NL Settembre 2009
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NL Settembre 2009
Bu sin ess, M ar keting, M anag em ent In t r a p r e n d e r e Anno 1 - Numero 3 V I TA MO R T E E M I R A C O L I D I U N A P M I SETTEMBRE 2009 SOMMARIO “FIERA DEL LEVANTE” 2009 CONAD affari globali Pag.2 (L’INTERNAZIONALIZZAZIONE... Case History CARPISA Pag.3 (di Rocco Trisolini) Pag.4 Alitalia Rotte e sviluppo Pag.4 Ferrini e la “MADONNA NERA” Acqua come Vino Un aumento di fatturato nei primi 5 mesi del 2009 di oltre il 72% rispetto all’anno precedente, un rapido allungamento della distribuzione a tutto il territorio nazionale e nuove collaborazioni commerciali con Canada, Messico, Svezia, Cina ed Australia: sono i primi risultati del Progetto di Marketing di Acqua Filette, che sgorga dalla sorgente di Guercino (Fr). Pietro Ricci, a.d. di FontelItalia, ha voluto far ridisegnare il packaging e curato strategicamente la vendita, effettuata attraverso agenti specializzati del settore enologico, sì da darle la stessa dignità attribuita ad una bottiglia di vino pregiato. Trecentomila metri quadrati di quartiere fieristico, duemila espositori, più di un milione di visitatori. Sono i numeri della “Campionaria” della Fiera del Levante, evento fieristico del Sud per eccellenza che investe l’interesse degli operatori d’impresa dell’intero meridione del nostro Paese, ma anche di Paesi dell’area balcanica e sempre più dell’intero bacino Mediterraneo. Nata nel 1929 su iniziativa congiunta del Comune di Bari, dell'Amministrazione Provinciale e della Camera del Commercio di Bari, la prima edizione della campionaria internazionale ebbe luogo nel 1930. Nel 1969 sono nate le prime rassegne specializzate. Il quartiere fieristico è andato ampliandosi nel tempo e ospita oggi, nel corso dell'anno, circa quaran- DIETRO L’ANGOLO) ta manifestazioni. Oltre alla manifestazione principale, ad Aprile si tiene la seconda rassegna per ordine di visitatori, l'"Expolevante". Complessivamente, gli espositori che partecipano annualmente alle manifestazioni in calendario sono oltre cinquemila e oltre due milioni i visitatori, provenienti dall’Europa e dal bacino del Mar Mediterraneo. Sono tutti dati utili per comprendere appieno l’importanza della capacità organizzativa messa in campo dalle principali Istituzioni del nostro territorio, e rendere merito quindi ad un evento in grado di generare un indotto fieristico valutabile in centocinquanta milioni di euro. L’evento, già di per sé dichiaratamente vocato al congiungimento dell'economia meridionale a quella estera, é in grado di offrire alle imprese della nostra regione un’opportunità fantastica per avviare o con- solidare i loro processi di internazionalizzazione. Una vetrina unica per costruire idealmente (dotandosi della adeguata organizzazione aziendale) delle profittevoli “passerelle” su Adriatico e Mediterraneo per raggiungere gli straricchi e recettivi mercati di sbocco della Russia e del Medio Oriente, dove il “Made in Italy” coccola i sogni di chi gode di una ricchezza che, ad oggi, pare senza fine. I divani Natuzzi a Barcellona nella via del lusso (Affari Finanza - Luglio/ Agosto 2009) Milano Natuzzi, il gruppo italiano del settore dell’arredamento che è diventato il maggior produttore mondiale di divani in pelle, ha inaugurato il primo flagship store spagnolo nel centro di Barcellona. Il negozio è sulla prestigiosa Avenida Dagonal, l’arteria cittadina dello shopping di lusso, caratterizzata dalla presenza dei più importanti brand internazionali. Su 600 metri quadrati di superficie espositiva, Natuzzi presenta ai consumatori di