2 Martedì 28 Aprile 2015
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Martedì 28 Aprile 2015 FARÀ DA SOLA CON MOLTE ACQUISIZIONI €3,50* Uk £ 1,40 - Ch fr.2,50 Francia € 2,50 Nuova serie - Anno 24 - Numero 100 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano FAREBBE IN UN’ORA LA TRATTA MI-ROMA La Cina vuole superare le jv Un super treno giapponese nella componentistica delle auto ha raggiunto i 603 km orari Integrato per commercialisti Galli a pag. 15 for Bianchi a pag. 14 www.italiaoggi.it ASTA BENEFICA ON LINE 120 top lots del lusso e del lifestyle www.gbsoftware.it Fino al 10 maggio www.gentlemanfordynamo.org Seguici anche su QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Oggi con il quotidiano *in abbinamento obbligatorio con Gentleman Gentleman è un’iniziativa Stangata sulla lite temeraria La Corte d’appello di Milano ha condannato una parte a pagare una sanzione record da 100 mila €: aveva gestito il processo solo per danneggiare un’azienda Richieda la sua copia all’edicolante ANALISI DI CONFABITARE Morosità nelle rate, è boom nei condomini a pag. 24 CONTENZIOSO Valida la notifica della sentenza con raccomandata ordinaria Trovato a pag. 28 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A Firenze nessun dirigente per l’ufficio del giudice di pace Ventura a pag. 29 SU WWW.ITALIAOGGI.IT WWW ITALIAOGGI IT Lite temeraria - Il testo della sentenza della Corte d’appello di Milano Prima casa - La circolare dell’Agenzia z delle entrate t InternazioI nalizzazione n - Il te testo del decreto legislativo Abusare del processo può costare 100 mila euro. È la cifra stabilita dalla Corte d’appello di Milano, condannando un temerario, che ha sommerso la propria controparte di una valanga di pignoramenti (ben 44), al solo scopo di pig da danneggiarla commercialmente, e che ha appellato una sentenza, sapendo di avere torto. La Corte ha fatto una ap applicazione esemplare dell’art. 96 del cp cpc, che dà al giudice il potere di conda dannare al risarcimento del danno per ab abuso del processo. I droni sono cattivi. I bombardamenti invece sono buoni e le mitragliate così così CONTRO NATURA Forza Italia applaude freneticamente Rosy Bindi di Pierluigi Magnaschi I droni stanno attraversando un brutto periodo, almeno in Italia. Stanno infatti diventando, nelle discussioni da bar, che si tengono anche in parlamento e nei talk show, l’arma da demonizzare come un tempo lo erano le bombe chimiche (che appunto sono rigorosamente vietate mentre le bombe atomiche no). I droni infatti sono responsabili dell’uccisione del cooperante italiano Giovanni Lo Porto e potrebbero indispettire le autorità libiche (ma non si era detto finora che non c’erano più?) nel caso che i natanti dei mercanti continua a pag. 7 Ciccia a p pag. g 23 PAGANO L’1% DI TASSE Finalmente Renzi F sembra deciso a tassare Google e i suoi compari Oldani a pag. 6 a pag. 4 È ENRICO LETTA Renzi ha due avversari. Uno in casa, Cantone L’altro a Parigi Ruggeri a pag. 4 Inchiesta di ItaliaOggi sul lato oscuro del rientro dei capitali: ecco le strade più battute per sfuggire al fisco In ANTONIO BATANI Tutti i trucchi dei non-voluntarosi C’è anche il lato oscuro della voluntary disclosure. Di fronte alla scelta obb obbligata (come la presentano per lo p più sia i professionisti sia l’ammin ministrazione finanziaria) della coll collaborazione volontaria, per la riemer mersione dei capitali illegalmente dete detenuti all’estero, c’è ancora chi n non si arrende e, come raccontano a ItaliaOggi gli addetti ai lavori o oltreconfine, rischia il tutto per tuttto, osando soluzioni al limite del ttemerario. Dalla creazione di una ssocietà limited per poi trasferire i ccapitali da persona fisica a persona g giuridica al trasferimento dei fondi d dalla Svizzera verso Londra (o in a alternativa New York) presso una b banca locale per poi acquistare beni rrari come quadri, oro e diamanti. C C’è anche chi acquista casa a Maurritius con conseguente automatico ccambio di residenza, trasferimento d del denaro e, da lì, senza correre il rrischio di essere tracciati, passaggio d delle somme a Singapore. M Ma il trucco fondamentale per rrestare nell’ombra è quello di non u utilizzare l’euro. DIRITTO & ROVESCIO Grigolon a pag. 27 L’utilizzo delle aule giudiziarie per minacciare, perseguitare, ostacolare i propri concorrenti o le proprie controparti si sta diffondendo come un cancro che rischia di divorare il sistema economico. Processi tirati in lungo per anni solo per non pagare i debitori, richieste di risarcimento esorbitanti per intimorire chi dà fastidio, comportamenti processuali fuori da ogni regola non sono più tollerabili. Ecco perché va fatto un applauso alla Corte d’appello di Milano che ha condannato l’autore di una lite temeraria a una sanzione di 100 mila euro. Così almeno la smette di utilizzare i tribunali per creare danni ai concorrenti. Se questa sentenza fosse il segno di un cambiamento di rotta della magistratura, scommettiamo che tra due o tre anni l’Europa smetterà di condannare l’Italia per la irragionevole durata dei suoi processi? GIUSEPPE CALDAROLA, SULLA LEGGE ELETTORALE È la minoranza del Pd che si sta rottamando da sola Giuseppe Caldarola $+5!'& Scarica subito il software completo e provalo con i tuoi dati! www.gbsoftware.it oppure seguici su con guida «Jobs act» a € 6,00 in più; con «Guida al processo tributario » a € 7,90 in più; con guida «Voluntary disclosure» a € 6,00 in più Valentini a pag. 17 LA BORSA CI CREDE +8% Giuseppe Caldarola non teme accuse dall’interno del Pd: «Sono (e resto) amico di D’Alema e di Bersani, non diventerò renziano nemmeno se mi venissero a prendere i carabinieri, ho criticato più volte Renzi». Tuttavia, a ItaliaOggi spiega che «chi sta rottamando il passato, in modo intollerabile, è proprio la minoranza Dem». Ciò perché, nei suoi riferimenti culturali, «non c’è Palmiro Togliatti» che avrebbe cercato un compromesso. E nemmeno la sinistra riformista «che ha sempre teso al miglioramento delle condizioni date» ma c’è solo «un realismo da casa da riposo». Se fosse in Renzi, l’ex direttore dell’Unità non porrebbe la fiducia sulla legge. Pistelli a pag. 5 !"#$%&'&#( )&'$"*&!+,-.!/0! 1&*2&$.$3&!"&+4&5*$'& !6-"&*$3&!"&+4&5*$'& 7"#&.&*&*'$88&! Vuoi saperne di più?... vai su Gli alberghi debbono dare delle risposte personalizzate Vivendi si candida ad acquisire Mediaset Secchi a pag. 19 STERN A PICCO Ai tedeschi non piace più il cancelliere Bismarck Giardina a pag. 21 ! < "## $'+6050 $%$$&'()*+%,& 96/!.#$3&!"&+:$+$'#.&+805#&!"$'& 9"5#$''$3&!"0+0:+$;;&$60"#! 755&5#0"3$+0:+$88&!."$60"#& Tel. 06-97626328 2 Martedì 28 Aprile 2015 I COMMENTI L’ANALISI IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH La Germania, un leader che non sa guardare oltre il proprio naso Germany, a leader unable to look beyond its nose L tra maxi-aree, Stati a Germania DI CARLO VALENTINI Uniti, Cina, Asia, Euè riuscita ropa, Russia, Africa, (anche gradove una Germania forte in un’Euzie al piano Marshall, al ropa debole sarà una condanna alla gentlemen’s agreement degli altri marginalità sia per la Germania sia grandi Paesi europei, alla presenza per l’Europa. di materie prime sul suo territorio) La mancanza di leadership, cioè di a risollevarsi dalle distruzioni della un grande disegno strategico a meguerra (da essa provocata) fino a dio e lungo termine, in presenza di diventare il Paese industrialmente una pretesa egemonica, è alla base leader di quell’Unione europea che della fase acuta dell’attuale crisi ha contribuito a costruire. Ma un economica. Tanto che è dovuto inconto è l’egemonia e un altro la letervenire un tecnocrate come Mario adership. Coi numeri si può essere i Draghi per turare la falla. Alla nave primi del gruppo e magari imporre le manca ancora un timoniere (il ricorproprie decisioni. Per esercitare una do corre ad Adenauer, Monnet, De leadership occorre una lungimiranza Gasperi, Schuman) strategica. ma almeno non entra Quanto è avvenuto più acqua. nella politica econoLa politica La Germania sta mica europea è frutto europea dimostrando la stesdell’egemonia tedesca è fallimentare sa mancanza di lune della mancanza di gimiranza sull’imleadership. La forza migrazione. Si comporta come se industriale della Germania e la sua il problema non la riguardasse. In abilità nell’inserire i propri funziorealtà le centinaia di migliaia di nari, determinati e capaci, nei ruoli aspiranti immigrati che si accalcachiave dell’euroburocrazia le hanno no sull’altra sponda del Mediterraconsentito di determinare le decisioni economiche e monetarie dell’Ue. neo stanno premendo non tanto sui confini dell’Italia quanto su quelli Ma senza la capacità di guardare dell’Europa. La cancelliera tedesca oltre il proprio naso. Per difendere ha fatto (quasi) fallire il vertice eugli interessi contingenti interni, la ropeo voluto dall’Italia ma tra poco Germania ha indebolito altri Paesi quegli immigrati se li ritroverà in confinanti e ha fatto proliferare i casa poiché sbarcano in Italia però sentimenti antieuropei. Rifiutandosi la loro meta sono la Germania e il di considerare che il futuro porterà Nord Europa. senz’altro a un confronto economico G ermany managed (also Europe, Russia, Africa, where a thanks to the Marshall strong Germany in a weak EuPlan, the gentlemen’s rope will be a condemnation to agreement of the other marginality both for Germany major European countries, the and Europe. presence of raw materials on its The lack of leadership, namely territory) to recover from the deof a great strategic plan in the medium and long term, when there is struction of war (caused by it) bea hegemonic claim, is at the heart coming the industrial leader of the of the acute phase of the current European Union it has helped to economic crisis. So much so that a build. But hegemony is one thing technocrat like Mario Draghi had and leadership quite another. With to intervene to plug the hole. The numbers a country can be the leadship is still missing a helmsman er of a group and maybe impose its (the memory goes back to Adedecisions. To exercise leadership a nauer, Monnet, De Gasperi, Schustrategic foresight is needed. man) but at least it doesn’t leak What happened in European anymore. economic policy is the result of GerGermany is showEuropean man hegemony and ing the same lack of foresight on immiof the lack of leaderpolicy gration. It behaves ship. The industrial is disastrous as if the problem strength of Germany didn’t concern it. and its ability to put Actually hundreds of thousands its offi cials, determined and caof aspiring immigrants who crowd pable, in Euro-bureaucracy’s key the other shore of the Mediterroles enabled it to determine EU economic and monetary decisions. ranean aren’t massing on Italy’s borders but on Europe’s ones. The But without the ability to look beGerman Chancellor caused (alyond its nose. To defend national most) the failure of the European contingent interests, Germany summit wanted by Italy but soon has weakened other neighboring those immigrants will end up in countries and fuelled anti-Euroher country as they land in Italy pean sentiment. Thus refusing but aim at reaching Germany and to consider that the future will Northern Europe. undoubtedly bring an economic comparison between maxi-areas, © Riproduzione riservata the United States, China, Asia, Traduzione di Silvia De Prisco IL PUNTO LA NOTA POLITICA Le riforme di Monti, Letta e Renzi hanno prodotto soltanto recessione DI EDOARDO NARDUZZI Q ualche giorno fa il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato che secondo i calcoli fatti dal suo ufficio studi, quindi non stiamo parlando delle analisi di qualche associazione territoriale del commercio, il contributo del quantitative easing alla crescita italiana nel 2016 sarà pari a un punto percentuale. Grazie agli acquisti di Btp decisi da Francoforte, il pil italiano il prossimo anno beneficerà di un’accelerazione dell’1%. Ma secondo Fitch, un’agenzia di rating che ha pubblicato le sue previsioni lo scorso venerdì, quindi includendo anche l’effetto Qe, nel 2016 il pil italiano crescerà solo dell’1%, dopo aver segnato un +0,5% nel 2015. Allineando numeri e previsioni si scopre una realtà che dovrebbe preoccupare non poco gli italiani: le tanto sbandierate riforme iniziate nel 2011 dal governo emergenziale di Mario Monti, proseguite con quello di unità nazionale di Enrico Letta e portate ancora più avanti dall’esecutivo della rottamazione di Matteo Renzi non hanno avuto alcun effetto sostanziale nello stimolare il potenziale di crescita economica dell’Italia, che sarebbe di fatto ancora in recessione senza la ciambella di salva- Tutto il merito della minicrescita del pil è di Draghi taggio lanciata dalla Bce. Pare proprio, alla prova dei numeri, che le manovre battezzate molto pomposamente dai vari governi pro tempore con acronimi altisonanti come CresciItalia, SviluppoItalia, LaVoltaBuona e così via siano state più uno strumento di relazione mediatica tra il governo e i contribuenti piuttosto che dei provvedimenti capaci di invertire la stagnazione italiana. Probabilmente la zavorra del Paese va ricercata nello stock di debito pubblico accumulato e negli effetti che questo fatto produce sulla crescita economica potenziale. Per rientrare da un debito tanto elevato servono cure da cavallo vere non delle slide ben presentate, altrimenti il debito spiazza gli investimenti privati che devono scontare gli effetti futuri della maggiore tassazione necessaria per ripagarlo. Infatti lo stock del debito impedisce qualsiasi manovra fiscale: la pressione fiscale complessiva continua a crescere elevatissima mentre per far ripartire il Pil occorrerebbe un taglio vero delle imposte. Intanto investitori e analisti hanno imparato a fare la tara alle riforme annunciate dai vari governi mai eletti dai cittadini, quindi sempre emergenziali, e votati dal parlamento per riformare. La morale resta amarissima: senza SuperMario a Francoforte i politici italiani non sarebbero stati capaci di far uscire l’Italia dalla recessione neppure nel 2016. Queste valutazioni le hanno già dettagliatamente fatte a Berlino, Washington e Bruxelles. © Riproduzione riservata Italicum, basta chiacchiere, adesso parleranno i numeri DI MARCO BERTONCINI Lo scontro si è trasferito da ieri nell’aula di Montecitorio. Da una parte sta Matteo Renzi, che intende restare segretario del Pd e presidente del Consiglio. Dall’altra parte si collocano coloro che vogliono eliminarlo dalla segreteria (i dissidenti del Pd), i vendicatori del dissolto patto del Nazareno (Fi, senza alcun timore di contraddizione nel votare contro l’identico testo su cui si espresse a favore a palazzo Madama), i nemici del governo così da destra come da sinistra. Che molti si rendano conto dell’inanità della battaglia emerge sia dalla manifestazione di piazza promossa ieri da Corrado Passera (una piazza alquanto elitaria, va detto, posto che i partecipanti si contavano in poche decine: decine in assoluto, beninteso, non decine di migliaia), sia dal rassegnato annuncio dei grillini di voler ricorrere a loro volta a mobilitazioni esterne. Da parte sua R. ha lanciato l’ultima iniziativa di propaganda, con la lettera agli iscritti. Ora passa alla forza, cioè alla conta, mediante il ricorso alla fiducia, anzi, alle fiducie. Non servono le geremiadi delle minoranze, siano esse democratiche (da Rosy Bindi a Roberto Speranza ormai privo di poltrona), siano partiti ostili a palazzo Chigi. Evocare legge Acerbo e «legge truffa» non serve a mutare la realtà dei fatti, che si tradurrà in una pura numerazione. Voi quanti siete? Noi siamo di più. Che l’italicum trasudi incongruenze, errori, limiti e difetti lo sa prima di tutti gli altri lo stesso R. Sa altrettanto bene che cedere significherebbe fornire una prova di debolezza tale da rimettere in gioco il suo primato e la sua segreteria. E sa pure che questo è il sistema che meglio può giovargli: alla sua persona, prima ancora che al suo partito. © Riproduzione riservata PRIMO PIANO Martedì 28 April Aprile 2015 3 Si vota. Renzi scrive ai pd facendo appello alla dignità. Passera si imbavaglia a Montecitorio Sull’Italicum rien ne va plus Nepal, morti 4 italiani, 40 irreperibili. L’Onu scopre gli sbarchi DI FRANCO ADRIANO enzi, come Allegri nella Champions, prova ad arrivare fino in fondo sull’Italicum. Incurante di quanto sta succedendo intorno a lui. Veramente di tutto, considerato che l’ex banchiere ed ex ministro montiano Corrado Passera ha scelto di imabavagliarsi per protesta davanti a Montecitorio insieme a 50 militanti di Italia Unica. Formazione che verrebbe spazzata via prima di vedere la luce del parlamento dall’Italicum. Ma il presidente del consiglio croupier ha parlato: «Rien ne va plus». E ora non resta che aspettare che la pallina si fermi. Sono circa un centinaio gli emendamenti presentati in Aula. Il comitato dei nove della commissione Affari costituzionali della Camera li ha esaminati uno ad uno tra ieri sera e questa mattina. Tuttavia, l’attenzione è concentrata su un passaggio preliminare all’esame delle singole proposte di modifica. Prima occorre che l’Italicum passi le Forche Caudine delle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni (in tutto si svolgeranno 8 scrutini) con la richiesta di voto segreto su almeno due di quelle depositate da Forza Italia. L’Aula è convocata per le 11,30. L’orientamento della maggioranza di governo è quello di chiudere in settimana, rinviando alla settimana prossima soltanto il voto finale. «Si può approvare in una settimana», ha detto Ettore Rosato, il deputato renziano che sta coordinando le file parlamentari, dopo la clamorosa presa di distanza (con le dimissioni) del capogruppo Roberto Speranza. «Nel voto di queste ore c’è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito», ha scritto il presidente in una lettera inviata ai circoli del Pd, «la prima regola della democrazia è», ha aggiunto, «rispettare, tutti insieme, la regola del consenso interno». «Quando ho perso le primarie», è il ragionamento offerto agli iscritti del Pd da Renzi, «ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi aveva vinto. Adesso non sto chiedendo semplicemente lealtà; sto chiedendo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli. R Perché questa legge elettorale l’abbiamo cambiata tre volte per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere». Il punto sarà quello di vedere quanti esponenti della minoranza passerranno dalla protesta verbale contro Renzi ai fatti. «Nel Pd i no saranno meno di cinque», ha pronosticato Rosato. L’abbandono di Speran- giorno lavorerò senza tregua per dare alla nostra comunità la possibilità di essere utile all’Italia». Nepal, quattro vittime italiane Tra gli oltre 4mila morti e circa 7mila feriti (numeri destinati a salire anche di molto secondo alcuni osservatori) a Vignetta di Claudio Cadei za è ancora un capitolo aperto. «Ho visto che non è prevista alcuna riunione del gruppo prima del voto sull’Italicum», ha sottolineato Alfredo D’Attorre della minoranza del Pd a proposito della decisione del partito di non procedere subito alla nomina del nuovo capogruppo dopo le dimissioni di Speranza. «Spero che non si voglia dare a Renzi la possibilita’ di dare indicazioni di voto dai banchi del governo», ha aggiunto malizioso. «Sarebbe un controsenso invocare prima la disciplina di gruppo e poi non avere una guida in un momento così importante per il partito». Stefano Fassina sospenderebbe i lavori parlamentari e darebbe vita ad un referendum interno al partito. «Il Pd dovrebbe consultare i propri iscritti sulla legge elettorale», ha detto. Intanto FI ribadisce il suo no al provvedimento. Intanto il fittiano Rocco Palese ha già formalizzato la richiesta di voto segreto su due pregiudiziali di costituzionalità presentate in Aula alla Camera sull’Italicum e anche sugli emendamenti. Renzi si gioca il tutto per tutto alla roulette. «Ho preso l’impegno con voi iscritti al Pd di guidare il partito fino al dicembre 2017, quando si terranno le primarie. In quell’appuntamento toccherà a voi, alla nostra comunità, scegliere se cambiare segretario. Ma fino a quel causa del terribile terremoto in Nepal ci sono anche quattro vittime italiane. Ad essere travolti ed uccisi da una frana di dimensioni gigantesche abbattutasi nella valle del Rolwaling a Nord di Kathmandu, sono stati i trentini Renzo Benedetti, 60 anni di Segonzano, direttore della scuola di alpinismo della Sat di Cavalese, accademico del Club Alpino Italiano, sposato e padre di un figlio, Marco Pojer di Grumes in Val di Cembra, cuoco della locale scuola materna, ed Oskar Piazza, speleologo e membro del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, insieme a Gigliola Mancinelli, 50 anni medico dell’Ospedale Cardiologico Lancisi di Ancona. Piazza e Mancinelli facevano parte dello stesso gruppo di speleologi che comprendeva anche il genovese Giovanni Pizzorni ed il marchigiano Giuseppe Antonini. Stando ad alcune testimonianze Benedetti e Pojer avevano deciso di effettuare una leggera deviazione di percorso perché volevano portare medicinali ad un’anziana nepalese che conoscevano dalle precedenti spedizioni. Avevano detto ai compagni di escursione, Iolanda Mattevi trentina di Segonzano (in ospedale con l’avambraccio ed un dito fratturato), ed Attilio Dantone, trentino della Val di Fassa (illeso), di proseguire lun- go il sentiero. Ma sarebbero ancora quaranta gli italiani irreperibili in Nepal. L’Unità di Crisi della Farnesina ha comunicato che allo stato attuale risultano irreperibili 40 cittadini italiani mentre le segnalazioni pervenute alla Sala Operativa dell’Unità di Crisi nel corso delle ore successive di sabato hanno consentito di rintracciare sinora - oltre agli otto turisti inizialmente registrati su www. dovesiamonelmondo.it - più di 300 connazionali non registrati che erano presenti nell’area colpita dal terremoto. Il ministero degli Affari Esteri sta lavorando in queste ore con il Comando Operativo Interforze (COI) per l’invio di un primo velivolo militare C130 al fine di effettuare i primi rimpatri dei connazionali presenti nella capitale, nonché di un ulteriore volo militare più capiente che potrebbe raggiungere Kathmandu nei prossimi due giorni quando sarà possibile organizzare e far convergere sull’aeroporto della capitale un maggior numero di connazionali. L’Onu forse si fa carico del problema sbarchi «Prima l’Italia era sola a fronteggiare questo tema, ora l’intera comunità internazionale è consapevole che si tratta di un problema globale e non di una questione che riguarda un Paese», ha detto Renzi al termine della visita sulla nave San Giusto assieme al segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki-Moon e Mister Pesc Federica Mogherini. «Fermare i trafficanti di esseri umani per evitare una catastrofe umanitaria è una assoluta priorità su cui contiamo di avere il sostegno delle Nazioni Unite», ha aggiunto Renzi. «Dopo Lampedusa, l’Italia ha dato prova di generosità. Ma dobbiamo farci sentire a livello internazionale, sia in Europa che alle Nazioni Unite. Questa è la nostra strategia. Nel passato eravamo soli. Adesso vediamo che qualcosa finalmente si muove. La presenza di Ban Ki-Moon e Mogherini oggi è un segno importante». cora. Siamo aperti e pronti all’ascolto. Ma un punto deve essere chiaro: la scelta dell’autonomia è decisiva», ha ribadito Renzi nella lettera ai segretari dei circoli Pd, dopo gli attacchi degli insegnanti alla riforma voluta dal suo governo. «Significa che la scuola non deve essere nelle mani delle circolari ministeriali e dei sindacati, ma dei professori, delle famiglie, degli studenti. Tutte le parti in campo sul tema della riforma della scuola evitino eccessi, toni ultimativi e scontri ideologici. È invece il senso dell’appello che lanciano dal Pd il vicesegretario e il presidente Lorenzo Guerini e Matteo Orfini. «Con la Buona Scuola», hanno affermato, «il governo ha costruito un percorso di ascolto lungo e approfondito che ha coinvolto migliaia di operatori scolastici, insegnanti, famiglie e studenti. (...) «È sbagliato che si impedisca di parlare a chi presenta la riforma, così come è sbagliato bollare di squadrismo chi manifesta il proprio dissenso. La scuola e’ il cuore del cambiamento dell’Italia». © Riproduzione riservata PILLOLE di Pierre de Nolac Uova contro Salvini. Le cucinerà Elisa Isoardi? *** Mattarella: «La politica sconfigga la corruzione». Seguirà l’autodafé. *** È passato il 25 aprile. La Liberazione dal fabiofazismo. *** Renzi al Pd: «In gioco dignità e futuro del partito». Boom! *** Giannini contestata anche dai vertici Pd. Giusto perché ci è appena entrata. *** Il governo si corregge sul ddl scuola I selfie-stick al bando anche a Wimbledon. «Il nostro disegno di legge può essere migliorato an- Ne avevano piene le palle. 4 Martedì 28 Aprile 2015 PRIMO PIANO La riforma elettorale di tipo bipartitico, per funzionare, va estesa anche agli enti locali Bipartitismo? Per ora orgia di liste In Campania ci sono 11 liste per Caldoro e 9 per De Luca DI MARCO BERTONCINI italicum procede verso il bipartitismo: così sostiene, fra gli altri, lo zio o nonno o padre putativo del progetto, il politologo Roberto D’Alimonte. Senza dubbio, uno dei motivi forti del nuovo sistema è il premio di maggioranza assegnato alla lista, come voluto da Matteo Renzi e accettato da Silvio Berlusconi (ma resipiscenze sono oggi palesi). Tuttavia i sistemi in vigore per le regionali e le comunali (nei centri maggiori) sono fortemente a sostegno delle coalizioni. È dunque difficile ritenere che l’ingegneria elettorale per le politiche riesca a modificare la frammentazione partitica, fin quando i partiti minori e perfino minimi avranno vantaggi nelle altre elezioni. Le liste annunciate per le elezioni di maggio attestano la consueta trionfale esposizione di candidature sotto le più varie bandieree. A correre ci sono delle armate di candidati, ripartiti (per restare ai capoluoghi ove si voterà già fra meno di due settimane, il 10 maggio) in undici liste ad Aosta, in dodici a Trento e in ben diciannove a Bolzano. Simili sono Forza Italia applaude Rosy Bindi in Parlamento L’ Stefano Caldoro Vincenzo De Luca le prospettive regionali. In Campania a sostenere Stefano Caldoro dovrebbero essere undici liste, mentre dietro Vincenzo De Luca se ne dovrebbero contare nove. Basterà notare che nel centro-destra Area popolare presenterà due liste, ciascuna con il riferimento ad Ap ma autonoma dall’altra (Ncd e Udc), mentre una lista del centro-sinistra dovrebbe servire ad accogliere ben tre movimenti, denominati «Pensionati consumatori», «Insorgenza civile» e «Meridionalisti democratici». Ci saranno partiti storici da parecchio assenti dal Parlamento, come il Pri, e poi meridionalisti di varie etichette, per tacere delle liste del presidente (De Luca dovrebbe averne ben due di propria diretta emanazione). C’è, quindi, poco da stupirsi se Silvio Berlusconi intenda cancellare il proprio nome dal simbolo di Fi. La ragione principale è che si è reso perfettamente conto delle difficoltà in cui si dibatte il partito, dei possibili esiti negativi causati dai conflitti interni, della costante perdita di simpatie segnalatagli anche dalla sondaggista prediletta. Ha inoltre acquisito la consapevolezza che questa Allora cominciamo con gli interventi in discussione sulle linee generali. La prima iscritta a parlare è la deputata Rosy Bindi, ne ha facoltà. - Rosy Bindi. Grazie Presidente. È stato più volte affermato in questi giorni, anche questa mattina, che nessuna legge elettorale è perfetta. È vero, e come potrebbe esserla, ci potremmo chiedere, perché persino la legge elettorale – e anche questa legge elettorale – appartiene alla cose umane e la perfezione, si sa, non è di questo mondo, ma di questo mondo è invece la possibilità di fare le cose migliori (...). Sento parlare di voto di fiducia, come per la legge Acerbo, come per la legge «truffa», sento addirittura parlare di voto di fiducia sulle pregiudiziali, come su un decreto fiscale nei primi anni Ottanta. Questo è un vulnus terribile nei confronti della vita del Parlamento e nel rapporto tra Governo e Parlamento. Lei sa bene che le prassi in Parlamento creano norma, rinovellare queste prassi per consegnarle al futuro può essere davvero pericoloso per la qualità e il futuro della democrazia di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà). presenza di liste e listarelle intacca il potenziale seguito che avrebbe una lista unica di Fi, specie nel caso di liste del presidente. La prospettiva di legare il proprio nome a una palese sconfitta (già in passato era stato ostile ad autorizzare liste legate al candidato presidente, ma stavolta non ha la forza di impedirle) non è certo allettante. Di conseguenza, preferisce tenersi distante dalla campagna elettorale, nei limiti del possibile: non scomparirà, più semplicemente esternerà un deciso disinteresse, facendo capire di non considerare cosa propria queste elezioni. © Riproduzione riservata IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI Ormai è chiaro: Renzi ha due avversari. Uno a Roma, che è già in casa sua, a Palazzo Chigi, Raffaele Cantone. E l’altro a Parigi, Enrico Letta DI C RICCARDO RUGGERI he sia la volta buona che andiamo alle elezioni? I miei amati «segnali deboli» indicano che è possibile, perché, in un modo o nell’altro, conviene a tutti, in primis a Renzi. Oggi parlerò di lui, a seguire degli altri e di come mi preparo, da analista, alle prossime elezioni politiche, nell’ipotesi che ci siano. Tutto nasce da un tweet, di cui mi sono «liberato» proprio il 25 Aprile: «Dilemma Dem: meglio votare contro e andare alle urne o votare a favore e andare alle urne?». E proprio il 25 Aprile è uscita una lunga intervista del direttore del Foglio, Claudio Cerasa, a Raffaele Cantone, l’ultimo «segnale debole» che mi mancava. Inquadro le interviste in tre tipologie: a) da guerra santa, dove, alla fine, intervistato e intervistatore (come i grandi scacchisti) si odiano, in teoria potrebbero persino uccidersi (inarrivabili quelle di Oriana Fallaci); b) di scopo, sono tranquille, spesso finiscono 0-0, ognuno si accontenta di aver portato a casa qualcosa; c) ruffiane, sono in maggioranza, mitiche quelle di David Letterman, sdraiato sul tappettino con il demo- crat Obama, idem quelle di Rai3 verso il «Prodi anti Cav». Questa di Cerasa-Cantone è stata di tipo b), entrambi ne escono vincitori, uno professionalmente, l’altro politicamente, e non poteva essere diversamente, sono due persone perbene, preparate, miti. Anche Renzi sarà contento, ha avuto conferma di ciò che aveva intuito: ormai è chiaro, ha due avversari, uno a Roma, addirittura già a Palazzo Chigi, Cantone, l’altro a Parigi, Enrico Letta, meglio liberarsene ora che sono in fasce. Pericoloso il primo, perché la maggioranza silenziosa del paese, dopo la sciagurata campagna mediatica sulla corruzione, cavalcata dalle élite per biechi interessi di bottega, è ormai matura per essere governata da un magistrato, che operi contro questa «spuzza» di corruzione (mai termine fu più felice). A differenza di quello che pensano tutti, la fine del Nazareno è stata sì mortale per Berlusconi (si è giocata al tavolo verde Forza Italia, e l’ha persa) ma il danno maggiore l’ha avuto Renzi: è rimasto nudo. Gli unici che l’hanno capito, una dozzina di giornalisti di grande valore, di diverse testate o ospiti itineranti di talk show, uniti da un curioso innamoramento per lui, sono da tempo alla ricerca di dargli un nuovo profilo, convinti che ne abbia bisogno. Lo penso anch’io, ogni mese che passa appare sempre più per quello che è, un Obama de noaltri: l’uno incanutì di colpo, l’altro scarica lo stress creando tessuto adiposo aggiuntivo. Chi studia le dinamiche delle leadership, sa che nel momento stesso in cui un leader arriva al potere, inizia il suo declino. Apparentemente è concentrato sul suo lavoro, determinato a perseguire i suoi obiettivi, ma a un occhio attento non sfugge la sua focalizzazione, esclusiva e maniacale, per scoprire dove si nasconda l’uomo che gli vuole sottrarre la «campanella». Deve in ogni modo evitare un successore, anche teorico, perché, ai suoi occhi, costui, psicologicamente, impersona la sua morte. Renzi, dopo un anno, è molto in ritardo nella costruzione della sua leadership, le sue grandiose fantasie hanno mostrato di non aver consistenza, rispetto alle ambizioni realistiche del fare che aveva dichiarato e gli erano richieste. Temo stia precipitando in quella terra di nessuno dove iperattività e conflittualità si mischiano, un mondo di fantasie di onnipotenza da un lato, e la spietata realtà esterna dall’altro, si scontrano. L’iperattività diventa allora una modalità insana per affrontare i problemi, nel momento in cui la sua psiche li classifica come pericoli, significa che i meccanismi naturali di difesa sono saltati. L’investimento emotivo è stato eccessivo, siamo entrati nella sindrome che il mio maestro Kets de Vries definisce: personalità orientata alla «posizione narcisistica». Immagino si sappia che il narcisismo è la malattia infantile del leaderismo, una brutta bestia, credetemi. Qui mi taccio, faccio l’analista non lo psicanalista. Di positivo è che l’Italia ha ora due alternative a Renzi, una a Roma (Cantone), una a Parigi (Letta), e questo è positivo per la nostra democrazia, anche se non lo è sul breve. Quando i problemi (il tuo lavoro) li consideri pericoli, significa che sei entrato nel mondo della leadership-paranoia (sempre KdV). Come leader ti conviene allora resettare il tutto. Cosa meglio delle elezioni? E allora elezioni siano, visto che tu sei certo di vincerle, e gli altri sono costretti a scommettere sul come. [email protected] @editoreruggeri © Riproduzione riservata PRIMO PIANO Martedì 28 April Aprile 2015 5 E con lui, l’intero paese, intendiamoci bene. Lo dice Giuseppe Caldarola ex direttore de l’Unità Stavolta Renzi rischia il crac Proprio mentre la situazione economica non lo rischia DI GOFFREDO PISTELLI È un profondo conoscitore dei fatti, degli uomini e delle scuole di pensiero della sinistra storica italiana, quella che dal Pci è arrivata oggi nel Pd, Giuseppe Caldarola. Del resto ha fatto parte a lungo di quel mondo: segretario comunista barese negli anni ’70 e poi parlamentare dei Ds per due legislature, dal 2001 al 2008, aderendo quindi al Pd. Senza dimenticare che Caldarola è stato vicedirettore di Rinascita e direttore de l’Unità. Un interlocutore perfetto, quindi, per capire il travaglio che scuote il Pd, diviso fra un segretario che ac- Peppino Caldarola D. E perché? R. Per un tema semplice. Perché la legge elettorale, che P Sono (e resto) amico è stata contrattata con Silvio Berlusconi, ha avuto un amB di D’Alema e Berpio p consenso nella direzione sani, non diventerò del d partito. Non solo, l’impianto renziano nemmeno di d quella norma è stato anche se mi venissero a modificato su suggerimento m prendere i carabiniedella stessa sinistra interna. d D. E quindi? ri, ho criticato più R. Quindi, chi oggi si oppovolte Renzi ma debbo ne n oggi all’Italicum, si deve dire che chi sta rottaassumere la responsabilità di a mando il passato, in essere contro quella riforma e e modo intollerabile, è contro il governo. co la minoranza Dem D. Se l’Italicum uscisse bocciato alla Camera, si b andrebbe a votare? a R. Lo dice Renzi, ma sbacelera su alcune riforme e una sinistra interna che gli resiste, gliando, perché comunque, a pronta forse a votare contro il decidere, è sempre il presigoverno che quel segretario dente Sergio Mattarella, come primo atto. Anche se mi presiede. Domanda. Mai, come in parrebbe difficile che non lo questi giorni, l’ipotesi del- facesse. D. Per quale motivo? la caduta del governo sulla R. Perché sarebbe il terzo nuova legge elettorale, fino a poche settimane fa pura presidente del consiglio di fantapolitica, sembra una seguito a non passare per le realtà verosimile. Che ne urne. E significherebbe che si pensa? fanno nuovi premier senza inRisposta. Sì, si fa più vicina terpellare gli italiani. l’ipotesi di un crack di tipo poD. Ma una maggioranlitico. Ed è paradossale: men- za diversa, secondo lei, ci tre l’economia, sarebbe in s che continua ParlamenP Perché, nei suoi ad andare to? to sempre abbaR. Sa, in riferimenti culturastanza male, questa legiq li, non c’è Palmiro non segnala la sslatura abTogliatti che avrebbe prossimità del biamo visto b cercato un comprotracollo, ecco diverse idee d messo. E nemmeno che accade per di maggiod la sinistra riformista la politica. ranza. È cora D. Colpa minciata, nel m che ha sempre teso al dell’Italifebbraio del fe miglioramento delle cum... 2013, col ten2 condizioni date ma R. Sì la tativo di Pier ta c’è solo un realismo riforma eletLuigi BersaL da casa da riposo torale sta dini di stanare n ventando la il M5s. Poi è madre di tutstata la volta st te le battaglie. Sull’Italicum ’ di Enrico Letta. si stanno scaricando tutte le D. Con le larghe intese... tensioni del centrosinistra e R. Un tentativo non dissidel Pd. E non sappiamo, oggi, mile, se vogliamo, da quello se il premier Matteo Renzi che avrebbe condotto, più tarporrà la fiducia. di, lo stesso Renzi che, parD. Secondo lei, dovrebbe tendo dalla indisponibilità farlo? dei grillini, non solo rifece la R. Se Renzi chiedesse la fi- grande alleanza lettiana, ma ducia su questa riforma fareb- la rafforzò col patto di ferro be male. col Cavaliere, con l’accordo è una legge che consente un Un realismo, cioè, minuto dopola fine dello spom glio, di sapere due cose: o che g per cui i figli di vecchi un partito governa, perché ha u nostalgici togliattiaottenuto oltre il 40 per cento ot ni, improvvisamendei voti, oppure che le due d te, scoprono Pietro forze maggiori si scontrano fo Secchia: se pensano in un ballottaggio. Ora il prosul serio che Renzi cedimento è assai limpido e ce l’ostilità non capisco da dove l’ sia una minaccia per nasca, se non da un approccio n la democrazia, debeminentemente ideologico apem bono spaccare il Pd punto. Però... p e chiamare il popolo D. Però? all’insurrezione R. Però, per coerenza, si dovrebbe chiedere di tornare al v proporzionale secco, in cui sia p del Nazareno. il parlamento a fare le maggioD. Che non c’è più. ranze e non certo gli elettori. R. Quel patto però, dopo la Il fatto è l’opinione pubblica, vicenda del Quirinale, ma non da tempo, chiede il superaper colpa di quella, è finito e mento del Porcellum, ha un Berlusconi ha scelto un’altra orientamento verso una legge strada. E Renzi deve contare bipolare e, da almeno undici sulle sue forze. Però, nel caso anni e malgrado gli annunci, del rovesciamento dell’attuale non accade niente. E Renzi ce presidente del l’ha chiaro, consiglio, mi per questo va p E se non pensano parrebbe diffidiritto. d cile pensare a D. A proche Renzi sia una un Nazareno posito del p minaccia, debbono mignon. contorno trattare. Non con la D. In che ideologico id regola del centrasenso? di questa lismo democratico R. Come vicenda, ma con quella che definire altril’altro giorl’ menti un’alno Claudio n vige in tutti i partiti leanza fra la Petruccioli P democratici, in base minoranza Pd ha detto, da h alla quale, è la mage Berlusconi stesse ques gioranza che detta la nell’ottica di ste colonne, st linea del partito un governo del che, in rec dopo-Renzi? altà, tutta a Né, mi pare, l’opposiziol’ ci siano le condizioni zioni per coin- ne all’Italicum è strumenvolgere Beppe Grillo, il quale tale: l’obiettivo è abbattere manda i suoi in televisione, ma Renzi. il suo dato strategico resta l’opR. E Petruccioli ha totalposizione. mente ragione, in questo caso. D. Posto che Renzi non Come sa, io non ho mai lesinacederà sull’Italicum, po- to critiche a Renzi. trebbe esserci uno scambio D. Tutt’altro. sulla riforma del Senato R. E non diventerò renziaancora in itinere? Si parla, no neppure se mi venissero a infatti, di un’apertura alla prendere i Carabinieri. richiesta della minoranza D. Chiaro. perché Palazzo Madama possa tornare elettivo, pur Se fossi in Renzi, non votando la fiducia del governo. non porrei la fiducia R. Ho la sensazione che mosulla legge elettorale dificare il modo di elezione dei perché essa ha avuto senatori, togliendolo ai consiun ampio consenso gli regionali, potrebbe essere nella direzione del il gesto ragionevole offerto da Renzi. Anzi mi auguro che lo Pd e l’impianto del faccia. ddl è stato modificaD. Perché, Caldarola? to su suggerimento R. Perché sull’Italicum si della stessa sinistra gioca una partita che ha un interna che ora contorno concreto e uno ideodeve dire cosa vuole logico. D. Quello concreto, qual è? R. E, su Renzi, aggiungo R. Quello concreto è che avvicina il voto anticipato che è l’uomo della rottamazioe, come ha scritto Roberto ne delle figure politiche, e va D’Alimonte, è la conferma bene, ma anche delle culture, di un bipolarismo che muove e su questo terreno avrebbe in direzione del bipartitismo, dovuto procedere in modo più anche se per ora i partiti sono accurato. Detto questo... D. Detto questo? ben più di due. R. Detto questo, chi sta rotD. Quale è il contorno tamando il passato, in modo ideologico, invece? R. Glielo spiego. L’Italicum intollerabile, è proprio la sini- stra del Pd. D. Spieghiamolo bene. R. Mi domando infatti quali riferimenti culturali abbiano. D. In che senso? R. Nel senso che è evidente come, fra questi riferimenti, Se questi sono i fatti (e lo sono) chi oggi si oppone all’Italicum, si deve assumere la responsabilità di essere contro la riforma elettorale e contro il governo. Nel caso di rovesciamento del governo non ci può infatti essere un Nazareno mignon non ci sia Palmiro Togliatti, perché il Migliore avrebbe cercato un compromesso. E d’altra parte non c’è nemmeno la sinistra riformista, che ha sempre teso al miglioramento delle condizioni date. D. E cosa resta? R. Eh, resta un radicalismo da casa di riposo: dove i figli di vecchi nostalgici togliattiani, improvvisamente, scoprono Pietro Secchia. D. Insomma, la minoranza dem sbaglia. R. Sbaglia perché non è così che funziona. Se pensano veramente che Renzi sia una minaccia per la democrazia, de- Il patto del Nazareno mignon consisterebbe (dopo la fine del governo Renzi) in un’alleanza fra la minoranza Pd e Berlusconi. Né, mi pare, ci siano le condizioni per coinvolgere Grillo che ha, come dato strategico, l’opposizione vono v spaccare il Pd e chiamare il i popolo all’insurrezione. D. Se non lo pensassero? r R. Devono trattare. Ma non con c la regola del centralismo democratico, quanto piuttosto d con quella che vige in tutti c partiti occidentali e cioè che p è la maggioranza detta la linea. n D. Terribilmente efficace l’immagine della casa di ril poso, col quadro di Togliatti sostituito a quello di Secchia, l’intransigente... R. ... fa accapponare la pelle, lo so. Anche perché questi sono tutti amici miei, da Massimo D’Alema a Bersani. Ma è così. twitter @pistelligoffr © Riproduzione riservata 6 Martedì 28 Aprile 2015 PRIMO PIANO Sarebbero tutti d’accordo, salvo i diretti interessati. Anche se poi fanno solo flanella 630 deputati? Ne basta la metà Solo chi non sa le cose depreca l’assenteismo di venerdì DI CESARE MAFFI L’ immagine dell’aula di Montecitorio con i banchi spopolati (presenti meno di quaranta deputati) tiene impegnati i mezzi d’informazione, anche diversi giorni dopo che le desolate fotografie e riprese televisive hanno impietosamente dimostrato il generale disinteresse per l’informativa del governo sulla tragica fine di Giovanni Lo Porto. Ebbene, sarà forse il caso di esprimersi controcorrente e di asserire che non c’è alcuna ragione di scandalo, pur se la quasi totalità di chi ha visto le fotografie o le riprese televisive condanna quell’assenteismo. Venerdì mattina la Camera non aveva all’ordine del giorno la commemorazione del cooperante, bensì quella che è definita «informativa urgente del governo», ossia una relazione svolta da un ministro, a richiesta della stessa Camera, su un argomento di rilievo, un episodio, un evento non contemplato in precedenza fra i temi in discussione. Dopo la relazione, ogni gruppo disponeva di cinque minuti per esprimere la propria posizione. Così, il dibattito era concluso, senza alcuna replica del governo e senza alcuna votazione. Ebbene, che cosa avrebbero dovuto fare i quasi seicento deputati assenti? Andare in aula per far numero e ascoltare la relazione del ministro e gli interventi dei colleghi, uno per gruppo. Non avrebbero dovuto votare. Non sarebbero potuti intervenire. Quale sarebbe stato il loro ruolo? Far numero, ma un numero inconcludente, perché non erano previste votazioni. Di fatto, relazione del ministro e, se del caso, interventi dei gruppi li hanno letti o sentiti o visti: via internet, per radio, per televisione, in diretta, in differita, totalmente o per estratti. Una vasta presenza avrebbe avuto, al più, un senso di rispetto verso il defunto. Informative del genere sarebbero meglio svolte nelle commissioni competenti, anche riunite, anche di entrambe le Camere, ove assistono i parlamentari più esperti sul tema trattato. Più produttivo sarebbe, in questo caso, un dibattito esteso. Siccome, però, come càpita sovente, i gruppi di opposizione, dietro i quali va la maggioranza, chiamano il governo a fornire l’informativa urgente all’assemblea («immediati chiarimenti», era la domanda specifica), come a rimarcare il rilievo che tale atto avrebbe, è inevitabile che moltissimi parlamentari non vadano a passivamente assistere a un dibattito dal quale sono esclusi. A che servono, allora, 630 deputati? Domanda esatta, cui andrebbe risposto che ne basterebbe la metà. Invece così non sarà, nemmeno con la riforma costituzionale, che lascerà immutato il numero (da tutti, ma non dalla classe politica, considerato esorbitante) di deputati. Per esercitare il proprio ruolo legislativo, sarebbero sufficienti meno deputati, con un lavoro condotto precipuamente in commissione e non in aula. Viceversa, con i numeri attuali, continueremo a vedere o aule con sparute presenze (va soltanto chi sia direttamente interessato, come nel IL CORSIVO Solo depressi, transteverini, divorziati o cacciati di casa Niente, il deserto. Erano andati praticamente tutti a casa (anche buona parte dei parlamentari grilliti, che pure hanno denunciato con urla e fischi l’assenza dei parlamentari nemici del Vero Dio, Beppe o Gianroberto Allah) quando il ministro degli esteri Paolo Gentiloni si è presentato alle camere per riferire sulla morte di Giovanni Lo Porto. Be’, sfido che non c’era nessuno, protestano adesso gli assenti. Era cominciato il weekend, e tutti i parlamentari, nel fine settimana, rientrano infallibilmente in famiglia... pardon, tornano «nei collegi che li hanno eletti, per conferire con i loro elettori», come fantasticano i capigruppo. (Anche i nominati? Sì, pure i nominati, aritangano i capigruppo). Gentiloni, se voleva essere ascoltato, avrebbe dovuto riferire di lunedì, meglio se nel pomeriggio, meglio ancora se sul tardi, diciamo intorno alle sei, per dare a tutti i parlamentari il tempo di tornare con calma a Roma, disfare i bagagli, mettersi sotto una doccia, fare un riposino. Anzi, un ministro degli esteri serio non avrebbe riferito nemmeno di lunedì ma a metà settimana: martedì è troppo presto, giovedì troppo tardi, diciamo mercoledì. Altrimenti il deserto, inevitabilmente. Quaranta deputati al massimo: i depressi, i trasteverini, i divorziati, i cacciati di casa. © Riproduzione riservata caso d’interrogazioni) o aule con molti presenti, i quali però quasi sempre votano su ordine del capogruppo o del governo, completamente estranei al dibattito in corso. © Riproduzione riservata TORRE DI CONTROLLO I giganti del web pagano appena l’uno per cento di tasse, e finalmente anche Renzi sembra deciso a tassare Google DI C TINO OLDANI hi fa da sé fa per tre. A quanto pare, questo vecchio adagio sembra ormai l’unica regola valida in Europa per tassare con successo i giganti del web. Così, dopo che la Gran Bretagna ha introdotto una tassa del 25% sui profitti delle multinazionali on line realizzati sul suolo britannico, e visto che Francia e Germania sono paralizzate da uno sterile dibattito sul da farsi (con tanti saluti all’asse franco-tedesco, un tempo decisivo su tutto), il governo di Matteo Renzi sembra intenzionato a seguire la stessa strada di Londra nei confronti delle cosiddette società Ott (Over the top), ovvero Google, Apple, Facebook e Amazon, con l’introduzione di un’imposta italiana di nuovo conio sui loro profitti. Inutile dire che questa tassazione a macchia di leopardo, dove ogni Paese fa per conto suo, rappresenterebbe una sonora sconfitta per l’Ue, che da anni, nonostante le continue promesse dei suoi vertici, non riesce a varare un regime fiscale unico, valido in tutti i 28 Paesi membri, nei confronti delle società multinazionali. Lo stesso Renzi, che un anno fa si mostrava fiducioso circa la capacità dell’Ue di varare una tassazione comune dei colossi del web, tanto da assicurare che il problema si sarebbe risolto durante la sua presidenza del semestre europeo, alla fine sembra avere cambiato opinione. Per questo, tra i dossier pronti per l’esame del Consiglio dei ministri, secondo un’anticipazione del Corriere della sera, spicca quello predisposto dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti che prevede l’introduzione di una ritenuta alla fonte del 25%, operata da banche e intermediari, sui pagamenti a favore delle multinazionali del web con sede all’estero e operanti in Italia. Misura che il governo vorrebbe introdurre entro giugno con il secondo pacchetto dei decreti legislativi per l’attuazione della riforma fiscale. Se così fosse, si tratterebbe di un vero e proprio uovo di Colombo fiscale, in grado di aggirare il maggiore ostacolo, quello della «stabile organizzazione» che finora ha impedito di intervenire con una giusta tassazione sui profitti realizzati in Italia dai giganti del web. Questi ultimi, infatti, a differenza delle società che dispongono di impianti industriali o commerciali rientranti nella nozione di «stabile organizzazione», operano abitualmente in Italia come società di servizi. Questo comporta che i profitti realizzati sono in capo alle case madri, che di solito hanno sede nei Paesi con un regime fiscale agevolato. Un gioco di scappatoie legali che consente ai giganti del web di fatturare in Ita- lia e di esportare i profitti in Paesi dal fisco più accomodante, come Irlanda, Olanda e Lussemburgo. Secondo alcuni calcoli riferiti dal Corriere della sera, a fronte di un fatturato italiano di 11 miliardi di euro, le società che operano on line hanno pagato all’erario meno di 10 milioni di euro di tasse, vale a dire meno dell’uno per mille. Un giochino fiscale che, su scala mondiale, fa sì che le tasse pagate da queste società non superino in media l’1% del fatturato. Che si tratti di concorrenza sleale nei confronti degli operatori nazionali, emerge in modo chiaro da un’inchiesta di Paolo Pozzi (“I nuovi padroni della pubblicità. La mappa di chi comanda e di chi investe sui media in Italia”), dove Google si piazza al secondo posto, dopo Publitalia e prima della Rai nella classifica dei fatturati pubblicitari sul mercato italiano. Con i suoi 800 milioni di euro fatturati nel 2012 (saliti a 1.100 milioni nel 2013), Google vale da sola come quattro delle maggiori concessionarie di pubblicità italiane messe insieme: Rcs Pubblicità (476 milioni), Manzoni (403 milioni), Mondadori Pubblicità (141 milioni), 24 Ore System (128 milioni). Ma quanto a tasse, ne paga tuttora assai meno dei concorrenti, visto che la società di Mountain Views ha in corso un contenzioso con la procura di Milano per una presunta evasione fiscale di 800 milioni di euro. Lo stesso discorso vale per Apple, che in base a un’indagine congiunta della procura di Milano e dell’Agenzia delle entrate (vedi Italia Oggi del 26 marzo 2015) avrebbe evaso 990 milioni di euro tra il 2008 e il 2014. Sono invece ancora in corso gli accertamenti fiscali su Facebook e Amazon. Di fronte a questo scenario, la Commissione Ue si è finora distinta per l’estrema lentezza delle decisioni. Il fatto poi che il nuovo commissario Ue per il digitale, il tedesco Gunther Oettinger, sia per sua ammissione un politico poco esperto del web, sembra favorire ancora di più le multinazionali del settore, dotate di una velocità operativa sconosciuta agli euroburocrati. L’esempio più recente è l’ingresso di Google nella telefonia mobile, che secondo gli esperti porterà a grandi cambiamenti in tutto il mondo. Di colpo, l’intera architettura del roaming europeo potrebbe essere spazzata via dalla tecnologia di Google, con inevitabile riflessi sulle tariffe, ridotte a norme di tipo archeologico. Un “big bang” tremendo anche sul piano dei conti per tutte le società telefoniche. La risposta di Oettinger? Come rivela il Wall Street Journal, non è andata oltre l’idea burocratica di una nuova Authority europea, per tentare di controllare le web company Usa. Una gara impari, purtroppo. © Riproduzione riservata Martedì 28 April Aprile 2015 PRIMO PIANO 7 Com’è molto probabile, Renzi potrebbe riformare più in fretta di quanto ha fatto finora E se passa la legge elettorale? Ma l’establishment ci sta a farsi cambiare? Come reagirà? DI DOMENICO CACOPARDO È iniziata ieri la tappa finale del percorso parlamentare per l’approvazione della nuova legge elettorale, l’«Italicum». Con le votazioni sulla pregiudiziale di costituzionalità, in programma per oggi, la discussione entra nel vivo e non saranno ammesse distrazioni né nello schieramento di governo né nel caleidoscopio di oppositori. Ci vorranno ancora alcuni giorni, più di una settimana, perché, dopo tre (o quattro) probabili voti di fiducia (del tutto legittimi, al di là delle sciocchezze di Speranza e Bersani), la legge sia approvata in via definitiva. Sul risultato, infatti, non ci sono molti dubbi, visti i gruppi in campo e i numeri della Camera dei deputati, nella quale Renzi gode, scontando le defezioni dei «puri e duri» bersanian-fassinian-cuperliani, di una sicura maggioranza. Si concluderà così la madre di tutte le battaglie del giovane «premier» e conferirà a lui, primo nella storia dell’Italia unita, a parte Benito Mussolini, il controllo del Parlamento e, quindi, la possibilità di trasformare rapidamente in legge le decisioni del suo governo. Dopo non ci saranno più alibi né giustificazioni per gli errori né per i ritardi delle riforme, sin qui assai tormentate, proprio per i poteri di veto e di ricatto ampiamente sparsi in giro dal vecchio «sistema», quello nel quale Bersani ha costruito i propri gruppi parlamentari. Va ricordato, per l’onore delle cose, che la legge precedentemente in vigore, il «Porcellum», a dispetto delle critiche, era stata «adottata» dal Pd, che non s’era preoccupato di modificarla, utilizzandola pienamente per costruire una forza parlamentare di piena fiducia del segretario (Bersani) salvo qualche seggio alla minoranza (Renzi). Che poi il gioco sia saltato, per il fallimento postelettorale dello statista di Bettola e per le incolmabili insufficienze del governo Letta (e per la sentenza della Corte costituzionale che ha demolito il «Porcellum») è un altro discorso: gran parte dei deputati e dei senatori del Pd s’è resa conto che l’unica via d’uscita possibile era il giovane sindaco di Firenze, condotto dalle primarie alla segreteria del partito e da essa decollato per palazzo Chigi. Ora, non ci vorrà molto tempo per capire se la nuova legge funzionerà (anche come deterrente), se Renzi continuerà a godere del favore popolare e se l’Italia accetterà un riformismo accelerato che colpirà i gangli di un sistema economico e sociale arretrato e consociativo. L’«Italicum» prevede un premio di maggioranza alla lista «vincente». Se questa raggiungerà il 40% dei voti espressi, otterrà 340 seggi, cioè la maggioranza della Camera dei deputati. Ipotizzando un astensionismo del 30%, significa che i 340 seggi rappresenteranno il 28% degli elettori. Nel caso in cui nessuno raggiunga il 40%, si procederà al ballottaggio tra le due liste più votate. Si è detto che il meccanismo è ripreso dalla legge 18 novembre 1923, n. 2444, detta «legge Acerbo», con la quale il fascismo ottenne la maggioranza necessaria per instaurare la dittatura. Essa prevedeva un sistema maggioritario per il quale la lista (nazionale) che avesse ottenuto il 25% dei voti espressi, avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi. Il restante terzo sarebbe stato suddiviso in modo proporzionale. Se nessuno avesse raggiunto il 25% il Parlamento sarebbe stato composto con il medesimo criterio. La legge Acerbo fu approvata con la proposizione della mozione di fiducia con una maggioranza risicata: 178 a favore 157 contro, 54 gli assenti. Le somiglianze (tuttavia inquietanti) si fermano qui, anche perché l’introduzione del ballottaggio restituisce al sistema un certo tasso di democraticità rappresentativa e una legittimazione «ontologica», come direbbe un filosofo del diritto. Critica è la scelta dei capi lista bloccati che sottrae agli elettori il diritto di BRIOCHE E CAPPUCCINO 25 Aprile di Riccardo Ruggeri • Dopo 70 anni di «resistenza», oggi mi riposo. 