superiori,arriviamo

Transcript

superiori,arriviamo
Giornale della Scuola Media Statale di Carmagnola - Corso Sacchirone, 47 - 10022 Carmagnola (TO)
Anno VI - Numero unico - Giugno 2010
SUPERIORI, ARRIVIAMO
PICCOLI BOTANICI CRESCONO
GINA LA PIANTINA
SALVO INCONVENIENTI, NATURALMENTE
Un altro anno se n’è andato e per
qualcuno era l’ultimo, qui alle
medie. Resta l’ultimo ostacolo dell’esame di licenza, poi due mesi
estivi per riprendersi e via, a
settembre si inizia una
nuova vita.
Perché la scelta importante della scuola superiore
fosse affrontata nel modo
più consapevole possibile, anche quest’anno si sono svolte
un’infinità di attività di orientamento: visite alle varie scuole, incontri con insegnanti e alunni,
questionari, distribuzione di materiale illustrativo ecc.
Possiamo dire che la scuola ha fatto tutto il possibile per
aiutarci a capire bene ciò che
vogliamo fare.
Ora è il momento di tirare le
somme. Su 260 alunni che finiranno la scuola media quest’an-
CONVITTO IN MOSTRA
Sabato 5 giugno, presso la succursale di via Marconi, sarà
inaugurata la mostra dei lavori
che gli alunni del corso E e della
classe 1a G hanno elaborato nel
corso dell’anno scolastico. La mostra chiuderà il 12 giugno.
La mostra si articola in quattro
sezioni distinte: «Lo studio d’ambiente: il bosco e le peschiere»;
«Il giardino delle rose»; «Calligrafia»; «Le conchiglie».
Proseguendo un’attività di studio
e di salvaguardia dell’ambiente
naturale, gli alunni del corso E
hanno svolto lezioni di educazio-
ne ambientale tenute dal dott.
Enrico Combetto, guardia ecologica volontaria della Provincia di
Cuneo, ed esplorazioni di ambienti naturali: la classe 1a ha studiato le peschiere dell’altopiano di
Poirino, la 2a il bosco, in particolare il querco-carpineto del parco
del Roero, la 3a ha effettuato attività di dendrometria, cioè ha misurato i valori biometrici relativi
a un albero e un bosco. Per rendere più bello da vivere e da vedere l’ambiente naturale che ci è
più vicino, cioè il giardino della
continua a pag. 2
no, solo 8 finiranno al Liceo
Classico, 20 allo Scientifico
normale e altri 18 allo
Scientifico di Scienze Applicate. La quota maggiore
ha optato per l’Istituto Tecnico Commerciale (36 alunni) o Professionale Commerciale (10) di Carmagnola.
Completa il quadro delle scuole
carmagnolesi l’Istituto Professionale Agrario, scelto da 20 alunni.
In totale, resteranno a Carmagnola anche il prossimo anno 112 dei
260 licenziandi attuali, dunque
quasi la metà.
Tra i fattori che maggiormente
hanno influenzato queste scelte,
oltre alla vicinanza a casa, c’è il
desiderio di avere presto uno
sbocco lavorativo o quello di prepararsi per l’Università, di compiere un percorso di studi che
comprenda stages o viaggi di
istruzione, che consenta di imparare le lingue o di svolgere attività pratiche.
Al di fuori di Carmagnola, il più
gettonato è il Cravetta di Savigliano (23 alunni), simile in qualche modo al nostro Roccati, ma
con in più i corsi per parrucchiere e grafico pubblicitario. Seguono l’Eula di Racconigi (18), il Professionale dei Salesiani a Fossano
(15), l’Alberghiero di Carignano
(13) e il Linguistico di Carignano
(10).
Martina Rondina
Fatima Jallab
Il giardino della nostra scuola si
sta popolando di piante e piantine delle varietà più disparate.
Glicini, rose, carpini e ortensie
stanno crescendo dove prima c’era il deserto (verde) di un prato
spoglio. Diversi ragazzi di tutta
la scuola ci hanno lavorato quotidianamente, guidati dal prof.
Massimo Appendino e altri, e il
risultato è già ora magnifico.
Tra le altre c’è anche una piantina di noce, Gina, che gli alunni
della 1a M hanno tenuto a battesimo e amorevolmente curato in
classe.
L’idea era partita da tre di loro,
Daniel, Fabio e Gabriele, particocontinua a pag. 2
SPECIALE MASS-MEDIA
alle pagg. 3-4-5-6
2
scuolacittà
ENGLISH TEST UNA CUCCIA PER FIDO
Da qualche anno anche nella nostra scuola si tengono gli esami
Cambridge ESOL.
ESOL sta per “English for Speakers of Other Language”, cioè Inglese per chi parla altre lingue.
Si tratta di un Ente di certificazione europea che
a sua volta è un
dipartimento dell’Università di
Cambridge.
Gli esami C.E. sono
destinati a persone che
non siamo di madrelingua inglese, ma senza distinzioni
di età, sesso o religione.
La nostra scuola ha trovato molto
interessante questo progetto e vi
ha aderito: quindi ognuno di noi
alunni può sostenere un esame in
base al proprio livello di conoscenza della lingua.
