superiori,arriviamo
Transcript
superiori,arriviamo
Giornale della Scuola Media Statale di Carmagnola - Corso Sacchirone, 47 - 10022 Carmagnola (TO) Anno VI - Numero unico - Giugno 2010 SUPERIORI, ARRIVIAMO PICCOLI BOTANICI CRESCONO GINA LA PIANTINA SALVO INCONVENIENTI, NATURALMENTE Un altro anno se n’è andato e per qualcuno era l’ultimo, qui alle medie. Resta l’ultimo ostacolo dell’esame di licenza, poi due mesi estivi per riprendersi e via, a settembre si inizia una nuova vita. Perché la scelta importante della scuola superiore fosse affrontata nel modo più consapevole possibile, anche quest’anno si sono svolte un’infinità di attività di orientamento: visite alle varie scuole, incontri con insegnanti e alunni, questionari, distribuzione di materiale illustrativo ecc. Possiamo dire che la scuola ha fatto tutto il possibile per aiutarci a capire bene ciò che vogliamo fare. Ora è il momento di tirare le somme. Su 260 alunni che finiranno la scuola media quest’an- CONVITTO IN MOSTRA Sabato 5 giugno, presso la succursale di via Marconi, sarà inaugurata la mostra dei lavori che gli alunni del corso E e della classe 1a G hanno elaborato nel corso dell’anno scolastico. La mostra chiuderà il 12 giugno. La mostra si articola in quattro sezioni distinte: «Lo studio d’ambiente: il bosco e le peschiere»; «Il giardino delle rose»; «Calligrafia»; «Le conchiglie». Proseguendo un’attività di studio e di salvaguardia dell’ambiente naturale, gli alunni del corso E hanno svolto lezioni di educazio- ne ambientale tenute dal dott. Enrico Combetto, guardia ecologica volontaria della Provincia di Cuneo, ed esplorazioni di ambienti naturali: la classe 1a ha studiato le peschiere dell’altopiano di Poirino, la 2a il bosco, in particolare il querco-carpineto del parco del Roero, la 3a ha effettuato attività di dendrometria, cioè ha misurato i valori biometrici relativi a un albero e un bosco. Per rendere più bello da vivere e da vedere l’ambiente naturale che ci è più vicino, cioè il giardino della continua a pag. 2 no, solo 8 finiranno al Liceo Classico, 20 allo Scientifico normale e altri 18 allo Scientifico di Scienze Applicate. La quota maggiore ha optato per l’Istituto Tecnico Commerciale (36 alunni) o Professionale Commerciale (10) di Carmagnola. Completa il quadro delle scuole carmagnolesi l’Istituto Professionale Agrario, scelto da 20 alunni. In totale, resteranno a Carmagnola anche il prossimo anno 112 dei 260 licenziandi attuali, dunque quasi la metà. Tra i fattori che maggiormente hanno influenzato queste scelte, oltre alla vicinanza a casa, c’è il desiderio di avere presto uno sbocco lavorativo o quello di prepararsi per l’Università, di compiere un percorso di studi che comprenda stages o viaggi di istruzione, che consenta di imparare le lingue o di svolgere attività pratiche. Al di fuori di Carmagnola, il più gettonato è il Cravetta di Savigliano (23 alunni), simile in qualche modo al nostro Roccati, ma con in più i corsi per parrucchiere e grafico pubblicitario. Seguono l’Eula di Racconigi (18), il Professionale dei Salesiani a Fossano (15), l’Alberghiero di Carignano (13) e il Linguistico di Carignano (10). Martina Rondina Fatima Jallab Il giardino della nostra scuola si sta popolando di piante e piantine delle varietà più disparate. Glicini, rose, carpini e ortensie stanno crescendo dove prima c’era il deserto (verde) di un prato spoglio. Diversi ragazzi di tutta la scuola ci hanno lavorato quotidianamente, guidati dal prof. Massimo Appendino e altri, e il risultato è già ora magnifico. Tra le altre c’è anche una piantina di noce, Gina, che gli alunni della 1a M hanno tenuto a battesimo e amorevolmente curato in classe. L’idea era partita da tre di loro, Daniel, Fabio e Gabriele, particocontinua a pag. 2 SPECIALE MASS-MEDIA alle pagg. 3-4-5-6 2 scuolacittà ENGLISH TEST UNA CUCCIA PER FIDO Da qualche anno anche nella nostra scuola si tengono gli esami Cambridge ESOL. ESOL sta per “English for Speakers of Other Language”, cioè Inglese per chi parla altre lingue. Si tratta di un Ente di certificazione europea che a sua volta è un dipartimento dell’Università di Cambridge. Gli esami C.E. sono destinati a persone che non siamo di madrelingua inglese, ma senza distinzioni di età, sesso o religione. La nostra scuola ha trovato molto interessante questo progetto e vi ha aderito: quindi ognuno di noi alunni può sostenere un esame in base al proprio livello di conoscenza della lingua. I centri in cui si svolgono gli esami consegnano i risultati entro 6-8 settimane e chi supera l’esame riceverà un certificato che non mancherà di essere utile in futuro. I ragazzi più