26 Aprile • Riprendo serenamente la mia guerra di liberazione. Strategie comuni • Per creare valore, nel 2015 il «ceo-capitalism» prevede grandi «fusioni». Isis si fonde con Taleban. Varoufakis • Uomo diabolico, spacciandosi per inetto, forse ce la fa a scucire altri prestiti agli euro-eunuchi. Derby • Mi sento 20 anni di meno. votare il nome dei propri rappresentanti: una scelta questa da non condannare del tutto e «a priori», visti le deviazioni e gli eccessi del voto di scambio. Non sono certe (ancora) le tentazioni autoritarie del premier Renzi, anche se la vocazione a «comandare da solo» e a contornarsi di personale inadeguato alle necessità di governo, salvo qualche eccezione, non è rassicurante. Ma poiché si legifera non per sé, ma per il Paese, cosa accadrebbe se, non raggiungendo nessuna lista il 40%, si andasse al ballottaggio, per esempio, tra il Pd renziano e il Movimento 5 Stelle grillino? Il senso di responsabilità ci dice che l’Italia correrebbe un pericolo mortale, vista la natura del Movimento, privo di garanzie reali di partecipazione e di libertà di dissenso interno, con un leader (e un guru) padrone anche dello strumento web e un programma di dissoluzione europea. Fanno rabbrividire le continue esternazioni degli esponenti grillini, in lotta, prima di tutto, con la lingua italiana e, poi, con il buon senso e la legge: un certo Andrea Colletti l’altro ieri proponeva di «prendere a fucilate questi sciacalli», cioè Renzi e Farinetti. Purtroppo, non c’è un giudice a Berlino che si occupi di queste stupide istigazioni a delinquere. Certo, la vittoria del partito degli squinternati non è uno scenario attendibile. Non possiamo sapere, però, in quale temperie si svolgerà il voto, magari sulla spinta di eventi che non immaginiamo, né possiamo contare sulla saggezza degli elettori che, la Storia ci insegna, è tutt’altro che assicurata. Dalla scelta di Barabba a quella di tutti i carneadi pericolosi a sé e agli altri, investiti della sindacatura in recenti elezioni, da Parma a Messina, passando per Napoli. La Patria non è un numero da giocare alla «roulette». Matteo Renzi è un eccellente giocatore d’azzardo, ma, in questo caso (le elezioni con l’«Italicum») deve calcolare bene l’attività di governo, la narrazione e, soprattutto, le idee da proporre al Paese. www.cacopardo.it SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI di carne umana venissero distrutti quando essi vengono tirati sulla spiaggia. Il drone, di per sé, è invece un’arma più selettiva delle bombe ordinarie che spesso cadono a caso e colpiscono in modo approssimativo gli obiettivi. I bombardamenti infatti sono, in sostanza, come la pesca a strascico mentre i droni assomigliano alla pesca alla fiocina. I primi colpiscono nel mucchio, mentre i droni sono chirurgici, nel senso che ficcano il loro missile dove era stato programmato di farlo finire. Per far fuori i terroristi islamici che sequestravano i due ostaggi (ma chi ha bombardato non lo sapeva) con i sistemi tradizionali, si sarebbe dovuto radere al suolo l’intero villaggio. Mentre con i droni è stata demolita solo la casa nella quale si trovavano i terroristi che l’intelligence Usa aveva individuato e deciso di eliminare. Purtroppo i due sequestrati sono stati contemporaneamente uccisi in questa imboscata missilistica, proprio perché erano stati sequestrati da pericolosi estremisti, la cui pericolosità, belluinità e inaffidabilità erano state successivamente evidenziate dal fatto che, da parte degli amici dell’ostaggio americano, erano stati raccolti e inviati 380 mila dollari di riscatto ma i terroristi non lo avevano rilasciato. Anzi, avevano chiesto altri soldi, in assenza dei quali, dissero, avrebbero ceduto il sequestrato agli uomini dell’Isis che operano in Iraq che, come si sa, non esitano a decollare all’arma bianca i prigionieri che non servono loro altrimenti. I droni quindi sono un’arma indubbiamente selettiva ma anche micidiale. Nel caso della lotta ai capi terroristi (non ai combattenti sfusi che si vedono sul campo) i droni vengono usati contro obiettivi situati in zone molto pericolose per chiunque e oggettivamente inaccessibili via terra. L’obiettivo, è inutile nascondercelo, anche se nessuno ne parla, viene quindi spesso individuato sulla base di soffiate di spie che, come tutte le spie, possono anche fare il doppio gioco. Possono quindi, ad esempio, fornire delle informazioni che consentono di deviare i missili contro obiettivi civili, in modo da produrre delle stragi che poi sono giocate sul piano della propaganda, per additare al mondo intero la crudeltà dell’avversario. Ribadito che i droni sono, fra i sistemi bellici, i più mirati, quindi i più rispettosi di vite umane, sia pure nell’abito di quell’obbrobrio che è qualsiasi guerra, resta la circostanza che, grazie ai droni (che non tutti i paesi posseggono), la guerra diventa sicuramente asimmetrica, nel senso che le forze armate che li posseggono e hanno i modelli strategici più avanzati tecnologicamente hanno anche un micidiale vantaggio sulla parte avversa che non li possiede. Ma questa asimmetria (che non esisteva quando i combattenti si affrontavano con le clave) è la ragione stessa dei conflitti moderni che sono inevitabilmente basati sulla potenza e precisione di fuoco e dei sistemi d’arma. Era forse cavalleresco lo scontro ad Alamein fra i carri armati-bagnarola degli italiani e quelli che pesavano cinque volte tanto (ed erano sei volte più numerosi) degli inglesi? Chi sa di disporre di carri armati-bagnarola non dovrebbe mai scontrarsi con coloro che hanno i tank veri e propri. Non a caso ci fu chi, col senno di poi, disse che «se Mussolini, prima di entrare in guerra, o di proseguirla, avesse confrontato lo spessore dell’elenco telefonico di Roma nel 1939 con quello di New York alla stessa data, se avesse avuto senno in zucca, si sarebbe arreso preventivamente». Quanto all’uso dei droni per affondare i natanti che trasportano carne umana dalle coste libiche a quelle italiane non c’è da farsi assolutamente illusioni. Escluso che i natanti possano essere affondati mentre sono in navigazione con il loro carico di clandestini, è anche certo che non si possono far esplodere, ricorrendo ai droni, quando i natanti sono tirati sulle spiagge libiche. Per delinquenti di questo livello infatti non ci vuol nulla decidere di far dormire, incatenandoli, una decina di potenziali immigrati clandestini su ognuno dei natanti tirati a secco, impedendo così qualsiasi intervento da lontano, con dei droni, ad esempio. L’unica possibilità quindi è l’intervento con truppe da sbarco contro i natanti libici che stanno ritornando, ma solo nel caso che questi non portino, per neutralizzare gli attacchi, degli immigrati sequestrati in grado di impedire la possibilità di qualsiasi battaglia in mare, anche se ravvicinata. Pierluigi Magnaschi © Riproduzione riservata 8 Martedì 28 Aprile 2015 PRIMO PIANO La celebrazione è stata pompata dalla Classe al potere mentre cresce la stanchezza nel paese Resistenza, antidoto alla crisi Si cerca nel passato ciò che oggi appare cancellato DI GIANFRANCO MORRA E rano anni che non succedeva. La resistenzite acuta è esplosa con veemenza, accompagnata da tutti gli orpelli del regime. Ricordare la data in cui l’Italia si è liberata di un regime che fu violento e dittatoriale, anche se non riuscì, come voleva, a divenire totalitario, è certo cosa giusta. In tal senso ha ragione il presidente Mattarella, quando dice: «Pietà per i caduti di Salò, ma si tratta di campi non equiparabili». Senza escludere che di eroi possano essercene stati in entrambe le parti. Si può sbagliare anche in buona fede. Nelle celebrazioni patriottiche il mito e la liturgia, prevalgono sulla ragione storica. Ma perché oggi questa esaltazione (o meglio esasperazione) della resistenza? V’è da supporre che sia la contropartita del brutto momento in cui si dibatte la democrazia italiana: crisi dei valori civili e della classe politica, sfascio della società civile e delle istituzioni, sfi ducia nel presente e pessimismo sul futuro. Si cerca nel passato ciò che oggi appare cancellato. Il revival resistenzialista è il compenso dello sfacelo attuale, la speranza di ritrovare una nuova solidarietà nazionale. Per alcuni è anche una risposta al pericolo delle involuzioni totalitarie in atto: sia Mussolini che Renzi, dicono, sono andati al potere a 39 anni. Occorre resistere. Il Duce, despota cinico e grottesco, ebbe il consenso di quasi tutti gli italiani, non solo perché era obbligatorio. Oggi la sfiducia nei partiti è quasi totale. Dire «Abbasso il fascismo!» è più facile che dire «Viva la democrazia!». Dobbiamo dunque puntare sull’ «anti» e rispolverare quell’antifascismo, che fu di pochi italiani, non di rado coraggiosi e generosi, collocati non solo, anche se a maggioranza, a sinistra. Che i resistenti siano tanto cresciuti dopo la caduta di che fu certo resistenza patriottica al nazifascismo, ma anche guerra civile («morte della Patria» secondo Galli della Loggia) e, per i comunisti, preludio alla rivoluzione classista: combattevano il totalitarismo nazifascista solo per far vincere quello Onore e gloria alla vera resistenza ma non alla sua mitologia che è servita ad assolvere gli italiani dal generale sostegno al Duce, ha prodotto la lottizzazione del potere tra i partiti del Cnl, ha impedito una dialettica bipolare nelle politica, generando una cultura a senso unico che non è priva di colpe nella nascita del terrorismo Mussolini è una legge della storia, che, lo sappiamo tutti, è scritta dai vincitori e non è detto che siano sempre i migliori. Come capì un grande comunista, Walter Benjamin, «tutto ciò che è stato, tende a volgersi verso il sole che sta salendo nel cielo della storia, si immedesima nel vincitore» (Angelus novus, Einaudi, p. 74). L’antifascismo e la resistenza non hanno fatto eccezione: a Firenze non c’è una via intitolata a Giovanni Gentile, mentre c’è quella di chi eseguì la sua condanna a morte. Eppure negli ultimi decenni le sovrastrutture retoriche della resistenza sono state rimosse da studiosi come De Felice, Del Noce, Rusconi, Oliva, Pavone, Gobbi, Finetti, in gran parte di sinistra. Tutti stigmatizzati dalla cultura di regime come «revisionisti» – una offesa? al contrario un grande elogio, uno storico autentico non può che essere revisionista. Non per demolire la resistenza, ma per sottrarla al ridicolo e alla strumentalizzazione della retorica. Dato di Stalin. Tanto che in alcune regioni fu continuata col «sangue dei vinti» (Pansa) anche dopo la fine della guerra. Onore e gloria alla vera resistenza. Ma non alla sua mitologia, che ha prodotto non pochi guai al nostro Paese: è servita ad assolvere gli italiani dal generale sostegno al Duce, ha prodotto la lottizzazione del potere tra i partiti del Cnl, ha impedito una dialettica bipolare nella politica, ha generato una culp tura tu a senso unico, non è priva di d colpe nella nascita del terrorismo. Settant’anni dopo c’è ro ancora chi vuole tenere in piea di d una industria decotta, ma la commemorazione dell’altro giorno ha lasciato piuttosto g indifferenti gli italiani. in Lo scorso anno ci ha lasciati il senese Roberto la Vivarelli, storico della NorV male di Pisa, che a 15 anni era m corso nelle Brigate Nere della Rsi. Fu poi scolaro di due autentici antifascisti, Federico Chabod e Gaetano Salvemini. Rievocando gli anni della guerra civile, così conclude: «In Italia, la vera divisione non è tra chi ha combattuto in buona fede da una parte o dall’altra della barricata, ma tra una minoranza che, dalle due parti, ha messo a repentaglio la vita, e una maggioranza che ha preferito stare alla finestra e vedere come andava a finire» (La fine di una stagione. Memoria 1943-1945, Il Mulino, p. 106). Una sensibilità non diversa da quella del presidente Mattarella, con l’aggiunta di una esperienza diretta di quei fatti. A chi gli chiedeva se lui, divenuto uomo di sinistra, non si fosse pentito dell’errore giovanile, Vivarelli pacatamente rispondeva: «Non soltanto non sono pentito, ma ne sono orgoglioso, pur essendo consapevole che la causa era moralmente e storicamente ingiusta». © Riproduzione riservata PUNTURE DI SPILLO DI GIULIANO CAZZOLA Tra i giocatori d’azzardo Matteo Renzi è un grande campione. Li batte tutti. A «8 e ½», minacciando le dimissioni del governo e il ricorso anticipato alle urne se non passa l’Italicum, ha fatto come quei giocatori di poker che puntano tutta la posta per indurre gli altri a passare. Ma il suo è un bluff, perché non rientra nei suoi poteri sciogliere le Camere. Inoltre, Renzi non ha alcun interesse ad andare a votare con il Consutellum e in un contesto di bicameralismo elettivo e paritario sopravvissuto. A suo favore ci sono soltanto le divisioni della minoranza dem, la quale non sarà in grado di interrompere la «prise du pouvoir» del premier-segretaro fiorentino. *** In un interessante saggio dal titolo «Da Torino a Roma attacco al sindacato» (Guerini ed Associati editori), Giuseppe Sabella traccia un quadro desolante delle cosiddette parti sociali e della loro rappresentatività. «Stanno infatti perdendo sempre più tessere e associati», scrive, «sia sul versante lavoro che sul versante imprese (dopo Ibm, Ansaldo e Fincantieri anche UnipolSai e Impregilo in tempi più recenti). Il 40% di iscritti al sindacato sono pensionati. Solo il 10% sono giovani. Che ne sarà», conclude, «del sindacato di domani ? E della parte datoriale?». A questo proposito è bene ricordare che anche Fca (ex Fiat) ha lasciato l’organizzazione di Viale dell’Astronomia. *** Non si capisce perché un’azione militare contro i mercati di schiavi con la distruzione delle loro «carrette» dovrebbe essere considerato un atto di guerra, se non fosse concordato con l’Onu ed il governo libico (che peraltro non si sa bene quale sia). La misura non sarebbe risolutiva, ma manderebbe un segnale forte. A suo tempo, Ronald Reagan, senza chiedere il permesso a nessuno, bombardò la Libia per dissuadere Gheddafi dagli attacchi terroristici. *** Ma che cosa ci stavano a fare più di 300 italiani in Nepal? NON HA NEMMENO TENUTO CONTO DEL FATTO CHE, A SUO FIANCO, C’ERA IL SINDACO RENZIANISSIMO I partigiani non sognavano Renzi, ha gridato dal palco a Treviso il capo dell’Anpi, Berto Lorenzoni, 89 anni, nome di battaglia Eros DI FRANCESCO STAMMATI U n partigiano 89enne ha provato a rottamare il premier 40enne. È accaduto a Treviso, sabato scorso, quando il presidente dell’Associazione nazionale partigiani italiani-Anpi, Berto Lorenzoni, nome di battaglia Eros, è salito sul palco di Piazza Signori, per celebrare i 70 anni della liberazione, a cui ha partecipato combattendo, ed ha usato contro Matteo Renzi l’accusa di autoritarismo, che peraltro usano in molti a sinistra. «Non è questa l’Italia che sognavano i partigiani», ha detto, «diciamo no a un uomo solo al comando, torniamo alla partecipazione popolare». Non gli ha fatto nessun problema che ci fosse, lì accanto, fascia tricolore in vita, il sindaco Giovanni Manildo, renzianissimo. Come ha riportato domenica il Corriere Veneto, Lorenzoni ha chiesto di tornare ai valori della Resistenza e della Costituzione, che vengono calpestati: la dignità, il lavoro, la sovranità popolare», richiami in cui molti, in piazza, hanno letto riferimenti al Jobs act e all’imminente Italicum. L’Anpi di Treviso, del resto, pur essendo tra le poche guidate da chi abbia vissuto direttamente le lotte partigiane, come Lorenzoni appunto, non è nuova a interventi di tipo eminentemente politico. Nel 2012, l’associazione stampò il Manuale della Casta padana, un libello antileghista. «È il fascicolo che abbiamo realizzato sulla occupazione di cariche e relativi emolumenti da parte degli amministratori e degli esponenti leghisti», riportava il sito dell’Anpi cittadina, come scrisse nel luglio di quell’anno proprio ItaliaOggi. «Non abbiamo atteso la crisi della Lega per denunciare tutto questo», spiegò allora Lorenzoni, «è un lavoro che, invece, prosegue da anni. È la denuncia di un sistema che l’Anpi intende combattere, chiunque lo attui, perché è la negazione dei principi costituzionali di legalità e di rappresentanza democratica, e mette a rischio la sopravvivenza stessa delle nostre istituzioni democratiche». © Riproduzione riservata Martedì 28 April Aprile 2015 PRIMO PIANO 9 È Leandro Bracco che aveva accettato un incarico dalla maggioranza pur essendo in minoranza Consigliere regionale M5s espulso Aveva votato come Pannella nell’indulto e non come M5s DI I GIORGIO PONZIANO sondaggi danno il Movimento 5 stelle stabile, attorno al 20%: è finita la fase espansiva ma non vi è un arretramento nel consenso elettorale. Il dietrofront è nella rappresentanza. Quando finisce una legislatura, nazionale o locale, i parlamentari e i consiglieri regionali e comunali eletti nelle liste grilline si ritrovano decimati. Se ne sono andati sbattendo la porta oppure sono stati espulsi. Nonostante contro le purghe interne si siano schierati grillini di peso, come il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, la macchina repressiva guidata in tandem da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio continua nella sua corsa e falcia i reprobi. Adesso è toccato a Leandro Bracco, 38 anni, che a un anno dalla sua elezione (1.103 voti) nel consiglio regionale d’Abruzzo si ritrova espulso. La sua colpa? Avere rifiutato il diktat del no a tutto e a tutti e, al contrario, avere accettato una proposta del presidente pidiessino della Regione, Luciano D’Alfonso, di ricevere una delega per occuparsi di cultura e creatività, pur continuando a fare parte dell’opposizione. Certo, si tratta di una situazione piuttosto singolare (ma anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, a suo tempo, offrì un simile coinvolgimento ad esponenti della minoranza, che rifiutarono), con un piede nella maggioranza di centrosinistra, in quanto responsabi- le di una fetta della politica regionale, e l’altro nell’opposizione, poiché non organico alla giunta capitanata da D’Alfonso. Lui si giustifica: «Trovo giusto che su determinate questioni si impegni tutto il consiglio regionale, al di là della divisione in maggioranza e minoranza, lo si può fare per il bene della comunità che ci ha eletto a rappresentarla. Ho semplicemente ritenuto opportuno ma soprattutto utile alla collettività accettare un incarico di notevole rilevanza rimanendo con orgoglio in minoranza». Una giustificazione che non è piaciuta a Beppe Grillo, che dapprima lo ha sospeso poi, in mancanza di abiura, lo ha messo fuori dalla porta. «Non sono d’accordo con la decisione», dice, «ma essendo definitiva, passerò al gruppo misto restando all’opposizione, continuando nella decurtazione di oltre il 60% dell’indennità che ogni mese ricevo. Devolverò le somme ad una onlus che si occuperà direttamente delle migliaia di famiglie abruzzesi che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena». Il divorzio ha fatto scendere di un gradino il gruppo 5stelle: era il secondo in consiglio regionale, ora con 5 consiglieri è a pari merito con Forza Italia e potrebbe ulteriormente indietreggiare se, come sembra, almeno un altro dei consiglieri sta manifestando segni di insofferenza verso la gestione autoritaria del movimento. Nettamente contrario all’iniziativa di Bracco è il suo (ex) collega del gruppo Leandro Bracco Beppe Grillo 5stelle, Pietro Smargiassi, a capo di un comitato che vuole bloccare le trivellazioni in mare alla ricerca di gas e petrolio: «Non si possono prendere queste decisioni a livello personale, è il gruppo che deve scegliere». Rincara la dose un’altra consigliera, Sara Marcozzi: «Ci sono delle regole e dei principi che vanno rispettati. Nessun personalismo, si decide in assemblea, si rispettano le decisioni del gruppo. Massimo due legislature e poi a casa, si lavora il doppio e ci si dimezza lo stipendio e mentre schivi le (finte) lusinghe della maggioranza tieni la barra dritta e continui a fare quello per cui i cittadini ti hanno votato e ti pagano. Essere del M5S non è facile e non tutti ne sono all’altezza». La fatwa è partita e Bracco ha perso le stelle, anche se lui sostiene che rimarrà fedele al movimento: «Mi ritengo ancora, nell’animo, un 5stelle, la delega alla cultura non implica con la maggioranza un do ut des. Nessuno scambio, né ora né mai. Comprendo che la mia scelta possa essere condivisa da alcuni e condannata da altri ma solamente chi rimane immobile non sbaglia mai». L’attrito col cerchio magico grillino (nazionale e locale) in realtà è datato assai prima dell’accordo col presidente pidiessino. Il fatto è che Bracco ha espresso dissenso su alcune prese di posizione di Grillo, il quale se l’è presa non poco e alla prima occasione lo ha messo alla porta. Per esempio sulla questione dell’amnistia e dell’indulto ha appoggiato (con un voto in consiglio regionale) le posizioni di Marco Pannella e rigettato quelle di Grillo: «Sono favorevole ad amnistia e indulto», dice Bracco, «perché le considero condizioni imprescindibili affinché le carceri tornino ad essere un consesso civile dove i detenuti sono costretti a vivere». Pannella invece di Grillo (contrario ad amnistia e indulto)? Apriti cielo. Il dirigente pentastellato vastese, Nicola Lapenna, scrive sul sito Facebook di Bracco: «Fai un bel post sul perché di questa scelta non in linea col movimento e che ha creato molta confusione». Lapenna è stato tra coloro che hanno deciso l’espulsione del candidato sindaco 5stelle di Gissi (Chieti) perché «ha abbracciato il presidente di seggio della sezione numero 2 esultando per la vittoria di uno dei candidati sindaci avversari- è scritto nel documento ufficiale di espulsioneil tutto di fronte ad uno degli attivisti e a tanti cittadini, minando inequivocabilmente l’onestà e la trasparenza del gruppo locale 5stelle». A difendere Bracco, senza successo, è stato un altro cinquestellato abruzzese, Franco D’Alosio: «Votare a favore dell’indulto è un fatto di coscienza che non ha niente a che fare con i principi del Movimento 5 stelle e pertanto condivido pienamente questa scelta. Avete calpestato e massacrato tutti i principi ed i regolamenti del M5s ma nessuno ha fiatato perché faceva comodo a qualcuno ed ora criticate chi ha votato secondo coscienza, vergognatevi». Il destino del consigliere regionale era segnato. E adesso è arrivato l’atto finale. Ancora un eletto in meno, per il movimento. Lui conclude: «Ho partecipato all’assemblea indetta a Parma dal sindaco Federico Pizzarotti, che è un po’ la spina nel fianco del Movimento. Da lì in poi mi hanno messo da parte. Una sorta di ritorsione e i rapporti si sono deteriorati con tutti. È la dimostrazione che predicano il dialogo ma razzolano male». Twitter: @gponziano © Riproduzione riservata 10 Martedì 28 Aprile 2015 PRIMO PIANO Una giovane ex social media, manager dell’Isis, svela le strategie dei terroristi islamici Il Califfato fa soldi col porno Per finanziarsi vende anche reperti archeologici su Ebay DI GIOVANNI BUCCHI D all’attività di fundraising alle iniziative di web marketing, passando per l’utilizzo professionale dei social network. Una strategia pensata fin nei dettagli, cucita su misura per i potenziali clienti e studiata per diffondere il proprio brand creando una community di sostenitori. Peccato che non si tratti della nuova campagna promozionale di chissà quale azienda multinazionale. Chi copia metodi e strumenti del marketing 2.0 mettendoli al servizio della propria aberrante ideologia sono gli jihadisti. Lo racconta Aicha, ventiseienne tunisina laureata in Scienze della comunicazione a Tunisi, arruolatasi nell’Isis per seguire il marito ex calciatore, salvo poi scegliere la strada della diserzione. Nel libro «La soldatessa del Califfato» scritto dai giornalisti Simone Di Meo e Giuseppe Iannini (Imprimatur editore, 190 pagine, 16 euro), Aicha parla in prima persona raccontando tutto quel che ha visto e vissuto. Lei, giovane muhajirah, ossia guerrigliera di Allah, era entrata nella cosiddetta polizia morale composta da sole donne incaricate del rastrellamento degli infedeli e del controllo dei bordelli per gli jihadisti; le sue mansioni non si fermavano però qui, perché è stata pure la social media manager di circa 200 miliziani, di cui gestiva i profili Facebook e Twitter. Suo marito combatteva con granate e kalashnikov, lei con tastiera e mouse. Se c’è una cosa che Aicha ha imparato nel periodo in questa esperienza, è quella che «il Califfato ha una religione ufficiale e una segreta, del dio denaro». Dal suo osservatorio privilegiato ha potuto scoprire che le truppe di Al Baghdadi possono contare su «canali di finanziamento che sfuggono anche alla più fervida immaginazione». Ed è proprio su questo fronte che il libro offre un altro spaccato inedito, oltre a quello delle donne arruolate per adescare sul web le aspiranti mogli dei combattenti. Chi l’avrebbe mai detto infatti, che proprio l’Isis guadagnasse risorse da destinare alla sua folle causa «vendendo alla rete della pornografia mondiale i video degli stupri di gruppo commessi sulle povere ragazze yazidi e sulle prigioniere di guerra occidentali». Aicha riferisce di scene raccapriccianti riprese con telefonini che i guerriglieri si passano di mano in mano prima di abusare della malcapitata, immagini oscene riversate sul web dove «moltissima gente – soprattutto arabi – si collega a quel sito e paga La copertina del libro «La soldatessa del Califfato» pur di vedere quell’orrore». Basta inserire il codice della carta di credito e cliccare, ed ecco che subito dal fermo immagine si passa al video vero e proprio. «È un commercio top secret, chia- ramente – continua Aicha -. Nessuno lo confermerà mai, perché nel Califfato che si ispira alla religione di Allah non c’è spazio per i filmini a luci rosse. Ma per fare la guerra c’è bisogno di tanto denaro. E ogni sistema per accumularlo è legittimo». Meno redditizia della pornografia violenta smerciata su internet, ma ugualmente praticata dagli uomini dell’Isis, è poi la vendita di reperti archeologici su Ebay. Colonne, anfore, monete, gioielli, monili e supellettili vengono venduti sul noto sito di aste, magari dopo essere stati esportati da quei musei che il Califfato distrugge mandando in mondovisione le immagini di quelle barbarie. Tuttavia questo, spiega Aicha, «è un business che non va molto bene, la gente fa fatica a fidarsi». Difficile infatti convincere un vero collezionista che quel pezzo pregiato sia proprio originale e venga da una zona di guerra come la Siria o l’Iraq. Altra fonte di finanziamento del Califfato è infi ne rappresentata dal commercio di esseri umani. A partire dalle ragazze yazidi, con prezzi che vanno dai trenta dollari l’una fino ai cento se «con occhi verdi e dentatura regolare», come le desiderano i miliziani. Nelle città controllate dall’Isis in Siria le si trovano ai bordi delle strade che espongono cartelli dove viene descritta la loro provenienza, le loro caratteristiche e il loro prezzo. Come una merce qualunque. Nella tratta di esseri umani c’è anche il business dei profughi da spedire in Europa, in particolare in Italia. I trafficanti corrompono i combattenti dell’Isis, li pagano per avere dei disperati a cui chiedere soldi per mandarli in nord Africa e da lì caricarli sui famosi barconi della morte. © Riproduzione riservata LO DICE ALEX BRAZIER DELLA BANCA D’INGHILTERRA La Grecia di Tsipras, molto semplicemente, non è proprio in grado di pagare il debito DI È JAMES HANSEN in corso un dibattito ad alto profilo sul debito greco e sulla possibilità che la Grecia debba lasciare l’euro e uscire dall’Unione Europea: il «Grexit». Come capita quando la si butta in politica, è stato perso di vista il fatto di partenza. Alex Brazier, Executive Director for financial stability strategy and risk della Banca d’Inghilterra, ricorda in parole schiette e semplici che: «Non esiste alcuno scenario realistico in cui la Grecia ripagherà i suoi debiti». Punto. Le manovre europee non hanno dunque come scopo quello di trovare i mezzi per recuperare il denaro perso, ma solo l’obiettivo di mascherare il buco e soprattutto rimandare nel tempo le conseguenze. Alexis Tsipras Per rendere la questione ancora più imbarazzante, i greci (che meglio di tutti sanno di non avere più quei soldi) non vedono perché dovrebbero reggere il moccolo a quello che è, tutto sommato, una campagna pr di Bruxelles. Un paio di giorni fa se n’è lamentato il Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: «È un problema, non stanno collaborando come vorremmo perché al nostro team sul campo ad Atene non consentono di entrare nei ministeri, una cosa non solo strana ma inaccettabile». Neanche ci offrono il caffè… È vero che neppure gli Usa, il Regno Unito, il Giappone - e tantomeno l’Italiapotranno mai ripagare i loro debiti in uno «scenario realistico», ma sono in grado di coprire gli interessi e di rifinanziarli alle scadenze. La Grecia invece non ha praticamente più un’economia funzionante. Notadiplomatica.it Diventa anche tu un campione di solidarietà Umberto Pelizzari ha scelto di essere vicino ai bambini malati di SMA. Puoi farlo anche tu: sostieni il progetto Wamba SMArt !"#$ %&#'($)*$()+,-./()+,-($)*$(0&#'. 5x1000 PER WAMBA C.F. 97378970152 Martedì 28 April Aprile 2015 PRIMO PIANO 11 Contro l’applicazione del Jobs Act alla Franco Tosi: 97 sì, 122 no, un terzo non ha votato Gli astenuti fanno vincere Fiom Ma potrebbe essere un vittoria di Pirro come alla Sea DI WALTER GALBUSERA U na quarantina di anni fa la Franco Tosi era il simbolo della Legnano industriale, una delle principali imprese dell’elettromeccanica pesante. Produceva grandi caldaie e turbine in enormi capannoni dove lavoravano 6.500 persone, più dei dipendenti dell’attuale stabilimento di Melfi. Oggi sono rimasti in circa 350, alle prese con un sofferto tentativo di salvataggio dell’azienda che è stata acquistata da un imprenditore brianzolo, Bruno Presezzi, il quale ha presentato un articolato progetto di risanamento e di salvaguardia dell’occupazione. Come è del tutto comprensibile l’azienda intende applicare, per le assunzioni di dipendenti ex Franco Tosi, il contratto a tempo indeterminato e a tutele crescenti come previsto dal Jobs Act, sia pur concedendo il diritto al reintegro in caso di licenziamento disciplinare senza giusta causa come previsto da vecchio articolo 18. Questo non è bastato alla Fiom che si è messa di traverso e ha chiesto ai lavoratori di respingere l’accordo in sede di referendum. E poco importa che l’alternativa più probabile di fronte al no dei dipendenti sia l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo. Il risultato del voto ha dato alla Fiom un’inaspettata ma fragile vittoria. Su 346 aventi diritto hanno votato in 220, di cui 97 favorevoli e 122 contrari. Gli astenuti, pari ad un terzo dei votanti, hanno fatto la differenza. Più o meno quello che è accaduto lo scorso anno alla Sea di Malpensa, dove l’accordo respinto, a causa di un’elevata astensione, è stato poi approva- to dalla maggioranza dei lavoratori in una seconda votazione. Non è improbabile che un fatto analogo a quello di Malpensa si ripeta alla Franco Tosi. La Fiom registra oggi un successo, ma potrebbe diventare una vittoria di Pirro sia perché il no è venuto da una minoranza di lavoratori sia perché le prospettive di occupazione potrebbero venir meno. In questa curiosa riedizione della «battaglia di Legnano» 939 anni dopo si potrebbe cercare di individuare in chiave di attualità chi sia il Barbarossa e chi siano i nemici dell’Imperatore. C’è da dire che in qualche modo in questa vicenda è apparso anche il Carroccio, nel senso che qualche tempo fa Matteo Salvini ha condiviso con la Fiom un presidio sindacale della Franco Tosi. Quali siano le reali prospettive di convergenza su obiettivi comuni tra Lega e Fiom (e Cgil) è difficile da prevedere ma se ciò si realizzasse si confermerebbero i connotati confusi della «coalizione sociale». formiche.net IL BLOC NOTES DI MICHELE MAGNO La Bindi fa venire in mente il dialogo fra Alice e il Gatto DI MICHELE MAGNO In un bel libro di Emanuele Macaluso («Comunisti e riformisti», Feltrinelli, 2013), si può leggere un giudizio critico - ma equanime - su Palmiro Togliatti e il Pci. Inoltre, si può leggere una preoccupata denuncia delle derive massimaliste e giustizialiste della sinistra di oggi. Infine, si può leggere una splendida analisi dello squallore culturale dei rottamatori che hanno rottamato la loro storia. Il libro si chiude con un ammonimento rivolto al gruppo dirigente del Pd: «Chi prende l’acqua da un pozzo, non dovrebbe dimenticare chi l’ha scavato» (proverbio cinese). Ecco, trovo che, qui, Macaluso sia stato fin troppo indulgente. Chi scrive, che forse è più pessimista di lui, avrebbe concluso: «L’operazione è riuscita e il paziente è morto» (Ennio Flaiano). *** Rosy Bindi si è appellata a Sergio Mattarella per indurre Matteo Renzi a più miti consigli. Viene in mente il dialogo tra Alice e il Gatto nella fiaba di Lewis Carroll. Alice (cito a memoria) chiede al Gatto: che direzione devo prendere? Il Gatto risponde: dipende dalla via che vuoi scegliere. Ecco, il punto è che ancora non è chiaro quale via intenda scegliere la minoranza (meglio, le minoranze) del Pd. *** Il virus della disoccupazione può indurre le persone a credere che il successo nella vita dipenda dalla fortuna, più che dal duro lavoro. Lo sostengono autorevoli e documentati studi internazionali. Forse William Hague, uno dei leader del Partito conservatore britannico, li conosceva quando ha incitato i giovani a viaggiare e a diventare padroni del proprio destino. Tuttavia, per rilanciare la crescita non basta lavorare sodo. È necessario anche lavorare meglio. L’economista californiano Alexander Field ricorda, in una recensione del best seller di Thomas Piketty («Il capitale nel XXI secolo») apparsa nel settembre scorso sul Journal of Economic History, che negli anni Trenta del Novecento il totale delle ore lavorate nel settore privato degli Stati Uniti rimase immutato, mentre la produzione aumentò di oltre un terzo. Risultato ascrivibile a un’enorme crescita della produttività, a sua volta dovuta a gigantesche innovazioni organizzative e tecnologiche. Esse, insieme agli investimenti pubblici in strade e ferrovie, furono all’origine del boom postbellico americano. *** In una vecchia pubblicità radiofonica, dopo il peccato originale Adamo esclamava preoccupato: «Eva, siamo condannati a lavorare!». La prima donna dell’umanità rassicurava: «Ma no, Adamo, siamo condannati a innovare!». Eva aveva ragione. Ma quanti - nel mondo politico e sindacale italiano - ne sono davvero convinti? Formiche.net IN CONTROLUCE Joseph Roth, comunista in gioventù, non attese gli anni 70 per capire che l’Urss opprimeva il suo popolo, ma lo scoprì (e lo scrisse) nel 1926 DI G DIEGO GABUTTI rande romanziere, autore di classici del Novecento come La Marcia di Radetzky, Fuga senza fine, La cripta dei cappuccini e Il profeta muto, Joseph Roth fu anche un grandissimo giornalista, un principe tra gl’inviati del suo tempo. Raccontò la Krisis austroungarica e tedesca, e più in generale la crisi dell’identità europea, oltre che con le sue opere letterarie, anche con i suoi reportage, saggi e feuilleton, tra cui le recensioni cinematografiche e le riflessioni sul cinema nascente che escono da Adelphi col titolo L’avventuriera di Montecarlo. Scritti sul cinema 1919-1935 (pp. 285, euro 12,00, ebook euro 6,99). Cittadino, dopo una guerra apocalittica, d’un dopoguerra europeo messo a ferro e fuoco da leader politici invasati e da traumatizzati di guerra, Roth fu uno dei più lucidi cronisti della marcia dell’Europa verso la catastrofe. «Repubblica senza repubblicani», come scrive Katharina Ochse nell’introduzione a un’altra antologia di scritti giornalistici di Roth, Al bistrot dopo mezzanotte, Adelphi 2009, la Germania fu lo speciale laboratorio nel quale si sperimentarono tutte le dinamiche distruttive del Ventesimo secolo, dal tentativo d’organizzare una repubblica dei consigli sul modello sovietico all’ultrafascismo degli hitleriani. Fu anche la Germania di Weimar, la Germania del cabaret e della rivoluzione dei costumi, celebrata dai grandi poeti omosessuali inglesi, da Christopher Isherwood a Wystan Hugh Auden. Krisis e «moral insanity postbellica» (come Roth chiama il dopoguerra in un dei feuilleton raccolti in Caffè dell’undicesima Musa, Adelphi 2005) vi furono modulate in tutte le possibili forme. Monarchico, più per disperazione che per convinzione, Roth era guarito dall’infatuazione giovanile per il socialismo rivoluzionario dopo il suo reportage dall’Urss del 1926 (Viaggio in Russia, Adelphi 1981). Del socialismo, di cui Roth s’era invaghito nelle trincee, dove aveva combattuto (strano ma veridico caso) da volontario e da pacifista insieme, non restavano, a suo giudizio, che le riprese macabre del cadavere di Lenin in un cinegiornale sovietico: «In questo possente cranio senza vita sembra esserci ancora un cervello indagatore, che sorveglia criticamente il grandioso effetto propagandistico della propria morte». Non diffidava della modernità (come fanno oggi i guru della decrescita, reazionari new wave adottati dalla sinistra dernier cri). Amava il cinema, per esempio, al quale non si sognava nemmeno di fare la morale, a differenza dei moderni parrucconi progressisti, sempre lì a fare smorfiette quando sentono parlare di streaming o di app, o anche solo di Coca Cola o di McDonald’s. Ma rimpiangeva l’Europa colta, aristocratica, sobria e pacifica che era sprofondata nei gorghi della guerra mondiale e che era stata sostituita dalla sua caricatura plebea: l’Europa dei dittatori carismatici, dei partiti armati e delle adunate di massa. Per spiegare questo nuovo mondo, Roth ricorre a metafore cinematografiche: «Gli eventi si incalzano con tale velocità da far credere che la storia contemporanea sia uno spettacolo cinematografico. E proprio come al cinema, la tragedia più profonda si alterna alla comicità più travolgente. La vita inventa intrecci, climax, peripezie e catastrofi che la più ardita fantasia di un drammaturgo cinematografico non saprebbe escogitare». Con largo anticipo sugli opinionisti post factum, Roth capì l’essenziale dei tempi che si preparavano: «È come se le personalità storiche volassero a guisa di falene verso il cono luminoso degli apparecchi da ripresa, davanti ai quali (in una sorta di pubblica vertigine) si trasformano, si mascherano e si dissimulano». © Riproduzione riservata 12 Martedì 28 Aprile 2015 PRIMO PIANO Quest’anno a Shanghai, per i riti pasquali, le chiese sono state più frequentate del solito Cina, più libertà per i cristiani La presidenza Xi Jinping ha deciso di allentare i freni ecumenica con cristiani di ogni denominazione: si è pregato per a Cina allenta un po’ le i poveri, i cristiani perseguitati maglie sui cattolici clan- e la loro unità. Ogni stazione è destini, anche in funzio- stata commentata da un sacerne di contenimento del dote cattolico o da un pastore terrorismo islamico. Succede - protestante. Il South China Morning dicono Oltretevere - grazie alla presidenza di Xi Jinping, un Post, il 9 aprile scorso, ha politico indicato come attento parlato della rinascita di un ai culti tradizionali cinesi, ma villaggio di cattolici tibetani, anch’egli preoccupato dall’even- Cizhong, dove una piccola cotuale avanzata del terrorismo munità cattolica esiste da circa di matrice islamica che sta un millennio e in cui – ricorda cercando di infiltrarsi nell’ex il giornale - «Le case sono decorate con icone Celeste Impero. È e immagini di anche per questo Gesù, la Mamotivo, si dice a Roma, che Pechidonna e persino no avrebbe allenPapa Francetato un poco i giri sco». E ancora: «Mentre il goverdi vite contro gli no centrale è sootto milioni di catspettoso verso il tolici clandestini cattolicesimo e il rimasti fedeli al buddhismo tibePapa (considerato tano in generale, il capo di una naqui le autorità zione straniera) sono generose e mai transitati nel sostegno alla nell’AssociazioPapa Francesco ne Patriottica, la chiesa locale». E Chiesa acefala il rapporto coi non in comunione con il Vati- buddisti sereno, al punto da recano e che non riconosce l’au- alizzare festival interreligiosi. torità pontificia. Cizhong è diventata una meta In effetti, giunge voce in turistica. Vaticano che a Shanghai Insomma, i rapporti tra quest’anno le chiese sono state il Vaticano e la Cina hanno piene più del solito in occasio- più sfaccettature. Oltretevere ne della Pasqua. A Hong Kong, si dice che uno degli elementi secondo Asianews, il vescovo di distensione con Pechino è locale cardinale John Tong stato rappresentato dall’azione Hon ha annunciato 3.600 bat- del segretario di Stato Pietro tesimi in quest’occasione. Non Parolin e della messa a riposolo: l’agenzia Fides riferisce so del cardinale Joseph Zen che sono stati organizzati ritiri Ze-kiun, il vescovo emerito di spirituali (a Xuan Hua, dal 16 Hong Kong classe 1932 e indial 20 marzo), con la presenza di cato in passato come un «falco», 130 fedeli che hanno ascoltato fautore della linea dura con la sacerdoti e religiose discutere Cina sotto il papato di Benesulla famiglia e sul Sinodo che detto XVI. Ma è ancora presto si terrà a fine anno. Sacerdo- per parlare di «normalizzazioti in movimento anche nella ne» dei rapporti o di un modus Mongolia interna, diretti an- vivendi. Tra alti e bassi, però, che nelle comunità più remote l’impressione è che i rapporti e senza un sacerdote residente. stiano molto lentamente cerLa diocesi di Hong Kong ha vi- cando di progredire. sto il 14 marzo una Via Crucis © Riproduzione riservata DI CARTA CANTA ANTONINO D’ANNA L I tre figli di Veronica Lario incassano 15 mln di dividendo P DI ANDREA GIACOBINO iù venture capital per i tre figli di Veronica Lario, che scoprono anche il business dell’arredamento in Rete. Qualche giorno fa, infatti, nel consiglio d’amministrazione della Holding Italiana Quattordicesima che Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi controllano pariteticamente, è entrato Filippo Luigi Mazzotta. Questi è principal di Ad4 Ventures, l’iniziativa lanciata lo scorso anno da Mediaset nei settori del venture capital e private equity. Mazzotta, con trascorsi in Bridgepoint e Cape Natixis Pe, si affianca nel board a due esterni come Federico Rampolla e Furio Pietrabiasi, mentre Luigi Berlusconi ne è stato confermato presidente. I tre Veronica Lario figli della Lario hanno anche incassato complessivamente pro-quota un totale di 15 milioni di dividendo che è stato attinto per 9,5 milioni dall’utile segnato nel bilancio chiuso alla fine dello scorso settembre e per i restanti 5,5 milioni è stato prelevato dalla riserva straordinaria. La holding presenta un attivo totale che anno su anno è salito da 240 a 281 milioni, costituito, fra l’altro, per 39,2 milioni dalla quota del 21,4% in Fininvest, dalle controllate Bei Immobiliare, Belfin Uno e B Cinque (proprietaria dell’8% della tedesca Payleven, specializzata nei servizi di pagamento tramite Pos), e per un milione da titoli della quotata Molmed. Tra i nuovi ingressi nel portafoglio di investimenti figura per 3 milioni l’1,1% della tedesca Jade 1929, attiva nel mercato dell’arredamento online, mentre la quota in ExpoBee si è diluita dal 9,9% al 2,7% perché i Berlusconi non hanno sottoscritto un aumento di capitale e il valore della partecipazione è stato successivamente svalutato a un euro. Nuovo investimento è anche l’impegno di un milione nel fondo Three Hills 1 dell’omonima sicav. Nella holding figurano poi crediti per 42,7 milioni, 14,4 milioni di azioni proprie, un deposito titoli di 114,7 milioni oltre a disponibilità liquide per 60,3 milioni. Il Golf Club di Tolcinasco non riesce a decollare Continua a costare caro alla quotata Aedes l’impegno nel sostenere il Golf Club Tolcinasco, alle porte di Milano, che fu costruito da Paolo Berlusconi. Nei giorni scorsi, infatti, l’assemblea degli azionisti ha deciso di riportare a nuovo la perdita di oltre 1,8 milioni di euro segnata nel 2014 che va ad aggiungersi al passivo di 1,3 milioni registrato nell’esercizio precedente e non ancora ripianato. A fronte di un capitale di 16 milioni, la riserva copertura perdite è azzerata: Aedes è azionista al 73,4% dell’impianto sportivo attraverso il fondo immobiliare Leopardi. Il conto economico è stato influenzato negativamente dai ricavi che anno su anno sono scivolati da 610mila a 400 mila euro, a fronte di svalutazioni per 820mila euro dovute soprattutto al writeoff della club house del green di Pieve Emanuele, a seguito di una perizia redatta da Cushman & Wakefield. Aedes riaprì l’omonimo Castello del Golf di Tolcinasco, al centro dell’impianto, nel 2010: la struttura che si estende su 1.800 metri quadrati, con quattro torri angolari, comprende 31 sale ed è delimitato dalla vasta cascina ove sorgono le abitazioni quasi tutte di proprietà dei soci dei golfisti. Nel frattempo il green, gestito da Gianni Abbondanza, sta cercando di razionalizzare i costi anche grazie alla costituzione della newco Golf Club Castello Tolcinasco Società Sportiva Dilettantistica che ha affittato il ramo d’azienda per gestire le attività sportive del complesso. © Riproduzione riservata SOTTO A CHI TOCCA Non c’è tanto da fare i palestinesi: mentre gli ebrei venivano uccisi il Gran Muftì (zio di Yasser Arafat) era a Berlino coccolato dalle SS U DI ISHMAEL n gruppo di palestinesi autoproclamati, come s’è letto sui giornali e s’è sentito in televisione, ha contestato la presenza della Brigata ebraica alla manifestazione milanese del 25 aprile. Che ci fa e come ci azzecca un gruppo di militanti filopalestinesi a Milano il 25 aprile? Chi li ha invitati? Già c’entrano poco, anzi niente, con la lotta di liberazione nazionale (come la chiamano i testi scolastici) i centri sociali meneghini, quando fanno danni di persona senza mettersi in testa una kefiah, ma ancor meno ci azzeccano quando si travestano da palestinesi. Come qualcuno ricorderà, durante la seconda guerra mondiale i leader politici e religiosi palestinesi erano alleati con i nazifascisti. Da noi le scarpe erano rotte eppur bisognava andar e intanto i palestinesi facevano il saluto nazista ai generaloni crucchi. Durante la guerra (quando gli antifascisti di tutta l’Europa si battevano per la liberazione dai nazifascisti, mentre gli ebrei rastrellati dal Reich finivano nelle camere a gas, e in Palestina si battevano a fianco degli alleati) il Gran Muftì di Gerusalemme (zio di Yasser Arafat) se ne stava a Berlino, coccolato dalle SS. Anche allora, come oggi, i capi palestinesi chiedevano la testa degli ebrei, solo che allora la chiedevano a Hitler, che gliela concedeva volentieri, mentre oggi, voltata gabbana, le chiedono all’Anpi, l’Associazione nazionale partitigiani d’Italia, che non fa troppa resistenza (scusate il bisticcio). Insomma, l’Italia, ragazzi... Solo da noi è normale che «i palestinesi» (veri o presunti, reali o immaginari) entrino baldanzosi in un corteo del 25 aprile (col quale non hanno niente a che fare, se non come compagni d’armi del Führer e del Dux) e contestino ai resistenti ebrei il diritto di partecipare al corteo. Un presidente americano, molti anni fa, fu accolto a Roma da una manifestazione «antimperialista» di filosovietici, filobrigatisti, filopalestinesi; rivolto a un suo collaboratore, dettò il nostro epitaffio: «Questo è un paese da dimenticare». Oggi c’è un presidente americano che rifiuta di prestarci i droni per combattere l’Isis (teme l’uso dilettantesco che le nostre autorità politiche potrebbero farne) e dimentica d’informarci quando un drone uccide un ostaggio italiano nelle mani d’al Qaeda (non si fida a condividere con noi le informazioni riservate). Dimenticati. © Riproduzione riservata Martedì 28 April Aprile 2015 PRIMO PIANO PERISCOPIO LETTERE Renzi entusiasta per Expo: venduti 10 milioni di biglietti e acquistate 10 milioni di bottiglie del vino di D’Alema. Filippo Merli Varoufakis è una bella lenza Yaris Varoufakis, ministro dell’economia della Grecia sa perfettamente che il suo Paese è fallito ed è l’unico entrato nella «psicologia del fallito», posizione negoziale fortissima. Essendo un vero figlio di puttana (se sei un creditore, il peggio che ti possa capitare), sa pure che gli euro burocrati sono degli euro eunuchi, così come i 18 ministri dell’Economia, e pure il suo creditore principe Draghi. Chiacchieroni e vigliacchi. Sa pure che gli altri 17 premier e Draghi sono «figurine Panini», la decisione finale spetta a Merkel, a Scäuble e alla Buba. Questi ultimi, alla fine, troveranno una soluzione mista: fare un semi-default ma farla «restare» nell’Euro e, come succede a Torino quando compri i 7 tagli del bollito, ti danno la «giunta». Al contrario, in questo caso, chiederanno a Tsipras la testa di Vaufakis, e per lui sarà la gloria: diventerà un eroe omerico, dell’anticapitalismo, dell’anti globalizzazione e tutti gli altri anti Temistocle Marinis Su Lo Porto troppi interrogativi Il presidente Obama ha avuto la certezza che tra i morti per l’attacco con i droni effettuato a gennaio ci fosse anche il cooperante italiano solo dopo la visita di Renzi. Le domande che sorgono sono: chi, nella delegazione italiana, ha viaggiato con uno spazzolino da denti ( o qualcosa di analogo) di Giancarlo Lo Porto in valigia, per far confrontare il Dna? E su che resti è stato effettuata l’analisi? Serena Gana Cavallo È finita (per ora) l’epoca della globabilizzazione Nei tre decenni prima dell’inizio della crisi finanziaria nel 2008, gli scambi commerciali internazionali si sono allargati a un tasso del doppio rispetto all’espansione economica globale, registrando secondo il World Trade Organization un aumento annuo del 5,1% a partire dal 1990. Nel 2014 il trade mondiale è aumentato del 2,8%. Sono tre anni che l’incremento non supera più la crescita economica generale. Nel bene o nel male, l’epoca della globalizzazione è (per ora almeno) finita. James Hansen I festeggiamenti a sbafo dei contribuenti Roma compie 2.678 anni. Nella capitale ricche feste e cotillon per il compleanno. E ovviamente uffici pubblici semi deserti. Secondo Strabone, Campana, il mio paesello d’origine, è stato fondato col nome di Kalasarna circa due secoli prima della fondazione di Roma, da Filottete, altro eroe mitico della guerra di Troia. In realtà, è sicuro che il borgo fosse abitato da ben prima dell’avvento di Filottete e degli achei. A fondarlo, altre popolazioni: i Coni e gli Enotri. A Campana, però, non festeggiamo a sbafo dei contribuenti. Luigi Chiarello D’Alema e la Fondazione Italianieuropei D’Alema sottolinea di non essere il proprietario deIla Fondazione Italianieuropei, istituzione culturale, udite udite, ma solo il Presidente. No no, il bambino con l’acqua sporca non lo butta, dopo che se ne è lavato le mani. E comunque, dopo l’arroganza con la quale ha infarcito la sua vita politica per decenni, con quel sorrisino sottobaffesco da brividi, almeno abbiamo il bene di vederlo tremare un po’. Con tutta la presunzione di innocenza e il garantismo che naturalmente gli spetta. Carla Ceretelli Il magico mondo delle start up Una nota societaria informa che una grande banca ha investito in una start up che si chiama Atooma. Cosa fa questa start up? Semplice: «È una piattaforma software», spiega (?) il comunicato, «che permette ad aziende operanti nel campo della Smart Home, Mobile, Wearable e Automotive, di integrare a bordo dei loro dispositivi e dei loro servizi un’intelligenza artificiale, capace di attivare automatismi e suggerimenti contestuali, con l’obiettivo di fornire ai propri utenti un esperienza «magica». Visto? Basta spiegarle, le cose. Lucio Sironi 13 DI PAOLO SIEPI La commissione di vigilanza della Rai ha proposto l’abolizione del programma Che fai, mangi? ritenendolo allusivo per la nostra classe politica. Amurri & Verde. News. Mondadori, 1984. Mi pare che il bilancio di R Renzi non sia così catastrofico. Modesto sì, catastrofico no. n Se quelli della sua compagine fossero meno trionfap listi li e più umili, lo scarto tra i tanti proclami e le poche cose fatte sarebbe meno grave: dire «guardate quanto siamo bravi» è sempre controproducente, puzza di presunzione e di fumo negli occhi. Tenere i toni bassi (stare schisci, si dice a Milano) aiuterebbe a mitigare le brutte sorprese. Michele Serra. ilvenerdì. Con Caldoro alla Regione Campania abbiamo avuto per cinque anni un governatore assente. Ed ecco i risultati: siamo gli ultimi in tutto e primi solo per disoccupazione. Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e candidato alla presidenza della Regione Campania. Corsera. Più passa il tempo in tv, più l’osservatore prende confidenza con la grammatica landiniana e più si rende conto di come questo simpatico sindacalista si stia trasformando nell’erede naturale di Antonio Ingroia. Stesso pubblico. Stessi fan. Stessa stampa. E proprio come il nostro beniamino che ha allegramente mente usato le proprie inchieste per fare politica, litica, Landini oggi sta usando il consenso che ha costruito in una vita passata nel sindacato per fare la sua rivoluzione civile. Claudio Cerasa. Il Foglio. In un circolo Arci, tra Reggio Emilia e Parma, dopo che ha parlato Massimo D’Alema, interviene un imprenditore, settore ceramiche, prende il microfono e si sfoga: «Mi sento un fallito perché ho fatto fare la cassa integrazione, perché ho lasciato a casa 40 persone, perché ho votato questo partito per cinquant’anni. Massimo, tu hai sbagliato perché non sei stato vicino a Walter quando ne aveva bisogno». D’Alema si alza in piedi da tavola: «Scusate, ma sono un vecchio comiziante. Io non odio Veltroni, ma gli ìmputo la colpa del leaderismo che ci ha portati dove stiamo. M’invitò alla prima di Quando c’era Berlinguer, ho dovuto declinare l’invito perché avevo un convegno, in Cina. Ma poi ha insistito. E con lui le nostre figlie. Io e lui abbiamo un universo sentimentale comune e siamo prigionieri delle nostre figlie. Non è vero che Veltroni è più buono e io più furbo». Massimo D’Alema (Giampiero Calapà). Il Fatto. Il migliore dei ministri di quest’ultimo dopoguerra d fu Giovanni Marcora, un vero e concreto decisionista, v uno che non faceva perdere u tempo al prossimo, sempre te della comunità. Corrado Canell’interesse del commis dello Stato. redalabrò, grand co zione.cesarelanza.com. Appena arrivò anche in Svizzera la notizia della Liberazione, il 25 aprile 1945, mi precipitai a Lugano per rientrare a Milano. Il Cln si oppose, disse che era troppo pericoloso. Ma mi incamminai lo stesso, con Giorgio Cini, figlio del conte Vittorio, e riuscii a varcare la frontiera. Appena in tempo per assistere, due giorni dopo, alla mattanza granguignolesca di Piazzale Loreto. Ecco, l’immagine che associo a quei giorni è purtroppo quello spettacolo di macelleria messicana, che certamente non mi indusse a pensieri troppo ottimistici per l’avvenire... La Milano di allora era piena di partigiani, pochi autentici e molti dell’ultima ora. Tutti con una gran voglia di sangue, di epurazione. Anche tra i giornalisti. Intrupparono anche me, tra quelli che avrebbero dovuto epurare i colleghi per conto del Cln: la commissione era presieduta c d quel galantuomo di Mario da M Melloni, il futuro Fortebraccio. c Riuscii a convincerlo a non n epurare quasi nessuno. Altrimenti, dissi, avremmo A dovuto cacciare tutti gli itad che volevano castigare perliani. Figurati ch Buzzati, sol solo perché aveva continuato sino Buzzati a scrivere sul Corriere anche durante Salò. Dovetti spiegare che Dino di politica non capiva nulla, andava assolto per incapacità di intendere e volere... Indro Montanelli (Marco Travaglio), La Voce, marzo 1995, ripresa dal Fatto. Ozieri. La ragazza, seduta davanti alla porta di casa, indossa il costume tradizionale. Sotto la lunga gonna nera spuntano le scarpe da tennis bianche e rosse. Anche questo è inquinamento. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori, 1987. Non ho un dio. Se lo avessi, gli chiederei di non farmi arrivare alla morte. Ho ancora molto da camminare. Ci sono lune alle quali non ho ancol ra r abbaiato e soli che non mi hanno ancora acceso. Eduardo h rdo Galeano, scrittore. la Repubblica. s Luciana non è solo una persona: lei è una legione di fatti, problemi, incontri, dubbi, l amici, contatti, rimpianti, offerte speciali, a mostre , processi, eventi, diete, figurazioni m allegoriche, tragitti, spedizioni, safari, ricerche dell’io e di tutti gli altri pronomi, analisi (di scuole diverse), affiliazioni pseudocriminali, trip orgiastici, sedute spiritiche, estasi artificiali, librerie vintage, biglietto gratis, foulard di Como, carciofi di Paestum, violini di Cremona, ceramiche di Vietri, risonanze magnetiche, ricatti emotivi, auto-palpazioni, estroflessioni prostatiche, orgasmi mentali, ginnastiche ideologiche, ribaltamenti politici, salite e discese dalla scena new age, punk, electroglam, berlinese, situazionista, sistuazionista-viennese, post-surrealista, hard e soft core, post-psichiatrica, psichiatrica e basta, mainsteream, nazionale, internazionale, globale, localissima, non artistica, veneziana, cineamatoriale, porno, post-porno, ebraico-palestinese, periferica, centrale. Daniela Ranieri, Mille esempi di cani smarriti. Ponte alle grazie, 2015. Il 13 febbraio chiamo un taxi Cinquesettanta e mi viene a prendere un ragazzo. Durante la corsa si mette a cantare e io lo lodo per la voce bella e intonata. Lui mi risponde che ha l’abitudine di cantare con la moglie e i figli. «Quanti figli hai?». «Tre», mi risponde. «’Primm’ è nivuro» («Il primo è negro»). Abitava in un vascio dei vicoli di Toledo (i famosi Quartieri). Una negra fece un bambino e, abbandonatolo, scomparve. Questo ragazzo lo ho adottato. Ora ‘O nirone, così lo chiamano i compagni di scuola, ha 13 anni. Il taxista ha già il posto prenotato in Paradiso, nessuno potrà toglierlo. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2014. Era una mite sera lombarda di novembre, con un sapore di risaie lontane e una calia di nebbia che alonava attorno ai lampioni a gas. Luigi Santucci, Orfeo in Paradiso. Mondadori. Se volete che un pettegolezzo, con il suggello della discrezione, dig venti di pubblico dominio, v bisbigliatelo in un orecchio. b Roberto Gervaso Il MesR saggero. s © Riproduzione riservata 14 Martedì 28 Aprile 2015 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Die Welt ha pubblicato un articolo per dimostrare che il grande artista è sopravvalutato Leonardo, pollice verso tedesco È quello di un mammasantissima dell’arte. Non si salva nulla da Berlino ROBERTO GIARDINA eonardo? Un imbrattatele. Non scrive esattamente così, ma questa è la sintesi dell’articolo apparso su «Die Welt». «Warum Leonardo da Vinci total überschätzt ist», questo il titolo esatto, cioè perché il genio italiano è totalmente sopravvalutato. Un affronto alla vigilia dell’Expo a Milano, dove milioni di turisti, pur senza attendere il richiamo dell’esposizione universale, sono già venuti per ammirare l’«Ultima Cena». «Das lezte Abendmah?», insiste il quotidiano, «una rovina sopravvalutata». L Un’altra coltellata nella schiena da parte dei tedeschi che, secondo il vecchio pregiudizio, ce l’hanno sempre con gli italiani, per invidia o per pura cattiveria da barbari? Non abbiamo dimenticato dopo esattamente 28 anni la copertina dello «Spiegel» con il revolver sugli spaghetti fumanti. Gli insulti arrivano spesso dalla rivista di Amburgo, italiani tutti con la pancia e impomatati, alla vigilia dei mondiali del 2006 che avremmo vinto a casa loro, o la stilettata quando la «Concordia» finì sugli scogli del Giglio. Per la verità, furono solo due articoli sull’edizione online del settimanale, molto meno autorevole, ma bastarono a scatenare la nostra reazione. E ci siamo ripetuti per la tragedia dell’aereo Germanwings, e qualcuno dei nostri a parer mio ha esagerato in modo inaccettabile. Gioire sui morti non si dovrebbe. L’attacco a Leonardo è una risposta? Non direi. Lo firma Dirk Schümer: non lo conosco personalmente, ma è l’unico giornalista al mondo che invidio. Come corrispondente culturale dall’Italia, ottenne dalla «Frankfurter Allgemeine» di risiedere a Venezia e di farsi pagare l’affitto dell’appartamento sul Canal Grande. Si è occupato per anni di prime alla Scala e di grandi mostre, fin quando alla Faz hanno deciso di risparmiare, e lui è pas- Leonardo da Vinci sato alla «Welt» dove lo hanno accolto a braccia aperte. È colto, intelligente, originale. L’articolo, sospetto, va preso come un grande scherzo. Tuttavia, lo comprendo. I geni, a lungo andare, diventano antipatici e i loro fans sono insopportabili. Quando è apparso il suo articolo sulla «Die Welt» ero a Parigi. Il Louvre era preso d’assalto, come sempre, da mandrie di turisti intruppate. Mi sono limitato ad andare in libreria, ma nella visita precedente, un paio d’anni fa, era impossibile scorgere la Mona Lisa, La Gioconda, altro qua- Coprirebbe in meno di un’ora il tragitto Milano-Roma dro che Dirk trova assolutamente kitsch, al di là di una fitta schiera di ammiratori con il cellulare in mano, decisi a eludere la sorveglianza dei guardiani per scattare una foto improbabile. Nessuno si arrestava neppure per un secondo innanzi alla «Vergine delle rocce», capolavoro, a parer mio, superiore alla Gioconda, in mostra a pochi metri. I capolavori si usurano non solo per i flash, li consumano anche gli sguardi. La Mona Lisa finita sulle scatole dei cioccolatini si è, in qualche modo, rovinata. Ma Schümer non tollera proprio Leonardo, e il mito del Rinascimento (che la Germania non conobbe). Quale Universalgenie!, si sdegna il collega, quale uomo rinascimentale… la mostra a Palazzo Reale è del tutto deludente. «Die technischen Visionen?» L’invenzione della bicicletta, dell’elicottero, del sottomarino? Follie balorde, da Jules Verne anzi tempo. Perché, si chiede l’autore dell’articolo, Leonardo non ha finito quasi mai una sua opera? Il fascino dell’incompiuto, o una sorta di impotenza artistica? Michelangelo era un’altra cosa, ammette Dirk. Mentre il rivale dipingeva la Cappella Sistina e quasi di sfuggita scolpiva il David, l’affresco dell’Ultima Cena già andava in rovina prima di essere completato perché Leonardo usava tempere di cattiva qualità. Come dire, più che un genio universale, un mediocre in tutto. Meglio che Mona Lisa rimanga a Parigi e che a Milano si possa ammirare la versione pop di Andy Warhol, conclude. Non vorrei che adesso per vendetta qualcuno dei nostri sia tentato dal distruggere Cranach. Piuttosto i milanesi dovrebbero invitare Schümer a tenere una conferenza all’Expo. Parla benissimo l’italiano, ama la nostra cucina, a cui ha dedicato più d’una corrispondenza, ed è divertente. Smentirebbe un paio di luoghi comuni: che i tedeschi non sanno scherzare, e che noi siamo permalosi. © Riproduzione riservata Dispositivo per smartphone creato in Usa Per il treno giapponese Cancro, diagnosi un record a 603 km/h rapida con l’app ta anche dall’alternanza orizzontale delle fasi di attrazione e repulsione esistenti fra poli opposti. n treno giapponese a lievitazione ma- Nel caso nipponico, tuttavia, c’è una differenza gnetica, che non tocca le rotaie, ha rispetto ai treni realizzati in Germania dalla raggiunto il nuovo record di velocità: Siemens e che sono operativi nel collegamen603 chilometri orari. Una prestazione to fra l’aeroporto di Shanghai e il centro della conseguita su una linea sperimentale, che ha città cinese. La tecnologia giapponese ricorre a riguardato il modello L0 (zero) dei convogli ultra- magneti superconduttori che consumano una rapidi Shinkansen, che sono sempre più lanciati quantità inferiore di corrente grazie a tempeverso il superamento di barriere che sembrava- rature di funzionamento molto ridotte. Inoltre no impossibili da il sollevamento del treno e il suo movioltrepassare. Un paio di settimane mento avvengono fa il treno aveva attraverso magnegià toccato i 590 ti posizionati vertiorari, battendo il calmente ai lati dei suo stesso record convogli. In questo modo è più facile di 581 km/h che risaliva al 2003. sostenere il treno e Questo modello mantenerlo a una di treno è prodotdistanza superiore dal suolo: 10 cento da Mitsubishi timetri rispetto Heavy Industries in tandem con una al solo centimetro del Transrapid tefiliale del grupdesco. po JR Central. È Lo Shinkansen L0 ha superato la barriera L’obiettivo delle composto da sette dei 600 chilometri orari ferrovie nipponicarrozze ed è stato testato sulla linea di prova Yamanashi, un tratto che è quello dell’entrata in servizio del nuovo del futuro collegamento ultraveloce Tokyo-Nago- Shinkansen L0 nel 2027 su una tratta di 286 ya. Almeno a livello teorico, un treno di questo chilometri che collegherà Tokyo a Nagoya in genere potrebbe coprire la distanza tra Milano e soli 40 minuti, dimezzando il tempo di percorrenza attuale. In seguito, Roma in poco meno di un’ora. a partire dal 2045, la linea La tecnologia che permette Le due pagine di «Esteverrà prolungata fino a Osaai treni di non toccare il suolo ro Le notizie mai lette è chiamata Maglev ed è basata ka: il viaggio verso la capitale in Italia» sono a cura sul ricorso alla forza repulsiva potrà avvenire in poco più di che si genera fra due magneti un’ora. di Sabina Rodi simili. La propulsione è prodot© Riproduzione riservata U DI ETTORE BIANCHI DI SIMONETTA SCARANE U n’applicazione per smartphone, messa a punto da una équipe di ricercatori di Boston, permetterà di diagnosticare i tumori a distanza, e in maniera precoce. Con questa app sarà possibile realizzare screening molto utili in caso di cancro all’utero, per esempio, il terzo più frequente al mondo nei paesi in via di sviluppo, dove lo smartphone è sempre più d i f f u s o. S i eviterebbero così le biopsie, secondo l’articolo pubblicato il 13 aprile dalla rivista Pnas. L’idea è di piazzare campioni di sangue, o di tessuti, in un piccolo dispositivo che li illumina e li ingrandisce per essere fotografati dall’obbiettivo dello smartphone. Le immagini vengono inviate poi a un server remoto che individua le cellule maligne, sintomo della presenza di lesioni precancerose o cancerose. Dal momento che lo smartphone non ha la risoluzione di un microscopio, i ricercatori hanno aggiunto ai campioni da testare delle microsfere ricoperte di anticorpi che permettono di agganciarsi alle cellule cancerose: queste microsfere sono in grado di diffrangere la luce. Lo spettro di diffrazione è interpretato da un server remoto che rinvia allo smartphone un’immagine pulita, con l’individuazione delle cellule cancerogene, permettendo, così, la diagnosi. La procedura è veloce, richiede all’incirca 45 minuti, e molto economica: 1,70 euro. Il costo potrà ridursi ancora in proporzione alla sempre maggiore diffusione di questa telediagnosi, che è affidabile esattamente come i metodi tradizionali. In futuro, questo sistema potrà essere utilizzato per diagnosticare numerosi altri tipi di malattie. © Riproduzione riservata Martedì 28 Aprile 2015 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA 15 Gli operatori locali vogliono emanciparsi dalle joint venture con le società occidentali Cina, componenti auto al top Si moltiplicano le acquisizioni per essere più autonomi DI MASSIMO GALLI n Cina c’è gran fermento nel settore della componentistica per l’automobile. Le aziende vogliono emanciparsi dalle alleanze con i colossi occidentali, che equivalgono spesso a joint venture, per guadagnare autonomia. Ne è riprova il fatto che sono in forte aumento le acquisizioni a livello internazionale da parte di società cinesi, con il duplice obiettivo di incrementare il fatturato e di acquisire competenze. Negli ultimi anni, come è avvenuto fra i costruttori di auto, i protagonisti dei componenti si sono associati a realtà straniere del calibro della tedesca Continental, della francese Plastic Omnium e dell’americana Johnson Controls. Una strategia indispensabile, vista la carenza sul versante tecnologico. Ma è stata anche l’opportunità di aprire gli orizzonti al mercato globale. Del resto, la torta di que- I Al Salone di Shanghai va in scena anche la componentistica per l’automobile sto comparto valeva l’anno scorso 667 miliardi di euro a livello mondiale, di cui 147 appannaggio dell’ex Celeste impero. Le stime di Roland Berger-Lazard parlano di un giro d’affari vicino agli 800 miliardi nel 2020. Al Salone dell’auto di Shanghai, che chiuderà i battenti domani, le imprese cinesi si presentano quasi tutte in tandem con gli alleati stranieri. Eppure ci sono segnali di un’inversione di tendenza, con la presenza di realtà che stanno camminando con le proprie gambe. A cominciare da Bwi Group, produttore di sospensioni e freni, che negli ultimi anni ha rilevato una divisione di Delphi, ex fornitore interno della General Motors. Un al- tro esempio è rappresentato dall’azienda tedesca Preh, che realizza piattaforme di controllo della temperatura e dell’intrattenimento a bordo dei veicoli, e che dal 2012 è entrata a far parte del gruppo cinese Joyson Electronics. L’accesso diretto alla tecnologia avanzata è diventato un’esigenza irrinunciabile, e proprio per questo la logica dello shopping internazionale sta prendendo piede. A questa necessità si affianca talvolta quella di favorire il consolidamento nel settore, creando gruppi che abbiano le spalle larghe per essere più competitivi e far fronte alla concorrenza su scala planetaria. Un esempio recente viene dall’acquisizione della Pirelli da parte di Chem China. L’anno scorso, inoltre, Yanfeng, filiale del colosso cinese delle quattroruote Saic, aveva rilevato il ramo equipaggiamenti per interni di Johnson Controls. Fra il 2010 e il 2014 le aziende cinesi di componentistica auto hanno investito 6,5 miliardi di dollari (5,9 mld euro). Però non è tutto oro quel che luccica perché, stando agli esperti del settore, si tratta di un comparto produttivo che richiede parecchia manodopera e poca innovazione: diversi gruppi mondiali stanno battendo in ritirata perché non è facile ottenere una buona redditività. D’altro canto i cinesi non sono allo stesso livello dei colossi internazionali, almeno per il momento: dedicano molti meno soldi alla ricerca e questo li pone in una condizione di svantaggio. Proprio per questo il governo e alcuni enti locali stanno cercando di sostenere economicamente le operazioni di rafforzamento. I risultati si vedono: il gigante dell’aviazione e della difesa Avic, di proprietà statale, ha acquisito l’azienda americana Nexteer e la tedesca Hilite, entrambe attive nella componentistica. Anche se la strada è lunga, a Pechino ci credono fermamente. © Riproduzione riservata PER CUI MOLTE DONNE NON SI POSSONO SPOSARE, ALTRE RESTANO SOLE, LE FAMIGLIE SONO PRECARIE Mancano all’appello, negli Stati Uniti, 1,5 milioni di persone, di sesso maschile e pelle nera. Muoiono giovani o sono in galera da Washington ALBERTO PASOLINI ZANELLI N on tutti i conti tornano nella Superpotenza. Ci sono, anzi, importanti differenze tra le cifre che dovrebbero esserci e quelle che ci sono. Se tutti i dati comparissero nello stesso librone, questo avrebbe tante pagine bianche o mancanti, come strappate. Per esempio, nell’elenco di cifre o di persone che dovrebbero esserci e invece non ci sono. Bisogna cercarli a una specie di sportello degli oggetti smarriti. In questo caso sono persone. Un milione e mezzo, tutte di sesso maschile, tutte di pelle nera. Con una grande diseguaglianza fra i due sessi. Mancano i maschi, tanti. A New York non rispondono all’appello 120 mila uomini di origine africana tra i 25 e i 54 anni di età. A Chicago 45 mila. A Philadelphia ne mancano 30 mila. Negli Stati del Sud diverse centinaia di migliaia. In totale, un milione e mezzo che dovrebbero esserci e non ci sono. Una cifra impressionante e senza paragoni al di là delle frontiere. In totale, per ogni 100 donne a piede libero ci dovrebbero essere 83 uomini, che invece compaiono nella colonna dei «dispersi». Più «nera» è la composizione etnica di una città, più il deficit è importante. E più si nota che la sproporzione fra i sessi non esiste nelle altre componenti etniche degli Usa. Per 100 donne bianche ci sono 99 maschi. Per quelle nere di città come Molti uomini di pelle nera sono in carcere North Charleston, nella Carolina del Sud, manca all’appello un uomo su quattro, quasi un record. A far peggio c’è quasi solo Ferguson, la cittadina del Missouri che è da mesi nelle cronache mondiali per l’«incidente» di un paio di mesi fa del poliziotto che uccise un giovane nero disarmato: per ogni 100 donne di origine africana che ci abitano, ci vivono appena 60 maschi. Sono dati paragonabili a quelli prodotti, in una nazione popolosa, da una guerra mondiale (ai tempi in cui le donne non facevano il soldato). Averne notizie è invece semplice: su quel milione e mezzo che manca in totale, 600 mila sono in prigione e 900 mila al cimitero. A evitare equivoci e a rendere le cifre più leggibili, si tiene conto solo degli adulti (fra i bambini la discrepanza non esiste) e degli anziani. Una percentuale importante dei «mancanti» rivela che non sono «deceduti per cause naturali». La ragione più frequente è l’omicidio, addirittura più ricorrente, in questa classe di età, dell’infarto e degli incidenti stradali o sul lavoro, soprattutto nell’età fra i 30 e i 40 anni. Non è dunque confermata dalle statistiche la diffusa convinzione che la fase più pericolosa della vita per gli americani dalla pelle nera sia l’adolescenza. Di conseguenza i risvolti sociali del fenomeno sono più gravi, dal momento che a «sparire» anzitempo sono soprattutto gli uomini che dovrebbero essere sposati e mantenere la famiglia. La loro assenza è la causa principale della disgregazione del nucleo familiare e dei «disordini» dei giovani e dei ragazzi. Un’altra conseguenza è la scarsità dei matrimoni e, dunque, l’abbondanza delle giovani donne che vivono sole e delle famiglie con la sola madre e con i figli di padri multipli da relazioni brevi. Ma la radice più tipicamente americana di questo fenomeno è, ancor più della mortalità, il sistema giudiziario. A parità di reato commesso, le sentenze degli Usa sono incomparabilmente più «alte» e più «lunghe» che in qualsiasi paese europeo. Si calcola un rapporto, per esempio in paragone con la Gran Bretagna, di uno a quattro. Gli ergastoli non sono eccezioni ma quasi la regola. In stati come la California, per esempio, è obbligatorio per i giudici comminare il carcere a vita per chi abbia commesso più di due reati, non importa di quale gravità, inclusi i furti di una pizza. La disposizione è conosciuta appunto come «tre pizze e un ergastolo». Ma anche altrove si può essere condannati a trent’anni per un furto e scomparire così dalla vita e dalle statistiche. E queste abitudini draconiane colpiscono soprattutto i giovani di colore. Non è esatto, dunque, che la colpa sia delle malattie. Negli ultimi trent’anni la mortalità di questo gruppo razziale è diminuita di più di quella fra i bianchi, soprattutto nelle malattie come l’Aids, che inizialmente colpiva di più i giovani di pelle nera. Ha invece continuato a crescere la somma delle carcerazioni. Si muore di meno, fra i giovani blacks, ma si va più spesso e più a lungo in prigione. In ambedue i casi si «sparisce» nelle statistiche. [email protected] FOCUS INCONTRI ISTITUZIONALI PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI C hiara Immordino presenta l’Ambasciatore Giulio Terzi li, e non prevalentemente cosmetiche o fideistiche come queldi Sant’Agata e il diplomatico militare americano Pre- le che continuiamo a sentire nelle declaratorie governative da sidente avvocato americano Micah D.Wells, ex diplo- un anno a questa parte. Dobbiamo infatti prestare molta attenmatico militare degli Stati Uniti d’America, esperto di zione al fatto che nello scenario dell’ economia mondiale di difesa, sicurezza e affari internazionali ed ora presidente di Con- quindici anni fa, così simile a quello attuale, il volume dei betinental Strategy Partners e African Strategy Partners, a margi- ni e dei servizi venduti dall’ Italia all’estero e si inizialmente ne della Conferenza del 11 aprile su “l’internazionalizzazione aumentato del 20%; ma poi si è ridotto nei tre anni successivi delle piccole e medie imprese organizzata dall’Associazione non appena il deprezzamento dell’euro sul dollaro ha provoPMI Italia International. Il presidente della sede di Brescia Raf- cato un aumento dei prezzi interni e di quello dell’Export, defaele Pandico che introduce la Conferenza enunciando le at- teriorando la competitiva’ dei nostri prodotti. La mancanza di tività del circuito nascente: “PMI Italia che si propone di sup- flessibilità del mercato italiano e la tendenza di gran parte delportare le aziende presenti sul territorio e che vivono un con- le aziende ad adeguare i prezzi invece di migliorare la qualità testo sociale univoco con tematiche omogenee, attuando una e di investire in produttività hanno praticamente azzerato quell’ strategia di Marketing internazionale in un ambiente economi- iniziale effetto di stimolo dovuto ad un cambio favorevole. Rico caratterizzato da una continua trasformazione e da una cre- spetto a 15 anni fa abbiamo un contesto competitivo peggiorato a causa di un debito pubblico nettascente tendenza verso la globalizzazione mente più alto che riduce la possibilità di dei mercati internazionali. operare sul versante della spesa pubblica; l’Associazione PMI Italia si pone a supporcontesto peggiorato a causa di una concorto delle aziende del territorio italiano inrenza internazionale sempre più agguerritroducendole nel mercato economico glota. Non è un caso che tutte le principali orbale attraverso un inserimento nel Proganizzazioni economiche prevedano l’Itagramma Horizon 2020 di recente stanzialia come fanalino di coda fanalino nella rito dall’Unione Europea, che permette di atpresa dell’Eurozona insieme alla Grecia. tingere contributi a fondo perduto nei setSu questo sfondo così economicamente tori industriali, manifatturieri e dei servizi impegnativo per gli interventi strutturali turistici eccellenze del nostro Made in Italy che l’Italia deve risolvere, l’Ambasciatore a livello mondiale.” Terzi crede che sia fondamentale la voce Il giornalista economico Massimo Lucidi degli imprenditori lombardi, una vera formoderatore e tra gli organizzatori dell’eza trainante in Italia e Europa per il percorvento per PMI Italia dichiara: “I mercati so di internazionalizzazione dei comparti internazionali sono prerogativa da tempo produttivi, sostenuti dall’innovazione, daldelle imprese bresciane: dalle produzioni la ricerca e dalla formazione dei giovani. vitivinicole alla manifattura e carpenteria Negli anni della crisi tra il 2007 e il 2013 industriale in Made in Brescia è conosciuL’avvocato americano Micah D. Wells, ex diplomatico militare degli Stati Uniti l’unico contributo alla crescita è venuto to e apprezzato. Ma ci sono margini di mid’America, esperto di difesa, sicurezza e affari glioramento. Ci sono mercati nuovi e uno internazionali ed ora presidente di Continental dalle esportazioni nette a fronte della caduscenario internazionale in profondo muta- Strategy Partners e African Strategy Partners ta della domanda interna. I mercati emergenti rappresentano attualmente la quota mento che apre opportunità e minacce che devono essere correttamente inquadrate. Per questo un sinda- maggiore delle esportazioni mentre la rilevanza dell’euro è ricato di imprese che scambiano esperienze e cercano confron- dotta. Il Made in Italy tradizionale (beni agricoli e di consumo) ti e interlocutori internazionali nuovi vanno accolte con entu- ha intercettato la domanda di mercati lontani, esportando prodotti di alta qualità in grado di rispondere ai gusti dei nuovi consiasmo e interesse“. L’On. Fabio Rolfi, bresciano, Consigliere della Regione Lom- sumatori.Vino e Gioielli in particolare hanno accresciuto la lobardia e membro della Commissione Attività Produttive rap- ro rilevanza per il nostro Export. Il nuovo “Made in Italy“ (bepresenta le istituzioni al Convegno rafforzando il supporto del- ni intermedi e di investimento) ha saputo cogliere i mutamenla Regione Lombardia imprese e al territorio. Un segno, ma ti del commercio internazionale, sempre più incentrato sulla anche un sogno quello che le élite della finanza insieme al- frammentazione delle funzioni produttive. Il processo di interle istituzioni condurranno fuori dalla crisi il nostro amato pa- nazionalizzazione per gli economisti non significa solo escluese portandolo ad essere il centro economico e commercia- sivamente insediamento delle attività commerciali e produttive le del Mediterraneo, e valorizzando le eccellenze del Made in oltre confine, ma anche l’esportazione e gli investimenti esteri nel nostro paese. Le strategie di “internazionalizzazione“ deItaly a livello globale. L’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata introduce: “il pro- vono comprendere la miriade di PMI che esportano senza locesso di internazionalizzazione delle imprese lombarde ana- calizzare investimenti produttivi o commerciali all’ estero così come le imprese che sono sempre più inserite nelle così dette lizzando le problematiche ancora aperte“. L’Attuale contesto economico internazionale rappresenta per Global Value Chains(GVC). paesi come l’ Italia una grande opportunità di inserirsi nel ci- La struttura regionale del nostro Export è rimasta sostanzialmenclo della ripresa mondiale, valutazione ampiamente condivi- te invariata tra il 2007 e il 2012; il quadro è più complesso se sa in tutta l’area OCSE. Il prezzo del petrolio di recente note- si osservano i distretti. Il Nord detiene la quota maggiore delvolmente calato, i tassi di interesse quasi azzerati, cambio eu- le esportazioni oltre il 70%. In termini di distretti industriali la ro-dollaro quasi alla pari ci riportano a un periodo storicamen- dinamica del Nord-Est è risultata molto positiva in controtendenza rispetto a quello accaduto alle esportazioni totali dell’ate simile al 1999. Il raffronto fra la situazione attuale e quella di sedici anni fa, rea. Per il Centro sono state molto positive le evoluzioni dei diinduce tuttavia a considerare le opportunità che abbiamo din- stretti toscani in particolare pelle e calzature oreficeria e vino. nanzi con cresciuta cautela. Nonostante vi siano voci che ri- Le piccole e medie imprese italiane sono state influenzate dalla tengono già acquisito l’effetto di un positivo trascinamento sul crisi trovando gravi difficoltà nell’accesso al credito dovuto alla nostro Export, serve un accresciuto impegno nell’ imprimere massima prudenza da parte delle banche alle prese con squilialla nostra politica economica delle svolte incisive sostanzia- bri di bilancio e minor redditività delle PMI. Le imprese hanno ben reagito cercando nuovi modi per reperire risorse finanziarie attraverso l’ apertura del capitale ad investitori. Nel periodo 2014-2017 si assisterà a un’accelerazione dell’economia e del commercio globale da cui trarrà beneficio anche l’Export italiano. Il principale contributo alla crescita mondiale arriverà dalla ripresa nei mercati avanzati; quelli emergenti si manterranno sui tassi più alti sebbene inferiori alla performance dei periodi precedenti. Gli scambi internazionali cresceranno con un’ intensità maggiore rispetto al PIL. L’Export italiano di beni e servizi sarà trainato dalla maggiore domanda mondiale e aumenterà del 6,9% l’anno in media, un treno da non perdere per il futuro economico delle nostre Eccellenze nell’era della globalizzazione del nostro pianeta. Chiara Immordino con Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata e Massimo Il modo apprezza e chiede sempre più made in Italy e inveLicidi giornalista economico Danilo Gigante, Massimo Lucidi, Chiara Immordino, Avv. Micah D. Wells e Avv. Agostino Albero stimenti da parte di aziende italiane. Internazionalizzazione è la la parola chiave più volte ripetuta a margine del Convengo tenutosi a Rovato (Brescia) organizzato da PMI Italia International. Tante sono le possibilità il mercato globale offre soprattutto alle piccole e medie imprese che però devono saperle coglierle ed essere in grado di trasformarle in concrete opportunità di business. Queste sono le parole con cui ha esordito il suo intervento il colonnello e avvocato americano Micah D. Wells, ex diplomatico militare degli Stati Uniti d’America, esperto di difesa, sicurezza e affari internazionali ed ora presidente di Continental Strategy Partners e African Strategy Partners. Ed è proprio di Africa, piena di risorse non solo naturali ma anche umane, e delle tante opportunità commerciali e di investimento che questo continente offre alle imprese italiane, che l’avv. Wells ci ha parlato, a margine del convegno a cui ha partecipato insieme al direttore generale del gruppo, il Dott. Agostino Albero. Con più di un miliardo di persone, e stime di crescita annua del 6-7% per il prossimi vent’ anni, secondo le previsioni di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, l’Africa ed in particolare l’area Sub-Sahariana, è senza dubbio in forte espansione economica e rappresenta per le imprese italiane un’ occasione unica da non perdere. Notevole è l’interesse per le imprese italiane da parte dei tanti uomini d’affari africani, affascinati soprattutto dalla nostra cultura imprenditoriale e dai prodotti Made in Italy di cui hanno grande rispetto ed ammirazione sia per lo stile che per la qualità. È su questo che le imprese italiane devono puntare. Siamo consapevoli, sottolinea l’avv. Wells, che affrontare i mercati internazionali non è facile, in particolare in alcuni paesi dove la situazione geopolitica il più delle volte spaventa. È necessario essere globali, avere il giusto accesso alle informazioni, un network importante, operare con le dovute garanzie, fare le due diligence appropriate, e tutto questo è essenziale se si vogliono minimizzare i rischi, sempre presenti quando si opera nei mercati internazionali. CSP e ASP nascono dall’ iniziativa di tre professionisti, Micah Devon Wells, Agostino Albero e Luca Di Donna, tutti forti di un bagaglio di esperienze di lavoro all’estero e sono state concepite proprio per rispondere a queste esigenze. La società ha un team internazionale che conta associati negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Svizzera, Gibuti e Nigeria. CSP e ASP sono in grado di offrire una consulenza strategica indipendente e personalizzata per l’internazionalizzazione delle imprese e possono dare un supporto concreto per la gestione di operazioni internazionali sia commerciali che di investimento, in particolare nei settori dell’energia, infrastrutture e materie prime. Le piccole e medie imprese necessitano, più di altre, di questo servizio e spesso questo aspetto viene trascurato. Con il gusto supporto, una buona dose di pagmatismo e un ottimo gioco di squadra, siamo convinti che le imprese italiane possono vincere questa sfida. Il mondo ed in particolare l’Africa vi stanno aspettando. Si ringraziano: PMI International, il Presidente sede di Brescia Dr. Raffaele Pandico, Massimo Lucidi giornalista economico, Avv. Agostino Albero Direttore Generale del Gruppo Continental Strategy Patners e African Strategy Patners. Stefano A.Rizzi per la foto pubblicate. Roberta Razzano Haute Couture per l’abito indossato da Chiara Immordino. Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente focus sono stati forniti dall’azienda, che ne garantisce la correttezza e veridicità, a soli fini informativi 17 Martedì 28 Aprile 2015 Marketing Oggi interni oltre il giard dino TUTTO NUOVO IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ La ricetta di Antonio Batani, patron del Grand Hotel di Rimini: servono proposte su misura Turismo fa rima con marketing Wellness, acquisti e mare: formula giusta per le vacanze DI CARLO VALENTINI l turismo? «Oggi è tutta una questione di marketing», assicura Antonio Batani, classe 1936, personaggio da collocare sul podio della classifica dei self-made-man: da cameriere a gestore di una pensione in affitto, dal primo piccolo albergo di proprietà via via fino a diventare il più importante albergatore della riviera romagnola, con 12 hotel, tra cui il Mare Pineta (con 10 campi da tennis), il Da Vinci, unico 5 stelle di Cesenatico, un albergo a Cluj Napoca, in Romania. L’ultimo acquisto è stato il felliniano Grand Hotel di Rimini. In totale, quasi 2 mila posti letto e un migliaio di dipendenti. Ma ha pure impiantato, sulle colline, un’azienda agricola per produrre una parte del cibo che serve nei suoi hotel. Spiega: «A partire dalla fine della seconda guerra mondiale molti prodotti sono entrati nella fase di maturità e quindi più che sugli aspetti produttivi occorre impegnarsi sul marketing, creando proposte su misura sempre più personalizzate. Il turismo non è sfuggito a questa regola, seppure con qualche decennio di ritardo, e quindi è diventato fondamentale l’orientamento al mercato». Così, per esempio, ora che gli italiani hanno scoperto il wellness, Batani ha mandato la figlia, Paola, a presiedere «Wellness valley», un brand turistico che propone vacanze salutiste, dalle spa interne agli hotel alla ristorazione biologica ai corsi fisioterapici. Tra i promotori vi è Nerio Alessandri, fondatore della Technogym, che ha sede a Cesena. «I miei alberghi», afferma Batani, «sono suddivisi in due categorie che ho chiamato Luxury Collection, con gli hotel a cinque stelle, e Family Feeling, con tutti gli altri. I secondi offrono servizi appositamente pensati per soddisfare i bisogni di famiglie con bambini: dai menu svezzamento o glutenfree agli scalda-biberon in camera, al fasciatoio, fino al mini-club estivo per i piccini e alle baby-sitter di grande I Il Grand Hotel di Rimini. A destra, Antonio Batani esperienza». Non solo wellness. Si è aperto, per la riviera romagnola, il mercato russo, coi turisti vogliosi di fare acquisti fashion ed ecco che in riviera i pullman li prelevano dalla spiaggia e li portano negli outlet delle griffe dell’abbigliamento dislocati nell’entroterra: sole, mare e scarpe firmate. «Ma il mercato russo, un tempo florido», dice Batani, «oggi è terremotato dalle sanzioni in seguito alla vicenda ucraina, prevedo l’80% in meno di arrivi. Un buco nero che speriamo di colmare con l’Expo, abbiamo studiato iniziative per calamitare verso la riviera i visitatori dell’Expo, speriamo di riuscirci. Un po’ di mare e di wellness dopo Riva amplia la gamma sportiva Riva, il cantiere del gruppo Ferretti, amplia la gamma sportiva del brand ed è pronto per debuttare al Cannes Yachting Festival 2015. Il nuovo nato è il coupé Riva 76 (nella foto), uno yacht destinato a diventare erede delle barche storiche del cantiere. In costruzione negli stabilimenti Ferretti Group di La Spezia, l’imbarcazione sarà presente a settembre al Festival de la plaisance. A firmare il progetto è stato Mauro Micheli, fondatore assieme a Sergio Beretta di Officina Italiana Design, lo studio che disegna in esclusiva l’intera gamma Riva. Il team ha collaborato a stretto contatto con il comitato strategico di prodotto Ferretti Group e il dipartimento engineering del gruppo. «I team coinvolti nello sviluppo di questi progetti vivono l’impegnativa esperienza di creare qualcosa di stra- ordinario restando sempre fedeli ai 173 anni di storia del marchio», commenta Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti Group. «Riva 76 rispecchia esattamente questa visione progettuale: raccogliere l’eredità del passato per trasferirla in un prodotto all’avanguardia sotto ogni aspetto. Non vediamo l’ora di essere, ancora una volta, ambasciatori della bellezza italiana nel mondo attraverso questo coupé e i nuovi modelli Riva che presenteremo nel 2015». © Riproduzione riservata tanto cibo non guastano». Non manca un pizzico di cultura. Nei suoi alberghi organizza la presentazione di libri, performance di attori e un premio annuale (Le 5 stelle del giornalismo, quest’anno assegnato, tra gli altri, a Enrico Mentana e Maria Latella). Due gli insegnamenti da questa straordinaria avventura imprenditorial-alberghiera: una crisi può essere occasione di crescita («quando arrivò la mucillagine, nel 1989, dice, si registrò la svendita di molti alberghi, io scommisi sul fatto che si sarebbe trattato di una vicenda transitoria, acquistai a prezzi stracciati un hotel e fu il mio salto di qualità») e la forza della famiglia («senza mia moglie non avrei mai raggiunto questi risultati e tutti e tre i miei figli lavorano con me»). Oltre la metà dei suoi clienti arriva dall’estero. Ma potrebbero essere di più. «Io faccio il possibile», assicura, «ma l’Italia dovrebbe migliorare il marketing m all’estero. Poi occorre potenziare i collegamenti migliorrando la rete di treni, aerei, strade. La concorrenza dei paesi stranieri è forte e bip sogna investire rapidamente sull’oggi e sul domani». Che le potenzialità italiane non siano colte appieno lo n conferma l’Eurobarometro, pubblicato dalla Commissiop ne europea, da cui emerge n che il desiderio principale per i vacanzieri europei è p rrecarsi in spiagge calde e assolate. I flussi turistici mostrano come, soprattutto nei mesi estivi, gli abitanti del m Vecchio continente tendano V a dirigersi verso le località costiere del Mediterraneo: iil 15% degli europei ha passato la scorsa estate le vacanze in Spagna, la meta più gettonata che precede p Francia (11%) e Italia (10%). F Siamo al terzo posto mentre ci spetterebbe il primato. © Riproduzione riservata 18 Martedì 28 Aprile 2015 MARKETING Le strategie dell’insegna francese specializzata in bricolage. Fatturato a +5% in Italia Leroy Merlin diventa multicanale E-commerce, clicca e ritira e più spazio alla progettazione DI una fila unica e che dovrebbe garantire tempi di attesa più brevi. Un altro aspetto introdotto, nell’ottica della IRENE GREGUOLI VENINI iventare un’insegna multicanale, grazie all’e-commerce, a formule come il clicca e ritira e alla digitalizzazione dei negozi, per i quali si sta sperimentando un nuovo concept in cui si dà più spazio anche alla progettazione, è la trasformazione strategica che Leroy Merlin vuole compiere in Italia. L’obiettivo per la catena specializzata in bricolage e fai-da-te per il 2015 è replicare l’andamento positivo dell’anno passato, chiuso, nella Penisola, con un fatturato di 1,4 miliardi di euro, in crescita del 5%. «Vogliamo trasformare il più velocemente possibile l’azienda, che tradizionalmente si serve di un solo canale di vendita, in un’azienda cross-canale: l’anno scorso abbiamo lanciato l’e-commerce e vogliamo accelerare nel 2015 da questo punto di vista. Nei prossimi due mesi lanceremo il clicca e ritira, per ora a Bergamo e a Roma, per testare l’accoglienza di questa formula nel mercato italiano», spiega Olivier Jonvel, amministratore delegato di Leroy Merlin Italia, che ha 47 punti vendita nella Penisola, dove è presente dal 1996. «Oltre a ciò continuiamo nella strategia più classica del nostro business: innanzitutto essere ca- D Un punto vendita Leroy Merlin e Olivier Jonvel paci di vendere progetti; per questo stiamo lavorando per avere una capacità di libero servizio maggiore in modo da recuperare tempo per i grandi progetti dei clienti, come ristrutturare il bagno e la cucina, con la possibilità di fissare un appuntamento con il venditore per essere seguiti dall’inizio alla fine del progetto. Tutto ciò è reso possibile anche da un programma di formazione in cui stiamo coinvolgendo il nostro staff per renderlo in grado di operare in più reparti e di vendere i servizi. Gli altri pilastri sono la relazione con il cliente, con un approccio personalizzato, e l’identità del nostro brand, lavorando sulla differenziazione e sull’ampliamento della gamma, e la convenienza». Questa strategia è stata concretizzata nel nuovo concept di negozio, chiamato «Vision», con cui è stato ristrutturato un primo punto vendita a Solbiate Arno (Varese), che si presenta con spazi aperti divisi per reparti di prodotto, ma anche con zone di servizi e di relazione (punti di consiglio e zone progetto), con una nuova area bar, immaginata per migliorare la qualità del tempo di permanenza dei clienti, oltre a una zona dedicata ai bambini. Tra le novità introdotte c’è per esempio il fatto che è stata eliminata la barriera alla cassa, con un percorso che si sviluppa a partire da sono stati selezionati, visitati e valutati dal team di esperti; poi in una scheda immobile riporta il profilo delle unità immobiliari corredato di giudizio di convenienza, informazioni dettagliate, dati rilevanti e comparazione del valore con immobili simili nel mercato libero. Gli immobili sono selezionati su tutto il territorio italiano e ricercabili con un sistema veloce: un motore di ricerca e una mappa interattiva semplice e intuitiva. Infine il team di esperti Easyasta fornisce assistenza immobiliare, legale, fiscale e persino alla partecipazione all’asta. «La finalità del progetto Easyasta è quella di rendere accessibili le occasioni immobiliari a tutti», afferma Massimiliano Bertolino, amministratore delegato di Frontis NPL (in precedenza Fare NPL), uno dei maggiori esperti in Italia negli investimenti immobiliari e nel settore dei crediti Non performing e capo del nucleo di professionisti che ha dato vita a Easyasta.it. © Riproduzione riservata Casiraghi Greco& si fa pubblicità in tv Aste immobiliari, nasce il sito Easyasta.it Finora le aste immobiliari sono state per lo più affari inavvicinabili e appannaggio di pochi. Un mondo di occasioni per l’investimento nel mattone, ancora il più considerato dagli italiani è ancora percepito come inaccessibile, nonostante il grande numero di aste comunicate dalla pubblicità ufficiale dei tribunali e dai siti web autorizzati che poi vanno deserte. Per rispondere a questo gap è nato Easyasta.it, un progetto innovativo realizzato da un team di professionisti del settore dei Non performing loans (Npl), per accompagnare il pubblico dei non esperti nel mondo delle aste immobiliari. Il sito web è progettato per rendere le aste semplici e accessibili, la comprensione del valore dell’immobile immediata, grazie a un giudizio di convenienza tipico delle guide gastronomiche, per il quale maggiore è il numero di stelle, migliore è l’affare. Easyasta.it, per dare sicurezza ai risparmiatori e trasparenza alle aste, pubblica solo immobili che strategia multicanale, è la presenza del digitale, grazie a chioschi, tablet e monitor posizionati in diversi reparti, che rendono possibile sfogliare il catalogo e confrontare tra loro i prodotti per orientarsi nelle scelte di acquisto. È anche presente un’area dedicata ai corsi e a laboratori di fai-da-te, per imparare per esempio a posare un pavimento o un parquet, a personalizzare le pareti con le pitture o a verniciare un rivestimento decorativo. Un’ulteriore novità è rappresentata dalla Bio House, una casa in classe energeti- ca A+, costruita di fianco al punto vendita di Solbiate, in cui sono presenti tutti i prodotti e le gamme complementari d’arredo che hanno come punto di forza i bassi consumi energetici. Questa casa permette ai consulenti progetto di Leroy Merlin di accompagnare i clienti nella ricerca di soluzioni ecosostenibili, di domotica, di ventilazione meccanica controllata e così via. «Abbiamo cercato di facilitare anche la dimensione logistica per il ritiro della merce in auto. Per ora è un test, per sperimentare, e tra un anno faremo un bilancio. Il negozio che apriremo a Torino, l’anno prossimo, sarà una versione di questo concept», continua l’a.d. «Oltre al bricolage leggero, in cui siamo già molto forti, con questo nuovo tipo di negozio ci vogliamo focalizzare sulla parte della progettazione. Il cliente italiano non è un grande bricoleur: più che altro fa riparazioni e decorazioni per i giardini e si reca nei nostri punti vendita per avere più scelta e per comodità. Noi, invece, vogliamo proporci come partner e consulente per progetti più ampi, anche per esempio con artigiani. In questo l’Italia è abbastanza simile ai paesi del Sud d’Europa, mentre nel Nord il bricolage, con progetti più complicati, è più diffuso». IRENE GREGUOLI VENINI ha fondato 15 anni fa con Daniela Greco l’agenzia pubblicitaria (di L’agenzia pubblicitaria Casiraghi cui oggi l’altro socio è Gianfranco Greco& va in tv per la prima volta Riccio). con uno spot in cui promuove se La campagna è concentrata esclustessa: la strategia è concentrarsi sivamente su Sky Sport, solo nei solo sui tornei di golf in onda su Sky tornei di golf, i Master. «Quindi si Sport. L’obiettirivolge princivo è rivolgersi palmente agli a potenziali appassionati di clienti come questo sport, manager, diretche coincidono tori marketing per buona pare commerciali te con il nostro e amministratotarget, ovvero ri delegati, un direttori marpubblico che in keting, direttogenere è appasri commerciali, Un frame dello spot sionato di queamministratori