I centri in cui si svolgono gli
esami consegnano i risultati entro 6-8 settimane e chi supera
l’esame riceverà un certificato
che non mancherà di essere utile
in futuro.
I ragazzi più dotati sono incoraggiati dagli stessi insegnanti a
partecipare ai corsi di preparazione, cosa che comporta comunque il versamento di una quota
di adesione. In questo
modo si ha l’opportunità di approfondire molto
di più la lingua inglese,
sempre che si lavori con
serietà e impegno.
I corsi iniziano a ottobre e si
sviluppano per tutto l’anno scolastico in un solo pomeriggio settimanale, ma il lavoro da fare è
molto perché l’esame è piuttosto
impegnativo.
Superando l’esame del primo livello si può accedere a quelli più
avanzati, fino ad arrivare a quelli universitari.
Chiara Appendino
Luca Desogus
CONVITTO IN MOSTRA
segue da pag. 1
nostra scuola, gli alunni delle
classi 1a E e 1a G, guidati dal
prof. Costantino Ciccone dell’Istituto per l’Agricoltura e l’Ambiente di Carmagnola e
aiutati dai suoi allievi, hanno realizzato
un roseto. Hanno così
appreso tecniche agrarie,
conosciuto più dettagliatamente una specie vegetale e le sue varietà e
approfondito il tema “rosa”
sotto varie angolature: botanico,
letterario, linguistico, artistico, religioso, storico...
Un’altra sezione della mostra è
dedicata alla calligrafia, l’arte
dello scrivere bello. In un tempo
in cui si scrive sempre più spes-
so con il computer e la grafia è
talvolta illeggibile, i ragazzi della
2a E si sono esercitati nella scrittura, utilizzando il carattere gotico antico, onciale e moderno;
hanno elaborato degli incipit;
hano creato nuovi caratteri
e realizzato etichette. Li
ha guidati il prof. Mario
Bergamo, ex insegnante
di questo istituto.
Ultima parte: le conchiglie. alcuni
alunni hanno realizzato splendidi
conchigliari e schede sulle varie
specie di mono e bivalvi.
L’inaugurazione della mostra, sabato 5 giugno, sarà introdotta da
un breve spettacolo al quale saranno invitati anche i genitori
degli alunni.
Nel corso dell’anno scolastico alcuni volontari, con la collaborazione del prof. Massimo Appendino, hanno fatto conoscere l’ENPA
(Ente Nazionale Protezione Animali) di Vinovo agli studenti di
alcune classi
della nostra
scuola.
L’attività di
questa Associazione riguarda in particolare la protezione dei cani, ecco perché il
progetto ideato per noi ragazzi è
stato denominato “Una cuccia per
Fido”.
Al fine di ricavare fondi destinati all’acquisto di materiale per
costruire cucce, alcuni di noi si
sono impegnati nella vendita di
“cartoline-gioco”. Per lo stesso
scopo il 10 e l’11 aprile alcuni
ragazzi si sono recati a Racconigi, presso le Serre Reali, a vendere piantine di zucchine fornite
dall’Istituto Agrario di Carmagnola. Lo stesso al mercato di
Carmagnola, sempre accompagnati dal Prof. Appendino.
Alla fine di tutto questo lavoro
siamo riusciti a raccogliere una
bella sommetta: 750 euro
dalla vendita
delle cartoline
e 960 dalla
vendita delle
piantine di
zucchine. Il
primo incasso è servito a coprire
le spese di stampa delle cartoline, a costruire la cuccia per Fido
e ad acquistare le piantine; della
cifra finale, 400 euro sono stati
versati al responsabile del canile
di via Ceis e i restanti 560 al responsabile dell’ENPA di Vinovo.
Ci riempie d’orgoglio essere riusciti a dare il nostro contributo.
Gina la piantina
ammirare, in attesa della fine
delle lezioni.
Ma anche durante l’estate non
resterà sola perché prof e alunni
hanno assicurato che ogni volta
che passeranno davanti alla
scuola ne controlleranno lo stato
e in caso di necessità le rivolgeranno tutte le cure possibili.
Insomma questa piccola e ormai
già grande piantina di noce è diventata la mascotte del corso M.
segue da pag. 1
larmente interessati alla botanica, che si sono procurati un seme
di noce e hanno concretizzato
questa loro idea.
Nel suo vaso, Gina è stata tenuta
a lungo in classe e poi, una volta
diventata troppo grande, con il
consenso della prof. di scienze
Giovannini e della Preside, è stata trapiantata in un ambiente più
idoneo, ossia nel giardino esterno.
Ora se ne sta lì tranquilla a farsi
Cristiana Badeanca
Sara Tirante
Fabio Bruno
William Garrone
3
scuolacittà
I
MEZZI
DI
COMUNICAZIONE
DI
MASSA
IL GIORNALE
di Cristiana Badeanca, Dania Andreotti, Roberta Aversa, Sara Baroudi, Carlo Bortone, Alessandro Cauduro
Un giornale è una pubblicazione
periodica o anche aperiodica in
forma cartacea. Un tempo il termine giornale indicava un periodico con frequenza giornaliera
(da cui il nome); oggi invece il significato è esteso ad una qualsiasi pubblicazione.
