uno scambio
D. Tutt’altro.
sulla riforma del Senato
R. E non diventerò renziaancora in itinere? Si parla, no neppure se mi venissero a
infatti, di un’apertura alla prendere i Carabinieri.
richiesta della minoranza
D. Chiaro.
perché Palazzo Madama
possa tornare elettivo, pur
Se fossi in Renzi,
non votando la fiducia del
governo.
non porrei la fiducia
R. Ho la sensazione che mosulla legge elettorale
dificare il modo di elezione dei
perché essa ha avuto
senatori, togliendolo ai consiun ampio consenso
gli regionali, potrebbe essere
nella direzione del
il gesto ragionevole offerto da
Renzi. Anzi mi auguro che lo
Pd e l’impianto del
faccia.
ddl è stato modificaD. Perché, Caldarola?
to su suggerimento
R. Perché sull’Italicum si
della stessa sinistra
gioca una partita che ha un
interna che ora
contorno concreto e uno ideodeve dire cosa vuole
logico.
D. Quello concreto, qual
è?
R. E, su Renzi, aggiungo
R. Quello concreto è che
avvicina il voto anticipato che è l’uomo della rottamazioe, come ha scritto Roberto ne delle figure politiche, e va
D’Alimonte, è la conferma bene, ma anche delle culture,
di un bipolarismo che muove e su questo terreno avrebbe
in direzione del bipartitismo, dovuto procedere in modo più
anche se per ora i partiti sono accurato. Detto questo...
D. Detto questo?
ben più di due.
R. Detto questo, chi sta rotD. Quale è il contorno
tamando il passato, in modo
ideologico, invece?
R. Glielo spiego. L’Italicum intollerabile, è proprio la sini-
stra del Pd.
D. Spieghiamolo bene.
R. Mi domando infatti quali
riferimenti culturali abbiano.
D. In che senso?
R. Nel senso che è evidente
come, fra questi riferimenti,
Se questi sono i fatti (e
lo sono) chi oggi
si oppone all’Italicum,
si deve assumere
la responsabilità di essere contro la riforma
elettorale
e contro il governo.
Nel caso di rovesciamento del governo non
ci può infatti essere
un Nazareno mignon
non ci sia Palmiro Togliatti, perché il Migliore avrebbe
cercato un compromesso. E
d’altra parte non c’è nemmeno
la sinistra riformista, che ha
sempre teso al miglioramento
delle condizioni date.
D. E cosa resta?
R. Eh, resta un radicalismo
da casa di riposo: dove i figli di
vecchi nostalgici togliattiani,
improvvisamente, scoprono
Pietro Secchia.
D. Insomma, la minoranza dem sbaglia.
R. Sbaglia perché non è così
che funziona. Se pensano veramente che Renzi sia una minaccia per la democrazia, de-
Il patto del Nazareno
mignon consisterebbe (dopo la fine del
governo Renzi) in
un’alleanza fra la
minoranza Pd e Berlusconi. Né, mi pare,
ci siano le condizioni
per coinvolgere
Grillo che ha, come
dato strategico,
l’opposizione
vono
v
spaccare il Pd e chiamare
il
i popolo all’insurrezione.
D. Se non lo pensassero?
r
R. Devono trattare. Ma non
con
c la regola del centralismo
democratico,
quanto piuttosto
d
con
quella che vige in tutti
c
partiti
occidentali e cioè che
p
è la maggioranza detta la linea.
n
D. Terribilmente efficace
l’immagine
della casa di ril
poso, col quadro di Togliatti sostituito a quello di Secchia, l’intransigente...
R. ... fa accapponare la pelle, lo so. Anche perché questi
sono tutti amici miei, da Massimo D’Alema a Bersani.
Ma è così.
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6
Martedì 28 Aprile 2015
PRIMO PIANO
Sarebbero tutti d’accordo, salvo i diretti interessati. Anche se poi fanno solo flanella
630 deputati? Ne basta la metà
Solo chi non sa le cose depreca l’assenteismo di venerdì
DI
CESARE MAFFI
L’
immagine dell’aula di Montecitorio
con i banchi spopolati (presenti meno
di quaranta deputati) tiene impegnati i mezzi d’informazione, anche diversi
giorni dopo che le desolate
fotografie e riprese televisive hanno impietosamente
dimostrato il generale disinteresse per l’informativa del governo sulla tragica
fine di Giovanni Lo Porto.
Ebbene, sarà forse il caso di
esprimersi controcorrente e
di asserire che non c’è alcuna ragione di scandalo, pur
se la quasi totalità di chi
ha visto le fotografie o le
riprese televisive condanna
quell’assenteismo.
Venerdì mattina la Camera non aveva all’ordine del giorno la commemorazione del cooperante,
bensì quella che è definita
«informativa urgente del governo», ossia una relazione
svolta da un ministro, a richiesta della stessa Camera,
su un argomento di rilievo,
un episodio, un evento non
contemplato in precedenza fra i temi in discussione. Dopo la relazione, ogni
gruppo disponeva di cinque
minuti per esprimere la
propria posizione. Così, il
dibattito era concluso, senza
alcuna replica del governo e
senza alcuna votazione.
Ebbene, che cosa
avrebbero dovuto fare i
quasi seicento deputati assenti? Andare in aula per
far numero e ascoltare la
relazione del ministro e gli
interventi dei colleghi, uno
per gruppo. Non avrebbero
dovuto votare. Non sarebbero potuti intervenire. Quale
sarebbe stato il loro ruolo?
Far numero, ma un numero
inconcludente, perché non
erano previste votazioni. Di
fatto, relazione del ministro
e, se del caso, interventi dei
gruppi li hanno letti o sentiti o visti: via internet, per
radio, per televisione, in diretta, in differita, totalmente o per estratti. Una vasta
presenza avrebbe avuto, al
più, un senso di rispetto verso il defunto.
Informative del genere
sarebbero meglio svolte
nelle commissioni competenti, anche riunite, anche
di entrambe le Camere, ove
assistono i parlamentari
più esperti sul tema trattato. Più produttivo sarebbe,
in questo caso, un dibattito
esteso. Siccome, però, come
càpita sovente, i gruppi di
opposizione, dietro i quali va
la maggioranza, chiamano il
governo a fornire l’informativa urgente all’assemblea
(«immediati chiarimenti»,
era la domanda specifica),
come a rimarcare il rilievo che tale atto avrebbe, è
inevitabile che moltissimi
parlamentari non vadano
a passivamente assistere a
un dibattito dal quale sono
esclusi.
A che servono, allora,
630 deputati? Domanda
esatta, cui andrebbe risposto che ne basterebbe la
metà.
Invece così non sarà, nemmeno con la riforma costituzionale, che lascerà immutato il numero (da tutti,
ma non dalla classe politica,
considerato esorbitante) di
deputati. Per esercitare il
proprio ruolo legislativo,
sarebbero sufficienti meno
deputati, con un lavoro
condotto precipuamente in
commissione e non in aula.
Viceversa, con i numeri attuali, continueremo a vedere
o aule con sparute presenze
(va soltanto chi sia direttamente interessato, come nel
IL CORSIVO
Solo depressi, transteverini,
divorziati o cacciati di casa
Niente, il deserto. Erano andati praticamente tutti a
casa (anche buona parte dei parlamentari grilliti, che pure
hanno denunciato con urla e fischi l’assenza dei parlamentari nemici del Vero Dio, Beppe o Gianroberto Allah)
quando il ministro degli esteri Paolo Gentiloni si è presentato alle camere per riferire sulla morte di Giovanni
Lo Porto. Be’, sfido che non c’era nessuno, protestano
adesso gli assenti. Era cominciato il weekend, e tutti i
parlamentari, nel fine settimana, rientrano infallibilmente in famiglia... pardon, tornano «nei collegi che li hanno
eletti, per conferire con i loro elettori», come fantasticano
i capigruppo. (Anche i nominati? Sì, pure i nominati, aritangano i capigruppo).
Gentiloni, se voleva essere ascoltato, avrebbe dovuto riferire di lunedì, meglio se nel pomeriggio, meglio
ancora se sul tardi, diciamo intorno alle sei, per dare a
tutti i parlamentari il tempo di tornare con calma a Roma,
disfare i bagagli, mettersi sotto una doccia, fare un riposino. Anzi, un ministro degli esteri serio non avrebbe riferito
nemmeno di lunedì ma a metà settimana: martedì è troppo
presto, giovedì troppo tardi, diciamo mercoledì. Altrimenti
il deserto, inevitabilmente. Quaranta deputati al massimo:
i depressi, i trasteverini, i divorziati, i cacciati di casa.
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caso d’interrogazioni) o aule
con molti presenti, i quali
però quasi sempre votano
su ordine del capogruppo o
del governo, completamente estranei al dibattito in
corso.
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TORRE DI CONTROLLO
I giganti del web pagano appena l’uno per cento di tasse,
e finalmente anche Renzi sembra deciso a tassare Google
DI
C
TINO OLDANI
hi fa da sé fa per tre. A quanto pare, questo vecchio adagio
sembra ormai l’unica regola
valida in Europa per tassare
con successo i giganti del web. Così,
dopo che la Gran Bretagna ha introdotto una tassa del 25% sui profitti
delle multinazionali on line realizzati
sul suolo britannico, e visto che Francia e Germania sono paralizzate da
uno sterile dibattito sul da farsi (con
tanti saluti all’asse franco-tedesco, un
tempo decisivo su tutto), il governo di
Matteo Renzi sembra intenzionato a
seguire la stessa strada di Londra nei
confronti delle cosiddette società Ott
(Over the top), ovvero Google, Apple,
Facebook e Amazon, con l’introduzione
di un’imposta italiana di nuovo conio
sui loro profitti.
Inutile dire che questa tassazione a macchia di leopardo, dove ogni Paese fa per conto suo, rappresenterebbe
una sonora sconfitta per l’Ue, che da
anni, nonostante le continue promesse
dei suoi vertici, non riesce a varare un
regime fiscale unico, valido in tutti i
28 Paesi membri, nei confronti delle
società multinazionali. Lo stesso Renzi,
che un anno fa si mostrava fiducioso
circa la capacità dell’Ue di varare una
tassazione comune dei colossi del web,
tanto da assicurare che il problema si
sarebbe risolto durante la sua presidenza del semestre europeo, alla fine
sembra avere cambiato opinione.
Per questo, tra i dossier pronti
per l’esame del Consiglio dei ministri, secondo un’anticipazione del
Corriere della sera, spicca quello predisposto dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti che prevede
l’introduzione di una ritenuta alla
fonte del 25%, operata da banche e
intermediari, sui pagamenti a favore
delle multinazionali del web con sede
all’estero e operanti in Italia. Misura
che il governo vorrebbe introdurre entro giugno con il secondo pacchetto dei
decreti legislativi per l’attuazione della
riforma fiscale.
Se così fosse, si tratterebbe di un
vero e proprio uovo di Colombo fiscale,
in grado di aggirare il maggiore ostacolo, quello della «stabile organizzazione»
che finora ha impedito di intervenire
con una giusta tassazione sui profitti
realizzati in Italia dai giganti del web.
Questi ultimi, infatti, a differenza delle
società che dispongono di impianti industriali o commerciali rientranti nella nozione di «stabile organizzazione»,
operano abitualmente in Italia come
società di servizi. Questo comporta che
i profitti realizzati sono in capo alle case
madri, che di solito hanno sede nei Paesi con un regime fiscale agevolato. Un
gioco di scappatoie legali che consente
ai giganti del web di fatturare in Ita-
lia e di esportare i profitti in Paesi dal
fisco più accomodante, come Irlanda,
Olanda e Lussemburgo. Secondo alcuni calcoli riferiti dal Corriere della sera,
a fronte di un fatturato italiano di 11
miliardi di euro, le società che operano
on line hanno pagato all’erario meno di
10 milioni di euro di tasse, vale a dire
meno dell’uno per mille. Un giochino
fiscale che, su scala mondiale, fa sì che
le tasse pagate da queste società non
superino in media l’1% del fatturato.
Che si tratti di concorrenza sleale nei
confronti degli operatori nazionali,
emerge in modo chiaro da un’inchiesta
di Paolo Pozzi (“I nuovi padroni della
pubblicità. La mappa di chi comanda
e di chi investe sui media in Italia”),
dove Google si piazza al secondo posto,
dopo Publitalia e prima della Rai nella
classifica dei fatturati pubblicitari sul
mercato italiano.
Con i suoi 800 milioni di euro fatturati nel 2012 (saliti a 1.100 milioni
nel 2013), Google vale da sola come
quattro delle maggiori concessionarie
di pubblicità italiane messe insieme:
Rcs Pubblicità (476 milioni), Manzoni
(403 milioni), Mondadori Pubblicità
(141 milioni), 24 Ore System (128 milioni). Ma quanto a tasse, ne paga tuttora assai meno dei concorrenti, visto
che la società di Mountain Views ha
in corso un contenzioso con la procura
di Milano per una presunta evasione
fiscale di 800 milioni di euro. Lo stesso
discorso vale per Apple, che in base a
un’indagine congiunta della procura
di Milano e dell’Agenzia delle entrate
(vedi Italia Oggi del 26 marzo 2015)
avrebbe evaso 990 milioni di euro tra
il 2008 e il 2014. Sono invece ancora in
corso gli accertamenti fiscali su Facebook e Amazon.
Di fronte a questo scenario, la
Commissione Ue si è finora distinta
per l’estrema lentezza delle decisioni.
Il fatto poi che il nuovo commissario
Ue per il digitale, il tedesco Gunther
Oettinger, sia per sua ammissione un
politico poco esperto del web, sembra
favorire ancora di più le multinazionali
del settore, dotate di una velocità operativa sconosciuta agli euroburocrati.
L’esempio più recente è l’ingresso di
Google nella telefonia mobile, che secondo gli esperti porterà a grandi
cambiamenti in tutto il mondo. Di colpo, l’intera architettura del roaming
europeo potrebbe essere spazzata via
dalla tecnologia di Google, con inevitabile riflessi sulle tariffe, ridotte a
norme di tipo archeologico. Un “big
bang” tremendo anche sul piano dei
conti per tutte le società telefoniche.
La risposta di Oettinger? Come rivela
il Wall Street Journal, non è andata
oltre l’idea burocratica di una nuova
Authority europea, per tentare di controllare le web company Usa. Una gara
impari, purtroppo.
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Martedì 28 April
Aprile 2015
PRIMO PIANO
7
Com’è molto probabile, Renzi potrebbe riformare più in fretta di quanto ha fatto finora
E se passa la legge elettorale?
Ma l’establishment ci sta a farsi cambiare? Come reagirà?
DI
DOMENICO CACOPARDO
È
iniziata ieri la tappa finale del percorso parlamentare per l’approvazione della nuova legge
elettorale, l’«Italicum». Con le
votazioni sulla pregiudiziale di
costituzionalità, in programma per oggi, la discussione
entra nel vivo e non saranno
ammesse distrazioni né nello
schieramento di governo né nel
caleidoscopio di oppositori. Ci
vorranno ancora alcuni giorni,
più di una settimana, perché,
dopo tre (o quattro) probabili
voti di fiducia (del tutto legittimi, al di là delle sciocchezze
di Speranza e Bersani), la
legge sia approvata in via definitiva. Sul risultato, infatti,
non ci sono molti dubbi, visti i
gruppi in campo e i numeri della Camera dei deputati, nella
quale Renzi gode, scontando le
defezioni dei «puri e duri» bersanian-fassinian-cuperliani, di
una sicura maggioranza.
Si concluderà così la madre di tutte le battaglie del
giovane «premier» e conferirà a
lui, primo nella storia dell’Italia
unita, a parte Benito Mussolini, il controllo del Parlamento e,
quindi, la possibilità di trasformare rapidamente in legge le
decisioni del suo governo. Dopo
non ci saranno più alibi né giustificazioni per gli errori né per
i ritardi delle riforme, sin qui
assai tormentate, proprio per i
poteri di veto e di ricatto ampiamente sparsi in giro dal vecchio
«sistema», quello nel quale Bersani ha costruito i propri gruppi
parlamentari.
Va ricordato, per l’onore
delle cose, che la legge precedentemente in vigore, il «Porcellum», a dispetto delle critiche,
era stata «adottata» dal Pd, che
non s’era preoccupato di modificarla, utilizzandola pienamente per costruire una forza
parlamentare di piena fiducia
del segretario (Bersani) salvo
qualche seggio alla minoranza
(Renzi). Che poi il gioco sia saltato, per il fallimento postelettorale dello statista di Bettola e
per le incolmabili insufficienze
del governo Letta (e per la sentenza della Corte costituzionale
che ha demolito il «Porcellum»)
è un altro discorso: gran parte
dei deputati e dei senatori del
Pd s’è resa conto che l’unica via
d’uscita possibile era il giovane sindaco di Firenze, condotto
dalle primarie alla segreteria
del partito e da essa decollato
per palazzo Chigi.
Ora, non ci vorrà molto
tempo per capire se la nuova
legge funzionerà (anche come
deterrente), se Renzi continuerà
a godere del favore popolare e se
l’Italia accetterà un riformismo
accelerato che colpirà i gangli
di un sistema economico e sociale arretrato e consociativo.
L’«Italicum» prevede un premio
di maggioranza alla lista «vincente». Se questa raggiungerà
il 40% dei voti espressi, otterrà
340 seggi, cioè la maggioranza
della Camera dei deputati. Ipotizzando un astensionismo del
30%, significa che i 340 seggi
rappresenteranno il 28% degli
elettori. Nel caso in cui nessuno raggiunga il 40%, si procederà al ballottaggio tra le due
liste più votate.
Si è detto che il meccanismo è ripreso dalla legge 18
novembre 1923, n. 2444, detta
«legge Acerbo», con la quale il
fascismo ottenne la maggioranza necessaria per instaurare la dittatura. Essa prevedeva un sistema maggioritario
per il quale la lista (nazionale)
che avesse ottenuto il 25% dei
voti espressi, avrebbe ottenuto
i 2/3 dei seggi. Il restante terzo sarebbe stato suddiviso in
modo proporzionale. Se nessuno avesse raggiunto il 25% il
Parlamento sarebbe stato composto con il medesimo criterio.
La legge Acerbo fu approvata
con la proposizione della mozione di fiducia con una maggioranza risicata: 178 a favore
157 contro, 54 gli assenti.
Le somiglianze (tuttavia
inquietanti) si fermano qui,
anche perché l’introduzione
del ballottaggio restituisce al
sistema un certo tasso di democraticità rappresentativa e
una legittimazione «ontologica», come direbbe un filosofo
del diritto. Critica è la scelta
dei capi lista bloccati che sottrae agli elettori il diritto di
BRIOCHE E CAPPUCCINO
25 Aprile
di Riccardo Ruggeri
• Dopo 70 anni di «resistenza», oggi mi riposo.
26 Aprile
• Riprendo serenamente la mia guerra di liberazione.
Strategie comuni
• Per creare valore, nel 2015 il «ceo-capitalism» prevede grandi «fusioni». Isis si fonde con Taleban.
Varoufakis
• Uomo diabolico, spacciandosi per inetto, forse ce la fa
a scucire altri prestiti agli euro-eunuchi.
Derby
• Mi sento 20 anni di meno.
votare il nome dei propri rappresentanti: una scelta questa
da non condannare del tutto e
«a priori», visti le deviazioni e
gli eccessi del voto di scambio.
Non sono certe (ancora) le tentazioni autoritarie del premier
Renzi, anche se la vocazione a
«comandare da solo» e a contornarsi di personale inadeguato
alle necessità di governo, salvo
qualche eccezione, non è rassicurante.
Ma poiché si legifera non
per sé, ma per il Paese, cosa accadrebbe se, non raggiungendo
nessuna lista il 40%, si andasse
al ballottaggio, per esempio, tra
il Pd renziano e il Movimento
5 Stelle grillino? Il senso di responsabilità ci dice che l’Italia
correrebbe un pericolo mortale,
vista la natura del Movimento,
privo di garanzie reali di partecipazione e di libertà di dissenso interno, con un leader (e
un guru) padrone anche dello
strumento web e un programma di dissoluzione europea.
Fanno rabbrividire le continue
esternazioni degli esponenti
grillini, in lotta, prima di tutto, con la lingua italiana e, poi,
con il buon senso e la legge: un
certo Andrea Colletti l’altro
ieri proponeva di «prendere a
fucilate questi sciacalli», cioè
Renzi e Farinetti. Purtroppo,
non c’è un giudice a Berlino che
si occupi di queste stupide istigazioni a delinquere.
Certo, la vittoria del partito degli squinternati non è
uno scenario attendibile. Non
possiamo sapere, però, in quale temperie si svolgerà il voto,
magari sulla spinta di eventi
che non immaginiamo, né possiamo contare sulla saggezza
degli elettori che, la Storia ci
insegna, è tutt’altro che assicurata. Dalla scelta di Barabba a
quella di tutti i carneadi pericolosi a sé e agli altri, investiti
della sindacatura in recenti
elezioni, da Parma a Messina,
passando per Napoli. La Patria
non è un numero da giocare alla
«roulette». Matteo Renzi è un
eccellente giocatore d’azzardo,
ma, in questo caso (le elezioni
con l’«Italicum») deve calcolare
bene l’attività di governo, la
narrazione e, soprattutto, le
idee da proporre al Paese.
www.cacopardo.it
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI
di carne umana venissero distrutti quando
essi vengono tirati sulla spiaggia.
Il drone, di per sé, è invece un’arma più
selettiva delle bombe ordinarie che spesso
cadono a caso e colpiscono in modo approssimativo gli obiettivi. I bombardamenti
infatti sono, in sostanza, come la pesca a
strascico mentre i droni assomigliano alla
pesca alla fiocina. I primi colpiscono nel
mucchio, mentre i droni sono chirurgici, nel
senso che ficcano il loro missile dove era
stato programmato di farlo finire. Per far
fuori i terroristi islamici che sequestravano
i due ostaggi (ma chi ha bombardato non lo
sapeva) con i sistemi tradizionali, si sarebbe dovuto radere al suolo l’intero villaggio.
Mentre con i droni è stata demolita solo la
casa nella quale si trovavano i terroristi che
l’intelligence Usa aveva individuato e deciso
di eliminare.
Purtroppo i due sequestrati sono stati contemporaneamente uccisi in questa imboscata missilistica, proprio perché erano stati
sequestrati da pericolosi estremisti, la cui
pericolosità, belluinità e inaffidabilità erano
state successivamente evidenziate dal fatto
che, da parte degli amici dell’ostaggio americano, erano stati raccolti e inviati 380 mila
dollari di riscatto ma i terroristi non lo avevano rilasciato. Anzi, avevano chiesto altri
soldi, in assenza dei quali, dissero, avrebbero
ceduto il sequestrato agli uomini dell’Isis che
operano in Iraq che, come si sa, non esitano
a decollare all’arma bianca i prigionieri che
non servono loro altrimenti.
I droni quindi sono un’arma indubbiamente
selettiva ma anche micidiale. Nel caso della
lotta ai capi terroristi (non ai combattenti
sfusi che si vedono sul campo) i droni vengono usati contro obiettivi situati in zone molto
pericolose per chiunque e oggettivamente
inaccessibili via terra. L’obiettivo, è inutile
nascondercelo, anche se nessuno ne parla,
viene quindi spesso individuato sulla base di
soffiate di spie che, come tutte le spie, possono anche fare il doppio gioco. Possono quindi,
ad esempio, fornire delle informazioni che
consentono di deviare i missili contro obiettivi civili, in modo da produrre delle stragi
che poi sono giocate sul piano della propaganda, per additare al mondo intero la crudeltà dell’avversario.
Ribadito che i droni sono, fra i sistemi bellici, i più mirati, quindi i più rispettosi di
vite umane, sia pure nell’abito di quell’obbrobrio che è qualsiasi guerra, resta la circostanza che, grazie ai droni (che non tutti
i paesi posseggono), la guerra diventa sicuramente asimmetrica, nel senso che le forze
armate che li posseggono e hanno i modelli
strategici più avanzati tecnologicamente
hanno anche un micidiale vantaggio sulla
parte avversa che non li possiede. Ma questa
asimmetria (che non esisteva quando i combattenti si affrontavano con le clave) è la
ragione stessa dei conflitti moderni che sono
inevitabilmente basati sulla potenza e precisione di fuoco e dei sistemi d’arma. Era
forse cavalleresco lo scontro ad Alamein fra
i carri armati-bagnarola degli italiani e
quelli che pesavano cinque volte tanto (ed
erano sei volte più numerosi) degli inglesi?
Chi sa di disporre di carri armati-bagnarola non dovrebbe mai scontrarsi con coloro
che hanno i tank veri e propri. Non a caso
ci fu chi, col senno di poi, disse che «se Mussolini, prima di entrare in guerra, o di proseguirla, avesse confrontato lo spessore
dell’elenco telefonico di Roma nel 1939 con
quello di New York alla stessa data, se avesse avuto senno in zucca, si sarebbe arreso
preventivamente».
Quanto all’uso dei droni per affondare i
natanti che trasportano carne umana dalle
coste libiche a quelle italiane non c’è da farsi
assolutamente illusioni. Escluso che i natanti possano essere affondati mentre sono in
navigazione con il loro carico di clandestini,
è anche certo che non si possono far esplodere, ricorrendo ai droni, quando i natanti sono
tirati sulle spiagge libiche. Per delinquenti
di questo livello infatti non ci vuol nulla decidere di far dormire, incatenandoli, una decina di potenziali immigrati clandestini su
ognuno dei natanti tirati a secco, impedendo
così qualsiasi intervento da lontano, con dei
droni, ad esempio. L’unica possibilità quindi
è l’intervento con truppe da sbarco contro i
natanti libici che stanno ritornando, ma solo
nel caso che questi non portino, per neutralizzare gli attacchi, degli immigrati sequestrati in grado di impedire la possibilità di
qualsiasi battaglia in mare, anche se ravvicinata.
Pierluigi Magnaschi
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Martedì 28 Aprile 2015
PRIMO PIANO
La celebrazione è stata pompata dalla Classe al potere mentre cresce la stanchezza nel paese
Resistenza, antidoto alla crisi
Si cerca nel passato ciò che oggi appare cancellato
DI
GIANFRANCO MORRA
E
rano anni che non
succedeva. La resistenzite acuta è
esplosa con veemenza, accompagnata da tutti gli
orpelli del regime. Ricordare
la data in cui l’Italia si è liberata di un regime che fu
violento e dittatoriale, anche
se non riuscì, come voleva, a
divenire totalitario, è certo
cosa giusta. In tal senso ha
ragione il presidente Mattarella, quando dice: «Pietà
per i caduti di Salò, ma si
tratta di campi non equiparabili». Senza escludere che
di eroi possano essercene
stati in entrambe le parti.
Si può sbagliare anche in
buona fede.
Nelle celebrazioni patriottiche il mito e la liturgia, prevalgono sulla
ragione storica. Ma perché
oggi questa esaltazione (o
meglio esasperazione) della
resistenza? V’è da supporre
che sia la contropartita del
brutto momento in cui si dibatte la democrazia italiana:
crisi dei valori civili e della
classe politica, sfascio della
società civile e delle istituzioni, sfi ducia nel presente
e pessimismo sul futuro. Si
cerca nel passato ciò che
oggi appare cancellato.
Il revival resistenzialista
è il compenso dello sfacelo
attuale, la speranza di ritrovare una nuova solidarietà
nazionale. Per alcuni è anche una risposta al pericolo
delle involuzioni totalitarie
in atto: sia Mussolini che
Renzi, dicono, sono andati
al potere a 39 anni. Occorre
resistere.
Il Duce, despota cinico e
grottesco, ebbe il consenso
di quasi tutti gli italiani, non
solo perché era obbligatorio.
Oggi la sfiducia nei partiti è
quasi totale. Dire «Abbasso
il fascismo!» è più facile che
dire «Viva la democrazia!».
Dobbiamo dunque puntare
sull’ «anti» e rispolverare quell’antifascismo, che
fu di pochi italiani, non di
rado coraggiosi e generosi,
collocati non solo, anche se
a maggioranza, a sinistra.
Che i resistenti siano tanto
cresciuti dopo la caduta di
che fu certo resistenza patriottica al nazifascismo, ma
anche guerra civile («morte
della Patria» secondo Galli
della Loggia) e, per i comunisti, preludio alla rivoluzione classista: combattevano
il totalitarismo nazifascista
solo per far vincere quello
Onore e gloria alla vera resistenza
ma non alla sua mitologia che è servita
ad assolvere gli italiani dal generale sostegno
al Duce, ha prodotto la lottizzazione del potere
tra i partiti del Cnl, ha impedito una dialettica
bipolare nelle politica, generando una cultura
a senso unico che non è priva di colpe
nella nascita del terrorismo
Mussolini è una legge della storia, che, lo sappiamo
tutti, è scritta dai vincitori
e non è detto che siano sempre i migliori. Come capì un
grande comunista, Walter
Benjamin, «tutto ciò che
è stato, tende a volgersi
verso il sole che sta salendo nel cielo della storia, si
immedesima nel vincitore»
(Angelus novus, Einaudi,
p. 74). L’antifascismo e la
resistenza non hanno fatto eccezione: a Firenze non
c’è una via intitolata a Giovanni Gentile, mentre c’è
quella di chi eseguì la sua
condanna a morte.
Eppure negli ultimi decenni le sovrastrutture
retoriche della resistenza
sono state rimosse da studiosi come De Felice, Del
Noce, Rusconi, Oliva, Pavone, Gobbi, Finetti, in
gran parte di sinistra. Tutti
stigmatizzati dalla cultura
di regime come «revisionisti» – una offesa? al contrario un grande elogio, uno
storico autentico non può
che essere revisionista.
Non per demolire la resistenza, ma per sottrarla al
ridicolo e alla strumentalizzazione della retorica. Dato
di Stalin. Tanto che in alcune regioni fu continuata
col «sangue dei vinti» (Pansa) anche dopo la fine della
guerra.
Onore e gloria alla vera
resistenza. Ma non alla sua
mitologia, che ha prodotto
non pochi guai al nostro Paese: è servita ad assolvere
gli italiani dal generale sostegno al Duce, ha prodotto
la lottizzazione del potere tra
i partiti del Cnl, ha impedito
una dialettica bipolare nella
politica,
ha generato una culp
tura
tu a senso unico, non è priva
di
d colpe nella nascita del terrorismo.
Settant’anni dopo c’è
ro
ancora
chi vuole tenere in piea
di
d una industria decotta, ma
la commemorazione dell’altro
giorno
ha lasciato piuttosto
g
indifferenti
gli italiani.
in
Lo scorso anno ci ha
lasciati
il senese Roberto
la
Vivarelli,
storico della NorV
male
di Pisa, che a 15 anni era
m
corso nelle Brigate Nere della
Rsi. Fu poi scolaro di due autentici antifascisti, Federico
Chabod e Gaetano Salvemini.
Rievocando gli anni della
guerra civile, così conclude:
«In Italia, la vera divisione
non è tra chi ha combattuto
in buona fede da una parte o
dall’altra della barricata, ma
tra una minoranza che, dalle
due parti, ha messo a repentaglio la vita, e una maggioranza che ha preferito stare alla
finestra e vedere come andava
a finire» (La fine di una stagione. Memoria 1943-1945, Il
Mulino, p. 106).
Una sensibilità non diversa da quella del presidente
Mattarella, con l’aggiunta di
una esperienza diretta di quei
fatti. A chi gli chiedeva se lui,
divenuto uomo di sinistra,
non si fosse pentito dell’errore giovanile, Vivarelli pacatamente rispondeva: «Non soltanto non sono pentito, ma ne
sono orgoglioso, pur essendo
consapevole che la causa era
moralmente e storicamente
ingiusta».
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PUNTURE DI SPILLO
DI
GIULIANO CAZZOLA
Tra i giocatori d’azzardo Matteo Renzi
è un grande campione. Li batte tutti. A
«8 e ½», minacciando le dimissioni del
governo e il ricorso anticipato alle urne
se non passa l’Italicum, ha fatto come
quei giocatori di poker che puntano tutta
la posta per indurre gli altri a passare.
Ma il suo è un bluff, perché non rientra nei suoi poteri sciogliere le Camere.
Inoltre, Renzi non ha alcun interesse ad
andare a votare con il Consutellum e in
un contesto di bicameralismo elettivo
e paritario sopravvissuto. A suo favore
ci sono soltanto le divisioni della minoranza dem, la quale non sarà in grado di
interrompere la «prise du pouvoir» del
premier-segretaro fiorentino.
***
In un interessante saggio dal titolo «Da
Torino a Roma attacco al sindacato»
(Guerini ed Associati editori), Giuseppe Sabella traccia un quadro desolante
delle cosiddette parti sociali e della loro
rappresentatività. «Stanno infatti perdendo sempre più tessere e associati»,
scrive, «sia sul versante lavoro che sul
versante imprese (dopo Ibm, Ansaldo e
Fincantieri anche UnipolSai e Impregilo
in tempi più recenti). Il 40% di iscritti al sindacato sono pensionati. Solo il
10% sono giovani. Che ne sarà», conclude, «del sindacato di domani ? E della
parte datoriale?». A questo proposito è
bene ricordare che anche Fca (ex Fiat)
ha lasciato l’organizzazione di Viale
dell’Astronomia.
***
Non si capisce perché un’azione militare
contro i mercati di schiavi con la distruzione delle loro «carrette» dovrebbe essere considerato un atto di guerra, se non
fosse concordato con l’Onu ed il governo
libico (che peraltro non si sa bene quale
sia). La misura non sarebbe risolutiva,
ma manderebbe un segnale forte. A suo
tempo, Ronald Reagan, senza chiedere il permesso a nessuno, bombardò la
Libia per dissuadere Gheddafi dagli
attacchi terroristici.
***
Ma che cosa ci stavano a fare più di 300
italiani in Nepal?
NON HA NEMMENO TENUTO CONTO DEL FATTO CHE, A SUO FIANCO, C’ERA IL SINDACO RENZIANISSIMO
I partigiani non sognavano Renzi, ha gridato dal palco a Treviso il
capo dell’Anpi, Berto Lorenzoni, 89 anni, nome di battaglia Eros
DI
FRANCESCO STAMMATI
U
n partigiano 89enne ha
provato a rottamare il
premier 40enne.
È accaduto a Treviso,
sabato scorso, quando il presidente
dell’Associazione nazionale partigiani italiani-Anpi, Berto Lorenzoni,
nome di battaglia Eros, è salito sul
palco di Piazza Signori, per celebrare i 70 anni della liberazione, a cui
ha partecipato combattendo, ed ha
usato contro Matteo Renzi l’accusa
di autoritarismo, che peraltro usano
in molti a sinistra.
«Non è questa l’Italia che sognavano i partigiani», ha detto,
«diciamo no a un uomo solo al comando, torniamo alla partecipazione
popolare». Non gli ha fatto nessun
problema che ci fosse, lì accanto, fascia tricolore in vita, il sindaco Giovanni Manildo, renzianissimo.
Come ha riportato domenica
il Corriere Veneto, Lorenzoni ha
chiesto di tornare ai valori della
Resistenza e della Costituzione,
che vengono calpestati: la dignità,
il lavoro, la sovranità popolare»,
richiami in cui molti, in piazza,
hanno letto riferimenti al Jobs act
e all’imminente Italicum.
L’Anpi di Treviso, del resto,
pur essendo tra le poche guidate
da chi abbia vissuto direttamente
le lotte partigiane, come Lorenzoni
appunto, non è nuova a interventi
di tipo eminentemente politico.
Nel 2012, l’associazione stampò
il Manuale della Casta padana, un
libello antileghista.
«È il fascicolo che abbiamo realizzato sulla occupazione di cariche e relativi emolumenti da parte
degli amministratori e degli esponenti leghisti», riportava il sito
dell’Anpi cittadina, come scrisse
nel luglio di quell’anno proprio
ItaliaOggi.
«Non abbiamo atteso la crisi
della Lega per denunciare tutto
questo», spiegò allora Lorenzoni,
«è un lavoro che, invece, prosegue
da anni. È la denuncia di un sistema che l’Anpi intende combattere,
chiunque lo attui, perché è la negazione dei principi costituzionali di legalità e di rappresentanza
democratica, e mette a rischio la
sopravvivenza stessa delle nostre
istituzioni democratiche».
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Martedì 28 April
Aprile 2015
PRIMO PIANO
9
È Leandro Bracco che aveva accettato un incarico dalla maggioranza pur essendo in minoranza
Consigliere regionale M5s espulso
Aveva votato come Pannella nell’indulto e non come M5s
DI
I
GIORGIO PONZIANO
sondaggi danno il Movimento 5 stelle stabile,
attorno al 20%: è finita
la fase espansiva ma
non vi è un arretramento
nel consenso elettorale. Il
dietrofront è nella rappresentanza. Quando finisce
una legislatura, nazionale
o locale, i parlamentari e i
consiglieri regionali e comunali eletti nelle liste grilline si ritrovano decimati. Se
ne sono andati sbattendo
la porta oppure sono stati
espulsi. Nonostante contro
le purghe interne si siano
schierati grillini di peso,
come il sindaco di Parma,
Federico Pizzarotti, la
macchina repressiva guidata in tandem da Beppe
Grillo e Gianroberto Casaleggio continua nella sua
corsa e falcia i reprobi.
Adesso è toccato a Leandro Bracco, 38 anni, che a
un anno dalla sua elezione
(1.103 voti) nel consiglio regionale d’Abruzzo si ritrova
espulso. La sua colpa? Avere rifiutato il diktat del no
a tutto e a tutti e, al contrario, avere accettato una
proposta del presidente pidiessino della Regione, Luciano D’Alfonso, di ricevere una delega per occuparsi
di cultura e creatività, pur
continuando a fare parte
dell’opposizione.
Certo, si tratta di una
situazione piuttosto singolare (ma anche il sindaco
di Roma, Ignazio Marino,
a suo tempo, offrì un simile
coinvolgimento ad esponenti
della minoranza, che rifiutarono), con un piede nella
maggioranza di centrosinistra, in quanto responsabi-
le di una fetta della politica
regionale, e l’altro nell’opposizione, poiché non organico alla giunta capitanata
da D’Alfonso.
Lui si giustifica: «Trovo
giusto che su determinate
questioni si impegni tutto
il consiglio regionale, al di
là della divisione in maggioranza e minoranza, lo si
può fare per il bene della
comunità che ci ha eletto a
rappresentarla. Ho semplicemente ritenuto opportuno ma soprattutto utile alla
collettività accettare un incarico di notevole rilevanza
rimanendo con orgoglio in
minoranza». Una giustificazione che non è piaciuta a
Beppe Grillo, che dapprima
lo ha sospeso poi, in mancanza di abiura, lo ha messo
fuori dalla porta.
«Non sono d’accordo
con la decisione», dice,
«ma essendo definitiva,
passerò al gruppo misto restando all’opposizione, continuando nella decurtazione
di oltre il 60% dell’indennità che ogni mese ricevo.
Devolverò le somme ad una
onlus che si occuperà direttamente delle migliaia di
famiglie abruzzesi che hanno
difficoltà a mettere insieme il
pranzo con la cena».
Il divorzio ha fatto scendere
di un gradino il gruppo 5stelle:
era il secondo in consiglio regionale, ora con 5 consiglieri è
a pari merito con Forza Italia
e potrebbe ulteriormente indietreggiare se, come sembra,
almeno un altro dei consiglieri sta manifestando segni di
insofferenza verso la gestione
autoritaria del movimento.
Nettamente contrario
all’iniziativa di Bracco è
il suo (ex) collega del gruppo
Leandro Bracco
Beppe Grillo
5stelle, Pietro Smargiassi,
a capo di un comitato che
vuole bloccare le trivellazioni
in mare alla ricerca di gas e
petrolio: «Non si possono prendere queste decisioni a livello
personale, è il gruppo che deve
scegliere».
Rincara la dose un’altra
consigliera, Sara Marcozzi: «Ci sono delle regole e dei
principi che vanno rispettati.
Nessun personalismo, si decide in assemblea, si rispettano
le decisioni del gruppo. Massimo due legislature e poi a
casa, si lavora il doppio e ci si
dimezza lo stipendio e mentre
schivi le (finte) lusinghe della
maggioranza tieni la barra
dritta e continui a fare quello per cui i cittadini ti hanno
votato e ti pagano. Essere del
M5S non è facile e non tutti ne
sono all’altezza».
La fatwa è partita e Bracco ha perso le stelle, anche
se lui sostiene che rimarrà fedele al movimento: «Mi ritengo
ancora, nell’animo, un 5stelle,
la delega alla cultura non implica con la maggioranza un
do ut des. Nessuno scambio,
né ora né mai. Comprendo
che la mia scelta possa essere
condivisa da alcuni e condannata da altri ma solamente chi
rimane immobile non sbaglia
mai».
L’attrito col cerchio magico
grillino (nazionale e locale) in
realtà è datato assai prima
dell’accordo col presidente pidiessino. Il fatto è che Bracco
ha espresso dissenso su alcune prese di posizione di Grillo,
il quale se l’è presa non poco
e alla prima occasione lo ha
messo alla porta.
Per esempio sulla questione dell’amnistia e
dell’indulto ha appoggiato (con
un voto in consiglio regionale)
le posizioni di Marco Pannella e rigettato quelle di Grillo:
«Sono favorevole ad amnistia
e indulto», dice Bracco, «perché le considero condizioni
imprescindibili affinché le
carceri tornino ad essere un
consesso civile dove i detenuti
sono costretti a vivere».
Pannella invece di Grillo
(contrario ad amnistia e indulto)?
Apriti cielo. Il dirigente pentastellato vastese, Nicola Lapenna, scrive sul sito Facebook di Bracco: «Fai un bel post
sul perché di questa scelta non
in linea col movimento e che
ha creato molta confusione».
Lapenna è stato tra coloro
che hanno deciso l’espulsione
del candidato sindaco 5stelle
di Gissi (Chieti) perché «ha
abbracciato il presidente di
seggio della sezione numero
2 esultando per la vittoria
di uno dei candidati sindaci
avversari- è scritto nel documento ufficiale di espulsioneil tutto di fronte ad uno degli
attivisti e a tanti cittadini,
minando inequivocabilmente
l’onestà e la trasparenza del
gruppo locale 5stelle».
A difendere Bracco, senza successo, è stato un altro cinquestellato abruzzese,
Franco D’Alosio: «Votare a
favore dell’indulto è un fatto
di coscienza che non ha niente a che fare con i principi del
Movimento 5 stelle e pertanto condivido pienamente questa scelta. Avete calpestato
e massacrato tutti i principi
ed i regolamenti del M5s ma
nessuno ha fiatato perché faceva comodo a qualcuno ed ora
criticate chi ha votato secondo
coscienza, vergognatevi».
Il destino del consigliere
regionale era segnato. E
adesso è arrivato l’atto finale. Ancora un eletto in
meno, per il movimento.
Lui conclude: «Ho partecipato all’assemblea indetta
a Parma dal sindaco Federico Pizzarotti, che è un
po’ la spina nel fianco del
Movimento. Da lì in poi
mi hanno messo da parte.
Una sorta di ritorsione e i
rapporti si sono deteriorati
con tutti. È la dimostrazione che predicano il dialogo
ma razzolano male».
Twitter: @gponziano
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10
Martedì 28 Aprile 2015
PRIMO PIANO
Una giovane ex social media, manager dell’Isis, svela le strategie dei terroristi islamici
Il Califfato fa soldi col porno
Per finanziarsi vende anche reperti archeologici su Ebay
DI
GIOVANNI BUCCHI
D
all’attività di fundraising alle iniziative di web marketing, passando per
l’utilizzo professionale dei
social network. Una strategia pensata fin nei dettagli,
cucita su misura per i potenziali clienti e studiata
per diffondere il proprio
brand creando una community di sostenitori. Peccato
che non si tratti della nuova
campagna promozionale di
chissà quale azienda multinazionale. Chi copia metodi
e strumenti del marketing
2.0 mettendoli al servizio
della propria aberrante
ideologia sono gli jihadisti.
Lo racconta Aicha, ventiseienne tunisina laureata
in Scienze della comunicazione a Tunisi, arruolatasi nell’Isis per seguire il
marito ex calciatore, salvo
poi scegliere la strada della
diserzione.
Nel libro «La soldatessa
del Califfato» scritto dai
giornalisti Simone Di Meo
e Giuseppe Iannini (Imprimatur editore, 190 pagine, 16 euro), Aicha parla in
prima persona raccontando tutto quel che ha visto e
vissuto. Lei, giovane muhajirah, ossia guerrigliera di
Allah, era entrata nella
cosiddetta polizia morale
composta da sole donne incaricate del rastrellamento
degli infedeli e del controllo
dei bordelli per gli jihadisti; le sue mansioni non si
fermavano però qui, perché
è stata pure la social media manager di circa 200
miliziani, di cui gestiva i
profili Facebook e Twitter.
Suo marito combatteva con
granate e kalashnikov, lei
con tastiera e mouse.
Se c’è una cosa che Aicha ha imparato nel periodo in questa esperienza,
è quella che «il Califfato ha
una religione ufficiale e una
segreta, del dio denaro». Dal
suo osservatorio privilegiato ha potuto scoprire che
le truppe di Al Baghdadi
possono contare su «canali
di finanziamento che sfuggono anche alla più fervida
immaginazione». Ed è proprio su questo fronte che il
libro offre un altro spaccato
inedito, oltre a quello delle
donne arruolate per adescare sul web le aspiranti
mogli dei combattenti. Chi
l’avrebbe mai detto infatti,
che proprio l’Isis guadagnasse risorse da destinare
alla sua folle causa «vendendo alla rete della pornografia mondiale i video degli
stupri di gruppo commessi
sulle povere ragazze yazidi
e sulle prigioniere di guerra
occidentali».
Aicha riferisce di
scene raccapriccianti
riprese con telefonini che
i guerriglieri si passano
di mano in mano prima di
abusare della malcapitata,
immagini oscene riversate
sul web dove «moltissima
gente – soprattutto arabi –
si collega a quel sito e paga
La copertina del libro
«La soldatessa del Califfato»
pur di vedere quell’orrore».
Basta inserire il codice della carta di credito e cliccare, ed ecco che subito dal
fermo immagine si passa al
video vero e proprio. «È un
commercio top secret, chia-
ramente – continua Aicha -.
Nessuno lo confermerà mai,
perché nel Califfato che si ispira alla religione di Allah non
c’è spazio per i filmini a luci
rosse. Ma per fare la guerra
c’è bisogno di tanto denaro. E
ogni sistema per accumularlo
è legittimo».
Meno redditizia della
pornografia violenta smerciata su internet, ma ugualmente praticata dagli uomini
dell’Isis, è poi la vendita di
reperti archeologici su Ebay.
Colonne, anfore, monete, gioielli, monili e supellettili vengono venduti sul noto sito di
aste, magari dopo essere stati
esportati da quei musei che
il Califfato distrugge mandando in mondovisione le
immagini di quelle barbarie. Tuttavia questo, spiega
Aicha, «è un business che
non va molto bene, la gente
fa fatica a fidarsi». Difficile
infatti convincere un vero
collezionista che quel pezzo
pregiato sia proprio originale e venga da una zona
di guerra come la Siria o
l’Iraq.
Altra fonte di finanziamento del Califfato
è infi ne rappresentata dal
commercio di esseri umani.
A partire dalle ragazze yazidi, con prezzi che vanno
dai trenta dollari l’una fino
ai cento se «con occhi verdi e
dentatura regolare», come le
desiderano i miliziani. Nelle
città controllate dall’Isis in
Siria le si trovano ai bordi
delle strade che espongono
cartelli dove viene descritta
la loro provenienza, le loro caratteristiche e il loro prezzo.
Come una merce qualunque.
Nella tratta di esseri umani
c’è anche il business dei profughi da spedire in Europa,
in particolare in Italia. I
trafficanti corrompono i
combattenti dell’Isis, li pagano per avere dei disperati a cui chiedere soldi per
mandarli in nord Africa e da
lì caricarli sui famosi barconi della morte.
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LO DICE ALEX BRAZIER DELLA BANCA D’INGHILTERRA
La Grecia di Tsipras, molto semplicemente,
non è proprio in grado di pagare il debito
DI
È
JAMES HANSEN
in corso un dibattito ad alto
profilo sul debito greco e sulla
possibilità che la Grecia debba
lasciare l’euro e uscire dall’Unione Europea: il «Grexit».
Come capita quando la si butta in politica, è stato perso di vista il fatto di partenza. Alex Brazier, Executive Director
for financial stability strategy and risk
della Banca d’Inghilterra, ricorda in parole schiette e semplici che: «Non esiste
alcuno scenario realistico in cui la Grecia
ripagherà i suoi debiti». Punto.
Le manovre europee non hanno dunque come scopo quello di trovare i mezzi
per recuperare il denaro perso, ma solo
l’obiettivo di mascherare il buco e soprattutto rimandare nel tempo le conseguenze.
Alexis Tsipras
Per rendere la questione ancora più
imbarazzante, i greci (che meglio di tutti
sanno di non avere più quei soldi) non
vedono perché dovrebbero reggere il
moccolo a quello che è, tutto sommato,
una campagna pr di Bruxelles. Un paio
di giorni fa se n’è lamentato il Presidente della Commissione Ue, Jean Claude
Juncker: «È un problema, non stanno
collaborando come vorremmo perché al
nostro team sul campo ad Atene non
consentono di entrare nei ministeri, una
cosa non solo strana ma inaccettabile».
Neanche ci offrono il caffè…
È vero che neppure gli Usa, il Regno
Unito, il Giappone - e tantomeno l’Italiapotranno mai ripagare i loro debiti in uno
«scenario realistico», ma sono in grado di
coprire gli interessi e di rifinanziarli alle
scadenze. La Grecia invece non ha praticamente più un’economia funzionante.
Notadiplomatica.it
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Martedì 28 April
Aprile 2015
PRIMO PIANO
11
Contro l’applicazione del Jobs Act alla Franco Tosi: 97 sì, 122 no, un terzo non ha votato
Gli astenuti fanno vincere Fiom
Ma potrebbe essere un vittoria di Pirro come alla Sea
DI
WALTER GALBUSERA
U
na quarantina di
anni fa la Franco
Tosi era il simbolo
della Legnano industriale, una delle principali
imprese dell’elettromeccanica pesante. Produceva grandi
caldaie e turbine in enormi
capannoni dove lavoravano
6.500 persone, più dei dipendenti dell’attuale stabilimento di Melfi. Oggi sono
rimasti in circa 350, alle prese con un sofferto tentativo
di salvataggio dell’azienda
che è stata acquistata da
un imprenditore brianzolo,
Bruno Presezzi, il quale
ha presentato un articolato
progetto di risanamento e
di salvaguardia dell’occupazione. Come è del tutto comprensibile l’azienda intende
applicare, per le assunzioni
di dipendenti ex Franco Tosi,
il contratto a tempo indeterminato e a tutele crescenti
come previsto dal Jobs Act,
sia pur concedendo il diritto
al reintegro in caso di licenziamento disciplinare senza
giusta causa come previsto
da vecchio articolo 18.
