analisi tecnico-economica sugli allevamenti ovi-caprini

Transcript

analisi tecnico-economica sugli allevamenti ovi-caprini
REGIONE SICILIANA
ANALISI TECNICO-ECONOMICA SUGLI
ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI IN SICILIA
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Economi
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Agroalimentare della Sicilia (OSEAAS)
Responsabile della ricerca:
Dott. Alessandro SCHI
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________________________
Catania, Giugno 2006
INDICE
1. PREMESSA
Pag. 5
2. SVILUPPO E SOSTEGNO PUBBLICO DEGLI ALLEVAMENTI
OVI-CAPRINI
2.1. Analisi ed evoluzione degli allevamenti ovi-caprini nel contesto
nazionale e regionale
2.2. Evoluzione strutturale delle aziende con ovi-caprini in Sicilia
pag. 7
pag. 13
2.
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ca per gli allevamenti ovi-caprini in
relazione alle principali regolamentazioni comunitarie
pag. 19
3. METODOLOGIA DELLE INDAGINI
3.
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territoriali
pag. 22
3.2. La selezione delle aziende esaminate, i criteri generali di rilevazione
e le modalità adottate
pag. 23
3.3. Il metodo di elaborazione dei dati tecnico-economici delle aziende ai
fini della determinazione dei risultati economici
pag. 25
4. GLI ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI NELLEZONED’I
NDAGI
NE
4.1. Analisi tecnico-economica territoriale degli allevamenti ovi-caprini
nel Messinese
pag. 29
4.2. Analisi tecnico-economica territoriale degli allevamenti ovi-caprini
ne
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Enne
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e
pag. 37
5. ANALISI E RISULTATI ECONOMICI NELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI NEL TERRITORIO IN ESAME
5.1. Struttura, gestione e produzioni delle aziende zootecniche con
allevamenti ovi-caprini
pag. 44
2
5.1.1. Caratteri strutturali e localizzazione delle aziende esaminate
e dei relativi allevamenti
pag. 44
5.1.2. Tipologie di investimenti nelle aziende esaminate
pag. 50
5.1.3. Gestione delle aziende e relative produzioni
pag. 55
5.1.3.1. Impieghi di materiali e di lavoro
pag. 55
5.1.3.2. Produzione degli allevamenti
pag. 62
5.1.4. Risultati economici delle aziende esaminate
pag. 65
5.1.4.1. Le Produzioni lorde vendibili (Plv)
pag. 65
5.1.4.2. I costi di produzione
pag. 69
5.1.4.3. Analisi dei risultati economici delle imprese
pag. 74
6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
BIBLIOGRAFIA
pag. 79
pag. 82
3
4
1. PREMESSA
In Sicilia la zootecnia (2003) incide per il 15% sul totale della produzione agricola
regionale, rappresentando quindi un settore “
consistente”de
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soprattutto in termini di reddito.
Attualmente, i comparti zootecnici siciliani di maggiore importanza risultano essere
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prevalenza agli allevamenti da carne, sembra assumere una rilevanza non indifferente.
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li allevamenti ovini e caprini presenti nella regione
hanno fatto registrare una consistenza del bestiame pari ad oltre 780 mila ovini e poco
meno di 198 mila caprini.
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, mentre gli allevamenti bovini e suini presentano elevati livelli di
specializzazione, il comparto ovi-caprino assume ancora forti connotazioni di tipo
tradizionale, con un carattere quasi esclusivamente di tipo estensivo.
Notevoli sono tuttavia le criticità che caratterizzano questo settore, criticità
essenzialmente riconducibili alle ridotte dimensioni delle aziende ed al fatto che il
sistema di macellazione è basato su macelli pubblici o artigianali i cui principali punti
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Tali allevamenti sono localizzati generalmente nelle zone interne e svantaggiate di
montagna, dove la pastorizia rappresenta spesso la più importante fra le fonti di reddito
disponibili, poiché in grado di utilizzare le risorse marginali che il territorio offre, ed in
particolare nei territori delle province di Messina, Enna e Palermo.
La tecnica di allevamento maggiormente praticata è quella stanziale ed estensiva,
con una particolare diffusione de
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oneche risulta estremamente polverizzata.
Prendendo spunto dalle suddette indicazioni, nella presente indagine sono state
esaminate le principali caratteristiche tecnico-economiche degli allevamenti ovi-caprini
in due aree rappresentative della Sicilia ed in particolare nelle province di Enna e di
Messina.
Il rapporto risulta articolato nelle seguenti parti:
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lcomparto;
 la seconda, che analizza i risultati ottenuti dalle analisi territoriali svolte nelle
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nee riguardanti le principali caratteristiche del comparto;
 la terza, che riporta i risultati delle analisi economiche svolte su campioni di
aziende rappresentative delle realtà ovi-caprine in Sicilia.
6
2. SVILUPPO E SOSTEGNO PUBBLICO DEGLI ALLEVAMENTI OVICAPRINI
2.1. Analisi ed evoluzione degli allevamenti ovi-caprini nel contesto nazionale e
regionale
Gli allevamenti ovi-caprini caratterizzano principalmente la zootecni
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meridionale, essendo localizzati soprattutto in Sardegna ed in Sicilia, che da sole
intercettano poco meno del 50% del numero totale di capi allevati a livello nazionale.
In Italia, gli ovi-caprini allevati ammontano ad oltre 7,7 milioni di capi (tab. 1); il
dato nazionale evidenzia, tuttavia, un processo di contrazione dei capi allevati con un
decremento del 24% rispetto al 1990. Questa riduzione è riconducibile, principalmente,
ad alcuni complessi problemi sanitari (“
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, ecc.), che nonostante massicci
interventi pubblici risultano di difficile risoluzione. Nel nostro Paese, gli ovini
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88% degli ovi-caprini (6.810.389 capi) mentre i caprini
quasi il 12% (923.755 capi).
La Sardegna risulta la regione leader con oltre 3 milioni di capi, pari al 39%
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icompone di ovini, per poco più di
2,8 milioni di capi (93% del patrimonio ovicaprino regionale) e, di caprini, con quasi
209 mila capi (7%); segue la Sicilia con oltre 830mi
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caratterizzata da una netta prevalenza dei capi ovini, poco più di 708 mila capi (85,3%),
mentre la rimanente parte è costituita dai capi caprini che, con poco più di 122 mila capi
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è assistito ad una contrazione del numero di capi allevati, maggiormente significativa in
Sicilia (-44,3%), dovuta sia ai suddetti problemi di tipo sanitario (blue tongue, tbc,
brucellosi, ecc.) che ad eventi atmosferici avversi (siccità prolungata).
Con riferimento alla Sicilia, dalla tabella 2 si osserva che gli allevamenti ovi-caprini
sono diffusi in tutte le province de
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per le specie allevate (ISTAT, 2000). Per quanto riguarda il numero di capi ovini, la
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(146.397 capi); seguono Ennac
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TAB. 1 - EVOLUZIONE DELLA CONSISTENZA DEGLI OVI-CAPRINI IN ITALIA (*)
OVINI
Province
Capi n.
CAPRINI
%
Capi n.
TOTALE
%
Capi n.
%
1990
Toscana
717.534
8,2
33.311
2,7
750.845
7,5
Lazio
885.141
10,1
52.098
4,1
937.239
9,4
Abruzzo
460.444
5,3
21.793
1,7
482.237
4,8
Puglia
350.524
4,0
74.712
5,9
425.236
4,3
Basilicata
356.140
4,1
141.370
11,2
497.510
5,0
Calabria
330.995
3,8
231.344
18,4
562.339
5,6
Sicilia
1.294.298
14,8
197.930
15,7
1.492.228
14,9
Sardegna
3.131.647
35,8
228.735
18,2
3.360.382
33,6
Altre
1.212.530
13,9
277.669
22,1
1.490.199
14,9
Italia
8.739.253
100,0
1.258.962
100,0
9.998.215
100,0
2000
Toscana
554.679
8,1
17.158
1,9
571.837
7,4
Lazio
636.499
9,3
38.849
4,2
675.348
8,7
Abruzzo
281.613
4,1
15.403
1,7
297.016
3,8
Puglia
217.963
3,2
52.135
5,6
270.098
3,5
Basilicata
335.757
4,9
97.545
10,6
433.302
5,6
Calabria
237.016
3,7
139.408
15,1
376.424
4,9
Sicilia
708.182
10,4
122.150
13,2
830.332
10,7
Sardegna
2.808.713
41,2
209.487
22,7
3.018.200
39,1
Altre
1.029.967
15,1
231.620
25,0
1.261.587
16,3
Italia
6.810.389
100,0
923.755
100,0
7.734.144
100,0
(*) Fonte: ISTAT-IV e V Censimento Generale dell'Agricoltura, Roma.
TAB. 2 - DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DEGLI ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI E RELATIVO NUMERO DI CAPI IN SICILIA (*)
OVINI
Province
Capi n.
CAPRINI
%
Capi n.
TOTALE OVICAPRINI
%
Capi n.
%
1990
Trapani
150.423
11,6
5.745
2,9
156.168
10,5
Palermo
196.271
15,2
26.395
13,3
222.666
14,9
Messina
242.038
18,7
102.864
52,0
344.902
23,1
Agrigento
106.718
8,2
6.781
3,4
113.499
7,6
66.746
5,2
3.992
2,0
70.738
4,7
Enna
273.752
21,2
26.156
13,2
299.908
20,1
Catania
197.594
15,3
19.027
9,6
216.621
14,5
Ragusa
18.335
1,4
2.201
1,2
20.536
1,4
Siracusa
42.421
3,2
4.769
2,4
47.190
3,2
1.294.298
100,0
197.930
100,0
1.492.228
100,0
Caltanissetta
Sicilia
2000
Trapani
85.177
12,0
1.427
1,2
86.604
10,4
Palermo
123.841
17,5
20.600
16,9
144.441
17,4
Messina
146.397
20,7
74.587
61,1
220.984
26,6
Agrigento
81.361
11,5
3.911
3,2
85.272
10,3
Caltanissetta
44.310
6,2
3.228
2,6
47.538
5,7
125.722
17,8
8.709
7,1
134.431
16,2
Catania
63.840
9,0
4.537
3,7
68.377
8,2
Ragusa
12.720
1,8
1.480
1,2
14.200
1,7
Siracusa
24.814
3,5
3.671
3,0
28.485
3,5
708.182
100,0
122.150
100,0
830.332
100,0
Enna
Sicilia
(*) Fonte: ISTAT-IV e V Censimento Generale dell'Agricoltura, Roma.
il 17,5% pari a 123.841 capi allevati. Altre province rappresentative risultano: Trapani
(12%), con 85.177 capi, Agrigento (11,5%), con 81.361 capi, Catania (9%), con 63.840
capi e Caltanissetta che con 44.310 capi allevati int
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meno rilevante risulta la consistenza di ovini nelle province di Siracusa (3,5%) e di
Ragusa (2%).
Con riferimento agli allevamenti caprini, la consistenza maggiore di capi allevati
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(74.587 capi ). A Palermo si riscontrano 20.600 capi caprini allevati (16,9%) e a Enna
8.709 capi caprini allevati (7,1%). A notevole distanza si collocano le altre province
siciliane, con aliquote che oscillano tra un massimo del 3,7% a Catania ed un minimo
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Per quanto riguarda le produzioni di latte ovi-caprino, la tabella 3 evidenzia che nel
2003 il peso della Sicilia sulla produzione nazionale si attesta al 5,7% del totale. In
particolare si osserva, nel periodo 1995-2003, una tendenza decrescente a partire da un
picco di produzione registrato nel 1996 (1 milione di ettolitri). Nel contesto nazionale il
calo produttivo è risultato ancora più accentuato con una percentuale del -12%, mentre,
come è avvenuto in Sicilia anche a livello nazionale il picco produttivo si è osservato
nel 1996 (8,492 milioni di ettolitri prodotti). Successivamente al 1999, si sono registrati
valori nettamente più bassi, in particolare nel 2002 (313 mila ettolitri in Sicilia e 5,828
milioni di ettolitri in Italia). Con riferimento al periodo considerato (1995-2003) si è
assistito ad una brusca contrazione della quantità di latte ovi-caprina prodotta in Sicilia
(-54%), contrazione, che è risultata essere più contenuta nel contesto nazionale (-20%).
Con riferimento al numero di capi macellati, la tabella 4 evidenzia, analogamente a
quanto visto per il latte, una situazione che può essere considerata costante fino al 1999
(+4% di capi macellati in Sicilia rispetto ad una contrazione pari al -8% in Italia). A
partire dal 2000 si sono, invece, registrati contrazioni più consistenti ed in particolare
nel 2003 quando il numero di ovi-caprini macellati in Sicilia ha subito una contrazione
del -29% rispetto al 1995, mentre a livello nazionale tale riduzione è stata più contenuta
(-21% circa rispetto al 1995).
TAB. 3 - PRODUZIONE DI LATTE DELLE SPECIE OVI-CAPRINE IN SICILIA ED IN ITALIA (*)
(quantità in migliaia di ettolitri)
Anni
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
SICILIA (a)
779
100
1.004
129
924
119
699
90
743
95
326
42
323
41
313
40
359
46
(*) Fonte: ISTAT, Varie annate, Roma.
ITALIA (b)
7.767
100
8.992
116
8.492
109
6.798
88
6.656
86
5.955
77
6.351
82
5.828
75
6.246
80
Var. %
a/b x 100
10,0
11,2
10,9
10,3
11,1
5,5
5,1
5,4
5,7
TAB. 4 -EVOLUZIONE DELLA PRODUZIONE DI CARNE DELLE SPECIE OVI-CAPRINE IN SICILIA ED
IN ITALIA (*)
INDICAZIONI
1995
Sicilia
1999
Italia
Sicilia
2003
Italia
Sicilia
Italia
TOTALE OVINI E CAPRINI
CAPI n.
645.553 8.473.096
100
100
PESO VIVO
Complessivo (t)
Medio a capo (Kg)
RESA MEDIA %
PESO MORTO
Complessivo (t)
Medio a capo (Kg)
(*) Fonte: ISTAT, Varie annate, Roma.
672.476 7.813.616
104
92
460.135 6.718.551
71
79
10.440
16,2
134.106
15,8
12.871
19,1
131.054
16,8
9.504
20,7
113.783
16,9
55,5
57,0
53,50
56,00
51,3
54,1
5.793
9,0
76.498
9,0
6.893
10,3
73.437
9,4
4.872
10,6
61.575
9,2
È opportuno sottolineare che la riduzione della produzione di latte e di carne ovicaprina, sia in Italia che in Sicilia, è diretta conseguenza della riduzione del numero dei
capi allevati, a causa dei problemi sanitari già esposti precedentemente.
2.2. Evoluzione strutturale delle aziende con ovi-caprini in Sicilia
Un altro interessante carattere degli allevamenti ovi-caprini siciliani attiene alla
struttura delle aziende.