Barcellona... (Continua a pag. 3) Pagin a 2 (Affari & Finanza Luglio/ Agosto 2009 - Giorgio Lonardi) Anno 1 - Numero 3 CONAD, LE “LENZUOLATE” FANNO CRESCERE IL FATTURATO Milano «La nostra è una battaglia per l’apertura del mercato alla concorrenza. L’importante è arricchire l’offerta, consentire ai consumatori di scegliere all’interno di un ventaglio più ampio di prodotti e di servizi. E questo vale per tutti: sia per il nostro mondo, quello della Grande Distribuzione, sia, ad esempio, per i farmer market». Parola di Camillo De Berardinis, amministratore delegato di Conad, la catena della grande distribuzione che ha giocato con più convinzione la carta delle liberalizzazioni. Lo conferma la scelta di aprire 6 nuove parafarmacie nel corso del 2009 in EmiliaRomagna, Sardegna, Toscana e Lombardia. E lo certifica la decisione di inaugurare 6 nuovi impianti di distribuzione di carburante in Piemonte, Liguria, Sardegna, Campania e EmiliaRomagna. Certo, in questi ultimi mesi le liberalizzazioni varate da Pierluigi Bersani durante l’ultimo governo di centro sinistra sono di fronte ad un attacco concentrico. Emblematico il caso delle parafarmacie che nonostante il successo confermato dall’apertura di circa 2.600 punti vendita (243 all’interno della grande distribuzione) e dall’assunzione di 5.500 giovani farmacisti sono sotto assalto da parte di parlamentari e di lobby legate al centro destra. Lo prova l’emendamento al testo di legge sui lavori usuranti presentato dal senatore Filippo Saltamartini (An) che blocca l’apertura di nuove parafarmacie prevedendo che entro 10 anni vengano chiusi gli attuali punti vendita. Eppure, proprio grazie alle parafarmacie il prezzo medio dei farmaci è calato del 10%. Stessa musica per i distributori di benzina che, nel caso di Conad, offrono il carburante ad un prezzo compreso fra gli 8 e i 10 centesimi sotto la media degli impianti tradizionali. Questa volta, però, a lanciare l’attacco alla libera concorrenza sono state le Regioni «senza alcuna differenza sottolinea ancora De Berardinis fra centrodestra e centrosinistra». Il sistema per aggirare le norme nazionali è stato semplice e curiosamente simile da Nord a Sud. Chi vuole inaugurare un nuovo impianto deve forzatamente aprire anche un erogatore di gpl o di metano. Peccato che questa imposizione, sostenuta in nome della difesa dell’ambiente da una parte imponga spazi (e costi) nettamente superiori a quelli necessari per aprire una tradizionale pompa di benzina. E fin qui, in nome dell’ambiente ci si potrebbe pure stare. Il guaio è un altro. E cioè che nessuna richiesta di questo tipo, nemmeno relativa al futuro, viene fatta nei confronti dei distributori tradizionali accettando di fatto una distorsione del mercato. Insomma, liberalizzare è dura. Eppure i conti di Conad dimostrano che la scelta di puntare sul mercato sta pagando. Nel 2008, infatti, il gruppo ha registrato un giro d’affari di 8,757 miliardi di euro, il 6,74% in più dell’anno precedente e una quota di mercato pari al 9,4%. Ma non è tutto. Perché nel primo semestre del 2009 è stata messa a segno un’ulteriore crescita del 6,2%, sensibilmente superiore all’andamento della Grande Distribuzione nel Bel Paese attestata attorno al 3%. «I nostri clienti apprezzano il fatto che noi possiamo offrire un ampio ventaglio di prodotti», osserva Francesco Pugliese, direttore generale del Conad stesso. Poi aggiunge: «Una recente ricerca DoxaBusacca da una parte ci dice che la grande distribuzione è la struttura di servizi che soddisfa meglio i bisogni degli italiani. Mentre dall’altra ci spiega che Conad, assieme ad un’altra