Questo non è bastato
alla Fiom che si è messa di
traverso e ha chiesto ai lavoratori di respingere l’accordo in sede di referendum. E
poco importa che l’alternativa più probabile di fronte al
no dei dipendenti sia l’avvio
di una procedura di licenziamento collettivo. Il risultato
del voto ha dato alla Fiom
un’inaspettata ma fragile
vittoria. Su 346 aventi diritto hanno votato in 220, di cui
97 favorevoli e 122 contrari.
Gli astenuti, pari ad un terzo dei votanti, hanno fatto la
differenza. Più o meno quello che è accaduto lo scorso
anno alla Sea di Malpensa,
dove l’accordo respinto, a
causa di un’elevata astensione, è stato poi approva-
to dalla maggioranza dei
lavoratori in una seconda
votazione. Non è improbabile che un fatto analogo a
quello di Malpensa si ripeta
alla Franco Tosi.
La Fiom registra oggi
un successo, ma potrebbe diventare una vittoria
di Pirro sia perché il no è
venuto da una minoranza
di lavoratori sia perché le
prospettive di occupazione
potrebbero venir meno. In
questa curiosa riedizione
della «battaglia di Legnano» 939 anni dopo si potrebbe cercare di individuare in
chiave di attualità chi sia
il Barbarossa e chi siano i
nemici dell’Imperatore. C’è
da dire che in qualche modo
in questa vicenda è apparso
anche il Carroccio, nel senso
che qualche tempo fa Matteo Salvini ha condiviso con
la Fiom un presidio sindacale della Franco Tosi. Quali
siano le reali prospettive di
convergenza su obiettivi comuni tra Lega e Fiom (e Cgil)
è difficile da prevedere ma se
ciò si realizzasse si confermerebbero i connotati confusi
della «coalizione sociale».
formiche.net
IL BLOC NOTES DI MICHELE MAGNO
La Bindi fa venire in mente il dialogo fra Alice e il Gatto
DI
MICHELE MAGNO
In un bel libro di Emanuele Macaluso («Comunisti e riformisti», Feltrinelli, 2013), si può leggere un giudizio
critico - ma equanime - su Palmiro
Togliatti e il Pci. Inoltre, si può leggere una preoccupata denuncia delle
derive massimaliste e giustizialiste
della sinistra di oggi. Infine, si può
leggere una splendida analisi dello
squallore culturale dei rottamatori
che hanno rottamato la loro storia. Il
libro si chiude con un ammonimento rivolto al gruppo dirigente del Pd:
«Chi prende l’acqua da un pozzo, non
dovrebbe dimenticare chi l’ha scavato» (proverbio cinese). Ecco, trovo che,
qui, Macaluso sia stato fin troppo indulgente. Chi scrive, che forse è più
pessimista di lui, avrebbe concluso:
«L’operazione è riuscita e il paziente
è morto» (Ennio Flaiano).
***
Rosy Bindi si è appellata a Sergio Mattarella per indurre Matteo
Renzi a più miti consigli. Viene in
mente il dialogo tra Alice e il Gatto
nella fiaba di Lewis Carroll. Alice
(cito a memoria) chiede al Gatto: che
direzione devo prendere? Il Gatto risponde: dipende dalla via che vuoi
scegliere. Ecco, il punto è che ancora
non è chiaro quale via intenda scegliere la minoranza (meglio, le minoranze) del Pd.
***
Il virus della disoccupazione può
indurre le persone a credere che il
successo nella vita dipenda dalla
fortuna, più che dal duro lavoro. Lo
sostengono autorevoli e documentati
studi internazionali. Forse William
Hague, uno dei leader del Partito
conservatore britannico, li conosceva
quando ha incitato i giovani a viaggiare e a diventare padroni del proprio destino. Tuttavia, per rilanciare
la crescita non basta lavorare sodo.
È necessario anche lavorare meglio.
L’economista californiano Alexander Field ricorda, in una recensione
del best seller di Thomas Piketty
(«Il capitale nel XXI secolo») apparsa nel settembre scorso sul Journal
of Economic History, che negli anni
Trenta del Novecento il totale delle
ore lavorate nel settore privato degli
Stati Uniti rimase immutato, mentre
la produzione aumentò di oltre un
terzo. Risultato ascrivibile a un’enorme crescita della produttività, a sua
volta dovuta a gigantesche innovazioni organizzative e tecnologiche. Esse,
insieme agli investimenti pubblici in
strade e ferrovie, furono all’origine
del boom postbellico americano.
***
In una vecchia pubblicità radiofonica, dopo il peccato originale Adamo
esclamava preoccupato: «Eva, siamo
condannati a lavorare!». La prima
donna dell’umanità rassicurava: «Ma
no, Adamo, siamo condannati a innovare!». Eva aveva ragione. Ma quanti
- nel mondo politico e sindacale italiano - ne sono davvero convinti?
Formiche.net
IN CONTROLUCE
Joseph Roth, comunista in gioventù, non attese gli anni 70 per capire
che l’Urss opprimeva il suo popolo, ma lo scoprì (e lo scrisse) nel 1926
DI
G
DIEGO GABUTTI
rande romanziere, autore
di classici del Novecento
come La Marcia di Radetzky, Fuga senza fine, La
cripta dei cappuccini e Il profeta
muto, Joseph Roth fu anche un
grandissimo giornalista, un principe tra gl’inviati del suo tempo.
Raccontò la Krisis austroungarica
e tedesca, e più in generale la crisi
dell’identità europea, oltre che con
le sue opere letterarie, anche con i
suoi reportage, saggi e feuilleton, tra
cui le recensioni cinematografiche
e le riflessioni sul cinema nascente che escono da Adelphi col titolo
L’avventuriera di Montecarlo. Scritti
sul cinema 1919-1935 (pp. 285, euro
12,00, ebook euro 6,99).
Cittadino, dopo una guerra
apocalittica, d’un dopoguerra europeo messo a ferro e fuoco da leader
politici invasati e da traumatizzati
di guerra, Roth fu uno dei più lucidi cronisti della marcia dell’Europa verso la catastrofe. «Repubblica
senza repubblicani», come scrive
Katharina Ochse nell’introduzione a un’altra antologia di scritti
giornalistici di Roth, Al bistrot dopo
mezzanotte, Adelphi 2009, la Germania fu lo speciale laboratorio nel
quale si sperimentarono tutte le dinamiche distruttive del Ventesimo
secolo, dal tentativo d’organizzare
una repubblica dei consigli sul modello sovietico all’ultrafascismo
degli hitleriani. Fu anche la Germania di Weimar, la Germania del
cabaret e della rivoluzione dei costumi, celebrata dai grandi poeti
omosessuali inglesi, da Christopher Isherwood a Wystan Hugh
Auden. Krisis e «moral insanity
postbellica» (come Roth chiama il
dopoguerra in un dei feuilleton raccolti in Caffè dell’undicesima Musa,
Adelphi 2005) vi furono modulate
in tutte le possibili forme.
Monarchico, più per disperazione che per convinzione, Roth
era guarito dall’infatuazione giovanile per il socialismo rivoluzionario
dopo il suo reportage dall’Urss del
1926 (Viaggio in Russia, Adelphi
1981). Del socialismo, di cui Roth
s’era invaghito nelle trincee, dove
aveva combattuto (strano ma veridico caso) da volontario e da pacifista insieme, non restavano, a suo
giudizio, che le riprese macabre del
cadavere di Lenin in un cinegiornale sovietico: «In questo possente
cranio senza vita sembra esserci
ancora un cervello indagatore, che
sorveglia criticamente il grandioso
effetto propagandistico della propria morte».
Non diffidava della modernità (come fanno oggi i guru della
decrescita, reazionari new wave
adottati dalla sinistra dernier cri).
Amava il cinema, per esempio, al
quale non si sognava nemmeno
di fare la morale, a differenza dei
moderni parrucconi progressisti,
sempre lì a fare smorfiette quando sentono parlare di streaming o
di app, o anche solo di Coca Cola
o di McDonald’s. Ma rimpiangeva
l’Europa colta, aristocratica, sobria
e pacifica che era sprofondata nei
gorghi della guerra mondiale e che
era stata sostituita dalla sua caricatura plebea: l’Europa dei dittatori
carismatici, dei partiti armati e delle adunate di massa.
Per spiegare questo nuovo
mondo, Roth ricorre a metafore
cinematografiche: «Gli eventi si incalzano con tale velocità da far credere che la storia contemporanea sia
uno spettacolo cinematografico. E
proprio come al cinema, la tragedia
più profonda si alterna alla comicità più travolgente. La vita inventa
intrecci, climax, peripezie e catastrofi che la più ardita fantasia di un
drammaturgo cinematografico non
saprebbe escogitare». Con largo anticipo sugli opinionisti post factum,
Roth capì l’essenziale dei tempi che
si preparavano: «È come se le personalità storiche volassero a guisa di
falene verso il cono luminoso degli
apparecchi da ripresa, davanti ai
quali (in una sorta di pubblica vertigine) si trasformano, si mascherano
e si dissimulano».
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12
Martedì 28 Aprile 2015
PRIMO PIANO
Quest’anno a Shanghai, per i riti pasquali, le chiese sono state più frequentate del solito
Cina, più libertà per i cristiani
La presidenza Xi Jinping ha deciso di allentare i freni
ecumenica con cristiani di ogni
denominazione: si è pregato per
a Cina allenta un po’ le i poveri, i cristiani perseguitati
maglie sui cattolici clan- e la loro unità. Ogni stazione è
destini, anche in funzio- stata commentata da un sacerne di contenimento del dote cattolico o da un pastore
terrorismo islamico. Succede - protestante.
Il South China Morning
dicono Oltretevere - grazie alla
presidenza di Xi Jinping, un Post, il 9 aprile scorso, ha
politico indicato come attento parlato della rinascita di un
ai culti tradizionali cinesi, ma villaggio di cattolici tibetani,
anch’egli preoccupato dall’even- Cizhong, dove una piccola cotuale avanzata del terrorismo munità cattolica esiste da circa
di matrice islamica che sta un millennio e in cui – ricorda
cercando di infiltrarsi nell’ex il giornale - «Le case sono decorate con icone
Celeste Impero. È
e immagini di
anche per questo
Gesù, la Mamotivo, si dice a
Roma, che Pechidonna e persino
no avrebbe allenPapa Francetato un poco i giri
sco». E ancora:
«Mentre il goverdi vite contro gli
no centrale è sootto milioni di catspettoso verso il
tolici clandestini
cattolicesimo e il
rimasti fedeli al
buddhismo tibePapa (considerato
tano in generale,
il capo di una naqui le autorità
zione straniera)
sono generose
e mai transitati
nel sostegno alla
nell’AssociazioPapa
Francesco
ne Patriottica, la
chiesa locale». E
Chiesa acefala
il rapporto coi
non in comunione con il Vati- buddisti sereno, al punto da recano e che non riconosce l’au- alizzare festival interreligiosi.
torità pontificia.
Cizhong è diventata una meta
In effetti, giunge voce in turistica.
Vaticano che a Shanghai
Insomma, i rapporti tra
quest’anno le chiese sono state il Vaticano e la Cina hanno
piene più del solito in occasio- più sfaccettature. Oltretevere
ne della Pasqua. A Hong Kong, si dice che uno degli elementi
secondo Asianews, il vescovo di distensione con Pechino è
locale cardinale John Tong stato rappresentato dall’azione
Hon ha annunciato 3.600 bat- del segretario di Stato Pietro
tesimi in quest’occasione. Non Parolin e della messa a riposolo: l’agenzia Fides riferisce so del cardinale Joseph Zen
che sono stati organizzati ritiri Ze-kiun, il vescovo emerito di
spirituali (a Xuan Hua, dal 16 Hong Kong classe 1932 e indial 20 marzo), con la presenza di cato in passato come un «falco»,
130 fedeli che hanno ascoltato fautore della linea dura con la
sacerdoti e religiose discutere Cina sotto il papato di Benesulla famiglia e sul Sinodo che detto XVI. Ma è ancora presto
si terrà a fine anno. Sacerdo- per parlare di «normalizzazioti in movimento anche nella ne» dei rapporti o di un modus
Mongolia interna, diretti an- vivendi. Tra alti e bassi, però,
che nelle comunità più remote l’impressione è che i rapporti
e senza un sacerdote residente. stiano molto lentamente cerLa diocesi di Hong Kong ha vi- cando di progredire.
sto il 14 marzo una Via Crucis
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DI
CARTA CANTA
ANTONINO D’ANNA
L
I tre figli di Veronica Lario
incassano 15 mln di dividendo
P
DI
ANDREA GIACOBINO
iù venture capital per i tre figli di
Veronica Lario, che scoprono anche il business dell’arredamento in
Rete. Qualche giorno fa, infatti, nel
consiglio d’amministrazione della Holding
Italiana Quattordicesima che Barbara,
Eleonora e Luigi Berlusconi controllano
pariteticamente, è entrato Filippo Luigi
Mazzotta. Questi è principal di Ad4 Ventures, l’iniziativa lanciata lo scorso anno
da Mediaset nei settori del venture capital
e private equity.
Mazzotta, con
trascorsi in Bridgepoint e Cape
Natixis Pe, si
affianca nel board a due esterni
come Federico
Rampolla e Furio Pietrabiasi, mentre Luigi
Berlusconi ne è
stato confermato
presidente. I tre
Veronica Lario
figli della Lario
hanno anche incassato complessivamente
pro-quota un totale di 15 milioni di dividendo che è stato attinto per 9,5 milioni
dall’utile segnato nel bilancio chiuso alla
fine dello scorso settembre e per i restanti
5,5 milioni è stato prelevato dalla riserva
straordinaria.
La holding presenta un attivo totale
che anno su anno è salito da 240 a 281 milioni, costituito, fra l’altro, per 39,2 milioni
dalla quota del 21,4% in Fininvest, dalle
controllate Bei Immobiliare, Belfin Uno e
B Cinque (proprietaria dell’8% della tedesca Payleven, specializzata nei servizi di
pagamento tramite Pos), e per un milione
da titoli della quotata Molmed. Tra i nuovi
ingressi nel portafoglio di investimenti figura per 3 milioni l’1,1% della tedesca Jade
1929, attiva nel mercato dell’arredamento
online, mentre la quota in ExpoBee si è diluita dal 9,9% al 2,7% perché i Berlusconi
non hanno sottoscritto un aumento di capitale e il valore della partecipazione è stato
successivamente svalutato a un euro. Nuovo
investimento è anche l’impegno di un milione nel fondo Three Hills 1 dell’omonima
sicav. Nella holding figurano poi crediti per
42,7 milioni, 14,4 milioni di azioni proprie,
un deposito titoli di 114,7 milioni oltre a
disponibilità liquide per 60,3 milioni.
Il Golf Club di Tolcinasco
non riesce a decollare
Continua a costare caro alla quotata Aedes
l’impegno nel sostenere il Golf Club Tolcinasco, alle porte di Milano, che fu costruito da
Paolo Berlusconi. Nei giorni scorsi, infatti,
l’assemblea degli azionisti ha deciso di riportare a nuovo la perdita di oltre 1,8 milioni di
euro segnata nel 2014 che va ad aggiungersi
al passivo di 1,3 milioni registrato nell’esercizio precedente e non ancora ripianato. A
fronte di un capitale di 16 milioni, la riserva
copertura perdite è azzerata: Aedes è azionista al 73,4% dell’impianto sportivo attraverso il fondo immobiliare Leopardi. Il conto
economico è stato influenzato negativamente
dai ricavi che anno su anno sono scivolati da
610mila a 400 mila euro, a fronte di svalutazioni per 820mila euro dovute soprattutto al
writeoff della club house del green di Pieve
Emanuele, a seguito di una perizia redatta
da Cushman & Wakefield.
Aedes riaprì l’omonimo Castello del
Golf di Tolcinasco, al centro dell’impianto, nel
2010: la struttura che si estende su 1.800
metri quadrati, con quattro torri angolari,
comprende 31 sale ed è delimitato dalla vasta cascina ove sorgono le abitazioni quasi
tutte di proprietà dei soci dei golfisti. Nel
frattempo il green, gestito da Gianni Abbondanza, sta cercando di razionalizzare
i costi anche grazie alla costituzione della
newco Golf Club Castello Tolcinasco Società
Sportiva Dilettantistica che ha affittato il
ramo d’azienda per gestire le attività sportive del complesso.
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SOTTO A CHI TOCCA
Non c’è tanto da fare i palestinesi: mentre gli ebrei venivano uccisi
il Gran Muftì (zio di Yasser Arafat) era a Berlino coccolato dalle SS
U
DI
ISHMAEL
n gruppo di palestinesi autoproclamati, come s’è letto
sui giornali e s’è sentito in
televisione, ha contestato
la presenza della Brigata ebraica
alla manifestazione milanese del 25
aprile. Che ci fa e come ci azzecca un
gruppo di militanti filopalestinesi a
Milano il 25 aprile? Chi li ha invitati?
Già c’entrano poco, anzi niente, con la
lotta di liberazione nazionale (come la
chiamano i testi scolastici) i centri sociali meneghini, quando fanno danni
di persona senza mettersi in testa una
kefiah, ma ancor meno ci azzeccano
quando si travestano da palestinesi.
Come qualcuno ricorderà, durante la seconda guerra mondiale i
leader politici e religiosi palestinesi
erano alleati con i nazifascisti. Da noi
le scarpe erano rotte eppur bisognava
andar e intanto i palestinesi facevano
il saluto nazista ai generaloni crucchi.
Durante la guerra (quando gli antifascisti di tutta l’Europa si battevano
per la liberazione dai nazifascisti,
mentre gli ebrei rastrellati dal Reich
finivano nelle camere a gas, e in Palestina si battevano a fianco degli alleati) il Gran Muftì di Gerusalemme
(zio di Yasser Arafat) se ne stava a
Berlino, coccolato dalle SS.
Anche allora, come oggi, i capi
palestinesi chiedevano la testa degli
ebrei, solo che allora la chiedevano a
Hitler, che gliela concedeva volentieri, mentre oggi, voltata gabbana, le
chiedono all’Anpi, l’Associazione nazionale partitigiani d’Italia, che non
fa troppa resistenza (scusate il bisticcio). Insomma, l’Italia, ragazzi... Solo
da noi è normale che «i palestinesi»
(veri o presunti, reali o immaginari)
entrino baldanzosi in un corteo del 25
aprile (col quale non hanno niente a
che fare, se non come compagni d’armi
del Führer e del Dux) e contestino ai
resistenti ebrei il diritto di partecipare
al corteo.
Un presidente americano, molti anni fa, fu accolto a Roma da una
manifestazione «antimperialista» di
filosovietici, filobrigatisti, filopalestinesi; rivolto a un suo collaboratore,
dettò il nostro epitaffio: «Questo è un
paese da dimenticare». Oggi c’è un
presidente americano che rifiuta di
prestarci i droni per combattere l’Isis
(teme l’uso dilettantesco che le nostre
autorità politiche potrebbero farne)
e dimentica d’informarci quando un
drone uccide un ostaggio italiano
nelle mani d’al Qaeda (non si fida a
condividere con noi le informazioni
riservate). Dimenticati.
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Martedì 28 April
Aprile 2015
PRIMO PIANO
PERISCOPIO
LETTERE
Renzi entusiasta per Expo: venduti 10 milioni di biglietti
e acquistate 10 milioni di bottiglie del vino di D’Alema.
Filippo Merli
Varoufakis è una bella lenza
Yaris Varoufakis, ministro dell’economia della Grecia
sa perfettamente che il suo Paese è fallito ed è l’unico
entrato nella «psicologia del fallito», posizione negoziale fortissima. Essendo un vero figlio di puttana (se
sei un creditore, il peggio che ti possa capitare), sa
pure che gli euro burocrati sono degli euro eunuchi,
così come i 18 ministri dell’Economia, e pure il suo
creditore principe Draghi. Chiacchieroni e vigliacchi.
Sa pure che gli altri 17 premier e Draghi sono «figurine
Panini», la decisione finale spetta a Merkel, a Scäuble
e alla Buba. Questi ultimi, alla fine, troveranno una
soluzione mista: fare un semi-default ma farla «restare» nell’Euro e, come succede a Torino quando compri i
7 tagli del bollito, ti danno la «giunta». Al contrario, in
questo caso, chiederanno a Tsipras la testa di Vaufakis,
e per lui sarà la gloria: diventerà un eroe omerico,
dell’anticapitalismo, dell’anti globalizzazione e tutti
gli altri anti
Temistocle Marinis
Su Lo Porto troppi interrogativi
Il presidente Obama ha avuto la certezza che tra i
morti per l’attacco con i droni effettuato a gennaio ci
fosse anche il cooperante italiano solo dopo la visita
di Renzi. Le domande che sorgono sono: chi, nella delegazione italiana, ha viaggiato con uno spazzolino da
denti ( o qualcosa di analogo) di Giancarlo Lo Porto
in valigia, per far confrontare il Dna? E su che resti è
stato effettuata l’analisi?
Serena Gana Cavallo
È finita (per ora) l’epoca della globabilizzazione
Nei tre decenni prima dell’inizio della crisi finanziaria
nel 2008, gli scambi commerciali internazionali si sono
allargati a un tasso del doppio rispetto all’espansione
economica globale, registrando secondo il World Trade
Organization un aumento annuo del 5,1% a partire dal
1990. Nel 2014 il trade mondiale è aumentato del 2,8%.
Sono tre anni che l’incremento non supera più la crescita economica generale. Nel bene o nel male, l’epoca
della globalizzazione è (per ora almeno) finita.
James Hansen
I festeggiamenti a sbafo dei contribuenti
Roma compie 2.678 anni. Nella capitale ricche feste e
cotillon per il compleanno. E ovviamente uffici pubblici
semi deserti. Secondo Strabone, Campana, il mio paesello d’origine, è stato fondato col nome di Kalasarna
circa due secoli prima della fondazione di Roma, da
Filottete, altro eroe mitico della guerra di Troia. In
realtà, è sicuro che il borgo fosse abitato da ben prima
dell’avvento di Filottete e degli achei. A fondarlo, altre
popolazioni: i Coni e gli Enotri.
A Campana, però, non festeggiamo a sbafo dei contribuenti.
Luigi Chiarello
D’Alema e la Fondazione Italianieuropei
D’Alema sottolinea di non essere il proprietario deIla
Fondazione Italianieuropei, istituzione culturale, udite
udite, ma solo il Presidente. No no, il bambino con
l’acqua sporca non lo butta, dopo che se ne è lavato le
mani. E comunque, dopo l’arroganza con la quale ha
infarcito la sua vita politica per decenni, con quel
sorrisino sottobaffesco da brividi, almeno abbiamo il
bene di vederlo tremare un po’. Con tutta la presunzione di innocenza e il garantismo che naturalmente
gli spetta.
Carla Ceretelli
Il magico mondo delle start up
Una nota societaria informa che una grande banca
ha investito in una start up che si chiama Atooma.
Cosa fa questa start up? Semplice: «È una piattaforma
software», spiega (?) il comunicato, «che permette ad
aziende operanti nel campo della Smart Home, Mobile,
Wearable e Automotive, di integrare a bordo dei loro
dispositivi e dei loro servizi un’intelligenza artificiale,
capace di attivare automatismi e suggerimenti contestuali, con l’obiettivo di fornire ai propri utenti un
esperienza «magica». Visto? Basta spiegarle, le cose.
Lucio Sironi
13
DI
PAOLO SIEPI
La commissione di vigilanza della Rai ha
proposto l’abolizione del programma Che
fai, mangi? ritenendolo allusivo per la nostra classe politica. Amurri & Verde. News.
Mondadori, 1984.
Mi pare che il bilancio di
R
Renzi
non sia così catastrofico. Modesto sì, catastrofico
no.
n Se quelli della sua compagine
fossero meno trionfap
listi
li e più umili, lo scarto tra
i tanti proclami e le poche cose fatte sarebbe
meno grave: dire «guardate quanto siamo
bravi» è sempre controproducente, puzza di
presunzione e di fumo negli occhi. Tenere
i toni bassi (stare schisci, si dice a Milano)
aiuterebbe a mitigare le brutte sorprese. Michele Serra. ilvenerdì.
Con Caldoro alla Regione Campania abbiamo avuto per cinque anni un governatore
assente. Ed ecco i risultati: siamo gli ultimi in tutto e primi solo per disoccupazione.
Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e
candidato alla presidenza della Regione
Campania. Corsera.
Più passa il tempo in tv, più l’osservatore
prende confidenza con la grammatica landiniana e più si rende conto
di come questo simpatico
sindacalista si stia trasformando nell’erede naturale
di Antonio Ingroia. Stesso
pubblico. Stessi fan. Stessa
stampa. E proprio come il nostro beniamino che ha allegramente
mente usato le
proprie inchieste per fare politica,
litica, Landini
oggi sta usando il consenso che ha costruito
in una vita passata nel sindacato per fare
la sua rivoluzione civile. Claudio Cerasa.
Il Foglio.
In un circolo Arci, tra Reggio Emilia e Parma, dopo che ha parlato Massimo D’Alema,
interviene un imprenditore, settore ceramiche, prende il microfono e si sfoga: «Mi
sento un fallito perché ho fatto fare la cassa
integrazione, perché ho lasciato a casa 40
persone, perché ho votato questo partito per
cinquant’anni. Massimo, tu hai sbagliato
perché non sei stato vicino a Walter quando
ne aveva bisogno». D’Alema si alza in piedi
da tavola: «Scusate, ma sono un vecchio comiziante. Io non odio Veltroni, ma gli ìmputo la colpa del leaderismo che ci ha portati
dove stiamo. M’invitò alla prima di Quando
c’era Berlinguer, ho dovuto declinare l’invito
perché avevo un convegno, in Cina. Ma poi
ha insistito. E con lui le nostre figlie. Io e lui
abbiamo un universo sentimentale comune
e siamo prigionieri delle nostre figlie. Non è
vero che Veltroni è più buono e io più furbo».
Massimo D’Alema (Giampiero Calapà).
Il Fatto.
Il migliore dei ministri
di quest’ultimo dopoguerra
d
fu Giovanni Marcora, un
vero e concreto decisionista,
v
uno che non faceva perdere
u
tempo al prossimo, sempre
te
della comunità. Corrado Canell’interesse del
commis dello Stato. redalabrò, grand co
zione.cesarelanza.com.
Appena arrivò anche in Svizzera la notizia
della Liberazione, il 25 aprile 1945, mi precipitai a Lugano per rientrare a Milano. Il Cln
si oppose, disse che era troppo pericoloso. Ma
mi incamminai lo stesso, con Giorgio Cini,
figlio del conte Vittorio, e riuscii a varcare la
frontiera. Appena in tempo per assistere, due
giorni dopo, alla mattanza granguignolesca
di Piazzale Loreto. Ecco, l’immagine che associo a quei giorni è purtroppo quello spettacolo
di macelleria messicana, che certamente non
mi indusse a pensieri troppo ottimistici per
l’avvenire... La Milano di allora era piena di
partigiani, pochi autentici e molti dell’ultima
ora. Tutti con una gran voglia di sangue, di
epurazione. Anche tra i giornalisti. Intrupparono anche me, tra quelli che avrebbero
dovuto epurare i colleghi per conto del Cln: la
commissione
era presieduta
c
d quel galantuomo di Mario
da
M
Melloni,
il futuro Fortebraccio.
c Riuscii a convincerlo a
non
n epurare quasi nessuno.
Altrimenti,
dissi, avremmo
A
dovuto
cacciare tutti gli itad
che volevano castigare perliani. Figurati ch
Buzzati, sol
solo perché aveva continuato
sino Buzzati
a scrivere sul Corriere anche durante Salò.
Dovetti spiegare che Dino di politica non
capiva nulla, andava assolto per incapacità
di intendere e volere... Indro Montanelli
(Marco Travaglio), La Voce, marzo 1995,
ripresa dal Fatto.
Ozieri. La ragazza, seduta davanti alla
porta di casa, indossa il costume tradizionale.
Sotto la lunga gonna nera spuntano le scarpe
da tennis bianche e rosse. Anche questo è
inquinamento. Dino Basili, Tagliar corto.
Mondadori, 1987.
Non ho un dio. Se lo avessi,
gli chiederei di non farmi arrivare alla morte. Ho ancora
molto da camminare. Ci sono
lune
alle quali non ho ancol
ra
r abbaiato e soli che non mi
hanno
ancora acceso. Eduardo
h
rdo Galeano,
scrittore.
la Repubblica.
s
Luciana non è solo una persona: lei è una
legione
di fatti, problemi, incontri, dubbi,
l
amici,
contatti, rimpianti, offerte speciali,
a
mostre
, processi, eventi, diete, figurazioni
m
allegoriche, tragitti, spedizioni, safari, ricerche dell’io e di tutti gli altri pronomi, analisi
(di scuole diverse), affiliazioni pseudocriminali, trip orgiastici, sedute spiritiche, estasi
artificiali, librerie vintage, biglietto gratis,
foulard di Como, carciofi di Paestum, violini
di Cremona, ceramiche di Vietri, risonanze
magnetiche, ricatti emotivi, auto-palpazioni,
estroflessioni prostatiche, orgasmi mentali,
ginnastiche ideologiche, ribaltamenti politici, salite e discese dalla scena new age,
punk, electroglam, berlinese, situazionista,
sistuazionista-viennese, post-surrealista,
hard e soft core, post-psichiatrica, psichiatrica e basta, mainsteream, nazionale, internazionale, globale, localissima, non artistica,
veneziana, cineamatoriale, porno, post-porno, ebraico-palestinese, periferica, centrale.
Daniela Ranieri, Mille esempi di cani
smarriti. Ponte alle grazie, 2015.
Il 13 febbraio chiamo un taxi Cinquesettanta e mi viene a prendere un ragazzo.
Durante la corsa si mette a cantare e io lo
lodo per la voce bella e intonata. Lui mi risponde che ha l’abitudine di cantare con la
moglie e i figli. «Quanti figli hai?». «Tre»,
mi risponde. «’Primm’ è nivuro» («Il primo
è negro»). Abitava in un vascio dei vicoli di
Toledo (i famosi Quartieri). Una negra fece
un bambino e, abbandonatolo, scomparve.
Questo ragazzo lo ho adottato. Ora ‘O nirone, così lo chiamano i compagni di scuola, ha
13 anni. Il taxista ha già il posto prenotato
in Paradiso, nessuno potrà toglierlo. Paolo
Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio,
2014.
Era una mite sera lombarda di novembre,
con un sapore di risaie lontane e una calia
di nebbia che alonava attorno ai lampioni a
gas. Luigi Santucci, Orfeo in Paradiso.
Mondadori.
Se volete che un pettegolezzo, con il suggello
della discrezione, dig
venti
di pubblico dominio,
v
bisbigliatelo
in un orecchio.
b
Roberto
Gervaso Il MesR
saggero.
s
© Riproduzione riservata
14
Martedì 28 Aprile 2015
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Die Welt ha pubblicato un articolo per dimostrare che il grande artista è sopravvalutato
Leonardo, pollice verso tedesco
È quello di un mammasantissima dell’arte. Non si salva nulla
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
eonardo? Un imbrattatele. Non scrive esattamente così, ma questa
è la sintesi dell’articolo
apparso su «Die Welt». «Warum Leonardo da Vinci total
überschätzt ist», questo il titolo
esatto, cioè perché il genio italiano è totalmente sopravvalutato. Un affronto alla vigilia
dell’Expo a Milano, dove milioni di turisti, pur senza attendere il richiamo dell’esposizione
universale, sono già venuti per
ammirare l’«Ultima Cena».
«Das lezte Abendmah?», insiste il quotidiano, «una rovina
sopravvalutata».
L
Un’altra coltellata nella
schiena da parte dei tedeschi
che, secondo il vecchio pregiudizio, ce l’hanno sempre con gli
italiani, per invidia o per pura
cattiveria da barbari? Non abbiamo dimenticato dopo esattamente 28 anni la copertina
dello «Spiegel» con il revolver
sugli spaghetti fumanti. Gli
insulti arrivano spesso dalla
rivista di Amburgo, italiani
tutti con la pancia e impomatati, alla vigilia dei mondiali
del 2006 che avremmo vinto a
casa loro, o la stilettata quando
la «Concordia» finì sugli scogli
del Giglio. Per la verità, furono
solo due articoli sull’edizione
online del settimanale, molto
meno autorevole, ma bastarono
a scatenare la nostra reazione.
E ci siamo ripetuti per la tragedia dell’aereo Germanwings,
e qualcuno dei nostri a parer
mio ha esagerato in modo inaccettabile. Gioire sui morti non
si dovrebbe.
L’attacco a Leonardo è
una risposta? Non direi. Lo
firma Dirk Schümer: non lo
conosco personalmente, ma è
l’unico giornalista al mondo che
invidio. Come corrispondente
culturale dall’Italia, ottenne
dalla «Frankfurter Allgemeine» di risiedere a Venezia e di
farsi pagare l’affitto dell’appartamento sul Canal Grande. Si
è occupato per anni di prime
alla Scala e di grandi mostre,
fin quando alla Faz hanno deciso di risparmiare, e lui è pas-
Leonardo
da Vinci
sato alla «Welt» dove lo hanno
accolto a braccia aperte. È colto,
intelligente, originale. L’articolo, sospetto, va preso come un
grande scherzo. Tuttavia, lo
comprendo. I geni, a lungo andare, diventano antipatici e i
loro fans sono insopportabili.
Quando è apparso il suo
articolo sulla «Die Welt» ero
a Parigi. Il Louvre era preso
d’assalto, come sempre, da
mandrie di turisti intruppate.
Mi sono limitato ad andare in
libreria, ma nella visita precedente, un paio d’anni fa, era
impossibile scorgere la Mona
Lisa, La Gioconda, altro qua-
Coprirebbe in meno di un’ora il tragitto Milano-Roma
dro che Dirk trova assolutamente kitsch, al di là di una
fitta schiera di ammiratori con
il cellulare in mano, decisi a
eludere la sorveglianza dei
guardiani per scattare una
foto improbabile. Nessuno si
arrestava neppure per un secondo innanzi alla «Vergine
delle rocce», capolavoro, a parer mio, superiore alla Gioconda, in mostra a pochi metri.
I capolavori si usurano
non solo per i flash, li consumano anche gli sguardi. La
Mona Lisa finita sulle scatole
dei cioccolatini si è, in qualche
modo, rovinata. Ma Schümer
non tollera proprio Leonardo, e
il mito del Rinascimento (che la
Germania non conobbe). Quale
Universalgenie!, si sdegna il collega, quale uomo rinascimentale… la mostra a Palazzo Reale
è del tutto deludente. «Die technischen Visionen?» L’invenzione
della bicicletta, dell’elicottero,
del sottomarino? Follie balorde,
da Jules Verne anzi tempo.
Perché, si chiede l’autore
dell’articolo, Leonardo non ha
finito quasi mai una sua opera?
Il fascino dell’incompiuto, o una
sorta di impotenza artistica?
Michelangelo era un’altra cosa,
ammette Dirk. Mentre il rivale
dipingeva la Cappella Sistina e
quasi di sfuggita scolpiva il David, l’affresco dell’Ultima Cena
già andava in rovina prima di
essere completato perché Leonardo usava tempere di cattiva
qualità. Come dire, più che un
genio universale, un mediocre
in tutto. Meglio che Mona Lisa
rimanga a Parigi e che a Milano si possa ammirare la versione pop di Andy Warhol,
conclude.
Non vorrei che adesso per
vendetta qualcuno dei nostri
sia tentato dal distruggere
Cranach. Piuttosto i milanesi
dovrebbero invitare Schümer a
tenere una conferenza all’Expo.
Parla benissimo l’italiano, ama
la nostra cucina, a cui ha dedicato più d’una corrispondenza,
ed è divertente. Smentirebbe
un paio di luoghi comuni: che i
tedeschi non sanno scherzare, e
che noi siamo permalosi.
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Dispositivo per smartphone creato in Usa
Per il treno giapponese Cancro, diagnosi
un record a 603 km/h rapida con l’app
ta anche dall’alternanza orizzontale delle fasi di
attrazione e repulsione esistenti fra poli opposti.
n treno giapponese a lievitazione ma- Nel caso nipponico, tuttavia, c’è una differenza
gnetica, che non tocca le rotaie, ha rispetto ai treni realizzati in Germania dalla
raggiunto il nuovo record di velocità: Siemens e che sono operativi nel collegamen603 chilometri orari. Una prestazione to fra l’aeroporto di Shanghai e il centro della
conseguita su una linea sperimentale, che ha città cinese. La tecnologia giapponese ricorre a
riguardato il modello L0 (zero) dei convogli ultra- magneti superconduttori che consumano una
rapidi Shinkansen, che sono sempre più lanciati quantità inferiore di corrente grazie a tempeverso il superamento di barriere che sembrava- rature di funzionamento molto ridotte. Inoltre
no impossibili da
il sollevamento del
treno e il suo movioltrepassare. Un
paio di settimane
mento avvengono
fa il treno aveva
attraverso magnegià toccato i 590
ti posizionati vertiorari, battendo il
calmente ai lati dei
suo stesso record
convogli. In questo
modo è più facile
di 581 km/h che
risaliva al 2003.
sostenere il treno e
Questo modello
mantenerlo a una
di treno è prodotdistanza superiore
dal suolo: 10 cento da Mitsubishi
timetri rispetto
Heavy Industries
in tandem con una
al solo centimetro
del Transrapid tefiliale del grupdesco.
po JR Central. È
Lo Shinkansen L0 ha superato la barriera
L’obiettivo delle
composto da sette
dei 600 chilometri orari
ferrovie nipponicarrozze ed è stato
testato sulla linea di prova Yamanashi, un tratto che è quello dell’entrata in servizio del nuovo
del futuro collegamento ultraveloce Tokyo-Nago- Shinkansen L0 nel 2027 su una tratta di 286
ya. Almeno a livello teorico, un treno di questo chilometri che collegherà Tokyo a Nagoya in
genere potrebbe coprire la distanza tra Milano e soli 40 minuti, dimezzando il tempo di percorrenza attuale. In seguito,
Roma in poco meno di un’ora.
a partire dal 2045, la linea
La tecnologia che permette
Le
due
pagine
di
«Esteverrà prolungata fino a Osaai treni di non toccare il suolo
ro
Le
notizie
mai
lette
è chiamata Maglev ed è basata
ka: il viaggio verso la capitale
in Italia» sono a cura
sul ricorso alla forza repulsiva
potrà avvenire in poco più di
che si genera fra due magneti
un’ora.
di Sabina Rodi
simili. La propulsione è prodot© Riproduzione riservata
U
DI
ETTORE BIANCHI
DI
SIMONETTA SCARANE
U
n’applicazione per
smartphone, messa a punto da una
équipe di ricercatori di Boston, permetterà
di diagnosticare i tumori a
distanza, e in maniera precoce. Con questa app sarà possibile realizzare screening
molto utili in
caso di cancro all’utero,
per esempio,
il terzo più
frequente al
mondo nei
paesi in via
di sviluppo, dove lo
smartphone
è sempre più
d i f f u s o. S i
eviterebbero
così le biopsie, secondo l’articolo pubblicato il 13 aprile
dalla rivista Pnas. L’idea è
di piazzare campioni di sangue, o di tessuti, in un piccolo dispositivo che li illumina
e li ingrandisce per essere
fotografati dall’obbiettivo
dello smartphone. Le immagini vengono inviate poi a un
server remoto che individua
le cellule maligne, sintomo
della presenza di lesioni precancerose o cancerose. Dal
momento che lo smartphone non ha la risoluzione di
un microscopio, i ricercatori
hanno aggiunto ai campioni
da testare delle microsfere
ricoperte di anticorpi che
permettono di agganciarsi
alle cellule cancerose: queste microsfere sono in grado di diffrangere la luce.
Lo spettro di diffrazione è
interpretato
da un server
remoto che
rinvia allo
smartphone
un’immagine pulita,
con l’individuazione
delle cellule
cancerogene, permettendo, così,
la diagnosi.
La procedura è veloce, richiede all’incirca 45 minuti, e molto economica: 1,70
euro. Il costo potrà ridursi
ancora in proporzione alla
sempre maggiore diffusione
di questa telediagnosi, che è
affidabile esattamente come
i metodi tradizionali. In futuro, questo sistema potrà
essere utilizzato per diagnosticare numerosi altri tipi di
malattie.
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Martedì 28 Aprile 2015
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
15
Gli operatori locali vogliono emanciparsi dalle joint venture con le società occidentali
Cina, componenti auto al top
Si moltiplicano le acquisizioni per essere più autonomi
DI
MASSIMO GALLI
n Cina c’è gran fermento
nel settore della componentistica per l’automobile. Le aziende vogliono
emanciparsi dalle alleanze
con i colossi occidentali, che
equivalgono spesso a joint
venture, per guadagnare
autonomia. Ne è riprova il
fatto che sono in forte aumento le acquisizioni a livello internazionale da parte di
società cinesi, con il duplice
obiettivo di incrementare il
fatturato e di acquisire competenze.
Negli ultimi anni, come è
avvenuto fra i costruttori di
auto, i protagonisti dei componenti si sono associati a
realtà straniere del calibro
della tedesca Continental,
della francese Plastic Omnium e dell’americana Johnson Controls. Una strategia indispensabile, vista
la carenza sul versante tecnologico. Ma è stata anche
l’opportunità di aprire gli
orizzonti al mercato globale. Del resto, la torta di que-
I
Al Salone di Shanghai va in scena
anche la componentistica per l’automobile
sto comparto valeva l’anno
scorso 667 miliardi di euro
a livello mondiale, di cui 147
appannaggio dell’ex Celeste
impero. Le stime di Roland
Berger-Lazard parlano di un
giro d’affari vicino agli 800
miliardi nel 2020.
Al Salone dell’auto di
Shanghai, che chiuderà i
battenti domani, le imprese
cinesi si presentano quasi
tutte in tandem con gli alleati stranieri. Eppure ci sono
segnali di un’inversione di
tendenza, con la presenza
di realtà che stanno camminando con le proprie gambe.
A cominciare da Bwi Group,
produttore di sospensioni e
freni, che negli ultimi anni
ha rilevato una divisione di
Delphi, ex fornitore interno
della General Motors. Un al-
tro esempio è rappresentato
dall’azienda tedesca Preh,
che realizza piattaforme di
controllo della temperatura e dell’intrattenimento a
bordo dei veicoli, e che dal
2012 è entrata a far parte
del gruppo cinese Joyson
Electronics.
L’accesso diretto alla tecnologia avanzata è diventato
un’esigenza irrinunciabile, e
proprio per questo la logica
dello shopping internazionale sta prendendo piede. A
questa necessità si affianca
talvolta quella di favorire il
consolidamento nel settore,
creando gruppi che abbiano
le spalle larghe per essere
più competitivi e far fronte
alla concorrenza su scala planetaria. Un esempio recente
viene dall’acquisizione della Pirelli da parte di Chem
China. L’anno scorso, inoltre,
Yanfeng, filiale del colosso
cinese delle quattroruote
Saic, aveva rilevato il ramo
equipaggiamenti per interni
di Johnson Controls. Fra il
2010 e il 2014 le aziende cinesi di componentistica auto
hanno investito 6,5 miliardi
di dollari (5,9 mld euro).
Però non è tutto oro quel
che luccica perché, stando
agli esperti del settore, si
tratta di un comparto produttivo che richiede parecchia manodopera e poca
innovazione: diversi gruppi
mondiali stanno battendo in
ritirata perché non è facile
ottenere una buona redditività. D’altro canto i cinesi non
sono allo stesso livello dei
colossi internazionali, almeno per il momento: dedicano
molti meno soldi alla ricerca
e questo li pone in una condizione di svantaggio. Proprio
per questo il governo e alcuni
enti locali stanno cercando di
sostenere economicamente le
operazioni di rafforzamento.
I risultati si vedono: il gigante dell’aviazione e della difesa Avic, di proprietà statale,
ha acquisito l’azienda americana Nexteer e la tedesca
Hilite, entrambe attive nella
componentistica. Anche se la
strada è lunga, a Pechino ci
credono fermamente.
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PER CUI MOLTE DONNE NON SI POSSONO SPOSARE, ALTRE RESTANO SOLE, LE FAMIGLIE SONO PRECARIE
Mancano all’appello, negli Stati Uniti, 1,5 milioni di persone,
di sesso maschile e pelle nera. Muoiono giovani o sono in galera
da Washington
ALBERTO PASOLINI ZANELLI
N
on tutti i conti tornano nella Superpotenza. Ci sono,
anzi, importanti differenze
tra le cifre che dovrebbero
esserci e quelle che ci sono. Se tutti
i dati comparissero nello stesso librone, questo avrebbe tante pagine
bianche o mancanti, come strappate.
Per esempio, nell’elenco di cifre o di
persone che dovrebbero esserci e invece non ci sono. Bisogna cercarli a
una specie di sportello degli oggetti
smarriti. In questo caso sono persone. Un milione e mezzo, tutte di
sesso maschile, tutte di pelle nera.
Con una grande diseguaglianza fra i
due sessi. Mancano i maschi, tanti. A
New York non rispondono all’appello
120 mila uomini di origine africana
tra i 25 e i 54 anni di età. A Chicago
45 mila. A Philadelphia ne mancano
30 mila. Negli Stati del Sud diverse
centinaia di migliaia. In totale, un milione e mezzo che dovrebbero esserci
e non ci sono.
Una cifra impressionante e senza paragoni al di là delle frontiere.
In totale, per ogni 100 donne a piede
libero ci dovrebbero essere 83 uomini,
che invece compaiono nella colonna
dei «dispersi». Più «nera» è la composizione etnica di una città, più il
deficit è importante. E più si nota che
la sproporzione fra i sessi non esiste
nelle altre componenti etniche degli
Usa. Per 100 donne bianche ci sono 99
maschi. Per quelle nere di città come
Molti uomini di pelle nera sono in carcere
North Charleston, nella Carolina del
Sud, manca all’appello un uomo su
quattro, quasi un record. A far peggio
c’è quasi solo Ferguson, la cittadina
del Missouri che è da mesi nelle cronache mondiali per l’«incidente» di
un paio di mesi fa del poliziotto che
uccise un giovane nero disarmato: per
ogni 100 donne di origine africana che
ci abitano, ci vivono appena 60 maschi. Sono dati paragonabili a quelli
prodotti, in una nazione popolosa, da
una guerra mondiale (ai tempi in cui
le donne non facevano il soldato).
Averne notizie è invece semplice: su quel milione e mezzo che manca in totale, 600 mila sono in prigione
e 900 mila al cimitero. A evitare equivoci e a rendere le cifre più leggibili,
si tiene conto solo degli adulti (fra i
bambini la discrepanza non esiste) e
degli anziani. Una percentuale importante dei «mancanti» rivela che non
sono «deceduti per cause naturali».
La ragione più frequente è l’omicidio, addirittura più ricorrente, in
questa classe di età, dell’infarto e
degli incidenti stradali o sul lavoro,
soprattutto nell’età fra i 30 e i 40
anni. Non è dunque confermata dalle statistiche la diffusa convinzione
che la fase più pericolosa della vita
per gli americani dalla pelle nera sia
l’adolescenza.
Di conseguenza i risvolti sociali del fenomeno sono più gravi, dal
momento che a «sparire» anzitempo
sono soprattutto gli uomini che dovrebbero essere sposati e mantenere
la famiglia. La loro assenza è la causa principale della disgregazione del
nucleo familiare e dei «disordini» dei
giovani e dei ragazzi. Un’altra conseguenza è la scarsità dei matrimoni e,
dunque, l’abbondanza delle giovani
donne che vivono sole e delle famiglie con la sola madre e con i figli di
padri multipli da relazioni brevi.
Ma la radice più tipicamente
americana di questo fenomeno è,
ancor più della mortalità, il sistema giudiziario. A parità di reato
commesso, le sentenze degli Usa
sono incomparabilmente più «alte»
e più «lunghe» che in qualsiasi paese europeo. Si calcola un rapporto, per esempio in paragone con la
Gran Bretagna, di uno a quattro.
Gli ergastoli non sono eccezioni
ma quasi la regola. In stati come
la California, per esempio, è obbligatorio per i giudici comminare il
carcere a vita per chi abbia commesso più di due reati, non importa
di quale gravità, inclusi i furti di
una pizza. La disposizione è conosciuta appunto come «tre pizze e
un ergastolo». Ma anche altrove si
può essere condannati a trent’anni
per un furto e scomparire così dalla vita e dalle statistiche. E queste
abitudini draconiane colpiscono soprattutto i giovani di colore. Non
è esatto, dunque, che la colpa sia
delle malattie.
Negli ultimi trent’anni la
mortalità di questo gruppo razziale è diminuita di più di quella fra i
bianchi, soprattutto nelle malattie
come l’Aids, che inizialmente colpiva di più i giovani di pelle nera.
Ha invece continuato a crescere la
somma delle carcerazioni. Si muore
di meno, fra i giovani blacks, ma
si va più spesso e più a lungo in
prigione. In ambedue i casi si «sparisce» nelle statistiche.