Si ha notizia di giornali sin dall’antica Roma, quando nel Foro e
in altri luoghi pubblici a partire
dal 59 avanti Cristo venivano affissi gli Acta Diurna (cioè “decisioni del giorno”), che, come ci
testimonia lo storico Svetonio,
non rivestivano il carattere di
veri atti ufficiali, ma informavano la gente sui grandi avvenimenti politici e privati, l’emanazione di nuove leggi e così via.
L’usanza proseguì fino a tutto il
Medioevo.
Naturalmente questi fogli erano
ancora scritti a mano. Soltanto
l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del tedesco Johann Gutenberg (1450) portò alla nascita di notiziari, fogli
economici e avvisi, senza alcuna
periodicità, ma stampati ogni volta che si voleva far conoscere
qualche notizia importante.
Il primo giornale di cui abbiamo
notizia uscì in Germania nel
1609. Differiva dai pamphlet perché usciva ad intervalli regolari,
di solito una o due volte alla settimana, ed era numerato, cosicché
il lettore potesse sapere se ne
aveva perso uno.
Ed è tedesco anche il primo quotidiano impostato in modo relativamente moderno: il «Leipziger
Zeitung», stampato a Lipsia a
partire dal 1° luglio 1650.
Il quotidiano più antico d’Italia è
la «Gazzetta» di Mantova: il primo numero risale al 1664.
All’epoca i giornali erano letti
quasi esclusivamente dalle classi
agiate, nobili e borghesi, ed erano
costituiti da notizie di cronaca,
economia, politica interna ed
estera. Solo tra l’Ottocento e il
Novecento ci fu un progressivo
aumento della diffusione del quo-
tidiano, grazie all’aumento dell’alfabetizzazione e all’industrializzazione che caratterizzò l’epoca.
Il giornale si diffuse tra tutta la
popolazione nel corso del Novecento, grazie all’avvento della
moderna società di massa.
LE DIVERSE
TIPOLOGIE
LE PARTI DEL GIORNALE
Un giornale si compone di articoli, così raggruppati:
- CRONACA: si divide in bianca
(notizie varie), nera (crimini e
delitti), rosa (sulla vita privata di
personaggi pubblici) e
ha prevalente scopo
informativo, anche se
talvolta tende invece
a orientare l’opinione del lettore.
- EDITORIALE E
COMMENTO: argomenta tesi a partire
da notizie di cronaca (in
genere politica interna o estera, o
problemi di particolare rilievo); è
in genere scritto da opinionisti
importanti o dal direttore stesso
del giornale.
- CORSIVO: articolo dichiaratamente valutativo, spesso con ta-
glio ironico, su episodi anche minori ma emblematici per la comprensione di fenomeni politici,
culturali o di costume.
- RUBRICA: spazio fisso quotidiano di commento su un
tema specifico (costume, vita politica
ecc.) affidato a un
giornalista in genere noto.
- REPORTAGE: resoconto, anche in più
puntate, su un avvenimento importante con
approfondimenti.
- INCHIESTA: indagine sociologica su un fatto o un fenomeno rilevante, caratterizzato dal riportare più voci (autorevoli o comunque rappresentative di orientamenti diversi).
I GIORNALI PIÙ VENDUTI IN ITALIA
I dati della prima release di Audipress del
2007 (autunno 2006 +
primavera 2007) premiano fra i quotidiani «Il Corriere della Sera» di Milano, al
terzo posto in classifica, i cui
lettori salgono a quota
2.615.000 crescendo del 2,5%
rispetto alla release precedente
(primavera 2006 + autunno
2006). In calo invece il secondo
quotidiano in classifica, «La Re-
pubblica» di Milano: -2,4%
a quota 2.944.000.
Il leader è sempre «La
Gazzetta dello Sport», stabile a 3.592.000 lettori.
Fra i quotidiani che superano il milione di lettori (i primi undici in classifica) si
segnalano in negativo
«La Stampa» di Torino, che perde
il 5,4% con 1.378.000 lettori, e «Il
Messaggero» di Roma, che cala
del 4,8% a 1.364.000 lettori.
I vari tipi di giornali sono:
QUOTIDIANO: periodico con frequenza di pubblicazione giornaliera. Potrebbe anche non essere
in forma cartacea, ma elettronica. Solitamente un quotidiano riporta notizie di ogni genere, ma
ce ne sono anche che si occupano in modo particolare di un determinato settore dell’informazione, come ad esempio i quotidiani
sportivi o quelli economici.
RIVISTA o MAGAZINE: giornale
con frequenza di pubblicazione
non giornaliera. Solitamente tratta in modo approfondito un determinato argomento per un pubblico specializzato, oppure riporta
fatti d’attualità per un vasto
pubblico (in questo secondo caso
è anche chiamata rotocalco).
ROTOCALCO: rivista che si occupa di attualità. Solitamente ha
una cadenza di pubblicazione
settimanale e tirature elevate.
Esistono poi tutti gli altri tipi di
periodici: bisettimanale (pubblicato due volte a settimana), settimanale o ebdomadario (una
volta a settimana), quattordicinale (ogni due settimane), quindicinale (due volte al mese), mensile
(una volta al mese), bimestrale
(ogni due mesi), trimestrale (ogni
tre mesi), semestrale (ogni sei
mesi), annuale (una volta all’anno) e così via.