catena, è al vertice fra le aziende dei servizi che rispondono meglio a quegli stessi desideri». E allora? In realtà, come sottolinea Pugliese, tutto si tiene assieme. A cominciare dalle liberalizzazioni. Spiega: «Per noi è fondamentale soddisfare i clienti. Soprattutto in un momento di crisi come questo in cui gli italiani hanno difficoltà a spendere. Ecco perché le parafarmacie sono importanti: perché offrono un servizio in più. A cominciare da prezzi mediamente più bassi del 20%. Ma senza dimenticare gli orari di apertura: una comodità in più per tanti italiani». La libertà di scelta, dunque, oltre ad essere un bel business è anche un servizio offerto alla popolazione, una possibilità in più per contrastare la crisi. Su questo Pugliese non si stanca di insistere. E non si limita a citare le pompe di benzina («abbiamo stimato di aprirne sei ma potrebbero essere di più»). Ma cita anche altre iniziative come la decisione di puntare con continuità sullo sviluppo della marca commerciale. Sottolinea: «Nel primo semestre di quest’anno i ricavi della nostra marca commerciale sono cresciuti del 15%. Questo vuol dire che nel giro di cinque anni abbiamo raddoppiato la quota di mercato che attualmente ha raggiunto il 21%». Il filo rosso che lega parafarmacie e impianti di benzina a prezzi competitivi con lo sviluppo della marca commerciale rimane dunque la libertà di scelta e il servizio al cliente. «È tutto molto semplice conclude Pugliese il fatto di aver consolidato un nostro marchio di alta qualità ad un prezzo mediamente inferiore del 30% a quello delle altre marche ha offerto un’opportunità in più alle famiglie il cui numero continua a crescere all’interno dei nostri negozi». Pagin a 3 Intraprendere CARPISA, LA TARTARUGA VA VELOCE “UNA SFIDA CHE PARTE DAL SUD” (Affari & Finanza Agosto 2009 - Luglio/ - Renata Fonta- nelli) Milano L’ormai celebre logo è rappresentato da una tartaruga. Ma a differenza dell'animale che lo rappresenta sinonimo sì di tenacia, ma molto lento, il marchio Carpisa si sta muovendo a passi lunghi e rapidi sul mercato italiano, ma anche su quello internazionale. Di proprietà della Kuvera Spa (il cui azionista di maggioranza è la famiglia Carlino che condivide con la famiglia Cimmino l’assetto proprietario), alla fine di giugno ha inaugurato la sua nuova sede nell'Interporto di Nola, una superficie di 10.000 metri quadrati per ospitare gli oltre 300 dipendenti del gruppo. “Dalla Campania vogliamo far partire un segnale in controtendenza nel panorama economico italiano attuale — spiega l'amministratore delegato Maurizio Carlino — Carpisa vuole essere l'espressione di un ingegno e lungimiranza meridionali al servizio di un'azienda giovane che ha saputo assumere in pochi anni una posizione di vertice nel mondo produttivo italiano.” Molto innovativa la struttura dell’azienda e assolutamente in linea con i nuovi trend che ormai prevedono anche nursery e palestra: “CasaCarpisa vuole creare un nuovo concetto di azienda; un hub che riceverà, filtrerà ed invierà nuove strategie, immagini, idee e concetti per continuare lo sviluppo del progetto Carpisa in tutto il mondo”. Il fatturato 2008 si è chiuso a quota 100 milioni di euro con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente, mentre i primi mesi del 2009….