Dispositivi di comando

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Dispositivi di comando
2. Sicurezza
2. Sicurezza generale delle macchine
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2.2.6 Dispositivi di comando
DPR 459/96 all.1; CEI EN 60204-1/06
I dispositivi di comando costituiscono l’elemento attraverso il quale l’operatore attiva o disattiva le funzioni
della macchina.
Sono normalmente costituiti da un organo meccanico che a volte interviene direttamente su organi di trasmissione del moto della macchina (es. leva di innesto rotazione mandrino del tornio) ed a volte agisce invece
sulla circuitazione elettrica/elettronica, pneumatica o idraulica (comando a due mani di pressa idraulica).
Caratteristiche generali dei dispositivi di comando
I dispositivi di comando devono essere:
• chiaramente visibili e con la chiara indicazione (es tramite marcatura, descrizione completa, pittogramma) del tipo di azione che si va a comandare;
• situati fuori dalle zone pericolose;
• protetti contro il rischio di azionamento accidentale se ciò comporta un rischio (es. pulsante con guardia,
pedale con protezione superiore e/o azionamento complesso, leva con movimento articolato);
• disposti in modo tale che l’operatore addetto al comando sia in grado di verificare l’assenza di persone
dalle zone di rischio.
Altre caratteristiche dei Dispositivi di Comando
• disposti in modo da garantire una manovra sicura, univoca e rapida;
• installati in modo tale che il movimento del dispositivo di comando sia coerente con l’azione del comando;
• posizionati in modo che la loro manovra non causi rischi supplementari;
• dotati di grado di protezione IP (vedi 2.1.1.2 “Grado di protezione IP”), contro la penetrazione di polvere
o acqua, idoneo e compatibile con le condizioni ambientali;
• sufficientemente robusti; particolare attenzione deve essere dedicata ai dispositivi di arresto di emergenza che possono essere soggetti a grossi sforzi.
2.2.6.1 AVVIAMENTO
DPR 459/96 all.1; CEI EN 60204-1/06
L’avviamento, ossia l’inizio di un ciclo o di una funzione di lavoro, deve essere possibile soltanto se tutte le
funzioni di sicurezza e le misure di protezione sono presenti e funzionanti.
Per avviamento si intende anche la rimessa in marcia dopo un qualunque arresto.
L’avviamento di una macchina deve essere possibile soltanto agendo volontariamente su un dispositivo di
comando (vedi 2.2.6 “Dispositivi di comando”) appositamente predisposto.
Gli organi di comando (pulsanti, pedali, leve, ecc.) dei dispositivi di avviamento devono essere protetti contro il rischio di azionamento accidentale o involontario (es. pulsante con guardia, pedale con protezione
superiore e/o azionamento complesso, leva con movimento articolato). Tale requisito non è necessario
quando l’avviamento non presenta alcun rischio per le persone.
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Se la presenza di più dispositivi di comando dell’avviamento può comportare un rischio reciproco per gli
operatori addetti, si deve garantire che uno solo di questi sia attivato mediante ad esempio dispositivi di
convalida, selettori, ecc.
Gli organi di comando dei dispositivi di avviamento devono essere individuabili anche attraverso apposita
colorazione (codifica cromatica) (vedi 2.3 “Impianti elettrici delle macchine”).
Avviamento macchine complesse
Dal posto di comando l’operatore deve essere in grado di accertare l’assenza di persone dalle zone di rischio. Se ciò non fosse possibile ogni messa in marcia deve essere preceduta da un segnale di avvertimento
sonoro e/o visivo e le persone esposte devono avere il tempo di sottrarsi al pericolo o avere a portata di
mano i mezzi, come un arresto di emergenza (vedi 2.2.6.4 “Arresto d’emergenza”), per impedire rapidamente l’avviamento della macchina.