4
I
scuolacittà
MEZZI
DI
COMUNICAZIONE
DI
MASSA
LA RADIO
di Magalì Giordano, Giada Carluccio, Valentina Catanzaro, Edoardo Cipolla, Mattia Falconi, Davide Ferrero
L’invenzione della radio è frutto
di una serie di esperimenti tenuti
alla fine dell’Ottocento che dimostravano la possibilità di
trasmettere informazioni tramite le onde
elettromagnetiche. I
primi tentativi riusciti furono dell’americano Nikola Tesla nel 1893 a St.
Louis, Missouri; seguì Guglielmo Marconi che nel
1895, a soli ventun’anni, riuscì a
trasmettere un segnale in codice
Morse a circa due chilometri di
distanza, ma nello stesso anno
Tesla inviava segnali distinti tra
due punti distanti circa 50 km a
West Point. ll 12 dicembre 1901
Marconi, uscendo dai confini italiani, riuscì a trasmettere il primo segnale radiotelegrafico
transoceanico, da Poldhu in Cornovaglia (Regno Unito) a St. John’s in Terranova (Canada).
Dunque la questione circa la paternità della radio si gioca tra
questi due personaggi. Una sentenza della Corte Suprema degli
Stati Uniti (1943) attribuì a Tesla
la precedenza, rispetto a Marconi, del brevetto base della radio,
ma fu Marconi a perfezionare il
nuovo mezzo di comunicazione,
da lui ribattezzato il “telegrafo
senza fili”.
L’invenzione di Marconi aveva
però un limite: la difficoltà di
trasmettere i suoni, che avrebbe
agevolato la diffusione a livello
di massa del nuovo strumento.
Il primo che riuscì nell’intento
fu il canadese Reginald Fessenden. Il 23 dicembre 1900 Fessenden riuscì a trasmettere a circa
un chilometro e mezzo di distanza un breve messaggio vocale:
«Uno, due, tre, quattro, nevica lì
dove siete voi signor Thiesen? Se
sì, volete telegrafarmi?».
Era definitivamente nata la
radio così come la intendiamo oggi.
Non tutti sono d’accordo sull’inventore,
ma fu l’enorme eco
ben pubblicizzata
delle trasmissioni di
Marconi a legare
per sempre il nome
dello scienziato italiano al nuovo
mezzo di comunicazione.
ANNI ’30: I PRIMI SUCCESSI
Nel gennaio 1928 nasce l’EIAR
(Ente Italiano Audizioni Radiofoniche). La radio comincia ad avere una grande diffusione popolare e il fascismo, con un decreto,
stabilisce che l’informazione venga gestita direttamente dal regime. Bar e locali pubblici trasmettono i programmi in continuazione, la propaganda fascista favorisce la diffusione di altoparlanti
ANNI ’50: IL PERIODO D’ORO
Passata la guerra, vengono ricostruiti gli impianti di diffusione e
la radio, che nel 1949 assume il
nome di RAI (Radio Audizioni
Italia), inizia il suo periodo
d’oro: il prezzo degli apparecchi scende vertiginosamente e la radio entra nelle case della maggioranza degli italiani.
Nel 1951 viene trasmessa in diretta la prima edizione del Festival di Sanremo. I
canali diventano tre e viene regolarizzato il radio-giornale che
secondo la legge deve essere imparziale e a tal proposito viene
istituita la commissione parlamentare di vigilanza.
Nel 1954 l’avvento della televisione spinge la radio a cercare
nuove strategie per reggere la concorrenza e comincia così a trasmettere anche di notte.
L’invenzione dell’autoradio e del transistor trasformano la radio in un
oggetto trasportabile ovunque e, negli anni del boom economico, essa diventa la colonna sonora del nuovo senso di libertà
che si diffonde soprattutto fra i
giovani.
che, collegati agli apparecchi, trasmettono i discorsi del Duce nelle
piazze di tutto il Paese e, nel
1933, la radio viene introdotta in
tutte le scuole d’Italia.
Il successo della radio continua a
crescere, grazie alla trasmissione
di programmi innovativi e di
grande gradimento popolare.
Nel 1931 viene diffusa la prima
radiocronaca dell’incontro di calcio fra Italia e Ungheria. All’autunno del 1934 risale il primo
trionfo della radio grazie alla rivista «I quattro moschettieri»;
abbinata a un concorso della casa Perugina, il programma scatena la caccia alle figurine quotate
per i premi. Nel 1934 si contano
900.000 ascoltatori, ma in realtà i
“radioamatori” sono già più di otto milioni. Nel 1935, in occasione
dell’invasione italiana dell’Etiopia, si diffonde il genere della radiocronaca, ovvero della cronaca
in diretta dai luoghi di battaglia
e sull’andamento della guerra.
Nel 1938 il numero degli abbonati raggiunge il milione.
Sempre negli anni Trenta viene
fondata, su impulso di Papa Pio
XI, Radio Vaticana.
DAL SESSANTOTTO ALLE RADIO LIBERE
La “nuova aria” portata dalla
contestazione studentesca del
1968 invade anche la radio: cambia il pubblico e si affermano
nuovi generi. Un programma manifesto di questo periodo è “Chiamate Roma 3131”, tre ore di trasmissione quotidiana in diretta
telefonica con gli ascoltatori. Il
programma è un successo strepitoso, che arriva a toccare anche
punte di dieci milioni di
ascoltatori. Questo e altri
programmi di successo
portano ad un enorme
aumento degli introiti
pubblicitari e la cosa
non sfugge agli imprenditori privati.