dotati sono incoraggiati dagli stessi insegnanti a partecipare ai corsi di preparazione, cosa che comporta comunque il versamento di una quota di adesione. In questo modo si ha l’opportunità di approfondire molto di più la lingua inglese, sempre che si lavori con serietà e impegno. I corsi iniziano a ottobre e si sviluppano per tutto l’anno scolastico in un solo pomeriggio settimanale, ma il lavoro da fare è molto perché l’esame è piuttosto impegnativo. Superando l’esame del primo livello si può accedere a quelli più avanzati, fino ad arrivare a quelli universitari. Chiara Appendino Luca Desogus CONVITTO IN MOSTRA segue da pag. 1 nostra scuola, gli alunni delle classi 1a E e 1a G, guidati dal prof. Costantino Ciccone dell’Istituto per l’Agricoltura e l’Ambiente di Carmagnola e aiutati dai suoi allievi, hanno realizzato un roseto. Hanno così appreso tecniche agrarie, conosciuto più dettagliatamente una specie vegetale e le sue varietà e approfondito il tema “rosa” sotto varie angolature: botanico, letterario, linguistico, artistico, religioso, storico... Un’altra sezione della mostra è dedicata alla calligrafia, l’arte dello scrivere bello. In un tempo in cui si scrive sempre più spes- so con il computer e la grafia è talvolta illeggibile, i ragazzi della 2a E si sono esercitati nella scrittura, utilizzando il carattere gotico antico, onciale e moderno; hanno elaborato degli incipit; hano creato nuovi caratteri e realizzato etichette. Li ha guidati il prof. Mario Bergamo, ex insegnante di questo istituto. Ultima parte: le conchiglie. alcuni alunni hanno realizzato splendidi conchigliari e schede sulle varie specie di mono e bivalvi. L’inaugurazione della mostra, sabato 5 giugno, sarà introdotta da un breve spettacolo al quale saranno invitati anche i genitori degli alunni. Nel corso dell’anno scolastico alcuni volontari, con la collaborazione del prof. Massimo Appendino, hanno fatto conoscere l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) di Vinovo agli studenti di alcune classi della nostra scuola. L’attività di questa Associazione riguarda in particolare la protezione dei cani, ecco perché il progetto ideato per noi ragazzi è stato denominato “Una cuccia per Fido”. Al fine di ricavare fondi destinati all’acquisto di materiale per costruire cucce, alcuni di noi si sono impegnati nella vendita di “cartoline-gioco”. Per lo stesso scopo il 10 e l’11 aprile alcuni ragazzi si sono recati a Racconigi, presso le Serre Reali, a vendere piantine di zucchine fornite dall’Istituto Agrario di Carmagnola. Lo stesso al mercato di Carmagnola, sempre accompagnati dal Prof. Appendino. Alla fine di tutto questo lavoro siamo riusciti a raccogliere una bella sommetta: 750 euro dalla vendita delle cartoline e 960 dalla vendita delle piantine di zucchine. Il primo incasso è servito a coprire le spese di stampa delle cartoline, a costruire la cuccia per Fido e ad acquistare le piantine; della cifra finale, 400 euro sono stati versati al responsabile del canile di via Ceis e i restanti 560 al responsabile dell’ENPA di Vinovo. Ci riempie d’orgoglio essere riusciti a dare il nostro contributo. Gina la piantina ammirare, in attesa della fine delle lezioni. Ma anche durante l’estate non resterà sola perché prof e alunni hanno assicurato che ogni volta che passeranno davanti alla scuola ne controlleranno lo stato e in caso di necessità le rivolgeranno tutte le cure possibili. Insomma questa piccola e ormai già grande piantina di noce è diventata la mascotte del corso M. segue da pag. 1 larmente interessati alla botanica, che si sono procurati un seme di noce e hanno concretizzato questa loro idea. Nel suo vaso, Gina è stata tenuta a lungo in classe e poi, una volta diventata troppo grande, con il consenso della prof. di scienze Giovannini e della Preside, è stata trapiantata in un ambiente più idoneo, ossia nel giardino esterno. Ora se ne sta lì tranquilla a farsi Cristiana Badeanca Sara Tirante Fabio Bruno William Garrone 3 scuolacittà I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA IL GIORNALE di Cristiana Badeanca, Dania Andreotti, Roberta Aversa, Sara Baroudi, Carlo Bortone, Alessandro Cauduro Un giornale è una pubblicazione periodica o anche aperiodica in forma cartacea. Un tempo il termine giornale indicava un periodico con frequenza giornaliera (da cui il nome); oggi invece il significato è esteso ad una qualsiasi pubblicazione. Si ha notizia di giornali sin dall’antica Roma, quando nel Foro e in altri luoghi pubblici a partire dal 59 avanti Cristo venivano affissi gli Acta Diurna (cioè “decisioni del giorno”), che, come ci testimonia lo storico