[email protected]
FOCUS
INCONTRI ISTITUZIONALI PER
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI
C
hiara Immordino presenta l’Ambasciatore Giulio Terzi li, e non prevalentemente cosmetiche o fideistiche come queldi Sant’Agata e il diplomatico militare americano Pre- le che continuiamo a sentire nelle declaratorie governative da
sidente avvocato americano Micah D.Wells, ex diplo- un anno a questa parte. Dobbiamo infatti prestare molta attenmatico militare degli Stati Uniti d’America, esperto di zione al fatto che nello scenario dell’ economia mondiale di
difesa, sicurezza e affari internazionali ed ora presidente di Con- quindici anni fa, così simile a quello attuale, il volume dei betinental Strategy Partners e African Strategy Partners, a margi- ni e dei servizi venduti dall’ Italia all’estero e si inizialmente
ne della Conferenza del 11 aprile su “l’internazionalizzazione aumentato del 20%; ma poi si è ridotto nei tre anni successivi
delle piccole e medie imprese organizzata dall’Associazione non appena il deprezzamento dell’euro sul dollaro ha provoPMI Italia International. Il presidente della sede di Brescia Raf- cato un aumento dei prezzi interni e di quello dell’Export, defaele Pandico che introduce la Conferenza enunciando le at- teriorando la competitiva’ dei nostri prodotti. La mancanza di
tività del circuito nascente: “PMI Italia che si propone di sup- flessibilità del mercato italiano e la tendenza di gran parte delportare le aziende presenti sul territorio e che vivono un con- le aziende ad adeguare i prezzi invece di migliorare la qualità
testo sociale univoco con tematiche omogenee, attuando una e di investire in produttività hanno praticamente azzerato quell’
strategia di Marketing internazionale in un ambiente economi- iniziale effetto di stimolo dovuto ad un cambio favorevole. Rico caratterizzato da una continua trasformazione e da una cre- spetto a 15 anni fa abbiamo un contesto competitivo peggiorato a causa di un debito pubblico nettascente tendenza verso la globalizzazione
mente più alto che riduce la possibilità di
dei mercati internazionali.
operare sul versante della spesa pubblica;
l’Associazione PMI Italia si pone a supporcontesto peggiorato a causa di una concorto delle aziende del territorio italiano inrenza internazionale sempre più agguerritroducendole nel mercato economico glota. Non è un caso che tutte le principali orbale attraverso un inserimento nel Proganizzazioni economiche prevedano l’Itagramma Horizon 2020 di recente stanzialia come fanalino di coda fanalino nella rito dall’Unione Europea, che permette di atpresa dell’Eurozona insieme alla Grecia.
tingere contributi a fondo perduto nei setSu questo sfondo così economicamente
tori industriali, manifatturieri e dei servizi
impegnativo per gli interventi strutturali
turistici eccellenze del nostro Made in Italy
che l’Italia deve risolvere, l’Ambasciatore
a livello mondiale.”
Terzi crede che sia fondamentale la voce
Il giornalista economico Massimo Lucidi
degli imprenditori lombardi, una vera formoderatore e tra gli organizzatori dell’eza trainante in Italia e Europa per il percorvento per PMI Italia dichiara: “I mercati
so di internazionalizzazione dei comparti
internazionali sono prerogativa da tempo
produttivi, sostenuti dall’innovazione, daldelle imprese bresciane: dalle produzioni
la ricerca e dalla formazione dei giovani.
vitivinicole alla manifattura e carpenteria
Negli anni della crisi tra il 2007 e il 2013
industriale in Made in Brescia è conosciuL’avvocato americano Micah D. Wells,
ex diplomatico militare degli Stati Uniti
l’unico contributo alla crescita è venuto
to e apprezzato. Ma ci sono margini di mid’America, esperto di difesa, sicurezza e affari
glioramento. Ci sono mercati nuovi e uno internazionali ed ora presidente di Continental dalle esportazioni nette a fronte della caduscenario internazionale in profondo muta- Strategy Partners e African Strategy Partners ta della domanda interna. I mercati emergenti rappresentano attualmente la quota
mento che apre opportunità e minacce che
devono essere correttamente inquadrate. Per questo un sinda- maggiore delle esportazioni mentre la rilevanza dell’euro è ricato di imprese che scambiano esperienze e cercano confron- dotta. Il Made in Italy tradizionale (beni agricoli e di consumo)
ti e interlocutori internazionali nuovi vanno accolte con entu- ha intercettato la domanda di mercati lontani, esportando prodotti di alta qualità in grado di rispondere ai gusti dei nuovi consiasmo e interesse“.
L’On. Fabio Rolfi, bresciano, Consigliere della Regione Lom- sumatori.Vino e Gioielli in particolare hanno accresciuto la lobardia e membro della Commissione Attività Produttive rap- ro rilevanza per il nostro Export. Il nuovo “Made in Italy“ (bepresenta le istituzioni al Convegno rafforzando il supporto del- ni intermedi e di investimento) ha saputo cogliere i mutamenla Regione Lombardia imprese e al territorio. Un segno, ma ti del commercio internazionale, sempre più incentrato sulla
anche un sogno quello che le élite della finanza insieme al- frammentazione delle funzioni produttive. Il processo di interle istituzioni condurranno fuori dalla crisi il nostro amato pa- nazionalizzazione per gli economisti non significa solo escluese portandolo ad essere il centro economico e commercia- sivamente insediamento delle attività commerciali e produttive
le del Mediterraneo, e valorizzando le eccellenze del Made in oltre confine, ma anche l’esportazione e gli investimenti esteri
nel nostro paese. Le strategie di “internazionalizzazione“ deItaly a livello globale.
L’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata introduce: “il pro- vono comprendere la miriade di PMI che esportano senza locesso di internazionalizzazione delle imprese lombarde ana- calizzare investimenti produttivi o commerciali all’ estero così
come le imprese che sono sempre più inserite nelle così dette
lizzando le problematiche ancora aperte“.
L’Attuale contesto economico internazionale rappresenta per Global Value Chains(GVC).
paesi come l’ Italia una grande opportunità di inserirsi nel ci- La struttura regionale del nostro Export è rimasta sostanzialmenclo della ripresa mondiale, valutazione ampiamente condivi- te invariata tra il 2007 e il 2012; il quadro è più complesso se
sa in tutta l’area OCSE. Il prezzo del petrolio di recente note- si osservano i distretti. Il Nord detiene la quota maggiore delvolmente calato, i tassi di interesse quasi azzerati, cambio eu- le esportazioni oltre il 70%. In termini di distretti industriali la
ro-dollaro quasi alla pari ci riportano a un periodo storicamen- dinamica del Nord-Est è risultata molto positiva in controtendenza rispetto a quello accaduto alle esportazioni totali dell’ate simile al 1999.
Il raffronto fra la situazione attuale e quella di sedici anni fa, rea. Per il Centro sono state molto positive le evoluzioni dei diinduce tuttavia a considerare le opportunità che abbiamo din- stretti toscani in particolare pelle e calzature oreficeria e vino.
nanzi con cresciuta cautela. Nonostante vi siano voci che ri- Le piccole e medie imprese italiane sono state influenzate dalla
tengono già acquisito l’effetto di un positivo trascinamento sul crisi trovando gravi difficoltà nell’accesso al credito dovuto alla
nostro Export, serve un accresciuto impegno nell’ imprimere massima prudenza da parte delle banche alle prese con squilialla nostra politica economica delle svolte incisive sostanzia- bri di bilancio e minor redditività delle PMI. Le imprese hanno
ben reagito cercando nuovi modi per reperire risorse finanziarie attraverso l’ apertura del capitale ad investitori. Nel periodo 2014-2017 si assisterà a un’accelerazione dell’economia e
del commercio globale da cui trarrà beneficio anche l’Export
italiano. Il principale contributo alla crescita mondiale arriverà dalla ripresa nei mercati avanzati; quelli emergenti si manterranno sui tassi più alti sebbene inferiori alla performance dei
periodi precedenti. Gli scambi internazionali cresceranno con
un’ intensità maggiore rispetto al PIL. L’Export italiano di beni e servizi sarà trainato dalla maggiore domanda mondiale e
aumenterà del 6,9% l’anno in media, un treno da non perdere per il futuro economico delle nostre Eccellenze nell’era della globalizzazione del nostro pianeta.
Chiara Immordino con Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata e Massimo
Il modo apprezza e chiede sempre più made in Italy e inveLicidi giornalista economico
Danilo Gigante, Massimo Lucidi, Chiara Immordino, Avv. Micah D. Wells
e Avv. Agostino Albero
stimenti da parte di aziende italiane. Internazionalizzazione è
la la parola chiave più volte ripetuta a margine del Convengo tenutosi a Rovato (Brescia) organizzato da PMI Italia International. Tante sono le possibilità il mercato globale offre soprattutto alle piccole e medie imprese che però devono saperle coglierle ed essere in grado di trasformarle in concrete opportunità di business. Queste sono le parole con cui ha esordito il suo intervento il colonnello e avvocato americano Micah D. Wells, ex diplomatico militare degli Stati Uniti d’America, esperto di difesa, sicurezza e affari internazionali ed ora
presidente di Continental Strategy Partners e African Strategy
Partners. Ed è proprio di Africa, piena di risorse non solo naturali ma anche umane, e delle tante opportunità commerciali
e di investimento che questo continente offre alle imprese italiane, che l’avv. Wells ci ha parlato, a margine del convegno
a cui ha partecipato insieme al direttore generale del gruppo,
il Dott. Agostino Albero.
Con più di un miliardo di persone, e stime di crescita annua del
6-7% per il prossimi vent’ anni, secondo le previsioni di Banca
Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, l’Africa ed in particolare l’area Sub-Sahariana, è senza dubbio in forte espansione economica e rappresenta per le imprese italiane un’ occasione unica da non perdere. Notevole è l’interesse per le imprese italiane da parte dei tanti uomini d’affari africani, affascinati soprattutto dalla nostra cultura imprenditoriale e dai prodotti Made in Italy di cui hanno grande rispetto ed ammirazione sia per lo stile che per la qualità.
È su questo che le imprese italiane devono puntare. Siamo consapevoli, sottolinea l’avv. Wells, che affrontare i mercati internazionali non è facile, in particolare in alcuni paesi dove la situazione geopolitica il più delle volte spaventa. È necessario essere globali, avere il giusto accesso alle informazioni, un network
importante, operare con le dovute garanzie, fare le due diligence appropriate, e tutto questo è essenziale se si vogliono minimizzare i rischi, sempre presenti quando si opera nei mercati
internazionali. CSP e ASP nascono dall’ iniziativa di tre professionisti, Micah Devon Wells, Agostino Albero e Luca Di Donna, tutti forti di un bagaglio di esperienze di lavoro all’estero e
sono state concepite proprio per rispondere a queste esigenze.
La società ha un team internazionale che conta associati negli
Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Svizzera, Gibuti e Nigeria. CSP e ASP sono in grado di offrire una consulenza strategica indipendente e personalizzata per l’internazionalizzazione
delle imprese e possono dare un supporto concreto per la gestione di operazioni internazionali sia commerciali che di investimento, in particolare nei settori dell’energia, infrastrutture
e materie prime. Le piccole e medie imprese necessitano, più
di altre, di questo servizio e spesso questo aspetto viene trascurato. Con il gusto supporto, una buona dose di pagmatismo e
un ottimo gioco di squadra, siamo convinti che le imprese italiane possono vincere questa sfida. Il mondo ed in particolare
l’Africa vi stanno aspettando.
Si ringraziano:
PMI International, il Presidente sede di Brescia Dr. Raffaele Pandico, Massimo Lucidi giornalista economico, Avv. Agostino Albero Direttore Generale del Gruppo Continental Strategy Patners e African Strategy Patners.
Stefano A.Rizzi per la foto pubblicate.
Roberta Razzano Haute Couture per l’abito indossato da Chiara Immordino.
Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente focus sono stati forniti dall’azienda, che ne garantisce la correttezza e veridicità, a soli fini informativi
17
Martedì 28 Aprile 2015
Marketing
Oggi
interni oltre il giard
dino
TUTTO NUOVO
IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI
ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ
La ricetta di Antonio Batani, patron del Grand Hotel di Rimini: servono proposte su misura
Turismo fa rima con marketing
Wellness, acquisti e mare: formula giusta per le vacanze
DI
CARLO VALENTINI
l turismo? «Oggi è tutta
una questione di marketing», assicura Antonio
Batani, classe 1936,
personaggio da collocare
sul podio della classifica dei
self-made-man: da cameriere a gestore di una pensione
in affitto, dal primo piccolo
albergo di proprietà via via
fino a diventare il più importante albergatore della riviera romagnola, con 12 hotel,
tra cui il Mare Pineta (con 10
campi da tennis), il Da Vinci,
unico 5 stelle di Cesenatico,
un albergo a Cluj Napoca, in
Romania. L’ultimo acquisto
è stato il felliniano Grand
Hotel di Rimini. In totale,
quasi 2 mila posti letto e un
migliaio di dipendenti. Ma
ha pure impiantato, sulle
colline, un’azienda agricola
per produrre una parte del
cibo che serve nei suoi hotel. Spiega: «A partire dalla
fine della seconda guerra
mondiale molti prodotti sono
entrati nella fase di maturità e quindi più che sugli
aspetti produttivi occorre
impegnarsi sul marketing,
creando proposte su misura
sempre più personalizzate.
Il turismo non è sfuggito a
questa regola, seppure con
qualche decennio di ritardo,
e quindi è diventato fondamentale l’orientamento al
mercato».
Così, per esempio, ora che
gli italiani hanno scoperto il
wellness, Batani ha mandato la figlia, Paola, a presiedere «Wellness valley», un
brand turistico che propone
vacanze salutiste, dalle spa
interne agli hotel alla ristorazione biologica ai corsi fisioterapici. Tra i promotori
vi è Nerio Alessandri, fondatore della Technogym,
che ha sede a Cesena.
«I miei alberghi», afferma
Batani, «sono suddivisi in
due categorie che ho chiamato Luxury Collection,
con gli hotel a cinque stelle,
e Family Feeling, con tutti
gli altri. I secondi offrono
servizi appositamente pensati per soddisfare i bisogni
di famiglie con bambini: dai
menu svezzamento o glutenfree agli scalda-biberon in
camera, al fasciatoio, fino al
mini-club estivo per i piccini
e alle baby-sitter di grande
I
Il Grand Hotel di Rimini. A destra, Antonio Batani
esperienza».
Non solo wellness. Si è
aperto, per la riviera romagnola, il mercato russo, coi
turisti vogliosi di fare acquisti fashion ed ecco che in
riviera i pullman li prelevano dalla spiaggia e li portano negli outlet delle griffe
dell’abbigliamento dislocati
nell’entroterra: sole, mare e
scarpe firmate.
«Ma il mercato russo, un
tempo florido», dice Batani,
«oggi è terremotato dalle sanzioni in seguito
alla vicenda
ucraina, prevedo l’80% in
meno di arrivi.
Un buco nero
che speriamo
di colmare con
l’Expo, abbiamo
studiato iniziative per calamitare verso la
riviera i visitatori dell’Expo,
speriamo di riuscirci. Un po’
di mare e di wellness dopo
Riva amplia la gamma sportiva
Riva, il cantiere del gruppo Ferretti, amplia la gamma sportiva del brand ed
è pronto per debuttare al
Cannes Yachting Festival
2015.
Il nuovo nato è il coupé
Riva 76 (nella foto), uno
yacht destinato a diventare
erede delle barche storiche
del cantiere. In costruzione
negli stabilimenti Ferretti
Group di La Spezia, l’imbarcazione sarà
presente a settembre al Festival de la
plaisance.
A firmare il progetto è stato Mauro Micheli, fondatore assieme a Sergio Beretta di Officina Italiana Design, lo studio
che disegna in esclusiva l’intera gamma
Riva. Il team ha collaborato a stretto
contatto con il comitato strategico di
prodotto Ferretti Group e il dipartimento engineering del gruppo.
«I team coinvolti nello sviluppo di
questi progetti vivono l’impegnativa
esperienza di creare qualcosa di stra-
ordinario restando sempre fedeli ai
173 anni di storia del marchio», commenta Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti Group. «Riva 76
rispecchia esattamente questa visione
progettuale: raccogliere l’eredità del
passato per trasferirla in un prodotto
all’avanguardia sotto ogni aspetto. Non
vediamo l’ora di essere, ancora una volta, ambasciatori della bellezza italiana
nel mondo attraverso questo coupé e i
nuovi modelli Riva che presenteremo
nel 2015».
© Riproduzione riservata
tanto cibo non guastano».
Non manca un pizzico di
cultura. Nei suoi alberghi
organizza la presentazione
di libri, performance di attori e un premio annuale
(Le 5 stelle del giornalismo,
quest’anno assegnato, tra gli
altri, a Enrico Mentana e
Maria Latella).
Due gli insegnamenti da
questa straordinaria avventura imprenditorial-alberghiera: una crisi può essere
occasione di crescita («quando arrivò la mucillagine, nel
1989, dice, si registrò la svendita di
molti alberghi, io
scommisi sul fatto che si sarebbe
trattato di una vicenda transitoria,
acquistai a prezzi
stracciati un hotel
e fu il mio salto
di qualità») e la
forza della famiglia («senza mia
moglie non avrei
mai raggiunto
questi risultati e
tutti e tre i miei
figli lavorano con
me»).
Oltre la metà
dei suoi clienti
arriva dall’estero.
Ma potrebbero essere di più.
«Io faccio il possibile», assicura, «ma l’Italia dovrebbe
migliorare il marketing
m
all’estero. Poi occorre potenziare i collegamenti migliorrando la rete di treni, aerei,
strade. La concorrenza dei
paesi stranieri è forte e bip
sogna investire rapidamente
sull’oggi e sul domani».
Che le potenzialità italiane non siano colte appieno lo
n
conferma l’Eurobarometro,
pubblicato dalla Commissiop
ne europea, da cui emerge
n
che il desiderio principale
per i vacanzieri europei è
p
rrecarsi in spiagge calde e assolate. I flussi turistici mostrano come, soprattutto nei
mesi estivi, gli abitanti del
m
Vecchio continente tendano
V
a dirigersi verso le località
costiere del Mediterraneo:
iil 15% degli europei ha passato la scorsa estate le vacanze in Spagna, la meta
più gettonata che precede
p
Francia (11%) e Italia (10%).
F
Siamo al terzo posto mentre
ci spetterebbe il primato.
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18
Martedì 28 Aprile 2015
MARKETING
Le strategie dell’insegna francese specializzata in bricolage. Fatturato a +5% in Italia
Leroy Merlin diventa multicanale
E-commerce, clicca e ritira e più spazio alla progettazione
DI
una fila unica e che dovrebbe garantire tempi
di attesa più brevi.
Un altro aspetto introdotto, nell’ottica della
IRENE GREGUOLI VENINI
iventare un’insegna
multicanale, grazie all’e-commerce,
a formule come il
clicca e ritira e alla digitalizzazione dei negozi, per i
quali si sta sperimentando
un nuovo concept in cui si
dà più spazio anche alla
progettazione, è la trasformazione strategica che Leroy Merlin vuole compiere
in Italia. L’obiettivo per la
catena specializzata in bricolage e fai-da-te per il 2015
è replicare l’andamento positivo dell’anno passato,
chiuso, nella Penisola, con
un fatturato di 1,4 miliardi
di euro, in crescita del 5%.
«Vogliamo trasformare
il più velocemente possibile l’azienda, che tradizionalmente si serve di un
solo canale di vendita, in
un’azienda cross-canale:
l’anno scorso abbiamo lanciato l’e-commerce e vogliamo accelerare nel 2015 da
questo punto di vista. Nei
prossimi due mesi lanceremo il clicca e ritira, per
ora a Bergamo e a Roma,
per testare l’accoglienza di
questa formula nel mercato italiano», spiega Olivier
Jonvel, amministratore delegato di Leroy Merlin Italia, che ha 47 punti vendita
nella Penisola, dove è presente dal 1996. «Oltre a ciò
continuiamo nella strategia
più classica del nostro business: innanzitutto essere ca-
D
Un punto vendita Leroy Merlin e Olivier Jonvel
paci di vendere progetti; per
questo stiamo lavorando per
avere una capacità di libero
servizio maggiore in modo
da recuperare tempo per i
grandi progetti dei clienti,
come ristrutturare il bagno
e la cucina, con la possibilità
di fissare un appuntamento
con il venditore per essere
seguiti dall’inizio alla fine
del progetto. Tutto ciò è
reso possibile anche da un
programma di formazione
in cui stiamo coinvolgendo
il nostro staff per renderlo
in grado di operare in più
reparti e di vendere i servizi. Gli altri pilastri sono la
relazione con il cliente, con
un approccio personalizzato,
e l’identità del nostro brand,
lavorando sulla differenziazione e sull’ampliamento
della gamma, e la convenienza».
Questa strategia è
stata concretizzata nel
nuovo concept di negozio,
chiamato «Vision», con cui
è stato ristrutturato un primo punto vendita a Solbiate
Arno (Varese), che si presenta con spazi aperti divisi per
reparti di prodotto, ma anche con zone di servizi e di
relazione (punti di consiglio
e zone progetto), con una
nuova area bar, immaginata per migliorare la qualità
del tempo di permanenza
dei clienti, oltre a una zona
dedicata ai bambini.
Tra le novità introdotte
c’è per esempio il fatto che
è stata eliminata la barriera
alla cassa, con un percorso
che si sviluppa a partire da
sono stati selezionati, visitati e
valutati dal team di esperti; poi
in una scheda immobile riporta
il profilo delle unità immobiliari
corredato di giudizio di convenienza, informazioni dettagliate, dati rilevanti e comparazione del valore con immobili simili
nel mercato libero. Gli immobili
sono selezionati su tutto il territorio italiano e ricercabili con
un sistema veloce: un motore di
ricerca e una mappa interattiva semplice e intuitiva. Infine
il team di esperti Easyasta fornisce assistenza immobiliare,
legale, fiscale e persino alla
partecipazione all’asta.
«La finalità del progetto Easyasta è quella di rendere accessibili le occasioni immobiliari
a tutti», afferma Massimiliano
Bertolino, amministratore delegato di Frontis NPL (in precedenza Fare NPL), uno dei
maggiori esperti in Italia negli
investimenti immobiliari e nel
settore dei crediti Non performing e capo del nucleo di professionisti che ha dato vita a
Easyasta.it.
© Riproduzione riservata
Casiraghi Greco&
si fa pubblicità in tv
Aste immobiliari, nasce
il sito Easyasta.it
Finora le aste immobiliari sono
state per lo più affari inavvicinabili e appannaggio di pochi.
Un mondo di occasioni per l’investimento nel mattone, ancora
il più considerato dagli italiani
è ancora percepito come inaccessibile, nonostante il grande
numero di aste comunicate dalla pubblicità ufficiale dei tribunali e dai siti web autorizzati
che poi vanno deserte. Per rispondere a questo gap è nato
Easyasta.it, un progetto innovativo realizzato da un team di
professionisti del settore dei
Non performing loans (Npl),
per accompagnare il pubblico
dei non esperti nel mondo delle
aste immobiliari.
Il sito web è progettato per rendere le aste semplici e accessibili, la comprensione del valore
dell’immobile immediata, grazie
a un giudizio di convenienza tipico delle guide gastronomiche,
per il quale maggiore è il numero di stelle, migliore è l’affare.
Easyasta.it, per dare sicurezza ai
risparmiatori e trasparenza alle
aste, pubblica solo immobili che
strategia multicanale, è la
presenza del digitale, grazie
a chioschi, tablet e monitor
posizionati in diversi reparti, che rendono possibile
sfogliare il catalogo e confrontare tra loro i prodotti
per orientarsi nelle scelte di
acquisto. È anche presente
un’area dedicata ai corsi
e a laboratori di fai-da-te,
per imparare per esempio a
posare un pavimento o un
parquet, a personalizzare
le pareti con le pitture o a
verniciare un rivestimento
decorativo.
Un’ulteriore novità è rappresentata dalla Bio House,
una casa in classe energeti-
ca A+, costruita di fianco al
punto vendita di Solbiate,
in cui sono presenti tutti i
prodotti e le gamme complementari d’arredo che hanno
come punto di forza i bassi
consumi energetici. Questa
casa permette ai consulenti progetto di Leroy Merlin
di accompagnare i clienti
nella ricerca di soluzioni
ecosostenibili, di domotica,
di ventilazione meccanica
controllata e così via.
«Abbiamo cercato di facilitare anche la dimensione
logistica per il ritiro della
merce in auto. Per ora è un
test, per sperimentare, e tra
un anno faremo un bilancio. Il negozio che apriremo
a Torino, l’anno prossimo,
sarà una versione di questo concept», continua l’a.d.
«Oltre al bricolage leggero,
in cui siamo già molto forti,
con questo nuovo tipo di negozio ci vogliamo focalizzare
sulla parte della progettazione. Il cliente italiano non
è un grande bricoleur: più
che altro fa riparazioni e decorazioni per i giardini e si
reca nei nostri punti vendita
per avere più scelta e per comodità. Noi, invece, vogliamo proporci come partner e
consulente per progetti più
ampi, anche per esempio con
artigiani. In questo l’Italia è
abbastanza simile ai paesi
del Sud d’Europa, mentre
nel Nord il bricolage, con
progetti più complicati, è
più diffuso».
IRENE GREGUOLI VENINI
ha fondato 15 anni fa con Daniela
Greco l’agenzia pubblicitaria (di
L’agenzia pubblicitaria Casiraghi cui oggi l’altro socio è Gianfranco
Greco& va in tv per la prima volta Riccio).
con uno spot in cui promuove se La campagna è concentrata esclustessa: la strategia è concentrarsi sivamente su Sky Sport, solo nei
solo sui tornei di golf in onda su Sky tornei di golf, i Master. «Quindi si
Sport. L’obiettirivolge princivo è rivolgersi
palmente agli
a potenziali
appassionati di
clienti come
questo sport,
manager, diretche coincidono
tori marketing
per buona pare commerciali
te con il nostro
e amministratotarget, ovvero
ri delegati, un
direttori marpubblico che in
keting, direttogenere è appasri commerciali,
Un frame dello spot
sionato di queamministratori
di Casiraghi Greco&
sto sport.
delegati e mana«Siamo sul mercato dal 2000: ab- ger», continua Casiraghi. «Lo stile
biamo le credenziali per essere della pubblicità è un po’ trasgressiconsiderati un’agenzia grande e im- vo e divertente per rispecchiare lo
portante come un network interna- spirito della nostra agenzia».
zionale, senza le controindicazioni Lo spot andrà in onda per vari mesi
di un network di questo tipo. Siamo seguendo il calendario dei tornei.
italiani, abbiamo le competenze per «Abbiamo già usato la campagna
fare qualsiasi cosa, a 360 gradi dal sul web, mentre l’abbiamo usata in
centro media al digitale. Questi tv per la prima volta», conclude il
sono gli intenti e i contenuti dello pubblicitario.
spot», spiega Cesare Casiraghi, che
© Riproduzione riservata
DI
Martedì 28 Aprile 2015
MEDIA
19
1
Secondo la stampa francese, Bolloré proporrà l’acquisizione nel cda del 12 maggio
Mediaset, c’è Vivendi alle porte
Il Biscione vola in borsa dopo le indiscrezioni: +8%
DI
ANDREA SECCHI
l dossier Mediaset dovrebbe arrivare in consiglio di amministrazione
di Vivendi il prossimo 12
maggio. Questo almeno quello che ha rivelato la francese
Lettre de l’expansion, secondo
cui i rumors già circolati nelle scorse settimane si concretizzeranno e il presidente e
maggior azionista di Vivendi,
Vincent Bolloré, tirerà fuori le carte sulle acquisizioni
che ha in mente e fra queste
quella del gruppo televisivo
italiano. Ieri la notizia ha movimentato la seduta di Borsa
con il titolo del Biscione che
è stato sospeso in mattinata
registrando un rialzo teorico del 7,44% per poi chiudere con un botto del +8,23 a
4,684 euro. Peraltro la Lettre
si è spinta oltre, parlando di
una disponibilità della famiglia Berlusconi a disimpegnarsi dalla televisione per
concentrarsi su Mondadori,
cosa tutta da verificare. In
realtà il gruppo televisivo
non ha mai fatto mistero di
I
Vincent Bolloré
essere aperto a un socio che
gli permetta di rafforzarsi,
ma facendo soprattutto riferimento alla pay tv.
Di un interessamento di Vivendi per Mediaset si è parlato spesso, e anche in passato
ci sarebbero stati contatti su
Premium. Che però Vivendi
voglia ora espandersi per diventare un gruppo media internazionale è stato ribadito
LA VIGNETTA DEL GIORNO
anche dal ceo Arnaud de
Puyfontaine, secondo cui i
target delle acquisizioni devono essere società con «valore
intrinseco» che può essere
massimizzato grazie agli altri
business del gruppo.
Soprattutto attraverso
le sue acquisizioni Vivendi
vuole dare valore a contenuti propri, grazie a una scala
internazionale. Si pensi a
quello che fa Netflix: grandi
investimenti in produzioni originali che riescono ad
attrarre abbonati, possibili
perché il mercato non è limitato a quello domestico, ma si
espande in molteplici paesi.
In un’intervista al Financial Times, de Puyfontaine
aveva fatto l’esempio della
serie Marco Polo prodotta
da Netflix e costata circa 90
milioni per 12 episodi, mentre la serie Versailles prodotta da Canal Plus, controllata da Vivendi, è costata 30
milioni per 10 episodi. Avere
una scala di distribuzione
più ampia consente di investire di più e di avere ritorni
maggiori.
Oltre a Canal Plus e alla
casa di produzione cinematografica Studio Canal, Vivendi
possiede Universal Music e
ora è in procinto di acquisire
l’80% di Dailymotion, la società di video online valutata
265 milioni di euro. Secondo
Lettre de l’expansion, però, oltre a Mediaset nel mirino ci
sarebbe anche un’altra casa
di produzione e distribuzione
di film, la EuropaCorp fondata da Luc Besson. È possibile poi, aveva già detto il ceo,
che si pensi anche a editori
di libri, visto che la maggior
parte dei soggetti per i film è
tratta appunto da libri.
Dopotutto Vivendi, a breve
azionista di Telecom e nel cui
cda è entrato anche Tarak
Ben Ammar, ha 11 miliardi
di euro di cassa grazie alle
dismissioni degli ultimi due
anni che sono valse 35 miliardi. Cassa che Bolloré è
deciso a impiegare proprio
per farne un gruppo media
internazionale.
Ma quella su Vivendi non
è stata l’unica notizia che ha
riguardato Mediaset. Venerdì
l’agenzia Reuters aveva parlato di una proposta di acquisto di Mediaset Premium da
parte di Sky, proposta rinviata al mittente. Sullo sfondo l’interesse di Sky verso la
Champions League che Mediaset avrà in esclusiva per le
stagioni 2015-2018, il motivo
per cui i contatti informali
non sarebbero cessati.
® Riproduzione riservata
TELEKOMMANDO
Metti che al Tg1 arriva Claudio Cerasa
DI
GIANFRANCO FERRONI
«Metti che al Tg1 arriva come direttore
Claudio Cerasa, direttamente dal Foglio»:
era questa la frase che ha tenuto banco in
tutti i tavoli allestiti per festeggiare le nozze d’argento del direttore del Sole 24 Ore
Roberto Napoletano. Creando il panico
tra i presenti. In rialzo le quotazioni per
Mario Orfeo alla guida del Corriere della
Sera.
***
L’editoria in Piazza Affari
Indice
Chiusura
Var. %
Var. % 30/12/14
FTSE IT ALL SHARE 25.387,34
FTSE IT MEDIA
16.313,83
1,59
6,08
26,07
34,36
Titolo
Rif.
Var.
%
Var. %
30/12/14
Capitaliz.
(mln €)
Cairo Communication
5,2100
0,10
7,33
408,2
Caltagirone Editore
0,8650
-4,31
4,22
108,1
Class Editori
0,3825
1,46
24,63
108,3
Espresso
1,2000
1,78
25,85
494,4
Il Sole 24 Ore
0,8365
0,18
40,82
36,2
Mediaset
4,6840
8,23
36,16
5.532,9
Mondadori
1,1310
1,89
29,18
295,7
Monrif
0,3425
0,74
20,30
51,4
Poligrafici Editoriale
0,3374
0,12
49,76
44,5
Rcs Mediagroup
1,2080
1,09
29,27
630,4
Seat Pagine Gialle
0,0044
-
57,14
282,8
Telecom Italia Media
1,0370
0,29
7,29
107,1
La sede scelta per la presentazione era vicina alla Rai: infatti da Saxa Rubra tutti
sono accorsi, ieri sera, presso il salone del
Circolo Canottieri Aniene, per festeggiare
il nuovo libro di Antonio Di Bella Je suis
Paris. Al tavolo dei relatori, sono stati chiamati il presidente del sodalizio Giovanni
Malagò, quindi Jas Gawronski, Carlo
Rossella e Marcello Sorgi.
***
Il presidente del Senato, Pietro Grasso,
ha ricevuto ieri a Palazzo Madama una
delegazione dell’Usigrai, guidata dal segretario Vittorio di Trapani e composta
da Daniela de Robert, Renato Orso e
Ilaria Sotis, componenti dell’esecutivo.
La delegazione ha illustrato al presidente
Grasso i contenuti di «RaiPiù», la piattaforma proposta dall’Usigrai per la riforma
dell’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo. La piattaforma è stata sottoposta a referendum interno tra i giornalisti
Rai, ha affermato la delegazione dell’Unione sindacale giornalisti Rai, registrando
una affluenza del 73% degli aventi diritto e l’82% di sì. Accogliendo il documento
per una lettura approfondita, il presidente
Grasso si è complimentato «per le modalità
di consultazione adoperate: un metodo innovativo di partecipazione e di proposta in
vista di cambiamenti delicati nel servizio
pubblico».
***
«Renzi non ha bisogno di mettere le mani
sulla Rai: sono già tutti renziani!», dice l’ex
direttore di Rai 2 Carlo Freccero intervistato dal blog di Beppe Grillo. «La Rai
è un’azienda, un’azienda industriale, dove
il padrone non si vede ma c’è! È un’azienda
come fosse la Fiat, ci sono alcune reti che
possono svolgere alcune funzioni, però il
pensiero critico non deve esistere».
***
Si chiude con uno share medio dell’1,31%
la prima edizione de Il mondo insieme. Il
dato è riferito all’intera stagione: in soli
cinque mesi (dicembre-aprile) il programma di viaggi condotto su Tv2000 da Licia
Colò registra in media 220 mila spettatori e più di 480 mila contatti. I picchi di
ascolto rilevati dall’Auditel nel corso della stagione superano il 3%. Tra le dirette
più seguite si segnala quella dello scorso
8 febbraio con uno share dell’1,71%. La
pagina Facebook del programma ha fatto dell’interazione con il pubblico uno dei
suoi tratti distintivi, conquistando più di
41 mila «mi piace» alimentando, di puntata in puntata, un confronto diretto con la
redazione che ha coinvolto oltre 190 mila
utenti. Colò continuerà a intrattenere il
pubblico di Tv2000 nei prossimi mesi le
domeniche pomeriggio a maggio e in prima serata da giugno. L’appuntamento con
la seconda edizione del programma è per
il prossimo autunno.
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20
Martedì 28 Aprile 2015
MEDIA
Il dibattito sull’Italicum fa saltare a inizio maggio l’incontro con le 30 associazioni del settore
Editoria, Lotti rimanda il tavolo
Lorusso (Fnsi): a breve pure le linee guida su agenzie stampa
DI
MARCO A. CAPISANI
l tavolo per l’editoria viene rimandato ai primi di
maggio a causa del confronto politico sull’Italicum. In fermento resta una
trentina di associazioni già
convocate, da quella degli editori a quelle degli edicolanti,
senza dimenticare i giornalisti. Comunque, «credo che ne
vedremo delle belle perché
per la prima volta si scontrano tutti gli attori in campo.
Il governo farà la sua parte»,
ha dichiarato lo stesso sottosegretario con delega all’editoria Luca Lotti, nell’annunciare qualche giorno fa l’inizio
del confronto (anticipato da
ItaliaOggi del 22/4/2015).
Giusto ieri, invece, il segretario della Fnsi (Federazione nazionale della stampa)
Raffaele Lorusso ha sintetizzato da Trieste gli umori
del comparto: l’incontro serve
a «capire quali sono le linee
guida del governo; dopo si potrà andare più nello specifico.
Occorre capire con il governo
da un lato quali sono gli stru-
I
menti per superare o chiudere il processo di ristrutturazione avviato da molte realtà,
dall’altro come si ragiona per
affrontare il futuro». Sul tavolo intorno a cui siederà tra
gli altri Maurizio Costa,
presidente della Federazione
editori giornali (Fieg) nonché
neopresidente di Rcs-Corriere
della Sera, c’è il canovaccio
di quella che sarà la riforma
del settore che «tiene insieme
editoria e tv», ha detto Lotti
di recente. «La prima cosa
da fare è cambiare il sistema, che evolve velocemente.
Per questo abbiamo deciso di
dare contributi a chi va sul
digitale e abbiamo ritenuto opportuno incentivare
l’assunzione di giornalisti in caso di
prepensionamenti. Abbiamo anche
lavorato sull’equo
compenso, anche
se sarebbe più
giusto chiamare
minimo garantito».
Ma la grande attesa intor-
Fatto Quotidiano, EnVent
advisor della quotazione
Cinzia
Monteverdi
Antonio
Padellaro
L’amministratore delegato, Cinzia Monteverdi, nel novembre dello scorso anno scrisse che la quotazione in
Borsa della società che edita il Fatto Quotidiano era
prevista per febbraio 2015. Lo scorso marzo Repubblica, nell’inserto Affari & Finanza, ha scritto che la
quotazione all’Aim (il listino di Borsa dedicato alle
piccole e medie imprese) si prevede per il prossimo
autunno.
Tempi a parte, la società per azioni Editoriale il Fatto,
presieduta dall’ex direttore Antonio Padellaro e guidata dall’a.d., Monteverdi, ha tracciato il solco e lo sta
seguendo. Infatti, secondo le indiscrezioni raccolte da
Formiche.net, la società che edita il quotidiano cartaceo diretto da Marco Travaglio e il sito capitanato
da Peter Gomez ha scelto negli scorsi giorni con una
selezione l’advisor che seguirà l’azienda capeggiata
da Monteverdi nella quotazione all’Aim.
Sarà EnVent a seguire lo sbarco in Borsa del Fatto Quotidiano. EnVent è una «boutique di corporate finance
per AIM Italia di Borsa Italiana specializzata nel MidMarket», si legge sul sito della boutique finanziaria
nata nel 2003: «I prodotti offerti da EnVent comprendono la strutturazione e la realizzazione di operazioni di
M&A, il debt advisory e le ristrutturazioni finanziarie
e societarie, l’Equity Capital Market e Nomad per AIM
Italia, corporate advisory, l’internazionalizzazione delle imprese», si legge ancora sul sito.
Formiche.net
no a questa riforma generale
è data anche e soprattutto
dalle prossime scadenze di
molti gruppi editoriali, che
sono alla fine dei loro stati di
crisi biennali e dunque alla
scadenza della disponibilità
degli ammortizzatori sociali.
Motivo per cui, prima di rinnovarli o meno, vogliono
conoscere le (nuove)
regole del gioco.
Senza dimenticare che alla
camera, al di
là dell’azione
di governo,
sono già partite da tempo
le audizio-
Luca
Lotti
ni su proposta del Movimento
5 Stelle per l’abolizione dei
contributi all’editoria. E, secondo le stime dell’esecutivo
guidato da Matteo Renzi, a
giugno potrebbe approdare in
consiglio dei ministri il ddl
(disegno di legge) con il testo
della riforma per passare poi
al vaglio del parlamento, magari partendo proprio
dal voto alla
camera.
«Ci sono
r e a l t à
aziendali
ed editoriali
molto sane,
ch e v a n n o
sostenute,
poi, come per altri settori, occorrerà fare la tara»,
ha sottolineato Lorusso. «C’erano
meccanismi
perversi di
finanziamenti a pioggia
a volte usati
impropriamente, cre-
ando realtà fantasma che
drenavano fondi pubblici,
sottratti dunque alla parte
sana. Questa invece va assolutamente sostenuta».
Stesso ragionamento sulla disponibilità sempre più
scarsa di risorse pubbliche,
a fronte di una crescente attesa da parte degli addetti ai
lavori, per il varo delle linee
guida sulle agenzie stampa:
«Siamo in attesa delle linee
guida annunciate dal governo per quanto riguarda
le agenzie di stampa, che
dovrebbero arrivare a maggio», ha aggiunto sempre ieri
il segretario della Fnsi. Di
questo riordino la riduzione
del numero delle agenzie
stampa (oggi 11) è il punto
principale, ma finora di fusioni o alleanze temporanee
tra editori non s’è parlato.
Tranne che nel caso di Radiocor (gruppo Sole 24 Ore),
specializzata in finanza,
per la quale però il suo presidente Benito Benedini
ha smentito l’intenzione di
vendere.
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L’allarme dell’Associazione di settore aderente a Confindustria
Giunco, i prelievi statali
penalizzano le tv locali
«I
DI
MARCO LIVI
l prelievo oggi a carico delle tv
locali per diritti d’uso delle frequenze, diritti amministrativi e
contributi per l’utilizzo dei ponti
radio ammonta a circa 749 mila euro l’anno
contro la somma massima omnicomprensiva
di 17.776 euro pagati in regime analogico»
e sulla base di queste nuove stime
interne l’Associazione Tv Locali,
che fa parte di Confindustria
Radio Televisioni ed è presieduta da Maurizio Giunco,
ha rilanciato ieri con una
nota il suo allarme per la
sopravvivenza dell’intero
settore. L’Associazione Tv
Locali, quindi, «respinge con
decisione l’atteggiamento
persecutorio in atto nei confronti delle emittenti locali e
ritiene assolutamente non più
accettabile l’attuale assetto
normativo che penalizza un
comparto già danneggiato oltre ogni limite, a partire
dall’assegnazione
delle freMaurizio
quenze
Giunco
e da una
serie di
successive norme
che
ne
hanno ormai minato
la stessa sopravvivenza».
«In particolare», sempre secondo la nota
dell’associazione presieduta da Giunco che
prosegue delineando anche qualche caso
numerico, «il disegno di legge governativo
“Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia
all’Unione europea – Legge europea 2014”,
attualmente in discussione presso la commissione XIV Politiche dell’Unione europea della camera dei deputati, per
la prima volta costringe le Tv Locali
al pagamento di importi insostenibili a titolo di diritti amministrativi (per esempio 64.000 euro per
emittenti operanti su un territorio con popolazione compresa tra
1 e 10 milioni di abitanti)».
La conclusione, a giudizio
dell’Associazione Tv Locali, è
che risulta «evidente che si tratta di una situazione che richiede
da parte del governo una soluzione
definitiva e non più rinviabile per il
futuro di un comparto i cui ricavi negli
ultimi cinque anni (dall’entrata del
digitale terrestre) si sono ridotti del 70%, così come
ridotte significativamente sono state
anche le misure a
sostegno».
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Altri articoli sul
sito www.italiaoggi.it/tv+locali
Martedì 28 Aprile 2015
MEDIA
21
2
Il settimanale punta sul passato, ma i lettori lo bocciano. Autogol anche per Focus
Stern perde copie con Bismarck
Vince Spiegel che spiega come la Germania è vista da fuori
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
personaggio e, quindi, della
Germania di ieri e di oggi.
ontinua la guerra
delle copertine fra
i tre settimanali
d’informazione. Che
tema scegliere per cercare di
frenare l’emorragia lenta e
continua di copie? I direttori
sono incerti, tra argomenti
leggeri, vacanze o diete, e
problemi seri. Ma le risposte
dei lettori sono contraddittorie. E, spesso, sorprendenti.
Ora, sono state comunicate le cifre definitive per il
numero 13 di Focus, Stern
e Der Spiegel. Un numero
porta sfortuna per Stern
che ha toccato il minimo
di tutti i tempi puntando
su Bismarck. In copertina
hanno voluto presentare il
Cancelliere di ferro in un
look moderno, giacca sulla
spalla, cravatta slacciata,
ma con l’elmo chiodato in testa. Il titolo era chiaro: «Der
Mann hinter dem Mythos»,
l’uomo dietro il mito. Non un
articolo retorico, ma un’interpretazione moderna del
Hanno abboccato appena 178.703, il livello più
basso nella storia del settimanale per le vendite
dite in edicola, ben al di
sotto della media degli ultimi
12 mesi (214.800
copie) e dell’ultimo trimestre (210
mila). Le vendite
complessive, compresi gli abbonati,
hanno raggiunto i
696.078 esemplari,,
quasi un milione al
di sotto del record
d
dei tempi passati,
i,
quando si vendeva
va
un milione e mezzo
zo
di copie alla settitimana.
C
Anche lo Spiegel
gel
aveva puntato su un tema
serio e di attualità: «The German Übermacht», era il titolo
di copertina, la superpotenza
tedesca, metà in inglese per
alludere che l’analisi riguar-
dava soprattutto come la Germania viene vista all’estero.
In un fotomontaggio, Angela
Merkel appariva sorridente
e un po’ perplessa nella sua
immancabile g
giacca color pap
ancora pagare i nostri debiti? Domande che dividono i
politici e i normali cittadini.
La risposta dei lettori è stata
positiva; 248.100 copie vendute in edicola, al di sopra
nazisti
stello, tra i generali nazi
sotto l’Acropoli.
l’Acropoli I greci prep
tendono i danni di guerra,
70 anni dopo la fine del III
Reich. Hanno ragione oppure
no? Ci siamo liberati dal peso
del passato oppure dobbiamo
della media
ia dell’ultimo anno
(249.700). L
Le vendite
di complessive sono state 860.027,
comprese 51.689 copie in
epaper. Non basta puntare
sul passato: Spiegel ha centrato il tema, Stern è apparso
ai lettori scontato, a torto o
a ragione.
Focus ha compiuto un
clamoroso autogoal scegliendo un tema leggero alla
in den
fine dell’inverno:
dell inverno: «Ab
«
Süden», il titolo di copertina,
verso il Sud,
via vers
e la solita
bella
ragazbe
za in bikini.
Dove andare
Do
in vacanza
tra
al caldo,
c
guerre
guer e terroristi? L’articolo
risti
consigliava 50
cons
mete,
mete non moloriginali tra
to ori
Italia, Spagna, e
Italia
lidi es
esotici. Poco
singolare:
appesingola
na 68.
68.707 copie
edicola, contro
in edico
le 94.90
94.900 di media
trimestre, e le
nell’ultimo trime
82.600 d
dell’ultimo
anno. Tutto
ll’ l i
compreso, Focus ha venduto
poco meno di mezzo milione
di copie, risultato deludente
per la Germania.
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FINO AL 10 MAGGIO
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DEL LUSSO E DEL LIFESTYLE
è un’iniziativa
22
Martedì 28 Aprile 2015
MEDIA
CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA
Commerce, best-seller, efficienza. Sarà
Facebook, via alle chiamate video
proprio questo il punto di partenza
con Messenger. Anche Messenger
del convegno organizzato dall’Asentra nel mercato della telefonate
sociazione italiana editori (Aie) in
video online. Facebook ha annunciato
collaborazione con il Salone del Libro,
ieri il nuovo servizio disponibile sulla
«Il paesaggio dopo la tempesta - le
sua applicazione di messaggistica
7 parole per raccontare il 2015», in
che permetterà di effettuare chiamate
programma venerdì 15 maggio, alle
Voip da cellulare e in wifi. Sarà attivo
12 nella Sala Blu del Salone. Se l’econegli Stati Uniti, in Canada, in Gran
nomia italiana dà quest’anno i primi
Bretagna e in altri 15 paesi sia per gli
timidi segnali di risveglio con un pil
utenti iOS di Apple sia per Android di
in crescita dello 0,7% (previsionale) e
Google. Sarà possibile fare chiamate
un +1,6% per l’anno successivo, anche
anche tra utenti che hanno diversi
il settore del libro dà i primi segnali
sistemi operativi. Facebook ha inoltre
positivi, in un contesto che ha visto,
fatto sapere che il servizio funzionerà
rispetto al 2010, perdere 2,6 milioni di
anche per coloro che hanno accesso
lettori e 13,2 milioni di copie di libri
a un rete mobile molto debole: per
esempio una persona con
una connessione Lte potrà
videochiamarne una con un
telefonino low-cost Android
e una rete 3G. Per ora MesDI MARCO A. CAPISANI
senger dava la possibilità ai
suoi utenti di fare chiamate
Anche Mondadori è della partita per acvocali. Secondo i dati diffusi
quisire Focus e rimpiazzare i tedeschi
da Facebook il servizio di
della Gruner+Jahr in ritirata dal mercamessaggistica è usato da 600
to tricolore. Infatti, il gruppo di Segrate
milioni di persone in tutto il
era già coinvolto nell’affare in quanto somondo.
cio al 50% nella joint venture paritetica
G+J/Mondadori (che edita sia il mensile
L’Aie, l’editoria in sette
scientifico sia Geo). Adesso, però, la casa
parole chiave. Uno sguareditrice di Segrate sta valutando sopratdo sul futuro, dati alla mano,
tutto se le conviene rilevare essa stessa
a partire da quello che è
il 50% tedesco. Perché? Perché Focus ben
successo tra 2010 e 2014 (e
risponde ai parametri con cui l’attuale
nei primi quattro mesi del
a.d. Mondadori, Ernesto Mauri, ha impo2015). Sette parole chiave
stato la sua strategia di sviluppo, incenper raccontarlo: lettura,
trata sulle testate forti. E il magazine è
e-book, tascabili/mass-maril primo mensile in Italia con 346 mila coket, grande distribuzione, e-
di carta (26 milioni di euro in meno
di fatturato nei canali trade) ma con
in più quasi 10 milioni di supporti di
lettura, tra e-reader e tablet.
L’Espresso, tutta la Clinton in un
ebook. Hillary Clinton a 67 anni ha
lanciato la sua sfida per diventare la
prima presidente donna degli Stati
Uniti d’America. L’Espresso, con un
ebook di Antonio Carlucci disponibile
gratis per gli abbonati a Espresso+ e
scaricabile a 2,99 euro per tutti i lettori, ne ripercorre la storia personale
e politica: dalla carriera da avvocato
al matrimonio con l’ex presidente
Usa Bill Clinton, dal suo ruolo da
influente consigliere del marito fino ai
momenti difficili come il caso Monica
Lewinsky. Infine, la discesa in campo
in proprio nell’arena politica come
senatrice, poi la sconfitta da parte
di Barack Obama nelle primarie
democratiche del 2008 e l’incarico di
segretario di Stato.
Giornale di Brescia al restyling.
Da ieri, a 70 anni esatti dall’uscita
del primo numero in edicola, il Giornale di Brescia, ha una nuova veste
grafica e un look rinnovato per il suo
sito internet (www.giornaledibrescia.
it). Il quotidiano diretto da Giacomo
Scanzi è arrivato al restyling dopo
un percorso, durato circa
un anno, di analisi e ricerca
sui
s suoi lettori e consumatori
potenziali. Oltre alla
t
testata,
è cambiata anche
pie (eccezion fatta per le 423,9 mila copie
t
l’architettura
delle pagine,
quasi tutte su abbonamento del Messagl
che
è stata verticalizzata
gero di Sant’Antonio). Nella joint ventuc
seguendo
gli schemi di
re, poi, c’è qualcos’altro che può piacere
s
lettura
che caratterizzano
a Mondadori e la sua attenzione sempre
l
il
maggiore al web: per esempio la testata
i web e i dispositivi come
tablet
e smartphone, mentre
online Nostrofiglio.it.
t
le
In gara per Focus and co., comunque, rel fotografie assumono una
rilevanza
maggiore.
stano anche Daniela Santanché (politica
r
di Forza Italia come l’ex premier Silvio
Giunti Editore premiato
Berlusconi cui fa capo Mondadori) e il
da
duo Gianni Vallardi-Roberto Briglia (di
d Cerved. Giunti Editore,
cui quest’ultimo è stato a lungo ai verr terzo gruppo editoriale
italiano
e società Elite di
tici della casa editrice lombarda). Ma,
i
Borsa
Italiana, è stata
a differenza degli altri candidati, MonB
premiato
da Cerved Group
dadori ha un asso nella manica, ossia
p
il diritto di prelazione per acquisire le
come
«Company to watch»
c
azioni teutoniche.
edizione
2014 per il settore
e
Editoria
libri.