Nel 1981 Claudio Cecchetto
rileva Radio Music e fonda a Milano Radio Deejay, destinata a
imporsi come l’emittente più
seguita d’Italia. Nascono
anche Radio Italia e Radio Italia Network.
Nel 1982 la Rai lancia
due nuovi canali: RaiStereoUno e RaiStereoDue sulle nuove frequenze
FM, aperte anche alle emittenti private, che da quel momento conoscono un vero boom.
5
scuolacittà
I
MEZZI
DI
COMUNICAZIONE
DI
MASSA
LA TELEVISIONE
di Diego Mattis, Simone Guglielmelli, Tommaso Mangione, Danilo Negro, Souleymane Ouattara
L’INVENZIONE DEL SECOLO
CRONOLOGIA
L’inizio della storia della televisione può essere fatto risalire al
25 marzo 1925, quando l’ingegnere scozzese John Logie Baird ne
diede dimostrazione nel centro
commerciale Selfridges di Londra. Nella dimostrazione di
Baird, le immagini in movimento
rappresentavano
delle silhouettes, avevano cioè solo due tonalità di grigio. La trasmissione a distanza di immagini
in movimento con una vasta
gamma di grigi, quelle che comunemente chiamiamo in bianco e
nero, riuscì a realizzarla il 2 ottobre dello stesso anno. La trasmissione avvenne dal suo laboratorio alla stanza a fianco. Si
trattava della ripresa di un viso
di un giovane (William Taynton, il
suo fattorino) che si era prestato
per l’esperimento. La risoluzione
verticale dell’immagine televisiva
era di 30 linee e la frequenza
delle immagini era di 5 immagini
al secondo.
Nel 1927 trasmise la televisione
da Londra a Glasgow (700 km di
distanza) attraverso una normale
linea telefonica in cavo. Nel 1928
realizzò la prima trasmissione televisiva transoceanica, da Londra
a New York. Sempre nel 1928 riuscì a trasmettere le prime immagini a colori.
La televisione di Baird fu in seguito definita televisione elettromeccanica perché l’apparecchio
di ripresa delle immagini e quello di visione si basavano su un
dispositivo elettromeccanico.
1929: iniziano a Roma e Milano i
primi esperimenti di trasmissione
delle immagini.
1936: il 22 marzo viene messo in
onda dalla Germania nazista il
primo programma televisivo regolare del mondo in occasione
della XI Olimpiade di Berlino.
1937: 10 maggio, l’incoronazione
di Re Giorgio VI a Londra è il
primo evento trasmesso in diretta nella storia della televisione.
1939: il 30 aprile, in occasione
dell’inaugurazione della Fiera
Mondiale di New York, la NBC inizia negli USA regolari trasmissioni televisive.
1939: il 22 luglio a Monte Mario,
vicino Roma, entra in funzione un
trasmettitore sperimentale televisivo dell’Eiar (Ente Italiano per
le Audizioni Radiofoniche).
1941: 1º luglio: la NBC americana
trasmette il primo spot pubblicitario televisivo (riguarda un orologio).
1947: i delegati di 60 paesi presenti alla Conferenza mondiale
delle radiocomunicazioni di Atlantic City decidono di chiamare
“televisione” (in sigla “TV”) la
trasmissione a distanza delle immagini in movimento.
1954: il 3 gennaio alle ore 11.00
ha inizio in Italia il servizio televisivo sul Programma Nazionale.
1956: le VII Olimpiadi invernali
di Cortina d’Ampezzo sono le prime ad essere trasmesse in Eurovisione. Quattro anni dopo toccherà alle Olimpiadi di Roma.
1957: in Italia nasce la rubrica
pubblicitaria Carosello.
1960: la tv è diffusa ormai in 56
Paesi (raddoppieranno un decennio più tardi, nel 1970).
In Italia questo genere di televisione non si diffuse, fu solo sperimentata. Già nel 1939 fu sostituita dalla televisione elettronica,
messa a punto
qualche anno
prima (1927)
dall’inventore
americano Philo
Farnsworth nel
proprio laboratorio di San Francisco. L’attrezzatura di base consisteva in un
dispositivo elettronico, il tubo a
raggi catodici, inventato dal fisico tedesco Ferdinand Braun nel
1897. Questa tecnologia è stata l’unica utilizzata negli ultimi 70 anni,
fino all’avvento recente del digitale
terrestre.
IMPARIAMO CON LA TV
Quando la televisione educava anche
Dagli anni cinquanta la diffusione della TV in Italia crebbe a ritmi stupefacenti. Era ancora un
bene di lusso che pochi italiani
potevano permettersi, tanto che i
bar o le case dei
vicini diventarono
luoghi prediletti per
visioni di gruppo,
soprattutto in occasione delle trasmissioni dei primi e
popolarissimi telequiz: «Il Musichiere», condotto da Mario Riva, e
«Lascia o Raddoppia» con Mike
Bongiorno. Negli anni sessanta,
con il progresso dell’economia, il
televisore si diffuse ancor più, sino a raggiungere le classi sociali
meno agiate; l’elevato tasso di
analfabetismo riscontrato fra
queste suggerì la messa in onda
di «Non è mai troppo tardi»
(1959-1968), programma di insegnamento elementare condotto
dal maestro Alberto Manzi, che,
secondo le stime,
avrebbe aiutato
quasi un milione e
mezzo di adulti a
conseguire la licenza elementare.