Svetonio, non rivestivano il carattere di veri atti ufficiali, ma informavano la gente sui grandi avvenimenti politici e privati, l’emanazione di nuove leggi e così via. L’usanza proseguì fino a tutto il Medioevo. Naturalmente questi fogli erano ancora scritti a mano. Soltanto l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del tedesco Johann Gutenberg (1450) portò alla nascita di notiziari, fogli economici e avvisi, senza alcuna periodicità, ma stampati ogni volta che si voleva far conoscere qualche notizia importante. Il primo giornale di cui abbiamo notizia uscì in Germania nel 1609. Differiva dai pamphlet perché usciva ad intervalli regolari, di solito una o due volte alla settimana, ed era numerato, cosicché il lettore potesse sapere se ne aveva perso uno. Ed è tedesco anche il primo quotidiano impostato in modo relativamente moderno: il «Leipziger Zeitung», stampato a Lipsia a partire dal 1° luglio 1650. Il quotidiano più antico d’Italia è la «Gazzetta» di Mantova: il primo numero risale al 1664. All’epoca i giornali erano letti quasi esclusivamente dalle classi agiate, nobili e borghesi, ed erano costituiti da notizie di cronaca, economia, politica interna ed estera. Solo tra l’Ottocento e il Novecento ci fu un progressivo aumento della diffusione del quo- tidiano, grazie all’aumento dell’alfabetizzazione e all’industrializzazione che caratterizzò l’epoca. Il giornale si diffuse tra tutta la popolazione nel corso del Novecento, grazie all’avvento della moderna società di massa. LE DIVERSE TIPOLOGIE LE PARTI DEL GIORNALE Un giornale si compone di articoli, così raggruppati: - CRONACA: si divide in bianca (notizie varie), nera (crimini e delitti), rosa (sulla vita privata di personaggi pubblici) e ha prevalente scopo informativo, anche se talvolta tende invece a orientare l’opinione del lettore. - EDITORIALE E COMMENTO: argomenta tesi a partire da notizie di cronaca (in genere politica interna o estera, o problemi di particolare rilievo); è in genere scritto da opinionisti importanti o dal direttore stesso del giornale. - CORSIVO: articolo dichiaratamente valutativo, spesso con ta- glio ironico, su episodi anche minori ma emblematici per la comprensione di fenomeni politici, culturali o di costume. - RUBRICA: spazio fisso quotidiano di commento su un tema specifico (costume, vita politica ecc.) affidato a un giornalista in genere noto. - REPORTAGE: resoconto, anche in più puntate, su un avvenimento importante con approfondimenti. - INCHIESTA: indagine sociologica su un fatto o un fenomeno rilevante, caratterizzato dal riportare più voci (autorevoli o comunque rappresentative di orientamenti diversi). I GIORNALI PIÙ VENDUTI IN ITALIA I dati della prima release di Audipress del 2007 (autunno 2006 + primavera 2007) premiano fra i quotidiani «Il Corriere della Sera» di Milano, al terzo posto in classifica, i cui lettori salgono a quota 2.615.000 crescendo del 2,5% rispetto alla release precedente (primavera 2006 + autunno 2006). In calo invece il secondo quotidiano in classifica, «La Re- pubblica» di Milano: -2,4% a quota 2.944.000. Il leader è sempre «La Gazzetta dello Sport», stabile a 3.592.000 lettori. Fra i quotidiani che superano il milione di lettori (i primi undici in classifica) si segnalano in negativo «La Stampa» di Torino, che perde il 5,4% con 1.378.000 lettori, e «Il Messaggero» di Roma, che cala del 4,8% a 1.364.000 lettori. I vari tipi di giornali sono: QUOTIDIANO: periodico con frequenza di pubblicazione giornaliera. Potrebbe anche non essere in forma cartacea, ma elettronica. Solitamente un quotidiano riporta notizie di ogni genere, ma ce ne sono anche che si occupano in modo particolare di un determinato settore dell’informazione, come ad esempio i quotidiani sportivi o quelli economici. RIVISTA o MAGAZINE: giornale con frequenza di pubblicazione non giornaliera. Solitamente tratta in modo approfondito un determinato argomento per un pubblico specializzato, oppure riporta fatti d’attualità per un vasto pubblico (in questo secondo caso è anche chiamata rotocalco). ROTOCALCO: rivista che si occupa di attualità. Solitamente ha una cadenza di pubblicazione settimanale e tirature elevate. Esistono poi tutti gli altri tipi di periodici: bisettimanale (pubblicato due volte a settimana), settimanale o ebdomadario (una volta a settimana), quattordicinale (ogni due settimane), quindicinale (due volte al mese), mensile (una volta al mese), bimestrale (ogni due mesi), trimestrale (ogni tre mesi), semestrale (ogni sei mesi), annuale (una volta all’anno) e così via. 4 I scuolacittà MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA LA RADIO di Magalì Giordano, Giada Carluccio, Valentina Catanzaro, Edoardo Cipolla, Mattia Falconi, Davide Ferrero L’invenzione della radio è frutto di una serie di esperimenti tenuti alla fine dell’Ottocento che dimostravano la possibilità di trasmettere informazioni tramite le onde elettromagnetiche. I primi tentativi riusciti furono dell’americano Nikola Tesla nel 1893 a St. Louis, Missouri; seguì Guglielmo Marconi che nel 1895, a soli ventun’anni, riuscì a trasmettere un segnale in codice Morse a circa due chilometri di distanza, ma nello stesso anno Tesla inviava segnali distinti tra due punti distanti circa 50 km a West Point. ll 12 dicembre 1901 Marconi, uscendo dai confini italiani, riuscì a trasmettere il primo segnale radiotelegrafico transoceanico, da Poldhu in Cornovaglia (Regno Unito) a St. John’s in Terranova (Canada). Dunque la questione circa la paternità della radio si gioca tra questi due personaggi. Una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti (1943) attribuì a Tesla la precedenza, rispetto a Marconi, del brevetto base della radio, ma fu Marconi a perfezionare il nuovo mezzo di comunicazione, da lui ribattezzato il “telegrafo senza fili”. L’invenzione di Marconi aveva però un limite: la difficoltà di trasmettere i suoni, che avrebbe agevolato la diffusione a livello di massa del nuovo strumento. Il primo che riuscì nell’intento fu il canadese Reginald Fessenden. Il 23 dicembre 1900 Fessenden riuscì a trasmettere a circa un chilometro e mezzo di distanza un breve messaggio vocale: «Uno, due, tre, quattro, nevica lì dove siete voi signor Thiesen? Se sì, volete telegrafarmi?». Era definitivamente nata la radio così come la intendiamo oggi. Non tutti sono d’accordo sull’inventore, ma fu l’enorme eco ben pubblicizzata delle trasmissioni di Marconi a legare per sempre il nome dello scienziato italiano al nuovo mezzo di comunicazione. ANNI ’30: I PRIMI SUCCESSI Nel gennaio 1928 nasce l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche). La radio comincia ad avere una grande diffusione popolare e il fascismo, con un decreto, stabilisce che l’informazione venga gestita direttamente dal regime. Bar e locali pubblici trasmettono i programmi in continuazione, la propaganda fascista favorisce la diffusione di altoparlanti ANNI ’50: IL PERIODO D’ORO Passata la guerra, vengono ricostruiti gli impianti di diffusione e la radio, che nel 1949 assume il nome di RAI (Radio Audizioni Italia), inizia il suo periodo d’oro: il prezzo degli apparecchi scende vertiginosamente e la radio entra nelle case della maggioranza degli italiani. Nel 1951 viene trasmessa in diretta la prima edizione del Festival di Sanremo. I canali diventano tre e viene regolarizzato il radio-giornale che secondo la legge deve essere imparziale e a tal proposito viene istituita la commissione parlamentare di vigilanza. Nel 1954 l’avvento della televisione spinge la radio a cercare nuove strategie per reggere la concorrenza e comincia così a trasmettere anche di notte. L’invenzione dell’autoradio e del transistor trasformano la radio in un oggetto trasportabile ovunque e, negli anni del boom economico, essa diventa la colonna sonora del nuovo senso di libertà che si diffonde soprattutto fra i giovani. che, collegati agli apparecchi, trasmettono i discorsi del Duce nelle piazze di tutto il Paese e, nel 1933, la radio viene introdotta in tutte le scuole d’Italia. Il successo della radio continua a crescere, grazie alla trasmissione di programmi innovativi e di grande gradimento popolare. Nel 1931 viene diffusa la prima radiocronaca dell’incontro di calcio fra Italia e Ungheria. All’autunno del 1934 risale il primo trionfo della radio grazie alla rivista «I quattro moschettieri»; abbinata a un concorso della casa Perugina, il programma scatena la caccia alle figurine quotate per i premi. Nel 1934 si contano 900.000 ascoltatori, ma in realtà i “radioamatori” sono già più di otto milioni. Nel 1935, in occasione dell’invasione italiana dell’Etiopia, si diffonde il genere della radiocronaca, ovvero della cronaca in diretta dai luoghi di battaglia e sull’andamento della guerra. Nel 1938 il numero degli abbonati raggiunge il milione. Sempre negli anni Trenta viene fondata, su impulso di Papa Pio XI, Radio Vaticana. DAL SESSANTOTTO ALLE RADIO LIBERE La “nuova aria” portata dalla contestazione studentesca del 1968 invade anche la radio: cambia il pubblico e si affermano nuovi generi. Un programma manifesto di questo periodo è “Chiamate Roma 3131”, tre ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori. Il programma è un successo strepitoso, che arriva a toccare