E
Focus, Mondadori interessata al 50% di G+J
23
Martedì 28 Aprile 2015
Diritto
& Fisco
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ure
IN EDICOLA C
CON
Per la Corte d’appello di Milano il solo obiettivo della causa era danneggiare la controparte
La lite temeraria costa cara
Condanna fino a 100 mila euro se si abusa del processo
DI
ANTONIO CICCIA
busare del processo può costare 100
mila euro. È la cifra
stabilita dalla Corte di appello di Milano con
la sentenza n. 1592/2015,
pubblicata il 14/4/2015. A
tanto è stato condannato un
temerario, che ha sommerso la propria controparte di
una valanga di pignoramenti
(ben 44), al solo scopo di danneggiarla commercialmente,
e che ha appellato una sentenza, nonostante sapesse di
avere torto.
La Corte ha applicato in
modo esemplare l’articolo 96
del codice di procedura civile,
che dà al giudice il potere di
condannare, anche d’ufficio,
al risarcimento del danno
per abuso del processo. La
Corte di appello di Milano
ha affrontato una prima
questione relativa alla valutazione della colpa grave
in capo a chi strumentalizza il giudizio. Questa si può
desumere da alcuni indizi.
Nel caso specifico la Corte
lombarda ha tenuto conto
del fatto di avere perso totalmente la causa e del reale intento perseguito, non di
esercitare i propri diritti, ma
di danneggiare il più possibile il proprio avversario.
Altro profilo è la prova del
A
danno. Nel caso concreto una
società aveva subito un’ordinanza provvisoria di pagamento somme e, pur riservandosi di contestare il credito
nel prosieguo del processo,
ha addirittura, nel frattempo, messo a disposizione un
conto vincolato offrendolo per
il pignoramento. La controparte ha preferito pignorare
i crediti vantati dalla società
presso ben 44 dei suoi clienti
solo per macchiare la reputazione commerciale. L’av-
vocato dell’interessato ha
anche messo le mani avanti,
avvisando con il fax del fatto
che il suo cliente voleva procedere con lo tsunami di esecuzioni, nonostante il rischio
di soccombenza certa nel caso
in cui la società avesse deciso
di agire nei suoi confronti per
il risarcimento dei danni.
Insomma il fax ammetteva
la pretestuosità dell’azione
del cliente ed è stato prodotto agli atti di causa, non
essendo stato inviato come
comunicazione riservata
non producibile in giudizio.
A parte i profili deontologici,
che i fatti narrati potrebbero
provocare (se è lecito inviare
una comunicazione con valutazioni negative sull’azione del proprio cliente e se è
lecito produrre in giudizio la
corrispondenza tra colleghi
avvocati, anche se non dichiaratamente riservata), la
Corte di appello ha ritenuto
decisivo il fax come prova
dell’intento di pregiudicare
Atti fuori sede, notai al test efficienza
Il notaio che stipula molti atti fuori sede è a carico dell’organo che ha promosso il
tenuto a dimostrare l’efficienza dei lavori procedimento, salvo che la prova investa
preparatori di tali atti, non essendo rile- una circostanza esimente, nel qual caso
vante la rispondenza del comportamento l’onere probatorio è posto a carico dell’indel professionista ai doveri deontologici. colpato. Ne consegue che, nell’ipotesi in
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, cui la contestazione a carico del notaio ricon la sentenza n. 8493 del 27 aprile 2015, guardi la violazione del divieto di assisteha accolto il ricorso del Consiglio notarile re in uffici secondari nei giorni e nell’ora
di assistenza presso la sede principale, la
riunito di Trento e Rovereto.
Il caso riguarda un professionista che scriminante, costituita dall’espressa riaveva stipulato molti atti fuori sede. Per chiesta delle parti contraenti di redigere
questo gli era stata inflitta la sanzione di gli atti fuori della sede principale, deve
10 mila euro, poi annullata dal Tribunale essere dimostrata dal professionista mene dalla Corte d’Appello. Ora la Cassazione tre la materialità del fatto addebitato è a
ha ribaltato il verdetto precisando che «il carico dell’organo che ha promosso l’iniziativa disciplinare». Dello
procedimento disciplinare
stesso avviso la Procura
relativo ai notai si fonda
La
sentenza
sul
sito
generale della Cassazione
sul principio accusatorio,
www.italiaoggi.it/
che ha chiesto di accogliere
dall’applicazione del quale
il ricorso del Consiglio.
consegue che la prova degli
documenti
Debora Alberici
addebiti contestati è posta
l’immagine e la reputazione
commerciale. La Corte di
appello ha anche valutato
la pretestuosità dell’azione
giudiziaria, promossa nonostante la consapevolezza della sua infondatezza.
Insomma il cliente ha voluto proseguire, anche se avvisato del rischio cui andava
incontro. Secondo i difensori
della parte vittoriosa, Emanuele Alemagna, Vittorio
Turinetti di Priero e Tiziana
Boneschi dello Studio Legale
LCA di Milano, «sebbene la
decisione della Corte d’appello riguardi un caso eclatante
di comportamento processuale scorretto, non ne va sottovalutata la portata innovativa: sembrerebbe che anche la
magistratura stia assumendo
una posizione più severa nei
confronti del ricorso abusivo
alla giustizia, nel solco delle
plurime riforme legislative
succedutesi in anni recenti
con la finalità di disincentivare le liti pretestuose,
da ultimo l’applicazione del
tasso maggiorato degli interessi di mora in pendenza di
giudizio».
© Riproduzione riservata
La sentenza sul sito
www.italiaoggi.it/
documenti
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Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com
24
G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Martedì 28 Aprile 2015
L’impatto della crisi in un’analisi condotta da Confabitare che riguarda il 2014
Morosità condominiali boom
A Bologna +33,8%, Roma +33%, Napoli +32,7%
empre più le famiglie
che sospendono il pagamento delle rate
condominiali causa
crisi. A Bologna, nel 2014,
sono aumentate del 33,8%, a
Roma del 33 e a Napoli del
32,7%. In Veneto la situazione
meno grave con incrementi che
oscillano tra il 19% di Venezia
e il 21,3% di Padova. È quanto
emerge da un’analisi condotta
da Confabitare, l’associazione
dei proprietari immobiliari,
la quale parte dalla novità
in vigore dal 18 giugno 2013
con la riforma del condominio:
l’amministratore di condominio è obbligato a rientrare dei
mancati incassi emettendo
un decreto ingiuntivo nei confronti dei condomini morosi,
non appesantendo quindi di
ulteriori spese gli altri condomini, come avveniva in precedenza. «Se la crisi attanaglia
le famiglie, quelle che sono in
difficoltà prima di sospendere
il pagamento dell’affitto, che
comporterebbe il rischio di
vedersi intimare uno sfratto
per morosità, sospendono il
pagamento delle rate condominiali perché corrono meno
rischi», osserva Confabitare.
Nel corso del 2014 i dati confermano l’affermarsi di questo fenomeno in tutta Italia
con ampie percentuali, come
emerge dall’anali che ha preso
in esame l’andamento di questo fenomeno dal 1° gennaio al
31 dicembre 2014 in tutti i capoluoghi di provincia in Italia
S
Il boom delle morosità
Citta
%
Incremento
Abitanti
morosità
anno 2014
380.635
33,8
2.638.842
33
959.052
32,7
872.091
31,8
1.262.101
30
290.678
29,6
366.039
28
582.320
26,5
149.575
24,8
654.987
23,7
313.213
22,6
207.245
21,3
259.263
19
Nuclei
familiari
residenti in
condominio
107.846
747.671
271.731
247.092
357.595
82.358
103.711
164.990
42.379
185.579
88.743
58.719
73.457
Compravendite nascoste
all’amministratore
L’amministratore di condominio non può chiedere al
condomino di avere la copia dell’atto di compravendita.
Lo ha stabilito il garante della privacy con il provvediBologna
mento n. 106 del 19 febbraio 2015, solo ora reso noto. Nel
caso specifico il proprietario di un alloggio si è lamentaRoma
to del fatto che l’amministratore ha acquisito copia del
rogito notarile di compravendita dell’unità immobiliare,
Napoli
chiedendogli pure il rimborso dell’estrazione della copia.
Torino
L’amministratore del condominio si è difeso ricordando
che è proprio dovere chiedere la comunicazione dei dati
Milano
per la compilazione del «Registro dell’Anagrafe condoCatania
miniale» previsto dall’articolo 1130 comma 1 n. 6 codice
civile, modificato dalla legge 220/2012. L’amministratore
Firenze
ha aggiunto che, a fronte del mancato ricevimento delle
informazioni dall’interessato, ha dovuto provvedere autoGenova
nomamente a recuperare le informazioni. L’interessato ha
Cagliari
ribattuto che l’amministratore non si è limitato a chiedere
la comunicazione dei suoi dati anagrafici, ma ha chiesto
Palermo
la trasmissione di copia del rogito, e ha posto la conseBari
gna come condizione per l’inserimento del proprietario
all’interno della compagine condominiale.
Padova
Sul punto l’amministratore ha dichiarato che la richiesta
è stata formulata perchè obbligato dall’articolo 63 comma
Venezia
quinto delle disposizioni di attuazione del codice civile; la
Fonte: confabitare
legge 220/2012, in effetti, ha introdotto fra le attribuzioni
dell’amministratore, l’obbligo di curare la tenuta del redi Confabitare,
rispetto all’anno precedente.
gistro di anagrafe condominiale contenente le generalità
precedente
Confabitare «dimostrano
Nella speciale classifica delle purtroppo l’ampio diffonderdei singoli proprietari.
città a più alto tasso di moro- si di questo fenomeno, anche
Il problema è se per adempiere questo obbligo l’amminisità condominiale, ci sono an- se va detto, che sempre più
stratore sia legittimato ad acquisire l’atto integrale o se
che Torino, con un +31,8% nel spesso, alcuni condomini apdeve limitarsi a chiedere i dati necessari senza acquisire
2014 rispetto al 2013, Milano profittavano della situazione
documentazione relativa. Il garante, per decidere il caso,
(+ 30%), Catania (+29,6%), critica, per fare i “furbetti” e
ha ricostruito il quadro normativo. L’articolo 1130, comFirenze (+28%), Genova non pagare le rate, in quanto
ma 1 punto n. 6 del codice civile, dopo la legge 220/2012,
(+26,5%), Cagliari (+24,8%), sapevano che difficilmente
impone all’amministratore di condominio di redigere il
mentre Palermo e Bari re- potevano essere presi provregistro di anagrafe condominiale nel quale devono essere
gistrano rispettivamente un vedimenti nei loro confronti».
riportate le generalità dei singoli proprietari e dei titolari
+23,7% e un +22,6%. «Questi Ma dopo il 18 giugno 2013 le
di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprennumeri», commenta la nota cose sono cambiate.
sive del codice fiscale, della residenza o domicilio e dei
dati catastali di ciascuna
unità immobiliare.
BREVI
In caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni da parte degli
l’Anutel ha una delle sedi secondarie, scegliere un prodotto grazie alla
Il Consorzio concessioni reti gas scrl
Social Footprint – Product social
interessati, i dati vengono
al quale è già prevista la presenza di
ha presentato un esposto presso la Proidentity, la prima certificazione
richiesti con lettera racco63 partecipanti. Durante la giornata
cura regionale lombarda della Corte
che valuta l’impronta sociale di un
mandata indirizzata agli
sarà trattata «la notifica degli atti
dei conti e all’Autorità nazionale
prodotto e servizio, valorizzando
stessi, e, in caso di omessa
tributari: criticità e soluzioni».
anticorruzione per la violazione dei
l’organizzazione, le persone, la manio incompleta risposta, l’amprincipi di concorrenza, imparziafattura e la filiera. La presentazione
ministratore ha il diritto di
Seguendo le indicazioni date
lità, pubblicità e trasparenza della
avverrà domani nell’Auditorium
acquisirle autonomamente
dalle istituzioni, il settore del gioco
p.a. e violazione delle norme sull’afAssolombarda, via Pantano 9 dalle
ponendo il relativo costo a
lecito, nelle sigle più rappresentative
fidamento dei contratti pubblici da
9,30. L’etichetta, riportata direttacarico dei responsabili.
parte dei comuni di Milano, Lodi, dei concessionari (Acadi – Confinmente sul prodotto, permetterà al
Le informazioni devono,
dustria) e dei Gestori (Sapar) ha
Lecco, Monza e Brescia. Il Consorzio
consumatore di avere accesso in temperò, essere raccolte e tratdefinito una proposta di accordo
lamenta che sono state affidate in via
po reale a una serie di informazioni
tate nel rispetto dei principer superare l’impasse creato dalle
diretta e senza preventiva procedura
sulla tipologia dell’organizzazione
pi del Codice della privacy.
modalità applicative della legge
di gara le attività di supporto ai
produttrice e sui suoi dipendenti:
Questo significa che i condi Stabilità 2015 e disinnescare i
responsabili del procedimento nelle
ad esempio quanti uomini e quante
domini non hanno lo specirelativi contenziosi. In sintesi, anprocedure di valutazione delle reti
donne impiega, l’età, la tipologia di
fico obbligo di allegare atti
nunciano Matteo Marini, presidente
e nelle predisposizione degli atti di
mansioni svolte ecc.
o copie di essi a riprova
Acadi – Confindustria, e Raffaele
gara per l’affidamento del servizio di
delle dichiarazioni rese;
Curcio, presidente Sapar, dal 1°
distribuzione del gas naturale.
L’Anutel – Associazione nazionale
significa anche la richiesta
giugno 2015 al 31 dicembre 2015, in
uffici tributi enti locali ha messo
di informazioni avanzata
Il 15 aprile il direttore dell’Ifel, anticipo del più complessivo riordia disposizione di tutti i comuni
dall’amministratore di conno che sarà effettuato con la delega
Pierciro Galeone, e il presidente
un proprio facsimile di modello di
dominio deve limitarsi alla
fiscale, il settore propone un contridell’Anutel, Francesco Tuccio, hanno
dichiarazione Tasi per l’anno 2015
sola comunicazione dei dati
buto di 2,35 punti percentuali della
sottoscritto la convenzione per lo
che ha superato i 2.600 download.
da inserire nel registro. È
raccolta sulle Awp e di 1,15 punto
svolgimento di 43 seminari formaOltre al modello, fa sapere l’asinvece esclusa la richiesta
percentuale della raccolta sulle Vlt
tivi, da tenersi in tutte le regioni
sociazione, sono disponibili per il
di ottenere copia dell’atto
(per un maggior gettito erariale di
italiane, nei quali sarà trattata la
download gratuito anche il facsimile
di compravendita ed è an500 mln €), attraverso lo strumento
materia dei tributi locali. Quest’andi determina di approvazione del
che illegittimo reperire il
del Preu. Di conseguenza, gli importi
no, la convenzione giunge con largo
modello;
le
istruzioni;
le
modalità
rogito presso i pubblici
anticipo rispetto al 2014, quando, già versati dagli operatori di filiera
di compilazione. Tutti i comuni che
registri: è un trattamenai sensi della legge di Stabilità 2015
proprio nell’anno caratterizzato da
vorranno mettere a disposizione dei
to eccedente rispetto a
per la rata di aprile, verrebbero
una rivoluzione dell’imposizione
propri contribuenti il modello Tasi
quanto previsto dal codice
detratti dagli importi dovuti dal 1°
locale, i corsi sono partiti solamente
potranno copiare il banner e relativo
della privacy.
giugno al 31 dicembre 2015.
nel mese di ottobre. Il primo dei 43
link, presenti sulla home page del
Antonio Ciccia
seminari formativi di quest’anno
sito www.anutel.it.
Più semplice per il consumatore
inizia da Amelia, in Umbria, ove
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I M P O S T E E TA S S E
Martedì 2
28 Aprile 2015
25
La Corte di cassazione ribadisce che non si devono sovrapporre i piani di giudizio
Rimborsi senza la ripetizione
Non si estende ai tributi l’azione di indebito oggettivo
DI
SERGIO TROVATO
ell’ordinamento giuridico italiano non
è ammessa l’azione
civilistica di ripetizione dell’indebito oggettivo
per somme versate al fisco in
misura eccedente il dovuto. Il
contribuente è onerato di presentare istanza di rimborso
all’ente impositore nei termini fissati dalla singola legge
d’imposta o, in mancanza di
un termine ad hoc, nei tempi stabiliti dalle norme sul
contenzioso tributario (due
anni). Il rispetto dei termini
è imposto, relativamente a
tributi erariali e locali, a pena
di decadenza per l’esercizio
dell’azione giudiziale innanzi
alle commissioni tributarie. E
queste regole sono compatibili con il diritto dell’Unione europea e con i principi comunitari. Lo ha affermato la Corte
di cassazione, con la sentenza
7069 dell’8 aprile 2015.
Per i giudici di piazza Cavour, nel nostro ordinamento
«vige, per la ripetizione del
pagamento indebito, un regi-
N
me speciale basato sull’istanza di parte, da presentare, a
pena di decadenza dal relativo diritto, nel termine
previsto dalle singole leggi
di imposta, o, in mancanza
di queste, dalle norme sul
contenzioso tributario, e tale
regime impedisce, in linea di
principio, l’applicazione della
disciplina prevista per l’indebito di diritto comune».
Dunque, la tutela giudiziale per ottenere il rimborso delle imposte non dovute
non può essere azionata innanzi al giudice ordinario,
neppure nei casi in cui il fisco
si sia rifiutato di ottemperare alla sentenza del giudice
tributario. Il contribuente
non può esperire qualsiasi
forma di tutela per far valere il diritto al rimborso. In
particolare, il rimborso non
può essere chiesto secondo
il modello dell’indebito di diritto comune. Occorre, invece,
osservare le regole del riparto
di giurisdizione e la speciale
disciplina prevista sia dalle
singole leggi d’imposta sia
dalla normativa processua-
le, che assegna al giudice
tributario la competenza a
decidere.
La richiesta d’intervento
del giudice ordinario si ripropone molto spesso nella
materia tributaria, nonostante il giudice di legittimità abbia già chiarito che non
esistono tutele alternative o
concorrenti che demandino
al soggetto interessato la
scelta del giudice o il termine entro il quale azionare la
pretesa. Tuttavia, in passato,
le sezioni unite della Cassazione (ordinanza 10725/2002)
hanno lasciato al contribuente uno spiraglio per attivare
in determinati casi la tutela
civilistica in un termine più
ampio. L’intervento del giudice ordinario, per ottenere
il rimborso delle imposte
non dovute, è ammesso solo
quando l’amministrazione
riconosce il relativo diritto,
ma non provvede a effettuare il rimborso. In questo caso
il giudice ordinario non deve
più risolvere una controversia di natura fiscale.
BREVI
Liberati, al centro di un
Toccherà a Giulia Peraspro scontro con Robledo,
rotti sostituire Alfredo
continuerà a mantenere la
Robledo, l’ex procuratore
delega su Expo.
aggiunto «cacciato» da
Milano e trasferito a Torino
L’avvocato Paolo Maria
dal Csm privato della funChersevani è il
zione di pm
nuovo presidente
per il predell’Ordine degli
sunto scamavvocati di Venebio di favori
zia. La nomina
con l’avvoper il quadriencato Domenio 2015-2018 è
nico Aiello.
stata effettuata
Perrotti ha
ieri da parte del
preso ierinnovato Consiri possesso
glio dell’Ordine
dell’ufficio
degli avvocati,
di Roblealla sua prima
do, al terzo
seduta
dopo le
piano del
Edmondo Bruti
elezioni della
Palazzo di
Liberati
scorsa settimana.
giustizia di
Oltre a Paolo Maria CherMilano, dove, come il suo
sevani sono stati nominati
predecessore, guiderà il
l’avvocato Tommaso Borsecondo dipartimento che
toluzzi in qualità di vicesi occupa dei reati contro la
presidente, Giuseppe Sacco
pubblica amministraziocome segretario, Cristina
ne. Tuttavia, il capo della
Martini come tesoriere.
Procura, Edmondo Bruti
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Documenti non prodotti,
rilevabilità d’ufficio
OBBLIGO IN VIA SOLIDALE PER PROPRIETARIO E UTILIZZATORE
Inutilizzabilità in giudizio dei documenti non prodotti in
sede di verifica: l’eccezione è rilevabile d’ufficio. Lo ha affermato la Corte di cassazione, con la sentenza n. 7232 del
10 aprile 2015. I documenti prodotti dal contribuente nel
giudizio tributario, dei quali abbia in precedenza rifiutato
l’esibizione all’Amministrazione finanziaria, non possono
dunque essere presi in considerazione ai fini del decidere,
anche in assenza di una eccezione in tal senso dell’amministrazione resistente. I giudici di secondo grado avevano
invece rigettato la richiesta dell’amministrazione di far
dichiarare l’inutilizzabilità in sede contenziosa dei documenti depositati dalla parte con il ricorso, ritenendo
l’eccezione inammissibile per la sua novità, essendo stata
presentata solo in sede di appello. Secondo i giudici di
legittimità, pertanto, la Commissione tributaria regionale
aveva erroneamente applicato gli artt. 57 dlgs 546/92 e
52 dpr 633/72, atteso che la preclusione richiamata dai
giudici di merito e dettata dal citato art. 57 non concerne appunto le eccezioni rilevabili d’ufficio, quale invece deve essere considerata l’eccezione in esame, anche
considerato che la perentorietà della formulazione della
norma induce a escludere che la sancita preclusione sia
rilevabile solo a iniziativa di parte. In caso dunque di
mancata indicazione, in sede amministrativa, dei documenti richiesti dall’Ufficio le giustificazioni addotte poi in
contenzioso devono essere considerate mere circostanze
soggettive, non potute conoscere dall’Ufficio. Secondo
giurisprudenza della medesima Corte, infatti, il comportamento omissivo del contribuente, che non ottemperi
alla richiesta di esibizione di documenti, impedendo, o
ostacolando, la verifica da parte dell’ufficio, vale, di per
sé, ad ingenerare un più che giustificato sospetto sull’attendibilità delle scritture, rendendo «grave» la presunzione di attività non dichiarate. Si tratta, in sostanza, di una
sanzione di inutilizzabilità, anche perché la normativa
di specie prevede un’unica eccezione, stabilendo che le
cause di inutilizzabilità non operano nei confronti del
contribuente che depositi in allegato all’atto introduttivo
del giudizio le notizie, i dati, i documenti, i libri e i registri
prima non esibiti e contestualmente dichiari e dimostri
di non aver potuto adempiere alle richieste per causa a
lui non imputabile, o che comunque ciò non sia stato
dovuto a sua negligenza.
Giovambattista Palumbo
In caso di autoveicolo
in leasing, l’obbligo di
corrispondere la tassa
automobilistica investe,
in via solidale, tanto il Le società di leasing restano comunque obbligate
proprietario del veicolo al pagamento della tassa automobilistica sui
(la società di leasing, lo- veicoli concessi in locazione finanziaria. La
catrice) quanto l’utilizza- modifica intervenuta con la Legge 29/2009, che
tore del mezzo (il cliente,
locatario). Ciò perché la ha incluso tra i soggetti obbligati al versamento
modifica intervenuta con della tassa gli «utilizzatori a titolo di locazione
l’articolo 7, comma 2, finanziaria», deve intendersi come cumulativa, nel
della Legge n. 99/2009,
che ha incluso nel nove- senso che l’utilizzatore si aggiunge alla società di
ro dei soggetti obbligati leasing come coobbligato d’imposta, senza che
al pagamento del bollo quest’ultima risulti esonerata dal pagamento.
anche gli «utilizzatori a
titolo di locazione finanziaria», deve interpretarsi quale un’agPer la regione, in tal caso, si profila una
giunta rispetto agli ordinari soggetti
doppia chance, potendo rivolgersi tanto
d’imposta, tra cui, in primis, il propriealla società di leasing quanto all’utilizzatario del veicolo. Il principio è affermato
tore del bene, per richiedere il pagamento
dalla sezione 28 della Ctr di Milano, nella
della tassa.
recente sentenza n. 438/28/15 (presidente
I giudici meneghini hanno ribaltato
Malaspina, relatore Ingino), dello scorso
l’esito del primo grado di giudizio (che
11 febbraio. La questione, invero, è assai
aveva concluso per l’accoglimento del ridibattuta nella giurisprudenza tributacorso), restituendo vita all’accertamento
ria, a seguito dei numerosi contenziosi
originariamente impugnato. «Dal tenore
incardinati dalle società di leasing, in
letterale della disposizione in esame», osopposizione agli accertamenti a cascata
serva il collegio giudicante, «si evince con
emessi dalle regioni. A parere delle sochiarezza che la previsione degli “… uticietà di leasing, l’inclusione degli utilizlizzatori a titolo di locazione finanziaria”
zatori nel novero dei soggetti obbligati
si aggiunge a quella dei proprietari (nelalla tassa escluderebbe, al contempo, la
la specie, società di leasing), già soggetti
loro responsabilità per i veicoli concessi
d’imposta». Pertanto, conclude la sentenin locazione finanziaria
za, «devono ritenersi tenuti al pagamento
Diverso, invece, l’orientamento assunto
della tassa automobilistica sia, in primo
dalla Ctr di Milano nella sentenza in comluogo, il proprietario, sia, in secondo luomento, secondo cui l’estensione dell’obgo, per il principio della solidarietà, cobligo all’utilizzatore del mezzo deve inloro che detengono il possesso del bene a
terpretarsi in maniera cumulativa, nel
titolo di locazione finanziaria».
senso che l’utilizzatore si aggiunge al
Benito Fuoco
proprietario, rimanendo costui comunque
e Nicola Fuoco
un soggetto d’imposta.
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Veicolo in leasing, tassa per tutti
Il principio
26
Martedì 28 Aprile 2015
I M P O S T E E TA S S E
PRIMA CASA/ La circolare n. 17/E sul riacquisto
Bonus fiscale doc
Non si perde la quota eccedente
to, secondo la legge, in diminuzione dall’imposta di registro
on si perde la quota del dovuta per l’atto di acquisto
bonus fiscale ecceden- che lo determina, oppure:
a) per l’intero importo, in
te l’importo utilizzato
a scomputo dell’impo- diminuzione dalle imposte di
sta dovuta in occasione del ri- registro, ipotecarie e catastali,
acquisto della prima casa. La sulle successioni e donazioni
precisazione è contenuta nella dovute sugli atti e sulle denuncircolare dell’Agenzia delle en- ce presentati dopo la data di
acquisizione del
trate n. 17/E del
credito;
24 aprile 2015 (si
Il
I
riferimento
b) in diminuzioveda ItaliaOggi
è all’importo
ne dalle imposte
del 25/4/2015).
utilizzato a
sui redditi delle
L’art. 7 della legpersone fisiche
ge n. 448/1998
scomputo
dovute in base
ha istituito un
dell’imposta
alla dichiaraziocredito d’imposta
dovuta
ne da presentare
per i contribuensuccessivamente
ti che vendono la
alla data del
«prima casa» per acquistarne,
iistarne
d l nuovo acquisto;
c) in compensazione delle
entro un anno, un’altra. L’ammontare del credito è pari al somme dovute ai sensi del dlgs
minor importo fra l’imposta n. 241/97.
Al riguardo, all’Agenzia era
di registro (o l’Iva) agevolata
pagata in occasione del prece- stato chiesto se nel caso in cui
dente acquisto e quella dovuta il bonus venga utilizzato solo
in occasione del nuovo, sempre parzialmente in diminuzioche sussistano i requisiti «pri- ne dell’imposta di registro
ma casa» di cui alla nota II-bis dovuta in relazione all’atto
all’art. 1 della tariffa allegata di acquisto che lo determina
(ossia il «riacquisto»), sia posal dpr n. 131/86.
Il credito può essere utilizza- sibile utilizzare, e con quali
DI
ROBERTO ROSATI
N
modalità, la parte residua.
Con la circolare 17, l’Agenzia
ha risposto che, nell’ipotesi
rappresentata, l’importo residuo del credito potrà essere utilizzato dal contribuente
in diminuzione dalle imposte
sui redditi delle persone fisiche, ovvero in compensazione
delle somme dovute ai sensi
del dlgs 241/97. Non potrà,
invece, essere utilizzato in
diminuzione delle imposte di
registro, ipotecaria, catastale,
e dell’imposta sulle successioni e donazioni per gli atti presentati successivamente alla
data di acquisizione del credito, poiché la legge prevede che
in tale sede il credito d’imposta deve essere utilizzato per
l’intero importo.
L’Agenzia ricorda infine
che in nessun caso il credito
di imposta potrà dare luogo a
rimborsi.
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La circolare
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
Presunzioni, limiti rigidi
per la prova contraria
Per le presunzioni di acquisto e di cessione è consentita
la prova contraria solo entro precisi limiti. Lo afferma
la Corte di cassazione, con la sentenza n. 6517 del 31
marzo 2015, che ha affrontato il tema delle differenze
inventariali. I giudici di legittimità hanno in particolare
evidenziato che in tema di accertamento delle imposte
sul reddito, trovano applicazione, in virtù del principio
di unitarietà dell’ordinamento e in applicazione dell’art.
12 preleggi, comma 2, le presunzioni di acquisto e di
cessione dei beni rispettivamente rinvenuti o non reperiti nel luogo, o in uno dei luoghi, in cui il contribuente
esercita la propria attività, poste in materia di Iva dal
dpr n. 633/72, art. 53, come modificato dal dpr n. 441
del 1997, art. 1. Trattandosi, peraltro, di presunzioni
legali relative, annoverabili tra quelle cosiddette miste,
è consentita la prova contraria da parte del contribuente, ma tale prova deve essere fornita solo entro i limiti
di oggetto e di mezzi probatori specificamente indicati
dall’art. 53 dpr n. 633/72 e da quest’ultimo previsti ad
evidenti fini antielusivi. La Suprema corte evidenzia
altresì che il giudice di appello avrebbe dovuto ancorare
la propria decisione esclusivamente alle risultanze del
processo verbale di constatazione, in quanto atto facente fede fino a querela di falso, ai sensi dell’art. 2700 c.c.,
e trarne la conseguenza che le merci, non rinvenute in
magazzino e che non risultavano, in base agli specifici
documenti previsti dal dpr 633/72, art. 53, destinate a
particolari finalità, dovevano presumersi cedute a terzi. La presunzione di cessione presuppone infatti uno
scostamento, individuato in sede di verifica, tra varie
fonti di informazione, non necessariamente l’inventario
fisico, ma anche elementi documentali da cui sia possibile ricostruire le quantità entrate, uscite o giacenti.
La formulazione dell’art. 4 comma 2 del decreto 441,
richiede dunque al Fisco di costruire la presunzione
legale, cioè di rilevare sfasamenti di cui il contribuente
deve dare la prova.
Giovambattista Palumbo
I M P O S T E E TA S S E
Martedì 2
28 Aprile 2015
27
Gli effetti degli accordi fiscali impattano sul rimpatrio giuridico con le fiduciarie
Rientro a riservatezza parziale
Lo scambio di informazioni duplica le comunicazioni
della seguente situazione: fino
al 2013 nessun capitale veniiservatezza incomple- va dichiarato dal contribuente,
ta in caso di effettua- poi nel 2014 - in seguito alla
zione dell’operazione disclosure - i capitali vengono
di regolarizzazione rappresentati in dichiaraziodei capitali esteri non dichia- ne, idem per una parte del
rati attraverso il meccanismo 2015 salvo poi confluire nella
del rimpatrio giuridico per il gestione della fiduciaria con
tramite di società fiduciaria conseguente assolvimento
degli obblighi dichiarativi da
nazionale.
Il contribuente che decide parte di quest’ultima, sostituto
di effettuare l’operazione di d’imposta, e una nuova elimivoluntary disclosure mante- nazione dalla dichiarazione del
nendo i capitali all’estero e contribuente.
Parimenti, anche l’amminiutilizzando la società fiduciaria, intermediario nazionale, strazione finanziaria si trova
per consentire lo scambio di a dover ricevere i dati relativi
informazioni costante con al monitoraggio fiscale per il
l’amministrazione finanzia- 2014, per parte del 2015 dal
ria (e, conseguentemente, go- contribuente e per la parte
dere del regime sanzionatorio residua del 2015 dal sostituto
ridotto), sarà costretto a un d’imposta. Il tutto perché la
lavoro doppio e non potrà go- fiduciaria può adempiere alle
funzioni di sostituto d’imposta
dere del regime
solo dopo aver
di riservatezza
ricevuto i catipico del manpitali oggetto
dato fiduciario.
di regolarizzaParimenti,
zione, nel corso
l’Agenzia delle
del 2015. Se poi
entrate si troil patrimonio
verà a dover
oggetto di rerecepire il megolarizzazione
desimo flusso
è rappresentadi dati da due
to da immobili,
soggetti diverla situazione
si, relativaè destinata a
mente a dicomplicarsi ultestinti periodi
riormente atteso
d’imposta, e a
che gli stessi non
doverli armonizzare per
possano essere
evitare disalcerto spostati in
IN
EDICOLA
lineamenti
Italia né può esseDi
sp
onibile anche
informativi.
re rilasciato alcun
www.classabbo on line sul sito
namenti.com
Come noto,
waiver in favore
infatti, la
di intermediario
procedura di disclosure confinanziario estero.
sente di regolarizzare i capi- Il contribuente, al fine di potali detenuti all’estero e non ter godere del regime sanziodichiarati fino al 31/12/2013 natorio ridotto, deve dunque
(la norma permette di sanare necessariamente ricorrere al
le irregolarità commesse fino meccanismo dell’amministraal 30/9/2014, data ultima zione fiduciaria senza intestaprevista per la presentazione zione, utilizzato sin dai tempi
della dichiarazione dei reddi- dello scudo fiscale.
ti relativa all’anno d’imposta
Per ovviare a tutto questo
2013). Tuttavia, i contribuen- pare quindi opportuno che
ti stanno effettuando la pro- venga effettuata quanto pricedura nel corso del 2015 con ma una modifica legislativa
il termine ultimo di presen- che consenta alla fiduciaria
tazione dell’istanza fissato al di effettuare il rimpatrio giu30/9/2015.
ridico delle somme oggetto di
Di conseguenza, il contri- voluntary disclosure del conbuente è tenuto alla redazio- tribuente assumendo la qualine e alla presentazione della fica di sostituto d’imposta con
dichiarazione dei redditi rela- effetto retroattivo e decorrenza
tiva al periodo d’imposta 2014 dall’1/1/2014.
(entro il medesimo termine del
Senza perdere un solo euro
30/9/2015) provvedendo alla di gettito, si assisterebbe a
redazione del modello RW in una rilevante semplificaziomaniera coerente con i dati al ne della gestione dei capitali
31/12/2013 oggetto di emersio- emersi grazie all’operazione
ne e della procedura di rego- di regolarizzazione atteso che
larizzazione. L’effetto che ne l’amministrazione finanziaria
deriva, quindi, è di piena rap- riceverebbe il flusso dei dati representazione in dichiarazione lativamente ai diversi periodi
dei redditi dei capitali oggetto d’imposta in maniera omogedi regolarizzazione anche nel nea sempre per il tramite del
caso in cui il contribuente deci- sostituto d’imposta e i contrida di effettuare la procedura di buenti godrebbero della riseremersione attraverso un rim- vatezza tipicamente prevista
patrio giuridico per il tramite dalla legge sul segreto fiduciadi fiduciaria. Quindi, in sostan- rio in maniera continuativa e
za ci si troverebbe in presenza senza soluzione di continuità.
DI
STEFANO LOCONTE
R
Voluntary
Disclosure
LE STRATEGIE DI CHI NON VUOLE EMERGERE
Il lato oscuro della Voluntary
y
Tre vie di fuga dalla Disclosure
Trasferimento da
persona fisica a
persona giuridica
Attuazione diescamotage
elusivi per l’Italia
ma non per la Svizzera
Bonifico dalla
Svizzera verso
Londra o New
York
Trasferimento liquidità
presso una banca
locale
Acquisto di beni
rari (oro, quadri) o reali
intestati a terzi
Acquisto casa
a Mauritius
e cambio di
residenza
Trasferimento del
denaro (senza
possibilità di essere
tracciati)
Passaggio delle somme
a Singapore
o in altro centro offshore
Creazione di una
società limited
C’è anche il lato oscuro della voluntary
disclosure. Di fronte alla scelta obbligata
(come la presentano per lo più sia i professionisti sia l’amministrazione finanziaria)
della collaborazione volontaria, per la riemersione dei capitali illegalmente detenuti
all’estero, c’è ancora chi non si arrende e,
come raccontano a ItaliaOggi gli addetti ai
lavori oltre confine, rischia il tutto per tutto,
osando soluzioni al limite del temerario.
I trucchi del mestiere. Creazione di una
società limited, trasferimento da persona fisica a persona giuridica e attuazione di una
serie di escamotage elusivi per l’Italia ma
non per la Svizzera; il tutto con un punto
di break even superiore ai 300 mila euro,
vista l’onerosità dell’operazione. O ancora,
bonifico dalla Svizzera verso Londra (o in
alternativa New York), trasferimento della
liquidità in nero presso una banca locale
e acquisto di beni rari tra cui quadri, oro
e diamanti (o beni reali, magari intestati
a terzi in Belize); e infine, acquisto di una
casa a Mauritius con conseguente automatico cambio di residenza, trasferimento del
denaro e, da lì, senza correre il rischio di
essere tracciati, passaggio delle somme a
Singapore, uno dei principali centri offshore
del mondo, specie per gli scambi con la Cina.
Nessuno però vieta di rimanere a Mauritius
e godere del proprio capitale al mare.
La voluntary disclosure ha, dunque, anche
un lato oscuro, che è quello di chi, consapevole della perdita e delle indagini cui andrebbe incontro ammettendo il proprio nero
oltreconfine, opta per soluzioni border line,
rischiando sanzioni pesantissime non solo
pecuniarie ma anche penali. Rischio che comunque cade in prescrizione alla scadenza
del quinto anno in cui si è commesso il reato. Secondo le fonti di ItaliaOggi, inoltre,
se il trasferimento di denaro non avviene
in euro ma in altra valuta, la possibilità che
i trasferimenti vengano tracciati è ancora
inferiore: va ricordato, infatti, che il monte
dei pagamenti in euro passa sempre per
Francoforte che, quando serve, può disporre di tutti i dati necessari per tracciare lo
schema dei traffici mondiali nella moneta
europea.
I problemi nelle procedure. Ci sono altri
punti interrogativi nella disciplina della voluntary disclosure che rischiano di trasformarsi in appigli utili ai clienti - e ai propri
consulenti - che hanno interesse a spingersi
verso soluzioni alternative. In primo luogo vi sono la difficoltà della procedura in
sé e i ritardi accumulati dal legislatore e
dall’Agenzia delle entrate nel metterne a
fuoco i punti più delicati. Poi, la difficoltà nel reperire tutta la documentazione
utile, poiché essa si scontra spesso con un
certo ostruzionismo da parte degli istituti
stranieri a spedirla, al punto che possono
essere necessari dai 30 ai 60 giorni per la
trasmissione di un semplice estratto conto.
Il numero di pratiche rapportato ai professionisti disponibili in grado di svolgere l’iter
della voluntary, inoltre, risulta comunque
troppo elevato, visti i tempi ormai stretti
delle richiese di emersione che dovranno
essere consegnate, salvo proroghe, entro il
30 settembre.
Mancanza di informazione. Infine, vi è
la scarsa informazione sulla natura e sul
contenuto dell’accordo siglato da Svizzera
ed Italia: sebbene la firma del 23 febbraio
2015 sia presa come punto di riferimento
dal quale ogni movimento può divenire oggetto di controlli, per l’effettiva attuazione
dello scambio informativo sarà necessario
attendere fino al 2018, dando per scontato
che le discussioni diplomatiche tra i due
stati portino a una ratifica dell’accordo da
parte dei parlamenti italiano ed elvetico. Il
Regolamento attuativo deve infatti risultare
compliant coi due Corpi Iuris. E non è detto che la ratifica dell’accordo da parte della
Svizzera (che potrebbe richiedere anche un
referendum) passi in modo indolore. Anche
perché l’art. 4 dell’accordo prevede che «lo
scambio automatico di informazioni relativo
ai conti finanziari e lo scambio spontaneo
di informazioni tra le parti» sia «oggetto di
strumenti giuridici separati».
Se il protocollo non trovasse una ratifica nel
2018, coloro che hanno effettuato il rientro
volontario dei capitali, sostengono coloro
che, oltre confine, non hanno interesse a far
emergere i capitali italiani «finirebbero per
essere ingabbiati dal fisco, inutilmente». Anche perché «difficilmente la Svizzera rinuncerà alle prerogative che gli sono garantite
dal fatto di essere uno stato cassaforte».
Policy del denaro bianco. Resta però il
fatto che la Svizzera (e non solo lei), rispetto
all’Italia, è certamente un paese a regime
fiscale privilegiato, che non sempre è bene
identificare la Svizzera come sola zona del
Canton Ticino e che, dalla stipula della legge Finma del 2012, la policy nazionale del
denaro bianco fa rientrate anche i depositi
elvetici nel quadro Rw italiano.
Gloria Grigolon
28
Martedì 28 Aprile 2015
I M P O S T E E TA S S E
Il dlgs sull’internazionalizzazione chiarisce il comportamento dell’Agenzia delle entrate
Plusvalenze, stop al registro
Freno alla verifi ca basata sul valore dell’imposta
DI
CLAUDIA MARINOZZI
top all’accertamento
ai fini delle imposte
sui redditi di una plusvalenza imponibile
fondato esclusivamente sul
valore determinato in relazione all’accertamento effettuato ai sensi della disciplina
dell’imposta di registro, ciò
con riferimento alle cessioni
di immobili e di aziende nonché per il trasferimento di diritti reali sugli stessi. Questo
quanto disposto dall’art. 5,
comma 2 dello schema di decreto legislativo recante misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese.
Ai fini dell’imposta di registro
l’Agenzia delle Entrate può
rettificare il valore di cessione/trasferimento di aziende
e immobili o di diritti reali
su di questi qualora il corrispettivo emergente dall’atto
oggetto di registrazione sia
inferiore al valore venale in
comune commercio del bene/
diritto ceduto o trasferito
(art. 51, dpr 131/1986). A tali
rettifiche, sempre più spesso,
l’Ufficio ha fatto conseguire,
nei confronti del cedente, il
recupero a tassazione ai fini
S
Il calcolo del maggior corrispettivo
«Gli articoli 58
58, 68 e 86 del Tuir e gli articoli 5
5,6
6 e 7 del dlgs
446/1997, si interpretano nel senso che per le cessioni di
immobili e di aziende nonché per la costituzione e il trasferimento di diritti reali sugli stessi, l’esistenza di un maggior
corrispettivo non è presumibile soltanto sulla base del valore
dichiarato o accertato ai fini dell’imposta di registro di cui
al dpr 131/1986, ovvero ai fini delle imposte ipotecaria e
catastale di cui al dlgs 347/1990»
delle imposte sui redditi dei
maggiori valori accertati ai
fini dell’imposta di registro in
quanto considerati plusvalenze non dichiarate. Ciò anche
se i presupposti di determinazione del valore del bene delle due imposte sono diversi.
Infatti «i principi relativi alla
determinazione del valore del
bene che viene trasferito sono
diversi a seconda dell’imposta
che si deve applicare perché
quando si discute di imposta
di registro si ha riguardo al
valore di mercato del bene,
mentre quando si discute di
una plusvalenza realizzata
(…) occorre verificare la differenza realizzata tra il prezzo
di acquisto e il prezzo di ces
cessione» e, in particolare, «nella
determinazione della plusvalenza si deve avere riguardo
al prezzo effettivamente percepito» (Cass. nn. 7689/2003 e
6700/2005). Alcune sentenze
della Corte di Cassazione hanno tuttavia ritenuto legittimo
l’operato dell’Agenzia delle
entrate. La Corte, da ultimo,
con riferimento a una cessione
d’azienda ha ribadito che «in
tema di accertamento delle
imposte sui redditi, l’Amministrazione finanziaria è legittimata a procedere in via
induttiva all’accertamento
del reddito da plusvalenza
patrimoniale relativa al valo-
re di avviamento,
avviamento realizzata a
seguito di cessione di azienda,
sulla base, dell’accertamento
di valore effettuato in sede
di applicazione dell’imposta di registro, ed è onere
probatorio del contribuente
superare (anche con ricorso
ad elementi indiziali) la presunzione di corrispondenza
del prezzo incassato con il
valore di mercato accertato
in via definitiva in sede di
applicazione dell’imposta di
registro, dimostrando di avere in concreto venduto a un
prezzo inferiore» (Cass. ord. n.
7665 del 15 aprile 2015). Da
quest’anno, però, se il testo
dell’art. 5, comma 2 del decre-
to sull’internazionalizzazione
verrà confermato in sede di
emanazione, l’Agenzia delle
entrate non potrà più accertare maggiori plusvalenze basandosi esclusivamente sulle
rettifiche da essa operate ai
fini dell’imposta di registro.
L’art. 5, comma 2 dello schema di decreto in commento
prevede, infatti, espressamente che «per le cessioni di
immobili e di aziende nonché
per la costituzione e il trasferimento di diritti reali sugli
stessi, l’esistenza di un maggior corrispettivo non è presumibile soltanto sulla base del
valore dichiarato o accertato
ai fini dell’imposta di registro
… ovvero ai fini delle imposte
ipotecaria e catastale…». Gli
Uffici, pertanto, per accertare
eventuali plusvalenze non dichiarate dovranno comunque
dimostrare che il contribuente
ha di fatto incassato corrispettivi maggiori di quelli pattuiti
e dichiarati negli atti registrati.
Il testo del dlgs
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
Valida la notifica della sentenza
a mezzo raccomandata ordinaria
La decadenza non legittima
l’avviso di accertamento anticipato
Per la decorrenza del termine breve (60 giorni) per impugnare le pronunce
delle commissioni tributarie è sufficiente che la sentenza venga notificata
alla controparte a mezzo raccomandata diretta con avviso di ricevimento.
Alle notifiche delle sentenze tributarie a mezzo del servizio postale non si
applicano le regole del processo civile. Dunque, non è necessaria la relata
di notifica sull’originale e la copia dell’atto da parte dell’ufficiale giudiziario. L’importante principio è stato affermato dalla Corte di cassazione,
con la sentenza 8151 del 22 aprile scorso, che ha ritenuto inammissibile
il ricorso tardivo proposto dal fisco e ha escluso la rimessione in termini
in seguito alla notifica della sentenza effettuata dal contribuente con
raccomandata ordinaria. Per i giudici di legittimità, è attribuita alla parte
interessata la facoltà di avvalersi della forma di notifica della sentenza che
ritiene più opportuna tra quelle indicate dall’articolo 38 del dlgs 546/1992.
«Ne segue che laddove tale scelta ricada sulla notifica mediante spedizione diretta con raccomandata A/R, non trova applicazione il richiamo
- disposto dal dlgs n. 546 del 1992, art. 16, comma 2, - al modello previsto
dall’art. 137 c.p.c. e ss., che prevede nel caso di notifica a mezzo posta ai
sensi dell’art. 149 c.p.c., comma 2, e della legge n. 20 novembre 1982, n.
890, art. 3, comma 1, la redazione di apposita relata di notifica sull’originale e la copia dell’atto da parte dell’ufficiale giudiziario». La Cassazione
ha giudicato inoltre infondata la tesi dell’Agenzia delle entrate «volta a
ottenere la rimessione in termini della impugnazione tardivamente proposta, sul presupposto dell’errore incolpevole indotto dalla “equivoca”
modalità di notifica della sentenza di appello scelta dal contribuente». La
notifica della sentenza per mezzo dell’ufficiale giudiziario non è più l’unica
modalità che le parti possono utilizzare per far decorrere il termine breve
(60 giorni) per impugnare le sentenze delle commissioni tributarie. Prima
delle modifiche apportate all’articolo 38 dall’articolo 3 del dl 40/2010 le
sentenze potevano essere notificate solo tramite ufficiale giudiziario (Cassazione, sentenza 4940/2006). Dal 26 marzo 2010, invece, possono essere
notificate per posta, tramite ufficiale giudiziario o con consegna diretta
agli uffici tributari. Il fisco può inoltre avvalersi dei messi comunali e dei
messi autorizzati dall’amministrazione. Va posto in rilievo che proprio
l’Agenzia delle entrate (circolare 37E/2010) ha chiarito che a seconda della
modalità prescelta la decorrenza del termine breve deve essere provata
attraverso la relata di notifica dell’ufficiale giudiziario o dei messi, con la ricevuta
La sentenza
rilasciata dall’ufficio locale al quale viene
sul sito www.italia- consegnata la sentenza o con l’avviso di
ricevimento.
oggi.it/documenti
Sergio Trovato
La decadenza non legittima l’avviso dell’accertamento anticipato («ante
tempus»). L’imminente spirare del termine di decadenza per l’emissione
di un avviso di accertamento non integra le «specifiche ragioni di urgenza» che consentono all’Ufficio, ai sensi dell’art. 12, settimo comma, dello
Statuto dei diritti del contribuente, l’inosservanza del termine dilatorio
di sessanta giorni per l’emanazione dell’avviso di accertamento. È questo
il principio sancito nella sentenza n. 6057 dello scorso 26 marzo, con la
quale la Corte di cassazione si è nuovamente occupata del tema della
legittimità degli avvisi di accertamento emessi prima del decorso di
sessanta giorni dal rilascio del processo verbale di constatazione.