di Casiraghi Greco& sto sport. delegati e mana«Siamo sul mercato dal 2000: ab- ger», continua Casiraghi. «Lo stile biamo le credenziali per essere della pubblicità è un po’ trasgressiconsiderati un’agenzia grande e im- vo e divertente per rispecchiare lo portante come un network interna- spirito della nostra agenzia». zionale, senza le controindicazioni Lo spot andrà in onda per vari mesi di un network di questo tipo. Siamo seguendo il calendario dei tornei. italiani, abbiamo le competenze per «Abbiamo già usato la campagna fare qualsiasi cosa, a 360 gradi dal sul web, mentre l’abbiamo usata in centro media al digitale. Questi tv per la prima volta», conclude il sono gli intenti e i contenuti dello pubblicitario. spot», spiega Cesare Casiraghi, che © Riproduzione riservata DI Martedì 28 Aprile 2015 MEDIA 19 1 Secondo la stampa francese, Bolloré proporrà l’acquisizione nel cda del 12 maggio Mediaset, c’è Vivendi alle porte Il Biscione vola in borsa dopo le indiscrezioni: +8% DI ANDREA SECCHI l dossier Mediaset dovrebbe arrivare in consiglio di amministrazione di Vivendi il prossimo 12 maggio. Questo almeno quello che ha rivelato la francese Lettre de l’expansion, secondo cui i rumors già circolati nelle scorse settimane si concretizzeranno e il presidente e maggior azionista di Vivendi, Vincent Bolloré, tirerà fuori le carte sulle acquisizioni che ha in mente e fra queste quella del gruppo televisivo italiano. Ieri la notizia ha movimentato la seduta di Borsa con il titolo del Biscione che è stato sospeso in mattinata registrando un rialzo teorico del 7,44% per poi chiudere con un botto del +8,23 a 4,684 euro. Peraltro la Lettre si è spinta oltre, parlando di una disponibilità della famiglia Berlusconi a disimpegnarsi dalla televisione per concentrarsi su Mondadori, cosa tutta da verificare. In realtà il gruppo televisivo non ha mai fatto mistero di I Vincent Bolloré essere aperto a un socio che gli permetta di rafforzarsi, ma facendo soprattutto riferimento alla pay tv. Di un interessamento di Vivendi per Mediaset si è parlato spesso, e anche in passato ci sarebbero stati contatti su Premium. Che però Vivendi voglia ora espandersi per diventare un gruppo media internazionale è stato ribadito LA VIGNETTA DEL GIORNO anche dal ceo Arnaud de Puyfontaine, secondo cui i target delle acquisizioni devono essere società con «valore intrinseco» che può essere massimizzato grazie agli altri business del gruppo. Soprattutto attraverso le sue acquisizioni Vivendi vuole dare valore a contenuti propri, grazie a una scala internazionale. Si pensi a quello che fa Netflix: grandi investimenti in produzioni originali che riescono ad attrarre abbonati, possibili perché il mercato non è limitato a quello domestico, ma si espande in molteplici paesi. In un’intervista al Financial Times, de Puyfontaine aveva fatto l’esempio della serie Marco Polo prodotta da Netflix e costata circa 90 milioni per 12 episodi, mentre la serie Versailles prodotta da Canal Plus, controllata da Vivendi, è costata 30 milioni per 10 episodi. Avere una scala di distribuzione più ampia consente di investire di più e di avere ritorni maggiori. Oltre a Canal Plus e alla casa di produzione cinematografica Studio Canal, Vivendi possiede Universal Music e ora è in procinto di acquisire l’80% di Dailymotion, la società di video online valutata 265 milioni di euro. Secondo Lettre de l’expansion, però, oltre a Mediaset nel mirino ci sarebbe anche un’altra casa di produzione e distribuzione di film, la EuropaCorp fondata da Luc Besson. È possibile poi, aveva già detto il ceo, che si pensi anche a editori di libri, visto che la maggior parte dei soggetti per i film è tratta appunto da libri. Dopotutto Vivendi, a breve azionista di Telecom e nel cui cda è entrato anche Tarak Ben Ammar, ha 11 miliardi di euro di cassa grazie alle dismissioni degli ultimi due anni che sono valse 35 miliardi. Cassa che Bolloré è deciso a impiegare proprio per farne un gruppo media internazionale. Ma quella su Vivendi non è stata l’unica notizia che ha riguardato Mediaset. Venerdì l’agenzia Reuters aveva parlato di una proposta di acquisto di Mediaset Premium da parte di Sky, proposta rinviata al mittente. Sullo sfondo l’interesse di Sky verso la Champions League che Mediaset avrà in esclusiva per le stagioni 2015-2018, il motivo per cui i contatti informali non sarebbero cessati. ® Riproduzione riservata TELEKOMMANDO Metti che al Tg1 arriva Claudio Cerasa DI GIANFRANCO FERRONI «Metti che al Tg1 arriva come direttore Claudio Cerasa, direttamente dal Foglio»: era questa la frase che ha tenuto banco in tutti i tavoli allestiti per festeggiare le nozze d’argento del direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano. Creando il panico tra i presenti. In rialzo le quotazioni per Mario Orfeo alla guida del Corriere della Sera. *** L’editoria in Piazza Affari Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/14 FTSE IT ALL SHARE 25.387,34 FTSE IT MEDIA 16.313,83 1,59 6,08 26,07 34,36 Titolo Rif. Var. % Var. % 30/12/14 Capitaliz. (mln €) Cairo Communication 5,2100 0,10 7,33 408,2 Caltagirone Editore 0,8650 -4,31 4,22 108,1 Class Editori 0,3825 1,46 24,63 108,3 Espresso 1,2000 1,78 25,85 494,4 Il Sole 24 Ore 0,8365 0,18 40,82 36,2 Mediaset 4,6840 8,23 36,16 5.532,9 Mondadori 1,1310 1,89 29,18 295,7 Monrif 0,3425 0,74 20,30 51,4 Poligrafici Editoriale 0,3374 0,12 49,76 44,5 Rcs Mediagroup 1,2080 1,09 29,27 630,4 Seat Pagine Gialle 0,0044 - 57,14 282,8 Telecom Italia Media 1,0370 0,29 7,29 107,1 La sede scelta per la presentazione era vicina alla Rai: infatti da Saxa Rubra tutti sono accorsi, ieri sera, presso il salone del Circolo Canottieri Aniene, per festeggiare il nuovo libro di Antonio Di Bella Je suis Paris. Al tavolo dei relatori, sono stati chiamati il presidente del sodalizio Giovanni Malagò, quindi Jas Gawronski, Carlo Rossella e Marcello Sorgi. *** Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto ieri a Palazzo Madama una delegazione dell’Usigrai, guidata dal segretario Vittorio di Trapani e composta da Daniela de Robert, Renato Orso e Ilaria Sotis, componenti dell’esecutivo. La delegazione ha illustrato al presidente Grasso i contenuti di «RaiPiù», la piattaforma proposta dall’Usigrai per la riforma dell’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo. La piattaforma è stata sottoposta a referendum interno tra i giornalisti Rai, ha affermato la delegazione dell’Unione sindacale giornalisti Rai, registrando una affluenza del 73% degli aventi diritto e l’82% di sì. Accogliendo il documento per una lettura approfondita, il presidente Grasso si è complimentato «per le modalità di consultazione adoperate: un metodo innovativo di partecipazione e di proposta in vista di cambiamenti delicati nel servizio pubblico». *** «Renzi non ha bisogno di mettere le mani sulla Rai: sono già tutti renziani!», dice l’ex direttore di Rai 2 Carlo Freccero intervistato dal blog di Beppe Grillo. «La Rai è un’azienda, un’azienda industriale, dove il padrone non si vede ma c’è! È un’azienda come fosse la Fiat, ci sono alcune reti che possono svolgere alcune funzioni, però il pensiero critico non deve esistere». *** Si chiude con uno share medio dell’1,31% la prima edizione de Il mondo insieme. Il dato è riferito all’intera stagione: in soli cinque mesi (dicembre-aprile) il programma di viaggi condotto su Tv2000 da Licia Colò registra in media 220 mila spettatori e più di 480 mila contatti. I picchi di ascolto rilevati dall’Auditel nel corso della stagione superano il 3%. Tra le dirette più seguite si segnala quella dello scorso 8 febbraio con uno share dell’1,71%. La pagina Facebook del programma ha fatto dell’interazione con il pubblico uno dei suoi tratti distintivi, conquistando più di 41 mila «mi piace» alimentando, di puntata in puntata, un confronto diretto con la redazione che ha coinvolto oltre 190 mila utenti. Colò continuerà a intrattenere il pubblico di Tv2000 nei prossimi mesi le domeniche pomeriggio a maggio e in prima serata da giugno. L’appuntamento con la seconda edizione del programma è per il prossimo autunno. [email protected] © Riproduzione riservata 20 Martedì 28 Aprile 2015 MEDIA Il dibattito sull’Italicum fa saltare a inizio maggio l’incontro con le 30 associazioni del settore Editoria, Lotti rimanda il tavolo Lorusso (Fnsi): a breve pure le linee guida su agenzie stampa DI MARCO A. CAPISANI l tavolo per l’editoria viene rimandato ai primi di maggio a causa del confronto politico sull’Italicum. In fermento resta una trentina di associazioni già convocate, da quella degli editori a quelle degli edicolanti, senza dimenticare i giornalisti. Comunque, «credo che ne vedremo delle belle perché per la prima volta si scontrano tutti gli attori in campo. Il governo farà la sua parte», ha dichiarato lo stesso sottosegretario con delega all’editoria Luca Lotti, nell’annunciare qualche giorno fa l’inizio del confronto (anticipato da ItaliaOggi del 22/4/2015). Giusto ieri, invece, il segretario della Fnsi (Federazione nazionale della stampa) Raffaele Lorusso ha sintetizzato da Trieste gli umori del comparto: l’incontro serve a «capire quali sono le linee guida del governo; dopo si potrà andare più nello specifico. Occorre capire con il governo da un lato quali sono gli stru- I menti per superare o chiudere il processo di ristrutturazione avviato da molte realtà, dall’altro come si ragiona per affrontare il futuro». Sul tavolo intorno a cui siederà tra gli altri Maurizio Costa, presidente della Federazione editori giornali (Fieg) nonché neopresidente di Rcs-Corriere della Sera, c’è il canovaccio di quella che sarà la riforma del settore che «tiene insieme editoria e tv», ha detto Lotti di recente. «La prima cosa da fare è cambiare il sistema, che evolve velocemente. Per questo abbiamo deciso di dare contributi a chi va sul digitale e abbiamo ritenuto opportuno incentivare l’assunzione di giornalisti in caso di prepensionamenti. Abbiamo anche lavorato sull’equo compenso, anche se sarebbe più giusto chiamare minimo garantito». Ma la grande attesa intor- Fatto Quotidiano, EnVent advisor della quotazione Cinzia Monteverdi Antonio Padellaro L’amministratore delegato, Cinzia Monteverdi, nel novembre dello scorso anno scrisse che la quotazione in Borsa della società che edita il Fatto Quotidiano era prevista per febbraio 2015. Lo scorso marzo Repubblica, nell’inserto Affari & Finanza, ha scritto che la quotazione all’Aim (il listino di Borsa dedicato alle piccole e medie imprese) si prevede per il prossimo autunno. Tempi a parte, la società per azioni Editoriale il Fatto, presieduta dall’ex direttore Antonio Padellaro e guidata dall’a.d., Monteverdi, ha tracciato il solco e lo sta seguendo. Infatti, secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net, la società che edita il quotidiano cartaceo diretto da Marco Travaglio e il sito capitanato da Peter Gomez ha scelto negli scorsi giorni con una selezione l’advisor che seguirà l’azienda capeggiata da Monteverdi nella quotazione all’Aim. Sarà EnVent a seguire lo sbarco in Borsa del Fatto Quotidiano. EnVent è una «boutique di corporate finance per AIM Italia di Borsa Italiana specializzata nel MidMarket», si legge sul sito della boutique finanziaria nata nel 2003: «I prodotti offerti da EnVent comprendono la strutturazione e la realizzazione di operazioni di M&A, il debt advisory e le ristrutturazioni finanziarie e societarie, l’Equity Capital Market e Nomad per AIM Italia, corporate advisory, l’internazionalizzazione delle imprese», si legge ancora sul sito. Formiche.net no a questa riforma generale è data anche e soprattutto dalle prossime scadenze di molti gruppi editoriali, che sono alla fine dei loro stati di crisi biennali e dunque alla scadenza della disponibilità degli ammortizzatori sociali. Motivo per cui, prima di rinnovarli o meno, vogliono conoscere le (nuove) regole del gioco. Senza dimenticare che alla camera, al di là dell’azione di governo, sono già partite da tempo le audizio- Luca Lotti ni su proposta del Movimento 5 Stelle per l’abolizione dei contributi all’editoria. E, secondo le stime dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, a giugno potrebbe approdare in consiglio dei ministri il ddl (disegno di legge) con il testo della riforma per passare poi al vaglio del parlamento, magari partendo proprio dal voto alla camera. «Ci sono r e a l t à aziendali ed editoriali molto sane, ch e v a n n o sostenute, poi, come per altri settori, occorrerà fare la tara», ha sottolineato Lorusso. «C’erano meccanismi perversi di finanziamenti a pioggia a volte usati impropriamente, cre- ando realtà fantasma che drenavano fondi pubblici, sottratti dunque alla parte sana. Questa invece va assolutamente sostenuta». Stesso ragionamento sulla disponibilità sempre più scarsa di risorse pubbliche, a fronte di una crescente attesa da parte degli addetti ai lavori, per il varo delle linee guida sulle agenzie stampa: «Siamo in attesa delle linee guida annunciate dal governo per quanto riguarda le agenzie di stampa, che dovrebbero arrivare a maggio», ha aggiunto sempre ieri il segretario della Fnsi. Di questo riordino la riduzione del numero delle agenzie stampa (oggi 11) è il punto principale, ma finora di fusioni o alleanze temporanee tra editori non s’è parlato. Tranne che nel caso di Radiocor (gruppo Sole 24 Ore), specializzata in finanza, per la quale però il suo presidente Benito Benedini ha smentito l’intenzione di vendere. © Riproduzione riservata L’allarme dell’Associazione di settore aderente a Confindustria Giunco, i prelievi statali penalizzano le tv locali «I DI MARCO LIVI l prelievo oggi a carico delle tv locali per diritti d’uso delle frequenze, diritti amministrativi e contributi per l’utilizzo dei ponti radio ammonta a circa 749 mila euro l’anno contro la somma massima omnicomprensiva di 17.776 euro pagati in regime analogico» e sulla base di queste nuove stime interne l’Associazione Tv Locali, che fa parte di Confindustria Radio Televisioni ed è presieduta da Maurizio Giunco, ha rilanciato ieri con una nota il suo allarme per la sopravvivenza dell’intero settore. L’Associazione Tv Locali, quindi, «respinge con decisione l’atteggiamento persecutorio in atto nei confronti delle emittenti locali e ritiene assolutamente non più accettabile l’attuale assetto normativo che penalizza un comparto già danneggiato oltre ogni limite, a partire dall’assegnazione delle freMaurizio quenze Giunco e da una serie di successive norme che ne hanno ormai minato la stessa sopravvivenza». «In particolare», sempre secondo la nota dell’associazione presieduta da Giunco che prosegue delineando anche qualche caso numerico, «il disegno di legge governativo “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2014”, attualmente in discussione presso la commissione XIV Politiche dell’Unione europea della camera dei deputati, per la prima volta costringe le Tv Locali al pagamento di importi insostenibili a titolo di diritti amministrativi (per esempio 64.000 euro per emittenti operanti su un territorio con popolazione compresa tra 1 e 10 milioni di abitanti)». La conclusione, a giudizio dell’Associazione Tv Locali, è che risulta «evidente che si tratta di una situazione che richiede da parte del governo una soluzione definitiva e non più rinviabile per il futuro di un comparto i cui ricavi negli ultimi cinque anni (dall’entrata del digitale terrestre) si sono ridotti del 70%, così come ridotte significativamente sono state anche le misure a sostegno». © Riproduzione riservata Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/tv+locali Martedì 28 Aprile 2015 MEDIA 21 2 Il settimanale punta sul passato, ma i lettori lo bocciano. Autogol anche per Focus Stern perde copie con Bismarck Vince Spiegel che spiega come la Germania è vista da fuori da Berlino ROBERTO GIARDINA personaggio e, quindi, della Germania di ieri e di oggi. ontinua la guerra delle copertine fra i tre settimanali d’informazione. Che tema scegliere per cercare di frenare l’emorragia lenta e continua di copie? I direttori sono incerti, tra argomenti leggeri, vacanze o diete, e problemi seri. Ma le risposte dei lettori sono contraddittorie. E, spesso, sorprendenti. Ora, sono state comunicate le cifre definitive per il numero 13 di Focus, Stern e Der Spiegel. Un numero porta sfortuna per Stern che ha toccato il minimo di tutti i tempi puntando su Bismarck. In copertina hanno voluto presentare il Cancelliere di ferro in un look moderno, giacca sulla spalla, cravatta slacciata, ma con l’elmo chiodato in testa. Il titolo era chiaro: «Der Mann hinter dem Mythos», l’uomo dietro il mito. Non un articolo retorico, ma un’interpretazione moderna del Hanno abboccato appena 178.703, il livello più basso nella storia del settimanale per le vendite dite in edicola, ben al di sotto della media degli ultimi 12 mesi (214.800 copie) e dell’ultimo trimestre (210 mila). Le vendite complessive, compresi gli abbonati, hanno raggiunto i 696.078 esemplari,, quasi un milione al di sotto del record d dei tempi passati, i, quando si vendeva va un milione e mezzo zo di copie alla settitimana. C Anche lo Spiegel gel aveva puntato su un tema serio e di attualità: «The German Übermacht», era il titolo di copertina, la superpotenza tedesca, metà in inglese per alludere che l’analisi riguar- dava soprattutto come la Germania viene vista all’estero. In un fotomontaggio, Angela Merkel appariva sorridente e un po’ perplessa nella sua immancabile g giacca color pap ancora pagare i nostri debiti? Domande che dividono i politici e i normali cittadini. La risposta dei lettori è stata positiva; 248.100 copie vendute in edicola, al di sopra nazisti stello, tra i generali nazi sotto l’Acropoli. l’Acropoli I greci prep tendono i danni di guerra, 70 anni dopo la fine del III Reich. Hanno ragione oppure no? Ci siamo liberati dal peso del passato oppure dobbiamo della media ia dell’ultimo anno (249.700). L Le vendite di complessive sono state 860.027, comprese 51.689 copie in epaper. Non basta puntare sul passato: Spiegel ha centrato il tema, Stern è apparso ai lettori scontato, a torto o a ragione. Focus ha compiuto un clamoroso autogoal scegliendo un tema leggero alla in den fine dell’inverno: dell inverno: «Ab « Süden», il titolo di copertina, verso il Sud, via vers e la solita bella ragazbe za in bikini. Dove andare Do in vacanza tra al caldo, c guerre guer e terroristi? L’articolo risti consigliava 50 cons mete, mete non moloriginali tra to ori Italia, Spagna, e Italia lidi es esotici. Poco singolare: appesingola na 68. 68.707 copie edicola, contro in edico le 94.90 94.900 di media trimestre, e le nell’ultimo trime 82.600 d dell’ultimo anno. Tutto ll’ l i compreso, Focus ha venduto poco meno di mezzo milione di copie, risultato deludente per la Germania. © Riproduzione riservata IL MENSILE DEGLI UOMINI CHE AMANO LA VITA for FINO AL 10 MAGGIO www.gentlemanfordynamo.org ASTA DI BENEFICENZA ONLINE 120 TOP LOTS DEL LUSSO E DEL LIFESTYLE è un’iniziativa 22 Martedì 28 Aprile 2015 MEDIA CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA Commerce, best-seller, efficienza. Sarà Facebook, via alle chiamate video proprio questo il punto di partenza con Messenger. Anche Messenger del convegno organizzato dall’Asentra nel mercato della telefonate sociazione italiana editori (Aie) in video online. Facebook ha annunciato collaborazione con il Salone del Libro, ieri il nuovo servizio disponibile sulla «Il paesaggio dopo la tempesta - le sua applicazione di messaggistica 7 parole per raccontare il 2015», in che permetterà di effettuare chiamate programma venerdì 15 maggio, alle Voip da cellulare e in wifi. Sarà attivo 12 nella Sala Blu del Salone. Se l’econegli Stati Uniti, in Canada, in Gran nomia italiana dà quest’anno i primi Bretagna e in altri 15 paesi sia per gli timidi segnali di risveglio con un pil utenti iOS di Apple sia per Android di in crescita dello 0,7% (previsionale) e Google. Sarà possibile fare chiamate un +1,6% per l’anno successivo, anche anche tra utenti che hanno diversi il settore del libro dà i primi segnali sistemi operativi. Facebook ha inoltre positivi, in un contesto che ha visto, fatto sapere che il servizio funzionerà rispetto al 2010, perdere 2,6 milioni di anche per coloro che hanno accesso lettori e 13,2 milioni di copie di libri a un rete mobile molto debole: per esempio una persona con una connessione Lte potrà videochiamarne una con un telefonino low-cost Android e una rete 3G. Per ora MesDI MARCO A. CAPISANI senger dava la possibilità ai suoi utenti di fare chiamate Anche Mondadori è della partita per acvocali. Secondo i dati diffusi quisire Focus e rimpiazzare i tedeschi da Facebook il servizio di della Gruner+Jahr in ritirata dal mercamessaggistica è usato da 600 to tricolore. Infatti, il gruppo di Segrate milioni di persone in tutto il era già coinvolto nell’affare in quanto somondo. cio al 50% nella joint venture paritetica G+J/Mondadori (che edita sia il mensile L’Aie, l’editoria in sette scientifico sia Geo). Adesso, però, la casa parole chiave. Uno sguareditrice di Segrate sta valutando sopratdo sul futuro, dati alla mano, tutto se le conviene rilevare essa stessa a partire da quello che è il 50% tedesco. Perché? Perché Focus ben successo tra 2010 e 2014 (e risponde ai parametri con cui l’attuale nei primi quattro mesi del a.d. Mondadori, Ernesto Mauri, ha impo2015). Sette parole chiave stato la sua strategia di sviluppo, incenper raccontarlo: lettura, trata sulle testate forti. E il magazine è e-book, tascabili/mass-maril primo mensile in Italia con 346 mila coket, grande distribuzione, e- di carta (26 milioni di euro in meno di fatturato nei canali trade) ma con in più quasi 10 milioni di supporti di lettura, tra e-reader e tablet. L’Espresso, tutta la Clinton in un ebook. Hillary Clinton a 67 anni ha lanciato la sua sfida per diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti d’America. L’Espresso, con un ebook di Antonio Carlucci disponibile gratis per gli abbonati a Espresso+ e scaricabile a 2,99 euro per tutti i lettori, ne ripercorre la storia personale e politica: dalla carriera da avvocato al matrimonio con l’ex presidente Usa Bill Clinton, dal suo ruolo da influente consigliere del marito fino ai momenti difficili come il caso Monica Lewinsky. Infine, la discesa in campo in proprio nell’arena politica come senatrice, poi la sconfitta da parte di Barack Obama nelle primarie democratiche del 2008 e l’incarico di segretario di Stato. Giornale di Brescia al restyling. Da ieri, a 70 anni esatti dall’uscita del primo numero in edicola, il Giornale di Brescia, ha una nuova veste grafica e un look rinnovato per il suo sito internet (www.giornaledibrescia. it). Il quotidiano diretto da Giacomo Scanzi è arrivato al restyling dopo un percorso, durato circa un anno, di analisi e ricerca sui s suoi lettori e consumatori potenziali. Oltre alla t testata, è cambiata anche pie (eccezion fatta per le 423,9 mila copie t l’architettura delle pagine, quasi tutte su abbonamento del Messagl che è stata verticalizzata gero di Sant’Antonio). Nella joint ventuc seguendo gli schemi di re, poi, c’è qualcos’altro che può piacere s lettura che caratterizzano a Mondadori e la sua attenzione sempre l il maggiore al web: per esempio la testata i web e i dispositivi come tablet e smartphone, mentre online Nostrofiglio.it. t le In gara per Focus and co., comunque, rel fotografie assumono una rilevanza maggiore. stano anche Daniela Santanché (politica r di Forza Italia come l’ex premier Silvio Giunti Editore premiato Berlusconi cui fa capo Mondadori) e il da duo Gianni Vallardi-Roberto Briglia (di d Cerved. Giunti Editore, cui quest’ultimo è stato a lungo ai verr terzo gruppo editoriale italiano e società Elite di tici della casa editrice lombarda). Ma, i Borsa Italiana, è stata a differenza degli altri candidati, MonB premiato da Cerved Group dadori ha un asso nella manica, ossia p il diritto di prelazione per acquisire le come «Company to watch» c azioni teutoniche. edizione 2014 per il settore e Editoria libri. E Focus, Mondadori interessata al 50% di G+J 23 Martedì 28 Aprile 2015 Diritto & Fisco ryy ure IN EDICOLA C CON Per la Corte d’appello di Milano il solo obiettivo della causa era danneggiare la controparte La lite temeraria costa cara Condanna fino a 100 mila euro se si abusa del processo DI ANTONIO CICCIA busare del processo può costare 100 mila euro. È la cifra stabilita dalla Corte di appello di Milano con la sentenza n. 1592/2015, pubblicata il 14/4/2015. A tanto è stato condannato un temerario, che ha sommerso la propria controparte di una valanga di pignoramenti (ben 44), al solo scopo di danneggiarla commercialmente, e che ha appellato una sentenza, nonostante sapesse di avere torto. La Corte ha applicato in modo esemplare l’articolo 96 del codice di procedura civile, che dà al giudice il potere di condannare, anche d’ufficio, al risarcimento del danno per abuso del processo. La Corte di appello di Milano ha affrontato una prima questione relativa alla valutazione della colpa grave in capo a chi strumentalizza il giudizio. Questa si può desumere da alcuni indizi. Nel caso specifico la Corte lombarda ha tenuto conto del fatto di avere perso totalmente la causa e del reale intento perseguito, non di esercitare i propri diritti, ma di danneggiare il più possibile il proprio avversario. Altro profilo è la prova del A danno. Nel caso concreto una società aveva subito un’ordinanza provvisoria di pagamento somme e, pur riservandosi di contestare il credito nel prosieguo del processo, ha addirittura, nel frattempo, messo a disposizione un conto vincolato offrendolo per il pignoramento. La controparte ha preferito pignorare i crediti vantati dalla società presso ben 44 dei suoi clienti solo per macchiare la reputazione commerciale. L’av- vocato dell’interessato ha anche messo le mani avanti, avvisando con il fax del fatto che il suo cliente voleva procedere con lo tsunami di esecuzioni, nonostante il rischio di soccombenza certa nel caso in cui la società avesse deciso di agire nei suoi confronti per il risarcimento dei danni. Insomma il fax ammetteva la pretestuosità dell’azione del cliente ed è stato prodotto agli atti di causa, non essendo stato inviato come comunicazione riservata non producibile in giudizio. A parte i profili deontologici, che i fatti narrati potrebbero provocare (se è lecito inviare una comunicazione con valutazioni negative sull’azione del proprio cliente e se è lecito produrre in giudizio la corrispondenza tra colleghi avvocati, anche se non dichiaratamente riservata), la Corte di appello ha ritenuto decisivo il fax come prova dell’intento di pregiudicare Atti fuori sede, notai al test efficienza Il notaio che stipula molti atti fuori sede è a carico dell’organo che ha promosso il tenuto a dimostrare l’efficienza dei lavori procedimento, salvo che la prova investa preparatori di tali atti, non essendo rile- una circostanza esimente, nel qual caso vante la rispondenza del comportamento l’onere probatorio è posto a carico dell’indel professionista ai doveri deontologici. colpato. Ne consegue che, nell’ipotesi in Lo ha sancito la Corte di cassazione che, cui la contestazione a carico del notaio ricon la sentenza n. 8493 del 27 aprile 2015, guardi la violazione del divieto di assisteha accolto il ricorso del Consiglio notarile re in uffici secondari nei giorni e nell’ora di assistenza presso la sede principale, la riunito di Trento e Rovereto. Il caso riguarda un professionista che scriminante, costituita dall’espressa riaveva stipulato molti atti fuori sede. Per chiesta delle parti contraenti di redigere questo gli era stata inflitta la sanzione di gli atti fuori della sede principale, deve 10 mila euro, poi annullata dal Tribunale essere dimostrata dal professionista mene dalla Corte d’Appello. Ora la Cassazione tre la materialità del fatto addebitato è a ha ribaltato il verdetto precisando che «il carico dell’organo che ha promosso l’iniziativa disciplinare». Dello procedimento disciplinare stesso avviso la Procura relativo ai notai si fonda La sentenza sul sito generale della Cassazione sul principio accusatorio, www.italiaoggi.it/ che ha chiesto di accogliere dall’applicazione del quale il ricorso del Consiglio. consegue che la prova degli documenti Debora Alberici addebiti contestati è posta l’immagine e la reputazione commerciale. La Corte di appello ha anche valutato la pretestuosità dell’azione giudiziaria, promossa nonostante la consapevolezza della sua infondatezza. Insomma il cliente ha voluto proseguire, anche se avvisato del rischio cui andava incontro. Secondo i difensori della parte vittoriosa, Emanuele Alemagna, Vittorio Turinetti di Priero e Tiziana Boneschi dello Studio Legale LCA di Milano, «sebbene la decisione della Corte d’appello riguardi un caso eclatante di comportamento processuale scorretto, non ne va sottovalutata la portata innovativa: sembrerebbe che anche la magistratura stia assumendo una posizione più severa nei confronti del ricorso abusivo alla giustizia, nel solco delle plurime riforme legislative succedutesi in anni recenti con la finalità di disincentivare le liti pretestuose, da ultimo l’applicazione del tasso maggiorato degli interessi di mora in pendenza di giudizio». © Riproduzione riservata La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/ documenti %*$)*"3";*0/*%&*3&%%*5* UNICO e 730 t*MEFCVUUPEFMNPEFMMPQSFDPNQJMBUP t4PDJFUËEJQFSTPOFMFPQFSB[JPOJTUSBPSEJOBSJF t*MNPOJUPSBHHJPEFMMFTPDJFUËJOQFSEJUB t-FOVPWFEFUSB[JPOJQFSMFSJTUSVUUVSB[JPOJ t*MDSFEJUPEJNQPTUBTVJOVPWJJOWFTUJNFOUJ t3JTQBSNJPFOFSHFUJDPDPOTDPOUPEFM t-BQQMJDB[JPOFEFJOVPWJQSJODJQJDPOUBCJMJ t*UFSNJOJQFSWFSTBNFOUJFQSFTFOUB[JPOJ CON LA GUIDA PIÙ COMPLETA AGLI ONERI DEDUCIBILI E DETRAIBILI IN EDICOLA CON Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com 24 G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ Martedì 28 Aprile 2015 L’impatto della crisi in un’analisi condotta da Confabitare che riguarda il 2014 Morosità condominiali boom A Bologna +33,8%, Roma +33%, Napoli +32,7% empre più le famiglie che sospendono il pagamento delle rate condominiali causa crisi. A Bologna, nel 2014, sono aumentate del 33,8%, a Roma del 33 e a Napoli del 32,7%. In Veneto la situazione meno grave con incrementi che oscillano tra il 19% di Venezia e il 21,3% di Padova. È quanto emerge da un’analisi condotta da Confabitare, l’associazione dei proprietari immobiliari, la quale parte dalla novità in vigore dal 18 giugno 2013 con la riforma del condominio: l’amministratore di condominio è obbligato a rientrare dei mancati incassi emettendo un decreto ingiuntivo nei confronti dei condomini morosi, non appesantendo quindi di ulteriori spese gli altri condomini, come avveniva in precedenza. «Se la crisi attanaglia le famiglie, quelle che sono in difficoltà prima di sospendere il pagamento dell’affitto, che comporterebbe il rischio di vedersi intimare uno sfratto per morosità, sospendono il pagamento delle rate condominiali perché corrono meno rischi», osserva Confabitare. Nel corso del 2014 i dati confermano l’affermarsi di questo fenomeno in tutta Italia con ampie percentuali, come emerge dall’anali che ha preso in esame l’andamento di questo fenomeno dal 1° gennaio al 31 dicembre 2014 in tutti i capoluoghi di provincia in Italia S Il boom delle morosità Citta % Incremento Abitanti morosità anno 2014 380.635 33,8 2.638.842 33 959.052 32,7 872.091 31,8 1.262.101 30 290.678 29,6 366.039 28 582.320 26,5 149.575 24,8 654.987 23,7 313.213 22,6 207.245 21,3 259.263 19 Nuclei familiari residenti in condominio 107.846 747.671 271.731 247.092 357.595 82.358 103.711 164.990 42.379 185.579 88.743 58.719 73.457 Compravendite nascoste all’amministratore L’amministratore di condominio non può chiedere al condomino di avere la copia dell’atto di compravendita. Lo ha stabilito il garante della privacy con il provvediBologna mento n. 106 del 19 febbraio 2015, solo ora reso noto. Nel caso specifico il proprietario di un alloggio si è lamentaRoma to del fatto che l’amministratore ha acquisito copia del rogito notarile di compravendita dell’unità immobiliare, Napoli chiedendogli pure il rimborso dell’estrazione della copia. Torino L’amministratore del condominio si è difeso ricordando che è proprio dovere chiedere la comunicazione dei dati Milano per la compilazione del «Registro dell’Anagrafe condoCatania miniale» previsto dall’articolo 1130 comma 1 n. 6 codice civile, modificato dalla legge 220/2012. L’amministratore Firenze ha aggiunto che, a fronte del mancato ricevimento delle informazioni dall’interessato, ha dovuto provvedere autoGenova nomamente a recuperare le informazioni. L’interessato ha Cagliari ribattuto che l’amministratore non si è limitato a chiedere la comunicazione dei suoi dati anagrafici, ma ha chiesto Palermo la trasmissione di copia del rogito, e ha posto la conseBari gna come condizione per l’inserimento del proprietario all’interno della compagine condominiale. Padova Sul punto l’amministratore ha dichiarato che la richiesta è stata formulata perchè obbligato dall’articolo 63 comma Venezia quinto delle disposizioni di attuazione del codice civile; la Fonte: confabitare legge 220/2012, in effetti, ha introdotto fra le attribuzioni dell’amministratore, l’obbligo di curare la tenuta del redi Confabitare, rispetto all’anno precedente. gistro di anagrafe condominiale contenente le generalità precedente Confabitare «dimostrano Nella speciale classifica delle purtroppo l’ampio diffonderdei singoli proprietari. città a più alto tasso di moro- si di questo fenomeno, anche Il problema è se per adempiere questo obbligo l’amminisità condominiale, ci sono an- se va detto, che sempre più stratore sia legittimato ad acquisire l’atto integrale o se che Torino, con un +31,8% nel spesso, alcuni condomini apdeve limitarsi a chiedere i dati necessari senza acquisire 2014 rispetto al 2013, Milano profittavano della situazione documentazione relativa. Il garante, per decidere il caso, (+ 30%), Catania (+29,6%), critica, per fare i “furbetti” e ha ricostruito il quadro normativo. L’articolo 1130, comFirenze (+28%), Genova non pagare le rate, in quanto ma 1 punto n. 6 del codice civile, dopo la legge 220/2012, (+26,5%), Cagliari (+24,8%), sapevano che difficilmente impone all’amministratore di condominio di redigere il mentre Palermo e Bari re- potevano essere presi provregistro di anagrafe condominiale nel quale devono essere gistrano rispettivamente un vedimenti nei loro confronti». riportate le generalità dei singoli proprietari e dei titolari +23,7% e un +22,6%. «Questi Ma dopo il 18 giugno 2013 le di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprennumeri», commenta la nota cose sono cambiate. sive del codice fiscale, della residenza o domicilio e dei dati catastali di ciascuna unità immobiliare. BREVI In caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni da parte degli l’Anutel ha una delle sedi secondarie, scegliere un prodotto grazie alla Il Consorzio concessioni reti gas scrl Social Footprint – Product social interessati, i dati vengono al quale è già prevista la presenza di ha presentato un esposto presso la Proidentity, la prima certificazione richiesti con lettera racco63 partecipanti. Durante la giornata cura regionale lombarda della Corte che valuta l’impronta sociale di un mandata indirizzata agli sarà trattata «la notifica degli atti dei conti e all’Autorità nazionale prodotto e servizio, valorizzando stessi, e, in caso di omessa tributari: criticità e soluzioni». anticorruzione per la violazione dei l’organizzazione, le persone, la manio incompleta risposta, l’amprincipi di concorrenza, imparziafattura e la filiera. La presentazione ministratore ha il diritto di Seguendo le indicazioni date lità, pubblicità e trasparenza della avverrà domani nell’Auditorium acquisirle autonomamente dalle istituzioni, il settore del gioco p.a. e violazione delle norme sull’afAssolombarda, via Pantano 9 dalle ponendo il relativo costo a lecito, nelle sigle più rappresentative fidamento dei contratti pubblici da 9,30. L’etichetta, riportata direttacarico dei responsabili. parte dei comuni di Milano, Lodi, dei concessionari (Acadi – Confinmente sul prodotto, permetterà al Le informazioni devono, dustria) e dei Gestori (Sapar) ha Lecco, Monza e Brescia. Il Consorzio consumatore di avere accesso in temperò, essere raccolte e tratdefinito una proposta di accordo lamenta che sono state affidate in via po reale a una serie di informazioni tate nel rispetto dei principer superare l’impasse creato dalle diretta e senza preventiva procedura sulla tipologia dell’organizzazione pi del Codice della privacy. modalità applicative della legge di gara le attività di supporto ai produttrice e sui suoi dipendenti: Questo significa che i condi Stabilità 2015 e disinnescare i responsabili del procedimento nelle ad esempio quanti uomini e quante domini non hanno lo specirelativi contenziosi. In sintesi, anprocedure di valutazione delle reti donne impiega, l’età, la tipologia di fico obbligo di allegare atti nunciano Matteo Marini, presidente e nelle predisposizione degli atti di mansioni svolte ecc. o copie di essi a riprova Acadi – Confindustria, e Raffaele gara per l’affidamento del servizio di delle dichiarazioni rese; Curcio, presidente Sapar, dal 1° distribuzione del gas naturale. L’Anutel – Associazione nazionale significa anche la richiesta giugno 2015 al 31 dicembre 2015, in uffici tributi enti locali ha messo di informazioni avanzata Il 15 aprile il direttore dell’Ifel, anticipo del più complessivo riordia disposizione di tutti i comuni dall’amministratore di conno che sarà effettuato con la delega Pierciro Galeone, e il presidente un proprio facsimile di modello di dominio deve limitarsi alla fiscale, il settore propone un contridell’Anutel, Francesco Tuccio, hanno dichiarazione Tasi per l’anno 2015 sola comunicazione dei dati buto di 2,35 punti percentuali della sottoscritto la convenzione per lo che ha superato i 2.600 download. da inserire nel registro. È raccolta sulle Awp e di 1,15 punto svolgimento di 43 seminari formaOltre al modello, fa sapere l’asinvece esclusa la richiesta percentuale della raccolta sulle Vlt tivi, da tenersi in tutte le regioni sociazione, sono disponibili per il di ottenere copia dell’atto (per un maggior gettito erariale di italiane, nei quali sarà trattata la download gratuito anche il facsimile di compravendita ed è an500 mln €), attraverso lo strumento materia dei tributi locali. Quest’andi determina di approvazione del che illegittimo reperire il del Preu. Di conseguenza, gli importi no, la convenzione giunge con largo modello; le istruzioni; le modalità rogito presso i pubblici anticipo rispetto al 2014, quando, già versati dagli operatori di filiera di compilazione. Tutti i comuni che registri: è un trattamenai sensi della legge di Stabilità 2015 proprio nell’anno caratterizzato da vorranno mettere a disposizione dei to eccedente rispetto a per la rata di aprile, verrebbero una rivoluzione dell’imposizione propri contribuenti il modello Tasi quanto previsto dal codice detratti dagli importi dovuti dal 1° locale, i corsi sono partiti solamente potranno copiare il banner e relativo della privacy. giugno al 31 dicembre 2015. nel mese di ottobre. Il primo dei 43 link, presenti sulla home page del Antonio Ciccia seminari formativi di quest’anno sito www.anutel.it. Più semplice per il consumatore inizia da Amelia, in Umbria, ove © Riproduzione riservata I M P O S T E E TA S S E Martedì 2 28 Aprile 2015 25 La Corte di cassazione ribadisce che non si devono sovrapporre i piani di giudizio Rimborsi senza la ripetizione Non si estende ai tributi l’azione di indebito oggettivo DI SERGIO TROVATO ell’ordinamento giuridico italiano non è ammessa l’azione civilistica di ripetizione dell’indebito oggettivo per somme versate al fisco in misura eccedente il dovuto. Il contribuente è onerato di presentare istanza di rimborso all’ente impositore nei termini fissati dalla singola legge d’imposta o, in mancanza di un termine ad hoc, nei tempi stabiliti dalle norme sul contenzioso tributario (due anni). Il rispetto dei termini è imposto, relativamente a tributi erariali e locali, a pena di decadenza per l’esercizio dell’azione giudiziale innanzi alle commissioni tributarie. E queste regole sono compatibili con il diritto dell’Unione europea e con i principi comunitari. Lo ha affermato la Corte di cassazione, con la sentenza 7069 dell’8 aprile 2015. Per i giudici di piazza Cavour, nel nostro ordinamento «vige, per la ripetizione del pagamento indebito, un regi- N me speciale basato sull’istanza di parte, da presentare, a pena di decadenza dal relativo diritto, nel termine previsto dalle singole leggi di imposta, o, in mancanza di queste, dalle norme sul contenzioso tributario, e tale regime impedisce, in linea di principio, l’applicazione della disciplina prevista per l’indebito di diritto comune». Dunque, la tutela giudiziale per ottenere il rimborso delle imposte non dovute non può essere azionata innanzi al giudice ordinario, neppure nei casi in cui il fisco si sia rifiutato di ottemperare alla sentenza del giudice tributario. Il contribuente non può esperire qualsiasi forma di tutela per far valere il diritto al rimborso. In particolare, il rimborso non può essere chiesto secondo il modello dell’indebito di diritto comune. Occorre, invece, osservare le regole del riparto di giurisdizione e la speciale disciplina prevista sia dalle singole leggi d’imposta sia dalla normativa processua- le, che assegna al giudice tributario la competenza a decidere. La richiesta d’intervento del giudice ordinario si ripropone molto spesso nella materia tributaria, nonostante il giudice di legittimità abbia già chiarito che non esistono tutele alternative o concorrenti che demandino al soggetto interessato la scelta del giudice o il termine entro il quale azionare la pretesa. Tuttavia, in passato, le sezioni unite della Cassazione (ordinanza 10725/2002) hanno lasciato al contribuente uno spiraglio per attivare in determinati casi la tutela civilistica in un termine più ampio. L’intervento del giudice ordinario, per ottenere il rimborso delle imposte non dovute, è ammesso solo quando l’amministrazione riconosce il relativo diritto, ma non provvede a effettuare il rimborso. In questo caso il giudice ordinario non deve più risolvere una controversia di natura fiscale. BREVI Liberati, al centro di un Toccherà a Giulia Peraspro scontro con Robledo, rotti sostituire Alfredo continuerà a mantenere la Robledo, l’ex procuratore delega su Expo. aggiunto «cacciato» da Milano e trasferito a Torino L’avvocato Paolo Maria dal Csm privato della funChersevani è il zione di pm nuovo presidente per il predell’Ordine degli sunto scamavvocati di Venebio di favori zia. La nomina con l’avvoper il quadriencato Domenio 2015-2018 è nico Aiello. stata effettuata Perrotti ha ieri da parte del preso ierinnovato Consiri possesso glio dell’Ordine dell’ufficio degli avvocati, di Roblealla sua prima do, al terzo seduta dopo le piano del Edmondo Bruti elezioni della Palazzo di Liberati scorsa settimana. giustizia di Oltre a Paolo Maria CherMilano, dove, come il suo sevani sono stati nominati predecessore, guiderà il l’avvocato Tommaso Borsecondo dipartimento che toluzzi in qualità di vicesi occupa dei reati contro la presidente, Giuseppe Sacco pubblica amministraziocome segretario, Cristina ne. Tuttavia, il capo della Martini come tesoriere. Procura, Edmondo Bruti © Riproduzione riservata Documenti non prodotti, rilevabilità d’ufficio OBBLIGO IN VIA SOLIDALE PER PROPRIETARIO E UTILIZZATORE Inutilizzabilità in giudizio dei documenti non prodotti in sede di verifica: l’eccezione è rilevabile d’ufficio. Lo ha affermato la Corte di cassazione, con la sentenza n. 7232 del 10 aprile 2015. I documenti prodotti dal contribuente nel giudizio tributario, dei quali abbia in precedenza rifiutato l’esibizione all’Amministrazione finanziaria, non possono dunque essere presi in considerazione ai fini del decidere, anche in assenza di una eccezione in tal senso dell’amministrazione resistente. I giudici di secondo grado avevano invece rigettato la richiesta dell’amministrazione di far dichiarare l’inutilizzabilità in sede contenziosa dei documenti depositati dalla parte con il ricorso, ritenendo l’eccezione inammissibile per la sua novità, essendo stata presentata solo in sede di appello. Secondo i giudici di legittimità, pertanto, la Commissione tributaria regionale aveva erroneamente applicato gli artt. 57 dlgs 546/92 e 52 dpr 633/72, atteso che la preclusione richiamata dai giudici di merito e dettata dal citato art. 57 non concerne appunto le eccezioni rilevabili d’ufficio, quale invece deve essere considerata l’eccezione in esame, anche considerato che la perentorietà della formulazione della norma induce a escludere che la sancita preclusione sia rilevabile solo a iniziativa di parte. In caso dunque di mancata indicazione, in sede amministrativa, dei documenti richiesti dall’Ufficio le giustificazioni addotte poi in contenzioso devono essere considerate mere circostanze soggettive, non potute conoscere dall’Ufficio. Secondo giurisprudenza della medesima Corte, infatti, il comportamento omissivo del contribuente, che non ottemperi alla richiesta di esibizione di documenti, impedendo, o ostacolando, la verifica da parte dell’ufficio, vale, di per sé, ad ingenerare un più che giustificato sospetto sull’attendibilità delle scritture, rendendo «grave» la presunzione di attività non dichiarate. Si tratta, in sostanza, di una sanzione di inutilizzabilità, anche perché la normativa di specie prevede un’unica eccezione, stabilendo che le cause di inutilizzabilità non operano nei confronti del contribuente che depositi in allegato all’atto introduttivo del giudizio le notizie, i dati, i documenti, i libri e i registri prima non esibiti e contestualmente dichiari e dimostri di non aver potuto adempiere alle richieste per causa a lui non imputabile, o che comunque ciò non sia stato dovuto a sua negligenza. Giovambattista Palumbo In caso di autoveicolo in leasing, l’obbligo di corrispondere la tassa automobilistica investe, in via solidale, tanto il Le società di leasing restano comunque obbligate proprietario del veicolo al pagamento della tassa automobilistica sui (la società di leasing, lo- veicoli concessi in locazione finanziaria. La catrice) quanto l’utilizza- modifica intervenuta con la Legge 29/2009, che tore del mezzo (il cliente, locatario). Ciò perché la ha incluso tra i soggetti obbligati al versamento modifica intervenuta con della tassa gli «utilizzatori a titolo di locazione l’articolo 7, comma 2, finanziaria», deve intendersi come cumulativa, nel della Legge n. 99/2009, che ha incluso nel nove- senso che l’utilizzatore si aggiunge alla società di ro dei soggetti obbligati leasing come coobbligato d’imposta, senza che al pagamento del bollo quest’ultima risulti esonerata dal pagamento. anche gli «utilizzatori a titolo di locazione finanziaria», deve interpretarsi quale un’agPer la regione, in tal caso, si profila una giunta rispetto agli ordinari soggetti doppia chance, potendo rivolgersi tanto d’imposta, tra cui, in primis, il propriealla società di leasing quanto all’utilizzatario del veicolo. Il principio è affermato tore del bene, per richiedere il pagamento dalla sezione 28 della Ctr di Milano, nella della tassa. recente sentenza n. 438/28/15 (presidente I giudici meneghini hanno ribaltato Malaspina, relatore Ingino), dello scorso l’esito del primo grado di giudizio (che 11 febbraio. La questione, invero, è assai aveva concluso per l’accoglimento del ridibattuta nella giurisprudenza tributacorso), restituendo vita all’accertamento ria, a seguito dei numerosi contenziosi originariamente impugnato. «Dal tenore incardinati dalle società di leasing, in letterale della disposizione in esame», osopposizione agli accertamenti a cascata serva il collegio giudicante, «si evince con emessi dalle regioni. A parere delle sochiarezza che la previsione degli “… uticietà di leasing, l’inclusione degli utilizlizzatori a titolo di locazione finanziaria” zatori nel novero dei soggetti obbligati si aggiunge a quella dei proprietari (nelalla tassa escluderebbe, al contempo, la la specie, società di leasing), già soggetti loro responsabilità per i veicoli concessi d’imposta». Pertanto, conclude la sentenin locazione finanziaria za, «devono ritenersi tenuti al pagamento Diverso, invece, l’orientamento assunto della tassa automobilistica sia, in primo dalla Ctr di Milano nella sentenza in comluogo, il proprietario, sia, in secondo luomento, secondo cui l’estensione dell’obgo, per il principio della solidarietà, cobligo all’utilizzatore del mezzo deve inloro che detengono il possesso del bene a terpretarsi in maniera cumulativa, nel titolo di locazione finanziaria». senso che l’utilizzatore si aggiunge al Benito Fuoco proprietario, rimanendo costui comunque e Nicola Fuoco un soggetto d’imposta. © Riproduzione riservata Veicolo in leasing, tassa per tutti Il principio 26 Martedì 28 Aprile 2015 I M P O S T E E TA S S E PRIMA CASA/ La circolare n. 17/E sul riacquisto Bonus fiscale doc Non si perde la quota eccedente to, secondo la legge, in diminuzione dall’imposta di registro on si perde la quota del dovuta per l’atto di acquisto bonus fiscale ecceden- che lo determina, oppure: a) per l’intero importo, in te l’importo utilizzato a scomputo dell’impo- diminuzione dalle imposte di sta dovuta in occasione del ri- registro, ipotecarie e catastali, acquisto della prima casa. La sulle successioni e donazioni precisazione è contenuta nella dovute sugli atti e sulle denuncircolare dell’Agenzia delle en- ce presentati dopo la data di acquisizione del trate n. 17/E del credito; 24 aprile 2015 (si Il I riferimento b) in diminuzioveda ItaliaOggi è all’importo ne dalle imposte del 25/4/2015). utilizzato a sui redditi delle L’art. 7 della legpersone fisiche ge n. 448/1998 scomputo dovute in base ha istituito un dell’imposta alla dichiaraziocredito d’imposta dovuta ne da presentare per i contribuensuccessivamente ti che vendono la alla data del «prima casa» per acquistarne, iistarne d l nuovo acquisto; c) in compensazione delle entro un anno, un’altra. L’ammontare del credito è pari al somme dovute ai sensi del dlgs minor importo fra l’imposta n. 241/97. Al riguardo, all’Agenzia era di registro (o l’Iva) agevolata pagata in occasione del prece- stato chiesto se nel caso in cui dente acquisto e quella dovuta il bonus venga utilizzato solo in occasione del nuovo, sempre parzialmente in diminuzioche sussistano i requisiti «pri- ne dell’imposta di registro ma casa» di cui alla nota II-bis dovuta in relazione all’atto all’art. 1 della tariffa allegata di acquisto che lo determina (ossia il «riacquisto»), sia posal dpr n. 131/86. Il credito può essere utilizza- sibile utilizzare, e con quali DI ROBERTO ROSATI N modalità, la parte residua. Con la circolare 17, l’Agenzia ha risposto che, nell’ipotesi rappresentata, l’importo residuo del credito potrà essere utilizzato dal contribuente in diminuzione dalle imposte sui redditi delle persone fisiche, ovvero in compensazione delle somme dovute ai sensi del dlgs 241/97. Non potrà, invece, essere utilizzato in diminuzione delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, e dell’imposta sulle successioni e donazioni per gli atti presentati successivamente alla data di acquisizione del credito, poiché la legge prevede che in tale sede il credito d’imposta deve essere utilizzato per l’intero importo. L’Agenzia ricorda infine che in nessun caso il credito di imposta potrà dare luogo a rimborsi. © Riproduzione riservata La circolare sul sito www.italiaoggi.it/documenti Presunzioni, limiti rigidi per la prova contraria Per le presunzioni di acquisto e di cessione è consentita la prova contraria solo entro precisi limiti. Lo afferma la Corte di cassazione, con la sentenza n. 6517 del 31 marzo 2015, che ha affrontato il tema delle differenze inventariali. I giudici di legittimità hanno in particolare evidenziato che in tema di accertamento delle imposte sul reddito, trovano applicazione, in virtù del principio di unitarietà dell’ordinamento e in applicazione dell’art. 12 preleggi, comma 2, le presunzioni di acquisto e di cessione dei beni rispettivamente rinvenuti o non reperiti nel luogo, o in uno dei luoghi, in cui il contribuente esercita la propria attività, poste in materia di Iva dal dpr n. 633/72, art. 53, come modificato dal dpr n. 441 del 1997, art. 1. Trattandosi, peraltro, di presunzioni legali relative, annoverabili tra quelle cosiddette miste, è consentita la prova contraria da parte del contribuente, ma