anche punte di dieci milioni di ascoltatori. Questo e altri programmi di successo portano ad un enorme aumento degli introiti pubblicitari e la cosa non sfugge agli imprenditori privati. Nel 1981 Claudio Cecchetto rileva Radio Music e fonda a Milano Radio Deejay, destinata a imporsi come l’emittente più seguita d’Italia. Nascono anche Radio Italia e Radio Italia Network. Nel 1982 la Rai lancia due nuovi canali: RaiStereoUno e RaiStereoDue sulle nuove frequenze FM, aperte anche alle emittenti private, che da quel momento conoscono un vero boom. 5 scuolacittà I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA LA TELEVISIONE di Diego Mattis, Simone Guglielmelli, Tommaso Mangione, Danilo Negro, Souleymane Ouattara L’INVENZIONE DEL SECOLO CRONOLOGIA L’inizio della storia della televisione può essere fatto risalire al 25 marzo 1925, quando l’ingegnere scozzese John Logie Baird ne diede dimostrazione nel centro commerciale Selfridges di Londra. Nella dimostrazione di Baird, le immagini in movimento rappresentavano delle silhouettes, avevano cioè solo due tonalità di grigio. La trasmissione a distanza di immagini in movimento con una vasta gamma di grigi, quelle che comunemente chiamiamo in bianco e nero, riuscì a realizzarla il 2 ottobre dello stesso anno. La trasmissione avvenne dal suo laboratorio alla stanza a fianco. Si trattava della ripresa di un viso di un giovane (William Taynton, il suo fattorino) che si era prestato per l’esperimento. La risoluzione verticale dell’immagine televisiva era di 30 linee e la frequenza delle immagini era di 5 immagini al secondo. Nel 1927 trasmise la televisione da Londra a Glasgow (700 km di distanza) attraverso una normale linea telefonica in cavo. Nel 1928 realizzò la prima trasmissione televisiva transoceanica, da Londra a New York. Sempre nel 1928 riuscì a trasmettere le prime immagini a colori. La televisione di Baird fu in seguito definita televisione elettromeccanica perché l’apparecchio di ripresa delle immagini e quello di visione si basavano su un dispositivo elettromeccanico. 1929: iniziano a Roma e Milano i primi esperimenti di trasmissione delle immagini. 1936: il 22 marzo viene messo in onda dalla Germania nazista il primo programma televisivo regolare del mondo in occasione della XI Olimpiade di Berlino. 1937: 10 maggio, l’incoronazione di Re Giorgio VI a Londra è il primo evento trasmesso in diretta nella storia della televisione. 1939: il 30 aprile, in occasione dell’inaugurazione della Fiera Mondiale di New York, la NBC inizia negli USA regolari trasmissioni televisive. 1939: il 22 luglio a Monte Mario, vicino Roma, entra in funzione un trasmettitore sperimentale televisivo dell’Eiar (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). 1941: 1º luglio: la NBC americana trasmette il primo spot pubblicitario televisivo (riguarda un orologio). 1947: i delegati di 60 paesi presenti alla Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni di Atlantic City decidono di chiamare “televisione” (in sigla “TV”) la trasmissione a distanza delle immagini in movimento. 1954: il 3 gennaio alle ore 11.00 ha inizio in Italia il servizio televisivo sul Programma Nazionale. 1956: le VII Olimpiadi invernali di Cortina d’Ampezzo sono le prime ad essere trasmesse in Eurovisione. Quattro anni dopo toccherà alle Olimpiadi di Roma. 1957: in Italia nasce la rubrica pubblicitaria Carosello. 1960: la tv è diffusa ormai in 56 Paesi (raddoppieranno un decennio più tardi, nel 1970). In Italia questo genere di televisione non si diffuse, fu solo sperimentata. Già nel 1939 fu sostituita dalla televisione elettronica, messa a punto qualche anno prima (1927) dall’inventore americano Philo Farnsworth nel proprio laboratorio di San Francisco. L’attrezzatura di base consisteva in un dispositivo elettronico, il tubo a raggi catodici, inventato dal fisico tedesco Ferdinand Braun nel 1897. Questa tecnologia è stata l’unica utilizzata negli ultimi 70 anni, fino all’avvento recente del digitale terrestre. IMPARIAMO CON LA TV Quando la televisione educava anche Dagli anni cinquanta la diffusione della TV in Italia crebbe a ritmi stupefacenti. Era ancora un bene di lusso che pochi italiani potevano permettersi, tanto che i bar o le case dei vicini diventarono luoghi prediletti per visioni di gruppo, soprattutto in occasione delle trasmissioni dei primi e popolarissimi telequiz: «Il Musichiere», condotto da Mario Riva, e «Lascia o Raddoppia» con Mike Bongiorno. Negli anni sessanta, con il progresso dell’economia, il televisore si diffuse ancor più, sino a raggiungere le classi sociali meno agiate; l’elevato tasso di analfabetismo riscontrato fra queste suggerì la messa in onda di «Non è mai troppo tardi» (1959-1968), programma di insegnamento elementare condotto dal maestro Alberto Manzi, che, secondo le stime, avrebbe aiutato quasi un milione e mezzo di adulti a conseguire la licenza elementare. Ai tempi, la televisione italiana era una delle più pedagogiche al mondo. Forse era anche un po’ soporifera, ma certo ha giovato molto ad una nazione arretrata e culturalmente divisa. Non è solo una battuta dire quindi che, almeno a livello linguistico, “L’unità d’Italia non l’ha fatta Garibaldi, ma Mike Bongiorno”. 