2.2.6.2 AZIONE MANTENUTA
DPR 459/96 all.1; CEI EN 60204-1/06
I dispositivi di comando ad azione mantenuta avviano e mantengono un determinata funzione della macchina solo se azionati continuativamente dall’operatore. Al loro rilascio la funzione comandata si arresta
automaticamente.
Per le macchine (per es. macchine mobili o portatili) sulle quali non è possibile ottenere una completa protezione delle parti pericolose, il comando manuale di azionamento deve avvenire mediante dispositivi ad
azione mantenuta.
I dispositivi di comando ad azione mantenuta trovano applicazione anche sulle macchine ove per operazioni di messa a punto, manutenzione, cambio lavorazione, ecc, è necessario rimuovere o disabilitare un riparo
o un dispositivo di sicurezza.
In tal caso la sicurezza dell’operatore deve essere ottenuta adottando oltre al comando ad azione mantenuta, altre misure di sicurezza.
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Sospensione delle funzioni di sicurezza e/o delle misure di protezione
Quando il comando ad azione mantenuta è attivato in seguito alla rimozione o disattivazione di funzioni di
sicurezza o misure di protezione, è necessario garantire che:
• tutte le altre modalità di funzionamento siano disabilitate;
• gli organi pericolosi siano attivabili solo mediante il comando ad azione mantenuta;
• gli organi pericolosi attivati operino comunque in condizioni di rischio ridotto (velocità ridotta, spostamenti limitati, energia limitata ecc.).
A quanto sopra devono essere associate altre misure di protezione quali ad esempio:
• restrizione dell’accesso alla zona pericolosa;
• disponibilità di un comando di arresto d’emergenza a immediata portata dell’operatore;
• dotazione di una pulsantiera di comando portatile o comandi locali che consentano la visione diretta
degli organi comandati.
2.2.6.3 ARRESTO
DPR 459/96 all.1; CEI EN 60204-1/06
L’arresto è un comando attraverso il quale si ottiene il fermo di una macchina o di una parte di essa.
Ogni macchina deve essere munita di almeno un dispositivo di comando che consenta l’arresto generale in
condizioni di sicurezza.
In presenza di più postazioni di lavoro ognuna di queste deve essere munita di un dispositivo di comando
che, in relazione ai rischi presenti sulla macchina, consenta di arrestare l’intera macchina o una parte di essa,
mantenendo le condizioni di sicurezza.
I dispositivi di arresto devono essere collocati accanto ad ogni dispositivo di avviamento.
L’ordine di arresto della macchina deve essere prioritario rispetto agli ordini di avviamento.
Categorie di funzioni di arresto
Esistono tre categorie per funzioni di arresto:
- Categoria 0, arresto non controllato attraverso il quale si interrompe immediatamente la fonte di energia
che alimenta gli organi pericolosi della macchina.
- Categoria 1, arresto controllato attraverso il quale vengono fermati gli elementi pericolosi della macchina mantenendo attiva la fonte di energia che verrà poi rimossa ad arresto avvenuto.
- Categoria 2, arresto controllato attraverso il quale vengono fermati gli elementi pericolosi della macchina mantenendo attiva la fonte di energia anche dopo l’arresto.
La scelta della categoria della funzione di arresto della macchina deve essere fatta sulla base della valutazione del rischio e in relazione ai requisiti funzionali della macchina stessa.
Postazioni di comando mobili senza fili
Le macchine dotate di postazioni di comando senza fili (radio-comandi, infrarossi ecc.) devono eseguire
l’arresto automatico degli organi pericolosi quando i segnali di comando non sono ricevuti correttamente
o quando avviene la perdita di comunicazione con la postazione mobile.
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2.2.6.4 ARRESTO D’EMERGENZA
UNI EN ISO 13850/07 - CEI EN 60204-1/06
Descrizione
L’arresto di emergenza è un dispositivo di sicurezza che assicura, una volta azionato, il fermo nel minor tempo possibile degli elementi pericolosi di una macchina.