Come è possibile osservare dalla tabella 5, tra il 1990 ed il 2000, il numero di
aziende zootecniche con allevamenti ovi-caprini è passato da 18.494 a 8.978 registrando
un crollo di circa il 51%. Il decremento del numero delle aziende ha riguardato tutte le
classi di ampiezza della Superficie Agricola Totale con valori compresi tra -80%
(aziende ovi-caprine senza superficie) e -42,5% (aziende ovi-caprine con superficie
totale compresa tra 30-50 ettari). Se si analizzano i dati censuari relativi al numero di
capi, è possibile osservare una situazione analoga a quella sopra descritta. Si è infatti
passati, come già ricordato, da un numero di capi ovi-caprini di poco inferiore ad 1,5
milioni nel 1990 a poco più di 830 mila nel 2000, con una flessione netta pari al 44%.
In particolare, con riferimento alle aziende con allevamenti di capi ovini si è
registrato tra il 1990 ed il 2000 un decremento del numero di aziende pari al -47%,
mentre riguardo ai capi caprini tale crollo è stato del - 60% (tab. 6).
Per quanto riguarda la suddivisione delle aziende per classi di Superficie Totale, nel
periodo intercensuario non si sono registrate modifiche significative, ad eccezione delle
aziende con dimensioni medio grandi il cui numero è leggermente aumentato.
In particolare, da
l
l
’
a
na
l
i
s
ide
l
l
at
a
be
l
l
a6,s
ie
vi
de
nz
i
ac
heper le aziende che
allevano ovini, la classe di ampiezza maggiormente rappresentata è quella compresa tra
10-20e
t
t
a
r
ic
hei
nt
e
r
c
e
t
t
aun’
a
l
i
quot
ade
l16,2% rispetto al 16,4% del 1990. Segue la
classe con superficie compresa tra 5-10 ettari che rappresenta il 15,5% del totale delle
aziende (14,9% nel 1990), quindi la classe con superficie tra 30-50 ettari (10,4% rispetto
a
l
l
’
8,
8% del 1990). Con un valore appena inferiore (10,3%) troviamo la classe di
aziende con superficie inferiore ad 1 ettaro.
TAB. 5 - EVOLUZIONE DELLA CONSISTENZA DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVI-CAPRINI PER
CLASSI DI SUPERFICIE TOTALE PER NUMERO DI CAPI IN SICILIA (*)
TOTALE OVICAPRINI
Classi di Superficie
Totale (ha)
Aziende
n.
Senza Superficie
Meno di 1 ettaro
1-2
2-3
3-5
5-10
10-20
20-30
30-50
50-100
100 ed oltre
Totale
Capi
1990
1.058
100
1.876
100
1.683
100
1.246
100
1.813
100
2.662
100
2.812
100
1.563
100
1.592
100
1.350
100
839
100
18.494
100
2000
%
n.
5,7
10,1
9,1
6,7
9,8
14,4
15,2
8,5
8,6
7,3
4,5
100,0
1990
%
209
2,3
20
947
10,5
50
756
8,4
45
533
5,9
43
821
9,1
45
1.312
14,6
49
1.389
15,5
49
854
9,5
55
915
10,2
57
784
8,7
458
458
5,1
55
100,0
8.978
49
(*) Elaborazioni tratti da: ISTAT-IV e V Censimento Generale dell'Agricoltura,Roma.
n.
151.731
100
65.606
100
59.797
100
46.898
100
77.223
100
140.301
100
188.263
100
148.461
100
196.870
100
215.299
100
201.779
100
1.492.228
100
2000
%
10,2
4,4
4,0
3,1
5,2
9,4
12,6
9,9
13,2
14,4
13,5
100,0
n.
25.111
17
50.713
77
45.881
77
27.671
59
49.507
64
88.765
63
118.880
63
93.404
63
110.199
56
120.213
56
99.988
50
830.332
56
%
3,5
7,2
6,5
3,9
7,0
12,5
16,8
13,2
15,6
17,0
14,1
117,2
TAB. 6 - EVOLUZIONE DELLA CONSISTENZA DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVINI E CAPRINI PER CLASSI DI SUPERFICIE TOTALE PER NUMERO DI CAPI IN SICILIA (*)
OVINI
Classi di Superficie
Totale (ha)
Meno di 1 ettaro
1-2
2-3
3-5
5-10
10-20
20-30
30-50
50-100
100 ed oltre
Totale
Capi
1990
n.
Senza Superficie
CAPRINI
Aziende
661
100
1.112
100
1.038
100
808
100
1.212
100
1.824
100
1.998
100
1.105
100
1.075
100
871
100
513
100
12.217
100
2000
%
n.
5,4
9,1
8,5
6,6
9,9
14,9
16,4
9,1
8,8
7,1
4,2
100,0
Aziende
1990
%
133
2,1
20
670 10,3
60
533
8,2
51
394
6,1
49
580
8,9
48
1.006 15,5
55
1.048 16,2
52
637
9,8
58
674 10,4
63
525
8,1
60
282
4,4
55
6.482 100,0
53
(*) Elaborazioni tratti da: ISTAT- IV e V Censimento Generale dell'Agricoltura, Roma.
n.
132.494
100
56.045
100
52.048
100
40.490
100
69.477
100
126.048
100
170.011
100
134.397
100
174.461
100
182.346
100
156.481
100
1.294.298
100
2000
%
10,2
4,3
4,0
3,1
5,4
9,7
13,1
10,4
13,5
14,1
12,2
100,0
n.
Capi
1990
%
22.048
3,1
17
45.186
6,4
81
41.082
5,8
79
24.778
3,5
61
43.805
6,2
63
79.019 11,2
63
105.436 14,9
62
80.311 11,3
60
96.595 13,6
55
97.612 13,8
54
72.310 10,2
46
708.182 100,0
55
n.
397
100
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100
645
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100
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100
814
100
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517
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100
326
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6.277
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%
n.
6,3
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13,4
13,0
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100,0
76
19
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36
223
35
139
32
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306
37
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217
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176
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2.496
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1990
%
3,0
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12,3
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100,0
n.
19.237
100
9.561
100
7.749
100
6.408
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100
18.252
100
14.064
100
22.409
100
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197.930
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2000
%
9,7
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3,9
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100,0
n.
3.063
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2.893
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13.444
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22.601
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27.678
61
122.150
62
%
2,5
4,5
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2,4
4,7
8,0
11,0
10,7
11,1
18,5
22,7
100,0
Una situazione analoga si è riscontrata anche per gli allevamenti caprini; infatti, la
classe di ampiezza maggiormente rappresentata, è quella compresa tra 10-20 ettari con
un’
a
l
i
quot
adel 13,7% (13% nel 1990), seguita dalla classe compresa tra 5-10 ettari, con
un’
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3% (
13,
4% ne
l1990)
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l
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11%
troviamo le aziende con classi di superficie inferiore ad 1 ettaro (12,2% nel 1990),
mentre con il 10,4% le aziende con superficie tra 50-100 ettari che hanno fatto registrare
un incremento del 2,8% rispetto al 1990. Per quanto riguarda, le aziende con superficie
di 30-50 e
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7% a
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idiquelle con superficie
compresa tra i 3-5 ettari (tab.6).
In netta contrazione sono invece le aziende ricadenti nelle classi di superficie totale
medio piccole. Un esempio per tutte è rappresentato dalle aziende senza Superficie che
sono scese da 661 nel 1990 a 133 nel 2000 nel caso degli allevamenti ovini (-80%),
mentre con riferimento agli allevamenti caprini la stessa classe di aziende è passata da
397 nel 1990 a 76 nel 2000 (-81%).
Se analizziamo la suddivisione della consistenza dei capi ovini e caprini sempre per
classi di Superficie Agricola Totale, si registrano lievi differenze rispetto alla situazione
appena esposta.
Dalla sopra citata tab. 6 si evidenzia che il maggior numero di capi ovini, si trova in
aziende con superficie totale compresa tra 10-20 ettari; infatti questa classe di aziende
intercetta un numero di capi a
l
l
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436c
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adel 14,9% (13,1%
del 1990). A tale classe segue quella con 50-100e
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a
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i
quot
apa
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l
13,8% (97.612 capi); nel 1990 tale aliquota era pari al 14,1%. Ad essa segue la classe di
aziende con superficie tra 30-50 ettari che con 96.595 capi ovini allevati fa registrare un
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l
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11,
3% t
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ovi
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mola classe di aziende compresa tra 20-30 ettari (80.311 capi ovini
allevati) (10,4% nel 1990); con una percentuale di poco inferiore alla precedente
(11,2%) segue la classe di aziende comprese tra 5-10 ettari che intercetta una numero di
capi pari a 79.019 (9,7% nel 1990). A distanze notevoli si collocano, infine, le classi
aziendali con superficie totale medio piccola, le quali intercettano aliquote percentuali
piuttosto ridotte che variano tra il 6,2% (aziende con 3-5 ettari) ed il 3,1% (aziende
senza superficie).
Con riferimento agli allevamenti caprini, il maggior numero di capi allevati, si
riscontra ne
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vengono, infatti, allevati 27.678 capi (22,7% del totale). Ad essa segue la classe con 50100 ettari che intercetta un’
a
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5% (
22.
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1% eque
l
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a10-20 ettari nella
quale sono allevati 13.443 caprini (11%). Con una percentuale del 10,7% troviamo,
invece, la classe tra 20-30 ettari (13.093 capi) che rappresenta la tipologia con
l
’
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opercentuale più significativo (+3,6%) rispetto al 1990. A distanze notevoli
si collocano, infine, le classi con superfici medio piccole le quali intercettano aliquote
piuttosto ridotte che variano tra il 4,7% (aziende con 3-5 ettari) e il 2,5% (aziende senza
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no.
Un aspetto, di un certo interesse è quello relativo alle forme di conduzione, dalla
tabella 7 è possibile evidenziare che la tipologia di conduzione maggiormente
rappresentata è quella diretta del coltivatore che, con riferimento agli allevamenti ovini,
intercetta il 97,8%, mentre per gli allevamenti caprini tale aliquota ammonta al 97,4%,
per quanto riguarda le altre forme di conduzione (conduzione con salariati, conduzione
a colonia parziaria ed altre forme), la loro incidenza risulta minima.
Interessante appare, la suddivisione delle aziende zootecniche con ovi-caprini per
zone altimetriche (tab. 7). I dati censuari mettono in evidenza che il maggior numero di
aziende zootecniche siciliane con ovi-caprini si collocano prevalentemente in montagna
(50%) ed in collina (44%), mentre le aziende ubicate in pianura rappresentano soltanto
il 6%.
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one dei principali caratteri strutturali degli
allevamenti ovi-caprini, nel contesto regionale, evidenzia come si accentui il processo di
abbandono di tali allevamenti, determinando un forte rallentamento de
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agricola di intere zone, soprattutto di quelle marginali, nelle quali gli allevamenti ovicaprini,purnone
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possono ugualmente rivestire un importante ruolo sul piano sociale, agro-ambientale e
territoriale.
17
TAB. 7 - CONSISTENZA DELLE AZIENDE CON ALLEVAMENTI E RELATIVO NUMERO DI CAPI OVINI E CAPRINI, FORMA DI CONDUZIONE E ZONA ALTIMETRICA INSICILIA (*)
OVINI
Forme di conduzione
CAPRINI
Aziende
n.
Capi
TOTALE OVICAPRINI
Aziende
%
n.
%
6.339
97,8
684.336
96,6
140
2,2
23.810
3
0,0
6.482
Montagna
Aziende
%
n.
%
2.432
97,4
116.932
95,7
3,4
62
2,5
5.193
36
0,0
2
0,1
100,0
708.182
100,0
2.496
3.187
49,2
307.950
43,5
Collina
2.895
44,7
315.134
Pianura
400
6,2
Totale
6.482
100,0
Conduzione diretta del
coltivatore
Conduzione con
salariati
Conduzione a colonia
parziaria appoderata
Totale
n.
Capi
n.
Capi
%
n.
%
8.771
97,7
801.268
96,5
4,3
202
2,2
29.003
3,5
25
0,0
5
0,1
61
0,0
100,0
122.150
100,0
8.978
100,0
830.332
100,0
1.304
52,2
83.400
68,3
4.491
50,0
391.350
47,1
44,5
1.057
42,3
34.022
27,9
3.952
44,0
349.156
42,1
85.098
12,0
135
5,4
4.728
3,9
535
6,0
89.826
10,8
708.182
100,0
2.496
100,0
122.150
100,0
8.978
100,0
830.332
100,0
ZONE ALTIMETRICHE
(*) Elaborazioni tratti da: ISTAT, V Censimento Generale dell'Agricoltura, Roma.
2.3.Li
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-caprini in relazione alle
principali regolamentazioni comunitarie
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-caprino, un
ruolo rilevante riveste il Regolamento CEE 1782/03 relativo alla Riforma di medio
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caprine.
Secondo quanto stabilito dal suddetto regolamento, gli Stati membri concedono, su
base annua, premi o pagamenti supplementari agli allevatori che nelle loro aziende
allevano pecore o capre. I premi per pecora o per capra sono stati erogati fino
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civile e per agricoltore; il numero minimo di animali è determinato dallo Stato membro
e non può risultare inferiore a 10 ne superiore a 50.
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commercializzano latte di pecora o prodotti a base di latte di pecora, il premio è ridotto
a €16,
80.L’
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a
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aè fissato, invece, a €16,
80.Sis
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t
or
i
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o
almeno una volta o di almeno un anno di età, mentre, per capra si intende la femmina
della specie caprina che abbia partorito almeno una volta o di almeno un anno di età.
Ne
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nc
uil
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gricoltori è concesso un
premio supplementare. Il premio supplementare è comunque concesso esclusivamente
agli agricoltori la cui azienda è situata, almeno per metà della superficie agricola
utilizzata, in zona svantaggiata ai sensi del Regolamento (CE) n. 1257/1999.
Il premio supplementare è concesso anche agli agricoltori che praticano la
transumanza a condizione che:
a)
almeno il 90% dei capi per i quali è chiesto il premio siano condotti per
almeno novanta giorni consecutivi in una zona ammissibile;
b)
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della transumanza.
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I pagamenti diretti sopra citati mirano in particolare a stabilizzare i mercati e a
garantire un equo tenore di vita ai produttori.
TIPOLOGIE DI PREMIO
Euro/capo
Produttori agnelli pesanti
21,00
Produttori agnelli leggeri
16,80
Produttori capre
16,80
Premio supplementare
7,00
A partire dall
’
1 gennaio 2006, varranno applicati gli Aiuti disaccoppiati ai sensi del
titolo III del Reg. (CE) 1782/03; in particolare, sarà introdotto il regime di pagamento
unico, il quale stabilisce che ogni agricoltore benefici di un pagamento unico
disaccoppiato (svincolato dalle produzioni), basato su quanto dallo stesso percepito nel
triennio di riferimento 2000-2001-2002 ai sensi di almeno uno dei regimi di pagamento
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accesso è pari a 1,5 ettari, ridotta a 0,5 ettari per le isole minori.
Per quanto riguarda le aziende zootecniche situate nelle zone montane e
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minimo di animale non inferiore a 0,5 UBA per ettaro e per anno.
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come obiettivo generale quello di diffondere metodi di produzione agricola e di gestione
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In modo particolare gli aiuti che vengono erogati alle aziende che aderiscono a
questa misura, vengono calcolati in funzione del mancato guadagno, dei costi aggiuntivi
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Sicuramente incisivo è, inoltre, il contributo apportato dal Programma Operativo
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particolare vanno prese in considerazione la Misura 4.06 rivolta agli investimenti
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Investimenti aziendali per la zootecnia e per il miglioramento delle condizioni di igiene
e benessere degli animali), la Misura 4.09 che punta al Miglioramento delle condizioni
di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici ed, infine, la
Misura 4.13 relativa alla Commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità.