6 I scuolacittà MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA INTERNET di Sara Tirante, Annabelle Mercurio, Ilaria Parola, Alessio Rotondo, Andrea Tamburro La storia di Internet è direttamente collegata allo sviluppo delle reti di telecomunicazione. L’idea di una rete informatica che permettesse agli utenti di differenti computer di comunicare tra loro si sviluppò in molte tappe successive. La somma di tutti questi sviluppi ha condotto alla "rete delle reti", che noi conosciamo oggi come Internet. I primi progetti apparvero alla fine degli anni ’50, ma l’applicazione pratica è della fine dei ’60. Dagli anni ’80 le tecnologie che oggi costituiscono la base di Internet cominciarono a diffondersi nel mondo. Nel corso degli anni ’90 la popolarità della rete è divenuta massima in seguito al lancio del World Wide Web (www). Oggi grazie a Internet si può avere accesso all’informazione da qualsiasi punto del globo. Le origini di Internet si trovano in ARPANET, una rete di computer costituita nel settembre del 1969 negli USA da ARPA (Advanced Research Projects Agency). ARPA fu creata nel 1958 dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per dare modo di ampliare e sviluppare la ricerca. Intorno al 1965 l’ARPA iniziò ad avere dei seri problemi di gestione, principalmente dovuti al fatto che aveva diversi computer sparsi in varie sedi. Scambiare file fra loro era quasi impossibile, per via dei formati di archiviazione completamente diversi che ognuno di essi usava, quindi era necessario molto tempo e molto lavoro per passare dati fra i vari computer. Per questo Bob Taylor e Charlie Hertzfeld progettarono ARPANET, al fine di condividere online il tempo di utilizzazione del computer tra i diversi centri di elaborazione dati e i gruppi di ricerca. Nell’ottobre 1969 Leonard Kleinrock fu incaricato di creare il primo collegamento da computer a computer fra l’Università della California di Los Angeles e lo Stanford Research Institute, che furono così i primi due nodi di Internet. Nel 1973 fu istituito il progetto del protocollo di controllo trasmissione, standard indispensabile per la comunicazione tra reti di computer. Nel 1990 ARPANET venne smantellata e da allora si è passati via via alla privatizzazione di Internet, che oggi è in tutte le nostre case. Wikipedia è un’enciclopedia multilingue collaborativa, online e gratuita. Etimologicamente Wikipedia significa cultura veloce, dal termine hawaiano wiki (veloce), con l’aggiunta del suffisso di origine greca -pedia (cultura). Wikipedia venne formalmente lanciata il 15 gennaio 2002, dapprima in lingua inglese. Oggi è pubblicata in oltre 270 lingue. Wikipedia è uno dei dieci siti più visitati al mondo e dà la possibilità a chiunque di collaborare, utilizzando un sistema di modifica e pubblicazione aperto. YouTube è un sito mondiale, nato nel febbraio 2005, che si basa sulla condivisione dei video amatoriali, vera mania che ormai impazza in Rete. Filmati realizzati in proprio, con cellulari o videocamere, finiscono su YouTube e possono essere vi- sionati e scaricati in tutto il mondo. YouTube ha ormai superato la soglia dei 100 milioni di utenti. Al momento il record per il video più cliccato appartiene a Evolution of Dance, che vanta 122.939.846 visualizzazioni. Facebook è un popolare social network con accesso gratuito, attivo dal 2004. Al settembre 2009 il numero dei suoi utenti ha raggiunto i 300 milioni. Gli utenti creano profili con foto e liste di interessi personali, scambiano messaggi privati o pubblici e fanno parte di gruppi di amici. La visione dei dati dettagliati del profilo è ristretta ad utenti della stessa rete o di amici confermati. È possibile caricare contenuti, ricevere e rispondere ai messaggi o semplicemente navigare sul network. DIPENDENZA DA INTERNET Vi prende l’ansia, sudate e vi gira la testa? Provate a spegnere il computer La comunicazione sociale oggi è Internet, uno strumento che consente di oltrepassare le barriere del tempo e dello spazio. Il popolo dei “navigatori” è cresciuto