tale prova deve essere fornita solo entro i limiti di oggetto e di mezzi probatori specificamente indicati dall’art. 53 dpr n. 633/72 e da quest’ultimo previsti ad evidenti fini antielusivi. La Suprema corte evidenzia altresì che il giudice di appello avrebbe dovuto ancorare la propria decisione esclusivamente alle risultanze del processo verbale di constatazione, in quanto atto facente fede fino a querela di falso, ai sensi dell’art. 2700 c.c., e trarne la conseguenza che le merci, non rinvenute in magazzino e che non risultavano, in base agli specifici documenti previsti dal dpr 633/72, art. 53, destinate a particolari finalità, dovevano presumersi cedute a terzi. La presunzione di cessione presuppone infatti uno scostamento, individuato in sede di verifica, tra varie fonti di informazione, non necessariamente l’inventario fisico, ma anche elementi documentali da cui sia possibile ricostruire le quantità entrate, uscite o giacenti. La formulazione dell’art. 4 comma 2 del decreto 441, richiede dunque al Fisco di costruire la presunzione legale, cioè di rilevare sfasamenti di cui il contribuente deve dare la prova. Giovambattista Palumbo I M P O S T E E TA S S E Martedì 2 28 Aprile 2015 27 Gli effetti degli accordi fiscali impattano sul rimpatrio giuridico con le fiduciarie Rientro a riservatezza parziale Lo scambio di informazioni duplica le comunicazioni della seguente situazione: fino al 2013 nessun capitale veniiservatezza incomple- va dichiarato dal contribuente, ta in caso di effettua- poi nel 2014 - in seguito alla zione dell’operazione disclosure - i capitali vengono di regolarizzazione rappresentati in dichiaraziodei capitali esteri non dichia- ne, idem per una parte del rati attraverso il meccanismo 2015 salvo poi confluire nella del rimpatrio giuridico per il gestione della fiduciaria con tramite di società fiduciaria conseguente assolvimento degli obblighi dichiarativi da nazionale. Il contribuente che decide parte di quest’ultima, sostituto di effettuare l’operazione di d’imposta, e una nuova elimivoluntary disclosure mante- nazione dalla dichiarazione del nendo i capitali all’estero e contribuente. Parimenti, anche l’amminiutilizzando la società fiduciaria, intermediario nazionale, strazione finanziaria si trova per consentire lo scambio di a dover ricevere i dati relativi informazioni costante con al monitoraggio fiscale per il l’amministrazione finanzia- 2014, per parte del 2015 dal ria (e, conseguentemente, go- contribuente e per la parte dere del regime sanzionatorio residua del 2015 dal sostituto ridotto), sarà costretto a un d’imposta. Il tutto perché la lavoro doppio e non potrà go- fiduciaria può adempiere alle funzioni di sostituto d’imposta dere del regime solo dopo aver di riservatezza ricevuto i catipico del manpitali oggetto dato fiduciario. di regolarizzaParimenti, zione, nel corso l’Agenzia delle del 2015. Se poi entrate si troil patrimonio verà a dover oggetto di rerecepire il megolarizzazione desimo flusso è rappresentadi dati da due to da immobili, soggetti diverla situazione si, relativaè destinata a mente a dicomplicarsi ultestinti periodi riormente atteso d’imposta, e a che gli stessi non doverli armonizzare per possano essere evitare disalcerto spostati in IN EDICOLA lineamenti Italia né può esseDi sp onibile anche informativi. re rilasciato alcun www.classabbo on line sul sito namenti.com Come noto, waiver in favore infatti, la di intermediario procedura di disclosure confinanziario estero. sente di regolarizzare i capi- Il contribuente, al fine di potali detenuti all’estero e non ter godere del regime sanziodichiarati fino al 31/12/2013 natorio ridotto, deve dunque (la norma permette di sanare necessariamente ricorrere al le irregolarità commesse fino meccanismo dell’amministraal 30/9/2014, data ultima zione fiduciaria senza intestaprevista per la presentazione zione, utilizzato sin dai tempi della dichiarazione dei reddi- dello scudo fiscale. ti relativa all’anno d’imposta Per ovviare a tutto questo 2013). Tuttavia, i contribuen- pare quindi opportuno che ti stanno effettuando la pro- venga effettuata quanto pricedura nel corso del 2015 con ma una modifica legislativa il termine ultimo di presen- che consenta alla fiduciaria tazione dell’istanza fissato al di effettuare il rimpatrio giu30/9/2015. ridico delle somme oggetto di Di conseguenza, il contri- voluntary disclosure del conbuente è tenuto alla redazio- tribuente assumendo la qualine e alla presentazione della fica di sostituto d’imposta con dichiarazione dei redditi rela- effetto retroattivo e decorrenza tiva al periodo d’imposta 2014 dall’1/1/2014. (entro il medesimo termine del Senza perdere un solo euro 30/9/2015) provvedendo alla di gettito, si assisterebbe a redazione del modello RW in una rilevante semplificaziomaniera coerente con i dati al ne della gestione dei capitali 31/12/2013 oggetto di emersio- emersi grazie all’operazione ne e della procedura di rego- di regolarizzazione atteso che larizzazione. L’effetto che ne l’amministrazione finanziaria deriva, quindi, è di piena rap- riceverebbe il flusso dei dati representazione in dichiarazione lativamente ai diversi periodi dei redditi dei capitali oggetto d’imposta in maniera omogedi regolarizzazione anche nel nea sempre per il tramite del caso in cui il contribuente deci- sostituto d’imposta e i contrida di effettuare la procedura di buenti godrebbero della riseremersione attraverso un rim- vatezza tipicamente prevista patrio giuridico per il tramite dalla legge sul segreto fiduciadi fiduciaria. Quindi, in sostan- rio in maniera continuativa e za ci si troverebbe in presenza senza soluzione di continuità. DI STEFANO LOCONTE R Voluntary Disclosure LE STRATEGIE DI CHI NON VUOLE EMERGERE Il lato oscuro della Voluntary y Tre vie di fuga dalla Disclosure Trasferimento da persona fisica a persona giuridica Attuazione diescamotage elusivi per l’Italia ma non per la Svizzera Bonifico dalla Svizzera verso Londra o New York Trasferimento liquidità presso una banca locale Acquisto di beni rari (oro, quadri) o reali intestati a terzi Acquisto casa a Mauritius e cambio di residenza Trasferimento del denaro (senza possibilità di essere tracciati) Passaggio delle somme a Singapore o in altro centro offshore Creazione di una società limited C’è anche il lato oscuro della voluntary disclosure. Di fronte alla scelta obbligata (come la presentano per lo più sia i professionisti sia l’amministrazione finanziaria) della collaborazione volontaria, per la riemersione dei capitali illegalmente detenuti all’estero, c’è ancora chi non si arrende e, come raccontano a ItaliaOggi gli addetti ai lavori oltre confine, rischia il tutto per tutto, osando soluzioni al limite del temerario. I trucchi del mestiere. Creazione di una società limited, trasferimento da persona fisica a persona giuridica e attuazione di una serie di escamotage elusivi per l’Italia ma non per la Svizzera; il tutto con un punto di break even superiore ai 300 mila euro, vista l’onerosità dell’operazione. O ancora, bonifico dalla Svizzera verso Londra (o in alternativa New York), trasferimento della liquidità in nero presso una banca locale e acquisto di beni rari tra cui quadri, oro e diamanti (o beni reali, magari intestati a terzi in Belize); e infine, acquisto di una casa a Mauritius con conseguente automatico cambio di residenza, trasferimento del denaro e, da lì, senza correre il rischio di essere tracciati, passaggio delle somme a Singapore, uno dei principali centri offshore del mondo, specie per gli scambi con la Cina. Nessuno però vieta di rimanere a Mauritius e godere del proprio capitale al mare. La voluntary disclosure ha, dunque, anche un lato oscuro, che è quello di chi, consapevole della perdita e delle indagini cui andrebbe incontro ammettendo il proprio nero oltreconfine, opta per soluzioni border line, rischiando sanzioni pesantissime non solo pecuniarie ma anche penali. Rischio che comunque cade in prescrizione alla scadenza del quinto anno in cui si è commesso il reato. Secondo le fonti di ItaliaOggi, inoltre, se il trasferimento di denaro non avviene in euro ma in altra valuta, la possibilità che i trasferimenti vengano tracciati è ancora inferiore: va ricordato, infatti, che il monte dei pagamenti in euro passa sempre per Francoforte che, quando serve, può disporre di tutti i dati necessari per tracciare lo schema dei traffici mondiali nella moneta europea. I problemi nelle procedure. Ci sono altri punti interrogativi nella disciplina della voluntary disclosure che rischiano di trasformarsi in appigli utili ai clienti - e ai propri consulenti - che hanno interesse a spingersi verso soluzioni alternative. In primo luogo vi sono la difficoltà della procedura in sé e i ritardi accumulati dal legislatore e dall’Agenzia delle entrate nel metterne a fuoco i punti più delicati. Poi, la difficoltà nel reperire tutta la documentazione utile, poiché essa si scontra spesso con un certo ostruzionismo da parte degli istituti stranieri a spedirla, al punto che possono essere necessari dai 30 ai 60 giorni per la trasmissione di un semplice estratto conto. Il numero di pratiche rapportato ai professionisti disponibili in grado di svolgere l’iter della voluntary, inoltre, risulta comunque troppo elevato, visti i tempi ormai stretti delle richiese di emersione che dovranno essere consegnate, salvo proroghe, entro il 30 settembre. Mancanza di informazione. Infine, vi è la scarsa informazione sulla natura e sul contenuto dell’accordo siglato da Svizzera ed Italia: sebbene la firma del 23 febbraio 2015 sia presa come punto di riferimento dal quale ogni movimento può divenire oggetto di controlli, per l’effettiva attuazione dello scambio informativo sarà necessario attendere fino al 2018, dando per scontato che le discussioni diplomatiche tra i due stati portino a una ratifica dell’accordo da parte dei parlamenti italiano ed elvetico. Il Regolamento attuativo deve infatti risultare compliant coi due Corpi Iuris. E non è detto che la ratifica dell’accordo da parte della Svizzera (che potrebbe richiedere anche un referendum) passi in modo indolore. Anche perché l’art. 4 dell’accordo prevede che «lo scambio automatico di informazioni relativo ai conti finanziari e lo scambio spontaneo di informazioni tra le parti» sia «oggetto di strumenti giuridici separati». Se il protocollo non trovasse una ratifica nel 2018, coloro che hanno effettuato il rientro volontario dei capitali, sostengono coloro che, oltre confine, non hanno interesse a far emergere i capitali italiani «finirebbero per essere ingabbiati dal fisco, inutilmente». Anche perché «difficilmente la Svizzera rinuncerà alle prerogative che gli sono garantite dal fatto di essere uno stato cassaforte». Policy del denaro bianco. Resta però il fatto che la Svizzera (e non solo lei), rispetto all’Italia, è certamente un paese a regime fiscale privilegiato, che non sempre è bene identificare la Svizzera come sola zona del Canton Ticino e che, dalla stipula della legge Finma del 2012, la policy nazionale del denaro bianco fa rientrate anche i depositi elvetici nel quadro Rw italiano. Gloria Grigolon 28 Martedì 28 Aprile 2015 I M P O S T E E TA S S E Il dlgs sull’internazionalizzazione chiarisce il comportamento dell’Agenzia delle entrate Plusvalenze, stop al registro Freno alla verifi ca basata sul valore dell’imposta DI CLAUDIA MARINOZZI top all’accertamento ai fini delle imposte sui redditi di una plusvalenza imponibile fondato esclusivamente sul valore determinato in relazione all’accertamento effettuato ai sensi della disciplina dell’imposta di registro, ciò con riferimento alle cessioni di immobili e di aziende nonché per il trasferimento di diritti reali sugli stessi. Questo quanto disposto dall’art. 5, comma 2 dello schema di decreto legislativo recante misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese. Ai fini dell’imposta di registro l’Agenzia delle Entrate può rettificare il valore di cessione/trasferimento di aziende e immobili o di diritti reali su di questi qualora il corrispettivo emergente dall’atto oggetto di registrazione sia inferiore al valore venale in comune commercio del bene/ diritto ceduto o trasferito (art. 51, dpr 131/1986). A tali rettifiche, sempre più spesso, l’Ufficio ha fatto conseguire, nei confronti del cedente, il recupero a tassazione ai fini S Il calcolo del maggior corrispettivo «Gli articoli 58 58, 68 e 86 del Tuir e gli articoli 5 5,6 6 e 7 del dlgs 446/1997, si interpretano nel senso che per le cessioni di immobili e di aziende nonché per la costituzione e il trasferimento di diritti reali sugli stessi, l’esistenza di un maggior corrispettivo non è presumibile soltanto sulla base del valore dichiarato o accertato ai fini dell’imposta di registro di cui al dpr 131/1986, ovvero ai fini delle imposte ipotecaria e catastale di cui al dlgs 347/1990» delle imposte sui redditi dei maggiori valori accertati ai fini dell’imposta di registro in quanto considerati plusvalenze non dichiarate. Ciò anche se i presupposti di determinazione del valore del bene delle due imposte sono diversi. Infatti «i principi relativi alla determinazione del valore del bene che viene trasferito sono diversi a seconda dell’imposta che si deve applicare perché quando si discute di imposta di registro si ha riguardo al valore di mercato del bene, mentre quando si discute di una plusvalenza realizzata (…) occorre verificare la differenza realizzata tra il prezzo di acquisto e il prezzo di ces cessione» e, in particolare, «nella determinazione della plusvalenza si deve avere riguardo al prezzo effettivamente percepito» (Cass. nn. 7689/2003 e 6700/2005). Alcune sentenze della Corte di Cassazione hanno tuttavia ritenuto legittimo l’operato dell’Agenzia delle entrate. La Corte, da ultimo, con riferimento a una cessione d’azienda ha ribadito che «in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l’Amministrazione finanziaria è legittimata a procedere in via induttiva all’accertamento del reddito da plusvalenza patrimoniale relativa al valo- re di avviamento, avviamento realizzata a seguito di cessione di azienda, sulla base, dell’accertamento di valore effettuato in sede di applicazione dell’imposta di registro, ed è onere probatorio del contribuente superare (anche con ricorso ad elementi indiziali) la presunzione di corrispondenza del prezzo incassato con il valore di mercato accertato in via definitiva in sede di applicazione dell’imposta di registro, dimostrando di avere in concreto venduto a un prezzo inferiore» (Cass. ord. n. 7665 del 15 aprile 2015). Da quest’anno, però, se il testo dell’art. 5, comma 2 del decre- to sull’internazionalizzazione verrà confermato in sede di emanazione, l’Agenzia delle entrate non potrà più accertare maggiori plusvalenze basandosi esclusivamente sulle rettifiche da essa operate ai fini dell’imposta di registro. L’art. 5, comma 2 dello schema di decreto in commento prevede, infatti, espressamente che «per le cessioni di immobili e di aziende nonché per la costituzione e il trasferimento di diritti reali sugli stessi, l’esistenza di un maggior corrispettivo non è presumibile soltanto sulla base del valore dichiarato o accertato ai fini dell’imposta di registro … ovvero ai fini delle imposte ipotecaria e catastale…». Gli Uffici, pertanto, per accertare eventuali plusvalenze non dichiarate dovranno comunque dimostrare che il contribuente ha di fatto incassato corrispettivi maggiori di quelli pattuiti e dichiarati negli atti registrati. Il testo del dlgs sul sito www.italiaoggi.it/documenti Valida la notifica della sentenza a mezzo raccomandata ordinaria La decadenza non legittima l’avviso di accertamento anticipato Per la decorrenza del termine breve (60 giorni) per impugnare le pronunce delle commissioni tributarie è sufficiente che la sentenza venga notificata alla controparte a mezzo raccomandata diretta con avviso di ricevimento. Alle notifiche delle sentenze tributarie a mezzo del servizio postale non si applicano le regole del processo civile. Dunque, non è necessaria la relata di notifica sull’originale e la copia dell’atto da parte dell’ufficiale giudiziario. L’importante principio è stato affermato dalla Corte di cassazione, con la sentenza 8151 del 22 aprile scorso, che ha ritenuto inammissibile il ricorso tardivo proposto dal fisco e ha escluso la rimessione in termini in seguito alla notifica della sentenza effettuata dal contribuente con raccomandata ordinaria. Per i giudici di legittimità, è attribuita alla parte interessata la facoltà di avvalersi della forma di notifica della sentenza che ritiene più opportuna tra quelle indicate dall’articolo 38 del dlgs 546/1992. «Ne segue che laddove tale scelta ricada sulla notifica mediante spedizione diretta con raccomandata A/R, non trova applicazione il richiamo - disposto dal dlgs n. 546 del 1992, art. 16, comma 2, - al modello previsto dall’art. 137 c.p.c. e ss., che prevede nel caso di notifica a mezzo posta ai sensi dell’art. 149 c.p.c., comma 2, e della legge n. 20 novembre 1982, n. 890, art. 3, comma 1, la redazione di apposita relata di notifica sull’originale e la copia dell’atto da parte dell’ufficiale giudiziario». La Cassazione ha giudicato inoltre infondata la tesi dell’Agenzia delle entrate «volta a ottenere la rimessione in termini della impugnazione tardivamente proposta, sul presupposto dell’errore incolpevole indotto dalla “equivoca” modalità di notifica della sentenza di appello scelta dal contribuente». La notifica della sentenza per mezzo dell’ufficiale giudiziario non è più l’unica modalità che le parti possono utilizzare per far decorrere il termine breve (60 giorni) per impugnare le sentenze delle commissioni tributarie. Prima delle modifiche apportate all’articolo 38 dall’articolo 3 del dl 40/2010 le sentenze potevano essere notificate solo tramite ufficiale giudiziario (Cassazione, sentenza 4940/2006). Dal 26 marzo 2010, invece, possono essere notificate per posta, tramite ufficiale giudiziario o con consegna diretta agli uffici tributari. Il fisco può inoltre avvalersi dei messi comunali e dei messi autorizzati dall’amministrazione. Va posto in rilievo che proprio l’Agenzia delle entrate (circolare 37E/2010) ha chiarito che a seconda della modalità prescelta la decorrenza del termine breve deve essere provata attraverso la relata di notifica dell’ufficiale giudiziario o dei messi, con la ricevuta La sentenza rilasciata dall’ufficio locale al quale viene sul sito www.italia- consegnata la sentenza o con l’avviso di ricevimento. oggi.it/documenti Sergio Trovato La decadenza non legittima l’avviso dell’accertamento anticipato («ante tempus»). L’imminente spirare del termine di decadenza per l’emissione di un avviso di accertamento non integra le «specifiche ragioni di urgenza» che consentono all’Ufficio, ai sensi dell’art. 12, settimo comma, dello Statuto dei diritti del contribuente, l’inosservanza del termine dilatorio di sessanta giorni per l’emanazione dell’avviso di accertamento. È questo il principio sancito nella sentenza n. 6057 dello scorso 26 marzo, con la quale la Corte di cassazione si è nuovamente occupata del tema della legittimità degli avvisi di accertamento emessi prima del decorso di sessanta giorni dal rilascio del processo verbale di constatazione. La pronuncia si innesta nel solco tracciato dalle Sezioni Unite della Suprema corte che, con la sentenza del 29 luglio 2013, n. 18184, erano intervenute per dirimere il contrasto interpretativo sorto sul punto, chiarendo, definitivamente, che il settimo comma dell’art. 12 della legge n. 212 del 2000: «Deve essere interpretato nel senso che l’inosservanza del termine dilatorio di 60 giorni per l’emanazione dell’avviso di accertamento – termine decorrente dal rilascio al contribuente, nei cui confronti sia stato effettuato un accesso, un’ispezione o una verifica nei locali destinati all’esercizio dell’attività, della copia del processo verbale di chiusura delle operazioni – determina di per sé, salvo che ricorrano specifiche ragioni di urgenza, la illegittimità dell’atto impositivo emesso ante tempus, poiché detto termine è posto a garanzia del pieno dispiegarsi del contraddittorio processuale, il quale costituisce primaria espressione dei principi, di derivazione costituzionale, di collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente ed è diretto al migliore e più efficace esercizio della potestà impositiva». Il vizio invalidante non consiste, dunque, nella mera omessa enunciazione, all’interno dell’atto, dei motivi di urgenza che ne hanno determinato l’emissione anticipata, ma si sostanzia nell’effettiva assenza di detto requisito (esonerativo dall’osservanza del termine), la cui ricorrenza, nella fattispecie concreta e all’epoca di tale emissione, deve essere provata dall’Ufficio. Ebbene, con la sentenza n. 6057 dello scorso 26 marzo, la Suprema corte, in conformità ai i principi già espressi in relazione alla medesima società, con la sentenza n. 24778/2014 (nonché, della sentenza n. 7315/2014), ha rigettato la doglianza sollevata dall’Avvocatura generale dello stato chiarendo espressamente che «l’eventualità di evitare una decadenza non può integrare di per sé, contrariamente a quanto sostenuto dall’amministrazione finanziaria, la ragione di urgenza contemplata dalla norma». Giancarlo Marzo PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Martedì 28 Aprile 2015 29 A Firenze è andato deserto l’interpello per il direttore dell’ufficio AUTOMOBILI Giudici di pace fai-da-te Ipoteche, tutto al Pra Nessun dirigente: pochi soldi, tante beghe DI GABRIELE VENTURA AA dirigenti cercansi per l’ufficio del giudice di pace di Firenze. Che risulta scoperto al 100% delle sue figure apicali amministrative perché nessuno vuole ricoprire tali posizioni. Motivo? La situazione di disagio in cui versa tale ufficio, con gli scatoloni dei fascicoli delle sedi accorpate ammassate nei corridoi. E il compenso che spetterebbe al coordinatore: 387,24 euro mensili, ovvero circa 13 euro al giorno per gestire una realtà al collasso. Fatto sta che l’esito dell’interpello nazionale pubblicato sul sito del ministero della giustizia ha dato esito univoco per la qualifica di direttore amministrativo e funzionario giudiziario: «Nessun vincitore per tale posizione bandita». La situazione dell’ufficio del giudice di pace di Firenze emerge, da ultimo, in una lettera inviata ieri dall’Ordine degli avvocati di Firenze al ministero della giustizia, A Il palazzo di giustizia di Firenze dove si chiede un immediato intervento risolutivo delle problematiche segnalate. Anche perché, sottolinea il presidente, Sergio Paparo, il Coa e il gdp di Firenze hanno avviato un progetto per lo sviluppo e la valorizzazione dei sistemi telematici, che però necessita della massima funzionalità dell’ufficio giudiziario, il quale, soprattutto dopo aver accorpato gli Agenti, la qualifica di ps senza discrezionalità L’attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza al personale della polizia municipale rappresenta un procedimento vincolato e non discrezionale. Il vigile urbano che manifesta comportamenti aggressivi non perde quindi la qualifica ma potrà essere disarmato per iniziativa del prefetto se manifesta comportamenti non adeguati al ruolo. Lo ha evidenziato il Tar Emilia-Romagna, sez. I, con la sentenza n. 348 del 9 aprile 2015. L’articolo 5 della legge 65/1986 prevede che l’operatore di polizia locale eserciti anche funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, rivestendo a tal fine la qualità di agente di ps. Il comma 5 dello stesso articolo stabilisce che gli addetti al servizio di polizia municipale ai quali è conferita la qualità di agente di pubblica sicurezza, possono, tra l’altro, previa deliberazione in tal senso del consiglio comunale, portare, senza licenza, le armi in dotazione al servizio. La questione affrontata dai giudici amministrativi riguarda i presupposti per attribuire o revocare, da parte del prefetto, questa particolare qualità che abilita allo svolgimento di funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza. Nel caso esaminato dal collegio a un operatore di vigilanza urbana è stata revocata la qualifica di pubblica sicurezza a seguito della segnalazione del comandante preoccupato per i comportamenti aggressivi dell’agente. Avverso tale provvedimento l’interessato proponeva ricorso al Tar che condividendo l’orientamento giurisprudenziale prevalente ha accolto l’istanza annullando il provvedimento del prefetto. Secondo il collegio, infatti, l’attribuzione e la revoca delle funzioni di agente di ps sono vincolati alla sussistenza dei presupposti fissati tassativamente dalla legge. In particolare, il rilascio e il mantenimento di questa particolare qualità sono condizionati dalla legge 65/1986 che richiede, tra l’altro, la mancanza di condanne penali per delitti non colposi. In buona sostanza ove ne ricorrono i presupposti spetta al prefetto disarmare l’agente di polizia locale ma senza incidere sullo status di ausiliario di ps. In tal senso si è espresso anche il Consiglio di stato con la sentenza 11 marzo 2015, n. 1270. Stefano Manzelli © Riproduzione riservata uffici di Borgo San Lorenzo, Castelfiorentino, Empoli e Pontassieve, soppressi in attuazione della nuova geografia giudiziaria, si trova attualmente in una situazione di quasi paralisi. Dal punto di vista operativo, in particolare, il coordinatore ha dato le sue dimissioni, denunciando al ministero della giustizia la scopertura al 100% di figure apicali ammi- nistrative, ovvero direttore amministrativo e dirigente, e rilevando inoltre che dal 15 aprile l’unico funzionario di fascia C in servizio ha chiesto e ottenuto il trasferimento in altra sede. A questo va aggiunta l’impossibilità, da parte dell’ufficio, di sanare le prescrizioni imposte dall’ultima ispezione ministeriale del luglio 2014 entro il termine del 1° giugno 2015, a causa della mancanza di personale e dall’arrivo di ben 90 mila fascicoli e oltre 700 scatoloni dagli uffici soppressi. Materiale che l’ufficio di Firenze non può attualmente contenere, come mostrano le foto degli scatoloni in corridoio allegate alla comunicazione del giudice di pace coordinatore, per la mancanza di strutture idonee ad accogliere sia i mobili sia gli archivi degli uffici soppressi. I giudici di pace chiedono quindi al ministero della giustizia l’assegnazione dei dirigenti e dei funzionari amministrativi mancanti. © Riproduzione riservata IN EDICOLA CON Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com DI STEFANO MANZELLI L’ipoteca giudiziale sui mezzi a motore ora può essere attivata anche a seguito della negoziazione assistita da un avvocato. Ma anche con decreto ingiuntivo, ordinanza di pagamento, lodo arbitrale e verbale di conciliazione o di mediazione omologato dal tribunale. Lo ha chiarito l’Aci con l’edizione di aprile 2015 del manuale sui diritti reali di garanzia dei veicoli. L’ipoteca automobilistica è un diritto reale di garanzia che si costituisce mediante l’iscrizione al Pra del vincolo. Per legge l’annotazione conserva i suoi effetti per cinque anni, trascorsi i quali l’ipoteca perde efficacia. Sui veicoli, prosegue la corposa istruzione centrale, possono essere iscritti tre tipi di ipoteca. Quella legale previste per legge a favore del venditore a garanzia del prezzo del veicolo e che non richiede l’assenso del debitore. Quella volontaria laddove il debitore si accorda con il creditore per annotare il vincolo sul mezzo. Infine quella giudiziaria che come confermato dai giudici del palazzaccio è ammissibile anche per i veicoli a seguito di sentenza, decreto ingiuntivo dichiarato esecutivo o ordinanza di pagamento. Costituisce titolo per l’iscrizione, prosegue l’Aci, anche il verbale di mediazione omologato dal tribunale, il lodo arbitrale e il decreto di efficacia esecutiva del verbale di conciliazione. Al di fuori della mediazione, «anche l’accordo raggiunto in sede di negoziazione assistita da un avvocato costituisce titolo esecutivo per l’iscrizione di ipoteca giudiziale». Anche le sentenze straniere dichiarate esecutive in Italia consentono l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Non lo permettono invece l’atto di precetto e il protesto, prosegue la corposa circolare. Le formalità da eseguire direttamente presso il pubblico registro automobilistico per annotare, modificare e correggere l’iscrizione sono complesse e dettagliate nel manuale. Ad ogni modo l’iscrizione non può mai essere eseguita d’ufficio ma richiede sempre l’impulso di parte. Il titolo necessario per procedere alla formalità deve sempre avere forma scritta ed essere un atto pubblico oppure un provvedimento giudiziale o una scrittura privata autenticata o accertata giudizialmente. © Riproduzione riservata 30 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Martedì 28 Aprile 2015 Emendamento al ddl Madia. Entro il 30/4 i dati sulle graduatorie UNCEM Mini-enti in guerra Verso una corsia preferenziale per le assunzioni contro Poste P.a., vincitori garantiti DI FRANCESCO CERISANO na corsia preferenziale per assumere i vincitori di concorso in attesa di essere assunti dalla p.a. La buona notizia per l’esercito dei circa 3 mila aspiranti dipendenti pubblici potrebbe arrivare dalla ddl delega di riforma della p.a. da oggi al voto dell’aula del senato (l’ok dovrebbe arrivare mercoledì). A prevedere l’ipotesi di introdurre misure ad hoc per accelerare l’assunzione dei vincitori in attesa è un emendamento presentato dal senatore Pd Vincenzo Cuomo. La proposta di modifica, giunta ormai alla quarta riformulazione in modo da renderla più digeribile da parte della commissione bilancio, stabilisce «l’introduzione di norme transitorie finalizzate esclusivamente all’assunzione di vincitori di procedure selettive pubbliche» qualora vi siano graduatorie approvate e pubblicate alla data di entrata in vigore della legge delega. «Abbiamo necessità e urgen- U za di garantire rapidamente l’assunzione di migliaia di vincitori di concorso che, dopo anni, attendono con speranza un diritto finora negato», ha spiegato il senatore Cuomo. Anche se, a dir la verità, una corsia preferenziale per i vincitori è già prevista dalla legge di stabilità 2015 (legge 190/2014) che consente a regioni ed enti locali di continuare a scorrere le graduatorie nonostante il blocco imposto per assorbire gli esuberi delle province. L’emendamento Cuomo però metterebbe gli enti pubblici nelle condizioni di predisporre norme ad hoc per le assunzioni, cristallizzando le graduatorie in modo che tutte quelle approvate alla data di entrata in vigore della riforma di Marianna Madia (e tuttora vigenti alla data di approvazione del dlgs attuativo sul riordino del lavoro pubblico che dovrà vede- re la luce entro un anno dal varo della delega) possano giustificare una ragionevole aspettativa di assunzione. Sulla validità delle graduatoMarianna rie, com’è noto, Madia grava da sempre grande incertezza, visto che di anno in anno c’è bisogno della solita proroga per tenerle in vita. Quest’anno, il decreto Milleproroghe, storicamente deputato a ospitare questi e altri rinvii, è rimasto in silenzio sul punto per la semplice ragione che nel 2013 (con il decreto legge 101), l’ex ministro della funzione pubblica Gianpiero D’Alia aveva disposto uno slittamento triennale, allungando al 31 dicembre 2016 la validità delle graduatorie. Ora si chiede qualcosa di più, sottolinea Cuomo, «sempre però nel rispetto dei limiti di finanza pubblica vigenti». La proposta, come detto, parla di «norme transitorie finalizzate esclusivamente all’assunzione dei vincitori di concorsi pubblici». Diversi potrebbero essere gli scenari aperti da quest’emendamento, dall’allargamento delle maglie del turnover alla spinta ai prepensionamenti. Intanto si attendono i dati definitivi sui vincitori di concorso in attesa di assunzione: le amministrazioni hanno ancora tre giorni di tempo (fino al 30 aprile) per comunicare le informazioni sulle graduatorie alla Funzione pubblica utilizzando la piattaforma raggiungibile sul sito www. monitoraggiograduatorie.gov. it. Sulla base dei dati inviati dagli enti pubblici, palazzo Vidoni realizzerà un report che dovrà essere pubblicato entro il 31 maggio. Solo allora si saprà se i vincitori di concorso in attesa di collocamento sono ancora 3 mila o se, come probabile, il loro numero è cresciuto, assieme a quello degli idonei (80 mila secondo i dati ufficiali, ma come ammesso dalla stessa Funzione pubblica, destinati a essere quasi il doppio, si veda ItaliaOggi del 3/1/2015). Secondo l’Ifel l’esenzione non è un principio generale SCOMMESSE I magazzini senza rifiuti devono pagare la Tari I DI MATTEO BARBERO magazzini in cui non si producono in modo continuativo e prevalente rifiuti speciali non assimilati pagano la Tari, salvo che il regolamento del comune ne preveda l’esclusione. Lo sostiene l’Ifel, in una nota diffusa per chiarire i numerosi dubbi posti dalla disciplina della tassa rifiuti riguardante le superfici produttive di rifiuti speciali. Si tratta, in particolare, dei commi 649 e 682 della legge 190/2014, che individuano quattro casistiche: 1) detassazione delle superfici ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali non assimilabili (comma 649, primo periodo); 2) riduzione per avvio a riciclo a spese del produttore dei rifiuti speciali assimilati agli urbani (comma 649, secondo periodo); 3) detassazione dei magazzini funzionalmente ed esclusivamente collegati ad aree di produzione di rifiuti speciali non assimilabili (comma 649, terzo periodo); 4) riduzione per zone di produzione promiscua di rifiuti speciali e rifiuti speciali assimilati (comma 682). Tali previsioni sono state oggetto di due interventi interpretativi da parte del Mef, dapprima la prot. 38997 del 9 ottobre 2014 e successivamente la risoluzione n. 2/DF del 9 dicembre 2014. Il nodo più complesso riguarda i magazzini, che secondo Via XX settembre «devono essere considerati intassabili in quanto produttivi di rifiuti speciali, anche a prescindere dall’intervento regolamentare del comune». Secondo l’Ifel, tale affermazione (che ha portato diverse associazioni di categoria a chiedere la modifica dei regolamenti comunali) si deve ritenere pertinente esclusivamente con riferimento al particolare caso di magazzini in cui sono prodotti esclusivamente rifiuti speciali non assimilati. Essa, invece, non può assurgere a principio generale valido con riferimento a tutti i magazzini. Pertanto, sottolinea la nota, l’obbligo per i comuni di individuare le aree dei magazzini funzionalmente connessi all’attività produttiva non può prescindere dalla circostanza che nei magazzini si possano produrre comunque rifiuti speciali non assimilati, coerentemente con la disposizione normativa che esclude dall’obbligo di conferimento, e dal conseguente assoggettamento al tributo, solo le aree di produzione di rifiuti non assimilabili. In altri termini, secondo Ifel, il terzo periodo del comma 649 permette ai comuni di detassare parti di aree dei magazzini in cui vi sia comunque una produzione di rifiuti speciali non assimilati, anche se non in modo continuativo e prevalente, ovvero superfici che secondo i criteri ordinari sarebbero comunque assoggettabili. La nota, inoltre, riprendendo quanto già sostenuto dall’Anci Emilia-Romagna nella circolare 142/2014, afferma che esulano dalla fattispecie in esame le aree di produzione di rifiuti urbani, di rifiuti speciali assimilati ed anche di rifiuti speciali non assimilati ma assimilabili. Inoltre, il termine «merci» va riferito al materiale necessario al ciclo produttivo purché appartenente «merceologicamente» alle materie non assimilabili con regolamento comunale. Sono Pagano sempre la Tari i magazzini di prodotti finiti e di semilavorati, perché il loro impiego non determina la produzione di rifiuti speciali non assimilabili. © Riproduzione riservata Distanze, decidono i Monopoli Spetta all’Agenzia delle dogane e dei Monopoli il compito stabilire su tutto il territorio nazionale le distanze minime delle sale da gioco dai luoghi sensibili. Il Tar dell’Emilia Romagna ribalta il punto di vista sulla disciplina del «distanziometro» introdotta negli ultimi due anni in numerosi comuni italiani e spesso appoggiata dai tribunali amministrativi nei contenziosi aperti da società ed esercenti. Nella sentenza n. 396/2015 depositata ieri in cancelleria, la seconda sezione accoglie il ricorso della società Sna scommesse, a cui era stata negata l’autorizzazione a trasferirsi in nuovi locali, collocati a una distanza inferiore (meno di mille metri) stabilita dal regolamento comunale di Bologna. Secondo il collegio «la pianificazione delle sale da gioco e la ricollocazione di quelle prossime a siti sensibili appartiene all’Amministrazione autonoma dei Monopoli». Un presupposto necessario, secondo la sezione, «al concreto fine di evitare, mediante l’introduzione di limiti certi aventi efficacia su tutto il territorio nazionale, l’introduzione di distanze del tutto diverse da comune a comune». Parte dal Piemonte, la regione con più piccoli comuni in Italia, la mobilitazione dei mini-enti per la decisione di Poste Italiane di consegnare la corrispondenza a giorni alterni nei centri di montagna. Una decisione presa, accusa l’Uncem, senza concertazione con le istituzioni e i rappresentanti degli enti locali. Dopo il congelamento del piano di gennaio che prevedeva la chiusura degli uffici e la riduzione degli orari di apertura, i comuni si sono mobilitati contro il nuovo documento nel quale l’azienda prevede il recapito a giorni alterni della corrispondenza in oltre 900 enti piemontesi. Un piano di fatto avvallato da AgCom, l’Autorità garante per le Comunicazioni, che a luglio dello scorso anno aveva invece preso posizione difendendo i servizi postali nei comuni montani e nelle aree marginali del paese. Ora il cambio di posizione che ha spinto alla mobilitazione l’Uncem e l’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna guidato dall’onorevole Enrico Borghi (Pd). Con la delibera n. 163/157 l’Agcom ha avviato una consultazione pubblica sulla proposta di Poste Italiane relativa all’autorizzazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale. La proposta di Poste Italiane in sintesi, riguarda l’implementazione del recapito a giorni alterni in 5.296 comuni, individuati sulla base dell’ultimo elenco di comuni italiani pubblicato dall’Istat il 30 gennaio 2015. L’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna ha inviato a tutti comuni montani del paese una lettera con cui si invita a partecipare alla consultazione segnalando «le distorsioni di un sistema che determinerebbe una grave discriminazione in particolare per i comuni montani». «Non possiamo accettare questa nuova presa di posizione di Poste», evidenzia Borghi. «Ancora una volta le scelte aziendali non vengono concertate con le istituzioni e con i rappresentanti dei comuni. I tagli vengono calati dall’alto in nome di una razionalizzazione che è l’anticamera dello smantellamento del servizio in centinaia di enti». L AVO R O E P R E V I D E N Z A Martedì 28 Aprile 2015 Ma 31 Le istruzioni dell’Inps per richiedere la nuova indennità Dis-Coll introdotta dal Jobs act Co.co.co., disoccupazione al via Domande (online) entro 68 giorni dalla fine del rapporto DI DANIELE CIRIOLI ia libera all’indennità di disoccupazione per i co.co.co. che perdono il lavoro nel 2015. Per le cessazioni intervenute fino al 27 aprile, le richieste vanno presentate entro il 4 luglio; per le successive, entro 68 giorni dal verificarsi. Fino all’11 maggio la domanda è accettata su carta o per Pec (Posta elettronica certificata). La nuova prestazione, inoltre, sostituisce e ingloba la vecchia una tantum relativamente all’anno 2014. Lo spiega l’Inps nella circolare n. 83 di ieri con cui detta le istruzioni operative alla prestazione introdotta dal dlgs n. 22/2015 di attuazione del Jobs act. Eventi del 2015. La nuova prestazione (si chiama DIS -COLL) opererà in via sperimentale un solo anno: il 2015. Per evento di disoccupazione, precisa l’Inps, deve intendersi l’evento di «cessazione dal lavoro che ha comportato lo stato di disoccupazione». Requisiti. La prestazione V Misura e durata La Dis Dis-Coll collaboratore. Coll è pari al 75% del reddito medio mensile del collaboratore Quando tale reddito risulti superiore a 1.195, è pari al 75% di tale importo La misura più il 25% dell’eccedenza. L’indennità non può superare l’importo massimo mensile di 1.300 euro. La Dis-Coll è corrisposta mensilmente per un periodo pari alla metà dei mesi La durata o frazioni di essi di durata del rapporto o dei rapporti di collaborazione tra il 1° gennaio 2014 e il giorno di cessazione dal lavoro. spetta in presenza dei seguenti requisiti: stato di disoccupazione al momento della domanda di prestazione; tre mesi almeno di contributi tra il 1° gennaio 2014 e il giorno di perdita dell’occupazione; un mese di contributi oppure un rapporto di collaborazione di durata pari almeno a un mese e che abbia dato luogo a un reddito almeno pari alla metà dell’importo che dà diritto all’accredito di un mese di contribuzione nell’anno 2015 (1.295,66 euro). Stato di disoccupazione. Relativamente al primo requisito, l’Inps precisa che ai sensi dell’art. 2, comma 1 del dlgs n. 181/2000, lo status di disoccupato va comprovato dalla presentazione del lavoratore presso il servizio competente o per mezzo dell’invio, tramite Pec, della dichiarazione d’immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa. Tuttavia, come già previsto ai fini Aspi, l’Inps stabilisce che anche i collaboratori potranno rilasciare direttamente alle sedi territoriali la dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro al momento della presentazione della domanda di Dis-Coll. La domanda. La doman- da di Dis-Coll va presentata esclusivamente in via telematica, a pena di decadenza, entro il termine di 68 giorni dalla data di cessazione della collaborazione. Per le cessazioni intercorse tra il 1° gennaio e il 27 aprile (data della circolare), il termine per la presentazione della domanda è fissato al 4 luglio. Inoltre, al fine di consentire l’avvio delle operazioni di istruttoria delle domande e di relativa liquidazione della prestazione, fino all’11 maggio, data entro cui saranno resi disponibili i servizi online di presentazione, la domanda di DIS–COLL sarà accettata anche in forma cartacea, mediante l’apposito modulo disponibile nel sito www.inps.it., o tramite Pec. Stop all’indennità per il 2014. La nuova Dis-Coll sostituisce e ingloba, per l’anno 2014, l’indennità una tantum. Secondo l’Inps non c’è conseguenza negativa per collaboratori che nell’anno 2014 hanno maturato tre mesi di contribuzione, «trovando tutela attraverso la Dis-Coll, in quanto il requisito minimo di tre mesi andrà ricercato nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 2014». In realtà gli effetti possono essere diversi, perché il cambio è sostanziale: da prestazione indennitaria (l’una tantum) si è passati a una prestazione a sostegno del reddito (Dis-Coll). E, mentre la prima poteva essere richiesta anche in costanza di lavoro, la seconda può essere richiesta soltanto se si è disoccupati. Pertanto, il collaboratore che avrà fortuna di lavorare tutto il 2015, non avrà diritto a percepire alcuna «indennità» per la disoccupazione del 2014. Ancora fermo il pacchetto normativo promesso per fine 2014 Pubblicato il dm sul sito del Minlavoro La revisione legale dimenticata dal Mef dell’economia per i regolamenti della nuova revisione legale, aveva annunciato entro il a revisione legale dimenticata da mese di febbraio l’emanazione di almeno due tutti. Mentre, infatti, l’Europa detta regolamenti: quello sui principi nazionali di nuove regole sui principi di revisione revisione e quello sui principi di indipendenlegali dei conti, l’Italia resta al palo za e obiettività che il revisore deve possedere inseguendo (senza fretta) l’attuazione della nello svolgimento della sua attività per poi normativa precedente. O come dicono in mol- arrivare all’emanazione dell’intero pacchetto ti, aspettando la prossima scadenza prevista normativo per fine 2014. Ma così non è stato, noper giugno 2016 per recepire nostante il Mef nel mese di il nuovo pacchetto di norme. marzo pubblicò un comuniL’Unione europea ha, infatti, cato stampa per annunciare pubblicato nel 2014 la Diretl’imminente arrivo dei decretiva 2014/56, che modifica la ti sui principi di deontologia precedente (2006/43) relativa professionale, riservatezza e alle revisioni legali dei conti segreto professionale per i reannuali e dei conti consolidati visori legali, specificando che e il regolamento n. 537/2014 i rispettivi testi sarebbe poi sui requisiti relativi alla reviconfluiti in un unico codice. sione legale dei conti di enti Un annuncio rimasto lettera di interesse pubblico. Due atti, morta visto che a seguito di che realizzano la riforma euroquella nota non ci sono state pea della revisione legale dei novità. Così come nessuna bilanci d’esercizio e consolidanovità è arrivata in materia ti, che dovranno essere recepidi accesso e in particolare sul ti entro giugno 2016. regolamento chiamato a diNel frattempo? La disciplina Pier Carlo Padoan sciplinare l’esame di idoneità in materia e la relativa professione nel limbo visto che il decreto legislativo professionale per essere iscritti al registro 39/10 che recepisce la prima direttiva prevede dei revisori. Un testo oggetto di discussione la piena attuazione delle disposizioni in esso per circa due anni tra governo, parlamento contenute solo dopo l’emanazione dei relativi e categorie interessate senza arriva a nulla regolamenti da parte dei ministeri competenti di fatto. Particolarmente attesi, poi, i rego(giustizia ed economia). Peccato che a oltre lamenti sul controllo di qualità, cui saranno 5 anni dalla pubblicazione di quel provvedi- sottoposti periodicamente i revisori, e sulla mento tutto resta in stand-by. E dire che una formazione continua d’ora in poi un obbligo speranza era arrivata oltre un anno fa, quan- per il professionista. Ma anche in questo caso do nei primi mesi del 2014 Marcello Bessone, nessun decreto è stato approvato né è stato coordinatore della commissione del ministero annunciato. L DI BENEDETTA PACELLI Enti formazione, via ai contributi DI CARLA DE LELLIS V ia libera ai contributi per gli enti di formazione. Le richieste per il 2015 vanno presentate entro il 27 maggio; ma dal prossimo anno il termine è fissato al 15 febbraio. A stabilirlo è il dm firmato il 14 febbraio dal ministro del lavoro, Giuliano Poletti, e pubblicato ieri sul sito internet del ministero del lavoro che modifica, in parte, i criteri per la determinazione del contributo a favore degli enti privati gestori di attività formative ex legge n. 40/1987. I contributi. Il dm riguarda i finanziamenti riconosciuti agli enti privati a carattere nazionale che svolgono attività di formazione professionale come parte del sistema di istruzione pubblica. E stabilisce che il contributo erogabile a ciascun ente beneficiario verrà assegnato, previa richiesta, in base ai seguenti criteri: a) attività formativa dichiarata/attestata a cui sarà riservato il 70% delle risorse; b) numero di regioni nelle quali viene raggiunto un minimo di 100 mila ore/allievo annue in almeno tre tipi di qualifica diversi a cui sarà riservato il 20% delle risorse; c) numero dei dipendenti della sede centrale a cui sarà riservato il 10% delle risorse. Inoltre, per gli enti che risultino già beneficiari del contributo in una o anche entrambe le due annualità precedenti, verrà operata la media tra i valori considerati ai fini dei relativi riparti e quelli dichiarati per l’annualità di riferimento; la media dei singoli parametri sarà arrotondata all’unità intera più prossima, per eccesso o per difetto se il valore decimale è superiore o meno a 0,5. Con successivo decreto, il ministero provvederà a stabilire la misura del contributo erogabile a ciascun beneficiario e a ripartirlo secondo i predetti criteri. Termini per le richieste. Il dm stabilisce ancora che le istanze di contributo, con l’importo richiesto, vanno presentate entro e non oltre 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto stesso sul sito istituzionale del ministero del lavoro (quindi entro il prossimo 27 maggio). Ai fini dell’ammissibilità, infine, precisa che le domande dovranno avere in allegato tutta la documentazione richiesta dal dm (allegato «Elenco documenti») che sostituisce la scheda informativa che, invece, era prevista dalla precedente disciplina. 