21
3. METODOLOGIA DELLE INDAGINI
3.
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economiche degli allevamenti ovi-caprini in Sicilia, sono stati utilizzati sia i dati forniti
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degli Allevatori, Assessorato Agricoltura e Foreste, ecc.).
Sulla base dei dati raccolti dalle suddette fonti, sono state individuate come aree
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rilevanti sia per numero di capi allevati che per numero di aziende.
Le indagini territoriali hanno avuto come supporto una scheda di rilevazione,
appositamente predisposta, che ha consentito di acquisire una notevole quantità di dati e
informazioni oltre che a fornire un quadro particolareggiato delle realtà agricole nelle
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In particolare, la scheda utilizzata è costituita da diverse sezioni inerenti i peculiari
aspetti:
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ambiente fisico (caratteri del terreno, quali: origine, tipo, profondità,
giacitura ed altitudine);
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3)
dei caratteri delle aziende zootecniche (indirizzi produttivi, specie animali
allevate, ecc..);
4)
dei caratteri delle aziende foraggero-zootecnico con allevamenti ovi-caprini
(superfici foraggere, utilizzazione delle produzioni foraggere, distribuzione delle
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caprine allevate, indirizzo zooeconomico, tecniche di alimentazione, tecniche di
22
mungitura; situazione sanitaria degli allevamenti; tecniche di trasformazione del
latte; di conservazione delle produzioni latterio-casearie);
5)
delle destinazioni delle produzioni zootecniche ottenute e dei caratteri relativi al
mercato (latte e derivati, carni, ecc..).
Sulle base delle informazioni acquisite, è stato possibile individuare i singoli
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nel messinese, inoltre è stato possibile disporre di un quadro sufficientemente esaustivo
sulle principali caratteristiche strutturali e produttive degli allevamenti. Tali
informazioni sono state utili nella fase successiva del lavoro per poter predisporre un
idoneo piano di campionamento aziendale.
3.2. La selezione delle aziende esaminate, i criteri generali di rilevazione e le modalità
adottate
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nesui risultati economicI delle imprese è stata svolta su un campione
costituito da 10 aziende, di cui 5 ubicate nella provincia di Messina e 5 nella provincia
di Enna. In tal modo è stato possibile svolgere analisi comparative dei risultati
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territoriale in maniera da garantire la rappresentatività del campione alla realtà
economico-territoriale delle due aree esaminate.
Per questo motivo, ci si è orientati in primo luogo verso quelle aziende che
presentavano caratteri strutturali (natura, giacitura e altimetria del terreno, consistenza
degli allevamenti ecc..) maggiormente rappresentativi delle situazioni più comunemente
diffuse nei territori in esame.
La tecnica di campionamento adottata è stata analoga a quanto effettuato nella stessa
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Per le rilevazioni aziendali è stata utilizzata una scheda-questionario predisposta ad
hoc, allo scopo di accertare i dati tecnici ed economici e gli elementi ritenuti necessari
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economici delle aziende ad indirizzo zootecnico con allevamenti ovi-caprini.
Tale scheda è stata articolata nelle seguenti sezioni:
1) caratteri generali del fondo;
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3) investimenti di capitali (fondiari; di scorta);
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5) impieghi di materiali, di lavoro e di servizi;
6) produzioni delle coltivazioni e degli allevamenti;
7) destinazioni delle produzioni;
8) imposte e contributi.
Per quanto riguarda i caratteri generali del fondo, sezioni da 1 a 3, sono stati presi in
considerazione le superfici totali e quelle investite da foraggi, cereali e prati pascolo, la
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associativi. Con riferimento agli investimenti fondiari sono stati rilevati i caratteri
relativi alle diverse tipologie di fabbricati, mentre riguardo al capitale di scorta sono
stati rilevati i caratteri relative alle diverse tipologie di macchine, strumenti ed
attrezzature, nonché dei prodotti di scorta e del bestiame.
24
Nella sezione 4, sono stati invece rilevati i principali caratteri degli allevamenti ovicaprini, consistenza iniziale e finale, valore, razze, sistemi di allevamento, produzioni,
tecni
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Nella sezione 5 sono stati esaminati gli impieghi di materiali, lavoro e servizi, nei
processi di produzione, suddivisi in due sottogruppi: le coltivazioni e gli allevamenti.
Nella sezione 6, sono stati rilevati i dati relativi alle produzioni ottenute dalle
coltivazioni e dagli allevamenti in termini di quantità e prezzi.
La sezione 7 ha riguardato, invece, la destinazione delle produzioni, evidenziando in
particolare le modalità di vendi
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contributi a carico delle aziende.
Tutte le informazioni sono state acquisite tramite interviste dirette eseguite in
campagna ad imprenditori delle aree indagate. Ad integrazione delle informazioni
acquisite, sono state reperite anche altre notizie presso altri operatori del settore allo
scopo di accertare i prezzi dei principali mezzi produttivi, i salari pattuiti per le
principali operazioni colturali e le tariffe pagate per eventuali servizi extraziendali.
3.3. Il metodo di elaborazione dei dati tecnico-ecomomici delle aziende ai fini della
determinazione dei risultati economici
La massa di informazioni raccolte ha reso possibile la determinazione di alcuni
indicatori tecnico-economici utili per definire la produttività e la redditività degli
allevamenti ovi-caprini ne
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determinato in relazione a tre grandi categorie di costo e precisamente (Bracco et al,
1995):
1. materiali;
2. lavori aziendali e servizi;
25
3. quote ed altre attribuzioni.
I conteggi relativi alle categorie individuate (ed alle singole voci in cui esse sono
articolate), sono stati svolti secondo le modalità di seguito precisate.
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zootecniche (foraggi, mangimi, medicinali, sementi, concimi, ecc.) le corrispondenti
determinazioni di costo non hanno posto particolari problemi, essendo stati accertati per
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2004-2005) i diversi tipi ed i quantitativi utilizzati nelle
singole aziende, nonché i prezzi medi praticati nei mercati locali dove gli allevatori sono
soliti approvvigionarsi.
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singole unità di produzione, si è proceduto al calcolo dei costi corrispondenti caso per
caso, moltiplicando le quantità impiegate (rilevate presso ciascuna azienda) per i costi
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Circa i pascoli stagionali i relativi canoni sono stati equiparati alla spesa per
acquisto di foraggio, da impiegare, sia direttamente, conducendo gli animali a pascolare
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lavori aziendali e servizi”
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base degli impieghi di lavoro e/o servizi nelle singole aziende, perl
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zooteccniche: interventi veterinari, inseminazioni artificiali, trasporti, mediazioni per la
vendita di prodotti, mietitrebbiatura, imballaggio di fieno e paglia, distribuzione del
letame, ecc.. Per le operazioni meccanizzate eseguite a noleggio le tariffe medie
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enelle aziende che avevano fruito del
servizio, mentre i costi relativi alle mediazioni sono stati calcolati in base alle usanze
delle zone, venendo queste pagate da tutti gli allevatori.
26
Più complesse si sono presentate le determinazioni relative alle “quote ed altre
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” essendosi riscontrata, come era ovvio, per alcuni elementi di costo
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fornito le informazioni di base per il loro calcolo.
Per gli investimenti fondiari (fabbricati rurali, stalle, magazzini, abbeveratoi, fienili,
recinzioni, ecc..) sono stati individuati i valori di ricostruzione al netto dei contributi
pubblici eventualmente fruiti, sui quali sono state calcolate le quote di ammortamento in
rapporto alla loro presunta durata media, mentre gli importi medi annui relativi alle
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Per quanto attiene al capitale di scorta, gli importi delle quote di ammortamento,
manutenzione ed assicurazioni, per le macchine e le attrezzature, sono stati calcolati
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pieno, mentre per gli ammortamenti il contributo si defalca se è ripetibile) aliquote
complessive del 15% per le trattrici e le relative operatrici, del 20% per le mungitrici
mobili, del 18% per le motopompe ed attrezzature irrigue, del 12% per le vasche di
refrigerazione del latte e del 15% per i piccoli attrezzi.
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dei corrispondenti prezzi di mercato–i premi richiesti dalle compagnie di assicurazione.
Il compenso per il lavoro di direzione, amministrazione e sorveglianza è stato calcolato
in percentuale (4%) sulla produzione lorda vendibile, utilizzando la stessa aliquota per
tutte le aziende esaminate.
Le imposte sono state determinate caso per caso sulla base degli imponibili catatstali
rilevati a livello aziendale, applicando per il calcolo le aliquote previste dalla normativa
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(Reg. CEE 275/68) e per le quali tale imposta non risulta dovuta.
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ricollegarsi presumibilmente al pagamento di questi su un numero di giornate inferiore a
quello realmente prestato dalle diverse figure di lavoratori a livello aziendale.
Gli interessi sul capitale di scorta sono stati calcolati utilizzando un saggio del 3%,
al valore attuale dello stesso, mentre quelli attinenti al capitale di anticipazione sono
stati ottenuti applicando al totale delle spese sostenute dai vari tipi di imprenditore
concreto un periodo medio di anticipazione di 3/12 ed un saggio del 4%.
Fra le componenti del costo di produzione è stato oggetto di valutazione, il
compenso del capitale fondiario (Bf), che è stato calcolato in percentuale (2,5%) sul
valore di mercato del fondo.
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on ovi-caprini, questi sono stati
determinati considerando sia il latte venduto o relativi derivati, per il quale è rilevato il
prezzo di vendita (2005), sia ancora la produzione di carne e le altre entrate (premi).
28
4. GLI ALLEVAMENTI OVI-CAPRI
NINELLEZONED’I
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4.1. Analisi tecnico-economica territoriale degli allevamenti ovi-caprini nel Messinese
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Messinese.
Un elemento interessante in tale contesto, è quello relativo ai caratteri strutturali
degli allevamenti ovi-caprini in provincia di Messina, in particolare, la distribuzione
delle aziende per classi di superficie totale (tab. 8) mette in evidenza che le aziende con
classi di superfici, indica
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superficie totale compresa tra 5-10 ettari che, con 405 aziende, intercetta una
percentuale del 13,1% sul totale regionale. Seguono, con valori lievemente inferiori, le
classi di aziende con superficie compresa tra 1 e 2 ettari (12,8%), quella tra 3 e 5 ettari
(11,2%) e la classe tra 10-20 ettari (10,5%). Aliquote simili presentano le classi
comprese tra 2-3 ettari (7,8%), tra 20-30 e tra 30 e 50 ettari, entrambe con aliquote del
6,1% ed, infine, la classe tra 50 e 100 ettari (6,6%). Molto meno rappresentate sono le
aziende con superficie oltre i 100 ettari che complessivamente risultano pari a 149
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Dalla tabella 8 si evidenzia, inoltre, che il maggior numero di capi ovi-caprini, si
trova in aziende con superficie compresa tra 50 e 100 ettari che intercettano un numero
complessivo di 39.171 capi; ad essa segue la classe di aziende con superficie oltre i 100
ettari, nella quale sono allevati 37.209 capi (16,8% del totale). A tale classe segue quella
con 10-20 ettari di superfi
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classe di aziende compresa tra 30-50 ettari (22.563 capi allevati) mentre con il 9,6% si
trova la classe di aziende comprese tra 5-10 ettari nelle quali si allevano 21.164 capi. A
distanze notevoli si collocano, infine, le classi aziendali con superfici medio piccole, le
29
TAB. 8 - DISTRIBUZIONE DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVINI E CAPRINI PER CLASSI DI SUPERFICIE TOTALE PER NUMERO DI CAPI IN
PROVINCIA DI MESSINA (2000) (*)
Classi di
Superficie Totale
(ha)
OVINI
Aziende
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%
CAPRINI
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%
Aziende
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%
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6.453
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21,5
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13,5
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1-2
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2.320
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9.940
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3,5
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6,8
1.644
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7,8
6.695
3,0
3-5
213
11,2
9.521
6,5
129
10,9
2.754
3,7
342
11,2
12.275
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15.466
10,6
155
13,1
5.698
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21.164
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10-20
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20.260
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11,1
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10,5
28.526
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20-30
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16.721
11,4
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6,8
9.002
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25.723
11,6
30-50
99
5,2
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89
7,5
8.436
11,3
188
6,1
22.563
10,2
50-100
107
5,6
24.743
16,9
98
8,3
14.428
19,3
205
6,6
39.171
17,7
70
3,7
19.663
13,4
79
6,8
17.546
23,5
149
4,8
37.209
16,8
1.900
100,0
146.397
100,0
1.183
100,0
74.587
100,0
3.083
100,0
220.984
100,0
100 ed oltre
Totale
(*) Elaborazioni tratti da: ISTAT - V Censimento Generale dell'Agricoltura , Roma.
quali intercettano aliquote percentuali piuttosto ridotte che variano tra il 5,6% (aziende
con 3-5 ettari) ed il 2,9% (aziende senza superficie).
Con riferimento alle indagini dirette svolte nel Messinese, che presenta una SAU
pari a 154.074 ettari ed una superficie foraggera pari a 74.080 ettari (Associazione
Regionale degli Allevatori, Messina, 2005), è emerso, esaminando le caratteristiche
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intercalate da calcare appartenenti a diversi periodi con varie successioni sedimentarie
tra loro sovrapposte; generalmente tali terreni sono di natura argillosa, calcarea e in
prevalenza a reazione sub-acida in montagna ed in collina, sciolta e permeabile nei
fondovalle ed in pianura.
Riguardo all’
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nein cui si trovano localizzati gli allevamenti oggetto di studio,
varia da un minimo di 10 m.s.l.m. e un massimo di m 2.000, con un altezza media di
750 metri sul livello del mare. La giacitura dei terreni è generalmente inclinata (75%)
anche se non sono rari i casi in cui risulta più o meno pianeggiante (15%) e piana
(10%). Come è ovvi
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ancora, incidendo di conseguenza sui costi di produzione.
Con riferimento alle risorse idriche, si riscontrano invasi artificiali, ma prevalgono
le sorgenti naturali presenti in azienda e le fiumare a carattere torrentizio. La loro
captazione avviene nei versanti inclinati mediante la creazione di gallerie filtranti o
mediante zampilli naturali.
Riguardo le principali razze allevate nel Messinese, al 2005 l
’
As
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iazione
Regionale degli Allevatori di Messina indica un numero di ovini pari a 135 mila, mentre
per quanto riguarda i capi caprini la stessa fonte indica 86.500 capi, per un totale di
poco più di 221 mila capi, i dati di cui sopra indicano, rispetto ai dati censuari sopra
descritti, un lieve ascesa del numero dei capi ovi-caprini in provincia di Messina. Tale
dato complessivo (221.500 capi ovicaprini, Associazione Regionale degli Allevatori,
Messina) mette, però, in evidenza un significativo incremento del numero di capi
caprini, con una contrazione dei capi ovini.
Circa le principali razze allevate di capi ovini, dalla tabella 9 si osserva una netta
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eccezzionalmente si è riscontrata la presenza di 80 capi della razza “
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. In generale,
per gli ovini si osserva la prevalenza di razze con una buona attitudine alla produzione
di latte.