enormemente e comprende ormai ogni età. Attraverso internet si gioca, ci si informa, si studia, si comunica, si vende, si compra, si lavora, ci si sperimenta in realtà virtuali. Tutta questa facilitazione non è esente da cattivi usi e da abusi, tanto che, negli ultimi anni, ha cominciato ad evidenziarsi una nuova forma di dipendenza nel campo della salute mentale, definita internet-dipendenza. I sintomi più frequenti sono: ansia, insonnia, depressione, disturbi della personalità, riduzione della capacità di relazione e del contatto con la realtà. La caratteristica costante che fa da sfondo a ogni dipendenza da Internet è la capacità della rete di rispondere (o illudere di rispondere) a molti bisogni umani (comunicazione, appartenenza, conoscenza, sospensione delle responsabilità...). È indispensabile essere al corrente di questo rischio e prevenirlo. Come? Semplice: limitando la quantità di tempo trascorso quotidianamente on-line, magari evitando di farla diventare un’abitudine quotidiana; integrando le attività on-line con attività reali equivalenti (es. relazioni sociali, acquisti, svaghi ecc.). 7 scuolacittà IL RISCALDAMENTO GLOBALE È TUTTA UNA BUFALA? Il surriscaldamento globale del nostro pianeta non comporta solo che fa più caldo dove viviamo, ma effetti ben più gravi: scioglimento dei ghiacci, desertificazione, innalzamento dei mari, continui maremoti, terremoti, eruzioni vulcaniche... Tutto ciò non è provocato solo dall’inquinamento prodotto dalle macchine, ma anche dai gas delle fabbriche, bombolette spray, condizionatori e chi più ne ha più ne metta. Gira e rigira, la causa principale siamo noi: produciamo gas nocivi (anidride carbonica, metano, ossido di azoto ecc.) che disperdiamo poi nell’ambiente. Questi gas salgono nell’atmosfera e producono una barriera: i raggi solari arrivano sulla Terra e l’effetto serra dato da questa barriera trattiene il calore aumentando la temperatura. Se non vogliamo finire come polli arrosto, sarà meglio che riduciamo gli sprechi, le emissioni e i consumi; ma anche così non ci si aspetti che dopo aver diminuito la produzione di scorie si possa tornare a una Terra normale, poiché dovremmo subire la punizione ai nostri sbagli per qualche decennio ancora. La colpa però non è tutta nostra, che abusiamo del petrolio e di ogni nuova tecnologia, ma anche di Madre Natura (eruzioni vulcaniche, emissioni gas terrestri...). Da parte nostra, se vogliamo ridurre l’effetto serra, non abbiamo che da: - ridurre il consumo di mezzi privati, privilegiando mezzi pubblici o ecologici; - utilizzare caloriferi autonomi o mezzi per trattenere il calore; - trovare alternative energetiche ecologiche; - riciclare oggetti e evitare gli usa e getta; - dire no al nucleare, la cui produzione causerà ulteriori danni al sistema ecologico. Dunque questa storia del surriscaldamento globale non è una bufala, ma una questione molto grave... magari non per tutti (c’è anche chi si arricchisce grazie all’inquinamento!) e finirà forse solo quando finirà anche il petrolio, ma sarà troppo tardi per la Terra. Marica Bertero Carlotta Canavesio GLI ALIENI SONO TRA NOI Alcuni sostengono che gli alieni visitino regolarmente il nostro pianeta. Gli UFO sarebbero i loro mezzi di trasporto su cui a volte portano alcuni umani per studiarli. Alcuni attribuiscono il fenomeno dei cerchi nel grano direttamente all’azione extraterrestre. Più realisticamente, l’unico contatto possibile con la vita extraterrestre all’interno del sistema solare sarebbe quello con ipotetici microorganismi. Anche se questa fosse l’unica possibilità, potrebbe comunque essere pericolosa, date le possibilità di contagio da batteri particolarmente aggressivi di origine extraterrestre (basti pensare che gli Indios d’America sono stati falciati a milioni dal- ETICHETTIAMOCI Mode giovanili a confronto I ragazzi al giorno d’oggi tendono a seguire uno stile o una moda ed è facile notare che tutti sono “copiati” l’un l’altro, anche quelli che si definiscono alternativi. Due gruppi che vanno per la maggiore sono i “truzzi” e gli “emo”, con le varie sottospecie. I truzzi sono piuttosto appariscenti, nell’abbigliamento e negli atteggiamenti, e questo li fa considerare volgari. L’abbigliamento di solito è costituito da vestiti della Kombat perlopiù a fumetti, Adidas, jeans strettissimi, scarpe fluorescenti della Nike e l’immancabile berretto appoggiato appena sulla nuca. Gli emo si chiamano così perché ascoltano musica emocore, ovvero “pesante”. Sono sempre gentili e spesso reputati gay per questo. Amano la natura, infatti sono vegetariani. L’abbigliamento è sempre nero a scacchi; amano i