La pronuncia si innesta nel solco tracciato dalle Sezioni Unite della
Suprema corte che, con la sentenza del 29 luglio 2013, n. 18184, erano
intervenute per dirimere il contrasto interpretativo sorto sul punto,
chiarendo, definitivamente, che il settimo comma dell’art. 12 della legge
n. 212 del 2000: «Deve essere interpretato nel senso che l’inosservanza
del termine dilatorio di 60 giorni per l’emanazione dell’avviso di accertamento – termine decorrente dal rilascio al contribuente, nei cui
confronti sia stato effettuato un accesso, un’ispezione o una verifica
nei locali destinati all’esercizio dell’attività, della copia del processo
verbale di chiusura delle operazioni – determina di per sé, salvo che
ricorrano specifiche ragioni di urgenza, la illegittimità dell’atto impositivo emesso ante tempus, poiché detto termine è posto a garanzia
del pieno dispiegarsi del contraddittorio processuale, il quale costituisce primaria espressione dei principi, di derivazione costituzionale, di
collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente ed è
diretto al migliore e più efficace esercizio della potestà impositiva».
Il vizio invalidante non consiste, dunque, nella mera omessa enunciazione, all’interno dell’atto, dei motivi di urgenza che ne hanno determinato l’emissione anticipata, ma si sostanzia nell’effettiva assenza
di detto requisito (esonerativo dall’osservanza del termine), la cui
ricorrenza, nella fattispecie concreta e all’epoca di tale emissione,
deve essere provata dall’Ufficio.
Ebbene, con la sentenza n. 6057 dello scorso 26 marzo, la Suprema
corte, in conformità ai i principi già espressi in relazione alla medesima società, con la sentenza n. 24778/2014 (nonché, della sentenza n.
7315/2014), ha rigettato la doglianza sollevata dall’Avvocatura generale dello stato chiarendo espressamente che «l’eventualità di evitare
una decadenza non può integrare di per sé, contrariamente a quanto
sostenuto dall’amministrazione finanziaria, la ragione di urgenza contemplata dalla norma».
Giancarlo Marzo
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Martedì 28 Aprile 2015
29
A Firenze è andato deserto l’interpello per il direttore dell’ufficio
AUTOMOBILI
Giudici di pace fai-da-te
Ipoteche,
tutto
al Pra
Nessun dirigente: pochi soldi, tante beghe
DI
GABRIELE VENTURA
AA dirigenti cercansi
per l’ufficio del giudice di pace di Firenze.
Che risulta scoperto
al 100% delle sue figure apicali amministrative perché
nessuno vuole ricoprire tali
posizioni. Motivo? La situazione di disagio in cui versa
tale ufficio, con gli scatoloni
dei fascicoli delle sedi accorpate ammassate nei corridoi.
E il compenso che spetterebbe al coordinatore: 387,24
euro mensili, ovvero circa
13 euro al giorno per gestire
una realtà al collasso. Fatto
sta che l’esito dell’interpello
nazionale pubblicato sul sito
del ministero della giustizia
ha dato esito univoco per la
qualifica di direttore amministrativo e funzionario giudiziario: «Nessun vincitore
per tale posizione bandita».
La situazione dell’ufficio del
giudice di pace di Firenze
emerge, da ultimo, in una
lettera inviata ieri dall’Ordine degli avvocati di Firenze
al ministero della giustizia,
A
Il palazzo di giustizia di Firenze
dove si chiede un immediato
intervento risolutivo delle
problematiche segnalate.
Anche perché, sottolinea il
presidente, Sergio Paparo, il
Coa e il gdp di Firenze hanno avviato un progetto per lo
sviluppo e la valorizzazione
dei sistemi telematici, che
però necessita della massima funzionalità dell’ufficio
giudiziario, il quale, soprattutto dopo aver accorpato gli
Agenti, la qualifica di ps
senza discrezionalità
L’attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza al personale della polizia municipale rappresenta
un procedimento vincolato e non discrezionale. Il vigile
urbano che manifesta comportamenti aggressivi non
perde quindi la qualifica ma potrà essere disarmato
per iniziativa del prefetto se manifesta comportamenti
non adeguati al ruolo.
Lo ha evidenziato il Tar Emilia-Romagna, sez. I, con
la sentenza n. 348 del 9 aprile 2015. L’articolo 5 della
legge 65/1986 prevede che l’operatore di polizia locale
eserciti anche funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, rivestendo a tal fine la qualità di agente di ps. Il
comma 5 dello stesso articolo stabilisce che gli addetti
al servizio di polizia municipale ai quali è conferita la
qualità di agente di pubblica sicurezza, possono, tra
l’altro, previa deliberazione in tal senso del consiglio
comunale, portare, senza licenza, le armi in dotazione
al servizio.
La questione affrontata dai giudici amministrativi
riguarda i presupposti per attribuire o revocare, da
parte del prefetto, questa particolare qualità che abilita allo svolgimento di funzioni ausiliarie di pubblica
sicurezza. Nel caso esaminato dal collegio a un operatore di vigilanza urbana è stata revocata la qualifica di pubblica sicurezza a seguito della segnalazione
del comandante preoccupato per i comportamenti
aggressivi dell’agente. Avverso tale provvedimento
l’interessato proponeva ricorso al Tar che condividendo l’orientamento giurisprudenziale prevalente
ha accolto l’istanza annullando il provvedimento del
prefetto. Secondo il collegio, infatti, l’attribuzione e
la revoca delle funzioni di agente di ps sono vincolati
alla sussistenza dei presupposti fissati tassativamente
dalla legge. In particolare, il rilascio e il mantenimento
di questa particolare qualità sono condizionati dalla
legge 65/1986 che richiede, tra l’altro, la mancanza di
condanne penali per delitti non colposi. In buona sostanza ove ne ricorrono i presupposti spetta al prefetto
disarmare l’agente di polizia locale ma senza incidere
sullo status di ausiliario di ps. In tal senso si è espresso
anche il Consiglio di stato con la sentenza 11 marzo
2015, n. 1270.
Stefano Manzelli
© Riproduzione riservata
uffici di Borgo San Lorenzo,
Castelfiorentino, Empoli e
Pontassieve, soppressi in
attuazione della nuova geografia giudiziaria, si trova
attualmente in una situazione di quasi paralisi. Dal
punto di vista operativo, in
particolare, il coordinatore
ha dato le sue dimissioni, denunciando al ministero della giustizia la scopertura al
100% di figure apicali ammi-
nistrative, ovvero direttore
amministrativo e dirigente,
e rilevando inoltre che dal 15
aprile l’unico funzionario di
fascia C in servizio ha chiesto e ottenuto il trasferimento in altra sede.
A questo va aggiunta l’impossibilità, da parte dell’ufficio, di sanare le prescrizioni imposte dall’ultima
ispezione ministeriale del
luglio 2014 entro il termine
del 1° giugno 2015, a causa
della mancanza di personale
e dall’arrivo di ben 90 mila
fascicoli e oltre 700 scatoloni
dagli uffici soppressi. Materiale che l’ufficio di Firenze
non può attualmente contenere, come mostrano le foto
degli scatoloni in corridoio allegate alla comunicazione del
giudice di pace coordinatore,
per la mancanza di strutture
idonee ad accogliere sia i mobili sia gli archivi degli uffici
soppressi. I giudici di pace
chiedono quindi al ministero
della giustizia l’assegnazione
dei dirigenti e dei funzionari
amministrativi mancanti.
© Riproduzione riservata
IN EDICOLA CON
Disponibile anche sul sito
www.classabbonamenti.com
DI
STEFANO MANZELLI
L’ipoteca giudiziale sui
mezzi a motore ora può essere attivata anche a seguito
della negoziazione assistita
da un avvocato. Ma anche
con decreto ingiuntivo, ordinanza di pagamento, lodo
arbitrale e verbale di conciliazione o di mediazione
omologato dal tribunale.
Lo ha chiarito l’Aci con
l’edizione di aprile 2015
del manuale sui diritti reali di garanzia dei veicoli.
L’ipoteca automobilistica è
un diritto reale di garanzia
che si costituisce mediante
l’iscrizione al Pra del vincolo. Per legge l’annotazione conserva i suoi effetti
per cinque anni, trascorsi i
quali l’ipoteca perde efficacia. Sui veicoli, prosegue la
corposa istruzione centrale,
possono essere iscritti tre
tipi di ipoteca. Quella legale previste per legge a favore
del venditore a garanzia del
prezzo del veicolo e che non
richiede l’assenso del debitore. Quella volontaria laddove il debitore si accorda
con il creditore per annotare
il vincolo sul mezzo. Infine
quella giudiziaria che come
confermato dai giudici del
palazzaccio è ammissibile
anche per i veicoli a seguito di sentenza, decreto
ingiuntivo dichiarato esecutivo o ordinanza di pagamento. Costituisce titolo
per l’iscrizione, prosegue
l’Aci, anche il verbale di
mediazione omologato dal
tribunale, il lodo arbitrale e il decreto di efficacia
esecutiva del verbale di
conciliazione. Al di fuori
della mediazione, «anche
l’accordo raggiunto in sede
di negoziazione assistita da
un avvocato costituisce titolo esecutivo per l’iscrizione
di ipoteca giudiziale». Anche le sentenze straniere dichiarate esecutive in Italia
consentono l’iscrizione di
ipoteca giudiziale. Non lo
permettono invece l’atto di
precetto e il protesto, prosegue la corposa circolare. Le
formalità da eseguire direttamente presso il pubblico
registro automobilistico
per annotare, modificare e
correggere l’iscrizione sono
complesse e dettagliate nel
manuale. Ad ogni modo
l’iscrizione non può mai
essere eseguita d’ufficio ma
richiede sempre l’impulso
di parte. Il titolo necessario per procedere alla formalità deve sempre avere
forma scritta ed essere un
atto pubblico oppure un
provvedimento giudiziale
o una scrittura privata autenticata o accertata giudizialmente.
© Riproduzione riservata
30
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Martedì 28 Aprile 2015
Emendamento al ddl Madia. Entro il 30/4 i dati sulle graduatorie
UNCEM
Mini-enti
in guerra
Verso una corsia preferenziale per le assunzioni contro Poste
P.a., vincitori garantiti
DI
FRANCESCO CERISANO
na corsia preferenziale
per assumere i vincitori di concorso in attesa
di essere assunti dalla
p.a. La buona notizia per l’esercito dei circa 3 mila aspiranti
dipendenti pubblici potrebbe
arrivare dalla ddl delega di
riforma della p.a. da oggi al
voto dell’aula del senato (l’ok
dovrebbe arrivare mercoledì).
A prevedere l’ipotesi di introdurre misure ad hoc per accelerare l’assunzione dei vincitori
in attesa è un emendamento
presentato dal senatore Pd
Vincenzo Cuomo.
La proposta di modifica,
giunta ormai alla quarta riformulazione in modo da renderla più digeribile da parte
della commissione bilancio,
stabilisce «l’introduzione di
norme transitorie finalizzate
esclusivamente all’assunzione
di vincitori di procedure selettive pubbliche» qualora vi siano
graduatorie approvate e pubblicate alla data di entrata in
vigore della legge delega.
«Abbiamo necessità e urgen-
U
za di garantire
rapidamente
l’assunzione
di migliaia di
vincitori di concorso che, dopo
anni, attendono con speranza
un diritto finora negato», ha
spiegato il senatore Cuomo.
Anche se, a dir la verità, una
corsia preferenziale per i vincitori è già prevista dalla legge di
stabilità 2015 (legge 190/2014)
che consente a regioni ed enti
locali di continuare a scorrere
le graduatorie nonostante il
blocco imposto per assorbire
gli esuberi delle province.
L’emendamento Cuomo però
metterebbe gli enti pubblici
nelle condizioni di predisporre
norme ad hoc per le assunzioni,
cristallizzando le graduatorie
in modo che tutte quelle approvate alla data di entrata in vigore della riforma di Marianna Madia (e tuttora vigenti
alla data di approvazione del
dlgs attuativo sul riordino del
lavoro pubblico che dovrà vede-
re la luce entro
un anno dal varo
della delega) possano giustificare
una ragionevole
aspettativa di
assunzione.
Sulla validità
delle graduatoMarianna rie, com’è noto,
Madia
grava da sempre
grande incertezza, visto che di anno in anno
c’è bisogno della solita proroga
per tenerle in vita. Quest’anno,
il decreto Milleproroghe, storicamente deputato a ospitare
questi e altri rinvii, è rimasto in
silenzio sul punto per la semplice ragione che nel 2013 (con il
decreto legge 101), l’ex ministro
della funzione pubblica Gianpiero D’Alia aveva disposto
uno slittamento triennale, allungando al 31 dicembre 2016
la validità delle graduatorie.
Ora si chiede qualcosa di più,
sottolinea Cuomo, «sempre però
nel rispetto dei limiti di finanza
pubblica vigenti». La proposta,
come detto, parla di «norme
transitorie finalizzate esclusivamente all’assunzione dei
vincitori di concorsi pubblici».
Diversi potrebbero essere gli
scenari aperti da quest’emendamento, dall’allargamento
delle maglie del turnover alla
spinta ai prepensionamenti.
Intanto si attendono i dati
definitivi sui vincitori di concorso in attesa di assunzione:
le amministrazioni hanno ancora tre giorni di tempo (fino
al 30 aprile) per comunicare
le informazioni sulle graduatorie alla Funzione pubblica
utilizzando la piattaforma
raggiungibile sul sito www.
monitoraggiograduatorie.gov.
it. Sulla base dei dati inviati
dagli enti pubblici, palazzo Vidoni realizzerà un report che
dovrà essere pubblicato entro
il 31 maggio.
Solo allora si saprà se i vincitori di concorso in attesa di collocamento sono ancora 3 mila
o se, come probabile, il loro
numero è cresciuto, assieme a
quello degli idonei (80 mila secondo i dati ufficiali, ma come
ammesso dalla stessa Funzione pubblica, destinati a essere
quasi il doppio, si veda ItaliaOggi del 3/1/2015).
Secondo l’Ifel l’esenzione non è un principio generale SCOMMESSE
I magazzini senza rifiuti
devono pagare la Tari
I
DI
MATTEO BARBERO
magazzini in cui non si producono in
modo continuativo e prevalente rifiuti
speciali non assimilati pagano la Tari,
salvo che il regolamento del comune
ne preveda l’esclusione. Lo sostiene l’Ifel,
in una nota diffusa per chiarire i numerosi
dubbi posti dalla disciplina della tassa rifiuti
riguardante le superfici produttive di rifiuti
speciali.
Si tratta, in particolare, dei commi 649 e
682 della legge 190/2014, che individuano
quattro casistiche: 1) detassazione delle superfici ove si formano, in via continuativa e
prevalente, rifiuti speciali non assimilabili
(comma 649, primo periodo); 2) riduzione per
avvio a riciclo a spese del produttore dei rifiuti
speciali assimilati agli urbani (comma 649, secondo periodo); 3) detassazione dei magazzini
funzionalmente ed esclusivamente collegati
ad aree di produzione di rifiuti speciali non
assimilabili (comma 649, terzo periodo); 4)
riduzione per zone di produzione promiscua
di rifiuti speciali e rifiuti speciali assimilati
(comma 682).
Tali previsioni sono state oggetto di due
interventi interpretativi da parte del Mef,
dapprima la prot. 38997 del 9 ottobre 2014 e
successivamente la risoluzione n. 2/DF del 9
dicembre 2014. Il nodo più complesso riguarda i magazzini, che secondo Via XX settembre «devono essere considerati intassabili in
quanto produttivi di rifiuti speciali, anche a
prescindere dall’intervento regolamentare del
comune».
Secondo l’Ifel, tale affermazione (che ha portato diverse associazioni di categoria a chiedere la modifica dei regolamenti comunali) si
deve ritenere pertinente esclusivamente con
riferimento al particolare caso di magazzini
in cui sono prodotti esclusivamente rifiuti speciali non assimilati. Essa, invece, non può assurgere a principio generale valido con riferimento a tutti i magazzini. Pertanto, sottolinea
la nota, l’obbligo per i comuni di individuare le
aree dei magazzini funzionalmente connessi
all’attività produttiva non può prescindere
dalla circostanza che nei magazzini si possano produrre comunque rifiuti speciali non
assimilati, coerentemente con la disposizione
normativa che esclude dall’obbligo di conferimento, e dal conseguente assoggettamento
al tributo, solo le aree di produzione di rifiuti
non assimilabili.
In altri termini, secondo Ifel, il terzo periodo del comma 649 permette ai comuni di
detassare parti di aree dei magazzini in cui
vi sia comunque una produzione di rifiuti
speciali non assimilati, anche se non in modo
continuativo e prevalente, ovvero superfici che
secondo i criteri ordinari sarebbero comunque
assoggettabili.
La nota, inoltre, riprendendo quanto già
sostenuto dall’Anci Emilia-Romagna nella
circolare 142/2014, afferma che esulano dalla fattispecie in esame le aree di produzione
di rifiuti urbani, di rifiuti speciali assimilati
ed anche di rifiuti speciali non assimilati ma
assimilabili. Inoltre, il termine «merci» va riferito al materiale necessario al ciclo produttivo purché appartenente «merceologicamente»
alle materie non assimilabili con regolamento comunale. Sono Pagano sempre la Tari i
magazzini di prodotti finiti e di semilavorati,
perché il loro impiego non determina la produzione di rifiuti speciali non assimilabili.
© Riproduzione riservata
Distanze,
decidono
i Monopoli
Spetta all’Agenzia delle dogane e dei Monopoli il compito
stabilire su tutto il territorio
nazionale le distanze minime
delle sale da gioco dai luoghi
sensibili. Il Tar dell’Emilia
Romagna ribalta il punto
di vista sulla disciplina del
«distanziometro» introdotta
negli ultimi due anni in numerosi comuni italiani e spesso
appoggiata dai tribunali amministrativi nei contenziosi
aperti da società ed esercenti. Nella sentenza n. 396/2015
depositata ieri in cancelleria,
la seconda sezione accoglie
il ricorso della società Sna
scommesse, a cui era stata
negata l’autorizzazione a
trasferirsi in nuovi locali,
collocati a una distanza inferiore (meno di mille metri)
stabilita dal regolamento comunale di Bologna. Secondo
il collegio «la pianificazione
delle sale da gioco e la ricollocazione di quelle prossime
a siti sensibili appartiene
all’Amministrazione autonoma dei Monopoli». Un presupposto necessario, secondo la
sezione, «al concreto fine di
evitare, mediante l’introduzione di limiti certi aventi
efficacia su tutto il territorio
nazionale, l’introduzione di
distanze del tutto diverse da
comune a comune».
Parte dal Piemonte, la
regione con più piccoli
comuni in Italia, la mobilitazione dei mini-enti
per la decisione di Poste
Italiane di consegnare la
corrispondenza a giorni
alterni nei centri di montagna. Una decisione presa, accusa l’Uncem, senza
concertazione con le istituzioni e i rappresentanti
degli enti locali.
Dopo il congelamento del
piano di gennaio che prevedeva la chiusura degli
uffici e la riduzione degli
orari di apertura, i comuni
si sono mobilitati contro
il nuovo documento nel
quale l’azienda prevede
il recapito a giorni alterni della corrispondenza in
oltre 900 enti piemontesi.
Un piano di fatto avvallato da AgCom, l’Autorità
garante per le Comunicazioni, che a luglio dello
scorso anno aveva invece
preso posizione difendendo i servizi postali nei comuni montani e nelle aree
marginali del paese. Ora
il cambio di posizione che
ha spinto alla mobilitazione l’Uncem e l’Intergruppo parlamentare per lo
sviluppo della montagna
guidato dall’onorevole
Enrico Borghi (Pd). Con
la delibera n. 163/157
l’Agcom ha avviato una
consultazione pubblica
sulla proposta di Poste
Italiane relativa all’autorizzazione di un modello di recapito a giorni
alterni degli invii postali
rientranti nel servizio
universale. La proposta
di Poste Italiane in sintesi, riguarda l’implementazione del recapito
a giorni alterni in 5.296
comuni, individuati sulla
base dell’ultimo elenco di
comuni italiani pubblicato dall’Istat il 30 gennaio
2015. L’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo
della montagna ha inviato
a tutti comuni montani
del paese una lettera con
cui si invita a partecipare
alla consultazione segnalando «le distorsioni di
un sistema che determinerebbe una grave discriminazione in particolare
per i comuni montani».
«Non possiamo accettare
questa nuova presa di posizione di Poste», evidenzia Borghi. «Ancora una
volta le scelte aziendali
non vengono concertate
con le istituzioni e con i
rappresentanti dei comuni. I tagli vengono calati
dall’alto in nome di una
razionalizzazione che è
l’anticamera dello smantellamento del servizio in
centinaia di enti».
L AVO R O E P R E V I D E N Z A
Martedì 28 Aprile 2015
Ma
31
Le istruzioni dell’Inps per richiedere la nuova indennità Dis-Coll introdotta dal Jobs act
Co.co.co., disoccupazione al via
Domande (online) entro 68 giorni dalla fine del rapporto
DI
DANIELE CIRIOLI
ia libera all’indennità
di disoccupazione per
i co.co.co. che perdono il lavoro nel 2015.
Per le cessazioni intervenute
fino al 27 aprile, le richieste
vanno presentate entro il 4
luglio; per le successive, entro
68 giorni dal verificarsi. Fino
all’11 maggio la domanda è
accettata su carta o per Pec
(Posta elettronica certificata).
La nuova prestazione, inoltre,
sostituisce e ingloba la vecchia
una tantum relativamente
all’anno 2014. Lo spiega l’Inps
nella circolare n. 83 di ieri con
cui detta le istruzioni operative alla prestazione introdotta
dal dlgs n. 22/2015 di attuazione del Jobs act.
Eventi del 2015. La nuova prestazione (si chiama DIS
-COLL) opererà in via sperimentale un solo anno: il 2015.
Per evento di disoccupazione,
precisa l’Inps, deve intendersi l’evento di «cessazione dal
lavoro che ha comportato lo
stato di disoccupazione».
Requisiti. La prestazione
V
Misura e durata
La Dis
Dis-Coll
collaboratore.
Coll è pari al 75% del reddito medio mensile del collaboratore
Quando tale reddito risulti superiore a 1.195, è pari al 75% di tale importo
La misura
più il 25% dell’eccedenza.
L’indennità non può superare l’importo massimo mensile di 1.300 euro.
La Dis-Coll è corrisposta mensilmente per un periodo pari alla metà dei mesi
La durata o frazioni di essi di durata del rapporto o dei rapporti di collaborazione tra il 1°
gennaio 2014 e il giorno di cessazione dal lavoro.
spetta in presenza dei seguenti requisiti: stato di disoccupazione al momento della
domanda di prestazione; tre
mesi almeno di contributi tra
il 1° gennaio 2014 e il giorno
di perdita dell’occupazione;
un mese di contributi oppure
un rapporto di collaborazione
di durata pari almeno a un
mese e che abbia dato luogo
a un reddito almeno pari alla
metà dell’importo che dà diritto all’accredito di un mese di
contribuzione nell’anno 2015
(1.295,66 euro).
Stato di disoccupazione.
Relativamente al primo requisito, l’Inps precisa che ai sensi
dell’art. 2, comma 1 del dlgs
n. 181/2000, lo status di disoccupato va comprovato dalla
presentazione del lavoratore
presso il servizio competente
o per mezzo dell’invio, tramite
Pec, della dichiarazione d’immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa.
Tuttavia, come già previsto ai
fini Aspi, l’Inps stabilisce che
anche i collaboratori potranno rilasciare direttamente alle
sedi territoriali la dichiarazione d’immediata disponibilità
al lavoro al momento della
presentazione della domanda
di Dis-Coll.
La domanda. La doman-
da di Dis-Coll va presentata
esclusivamente in via telematica, a pena di decadenza,
entro il termine di 68 giorni
dalla data di cessazione della
collaborazione. Per le cessazioni intercorse tra il 1° gennaio e il 27 aprile (data della
circolare), il termine per la
presentazione della domanda
è fissato al 4 luglio. Inoltre,
al fine di consentire l’avvio
delle operazioni di istruttoria
delle domande e di relativa liquidazione della prestazione,
fino all’11 maggio, data entro
cui saranno resi disponibili i
servizi online di presentazione, la domanda di DIS–COLL
sarà accettata anche in forma
cartacea, mediante l’apposito
modulo disponibile nel sito
www.inps.it., o tramite Pec.
Stop all’indennità per il
2014. La nuova Dis-Coll sostituisce e ingloba, per l’anno
2014, l’indennità una tantum.
Secondo l’Inps non c’è conseguenza negativa per collaboratori che nell’anno 2014
hanno maturato tre mesi di
contribuzione, «trovando tutela attraverso la Dis-Coll,
in quanto il requisito minimo
di tre mesi andrà ricercato
nell’arco temporale che va dal
1° gennaio 2014». In realtà gli
effetti possono essere diversi,
perché il cambio è sostanziale:
da prestazione indennitaria
(l’una tantum) si è passati a
una prestazione a sostegno del
reddito (Dis-Coll). E, mentre la
prima poteva essere richiesta
anche in costanza di lavoro, la
seconda può essere richiesta
soltanto se si è disoccupati.
Pertanto, il collaboratore che
avrà fortuna di lavorare tutto
il 2015, non avrà diritto a percepire alcuna «indennità» per
la disoccupazione del 2014.
Ancora fermo il pacchetto normativo promesso per fine 2014 Pubblicato il dm sul sito del Minlavoro
La revisione legale
dimenticata dal Mef
dell’economia per i regolamenti della nuova
revisione legale, aveva annunciato entro il
a revisione legale dimenticata da mese di febbraio l’emanazione di almeno due
tutti. Mentre, infatti, l’Europa detta regolamenti: quello sui principi nazionali di
nuove regole sui principi di revisione revisione e quello sui principi di indipendenlegali dei conti, l’Italia resta al palo za e obiettività che il revisore deve possedere
inseguendo (senza fretta) l’attuazione della nello svolgimento della sua attività per poi
normativa precedente. O come dicono in mol- arrivare all’emanazione dell’intero pacchetto
ti, aspettando la prossima scadenza prevista normativo per fine 2014.
Ma così non è stato, noper giugno 2016 per recepire
nostante il Mef nel mese di
il nuovo pacchetto di norme.
marzo pubblicò un comuniL’Unione europea ha, infatti,
cato stampa per annunciare
pubblicato nel 2014 la Diretl’imminente arrivo dei decretiva 2014/56, che modifica la
ti sui principi di deontologia
precedente (2006/43) relativa
professionale, riservatezza e
alle revisioni legali dei conti
segreto professionale per i reannuali e dei conti consolidati
visori legali, specificando che
e il regolamento n. 537/2014
i rispettivi testi sarebbe poi
sui requisiti relativi alla reviconfluiti in un unico codice.
sione legale dei conti di enti
Un annuncio rimasto lettera
di interesse pubblico. Due atti,
morta visto che a seguito di
che realizzano la riforma euroquella nota non ci sono state
pea della revisione legale dei
novità. Così come nessuna
bilanci d’esercizio e consolidanovità è arrivata in materia
ti, che dovranno essere recepidi accesso e in particolare sul
ti entro giugno 2016.
regolamento chiamato a diNel frattempo? La disciplina
Pier Carlo Padoan
sciplinare l’esame di idoneità
in materia e la relativa professione nel limbo visto che il decreto legislativo professionale per essere iscritti al registro
39/10 che recepisce la prima direttiva prevede dei revisori. Un testo oggetto di discussione
la piena attuazione delle disposizioni in esso per circa due anni tra governo, parlamento
contenute solo dopo l’emanazione dei relativi e categorie interessate senza arriva a nulla
regolamenti da parte dei ministeri competenti di fatto. Particolarmente attesi, poi, i rego(giustizia ed economia). Peccato che a oltre lamenti sul controllo di qualità, cui saranno
5 anni dalla pubblicazione di quel provvedi- sottoposti periodicamente i revisori, e sulla
mento tutto resta in stand-by. E dire che una formazione continua d’ora in poi un obbligo
speranza era arrivata oltre un anno fa, quan- per il professionista. Ma anche in questo caso
do nei primi mesi del 2014 Marcello Bessone, nessun decreto è stato approvato né è stato
coordinatore della commissione del ministero annunciato.
L
DI
BENEDETTA PACELLI
Enti formazione,
via ai contributi
DI
CARLA DE LELLIS
V
ia libera ai contributi
per gli enti di formazione. Le richieste per
il 2015 vanno presentate entro il 27 maggio; ma dal
prossimo anno il termine è fissato al 15 febbraio. A stabilirlo
è il dm firmato il 14 febbraio
dal ministro del lavoro, Giuliano Poletti, e pubblicato ieri sul
sito internet del ministero del
lavoro che modifica, in parte,
i criteri per la determinazione
del contributo a favore degli
enti privati gestori di attività
formative ex legge n. 40/1987.
I contributi. Il dm riguarda i finanziamenti riconosciuti
agli enti privati a carattere nazionale che svolgono attività di
formazione professionale come
parte del sistema di istruzione pubblica. E stabilisce che il
contributo erogabile a ciascun
ente beneficiario verrà assegnato, previa richiesta, in base
ai seguenti criteri:
a) attività formativa dichiarata/attestata a cui sarà riservato il 70% delle risorse;
b) numero di regioni nelle
quali viene raggiunto un minimo di 100 mila ore/allievo
annue in almeno tre tipi di
qualifica diversi a cui sarà riservato il 20% delle risorse;
c) numero dei dipendenti
della sede centrale a cui sarà
riservato il 10% delle risorse.
Inoltre, per gli enti che risultino già beneficiari del
contributo in una o anche entrambe le due annualità precedenti, verrà operata la media tra i valori considerati ai
fini dei relativi riparti e quelli
dichiarati per l’annualità di riferimento; la media dei singoli
parametri sarà arrotondata
all’unità intera più prossima,
per eccesso o per difetto se il
valore decimale è superiore
o meno a 0,5. Con successivo
decreto, il ministero provvederà a stabilire la misura del
contributo erogabile a ciascun
beneficiario e a ripartirlo secondo i predetti criteri.
Termini per le richieste.
Il dm stabilisce ancora che le
istanze di contributo, con l’importo richiesto, vanno presentate entro e non oltre 30 giorni
dalla data di pubblicazione del
decreto stesso sul sito istituzionale del ministero del lavoro (quindi entro il prossimo
27 maggio). Ai fini dell’ammissibilità, infine, precisa che le
domande dovranno avere in
allegato tutta la documentazione richiesta dal dm (allegato «Elenco documenti») che
sostituisce la scheda informativa che, invece, era prevista
dalla precedente disciplina.
32
FONDO EASI/EBCE
Martedì 28 Aprile 2015
Il commento di Badalin, presidente del Fondo Easi
Sanità latitante
Spazio ai fondi integ rativi
ono sempre più numerosi i cittadini che pagano di tasca propria
i servizi sanitari che
il sistema pubblico non è più
in grado di garantire. L’incremento della domanda sanitaria, collegata all’allungamento
della vita media e ai risultati della ricerca scientifica, si
scontra con l’esigenza di contenimento della spesa pubblica. I
tagli alla spesa sanitaria hanno aumentato tra le famiglie
italiane la percezione della crescente necessità di compensare
un’offerta di welfare pubblico
sempre più ridotta.
In questo ambito l’assistenza
sanitaria integrativa rappresenta un pilastro importante
del welfare contrattuale e può
svolgere un ruolo essenziale
non solo nella integrazione
delle prestazioni erogate dal
Sistema sanitario nazionale ma anche nella più ampia
riorganizzazione dell’intero
sistema. È l’auspicio formulato da Giancarlo Badalin,
presidente del Fondo Easi,
l’Ente di assistenza sanitaria
integrativa per i dipendenti dei
C.E.D., nato come associazione nel 2007, seguendo il dettato del Ccnl C.E.D., stipulato
dalle parti datoriali Assoced,
Confterziario e Lait, con la
rappresentanza sindacale dei
lavoratori Ugl Terziario.
Domanda. A proposito, pre-
S
sidente Badalin, in che modo
gli enti di assistenza sanitaria
entrano in gioco in questo processo di integrazione?
Risposta. Garantendo un
ventaglio di prestazioni sempre più aderenti alle caratteristiche demografiche e sociali
dei nostri lavoratori. Da questo
punto di vista il contratto collettivo dei C.E.D., tra i primi a
istituire un fondo di assistenza
sanitaria integrativa di matrice contrattuale, precorre i tempi. Infatti, presso le aziende che
applicano il Ccnl C.E.D., il ruolo del welfare contrattuale ha
assunto un’enorme rilevanza
attraverso una serie di misure
che rispondono alle mutate esigenze socio-assistenziali degli
iscritti.
D. Quali gli ambiti di intervento più rilevanti?
R. Si pensi per esempio al
tema della non autosufficienza oppure a quello delle cure
odontoiatriche. Nel corso del
2012 abbiamo lanciato una
serie di innovative garanzie
in ambito odontoiatrico attraverso l’offerta di prestazioni di
implantologia e di prestazioni
odontoiatriche particolari, che
hanno incontrato il favore dei
dipendenti da centri elaborazione dati e dipendenti da società tra professionisti, studi
professionali non ordinistici,
tributaristi, agenzie pratiche
amministrative in un mo-
mento storico in cui gli effetti
della crisi non toccano solo il
portafoglio ma anche la salute.
E negli ultimi anni, come dimostrano le indagini condotte
dal Censis, una delle prime
voci di spesa tagliata dal budget familiare riguarda proprio
le cure odontoiatriche: oltre un
milione di visite in meno tra il
2005 e il 2013.
D. Le politiche di contenimento della spesa sanitaria
nazionale in che modo potrebbero modificare l’equilibrio tra
le risorse a disposizione del
Fondo le prestazioni erogate?
R. In prospettiva possiamo
prevedere modifiche sensibili
alla domanda dei servizi sanitari soprattutto attraverso
un maggior ricorso da parte
degli iscritti a quelle prestazioni che potrebbero diventare
più onerose per le famiglie. Il
Fondo Easi effettua un’attività costante di monitoraggio su
quella che è l’evoluzione della
spesa sanitaria pubblica allo
scopo di poter intervenire con
Pagina a cura
degli Uffici di Presidenza
di Fondo EASI ed EBCE
Via Duilio n. 13, Scala A, Int. 4 - 00192 Roma
Tel. 06.45499471 - 06.45499470
E-mail: [email protected][email protected]
Web: www.cccnlced.it
Sindacalizzazione del welfare
In uno scenario a tinte fosche in cui il sistema nazionale di relazioni industriali è caratterizzato da un processo di disgregazione
che pare più destinato a subire la crisi economica che non a fronteggiarla, la speranza
dei lavoratori è sempre più ancorata alle offerte di welfare di derivazione contrattuale:
formazione, assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare, iniziative di
sostegno al reddito, sono solo alcuni esempi
rispetto alle molteplici forme di prestazioni
e servizi che il welfare contrattuale può porre a sostegno della spesa sociale e sanitaria
dei lavoratori e delle famiglie.
Mentre il governo pare più impegnato a
smontare il welfare esistente che non a costruirne uno alternativo, il tema delle tutele sociali entra sempre più spesso nella
contrattazione collettiva con l’obiettivo di
legittimare e strutturare una nuova frontiera di diritti del lavoratore. Il fenomeno della
sindacalizzazione degli schemi di welfare sta
peraltro ridisegnando le dinamiche delle relazioni bilaterali affermando una tendenza
al superamento del modello espressamente
conflittuale e aprendo sempre più la prospettiva della collaborazione tra azienda e lavoratori. È in questo scenario che si inserisce
opportuni correttivi e mantenere anche per il futuro l’equilibrio tra risorse e prestazioni.
Già nel passato per esempio,
le manovre finanziarie che
si sono succedute negli anni
2010-2012 hanno determinato
un taglio complessivo di oltre
20 miliardi di euro alla sanità
pubblica. L’effetto prodotto è
stato il conseguente aumento
dei ticket a carico dei cittadini
che ha trovato immediato riscontro sulle prestazioni erogate dal Fondo Easi facendo
registrare un aumento del 40%
circa delle richieste per il sostegno dei ticket sanitari per gli
accertamenti diagnostici. Più
in generale l’escalation delle
prestazioni erogate è cresciuta in misura proporzionale ai
tagli resi necessari dalle misure di contenimento della spesa
pubblica.
D. Dunque ci si trova di fronte a una sfida continua anche
dal punto di vista gestionale?
R. Per un fondo sanitario
integrativo di derivazione
il tentativo del sindacato di compensare la
progressiva perdita di potere d’acquisto dei
salari, la contrattazione di risorse ed istituti
del welfare pubblico e la nascita di nuovi
bisogni all’interno della società, mediante
la negoziazione di un variegato sistema di
prestazioni extracontrattuali. Le politiche
di welfare contrattuale sono oggetto di contrattazione non solo nelle realtà aziendali
di più grandi dimensioni ma si registrano
sviluppi interessanti anche nelle Pmi e a
livello locale, consentendo l’accesso di un
sempre maggior numero di persone a questi
servizi. Se nella tradizione industriale italiana il welfare ha rappresentato la risposta
politica alle istanze collettive dei lavoratori,
il welfare di matrice contrattuale è sicuramente una significativa opportunità per i
lavoratori in tempo di crisi ma anche uno
strumento teso a fidelizzare i dipendenti.
Purtroppo, non tutti, aziende e lavoratori,
probabilmente anche a causa della scarsa
informazione, sono a conoscenza dell’esistenza di strumenti innovativi inseriti all’interno dei contratti collettivi, che rappresentano invece un’ottima occasione per l’intero
sistema lavorativo nel suo complesso.
www.uglterziario.it – tel. 06.4820754
contrattuale come il Fondo
Easi, è essenziale monitorare
e governare i cambiamenti
dell’offerta pubblica perché
laddove non potrà arrivare
la sanità pubblica dovranno
necessariamente intervenire i
fondi sanitari integrativi e, se
si considera il fatto che la spesa sanitaria delle famiglie non
è più in grado di compensare
quella dello stato, il ruolo dei
fondi sanitari integrativi sarà
sempre più incisivo.
D. Quali le prospettive?
R. La sanità integrativa è
diventata un diritto contrattuale da cui non si può prescindere. Dopo l’intesa siglata
lo scorso luglio tra il governo,
le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sul
Patto della salute per gli anni
2014-2016, che ridisegna la
spesa e la programmazione
del Servizio sanitario nazionale, il ministro della salute
ha manifestato la necessità di
organizzare la sanità integrativa sia con i fondi, sia con le
assicurazioni, in modo tale da
creare una complementarietà
anche per quanto riguarda il
settore pubblico. Va da sé che
in una prospettiva di integrazione pubblico-privato i fondi
sanitari integrativi, in particolare quelli di matrice contrattuale, rappresenteranno
il primo punto di contatto con
il servizio pubblico.
IL CASO DEL GIORNO
Come aderire all’Ebce
Sono un’impiegata di uno Studio di Tributaristi che
applica ai propri dipendenti il Ccnl dei C.E.D. Il titolare dello Studio ha reso noto a tutti i dipendenti
l’iscrizione al Fondo Easi, l’Ente di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti C.E.D. ma non ha
parlato anche dell’adesione all’Ebce, l’Ente bilaterale
di categoria. Vorrei sapere se, in qualità di impiegata
cui è applicato il Ccnl dei C.E.D. ho diritto di aderire
al sistema della bilateralità contrattuale e, in caso
di risposta positiva, qual è l’ammontare delle quote
contributive da corrispondere.
In ottemperanza alle disposizioni contenute nel Ccnl dei
C.E.D. (art. 167) è operativo, a partire dal 2002, l’Ente
bilaterale nazionale centri elaborazione dati, in sigla Ebce.
Scopo dell’Ente è quello di assicurare alle aziende e ai lavoratori dipendenti del settore, che pertanto hanno l’obbligo
di iscriversi all’Ebce, uno strumento di gestione condivisa
delle problematiche e delle opportunità evidenziate dal
contratto collettivo nazionale di lavoro dei C.E.D.
L’Ebce è alimentato con un contributo mensile, per 14
mensilità, pari a € 7,00 di cui € 5,00 a carico delle imprese
e € 2,00 a carico del lavoratore. Le quote sono versate trimestralmente all’Inps tramite il modello F24, con l’indicazione del codice EBCE. Le aziende che omettano il versamento
della loro quota sono tenute a corrispondere ai lavoratori
in busta paga un elemento distinto della retribuzione di
€ 14,00 per 14 mensilità. Tale elemento non è assorbibile,
rientra nella retribuzione di fatto e nella base di calcolo per
il tfr e non è riproporzionabile in caso di contratto di lavoro
a tempo parziale. In ogni caso al lavoratore deve essere
garantita l’effettiva erogazione delle prestazioni equivalenti
a quelle offerte dalla bilateralità (circolare del Ministero
del lavoro n. 43 del 15 dicembre 2010).
C O N S U L E N T I D E L L AVO R O
Martedì 28 Aprile 2015
33
Il vademecum della Fondazione studi in prossimità dell’entrata in vigore della nuova Naspi
Ammortizzatori sociali rivisti
Aumentano i beneficiari ma si riduce la misura del sostegno
ugli ammortizzatori sociali si cambia registro.
Con la nuova disciplina,
in vigore dal 1° maggio
2015, si amplia, infatti, la platea dei beneficiari della tutela
ma allo stesso tempo si riduce
la misura del sostegno pubblico per tutti gli interessati. In
vista dell’entrata a regime del
nuovo sistema, la Fondazione
Studi del Consiglio nazionale
dei consulenti del lavoro ha approfondito con l’ultima circolare il dlgs 22 del 2015 con il quale sono stati previsti interventi
sulla materia degli strumenti
di sostegno al reddito in caso
di disoccupazione involontaria,
in attuazione della delega operata dall’art. 1, comma 2 della
legge n. 183/2014.
Il dichiarato obiettivo è quello di unificare la disciplina relativa ai trattamenti ordinari
e brevi di Aspi in modo da ampliare la tutela previdenziale
dell’evento disoccupazione e da
garantire tutele di maggior durata ai lavoratori con carriere
contributive più rilevanti. In
via generale si precisa sin da
subito che gli oneri contributivi previsti per il finanziamento
di Aspi e mini Aspi rimangono identici anche per le nuove prestazioni previste dallo
schema di decreto legislativo
presentato dal governo compreso il c.d. ticket una tantum
di licenziamento. Parimenti si
ritiene che possa trovare applicazione, a favore del datore di
lavoro che assume a tempo pieno e indeterminato il soggetto
percettore di Naspi, il beneficio
economico pari al 50% dell’indennità mensile residua che
sarebbe stata corrisposta al
lavoratore (art. 7, comma 5 al
n. 76/2013).
La nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego sostituirà, per gli eventi di
disoccupazione decorrenti dal
1° maggio 2015, i trattamenti
oggi riconosciuti ai lavoratori
dipendenti ovvero Aspi e mini
Aspi, i quali pertanto opereranno solo sino alle cessazioni
intervenute alla fine di aprile
2015. Pertanto, la nuova disciplina trova applicazione
con riferimento ai contratti di
lavoro interrotti dal 30 aprile
2015 (ossia, ultimo giorno giuridico del rapporto). Destinatari della prestazione saranno
i lavoratori subordinati, ivi
compresi gli apprendisti (vedi
infra par. 1), e i soci lavoratori
delle cooperative e il personale artistico con rapporto di
lavoro subordinato. L’intento
di semplificare e di ampliare
gli istituti preposti alla tutela
previdenziale dell’evento disoccupazione involontaria ha
reso opportuno un nuovo sistema di norme segnatamente in
materia di requisiti, misura e
durata della prestazione.
S
I nuovi requisiti. L’art. 3
del dlgs 22/2015 stabilisce i re-
Inps, tfr nella busta paga di maggio
Sarà la busta paga di maggio a ospitare la
prima quota del tfr (Qu.I.R, maturata nel
medesimo mese di maggio) corrisposta dai
datori di lavoro ai loro dipendenti che ne
hanno fatto richiesta ad aprile. Buone, quindi, le istanze presentate dal 3 aprile, con la
conseguenza che le quote di marzo e aprile
2015 non potranno essere corrisposte. Lo ha
chiarito la circolare Inps 82/2015 che analizza la liquidazione della Qu.I.R. attraverso
l’accesso al finanziamento assistito da garanzia (condizioni di accesso, rimborso del
finanziamento assistito e interruzione anticipata dell’erogazione) e l’intervento del
Fondo di garanzia dei finanziamenti concessi per la liquidazione (condizioni, domanda
di intervento e surroga dell’Istituto). Trova
quindi conferma nella circolare dell’Istituto
di previdenza il chiarimento già anticipato,
con la circolare 7 del 2015, dalla Fondazione
quisiti per il diritto di accesso
alla prestazione previdenziale
Naspi. Nel particolare essi, da
verificarsi in maniera congiunta, sono:
1. essere in stato di disoccupazione art. 1, comma 2, lett c),
dlgs n. 181 del 2000;
2. 13 settimane di anzianità
contributiva da ricercarsi nei
quattro anni precedenti l’inizio
del periodo di disoccupazione;
3. 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici
mesi che precedono l’inizio del
periodo di disoccupazione.
Analizzando il riferimento
normativo contenuto al punto
1), si rinviene come una condizione necessaria per ottenere
la prestazione sia necessariamente quella di essere un soggetto che, dopo aver perso un
posto di lavoro, è alla ricerca di
una nuova occupazione da più
di dodici mesi ovvero quello di
essere un disoccupato di lunga
durata. Tale riferimento deve
essere interpretato però senza
tener conto della durata della
disoccupazione ma, già come
avvenne in riferimento all’Aspi
e alla mini Aspi secondo le previsioni dell’art. 2, comma 4,
legge 92/2012, esclusivamente con riferimento allo status
di disoccupato ovvero alla
condizione di colui il quale sia
immediatamente disponibile
allo svolgimento di un’attività
lavorativa (sul punto si veda
anche quanto già espresso
dall’Inps con sua circolare n.
142/2012). In riferimento poi
al requisito di cui al punto
3) preme evidenziare come
la locuzione lavoro effettivo
consenta di far raggiungere le
30 giornate anche attraverso
la sommatoria di più rapporti
di lavoro diversi, sul punto già
l’Inps si era espressa, anche se
in relazione ad altra norma,
con messaggio n. 25301/07 e
n. 1024/00. Per tale requisito
lavorativo, che si aggiunge al
requisito contributivo delle 13
settimane negli ultimi quattro
anni, non viene previsto il ri-
studi del Consiglio nazionale dei consulenti
del lavoro. È opportuno ricordare che dal
14 aprile gli intermediari (banche e istituti
di credito), aderenti all’Accordo quadro tra
ministero dell’economia e delle finanze, ministero del lavoro e delle politiche sociali e
Abi, per il finanziamento dei datori di lavoro
privati, che devono erogare il Tfr in busta
paga, hanno a disposizione il servizio online dell’Inps «Tfr in busta paga – Quota integrativa della retribuzione (Qu.I.R)». Al
servizio si accede dal menu Servizi online
-> Per tipologia di utente -> Istituti di
credito, con Pin o con certificato digitale,
a seconda che l’intermediario finanziario
abbia optato per un accesso al servizio
Inps con web application o web service.
Tutte le informazioni a disposizione sulla
pagina dedicata del sito www.consulentidellavoro.it
Rosario De Luca
spetto del minimale contributivo per cui è sufficiente la durata della prestazione lavorativa
,senza rilevanza alcuna per la
retribuzione percepita. Si ritiene, altresì, che rappresentano
precondizione per l’accesso alla
prestazione le dimissioni qualora avvengano:
1. durante il periodo tutelato di maternità (da 300 giorni
prima della data presunta del
parto e fino al compimento del
primo anno di vita del figlio);
2. per giusta causa secondo
quanto indicato, a titolo esemplificativo, dalla circolare n.
163 del 20 ottobre 2003 qualora motivate:
• dal mancato pagamento
della retribuzione;
• dall’aver subito molestie
sessuali nei luoghi di lavoro;
• dalle modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative;
• dal c.d. mobbing;
• dalle notevoli variazioni
delle condizioni di lavoro a
seguito di cessione ad altre
persone (fisiche o giuridiche)
dell’azienda;
• dallo spostamento del lavoratore da una sede a un’altra, senza che sussistano le
comprovate ragioni tecniche,
organizzative e produttive
previste dall’art. 2103 codice
civile;
• dal comportamento ingiurioso posto in essere dal superiore gerarchico nei confronti
del dipendente.
Per quanto attiene alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro si precisa che
essa non sarà ostativa al riconoscimento della prestazione
qualora sia intervenuta:
• per trasferimento del dipendente ad altra sede della
stessa azienda distante più di
50 km dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile in 80 minuti o più
con i mezzi pubblici;
• nell’ambito della procedura conciliativa prevista dall’art.
7, legge 604/66.
Riguardo alla presentazione
della domanda si ricorda come
la stessa potrà essere presentata unicamente seguendo il
canale telematico ed entro
68 giorni dalla cessazione del
rapporto di lavoro a pena di
decadenza; la prestazione poi
decorrerà dal giorno successivo alla data di presentazione
della domanda e comunque
non prima dell’ottavo giorno
successivo alla cessazione del
rapporto di lavoro. Le condizioni di accesso alla nuova
prestazione Naspi risultano
meno restrittive rispetto al
precedente combinato Aspi.
miniAspi. Non sono infatti
più richieste le due annualità di anzianità assicurativa
e soprattutto le 13 settimane
di accredito contributivo vengono ricercate nelle ultime
quattro annualità e non negli
ultimi 12 mesi come previsto
per l’accesso alla mini Aspi.
Rimanendo sempre nell’ambito del diritto alla prestazione, l’art. 8 del dlgs 22/2015
rende strutturali le misure
inerenti all’anticipo dell’indennità in un’unica soluzione
al fine di avviare una attività
di lavoro autonomo o di impresa individuale o per associarsi in cooperativa, cosa che nel
precedente impianto normativo (cfr. art. 2, comma 19, legge
92/2012, dm 73380/2013) era
prevista in via sperimentale
fino al 2015.
La nuova misura della
prestazione. Per la determinazione del valore della prestazione occorre preliminarmente individuare la retribuzione
mensile alla base del calcolo.
Tale base di calcolo è data dalla
retribuzione imponibile ai fini
previdenziali degli ultimi quattro anni (in sostanza l’imponibile evidenziato in Uni-emens)
diviso per il numero delle
settimane di contribuzione e
moltiplicato per 4,33. Nel caso
in cui la retribuzione mensile
di cui sopra sia non superiore
al valore di 1.195 euro (valore
riferito al 2015) si perviene al
valore dell’indennità mensile
applicando il valore percentuale del 75% alla retribuzione
mensile predetta. Nel caso contrario dovrà essere sommato al
75% del valore di 1.195 euro il
25% del differenziale tra la retribuzione mensile di cui sopra
e 1.195€, fermo restando che
non potrà essere erogata una
indennità di importo superiore a 1.300€ (valore riferito al
2015 annualmente rivalutato).