TAB.9–CONSI
STENZADELLEPRI
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PALIRAZZEALLEVATENELLA
PROVINCIA DI MESSINA (2004/2005) (*)
Razze
Capi
n.
%
Razze ovine
"Comisana"
"Pinzirita"
"Meticcia"
TOTALE
1.600
54.000
79.320
134.920
1,2
40,0
58,8
100,0
1.500
60.000
24.800
86.300
1,7
69,5
28,8
100,1
Razze caprine
"Argentata dell'Etna"
"Capra dei Nebrodi"
"Meticcia"
TOTALE
(*) Fonte: Associazione Regionale degli Allevatori, Messina.
Per quanto riguarda le razze caprine allevate, prevale la “
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inferiore al 29%. Infine, con percentuali nettamente minori, segue l
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Con riferimento alle tecniche di mungitura, prevale ancor oggi quella manuale alla
posta. La mungitura, che nella maggioranza dei casi inizia a metà novembre-primi di
32
dicembre, per continuare fino a giugno, viene effettuata due volte al giorno (mattina e
sera). Il latte, proveniente dalla mungitura, viene ceduto ad imprese extragricole (15%
della quantità complessiva di latte) o trasformato in azienda per essere venduto
direttamente al dettaglio o, come accade sovente, ceduto a punti vendita al dettaglio
locali (85% della quantità complessiva di latte).
Riguardo la trasformazione aziendale del latte, in genere effettuata una volta al
giorno e preferibilmente di mattina, inizia mescolando il latte munto la mattina con
quello della mungitura serale, che è opportunamente conservato in apposite vasche
refrigeranti. Le attrezzature comunemente presenti nelle aziende ed utilizzate nelle
operazioni di caseificazione sono:c
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ricotta (fresca, salata ed infornata). La conservazione delle suddette produzioni avviene
generalmente in locali freschi in cui le forme di formaggio vengono sistemate negli
scaffali in legno; i tempi di conservazione oscillano tra 4 e 12 mesi a seconda delle
richieste del mercato ed al tipo di prodotto che si vuole ottenere. La destinazione dei
prodotti latterio-caseari interessa per il 95% i mercati locali e solo per il 5% i mercati
regionali (Associazione Regionale degli Allevatori, Messina).
Per quanto concerne la produzione di carne, nella Provincia di Messina si fonda, nel
90% dei casi, sulla produzione di agnelli/capretti leggeri (7/10 kg di peso alla vendita).
Tale produzione si concentra soprattutto in corrispondenza delle festività natalizie e
pasquali ed è per questo motivo che i parti ricadono a fine ottobre –primi di novembre,
e nei mesi di febbraio–ma
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La vendita delle carni ovi-caprine prodotte in provincia di Messina avviene
mediante la cessione a macellai e/o ad intermediari, con eventuale contratto di
obbligazione. Le carni prodotte sono destinate per il 70% a mercati locali, per il 25% a
mercati regionali e solo per il 5% a mercati extraregionali (Associazione Regionale
Allevatori Messina).
33
Con riferimento alla forma di allevamento, la tipologia prevalente nel Messinese è
quella di tipo Estensivo con gli animali al pascolo (90%), segue, a notevole distanza, la
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ambiente confinato è quasi sporadico (1% del totale). (fig. 1).
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Messinese (figura 2). È rilevante sottolineare, che l
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quello carneo con il 10%.
Inoltre, le aziende che allevano solo ovini risultano pari al 58% del totale provinciale,
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sono presenti sia capi ovini quanto caprini rappresentano il 17% del totale provinciale,
mentre con percentuale nettamente inferiori troviamo le aziende nelle quali sono
presenti altre specie e che rappresentano il 9% del totale provinciale (fig. 3).
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34
FIG. 1 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE PER TIPOLOGIA
DELL'ALLEVAMENTO OVICAPRINO NEL MESSINESE
90%
1%
Intensivo, in ambiente confinato
9%
Estensivo, al pascolo
Intermedio
FIG. 2 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVICAPRINI PER INDIRIZZO ZOOECONOMICO NEL
MESSINESE
79%
11%
10%
Lattiero caseario
Carneo
Misto
FIG. 3 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVICAPRINI CON INDIRIZZO PRODUTTIVO MISTO NEL
MESSINESE
9%
17%
58%
16%
Soltano Ovini
Soltanto Caprini
Ovini/caprini
Ovicarini ed altre specie
4.2. Analisi tecnico-economica territoriale degli allevamenti ovi-c
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possibile, anche per la provincia di Enna, individuare le zone maggiormente interessate
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Riguardo ai caratteri strutturali degli allevamenti ovi-caprini in provincia di Enna, la
distribuzione delle aziende per classi di superficie totale (tab. 10) mette in evidenza che
le aziende con classe di superficie più rappresentata è quella compresa tra 10-20 ettari
che con 287 aziende intercetta un valore percentuale del 19,8%. Ad essa segue la classe
con superficie totale tra 5-10 ettari che, con 225 aziende, intercetta una percentuale del
15,5%. Seguono, con valori lievemente inferiori, le classi con superficie compresa tra
30 e 50 ettari (15,2%), quella tra 20 e 30 ettari (12,8%) e la classe tra 50-100 ettari
(11,2%). Aliquote inferiori presentano le classi comprese tra 3-5 ettari (8,4%); oltre 100
(5,7%); tra 2 e 3 ettari (4,4%); tra 1 e 2 ettari (3,7%) ed infine la classe con meno di 1
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Dalla tabella 10 si evidenzia, inoltre, che il maggior numero di capi ovi-caprini, si
trova in aziende con superficie compresa tra 30 e 50 ettari che intercettano un numero
complessivo di 28.013 capi; ad essa segue la classe di aziende con superficie compresa
tra 50 e 100 ettari nella quale sono allevati 26.801 capi (19,9% del totale).
A tale classe segue quella con 10-20 ettari di superficie totale che intercetta
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che con 20.718 capi allevati fa registrare un valore percentuale pari al 15,4%. Con
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capi allevati) mentre con il 6,8% si trova la classe di aziende comprese tra 5-10 ettari
nelle quali si allevano 9.175 capi. A distanze notevoli si collocano, infine, le classi
aziendali con superfici medio piccole, le quali intercettano aliquote percentuali piuttosto
ridotte che variano tra il 3,7% (aziende con 3-5 ettari) lo 0% (aziende senza superficie).
Dalle indagini dirette svolte in provincia di Enna è emerso che, l’
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trovano gli allevamenti oggetto di studio, varia da un minimo di 100 ed un massimo di
2.000 metri s.l.m..
TAB. 10 - DISTRIBUZIONE DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVINI E CAPRINI PER CLASSI DI SUPERFICIE TOTALE PER NUMERO
DI CAPI IN PROVINCIA ENNA (2000) (*)
Classi di
Superficie Totale
(ha)
OVINI
Aziende
n.
%
CAPRINI
Capi
n.
%
Aziende
n.
%
Capi
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%
TOTALE OVICAPRINI
Aziende
Capi
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%
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0,0
0
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0
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0
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1.824
1,5
7
3,3
59
0,7
49
3,4
1.883
1,4
1-2
48
3,9
1.353
1,1
5
2,4
27
0,3
53
3,7
1.380
1,0
2-3
59
4,8
1.684
1,3
5
2,4
75
0,9
64
4,4
1.759
1,3
3-5
105
8,5
4.855
3,9
17
8,1
150
1,7
122
8,4
5.005
3,7
5-10
202
16,3
8.874
7,1
23
10,9
301
3,5
225
15,5
9.175
6,8
10-20
251
20,2
20.506
16,3
36
17,1
1.251
14,4
287
19,8
21.757
16,2
20-30
163
13,1
17.022
13,5
23
10,9
918
10,5
186
12,8
17.940
13,3
30-50
179
14,4
26.643
21,2
42
19,9
1.370
15,7
221
15,2
28.013
20,8
50-100
124
10,0
24.125
19,2
38
18,0
2.676
30,7
162
11,2
26.801
19,9
67
5,4
18.836
15,0
15
7,1
1.882
21,6
82
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20.718
15,4
1.240
100,0
125.722
100,0
211
100,0
8.709
100,0
1.451
100,0
134.431
100,0
100 ed oltre
Totale
(*) Elaborazioni tratti da: ISTAT - V Censimento Generale dell'Agricoltura, Roma.
La giacitura dei terreni è generalmente inclinata (75%) anche se non sono rari i casi
in cui risulta più o meno pianeggiante (15%) e piana (10%). Comeèovvi
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meno ad operazioni meccanizzate ed altro ancora, incidendo di conseguenza sui costi di
produzione.
Con riferimento alle risorse idriche, si riscontrano laghetti collinari, ma prevalgono
le sorgenti naturali presenti in azienda e le fiumare a carattere torrentizio.
Riguardo le principali razze allevate nell
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, e con riferimento ai capi ovini,
dalla tabella 11 s
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Per quanto riguarda le razze caprine, in provincia di Enna prevale la “
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Il latte, proveniente dalla mungitura, viene ceduto ad imprese extragricole (90%
della quantità complessiva di latte) o trasformato in azienda per essere venduto
direttamente al dettaglio o, come accade sovente, ceduto a punti vendita al dettaglio
locali (10% della quantità complessiva di latte).
I prodotti ottenuti dalla successiva trasformazione del latte sono: pecorino e ricotta a
diversi stadi di stagionatura. La destinazioni dei prodotti latterio-caseari, interessa per il
95% i mercati locali e soltanto per il 5% della produzione i mercati regionali
(Associazione Regionale Allevatori, Enna).
TAB.11–CONSI
STENZADELLEPRI
NCI
PALIRAZZEALLEVATENELLA
PROVINCIA DI ENNA (2004/2005) (*)
Capi
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%
Razze ovine
"Comisana"
"Pinzirita"
"La Valle del Belice"
"Barbaresca"
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TOTALE
37.717
25.144
16.344
2.515
44.002
125.722
30,0
20,0
13,0
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35,0
100,0
175
871
435
7.228
8.709
2,0
10,0
5,0
83,0
100,0
Razze caprine
"Maltese"
"Argentata dell'Etna"
"Capra dei Nebrodi"
"Meticcia"
TOTALE
(*) Fonte: Associazione Regionale degli Allevatori, Enna.
Per quanto concerne la produzione di carne, nella Provincia di Enna si fonda, nel
93% dei casi, sulla produzione di agnelli/capretti leggeri (7/10 kg di peso alla vendita).
Tale produzione si concentra soprattutto in corrispondenza delle festività natalizie e
pasquali ed è per questo motivo che i parti ricadono a fine ottobre –primi di novembre,
e nei mesi di febbraio–marzo.Pe
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La vendita delle carni ovi-caprine prodotte in provincia di Enna avviene mediante la
cessione a macellai e/o ad intermediari, con eventuale contratto di obbligazione. Le
carni prodotte sono destinate per la maggior parte ai mercati locali ed in misura ristretta
ai mercati regionali (Associazione Regionale Allevatori Enna).
Con riferimento alla forma di allevament
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quella di tipo Estensivo con gli animali al pascolo (96%), seguita, a grande distanza,
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oo-economico delle aziende che allevano ovi-caprini
(figura 5). È rilevante sottolineare, che l
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oo-economico prevalente,
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ocarneo con il 25% e
da quello misto con il 15%.
Inoltre, le aziende che allevano solo ovini risultano pari al 71% del totale provinciale,
quelle che allevano soltanto caprinii
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sono presenti sia capi ovini quanto caprini rappresentano il 12% del totale provinciale,
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11% del totale
provinciale (fig. 6).
41
FIG. 4 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE PER TIPOLOGIA
DELL'ALLEVAMENTO OVICAPRINO NELL'ENNESE
3,0%
1,0%
96,0%
Intensivo, in ambiente confinato
Estensivo, al pascolo
Intermedio
FIG. 5 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVICAPRINI PER INDIRIZZO ZOOECONOMICO
NELL'ENNESE
60%
15%
25%
Lattiero caseario
Carneo
Misto
FIG. 6 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVICAPRINI CON INDIRIZZO PRODUTTIVO MISTO
NELL'ENNESE
11%
12%
6%
71%
Soltano Ovini
Soltanto Caprini
Ovini/caprini
Ovicarini ed altre specie
5.
ANALISI E RISULTATI ECONOMICI NELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI NEL TERRITORIO IN ESAME
5.1.
Struttura, gestione e produzioni delle aziende zootecniche con allevamenti ovicaprini
5.1.1. Caratteri strutturali e localizzazione delle aziende esaminate
e dei relativi allevamenti
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o-economica ha consentito di acquisire informazioni su un
congruo campione di aziende zootecniche con allevamenti ovi-caprini, scelte sulla base
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largamente rappresentative del comparto produttivo in esame. Delle 10 aziende rilevate,
5 ricadono nel territorio provinciale di Messina e precisamente nei comuni di Cesarò
(2), San Teodoro (1) e Capizzi (2) e 5 nel territorio provinciale di Enna, precisamente
nei comuni di Enna (2), Cerami (2) ed Aidone (1).
Le rilevazioni aziendali sono state effettuate in maniera diretta, con riferimento
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2005.
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allevamento, razze allevate ed indirizzo zoo-economico) sono riportate nelle tabb. 12-13
e 14.
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al Messinese e campi di variazione compresi tra 20 e 300 ettari (tab. 12).
La stratificazione per classi di superfici delle aziende campionate mette in luce, per i
casi rilevati nel territorio provinciale di Messina, la massima concentrazione delle stesse
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le aziende con ampiezza compresa tra 100 e 499 ha e, con la medesima aliquota, le
aziende tra 20 e 49 ettari.
Aziende
TAB. 12 - PRINCIPALI CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVI-CAPRINI NELLE AREE ESAMINATE
(2004-2005) (*)
Superficie aziendale
Complessiva (a)
Foraggera(b)
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Altimetria
Tipo di impresa
Indirizzo produttivo
(ha)
(ha)
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Coltivatrice
Coltivatrice - Capitalistica
Coltivatrice
Capitalistica - Coltivatrice
Capitalistica - Coltivatrice
Zootecnico - Foraggero - Cerealicolo
Zootecnico - Foraggero
Zootecnico - Foraggero - Cerealicolo
Zootecnico - Foraggero
Zootecnico - Foraggero
ENNESE
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8
9
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40,0
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900
612
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
Capitalistica - Coltivatrice
Coltivatrice
Coltivatrice
Coltivatrice - capitalistica
Capitalistica - Coltivatrice
Zootecnico - Foraggero
Zootecnico - Foraggero - Cerealicolo
Zootecnico - Foraggero
Zootecnico - Foraggero - Cerealicolo
Zootecnico - Foraggero - Cerealicolo
Il campione aziendale rilevato in provincia di Enna, si distribuisce, con riferimento
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,in misura sostanzialmente diversa rispetto al Messinese,
rientrando il 40% delle aziende nella classe compresa tra 100 e 999 ettari, il 40% in
quella immediatamente inferiore (50-99 ettari) ed il 20% in quella tra 20-49 ettari.
Le superfici destinate alla produzione foraggera, in relazione con le dimensioni
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zona (84,4%) rispetto alla prima (71%).
Non sono state osservate differenze significative tra le due zone con riferimento al
numero di corpi che compongono le aziende, che risulta mediamente uniforme sia nel
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costituita da due corpi, mentre con riferimento alla giacitura del terreno, questa è
risultata nella totalità dei casi inclinata.