Ai tempi, la televisione italiana era
una delle più pedagogiche al mondo. Forse era anche un po’ soporifera, ma certo ha
giovato molto ad una nazione arretrata e culturalmente divisa.
Non è solo una battuta dire quindi che, almeno a livello linguistico, “L’unità d’Italia non l’ha fatta
Garibaldi, ma Mike Bongiorno”.
6
I
scuolacittà
MEZZI
DI
COMUNICAZIONE
DI
MASSA
INTERNET
di Sara Tirante, Annabelle Mercurio, Ilaria Parola, Alessio Rotondo, Andrea Tamburro
La storia di Internet è direttamente collegata allo sviluppo delle reti di telecomunicazione.
L’idea di una rete informatica
che permettesse agli utenti di
differenti computer di comunicare tra loro si sviluppò in molte tappe successive. La
somma di tutti
questi sviluppi
ha condotto alla
"rete delle reti",
che noi conosciamo oggi come Internet.
I primi progetti apparvero alla fine degli anni ’50, ma l’applicazione pratica è della fine dei ’60.
Dagli anni ’80 le tecnologie che
oggi costituiscono la base di Internet cominciarono a diffondersi
nel mondo. Nel corso degli anni
’90 la popolarità della rete è divenuta massima in seguito al lancio del World Wide Web (www).
Oggi grazie a Internet si può
avere accesso all’informazione
da qualsiasi punto del globo.
Le origini di Internet si trovano
in ARPANET, una rete di computer costituita nel settembre del
1969 negli USA da ARPA (Advanced Research Projects Agency).
ARPA fu creata nel 1958 dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per dare modo di ampliare e sviluppare la ricerca.
Intorno al 1965 l’ARPA iniziò ad
avere dei seri problemi di gestione, principalmente dovuti al fatto
che aveva diversi computer sparsi in varie sedi. Scambiare file
fra loro era quasi impossibile, per
via dei formati di archiviazione
completamente diversi che ognuno di essi usava, quindi era necessario molto tempo e molto lavoro per passare dati fra i vari
computer. Per questo Bob Taylor e
Charlie Hertzfeld progettarono
ARPANET, al fine di condividere
online il tempo di utilizzazione
del computer tra i diversi centri
di elaborazione dati
e i gruppi di ricerca. Nell’ottobre
1969 Leonard
Kleinrock fu incaricato di creare il
primo collegamento da computer a
computer fra l’Università della California di Los Angeles e lo Stanford Research Institute, che furono così i primi due nodi di Internet. Nel 1973 fu istituito il progetto del protocollo di controllo
trasmissione, standard indispensabile per la comunicazione tra
reti di computer. Nel 1990 ARPANET venne smantellata e da allora si è passati via via alla privatizzazione di Internet, che oggi
è in tutte le nostre case.
Wikipedia è un’enciclopedia
multilingue collaborativa, online e
gratuita. Etimologicamente Wikipedia significa cultura veloce, dal
termine hawaiano wiki (veloce),
con l’aggiunta del suffisso di origine greca -pedia (cultura).
Wikipedia venne formalmente
lanciata il 15 gennaio 2002, dapprima in lingua inglese. Oggi è
pubblicata in oltre 270 lingue.
Wikipedia è uno dei dieci siti più
visitati al mondo e dà la possibilità a chiunque di collaborare,
utilizzando un sistema di modifica e pubblicazione aperto.
YouTube è un sito mondiale,
nato nel febbraio 2005, che si basa sulla condivisione dei video
amatoriali, vera mania che ormai
impazza in Rete.
Filmati realizzati in proprio, con
cellulari o videocamere, finiscono
su YouTube e possono essere vi-
sionati e scaricati in tutto il
mondo.
YouTube ha ormai superato la soglia dei 100 milioni di utenti.
Al momento il record per il video
più cliccato appartiene a Evolution of Dance, che vanta
122.939.846 visualizzazioni.
Facebook è un popolare social
network con accesso gratuito, attivo dal 2004. Al settembre 2009
il numero dei suoi utenti ha raggiunto i 300 milioni.
Gli utenti creano profili con foto
e liste di interessi personali,
scambiano messaggi privati o
pubblici e fanno parte di gruppi
di amici. La visione dei dati dettagliati del profilo è ristretta ad
utenti della stessa rete o di amici confermati. È possibile caricare contenuti, ricevere e rispondere ai messaggi o semplicemente
navigare sul network.
DIPENDENZA DA INTERNET
Vi prende l’ansia, sudate e vi gira la testa? Provate a spegnere il computer
La comunicazione sociale oggi è
Internet, uno strumento che consente di oltrepassare le barriere
del tempo e dello spazio. Il popolo
dei “navigatori” è cresciuto enormemente e comprende ormai ogni
età. Attraverso internet si gioca,
ci si informa, si studia, si comunica, si vende, si compra, si lavora, ci si sperimenta in realtà virtuali. Tutta questa facilitazione
non è esente da cattivi usi e da
abusi, tanto che, negli ultimi anni,
ha cominciato ad evidenziarsi
una nuova forma di dipendenza
nel campo della salute mentale,
definita internet-dipendenza.