Il testo completo della circolare
è disponibile su www.consulentidellavoro.it
Pagina a cura
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DELL’ORDINE
DEI CONSULENTI DEL LAVORO
34
Martedì 28 Aprile 2015
FISMIC CONFSAL
La visione della Fismic in merito alla riforma del sistema contrattuale
Sì al salario variabile
Servono delegati sindacali formati ad hoc
DI
SARA RINAUDO
L’
attuale sistema contrattuale nasce negli
anni 70 dello scorso
secolo ed è rimasto
sostanzialmente immutato
fino a oggi. Erano anni di alta
inflazione, solitamente a due
cifre intorno al 20% l’anno e
di conseguenza la necessità
per il sindacato era quella di
fornire ai lavoratori una rincorsa folle tra crescita dell’inflazione e aumento della paga
base, definita nel contratto
nazionale che ha ingenerato
una spirale perversa in cui
una originava l’altra e viceversa, soprattutto allorquando alla paga base contrattuale si aggiunge il punto unico
di contingenza che fu poi ridimensionato e poi cancellato
dagli accordi di San Valentino
del 1984 e seguenti.
Va definito in quegli anni
il salario come variabile
indipendente che era parzialmente compensato sul
versante industriale da una
crescita della produttività
e dei consumi interni abbastanza elevato e soprattutto
dalla possibilità che aveva il
sistema Paese di procedere a
continue svalutazioni della
lira che hanno permesso in
quegli anni al sistema Paese
di reggere. Diverso comportamento fu invece introdotto da
sindacati e governo nel pubblico impiego allorquando si
unificò il punto di contingenza se pur riformato dal privato anche nel pubblico settore
che, notoriamente non aveva
e non ha margini di crescita
e di produttività come quelli
dell’industria, per compensare gli effetti negativi della
rincorsa tra salari e prezzi,
determinando esclusivamente una crescita esponenziale
della spesa pubblica che in
larga parte è determinata
dal peso degli stipendi dei
lavoratori.
Ma ora tutto questo è un
lontano ricordo del passato
e riproporre in anni di bassa inflazione, bassa crescita produttiva del sistema e
impossibilità di svalutare la
valuta perché ormai nell’area
dell’euro rischia di essere
anacronistico e di portare
fuori mercato il sistema Paese, soprattutto nell’industria
manifatturiera che non gode
di mercato captive ma deve
confrontarsi nella globalizzazione dei mercati. Gli accordi
interconfederali stipulati da
Confindustria Cgil, Cisl e
Uil dal ’93 fino a quello che
recentemente ha individuato
nell’indice Ipca depurato dalla componente inflativa proveniente dall’estero, stanno
generando dei mostri: da un
lato il contratto Federmeccanica del 2012 che ha determinato 150 euro nel triennio
basandosi su previsioni in-
Roberto Di Maulo
flazionistiche completamente più alte di quello che sono
state nella realtà. Dall’altro
canto i recenti contratti edili,
bancari e di quello del commercio che offrono risultati di
crescita retributiva per i lavoratori assolutamente risibili.
In questo scenario proseguire imperterriti nel fare
corrispondere le retribuzioni
dei lavoratori all’inflazione
che è vicina allo zero, avrebbe
portato nelle buste paga dei
lavoratori della Fiat circa 45
euro di aumento nel triennio
e circa 60 euro di aumento
della paga base lorda nel quadriennio 2015-2018. La parte
sindacale più responsabile,
come da sempre è la Fismic
giunta alla conclusione che
non era possibile portare a
casa un risultato così misero
e che, parimenti,
avranno rischiato il ridicolo se
fossimo ricorsi
all’ennesimo accordo ponte di
un anno con un
nuovo aumento una tantum
per il 2015 dopo
averlo già fatto
sostanzialmente nei due anni
passati.
M e m o r i
dell’esperienza
che hanno avuto
a Detroit il nostro sindacato fratello della
Uaw abbiamo cercato di ripercorrere la stessa strada
che quest’anno ha portato
superiore ai 2000 dollari
come premio di produzione
ai lavoratori della Chrysler
del Nord America.
Infatti l’attuale presidente
Bob King e Marchionne negoziarono un accordo rivoluzionario anche per gli stessi Stati
Uniti non aumentando alcuna
componente fissa della retribuzione ma affidandosi interamente a due parametri:
- il miglioramento dell’utile
operativo della Chrysler e
- l’efficienza di stabilimento
che proprio in quegli anni
in cui veniva introdotto il
Wcm.
Come Fismic abbiamo più
volte proposto all’a.d. Fca e
ai responsabili del personale
una linea contrattuale simile
a quella definita negli Stati
Uniti, ricevendo però da parte aziendale un rifi uto largamente motivato dal fatto
che gran parte degli stabilimenti europei vivevano un
momento di profonda crisi:
500 milioni di euro di perdita come risultato operativo,
30 milioni di ore di utilizzo
della cassa integrazione solo
in Italia e con un livello medio di utilizzo degli impianto
vicino a un deludente 40%.
L’unico elemento su cui abbiamo avuto una risposta interlocutoria ma positiva da
parte aziendale era esclusivamente legata ai progressi
del Wcm negli stabilimenti
italiani.
Ma da allora la situazione
è migliorata e il pareggio del
conto economico di Fca in Europa non è più una chimera,
ma è a portata di mano al
punto tale che la previsione
fatta nel Consiglio di Amministrazione è quella di raggiungere tale importante risultato
fin dall’esercizio in corso, con
un trend fortemente positivo
per gli ultimi due trimestri;
inoltre il mutato scenario
economico congiunto al buon
andamento che hanno gli innovativi prodotti lanciati sul
mercato a marchio Jeep, Maserati, 500 e prossimamente
Alfa, stanno determinando
anche una crescita nell’utilizzo degli impianti creando così
le condizioni affinché i lavoratori della Fiat non debbano
contentarsi di 60 miseri euro
lordi di aumento in paga base
nel quadriennio 2015-2018,
ma possano partecipare alla
ripartizione degli utili con
soddisfazioni retributivi ben
più importanti, al punto tale
che non è impossibile pensare a un erogazione media
intorno ai 9-10 mila euro nel
quadriennio.
Il sindacato partecipativo
e in particolare la Fismic ha
svolto un ruolo di proposta
per individuare il salario variabile come unica strada per
dare dei risultati economici
significativi ai lavoratori ed
ha e sta sviluppando competenze anche scientifiche sul
nuovo sistema Wcm in grado di constatare in maniera
moderna ma efficiente l’azione aziendale evitando che
questa divenga unilaterale.
Per compiere efficacemente
questo ruolo occorre che la
skill fondamentale del delegato sindacale non sia quella di urlare «Sciopero» in un
megafono ma conosca e sia
in grado di anticipare ogni
problematica che nasce nella
vita quotidiana di una fabbrica complessa, grazie anche ad
appositi percorsi formativi.
La Fismic insieme a Fim e
Uilm siede ormai da tre anni
nel consiglio di amministrazione dell’associazione Mtm
Italia, un’associazione scientifica che ha come compito
quello di formare quadri dirigenti aziendali e quadri
sindacali nella
nuova organizzazione del
lavoro denominata World
class manufacturing e
del sistema di
salvaguardie
ergonomiche
che in questi
di accompagna
denominato Ergo-Uas.
Centinaia di
quadri sindacali hanno ricevuto, dopo un
percorso formativo complesso
e impegnativo, un attestato
valido internazionalmente
per poter operare nei nuovi
sistemi organizzativi.
Come dovrebbe funzionare il nuovo premio secondo
quanto abbiamo discusso finora con l’azienda: esiste un
premio di stabilimento e un
premio di risultato economico
che si aggiunge a quanto finora stabilito dal Ccsl, ambedue
i premi sono strutturali.
Il primo è un premio annuale calcolato in ciascuno
stabilimento sulla base dei
risultati di efficienza produttiva calcolati nell’ambito
del Wcm. Questo compenso
paga all’inizio dell’anno so-
lare seguente l’anno usato
come base di calcolo, prevedendo un obiettivo minimo
di recupero di efficienza pari
al 4% e uno medio intorno al
5% con una scalettatura che
al superamento del 6% del
miglioramento di efficienza
produce dei risultati economici ancora più importanti
per i lavoratori.
Tradotto in euro tale premio eroga da circa 650 euro
annui per gli stabilimenti che
sono a livello bronzo nella
scala Wcm, intorno ai 1.2001.300 euro per gli stabilimenti a livello Silver che sono la
stragrande maggioranza e
circa 1.700 euro per gli stabilimenti che, come Pomigliano
e Melfi sono a livello Gold.
Il secondo premio è legato
al raggiungimento dei risultati dell’obiettivo di bilancio del
risultato operativo dell’Emea,
che come noto è certificato da
un auditor esterno certificato
internazionalmente; anche in
caso di non raggiungimento
dell’80% del risultato operativo dell’Emea, i lavoratori
riceveranno un premio di
circa 330 euro l’anno erogato
trimestralmente. I 330 euro
rappresentano la base che,
a cui, allo scadere del quadriennio, verrà erogato un
premio finale che al raggiungimento del 100% dell’obiettivo sarà pari ad altrettanti
1.350 euro e che sommate al
premio di efficienza di stabilimento è prevedibile che per
un lavoratore operaio, il premio eroghi in un quadriennio
circa 7.650 euro che possono
arrivare a 10.700 complessivo
per i lavoratori che operano
in uno stabilimento a livello
Gold nel Wcm e se la Fca raggiungerà un risultato operativo Emea pari o superiore al
120% (obiettivo largamente
raggiungibile).
Come si vede anche nella
peggiore delle ipotesi i lavoratori avranno riconosciuti circa 1.350 euro nel quadriennio
dal premio legato al risultato
operativo Fca Emea cui si aggiungono i circa 2.500 euro derivati dal premio di efficienza
si stabilimento. Quindi se tutto andasse male, cosa che non
nelle previsioni di nessuno, i
lavoratori riceveranno 3.850
euro nel quadriennio, ma se
le cose andassero come prevedibile, il lavoratore medio
prenderebbe 7.750 euro nel
quadriennio.
Si tratta di un risultato
contrattuale che in Fiat non
era mai stato raggiunto nella
storia e che ci conforta nella giustezza delle posizioni
che abbiamo preso in questi
anni.
Fismic
via delle Case Rosse 23
00131 ROMA
Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893
www.fismic.it
GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI
Martedì 28 Aprile 2015
M
35
Le osservazioni del Cnai sulle recenti indagini su Cpl Concordia
Cooperative da riformare
Mancano controlli super partes sulle società
DI MATTEO SCIOCCHETTI
E MANOLA DI RENZO
G
li ultimi eventi di cronaca lo hanno confermato: alle Coop serve
una riforma. Si badi
bene che non è una questione
di colore politico. Il fulcro della analisi è la natura stessa
di quello che è nato come un
elemento prezioso del tessuto sociale italiano. I fatti più
recenti riguardanti la Cpl
Concordia, con gli annessi
intrecci tutt’altro che cristallini tra politica economia e
organizzazioni di varia natura, hanno posto una volta di
più sotto i riflettori l’unicum
rappresentato dalle cooperative. Le situazioni attuali
sono probabilmente figlie di
una mancanza di controllo su
società ormai talmente ramificate da renderne ormai quasi impossibile delinearne gli
esatti confini.
Nate nell’Italia post boom
economico, le coop sono passate, non proprio indenni, attraverso periodi di profonda
trasformazione (intorno alla
metà degli anni 70 le cooperative di consumo furono
segnate da una radicale crisi
strutturale, che portò ai salvataggi in serie degli anni 90
e alla creazione del sistema
delle cooperative come lo conosciamo oggi, partecipazioni
politiche e sindacali annesse),
che ne hanno modificato sostanzialmente la genetica,
se così si può dire. Il cambiamento senz’altro più evidente
in molti casi, è stato perdere
quelle prerogative morali che
hanno rappresentato la matrice di sviluppo delle prime
cooperative.
«Non è in discussione il valore delle imprese cooperative, anzi. Siamo consapevoli,
infatti, dell’altissimo ruolo
di collante sociale in grado
di esercitare su territorio da
parte delle vere imprese di cooperazione; ma la questione
oggi è quanta difficoltà si faccia nel distinguere le diver-
Orazio Di Renzo
se anime al loro interno. Da
una parte troviamo dei veri e
propri colossi dal fatturato di
miliardi di euro con propaggini in vari settori, costituiti da
migliaia di soci (o pseudo tali)
e quindi inevitabilmente condizionati da una conformazione verticistica poco adeguata
alla natura assembleare; una
grandezza che rischia di creare problematiche zone grigie.
Dall’altra ci imbattiamo nelle piccole realtà cooperative
che faticano a resistere in
maniera agevole sul mercato
del lavoro: quando non sono
sfruttate con compensi ridotti
all’osso, sono stritolate nelle
opportunità lavorative da
imprese molto spesso sponsorizzate», afferma il presidente
Cnai Orazio Di Renzo.
Come detto la questione
dell’impresa modenese e i relativi risvolti giudiziari sono
solo l’emblema di una mutazione sostanziale che ha toccato il mondo delle cooperative,
con poche distinzioni relativamente all’appartenenza
politica. Va ricordato che, di
fatto, le penetrazioni politiche
e sindacali sono legali e assolutamente trasversali.
La questione dei valori
fondanti però, nel tempo, si
è dovuta misurare con uno
sviluppo ipertrofico di alcune
aziende cooperative. Grandi
capacità di sviluppo (ottenute anche grazie a peculiarità
legislative) hanno sostanzialmente incrinato le posizioni
di bandiera, portando a un
rapporto molto moderno con
il mondo del capitale e della
finanza. Non si spiegherebbe
altrimenti perché le cooperative siano un modello dal
così grande appeal nel mondo finanziario: «Sembra che
il modello delle coop riesca
a conseguire, proprio grazie
alle sue prerogative uniche,
sia statuali che di sviluppo,
profitti e vantaggi tali da far
gola anche ad un turbo capitalista come Soros, continuando
però a veicolare un’idea (più
o meno effettiva) di impresa
attenta al valore e lo sviluppo del capitale umano», commenta il presidente Di Renzo
in merito all’inserimento del
tycoon nel 5% del capitale
sociale del gruppo controllato
da Coop Adriatica e Unicoop
Tirreno. Non c’è appartenenza politica che tenga di fronte alla capacità industriale
di coop «forse a venire meno
è quella idea, un po’ romantica, di associazioni fondate
sui diritti e estremamente
radicate nel territorio. Una
crisi del modello etico, cui
certo non ha agevolato negli
ultimi anni una certa debolezza finanziaria di alcune
strutture cooperative, la difficoltà di accesso ai capitali,
appalti condizionati da una
continua rincorsa al ribasso,
ma soprattutto una quanto
mai deficitaria struttura di
controllo e gestione delle stesse cooperative», sintetizza il
presidente Di Renzo.
Oggi la situazione, al netto
delle questioni cui spetterà
alla magistratura appurare
gli eventuali illeciti, è segnata profondamente anche dalla
questione delle società cooperative fittizie. Nate soprattutto in ambito agricolo, mirano
a conseguire il mero profitto
(anche attraverso illeciti di
varia natura) costringendo
alla associazione soggetti che
in realtà solo puri lavoratori.
«Proprio la figura del socio
lavoratore è la questione che
maggiormente è stata dibattuta in questi anni, risultando
particolarmente controversa.
Mi riferisco a ciò che riguarda soprattutto il diritto, poter concorrere alle questioni
decisionali e alla gestione
dell’impresa. Molto spesso è
difficile se non impossibile
evidenziare le differenze tra
un certo tipo di partecipazione cooperativa e il mero
lavoro subordinato (con tutte le questioni delicate a ciò
connesse: come i casi di esclusione di un socio)», sottolinea
il presidente Di Renzo. Dalle
ultime vicende giudiziarie e
giornalistiche, da più parti si
mette in evidenza la difficoltà
di controllo sulle cooperative
stesse. Ruolo assegnato in
maniera piuttosto controversa agli osservatori sulla cooperazione.
Gli osservatori sulla cooperazione sono nati da un
protocollo di intesa tra ministero del lavoro, ministero
dello sviluppo economico e alcune parti sociali. Quelli che
però in quanto «osservatori»
avrebbero dovuto svolgere
attività di controllo e monitoraggio degli effetti sul mondo
del lavoro, si sono trasformati
in veri centri di comando capaci di influenzare la natura
stessa del mondo delle cooperative. Infatti, per esempio, i
membri stessi dell’ente di
controllo (come per esempio
i sindacati confederati) si
trovano ad avere una più che
cospicua partecipazione anche in molte cooperative che
dovrebbero essere oggetto di
valutazione. Oppure come
non citare il peso «politico»
dei sindacati confederati nei
diversi gangli decisionali dello Stato. «Gli osservatori non
hanno formalmente nessun
potere vincolante, non possono imporre alcunché. Sono,
tuttavia, capaci di una più
che discreta moral suasion:
sia nei confronti delle aziende
che puntano sulla cooperazione, sia in ambito legislativo
e governativo. Dichiarando,
per citarne una, che gli unici
Ccnl validi in ambito cooperativo sono quelli stipulati dalle
parti sociali più rappresentative, ovvero stilati da Agci Legacoop Confcooperative con i
soliti tre sindacati, tagliano
fuori una moltitudine di parti
sociali non allineate. La cooperazione non è un’esclusiva
di determinati soggetti, ma
un’idea sociale alla cui partecipazione e strutturazione
devono partecipare tutti gli
interessati e non solo e sempre i soliti noti», analizza in
presidente Di Renzo.
Pagina a cura di Cnai - Coordinamento
nazionale associazioni imprenditori
Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI
Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538
Web: www.cnai.it E-mail: [email protected]
Martedì 28 Aprile 2015
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COMUNE DI PALERMO
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UFFICIO CONTRATTI ED APPROVVIGIONAMENTI
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C:D9D%.>+(E,A<'+"%%F4GH
DC:%ID:JI:I%K%L!M!N>OP%DC:%ID:796D
Esito di gara
Si comunica che con D.D. n. 476 del 10/04/2015
dell’Ufficio Contratti ed Approvvigionamenti è stata
dichiarata l’efficacia dell’aggiudicazione definitiva
disposta con D.D. n. 21 dello 02/03/2015 dell’Area
Tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture - Uffcio Edilizia Scolastica relativamente
ai Lavori di manutenzione straordinaria per l’incremento della sicurezza dell’I.C. Peppino Impastato - C.I.G. 548153629B, gara dell’8/05/2014, in
favore dell’O.E. DI GIOVANNA S.R.L., di Palermo,
che ha offerto il ribasso del 33,5465%. Ditte partecipanti n. 233, ammesse n. 208. Info sul sito www.
comune.palermo.it ed Albo Pretorio.
IL DIRGENTE DELL’UFFICIO Dott. Salvatore Incrapera
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AV V I S O D I R E T T I F I C A
36
Ufficio tecnico
Esito di gara - Art. 122 co. 3 e 5 ed allegato
IXA, punto 5 del D. Lgs. 163/06
SEZIONE I: Comune di Ceppaloni (Provincia di
Benevento) Piazza Carmine Rossi, 1 - 82010
Ceppaloni (BN) Tel. 0824/66511 Fax 0824/66504
E-mail: [email protected] Pec:
[email protected].
SEZIONE II: Opere di urbanizzazione e dei servizi nel Piano degli Insediamenti Produttivi alla
località Barba CUP E49J14000030006
CIG 590019314B.
SEZIONE V: Data aggiudicazione: 07.04.2015
Importo aggiudicazione: euro 2.181.854,00 compreso euro 30.200,00 quali oneri per la sicurezza
non soggetti a ribasso. Aggiudicatario: A.T.I. Irpinia Pietre s.r.l. - Umberto Iannelli Costruzioni
s.r.l. - Via S. Marco n. 13 - Pietrastornina (AV).
Imprese partecipanti: n. 16 Imprese ammesse: n.
16. Riferimenti pubblicazione bando di gara:
GURI V Serie Speciale n. 98 del 29.08.2014 "Italia Oggi" del 03.09.2014 - "Ottopagine" del
01.09.2014 - Burc n. 64 del 15.09.2014.
Il responsabile dell'area tecnica
ing. Vincenzo Mauro
Il primo magazine-device
per vivere bene
nell’era digitale
Ente Appaltante: Intercent-ER – Regione Emilia-Romagna – Via dei Mille
n. 21 – 40121 Bologna – tel. 0515273082 – fax 0515273084, PEC:
[email protected].
Oggetto della gara: Procedura aperta per la fornitura di materiale di
sterilizzazione e imballaggi.
Proroga termine ricezione offerte: entro le ore 12:00 del 06/05/2015.
L’avviso di rettifica integrale è stato spedito alla GUUE il 10/04/2015 e
pubblicato su GURI n. 48 del 24/04/2015 ed è disponibile sul sito http://
www.intercent.it.
Il Direttore di Intercent-ER
(Dott.ssa Alessandra Boni)
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COMUNE DI LUCCA
Ufficio di Staff C
Servizio Contratti - CUA
ESTRATTO BANDO DI GARA
Il Comune di Lucca ha indetto una procedura
aperta con le modalità di cui al D.lgs. 163/06
e s. m. per affidare l’appalto relativo a:
“Concessione servizi al pubblico e delle
attività di valorizzazione, con annesso
allestimento, da realizzarsi all’interno del
complesso monumentale Casermetta
del Salvatore e Casa del Maestro di
Giustizia in ossequio agli articoli 115 e
117 del Dlgs 42/2004” CIG 5988803493
CUP J69J 14000700009 Durata della
concessione: 9 anni per servizi e 8 mesi
per allestimento. Criterio di aggiudicazione:
offerta economicamente più vantaggiosa ex
art. 83 D.lgs 163/06e s.m. Termine per la
ricezione delle offerte: ore 12.00 del giorno
22.06.2015.
Il bando è stato pubblicato sulla GUUE
n.2015/S059-103944 del 25.03.2015 Circa
le modalità di presentazione si rinvia al Bando
di gara integrale pubblicato sul sito internet:
www.comune.lucca.it al link bandi di gara e
avvisi - . Info: tel. 0583/4422 fax 0583/442505
mail: [email protected]
Lucca, 24.04.2015
Il RUP/Dirigente
Arch. Giovanni Marchi
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37
Martedì 28 Aprile 2015
Azienda
Scuola
IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE
Renzi apre a modifiche alla riforma, ma dice no a una scuola dei sindacati. Giannini, polemica
La protesta gonfia lo sciopero
Il premier pronostica per il 5 maggio adesioni del 90%
DI
ALESSANDRA RICCIARDI
ltre 120 flash mob, un
numero crescente di
assemblee nelle scuole,
e poi le preoccupazioni
che filtrano dai parlamentari
del Pd, a più diretto contatto con
il territorio e con gli umori della
categoria, che segnalano un disagio e una contrarietà verso la
riforma condivisi anche da chi
normalmente è refrettario a
scioperare. Al premier Matteo
Renzi è bastato poco per capire
che questa volta lo sciopero della scuola in calendario per martedì prossimo 5 maggio, il primo
unitario da sette anni a questa
parte, potrà avere adesioni plebiscitarie, «mi aspetto un 90%
di partecipanti», avrebbe detto il premier ai suoi nel corso
dell’assemblea dei democratici
chiamata a definire la linea sulle modifiche alla riforma della
scuola. Un pronostico che nel Pd
commentano come provocatorio.
Ma se l’adesione dovesse attestarsi anche «solo» al 50% (fu
del 66% circa contro la riforma
Gelmini) rappresenterebbe comunque, è il ragionamento, un
brutto colpo per il partito, a pochi giorni, tra l’altro, dalla prova
delle elezioni regionali.
A esacerbare il confronto tra governo e insegnanti, in
questi giorni in cui in parlamento il Pd sta provando a ridefinire proprio gli aspetti più invisi
della riforma (dai poteri dei dirigenti agli albi territoriali), ci
ha pensato il ministro dell’istruzione Stefania Giannini che,
contestata a Bologna, ha apostrofato i docenti protestatari
come «squadristi». Un’uscita
che le è valsa le critiche non
solo della sinistra interna del
Pd come Stefano Fassina ma
anche del presidente del partito, Matteo Orfini, e del vicesegretario, Lorenzo Guerini:
O
!"#$!%&'"
('!!%"#)*('&)'
«È sbagliato che si impedisca di
parlare a chi presenta la riforma, così come è sbagliato bollare di squadrismo chi manifesta
il proprio dissenso... La scuola
è il cuore del cambiamento
dell’Italia, evitiamo che diventi oggetto di scontri ideologici
e sopra le righe». Un invito ad
«abbassare i toni e a ragionare
nel merito» è giunto anche dal
sottosegretario all’istruzione,
Davide Faraone.
E così il vento della protesta sul territorio gonfia le vele
dello sciopero, proteste in particolare all’indirizzo del potere di
scelta dei docenti assegnato al
preside, che potrebbe scadere - è
il timore- in arbitrio, e contro
la perdita della titolarità della
cattedra per i nuovi assunti e
per i vecchi che cambieranno
sede: di fatto per tutti i docenti
si prevede una mobilità ogni tre
anni nell’ambito dell’albo territoriale. I sindacati di categoria
-Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola,
Snals-Confsal e Gilda- saranno
presenti il 5 maggio in tutte le
principali piazze italiane -Milano, Roma e Bari- con una
partecipazione che si annuncia
massiccia anche da parte degli studenti. «Il nostro disegno
di legge può essere migliorato
ancora», assicura Renzi in una
lettera ai segretari dei circoli
democratici, «ma un punto deve
essere chiaro: la scelta dell’autonomia è decisiva», scrive il presidente del consiglio. Autonomia
che ha il suo perno proprio sul
dirigente scolastico. Cambiare
le regole, spiega Renzi, incentivando l’autonomia, «significa
che la scuola non deve essere
nelle mani delle circolari ministeriali e dei sindacati, ma dei
professori, delle famiglie, degli
studenti». Come ci riuscirà il
parlamento è affare delle prossime settimane.
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COSÌ GLI EMENDAMENTI DEPOSITATI DAL PD
Dirigenti, resta il potere
di scegliersi i docenti
I
DI
CARLO FORTE
dirigenti scolastici sceglieranno i docenti
a cui attribuire gli incarichi di insegnamento ogni tre anni «sentito il comitato
di valutazione». E potranno scegliersi uno
staff di insegnanti pari al 10% dei docenti in
servizio. Per compensare le maggiori responsabilità avranno un aumento di stipendio pari
a circa 500 euro mensili, al quale si aggiungerà, solo per il 2016, un’indennità una tantum
di 7500 euro nel 2016, anno in cui la riforma
andrà a regime. Sono queste le modifiche che
il Pd ha messo in campo in fase emendativa
al disegno di legge sulla scuola attualmente
al vaglio della commissione istruzione della
camera (ac 2994). Gli emendamenti di peso
del Pd, dopo la riunione con il premier Matteo
Renzi, sono a firma Rocchi, Carocci, Malpezzi,
Ascani, Blazina, Bossa, Coccia, Crimì, D’Ottavio, Ghizzoni, Malisani, Manzi, Narduolo, Pes,
Rampi, Romano, Rossi, Sgambato, Ventricelli,
Mazzoli, Fabbri. Il più importante è il 7.1008,
che prevede la sostituzione dell’articolo del testo unico che istituisce e regola il comitato di
valutazione dei docenti.
Il nuovo testo parla di un collegio costituito in seno al consiglio di istituto. Che sarà
composto dal dirigente scolastico, due docenti e
due genitori. Nelle scuole secondarie di II grado
uno dei genitori sarà sostituito da un alunno.
Per ogni docente da valutare il dirigente esporrà una relazione. E il comitato di valutazione si
esprimerà un parere. L’emissione del parere è
prevista anche ai fini della scelta dei docenti da
trarre dagli albi regionali ai fini dell’eventuale
conferimento dell’incarico di insegnamento. Va
detto subito che la nuova stesura dell’articolo
7 non comprime le competenze del dirigente
scolastico. Che sarà comunque libero di individuare chi gli piace.
L’unica modifica rispetto al testo precedente
è costituita dal fatto che il dirigente sceglierà
«sentito il parere del comitato di valutazione».
Parere non vincolante. Altra novità di rilievo è
quella dello staff. Anche questo è un emendamento del Pd: è il n. 7.1007. Nel testo originario
c’è scritto che lo staff dovrebbe essere formato
da 3 docenti. La modifica proposta prevede, invece, che lo staff sia costituito da un numero di
docenti, sempre scelti dal dirigente scolastici, in
numero pari al 10% dell’organico di scuola.
L’appartenenza allo staff comporterà
vantaggi economici (il cosiddetto merito) che
passeranno anche attraverso il comitato di valutazione. Che sarà comunque controllato dal
dirigente scolastico anche per gli altri docenti.
Sarà il preside, infatti, a relazionare sul docente da valutare ai fini del merito. E dunque,
il parere si fonderà essenzialmente sugli elementi forniti dal dirigente scolastico. Elementi
che saranno portati a conoscenza del comitato,
compresi i genitori e, nelle secondarie di II grado, dello studente designato in rappresentanza
degli alunni. I maggiori oneri che graveranno
sui dirigenti scolastici saranno retribuiti con
un aumento di stipendio che andrà dai 400 ai
500 euro mensili in più. L’emendamento che
prevede gli incrementi retribuitivi, sempre del
Pd, è il 7.152. E per lo stesso motivo nel 2016,
anno in cui la riforma andrà a regime, i capi
di istituto riceveranno un’indennità una tantum di 7500 euro annui. In quest’ultimo caso
l’emendamento è il 7.1013, presentato solo da
alcuni deputati del Pd (Carocci, Rocchi, Mazzoli.).
Per garantire «le indispensabili azioni
di supporto alle scuole impegnate per l’attuazione della Riforma di cui alla presente Legge
ed in relazione alla indifferibile esigenza di
assicurare la valutazione dei dirigenti scolastici » è prevista la costituzione di un nucleo
di dirigenti tecnici da assumere con contratti a termine: gli incarichi saranno conferiti a
personale della scuola in possesso dei requisiti
richiesti per accedere alle procedure concorsuali ordinarie, nel limite delle risorse di 7 milioni
di euro per il triennio successivo all’entrata in
vigore della legge.
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38
Martedì 28 Aprile 2015
A Z I E N DA S C U O L A
Emendamento del Pd: le scuole si organizzeranno in rete per la scelta del personale
Assunzioni, albi al restyling
Ridefiniti gli ambiti territoriali di appartenenza dei prof
DI
ANTIMO DI GERONIMO
li albi regionali dei
docenti saranno
suddivisi in albi
territoriali, articolati in sezioni separate per
gradi di istruzione, classi
di concorso e tipologie di
posto (comune o sostegno).
E i dirigenti scolastici sceglieranno i docenti facendo
riferimento all’albo nel cui
territorio risulterà compresa l’istituzione scolastica di
riferimento. Lo prevede un
emendamento all’articolo
6 del disegno di legge sulla scuola, attualmente al
vaglio del parlamento (AC
2994). La modifica è stata
proposta dai deputati del Pd
(Rocchi, Carocci, Malpezzi,
Ascani, Blazina, Bossa, Coccia, Crimì, D’Ottavio, Ghizzoni, Malisani, Manzi, Narduolo, Pes, Rampi,Romano,
Rossi, Sgambato, Ventricelli, Mazzoli, Fabbri.).
L’ e m e n d a m e n t o è i l
6.1007 e descrive sia i
criteri che dovranno essere applicati dagli uffici per
la definizione degli ambiti,
sia il metodo che dovranno
seguire i dirigenti delle istituzioni scolastiche coinvolte
G
ai fini della scelta dei docenti. L’obiettivo è di ridurre al
minimo gli spazi di mobilità
e di discrezionalità.
In particolare, gli uffici
scolastici regionali, dovranno prima acquisire il parere
della regione e delle rappresentanze dei comuni. E poi
dovranno definire l’ampiezza degli albi territoriali (su
cui però sono attesi altri
emendamenti chiarificatori
che potrebbero meglio precisare i criteri), anzi tutto
in relazione alla popolazione scolastica con attenzione
alle situazioni territoriali.
In più dovranno tenere
conto del criterio di maggiore vicinanza delle istituzioni scolastiche. Infine dovranno anche considerare le
caratteristiche geografiche
del territorio. Il tutto con
particolare riferimento alle
aree interne montane e alle
piccole isole.
Fin qui la definizione
dell’ambito geografico di
riferimento. Nella fase successiva la palla passerà ai
dirigenti scolastici delle
scuole comprese nell’ambito. Che dovranno mettersi
d’accordo tra loro per costituire «una rete finalizzata
AL VIA IL DECRETO, MENO POTERI ALLE REGIONI
Paritarie, i contributi
arrivano già vincolati
DI
V
EMANUELA MICUCCI
ia libera al decreto del Miur che ha sbloccato le procedure per la concessione dei fondi a tutte le 13.625 scuole
paritarie italiane: soldi che, però, saranno trasferiti agli
uffici scolastici regionali con un decreto direttoriale di
assegnazione non appena arriverà il visto della Corte dei Conti. I contributi ammontano a 471,9 milioni, destinati alle scuole
dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado,
in possesso del riconoscimento della parità scolastica. Spiega il
sottosegretario all’istruzione con delega alla parità scolastica Gabriele Toccafondi: «I fondi verranno assegnati in via prioritaria
alle scuole che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro
e che non sono legate a società aventi fini di lucro o da queste
controllate. Le risorse vengono distribuite agli uffici scolastici
regionali in base al numero di scuole, classi e alunni presenti sul
territorio. Sono poi gli Usr a predisporre i piani di erogazione agli
istituti». A livello regionale, per le scuole dell’infanzia paritarie il
20% dei fondi viene distribuito fra tutte le scuole con un minimo
di 8 alunni iscritti e il restante 80% fra tutte le sezioni con un minimo di 15 alunni, fatta eccezione per gli istituti a sezione unica.
Nelle primarie, invece, i fondi sono ripartiti in base al numero di
classi con almeno 10 alunni, il numero di ore di sostegno previste
dal piano educativo e dal numero di ore di insegnamento integrativo. Nelle medie e nelle superiori le risorse sono distribuite per il
20% tra le scuole con corsi di studio completi e almeno 8 studenti
iscritti e per l’80% fra tutte le scuole con te minimo di 8 iscritti.
«Le regioni non potranno più condizionare i fondi per le paritarie
destinandoli ad altri scopi», commenta Pier Luigi Gigli (Pi-Cd)
cofirmatario con Simonetta Rubinato (Pd) dell’emendamento
alla Legge di Stabilità che ha fatto tornare tutti i contributi
sotto un unico capitolo del bilancio del Miur. «Ma i tempi di
erogazione dei contributi saranno ancora lunghi», sottolinea
Rubinato. Così come quelli per i fondi regionali relativi al
2014, che il 15 aprile hanno ottenuto il via libera del Miur
al trasferimento alle regioni.
alla valorizzazione delle
risorse professionali».
Gli accordi dovranno
tenere conto di linee guida che saranno emanate dal
ministero dell’istruzione 30
giorni dopo l’emanazione
della legge. Le linee guida
indicheranno i principi per
l’assegnazione di incarichi
ai docenti compresi nell’albo territoriale e i criteri e le
modalità per l’attribuzione
di incarichi su insegnamenti opzionali o specialistici o
di coordinamento e progettazione a docenti di una istituzione scolastica in altra o
altre scuole della rete.
Le convenzione dovrebbero recare anche
delle disposizioni tale da
evitare discriminazioni a
danno dei docenti interessati. Infine, gli accordi dovranno definire i programmi
di formazione del personale;
le risorse da destinare alla
rete per il perseguimento
delle proprie finalità; forme
e modalità per la pubblicità delle decisioni assunte, e
dei rendiconti delle attività
svolte; principi di governance della rete.
L’assoggettamento al
gradimento del dirigente
scolastico, ai fini dell’attribuzione dell’incarico di
docenza, non sarà applicato ai docenti già di ruolo.
Sempre, però, che questi
ultimi rinuncino per sempre ad esercitare il diritto
a presentare la domanda
di trasferimento o di passaggio. Tale vantaggio non
è previsto per i docenti che
risulteranno soprannumerari al 1° settembre 2015.
È ragionevole ritenere
che tale preclusione dovrà
applicarsi anche ai docenti in esubero attualmente
collocati nella dotazione
organica provinciale (Dop).
Infine, l’organico dei posti
comuni e dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa, che prenderà il nome
di organico dell’autonomia,
sarà determinato sulla base
del fabbisogno di posti individuato da ciascuna istituzione
scolastica nel piano triennale
dell’offerta formativa.
Resta da vedere quale
sarà il ruolo della contrattazione integrativa nella mobilità del personale docente.
Il testo del disegno di legge
2994, comprensivo degli
emendamenti, non prevede
la cancellazione del tavolo
negoziale. E fa espresso riferimento al diritto alla mobilità per i docenti già di ruolo.
Sebbene prevedendo la sanzione dell’assoggettamento
al sistema della chiamata
diretta dagli albi territoriali. Il disegno di legge non dispone, infatti, l’abrogazione
espressa della norma del decreto 165/2001 che regola la
contrattazione integrativa.
Il nuovo scenario, dunque, se da una parte conserva in via transitoria il
vecchio sistema, dall’altra
lascerebbe intravedere la
possibilità di movimenti a
domanda da un ambito territoriale all’altro. Anche su
base interprovinciale. Tanto
più che il diritto alla mobilità
dei lavoratori è previsto sia
dalla Costituzione che dalla
normativa comunitaria. E
in questo spazio potrebbe
continuare a sopravvivere
la contrattazione integrativa. Sebbene fortemente
ridimensionata.
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Supplemento a cura
di ALESSANDRA RICCIARDI
[email protected]
L’OPINIONE
Un patto tra famiglie e scuola
per una nuova comunità educativa
DI
I
ANTONIO COCOZZA*
l merito più importante del ddl di rifoma della scuola è quello riportare
la scuola al centro del dibattito pubblico, come un ambito su cui investire
e non solo razionalizzare costi e tagliare
spese improduttive. Nel testo legislativo
si insiste molto sugli aspetti organizzativi,
gestionali e di inquadramento professionale, rilanciando opportunamente il principio
dell’autonomia scolastica e garantendo un
organico dell’autonomia, a sostegno della
programmazione triennale dell’offerta formativa.
Non si riscontra però una chiara e
precisa visione strategica, la definizione
di una nuova mission della scuola nelle nostre società sempre più complesse, globalizzate e competitive. In questo nuovo scenario, serve una vision della scuola come
comunità educante coesa ed eticamente responsabile, dove il dirigente non è semplicemente un manager, ma un leader educativo capace di attivare processi innovativi,
governare con il consenso e incrementare
la motivazioni del personale e degli stessi
studenti, la condizione necessaria per poter
migliorare i risultati della singola scuola e
del sistema educativo più in generale.
In questa direzione si muovono gli
ultimi emendamenti al ddl, puntando ad
un maggiore protagonismo dei docenti e
una rinnovata partecipazione degli studenti e dei genitori alla vita della scuola,
attraverso organismi ad hoc, su una serie
di questioni cruciali: selezione dei docenti
che compongono l’organico dell’autonomia;
elaborazione del Piano triennale dell’Offerta formativa; innovazione tecnologica,
didattica e metodologica; valutazione dei
risultati; coinvolgimento degli attori sociali
presenti sul territorio.
In questa prospettiva, occorre ridefinire un «Patto per lo sviluppo educativo»
che coinvolga tutti gli attori e accompagnare il processo di riforma con un consistente programma di formazione rivolto ai
dirigenti scolastici e ai docenti, ma anche
a studenti e genitori, in modo tale da «creare le condizioni» culturali e professionali
per l’effettiva implementazione di quanto
indicato nelle norme legislative.
Inoltre, per rilanciare una nuova mission
della scuola in Italia, il ddl dovrebbe recuperare due questioni strategiche sulle quali non si trova traccia nel testo presentato,
relative al grave fenomeno della dispersione scolastica e all’elaborazione di una
seria politica di orientamento scolastico,
formativo e al lavoro permanente, che sia
in grado di coinvolgere tutti gli attori interessati (dirigenti scolastici, docenti, studenti, famiglie, imprese, istituzioni locali
e regionali, ecc.).
Si tratta di realizzare un coinvolgimento consapevole e responsabile, capace di contribuire ad un progetto comune:
far dialogare il mondo della scuola e quello
del lavoro e delle professioni.
*Università Roma tre
e LUISS Gudo Carli
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Martedì 2
28 Aprile 2015
A Z I E N DA S C U O L A
39
Buona scuola, il servizio studi della camera denuncia norme confuse e un sistema non funzionale
Presidi, Boldrini bacchetta Renzi
Non si capisce come faranno a scegliersi gli insegnanti
ANTIMO DI GERONIMO
DI
l Servizio studi della camera dei deputati bacchetta Renzi: il disegno
di legge sulla scuola non
è chiaro quando parla delle
nuove competenze dei dirigenti scolastici. Nelle schede
di lettura al disegno di legge
AC 2994, i tecnici di Laura
Boldrini lamentano che non
si riesce a capire come faranno i presidi ad accaparrarsi
i docenti che gli piacciono
di più. Specie se lavorano
in altre scuole e piacciono
a più dirigenti contemporaneamente. E non è chiaro
nemmeno come faranno ad
attribuire incarichi a tempo
determinato ai docenti che
sono stati assunti a tempo
indeterminato. Critiche che
sono in gran parte coincidenti con quelle che sono state
sollevate dalla commissione cultura della camera e
su cui lo stesso Pd, e la sua
relatrice, Maria Coscia, si
sono impegnate a rivedere.
I rilievi del Servizio studi
assumono però particolare
rilievo perché provengono
da un organo terzo. Vediamo
quali sono.
In pratica non si riesce
a capire se sarà cancellata
I
la figura del docente di
ruolo e diventeranno
tutti supplenti oppure
no. E bisognerebbe che
il legislatore spiegasse
come faranno a farla
franca gli insegnanti di
ruolo che si rassegneranno a non chiedere
più il trasferimento.
Inoltre, sempre secondo il servizio studi, non
va bene consentire ai
dirigenti di utilizzare
i docenti per l’insegnamento di qualsiasi
materia: per lo meno bisognerebbe specificare
che, per essere utilizzati in discipline diverse
dalla propria, i docenti
dovrebbero almeno possedere il titolo di studio di accesso. Infine, sempre secondo i
tecnici della camera, la possibilità conferita ai dirigenti di
derogare il numero minimo
e massimo degli alunni nelle
classi deve comunque fare i
conti con le disposizioni di
legge. E dunque, le eventuali
deroghe dovrebbero comunque rimanere nell’ambito del
10% in più o in meno rispetto
ai parametri ordinari.
Per non parlare poi della precarizzazione dei docenti di ruolo. Sulla questio-
Laura Boldrini
ne degli incarichi triennali ai
docenti di ruolo, gli esperti
della camera spiegano che,
per la copertura dei posti
assegnati all’istituzione scolastica, il dirigente scolastico dovrà proporre incarichi
di docenza di durata triennale rinnovabili ai docenti
iscritti negli albi territoriali e al personale docente di
ruolo già in servizio presso
altra istituzione scolastica.
Tale facoltà, dunque, potrà
essere esercitata anche nei
confronti di docenti di ruolo
che non abbiano presentano
L’INTERVENTO
U
MARIA MUSSINI*
n passo indietro senza novità utili: la Buona scuola porta nel sistema d’istruzione un verticismo che
perfino nell’impresa si è rivelato
inefficace. Al di là del metodo discutibile, la
preoccupazione ora sono i contenuti. Prima
di tutto perché non sono frutto del lavoro
collegiale di chi la scuola la conosce vivendola ogni giorno, al contrario della Legge
di iniziativa popolare (Lip) «Per una buona Scuola della Repubblica», riproposta
al Senato. E proprio i principi della Lip
sono al centro della nostra battaglia in
Parlamento, a cominciare dalla mancanza
dell’organico funzionale, irrealizzabile con
un numero di assunzioni che bastano appena alla stabilizzazione dell’organico di
fatto, senza margine per ampliare l’offerta
formativa. Aspetto per noi essenziale, poi,
è la centralità dei docenti nella didattica:
l’azione educativa e formativa non può
dipendere dalle scelte del solo dirigente
come prevede il ddl Giannini. Non c’è efficacia senza collegialità.
Nella valutazione dei docenti il disegno di legge introduce meccanismi premiali individuali senza attenzione all’intero
processo, mentre per noi istruzione ed educazione sono frutto di un lavoro di squadra,
tanto più produttivo quanto più capace di
autovalutarsi e quanto meno competitivo
internamente. Da tempo la pedagogia e le
buone pratiche scolastiche sono orientate
dirigente scolastico che propone l’incarico e il dirigente
dell’istituzione scolastica
presso la quale il docente è
già in servizio - appare opportuno un chiarimento». Il
disegno di legge, infatti, non
prevede alcun diritto di prelazione in capo al dirigente
della scuola dove il docente
presta attualmente servizio.
In buona sostanza, dunque,
all’inizio di ogni anno scolastico si potrebbe verifi care
una sorta di situazione da
mercato rionale in cui i presidi dovrebbero fare a gara
a chi arriva prima.
Siccome lo stipendio
sarebbe uguale dappertutto, ancora una volta, a fare
la differenza sarebbe la vicinanza a casa e, non ultima,
la capacità del dirigente scolastico di piacere ai docenti
a cui indirizza la proposta.
Perché se di proposta si
tratta (e questa sembrerebbe l’unica certezza) i docenti
con maggiore capacità di seduzione potranno scegliere
quale accettare.
Quelli con meno appeal
dovranno accontentarsi di
quello che resta. Idem i dirigenti le cui proposte saranno
rifiutate.
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LE PROVE SPOSTATE AL 6 E 7 MAGGIO
Le assunzioni del ddl Giannini?
Insufficienti per l’organico funzionale
DI
la domanda di trasferimento. Pertanto, bisognerebbe esplicitare
quale sarà la posizione giuridica dei di tali
docenti, qualora dovessero accettare l’incarico pur non avendo
presentano la domanda di trasferimento e
se possano essere fatti
oggetto delle eventuali proposte di incarico
da parte dei dirigenti.
Infi ne, «con riguardo
all’istituto di attribuzione degli incarichi
da parte del dirigente»,
argomentano i tecnici
di Montecitorio «sembrerebbe necessario
chiarire come si coordini la
previsione in base alla quale sono attribuiti incarichi a
tempo determinato – seppur
rinnovabili – con la previsione che destinatario di tali
incarichi risulti personale
assunto a tempo indeterminato (neoassunti ma anche
personale già di ruolo)».
E poi, se il docente piace a più dirigenti? Spiegano i tecnici della camera:
«Al fine di evitare eventuali
criticità in fase applicativa ad esempio, dal punto di vista del coordinamento fra il
al cooperative learning&teaching e tale
modello viene applicato alle aziende ad
alto contenuto innovativo. Noi puntiamo
su diagnosi e soluzione di conflitti e difficoltà, coinvolgendo anche genitori, studenti e personale Ata e affidiamo loro un
ruolo propositivo, mentre il provvedimento
governativo legittima solo gli attuali contributi economici delle famiglie.
L’istruzione è un diritto garantito dalla
Costituzione e non vogliamo che dipenda
da sponsor privati perché le conseguenze sarebbero gravi in termini di aumento delle differenze su base geografica e
di censo. Ci batteremo contro la Buona
scuola-azienda e l’assunzione diretta da
parte del dirigente che non è autonomo, ma rientra nella catena di nomine
politiche che dal Ministero arriva alle
singole scuole, passando per Regioni e
Province.
Il sistema produttivo può partecipare al funzionamento della scuola,
tramite la fiscalità generale e valorizzando assunzioni per merito ma non può
dettare le regole, quando non è ancora
stato capace di affrontare le sfide che la
crisi economica gli ha opposto, preferendo
spesso all’innovazione la delocalizzazione e
abbandonando tanti alla disoccupazione.
*senatrice gruppo Misto,
prima firmataria del ddl
di riproposizione della Lip
“Per una buona Scuola
per la Repubblica”
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Caos test Invalsi
Rinviati causa sciopero
DI
EMANUELA MICUCCI
Prove Invalsi rinviate causa sciopero. L’annuncio ieri in
una nota Invalsi inviata a tutte le scuole. Ma i Cobas annunciano vie legali per impedire lo spostamento e l’Ubs
proclama uno sciopero breve proprio nelle nuove date dei
test. La presidente Invalsi, Anna Maria Ajello, ha deciso
per tutte le classi della scuola primaria lo slittamento delle
prove già fissate per il 5 e 6 maggio rispettivamente al 6 e
7 maggio prossimo. Per il 5 maggio, infatti, i principali sindacati della scuola (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals
e Gilda) hanno convocato uno sciopero unitario contro la
riforma La Buona Scuola. «Si tratta di uno spostamento di
data dettato dalla responsabilità dell’Istituto di ricerca di
assicurare la significatività scientifica dei dati», si legge sul
sito dell’Invalsi, che precisa che la variazione di calendario
è indipendente dall’adesione del personale docente e non
docente allo sciopero del 5 maggio 2015. «Pertanto le prove
della scuola primaria si dovranno svolgere comunque il 6
e il 7 maggio 2015, anche se ci fosse la disponibilità del
personale il 5 maggio 2015».
«Un campione statistico non adeguato - spiega l’Invalsi - renderebbe non attendibili i risultati delle prove che,
da molti anni, vengono utilizzati da organismi nazionali
e internazionali. A questo si aggiunga il notevole danno
economico conseguente alla mancata utilizzazione dei somministratori esterni». «Una intollerabile imposizione, illegittima e antisindacale» del Miur, secondo il leader dei Cobas,
Piero Bernocchi, che ricorda che il 6 maggio è convocato
un altro sciopero «almeno per ora, promosso solo dai Cobas,
mentre per il 7 la legge 146/90 impedisce di scioperare» poiché sarebbero tre giorni consecutivi. Di «soccorso del Miur
ai sindacati confederali» parla invece l’Usb. Critica verso la
decisione di sospendere le prove anche Gilda.
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40
Martedì 28 Aprile 2015
A Z I E N DA S C U O L A
Il Consiglio di stato ha dato ragione ai ricorrenti contro il Miur. Ora la partita del contenzioso
Le Gae lievitano, nuovi ingressi
Ammessi gli abilitati con diploma magistrale ante 2002
DI
ANTIMO DI GERONIMO
e graduatorie ad esaurimento si ingrossono.
mentre il governo punta ad eliminarle, assumendo gli insegnanti iscritti,
dall’altra parte i giudici ne
allargano la consistenza ammettendo anche i candidati
in possesso del diploma magistrale.