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a13 risulta evidente la differente utilizzazione delle superfici
foraggere nelle due zone, riscontrandosi nel Messinese, a livello medio, la destinazione
del 53,2% delle stesse a pascolo ed il 37,6% a erbai e cereali, mentre la rimanente parte
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riguarda i pascoli (42,6%) ed una percentuale maggiore per gli erbai ed i cereali
(40,9%); la rimanente parte è costituita da tare improduttive.
Sostanzialmente uniforme risulta nelle due zone, la giacitura del terreno, essendosi
registrata, nella stragrande maggioranza dei casi, la presenza di appezzamenti declivi
con pendenze più o meno accentuate.
Leggermente differenti risultano, invece, i livelli altimetrici delle aziende
campionate, con altitudini variabili nel Messinese tra gli 800 ed i 1100 metri s.l.m.,
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altra zona il campo di oscillazione è compreso tra un minimo di 150 metri
ed uno massimo di 1.900 metri s.l.m..
Per quel che concerne la forma di conduzione delle aziende esaminate, sia nel
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capitalistico-coltivatrici ed una soltanto coltivatrice-capitalistica.
Aziende
TAB. 13 - FORMA DI POSSESSO DEI TERRENI E RELATIVA UTILIZZAZIONE NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVI-CAPRINI
NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (*)
Superficie aziendale
Forma di possesso
Cereali
ha
Foraggere avv.
%
ha
%
Pascoli
ha
Tare
%
ha
Proprietà
Totale
%
ha
ha
Affitto
%
ha
%
MESSINESE
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300,0
132,0
100,0
100,0
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-
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
-
-
Lievi differenze risultano, invece, negli indirizzi produttivi. In particolare, nel
Messinese è prevalente la presenza di imprese foraggero-z
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pari al 60%, rispetto a quelle foraggero-cerealicolo-zootecnico (restante 40%). Una
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Riguardo al titolo di possesso, 8 aziende su 10 risultano in proprietà, mentre,
soltanto 2 risultano parte in proprietà e parte in affitto.
In merito alle caratteristiche degli allevamenti, le stesse risultano analiticamente
riportate nella tabella 14, dalla quale si sintetizza quanto segue:
-
con riferimento alla consistenza degli allevamenti ovi-caprini, si registra, in
presenza di superfici aziendali e foraggere leggermente differenti nelle due zone, un
numero di capi, a livello medio, superiore nell'Ennese (circa 580) rispetto al Messinese
(circa 334), in entrambe le zone, tale numero è costituito in massima parte da pecore ed
in misura ridotta da capre;
-
con riferimento alle razze allevate, le aziende del campione risultano
sostanzialmente diversificate, osservandosi, con riferimento agli allevamenti ovini, nel
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TAB.14 - CARATTERI STRUTTURALI DEGLI ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (*)
Aziende
Capi presenti all'inizio dell'annata agraria
Pecore
n.
OVINI
Agnelli > 6 mesi
n.
Arieti
n.
Razze
allevate
Capre
n.
CAPRINI
Capretti > 6 mesi
n.
Becchi
n.
Razze
allevate
Totale Ovicaprini
UBA
UBA/sup.
foraggera
Carico best.
UBA/ha
MESSINESE
1
240
5
40
Meticcia
40
2
5
Meticcia
332
49,8
1,1
0,9
2
210
3
20
Pinzirita
10
1
-
Meticcia
244
36,6
1,9
1,9
3
380
10
60
Pinzirita
50
3
5
Meticcia
508
76,2
1,3
1,1
4
-
-
-
200
15
35
Argentata dell'Etna
250
37,5
0,3
0,2
5
400
20
60
-
-
-
72,0
1,0
1,0
Min
-
-
-
-
-
-
244
37
0,3
0,2
Max
400
20
60
200
15
35
508
76
1,9
1,9
Medio
246
8
36
60
4
9
334
54
1,1
1,0
Pinzirita
-
ENNESE
6
275
10
30
Pinzirita
-
-
0
-
315
47,3
0,5
0,5
7
240
12
50
Pinzirita-Comisana
90
6
20
Argenta dell'Etna
Nera Messinese
418
62,7
1,1
0,9
8
226
9
40
Meticcia
40
3
0
Meticcia
318
47,7
1,3
1,3
9
100
8
20
Meticcia
700
30
80
Meticcia
938
140,7
0,6
0,5
10
800
10
90
Comisana
-
-
0
-
900
135,0
4,2
1,9
Min
100
8
20
-
-
-
315
47,3
0,5
0,5
Max
800
12
90
700
30
80
938
140,7
4,2
1,9
Medio
328
10
46
166
8
20
578
86,7
1,5
1,0
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
5.1.2. Tipologie di investimenti nelle aziende esaminate
Gli allevamenti ovi-caprini risultano solitamente caratterizzati dalla presenza di
limitati investimenti sia fondiari che di scorta. Le informazioni acquisite nel corso delle
rilevazioni aziendali hanno consentito di individuare le principali tipologie di
investimenti fondiari che sostanzialmente sono riconducibili a:
-
f
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ope
rl
’
a
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l
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t
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sporadicamente come abitazione stabile dello stesso;
-
fabbricati per il ricovero delle macchine e degli attrezzi;
-
ricoveri per gli ovi-caprini, la cui razionalità costruttiva risulta fortemente
differenziata tra le diverse aziende, osservandosi in alcuni casi la totale assenza
di apprestamenti di protezione ed in altri la presenza di ovili razionali,
recentemente costruiti, o di fabbricati a tal fine riadattati;
-
opere di approvvigionamento idrico, utilizzate principalmente per derivare
l
’
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quadapi
c
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z
i
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nda
l
i
;
-
recinzioni, solitamente costruite con pali di castagno e filo spinato o, in
alternativa, impiegando la rete metallica;
-
fabbricati per la conservazione e trasformazione del latte, la cui presenza è stata
registrata in cinque aziende delle 10 esaminate, rispettivamente tre nel
Me
s
s
i
ne
s
eeduene
l
l
’
Ennese; si tratta generalmente di strutture di recente
costruzione che tendono a rispettare le norme igieniche previste dalle autorità
che regolano in materia (D.P.R 54/97); nelle rimanenti aziende non è stata
rilevata alcuna produzione di formaggi e ricotta.
I dati complessivi e quelli relativi ai singoli tipi di investimenti fondiari possono
variare da caso a caso nelle aziende campionate, come si evince dalla tabella 15, che
riporta i campi di variazione ed i dati medi delle diverse tipologie osservate.
I valori complessivi degli investimenti, espressi in €/
UBA,r
a
gg
i
ung
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i
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l
l
i
sensibilmente inferiori nelle aziende del Messinese (2.921,52 €)r
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00€)
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ma
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e
ampio nei due ambiti territoriali. In particolare, nel Messinese il campo di variazione tra
minimo e massimo risulta compreso tra 1.245,90 €/
UBA e 5.
000,
00 €/
UBA,
ne
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Enne
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167,
46e4.
804,
55€/
UBA.Le
diversità esistenti tra le aziende risultano riconducibili alle tipologie di investimenti
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l
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Ai totali aziendali contribuiscono in misura diversa le varie voci, osservandosi, nel
caso del Messinese, a livello medio, aliquote superiori per la stalla, il magazzino ed i
locali per la conservazione e trasformazione del latte (rispettivamente 28%; 24,1% e
19,4%), mentre su livelli più bassi si attestano le opere di approvvigionamento idrico
(
6,
7%)el
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i
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,
contribuiscono in misura notevolmente diversa alla formazione del dato medio
aziendale, riscontrandosi pesi sensibilmente maggiori per il magazzino (24,1%), le
abitazioni (19,1%) e gli ovili (11,5%); aliquote inferiori risultano ascrivibili ai locali per
la conservazione e la trasformazione del latte (9,3%), ai locali adibiti al ricovero per le
macchine e gli attrezzi (8,3%) e alle opere di recinzioni e viabilità (8,1%); infine, le altri
voci considerate raggiungono, nel complesso, il 16,5%.
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i
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tipologie oscillazioni tra i valori massimi e quelli minimi, da ricondurre sia alla scarsa
diffusione che taluni investimenti trovano in molte aziende, sia alle diverse modalità
costruttive di alcuni manufatti.
Con riferimento ai valori unitari registrati per l
’
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abitazione in azienda, mentre nelle altre esistono soltanto
casolari abbandonati e non più agibili. Ne
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51
A zienda
TAB. 15 - INVESTIMENTI FONDIARI PER PRINCIPALI CATEGORIE NELLE AZIENDE ZOTECNICHE CON OVI-CAPRINI NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (*)
Approvvigionamento
Conservazione e
Ricovero macchine
Recinzioni e
Abitazione
Magazzino
Stalla
idrico, cisterne, pozzi
trasformazione del
ed attrezzi
viabilità
e distribuzione
latte
(
€/
UBA)
(
€/
UBA)
%
(
€/
UBA)
%
(
€/
UBA)
%
(
€/
UBA)
%
%
(
€/
UBA)
%
(
€/
UBA)
%
Altre
(
€/
UBA)
Totale
%
(
€/
UBA)
%
MESSINESE
1
301,20
11,0
401,61
14,7
-
-
1.004,02
36,8
301,20
11,0
301,20
11,0
401,61
14,7
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0,7
2.730,92
100,0
2
-
-
-
-
-
-
273,22
21,9
136,61
11,0
-
-
819,67
65,8
16,39
1,3
1.245,90
100,0
3
-
-
1.312,34
58,5
131,23
5,8
524,93
23,4
78,74
3,5
196,85
8,8
-
-
-
-
2.244,09
100,0
4
-
-
800,00
23,6
-
-
933,33
27,6
78,74
2,3
533,33
15,7
560,00
16,5
481,26
14,2
3.386,67
100,0
5
347,22
6,9
1.180,56
23,6
833,33
16,7
1.527,78
30,6
277,78
5,6
416,67
8,3
-
-
416,67
8,3
5.000,00
100,0
Min
-
-
-
-
-
273,22
21,9
78,74
2,3
-
-
-
-
-
-
1.245,90
Max
347,22
11,0
1.312,34
58,5
833,33
16,7
1.527,78
36,8
301,20
11,0
533,33
15,7
819,67
65,8
481,26
14,2
5.000,00
Med
129,69
3,6
738,90
24,1
192,91
4,5
852,66
28,0
174,61
6,7
289,61
8,8
356,3
19,4
186,88
4,9
2.921,52
-
-
423,28
12,2
3.460,32
100,0
ENNESE
6
1.058,20
30,6
-
-
1.058,20
30,6
846,56
24,5
74,07
2,1
-
-
7
398,72
8
-
34,2
239,23
20,5
-
-
-
-
98,88
8,5
318,98
27,3
-
-
111,64
9,6
1.167,46
100,0
-
1.886,79
46,0
-
-
-
-
83,86
2,0
230,61
5,6
1.257,86
30,6
645,70
15,7
4.104,82
100,0
9
10
710,73
14,8
1.563,61
32,5
533,05
11,1
355,37
7,4
42,64
0,9
177,68
3,7
-
-
1.421,46
29,6
4.804,55
100,0
555,56
16,0
740,74
21,3
-
-
888,89
25,6
66,67
1,9
133,33
3,8
555,56
16,0
537,04
15,4
3.477,78
100,0
Min
-
-
-
-
-
-
-
-
42,64
0,9
-
-
-
-
111,64
9,6
1.167,46
Max
Med
1.058,20
544,64
34,2
19,1
1.886,79
886,08
46,0
24,1
1.058,20
318,25
30,6
8,3
888,89
418,16
25,6
11,5
98,88
73,23
8,5
3,1
318,98
172,12
27,3
8,1
1.257,86
362,68
30,6
9,3
1.421,46
627,83
29,6
16,5
4.804,55
3.402,99
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
presente in azienda, si tratta di fabbricati di recente costruzione,a
l
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nella zone indagate ha fatto registrare un campo di oscillazione compreso tra un minimo
di 0 ed un massimo di 347,22 €/
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sono compresi tra un minimo di 0 ed un massimo di 1.058,20 €
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UBAne
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Per effetto della prevalente diffusione nel Messinese, tra le forme di utilizzazione
delle superfici foraggere, al pascolo, la presenza di strutture per la conservazione dei
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fienili, ma soprattutto semplici strutture rudimentali.
Con riferimento alle stalle ed agli ovili, tali strutture sono state riscontrate nella
totalità delle aziende del Messinese (5) es
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tali strutture, nelle due zone esaminatesi rileva una eterogeneità di condizioni, infatti,
impianti razionali appositamente e recentemente costruiti per il ricovero degli ovicaprini, si contrappongano a impianti in cui prevalgono strutture di basso costo
frequentemente
realizzate
con
altre
finalità
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nell'allevamento in questione. Tali investimenti determinano nel complesso un ampio
campo di oscillazione dei valori riscontrati nelle aziende rilevate, passando da un
minimo di 273,22 ad un massimo di 1.527,78 €/
UBAne
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s
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’
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i suddetti valori sono compresi tra un minimo di 0 ed un massimo di quasi 890,00
€/
UBA,c
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l
or
ime
dic
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onorispettivamente pari a 852,66 €/
UBAne
l
l
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e di 418,16 €/
UBAne
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g
i
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me
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oi
dr
i
c
o
,
delle aziende campionate. Quando presenti, significativi appaiono invece gli
investimenti per le recinzioni che nel 20% dei casi risultano assenti dalle aziende
esaminate.
Con riferimento ai locali per la conservazione e la trasformazione del latte, questi
sono stati riscontrati in solo in 3 aziende del Messinese ed in 2 aziende del
l
’
Enne
s
e
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n
entrambe le zone si sono osservati locali di recente costruzione realizzati in conformità
con le normative vigenti e tecnologicamente dotate di capitali fissi (macchinari, ecc..)
tecnologicamente avanzati.
A ziende
TAB. 16 - CONSISTENZA DEGLI INVESTIMENTI DI SCORTA PER PRINCIPALI CATEGORIE NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON ALLEVAMENTI OV-ICAPRINI
NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (*)
Macchine motrici e/o
operatrici
(
€/
UBA)
%
Bestiame
(
€/
UBA)
Macchine ed attrezz. per
mungitura, refrig. e trasf.
latte
Altri strumenti di scorta
(
€/
UBA)
%
(
€/
UBA)
%
Prodotti di scorta
(
€/
UBA)
%
Totale
(
€/
UBA)
%
%
MESSINESE
1
2
3
4
5
391,57
386,34
616,93
540,00
587,50
Min
Max
Medio
386,34
616,93
504,47
15,0
91,3
34,4
18,6
50,8
1.204,82
1.044,62
1.253,33
500,00
46,1
58,3
43,1
43,2
1.253,33
800,55
514,06
27,32
15,75
20,00
27,78
-
19,7
6,5
0,9
0,7
2,4
15,75
514,06
120,98
502,01
65,62
1.093,33
41,67
-
19,2
3,7
37,6
3,6
1.093,33
340,52
9,56
48,16
-
2,3
2,7
-
48,16
11,55
2.612,45
423,22
1.791,08
2.906,67
1.156,94
-
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
423,22
2.906,67
1.778,07
ENNESE
6
7
8
9
10
470,90
368,74
489,10
666,67
588,89
Min
Max
Medio
368,74
666,67
516,86
84,8
25,7
30,6
27,3
22,7
813,40
1.012,58
1.421,46
1.761,48
1.761,48
1.001,78
56,6
63,4
58,3
67,8
42,33
207,34
31,45
28,43
-
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
207,34
61,91
7,6
14,4
2,0
1,2
-
42,33
47,85
62,89
92,40
111,11
-
42,33
111,11
71,31
7,6
3,3
3,9
3,8
4,3
229,21
134,81
-
229,21
72,81
9,4
5,2
555,56
1.437,32
1.596,02
2.438,17
2.596,30
-
555,56
2.596,30
1.724,67
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Per quel che concerne gli investimenti di scorta, i dati analitici relativi alle aziende
campionate sono stati riportati nella tabella 16, nella quale vengono pure indicati i valori
minimi, massimi e medi osservati nelle due zone per le principali tipologie considerate.