32 FONDO EASI/EBCE Martedì 28 Aprile 2015 Il commento di Badalin, presidente del Fondo Easi Sanità latitante Spazio ai fondi integ rativi ono sempre più numerosi i cittadini che pagano di tasca propria i servizi sanitari che il sistema pubblico non è più in grado di garantire. L’incremento della domanda sanitaria, collegata all’allungamento della vita media e ai risultati della ricerca scientifica, si scontra con l’esigenza di contenimento della spesa pubblica. I tagli alla spesa sanitaria hanno aumentato tra le famiglie italiane la percezione della crescente necessità di compensare un’offerta di welfare pubblico sempre più ridotta. In questo ambito l’assistenza sanitaria integrativa rappresenta un pilastro importante del welfare contrattuale e può svolgere un ruolo essenziale non solo nella integrazione delle prestazioni erogate dal Sistema sanitario nazionale ma anche nella più ampia riorganizzazione dell’intero sistema. È l’auspicio formulato da Giancarlo Badalin, presidente del Fondo Easi, l’Ente di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti dei C.E.D., nato come associazione nel 2007, seguendo il dettato del Ccnl C.E.D., stipulato dalle parti datoriali Assoced, Confterziario e Lait, con la rappresentanza sindacale dei lavoratori Ugl Terziario. Domanda. A proposito, pre- S sidente Badalin, in che modo gli enti di assistenza sanitaria entrano in gioco in questo processo di integrazione? Risposta. Garantendo un ventaglio di prestazioni sempre più aderenti alle caratteristiche demografiche e sociali dei nostri lavoratori. Da questo punto di vista il contratto collettivo dei C.E.D., tra i primi a istituire un fondo di assistenza sanitaria integrativa di matrice contrattuale, precorre i tempi. Infatti, presso le aziende che applicano il Ccnl C.E.D., il ruolo del welfare contrattuale ha assunto un’enorme rilevanza attraverso una serie di misure che rispondono alle mutate esigenze socio-assistenziali degli iscritti. D. Quali gli ambiti di intervento più rilevanti? R. Si pensi per esempio al tema della non autosufficienza oppure a quello delle cure odontoiatriche. Nel corso del 2012 abbiamo lanciato una serie di innovative garanzie in ambito odontoiatrico attraverso l’offerta di prestazioni di implantologia e di prestazioni odontoiatriche particolari, che hanno incontrato il favore dei dipendenti da centri elaborazione dati e dipendenti da società tra professionisti, studi professionali non ordinistici, tributaristi, agenzie pratiche amministrative in un mo- mento storico in cui gli effetti della crisi non toccano solo il portafoglio ma anche la salute. E negli ultimi anni, come dimostrano le indagini condotte dal Censis, una delle prime voci di spesa tagliata dal budget familiare riguarda proprio le cure odontoiatriche: oltre un milione di visite in meno tra il 2005 e il 2013. D. Le politiche di contenimento della spesa sanitaria nazionale in che modo potrebbero modificare l’equilibrio tra le risorse a disposizione del Fondo le prestazioni erogate? R. In prospettiva possiamo prevedere modifiche sensibili alla domanda dei servizi sanitari soprattutto attraverso un maggior ricorso da parte degli iscritti a quelle prestazioni che potrebbero diventare più onerose per le famiglie. Il Fondo Easi effettua un’attività costante di monitoraggio su quella che è l’evoluzione della spesa sanitaria pubblica allo scopo di poter intervenire con Pagina a cura degli Uffici di Presidenza di Fondo EASI ed EBCE Via Duilio n. 13, Scala A, Int. 4 - 00192 Roma Tel. 06.45499471 - 06.45499470 E-mail: [email protected] – [email protected] Web: www.cccnlced.it Sindacalizzazione del welfare In uno scenario a tinte fosche in cui il sistema nazionale di relazioni industriali è caratterizzato da un processo di disgregazione che pare più destinato a subire la crisi economica che non a fronteggiarla, la speranza dei lavoratori è sempre più ancorata alle offerte di welfare di derivazione contrattuale: formazione, assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare, iniziative di sostegno al reddito, sono solo alcuni esempi rispetto alle molteplici forme di prestazioni e servizi che il welfare contrattuale può porre a sostegno della spesa sociale e sanitaria dei lavoratori e delle famiglie. Mentre il governo pare più impegnato a smontare il welfare esistente che non a costruirne uno alternativo, il tema delle tutele sociali entra sempre più spesso nella contrattazione collettiva con l’obiettivo di legittimare e strutturare una nuova frontiera di diritti del lavoratore. Il fenomeno della sindacalizzazione degli schemi di welfare sta peraltro ridisegnando le dinamiche delle relazioni bilaterali affermando una tendenza al superamento del modello espressamente conflittuale e aprendo sempre più la prospettiva della collaborazione tra azienda e lavoratori. È in questo scenario che si inserisce opportuni correttivi e mantenere anche per il futuro l’equilibrio tra risorse e prestazioni. Già nel passato per esempio, le manovre finanziarie che si sono succedute negli anni 2010-2012 hanno determinato un taglio complessivo di oltre 20 miliardi di euro alla sanità pubblica. L’effetto prodotto è stato il conseguente aumento dei ticket a carico dei cittadini che ha trovato immediato riscontro sulle prestazioni erogate dal Fondo Easi facendo registrare un aumento del 40% circa delle richieste per il sostegno dei ticket sanitari per gli accertamenti diagnostici. Più in generale l’escalation delle prestazioni erogate è cresciuta in misura proporzionale ai tagli resi necessari dalle misure di contenimento della spesa pubblica. D. Dunque ci si trova di fronte a una sfida continua anche dal punto di vista gestionale? R. Per un fondo sanitario integrativo di derivazione il tentativo del sindacato di compensare la progressiva perdita di potere d’acquisto dei salari, la contrattazione di risorse ed istituti del welfare pubblico e la nascita di nuovi bisogni all’interno della società, mediante la negoziazione di un variegato sistema di prestazioni extracontrattuali. Le politiche di welfare contrattuale sono oggetto di contrattazione non solo nelle realtà aziendali di più grandi dimensioni ma si registrano sviluppi interessanti anche nelle Pmi e a livello locale, consentendo l’accesso di un sempre maggior numero di persone a questi servizi. Se nella tradizione industriale italiana il welfare ha rappresentato la risposta politica alle istanze collettive dei lavoratori, il welfare di matrice contrattuale è sicuramente una significativa opportunità per i lavoratori in tempo di crisi ma anche uno strumento teso a fidelizzare i dipendenti. Purtroppo, non tutti, aziende e lavoratori, probabilmente anche a causa della scarsa informazione, sono a conoscenza dell’esistenza di strumenti innovativi inseriti all’interno dei contratti collettivi, che rappresentano invece un’ottima occasione per l’intero sistema lavorativo nel suo complesso. www.uglterziario.it – tel. 06.4820754 contrattuale come il Fondo Easi, è essenziale monitorare e governare i cambiamenti dell’offerta pubblica perché laddove non potrà arrivare la sanità pubblica dovranno necessariamente intervenire i fondi sanitari integrativi e, se si considera il fatto che la spesa sanitaria delle famiglie non è più in grado di compensare quella dello stato, il ruolo dei fondi sanitari integrativi sarà sempre più incisivo. D. Quali le prospettive? R. La sanità integrativa è diventata un diritto contrattuale da cui non si può prescindere. Dopo l’intesa siglata lo scorso luglio tra il governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sul Patto della salute per gli anni 2014-2016, che ridisegna la spesa e la programmazione del Servizio sanitario nazionale, il ministro della salute ha manifestato la necessità di organizzare la sanità integrativa sia con i fondi, sia con le assicurazioni, in modo tale da creare una complementarietà anche per quanto riguarda il settore pubblico. Va da sé che in una prospettiva di integrazione pubblico-privato i fondi sanitari integrativi, in particolare quelli di matrice contrattuale, rappresenteranno il primo punto di contatto con il servizio pubblico. IL CASO DEL GIORNO Come aderire all’Ebce Sono un’impiegata di uno Studio di Tributaristi che applica ai propri dipendenti il Ccnl dei C.E.D. Il titolare dello Studio ha reso noto a tutti i dipendenti l’iscrizione al Fondo Easi, l’Ente di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti C.E.D. ma non ha parlato anche dell’adesione all’Ebce, l’Ente bilaterale di categoria. Vorrei sapere se, in qualità di impiegata cui è applicato il Ccnl dei C.E.D. ho diritto di aderire al sistema della bilateralità contrattuale e, in caso di risposta positiva, qual è l’ammontare delle quote contributive da corrispondere. In ottemperanza alle disposizioni contenute nel Ccnl dei C.E.D. (art. 167) è operativo, a partire dal 2002, l’Ente bilaterale nazionale centri elaborazione dati, in sigla Ebce. Scopo dell’Ente è quello di assicurare alle aziende e ai lavoratori dipendenti del settore, che pertanto hanno l’obbligo di iscriversi all’Ebce, uno strumento di gestione condivisa delle problematiche e delle opportunità evidenziate dal contratto collettivo nazionale di lavoro dei C.E.D. L’Ebce è alimentato con un contributo mensile, per 14 mensilità, pari a € 7,00 di cui € 5,00 a carico delle imprese e € 2,00 a carico del lavoratore. Le quote sono versate trimestralmente all’Inps tramite il modello F24, con l’indicazione del codice EBCE. Le aziende che omettano il versamento della loro quota sono tenute a corrispondere ai lavoratori in busta paga un elemento distinto della retribuzione di € 14,00 per 14 mensilità. Tale elemento non è assorbibile, rientra nella retribuzione di fatto e nella base di calcolo per il tfr e non è riproporzionabile in caso di contratto di lavoro a tempo parziale. In ogni caso al lavoratore deve essere garantita l’effettiva erogazione delle prestazioni equivalenti a quelle offerte dalla bilateralità (circolare del Ministero del lavoro n. 43 del 15 dicembre 2010). C O N S U L E N T I D E L L AVO R O Martedì 28 Aprile 2015 33 Il vademecum della Fondazione studi in prossimità dell’entrata in vigore della nuova Naspi Ammortizzatori sociali rivisti Aumentano i beneficiari ma si riduce la misura del sostegno ugli ammortizzatori sociali si cambia registro. Con la nuova disciplina, in vigore dal 1° maggio 2015, si amplia, infatti, la platea dei beneficiari della tutela ma allo stesso tempo si riduce la misura del sostegno pubblico per tutti gli interessati. In vista dell’entrata a regime del nuovo sistema, la Fondazione Studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro ha approfondito con l’ultima circolare il dlgs 22 del 2015 con il quale sono stati previsti interventi sulla materia degli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria, in attuazione della delega operata dall’art. 1, comma 2 della legge n. 183/2014. Il dichiarato obiettivo è quello di unificare la disciplina relativa ai trattamenti ordinari e brevi di Aspi in modo da ampliare la tutela previdenziale dell’evento disoccupazione e da garantire tutele di maggior durata ai lavoratori con carriere contributive più rilevanti. In via generale si precisa sin da subito che gli oneri contributivi previsti per il finanziamento di Aspi e mini Aspi rimangono identici anche per le nuove prestazioni previste dallo schema di decreto legislativo presentato dal governo compreso il c.d. ticket una tantum di licenziamento. Parimenti si ritiene che possa trovare applicazione, a favore del datore di lavoro che assume a tempo pieno e indeterminato il soggetto percettore di Naspi, il beneficio economico pari al 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore (art. 7, comma 5 al n. 76/2013). La nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego sostituirà, per gli eventi di disoccupazione decorrenti dal 1° maggio 2015, i trattamenti oggi riconosciuti ai lavoratori dipendenti ovvero Aspi e mini Aspi, i quali pertanto opereranno solo sino alle cessazioni intervenute alla fine di aprile 2015. Pertanto, la nuova disciplina trova applicazione con riferimento ai contratti di lavoro interrotti dal 30 aprile 2015 (ossia, ultimo giorno giuridico del rapporto). Destinatari della prestazione saranno i lavoratori subordinati, ivi compresi gli apprendisti (vedi infra par. 1), e i soci lavoratori delle cooperative e il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato. L’intento di semplificare e di ampliare gli istituti preposti alla tutela previdenziale dell’evento disoccupazione involontaria ha reso opportuno un nuovo sistema di norme segnatamente in materia di requisiti, misura e durata della prestazione. S I nuovi requisiti. L’art. 3 del dlgs 22/2015 stabilisce i re- Inps, tfr nella busta paga di maggio Sarà la busta paga di maggio a ospitare la prima quota del tfr (Qu.I.R, maturata nel medesimo mese di maggio) corrisposta dai datori di lavoro ai loro dipendenti che ne hanno fatto richiesta ad aprile. Buone, quindi, le istanze presentate dal 3 aprile, con la conseguenza che le quote di marzo e aprile 2015 non potranno essere corrisposte. Lo ha chiarito la circolare Inps 82/2015 che analizza la liquidazione della Qu.I.R. attraverso l’accesso al finanziamento assistito da garanzia (condizioni di accesso, rimborso del finanziamento assistito e interruzione anticipata dell’erogazione) e l’intervento del Fondo di garanzia dei finanziamenti concessi per la liquidazione (condizioni, domanda di intervento e surroga dell’Istituto). Trova quindi conferma nella circolare dell’Istituto di previdenza il chiarimento già anticipato, con la circolare 7 del 2015, dalla Fondazione quisiti per il diritto di accesso alla prestazione previdenziale Naspi. Nel particolare essi, da verificarsi in maniera congiunta, sono: 1. essere in stato di disoccupazione art. 1, comma 2, lett c), dlgs n. 181 del 2000; 2. 13 settimane di anzianità contributiva da ricercarsi nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione; 3. 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. Analizzando il riferimento normativo contenuto al punto 1), si rinviene come una condizione necessaria per ottenere la prestazione sia necessariamente quella di essere un soggetto che, dopo aver perso un posto di lavoro, è alla ricerca di una nuova occupazione da più di dodici mesi ovvero quello di essere un disoccupato di lunga durata. Tale riferimento deve essere interpretato però senza tener conto della durata della disoccupazione ma, già come avvenne in riferimento all’Aspi e alla mini Aspi secondo le previsioni dell’art. 2, comma 4, legge 92/2012, esclusivamente con riferimento allo status di disoccupato ovvero alla condizione di colui il quale sia immediatamente disponibile allo svolgimento di un’attività lavorativa (sul punto si veda anche quanto già espresso dall’Inps con sua circolare n. 142/2012). In riferimento poi al requisito di cui al punto 3) preme evidenziare come la locuzione lavoro effettivo consenta di far raggiungere le 30 giornate anche attraverso la sommatoria di più rapporti di lavoro diversi, sul punto già l’Inps si era espressa, anche se in relazione ad altra norma, con messaggio n. 25301/07 e n. 1024/00. Per tale requisito lavorativo, che si aggiunge al requisito contributivo delle 13 settimane negli ultimi quattro anni, non viene previsto il ri- studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. È opportuno ricordare che dal 14 aprile gli intermediari (banche e istituti di credito), aderenti all’Accordo quadro tra ministero dell’economia e delle finanze, ministero del lavoro e delle politiche sociali e Abi, per il finanziamento dei datori di lavoro privati, che devono erogare il Tfr in busta paga, hanno a disposizione il servizio online dell’Inps «Tfr in busta paga – Quota integrativa della retribuzione (Qu.I.R)». Al servizio si accede dal menu Servizi online -> Per tipologia di utente -> Istituti di credito, con Pin o con certificato digitale, a seconda che l’intermediario finanziario abbia optato per un accesso al servizio Inps con web application o web service. Tutte le informazioni a disposizione sulla pagina dedicata del sito www.consulentidellavoro.it Rosario De Luca spetto del minimale contributivo per cui è sufficiente la durata della prestazione lavorativa ,senza rilevanza alcuna per la retribuzione percepita. Si ritiene, altresì, che rappresentano precondizione per l’accesso alla prestazione le dimissioni qualora avvengano: 1. durante il periodo tutelato di maternità (da 300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del figlio); 2. per giusta causa secondo quanto indicato, a titolo esemplificativo, dalla circolare n. 163 del 20 ottobre 2003 qualora motivate: • dal mancato pagamento della retribuzione; • dall’aver subito molestie sessuali nei luoghi di lavoro; • dalle modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative; • dal c.d. mobbing; • dalle notevoli variazioni delle condizioni di lavoro a seguito di cessione ad altre persone (fisiche o giuridiche) dell’azienda; • dallo spostamento del lavoratore da una sede a un’altra, senza che sussistano le comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive previste dall’art. 2103 codice civile; • dal comportamento ingiurioso posto in essere dal superiore gerarchico nei confronti del dipendente. Per quanto attiene alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro si precisa che essa non sarà ostativa al riconoscimento della prestazione qualora sia intervenuta: • per trasferimento del dipendente ad altra sede della stessa azienda distante più di 50 km dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile in 80 minuti o più con i mezzi pubblici; • nell’ambito della procedura conciliativa prevista dall’art. 7, legge 604/66. Riguardo alla presentazione della domanda si ricorda come la stessa potrà essere presentata unicamente seguendo il canale telematico ed entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro a pena di decadenza; la prestazione poi decorrerà dal giorno successivo alla data di presentazione della domanda e comunque non prima dell’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Le condizioni di accesso alla nuova prestazione Naspi risultano meno restrittive rispetto al precedente combinato Aspi. miniAspi. Non sono infatti più richieste le due annualità di anzianità assicurativa e soprattutto le 13 settimane di accredito contributivo vengono ricercate nelle ultime quattro annualità e non negli ultimi 12 mesi come previsto per l’accesso alla mini Aspi. Rimanendo sempre nell’ambito del diritto alla prestazione, l’art. 8 del dlgs 22/2015 rende strutturali le misure inerenti all’anticipo dell’indennità in un’unica soluzione al fine di avviare una attività di lavoro autonomo o di impresa individuale o per associarsi in cooperativa, cosa che nel precedente impianto normativo (cfr. art. 2, comma 19, legge 92/2012, dm 73380/2013) era prevista in via sperimentale fino al 2015. La nuova misura della prestazione. Per la determinazione del valore della prestazione occorre preliminarmente individuare la retribuzione mensile alla base del calcolo. Tale base di calcolo è data dalla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni (in sostanza l’imponibile evidenziato in Uni-emens) diviso per il numero delle settimane di contribuzione e moltiplicato per 4,33. Nel caso in cui la retribuzione mensile di cui sopra sia non superiore al valore di 1.195 euro (valore riferito al 2015) si perviene al valore dell’indennità mensile applicando il valore percentuale del 75% alla retribuzione mensile predetta. Nel caso contrario dovrà essere sommato al 75% del valore di 1.195 euro il 25% del differenziale tra la retribuzione mensile di cui sopra e 1.195€, fermo restando che non potrà essere erogata una indennità di importo superiore a 1.300€ (valore riferito al 2015 annualmente rivalutato). Il testo completo della circolare è disponibile su www.consulentidellavoro.it Pagina a cura DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ORDINE DEI CONSULENTI DEL LAVORO 34 Martedì 28 Aprile 2015 FISMIC CONFSAL La visione della Fismic in merito alla riforma del sistema contrattuale Sì al salario variabile Servono delegati sindacali formati ad hoc DI SARA RINAUDO L’ attuale sistema contrattuale nasce negli anni 70 dello scorso secolo ed è rimasto sostanzialmente immutato fino a oggi. Erano anni di alta inflazione, solitamente a due cifre intorno al 20% l’anno e di conseguenza la necessità per il sindacato era quella di fornire ai lavoratori una rincorsa folle tra crescita dell’inflazione e aumento della paga base, definita nel contratto nazionale che ha ingenerato una spirale perversa in cui una originava l’altra e viceversa, soprattutto allorquando alla paga base contrattuale si aggiunge il punto unico di contingenza che fu poi ridimensionato e poi cancellato dagli accordi di San Valentino del 1984 e seguenti. Va definito in quegli anni il salario come variabile indipendente che era parzialmente compensato sul versante industriale da una crescita della produttività e dei consumi interni abbastanza elevato e soprattutto dalla possibilità che aveva il sistema Paese di procedere a continue svalutazioni della lira che hanno permesso in quegli anni al sistema Paese di reggere. Diverso comportamento fu invece introdotto da sindacati e governo nel pubblico impiego allorquando si unificò il punto di contingenza se pur riformato dal privato anche nel pubblico settore che, notoriamente non aveva e non ha margini di crescita e di produttività come quelli dell’industria, per compensare gli effetti negativi della rincorsa tra salari e prezzi, determinando esclusivamente una crescita esponenziale della spesa pubblica che in larga parte è determinata dal peso degli stipendi dei lavoratori. Ma ora tutto questo è un lontano ricordo del passato e riproporre in anni di bassa inflazione, bassa crescita produttiva del sistema e impossibilità di svalutare la valuta perché ormai nell’area dell’euro rischia di essere anacronistico e di portare fuori mercato il sistema Paese, soprattutto nell’industria manifatturiera che non gode di mercato captive ma deve confrontarsi nella globalizzazione dei mercati. Gli accordi interconfederali stipulati da Confindustria Cgil, Cisl e Uil dal ’93 fino a quello che recentemente ha individuato nell’indice Ipca depurato dalla componente inflativa proveniente dall’estero, stanno generando dei mostri: da un lato il contratto Federmeccanica del 2012 che ha determinato 150 euro nel triennio basandosi su previsioni in- Roberto Di Maulo flazionistiche completamente più alte di quello che sono state nella realtà. Dall’altro canto i recenti contratti edili, bancari e di quello del commercio che offrono risultati di crescita retributiva per i lavoratori assolutamente risibili. In questo scenario proseguire imperterriti nel fare corrispondere le retribuzioni dei lavoratori all’inflazione che è vicina allo zero, avrebbe portato nelle buste paga dei lavoratori della Fiat circa 45 euro di aumento nel triennio e circa 60 euro di aumento della paga base lorda nel quadriennio 2015-2018. La parte sindacale più responsabile, come da sempre è la Fismic giunta alla conclusione che non era possibile portare a casa un risultato così misero e che, parimenti, avranno rischiato il ridicolo se fossimo ricorsi all’ennesimo accordo ponte di un anno con un nuovo aumento una tantum per il 2015 dopo averlo già fatto sostanzialmente nei due anni passati. M e m o r i dell’esperienza che hanno avuto a Detroit il nostro sindacato fratello della Uaw abbiamo cercato di ripercorrere la stessa strada che quest’anno ha portato superiore ai 2000 dollari come premio di produzione ai lavoratori della Chrysler del Nord America. Infatti l’attuale presidente Bob King e Marchionne negoziarono un accordo rivoluzionario anche per gli stessi Stati Uniti non aumentando alcuna componente fissa della retribuzione ma affidandosi interamente a due parametri: - il miglioramento dell’utile operativo della Chrysler e - l’efficienza di stabilimento che proprio in quegli anni in cui veniva introdotto il Wcm. Come Fismic abbiamo più volte proposto all’a.d. Fca e ai responsabili del personale una linea contrattuale simile a quella definita negli Stati Uniti, ricevendo però da parte aziendale un rifi uto largamente motivato dal fatto che gran parte degli stabilimenti europei vivevano un momento di profonda crisi: 500 milioni di euro di perdita come risultato operativo, 30 milioni di ore di utilizzo della cassa integrazione solo in Italia e con un livello medio di utilizzo degli impianto vicino a un deludente 40%. L’unico elemento su cui abbiamo avuto una risposta interlocutoria ma positiva da parte aziendale era esclusivamente legata ai progressi del Wcm negli stabilimenti italiani. Ma da allora la situazione è migliorata e il pareggio del conto economico di Fca in Europa non è più una chimera, ma è a portata di mano al punto tale che la previsione fatta nel Consiglio di Amministrazione è quella di raggiungere tale importante risultato fin dall’esercizio in corso, con un trend fortemente positivo per gli ultimi due trimestri; inoltre il mutato scenario economico congiunto al buon andamento che hanno gli innovativi prodotti lanciati sul mercato a marchio Jeep, Maserati, 500 e prossimamente Alfa, stanno determinando anche una crescita nell’utilizzo degli impianti creando così le condizioni affinché i lavoratori della Fiat non debbano contentarsi di 60 miseri euro lordi di aumento in paga base nel quadriennio 2015-2018, ma possano partecipare alla ripartizione degli utili con soddisfazioni retributivi ben più importanti, al punto tale che non è impossibile pensare a un erogazione media intorno ai 9-10 mila euro nel quadriennio. Il sindacato partecipativo e in particolare la Fismic ha svolto un ruolo di proposta per individuare il salario variabile come unica strada per dare dei risultati economici significativi ai lavoratori ed ha e sta sviluppando competenze anche scientifiche sul nuovo sistema Wcm in grado di constatare in maniera moderna ma efficiente l’azione aziendale evitando che questa divenga unilaterale. Per compiere efficacemente questo ruolo occorre che la skill fondamentale del delegato sindacale non sia quella di urlare «Sciopero» in un megafono ma conosca e sia in grado di anticipare ogni problematica che nasce nella vita quotidiana di una fabbrica complessa, grazie anche ad appositi percorsi formativi. La Fismic insieme a Fim e Uilm siede ormai da tre anni nel consiglio di amministrazione dell’associazione Mtm Italia, un’associazione scientifica che ha come compito quello di formare quadri dirigenti aziendali e quadri sindacali nella nuova organizzazione del lavoro denominata World class manufacturing e del sistema di salvaguardie ergonomiche che in questi di accompagna denominato Ergo-Uas. Centinaia di quadri sindacali hanno ricevuto, dopo un percorso formativo complesso e impegnativo, un attestato valido internazionalmente per poter operare nei nuovi sistemi organizzativi. Come dovrebbe funzionare il nuovo premio secondo quanto abbiamo discusso finora con l’azienda: esiste un premio di stabilimento e un premio di risultato economico che si aggiunge a quanto finora stabilito dal Ccsl, ambedue i premi sono strutturali. Il primo è un premio annuale calcolato in ciascuno stabilimento sulla base dei risultati di efficienza produttiva calcolati nell’ambito del Wcm. Questo compenso paga all’inizio dell’anno so- lare seguente l’anno usato come base di calcolo, prevedendo un obiettivo minimo di recupero di efficienza pari al 4% e uno medio intorno al 5% con una scalettatura che al superamento del 6% del miglioramento di efficienza produce dei risultati economici ancora più importanti per i lavoratori. Tradotto in euro tale premio eroga da circa 650 euro annui per gli stabilimenti che sono a livello bronzo nella scala Wcm, intorno ai 1.2001.300 euro per gli stabilimenti a livello Silver che sono la stragrande maggioranza e circa 1.700 euro per gli stabilimenti che, come Pomigliano e Melfi sono a livello Gold. Il secondo premio è legato al raggiungimento dei risultati dell’obiettivo di bilancio del risultato operativo dell’Emea, che come noto è certificato da un auditor esterno certificato internazionalmente; anche in caso di non raggiungimento dell’80% del risultato operativo dell’Emea, i lavoratori riceveranno un premio di circa 330 euro l’anno erogato trimestralmente. I 330 euro rappresentano la base che, a cui, allo scadere del quadriennio, verrà erogato un premio finale che al raggiungimento del 100% dell’obiettivo sarà pari ad altrettanti 1.350 euro e che sommate al premio di efficienza di stabilimento è prevedibile che per un lavoratore operaio, il premio eroghi in un quadriennio circa 7.650 euro che possono arrivare a 10.700 complessivo per i lavoratori che operano in uno stabilimento a livello Gold nel Wcm e se la Fca raggiungerà un risultato operativo Emea pari o superiore al 120% (obiettivo largamente raggiungibile). Come si vede anche nella peggiore delle ipotesi i lavoratori avranno riconosciuti circa 1.350 euro nel quadriennio dal premio legato al risultato operativo Fca Emea cui si aggiungono i circa 2.500 euro derivati dal premio di efficienza si stabilimento. Quindi se tutto andasse male, cosa che non nelle previsioni di nessuno, i lavoratori riceveranno 3.850 euro nel quadriennio, ma se le cose andassero come prevedibile, il lavoratore medio prenderebbe 7.750 euro nel quadriennio. Si tratta di un risultato contrattuale che in Fiat non era mai stato raggiunto nella storia e che ci conforta nella giustezza delle posizioni che abbiamo preso in questi anni. Fismic via delle Case Rosse 23 00131 ROMA Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893 www.fismic.it GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI Martedì 28 Aprile 2015 M 35 Le osservazioni del Cnai sulle recenti indagini su Cpl Concordia Cooperative da riformare Mancano controlli super partes sulle società DI MATTEO SCIOCCHETTI E MANOLA DI RENZO G li ultimi eventi di cronaca lo hanno confermato: alle Coop serve una riforma. Si badi bene che non è una questione di colore politico. Il fulcro della analisi è la natura stessa di quello che è nato come un elemento prezioso del tessuto sociale italiano. I fatti più recenti riguardanti la Cpl Concordia, con gli annessi intrecci tutt’altro che cristallini tra politica economia e organizzazioni di varia natura, hanno posto una volta di più sotto i riflettori l’unicum rappresentato dalle cooperative. Le situazioni attuali sono probabilmente figlie di una mancanza di controllo su società ormai talmente ramificate da renderne ormai quasi impossibile delinearne gli esatti confini. Nate nell’Italia post boom economico, le coop sono passate, non proprio indenni, attraverso periodi di profonda trasformazione (intorno alla metà degli anni 70 le cooperative di consumo furono segnate da una radicale crisi strutturale, che portò ai salvataggi in serie degli anni 90 e alla creazione del sistema delle cooperative come lo conosciamo oggi, partecipazioni politiche e sindacali annesse), che ne hanno modificato sostanzialmente la genetica, se così si può dire. Il cambiamento senz’altro più evidente in molti casi, è stato perdere quelle prerogative morali che hanno rappresentato la matrice di sviluppo delle prime cooperative. «Non è in discussione il valore delle imprese cooperative, anzi. Siamo consapevoli, infatti, dell’altissimo ruolo di collante sociale in grado di esercitare su territorio da parte delle vere imprese di cooperazione; ma la questione oggi è quanta difficoltà si faccia nel distinguere le diver- Orazio Di Renzo se anime al loro interno. Da una parte troviamo dei veri e propri colossi dal fatturato di miliardi di euro con propaggini in vari settori, costituiti da migliaia di soci (o pseudo tali) e quindi inevitabilmente condizionati da una conformazione verticistica poco adeguata alla natura assembleare; una grandezza che rischia di creare problematiche zone grigie. Dall’altra ci imbattiamo nelle piccole realtà cooperative che faticano a resistere in maniera agevole sul mercato del lavoro: quando non sono sfruttate con compensi ridotti all’osso, sono stritolate nelle opportunità lavorative da imprese molto spesso sponsorizzate», afferma il presidente Cnai Orazio Di Renzo. Come detto la questione dell’impresa modenese e i relativi risvolti giudiziari sono solo l’emblema di una mutazione sostanziale che ha toccato il mondo delle cooperative, con poche distinzioni relativamente all’appartenenza politica. Va ricordato che, di fatto, le penetrazioni politiche e sindacali sono legali e assolutamente trasversali. La questione dei valori fondanti però, nel tempo, si è dovuta misurare con uno sviluppo ipertrofico di alcune aziende cooperative. Grandi capacità di sviluppo (ottenute anche grazie a peculiarità legislative) hanno sostanzialmente incrinato le posizioni di bandiera, portando a un rapporto molto moderno con il mondo del capitale e della finanza. Non si spiegherebbe altrimenti perché le cooperative siano un modello dal così grande appeal nel mondo finanziario: «Sembra che il modello delle coop riesca a conseguire, proprio grazie alle sue prerogative uniche, sia statuali che di sviluppo, profitti e vantaggi tali da far gola anche ad un turbo capitalista come Soros, continuando però a veicolare un’idea (più o meno effettiva) di impresa attenta al valore e lo sviluppo del capitale umano», commenta il presidente Di Renzo in merito all’inserimento del tycoon nel 5% del capitale sociale del gruppo controllato da Coop Adriatica e Unicoop Tirreno. Non c’è appartenenza politica che tenga di fronte alla capacità industriale di coop «forse a venire meno è quella idea, un po’ romantica, di associazioni fondate sui diritti e estremamente radicate nel territorio. Una crisi del modello etico, cui certo non ha agevolato negli ultimi anni una certa debolezza finanziaria di alcune strutture cooperative, la difficoltà di accesso ai capitali, appalti condizionati da una continua rincorsa al ribasso, ma soprattutto una quanto mai deficitaria struttura di controllo e gestione delle stesse cooperative», sintetizza il presidente Di Renzo. Oggi la situazione, al netto delle questioni cui spetterà alla magistratura appurare gli eventuali illeciti, è segnata profondamente anche dalla questione delle società cooperative fittizie. Nate soprattutto in ambito agricolo, mirano a conseguire il mero profitto (anche attraverso illeciti di varia natura) costringendo alla associazione soggetti che in realtà solo puri lavoratori. «Proprio la figura del socio lavoratore è la questione che maggiormente è stata dibattuta in questi anni, risultando particolarmente controversa. Mi riferisco a ciò che riguarda soprattutto il diritto, poter concorrere alle questioni decisionali e alla gestione dell’impresa. Molto spesso è difficile se non impossibile evidenziare le differenze tra un certo tipo di partecipazione cooperativa e il mero lavoro subordinato (con tutte le questioni delicate a ciò connesse: come i casi di esclusione di un socio)», sottolinea il presidente Di Renzo. Dalle ultime vicende giudiziarie e giornalistiche, da più parti si mette in evidenza la difficoltà di controllo sulle cooperative stesse. Ruolo assegnato in maniera piuttosto controversa agli osservatori sulla cooperazione. Gli osservatori sulla cooperazione sono nati da un protocollo di intesa tra ministero del lavoro, ministero dello sviluppo economico e alcune parti sociali. Quelli che però in quanto «osservatori» avrebbero dovuto svolgere attività di controllo e monitoraggio degli effetti sul mondo del lavoro, si sono trasformati in veri centri di comando capaci di influenzare la natura stessa del mondo delle cooperative. Infatti, per esempio, i membri stessi dell’ente di controllo (come per esempio i sindacati confederati) si trovano ad avere una più che cospicua partecipazione anche in molte cooperative che dovrebbero essere oggetto di valutazione. Oppure come non citare il peso «politico» dei sindacati confederati nei diversi gangli decisionali dello Stato. «Gli osservatori non hanno formalmente nessun potere vincolante, non possono imporre alcunché. Sono, tuttavia, capaci di una più che discreta moral suasion: sia nei confronti delle aziende che puntano sulla cooperazione, sia in ambito legislativo e governativo. Dichiarando, per citarne una, che gli unici Ccnl validi in ambito cooperativo sono quelli stipulati dalle parti sociali più rappresentative, ovvero stilati da Agci Legacoop Confcooperative con i soliti tre sindacati, tagliano fuori una moltitudine di parti sociali non allineate. La cooperazione non è un’esclusiva di determinati soggetti, ma un’idea sociale alla cui partecipazione e strutturazione devono partecipare tutti gli interessati e non solo e sempre i soliti noti», analizza in presidente Di Renzo. Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538 Web: www.cnai.it E-mail: [email protected] Martedì 28 Aprile 2015 !"#$%$! -"+E&,)&!$(&$'(&,# /WWS ;"E/4/"= N=4SY/ CH"=%($"/882+(2%($L"N#'3!%)!2"&!"R&!: %$"X"N<..2 N2(#!2#)2('" B" :" BBCJJ" RaSG=" :" ($+<" JTBPDPK[QZJ_"\2] JTBPDPK[QZK< PH";EE=YY;L"-$#3!.!'"&!"85+!.!$"X"8$: #!'&'"PQDPDPJCQ"X"BCDBDPJC[< BH"/EESRaS,/Y/4S;L"E#588'" $#3!.!" /--')!2(!" 8/ TH" a/Y/" aS" /EESRaS,/jS;G=L" PTDPDPJCQ< Q H " W/ > ; 4 = " & $ + " ) ' % ( # 2 ( ( ' L " I" KZQ<TZB6OZ"SW/"$-)+5-2< ZH" a2(2" !%3!'" 233!-'" E<R<R<=<L" CTDTDPJCQ< N$#"S+"a!#!9$%($"S+"A5%.!'%2#!'"N<;< N=3@@155<$S348P<$-<>83@@8R )+1!1012#1"1$)34536783 !9:;5;$06<8=;5; 2;6>878$"8 $?@8 A177<$"8536B8C;4@3$D$!9:<$), !EE&2+$#2&/+$(&$ !"!$)& F$GHIHJKDLMM !"#$%&$"%'('")*$"!+",'%-'#.!'"/+0$-$"1#2!&$-$" $#3!.!"4! 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Peppino Impastato - C.I.G. 548153629B, gara dell’8/05/2014, in favore dell’O.E. DI GIOVANNA S.R.L., di Palermo, che ha offerto il ribasso del 33,5465%. Ditte partecipanti n. 233, ammesse n. 208. Info sul sito www. comune.palermo.it ed Albo Pretorio. IL DIRGENTE DELL’UFFICIO Dott. Salvatore Incrapera ,&&-./%0-%1,2,%3%4-1%5677788609:; !"#$%& '($"& )(*)+"& ,-.-/& 0"*)-($" 1.%+"*!.-&-1".$-&+%(&-,,)!*)+-2)%("&3-4%."&*"556%33".$-&"+%(%0)+-0"($"&1)7 4-($-,,)%#-& ."5-$)4%& -5& .)#-(-0"($% -08)"($-5"& "& 3!(2)%(-5"& *"5& #)#$"03%,(-.)%& "& )*.)+%9&:".0)("& "#"+!2)%(" 5-4%.);& <=& ,)%.()9& >01%.$%& +%015"##)4% *"556-11-5$%;& ?& @9=AB9CDE/DD& %5$."& >FG9 :".0)("&.)+"2)%("&%33".$";&@@9=H9@=CH&%." C@9==9& I%+!0"($-2)%("& )($",.-5" * ) # 1 % ( ) 8 ) 5 " & # ! JJJ9+%0!("9#-($-.1)(%9+"9)$ >5&."#1%(#-8)5"&*"55K-."-&LL9MM9 !"#$%&'("%)*"+"#" O!"S!)&!$)+S',!.# (&$E&!(!,!$569$ .<6B3$(;$ <5A;68$D%U KGHDM$E8<=<4<$ = Y4/YY;" 1/Ga;" #$+2(!3'" 2++2" A'#%!(5#2"(#!$%%2+$"&!"A2#72)!"X"+'((!" &!3$#-!" 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Irpinia Pietre s.r.l. - Umberto Iannelli Costruzioni s.r.l. - Via S. Marco n. 13 - Pietrastornina (AV). Imprese partecipanti: n. 16 Imprese ammesse: n. 16. Riferimenti pubblicazione bando di gara: GURI V Serie Speciale n. 98 del 29.08.2014 "Italia Oggi" del 03.09.2014 - "Ottopagine" del 01.09.2014 - Burc n. 64 del 15.09.2014. Il responsabile dell'area tecnica ing. Vincenzo Mauro Il primo magazine-device per vivere bene nell’era digitale Ente Appaltante: Intercent-ER – Regione Emilia-Romagna – Via dei Mille n. 21 – 40121 Bologna – tel. 0515273082 – fax 0515273084, PEC: [email protected]. Oggetto della gara: Procedura aperta per la fornitura di materiale di sterilizzazione e imballaggi. Proroga termine ricezione offerte: entro le ore 12:00 del 06/05/2015. L’avviso di rettifica integrale è stato spedito alla GUUE il 10/04/2015 e pubblicato su GURI n. 48 del 24/04/2015 ed è disponibile sul sito http:// www.intercent.it. Il Direttore di Intercent-ER (Dott.ssa Alessandra Boni) )+,)+"(!/+$-"#E#,/&E+$,1$L%JHHM$ Ui," <8<2<"!%"+!`<%$"F9!b"42%9$#" <8<2<"H")'%"-$&$"!%" $#$9%'"W!2"U'%($++'"%<"C E!5&!)$"a$+$92('"L"a'((<--2"/+!&2"N2+5)*'V-l! ,'77!--2#!"E!5&!.!2#!L"a'((<"4'+2%&'"1#270!++2"$"a'((<--2">25#2"/#'-!'" >!`5!&2('#$"9!5&!.!2+$L"a'((<"U2(($'"4'--!%! 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COMUNE DI CEPPALONI (BN) "# &+,#$E#,#/+$ !*&#,(!$'.22$,1$DL W!./!$-!(+E!,!X N#'(<"E$%"%<"PQ[CK"a2(2"CTDJTDPJCQ",SEL"ZJKCC[O\CC"G57$#'"E2#2L"QOOPQTT"a$%'7!%2.!'%$"RA ")!2+$L" ,'75%$"&!"W2#$-$6"3!2">5!9!" 2))'"Q6"PCCJJ"W/4= = N5%(!"&!")'%(2(('L"/#$2"WS"X" $#3!.!"E$%$#2+!"$"/77!%!-(#2(!3'",'%(20!+!6"3!2";##!9'%!"Q6"PCCJJ"W/4= =< /++?2(($%.!'%$"&!L"a'((<-2"S#$%$"S$+7!%!":"CCJJ"W2#$-$<"Y$+<"BBPDPQQOCK"=:72!+L"!#$%$<!$+7!%!^)'75%$< 32#$-$<!("\2]"JBBPDPQQ<OPO<"N#' "+'"&!")'77!(($%($L"*((8LDDVVV<)'75%$<32#$-$<!(D-!TV$0D)'77'%D/7: 3 $.!'%$<&'hUWNafJiUW jfTKT<"1#$3$"&$-)#!.!'%$"&$++?2882+('L"-$#3!.!'"&!"#!-('#2.!'%$6"&$-)#!(('" &2+")28!('+2('"-8$)!2+$"&?2882+('")5!"-!"#!%3!2"2&"'9%!"$AA$(('"&!"+$99$"$"&!")'%(#2(('<"k52%(!(2(!3'"'"$%(!(b" ('(2+$L"W2+'#$"-(!72('6"SW/"$-)+5-2L"T<TKJ<[PJ6TQ"&!")5!"=R4;"T<TZJ<[OQ6JT"-'99$((!"2"#!02--'"$&"=R4;" Z<JPQ6TC"8$#"'%$#!"&!"-!)5#$..2"%'%"-'99$((!"2"#!02--'<"N$#!'&'"&5#2(2L"3$%(!`52((#'"7$-!"&2++2"-(!85+2.!'%$" &$+")'%(#2(('<" !(52.!'%$"8$#-'%2+$"&$9+!"'8$#2('#!6",282)!(b"$)'%'7!)2"$" "%2%.!2#!26",282)!(b"($)%!)2L" 3$&!"02%&'"!%($9#2+$<"Y!8'"&!"8#')$&5#2L"/8$#(2<",#!($#!"&!"299!5&!)2.!'%$L";AA$#(2"$)'%'7!)27$%($"8!M" 32%(299!'-2",#!($#!L"CH"N#'9$(('"9$-(!'%2+$L"72]"88<"QQDCJJ_"PH";AA$#(2"$)'%'7!)2L"72]"88<"TQDCJJ<" Y$#7!%$"8$#"!+"#!)$3!7$%('"&$++$"'AA$#($L"PZ<Q<PJCQ"'#$"CP<JJ<">2"82#($)!82.!'%$"2++2"92#2"@"-50'#&!%2(2" 2++?$AA$((52.!'%$"&!"5%"-'8#2++5'9'"'00+!92('#!'")'%"+$"7'&2+!(b"8#$3!-($"&2+"&!-)!8+!%2#$"&!"92#2"($#7!%$" 5+(!7'"8$#"#!)*!$&$#$"2885%(27$%('"8$#"!"-'8#2++5'9*!"@" "--2('"%$+"9!'#%'"C[<Q<PJCQ<"S+"02%&'"!%($9#2+$" @"8500+!)2('"%$+"8#' "+'"&!")'77!(($%($< a/Y/"aS" N=aSjS;G="a=>"N4= =GY="/WWS ;L"CTDJTDPJCQ \<Y;"S>"aS4SE=GY=",/N;"/4=/"S"=3@@155<$#C<4?;9<$E85;4@84 \<Y;"S>"aS4SE=GY=",/N;"/4=/"WS":"4<R<N<"=3@@1$=<48;9;$S8P[8;9;@@3 COMUNE DI LUCCA Ufficio di Staff C Servizio Contratti - CUA ESTRATTO BANDO DI GARA Il Comune di Lucca ha indetto una procedura aperta con le modalità di cui al D.lgs. 163/06 e s. m. per affidare l’appalto relativo a: “Concessione servizi al pubblico e delle attività di valorizzazione, con annesso allestimento, da realizzarsi all’interno del complesso monumentale Casermetta del Salvatore e Casa del Maestro di Giustizia in ossequio agli articoli 115 e 117 del Dlgs 42/2004” CIG 5988803493 CUP J69J 14000700009 Durata della concessione: 9 anni per servizi e 8 mesi per allestimento. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ex art. 83 D.lgs 163/06e s.m. Termine per la ricezione delle offerte: ore 12.00 del giorno 22.06.2015. Il bando è stato pubblicato sulla GUUE n.2015/S059-103944 del 25.03.2015 Circa le modalità di presentazione si rinvia al Bando di gara integrale pubblicato sul sito internet: www.comune.lucca.it al link bandi di gara e avvisi - . Info: tel. 0583/4422 fax 0583/442505 mail: [email protected] Lucca, 24.04.2015 Il RUP/Dirigente Arch. Giovanni Marchi S&,&2/#"+$(#..#$&,O"!2/"'/Z /'"#$#$(#&$/"!2-+"/&$-"+EZ E#(&/+"!/+$&,/#""# &+,!.#$ !..#$+-#"#$-'00.&)_# $-#"$.!$)!S-!,&!$T$&.$S+.&2#$Z$ .!$-' .&!$#$.!$0!2&.&)!/! 2#(#$,!-+.& W!2"U2#)*$-$",278'&!-'+2"%<"PC Y$+<"JOCDQZ[PCCC"X"\2]"JOCDQQC[PBT ""''88<)2782%!27'+!-$:5AAC^8$)<7!(<9'3<!( =%($"&$+$92('"&2++2"4$9!'%$",2782%!2 #2/"!//+$0!,(+$(&$ !"! 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Al premier Matteo Renzi è bastato poco per capire che questa volta lo sciopero della scuola in calendario per martedì prossimo 5 maggio, il primo unitario da sette anni a questa parte, potrà avere adesioni plebiscitarie, «mi aspetto un 90% di partecipanti», avrebbe detto il premier ai suoi nel corso dell’assemblea dei democratici chiamata a definire la linea sulle modifiche alla riforma della scuola. Un pronostico che nel Pd commentano come provocatorio. Ma se l’adesione dovesse attestarsi anche «solo» al 50% (fu del 66% circa contro la riforma Gelmini) rappresenterebbe comunque, è il ragionamento, un brutto colpo per il partito, a pochi giorni, tra l’altro, dalla prova delle elezioni regionali. A esacerbare il confronto tra governo e insegnanti, in questi giorni in cui in parlamento il Pd sta provando a ridefinire proprio gli aspetti più invisi della riforma (dai poteri dei dirigenti agli albi territoriali), ci ha pensato il ministro dell’istruzione Stefania Giannini che, contestata a Bologna, ha apostrofato i docenti protestatari come «squadristi». Un’uscita che le è valsa le critiche non solo della sinistra interna del Pd come Stefano Fassina ma anche del presidente del partito, Matteo Orfini, e del vicesegretario, Lorenzo Guerini: O !"#$!%&'" ('!!%"#)*('&)' «È sbagliato che si impedisca di parlare a chi presenta la riforma, così come è sbagliato bollare di squadrismo chi manifesta il proprio dissenso... La scuola è il cuore del cambiamento dell’Italia, evitiamo che diventi oggetto di scontri ideologici e sopra le righe». Un invito ad «abbassare i toni e a ragionare nel merito» è giunto anche dal sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone. E così il vento della protesta sul territorio gonfia le vele dello sciopero, proteste in particolare all’indirizzo del potere di scelta dei docenti assegnato al preside, che potrebbe scadere - è il timore- in arbitrio, e contro la perdita della titolarità della cattedra per i nuovi assunti e per i vecchi che cambieranno sede: di fatto per tutti i docenti si prevede una mobilità ogni tre anni nell’ambito dell’albo territoriale. I sindacati di categoria -Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda- saranno presenti il 5 maggio in tutte le principali piazze italiane -Milano, Roma e Bari- con una partecipazione che si annuncia massiccia anche da parte degli studenti. «Il nostro disegno di legge può essere migliorato ancora», assicura Renzi in una lettera ai segretari dei circoli democratici, «ma un punto deve essere chiaro: la scelta dell’autonomia è decisiva», scrive il presidente del consiglio. Autonomia che ha il suo perno proprio sul dirigente scolastico. Cambiare le regole, spiega Renzi, incentivando l’autonomia, «significa che la scuola non deve essere nelle mani delle circolari ministeriali e dei sindacati, ma dei professori, delle famiglie, degli studenti». Come ci riuscirà il parlamento è affare delle prossime settimane. © Riproduzione riservata COSÌ GLI EMENDAMENTI DEPOSITATI DAL PD Dirigenti, resta il potere di scegliersi i docenti I DI CARLO FORTE dirigenti scolastici sceglieranno i docenti a cui attribuire gli incarichi di insegnamento ogni tre anni «sentito il comitato di valutazione». E potranno scegliersi uno staff di insegnanti pari al 10% dei docenti in servizio. Per compensare le maggiori responsabilità avranno un aumento di stipendio pari a circa 500 euro mensili, al quale si aggiungerà, solo per il 2016, un’indennità una tantum di 7500 euro nel 2016, anno in cui la riforma andrà a regime. Sono queste le modifiche che il Pd ha messo in campo in fase emendativa al disegno di legge sulla scuola attualmente al vaglio della commissione istruzione della camera (ac 2994). Gli emendamenti di peso del Pd, dopo la riunione con il premier Matteo Renzi, sono a firma Rocchi, Carocci, Malpezzi, Ascani, Blazina, Bossa, Coccia, Crimì, D’Ottavio, Ghizzoni, Malisani, Manzi, Narduolo, Pes, Rampi, Romano, Rossi, Sgambato, Ventricelli, Mazzoli, Fabbri. Il più importante è il 7.1008, che prevede la sostituzione dell’articolo del testo unico che istituisce e regola il comitato di valutazione dei docenti. Il nuovo testo parla di un collegio costituito in seno al consiglio di istituto. Che sarà composto dal dirigente scolastico, due docenti e due genitori. Nelle scuole secondarie di II grado uno dei genitori sarà sostituito da un alunno. Per ogni docente da valutare il dirigente esporrà una relazione. E il comitato di valutazione si esprimerà un parere. L’emissione del parere è prevista anche ai fini della scelta dei docenti da trarre dagli albi regionali ai fini dell’eventuale conferimento dell’incarico di insegnamento. Va detto subito che la nuova stesura dell’articolo 7 non comprime le competenze del dirigente scolastico. Che sarà comunque libero di individuare chi gli piace. L’unica modifica rispetto al testo precedente è costituita dal fatto che il dirigente sceglierà «sentito il parere del comitato di valutazione». Parere non vincolante. Altra novità di rilievo è quella dello staff. Anche questo è un emendamento del Pd: è il n. 7.1007. Nel testo originario c’è scritto che lo staff dovrebbe essere formato da 3 docenti. La modifica proposta prevede, invece, che lo staff sia costituito da un numero di docenti, sempre scelti dal dirigente scolastici, in numero pari al 10% dell’organico di scuola. L’appartenenza allo staff comporterà vantaggi economici (il cosiddetto merito) che passeranno anche attraverso il comitato di valutazione. Che sarà comunque controllato dal dirigente scolastico anche per gli altri docenti. Sarà il preside, infatti, a relazionare sul docente da valutare ai fini del merito. E dunque, il parere si fonderà essenzialmente sugli elementi forniti dal dirigente scolastico. Elementi che saranno portati a conoscenza del comitato, compresi i genitori e, nelle secondarie di II grado, dello studente designato in rappresentanza degli alunni. I maggiori oneri che graveranno sui dirigenti scolastici saranno retribuiti con un aumento di stipendio che andrà dai 400 ai 500 euro mensili in più. L’emendamento che prevede gli incrementi retribuitivi, sempre del Pd, è il 7.152. E per lo stesso motivo nel 2016, anno in cui la riforma andrà a regime, i capi di istituto riceveranno un’indennità una tantum di 7500 euro annui. In quest’ultimo caso l’emendamento è il 7.1013, presentato solo da alcuni deputati del Pd (Carocci, Rocchi, Mazzoli.). Per garantire «le indispensabili azioni di supporto alle scuole impegnate per l’attuazione della Riforma di cui alla presente Legge ed in relazione alla indifferibile esigenza di assicurare la valutazione dei dirigenti scolastici » è prevista la costituzione di un nucleo di dirigenti tecnici da assumere con contratti a termine: gli incarichi saranno conferiti a personale della scuola in possesso dei requisiti richiesti per accedere alle procedure concorsuali ordinarie, nel limite delle risorse di 7 milioni di euro per il triennio successivo all’entrata in vigore della legge. © Riproduzione riservata 38 Martedì 28 Aprile 2015 A Z I E N DA S C U O L A Emendamento del Pd: le scuole si organizzeranno in rete per la scelta del personale Assunzioni, albi al restyling Ridefiniti gli ambiti territoriali di appartenenza dei prof DI ANTIMO DI GERONIMO li albi regionali dei docenti saranno suddivisi in albi territoriali, articolati in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto (comune o sostegno). E i dirigenti scolastici sceglieranno i docenti facendo riferimento all’albo nel cui territorio risulterà compresa l’istituzione scolastica di riferimento. Lo prevede un emendamento all’articolo 6 del disegno di legge sulla scuola, attualmente al vaglio del parlamento (AC 2994). La modifica è stata proposta dai deputati del Pd (Rocchi, Carocci, Malpezzi, Ascani, Blazina, Bossa, Coccia, Crimì, D’Ottavio, Ghizzoni, Malisani, Manzi, Narduolo, Pes, Rampi,Romano, Rossi, Sgambato, Ventricelli, Mazzoli, Fabbri.). L’ e m e n d a m e n t o è i l 6.1007 e descrive sia i criteri che dovranno essere applicati dagli uffici per la definizione degli ambiti, sia il metodo che dovranno seguire i dirigenti delle istituzioni scolastiche coinvolte G ai fini della scelta dei docenti. L’obiettivo è di ridurre al minimo gli spazi di mobilità e di discrezionalità. In particolare, gli uffici scolastici regionali, dovranno prima acquisire il parere della regione e delle rappresentanze dei comuni. E poi dovranno definire l’ampiezza degli albi territoriali (su cui però sono attesi altri emendamenti chiarificatori che potrebbero meglio precisare i criteri), anzi tutto in relazione alla popolazione scolastica con attenzione alle situazioni territoriali. In più dovranno tenere conto del criterio di maggiore vicinanza delle istituzioni scolastiche. Infine dovranno anche considerare le caratteristiche geografiche del territorio. Il tutto con particolare riferimento alle aree interne montane e alle piccole isole. Fin qui la definizione dell’ambito geografico di riferimento. Nella fase successiva la palla passerà ai dirigenti scolastici delle scuole comprese nell’ambito. Che dovranno mettersi d’accordo tra loro per costituire «una rete finalizzata AL VIA IL DECRETO, MENO POTERI ALLE REGIONI Paritarie, i contributi arrivano già vincolati DI V EMANUELA MICUCCI ia libera al decreto del Miur che ha sbloccato le procedure per la concessione dei fondi a tutte le 13.625 scuole paritarie italiane: soldi che, però, saranno trasferiti agli uffici scolastici regionali con un decreto direttoriale di assegnazione non appena arriverà il visto della Corte dei Conti. I contributi ammontano a 471,9 milioni, destinati alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado, in possesso del riconoscimento della parità scolastica. Spiega il sottosegretario all’istruzione con delega alla parità scolastica Gabriele Toccafondi: «I fondi verranno assegnati in via prioritaria alle scuole che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro e che non sono legate a società aventi fini di lucro o da queste controllate. Le risorse vengono distribuite agli uffici scolastici regionali in base al numero di scuole, classi e alunni presenti sul territorio. Sono poi gli Usr a predisporre i piani di erogazione agli istituti». A livello regionale, per le scuole dell’infanzia paritarie il 20% dei fondi viene distribuito fra tutte le scuole con un minimo di 8 alunni iscritti e il restante 80% fra tutte le sezioni con un minimo di 15 alunni, fatta eccezione per gli istituti a sezione unica. Nelle primarie, invece, i fondi sono ripartiti in base al numero di classi con almeno 10 alunni, il numero di ore di sostegno previste dal piano educativo e dal numero di ore di insegnamento integrativo. Nelle medie e nelle superiori le risorse sono distribuite per il 20% tra le scuole con corsi di studio completi e almeno 8 studenti iscritti e per l’80% fra tutte le scuole con te minimo di 8 iscritti. «Le regioni non potranno più condizionare i fondi per le paritarie destinandoli ad altri scopi», commenta Pier Luigi Gigli (Pi-Cd) cofirmatario con Simonetta Rubinato (Pd) dell’emendamento alla Legge di Stabilità che ha fatto tornare tutti i contributi sotto un unico capitolo del bilancio del Miur. «Ma i tempi di erogazione dei contributi saranno ancora lunghi», sottolinea Rubinato. Così come quelli per i fondi regionali relativi al 2014, che il 15 aprile hanno ottenuto il via libera del Miur al trasferimento alle regioni. alla valorizzazione delle risorse professionali». Gli accordi dovranno tenere conto di linee guida che saranno emanate dal ministero dell’istruzione 30 giorni dopo l’emanazione della legge. Le linee guida indicheranno i principi per l’assegnazione di incarichi ai docenti compresi nell’albo territoriale e i criteri e le modalità per l’attribuzione di incarichi su insegnamenti opzionali o specialistici o di coordinamento e progettazione a docenti di una istituzione scolastica in altra o altre scuole della rete. Le convenzione dovrebbero recare anche delle disposizioni tale da evitare discriminazioni a danno dei docenti interessati. Infine, gli accordi dovranno definire i programmi di formazione del personale; le risorse da destinare alla rete per il perseguimento delle proprie finalità; forme e modalità per la pubblicità delle decisioni assunte, e dei rendiconti delle attività svolte; principi di governance della rete. L’assoggettamento al gradimento del dirigente scolastico, ai fini dell’attribuzione dell’incarico di docenza, non sarà applicato ai docenti già di ruolo. Sempre, però, che questi ultimi rinuncino per sempre ad esercitare il diritto a presentare la domanda di trasferimento o di passaggio. Tale vantaggio non è previsto per i docenti che risulteranno soprannumerari al 1° settembre 2015. È ragionevole ritenere che tale preclusione dovrà applicarsi anche ai docenti in esubero attualmente collocati nella dotazione organica provinciale (Dop). Infine, l’organico dei posti comuni e dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa, che prenderà il nome di organico dell’autonomia, sarà determinato sulla base del fabbisogno di posti individuato da ciascuna istituzione scolastica nel piano triennale dell’offerta formativa. Resta da vedere quale sarà il ruolo della contrattazione integrativa nella mobilità del personale docente. Il testo del disegno di legge 2994, comprensivo degli emendamenti, non prevede la cancellazione del tavolo negoziale. E fa espresso riferimento al diritto alla mobilità