Il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico
2001/2002 è un titolo valido
per l’iscrizione nelle graduatorie a esaurimento. E dunque, la preclusione del diritto
dei possessori di tale titolo
ad entrare nelle graduatorie
provinciali per le assunzioni è
illegittima. Lo ha stabilito, in
via definitiva, la sesta sezione
del Consiglio di stato con una
sentenza depositata il 16 aprile scorso (1973/2015). Il collegio ha accolto il ricorso presentato da alcuni ricorrenti che
lamentavano l’esclusione dalle graduatorie a esaurimento ed ha annullato il decreto
ministeriale n. 235 del 2014:
il provvedimento con il quale
il ministero dell’istruzione ha
disposto l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento
per il triennio 2014-2017.
L’annullamento riguarda la parte del decreto che
non prevede la possibilità di
inserimento in tali graduatorie dei docenti muniti del
diploma di maturità magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. La
questione era nata a seguito
dell’accoglimento di un decreto straordinario al Presidente
della Repubblica, per effetto
del quale l’amministrazione
aveva consentito ai possessori del diploma magistrale di
accedere alla seconda fascia
delle graduatorie di istituto
(la fascia che include gli aspiranti docenti in possesso di
abilitazione).
Il ministero aveva ritenuto di doversi conformare
all’esito del ricorso, perché la
procedura di questa particolare forma di rimedio amministrativo prevede l’acquisizione
del previo parere di una sezione del Consiglio di stato. E con
tale parere, i giudici di palazzo Spada si erano pronunciati nel senso dell’esistenza del
valore abilitante del diploma
magistrale, purché conseguito entro l’anno scolastico
2001/2002. L’amministrazione, però, aveva ritenuto di non
applicare lo stesso principio
alle graduatorie a esaurimento. E all’atto dell’emanazione
del decreto di aggiornamento
delle graduatorie a esaurimento la preclusione nei confronti degli aspiranti abilitati
solo con il diploma magistrale non era stata rimossa. Di
qui l’esperimento dell’azione
giudiziale davanti al giudice
amministrativo. Che in primo
L
grado dava torto ai ricorrenti.
Salvo cambiare idea in appello, disponendo l’annullamento
del decreto e l’inserimento in
graduatoria per i ricorrenti.
Fin qui la vicenda del ricorso.
Resta da vedere quali
potranno essere i possibili
risvolti in sede di contenzioso. Che si presentano alquan-
Se il decreto è illegittimo, e i potenziali
ricorrenti hanno diritto all’inserimento,
il giudice da adire
potrebbe non essere
quello amministrativo, ma quello ordinario. E lì i termini
sarebbero ben più
ampi, perché seguirebbero la prescrizione del diritto: 5 anni
to incerti, sia sotto il profi
lo
profilo
della giurisdizione che per
quanto riguarda i presupposti delle azioni. In primo luogo
non è chiaro a quale giudice
ricorrere. Se la materia rientra nella sfera del giudice amministrativo c’è un problema
per i termini di impugnazione.
Che risultano già abbondantemente scaduti. In questo caso
l’azione avrebbe per oggetto
l’impugnazione del decreto di
riapertura delle graduatorie
a esaurimento, che risale al
2014. E’ pur vero, però, che la
notizia della lesività del decreto si è materializzata con
il deposito della sentenza del
Consiglio di stato, avvenuto il
16 aprile scorso.
Dunque un’eventuale
azione potrebbe risultare
ancora nei termini (60 giorni).
Ma se il decreto è illegittimo e,
per questo motivo, i potenziali
ricorrenti hanno diritto all’insserimento, il giudice da adire
potrebbe non essere quello
p
amministrativo, ma quello
a
ordinario. E lì i termini sao
rrebbero ben più ampi, perché
sseguirebbero la prescrizione
del diritto (5 anni). Anche se,
d
ai fini dell’insorgenza della
a
llesione del diritto che costittuisce presupposto dell’azione, gli interessati avrebbero
n
dovuto produrre domanda
d
di inserimento nei termini.
d
E solo dopo il rigetto della
domanda avrebbero potuto
d
iintentare l’azione. Anche in
questo caso, però, i termini
q
rrisulterebbero scaduti. Se
non per l’azione, almeno per
n
la presentazione della domanda.
In via residuale va valutata l’ipotesi di una riapertura dei termini per le domande
da parte del ministero. Che
risolverebbe definitivamente
la questione senza ricorrere ai
giudici. Ma secondo quanto risulta a Italia Oggi, l’amministrazione non sarebbe incline
ad adottare tale soluzione.
Infanzia e primaria,
le immissioni sono a rischio
DI
CARLO FORTE
Immissioni in ruolo a rischio nella scuola dell’infanzia e
nella scuola primaria. Il 16 aprile scorso il Consiglio di
Stato (1973) ha stabilito che il ministero dell’istruzione
ha sbagliato a precludere l’accesso nelle graduatorie a
esaurimento ai possessori del diploma magistrale. E ciò
riapre la partita per individuare gli aventi diritto alle immissioni in ruolo previste dal piano straordinario di assunzioni del disegno di legge 2994. Secondo quanto risulta a
Italia Oggi, i potenziali interessati sono almeno 50mila.
Un numero enorme, che rischia di modificare totalmente
la geografia delle graduatorie a esaurimento della scuola
dell’infanzia e della scuola primaria. Secondo il Consiglio
di stato, i possessori del diploma non avrebbero dovuto
subire l’esclusione dalle graduatorie a suo tempo effettuata dal ministero. Proprio perché il diploma era da
considerarsi titolo abilitante se conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Dunque, i diplomati magistrali
avrebbero subito la lesione di un vero e proprio diritto.
Che l’amministrazione avrebbe il dovere di garantire riaprendo i termini per l’inserimento nelle graduatorie.
Trattandosi di una sentenza costituiva di annullamento, il
provvedimento emesso dal Consiglio di stato ha determinato un vuoto normativo che l’amministrazione ha il dovere di riempire secondo quanto stabilito dai giudici. Se
ciò avverrà, gli interessati saranno inseriti a pettine nelle
graduatorie a esaurimento. E chi avrà punti a sufficienza, potrà legittimamente concorrere per le assunzioni.
La procedura, però, avrebbe tempi lunghi: bisognerebbe
riaprire i termini per la presentazione delle domande;
l’amministrazione dovrebbe valutarle, gli uffici dovrebbero ripubblicare le graduatorie fissando un termine per i
reclami. E solo al termine di tutte le procedure le graduatorie sarebbero nuovamente utilizzabili per le assunzioni.
In caso di inerzia la parola ritornerebbe ai giudici. In un
modo o nell’altro, il rischio è che non si faccia in tempo ad
avere i docenti in cattedra al 1° settembre.
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NELLE PROSSIME SETTIMANE IL PROSPETTO DATI INPS PER DETERMINARE L’IMPORTO
Insegnanti e Ata in fuga dalla scuola
Le pensioni veleggiano a quota 35mila e più
DI
I
NICOLA MONDELLI
n crescita, a quota 35mila e più,
i pensionamenti che scatteranno
dal prossimo primo settembre.
Anche se mancano comunicazioni ufficiali, le notizie che si possono
acquisire presso gli uffici scolastici territoriali, sia sul numero delle domande
di cessazione dal servizio che sarebbero
state accolte dai predetti uffici scolastici, che sul numero dei collocamenti a
riposo disposti d’ufficio a vario titolo o
di autorità da parte dei dirigenti scolastici (in applicazione delle disposizioni
contenute nell’art. 1, comma 5 del decreto legge n. 90/2014 e nella circolare
n. 2 del 19 febbraio 2015 del ministro
Madia), sembrano confermare la previsione fatta su ItaliaOggi di martedi 17 marzo 2015: il numero di nuovi
pensionati è compreso tra i trenta e i
trentacinquemila.
Si potrebbe addirittura andare
oltre aggiungendo le dispense per
motivi di salute, i decessi e le rinunce al rapporto di lavoro, ma anche i
collocamenti a riposo disposti dall’Inps in deroga alla normativa vigente
(riforma Fornero) nei confronti del
personale della scuola che nel corso
dell’anno 2011 aveva fruito dei permessi per assistere parenti disabili e
che poteva fare valere i requisiti anagrafici e contributivi richiesti appunto
dalla normativa previgente l’entrata
in vigore del decreto legge 201/2011,
anche se maturati successivamente al
31 dicembre 2011.
Si tratta, in ogni caso, di una autentica fuga non solo dalla scuola ma anche,
se non soprattutto, da una normativa
previdenziale altamente ballerina che
per l’ immediato futuro non garantisce
le condizioni giuridiche ed economiche
attualmente in vigore.
L’accoglimento della domanda
di cessazione dal servizio e la conferma del diritto alla pensione sono
tuttavia solo il primo, anche se il più
importante, passo verso la sicurezza
economica nella futura vita da pensionato. Il passo successivo è quello della
conoscenza dell’ammontare del trattamento pensionistico quale dovrà essere
determinato dall’Inps sulla base di “un
prospetto dati” che nelle prossime settimane l’ufficio scolastico territoriale
competente trasmetterà all’istituto di
previdenza. Nel prospetto dati verranno riportati tutti gli elementi giuridici,
retributivi e contributivi presenti nel
fascicolo dell’interessato. Copia del
suddetto prospetto verrà inviato anche
al docente o personale Ata ciascuno dei
quali potrà immediatamente fare rilevare eventuali incongruenze o errori.
L’ammontare della pensione,
come determinato dell’istituto di
previdenza guidato da Tito Boeri,
sarà invece loro comunicato mediante un atto formale che l’Inps invierà
per posta. Dal momento di ricevimento dell’atto l’interessato avrà trenta giorni di tempo per impugnare il
provvedimento qualora riterrà che la
determina dell’istituto di previdenza
non corrisponda ai contributi versati
e agli anni di servizio.
In assenza dell’atto formale il docente o il personale Ata potrà venire a
conoscenza dell’ammontare della sua
pensione solo al momento della riscossione della rate di settembre 2015. In
tal caso, non infrequente, scatterebbe
il termine per la presentazione del
ricorso che va inoltrato a Roma, sede
centrale dell’istituto di previdenza.
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Martedì 2
28 Aprile 2015
A Z I E N DA S C U O L A
41
Le novità del piano 2014/20120: +40% di risorse per alternanza, dispersione, adulti
Pon, i fondi europei in tutta Italia
Utilizzabili dalle 8.700 scuole e non solo dalle regioni del Sud
di sviluppo regionale) e del Fes
(Fondo sociale europeo) con un
lternanza scuola-lavo- incremento di risorse del 40%
ro, formazione profes- rispetto alla programmazione
sionale dei docenti, at- precedente e che, per la prima
tività laboratoriali. E volta, non si rivolge solo alle
poi promozione delle eccellen- regioni in via di sviluppo del
ze, potenziamento delle com- Paese, le 4 regioni convergenza
petenze chiave, contrasto alla del Sud, ma a tutto il territorio
dispersione scolastica. Ancora, nazionale. Estendendo così i
potenziamento delle dotazioni beneficiari alle 8.730 istituziotecnologiche e degli ambien- ni scolastiche di ogni ordine e
ti di apprendimento. Infine, grado, incluse le scuole dell’infanzia.
sviluppo dei
fa
Ingenti
Cpia (Centri
le
per l’istruziol risorse
Particolare rilevanza
europei
ne degli adulassumeranno le azioche
i Pon
c
ti) e rafforzane di sostegno delle
attribuiscomento delle
a
scuole nel migliorano
competenze
n al Miur
mento
delle
capacità
per
degli adulp i 4 assi
di autovalutazione e
d’interventi. Queste le
d
to:
azioni messe
to 3 miliarvalutazione in linea
di
in campo dad 19milioni
con il Regolamento sul
300mila
gli oltre 3 miSistema
nazionale
di
euro, deliardi di fondi
valutazione
stinati
per
europei con il
s
il 70% alle
Piano operaregioni
tivo nazionale (Pon) 2014-2020
4-2020 «Per la meno sviluppate (Calabria,
Scuola-Competenze e ambien- Campania, Sicilia, Puglia e
ti per l’apprendimento», che il Basilicata), per il 23,6% alle
Miur descrive in una circolare regioni sviluppate (Valle d’aaoperativa inviata il 15 aprile oista, Piemonte, Liguria, Lomalle scuole per metterle in con- bardia, Veneto, Trentino Alto
dizioni di conoscere le oppor- Adige, Friuli Venezia Giulia,
Emilia Romagna, Toscana,
tunità offerte dal Pon.
Un programma plurifon- Marche, Umbria e Lazio e per
do, che unisce gli stanzia- il 6,4% alle regione transitorie
menti del Fers (Fondo europeo (Abruzzo, Molise e Sardegna).
DI
EMANUELA MICUCCI
A
«Partiamo con una circolare
informativa alle scuole, ma
già nei prossimi giorni avremo
il primo bando che riguarda il
cablaggio degli istituti», spiega
il ministro dell’istruzione Stefania Giannini sottolineando che le «risorse del Pon sono
una straordinaria occasione
per qualificare ulteriormente
il sistema di istruzione».
Ogni ufficio scolastico
regionale avrà una struttura idonea e personale dedicato per garantire supporto
alle scuole e l’efficacia delle
attività programmate dalle
istituzioni che sfrutteranno le
opportunità dei fondi europei.
Nel Centro Nord si darà particolare attenzione ai fabbisogni
connessi alla forte presenza
di alunni di origine straniera
con il sostegno all’apprendimento della lingua italiana o
la formazione degli insegnati
sull’italiano L2, ma in queste
regioni l’attenzione si focalizzerà sull’apprendimento
linguistico attraverso docenti madrelingua o la mobilità
studentesca. Borse per la
frequenza di scuole estive, invece, per i docenti interessati
al Clil, inoltre rafforzamento
delle competenze in competer
science per i licei e robotica
per gli istituti tecnologici.
A stage all’estero e in
aziende innovative punta-
SCUOLE&AUTONOMIA
MATEMATICA E STATISTICA IN TESTA
Ripetizioni on line
per 7 studenti su 100
Frequentare lezioni private interattive? Piace sempre di
più agli studenti.
Dai risultati di una ricerca condotta da Docsity, il
network di siti che offre servizi didattici on line per gli
studenti, su 2000 universitari di tutta Italia è emerso che
sta crescendo la domanda delle ripetizioni e dei servizi
on line. In Italia il mercato, in fase di espansione, vede il
7% degli studenti che utilizzano le ripetizioni on line con
il 100% di soddisfazione. Al primo posto i tutor più
richiesti per le lezioni private sono quelli di matematica
e statistica (30%) seguiti da quelli di diritto (18%).
Il 57% dei tutor è laureato, il 28% sono professori liceali
o universitari e infine il 10% hanno un titolo di dottorato. La scelta del tutor avviene spesso sulle referenze date
da amici e compagni con il 44%, mentre risulta meno
rilevante l’appartenenza alla stessa facoltà o università,
criterio di scelta valido per il 22% del campione.
Michela Dei
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no i percorsi di alternanza
scuola-lavoro. Non mancano
azioni di sistema per lo sviluppo e il coordinamento degli Its e dei poli tecnici professionali. Sul fronte edilizia
scolastica il Pon interverrà
nelle sole regioni meno sviluppate, mentre nel Centro
Nord si potranno utilizzare i
programmi regionali. Particolare rilevanza assumeranno
le azione di sostegno delle
scuole nel miglioramento
delle capacità di autovalutazione e valutazione in linea
con il Regolamento sul Sistema nazionale di valutazione.
Del resto, proprio la metodologia di intervento del Pon
per la singola scuola prevede
la predisposizione di un piano
integrato di intervento come
piano di miglioramento sulla
base di un’autodiagnosi.
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IL PUNTO DEBOLE DELLA RIFORMA DEL GOVERNO
La versione di Einstein
formato multimediale
La teoria di Einstein in versione multimediale con la
nuova applicazione della casa editrice Zanichelli
«Relativapp» un programma multimediale e interattivo per computer e tablet, che spiega con immagini e
suoni i fondamenti della relatività speciale e generale
di Einstein con una sezione completamente dedicata
agli insegnanti. Attraverso l’app, disponibile sul sito
Zanichelli, gli insegnanti possono consultare gratuitamente le risorse a disposizione per la propria area
d’insegnamento. Hanno accesso a «idee per insegnare» riservate ai soli docenti come: verifiche, soluzioni
degli esercizi dei libri, presentazioni in PowerPoint,
materiale supplementare.
Possono essere creare e gestire le classi virtuali che
collegano l’insegnante con gli studenti tramite un
invito o un codice di classe e usufruire del registro di
classe e delle chat utili al docente per comunicare con
gli allievi. L’iscrizione dello studente ad una classe
virtuale avviene tramite la registrazione in myZanichelli e l’invito o la ricezione del codice di classe da
parte dell’insegnante. Gli studenti avranno la
possibilità di affrontare alcuni quesiti interattivi per
allenarsi con correzione automatica degli errori che
potranno svolgere nella sezione «test». È possibile per
i docenti un periodo di sostituzione tramite il supplente a cui verrà affidata la gestione della classe nel
periodo di sua assenza. L’iscrizione è rivolta anche ai
docenti che insegnano all’estero.
Info: http://online.scuola.zanichelli.it/relativita/
demo/
Michela Dei
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I progetti possono essere segnalati all’indirizzo:
[email protected]
Open data a scuola, facile a dirsi
Ma devono essere pagate le licenze
I
DI
GIOVANNI SCANCARELLO
dati della scuola valgono come l’oro. Come
l’oro ci sono diversi gradi di purezza del
dato aperto (open data). Si oscilla in una
scala che va da una a 5 stelle. I dati aperti
della scuola valgono 5 stelle. Era stato l’ex ministro Francesco Profumo a sostenere che la
massa critica dei dati dei milioni di cittadini
interessati al mondo della scuola costituisce il
sentiero principale di uscita dalla crisi economica e occupazionale del Paese.
L’open data è entrato nella riforma
della scuola con il ddl in discussione in parlamento che gli dedica un intero articolo, il
quattordicesimo. In esso si legge che il ministero dell’istruzione garantisce stabilmente l’accesso e la riutilizzabilità dei dati pubblici del
sistema nazionale di istruzione e formazione,
pubblicando in formato aperto i dati relativi ai
bilanci, alla valutazione, all’edilizia scolastica,
ai contratti di lavoro, ai Pof, alle tecnologie, i
materiali e le opere autoprodotte dalle scuole,
oltre che i curricula di studenti e docenti.
Dal vademecum sull’e-government
pubblicato sul sito della Funzione pubblica
si legge che «la disponibilità dei dati delle pubbliche amministrazioni è ormai espressamente preordinata alla riutilizzazione dei dati.
Si tratta di un concetto introdotto nel nostro
ordinamento dalla Direttiva 2003/98/CE del
17 novembre 2003 (recepita nel nostro ordinamento con il D. Lgs. n. 36/2006). La normativa
comunitaria si basa sulla considerazione che
i dati detenuti dalle Pubbliche Amministra-
zioni costituiscono una vera e propria risorsa
da sfruttare per la crescita economica e per
la creazione di posti di lavoro e, pertanto,
ne promuove il riutilizzo». Secondo la Open
Knowledge Foundation «tutti devono essere
in grado di usare, riutilizzare e ridistribuire
i dati e per questo non devono essere poste
discriminazioni di ambiti di iniziativa in riferimento a soggetti o gruppi. E anche il settore educativo sembra non poter sfuggire alla
liquidità di Internet.
Tuttavia c’è un punto debole ed è quello della proprietà intellettuale dei dati.
Sempre dal suddetto vademecum: «Nella
prassi, mutuando le categorie delle licenze
del software, si usa distinguere tra due macrotipologie di licenze anche in relazione alla
pubblicazione e diffusione di dati ed informazioni, quelle di tipo chiuso e le licenze di tipo
aperto, per cui le licenze possono distinguersi
in relazione ai diversi diritti concessi sull’ opera tutelata dal diritto d’autore ai sensi della
Legge n. 633/1941». Le licenze di tipo chiuso,
quelle che utilizzano il simbolo © per intenderci, sono la soluzione più diffusa. L’utente
potrà in questo caso limitarsi a utilizzare il
documento ma, senza consenso dell’autore,
il trattamento dovrà limitarsi alla sola consultazione.
Ecco che da “5 stelle” il dato aperto
perde di valore. Insomma, sono con nuovi
e cospicui investimenti, la trasparenza oltre
ad essere pubblica avrebbe anche finalità di
interesse pubblico.
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42
Martedì 28 Aprile 2015
A Z I E N DA S C U O L A
L’ESPERTO RISPONDE/Il caso di un docente che gode della 104 per la zia ultraottantenne
Assiste parente disabile al 100%
Il prof va escluso dagli esuberi
Se inserito nella graduatoria, non resta che la via legale
S
le condizioni fisiche e familiari nelle
quali si trova. Posso fare qualcosa per
risolvere tale problema?
Giuseppe Sardella – Trani
ono un docente di scuola media superiore di 2° grado, sono beneficiario della legge 104/92 in quanto unico
referente per l’assistenza alla propria
zia (sorella di suo padre) che è invalida al 100%, ultraottantenne. Non è
coniugata, non ha figli, i genitori sono
ovviamente deceduti, e l’unica sorella
vivente risiede a Torino mentre mio padre, suo fratello, è deceduto. Ad oggi
beneficio esclusivamente dei tre giorni
di permesso mensili, mentre in occasione della redazione delle graduatorie di
istituto per gli esuberi non ne sono stato escluso. Chiedo pertanto se è stata
legittima la mia non esclusione dalla
graduatoria. Capisco le problematiche
che l’applicazione della legge 104/92 implica, ma chiedo nel caso specifico, ove
dovessi essere trasferito in altro comune, chi potrà occuparsi di mia zia nel-
Vorrei fruire di un paio di
giorni di permesso per partecipare a un corso di formazione
organizzativo da un’associazione accreditata presso il Miur,
ma il dirigente scolastico mi ha
detto di avere delle perplessità
circa il mio diritto al permesso
perché sono precaria.
Valeria Bucciante
Foggia
La clausola negoziale di
riferimento è l’articolo 64 del
vigente contratto di lavoro, che
non fa differenze tra docenti
di ruolo e docenti precari. Tale
orientamento coincide con quello dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche
amministrazioni reso noto con
Tutti i
a materia oggetto del quesito è disciplinata dall’art. 7 del contratto collettivo
L
nazionale integrativo concernente la mobilità del personale docente per l’anno scolastico 2015/2016. Ad avviso dello scrivente
la situazione illustrata nel quesito avrebbe
dovuto comportare la sua non inclusione
nella graduatoria per l’individuazione del
perdente posto. Chieda al dirigente scolastico
di fornirle per iscritto le motivazioni della
sua non esclusione dalla graduatoria. Ottenute le motivazioni chiede ad una organizzazione sindacale di esperire il tentativo di
conciliazione. In alternativa affidi la pratica
ad un legale.
Franco Bastianini
una provvedimento del 25 maggio 2013.
Antimo Di Geronimo
Ai collaboratori
la riforma non si applica
Sono un collaboratore scolastico di ruolo in servizio in una
scuola con diversi plessi e una
sezione staccata. Si parla di attribuire al dirigente scolastico
l’esclusivo diritto di assegnare
le classi ai docenti. Ciò vale anche per il personale amministrativo ed ausiliario?
Giovanni Lucidi
Roma
Anche se fossero confermate le voci sull’attribuzione al
dirigente scolastico del diritto
esclusivo a d assegnare le classi
Martedì su ItaliaOggi
il settimanale del martedì al servizio dei professionisti
dell’istruzione: operatori didattici, presidi e insegnanti
per Lei a meno di 1€ a settimana
CON L’ABBONAMENTO UN ANNO A SOLI
43,00
Se il titolare non rientra
la supplenza è prorogata
Sono una docente precaria
collocata al secondo posto nella
graduatoria di istituto di una
scuola dove si è assentata una
collega ed è stata nominata
una docente che risulta collocata in graduatoria dopo di
me perché all’epoca io lavoravo in un’altra scuola. Da lunedì
scorso la titolare ha prolunga-
to l’assenza, ma la scuola non
mi ha interpellata, sebbene io
fossi libera, ed ha prolungato
l’incarico alla supplente che
già lavorava su quella cattedra. È corretto tutto ciò?
Mario Scebba
Palermo
L’amministrazione ha agito
correttamente. In questi casi
l’istituto di riferimento è la proroga del contratto, che consiste
in uno slittamento in avanti del
termine di scadenza del contratto in essere, motivato dall’esigenza di osservare il principio
di continuità didattica (si veda
la sentenza della Corte di cassazione, sezione lavoro, 5636 del
9 marzo 2009).
Il riferimento normativo è
costituto dall’articolo 7, comma 4, del decreto ministeriale
131/2007: «Per ragioni di continuità didattica, ove al primo
periodo di assenza del titolare
ne consegua un altro, o più altri,
senza soluzione di continuità o
interrotto solo da giorno festivo
o da giorno libero dall’insegnamento, ovvero da entrambi, la
supplenza temporanea viene
prorogata nei riguardi del medesimo supplente già in servizio,
a decorrere dal giorno successivo a quello di scadenza del
precedente contratto».
Antimo Di Geronimo
© Riproduzione riservata
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superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:
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di oltre il
Le cose stanno diversamente,
la Suprema corte ha chiarito in
via definitiva che il mutamento
del titolo del titolo dell’assenza
interrompe la fruizione del precedente congedo e fa scattare la
nuova tipologia di assenza. Si
veda la sentenza della sezione
lavoro n.1316/2913.
Carlo Forte
ai docenti, la norme non si applicherebbe al personale Ata nei
cui confronti dovrebbero, a nostro avviso, continuare a trovare
applicazione le disposizioni contenute nella nota ministeriale n.
6900 del 1° settembre 2011.
Il dirigente scolastico, si legge
tra l’altro nella nota, su richiesta degli interessati presentata
prima dell’inizio delle lezioni,
assegna il personale Ata alle
sedi associate, alle succursali e
ai plessi sulla base dei seguenti criteri:mantenimento della
continuità nella sede occupata
nell’anno scolastico in corso;
maggiore anzianità di servizio;
disponibilità del personale stesso a svolgere specifici incarichi
previsti dal contratto nazionale
di lavoro.
Franco Bastianini
Azienda Scuola
€
Mi trovo attualmente in congedo parentale e il mio bambino si è ammalato. Ho inviato
a scuola il certificato del pediatra, ma mi hanno detto che
intendono continuare a considerarmi in congedo parentale,
perché non si può fruire di un
tipo di assenza quando se si
sta fruendo di un altro tipo di
assenza. È davvero così?
Trifona Palumbo
Adelfia (BA)
30
%
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da soggetti qualificati come incaricati. Titolare del trattamento è ItaliaOggi Editori - Erinne Srl - Via Burigozzo, 5 Milano. Un elenco completo
degli eventuali soggetti terzi che collaborano con il Titolare in qualità di responsabili è a disposizione su richiesta presso la sede del Titolare.
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Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi.
SI
"
P
Permessi
i iin fformazione
i
per i precari
La malattia interrompe
il congedo parentale
NO
NO
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Martedì 28 Aprile 2015
43
Mercati
IN EDICOLA C
CON
& Finanza
Milano +1,62%. Molto bene le aste di Ctz. In netto calo lo spread Btp-Bund a 120 pb
Il Ftse Mib va, spinto da Atene
Sull’onda di voci sul cambio del piano per Bruxelles
N
on accenna a calmarsi il clima di incertezza, che da settimane grava sulle
borse per la crisi in atto tra
il governo greco e l’Unione
europea. Ieri è bastata la
voce che Atene stava rivedendo alcuni punti chiave
del suo progetto di rientro
dal debito e l’annuncio di un
rimpasto della delegazione
greca a Bruxelles, che tutti
i listini, da negativi, hanno
virato in positivo nella tarda
mattinata. Il sentiment si è
mantenuto inalterato fino
alla chiusura. Il Ftse Mib
ha chiuso a 23.806 punti,
+1,62%. Bene anche Cac 40,
+1,3%, Dax +1,93%, Ftse
100 +0,47%. A metà seduta,
a New York, dopo un avvio
in aumento, le borse hanno
perso alcune posizioni: Dow
Jones invariato, S&P 500
-0,1%, Nasdaq Composite
-0,28%.
Il ministero dell’economia
ha collocato con successo 2
mld di Ctz a 2 anni, al tasso dello 0,079%, nuovo minimo record con un bid to
cover del 2,03%. Collocati
anche 750 mln di Btpei
indicizzati al 2021, con
tasso negativo di -0,16% e
Btpei al 2024 allo 0,22%.
Lo spread Btp-Bund è sceso
in modo deciso: partito da
130 pb, con un rendimento
dell’1,44%, ha poi chiuso a
120 pb all’1,37%.
A piazza Affari, in evidenza Mediaset (+8,23%), Mediolanum (+4,63%), Azimut
(+1,7%), Saipem (+6,62%),
Salini Impregilo (+5,11%).
Vendite, invece, su Salva-
Banche
positive
Nel 2015 altre 67 aziende di Elite
Sono 67 le società che entrano quest’anno in Elite, il
programma ideato nel 2012
da Borsa italiana per accelerare la crescita delle imprese. Con i nuovi ingressi (26
dall’Italia, 16 dall’Inghilterra e 25 da altri paesi europei) salgono a 271 le società
coinvolte, oltre a 150 advisor
e 80 investitori. «Possiamo
dire che oggi Elite è un programma internazionale», ha
affermato Raffaele Jerusalmi, a.d. di Borsa italiana, in
collegamento con Milano da
Londra, dove ieri mattina
le aziende partecipanti al
progetto hanno suonato metaforicamente la campanella di avvio contrattazioni
Elite è stato creato per supportare le aziende nella realizzazione dei loro progetti di
crescita, dando loro accesso a numerose
opportunità di finanziamento, migliorando la visibilità e attrattività e affiancando il management in un percorso di
cambiamento culturale e organizzativo.
Diverse aziende neoammesse, dalla Zanzar
sistem di Taranto (leader nella produzione
di zanzariere) alla Uno Maglia di Arezzo,
tore Ferragamo (-2,49%)
e Telecom Italia (-1,94%).
Bene i bancari: Bper +3,52%,
Popolare Milano +1,9%,
Mediobanca +3,52%, Intesa
Sanpaolo +2,6% e Unicre-
hanno spiegato di puntare soprattutto ad
acquisizioni. Per il gruppo emiliano Bertazzoni, che dal 1882 produce ed esporta cucine
in 60 paesi, Elite è «una sfida culturale».
L’a.d., Paolo Bertazzoni, ha precisato che
la quotazione in borsa «al momento» non
rientra nei progetti della società. Tra le 26
società italiane ammesse quest’anno, figurano anche la brianzola Gelsia reti (che fa
capo all’omonima multiutility di Seregno) e
l’agenzia di viaggio online Yalla Yalla.
© Riproduzione riservata
dit +2,1%. Rialzi frazionali, invece, per Banca Mps
(+0,61%) e Banco popolare
(+0,91%).
Nel resto del listino, forti
aumenti per Fiera Milano
!"#$%$&'(")*+$*&',$'
-+**$'$'."!%%$',$')%$&/$0'1&/,$0'2$3)#0'4)*!"$!
."$4!'2$'.&22&/&'5!((!"!'(")*+$*)4!/*!'4!/*"!
2$'1&"4)/&'2+'6667$*)5$)&(($7$*84!"3)*$'35$33)/,&'
2+5'"$9+),"&')',!2*")'Quotazioni'Realtime
(+11,16%) e F.N.Mi (+7,89%),
per Sias (+6,7%) ed Eurotech
(+7,06%). Sull’Aim Italia è
proseguito il rally di Innovatec (+13,67%). Quanto all’euro, ha chiuso a 1,0865 dollari
e 129,46 yen, ma nel tardo
pomeriggio è salito a 1,0907
dollari. Infine, il petrolio: a
metà seduta, a New York, il
Wti segnava 56,91 dollari al
barile, contro i 64,63 dollari
del Brent a Londra.
Si prospetta un buon
primo trimestre per le
banche italiane. Se lo
aspettano gli esperti di
Exane, che in un report
affermano che i primi tre
mesi dovrebbero evidenziare dati «buoni», con
una redditività sostenuta
da solide commissioni ed
elevati guadagni legati
alla componente di trading. Il margine di interesse, invece, dovrebbe
continuare a scendere. Le
stime di eps adjusted sono
state alzate.
Gli esperti mantengono
una visione positiva sulle
popolari (outperform su
Banco popolare, Popolare Milano, Bper e Creval
e neutral su Ubi banca)
con possibile M&A che
potrebbe partire nel 2015.
Tra gli altri bancari, Exane preferisce ancora Intesa Sanpaolo a Unicredit
(entrambe neutral) mentre Banca Mps resta buy
(outperform). Alzati, infine, i target di Banca Mps
(0,62 euro, da 0,55 euro),
Bper (9,3 euro, da 8,6), Popolare Milano (0,85 euro
da 0,84) Banco popolare
(14,4 euro da 14), Creval
(1,4 euro da 1,3), Intesa
Sanpaolo (2,9 euro da
2,65), Ubi banca (6,5 euro
da 5,9) e Unicredit (6,1
euro da 5,7).
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TA S S I E VA L U T E
Cambi
Divisa
Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali
Tassi e dati macro
Valuta/
Euro
U.i.c.
prec.
Var.
ass.
Cross
su $
Ultima Prece- Variaz.
rilevazione dente assoluta
Corona Ceca
27,441
27,454
-0,0130
25,3567
Tasso ufficiale di riferimento
0,05
0,15
0,10
Corona Danese
7,4608
7,4607
0,0001
6,8941
Rendistato Bankitalia(lordi)
1,03
0,93
0,10
Corona Norvegese
8,4345
8,475
-0,0405
7,7938
Tasso Inflazione ITA
-0,10
-0,10
0,00
Corona Svedese
9,3562
9,3816
-0,0254
8,6455
Tasso Inflazione EU
-0,20
-0,40
0,20
Dollaro Australiano
1,3867
1,3884
-0,0017
1,2814
Indice HICP EU-12
119,80
117,30
2,50
Dollaro Canadese
1,3155
1,3118
0,0037
1,2156
HICP area EURO ex tobacco
117,20
115,87
1,33
Dollaro N Zelanda
1,425
1,4305
-0,0055
1,3168
Tasso annuo crescita PIL ITA
-0,50
-0,50
0,00
Dollaro USA
1,0822
1,0824
-0,0002
-
Tasso di disoccupazione ITA
13,26
11,73
1,53
Fiorino Ungherese
301,21
301,48
-0,2700 278,3312
Franco Svizzero
1,0367
1,0338
0,0029
0,9580
Rand Sudafricano
13,1046
13,1863
-0,0817
12,1092
Sterlina GB
0,7162
0,7159
0,0003
0,6618
Yen Giapponese
129,23
129,36
-0,1300 119,4142
Zloty Polacco
4,0037
4,0131
-0,0094
3,6996
LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti
rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese.
Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con
periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato
ogni mese dall’Istat.
Il primo quotidiano
finanziario italiano
Tassi Euro
E.O.N.I.A.
Scadenza
E.O.N.I.A.
Scadenza
1 sett
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
-0,043
-0,081
-0,094
-0,106
-0,115
-0,120
6 mesi
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
12 mesi
-0,124
-0,127
-0,131
-0,132
-0,134
-0,138
Preziosi e metalli
Den.
Let.
Preziosi ($ per oncia)
Oro
1176,29 1176,49
Argento
15,7 15,73
Palladio
770,2 773,5
Platino
1120,2 1123,6
Metalli ($ per tonn.)
Aluminium
1823 1822,5
Rame
6030
6025
Piombo
2064 2063,5
Nickel
13195 13190
Den.
Stagno
15850
Zinco
2245
Monete e Preziosi (quote in €)
Sterlina (v.c)
253,47
Sterlina (n.c)
258,51
Sterlina (post 74) 258,51
Marengo Italiano 196,48
Marengo Svizzero 194,42
Marengo Francese 194,08
Marengo Belga
194,08
Let.
15825
2244
284,05
297,43
297,43
219,03
215,65
213,45
213,46
Euribor
Irs
Euribor
Scadenza
Int. Rate Swap (Euro)
Scad. Denaro
Lettera
1 Sett.
2 Sett.
1M
2M
3M
6M
9M
12 M
Fonte: EMMI
-0,082
-0,072
-0,034
-0,016
-0,001
0,066
0,115
0,172
Valori al 24/04/2015
Btp
Btp
Scadenza
Rendimento
2Yr BTP
3Yr BTP
5Yr BTP
10Yr BTP
30Yr BTP
0,154
0,234
0,548
1,359
2,326
1 anno
0,041
0,081
2 anni
0,046
0,086
3 anni
0,080
0,120
4 anni
0,133
0,173
5 anni
0,192
0,232
6 anni
0,252
0,292
7 anni
0,316
0,356
8 anni
0,378
0,418
9 anni
0,436
0,476
10 anni
0,486
0,526
12 anni
0,572
0,612
15 anni
0,664
0,704
20 anni
0,746
0,786
25 anni
0,772
0,812
30 anni
0,790
0,830
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
DIPARTIMENTO PER L’ENERGIA
Direzione Generale per la sicurezza dell’approvvigionamento
e le infrastrutture energetiche • Divisione VI
Determinazione conclusiva del procedimento per l’esame dell’istanza di proroga del termine di fine lavori di cui all’articolo 6 del Decreto Direttoriale 14 marzo 2012, di autorizzazione
alla costruzione con accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità del metanodotto “Paliano-Busso”,
richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A.
PREMESSO che la Società Gasdotti Italia S.p.A. (SGI), operante nel settore del trasporto e dispacciamento di idrocarburi liquidi e gassosi, con D.M. 14 marzo 2012 è stata autorizzata alla costruzione ed esercizio del metanodotto di 1a specie DN500 (Ø20”) denominato “PALIANO (FR) – BUSSO
(CB)” ai sensi dell’art. 52-quinquies, comma 2, del D.P.R. n.
327 del 2001, come modificato ed integrato dal D.Lgs. n. 330
del 2004, al fine di potenziare il sistema di trasporto “ReteSud” di proprietà S.G.I., attualmente costituito dalla dorsale
principale in alta pressione DN 14” “Larino-Colleferro”, che
si estende per circa 215 km;
- il nuovo metanodotto interessa gli ambiti territoriali delle
regioni Lazio, Campania e Molise rispettivamente per una
lunghezza di 99 km nel Lazio, di 6 km in Campania e di 65
km in Molise;
- il progetto prevede inoltre la realizzazione di opportune
derivazioni per il collegamento reciproco delle due linee e
delle utenze allacciate lungo il percorso, come meglio precisato nelle relazioni tecniche allegate alla documentazione
progettuale presentata;
CONSIDERATO che la Società Gasdotti Italia S.p.A. ha presentato istanza motivata di richiesta di proroga del termine di
fine lavori previsto all’articolo 6 del Decreto Direttoriale di
autorizzazione del 14 marzo 2012;
RITENUTO che le motivazioni a supporto dell’istanza sono
state che:
- il rilascio delle autorizzazioni, nulla osta e/o concessioni,
come stabilito dalle prescrizioni previste nei pareri espressi
dagli Enti e/o Amministrazioni interessati, le cui richieste
sono state avviate dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. contestualmente all’avvio dei lavori di costruzione dell’opera, a
causa degli approfondimenti tecnico-procedimentali e delle
indagini geognostiche e ambientali nel contempo richiesti e
prescritti, si è protratto nel tempo per motivi non imputabili
alla società stessa, procurando un rallentamento ai lavori di
costruzione dell’opera già appaltata;
- le attività di indagine preliminare propedeutiche all’approntamento dei cantieri e al successivo avanzamento dei lavori
hanno subìto ritardi a causa delle prescritte azioni di archeologia preventiva, in ottemperanza al D.Lgs. 163/2006 art. 96,
comma 1, lett. a) e b), e in particolare di sorveglianza e scavo
stratigrafico in fase di esecuzione delle opere di posa del
metanodotto, visti i notevoli ed ingenti ritrovamenti rinvenuti, inizialmente non preventivabili e che hanno comportato
lunghe campagne di indagine;
- le avverse condizioni meteorologiche nei primi 6 mesi di
lavoro e nel corso dell’inverno 2013, con livelli di piovosità
eccezionali nel molisano, hanno provocato sospensioni e rallentamenti nell’esecuzione dei lavori, i quali sono attualmente ancora in corso per il completamento delle restanti tratte
del metanodotto stesso.
CONSIDERATO che, con nota prot. 366 del 9 gennaio 2015,
questo Ministero ha richiesto l’acquisizione dei pareri di
competenza e le deliberazioni previste dalla normativa alle
Regioni interessate dal procedimento;
VISTA la nota prot. n. 31697/2015 del 19 marzo 2015 con la
quale la Regione Molise – Direzione Generale – Servizio
Programmazione Politiche Energetiche – ha espresso parere
favorevole per la concessione della proroga al termine dei
lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A.
VISTA la nota prot. 154324 del 19 marzo 2015 con la quale
la Regione Lazio – Direzione Regionale Infrastrutture,
Ambiente e Politiche Abitative – Area Conservazione Qualità
dell’Ambiente e Valutazione Impatto Ambientale – Ufficio
V.I.A. – ha espresso il proprio nulla osta alla concessione
della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla
Società Gasdotti Italia S.p.A.
VISTA la nota prot. 2015.0198525 del 23 marzo 2015 con la
quale la Giunta Regionale della Campania – Direzione
Generale per l’Ambiente e l’Ecosistema – UOD Valutazioni
ambientali – ha espresso il proprio nulla osta alla concessione della proroga al termine dei lavori, così come richiesto
dalla Società Gasdotti Italia S.p.A.
VALUTATE le specifiche motivazioni a sostegno della
richiesta, da ritenersi fondate in quanto i ritardi non sono
imputabili alla società istante, e tenuto conto dei pareri positivamente espressi dagli Enti interessati;
DETERMINA
Il procedimento, avviato a seguito di istanza della Società
Gasdotti Italia S.p.A. del 15 dicembre 2014, acquisita al prot.
n. 24506 del 16 dicembre 2014, con la quale è stata chiesta la
proroga del termine di fine dei lavori, previsto dall’art. 6 del
D.M. di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del
metanodotto denominato “Paliano-Busso”, fino al 14 marzo
2017 e cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli altri
effetti del D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio
e della pubblica utilità, fatto salvo il termine di validità di cui
all’art. 26 del D.Lgs. n. 152/2006 per la Valutazione di
Impatto Ambientale, si è concluso positivamente.
Sussistono pertanto tutti i presupposti per l’emanazione del
provvedimento di concessione di proroga del termine di fine
dei lavori di cui all’articolo 6 del D.M. 14 marzo 2012 di
autorizzazione alla costruzione ed esercizio del metanodotto
denominato “Paliano-Busso”, i lavori di costruzione del
metanodotto dovranno concludersi entro il 14 marzo 2017 e
cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli effetti del
D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di
durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della
pubblica utilità, fatto salvo il termine di validità di cui all’art.
26 del D.Lgs. n. 152/2006 per la Valutazione di Impatto
Ambientale.
Roma, 27/03/2015
Il Dirigente
(dott.ssa Concetta Cecere)
DIPARTIMENTO PER L’ENERGIA
Direzione Generale per la sicurezza dell’approvvigionamento
e le infrastrutture energetiche
Il Direttore Generale
VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni e integrazioni, recante disposizioni sulla procedura di
semplificazione dei procedimenti amministrativi.
VISTO il D.Lgs. 23 maggio 2000, n. 164.
VISTO il D.M. 22 dicembre 2000 del Ministero delle Attività
Produttive, già Ministero dell’Industria, del Commercio e
dell’Artigianato ora Ministero dello Sviluppo Economico
concernente l’individuazione e l’aggiornamento della Rete
Nazionale Gasdotti ai sensi dell’art.9 del D.Lgs. 23 maggio
2000, n. 164 e i successivi decreti di aggiornamento, l’ultimo
dei quali emanato in data 21 ottobre 2010.
VISTO il D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, concernente “Norme
generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
Amministrazioni Pubbliche”.
VISTI gli artt. 52 bis, 52 ter, 52 quater e 52 quinquies del
D.Lgs. 27 dicembre 2004, n. 330, recante norme integrative
del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327. Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione
per pubblica utilità, in seguito denominato “Testo Unico”.
VISTO l’art. 26, comma 6, del Decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152
VISTA la favorevole pronuncia di compatibilità ambientale
rilasciata dalla regione Molise nella riunione del Comitato
Tecnico V.I.A. del 12 aprile 2011.
VISTA la favorevole pronuncia di compatibilità ambientale
rilasciata dall’Assessorato all’Ambiente e Sviluppo
Sostenibile della Regione Lazio il 20 aprile 2011, individuato come l’autorità competente in materia di V.I.A.
VISTA la favorevole pronuncia di compatibilità ambientale
rilasciata dalla Giunta Regionale della Campania con Decreto
Dirigenziale n. 350 del 20 maggio 2011.
VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 454 del 14
giugno 2011 Regione Molise – Assessorato all’Ambiente –
Direzione Generale VI – Servizio Conservazione della
Natura e V.I.A. – Giudizio di compatibilità ambientale – di
intesa con le Regioni Campania e Lazio
VISTO il decreto 14 marzo 2012 con il quale il Ministero
dello Sviluppo Economico ha rilasciato l’autorizzazione alla
costruzione e all’esercizio del metanodotto denominato
“Paliano-Busso”.
VISTA l’istanza della Società Gasdotti Italia S.p.A. del 15
dicembre 2014, acquisita al prot. n. 24506 del 16 dicembre
2014, con la quale chiede motivatamente la proroga del termine di ultimazione dei lavori fissato dall’art. 6 del D.M. di
autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso” fino al 14 marzo 2017 e cioè
fino alla data di cessazione di efficacia degli altri effetti del
D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di
durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della
pubblica utilità.
VISTA la nota prot. 31697/2015 del 19 marzo 2015 con la
quale la Regione Molise – Direzione Generale – Servizio
Programmazione Politiche Energetiche – ha espresso parere
favorevole per la concessione della proroga al termine dei
lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A.
VISTA la nota prot. 154324 del 19 marzo 2015 con la quale
la Regione Lazio – Direzione Regionale Infrastrutture,
Ambiente e Politiche Abitative – Area Conservazione Qualità
dell’Ambiente e Valutazione Impatto Ambientale – Ufficio
V.I.A. – ha espresso il proprio nulla osta alla concessione
della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla
Società Gasdotti Italia S.p.A.
CONSIDERATO che:
- con D.M. del 14 marzo 2012 questo ministero ha autorizzato, ai sensi degli artt. 52 bis, 52 ter, 52 quater e 52 quinquies
del D.Lgs. 27 dicembre 2004, n. 330, recante norme integrative del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, Testo Unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione, la costruzione e l’esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso”, con approvazione del progetto definitivo, accertamento della conformità agli strumenti urbanistici vigenti, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione della pubblica utilità dell’opera suddetta,
per la durata di anni cinque dalla data del presente decreto,
riconoscendone altresì l’urgenza e l’indifferibilità;
- l’art. 6 del predetto decreto sancisce che i lavori di costruzione del metanodotto dovranno iniziare e concludersi rispettivamente entro i termini di anni uno e tre dalla data del provvedimento di autorizzazione;
RITENUTO che:
- il rilascio delle autorizzazioni, nulla osta e/o concessioni,
come stabilito dalle prescrizioni previste nei pareri espressi
dagli Enti e/o Amministrazioni interessati, le cui richieste
sono state avviate dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. contestualmente all’avvio dei lavori di costruzione dell’opera, a
causa degli approfondimenti tecnico-procedimentali e delle
indagini geognostiche e ambientali nel contempo richiesti e
prescritti, si è protratto nel tempo per motivi non imputabili
alla società stessa, procurando un rallentamento ai lavori di
costruzione dell’opera già appaltata;
- le attività di indagine preliminare propedeutiche all’approntamento dei cantieri e al successivo avanzamento dei lavori
hanno subìto ritardi a causa delle prescritte azioni di archeologia preventiva, in ottemperanza al D.Lgs. 163/2006 art. 96,
comma 1, lett. a) e b), e in particolare di sorveglianza e scavo
stratigrafico in fase di esecuzione delle opere di posa del
metanodotto, visti i notevoli ed ingenti ritrovamenti rinvenuti, inizialmente non preventivabili e che hanno comportato
lunghe campagne di indagine;
- le avverse condizioni meteorologiche nei primi 6 mesi di
lavoro e nel corso dell’inverno 2013, con livelli di piovosità
eccezionali nel molisano, hanno provocato sospensioni e rallentamenti nell’esecuzione dei lavori, i quali sono attualmente ancora in corso per il completamento delle restanti tratte
del metanodotto stesso.
VALUTATE le specifiche motivazioni a sostegno della
richiesta, da ritenersi fondate in quanto i ritardi non sono
imputabili alla società istante, e tenuto conto dei pareri positivamente espressi dagli Enti interessati;
VISTA la determina dirigenziale del 27 marzo 2015 con la
quale il procedimento si è chiuso positivamente.
DECRETA
Art. 1 A modifica dell’art. 6 del D.M. 14 marzo 2012 di
autorizzazione alla costruzione ed esercizio del metanodotto
denominato “Paliano-Busso”, i lavori di costruzione del
metanodotto dovranno concludersi entro il 14 marzo 2017 e
cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli altri effetti
del D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di
durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della
pubblica utilità, fatto salvo il termine di validità di cui all’art.
26 del D.Lgs. 152/2006 per la Valutazione di Impatto
Ambientale.
Art. 2 La Società Gasdotti Italia S.p.A. provvederà alla pubblicazione all’albo pretorio dei comuni interessati dall’opera,
nonché alla sua notificazione del presente decreto agli interessati e ditte proprietarie dei terreni inerenti il tracciato del
progetto e sottoposti all’apposizione del vincolo all’esproprio, ai sensi del D.P.R. 327/01 e della legge 241/90 e s.m.i.