In dettaglio si osservano valori unitari (per UBA), per le singole voci, in alcuni casi
(bestiame) sostanzialmente analoghi nelle due zone (rispettivamente 504,47 €e516,
86
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per le coltivazioni foraggere e gli altri strumenti di scorta), in relazione alla diffusione
delle coltivazioni foraggere avvicendate e delle diverse tipologie di piccoli strumenti
(macchinette per la tosatura, basculla pesa bestiame, ecc.) presenti nelle aziende dei due
territori esaminati.
In complesso, si osserva per gli investimenti di scorta un valore medio leggermente
più elevato nel Messinese (1.778,07 €/
UBA)r
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UBA)
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sostanzialmente ascrivibile alla diffusa presenza di macchine ed attrezzature per le
coltivazioni foraggere in entrambe le zone esaminate, che costituiscono una componente
non indifferente del parco macchine aziendale.
5.1.3. Gestione delle aziende e relative produzioni
5.1.3.1. Impieghi di materiali e di lavoro
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o-zootecnica con allevamenti ovi-caprini, a differenza di altre
caratterizzate da un indirizzo produttivo specializzato, si contraddistingue per un
limitato impiego di mezzi tecnici e servizi, che riguardano in massima parte
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foraggere.
Al fine di individuare gli impieghi di mezzi tecnici e servizi effettuati dalle singole
imprese, si è provveduto all'acquisizione, con riferimento ai singoli casi campionati, dei
dati relativi ai materiali acquisiti da parte delle aziende ed utilizzati tanto per le
coltivazioni foraggere quanto per l'allevamento.
Per quel che concerne le sementi, ad essere oggetto di acquisto all'esterno
dell'azienda sono soprattutto quelle di avena ed orzo tra i cereali e di veccia, sulla e
trifoglio tra le leguminose. Assenti, in stretta relazione alla modalità prevalente di
acquisizione del foraggio (pascolo), che comporta un arricchimento indiretto del terreno
in termini di sostanza organica (letame ovi-caprino), risultano gli acquisti di
fertilizzanti.
Nulli sono risultati, nelle aziende campionate, anche gli impieghi di antiparassitari e
dei diserbanti, in stretta relazione alle tradizionali tecniche di coltivazione adottate nella
zona allo studio ed ai metodi di produzione (Biologico) ai quali la quasi totalità delle
aziende aderiscono.
Anche per i combustibili ed i lubrificanti specifiche analisi sono state condotte nelle
aziende del campione al fine di accertarne il relativo impiego, che è risultato
strettamente correlato all'entità delle superfici destinate a colture foraggere.
Nei seminativi destinati alla coltivazione di specie foraggere le operazioni relative a
tali colture hanno solitamente inizio, nel corso dell'autunno, con l'esecuzione di una
aratura profonda finalizzata all'interramento del letame ed alla preparazione del letto di
semina. Tale operazione viene talvolta sostituita dall'effettuazione di una scarificatura,
atta a migliorare la capacità di drenaggio del terreno, seguita poi direttamente dalla
semina. Ridotta risulta, nelle aziende delle due zone esaminate, che effettuano colture
foraggere, lo svolgimento di operazioni successive sino al momento della falciatura e
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Gli impieghi di lavoro per tali operazioni sono stati riferiti alla superficie foraggera
e cerealicola oggetto di coltivazione, non avendo senso alcuno la ripartizione degli
stessi anche sul pascolo permanente, per il quale non vengono solitamente effettuate
operazioni colturali particolari.
Nelle aziende del Messinese che svolgono la coltivazione di specie foraggere si
riscontrano, come mostra la tabella 17, impieghi medi di lavoro dell'ordine di 5,7
ore/ettaro, in massima parte assimilati da quelli relativi alla lavorazione del terreno (2,0
ore/ettaro) e dalla semina (1,2 ore/ettaro), seguiti, in ordine, dalle «altre operazioni».
Risulta evidente, dall'esame degli impieghi di lavoro, che nel Messinese 2 aziende
delle 5 esaminate sono caratterizzate esclusivamente da pascoli permanenti, inoltre,
nelle tre aziende caratterizzate dalla presenza di erbai, in due il loro utilizzo avviene
attraverso il pascolamento, mentre nella terza, parte del foraggio viene utilizzato dopo
essere stato falciato ed affienato.
56
Aziende
TAB. 17 - IMPIEGHI DI LAVORO PER PRINCIPALI TIPOLOGIE DI OPERAZIONI COLTURALI NELLE AZIENDE
ZOOTECNICHE CON OVI-CAPRINI NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (ore/ettari) (*)
Lavorazioni Semina
Falciatura Imballatura fieno Mietitrebbiatura e
Trasporti
Altre
Totale
del terreno
imballatura paglia
MESSINESE
1
2
3
4
5
3,2
2,3
4,5
-
2,3
1,9
1,9
-
2,6
-
0,8
-
0,4
-
0,8
-
1,2
5,0
1,5
-
6,7
9,1
12,4
-
Min
Max
Medio
4,5
2,0
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1,2
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0,8
0,2
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0,1
0,8
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5,7
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2,8
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Min
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0,2
1,0
0,4
1,1
0,4
0,7
11,8
8,4
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
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da pascoli permanenti, mentre nelle restanti 4 il foraggio viene in gran parte utilizzato
attraverso il pascolamento e la rimanente parte viene falciata ed affienata.
Riguardo agli impieghi di lavoro riferiti agli allevamenti, si è proceduto all'analisi
puntuale delle operazioni effettuate nell'ambito aziendale e si sono riferiti i dati acquisiti
all'UBA, al fine di poter istituire utili confronti su basi omogenee fra le
diverse
tipologie
di
allevamenti;
inoltre
si
è
proceduto
preliminarmente
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one puntuale delle principali operazioni relative all'allevamento che
risultano sostanzialmente riconducibili:
-
alla mungitura, effettuata nella generalità dei casi in modo tradizionale (manuale
alla posta), impiegando della manodopera specializzata ed adottando dei semplici
accorgimenti per ridurre i tempi necessari per la cattura dei capi da mungere.
-
all'alimentazione del bestiame, che viene solitamente realizzata, nei casi in cui la
razione acquisita al pascolo viene integrata con foraggi prodotti in azienda o acquistati,
distribuendo questi in mangiatoie basse ricavate artigianalmente da manufatti costruiti
per altri usi, o realizzate in ferro opportunamente tinteggiato, inoltre tale operazione,
solo in poche aziende di quelle campionate sono agevolate dal trasporto in carrelli
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alla movimentazione del bestiame per condurlo al pascolo e trasferirlo da un
appezzamento di terreno ad un altro e per radunare il gregge al momento della
mungitura; tuttavia i tempi impi
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passato, si sono notevolmente contratti, in quanto la presenza di recinzioni e di una
discreta viabilità intraziendale, nella maggior parte delle aziende consente di utilizzare
mezzi meccanici (autovetture) per direzionare il gregge al pascolo e la presenza della
recinzione fa sì che non ci sia personale a controllare il gregge, ne
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questo sconfini in appezzamenti limitrofi;
-
all'assistenza ai parti, che viene sporadicamente eseguita dallo stesso allevatore,
dato il sistema prevalente di allevamento (Estensivo con animali al pascolo e
Semiestensivi);
-
alla pulizia dell'ovile, che viene normalmente effettuata con cadenza semestrale
o annuale per recuperare la maggior quantità possibile di letame ovino.
In complesso, i dati medi registrati nelle aziende campionate risultano più elevati,
come mostra la tabella 18, nel Messinese (37,9 ore/UBA circa) rispetto all'Ennese (27,2
ore/UBA) con discrete oscillazioni tra i singoli casi campionati all'interno delle due
zone.
I fabbisogni di lavoro più elevati si osservano nelle imprese rilevate con riferimento
alla mungitura, operazione di stalla solitamente eseguita, con cadenza regolare,
dall'allevatore, che risulta solitamente sprovvisto di macchine e/o attrezzature in grado
di favorire l'effettuazione dell'operazione con un minor dispendio di lavoro umano. In
dettaglio, i fabbisogni medi di lavoro per l'esecuzione della mungitura si sono attestati
sulle 14,6 ore/UBA nel Messinese e sulle 12,4 ore/UBA nell'Ennese, il valore più basso
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campionate esegue la mungitura meccanica, riducendo notevolmente i tempi.
In entrambe le aree esaminate è diffusa la pratica della doppia mungitura giornaliera
(mattina-sera).
Anche per l'alimentazione del bestiame leggere differenze si osservano tra gli
impieghi di lavoro delle due zone con valori unitari di poco superiori nel Messinese (4,2
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Con riferimento alla movimentazione del bestiame, ulteriori differenze è possibile
cogliere tra le aziende campionate nelle due zone, con valori unitari, a livello
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7ore/UBA),
tali valori sono da attribuire al tempo impiegato per portare il gregge al pascolo, da un
59
Azienda
TAB. 18 - IMPIEGHI DI LAVORO PER PRINCIPALI TIPOLOGIE DI OPERAZIONI RELATIVE ALL'ALLEVAMENTO NELLE AZIENDE
ZOOTECNICHE CON OVI-CAPRINI NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (ore/UBA) (*)
Mungitura
Alimentazione Movimentazione Assistenza parti Pulizia stalla
Altre
Conservazione e trasf.
Totale
bestiame
bestiame
latte e conservazione
formaggi
MESSINESE
1
2
3
4
5
12,7
20,7
9,2
17,6
12,9
3,7
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4,0
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5,0
5,2
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10,7
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2,5
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26,4
38,7
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0,4
1,2
0,7
3,3
1,6
0,4
1,2
0,9
8,1
8,8
8,4
20,4
38,7
27,2
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
FIG. 7 INCIDENZA MEDIA PER PRINCIPALI TIPOLOGIE DI OPERAZIONI ESEGUITE NEGLI
ALLEVAMENTI DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVICAPRINI ESAMINATE NEL
MESSINESE
Alimentazione
bestiame
11%
Movimentazione
bestiame
15%
Assistenza parti
1%
Pulizia stalla
7%
Altre
7%
Mungitura
39%
Conservazione e
trasf. latte e
conservazione
formaggi
20%
FIG. 8 INCIDENZA MEDIA PER PRINCIPALI TIPOLOGIE DI OPERAZIONI ESEGUITE NEGLI
ALLEVAMENTI DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVICAPRINI ESAMINATE
NELL'ENNESE
Alimentazione
bestiame
6%
Movimentazione
bestiame
19%
Assistenza parti
2%
Pulizia stalla
5%
Altre
3%
Mungitura
39%
Conservazione e trasf.
latte e conservazione
formaggi
26%
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mungitura. Si è inoltre osservato, che nella quasi totalità delle aziende esaminate gli
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accuratamente recintati e dotati di risorse idriche proprie, tutto ciò consente una
riduzione dei gradi di attività in quanto non si ha la necessità di personale che sorvegli il
gregge durante le ore di pascolamento. Le figg. 7-8 riportano gli impieghi di lavoro
relativi agli allevamenti nelle due zone esaminate.
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superficie foraggera osservato nel primo ambito territoriale considerato.
5.1.3.2 Produzioni degli allevamenti
Quanto alle produzioni, risultano difficilmente determinabili con un sufficiente
grado di precisione per le singole aziende, quelle relative alle coltivazione foraggere,
riscontrandosi in molti casi turni di pascolamento irregolare che rischiano di condurre a
valutazioni erronee sul livello delle relative produzioni.
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2 t/ha di foraggio verde per il pascolo e di 4,5 t/ha per gli erbai, che solitamente
vengono effettuati durante il periodo autunno-vernino senza interventi irrigui di
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unitarie, avendo cura di separare quella della carne, determinata partendo dagli
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I dati relativi alle singole aziende campionate sono stati riportati, per la produzione
di carne nella tabella 19, per quella del latte nella tabella 20, dalle quali si desumono i
valori minimi, massimi e medi osservati nei territori esaminati.
Aziende
TAB. 19 - PRODUZIONI COMPLESSIVE DI CARNE NELLE AZIENDE
ESAMINATE CON ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI (2004-2005) (*)
Pecore n.
Capre n.
TOTALI
UBA n.
Produzione
di carne per
UBA/Kg
Messinese
1
2
3
4
5
Min
Max
Med
240
210
380
0
400
40
10
50
200
0
43,0
33,6
66,5
27,0
63,0
47,8
50,0
48,2
60,0
58,6
0,0
400,0
246,0
0,0
200,0
60,0
27,0
66,5
46,6
47,8
60,0
52,9
Ennese
6
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8
9
10
Min
Max
Med
275
240
226
100
800
0
90
40
700
0
42,8
52,2
42,3
125,7
121,5
61,3
61,0
50,1
59,9
61,9
100,0
800,0
328,2
0,0
700,0
166,0
42,3
125,7
76,9
50,1
61,9
58,8
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
Aziende
TAB. 20 - PRODUZIONI COMPLESSIVE DI LATTE NELLE AZIENDE CON
ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI (2004-2005) (*)
Pecore
n.
Capre
Kg latte/capo
n.
Kg latte/capo
Messinese
1
2
3
4
5
240
210
380
0
400
56
53
64
0
81
40
10
50
200
0
198
152
135
165
-
Min
Max
Med
0
400
246
0
81
51
60
200
60
135
198
163
Ennese
6
7
8
9
10
275
240
226
100
800
69
62
56
97
89
0
90
40
700
0
153
140
236
-
Min
Max
Med
100
800
328
56
97
75
0
700
166
140
236
176
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
Tali pr
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Con riferimento alla produzione della carne (tab. 19), i campi di oscillazione dei
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osservano le produzioni unitarie di carne più elevate. Tuttavia non si sono riscontrate
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ovi
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ne
considerata una tecnica poco redditizia se rapportata alla più lunga permanenza dei capi
in azienda con maggiori impieghi di lavoro, alimentari e di gestione in genere che non
vengono ricompensati al momento della vendita degli stessi.
Passando ad analizzare le produzioni unitarie di latte (tab. 20), si osservano, con
riferimento ai capi ovini, produzioni medie pi
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Kg75/pecora)
rispetto al Messinese (Kg 64/pecora), riguardo alle produzioni caprine la situazione non
cambia Kg 176/
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ane
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Enne
s
eeKg163/capra nel Messinese.