I sintomi più frequenti sono: ansia, insonnia, depressione, disturbi
della personalità, riduzione della
capacità di relazione e del contatto con la realtà.
La caratteristica costante che fa
da sfondo a ogni dipendenza da
Internet è la capacità della rete
di rispondere (o illudere di rispondere) a molti bisogni umani
(comunicazione, appartenenza, conoscenza, sospensione delle responsabilità...).
È indispensabile essere al corrente di questo rischio e prevenirlo. Come? Semplice: limitando
la quantità di tempo trascorso
quotidianamente on-line, magari
evitando di farla diventare un’abitudine quotidiana; integrando le
attività on-line con attività reali
equivalenti (es. relazioni sociali,
acquisti, svaghi ecc.).
7
scuolacittà
IL RISCALDAMENTO GLOBALE
È TUTTA UNA BUFALA?
Il surriscaldamento globale del
nostro pianeta non comporta solo
che fa più caldo dove viviamo,
ma effetti ben più gravi: scioglimento dei ghiacci, desertificazione, innalzamento
dei mari, continui
maremoti, terremoti, eruzioni vulcaniche...
Tutto ciò non è
provocato solo
dall’inquinamento
prodotto dalle
macchine, ma anche dai gas delle
fabbriche, bombolette spray, condizionatori e chi
più ne ha più ne metta.
Gira e rigira, la causa principale
siamo noi: produciamo gas nocivi
(anidride carbonica, metano, ossido di azoto ecc.) che disperdiamo
poi nell’ambiente. Questi gas salgono nell’atmosfera e producono
una barriera: i raggi solari arrivano sulla Terra e l’effetto serra
dato da questa barriera trattiene
il calore aumentando la temperatura. Se non vogliamo finire come
polli arrosto, sarà meglio che riduciamo gli sprechi, le emissioni
e i consumi; ma anche così non
ci si aspetti che dopo aver diminuito la produzione di scorie si
possa tornare a una Terra normale, poiché dovremmo subire la
punizione ai nostri sbagli per
qualche decennio ancora.
La colpa però non è tutta nostra,
che abusiamo del petrolio e di
ogni nuova tecnologia, ma anche
di Madre Natura (eruzioni vulcaniche, emissioni gas terrestri...).
Da parte nostra, se vogliamo ridurre l’effetto serra, non abbiamo
che da:
- ridurre il consumo di mezzi
privati, privilegiando mezzi pubblici o ecologici;
- utilizzare caloriferi autonomi o
mezzi per trattenere il calore;
- trovare alternative energetiche
ecologiche;
- riciclare oggetti e evitare gli
usa e getta;
- dire no al nucleare, la cui produzione causerà
ulteriori danni al
sistema ecologico.
Dunque questa
storia del surriscaldamento globale non è una
bufala, ma una
questione molto
grave... magari non per tutti (c’è
anche chi si arricchisce grazie
all’inquinamento!) e finirà forse
solo quando finirà anche il petrolio, ma sarà troppo tardi per la
Terra.
Marica Bertero
Carlotta Canavesio
GLI ALIENI
SONO TRA NOI
Alcuni sostengono che gli alieni
visitino regolarmente il nostro
pianeta. Gli UFO sarebbero i loro
mezzi di trasporto su cui a volte
portano alcuni umani per studiarli. Alcuni attribuiscono il fenomeno dei cerchi nel grano direttamente all’azione extraterrestre.
Più realisticamente,
l’unico contatto
possibile con la vita extraterrestre all’interno del sistema solare sarebbe
quello con ipotetici
microorganismi. Anche se questa
fosse l’unica possibilità, potrebbe
comunque essere pericolosa, date
le possibilità di contagio da batteri particolarmente aggressivi
di origine extraterrestre (basti
pensare che gli Indios d’America
sono stati falciati a milioni dal-
ETICHETTIAMOCI
Mode giovanili a confronto
I ragazzi al giorno d’oggi tendono a seguire uno stile o una moda ed è facile notare che tutti
sono “copiati” l’un l’altro, anche quelli che si
definiscono alternativi. Due gruppi che
vanno per la maggiore
sono i “truzzi” e gli
“emo”, con le varie
sottospecie.
I truzzi sono piuttosto
appariscenti, nell’abbigliamento e
negli atteggiamenti, e questo li fa
considerare volgari. L’abbigliamento di solito è costituito da
vestiti della Kombat perlopiù a
fumetti, Adidas, jeans strettissimi,
scarpe fluorescenti della Nike e
l’immancabile berretto appoggiato appena sulla nuca.
Gli emo si chiamano così perché
ascoltano musica
emocore, ovvero “pesante”. Sono sempre
gentili e spesso reputati gay per questo.
Amano la natura, infatti sono vegetariani.
L’abbigliamento è
sempre nero a scacchi; amano i braccialetti borchiati e le cinture a quadretti, ma soprattutto l’immancabile ciuffo di
capelli piastrati sull’occhio destro.