La funzione di arresto d’emergenza è destinata ad evitare o ridurre, al loro sorgere, i pericoli per le persone
(normale funzionamento, disfunzioni, guasti, errori umani, ecc.), i danni alle macchine o alle lavorazioni in
corso.
Caratteristiche (vedi 2.2.6.4A “Caratteristiche generali”)
Ogni macchina deve essere munita di uno o più dispositivi di arresto di emergenza. Ogni dispositivo deve
essere attivabile mediante una singola azione umana e deve avere le seguenti caratteristiche:
• il dispositivo di arresto d’emergenza deve essere chiaramente individuabile, ben visibile e rapidamente accessibile (vedi 2.2.6.4B ”Posizionamento, forma e colore degli attuatori dei dispositivi di
arresto d’emergenza”);
• una volta azionato, l’arresto di emergenza deve restare inserito;
• deve essere possibile disinserirlo solo mediante una manovra adeguata (riarmo);
• il riarmo dell’arresto di emergenza non deve avviare nuovamente la macchina, ma solo consentirne il
riavvio mediante l’apposito comando;
• l’azionamento del comando provoca l’arresto del processo pericoloso nel tempo più breve possibile
(vedi 2.2.6.4C “Caratteristiche di funzionamento”), senza creare rischi ulteriori.
Utilizzo
Il dispositivo di arresto d’emergenza non può essere utilizzato in alternativa ad una protezione (riparo o
dispositivo di sicurezza) ma può essere utilizzato solo come misura supplementare.
Quando un dispositivo di comando d’arresto d’emergenza può essere facilmente disconnesso (es. pulsantiera portatile collegata mediante presa a spina) o quando una parte di macchina può essere isolata dalle
restanti, occorre prendere provvedimenti per evitare la possibilità di confondere i dispositivi di comando
d’arresto d’emergenza attivi da quelli inattivi. Il comando di arresto d’emergenza deve essere mantenuto
efficiente e perfettamente funzionante tramite apposita e programmata manutenzione.
La verifica del corretto funzionamento deve essere effettuata all’inizio di ogni turno di lavoro e sempre
dopo interventi di manutenzione, regolazione, pulizia, ecc., che coinvolgono la macchina, prima di riprendere il normale ciclo di produzione.
La verifica può consistere in alcune semplici manovre:
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• azionare uno dei dispositivi di arresto d’emergenza, poi azionare il comando di inizio ciclo: l’organo pericoloso non deve avviarsi;
• dopo aver azionato l’arresto di emergenza, riarmarlo: l’organo pericoloso non deve avviarsi automaticamente;
• ripetere la stessa operazione singolarmente con ognuno degli arresti di emergenza presenti sulla macchina: l’organo pericoloso non deve avviarsi automaticamente;
• le operazioni o manovre descritte devono essere ripetute in ogni modalità di funzionamento della macchina (ciclo automatico, ciclo manuale, ecc.) agendo di volta in volta sull’apposito selettore modale.
Su alcune macchine è possibile che non sia presente il dispositivo di arresto d’emergenza:
• macchine nelle quali il dispositivo di arresto di emergenza non ridurrebbe il rischio, sia perché non diminuirebbe il tempo di arresto, sia perché non consentirebbe l’adozione di misure speciali richieste per
tale rischio;
• macchine portatili e macchine che possono essere guidate con le mani (trapano portatile, smerigliatrice
angolare, ecc.).
2.2.6.4A DEFINIZIONI
• Insieme di componenti destinati a realizzare la funzione di arresto d’emergenza.
• La funzione di arresto d’emergenza è destinata ad evitare o ridurre, al loro sorgere, i pericoli per
le persone (normale funzionamento, disfunzioni, guasti, errori umani, ecc.), i danni alle macchine
o alle lavorazioni in corso.