Tuttavia, è da sottolineare che i valori sopra decritti, sono riferiti al numero totale di
pe
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importante far rilevare che poiché nelle aree esaminate è stato riscontrato un basso
coefficiente di natalità, pari a circa il 70% ne
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Enne
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nt
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l
Messinese, ripercuotendosi sulla quantità di latte prodotto, ed interessando quindi un
numero di pecore e di capre inferiore rispetto ai capi complessivamente allevati.
5.1.4. Risultati economici delle aziende esaminate
5.1.4.1. Le Produzioni lorde vendibili (Plv)
La produzione lorda vendibile delle aziende esaminate con allevamenti ovi-caprini
risulta fondata soprattutto sulla carne, sul latte e sui suoi derivati (ricotta e formaggio),
oltre che sulle entrate relative ai contributi alla produzione (Indennità compensativa,
Reg. CEE 2092/91, aiuti diretti, ecc.), assente risulta la vendita di lana (nella maggior
parte dei casi viene buttata), letame e dei cereali prodotti a livello aziendale.
Con riferimento alle aziende campionate ed al periodo preso in esame, vengono
riportati nella tabella 21 i dati relativi alla produzione lorda vendibile ed il contributo
apportato alla stessa dalle principali componenti individuate.
Riguardo i dati medi della Plv, non si sono osservate differenze significative, infatti,
nel Messinese si registrano valori sensibilmente più alti (circa 996,92 €/
UBA)r
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s
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o
all'Ennese (945,65 €/
UBA)
.
In dettaglio, i valori medi unitari osservati per la componente latte e derivati sono
stati dell'ordine di 387,44 €/
UBAn
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eedi471,74 €/
UBAne
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oscillazioni tra i valori massimi e minimi che sono compresi tra 333,33 €/
UBAe496,00
€/
UBA ne
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a 287,
08 e 721,39 €/
UBA ne
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Enne
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componente in questione rispetto al totale, si attesta, a livello medio, per le aziende
rilevate in provincia di Messina sul 38,8 % epe
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Plv aziendale per un ammontare pari a 157,99 €/
UBAne
lMe
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eea166,60 €/
UBA
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variazione compreso tra 115,42 e 284,00 €/
UBA ne
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71e272,
78
€/
UBAp
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l15,6% nel Messinese ed al 17,9% ne
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Alla formazione della Plv aziendale concorrono anche le altre entrate che nel caso
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omunitari di cui usufruiscono le
aziende che presentano istanza e dagli aiuti diretti alla produzione.
Tra i sostegni comunitari di cui usufruiscono le aziende indagate occorre richiamare
quelli relativi:
-
alla compensazione finanziaria al reddito dei cerealicoltori ed alla aiuto
supplementare alla produzione di grano duro;
-
a
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1257/99 e 1750/99 sulle misure orizzontali per lo sviluppo rurale e con il
Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2000/2006 che ha di fatto introdotto il
66
nuovo Programma Agroambientale Regionale) per le superfici foraggere
condotte con metodo di produzione biologico;
-
Al premio per produttori di agnelli leggeri o pesanti, nonché il premio
supplementare ed aggiuntivo.
Riguardoque
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attestano rispettivamente a €/
UBA451,
48pa
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l45,
6% del totale della Plv ed a €/
UBA
307,
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l32,5% del totale, mentre i campi
di variazione tra minimo e massimo oscillano tra 356,27 e 559,84 €/
UBA ne
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l
apr
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zona e tra 122,22 e 493,30 €/
UBAn
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Enne
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.
La differenziazione tra le aziende in termini di produzione lorda vendibile risulta
ovviamente riconducibile all'effetto congiunto del livello delle produzioni unitarie e di
quello dei prezzi di vendita dei prodotti ottenuti nelle singole aziende. Se a determinare
la variabilità del livello produttivo influiscono diversi elementi, in larga misura illustrati
in precedenza, le variazioni dei prezzi unitari si registrano sia tra le diverse aree dei
territori oggetto d'indagine sia nelle diverse stagioni per effetto del gioco congiunto
della domanda e dell'offerta. In particolare modo i prezzi della carne ovi-caprina
risentono fortemente della stagionalità dei consumi, che risultano in massima parte
concentrati in brevi periodi dell'anno e soprattutto in prossimità delle festività natalizie e
pasquali, con valori unitari alla produzione oscillanti, nell'annata in esame, tra i 3,50 e
5,00 €/
Kg per gli agnelli e 4,50 e 6,50 €/
kgpe
ric
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r
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or
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per quei capi macellati in differenti periodi dell'anno.
Con riferimento al latte ovino, i prezzi spuntati dagli allevatori operanti nelle aree
esaminate per effetto della concentrazione dell'offerta in un arco temporale
complessivamente limitato (dicembre-giugno). i prezzi spuntati dagli allevatori
nell'annata considerata variano da valori minimi dell'ordine di 0,54 €/
l
i
t
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oava
l
or
i
massimi dell'ordine di 0,70 €/
l
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o,i
nrelazione ai volumi offerti dalla singola azienda,
alla consegna o meno del prodotto al caseificio, ad alcuni parametri qualitativi del
prodotto (contenuto proteico e lipidico, ecc.), nonché all'eventuale refrigerazione subita
dallo stesso dopo la mungitura.
Notevoli differenze tra le aziende campionate è stato possibile inoltre osservare con
riferimento ai prezzi di vendita dei prodotti trasformati, in relazione sia al grado di
67
Aziende
TAB. 21 - ANALISI DELLA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON
OVI-CAPRINI NELLE AREE ESAMINATE (2004-2005) (*)
Latte e\o derivati
(
€
/
UBA)
%
Altre entrate
(Premi)
ULS
(
€
/
UBA)
%
(
€
/
UBA)
Totale
%
(
€
/
UBA)
%
MESSINESE
1
2
3
4
5
Min
Max
Med
427,71
333,33
339,90
496,00
340,28
38,3
41,0
34,7
43,7
36,2
128,11
120,77
115,42
284,00
141,67
11,5
14,9
11,8
25,0
15,1
559,84
359,02
525,33
356,27
456,94
50,2
44,2
53,6
31,4
48,7
1.115,66
813,11
980,64
1.136,27
938,89
333,33
496,00
387,44
34,7
43,7
38,8
115,42
284,00
157,99
11,5
25,0
15,6
356,27
559,84
451,48
31,4
53,6
45,6
813,11
1.136,27
996,92
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
ENNESE
6
7
8
9
10
333,33
287,08
471,70
721,39
545,19
55,7
31,4
46,2
60,9
54,0
142,86
133,97
106,71
272,78
176,67
23,9
14,7
10,5
23,0
17,5
122,22
493,30
442,05
190,48
288,53
20,4
54,0
43,3
16,1
28,6
598,41
914,35
1.020,46
1.184,65
1.010,39
Min
Max
Med
287,08
721,39
471,74
31,4
60,9
49,6
106,71
272,78
166,60
10,5
23,9
17,9
122,22
493,30
307,32
16,1
54,0
32,5
598,41
1.184,65
945,65
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette. Le altre entrate sono costituite dall'insieme degli aiuti
comunitari, nazionali e regionali di cui usufruiscono le aziende che presentano istanza.
stagionatura degli stessi (tuma, semistagionato, stagionato) al momento della vendita,
che nelle pluralità dei casi avviene con vendita al piccolo dettaglio. Più precisamente, i
prezzi spuntati dagli allevatori per la ricotta fresca oscillano tra 2,00 e 3,50 €/
Kg
,
mentre per quelli relativi al prodotto stagionato (ricotta salata) si attestano mediamente
sui 3,00 €/
Kg
.Ca
mpidiva
r
i
a
z
i
onepi
ù ampi è stato possibile osservare per i prezzi alla
produzione del formaggio, in stretta relazione alla stagionatura dello stesso, con valori
minimi per la tuma dell'ordine di 3,50 €/
Kgema
s
s
i
mi di €/
Kg4,
00,pe
ri
lpe
c
or
i
no
stagionato, pari approssimativamente a 6,50 €/
Kg.
5.1.4.2. I costi di produzione
Le elaborazioni effettuate con riferimento alle dieci aziende foraggero-zootecniche
con allevamenti ovi-caprini rilevate nelle aree esaminate hanno consentito di accertare i
costi di produzione e la relativa composizione nei singoli casi.
I costi medi sostenuti dalle diverse aziende risultano analiticamente riportati nelle
tabelle 22 e 23, dalla tabella 22 emerge in modo evidente l'esistenza di poche rilevanti
differenze, riguardo i campi di variazione tra minimo e massimo, tra le due zone allo
studio e nell'ambito delle singole zone tra le diverse aziende del campione, con valori
totali compresi tra 558,61 e 1.010,00 €/
UBA ne
l Messinese e tra 588,80 e 1.056,51
€/
UBA ne
l
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Enne
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l
me
nt
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e
ne
i
,c
on va
l
or
i
rispettivamente pari a 872,83 e 835,13 €/
UBA.
Le differenze osservate tra le aziende e tra le due zone con riferimento alle singole
voci di costo risultano riconducibili ad una serie di elementi, tra i quali assumono una
certa rilevanza i seguenti:
-
le diverse tipologie di foraggio acquistate per l'alimentazione del bestiame ed i
mezzi tecnici impiegati per le coltivazioni foraggere;
-
le modalità esecutive delle operazioni relative alle coltivazioni erbacee ed
all'allevamento;
-
il ricorso più o meno ampio alle imprese di servizi;
-
la quantità e le tipologie di investimenti familiari e di scorta, solitamente presenti
nelle aziende in misura assai differenziata da caso a caso.
TAB. 22 - STRUTTURA DEL COSTO DI PRODUZIONE PER PRINCIPALI COMPONENTI NELLE AZIENDE ESAMINATE CON ALLEVAMENTI OVI-CAPRINI (EURO/UBA) (*)
A zie n d e
Materiali
Per le coltivazioni foraggere
e per la stalla
Lavori e servizi
Per l'alimentazione del
bestiame
Sementi Concimi Medicinali Mangimi
Totale
Lavori
aziendali
Foraggi
Quote ed altre attribuzioni
Servizi extraziendali
Per
Per le
l'allevamento coltivazioni
Stipendi Imposte e Interessi Beneficio
contributi
fondiario
Quote
Totale
Totale
In complesso
Investimenti Investimenti Prodotti di
fondiari
di scorta
scorta
MESSINESE
1
36,14
-
0,80
111,04
44,98
192,97
206,12
2
21,04
3
33,20
4
10,23
14,26
230,61
48,19
-
6,04
61,48
-
11,54
89,37
-
-
14,20
5
-
-
Min
-
Max
Med
259,24
-
44,63
62,01
68,47
5,33
93,88
-
134,11
219,92
9,00
34,43
263,35
295,00
27,11
9,32
331,43
52,59
-
66,79
208,93
7,00
-
21,25
82,92
-
104,17
343,00
25,00
-
0,80
52,59
-
66,79
206,12
36,14
-
18,08
-
21,25
111,04
44,98
192,97
10,77
79,48
10,06
118,39
90,36
572,90
996,47
24,59
13,19
0,19
32,52
67,33
40,94
165,02
0,96
39,23
46,43
14,37
49,18
201,38
558,61
57,66
100,39
450,63
215,93
71,87
210,27
-
45,45
916,17
87,32
92,38
220,00
727,28
1.010,00
-
368,00
87,50
91,19
-
37,56
41,86
38,03
114,58
410,72
882,89
7,00
-
215,93
24,59
13,19
-
32,52
41,86
14,37
49,18
201,38
558,61
343,00
27,11
34,43
368,00
87,50
254,59
15,67
11,60
281,86
54,62
259,24
0,96
45,45
87,32
92,38
220,00
727,28
1.010,00
147,78
0,23
39,88
60,99
54,18
114,90
472,58
872,83
ENNESE
6
-
-
2,14
64,23
-
66,37
171,00
13,27
-
184,27
73,44
22,12
-
23,94
56,85
18,96
142,86
338,16
588,80
7
12,82
-
2,01
47,53
39,07
101,44
208,85
15,67
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233,58
20,32
164,12
-
36,57
53,40
46,08
123,21
443,70
778,71
8
5,50
-
1,60
92,87
88,05
188,02
257,02
18,40
-
275,42
71,91
155,82
-
40,82
57,26
52,05
57,26
435,12
898,57
9
7,11
-
4,09
160,63
-
171,83
190,16
37,98
25,23
253,37
64,11
225,77
4,58
47,39
51,13
78,41
159,91
631,31
1.056,51
10
22,96
-
17,67
28,56
19,44
88,63
151,91
35,10
14,73
201,74
72,81
235,16
2,70
40,42
34,43
82,71
94,44
562,67
853,04
Min
-
-
1,60
28,56
-
66,37
151,91
13,27
-
184,27
20,32
22,12
-
23,94
34,43
18,96
57,26
338,16
588,80
Max
22,96
-
17,67
160,63
88,05
188,02
257,02
37,98
25,23
275,42
73,44
235,16
4,58
47,39
57,26
82,71
159,91
631,31
1.056,51
Med
9,68
-
5,50
78,76
29,31
123,26
195,79
24,08
9,80
229,68
60,52
160,60
1,46
37,83
50,62
55,64
115,54
482,19
835,13
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
TAB. 23 - COMPONENTI DEL COSTO DI PRODUZIONE NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON
OVI-CAPRINI NELLE ZONE ESAMINATE (2004-2005) (EURO/UBA) (*)
(Valori medi)
Indicazioni
Messinese
(
€/
UBA)
Ennese
(
€/
UBA)
%
%
1) Materiali
1.1 Per le coltivazioni
foraggere e per la stalla
- Sementi
- Medicinali
1.2 Per l'alimentazione
del bestiame
- Mangimi
- Foraggi
118,39
13,6
123,26
28,84
18,08
10,77
3,3
2,1
1,2
15,18
9,68
5,50
89,54
79,48
10,06
10,3
9,1
1,2
108,08
78,76
29,31
2. Lavori e servizi
2.1 Lavorei aziendali
2.2 Servizi extraziendali
- Per l'allevamento
- Per le colture foraggere
281,86
254,59
27,27
15,67
11,60
32,3
29,2
3,1
1,8
1,3
229,68
195,79
33,89
24,08
9,80
3. Quote ed altre attribuzioni
3.1 Quote
- Sugli investimenti fondiari
- Sugli investimenti di scorta
- Sui prodotti di scorta
3.2 Stipendi
3.3 Imposte e contributi
3.4 Interessi sul capitale di
scorta e di anticipazione
3.5 Beneficio fondiario
472,58
202,63
54,62
147,78
0,23
39,88
60,99
54,1
23,2
6,3
16,9
0,0
4,6
7,0
482,19
222,57
60,52
160,60
1,46
37,83
50,62
14,8
1,8
1,2
0,7
0,0
12,9
9,4
3,5
27,5
23,4
4,1
2,9
1,2
57,7
26,7
7,2
19,2
0,2
4,5
6,1
54,18
114,90
6,2
13,2
55,64
115,54
6,7
13,8
Totale generale
872,83
100,0
835,13
100,0
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
Secondo quanto già opportunamente specificato nella parte metodologica del lavoro,
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l
l
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eg
r
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t
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s
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he nel Messinese alle tre voci sono imputabili
rispettivamente il 13,6%, il 32,3% ed il 54,1% del costo medio, pari a 872,83 €/
UBA,
ne
l
l
’
Enne
s
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a
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nt
ua
l
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t
testano rispettivamente sul 14,8%, il 27,5% ed il 57,7%
del costo medio, pari a 835,13 €/
UBA(
t
a
b.23).