Luca Desogus
Chiara Appendino
l’influenza europea), ma questo
pericolo è comunque remoto dato
che eventuali batteri o virus
alieni avrebbero quasi certamente una biochimica così diversa
dalla nostra da risultare innocui.
Inoltre molti scienziati sostengono che ci siano pochissime possibilità
che una forma di
vita aliena possa
somigliare minimamente a noi, considerate tutte le possibili variabili che
potrebbero fare la
differenza, come quelle ambientali, riferite alla particolare conformazione geologica, atmosferica e
meteorologica.
Comunque, somiglianze a parte,
si stima che, su 100 miliardi di
galassie, i pianeti abitabili possano essere milioni. Di questi, chissà quanti sono quelli abitati per
davvero e chi di loro da una civiltà più evoluta della nostra?
Di certo, se degli alieni riuscissero a raggiungerci sarebbero più
evoluti di noi, che finora siamo
riusciti solo a mettere piede sulla
Luna. E proprio qui sta il rischio
che corriamo: di fronte a extraterrestri più evoluti, noi saremmo
destinati a fare la stessa fine degli indigeni d’ America quando vi
sbarcò Cristoforo Colombo.
Ma, avvertono gli scienziati, è
anche vero che i cattivi hanno la
tendenza ad autodistruggersi non
appena raggiungono un alto livello tecnologico, come rischiamo di
fare noi con la bomba atomica.
Quindi sopravvivono a lungo
soltanto gli alieni buoni: è la
selezione darwiniana a livello
cosmico.
Fabio Bruno
William Garrone
8
scuolacittà
SCUOLACITTÀ
BARBIE
Fabrizio De Andrè
COMPIE 51 ANNI
UN POETA DEI NOSTRI GIORNI
Cinquantun anni anni e neanche
una ruga... ma d’altra parte la
Barbie non sarebbe più la Barbie
se la sua pelle di pesca, i suoi
capelli luminosi o il giro vita rivelassero qualche segno del tempo che passa.
Era il 1959 quando negli Stati
Uniti fu lanciata la prima bambola che non aveva le fattezze di
un bambino, ma di una vera donna, con cui le bambine potevano
esercitarsi a diventare signorine
da marito e non mamme e potevano sognare di divenire la “reginetta del ballo” con il vestito all’ultima moda, gli accessori e il
fidanzato.
Anno dopo anno, la Barbie si adeguò ai tempi e alle mode e, come
le donne della realtà, si è messa
pure a lavorare: è stata hostess e
astronauta, chirurgo e manager,
soldatessa e candidata alla presidenza americana.
Il successo è stato mondiale: dal
1959 a oggi sono stati prodotti e
venduti un milione di esemplari,
senza contare il numero di scarpe, borse, vestiti, occhiali, case,
camper, auto e animali domestici
a lei collegati, per non parlare del
mitico Ken, il boy-friend, delle
fantastiche sorelline e del nutrito
gruppo delle amiche del cuore.
La “madrina” del recente cinquantesimo compleanno della
bambola bionda non poteva essere che Michelle Hunziker, la Barbie in carne e ossa del 2000.
Marica Bertero
Fabrizio De Andrè è uno dei più
famosi cantautori italiani del XX
secolo. Le sue canzoni
sono ispirate a temi
quali la libertà, la
giustizia, le discriminazioni e le emarginazioni sociali.
“Via del campo”,“Bocca di Rosa”,“A’ dumenega” sono esempi di
canzoni a favore delle
prostitute, che lui ha
sempre rispettato;
l’album “Storia di un
impiegato” è una raccolta di canzoni dedicate alle
contestazioni studentesche degli
anni ’60 e ’70; “Fiume Sand
Creek” ricorda le battaglie dell’Ottocento tra americani e pellirosse.
Fabrizio De Andrè è
venuto a mancare nel
1999, all’età di 59 anni, ma ci restano le
sue canzoni, una miscela assolutamente
unica di poesia e di
attualità, tanto che
alcune di esse sono
state inserite in antologie scolastiche di
letteratura.
Michele Didoli
CRUCIVERBINO
di Martina Rondina
Definizioni:
1. Si mangiano, sono rotonde e
spesso vengono accompagnate
con le patatine.
2. Li usa chi non vede.
3. Si fa quando c’è una festa.
4. Non è notte.
5. Si fanno per divertimento.
6. Si va a dormire quando sei in
vacanza.
Anno VI - numero unico
Giugno 2010
Redazione
Dania Andreotti
Chiara Appendino
Roberta Aversa
Cristiana Badeanca
Sara Baroudi
Marica Bertero
Carlo Bortone
Fabio Bruno
Carlotta Canavesio
Giada Carluccio
Valentina Catanzaro
Alessandro Cauduro
Edoardo Cipolla
Luca Desogus
Michele Didoli
Mattia Falconi
Davide Ferrero
William Garrone
Magalì Giordano
Simone Guglielmelli
Fatima Jallab
Tommaso Mangione
Diego Mattis
Annabelle Mercurio
Danilo Negro
Souleymane Ouattara
Ilaria Parola
Martina Rondina
Alessio Rotondo
Andrea Tamburro
Sara Tirante
coordinamento generale:
7. Today italiano.
8. Stato dove vivi.
9. Lo leggi per le notizie.
10. È molto usato in Internet.
Maria Clara Petruzziello
Gianni Zunino