«Confermano il trend positivo per Kuvera sottolinea l'amministratore delegato - che atte- sta il fatturato a oltre 42 milioni di euro (+14 per cento)». In parallelo il patrimonio netto è passato da 20,9 milioni di euro del 2007 ai 27,3 del 2008. Dal 2002 ad oggi Carpisa ha sviluppato una rete di vendita con oltre 500 negozi in Italia e all’estero, che distribuiscono quattro collezioni stagionali di borse, valige e piccola pelletteria sia da donna che da uomo, cui si uniscono la linea professionale e gli accessori moda oltre alle nuovissime e colorate linee "baby" e "scuola”. Attualmente le energie del marchio si stanno concentrando verso l’espansione internazionale con un programma di aperture piuttosto intenso: «Entro la fine di quest'anno contiamo di arrivare a 600 punti vendita in venti paesi europei ed extraeuropei». In particolare il ruolino di marcia prevede una forte espansione in Spagna dove entro il 2010 sono in calendario 20 nuove aperture. Altri nuovi negozi Carpisa apriranno i battenti in Polonia, Turchia, Svezia e in tutti i paesi dell’ ex Jugoslavia. «Lo sviluppo - anticipa Carlino - continuerà poi in tutti quei paesi dove il marchio Carpisa conta già alcuni punti vendita. Mi riferisco alla Svizzera, alla Grecia, alla Germania, a Malta e Cipro». L’ultima novità in questo senso è stata la scelta di rendere omaggio al cinquantenario della nascita di Brasilia ambientandovi il set per gli scatti fotografici della campagna 2009/2010. Fuori dall'Europa l'azienda ha recentemente chiuso un accordo con un grande gruppo grazie al quale entro la fine dell’anno prossimo apriranno dieci punti vendita tra Dubai e gli Emirati Arabi. «L'arte contemporanea è anche dare la possibilità ai giovani talenti di trovare canali per esprimersi. E' per questo che all'interno di CasaCarpisa ci sarà uno spazio sempre dedicato ad installazioni e esposizioni di artisti di arte contempora-nea», conclude Carlino. Inoltre dal 2006 il marchio Carpisa ha cominciato a legarsi al mondo dell’arte. Come spiega il fotografo Ruy Teixeira “...una città che dopo 50 anni conserva le sue proposte iniziali di urbanismo ecologico legato al gigantismo poetico. Ogni edificio vanta una leggerezza ed una forma ancora oggi futuristica.” (continua da pag. 1) I divani Natuzzi …... ...il meglio della propria collezione ispirata ai colori, alle forme e alle sensazioni tipiche del Mediterraneo. Il nuovo flagship store di Avenida Diagonal è il luogo dove l’eleganza del nuovo design Natuzzi si fonde con gli odori, i colori e i sapori della magica città di Barcellona. “L’apertura del flagship store di Avenida Diagonal - ha dichiarato Pasquale Natuzzi Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Natuzzi - è un passo molto importante nel nostro programma di sviluppo retail. Per il suo modo di concepire il design, per la sua sensibilità e per quella della sua gente. Barcellona è la città ideale per le suggestive atmosfere mediterranee alla base dello stile e del design Natuzzi”. Con questa nuova apertura si rafforza il legame tra Natuzzi e la Spagna. Sono 24 i Natuzzi Store presenti sulla penisola iberica e 28 le Natuzzi Gallery aperte in partnership con i più grandi marchi della distribuzione. Pagin a 4 Intraprendere Arduo recuperare il caos della vicenda Alitalia (Affari & Finanza - Luglio/Agosto 2009 Paola Jadeluca) via Della Resistenza 10/B 70015 - Noci (BA) Tel.: +39 - 080 4949240 Fax: +39 - 080 4949037 E-mail: [email protected] «Sbandierano il brand Italia nella pubblicità, poi tagliano le rotte: Alitalia non ha collegamento diretto con l’India quando il nostro primo obiettivo è far arrivare i turisti dall’Est e farceli arrivare direttamente»...Elena David, presidente di Aica, l’associazione di Confindustria che raccoglie le catene alberghiere non ha dubbi: il grosso limite dell’industria turistica italiana è che «non facciamo sistema, non coordiniamo le strategie verso un obiettivo comune. Guardiamo alla