Caratteristiche generali:
• L’organo di comando deve avere le necessarie caratteristiche di ergonomia (forma e dimensione)
• Il dispositivo di arresto d’emergenza deve essere in grado di sopportare forti sollecitazioni causate
dal suo azionamento in caso di emergenza.
• Deve essere disponibile e operante in qualsiasi momento indipendentemente dal modo operativo (ciclo manuale, ciclo automatico, comando diretto, ecc).
• Deve avere la priorità sugli altri comandi.
• Non deve generare pericoli aggiuntivi.
• Può eventualmente avviare, o permettere di avviare, alcuni movimenti di salvaguardia.
• L’inversione o la limitazione del moto, la deviazione, la schermatura, la frenatura, il sezionamento,
ecc. possono far parte della funzione di arresto d’emergenza (movimenti di salvaguardia).
• Non deve compromettere l’efficacia dei dispositivi di sicurezza o di dispositivi con funzioni condizionanti la sicurezza (dispositivi di frenatura, dispositivi magnetici di trattenuta, ecc.).
• Il dispositivo di comando ed il relativo attuatore devono operare secondo il principio dell’azione
meccanica positiva. (vedi 2.2.5.1A “Dispositivi di interblocco associati a un riparo incernierato/scorrevole”).
• Dopo il suo azionamento, il dispositivo di arresto d’emergenza deve operare in modo tale che il
pericolo sia evitato o ridotto all’origine automaticamente nel miglior modo possibile (scelta del
grado di decelerazione, scelta della categoria di arresto ecc.).
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• L’azione sull’attuatore che provoca l’intervento del comando di arresto d’emergenza deve determinare anche il bloccaggio dell’attuatore stesso in modo che, quando termina l’azione sull’attuatore, il comando di arresto d’emergenza rimanga trattenuto finché non sia intenzionalmente
ripristinato (sbloccaggio dell’attuatore).
• Non deve essere possibile avviare il moto pericoloso fino a che tutti gli attuatori di comando azionati non sono stati ripristinati manualmente, singolarmente ed intenzionalmente.
2.2.6.4B Posizionamento, forma e colore degli attuatori dei dispositivi di
arresto d’emergenza
Gli attuatori dei dispositivi di arresto d’emergenza devono essere:
• facilmente accessibili a tutti gli operatori (presenti in ogni postazione di lavoro della macchina);
• facilmente azionabili.
Gli attuatori dei dispositivi di arresto d’emergenza possono avere le forme seguenti:
(vedi appendice 1 “Uso di funi o cavi per attivare l’arresto d’emergenza”)
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• gli attuatori dell’arresto d’emergenza devono essere di colore rosso;
• ove esista una superficie dietro l’attuatore e ove ciò sia realizzabile, tale superficie deve essere di
colore giallo;
• può essere utile apporre etichette aggiuntive o il pittogramma normalizzato previsto dalle norme.
2.2.6.4C Caratteristiche di funzionamento
I dispositivi di arresto di emergenza funzionano sulla base dei principi dettati dalla categoria di appartenenza. La scelta della categoria deve essere effettuata sulla base delle caratteristiche più favorevoli alla sicurezza di ogni singola macchina. Le due categorie previste prevedono le seguenti
caratteristiche di funzionamento:
Dispositivi di arresto d’emergenza di categoria 0 (non controllato):
- l’arresto dell’organo pericoloso avviene mediante interruzione immediata dell’alimentazione di
energia degli attuatori della macchina ;
- l’arresto dell’organo pericoloso avviene mediante scollegamento meccanico tra il medesimo e il
suo attuatore e, se necessario, frenatura.
Dispositivi di arresto d’emergenza di categoria 1 (controllato):
- l’arresto dell’organo pericoloso avviene con l’attuatore del medesimo alimentato al fine di ottenere l’arresto e l’interruzione di energia ad arresto avvenuto.