Art. 3 Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso al T.A.R. competente oppure ricorso straordinario al
Presidente della Repubblica. I termini di proponibilità del
ricorso, decorrenti dalla data di pubblicazione, e/o notificazione, e/o comunicazione agli interessati, sono di giorni 60
per il ricorso al T.A.R. e di giorni 120 per il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Roma, 31/03/2015
IL DIRETTORE GENERALE
(Ing. Gilberto Dialuce)
METANODOTTO BUSSO PALIANO
D.P.R. 8 GIUGNO 2001 n. 327 COME MODIFICATO ED
INTEGRATO DAL D.LGS. 27 DICEMBRE 2004 n. 330
ELENCO DELLE AREE INTERESSATE DAL
VINCOLO PREORDINATO ALL’ESPROPRIO
(terreni soggetti ad imposizione di servitù)
REGIONE CAMPANIA
PROVINCIA DI CASERTA
COMUNE DI SAN PIETRO INFINE
Fg. 5 P.lle 88, 87, 76, 102, 58, 57, 56, 55, 53, 54, 124, 48. Fg.
6 P.lle 188. Fg. 7 P.lle 323, 5017, 45, 37, 5060, 5062, 227,
230, 31, 232, 32, 210, 264, 26, 25, 265AA, 265/AB,7, 2, 206,
3, 1. 42. Fg. 8 P.lle 44, 83, 842, 67, 839, 71, 69, 68, 44, 518,
70, 43, 305, 306, 296, 295, 292, 893, 880, 893, 867, 863, 863,
861, 897, 286, 890, 883, 849, 595, 5021, 186, 884, 881, 846,
882, 287, 868, 836, 810, 5033, 5031, 5032, 5049, 5043, 850,
185, 257, 444, 843, 841, 838, 66, 65, 64, 63, 811, 631, 5239,
5238, 15, 577, 701, 702, 510, 12, 11, 840, 447, 866, 289, 670,
300, 709, 5041, 5050, 550, 415. Fg. 9 P.lle 337, 339, 338,
334, 732, 333, 331, 332, 731, 562, 561, 330, 317, 385, 386,
380, 358, 518, 517, 516, 377, 512, 500, 376, 729, 730, 509,
429, 565, 359, 5128, 5131, 5129, 5130, 613, 614, 615, 354,
537, 345, 497, 496, 498, 628, 627, 344, 423, 421, 363, 352,
536, 693, 694, 5140, 5150, 5155.
REGIONE LAZIO
PROVINCIA DI FROSINONE
COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO
Fg. 11 P.lle 323, 327. Fg. 13 P.lle 141, 142, 894, 253, 181,
973, 942, 179, 144, 178, 950, 985, 146, 147, 243, 148, 149,
231, 317, 311, 312. Fg. 14 P.lle 152, 344, 114, 154, 53, 203,
68, 215/AA, 215/AB, 231, 67, 66, 168/AA, 168/AB, 331,
126, 450, 64, 153, 115, 305, 347, 555, 553, 344, 305, 112.
Fg. 15 P.lle 108, 145, 451, 452, 180, 237/AA, 237/AB,
92/AA, 92/AB, 63, 400, 397, 392, 197, 457, 456, 455,
454/AA, 454/AB, 568, 567, 373, 2. Fg. 16 P.lle 67, 41, 40,
39, 150, 38, 126, 123, 125, 91, 122, 90, 119, 62, 234, 235,
197, 196, 235, 192, 51, 99, 98, 90, 100/AA, 100/AB, 33, 34,
36, 35, 246, 245, 243, 298ex278, 244, 29, 143, 306, 305. Fg.
17 P.lle 378, 45, 48, 158, 281, 282, 277, 278, 285, 264, 262,
260, 129, 44, 75, 76, 69, 130, 74, 122, 172, 383, 384, 167,
166, 97, 165, 164, 166, 96, , 95, 168, 100, 184, 101, 112, 114,
106, 21, 104/AA, 104/AB, 113, 108, 153.
COMUNE DI CERVARO
Fg. 36 P.lle 247, 246/AA, 246/AB, 245, 148, 403, 402, 400,
401, 146, 223, 227, 509, 510, 503, 145, 228, 222, 580, 142,
226, 315, 229, 442, 440, 230, 441, 231, 379. Fg. 37 P.lle 246,
842, 889, 542, 591, 455, 617, 616, 610, 609, 138, 465, 461,
432, 354, 64, 462, 463, 464, 59, 225, 235, 468, 20, 14, 55, 54,
65, 411, 409, 407, 31, 427, 211, 210, 17, 30, 32, 263, 328/AA,
328/AB, 161, 484, 483, 12, 164, 458, 21, 275, 337, 336, 335,
382, 383, 24, 169, 415, 416, 166, 433, 167, 262, 163, 168,
233, 207, 344, 343, 196, 339, 340, 341, 342, 501, 66, 284,
896, 894, 592, 784, 785, 797, 796, 750, 751, 593, 782, 606,
901, 414, 170. Fg. 38 P.lle 20, 18, 657, 1072, 332, , 972, 963,
963, 958, 950, 948, 936, 565, 650, 645, 704, 649, 648, 644,
566, 564, 37, 375, 374, 926, 622, 930, 981, 928, 924, 578, 26,
973, 983, 945, 944, 980, 961, 968, 960, 11, 969, 970, 965,
967, 566, 932, 978, 962.
COMUNE DI CASSINO
Fg. 41 P.lle 814, 818, 815, 616, 931, 686, 688, 684. Fg. 42
P.lle 1060,1059. Fg. 48 P.lla 949. Fg. 52 P.lle 155, 182, 589,
426. Fg. 54 P.lla 777. Fg. 59 P.lle 115, 116, 64, 19, 87, 89.
Fg. 61 P.lle 71, 319, 36, 157, 44, 315, 314, 28, 27, 206, 117,
123, 39, 114, 109, 108, 70, 137, 78, 100, 135, 98, 79, 81, 97,
300, 15, 121, 118, 204, 207, 208, 209, 210, 126, 120/AA,
120/AB, 116, 134, 115, 326, 325, 80, 322, 318, 317, 316, 390.
Fg. 62 P.lle 316, 312/AA, 312/AB, 83, 77, 305, 148, 160,
354, 355, 311, 310, 306, 349, 353, 356, 42, 425, 423, 143,
161, 422, 420, 418, 416, 414, 412, 421, 419, 417, 490, 489,
25, 446, 520, 527, 512, 511, 144, 526, 528, 519, 521, 547,
541, 538, 549, 548, 542, 539. Fg. 64 P.lle 82, 27, 96/AA,
96/AB, 222, 309, 221, 157, 1. Fg.67 P.lle 210/AA, 210/AB,
208/AA, 208/AB, 209/AA, 209/AB, 297, 206, 414, 205, 106,
279, 111, 582, 583, 171, 92, 581, 579, 577, 576, 574, 575,
572, 573, 677, 676, 554, 113, 112, 223, 360, 126, 86, 250,
249, 626, 627, 403, 628, 622, 620, 621, 233, 234, 124, 624,
625, 727, 1, 119, 120, 121, 122, 123, 445, 629. Fg. 73 P.lle
195, 605, 191, 190, 27, 171, 9, 363, 148, 365, 414, 187, 326,
749, 413, 184, 19, 325, 612, 610, 745, 394, 147, 311, 312,
397, 396, 395, 146, 372, 145, 761, 763, 753. Fg. 74 P.lle 573,
571, 569, 564, 135, 561, 559, 557, 555, 553, 552, 548, 549,
550, 546, 544, 545, 604, 543, 538, 537, 606, 536, 608, 534,
610, 533, 612, 532, 614, 531, 616, 626, 172, 14, 12, 560, 558,
556, 554, 9, 311, 312, 142, 143, 126, 355, 129, 144, 374, 375,
295, 138, 437, 235, 27, 609, 611, 178, 22, 613, 304, 615, 631,
632, 625, 627, 33/AA, 33/AB, 551, 547, 608. Fg. 68 P.lle
511, 140, 138, 139, 474, 607, 1476, 882, 470, 907, 1403, 197,
1389, 1413, 778, 776, 500, 693, 695, 694, 692, 1421, 1419,
505, 502, 501, 777, 305, 775, 774, 504, 503, 1200, 1201,
1204, 1202, 1203, 1206, 1208, 1299, 1207, 1198, 1196, 1195,
1194, 1193, 1192, 1191, 1190, 1167, 1159, 1166, 1158, 1165,
1155, 1134, 1136, 1132, 1133, 1135, 1128, 1129, 1130, 1131,
1652, 1640, 1611, 1612, 1651, 1697, 1639, 184, 185, 186,
1764, 183, 279, 405, 707, 708, 709, 642/AA, 642/AB, 785,
643, 750, 749, 748/AA, 748/AB, 192, 190, 1039, 784, 528,
527, 526/AA, 526/AB, 525, 220/AA, 220/AB, 1481, 678,
276, 524, 523, 781, 217, 215, 529, 654, 653, 681, 656, 657,
274, 273, 602, 601, 366, 309/AA, 309/AB, 422, 365, 364,
308, 246, 882, 307, 701, 703, 306, 303, 536, 537, 817/AA,
817/AB, 359, 360, 357, 793, 353, 386, 362, 797, 794, 826,
387, 388/AA, 388/AB, 798/AA, 798/AB, 390, 385, 743, 744,
577/AA, 577/AB, 1430, 1428, 1432, 1424, 1423, 195, 202,
181, 1679, 1205, 1641, 1693, 1678, 1427. Fg. 55 P.lle 53, 52,
51/AA, 51/AB, 339, 338, 285, 46, 276, 272, 274, 306,
37/AA, 37/AB, 89, 181, 1, 10, 166, 320, 148. Fg. 56 P.lle 35,
37, 21, 22, 26. Fg. 57 P.lle 97, 162, 163, 134, 57, 55, 234, 54,
169, 168, 89, 88, 85, 93, 232, 94, 231, 233, 90/AA , 30/AB,
70, 173, 167, 82, 87, 73/AA, 73/AB, 73/AC, 42, 79, 74, 75,
179, 34, 99, 207, 13, 114, 146, 115, 325, 12, 8/AA, 8/AB, 9,
233, 81.
COMUNE DI PIGNATARO INTERAMNA
Fg. 2 P.lle 19, 18, 21, 20, 22, 125, 159, 11, 158, 13, 12, 9, 8,
10, 84, 136, 137, 7, 211, 212, 200, 201, 204, 190, 115, 199,
202, 203, 292, 189, 188, 116, 250, 248, 366, 365, 249, 114, 6.
COMUNE DI VILLA S. LUCIA
Fg. 17 P.lla 599. Fg. 18 P.lle 702, 701, 703, 700, 698, 699,
695, 693, 49, 359, 284, 52, 320, 542, 697, 847, 704, 541.
Fg.19 P.lle 600, 601, 294, 216, 159, 201, 46, 153, 45, 377,
42/AA, 42/AB, 41/AA, 41/AB, 44, 231, 152/AA, 152/AB,
47, 43, 40, 245, 244, 454, 452, 444, 209, 184, 272, 269, 271,
268, 341, 340, 339, 613, 611, 609, 607, 265, 266, 314, 26,
179, 316, 180/AA, 180/AB, 25/AA, 25/AB, 277/AA,
277/AB, 333/AA, 333/AB, 334, 24, 160.
COMUNE DI PIEDIMONTE SAN GERMANO
Fg. 13 P.lla 570. Fg.14 P.lle 94, 41, 505, 504, 239, 106, 34,
461, 576, 580, 482,123,136. Fg. 15 P.lle 778, 776, 142, 200,
175, 576, 573, 491, 502, 582, 579, 570, 567, 564, 561, 47,
513, 542, 526, 525, 534, 512. Fg.16 P.lle 866, 243/AA,
243/AB, 309, 1174, 1176, 213, 23, 690, 226/AA, 226/AB,
227, 1247, 826, 824, 698, 686, 683, 680, 677, 674, 126, 671,
668, 665, 662, 646, 647, 645, 643, 642, 641, 644, 640, 628,
1245, 127, 304, 831. Fg. 21 P.lla 105.
COMUNE DI AQUINO
Fg. 18 P.lle 19, 179, 35, 36, 249, 250, 213, 63, 62, 61, 60,
168, 59, 58, 56, 55, 170, 140, 139, 138, 180, 54, 57, 113, 181,
43, 44, 46, 45. Fg. 19 P.lle 905, 743, 741, 704, 705, 740, 692,
696, 734, 731, 530/AA, 530/AB, 708/AA, 708/AB, 465, 517,
268, 872, 368, 267, 703, 688, 693, 697, 339, 101, 103, 104,
102, 215, 216, 219, 220, 105, 107, 82, 89, 90, 88, 94, 83, 355,
356, 374, 84, 199, 200, 240, 213, 85, 362, 170, 50, 243, 46,
37, 48, 45, 34, 33, 739, 906, 904, 760, 691, 748, 1021, 1022,
1018, 1019, 1017, 47, 1008, 1005, 1003. Fg. 11 P.lle 325,
324, 80, 137, 82, 152, 77, 79, 103, 78, 112, 311, 310, 309,
308, 186, 209, 76. Fg. 14 P.lle 303, 104, 47, 167, 103, 166,
46, 45, 44, 43. Fg. 03 P.lle 316, 315, 317, 92, 94, 314,
191598, 176, 311, 312, 379, 378, 377, 376, 175, 546, 547,
310, 196, 195, 194, 193, 198, 382. Fg. 09 P.lle 281, 280/AA,
280/AB, 277/AA, 277/AB, 455, 16, 358, 359, 360, 357, 427,
355, 359, 361, 356, 349, 283. Fg.10 P.lle 186, 136, 135, 134,
133, 132, 105, 103, 241, 102, 101, 85, 223, 80, 79, 78, 72,
231, 62, 57, 230, 232, 239, 410, 240, 408, 49, 45, 490, 494,
493, 492, 495, 39.
COMUNE DI CASTROCIELO
Fg. 15 P.lle 637, 372, 742, 741, 739, 740. Fg. 16 P.lle 308,
310, 29. Fg. 25 P.lla 133. Fg. 26 P.lle 190, 181, 188, 156.
Fg. 28 P.lle 312, 340, 188. Fg.30 P.lle 577, 264, 262, 94, 248,
249, 20, 299, 293, 296, 376, 96, 522, 62, 95, 250, 23, 24, 58,
224, 225, 301, 66, 297, 303, 61, 63, 106, 197, 59, 64, 196,
195, 151, 347, 57, 215. Fg. 31 P.lle 677, 345, 346 urb, 388,
389, 352, 68, 251, 250, 379, 480, 46, 49/AA, 49/AB, 646,
231, 99, 737, 19, 133, 137, 114, 138, 167, 23, 24, 8, 255, 254,
328, 256, 164, 292, 293, 140, 141, 704, 705, 706, 707, 766,
767, 769, 770, 757, 749, 806, 773. Fg. 32 P.lle 58, 544, 547,
69, 204, 116, 87, 117, 46, 425, 71, 207, 7, 336, 331, 338, 333,
337, 338, 326, 332.
COMUNE DI ROCCASECCA
Fg. 40 P.lle 99, 149, 993, 101, 529, 528, 527, 334, 206, 263,
495, 88, 810, 809, 87, 86, 77, 76, 203, 200, 226, 227, 225, 75,
73, 361, 362, 66, 65, 364, 64, 63, 61, 60, 826, 831, 468, 469,
53, 57, 58, 489, 59, 490, 188, 189, 190/AA, 190/AB, 191,
192, 193, 194, 195, 173, 372, 832. Fg. 41 P.lle 121, 120, 396,
119, 223/AA, 223/AB, 142, 246, 141, 222, 111/AA, 111/AB,
323, 324, 325, 117, 112. Fg. 48 P.lle 359, 94, 95, 96, 97, 93,
214, 7, 144, 1, 2, 3, 87, 88, 89. Fg. 29 P.lle 62, 93, 35, 34,
229/AA, 229/AB, 241, 242, 240, 50, 59, 79, 77, 58, 60, 109.
Fg. 30 P.lle 100, 33, 53, 125, 222, 205, 260, 193, 218, 15,
194, 258, 247, 181, 238, 240, 242, 44, 11, 294, 300, 290, 110,
231. Fg. 39 P.lle 102, 16, 17, 9, 8.
COMUNE DI COLFELICE
Fg. 9 P.lle 68, 50, 966, 1260, , 694, 693, 762, 760, 1187,
1186, 1184, 1293, 49, 767, 763, 1185, 1456, 944 sub 2, 944
sub 3, 1495, 14, 11, 317, 12, 13, 398, 423, 815, 816, 211, 397,
396, 615, 395, 208, 671, 670, 669, 668, 667, 666, 672, 39,
775, 587, 273, 278, 547, 258, 257, 256, 603, , 965, 49, 48,
1528, 611, 210, 209, 604, 605, 1446, 958, 260. Fg.7 P.lle
243, 331.
COMUNE DI ARCE
Fg. 32 P.lle 244. Fg. 33 P.lle 318, 21, 185, 184, 183, 261,
260, 120, 259, 258, 122, 262, 150, 143, 155, 156, 161, 257,
157, 158, 320, 144, 172, 173 193, 226. Fg. 34 P.lle 98, 14,
13, 108, 12, 27, 216, 140, 26, 150, 152, 154, 153, 25, 159, 82,
93, 92, 114, 91, 90, 24, 133, 100, 101, 102, 6, 214, 212, 213,
211, 210, 175, 172, 173, 176, 177, 52, 53, 118, 122, 135, 146,
38, 39, 148, 58, 57, 56, 55, 104, 54, 129, 61, 169, 168, 134,
2, 181. Fg. 35 P.lle 178, 488, 487, 258, 490, 29, 489, 164,
130, 177, 30, 131, 325, 307, 308, 132, 27, 200, 201, 192, 176,
175, 28, 193, 143, 141, 37, 38, 39, 560, 197, 140, 731, 359,
561, 366, 40, 562, 566, 693, 695, 694, 48, 446, 448, 549, 551,
550, 552, 217, 326, 124, 228, 129, 234, 220, 629, 631, 630,
624, 632, 287, 380, 221, 219, 122, 290, 289, 119, 156, 155,
692, 118, 21, 720, 377. Fg. 36 P.lle 79, 1059, 1058, 1057,
1062, 1061, 1030, 2, 3, 4, 1191,1190. Fg. 37 P.lle 239, 28,
95, 30, 31, 98, 102, 128, 109, 237, 108, 107, 130, 129, 105,
104, 44, 228, 45, 48, 181, 180, 179, 178, 177, 227, 47, 49,
214, 106.
COMUNE DI FALVATERRA
Fg.4 P.lle 56, 57, 419, 420, 360, 421, 31, 277, 304 , 361 ,362
,363 ,364, 84, 242, 29, 671, 618, 697, 33, 28, 26, 241, 61,
249, 55, 56, 53, 277, 57, 62, 301, 302, 303, 305, 316, 422,
250, 473, 86. Fg. 3 P.lle 40, 289, 21, 31, 22, 35, 126, 125, 8,
9, 245.
COMUNE DI CEPRANO
Fg. 33 P.lle 180, 179, 137, 110, 111, 381, 382, 393, 139, 42,
40, 145, 357. Fg. 38 P.lle 447, 448, 449, 329, 337, 435, 333,
345, 356, 292, 338, 55, 340, 332, 53, 331, 412, 309, 308, 59,
341, 375, 374, 378, 380, 381, 383, 382, 313, 451, 335, 319,
404, 376. Fg. 36 P.lle 126, 136, 111, 135, 132, 130, 129, 134,
128, 87, 124, 372, 368, 133, 127, 123, 370, 89, 86, 131, 365,
427, 80, 500, 502, 200, 447, 448, 449, 450, 452, 451, 442,
439, 436, 433, 430, 462, 460, 458, 456, 512, 510, 511, 517,
516, 518, 514, 520, 523, 252, 165, 290, 288, 285, 282, 278,
275, 193, 269, 192, 191, 266, 52, 263, 260, 257, 254, 251, 49,
248, 244, 352, 125, 124, 122, 121, 356, 562, 560, 154, 272,
135. Fg. 37 P.lle 298, 125, 403, 123, 296, 297, 131, 297, 133,
128, 124, 582, 579, 572, 583, 584, 576, 313, 572, 570, 568,
450, 93, 89/AA, 89/AB, 510, 659, 566, 658, 688, 79, 660.
Fg. 34 P.lle 528, 152, 526, 531, 249, 525, 523, 527, 524, 609,
607, 78, 212, 82, 280, 80, 79, 208, 207, 252, 66, 206, 77, 62,
628, 627, 239, 632, 633, 306, 28, 27, 40, 21, 279, 312, 18,
288, 20, 139, 366, 367, 12, 653, 639, 616, 145, 640, 638.
COMUNE DI CASTRO DEI VOLSCI
Fg. 06 P.lle 510, 509, 511, 508, 366, 507, 378, 376, 505, 374,
553, 552, 367, 586, 362, 363, 360, 469, 358, 356/AA,
356/AB, 354, 598, 351, 350, 480, 343, 344, 337, 342, 338,
637, 628, 452, 333, 599, 457, 331, 520, 329, 626, 326, 323,
703, 701, 699, 705, 310, 592, 683, 685, 687, 689, 690, 664,
665, 296, 807/AA, 807/AB, 300, 292, 287, 285, 280, 516,
274, 272, 271, 582, 450, 268, 265, 263, 260, 258, 255, 252,
249/AA, 249/AB, 249/AC, 447, 584, 245, 430, 241, 238,
235, 230, 755, 751, 748, 752, 749, 750, 747, 219, 744, 738,
730, 215, 728, 196, 191, 188, 432, 335, 352, 275. Fg. 04 P.lle
683, 674, 678, 195, 679, 673, 677, 668, 188, 187, 185, 183,
500, , 499, 498, 497, 181, 179, 115, 402, 403, 404, 506, 511,
505, 114, 112, 113, 111, 110, 107, 106, 105, 104, 103, 102,
137, 385, 101, 100, 384, 383, 136, 457, 135, 456, 134, 437,
701. Fg. 05 P.lle 167, 90, 446, 444, 442, 440, 438, 436/AA,
436/AB, 434/AA, 434/AB, 432/AA, 432/AB, 427, 422, 417,
391, 410, 402, 398, 394, 390, 386, 373, 169. Fg. 01 P.lle 132,
135, 134, 139, 138, 130, 123, 128, 126, 124, 75, 109, 108,
107, 106, 103, 699, 698, 98, 73, 72, 85, 83, 82, 81, 485/AA,
485/AB, 484, 483, 78, 77.
COMUNE DI POFI
Fg. 19 P.lla 461. Fg. 20 P.lle 799, 391, 422. Fg.31 P.lle 101,
168, 169, 170, 171, 182, 172, 173, 81, 94, 95, 174, 96, 135,
93, 91, 89, 238, 121, 86, 237, 67, 65, 64, 61, 60, 51, 49, 45,
47, 43, 130/AA, 130/AB, 259, 260, 262, 36, 33, 30, 28, 27,
264, 201, 271, 192, 25, 21/AA, 21/AB, 22, 226, 216, 215,
214, 227, 228, 194, 80, 283, 221, 165, 217. Fg. 32 P.lle 19,
18, 17, 20, 104, 55, 101, 68, 67, 66, 56/AA, 56/AB, 65, 64,
61, 63, 117, 58, 54/AA, 54/AB, 103/AA, 103/AB, 105, 49,
51, 45, 47, 43, 39, 40, 36, 34, 30, 31, 122, 95. Fg. 21 P.lle
318, 432, 431, 315, 310, 314, 446, 447, 311, 306, 304, 438,
301, 254, 298, 295, 294, 291, 290, 286, 125, 285, 280, 279,
274, 481, 273, 490, 268, 267, 389, 388, 265, 252, 250, 242,
241, 237, 173, 236, 231, 230, 218, 217, 215, 430, 210, 207,
462, 198, 531, 197, 192, 191, 186, 185, 180, 385, 179, 174,
168, 167, 378, 161, 158, 442, 157, 441, 153, 124, 126, 141,
151, 152, 489, 261, 444, 480, 258. Fg. 26 P.lle 8, 39, 46. Fg.
27 P.lle 113,114,115,116. Fg. 29 P.lle 96, 28, 240, 423, 397,
99. Fg. 14 P.lle 533, 202, 197, 203, 180, 196, 179, 567, 565,
175, 568, 566.
COMUNE DI CECCANO
Fg. 42 P.lle 922, 926, 928, 924, 920, 276, 275, 542, 273, 529,
399, 690, 400, 264, 505, 1331, 1329, 1327, 1325, 1337, 1335,
1323, 1321, 1319, 1309, 1038, 1037, 1036, 263. Fg.54 P.lle
150, 149, 123, 286, 284, 282, 287, 253, 252, 243, 248, 250,
283, 179, 7, 8. Fg. 53 P.lle 28, 29, 289, 288, 287, 286, 24,
427, 426, 22, 569, 346, 347, 348, 352, 581, 580, 349, 843,
838, 831, 812, 810, 13, 806, 802, 7, 800, 5, 752, 6, 8, 3, 430,
285, 284, 283, 282, 9, 18. Fg. 50 P.lle 226, 45, 224, 225, 44,
40, 28, 29, 297, 256, 26, 24, 457, 456, 21, 454, 455, 200, 456,
21, 200. Fg. 51 P.lle 1063, 1060, 1054, 1051, 1048, 297,
1023, 275, 494, 274, 273, 272, 270, 269, 482, 268, 184, 182,
181, 967, 151, 150, 149, 148, 147, 146, 145, 144, 857, 858,
140, 531, 143, 142, 130, 860, 137, 131, 271, 133, 1039, 1025,
1057, 859, 134, 135, 602, 605, 800, 822, 823, 941, 1038, 530.
Fg. 38 P.lle 405, 742.
ELENCO DELLE AREE
IN OCCUPAZIONE TEMPORANEA
REGIONE CAMPANIA
PROVINCIA CASERTA
COMUNE DI SAN PIETRO INFINE
Fg. 9 P.lle 563, 562, 561, 330, 732. Fg. 8 P.lle 44.
REGIONE LAZIO
PROVINCIA DI FROSINONE
COMUNE DI CERVARO
Fg. 38 P.lle 648, 644, 564, 37.
COMUNE DI CASSINO
Fg. 62 P.lle 160, 355, 356, 354, 83.
COMUNE DI AQUINO
Fg. 19 P.lle 267, 760, 691.
COMUNE DI CASTROCIELO
Fg. 31 P.lle 379.
COMUNE DI ROCCASECCA
Fg. 41 P.lle 396.
COMUNE DI COLFELICE
Fg. 9 P.lle 5.
COMUNE DI FALVATERRA
Fg. 4 P.lle 56.
COMUNE DI CEPRANO
Fg. 34 P.lle 15, 139, 18.
COMUNE DI POFI
Fg. 29 P.lle 38, 37, 233.
M E R CAT I E F I NA N Z A
L’a.d. Mondardini: possibili anche acquisizioni
INTESA
Cir, via al rilancio
Nuova
governance
nel 2016
Con core business e dismissioni
bbiamo superato
una fase difficile
della storia del
gruppo e abbiamo iniziato a porre le basi per
il suo rilancio». Con queste
parole, l’a.d. di Cir, Monica
Mondardini, ha aperto l’assemblea dei soci chiamata
ad approvare il bilancio 2014.
In occasione dell’assise il
gruppo ha presentato anche
i conti del primo trimestre,
chiuso con un utile netto di
21,2 mln (-2,6 nel primo trimestre 2014), con ricavi di
628 mln (588,7) e un ebitda
di 61,4 mln (46). La posizione
finanziaria netta del gruppo
è stata di 157,4 mln (112,8
a fine 2014) mentre la posizione finanziaria netta della
capogruppo è stata di 370,1
mln (379,5 a fine 2014).
«Disponiamo di un portafoglio di attività industriali di
elevata qualità, pur consapevoli della criticità di alcuni settori nei quali operiamo, di una
struttura patrimoniale solida
e di una significativa liquidità a livello di capogruppo»,
ha proseguito Mondardini.
I dati del primo trimestre
«testimoniano la validità del
percorso di rifocalizzazione
intrapreso dal gruppo», ha
sottolineato l’a.d., precisando che esso «si articola su tre
principi: la concentrazione
sulle tre partecipazioni industriali rilevanti in portafoglio; la razionalizzazione degli investimenti non core, con
progressiva dismissione delle
CDP-MINISTERO
TRIMESTRALE
«A
Monica Mondardini
partecipazioni non significative; l’impiego delle risorse disponibili con priorità nelle tre
attività industriali del gruppo.
Il rinnovamento del management e la definizione di un
piano incisivo di rilancio costituiscono la priorità del 2015».
Mondardini non ha escluso
acquisizioni fuori dal perimetro di Cir, se non si trovassero
altre opportunità interessanti. Quanto all’uso delle risorse disponibili, «riteniamo
opportuno approfondire le
potenzialità del nostro attuale portafoglio di partecipazioni
industriali».
Quanto a Sorgenia, «ha una
forte proiezione internazionale e posizioni solide nei propri
mercati di riferimento. La
società registra tuttavia da
alcuni anni risultati al di sotto delle proprie potenzialità».
Intanto, Cofide ha chiuso il
primo trimestre con un utile
di 13,6 mln euro (-2,3 mln nello stesso periodo del 2014). I
ricavi sono di 628 mln (+6,7%),
l’ebitda è di 61 mln (+33,8%),
l’ebit di 35,8 mln (+65,7%).
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DALLE AZIENDE
Sace privata Volano
Una partita gli utili
da giocare di BasicNet
Calate
le richieste
di credito
Sulla privatizzazione di
Sace è in corso uno studio da
parte di Boston consulting
group e la partita è ancora
tutta aperta, sia sulla quota
che dovrebbe andare sul mercato sia sulle modalità (ipo o
collocamento privato). Per
ora, quindi, il piano industriale della società resta in stand
by e lo sarà finché il governo
non avrà deciso il da farsi. Il
tesoro è più propenso per il
collocamento in borsa di almeno il 40% di Sace; Cdp, che ne
detiene il 100%, sarebbe più
orientata al collocamento privato. Il perché è presto detto:
Cdp incasserebbe di più e non
ci sarebbe l’obbligo della comunicazione sulle operazioni
correlate a cui sono sottoposte
le società quotate.
A questa partita si aggiunge quella della Banca per
l’export, l’Exim bank voluta
da Matteo Renzi. Nel progetto, dovrebbe entrare la Banca
del Mezzogiorno, oggi sotto il
controllo di Poste italiane e
anche Sace potrebbe giocare
un ruolo.
Con il Protocollo d’intesa
Cdp-Abi, che ha rinnovato
l’accordo sul sistema «Export
banca», intanto, si sono poste
le basi per dare vita al nuovo
soggetto.
Dopo sei rilevazioni trimestrali positive, nel primo
trimestre si è raffreddata
la domanda di credito da
parte delle imprese. Il dato
aggregato della domanda di
imprese individuali e società ha fatto segnare un -3,6%
rispetto al corrispondente
periodo del 2014, che però si
era contraddistinto per una
crescita record (+15,9%).
Queste sono le principali
evidenze dell’analisi elaborata da Crif, che raccoglie i
dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie, di
cui oltre 8 milioni attribuite
a utenti business.
Se a una prima lettura il
dato appare sorprendente,
in realtà il calo è reale solo
nel confronto con un trimestre che aveva fatto segnare
il picco in assoluto più alto
da quando la rilevazione è
in atto. In termini assoluti, il numero di richieste di
credito presentate nel primo
trimestre di quest’anno è
stato il secondo più elevato
dall’inizio del 2008.
Alla luce del dato aggregato, la domanda nei primi
tre mesi del 2015 rimane comunque stabilmente positiva
rispetto al dato rilevato negli
anni precedenti.
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BasicNet ha chiuso il primo trimestre con un utile
netto di 7,6 mln, +39,5%.
Le vendite aggregate dei
licenziatari sono salite
del 24,78% a 145 mln a
cambi correnti. Il marchio
Superga è cresciuto del
67%; anche K-Way è in
continua espansione, con
un +33% delle vendite. I
marchi Kappa e Robe di
Kappa (60% dei fatturati
aggregati), hanno registrato una crescita del 9,6%.
L’ebitda ha registrato un
incremento del 18,7% a
12 milioni, e l’ebit, dopo
aver stanziato ammortamenti dei beni materiali e immateriali per 1,4
mln, è stato di 10,6 milioni rispetto agli 8,7 dello
scorso esercizio, +21,5%.
L’indebitamento consolidato netto, comprensivo dei
finanziamenti a medio termine e dei leasing finanziari (per 1,6 milioni), si è
ridotto a 42,9 mln (di cui
12,4 per mutui immobiliari) contro i 52 al 31 marzo
2014. Il debt-equity ratio
a fine trimestre è stato di
0,48, rispetto allo 0,56 di
fine 2014 e allo 0,71 del 31
marzo 2014.
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I tempi necessari per
avanzare eventuali proposte di modifica della governance di Intesa Sanpaolo
saranno rispettati e consentiranno di sottoporre tutti
i cambiamenti suggeriti al
giudizio di una prossima assemblea straordinaria degli
azionisti del gruppo, che dovrebbe svolgersi all’inizio
del prossimo anno. Ad assicurarlo è stato ieri il presidente del consiglio di sorveglianza della Ca’ de Sass,
Giovanni Bazoli, durante
assemblea, svolta a Torino.
Per Bazoli, in questa fase,
che durerà fino a giugno, «ci
riproponiamo di portare a
termine la ricognizione dei
modelli» utilizzati dai competitor internazionali. A quel
punto, valuteremo se sarà il
caso di cambiare ed eventualmente entrare nel merito di questi cambiamenti».
All’assise di ieri, durata
circa sei ore, la presenza
di investitori istituzionali
internazionali ha rappresentato il 60% del capitale
intervenuto, pari a circa
il 38% del capitale totale.
Cresce dunque il peso dei
grandi fondi esteri, tra cui
spiccano Blackrock (4,89%)
e il fondo sovrano della Norvegia, Norges bank (2,31%),
che lo scorso anno in assemblea rappresentavano il
52% del capitale presente,
il 31,5% del totale.
Il presidente dell’ente torinese, Luca Remmert, ha
difatti assicurato che «il nostro ruolo di azionista di lungo termine non verrà meno».
L’a.d. della banca, Carlo
Messina, ha ricordato che,
fino a circa due anni fa, Intesa Sanpaolo era «oggettivamente scalabile. Oggi
siamo invece tra le prime
banche in Europa per valore di borsa, di gran lunga
superiore a quello di altri
competitor che operano in
mercati con la tripla A. È
il risultato evidente della
bontà del nostro piano di
impresa e della nostra capacità di realizzarlo». Una
crescita progressiva che
non ha impedito alla Ca’
de Sass di garantire il sostegno costante a famiglie
e pmi, confermandola nel
ruolo, per ricorrere a una
definizione cara a Giovanni Bazoli, «non di banca di
sistema, ma di banca per il
sistema».
Messina ha sottolineato che, anche nel 2015,
Intesa Sanpaolo ha già
erogato «crediti a lungo
termine per 8 miliardi di
euro nei primi tre mesi».
Messina ha poi chiarito che
la quotazione di Fideuram
non rientra negli attuali
piani dell’istituto.
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Martedì 28 Aprile 2015
45
I fatti separati
dalle opinioni
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24/04/2015
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UNIDESIO 760091
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MetLife Protezione in Crescita 90%
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AZIONARIO EURO
10,186
17/04/2015
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
16,023
17/04/2015
AZIONARIO GLOBALE
13,215
17/04/2015
OBBIETTIVO 03/2021
9,875
17/04/2015
24/04/15
Alico P.P. Eur 2015
24/04/15
0,981
Alico P.P. Global 2028
24/04/15
1,158
Alico P.P. Eur 2016
24/04/15
1,004
Alico P.P. Global 2029
24/04/15
1,324
FTSE MIB 2010
104,509
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2017
24/04/15
1,037
Alico P.P. Global 2030
24/04/15
1,285
DUAL INDEX - 2012
106,460
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2018
24/04/15
1,078
Alico P.P. Global 2031
24/04/15
1,399
DUAL INDEX - 2013
102,116
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2019
24/04/15
1,111
Alico P.P. Global 2032
24/04/15
1,348
Alico P.P. Eur 2020
24/04/15
1,141
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
109,386
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2021
24/04/15
1,186
Alico Prot.Trim. Eur
24/04/15
1,083
INDEX EuroCrescita 2014
98,877
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2022
24/04/15
1,200
Alico Prot.Trim. Usa
24/04/15
1,088
INDEX TOP DIVIDEND 2013
111,104
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2023
24/04/15
1,233
Alico Gest.Bilanc.Glob
24/04/15
1,518
INDEX TRENTA 2011
112,462
22/04/2015
Alico P.P. Eur 2024
24/04/15
1,178
Alico Gest.Azion.Glob
24/04/15
1,654
INDEX FOUR E 50 - 2011
113,531
22/04/2015
24/04/15
1,522
INDEX STOXX EUROPE - 2011
112,606
22/04/2015
EUROSTOXX 50 - 2012
114,387
22/04/2015
INDEX LINKED
PIP - FONDI INTERNI
PREVIMISURATO
PREVIBRIOSO
PREVIDINAMICO
13,957
14,518
14,699
16/04/2015
16/04/2015
16/04/2015
12,277
12,725
12,444
13,779
14,082
14,202
13,926
14,138
15,222
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
31/03/2015
FPA - LINEE
LINEA 1
LINEA 1 - FASCIA A
LINEA 1 - FASCIA B
LINEA 2
LINEA 2 - FASCIA A
LINEA 2 - FASCIA B
LINEA 3
LINEA 3 - FASCIA A
LINEA 3 - FASCIA B
Alico P.P. Eur 2025
24/04/15
1,209
Alico Gest.Bilanc.Eur
Alico P.P. Eur 2026
24/04/15
1,504
Alico Gest.Azion. Eur
24/04/15
1,561
Alico P.P. Eur 2027
24/04/15
1,252
Alico Aper.Indiciz.Eur
24/04/15
1,179
Alico P.P. Eur 2028
24/04/15
1,155
Alico Aper.Indiciz.Usa
24/04/15
1,843
Alico P.P. Eur 2029
24/04/15
1,302
Alico Aper.Indiciz.Glo
24/04/15
1,503
Alico P.P. Eur 2030
24/04/15
1,307
Alico Aper.Indiciz.Ita
24/04/15
0,947
Alico P.P. Eur 2031
24/04/15
1,381
Alico Liquidita’
24/04/15
1,070
Alico P.P. Eur 2032
24/04/15
1,340
1,338
HELVETIA 4-30
111,201
22/04/2015
21/04/2015
1,033
24/04/15
161,600
24/04/15
Alico R. Prudente
HELVETIA WORLD EQUITY
Alico P.P. Usa 2015
1,328
HELVETIA EUROCRESCITA
96,260
22/04/2015
21/04/2015
1,076
24/04/15
222,990
24/04/15
Alico R. Crescita
HELVETIA EUROPE BALANCED
Alico P.P. Usa 2016
0,515
21/04/2015
1,092
24/04/15
252,570
24/04/15
Alico R. Multi Comm.
HELVETIA WORLD BOND
Alico P.P. Usa 2017
Alico P.P. Usa 2018
24/04/15
1,153
Alico Multi Comm.
24/04/15
0,540
HELVETIA GLOBAL BALANCED
181,210
21/04/2015
Alico P.P. Usa 2019
24/04/15
1,198
Alico R. Peak Usa 2015
24/04/15
HELVETIA GLOBAL EQUITY
135,100
21/04/2015
Alico P.P. Usa 2020
24/04/15
1,224
Alico R. Peak Usa 2020
Alico P.P. Usa 2021
24/04/15
1,305
LINEA GARANTITA
12,355
31/03/2015
Alico P.P. Usa 2022
24/04/15
Alico P.P. Usa 2023
Helvetia Compagnia Italo-Svizzera
di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.
Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano
INDEX LINKED
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
ATTIVO SPECIFICO
HELVETIA QUATTRO.10
98,683
22/04/2015
1,018
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
102,004
22/04/2015
24/04/15
1,175
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
96,534
22/04/2015
Alico R. Peak Usa 2025
24/04/15
1,310
1,284
Alico R. Peak Usa 2030
24/04/15
1,370
24/04/15
1,324
Alico R. Peak Usa 2035
24/04/15
1,455
Alico P.P. Usa 2024
24/04/15
1,225
Alico R. Peak Eur 2015
24/04/15
1,055
Alico P.P. Usa 2025
24/04/15
1,322
Alico R. Peak Eur 2020
24/04/15
1,204
Alico P.P. Usa 2026
24/04/15
1,644
Alico P.P. Usa 2027
24/04/15
1,327
Alico R. Peak Eur 2025
24/04/15
1,327
Alico P.P. Usa 2028
24/04/15
1,272
Alico R. Peak Eur 2030
24/04/15
1,433
Alico P.P. Usa 2029
24/04/15
1,205
Alico R. Peak Eur 2035
24/04/15
1,441
Alico P.P. Usa 2030
24/04/15
1,416
Alico R. Peak Asia 2015
24/04/15
1,104
Alico P.P. Usa 2031
24/04/15
1,515
Alico R. Peak Asia 2020
24/04/15
1,297
Alico P.P. Usa 2032
24/04/15
1,479
Alico R. Peak Asia 2025
24/04/15
1,484
Alico P.P. Global 2015
24/04/15
0,980
Alico R. Peak Asia 2030
24/04/15
1,613
Alico P.P. Global 2016
24/04/15
1,012
Alico R. Peak Asia 2035
24/04/15
1,688
Alico P.P. Global 2017
24/04/15
0,973
Alico Sec. Acc. 2016
24/04/15
1,042
Alico P.P. Global 2018
24/04/15
1,095
Alico Sec. Acc. 2017
24/04/15
1,088
Alico P.P. Global 2019
24/04/15
1,185
Alico P.P. Global 2020
24/04/15
1,159
Alico P.P. Global 2021
24/04/15
1,210
Alico P.P. Global 2022
24/04/15
1,190
Alico P.P. Global 2023
24/04/15
1,237
Alico P.P. Global 2024
24/04/15
Alico P.P. Global 2025
Alico P.P. Asia 2015
24/04/15
1,135
FPA - LINEE
PIP - FONDI INTERNI
LINEA BILANCIATO
14,331
31/03/2015
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
13,100
21/04/2015
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,721
31/03/2015
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
14,450
21/04/2015
LINEA AZIONARIO
11,167
31/03/2015
www.helvetia.it
www.chiaravita.it
Il resto, scopritelo da voi.
UNIT LINKED
UNIT in EURO
DATA
PREZZO
Quality
22/04/2015
7,848
Progress
22/04/2015 7,4290
Maximum
22/04/2015 6,0200
Global Equity
22/04/2015 7,1960
22/04/2015 5,9430
Alico P.P. Asia 2020
24/04/15
1,314
Alico P.P. Asia 2025
24/04/15
1,471
Alico P.P. Asia 2030
24/04/15
1,535
Alico P.P. Asia 2035
24/04/15
1,683
Global 100
1,189
24/04/15
1,248
Alico Long Investment
24/04/15
0,929
Flex Equity 100 22/04/2015 12,601
Alico P.P. Global 2026
24/04/15
1,551
Alico Agriculture
24/04/15
0,454
EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.
Alico P.P. Global 2027
24/04/15
1,223
Alico Metals
24/04/15
0,490
www.metlife.it
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In collaborazione con
Martedì 28 Aprile 2015
M E R CAT I E F I NA N Z A
SAIPEM/ Bene la trimestrale e debito in discesa
Anno di crescita
Nonostante difficoltà settore oil
S
aipem ha chiuso il primo trimestre con un
utile netto di 77 mln
(61 nell’analogo periodo 2014). I ricavi sono stati di
3,02 mld +4,5% , l’ebit di 159
mln, +25% e l’ebitda di 351
mln. L’indebitamento finanziario netto è stato di 5,193
mld (5,61).
Nel trimestre, ha acquisito
nuovi ordini per 2.399 mln
(3.900 nel corrispondente periodo del 2014). Il portafoglio
ordini è stato di 21.526 mln.
In aprile, Saipem ha esteso
il contratto Tad per ulteriori
due anni e quello dei servizi
di perforazione dello Scarabeo
6 fino a fine 2015. Ha infine
confermato l’outlook illustrato il 16 febbraio.
Secondo il gruppo, «in uno
scenario del prezzo del petrolio
che continua a dimostrarsi sfavorevole e che potrebbe influenzare l’atteggiamento dei clienti
di Saipem nell’affrontare questioni operative e commerciali
relative ai progetti in corso, i
progressi compiuti nel primo
trimestre consentono di confermare le aspettative riguardo a
Umberto Vergine
una solida performance per il
2015». Saipem continua quindi
a prevedere ricavi tra 12 e 13
miliardi di euro. L’ebit è previsto in una forchetta tra 500 e
700 mln, l’utile netto tra 200
e 300 mln.
Infine, l’obiettivo relativo
al debito netto ha confermato
una riduzione sotto i 4 mld.
«Nel primo trimestre», ha
commentato l’a.d., Umber-
to Vergine, «pur in uno scenario di mercato negativo,
Saipem ha proseguito nel
processo generale di recupero e i risultati operativi sono
confermati in significativo
miglioramento. La strategia
adottata in questi anni», ha
spiegato l’a.d., «si è basata sui
punti di forza dell’attività di
perforazione e sull’assicurare
il contributo di nuovi progetti vinti con una politica commerciale più mirata e solida».
Vergine ha sottolineato che
«il ricco portafoglio ordini costruito soprattutto nel corso
del 2014, oltre 21 mld, conferma la fiducia accordata
a Saipem dai suoi clienti».
Infine, l’a.d. ha evidenziato
che «rimane da completare in
parte il risanamento e questo
mentre si aggiungono nuove
sfide, in particolare per quanto
riguarda il rallentamento degli
investimenti dei nostri clienti.
Tuttavia, sono fiducioso, perché Saipem ha creato solide
basi per completare la ripresa
e recuperare i passati livelli di
profittabilità».
BREVI
Sogefi. Laurent Hebenstreit sarà il nuovo amministratore delegato di Sogefi,
la società di componentistica auto del gruppo Cir. La
sua nomina sarà proposta
dal vicepresidente esecutivo, Monica Mondardini, ai
consiglieri di Sogefi in una
apposita riunione che si terrà il prossimo giugno. Hebenstreit, 54 anni, francese,
vanta una lunga esperienza
internazionale nel settore
della componentistica per
autoveicoli e ha ricoperto
incarichi di rilievo in gruppi come Faurecia, Plastic
Omnium, Allied signal automotive e Valeo.
Ntv. Via libera del cda al
rifinanziamento del debito
con le banche e il 15 giugno
ci sarà l’assemblea per l’aumento di capitale «necessario al finanziamento dell’acquisto di nuovi treni per
l’ampliamento della flotta e
il servizio di nuove rotte», ha
spiegato la società.
FS. Lo spin-off del ramo
retail di Grandi stazioni
verrà realizzato all’inizio
dell’estate ed entro fine
anno l’intera operazione
sarà completata. Lo ha sostenuto l’a.d. di Fs, Michele
Mario Elia. Grandi stazio-
ni sarà scissa in tre società:
immobiliare, ferroviario e
retail; quest’ultima andrà
sul mercato.
Safilo group ha chiuso il
primo trimestre con un utile
netto di 1,4 mln, -91,2%. Le
vendite nette sono cresciute
del 10,6%, a 324,3 mln, ma
la crescita a cambi costanti
è stata dello 0,8%. L’ebitda
adjusted è sceso dell’8,2% a
32,6 milioni di euro.
Banca Passadore. L’assemblea ha approvato il bilancio 2014, che si è chiuso
con un utile netto di 15,3
milioni di euro. Ha anche
approvato la distribuzione
di un dividendo di 0,12 euro
ad azione, +9%.
Bnl. L’assemblea ha approvato il bilancio 2014 e
ha nominato il nuovo cda,
composto da dieci membri,
in carica fino all’approvazione del bilancio 2017.
Confermati presidente
Luigi Abete e consiglieri
Fabio Gallia (confermato
a.d. e d.g.), Roger Abravanel, Jean Clamon, Beatrice
Cossa Dumurgier, Mario
Girotti, Bernard Lemee,
Paolo Mazzotto, Silvia Merlo, Stefano Micossi e JeanPaul Sabet.
© Riproduzione riservata
SALINI IMPREGILO/ Per 2 mld $
Mega commessa
in Nuova Guinea
S
dispone.
La notizia ha messo le ali
al titolo, che ha chiuso a 3,99
euro, +5,11%.
L’azienda, secondo gli analisti di Banca Imi, non ha precisato la sua quota nel progetto.
In ogni caso, dalla banca giudicano positivamente il contratto, sia per il segmento di
mercato, dove il gruppo ha una
forte expertise, sia per l’area
geografica, zona di espansione
strategica per il gruppo. Confermati il rating buy e il tp di
4,5 euro per azione.
Banca Akros ha confermato
il rating buy a 4,8 euro per
azione. Gli esperti hanno posto l’accento sulle dimensioni
dell’investimento.
© Riproduzione riservata
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alini Impregilo e il
governo della Papua
Nuova Guinea hanno
firmato un accordo
per sviluppare un progetto
idroelettrico da 1.800 Mw.
L’intesa prevede lo sviluppo
di un’opera da oltre 2 miliardi di dollari. Il progetto, che
comprende la realizzazione
di una diga, è stato identificato come prioritario nello
sviluppo delle infrastrutture.
L’intesa si inquadra nell’attività del governo che tende a
soddisfare i bisogni di strade,
autostrade, aeroporti, porti e
generazione di energia. Bisogni che, tra l’altro, registrano
una crescente domanda di
turismo e di esportazione di
risorse naturali di cui il paese
!"#$%&'"&(#&)*+,,'.*.,#+/&*.&0$#12.&'3&12.&&4!56+$!&+&784!&9:;<
(&)*+,+'-)!.!4"0&*+,+*)-4"01)+3)*!%&"&"01)+213
Sede Legale in Milano, Via Marco Burigozzo, 5
Capitale Sociale à28.321.907,40 i.v.
Codice Fiscale e Numero di Iscrizione Registro Imprese di Milano 08114020152
ASSEMBLEA DEI SOCI IN SEDE
ORDINARIA E STRAORDINARIA
Si rende noto che, in base ai riscontri effettuati e alle adesioni ricevute,
l’assemblea dei soci convocata in sede ordinaria e straordinaria per i giorni
29 e 30 aprile si terrà in seconda convocazione, il giorno 30 aprile 2015
alle ore 9,30, presso la sede sociale, in Milano, Via Marco Burigozzo 5.
Milano, 27 aprile 2015
47
!"#$%&'!"&("%$#$"#!)"*+$,-)".)"/&&!%/"!"/00$12/,#!'/##$")*"2+33*)0$".!**4562$"789:;"
79;888;888".)"()%)&/&$')" ":;<=>"%0-!'1)" "9;<?7"&$+0-"2$)#&
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