Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà

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Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno
dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli.
In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo
forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse
compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi
ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica,
sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla
roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti
e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era
fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica,
sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
(dal Vangelo di Matteo 7,21-27)
La casa sulla roccia… la casa sulla sabbia.
Non c’è apparente distinzione tra le due costruzioni, sembrano uguali, anzi lo sono forse, viste dall’esterno o ad una
rapida visita interna.
La casa rispecchia la famiglia che l’abita, ne è il simbolo. E anche le famiglie in fondo, viste dall’esterno, sono uguali a
tante altre, come quelle della pubblicità, in un apparenza esterna che nasconde però profonde diversità.
Mi viene in mente un simpatico finto-spot in stile “pubblicità progresso” dell’attrice comica Paola Cortellesi. In questo
spot ironico sulla laicità “nuovo flagello” che ammala la società contemporanea, ad un certo punto vengono mostrate
due foto di due famiglie numerose. All’apparenza sono identiche se non per i volti e i vestiti diversi. “Una di queste due
famiglie è laica”, dice con voce seriosa la Cortellesi, “l’altra non lo è. Riuscite a distinguerle?”. Ovviamente la risposta è
“no”. Con questo voleva far sorridere affermando ironicamente che i laici, “flagello” della società non più religiosa, si
stanno insinuando nella nostra società e la ammalano di laicità.
Le due famiglie sono uguali e nessuno sa dire quale delle due è una famiglia cristiana e l’altra no. E’ forse dalle croci sul
collo, dai quadri religiosi appeni in salotto o dalla frequentazione domenicale della messa che si può dire che la famiglia
è profondamente religiosa? Uscendo dall’ironia del finto-spot, mi domando davvero che cosa fa delle nostre case delle
case cristiane. E come pastore di una comunità parrocchiale, mi domando che cosa rende la mia parrocchia una comunità davvero evangelica secondo il progetto di Gesù. E infine chiedo a me stesso che cosa mi distingue da un laico, che
cosa fa di me un vero discepolo che non solo si dice cristiano, ma lo è per davvero!
Non è certamente la gara a chi ha il campanile più alto, la processione più lunga o il maggior numero di messe domenicali a fare di una parrocchia una parrocchia esemplare rispetto ad un altra.
“Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è
nei cieli” dice con forza Gesù, al termine del suo lungo insegnamento sulla montagna delle beatitudini.
E aggiunge alla fine: “chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha
costruito la sua casa sulla roccia…”.
Queste parole che se messe in pratica sono come roccia per la propria casa, sono quelle del vangelo, sono le parole che
non sono rimaste vaghe e rimbombanti negli orecchi, ma sono scese nella vita concreta di Gesù stesso prima di tutto.
Lui per primo non è rimasto nei cieli, ma si è fatto carne, sangue, gesti e vita concreta! Gesù stesso ha scelto di fare la
volontà del Padre suo che è nei cieli, ed è diventato modello di vita saggia, solidamente ancorata alla roccia dell’amore,
pronta al sacrificio che produce vita. Forse per molti contemporanei di Gesù la morte in croce è la prova che gli insegnamenti di questo maestro galileo erano instabili come la sabbia. Ma è vero il contrario. Questo ci insegna la fede, e su
questa fiducia poggiamo la nostra casa, la nostra vita, le nostre famiglie e l’intera comunità cristiana. Gesù ha mostrato
la propria identità e origine non tanto con le parole, dicendo: “Signore Signore… sono io!!”, ma lo ha mostrato pian
piano nella concretezza delle sue scelte e nella decisione di non sottrarsi alla morte in croce, segno concretissimo di amore suo e del Padre. Gesù ha accompagnato indissolubilmente gli insegnamenti ai gesti, le promesse ai fatti… Non
aveva un cartellino o una crocetta sul bavero della veste che ricordasse chi era, ma glielo si leggeva chiaro nella vita.
Cosa mi distingue dunque da un non cristiano? Dalla roccia sulla quale poggio la mia vita, che è la scelta di far diventare vita concreta gli insegnamenti di Gesù, di fare come lui. Sento che è una scelta saggia, e conosco tanti che mi hanno
testimoniato quanto sia saggio fare del Vangelo il programma di vita concreta, di oggi… di questo momento!