CAT. ESEMPI DI LAVORAZIONI
POSSIBILI APPLICAZIONI
O
Macchine con organi pericolosi privi di inerzia ed il cui arresto non
provoca rischi aggiuntivi diretti o indiretti
Presse per deformazione a freddo dei metalli, presse piegatrici, cesoie a ghigliottina. Macchine con organi ad azionamento idraulico
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Macchine con organi pericolosi dotati di inerzia meccanica o con
necessità di invertire il moto o di attivare altri sistemi di sicurezza
Calandre per metalli o per gomma (allontanamento reciproco dei rulli,
controrotazione parziale dei rulli), rettificatrici (frenata controllata).
2.2.6.4D Modalità tecniche di funzionamento dei dispostivi d’arresto
d’emergenza
Il dispositivo di comando di arresto di emergenza deve agire su organi in grado di interrompere la
corrente complessivamente assorbita dalla macchina con il motore più potente in condizioni di rotore bloccato e gli altri motori in condizioni di normale funzionamento.
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2.2.6.4 (appendice 1)
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Uso di funi o cavi per attivare l’arresto d’emergenza
•
•
•
•
•
I dispositivi a fune devono potere essere azionati in ogni direzione.
La rottura della fune deve comandare automaticamente l’arresto.
Se necessario la fune deve essere resa visibile o evidente mediante apllicazione di “bandierine”.
Dopo l’azionamento o la rottura della fune deve sempre essere attivato un dispositivo di riarmo.
Attenzione alla freccia di azionamento e alla forza di sgancio della fune che dipendono dalla temperatura.
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2.2.6.5 SELETTORE MODALE DI FUNZIONAMENTO
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Ogni macchina può avere uno o più modi di funzionamento (manuale, automatico, azionamento con pedale, azionamento con comando a due mani, ecc.) determinati dalle caratteristiche della macchina stessa o
semplicemente dalle sue applicazioni. Quando la selezione del modo di funzionamento modifica le condizioni di sicurezza della macchina, tale selezione deve avvenire mediante un selettore modale.
Il selettore modale può essere azionato mediante una chiave oppure tramite un codice d’accesso. A ciascuna posizione del selettore corrisponde un solo modo di comando o di funzionamento. Il selettore modale
deve potere essere bloccato in ogni posizione.
La chiave o il codice di accesso per l’attivazione del selettore modale devono essere disponibili solo per il
personale addestrato ed autorizzato a modificare i modi di funzionamento della macchina. Pertanto durante il normale uso produttivo le chiavi non devono restare inserite nel selettore, bensì conservate dai
preposti individuati (procedura).
Il modo di comando selezionato deve avere la priorità su tutti gli altri sistemi di comando, salvo l’arresto di
emergenza.
Per ogni modalità di funzionamento specifica, devono essere garantite le relative funzioni di sicurezza o
misure di protezione.
La sola selezione di un modo di funzionamento non deve comandare l’avviamento della macchina, per
questa operazione deve essere necessario agire sull’apposito comando.
Se per alcune operazioni la macchina deve poter funzionare con i dispositivi di protezione neutralizzati, il
selettore modale deve simultaneamente:
• escludere il comando/funzionamento automatico;
• autorizzare i movimenti soltanto mediante dispositivi di comando ad azione mantenuta (vedi 2.2.6.2
“Azione mantenuta”);
• autorizzare il funzionamento degli elementi mobili pericolosi soltanto in condizioni di sicurezza migliorate (ad esempio: velocità ridotta, sforzo ridotto, a intermittenza);
• evitare qualsiasi movimento, dovuto all’azionamento volontario o involontario dei sensori interni della
macchina, che potrebbe presentare un pericolo.
Inoltre l’operatore, dal posto di manovra, deve avere il pieno controllo degli elementi sui quali agisce.
Deve essere chiaramente indicato il modo di funzionamento scelto (per es., posizione di un
selettore di modo in corrispondenza di una eticheta/pittogramma, presenza di un indicatore luminoso,
indicazione su visualizzatore).
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