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l
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t
ode
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l
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del bestiame, che nel Messinese incidono per poco meno del 76% su questa categoria e
per il 10,3% s
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totale dei costi di produzioneme
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UBA
nel Messinese mentre nell
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r
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mbel
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ones
ono
molto elevati, per effetto della grande variabilità nelle scelte imprenditoriali, oltre che
alle dimensioni aziendali. I prodotti maggiormente acquistati sono caratterizzati da fave
e da mangimi commerciali composti (fave, orzo e frumento) che vengono generalmente
somministrati durante la lattazione invernale. Riguardo alle altre voci che costituiscono
la categoria materiali, queste incidono sul costo medio totale con valori percentuali assai
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ont
e
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s
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t
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l
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’
Enne
s
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a
t
t
o
registrare rispettivamente i seguenti valori: sementi 2,1% e 1,2%; medicinali 1,2% e
0,7% ed i
nf
i
nel
avoc
ef
or
a
gg
ic
o
nl
’
1,
2% e 3,5%.; mentre nulla è la voce relativa ai
concimi.
Tra i lavori e servizi, che nel complesso incidono sul costo di produzione totale con
un’
a
l
i
quot
ade
l32,
3% nel Messinese e con una percentuale del 27,5% nell
’
Enne
s
e
, si è
osservato che in entrambe le zone peso maggiore assumono i costi relativi ai lavori
aziendali e, in special modo, quelli imputabili alle operazioni di stalla che richiedono
naturalmente un impegno superiore rispetto alle operazioni colturali; dalle indagini è
e
me
r
s
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rl
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a
no un costo
mediamente pari a 254,59 €/
UBAme
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l
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’
Ennese tale valore è più contenuto 195,79
€/
UBA.Le a
t
t
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t
à di stalla si svolgono, infatti, secondo un rigido calendario
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i
t
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a
movimentazione del bestiame, distribuzione dei foraggi e pulizia dei locali, oltre che la
conservazione e la trasformazione del latte.
Per quant
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os
t
e
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is
ono
relativamente limitati e possono essere ricondotti principalmente alle operazioni
effettuate con macchine a noleggio per la raccolta dei foraggi e dei cereali. Riguardo ai
servizi relativi agli allevamenti, essi sono invece riconducibili soprattutto alle spese per
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’
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s
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s
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t
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.
Con riferimento alla categoria Quote ed altre attribuzioni che nel complesso
incidono per il 54,1% del costo di produzione totale nel Messinese e per il 57,7%
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l
l
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assumono i costi relativi agli investimenti di scorta che intercettano nel Messinese e
nell
’
Enne
s
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t
t
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va
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l16,
9% ed il 19,2% del costo totale di produzione delle
rispettive zone. I suddetti valori indicano che le aziende esaminate in entrambe le zone
presentan
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l
l
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operazioni colturali, tuttavia nelle due zone indagate i valori più bassi si sono riscontrati
in quelle aziende in cui prevalgono i pascoli permanenti.
Con riferimento alle quote sugli investimenti fondiari questi si attestano su valori
medi di €54,
62€/
UBA ne
lMe
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s
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52€/
UBA ne
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Enne
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e
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differenze tra i campi di variazione tra minimo e massimi che sono risultati
rispettivamente compresi tra 24,59 e 87,50 €/
UBAne
l
l
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32e73,
44
€/
UBAne
l
l
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t
a
b.22), mentre poco incisivi risultano i valori relativi ai prodotti
di scorta.
Per gli stipendi i valori osservati in corrispondenza delle due zone, così come era
logico attendersi in relazione alle modalità di calcolo adottate, sono risultati
sensibilmente maggiori nel Messinese r
i
s
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t
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l
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Enne
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va
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e39,88 e 37,83
€/
UBA)
.
Non sono state osservate, nelle due zone, notevoli differenze in merito agli importi
per gli interessi relativi al capitale di scorta e di anticipazione, infatti, si sono registrati
valori di 54,18 €/
UBA ne
lMe
s
s
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ne
s
eedi55,
64€/
UBA ne
l
l
’
Enne
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l
l
i
73
unitari discretamente superiori, si sono osservati per il beneficio fondiario nell
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Enne
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(115,54 €/
UBA)r
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s
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e
s
e(114,90 €/
UBA)
.
5.1.4.3. Analisi dei risultati economici delle imprese
Con riferimento ai profitti aziendali si riscontrano (tab. 24) valori unitari
mediamente superiori nel Messinese (124,09 €/
UBA)rispetto al
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e (110,52
€/
UBA)
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l
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ù elevato delle entrate osservato nella
prima zona rispetto alla seconda.
Dall'esame della stessa tabella si desume l'esistenza di una situazione fortemente
diversificata tra le aziende del campione, nel Messinese si osservano notevoli
oscillazioni tra il minimo ed il massimo che sono compresi tra 56,00 e 254,51 €/
UBA,
la stessa situazione si è riscontrata nel
l
’
Enne
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,dovesi è registrato un campo di
variazione che oscilla tra un minimo di 9,61 ed un massimo di 157,34 €/
UBA (
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imprese che conseguono profitti positivi, anche
se di entità unitaria assai variabile da caso a caso, consente di mettere in evidenza
l'esistenza di situazioni diversificate con riferimento ai livelli di efficienza delle imprese
che comunque, nella quasi totalità dei casi, riescono a remunerare a prezzi di mercato i
fattori conferiti dallo stesso allevatore al processo produttivo.
Inoltre, nelle aree esaminate, si sono registrati bassi coefficienti di natalità rispetto
ad altre aree della Sicilia; tale fenomeno è principalmente imputabile ai sistemi
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pascolo, tale risorsa alimentare manifesta una fortissima variabilità in termini di quantità
di biomassa disponibile e di composizione chimico-nutritiva e non sempre gli animali,
con la loro adattabilità, riescono a soddisfare i propri fabbisogni nutritivi. Se a questo
associamo una catti
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di nutrizione, lo stato fisiologico, risulta evidente che il quadro produttivo e riproduttivo
dei capi risulta fortemente compromesso, con conseguenti ripercussioni sulle produzioni
e sui costi di produzione.
74
TAB. 24 - VALORE DI ALCUNI PARAMETRI ECONOMICI SIGNIFICATIVI
NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON OVI-CAPRINI NELLE
AREE ESAMINATE (2004-2005) (*)
Aziende
Profitto
Produzione lorda
vendibile
(
€\
UBA)
Costo di produzione
(
€\
UBA)
Con premi
(
€\
UBA)
Senza Premi
(
€\
UBA)
MESSINESE
1
1.115,66
996,47
119,19
-440,65
2
813,11
558,61
254,51
-104,51
3
980,64
916,17
64,47
-460,85
4
1.136,27
1.010,00
126,26
-230,00
5
938,89
882,89
56,00
-400,95
Min
813,11
558,61
56,00
-460,85
Max
1.136,27
1.010,00
254,51
-104,51
Med
996,92
872,83
124,09
-327,39
ENNESE
6
598,41
588,80
9,61
-112,61
7
914,35
778,71
135,64
-357,66
8
1.020,46
898,57
121,89
-320,16
9
1.184,65
1.056,51
128,14
-62,34
10
1.010,39
853,04
157,34
-131,19
598,41
1.184,65
945,65
588,80
1.056,51
835,13
9,61
157,34
110,52
-357,66
-62,34
-196,79
Min
Max
Med
(*) Fonte: elaborazioni su dati rilevati mediante indagini dirette.
Al fine di verificare il ruolo svolto dagli aiuti alla produzione nel determinare i
risultati economici delle imprese foraggero-zootecniche con allevamenti ovi-caprini si è
provveduto al raffronto tra i valori raggiunti dai profitti in presenza ed in assenza di
premi. Rilevanti differenze emergono dall'esame della sopraccitata tabella 24 e dalle
figure 11-12 che consentono di evidenziare, una significativa contrazione dei profitti,
infatti, nelle aziende rilevate nel Messinese, questi hanno fatto registrare valori medi
abbondantemente negativi, -327,39 €/
UBA c
ont
r
o i124,09 €/
UBA r
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l
e
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inelle
indagini dirette, inoltre dalla fig. 11 è possibile osservare un campo di oscillazione dei
profitti compreso tra un minimo ed un massimo di - 460,85 e - 104,51 €/
UBA.
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l
l
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.12 si evince
che il valore medio dei profitti, anche in questo caso, si attesta su valori medi
ampiamente negativi - 196,79 €/
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mpodiva
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i
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l
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minimo di -357,66 ed un massimo di –62,34 €/
UBA.
Alla luce di quanto detto, appare evidente lo stimolo che assumono gli aiuti alla
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iovi-caprini, infatti, è grazie ad
essi che è stato possibile registrare nelle aziende esaminate, risultati che possono essere
considerati soddisfacenti per quasi tutte le aziende esaminate, contribuendo in tal modo
a favorire un processo di conservazione degli allevamenti ovi-caprini ai quali si
riconoscono anche un importante funzione di conservazione del suolo e di
mantenimento di adeguati livelli occupazionali.
FIG. 9 - ANALISI DEI PROFITTI NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE
CON ALLEVAMENTI DI OVICAPRINI NEL MESSINESE (2004/2005)
254,51
300,00
250,00
€/
UBA
200,00
124,09
150,00
56,00
100,00
50,00
0,00
Minimo
Massimo
Medio
FIG. 10 - ANALISI DEI PROFITTI NELLE AZIENDE
ZOOTECNICHE CON ALLEVAMENTI DI OVICAPRINI
NELL'ENNESE (2004/2005)
157,34
160,00
140,00
110,52
120,00
€/
UBA
100,00
80,00
60,00
40,00
9,61
20,00
0,00
Minimo
Massimo
Medio
77
FIG. 11 - ANALISI DEI PROFITTI NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON
ALLEVAMENTI DI OVICAPRINI NEL MESSINESE (Senza premi) (2004/2005)
0,00
-50,00
-100,00
-104,51
€/
UBA
-150,00
-200,00
-250,00
-300,00
-327,39
-350,00
-400,00
-450,00
-460,85
-500,00
Minimo
Massimo
Medio
FIG. 12 - ANALISI DEI PROFITTI NELLE AZIENDE ZOOTECNICHE CON
ALLEVAMENTI DI OVICAPRINI NELL'ENNESE (Senza premi) (2004/2005)
0,00
-50,00
-62,34
-100,00
€/
UBA
-150,00
-200,00
-196,79
-250,00
-300,00
-350,00
-357,66
-400,00
Minimo
Massimo
Medio
6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’
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gine tecnico-economica condotta sugli allevamenti zootecnici con ovi-caprini
in Sicilia ha consentito di delineare un quadro complessivo sia a livello territoriale che
aziendale, consentendo di pervenire ad alcune indicazioni utili per gli operatori del
comparto e per i pubblici poteri.
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allo studio, in particolare è emerso che con riferimento alle aziende ovi-caprine, nella
maggior parte dei casi si tratta di aziende di ti
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difficili nei territori collinari e montani delle aree interne. Tuttavia, in alcuni casi si è
osservato un lento ma progressivo adeguamento alle moderne tecniche di produzione,
anche grazie agli incentivi previsti da alcune azioni del P.O.R. Sicilia 2000/2006, che
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dei processi produttivi, in un contesto di riqualificazione della vita di tutti coloro che, a
qualsiasi titolo, operano in situazioni svantaggiate.
Quanto alle principali razze ovi-caprine allevate è stata registrata nel Messinese, con
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Altra importante caratteristica delle aziende esaminate si ricollega al sistema di
allevamento, in ent
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pascolo, (90% Messina; 96% Enna) mentre le tipologie Intermedio ed Intensivo, hanno
fatto registrare percentuali di scarso interesse.
Con riferimento alle aziende campionate,e
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llevamento sopra citato,
nelle due aree di indagine (Messinese ed Ennese) è stato possibile osservare, quindi, una
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con il 25% e da quello misto con il 15%.
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ulla base di quanto detto, i valori della produzione
osservati nelle aziende campionate, sono risultati sostanzialmente omogenei nelle due
zone esaminate, con campi di oscillazione compresi tra un minimo di €/
UBA813,11 ed
un massimo di 1.136,27 €/
UBA ne
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massimo di 1.184,65 €/
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UBA.Al
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del dato complessivo contribuiscono maggiormente le voci relative al latte ed i suoi
derivati e le altre entrate (Reg. CE 1257/99, Aiuti diretti, ecc..) rispetto alla carne.
Con riferimento ai costi di produzione delle aziende con allevamenti ovi-caprini, i
valori aziendali oscillano tra 558,61 e 1.010,00 €/
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32,3% e 27,5%) e dei materiali.
Dalla differenza tra ricavi e costi totali è stato possibile il profitto delle imprese.
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delle aziende zootecniche con allevamenti ovi-caprini, sono state simulate le medesime
analisi in assenza dei sostegni alla produzione.
I valori relativi ai profitti, hanno evidenziato risultati costantemente positivi,
mettendo tuttavia, in evidenza situazioni fortemente diversificate in termini di efficienza
e razionale gestione delle imprese, con valori, nel Messinese, compresi tra un minimo di
56,00 ed un massimo di 254,51 €/
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UBA 124,09, mentre
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La positività accertata in merito ai profitti, come precedentemente accennato, deve
essere inquadrata in ordine agli aiuti comunitari ed alla produzione che si rilevano
determinanti. Infatti, le analisi simulate in assenza degli aiuti, conducono a valori dei
profitti ampiamente negativi. In particolare i valori medi (simulati) sono risultati
rispettivamente di -327,39 €/
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prevedere un accurato piano alimentare che tenga conto delle diverse fasi produttive dei
capi (asciutta, gravidanza, lattazione, riproduzione), prevedere adeguati piani sanitari di
profilassi, selezione, sistemi di sincronizzazione degli estri, diagnosi precoce di
gravidanza, interventi mirati che riescono a migliorare la produttività delle greggi e
nello stesso tempo a contenere i costi di produzione. Inoltre, è importante adeguarsi
anche
alle
rigide
normative
igienico-sanitarie
sulla
caseificazione
e
commercializzazione dei prodotti latterio-caseari (D.P.R n. 54/97 del 14/01/1997 che
recepisce le direttive CEE n. 92/46 e n. 92/47).
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descritta il decennio precedente (Bracco, et al, 1995). Si rileva infatti, che in questi
ultimi anni a fronte di incrementi, seppure limitati, dei fattori di produzione variabili, i
prezzi di vendita delle produzioni realizzate (latte, ecc..) sono sostanzialmente rimaste
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sempre meno nella possibilità di un rilancio del comparto. A tale proposito risulta
necessario un rinnovamento del capitale genetico animale indispensabile per
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Inoltre alla pari di altre produzioni agro-alimentari risultano necessari interventi di
tipo strutturale nelle aziende ovi-caprine, oltre che adeguate strategie di marketing che
valorizzino le produzioni (fresche e trasformate), uniche strade percorribili per ottenere
un rilancio del comparto e per acquisire posizioni competitive sui mercati nazionali ed
internazionali.
81
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