Germania, i cinesi che arrivano in Europa atterrano tutti a Francoforte, il risultato di un lavoro globale del paese». La vicenda Alitalia, indubbiamente, ha giocato un ruolo negativo: quando il salvataggio era in forse, sono fioccate le disdette di tour operator, agenzie e singoli viaggiatori, tutti terrorizzati dalla paura di restare a terra. Oggi le cose non sono migliorate: il balletto Malpensa-Fiumicino, i voli annullati e accorpati, hanno fatto intervenire l’Antitrust per verificare gli slot effettivamente utilizzati dal vettore. Tutto questo ci fa perdere terreno. Mentre Francia, Regno Unito e Germania (segnala la Geografia del Made in Italy della Fondazione Edison in collaborazione con Symbola) hanno visto incrementare gli arrivi internazionali, grazie a hub aeroportuali con collegamenti strategici. Madonna Nera, dalla tavola del G8 agli Usa Battesimo top per il supertuscan di Carlo Ferrini “Ci impegniamo per dare il massimo di noi stessi... non una sola volta, ma ogni volta.” Contattateci ! www.rotora.it Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA. Tutti i diritti sono riservati. (Affari & Finanza - Luglio/Agosto 2009 Paola Jadeluca) Roma Era uscito sul mercato in sordina, l’anno scorso. Quest’anno, l’esordio su un palcoscenico d’eccezione, il G8. Tra le bollicine Ferrari, il Barolo di Giacosa e gli altri blasonati d’Italia richiamati dalla stampa, sulle tavolate dei grandi del mondo è finito, in punta di piedi, anche Madonna Nera, l’ultima creatura di Carlo Ferrini, l’enologo più famoso del mondo secondo il magazine americano Wine Enthusiast. Un supertuscan, blend di Sangiovese, 60%, Merlot, 30% e 10% di Cabernet in edizione limitata, non più di 7.000 bottiglie l’anno, una nicchia di alta gamma per palati esigenti a caccia di etichette rare. Due ettari a sudest di Montalcino, tenuta Madonna Nera ha una cantina in miniatura che è uno spettacolo, tra tradizione e mo- derna tecnologia. Botti grandi, da 5 hl, e un sistema per montaggi e follature. L’affinamento è per metà in legno usato e meno del 40% in quello nuovo. Il risultato: un vino di struttura, di buon colore, grande equilibrio, ma soprattutto elegante. E’ la cifra di Ferrini che firma bottiglie dal Trentino alla Sicilia, al top dei punteggi di Wine Spectator come delle Guide Italiane. Due inverni fa, infine, il debutto sul mercato con la griffe del lusso, Cavalli: per la tenuta di Tommaso, figlio di Roberto, ha firmato il vino prodotto con il marchio Cavalli, bottiglie da collezione, vendute in cofanetti con i tessuti e il design della maison che cambiano a ogni annata. Ma l’ultima sfida ha il sapore dell’amicizia: «Ci lavoro da cinque anni, per gioco, in una cantina piccola ma dove vogliamo fare un grande vino», racconta Carlo Ferrini. Porsenna, questo il nome dell’azien- da che distribuisce anche il vino, già andato a ruba su un mercato grande,gli USA. Grazie anche all’ottimo rapporto qualità prezzo: Madonna Nera esce dalla cantina a € 11. Un prezzo decisamente basso, che con tutti i ricarichi, riesce comunque a tenere testa alla crisi che negli USA ha dato vita a una nuova tendenza: il boom del vino sfuso. A dirlo una nota dell’Iwfi, Italian Wine & Food Institute di New York: i dati di maggio confermano il trend dei primi quattro mesi 2009: aumenta la quantità di vino importato (22%), ma si riduce il valore (14%), con i consumatori che continuano a privilegiare vini di prezzo più basso, in particolare non imbottigliato. In questo scenario hanno rafforzato la loro posizione Cile, Argentina e Nuova Zelanda, con aumenti tra il 20% ed il 134%. Mentre i Paesi europei perdono quota.