per i docenti già di ruolo. Sebbene prevedendo la sanzione dell’assoggettamento al sistema della chiamata diretta dagli albi territoriali. Il disegno di legge non dispone, infatti, l’abrogazione espressa della norma del decreto 165/2001 che regola la contrattazione integrativa. Il nuovo scenario, dunque, se da una parte conserva in via transitoria il vecchio sistema, dall’altra lascerebbe intravedere la possibilità di movimenti a domanda da un ambito territoriale all’altro. Anche su base interprovinciale. Tanto più che il diritto alla mobilità dei lavoratori è previsto sia dalla Costituzione che dalla normativa comunitaria. E in questo spazio potrebbe continuare a sopravvivere la contrattazione integrativa. Sebbene fortemente ridimensionata. © Riproduzione riservata Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI [email protected] L’OPINIONE Un patto tra famiglie e scuola per una nuova comunità educativa DI I ANTONIO COCOZZA* l merito più importante del ddl di rifoma della scuola è quello riportare la scuola al centro del dibattito pubblico, come un ambito su cui investire e non solo razionalizzare costi e tagliare spese improduttive. Nel testo legislativo si insiste molto sugli aspetti organizzativi, gestionali e di inquadramento professionale, rilanciando opportunamente il principio dell’autonomia scolastica e garantendo un organico dell’autonomia, a sostegno della programmazione triennale dell’offerta formativa. Non si riscontra però una chiara e precisa visione strategica, la definizione di una nuova mission della scuola nelle nostre società sempre più complesse, globalizzate e competitive. In questo nuovo scenario, serve una vision della scuola come comunità educante coesa ed eticamente responsabile, dove il dirigente non è semplicemente un manager, ma un leader educativo capace di attivare processi innovativi, governare con il consenso e incrementare la motivazioni del personale e degli stessi studenti, la condizione necessaria per poter migliorare i risultati della singola scuola e del sistema educativo più in generale. In questa direzione si muovono gli ultimi emendamenti al ddl, puntando ad un maggiore protagonismo dei docenti e una rinnovata partecipazione degli studenti e dei genitori alla vita della scuola, attraverso organismi ad hoc, su una serie di questioni cruciali: selezione dei docenti che compongono l’organico dell’autonomia; elaborazione del Piano triennale dell’Offerta formativa; innovazione tecnologica, didattica e metodologica; valutazione dei risultati; coinvolgimento degli attori sociali presenti sul territorio. In questa prospettiva, occorre ridefinire un «Patto per lo sviluppo educativo» che coinvolga tutti gli attori e accompagnare il processo di riforma con un consistente programma di formazione rivolto ai dirigenti scolastici e ai docenti, ma anche a studenti e genitori, in modo tale da «creare le condizioni» culturali e professionali per l’effettiva implementazione di quanto indicato nelle norme legislative. Inoltre, per rilanciare una nuova mission della scuola in Italia, il ddl dovrebbe recuperare due questioni strategiche sulle quali non si trova traccia nel testo presentato, relative al grave fenomeno della dispersione scolastica e all’elaborazione di una seria politica di orientamento scolastico, formativo e al lavoro permanente, che sia in grado di coinvolgere tutti gli attori interessati (dirigenti scolastici, docenti, studenti, famiglie, imprese, istituzioni locali e regionali, ecc.). Si tratta di realizzare un coinvolgimento consapevole e responsabile, capace di contribuire ad un progetto comune: far dialogare il mondo della scuola e quello del lavoro e delle professioni. *Università Roma tre e LUISS Gudo Carli © Riproduzione riservata Martedì 2 28 Aprile 2015 A Z I E N DA S C U O L A 39 Buona scuola, il servizio studi della camera denuncia norme confuse e un sistema non funzionale Presidi, Boldrini bacchetta Renzi Non si capisce come faranno a scegliersi gli insegnanti ANTIMO DI GERONIMO DI l Servizio studi della camera dei deputati bacchetta Renzi: il disegno di legge sulla scuola non è chiaro quando parla delle nuove competenze dei dirigenti scolastici. Nelle schede di lettura al disegno di legge AC 2994, i tecnici di Laura Boldrini lamentano che non si riesce a capire come faranno i presidi ad accaparrarsi i docenti che gli piacciono di più. Specie se lavorano in altre scuole e piacciono a più dirigenti contemporaneamente. E non è chiaro nemmeno come faranno ad attribuire incarichi a tempo determinato ai docenti che sono stati assunti a tempo indeterminato. Critiche che sono in gran parte coincidenti con quelle che sono state sollevate dalla commissione cultura della camera e su cui lo stesso Pd, e la sua relatrice, Maria Coscia, si sono impegnate a rivedere. I rilievi del Servizio studi assumono però particolare rilievo perché provengono da un organo terzo. Vediamo quali sono. In pratica non si riesce a capire se sarà cancellata I la figura del docente di ruolo e diventeranno tutti supplenti oppure no. E bisognerebbe che il legislatore spiegasse come faranno a farla franca gli insegnanti di ruolo che si rassegneranno a non chiedere più il trasferimento. Inoltre, sempre secondo il servizio studi, non va bene consentire ai dirigenti di utilizzare i docenti per l’insegnamento di qualsiasi materia: per lo meno bisognerebbe specificare che, per essere utilizzati in discipline diverse dalla propria, i docenti dovrebbero almeno possedere il titolo di studio di accesso. Infine, sempre secondo i tecnici della camera, la possibilità conferita ai dirigenti di derogare il numero minimo e massimo degli alunni nelle classi deve comunque fare i conti con le disposizioni di legge. E dunque, le eventuali deroghe dovrebbero comunque rimanere nell’ambito del 10% in più o in meno rispetto ai parametri ordinari. Per non parlare poi della precarizzazione dei docenti di ruolo. Sulla questio- Laura Boldrini ne degli incarichi triennali ai docenti di ruolo, gli esperti della camera spiegano che, per la copertura dei posti assegnati all’istituzione scolastica, il dirigente scolastico dovrà proporre incarichi di docenza di durata triennale rinnovabili ai docenti iscritti negli albi territoriali e al personale docente di ruolo già in servizio presso altra istituzione scolastica. Tale facoltà, dunque, potrà essere esercitata anche nei confronti di docenti di ruolo che non abbiano presentano L’INTERVENTO U MARIA MUSSINI* n passo indietro senza novità utili: la Buona scuola porta nel sistema d’istruzione un verticismo che perfino nell’impresa si è rivelato inefficace. Al di là del metodo discutibile, la preoccupazione ora sono i contenuti. Prima di tutto perché non sono frutto del lavoro collegiale di chi la scuola la conosce vivendola ogni giorno, al contrario della Legge di iniziativa popolare (Lip) «Per una buona Scuola della Repubblica», riproposta al Senato. E proprio i principi della Lip sono al centro della nostra battaglia in Parlamento, a cominciare dalla mancanza dell’organico funzionale, irrealizzabile con un numero di assunzioni che bastano appena alla stabilizzazione dell’organico di fatto, senza margine per ampliare l’offerta formativa. Aspetto per noi essenziale, poi, è la centralità dei docenti nella didattica: l’azione educativa e formativa non può dipendere dalle scelte del solo dirigente come prevede il ddl Giannini. Non c’è efficacia senza collegialità. Nella valutazione dei docenti il disegno di legge introduce meccanismi premiali individuali senza attenzione all’intero processo, mentre per noi istruzione ed educazione sono frutto di un lavoro di squadra, tanto più produttivo quanto più capace di autovalutarsi e quanto meno competitivo internamente. Da tempo la pedagogia e le buone pratiche scolastiche sono orientate dirigente scolastico che propone l’incarico e il dirigente dell’istituzione scolastica presso la quale il docente è già in servizio - appare opportuno un chiarimento». Il disegno di legge, infatti, non prevede alcun diritto di prelazione in capo al dirigente della scuola dove il docente presta attualmente servizio. In buona sostanza, dunque, all’inizio di ogni anno scolastico si potrebbe verifi care una sorta di situazione da mercato rionale in cui i presidi dovrebbero fare a gara a chi arriva prima. Siccome lo stipendio sarebbe uguale dappertutto, ancora una volta, a fare la differenza sarebbe la vicinanza a casa e, non ultima, la capacità del dirigente scolastico di piacere ai docenti a cui indirizza la proposta. Perché se di proposta si tratta (e questa sembrerebbe l’unica certezza) i docenti con maggiore capacità di seduzione potranno scegliere quale accettare. Quelli con meno appeal dovranno accontentarsi di quello che resta. Idem i dirigenti le cui proposte saranno rifiutate. © Riproduzione riservata LE PROVE SPOSTATE AL 6 E 7 MAGGIO Le assunzioni del ddl Giannini? Insufficienti per l’organico funzionale DI la domanda di trasferimento. Pertanto, bisognerebbe esplicitare quale sarà la posizione giuridica dei di tali docenti, qualora dovessero accettare l’incarico pur non avendo presentano la domanda di trasferimento e se possano essere fatti oggetto delle eventuali proposte di incarico da parte dei dirigenti. Infi ne, «con riguardo all’istituto di attribuzione degli incarichi da parte del dirigente», argomentano i tecnici di Montecitorio «sembrerebbe necessario chiarire come si coordini la previsione in base alla quale sono attribuiti incarichi a tempo determinato – seppur rinnovabili – con la previsione che destinatario di tali incarichi risulti personale assunto a tempo indeterminato (neoassunti ma anche personale già di ruolo)». E poi, se il docente piace a più dirigenti? Spiegano i tecnici della camera: «Al fine di evitare eventuali criticità in fase applicativa ad esempio, dal punto di vista del coordinamento fra il al cooperative learning&teaching e tale modello viene applicato alle aziende ad alto contenuto innovativo. Noi puntiamo su diagnosi e soluzione di conflitti e difficoltà, coinvolgendo anche genitori, studenti e personale Ata e affidiamo loro un ruolo propositivo, mentre il provvedimento governativo legittima solo gli attuali contributi economici delle famiglie. L’istruzione è un diritto garantito dalla Costituzione e non vogliamo che dipenda da sponsor privati perché le conseguenze sarebbero gravi in termini di aumento delle differenze su base geografica e di censo. Ci batteremo contro la Buona scuola-azienda e l’assunzione diretta da parte del dirigente che non è autonomo, ma rientra nella catena di nomine politiche che dal Ministero arriva alle singole scuole, passando per Regioni e Province. Il sistema produttivo può partecipare al funzionamento della scuola, tramite la fiscalità generale e valorizzando assunzioni per merito ma non può dettare le regole, quando non è ancora stato capace di affrontare le sfide che la crisi economica gli ha opposto, preferendo spesso all’innovazione la delocalizzazione e abbandonando tanti alla disoccupazione. *senatrice gruppo Misto, prima firmataria del ddl di riproposizione della Lip “Per una buona Scuola per la Repubblica” © Riproduzione riservata Caos test Invalsi Rinviati causa sciopero DI EMANUELA MICUCCI Prove Invalsi rinviate causa sciopero. L’annuncio ieri in una nota Invalsi inviata a tutte le scuole. Ma i Cobas annunciano vie legali per impedire lo spostamento e l’Ubs proclama uno sciopero breve proprio nelle nuove date dei test. La presidente Invalsi, Anna Maria Ajello, ha deciso per tutte le classi della scuola primaria lo slittamento delle prove già fissate per il 5 e 6 maggio rispettivamente al 6 e 7 maggio prossimo. Per il 5 maggio, infatti, i principali sindacati della scuola (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda) hanno convocato uno sciopero unitario contro la riforma La Buona Scuola. «Si tratta di uno spostamento di data dettato dalla responsabilità dell’Istituto di ricerca di assicurare la significatività scientifica dei dati», si legge sul sito dell’Invalsi, che precisa che la variazione di calendario è indipendente dall’adesione del personale docente e non docente allo sciopero del 5 maggio 2015. «Pertanto le prove della scuola primaria si dovranno svolgere comunque il 6 e il 7 maggio 2015, anche se ci fosse la disponibilità del personale il 5 maggio 2015». «Un campione statistico non adeguato - spiega l’Invalsi - renderebbe non attendibili i risultati delle prove che, da molti anni, vengono utilizzati da organismi nazionali e internazionali. A questo si aggiunga il notevole danno economico conseguente alla mancata utilizzazione dei somministratori esterni». «Una intollerabile imposizione, illegittima e antisindacale» del Miur, secondo il leader dei Cobas, Piero Bernocchi, che ricorda che il 6 maggio è convocato un altro sciopero «almeno per ora, promosso solo dai Cobas, mentre per il 7 la legge 146/90 impedisce di scioperare» poiché sarebbero tre giorni consecutivi. Di «soccorso del Miur ai sindacati confederali» parla invece l’Usb. Critica verso la decisione di sospendere le prove anche Gilda. © Riproduzione riservata 40 Martedì 28 Aprile 2015 A Z I E N DA S C U O L A Il Consiglio di stato ha dato ragione ai ricorrenti contro il Miur. Ora la partita del contenzioso Le Gae lievitano, nuovi ingressi Ammessi gli abilitati con diploma magistrale ante 2002 DI ANTIMO DI GERONIMO e graduatorie ad esaurimento si ingrossono. mentre il governo punta ad eliminarle, assumendo gli insegnanti iscritti, dall’altra parte i giudici ne allargano la consistenza ammettendo anche i candidati in possesso del diploma magistrale. Il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 è un titolo valido per l’iscrizione nelle graduatorie a esaurimento. E dunque, la preclusione del diritto dei possessori di tale titolo ad entrare nelle graduatorie provinciali per le assunzioni è illegittima. Lo ha stabilito, in via definitiva, la sesta sezione del Consiglio di stato con una sentenza depositata il 16 aprile scorso (1973/2015). Il collegio ha accolto il ricorso presentato da alcuni ricorrenti che lamentavano l’esclusione dalle graduatorie a esaurimento ed ha annullato il decreto ministeriale n. 235 del 2014: il provvedimento con il quale il ministero dell’istruzione ha disposto l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il triennio 2014-2017. L’annullamento riguarda la parte del decreto che non prevede la possibilità di inserimento in tali graduatorie dei docenti muniti del diploma di maturità magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. La questione era nata a seguito dell’accoglimento di un decreto straordinario al Presidente della Repubblica, per effetto del quale l’amministrazione aveva consentito ai possessori del diploma magistrale di accedere alla seconda fascia delle graduatorie di istituto (la fascia che include gli aspiranti docenti in possesso di abilitazione). Il ministero aveva ritenuto di doversi conformare all’esito del ricorso, perché la procedura di questa particolare forma di rimedio amministrativo prevede l’acquisizione del previo parere di una sezione del Consiglio di stato. E con tale parere, i giudici di palazzo Spada si erano pronunciati nel senso dell’esistenza del valore abilitante del diploma magistrale, purché conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. L’amministrazione, però, aveva ritenuto di non applicare lo stesso principio alle graduatorie a esaurimento. E all’atto dell’emanazione del decreto di aggiornamento delle graduatorie a esaurimento la preclusione nei confronti degli aspiranti abilitati solo con il diploma magistrale non era stata rimossa. Di qui l’esperimento dell’azione giudiziale davanti al giudice amministrativo. Che in primo L grado dava torto ai ricorrenti. Salvo cambiare idea in appello, disponendo l’annullamento del decreto e l’inserimento in graduatoria per i ricorrenti. Fin qui la vicenda del ricorso. Resta da vedere quali potranno essere i possibili risvolti in sede di contenzioso. Che si presentano alquan- Se il decreto è illegittimo, e i potenziali ricorrenti hanno diritto all’inserimento, il giudice da adire potrebbe non essere quello amministrativo, ma quello ordinario. E lì i termini sarebbero ben più ampi, perché seguirebbero la prescrizione del diritto: 5 anni to incerti, sia sotto il profi lo profilo della giurisdizione che per quanto riguarda i presupposti delle azioni. In primo luogo non è chiaro a quale giudice ricorrere. Se la materia rientra nella sfera del giudice amministrativo c’è un problema per i termini di impugnazione. Che risultano già abbondantemente scaduti. In questo caso l’azione avrebbe per oggetto l’impugnazione del decreto di riapertura delle graduatorie a esaurimento, che risale al 2014. E’ pur vero, però, che la notizia della lesività del decreto si è materializzata con il deposito della sentenza del Consiglio di stato, avvenuto il 16 aprile scorso. Dunque un’eventuale azione potrebbe risultare ancora nei termini (60 giorni). Ma se il decreto è illegittimo e, per questo motivo, i potenziali ricorrenti hanno diritto all’insserimento, il giudice da adire potrebbe non essere quello p amministrativo, ma quello a ordinario. E lì i termini sao rrebbero ben più ampi, perché sseguirebbero la prescrizione del diritto (5 anni). Anche se, d ai fini dell’insorgenza della a llesione del diritto che costittuisce presupposto dell’azione, gli interessati avrebbero n dovuto produrre domanda d di inserimento nei termini. d E solo dopo il rigetto della domanda avrebbero potuto d iintentare l’azione. Anche in questo caso, però, i termini q rrisulterebbero scaduti. Se non per l’azione, almeno per n la presentazione della domanda. In via residuale va valutata l’ipotesi di una riapertura dei termini per le domande da parte del ministero. Che risolverebbe definitivamente la questione senza ricorrere ai giudici. Ma secondo quanto risulta a Italia Oggi, l’amministrazione non sarebbe incline ad adottare tale soluzione. Infanzia e primaria, le immissioni sono a rischio DI CARLO FORTE Immissioni in ruolo a rischio nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Il 16 aprile scorso il Consiglio di Stato (1973) ha stabilito che il ministero dell’istruzione ha sbagliato a precludere l’accesso nelle graduatorie a esaurimento ai possessori del diploma magistrale. E ciò riapre la partita per individuare gli aventi diritto alle immissioni in ruolo previste dal piano straordinario di assunzioni del disegno di legge 2994. Secondo quanto risulta a Italia Oggi, i potenziali interessati sono almeno 50mila. Un numero enorme, che rischia di modificare totalmente la geografia delle graduatorie a esaurimento della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Secondo il Consiglio di stato, i possessori del diploma non avrebbero dovuto subire l’esclusione dalle graduatorie a suo tempo effettuata dal ministero. Proprio perché il diploma era da considerarsi titolo abilitante se conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Dunque, i diplomati magistrali avrebbero subito la lesione di un vero e proprio diritto. Che l’amministrazione avrebbe il dovere di garantire riaprendo i termini per l’inserimento nelle graduatorie. Trattandosi di una sentenza costituiva di annullamento, il provvedimento emesso dal Consiglio di stato ha determinato un vuoto normativo che l’amministrazione ha il dovere di riempire secondo quanto stabilito dai giudici. Se ciò avverrà, gli interessati saranno inseriti a pettine nelle graduatorie a esaurimento. E chi avrà punti a sufficienza, potrà legittimamente concorrere per le assunzioni. La procedura, però, avrebbe tempi lunghi: bisognerebbe riaprire i termini per la presentazione delle domande; l’amministrazione dovrebbe valutarle, gli uffici dovrebbero ripubblicare le graduatorie fissando un termine per i reclami. E solo al termine di tutte le procedure le graduatorie sarebbero nuovamente utilizzabili per le assunzioni. In caso di inerzia la parola ritornerebbe ai giudici. In un modo o nell’altro, il rischio è che non si faccia in tempo ad avere i docenti in cattedra al 1° settembre. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata NELLE PROSSIME SETTIMANE IL PROSPETTO DATI INPS PER DETERMINARE L’IMPORTO Insegnanti e Ata in fuga dalla scuola Le pensioni veleggiano a quota 35mila e più DI I NICOLA MONDELLI n crescita, a quota 35mila e più, i pensionamenti che scatteranno dal prossimo primo settembre. Anche se mancano comunicazioni ufficiali, le notizie che si possono acquisire presso gli uffici scolastici territoriali, sia sul numero delle domande di cessazione dal servizio che sarebbero state accolte dai predetti uffici scolastici, che sul numero dei collocamenti a riposo disposti d’ufficio a vario titolo o di autorità da parte dei dirigenti scolastici (in applicazione delle disposizioni contenute nell’art. 1, comma 5 del decreto legge n. 90/2014 e nella circolare n. 2 del 19 febbraio 2015 del ministro Madia), sembrano confermare la previsione fatta su ItaliaOggi di martedi 17 marzo 2015: il numero di nuovi pensionati è compreso tra i trenta e i trentacinquemila. Si potrebbe addirittura andare oltre aggiungendo le dispense per motivi di salute, i decessi e le rinunce al rapporto di lavoro, ma anche i collocamenti a riposo disposti dall’Inps in deroga alla normativa vigente (riforma Fornero) nei confronti del personale della scuola che nel corso dell’anno 2011 aveva fruito dei permessi per assistere parenti disabili e che poteva fare valere i requisiti anagrafici e contributivi richiesti appunto dalla normativa previgente l’entrata in vigore del decreto legge 201/2011, anche se maturati successivamente al 31 dicembre 2011. Si tratta, in ogni caso, di una autentica fuga non solo dalla scuola ma anche, se non soprattutto, da una normativa previdenziale altamente ballerina che per l’ immediato futuro non garantisce le condizioni giuridiche ed economiche attualmente in vigore. L’accoglimento della domanda di cessazione dal servizio e la conferma del diritto alla pensione sono tuttavia solo il primo, anche se il più importante, passo verso la sicurezza economica nella futura vita da pensionato. Il passo successivo è quello della conoscenza dell’ammontare del trattamento pensionistico quale dovrà essere determinato dall’Inps sulla base di “un prospetto dati” che nelle prossime settimane l’ufficio scolastico territoriale competente trasmetterà all’istituto di previdenza. Nel prospetto dati verranno riportati tutti gli elementi giuridici, retributivi e contributivi presenti nel fascicolo dell’interessato. Copia del suddetto prospetto verrà inviato anche al docente o personale Ata ciascuno dei quali potrà immediatamente fare rilevare eventuali incongruenze o errori. L’ammontare della pensione, come determinato dell’istituto di previdenza guidato da Tito Boeri, sarà invece loro comunicato mediante un atto formale che l’Inps invierà per posta. Dal momento di ricevimento dell’atto l’interessato avrà trenta giorni di tempo per impugnare il provvedimento qualora riterrà che la determina dell’istituto di previdenza non corrisponda ai contributi versati e agli anni di servizio. In assenza dell’atto formale il docente o il personale Ata potrà venire a conoscenza dell’ammontare della sua pensione solo al momento della riscossione della rate di settembre 2015. In tal caso, non infrequente, scatterebbe il termine per la presentazione del ricorso che va inoltrato a Roma, sede centrale dell’istituto di previdenza. © Riproduzione riservata Martedì 2 28 Aprile 2015 A Z I E N DA S C U O L A 41 Le novità del piano 2014/20120: +40% di risorse per alternanza, dispersione, adulti Pon, i fondi europei in tutta Italia Utilizzabili dalle 8.700 scuole e non solo dalle regioni del Sud di sviluppo regionale) e del Fes (Fondo sociale europeo) con un lternanza scuola-lavo- incremento di risorse del 40% ro, formazione profes- rispetto alla programmazione sionale dei docenti, at- precedente e che, per la prima tività laboratoriali. E volta, non si rivolge solo alle poi promozione delle eccellen- regioni in via di sviluppo del ze, potenziamento delle com- Paese, le 4 regioni convergenza petenze chiave, contrasto alla del Sud, ma a tutto il territorio dispersione scolastica. Ancora, nazionale. Estendendo così i potenziamento delle dotazioni beneficiari alle 8.730 istituziotecnologiche e degli ambien- ni scolastiche di ogni ordine e ti di apprendimento. Infine, grado, incluse le scuole dell’infanzia. sviluppo dei fa Ingenti Cpia (Centri le per l’istruziol risorse Particolare rilevanza europei ne degli adulassumeranno le azioche i Pon c ti) e rafforzane di sostegno delle attribuiscomento delle a scuole nel migliorano competenze n al Miur mento delle capacità per degli adulp i 4 assi di autovalutazione e d’interventi. Queste le d to: azioni messe to 3 miliarvalutazione in linea di in campo dad 19milioni con il Regolamento sul 300mila gli oltre 3 miSistema nazionale di euro, deliardi di fondi valutazione stinati per europei con il s il 70% alle Piano operaregioni tivo nazionale (Pon) 2014-2020 4-2020 «Per la meno sviluppate (Calabria, Scuola-Competenze e ambien- Campania, Sicilia, Puglia e ti per l’apprendimento», che il Basilicata), per il 23,6% alle Miur descrive in una circolare regioni sviluppate (Valle d’aaoperativa inviata il 15 aprile oista, Piemonte, Liguria, Lomalle scuole per metterle in con- bardia, Veneto, Trentino Alto dizioni di conoscere le oppor- Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, tunità offerte dal Pon. Un programma plurifon- Marche, Umbria e Lazio e per do, che unisce gli stanzia- il 6,4% alle regione transitorie menti del Fers (Fondo europeo (Abruzzo, Molise e Sardegna). DI EMANUELA MICUCCI A «Partiamo con una circolare informativa alle scuole, ma già nei prossimi giorni avremo il primo bando che riguarda il cablaggio degli istituti», spiega il ministro dell’istruzione Stefania Giannini sottolineando che le «risorse del Pon sono una straordinaria occasione per qualificare ulteriormente il sistema di istruzione». Ogni ufficio scolastico regionale avrà una struttura idonea e personale dedicato per garantire supporto alle scuole e l’efficacia delle attività programmate dalle istituzioni che sfrutteranno le opportunità dei fondi europei. Nel Centro Nord si darà particolare attenzione ai fabbisogni connessi alla forte presenza di alunni di origine straniera con il sostegno all’apprendimento della lingua italiana o la formazione degli insegnati sull’italiano L2, ma in queste regioni l’attenzione si focalizzerà sull’apprendimento linguistico attraverso docenti madrelingua o la mobilità studentesca. Borse per la frequenza di scuole estive, invece, per i docenti interessati al Clil, inoltre rafforzamento delle competenze in competer science per i licei e robotica per gli istituti tecnologici. A stage all’estero e in aziende innovative punta- SCUOLE&AUTONOMIA MATEMATICA E STATISTICA IN TESTA Ripetizioni on line per 7 studenti su 100 Frequentare lezioni private interattive? Piace sempre di più agli studenti. Dai risultati di una ricerca condotta da Docsity, il network di siti che offre servizi didattici on line per gli studenti, su 2000 universitari di tutta Italia è emerso che sta crescendo la domanda delle ripetizioni e dei servizi on line. In Italia il mercato, in fase di espansione, vede il 7% degli studenti che utilizzano le ripetizioni on line con il 100% di soddisfazione. Al primo posto i tutor più richiesti per le lezioni private sono quelli di matematica e statistica (30%) seguiti da quelli di diritto (18%). Il 57% dei tutor è laureato, il 28% sono professori liceali o universitari e infine il 10% hanno un titolo di dottorato. La scelta del tutor avviene spesso sulle referenze date da amici e compagni con il 44%, mentre risulta meno rilevante l’appartenenza alla stessa facoltà o università, criterio di scelta valido per il 22% del campione. Michela Dei © Riproduzione riservata no i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Non mancano azioni di sistema per lo sviluppo e il coordinamento degli Its e dei poli tecnici professionali. Sul fronte edilizia scolastica il Pon interverrà nelle sole regioni meno sviluppate, mentre nel Centro Nord si potranno utilizzare i programmi regionali. Particolare rilevanza assumeranno le azione di sostegno delle scuole nel miglioramento delle capacità di autovalutazione e valutazione in linea con il Regolamento sul Sistema nazionale di valutazione. Del resto, proprio la metodologia di intervento del Pon per la singola scuola prevede la predisposizione di un piano integrato di intervento come piano di miglioramento sulla base di un’autodiagnosi. © Riproduzione riservata IL PUNTO DEBOLE DELLA RIFORMA DEL GOVERNO La versione di Einstein formato multimediale La teoria di Einstein in versione multimediale con la nuova applicazione della casa editrice Zanichelli «Relativapp» un programma multimediale e interattivo per computer e tablet, che spiega con immagini e suoni i fondamenti della relatività speciale e generale di Einstein con una sezione completamente dedicata agli insegnanti. Attraverso l’app, disponibile sul sito Zanichelli, gli insegnanti possono consultare gratuitamente le risorse a disposizione per la propria area d’insegnamento. Hanno accesso a «idee per insegnare» riservate ai soli docenti come: verifiche, soluzioni degli esercizi dei libri, presentazioni in PowerPoint, materiale supplementare. Possono essere creare e gestire le classi virtuali che collegano l’insegnante con gli studenti tramite un invito o un codice di classe e usufruire del registro di classe e delle chat utili al docente per comunicare con gli allievi. L’iscrizione dello studente ad una classe virtuale avviene tramite la registrazione in myZanichelli e l’invito o la ricezione del codice di classe da parte dell’insegnante. Gli studenti avranno la possibilità di affrontare alcuni quesiti interattivi per allenarsi con correzione automatica degli errori che potranno svolgere nella sezione «test». È possibile per i docenti un periodo di sostituzione tramite il supplente a cui verrà affidata la gestione della classe nel periodo di sua assenza. L’iscrizione è rivolta anche ai docenti che insegnano all’estero. Info: http://online.scuola.zanichelli.it/relativita/ demo/ Michela Dei © Riproduzione riservata I progetti possono essere segnalati all’indirizzo: [email protected] Open data a scuola, facile a dirsi Ma devono essere pagate le licenze I DI GIOVANNI SCANCARELLO dati della scuola valgono come l’oro. Come l’oro ci sono diversi gradi di purezza del dato aperto (open data). Si oscilla in una scala che va da una a 5 stelle. I dati aperti della scuola valgono 5 stelle. Era stato l’ex ministro Francesco Profumo a sostenere che la massa critica dei dati dei milioni di cittadini interessati al mondo della scuola costituisce il sentiero principale di uscita dalla crisi economica e occupazionale del Paese. L’open data è entrato nella riforma della scuola con il ddl in discussione in parlamento che gli dedica un intero articolo, il quattordicesimo. In esso si legge che il ministero dell’istruzione garantisce stabilmente l’accesso e la riutilizzabilità dei dati pubblici del sistema nazionale di istruzione e formazione, pubblicando in formato aperto i dati relativi ai bilanci, alla valutazione, all’edilizia scolastica, ai contratti di lavoro, ai Pof, alle tecnologie, i materiali e le opere autoprodotte dalle scuole, oltre che i curricula di studenti e docenti. Dal vademecum sull’e-government pubblicato sul sito della Funzione pubblica si legge che «la disponibilità dei dati delle pubbliche amministrazioni è ormai espressamente preordinata alla riutilizzazione dei dati. Si tratta di un concetto introdotto nel nostro ordinamento dalla Direttiva 2003/98/CE del 17 novembre 2003 (recepita nel nostro ordinamento con il D. Lgs. n. 36/2006). La normativa comunitaria si basa sulla considerazione che i dati detenuti dalle Pubbliche Amministra- zioni costituiscono una vera e propria risorsa da sfruttare per la crescita economica e per la creazione di posti di lavoro e, pertanto, ne promuove il riutilizzo». Secondo la Open Knowledge Foundation «tutti devono essere in grado di usare, riutilizzare e ridistribuire i dati e per questo non devono essere poste discriminazioni di ambiti di iniziativa in riferimento a soggetti o gruppi. E anche il settore educativo sembra non poter sfuggire alla liquidità di Internet. Tuttavia c’è un punto debole ed è quello della proprietà intellettuale dei dati. Sempre dal suddetto vademecum: «Nella prassi, mutuando le categorie delle licenze del software, si usa distinguere tra due macrotipologie di licenze anche in relazione alla pubblicazione e diffusione di dati ed informazioni, quelle di tipo chiuso e le licenze di tipo aperto, per cui le licenze possono distinguersi in relazione ai diversi diritti concessi sull’ opera tutelata dal diritto d’autore ai sensi della Legge n. 633/1941». Le licenze di tipo chiuso, quelle che utilizzano il simbolo © per intenderci, sono la soluzione più diffusa. L’utente potrà in questo caso limitarsi a utilizzare il documento ma, senza consenso dell’autore, il trattamento dovrà limitarsi alla sola consultazione. Ecco che da “5 stelle” il dato aperto perde di valore. Insomma, sono con nuovi e cospicui investimenti, la trasparenza oltre ad essere pubblica avrebbe anche finalità di interesse pubblico. © Riproduzione riservata 42 Martedì 28 Aprile 2015 A Z I E N DA S C U O L A L’ESPERTO RISPONDE/Il caso di un docente che gode della 104 per la zia ultraottantenne Assiste parente disabile al 100% Il prof va escluso dagli esuberi Se inserito nella graduatoria, non resta che la via legale S le condizioni fisiche e familiari nelle quali si trova. Posso fare qualcosa per risolvere tale problema? Giuseppe Sardella – Trani ono un docente di scuola media superiore di 2° grado, sono beneficiario della legge 104/92 in quanto unico referente per l’assistenza alla propria zia (sorella di suo padre) che è invalida al 100%, ultraottantenne. Non è coniugata, non ha figli, i genitori sono ovviamente deceduti, e l’unica sorella vivente risiede a Torino mentre mio padre, suo fratello, è deceduto. Ad oggi beneficio esclusivamente dei tre giorni di permesso mensili, mentre in occasione della redazione delle graduatorie di istituto per gli esuberi non ne sono stato escluso. Chiedo pertanto se è stata legittima la mia non esclusione dalla graduatoria. Capisco le problematiche che l’applicazione della legge 104/92 implica, ma chiedo nel caso specifico, ove dovessi essere trasferito in altro comune, chi potrà occuparsi di mia zia nel- Vorrei fruire di un paio di giorni di permesso per partecipare a un corso di formazione organizzativo da un’associazione accreditata presso il Miur, ma il dirigente scolastico mi ha detto di avere delle perplessità circa il mio diritto al permesso perché sono precaria. Valeria Bucciante Foggia La clausola negoziale di riferimento è l’articolo 64 del vigente contratto di lavoro, che non fa differenze tra docenti di ruolo e docenti precari. Tale orientamento coincide con quello dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni reso noto con Tutti i a materia oggetto del quesito è disciplinata dall’art. 7 del contratto collettivo L nazionale integrativo concernente la mobilità del personale docente per l’anno scolastico 2015/2016. Ad avviso dello scrivente la situazione illustrata nel quesito avrebbe dovuto comportare la sua non inclusione nella graduatoria per l’individuazione del perdente posto. Chieda al dirigente scolastico di fornirle per iscritto le motivazioni della sua non esclusione dalla graduatoria. Ottenute le motivazioni chiede ad una organizzazione sindacale di esperire il tentativo di conciliazione. In alternativa affidi la pratica ad un legale. Franco Bastianini una provvedimento del 25 maggio 2013. Antimo Di Geronimo Ai collaboratori la riforma non si applica Sono un collaboratore scolastico di ruolo in servizio in una scuola con diversi plessi e una sezione staccata. Si parla di attribuire al dirigente scolastico l’esclusivo diritto di assegnare le classi ai docenti. Ciò vale anche per il personale amministrativo ed ausiliario? Giovanni Lucidi Roma Anche se fossero confermate le voci sull’attribuzione al dirigente scolastico del diritto esclusivo a d assegnare le classi Martedì su ItaliaOggi il settimanale del martedì al servizio dei professionisti dell’istruzione: operatori didattici, presidi e insegnanti per Lei a meno di 1€ a settimana CON L’ABBONAMENTO UN ANNO A SOLI 43,00 Se il titolare non rientra la supplenza è prorogata Sono una docente precaria collocata al secondo posto nella graduatoria di istituto di una scuola dove si è assentata una collega ed è stata nominata una docente che risulta collocata in graduatoria dopo di me perché all’epoca io lavoravo in un’altra scuola. Da lunedì scorso la titolare ha prolunga- to l’assenza, ma la scuola non mi ha interpellata, sebbene io fossi libera, ed ha prolungato l’incarico alla supplente che già lavorava su quella cattedra. È corretto tutto ciò? Mario Scebba Palermo L’amministrazione ha agito correttamente. In questi casi l’istituto di riferimento è la proroga del contratto, che consiste in uno slittamento in avanti del termine di scadenza del contratto in essere, motivato dall’esigenza di osservare il principio di continuità didattica (si veda la sentenza della Corte di cassazione, sezione lavoro, 5636 del 9 marzo 2009). Il riferimento normativo è costituto dall’articolo 7, comma 4, del decreto ministeriale 131/2007: «Per ragioni di continuità didattica, ove al primo periodo di assenza del titolare ne consegua un altro, o più altri, senza soluzione di continuità o interrotto solo da giorno festivo o da giorno libero dall’insegnamento, ovvero da entrambi, la supplenza temporanea viene prorogata nei riguardi del medesimo supplente già in servizio, a decorrere dal giorno successivo a quello di scadenza del precedente contratto». Antimo Di Geronimo © Riproduzione riservata I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo: [email protected] FAX POSTA E-MAIL Invii il coupon al numero verde Spedisca il coupon in busta chiusa a: Spedisca una e-mail con la richiesta a: 800-822 196 ItaliaOggi, Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano [email protected] Sì, desidero sottoscrivere l’abbonamento annuale a ItaliaOggi del martedì (52 numeri) a € 43,00 anziché € 62,40, con lo sconto di oltre il 30% Nome Cognome Professione Indirizzo Cap N. Città Prov. Telefono / Cell. E-mail MODALITÀ DI PAGAMENTO I1500156 !Bollettino di conto corrente postale che mi invierete !!B onifico bancario intestato a: Italia Oggi Editori Erinne Srl, Banca Popolare di Sondrio, codice IBAN IT80V0569601600000008868X74 (specificare causale di pagamento) !Addebito sulla mia Carta di Credito !CartaSi/Visa !Diners !CartaSi/Visa/Eurocard/MasterCard !American Express !BankAmericard N. Data Scad. Firma Il costo dell’abbonamento è interamente deducibile dal reddito professionale e d’impresa, a norma degli articoli 54 e 56 del tuir. anziché € 62,40 Sconto di oltre il Le cose stanno diversamente, la Suprema corte ha chiarito in via definitiva che il mutamento del titolo del titolo dell’assenza interrompe la fruizione del precedente congedo e fa scattare la nuova tipologia di assenza. Si veda la sentenza della sezione lavoro n.1316/2913. Carlo Forte ai docenti, la norme non si applicherebbe al personale Ata nei cui confronti dovrebbero, a nostro avviso, continuare a trovare applicazione le disposizioni contenute nella nota ministeriale n. 6900 del 1° settembre 2011. Il dirigente scolastico, si legge tra l’altro nella nota, su richiesta degli interessati presentata prima dell’inizio delle lezioni, assegna il personale Ata alle sedi associate, alle succursali e ai plessi sulla base dei seguenti criteri:mantenimento della continuità nella sede occupata nell’anno scolastico in corso; maggiore anzianità di servizio; disponibilità del personale stesso a svolgere specifici incarichi previsti dal contratto nazionale di lavoro. Franco Bastianini Azienda Scuola € Mi trovo attualmente in congedo parentale e il mio bambino si è ammalato. Ho inviato a scuola il certificato del pediatra, ma mi hanno detto che intendono continuare a considerarmi in congedo parentale, perché non si può fruire di un tipo di assenza quando se si sta fruendo di un altro tipo di assenza. È davvero così? Trifona Palumbo Adelfia (BA) 30 % 19,40 di RISPARMIO Ben 16 numeri GRATIS Ben € WWW.CLASSABBONAMENTI.COM Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. I dati personali che la riguardano verranno trattati per dare esecuzione all’abbonamento a ItaliaOggi da Lei richiesto e, in caso di suo consenso, per finalità di marketing di prodotti/servizi di ItaliaOggi Editori - Erinne Srl e/o di società collegate e/o controllate e/o controllanti e/o di terzi. Ciascuna società, in caso di Suo consenso, acquisterà la veste di autonomo Titolare del Trattamento. Il conferimento dei dati è necessario per dare seguito all’abbonamento. Lei potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art. 7 d.lgs 196/03 rivolgendosi a ItaliaOggi Editori - Erinne Srl. I dati non verranno diffusi e verranno trattati nell’ambito dell’organizzazione del Titolare da soggetti qualificati come incaricati. Titolare del trattamento è ItaliaOggi Editori - Erinne Srl - Via Burigozzo, 5 Milano. Un elenco completo degli eventuali soggetti terzi che collaborano con il Titolare in qualità di responsabili è a disposizione su richiesta presso la sede del Titolare. Consento all’attività di marketing inerente ai prodotti/servizi del Titolare e/o di società collegate e/o controllanti e/o controllate. SI Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi. SI " P Permessi i iin fformazione i per i precari La malattia interrompe il congedo parentale NO NO OFFERTA VALIDA FINO AL 31/12/2015, SOLO PER L’ITALIA Martedì 28 Aprile 2015 43 Mercati IN EDICOLA C CON & Finanza Milano +1,62%. Molto bene le aste di Ctz. In netto calo lo spread Btp-Bund a 120 pb Il Ftse Mib va, spinto da Atene Sull’onda di voci sul cambio del piano per Bruxelles N on accenna a calmarsi il clima di incertezza, che da settimane grava sulle borse per la crisi in atto tra il governo greco e l’Unione europea. Ieri è bastata la voce che Atene stava rivedendo alcuni punti chiave del suo progetto di rientro dal debito e l’annuncio di un rimpasto della delegazione greca a Bruxelles, che tutti i listini, da negativi, hanno virato in positivo nella tarda mattinata. Il sentiment si è mantenuto inalterato fino alla chiusura. Il Ftse Mib ha chiuso a 23.806 punti, +1,62%. Bene anche Cac 40, +1,3%, Dax +1,93%, Ftse 100 +0,47%. A metà seduta, a New York, dopo un avvio in aumento, le borse hanno perso alcune posizioni: Dow Jones invariato, S&P 500 -0,1%, Nasdaq Composite -0,28%. Il ministero dell’economia ha collocato con successo 2 mld di Ctz a 2 anni, al tasso dello 0,079%, nuovo minimo record con un bid to cover del 2,03%. Collocati anche 750 mln di Btpei indicizzati al 2021, con tasso negativo di -0,16% e Btpei al 2024 allo 0,22%. Lo spread Btp-Bund è sceso in modo deciso: partito da 130 pb, con un rendimento dell’1,44%, ha poi chiuso a 120 pb all’1,37%. A piazza Affari, in evidenza Mediaset (+8,23%), Mediolanum (+4,63%), Azimut (+1,7%), Saipem (+6,62%), Salini Impregilo (+5,11%). Vendite, invece, su Salva- Banche positive Nel 2015 altre 67 aziende di Elite Sono 67 le società che entrano quest’anno in Elite, il programma ideato nel 2012 da Borsa italiana per accelerare la crescita delle imprese. Con i nuovi ingressi (26 dall’Italia, 16 dall’Inghilterra e 25 da altri paesi europei) salgono a 271 le società coinvolte, oltre a 150 advisor e 80 investitori. «Possiamo dire che oggi Elite è un programma internazionale», ha affermato Raffaele Jerusalmi, a.d. di Borsa italiana, in collegamento con Milano da Londra, dove ieri mattina le aziende partecipanti al progetto hanno suonato metaforicamente la campanella di avvio contrattazioni Elite è stato creato per supportare le aziende nella realizzazione dei loro progetti di crescita, dando loro accesso a numerose opportunità di finanziamento, migliorando la visibilità e attrattività e affiancando il management in un percorso di cambiamento culturale e organizzativo. Diverse aziende neoammesse, dalla Zanzar sistem di Taranto (leader nella produzione di zanzariere) alla Uno Maglia di Arezzo, tore Ferragamo (-2,49%) e Telecom Italia (-1,94%). Bene i bancari: Bper +3,52%, Popolare Milano +1,9%, Mediobanca +3,52%, Intesa Sanpaolo +2,6% e Unicre- hanno spiegato di puntare soprattutto ad acquisizioni. Per il gruppo emiliano Bertazzoni, che dal 1882 produce ed esporta cucine in 60 paesi, Elite è «una sfida culturale». L’a.d., Paolo Bertazzoni, ha precisato che la quotazione in borsa «al momento» non rientra nei progetti della società. Tra le 26 società italiane ammesse quest’anno, figurano anche la brianzola Gelsia reti (che fa capo all’omonima multiutility di Seregno) e l’agenzia di viaggio online Yalla Yalla. © Riproduzione riservata dit +2,1%. Rialzi frazionali, invece, per Banca Mps (+0,61%) e Banco popolare (+0,91%). Nel resto del listino, forti aumenti per Fiera Milano !"#$%$&'(")*+$*&',$' -+**$'$'."!%%$',$')%$&/$0'1&/,$0'2$3)#0'4)*!"$! ."$4!'2$'.&22&/&'5!((!"!'(")*+$*)4!/*!'4!/*"! 2$'1&"4)/&'2+'6667$*)5$)&(($7$*84!"3)*$'35$33)/,&' 2+5'"$9+),"&')',!2*")'Quotazioni'Realtime (+11,16%) e F.N.Mi (+7,89%), per Sias (+6,7%) ed Eurotech (+7,06%). Sull’Aim Italia è proseguito il rally di Innovatec (+13,67%). Quanto all’euro, ha chiuso a 1,0865 dollari e 129,46 yen, ma nel tardo pomeriggio è salito a 1,0907 dollari. Infine, il petrolio: a metà seduta, a New York, il Wti segnava 56,91 dollari al barile, contro i 64,63 dollari del Brent a Londra. Si prospetta un buon primo trimestre per le banche italiane. Se lo aspettano gli esperti di Exane, che in un report affermano che i primi tre mesi dovrebbero evidenziare dati «buoni», con una redditività sostenuta da solide commissioni ed elevati guadagni legati alla componente di trading. Il margine di interesse, invece, dovrebbe continuare a scendere. Le stime di eps adjusted sono state alzate. Gli esperti mantengono una visione positiva sulle popolari (outperform su Banco popolare, Popolare Milano, Bper e Creval e neutral su Ubi banca) con possibile M&A che potrebbe partire nel 2015. Tra gli altri bancari, Exane preferisce ancora Intesa Sanpaolo a Unicredit (entrambe neutral) mentre Banca Mps resta buy (outperform). Alzati, infine, i target di Banca Mps (0,62 euro, da 0,55 euro), Bper (9,3 euro, da 8,6), Popolare Milano (0,85 euro da 0,84) Banco popolare (14,4 euro da 14), Creval (1,4 euro da 1,3), Intesa Sanpaolo (2,9 euro da 2,65), Ubi banca (6,5 euro da 5,9) e Unicredit (6,1 euro da 5,7). © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata TA S S I E VA L U T E Cambi Divisa Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali Tassi e dati macro Valuta/ Euro U.i.c. prec. Var. ass. Cross su $ Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta Corona Ceca 27,441 27,454 -0,0130 25,3567 Tasso ufficiale di riferimento 0,05 0,15 0,10 Corona Danese 7,4608 7,4607 0,0001 6,8941 Rendistato Bankitalia(lordi) 1,03 0,93 0,10 Corona Norvegese 8,4345 8,475 -0,0405 7,7938 Tasso Inflazione ITA -0,10 -0,10 0,00 Corona Svedese 9,3562 9,3816 -0,0254 8,6455 Tasso Inflazione EU -0,20 -0,40 0,20 Dollaro Australiano 1,3867 1,3884 -0,0017 1,2814 Indice HICP EU-12 119,80 117,30 2,50 Dollaro Canadese 1,3155 1,3118 0,0037 1,2156 HICP area EURO ex tobacco 117,20 115,87 1,33 Dollaro N Zelanda 1,425 1,4305 -0,0055 1,3168 Tasso annuo crescita PIL ITA -0,50 -0,50 0,00 Dollaro USA 1,0822 1,0824 -0,0002 - Tasso di disoccupazione ITA 13,26 11,73 1,53 Fiorino Ungherese 301,21 301,48 -0,2700 278,3312 Franco Svizzero 1,0367 1,0338 0,0029 0,9580 Rand Sudafricano 13,1046 13,1863 -0,0817 12,1092 Sterlina GB 0,7162 0,7159 0,0003 0,6618 Yen Giapponese 129,23 129,36 -0,1300 119,4142 Zloty Polacco 4,0037 4,0131 -0,0094 3,6996 LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat. Il primo quotidiano finanziario italiano Tassi Euro E.O.N.I.A. Scadenza E.O.N.I.A. Scadenza 1 sett 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi -0,043 -0,081 -0,094 -0,106 -0,115 -0,120 6 mesi 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 12 mesi -0,124 -0,127 -0,131 -0,132 -0,134 -0,138 Preziosi e metalli Den. Let. Preziosi ($ per oncia) Oro 1176,29 1176,49 Argento 15,7 15,73 Palladio 770,2 773,5 Platino 1120,2 1123,6 Metalli ($ per tonn.) Aluminium 1823 1822,5 Rame 6030 6025 Piombo 2064 2063,5 Nickel 13195 13190 Den. Stagno 15850 Zinco 2245 Monete e Preziosi (quote in €) Sterlina (v.c) 253,47 Sterlina (n.c) 258,51 Sterlina (post 74) 258,51 Marengo Italiano 196,48 Marengo Svizzero 194,42 Marengo Francese 194,08 Marengo Belga 194,08 Let. 15825 2244 284,05 297,43 297,43 219,03 215,65 213,45 213,46 Euribor Irs Euribor Scadenza Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera 1 Sett. 2 Sett. 1M 2M 3M 6M 9M 12 M Fonte: EMMI -0,082 -0,072 -0,034 -0,016 -0,001 0,066 0,115 0,172 Valori al 24/04/2015 Btp Btp Scadenza Rendimento 2Yr BTP 3Yr BTP 5Yr BTP 10Yr BTP 30Yr BTP 0,154 0,234 0,548 1,359 2,326 1 anno 0,041 0,081 2 anni 0,046 0,086 3 anni 0,080 0,120 4 anni 0,133 0,173 5 anni 0,192 0,232 6 anni 0,252 0,292 7 anni 0,316 0,356 8 anni 0,378 0,418 9 anni 0,436 0,476 10 anni 0,486 0,526 12 anni 0,572 0,612 15 anni 0,664 0,704 20 anni 0,746 0,786 25 anni 0,772 0,812 30 anni 0,790 0,830 MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DIPARTIMENTO PER L’ENERGIA Direzione Generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche • Divisione VI Determinazione conclusiva del procedimento per l’esame dell’istanza di proroga del termine di fine lavori di cui all’articolo 6 del Decreto Direttoriale 14 marzo 2012, di autorizzazione alla costruzione con accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità del metanodotto “Paliano-Busso”, richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. PREMESSO che la Società Gasdotti Italia S.p.A. (SGI), operante nel settore del trasporto e dispacciamento di idrocarburi liquidi e gassosi, con D.M. 14 marzo 2012 è stata autorizzata alla costruzione ed esercizio del metanodotto di 1a specie DN500 (Ø20”) denominato “PALIANO (FR) – BUSSO (CB)” ai sensi dell’art. 52-quinquies, comma 2, del D.P.R. n. 327 del 2001, come modificato ed integrato dal D.Lgs. n. 330 del 2004, al fine di potenziare il sistema di trasporto “ReteSud” di proprietà S.G.I., attualmente costituito dalla dorsale principale in alta pressione DN 14” “Larino-Colleferro”, che si estende per circa 215 km; - il nuovo metanodotto interessa gli ambiti territoriali delle regioni Lazio, Campania e Molise rispettivamente per una lunghezza di 99 km nel Lazio, di 6 km in Campania e di 65 km in Molise; - il progetto prevede inoltre la realizzazione di opportune derivazioni per il collegamento reciproco delle due linee e delle utenze allacciate lungo il percorso, come meglio precisato nelle relazioni tecniche allegate alla documentazione progettuale presentata; CONSIDERATO che la Società Gasdotti Italia S.p.A. ha presentato istanza motivata di richiesta di proroga del termine di fine lavori previsto all’articolo 6 del Decreto Direttoriale di autorizzazione del 14 marzo 2012; RITENUTO che le motivazioni a supporto dell’istanza sono state che: - il rilascio delle autorizzazioni, nulla osta e/o concessioni, come stabilito dalle prescrizioni previste nei pareri espressi dagli Enti e/o Amministrazioni interessati, le cui richieste sono state avviate dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. contestualmente all’avvio dei lavori di costruzione dell’opera, a causa degli approfondimenti tecnico-procedimentali e delle indagini geognostiche e ambientali nel contempo richiesti e prescritti, si è protratto nel tempo per motivi non imputabili alla società stessa, procurando un rallentamento ai lavori di costruzione dell’opera già appaltata; - le attività di indagine preliminare propedeutiche all’approntamento dei cantieri e al successivo avanzamento dei lavori hanno subìto ritardi a causa delle prescritte azioni di archeologia preventiva, in ottemperanza al D.Lgs. 163/2006 art. 96, comma 1, lett. a) e b), e in particolare di sorveglianza e scavo stratigrafico in fase di esecuzione delle opere di posa del metanodotto, visti i notevoli ed ingenti ritrovamenti rinvenuti, inizialmente non preventivabili e che hanno comportato lunghe campagne di indagine; - le avverse condizioni meteorologiche nei primi 6 mesi di lavoro e nel corso dell’inverno 2013, con livelli di piovosità eccezionali nel molisano, hanno provocato sospensioni e rallentamenti nell’esecuzione dei lavori, i quali sono attualmente ancora in corso per il completamento delle restanti tratte del metanodotto stesso. CONSIDERATO che, con nota prot. 366 del 9 gennaio 2015, questo Ministero ha richiesto l’acquisizione dei pareri di competenza e le deliberazioni previste dalla normativa alle Regioni interessate dal procedimento; VISTA la nota prot. n. 31697/2015 del 19 marzo 2015 con la quale la Regione Molise – Direzione Generale – Servizio Programmazione Politiche Energetiche – ha espresso parere favorevole per la concessione della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. VISTA la nota prot. 154324 del 19 marzo 2015 con la quale la Regione Lazio – Direzione Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative – Area Conservazione Qualità dell’Ambiente e Valutazione Impatto Ambientale – Ufficio V.I.A. – ha espresso il proprio nulla osta alla concessione della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. VISTA la nota prot. 2015.0198525 del 23 marzo 2015 con la quale la Giunta Regionale della Campania – Direzione Generale per l’Ambiente e l’Ecosistema – UOD Valutazioni ambientali – ha espresso il proprio nulla osta alla concessione della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. VALUTATE le specifiche motivazioni a sostegno della richiesta, da ritenersi fondate in quanto i ritardi non sono imputabili alla società istante, e tenuto conto dei pareri positivamente espressi dagli Enti interessati; DETERMINA Il procedimento, avviato a seguito di istanza della Società Gasdotti Italia S.p.A. del 15 dicembre 2014, acquisita al prot. n. 24506 del 16 dicembre 2014, con la quale è stata chiesta la proroga del termine di fine dei lavori, previsto dall’art. 6 del D.M. di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso”, fino al 14 marzo 2017 e cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli altri effetti del D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della pubblica utilità, fatto salvo il termine di validità di cui all’art. 26 del D.Lgs. n. 152/2006 per la Valutazione di Impatto Ambientale, si è concluso positivamente. Sussistono pertanto tutti i presupposti per l’emanazione del provvedimento di concessione di proroga del termine di fine dei lavori di cui all’articolo 6 del D.M. 14 marzo 2012 di autorizzazione alla costruzione ed esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso”, i lavori di costruzione del metanodotto dovranno concludersi entro il 14 marzo 2017 e cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli effetti del D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della pubblica utilità, fatto salvo il termine di validità di cui all’art. 26 del D.Lgs. n. 152/2006 per la Valutazione di Impatto Ambientale. Roma, 27/03/2015 Il Dirigente (dott.ssa Concetta Cecere) DIPARTIMENTO PER L’ENERGIA Direzione Generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche Il Direttore Generale VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni e integrazioni, recante disposizioni sulla procedura di semplificazione dei procedimenti amministrativi. VISTO il D.Lgs. 23 maggio 2000, n. 164. VISTO il D.M. 22 dicembre 2000 del Ministero delle Attività Produttive, già Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato ora Ministero dello Sviluppo Economico concernente l’individuazione e l’aggiornamento della Rete Nazionale Gasdotti ai sensi dell’art.9 del D.Lgs. 23 maggio 2000, n. 164 e i successivi decreti di aggiornamento, l’ultimo dei quali emanato in data 21 ottobre 2010. VISTO il D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, concernente “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni Pubbliche”. VISTI gli artt. 52 bis, 52 ter, 52 quater e 52 quinquies del D.Lgs. 27 dicembre 2004, n. 330, recante norme integrative del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327. Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità, in seguito denominato “Testo Unico”. VISTO l’art. 26, comma 6, del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 VISTA la favorevole pronuncia di compatibilità ambientale rilasciata dalla regione Molise nella riunione del Comitato Tecnico V.I.A. del 12 aprile 2011. VISTA la favorevole pronuncia di compatibilità ambientale rilasciata dall’Assessorato all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio il 20 aprile 2011, individuato come l’autorità competente in materia di V.I.A. VISTA la favorevole pronuncia di compatibilità ambientale rilasciata dalla Giunta Regionale della Campania con Decreto Dirigenziale n. 350 del 20 maggio 2011. VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 454 del 14 giugno 2011 Regione Molise – Assessorato all’Ambiente – Direzione Generale VI – Servizio Conservazione della Natura e V.I.A. – Giudizio di compatibilità ambientale – di intesa con le Regioni Campania e Lazio VISTO il decreto 14 marzo 2012 con il quale il Ministero dello Sviluppo Economico ha rilasciato l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso”. VISTA l’istanza della Società Gasdotti Italia S.p.A. del 15 dicembre 2014, acquisita al prot. n. 24506 del 16 dicembre 2014, con la quale chiede motivatamente la proroga del termine di ultimazione dei lavori fissato dall’art. 6 del D.M. di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso” fino al 14 marzo 2017 e cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli altri effetti del D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della pubblica utilità. VISTA la nota prot. 31697/2015 del 19 marzo 2015 con la quale la Regione Molise – Direzione Generale – Servizio Programmazione Politiche Energetiche – ha espresso parere favorevole per la concessione della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. VISTA la nota prot. 154324 del 19 marzo 2015 con la quale la Regione Lazio – Direzione Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative – Area Conservazione Qualità dell’Ambiente e Valutazione Impatto Ambientale – Ufficio V.I.A. – ha espresso il proprio nulla osta alla concessione della proroga al termine dei lavori, così come richiesto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. CONSIDERATO che: - con D.M. del 14 marzo 2012 questo ministero ha autorizzato, ai sensi degli artt. 52 bis, 52 ter, 52 quater e 52 quinquies del D.Lgs. 27 dicembre 2004, n. 330, recante norme integrative del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione, la costruzione e l’esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso”, con approvazione del progetto definitivo, accertamento della conformità agli strumenti urbanistici vigenti, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione della pubblica utilità dell’opera suddetta, per la durata di anni cinque dalla data del presente decreto, riconoscendone altresì l’urgenza e l’indifferibilità; - l’art. 6 del predetto decreto sancisce che i lavori di costruzione del metanodotto dovranno iniziare e concludersi rispettivamente entro i termini di anni uno e tre dalla data del provvedimento di autorizzazione; RITENUTO che: - il rilascio delle autorizzazioni, nulla osta e/o concessioni, come stabilito dalle prescrizioni previste nei pareri espressi dagli Enti e/o Amministrazioni interessati, le cui richieste sono state avviate dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. contestualmente all’avvio dei lavori di costruzione dell’opera, a causa degli approfondimenti tecnico-procedimentali e delle indagini geognostiche e ambientali nel contempo richiesti e prescritti, si è protratto nel tempo per motivi non imputabili alla società stessa, procurando un rallentamento ai lavori di costruzione dell’opera già appaltata; - le attività di indagine preliminare propedeutiche all’approntamento dei cantieri e al successivo avanzamento dei lavori hanno subìto ritardi a causa delle prescritte azioni di archeologia preventiva, in ottemperanza al D.Lgs. 163/2006 art. 96, comma 1, lett. a) e b), e in particolare di sorveglianza e scavo stratigrafico in fase di esecuzione delle opere di posa del metanodotto, visti i notevoli ed ingenti ritrovamenti rinvenuti, inizialmente non preventivabili e che hanno comportato lunghe campagne di indagine; - le avverse condizioni meteorologiche nei primi 6 mesi di lavoro e nel corso dell’inverno 2013, con livelli di piovosità eccezionali nel molisano, hanno provocato sospensioni e rallentamenti nell’esecuzione dei lavori, i quali sono attualmente ancora in corso per il completamento delle restanti tratte del metanodotto stesso. VALUTATE le specifiche motivazioni a sostegno della richiesta, da ritenersi fondate in quanto i ritardi non sono imputabili alla società istante, e tenuto conto dei pareri positivamente espressi dagli Enti interessati; VISTA la determina dirigenziale del 27 marzo 2015 con la quale il procedimento si è chiuso positivamente. DECRETA Art. 1 A modifica dell’art. 6 del D.M. 14 marzo 2012 di autorizzazione alla costruzione ed esercizio del metanodotto denominato “Paliano-Busso”, i lavori di costruzione del metanodotto dovranno concludersi entro il 14 marzo 2017 e cioè fino alla data di cessazione di efficacia degli altri effetti del D.M. stesso, con conseguente adeguamento dei termini di durata del connesso vincolo preordinato all’esproprio e della pubblica utilità, fatto salvo il termine di validità di cui all’art. 26 del D.Lgs. 152/2006 per la Valutazione di Impatto Ambientale. Art. 2 La Società Gasdotti Italia S.p.A. provvederà alla pubblicazione all’albo pretorio dei comuni interessati dall’opera, nonché alla sua notificazione del presente decreto agli interessati e ditte proprietarie dei terreni inerenti il tracciato del progetto e sottoposti all’apposizione del vincolo all’esproprio, ai sensi del D.P.R. 327/01 e della legge 241/90 e s.m.i. Art. 3 Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso al T.A.R. competente oppure ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. I termini di proponibilità del ricorso, decorrenti dalla data di pubblicazione, e/o notificazione, e/o comunicazione agli interessati, sono di giorni 60 per il ricorso al T.A.R. e di giorni 120 per il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Roma, 31/03/2015 IL DIRETTORE GENERALE (Ing. Gilberto Dialuce) METANODOTTO BUSSO PALIANO D.P.R. 8 GIUGNO 2001 n. 327 COME MODIFICATO ED INTEGRATO DAL D.LGS. 27 DICEMBRE 2004 n. 330 ELENCO DELLE AREE INTERESSATE DAL VINCOLO PREORDINATO ALL’ESPROPRIO (terreni soggetti ad imposizione di servitù) REGIONE CAMPANIA PROVINCIA DI CASERTA COMUNE DI SAN PIETRO INFINE Fg. 5 P.lle 88, 87, 76, 102, 58, 57, 56, 55, 53, 54, 124, 48. Fg. 6 P.lle 188. Fg. 7 P.lle 323, 5017, 45, 37, 5060, 5062, 227, 230, 31, 232, 32, 210, 264, 26, 25, 265AA, 265/AB,7, 2, 206, 3, 1. 42. Fg. 8 P.lle 44, 83, 842, 67, 839, 71, 69, 68, 44, 518, 70, 43, 305, 306, 296, 295, 292, 893, 880, 893, 867, 863, 863, 861, 897, 286, 890, 883, 849, 595, 5021, 186, 884, 881, 846, 882, 287, 868, 836, 810, 5033, 5031, 5032, 5049, 5043, 850, 185, 257, 444, 843, 841, 838, 66, 65, 64, 63, 811, 631, 5239, 5238, 15, 577, 701, 702, 510, 12, 11, 840, 447, 866, 289, 670, 300, 709, 5041, 5050, 550, 415. Fg. 9 P.lle 337, 339, 338, 334, 732, 333, 331, 332, 731, 562, 561, 330, 317, 385, 386, 380, 358, 518, 517, 516, 377, 512, 500, 376, 729, 730, 509, 429, 565, 359, 5128, 5131, 5129, 5130, 613, 614, 615, 354, 537, 345, 497, 496, 498, 628, 627, 344, 423, 421, 363, 352, 536, 693, 694, 5140, 5150, 5155. REGIONE LAZIO PROVINCIA DI FROSINONE COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO Fg. 11 P.lle 323, 327. Fg. 13 P.lle 141, 142, 894, 253, 181, 973, 942, 179, 144, 178, 950, 985, 146, 147, 243, 148, 149, 231, 317, 311, 312. Fg. 14 P.lle 152, 344, 114, 154, 53, 203, 68, 215/AA, 215/AB, 231, 67, 66, 168/AA, 168/AB, 331, 126, 450, 64, 153, 115, 305, 347, 555, 553, 344, 305, 112. Fg. 15 P.lle 108, 145, 451, 452, 180, 237/AA, 237/AB, 92/AA, 92/AB, 63, 400, 397, 392, 197, 457, 456, 455, 454/AA, 454/AB, 568, 567, 373, 2. Fg. 16 P.lle 67, 41, 40, 39, 150, 38, 126, 123, 125, 91, 122, 90, 119, 62, 234, 235, 197, 196, 235, 192, 51, 99, 98, 90, 100/AA, 100/AB, 33, 34, 36, 35, 246, 245, 243, 298ex278, 244, 29, 143, 306, 305. Fg. 17 P.lle 378, 45, 48, 158, 281, 282, 277, 278, 285, 264, 262, 260, 129, 44, 75, 76, 69, 130, 74, 122, 172, 383, 384, 167, 166, 97, 165, 164, 166, 96, , 95, 168, 100, 184, 101, 112, 114, 106, 21, 104/AA, 104/AB, 113, 108, 153. COMUNE DI CERVARO Fg. 36 P.lle 247, 246/AA, 246/AB, 245, 148, 403, 402, 400, 401, 146, 223, 227, 509, 510, 503, 145, 228, 222, 580, 142, 226, 315, 229, 442, 440, 230, 441, 231, 379. Fg. 37 P.lle 246, 842, 889, 542, 591, 455, 617, 616, 610, 609, 138, 465, 461, 432, 354, 64, 462, 463, 464, 59, 225, 235, 468, 20, 14, 55, 54, 65, 411, 409, 407, 31, 427, 211, 210, 17, 30, 32, 263, 328/AA, 328/AB, 161, 484, 483, 12, 164, 458, 21, 275, 337, 336, 335, 382, 383, 24, 169, 415, 416, 166, 433, 167, 262, 163, 168, 233, 207, 344, 343, 196, 339, 340, 341, 342, 501, 66, 284, 896, 894, 592, 784, 785, 797, 796, 750, 751, 593, 782, 606, 901, 414, 170. Fg. 38 P.lle 20, 18, 657, 1072, 332, , 972, 963, 963, 958, 950, 948, 936, 565, 650, 645, 704, 649, 648, 644, 566, 564, 37, 375, 374, 926, 622, 930, 981, 928, 924, 578, 26, 973, 983, 945, 944, 980, 961, 968, 960, 11, 969, 970, 965, 967, 566, 932, 978, 962. COMUNE DI CASSINO Fg. 41 P.lle 814, 818, 815, 616, 931, 686, 688, 684. Fg. 42 P.lle 1060,1059. Fg. 48 P.lla 949. Fg. 52 P.lle 155, 182, 589, 426. Fg. 54 P.lla 777. Fg. 59 P.lle 115, 116, 64, 19, 87, 89. Fg. 61 P.lle 71, 319, 36, 157, 44, 315, 314, 28, 27, 206, 117, 123, 39, 114, 109, 108, 70, 137, 78, 100, 135, 98, 79, 81, 97, 300, 15, 121, 118, 204, 207, 208, 209, 210, 126, 120/AA, 120/AB, 116, 134, 115, 326, 325, 80, 322, 318, 317, 316, 390. Fg. 62 P.lle 316, 312/AA, 312/AB, 83, 77, 305, 148, 160, 354, 355, 311, 310, 306, 349, 353, 356, 42, 425, 423, 143, 161, 422, 420, 418, 416, 414, 412, 421, 419, 417, 490, 489, 25, 446, 520, 527, 512, 511, 144, 526, 528, 519, 521, 547, 541, 538, 549, 548, 542, 539. Fg. 64 P.lle 82, 27, 96/AA, 96/AB, 222, 309, 221, 157, 1. Fg.67 P.lle 210/AA, 210/AB, 208/AA, 208/AB, 209/AA, 209/AB, 297, 206, 414, 205, 106, 279, 111, 582, 583, 171, 92, 581, 579, 577, 576, 574, 575, 572, 573, 677, 676, 554, 113, 112, 223, 360, 126, 86, 250, 249, 626, 627, 403, 628, 622, 620, 621, 233, 234, 124, 624, 625, 727, 1, 119, 120, 121, 122, 123, 445, 629. Fg. 73 P.lle 195, 605, 191, 190, 27, 171, 9, 363, 148, 365, 414, 187, 326, 749, 413, 184, 19, 325, 612, 610, 745, 394, 147, 311, 312, 397, 396, 395, 146, 372, 145, 761, 763, 753. Fg. 74 P.lle 573, 571, 569, 564, 135, 561, 559, 557, 555, 553, 552, 548, 549, 550, 546, 544, 545, 604, 543, 538, 537, 606, 536, 608, 534, 610, 533, 612, 532, 614, 531, 616, 626, 172, 14, 12, 560, 558, 556, 554, 9, 311, 312, 142, 143, 126, 355, 129, 144, 374, 375, 295, 138, 437, 235, 27, 609, 611, 178, 22, 613, 304, 615, 631, 632, 625, 627, 33/AA, 33/AB, 551, 547, 608. Fg. 68 P.lle 511, 140, 138, 139, 474, 607, 1476, 882, 470, 907, 1403, 197, 1389, 1413, 778, 776, 500, 693, 695, 694, 692, 1421, 1419, 505, 502, 501, 777, 305, 775, 774, 504, 503, 1200, 1201, 1204, 1202, 1203, 1206, 1208, 1299, 1207, 1198, 1196, 1195, 1194, 1193, 1192, 1191, 1190, 1167, 1159, 1166, 1158, 1165, 1155, 1134, 1136, 1132, 1133, 1135, 1128, 1129, 1130, 1131, 1652, 1640, 1611, 1612, 1651, 1697, 1639, 184, 185, 186, 1764, 183, 279, 405, 707, 708, 709, 642/AA, 642/AB, 785, 643, 750, 749, 748/AA, 748/AB, 192, 190, 1039, 784, 528, 527, 526/AA, 526/AB, 525, 220/AA, 220/AB, 1481, 678, 276, 524, 523, 781, 217, 215, 529, 654, 653, 681, 656, 657, 274, 273, 602, 601, 366, 309/AA, 309/AB, 422, 365, 364, 308, 246, 882, 307, 701, 703, 306, 303, 536, 537, 817/AA, 817/AB, 359, 360, 357, 793, 353, 386, 362, 797, 794, 826, 387, 388/AA, 388/AB, 798/AA, 798/AB, 390, 385, 743, 744, 577/AA, 577/AB, 1430, 1428, 1432, 1424, 1423, 195, 202, 181, 1679, 1205, 1641, 1693, 1678, 1427. Fg. 55 P.lle 53, 52, 51/AA, 51/AB, 339, 338, 285, 46, 276, 272, 274, 306, 37/AA, 37/AB, 89, 181, 1, 10, 166, 320, 148. Fg. 56 P.lle 35, 37, 21, 22, 26. Fg. 57 P.lle 97, 162, 163, 134, 57, 55, 234, 54, 169, 168, 89, 88, 85, 93, 232, 94, 231, 233, 90/AA , 30/AB, 70, 173, 167, 82, 87, 73/AA, 73/AB, 73/AC, 42, 79, 74, 75, 179, 34, 99, 207, 13, 114, 146, 115, 325, 12, 8/AA, 8/AB, 9, 233, 81. COMUNE DI PIGNATARO INTERAMNA Fg. 2 P.lle 19, 18, 21, 20, 22, 125, 159, 11, 158, 13, 12, 9, 8, 10, 84, 136, 137, 7, 211, 212, 200, 201, 204, 190, 115, 199, 202, 203, 292, 189, 188, 116, 250, 248, 366, 365, 249, 114, 6. COMUNE DI VILLA S. LUCIA Fg. 17 P.lla 599. Fg. 18 P.lle 702, 701, 703, 700, 698, 699, 695, 693, 49, 359, 284, 52, 320, 542, 697, 847, 704, 541. Fg.19 P.lle 600, 601, 294, 216, 159, 201, 46, 153, 45, 377, 42/AA, 42/AB, 41/AA, 41/AB, 44, 231, 152/AA, 152/AB, 47, 43, 40, 245, 244, 454, 452, 444, 209, 184, 272, 269, 271, 268, 341, 340, 339, 613, 611, 609, 607, 265, 266, 314, 26, 179, 316, 180/AA, 180/AB, 25/AA, 25/AB, 277/AA, 277/AB, 333/AA, 333/AB, 334, 24, 160. COMUNE DI PIEDIMONTE SAN GERMANO Fg. 13 P.lla 570. Fg.14 P.lle 94, 41, 505, 504, 239, 106, 34, 461, 576, 580, 482,123,136. Fg. 15 P.lle 778, 776, 142, 200, 175, 576, 573, 491, 502, 582, 579, 570, 567, 564, 561, 47, 513, 542, 526, 525, 534, 512. Fg.16 P.lle 866, 243/AA, 243/AB, 309, 1174, 1176, 213, 23, 690, 226/AA, 226/AB, 227, 1247, 826, 824, 698, 686, 683, 680, 677, 674, 126, 671, 668, 665, 662, 646, 647, 645, 643, 642, 641, 644, 640, 628, 1245, 127, 304, 831. Fg. 21 P.lla 105. COMUNE DI AQUINO Fg. 18 P.lle 19, 179, 35, 36, 249, 250, 213, 63, 62, 61, 60, 168, 59, 58, 56, 55, 170, 140, 139, 138, 180, 54, 57, 113, 181, 43, 44, 46, 45. Fg. 19 P.lle 905, 743, 741, 704, 705, 740, 692, 696, 734, 731, 530/AA, 530/AB, 708/AA, 708/AB, 465, 517, 268, 872, 368, 267, 703, 688, 693, 697, 339, 101, 103, 104, 102, 215, 216, 219, 220, 105, 107, 82, 89, 90, 88, 94, 83, 355, 356, 374, 84, 199, 200, 240, 213, 85, 362, 170, 50, 243, 46, 37, 48, 45, 34, 33, 739, 906, 904, 760, 691, 748, 1021, 1022, 1018, 1019, 1017, 47, 1008, 1005, 1003. Fg. 11 P.lle 325, 324, 80, 137, 82, 152, 77, 79, 103, 78, 112, 311, 310, 309, 308, 186, 209, 76. Fg. 14 P.lle 303, 104, 47, 167, 103, 166, 46, 45, 44, 43. Fg. 03 P.lle 316, 315, 317, 92, 94, 314, 191598, 176, 311, 312, 379, 378, 377, 376, 175, 546, 547, 310, 196, 195, 194, 193, 198, 382. Fg. 09 P.lle 281, 280/AA, 280/AB, 277/AA, 277/AB, 455, 16, 358, 359, 360, 357, 427, 355, 359, 361, 356, 349, 283. Fg.10 P.lle 186, 136, 135, 134, 133, 132, 105, 103, 241, 102, 101, 85, 223, 80, 79, 78, 72, 231, 62, 57, 230, 232, 239, 410, 240, 408, 49, 45, 490, 494, 493, 492, 495, 39. COMUNE DI CASTROCIELO Fg. 15 P.lle 637, 372, 742, 741, 739, 740. Fg. 16 P.lle 308, 310, 29. Fg. 25 P.lla 133. Fg. 26 P.lle 190, 181, 188, 156. Fg. 28 P.lle 312, 340, 188. Fg.30 P.lle 577, 264, 262, 94, 248, 249, 20, 299, 293, 296, 376, 96, 522, 62, 95, 250, 23, 24, 58, 224, 225, 301, 66, 297, 303, 61, 63, 106, 197, 59, 64, 196, 195, 151, 347, 57, 215. Fg. 31 P.lle 677, 345, 346 urb, 388, 389, 352, 68, 251, 250, 379, 480, 46, 49/AA, 49/AB, 646, 231, 99, 737, 19, 133, 137, 114, 138, 167, 23, 24, 8, 255, 254, 328, 256, 164, 292, 293, 140, 141, 704, 705, 706, 707, 766, 767, 769, 770, 757, 749, 806, 773. Fg. 32 P.lle 58, 544, 547, 69, 204, 116, 87, 117, 46, 425, 71, 207, 7, 336, 331, 338, 333, 337, 338, 326, 332. COMUNE DI ROCCASECCA Fg. 40 P.lle 99, 149, 993, 101, 529, 528, 527, 334, 206, 263, 495, 88, 810, 809, 87, 86, 77, 76, 203, 200, 226, 227, 225, 75, 73, 361, 362, 66, 65, 364, 64, 63, 61, 60, 826, 831, 468, 469, 53, 57, 58, 489, 59, 490, 188, 189, 190/AA, 190/AB, 191, 192, 193, 194, 195, 173, 372, 832. Fg. 41 P.lle 121, 120, 396, 119, 223/AA, 223/AB, 142, 246, 141, 222, 111/AA, 111/AB, 323, 324, 325, 117, 112. Fg. 48 P.lle 359, 94, 95, 96, 97, 93, 214, 7, 144, 1, 2, 3, 87, 88, 89. Fg. 29 P.lle 62, 93, 35, 34, 229/AA, 229/AB, 241, 242, 240, 50, 59, 79, 77, 58, 60, 109. Fg. 30 P.lle 100, 33, 53, 125, 222, 205, 260, 193, 218, 15, 194, 258, 247, 181, 238, 240, 242, 44, 11, 294, 300, 290, 110, 231. Fg. 39 P.lle 102, 16, 17, 9, 8. COMUNE DI COLFELICE Fg. 9 P.lle 68, 50, 966, 1260, , 694, 693, 762, 760, 1187, 1186, 1184, 1293, 49, 767, 763, 1185, 1456, 944 sub 2, 944 sub 3, 1495, 14, 11, 317, 12, 13, 398, 423, 815, 816, 211, 397, 396, 615, 395, 208, 671, 670, 669, 668, 667, 666, 672, 39, 775, 587, 273, 278, 547, 258, 257, 256, 603, , 965, 49, 48, 1528, 611, 210, 209, 604, 605, 1446, 958, 260. Fg.7 P.lle 243, 331. COMUNE DI ARCE Fg. 32 P.lle 244. Fg. 33 P.lle 318, 21, 185, 184, 183, 261, 260, 120, 259, 258, 122, 262, 150, 143, 155, 156, 161, 257, 157, 158, 320, 144, 172, 173 193, 226. Fg. 34 P.lle 98, 14, 13, 108, 12, 27, 216, 140, 26, 150, 152, 154, 153, 25, 159, 82, 93, 92, 114, 91, 90, 24, 133, 100, 101, 102, 6, 214, 212, 213, 211, 210, 175, 172, 173, 176, 177, 52, 53, 118, 122, 135, 146, 38, 39, 148, 58, 57, 56, 55, 104, 54, 129, 61, 169, 168, 134, 2, 181. Fg. 35 P.lle 178, 488, 487, 258, 490, 29, 489, 164, 130, 177, 30, 131, 325, 307, 308, 132, 27, 200, 201, 192, 176, 175, 28, 193, 143, 141, 37, 38, 39, 560, 197, 140, 731, 359, 561, 366, 40, 562, 566, 693, 695, 694, 48, 446, 448, 549, 551, 550, 552, 217, 326, 124, 228, 129, 234, 220, 629, 631, 630, 624, 632, 287, 380, 221, 219, 122, 290, 289, 119, 156, 155, 692, 118, 21, 720, 377. Fg. 36 P.lle 79, 1059, 1058, 1057, 1062, 1061, 1030, 2, 3, 4, 1191,1190. Fg. 37 P.lle 239, 28, 95, 30, 31, 98, 102, 128, 109, 237, 108, 107, 130, 129, 105, 104, 44, 228, 45, 48, 181, 180, 179, 178, 177, 227, 47, 49, 214, 106. COMUNE DI FALVATERRA Fg.4 P.lle 56, 57, 419, 420, 360, 421, 31, 277, 304 , 361 ,362 ,363 ,364, 84, 242, 29, 671, 618, 697, 33, 28, 26, 241, 61, 249, 55, 56, 53, 277, 57, 62, 301, 302, 303, 305, 316, 422, 250, 473, 86. Fg. 3 P.lle 40, 289, 21, 31, 22, 35, 126, 125, 8, 9, 245. COMUNE DI CEPRANO Fg. 33 P.lle 180, 179, 137, 110, 111, 381, 382, 393, 139, 42, 40, 145, 357. Fg. 38 P.lle 447, 448, 449, 329, 337, 435, 333, 345, 356, 292, 338, 55, 340, 332, 53, 331, 412, 309, 308, 59, 341, 375, 374, 378, 380, 381, 383, 382, 313, 451, 335, 319, 404, 376. Fg. 36 P.lle 126, 136, 111, 135, 132, 130, 129, 134, 128, 87, 124, 372, 368, 133, 127, 123, 370, 89, 86, 131, 365, 427, 80, 500, 502, 200, 447, 448, 449, 450, 452, 451, 442, 439, 436, 433, 430, 462, 460, 458, 456, 512, 510, 511, 517, 516, 518, 514, 520, 523, 252, 165, 290, 288, 285, 282, 278, 275, 193, 269, 192, 191, 266, 52, 263, 260, 257, 254, 251, 49, 248, 244, 352, 125, 124, 122, 121, 356, 562, 560, 154, 272, 135. Fg. 37 P.lle 298, 125, 403, 123, 296, 297, 131, 297, 133, 128, 124, 582, 579, 572, 583, 584, 576, 313, 572, 570, 568, 450, 93, 89/AA, 89/AB, 510, 659, 566, 658, 688, 79, 660. Fg. 34 P.lle 528, 152, 526, 531, 249, 525, 523, 527, 524, 609, 607, 78, 212, 82, 280, 80, 79, 208, 207, 252, 66, 206, 77, 62, 628, 627, 239, 632, 633, 306, 28, 27, 40, 21, 279, 312, 18, 288, 20, 139, 366, 367, 12, 653, 639, 616, 145, 640, 638. COMUNE DI CASTRO DEI VOLSCI Fg. 06 P.lle 510, 509, 511, 508, 366, 507, 378, 376, 505, 374, 553, 552, 367, 586, 362, 363, 360, 469, 358, 356/AA, 356/AB, 354, 598, 351, 350, 480, 343, 344, 337, 342, 338, 637, 628, 452, 333, 599, 457, 331, 520, 329, 626, 326, 323, 703, 701, 699, 705, 310, 592, 683, 685, 687, 689, 690, 664, 665, 296, 807/AA, 807/AB, 300, 292, 287, 285, 280, 516, 274, 272, 271, 582, 450, 268, 265, 263, 260, 258, 255, 252, 249/AA, 249/AB, 249/AC, 447, 584, 245, 430, 241, 238, 235, 230, 755, 751, 748, 752, 749, 750, 747, 219, 744, 738, 730, 215, 728, 196, 191, 188, 432, 335, 352, 275. Fg. 04 P.lle 683, 674, 678, 195, 679, 673, 677, 668, 188, 187, 185, 183, 500, , 499, 498, 497, 181, 179, 115, 402, 403, 404, 506, 511, 505, 114, 112, 113, 111, 110, 107, 106, 105, 104, 103, 102, 137, 385, 101, 100, 384, 383, 136, 457, 135, 456, 134, 437, 701. Fg. 05 P.lle 167, 90, 446, 444, 442, 440, 438, 436/AA, 436/AB, 434/AA, 434/AB, 432/AA, 432/AB, 427, 422, 417, 391, 410, 402, 398, 394, 390, 386, 373, 169. Fg. 01 P.lle 132, 135, 134, 139, 138, 130, 123, 128, 126, 124, 75, 109, 108, 107, 106, 103, 699, 698, 98, 73, 72, 85, 83, 82, 81, 485/AA, 485/AB, 484, 483, 78, 77. COMUNE DI POFI Fg. 19 P.lla 461. Fg. 20 P.lle 799, 391, 422. Fg.31 P.lle 101, 168, 169, 170, 171, 182, 172, 173, 81, 94, 95, 174, 96, 135, 93, 91, 89, 238, 121, 86, 237, 67, 65, 64, 61, 60, 51, 49, 45, 47, 43, 130/AA, 130/AB, 259, 260, 262, 36, 33, 30, 28, 27, 264, 201, 271, 192, 25, 21/AA, 21/AB, 22, 226, 216, 215, 214, 227, 228, 194, 80, 283, 221, 165, 217. Fg. 32 P.lle 19, 18, 17, 20, 104, 55, 101, 68, 67, 66, 56/AA, 56/AB, 65, 64, 61, 63, 117, 58, 54/AA, 54/AB, 103/AA, 103/AB, 105, 49, 51, 45, 47, 43, 39, 40, 36, 34, 30, 31, 122, 95. Fg. 21 P.lle 318, 432, 431, 315, 310, 314, 446, 447, 311, 306, 304, 438, 301, 254, 298, 295, 294, 291, 290, 286, 125, 285, 280, 279, 274, 481, 273, 490, 268, 267, 389, 388, 265, 252, 250, 242, 241, 237, 173, 236, 231, 230, 218, 217, 215, 430, 210, 207, 462, 198, 531, 197, 192, 191, 186, 185, 180, 385, 179, 174, 168, 167, 378, 161, 158, 442, 157, 441, 153, 124, 126, 141, 151, 152, 489, 261, 444, 480, 258. Fg. 26 P.lle 8, 39, 46. Fg. 27 P.lle 113,114,115,116. Fg. 29 P.lle 96, 28, 240, 423, 397, 99. Fg. 14 P.lle 533, 202, 197, 203, 180, 196, 179, 567, 565, 175, 568, 566. COMUNE DI CECCANO Fg. 42 P.lle 922, 926, 928, 924, 920, 276, 275, 542, 273, 529, 399, 690, 400, 264, 505, 1331, 1329, 1327, 1325, 1337, 1335, 1323, 1321, 1319, 1309, 1038, 1037, 1036, 263. Fg.54 P.lle 150, 149, 123, 286, 284, 282, 287, 253, 252, 243, 248, 250, 283, 179, 7, 8. Fg. 53 P.lle 28, 29, 289, 288, 287, 286, 24, 427, 426, 22, 569, 346, 347, 348, 352, 581, 580, 349, 843, 838, 831, 812, 810, 13, 806, 802, 7, 800, 5, 752, 6, 8, 3, 430, 285, 284, 283, 282, 9, 18. Fg. 50 P.lle 226, 45, 224, 225, 44, 40, 28, 29, 297, 256, 26, 24, 457, 456, 21, 454, 455, 200, 456, 21, 200. Fg. 51 P.lle 1063, 1060, 1054, 1051, 1048, 297, 1023, 275, 494, 274, 273, 272, 270, 269, 482, 268, 184, 182, 181, 967, 151, 150, 149, 148, 147, 146, 145, 144, 857, 858, 140, 531, 143, 142, 130, 860, 137, 131, 271, 133, 1039, 1025, 1057, 859, 134, 135, 602, 605, 800, 822, 823, 941, 1038, 530. Fg. 38 P.lle 405, 742. ELENCO DELLE AREE IN OCCUPAZIONE TEMPORANEA REGIONE CAMPANIA PROVINCIA CASERTA COMUNE DI SAN PIETRO INFINE Fg. 9 P.lle 563, 562, 561, 330, 732. Fg. 8 P.lle 44. REGIONE LAZIO PROVINCIA DI FROSINONE COMUNE DI CERVARO Fg. 38 P.lle 648, 644, 564, 37. COMUNE DI CASSINO Fg. 62 P.lle 160, 355, 356, 354, 83. COMUNE DI AQUINO Fg. 19 P.lle 267, 760, 691. COMUNE DI CASTROCIELO Fg. 31 P.lle 379. COMUNE DI ROCCASECCA Fg. 41 P.lle 396. COMUNE DI COLFELICE Fg. 9 P.lle 5. COMUNE DI FALVATERRA Fg. 4 P.lle 56. COMUNE DI CEPRANO Fg. 34 P.lle 15, 139, 18. COMUNE DI POFI Fg. 29 P.lle 38, 37, 233. M E R CAT I E F I NA N Z A L’a.d. Mondardini: possibili anche acquisizioni INTESA Cir, via al rilancio Nuova governance nel 2016 Con core business e dismissioni bbiamo superato una fase difficile della storia del gruppo e abbiamo iniziato a porre le basi per il suo rilancio». Con queste parole, l’a.d. di Cir, Monica Mondardini, ha aperto l’assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio 2014. In occasione dell’assise il gruppo ha presentato anche i conti del primo trimestre, chiuso con un utile netto di 21,2 mln (-2,6 nel primo trimestre 2014), con ricavi di 628 mln (588,7) e un ebitda di 61,4 mln (46). La posizione finanziaria netta del gruppo è stata di 157,4 mln (112,8 a fine 2014) mentre la posizione finanziaria netta della capogruppo è stata di 370,1 mln (379,5 a fine 2014). «Disponiamo di un portafoglio di attività industriali di elevata qualità, pur consapevoli della criticità di alcuni settori nei quali operiamo, di una struttura patrimoniale solida e di una significativa liquidità a livello di capogruppo», ha proseguito Mondardini. I dati del primo trimestre «testimoniano la validità del percorso di rifocalizzazione intrapreso dal gruppo», ha sottolineato l’a.d., precisando che esso «si articola su tre principi: la concentrazione sulle tre partecipazioni industriali rilevanti in portafoglio; la razionalizzazione degli investimenti non core, con progressiva dismissione delle CDP-MINISTERO TRIMESTRALE «A Monica Mondardini partecipazioni non significative; l’impiego delle risorse disponibili con priorità nelle tre attività industriali del gruppo. Il rinnovamento del management e la definizione di un piano incisivo di rilancio costituiscono la priorità del 2015». Mondardini non ha escluso acquisizioni fuori dal perimetro di Cir, se non si trovassero altre opportunità interessanti. Quanto all’uso delle risorse disponibili, «riteniamo opportuno approfondire le potenzialità del nostro attuale portafoglio di partecipazioni industriali». Quanto a Sorgenia, «ha una forte proiezione internazionale e posizioni solide nei propri mercati di riferimento. La società registra tuttavia da alcuni anni risultati al di sotto delle proprie potenzialità». Intanto, Cofide ha chiuso il primo trimestre con un utile di 13,6 mln euro (-2,3 mln nello stesso periodo del 2014). I ricavi sono di 628 mln (+6,7%), l’ebitda è di 61 mln (+33,8%), l’ebit di 35,8 mln (+65,7%). © Riproduzione riservata DALLE AZIENDE Sace privata Volano Una partita gli utili da giocare di BasicNet Calate le richieste di credito Sulla privatizzazione di Sace è in corso uno studio da parte di Boston consulting group e la partita è ancora tutta aperta, sia sulla quota che dovrebbe andare sul mercato sia sulle modalità (ipo o collocamento privato). Per ora, quindi, il piano industriale della società resta in stand by e lo sarà finché il governo non avrà deciso il da farsi. Il tesoro è più propenso per il collocamento in borsa di almeno il 40% di Sace; Cdp, che ne detiene il 100%, sarebbe più orientata al collocamento privato. Il perché è presto detto: Cdp incasserebbe di più e non ci sarebbe l’obbligo della comunicazione sulle operazioni correlate a cui sono sottoposte le società quotate. A questa partita si aggiunge quella della Banca per l’export, l’Exim bank voluta da Matteo Renzi. Nel progetto, dovrebbe entrare la Banca del Mezzogiorno, oggi sotto il controllo di Poste italiane e anche Sace potrebbe giocare un ruolo. Con il Protocollo d’intesa Cdp-Abi, che ha rinnovato l’accordo sul sistema «Export banca», intanto, si sono poste le basi per dare vita al nuovo soggetto. Dopo sei rilevazioni trimestrali positive, nel primo trimestre si è raffreddata la domanda di credito da parte delle imprese. Il dato aggregato della domanda di imprese individuali e società ha fatto segnare un -3,6% rispetto al corrispondente periodo del 2014, che però si era contraddistinto per una crescita record (+15,9%). Queste sono le principali evidenze dell’analisi elaborata da Crif, che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie, di cui oltre 8 milioni attribuite a utenti business. Se a una prima lettura il dato appare sorprendente, in realtà il calo è reale solo nel confronto con un trimestre che aveva fatto segnare il picco in assoluto più alto da quando la rilevazione è in atto. In termini assoluti, il numero di richieste di credito presentate nel primo trimestre di quest’anno è stato il secondo più elevato dall’inizio del 2008. Alla luce del dato aggregato, la domanda nei primi tre mesi del 2015 rimane comunque stabilmente positiva rispetto al dato rilevato negli anni precedenti. © Riproduzione riservata BasicNet ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 7,6 mln, +39,5%. Le vendite aggregate dei licenziatari sono salite del 24,78% a 145 mln a cambi correnti. Il marchio Superga è cresciuto del 67%; anche K-Way è in continua espansione, con un +33% delle vendite. I marchi Kappa e Robe di Kappa (60% dei fatturati aggregati), hanno registrato una crescita del 9,6%. L’ebitda ha registrato un incremento del 18,7% a 12 milioni, e l’ebit, dopo aver stanziato ammortamenti dei beni materiali e immateriali per 1,4 mln, è stato di 10,6 milioni rispetto agli 8,7 dello scorso esercizio, +21,5%. L’indebitamento consolidato netto, comprensivo dei finanziamenti a medio termine e dei leasing finanziari (per 1,6 milioni), si è ridotto a 42,9 mln (di cui 12,4 per mutui immobiliari) contro i 52 al 31 marzo 2014. Il debt-equity ratio a fine trimestre è stato di 0,48, rispetto allo 0,56 di fine 2014 e allo 0,71 del 31 marzo 2014. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata I tempi necessari per avanzare eventuali proposte di modifica della governance di Intesa Sanpaolo saranno rispettati e consentiranno di sottoporre tutti i cambiamenti suggeriti al giudizio di una prossima assemblea straordinaria degli azionisti del gruppo, che dovrebbe svolgersi all’inizio del prossimo anno. Ad assicurarlo è stato ieri il presidente del consiglio di sorveglianza della Ca’ de Sass, Giovanni Bazoli, durante assemblea, svolta a Torino. Per Bazoli, in questa fase, che durerà fino a giugno, «ci riproponiamo di portare a termine la ricognizione dei modelli» utilizzati dai competitor internazionali. A quel punto, valuteremo se sarà il caso di cambiare ed eventualmente entrare nel merito di questi cambiamenti». All’assise di ieri, durata circa sei ore, la presenza di investitori istituzionali internazionali ha rappresentato il 60% del capitale intervenuto, pari a circa il 38% del capitale totale. Cresce dunque il peso dei grandi fondi esteri, tra cui spiccano Blackrock (4,89%) e il fondo sovrano della Norvegia, Norges bank (2,31%), che lo scorso anno in assemblea rappresentavano il 52% del capitale presente, il 31,5% del totale. Il presidente dell’ente torinese, Luca Remmert, ha difatti assicurato che «il nostro ruolo di azionista di lungo termine non verrà meno». L’a.d. della banca, Carlo Messina, ha ricordato che, fino a circa due anni fa, Intesa Sanpaolo era «oggettivamente scalabile. Oggi siamo invece tra le prime banche in Europa per valore di borsa, di gran lunga superiore a quello di altri competitor che operano in mercati con la tripla A. È il risultato evidente della bontà del nostro piano di impresa e della nostra capacità di realizzarlo». Una crescita progressiva che non ha impedito alla Ca’ de Sass di garantire il sostegno costante a famiglie e pmi, confermandola nel ruolo, per ricorrere a una definizione cara a Giovanni Bazoli, «non di banca di sistema, ma di banca per il sistema». Messina ha sottolineato che, anche nel 2015, Intesa Sanpaolo ha già erogato «crediti a lungo termine per 8 miliardi di euro nei primi tre mesi». Messina ha poi chiarito che la quotazione di Fideuram non rientra negli attuali piani dell’istituto. © Riproduzione riservata Martedì 28 Aprile 2015 45 I fatti separati dalle opinioni Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected] Direttore ed editore: Paolo Panerai (02-58219209) Direttore ed editore associato: Pierluigi Magnaschi (02-58219207) Condirettore: Marino Longoni (02-58219207) Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339) Capo della redazione romana: Roberto Miliacca (06-6976028); Caporedattore: Gianni Macheda (02-58219220). C a p i s e r v i z i o : Franco Adriano (06-69760827); Giorgio Bertoni (02-58219321); Luigi Chiarello (02-58219226); ; Alessandra Ricciardi (06-69760822). Vicecapiservizio:Cristina Bartelli (02-58219342); Franca Floris (0258219341); Roberto Gagliardini (02-58219795). 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Stampa: Milano, Litosud via Aldo Moro 2, Pessano con Bernago (Mi) - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Class Pubblicità SpA Direzione Generale: Milano, via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522 Sede legale e amministrativa: Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1 Class Roma: Roma, Via Santa Maria in Via 12 - tel. 06 69760855 Presidente: Angelo Sajeva. VP Sales: Gianalberto Zapponini. Group Publisher Quotidiani: Francesco Rossi. Direttore Commerciale: Stefano Maggini. Per informazioni commerciali: mprestileo@ class.it Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283. Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro 320,00 annuale, estero euro 900 annuale: Abbonamento estero via aerea. ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai. Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250. Accertamento Diffusione Stampa certificato n. 7397 del 10/12/2012 46 Martedì 28 Aprile 2015 M E R CAT I E F I NA N Z A Chiara Vita S.p.A. Via Gaggia, 4 20139 Milano POLAR CAPITAL FUNDS Comparto Classe di Azioni Global Technology EUR GBP USD Healthcare Opportunities EUR GBP USD Polar Japan Fund USD GBP JPY UK Absolute Return Class A EUR Class A GBP Class A USD Class I EUR Class I GBP Class I USD NAV 25,67 18,3900 10,8800 22,88 15,1000 2727,1500 12,22 10,2523 16,5042 12,5050 10,4927 16,8911 UNIT LINKED Valori al 24,10 24/04/2015 17,2700 24/04/2015 26,1900 24/04/2015 24/04/2015 24/04/2015 29/05/2012 27/04/2015 27/04/2015 27/04/2015 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 Entra in Chiara Vita con il tuo Smartphone Valori al 27/04/2015 Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1684,47 www.polarcapital.co.uk UNIDESIO 760071 12,219 17/04/2015 UNIDESIO 760129 12,235 17/04/2015 UNIDESIO 760180 12,1940 17/04/2015 UNIDESIO 760072 12,504 17/04/2015 UNIDESIO 760130 10,9410 17/04/2015 UNIDESIO 760182 8,7130 17/04/2015 UNIDESIO 760073 12,547 17/04/2015 UNIDESIO 760137 10,6640 17/04/2015 UNIDESIO 760183 11,628 17/04/2015 UNIDESIO 760074 14,072 17/04/2015 UNIDESIO 760139 11,981 17/04/2015 UNIDESIO 760185 11,5960 17/04/2015 UNIDESIO 760075 12,995 17/04/2015 UNIDESIO 760140 12,0550 17/04/2015 UNIDESIO 760186 11,5610 17/04/2015 UNIDESIO 760078 11,7970 17/04/2015 UNIDESIO 760147 12,2010 17/04/2015 UNIDESIO 760187 12,1320 17/04/2015 UNIDESIO 760080 11,9890 17/04/2015 UNIDESIO 760149 12,1440 17/04/2015 UNIDESIO 760189 12,2090 17/04/2015 UNIDESIO 760082 11,9840 17/04/2015 UNIDESIO 760150 12,1410 17/04/2015 UNIDESIO 760191 10,516 17/04/2015 UNIDESIO 760085 10,862 17/04/2015 UNIDESIO 760156 10,408 17/04/2015 UNIDESIO 760192 11,9360 17/04/2015 UNIDESIO 760088 12,9890 17/04/2015 17/04/2015 17/04/2015 17/04/2015 12,3260 12,7250 12,9310 UNIDESIO 760193 UNIDESIO 760091 UNIDESIO 760157 UNIDESIO 760198 8,3900 17/04/2015 UNIDESIO 760158 10,2410 13/03/2015 UNIDESIO 760201 11,646 17/04/2015 UNIDESIO 760159 12,2180 17/04/2015 UNIDESIO 760202 12,372 17/04/2015 UNIDESIO 760160 11,968 17/04/2015 UNIDESIO 760203 13,4040 17/04/2015 UNIDESIO 760163 10,1390 17/04/2015 UNIDESIO 760205 11,0230 17/04/2015 17/04/2015 UNIDESIO 760167 11,409 06/02/2015 UNIDESIO 760206 10,9060 17/04/2015 17/04/2015 UNIDESIO 760169 13,845 17/04/2015 UNIDESIO 760210 12,647 17/04/2015 12,754 17/04/2015 UNIDESIO 760216 11,220 17/04/2015 UNIDESIO 760095 10,646 UNIDESIO 760096 17/04/2015 11,2510 UNIDESIO 760098 17/04/2015 12,538 UNIDESIO 760099 17/04/2015 11,8650 UNIDESIO 760102 17/04/2015 11,367 UNIDESIO 760104 11,3440 UNIDESIO 760105 10,7520 17/04/2015 UNIDESIO 760170 UNIDESIO 760106 12,3260 17/04/2015 UNIDESIO 760173 12,0780 17/04/2015 UNIDESIO 760229 11,520 17/04/2015 UNIDESIO 760109 11,6730 17/04/2015 UNIDESIO 760174 12,4370 17/04/2015 UNIDESIO 760234 10,170 17/04/2015 UNIDESIO 760125 12,446 17/04/2015 UNIDESIO 760179 11,965 17/04/2015 UNIDESIO 760235 10,076 17/04/2015 UNIT LINKED - FONDI INTERNI MetLife Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia Via Andrea Vesalio n. 6 00161 Roma Valorizzazione al: 24/04/15 AZZOAGLIO CONSERVATIVO 7,145 17/04/2015 BILANCIATO 12,607 17/04/2015 AZZOAGLIO DINAMICO 6,299 17/04/2015 CONSERVATIVE 10,480 17/04/2015 AZZOAGLIO EQUILIBRATO 7,333 17/04/2015 BOND MIX 11,011 17/04/2015 UNIDESIO PRUDENTE 11,908 17/04/2015 BALANCED 12,191 17/04/2015 UNIDESIO MODERATO 12,397 17/04/2015 GLOBAL EQUITY 15,367 17/04/2015 MetLife Protezione in Crescita 70% 1,503 MetLife Protezione in Crescita 90% 1,166 UNIDESIO ATTIVO 12,955 17/04/2015 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,370 17/04/2015 MetLife Protezione in Crescita 80% 1,347 Alico Monet. Protetto 1,107 UNIDESIO VIVACE 13,118 17/04/2015 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,201 17/04/2015 OBBLIGAZIONARIO MISTO 11,094 17/04/2015 UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 12,583 17/04/2015 AZIONARIO EURO 10,186 17/04/2015 UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 16,023 17/04/2015 AZIONARIO GLOBALE 13,215 17/04/2015 OBBIETTIVO 03/2021 9,875 17/04/2015 24/04/15 Alico P.P. Eur 2015 24/04/15 0,981 Alico P.P. Global 2028 24/04/15 1,158 Alico P.P. Eur 2016 24/04/15 1,004 Alico P.P. Global 2029 24/04/15 1,324 FTSE MIB 2010 104,509 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2017 24/04/15 1,037 Alico P.P. Global 2030 24/04/15 1,285 DUAL INDEX - 2012 106,460 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2018 24/04/15 1,078 Alico P.P. Global 2031 24/04/15 1,399 DUAL INDEX - 2013 102,116 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2019 24/04/15 1,111 Alico P.P. Global 2032 24/04/15 1,348 Alico P.P. Eur 2020 24/04/15 1,141 INDEX EURO DIVIDEND - 2013 109,386 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2021 24/04/15 1,186 Alico Prot.Trim. Eur 24/04/15 1,083 INDEX EuroCrescita 2014 98,877 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2022 24/04/15 1,200 Alico Prot.Trim. Usa 24/04/15 1,088 INDEX TOP DIVIDEND 2013 111,104 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2023 24/04/15 1,233 Alico Gest.Bilanc.Glob 24/04/15 1,518 INDEX TRENTA 2011 112,462 22/04/2015 Alico P.P. Eur 2024 24/04/15 1,178 Alico Gest.Azion.Glob 24/04/15 1,654 INDEX FOUR E 50 - 2011 113,531 22/04/2015 24/04/15 1,522 INDEX STOXX EUROPE - 2011 112,606 22/04/2015 EUROSTOXX 50 - 2012 114,387 22/04/2015 INDEX LINKED PIP - FONDI INTERNI PREVIMISURATO PREVIBRIOSO PREVIDINAMICO 13,957 14,518 14,699 16/04/2015 16/04/2015 16/04/2015 12,277 12,725 12,444 13,779 14,082 14,202 13,926 14,138 15,222 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 31/03/2015 FPA - LINEE LINEA 1 LINEA 1 - FASCIA A LINEA 1 - FASCIA B LINEA 2 LINEA 2 - FASCIA A LINEA 2 - FASCIA B LINEA 3 LINEA 3 - FASCIA A LINEA 3 - FASCIA B Alico P.P. Eur 2025 24/04/15 1,209 Alico Gest.Bilanc.Eur Alico P.P. Eur 2026 24/04/15 1,504 Alico Gest.Azion. Eur 24/04/15 1,561 Alico P.P. Eur 2027 24/04/15 1,252 Alico Aper.Indiciz.Eur 24/04/15 1,179 Alico P.P. Eur 2028 24/04/15 1,155 Alico Aper.Indiciz.Usa 24/04/15 1,843 Alico P.P. Eur 2029 24/04/15 1,302 Alico Aper.Indiciz.Glo 24/04/15 1,503 Alico P.P. Eur 2030 24/04/15 1,307 Alico Aper.Indiciz.Ita 24/04/15 0,947 Alico P.P. Eur 2031 24/04/15 1,381 Alico Liquidita’ 24/04/15 1,070 Alico P.P. Eur 2032 24/04/15 1,340 1,338 HELVETIA 4-30 111,201 22/04/2015 21/04/2015 1,033 24/04/15 161,600 24/04/15 Alico R. Prudente HELVETIA WORLD EQUITY Alico P.P. Usa 2015 1,328 HELVETIA EUROCRESCITA 96,260 22/04/2015 21/04/2015 1,076 24/04/15 222,990 24/04/15 Alico R. Crescita HELVETIA EUROPE BALANCED Alico P.P. Usa 2016 0,515 21/04/2015 1,092 24/04/15 252,570 24/04/15 Alico R. Multi Comm. HELVETIA WORLD BOND Alico P.P. Usa 2017 Alico P.P. Usa 2018 24/04/15 1,153 Alico Multi Comm. 24/04/15 0,540 HELVETIA GLOBAL BALANCED 181,210 21/04/2015 Alico P.P. Usa 2019 24/04/15 1,198 Alico R. Peak Usa 2015 24/04/15 HELVETIA GLOBAL EQUITY 135,100 21/04/2015 Alico P.P. Usa 2020 24/04/15 1,224 Alico R. Peak Usa 2020 Alico P.P. Usa 2021 24/04/15 1,305 LINEA GARANTITA 12,355 31/03/2015 Alico P.P. Usa 2022 24/04/15 Alico P.P. Usa 2023 Helvetia Compagnia Italo-Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A. Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano INDEX LINKED UNIT LINKED - FONDI INTERNI ATTIVO SPECIFICO HELVETIA QUATTRO.10 98,683 22/04/2015 1,018 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 102,004 22/04/2015 24/04/15 1,175 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 96,534 22/04/2015 Alico R. Peak Usa 2025 24/04/15 1,310 1,284 Alico R. Peak Usa 2030 24/04/15 1,370 24/04/15 1,324 Alico R. Peak Usa 2035 24/04/15 1,455 Alico P.P. Usa 2024 24/04/15 1,225 Alico R. Peak Eur 2015 24/04/15 1,055 Alico P.P. Usa 2025 24/04/15 1,322 Alico R. Peak Eur 2020 24/04/15 1,204 Alico P.P. Usa 2026 24/04/15 1,644 Alico P.P. Usa 2027 24/04/15 1,327 Alico R. Peak Eur 2025 24/04/15 1,327 Alico P.P. Usa 2028 24/04/15 1,272 Alico R. Peak Eur 2030 24/04/15 1,433 Alico P.P. Usa 2029 24/04/15 1,205 Alico R. Peak Eur 2035 24/04/15 1,441 Alico P.P. Usa 2030 24/04/15 1,416 Alico R. Peak Asia 2015 24/04/15 1,104 Alico P.P. Usa 2031 24/04/15 1,515 Alico R. Peak Asia 2020 24/04/15 1,297 Alico P.P. Usa 2032 24/04/15 1,479 Alico R. Peak Asia 2025 24/04/15 1,484 Alico P.P. Global 2015 24/04/15 0,980 Alico R. Peak Asia 2030 24/04/15 1,613 Alico P.P. Global 2016 24/04/15 1,012 Alico R. Peak Asia 2035 24/04/15 1,688 Alico P.P. Global 2017 24/04/15 0,973 Alico Sec. Acc. 2016 24/04/15 1,042 Alico P.P. Global 2018 24/04/15 1,095 Alico Sec. Acc. 2017 24/04/15 1,088 Alico P.P. Global 2019 24/04/15 1,185 Alico P.P. Global 2020 24/04/15 1,159 Alico P.P. Global 2021 24/04/15 1,210 Alico P.P. Global 2022 24/04/15 1,190 Alico P.P. Global 2023 24/04/15 1,237 Alico P.P. Global 2024 24/04/15 Alico P.P. Global 2025 Alico P.P. Asia 2015 24/04/15 1,135 FPA - LINEE PIP - FONDI INTERNI LINEA BILANCIATO 14,331 31/03/2015 HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 13,100 21/04/2015 LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,721 31/03/2015 HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 14,450 21/04/2015 LINEA AZIONARIO 11,167 31/03/2015 www.helvetia.it www.chiaravita.it Il resto, scopritelo da voi. UNIT LINKED UNIT in EURO DATA PREZZO Quality 22/04/2015 7,848 Progress 22/04/2015 7,4290 Maximum 22/04/2015 6,0200 Global Equity 22/04/2015 7,1960 22/04/2015 5,9430 Alico P.P. Asia 2020 24/04/15 1,314 Alico P.P. Asia 2025 24/04/15 1,471 Alico P.P. Asia 2030 24/04/15 1,535 Alico P.P. Asia 2035 24/04/15 1,683 Global 100 1,189 24/04/15 1,248 Alico Long Investment 24/04/15 0,929 Flex Equity 100 22/04/2015 12,601 Alico P.P. Global 2026 24/04/15 1,551 Alico Agriculture 24/04/15 0,454 EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A. Alico P.P. Global 2027 24/04/15 1,223 Alico Metals 24/04/15 0,490 www.metlife.it Entra in Helvetia con il tuo Smartphone + VELOCE + MODERNO + BELLO + RICCO + FACILE NEW DA USARE DA LEGGERE DA CONDIVIDERE NEI CONTENUTI DA NAVIGARE Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma Tel. 06 474821 www.eurovita.it In collaborazione con Martedì 28 Aprile 2015 M E R CAT I E F I NA N Z A SAIPEM/ Bene la trimestrale e debito in discesa Anno di crescita Nonostante difficoltà settore oil S aipem ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 77 mln (61 nell’analogo periodo 2014). I ricavi sono stati di 3,02 mld +4,5% , l’ebit di 159 mln, +25% e l’ebitda di 351 mln. L’indebitamento finanziario netto è stato di 5,193 mld (5,61). Nel trimestre, ha acquisito nuovi ordini per 2.399 mln (3.900 nel corrispondente periodo del 2014). Il portafoglio ordini è stato di 21.526 mln. In aprile, Saipem ha esteso il contratto Tad per ulteriori due anni e quello dei servizi di perforazione dello Scarabeo 6 fino a fine 2015. Ha infine confermato l’outlook illustrato il 16 febbraio. Secondo il gruppo, «in uno scenario del prezzo del petrolio che continua a dimostrarsi sfavorevole e che potrebbe influenzare l’atteggiamento dei clienti di Saipem nell’affrontare questioni operative e commerciali relative ai progetti in corso, i progressi compiuti nel primo trimestre consentono di confermare le aspettative riguardo a Umberto Vergine una solida performance per il 2015». Saipem continua quindi a prevedere ricavi tra 12 e 13 miliardi di euro. L’ebit è previsto in una forchetta tra 500 e 700 mln, l’utile netto tra 200 e 300 mln. Infine, l’obiettivo relativo al debito netto ha confermato una riduzione sotto i 4 mld. «Nel primo trimestre», ha commentato l’a.d., Umber- to Vergine, «pur in uno scenario di mercato negativo, Saipem ha proseguito nel processo generale di recupero e i risultati operativi sono confermati in significativo miglioramento. La strategia adottata in questi anni», ha spiegato l’a.d., «si è basata sui punti di forza dell’attività di perforazione e sull’assicurare il contributo di nuovi progetti vinti con una politica commerciale più mirata e solida». Vergine ha sottolineato che «il ricco portafoglio ordini costruito soprattutto nel corso del 2014, oltre 21 mld, conferma la fiducia accordata a Saipem dai suoi clienti». Infine, l’a.d. ha evidenziato che «rimane da completare in parte il risanamento e questo mentre si aggiungono nuove sfide, in particolare per quanto riguarda il rallentamento degli investimenti dei nostri clienti. Tuttavia, sono fiducioso, perché Saipem ha creato solide basi per completare la ripresa e recuperare i passati livelli di profittabilità». BREVI Sogefi. Laurent Hebenstreit sarà il nuovo amministratore delegato di Sogefi, la società di componentistica auto del gruppo Cir. La sua nomina sarà proposta dal vicepresidente esecutivo, Monica Mondardini, ai consiglieri di Sogefi in una apposita riunione che si terrà il prossimo giugno. Hebenstreit, 54 anni, francese, vanta una lunga esperienza internazionale nel settore della componentistica per autoveicoli e ha ricoperto incarichi di rilievo in gruppi come Faurecia, Plastic Omnium, Allied signal automotive e Valeo. Ntv. Via libera del cda al rifinanziamento del debito con le banche e il 15 giugno ci sarà l’assemblea per l’aumento di capitale «necessario al finanziamento dell’acquisto di nuovi treni per l’ampliamento della flotta e il servizio di nuove rotte», ha spiegato la società. FS. Lo spin-off del ramo retail di Grandi stazioni verrà realizzato all’inizio dell’estate ed entro fine anno l’intera operazione sarà completata. Lo ha sostenuto l’a.d. di Fs, Michele Mario Elia. Grandi stazio- ni sarà scissa in tre società: immobiliare, ferroviario e retail; quest’ultima andrà sul mercato. Safilo group ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 1,4 mln, -91,2%. Le vendite nette sono cresciute del 10,6%, a 324,3 mln, ma la crescita a cambi costanti è stata dello 0,8%. L’ebitda adjusted è sceso dell’8,2% a 32,6 milioni di euro. Banca Passadore. L’assemblea ha approvato il bilancio 2014, che si è chiuso con un utile netto di 15,3 milioni di euro. Ha anche approvato la distribuzione di un dividendo di 0,12 euro ad azione, +9%. Bnl. L’assemblea ha approvato il bilancio 2014 e ha nominato il nuovo cda, composto da dieci membri, in carica fino all’approvazione del bilancio 2017. Confermati presidente Luigi Abete e consiglieri Fabio Gallia (confermato a.d. e d.g.), Roger Abravanel, Jean Clamon, Beatrice Cossa Dumurgier, Mario Girotti, Bernard Lemee, Paolo Mazzotto, Silvia Merlo, Stefano Micossi e JeanPaul Sabet. © Riproduzione riservata SALINI IMPREGILO/ Per 2 mld $ Mega commessa in Nuova Guinea S dispone. La notizia ha messo le ali al titolo, che ha chiuso a 3,99 euro, +5,11%. L’azienda, secondo gli analisti di Banca Imi, non ha precisato la sua quota nel progetto. In ogni caso, dalla banca giudicano positivamente il contratto, sia per il segmento di mercato, dove il gruppo ha una forte expertise, sia per l’area geografica, zona di espansione strategica per il gruppo. Confermati il rating buy e il tp di 4,5 euro per azione. Banca Akros ha confermato il rating buy a 4,8 euro per azione. Gli esperti hanno posto l’accento sulle dimensioni dell’investimento. © Riproduzione riservata CD!*!%)/D( !"# $"% &'' $"% !" ( &/ &)* ! "# $ '-"0 +, +'" % & &/ *+ !" )!. , #$ '-"0 + ! *)"% 1) &' +2 13 !"# %& )*! +3 1) "0 '& alini Impregilo e il governo della Papua Nuova Guinea hanno firmato un accordo per sviluppare un progetto idroelettrico da 1.800 Mw. L’intesa prevede lo sviluppo di un’opera da oltre 2 miliardi di dollari. Il progetto, che comprende la realizzazione di una diga, è stato identificato come prioritario nello sviluppo delle infrastrutture. L’intesa si inquadra nell’attività del governo che tende a soddisfare i bisogni di strade, autostrade, aeroporti, porti e generazione di energia. Bisogni che, tra l’altro, registrano una crescente domanda di turismo e di esportazione di risorse naturali di cui il paese !"#$%&'"&(#&)*+,,'.*.,#+/&*.&0$#12.&'3&12.&&4!56+$!&+&784!&9:;< (&)*+,+'-)!.!4"0&*+,+*)-4"01)+3)*!%&"&"01)+213 Sede Legale in Milano, Via Marco Burigozzo, 5 Capitale Sociale à28.321.907,40 i.v. Codice Fiscale e Numero di Iscrizione Registro Imprese di Milano 08114020152 ASSEMBLEA DEI SOCI IN SEDE ORDINARIA E STRAORDINARIA Si rende noto che, in base ai riscontri effettuati e alle adesioni ricevute, l’assemblea dei soci convocata in sede ordinaria e straordinaria per i giorni 29 e 30 aprile si terrà in seconda convocazione, il giorno 30 aprile 2015 alle ore 9,30, presso la sede sociale, in Milano, Via Marco Burigozzo 5. Milano, 27 aprile 2015 47 !"#$%&'!"&("%$#$"#!)"*+$,-)".)"/&&!%/"!"/00$12/,#!'/##$")*"2+33*)0$".!**4562$"789:;" 79;888;888".)"()%)&/&$')" ":;<=>"%0-!'1)" "9;<?7"&$+0-"2$)#& @0$2')"*4$AA!'&/"%+"BBB;0*/%%2+33*)0)&/;)&