braccialetti borchiati e le cinture a quadretti, ma soprattutto l’immancabile ciuffo di capelli piastrati sull’occhio destro. Luca Desogus Chiara Appendino l’influenza europea), ma questo pericolo è comunque remoto dato che eventuali batteri o virus alieni avrebbero quasi certamente una biochimica così diversa dalla nostra da risultare innocui. Inoltre molti scienziati sostengono che ci siano pochissime possibilità che una forma di vita aliena possa somigliare minimamente a noi, considerate tutte le possibili variabili che potrebbero fare la differenza, come quelle ambientali, riferite alla particolare conformazione geologica, atmosferica e meteorologica. Comunque, somiglianze a parte, si stima che, su 100 miliardi di galassie, i pianeti abitabili possano essere milioni. Di questi, chissà quanti sono quelli abitati per davvero e chi di loro da una civiltà più evoluta della nostra? Di certo, se degli alieni riuscissero a raggiungerci sarebbero più evoluti di noi, che finora siamo riusciti solo a mettere piede sulla Luna. E proprio qui sta il rischio che corriamo: di fronte a extraterrestri più evoluti, noi saremmo destinati a fare la stessa fine degli indigeni d’ America quando vi sbarcò Cristoforo Colombo. Ma, avvertono gli scienziati, è anche vero che i cattivi hanno la tendenza ad autodistruggersi non appena raggiungono un alto livello tecnologico, come rischiamo di fare noi con la bomba atomica. Quindi sopravvivono a lungo soltanto gli alieni buoni: è la selezione darwiniana a livello cosmico. Fabio Bruno William Garrone 8 scuolacittà SCUOLACITTÀ BARBIE Fabrizio De Andrè COMPIE 51 ANNI UN POETA DEI NOSTRI GIORNI Cinquantun anni anni e neanche una ruga... ma d’altra parte la Barbie non sarebbe più la Barbie se la sua pelle di pesca, i suoi capelli luminosi o il giro vita rivelassero qualche segno del tempo che passa. Era il 1959 quando negli Stati Uniti fu lanciata la prima bambola che non aveva le fattezze di un bambino, ma di una vera donna, con cui le bambine potevano esercitarsi a diventare signorine da marito e non mamme e potevano sognare di divenire la “reginetta del ballo” con il vestito all’ultima moda, gli accessori e il fidanzato. Anno dopo anno, la Barbie si adeguò ai tempi e alle mode e, come le donne della realtà, si è messa pure a lavorare: è stata hostess e astronauta, chirurgo e manager, soldatessa e candidata alla presidenza americana. Il successo è stato mondiale: dal 1959 a oggi sono stati prodotti e venduti un milione di esemplari, senza contare il numero di scarpe, borse, vestiti, occhiali, case, camper, auto e animali domestici a lei collegati, per non parlare del mitico Ken, il boy-friend, delle fantastiche sorelline e del nutrito gruppo delle amiche del cuore. La “madrina” del recente cinquantesimo compleanno della bambola bionda non poteva essere che Michelle Hunziker, la Barbie in carne e ossa del 2000. Marica Bertero Fabrizio De Andrè è uno dei più famosi cantautori italiani del XX secolo. Le sue canzoni sono ispirate a temi quali la libertà, la giustizia, le discriminazioni e le emarginazioni sociali. “Via del campo”,“Bocca di Rosa”,“A’ dumenega” sono esempi di canzoni a favore delle prostitute, che lui ha sempre rispettato; l’album “Storia di un impiegato” è una raccolta di canzoni dedicate alle contestazioni studentesche degli anni ’60 e ’70; “Fiume Sand Creek” ricorda le battaglie dell’Ottocento tra americani e pellirosse. Fabrizio De Andrè è venuto a mancare nel 1999, all’età di 59 anni, ma ci restano le sue canzoni, una miscela assolutamente unica di poesia e di attualità, tanto che alcune di esse sono state inserite in antologie scolastiche di letteratura. Michele Didoli CRUCIVERBINO di Martina Rondina Definizioni: 1. Si mangiano, sono rotonde e spesso vengono accompagnate con le patatine. 2. Li usa chi non vede. 3. Si fa quando c’è una festa. 4. Non è notte. 5. Si fanno per divertimento. 6. Si va a dormire quando sei in vacanza. Anno VI - numero unico Giugno 2010 Redazione Dania Andreotti Chiara Appendino Roberta Aversa Cristiana Badeanca Sara Baroudi Marica Bertero Carlo Bortone Fabio Bruno Carlotta Canavesio Giada Carluccio Valentina Catanzaro Alessandro Cauduro Edoardo Cipolla Luca Desogus Michele Didoli Mattia Falconi Davide Ferrero William Garrone Magalì Giordano Simone Guglielmelli Fatima Jallab Tommaso Mangione Diego Mattis Annabelle Mercurio Danilo Negro Souleymane Ouattara Ilaria Parola Martina Rondina Alessio Rotondo Andrea Tamburro Sara Tirante coordinamento generale: 7. Today italiano. 8. Stato dove vivi. 9. Lo leggi per le notizie. 10. È molto usato in Internet. Maria Clara Petruzziello Gianni Zunino