Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell - EU-OSHA

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Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell - EU-OSHA
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contesto di tutela della sicurezza e della salute
dei lavoratori, come previsto dal trattato e dai
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Lo stato della sicurezza
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della salute sul lavoro.
nell’Unione europea — Studio pilota
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economiche utili nel campo della sicurezza e
Progetto di relazione di sintesi
Agenzia europea per
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informazioni tecniche, scientifiche ed
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Stati membri e agli ambienti interessati, le
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propone di fornire agli organi comunitari, agli
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sicurezza sul luogo di lavoro, l'Agenzia si
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programmi d'azione relativi alla salute ed alla
h t t p : / / o s h a . e u . i n t
particolare dell'ambiente di lavoro, in un
TE-29-00-133-IT-C
Al fine di promuovere il miglioramento in
Gran Vía 33. E-48009 Bilbao
Tel: (34) 944 79 43 60
Fax: (34) 944 79 43 83
E-mail: [email protected]
ISBN 92-95007-08-5
EUR
UFFICIO DELLE PUBBLICAZIONI UFFICIALI
DELLE COMUNITÀ EUROPEE
L-2985 Luxembourg
9 789295 007086 >
IT
Agenzia europea per
la sicurezza e la salute
sul lavoro
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
INDIRIZZI INTERNET PER LE RELAZIONI NAZIONALI
A u s t r i a : http://at.osha.eu.int/statistics/statosh_.doc
B e l g i o : http://be.osha.eu.int/systems/fr/index.stm
D a n i m a r c a : http://dk.osha.eu.int/statistics/index_en.stm
F i n l a n d i a : http://fi.osha.eu.int/publications/indexen.stm
F r a n c i a : http://fr.osha.eu.int/statistics/
G e r m a n i a : http://de.osha.eu.int/statistics/osh_.de.zip
G r e c i a : http://www.osh.gr/fp/statistics/oshstat.pdf
P a e s i B a s s i : http://nl.osha.eu.int/statistics/
I r l a n d a : http://ie.osha.eu.int/statistics/irereport.pdf
I t a l i a : http://it.osha.eu.int/statistics/
L u s s e m b u r g o : http://www.itm.etat.lu/State_of_OSH/OSHLux.Doc
P o r t o g a l l o : http://pt.osha.eu.int/statistics/inqueen.stm
S p a g n a : http://es.osha.eu.int/statistics/#nacional
S u e z i a : http://se.osha.eu.int/statistics/
R e g n o U n i t o : http://uk.osha.eu.int/statistics/
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Lo stato della sicurezza
e della salute sul lavoro
nell’Unione europea – Studio pilota
Progetto di relazione di sintesi
Agenzia europea per
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Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet via il server Europa (http://europa.eu.int).
Una scheda bibliografica figura alla fine del volume.
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2001
ISBN 92-95007-08-5
© Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, 2001
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Printed in Belgium
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PREMESSA
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FINAL DRAFT ISSUE
VERSION: AUGUST 2000
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PREMESSA
L’articolo 2 del regolamento del Consiglio che istituisce un’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro fissa
l’obiettivo di promuovere il miglioramento dell’ambiente di lavoro fornendo agli organi comunitari, agli Stati membri e agli
ambienti interessati le informazioni tecniche, scientifiche ed economiche utili nel campo della sicurezza e della salute sul
lavoro. Per raggiungere lo scopo indicato all’articolo 2, l’Agenzia europea svolge progetti informativi al fine di raccogliere e
divulgare negli Stati membri i dati esistenti in materia.
Il progetto informativo dell’Agenzia «Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) nell’Unione europea (UE) —
Studio pilota» rappresenta un primo passo verso lo sviluppo di un sistema di monitoraggio della sicurezza e della salute
nell’Unione europea. Esso vuole fornire ai responsabili delle decisioni politiche in ciascuno Stato membro nonché a livello
europeo una panoramica sull’attuale situazione in ambito di salute e sicurezza nell’Unione europea e aiutare così a
individuare le sfide comuni e le aree che richiedono azioni preventive prioritarie.
La presente relazione di sintesi offre in forma sintetica i risultati principali e le informazioni contenute nella relazione
principale «Lo stato della SSL nell’UE — Studio pilota». Si rivolge a un vasto pubblico, ovvero tanto a chi si occupa di
stabilire/revisionare le politiche in materia di SSL a livello nazionale ed europeo quanto a chi porta avanti ricerche, studi e
indagini sul campo. Il lettore potrà trovare indicazioni sulle fonti dei dati e sulla metodologia utilizzata nello studio pilota.
Verranno inoltre presentati i principali risultati sullo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’UE. Nel capitolo 4
saranno illustrate le prime conclusioni tratte nel corso di suddetto studio, come ad esempio la carenza di informazioni su
determinate categorie di rischi. Maggiori dettagli emergeranno con il feedback del «Progetto di valutazione» preparato
dall’Agenzia.
Tutti i documenti connessi (la relazione principale, gli allegati, il manuale per la raccolta dei dati e tutte le relazioni nazionali
fornite dagli Stati membri) sono a disposizione sul CD-ROM fornito in allegato.
L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ringrazia i punti focali, il gruppo tematico per il monitoraggio della
SSL, il gruppo di esperti che ha aiutato l’Agenzia nella preparazione del manuale per la raccolta dei dati per tutto il lavoro
compiuto e tutte le altre persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto informativo.
Un particolare ringraziamento va alla Fondazione per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e ad Eurostat per
la gentile collaborazione e per i dati a livello europeo forniti per il presente progetto.
Bilbao, ottobre 2000
AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO
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SOMMARIO
RELAZIONE DI SINTESI
PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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1 INTRODUZIONE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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2 FONTI DEI DATI E METODOLOGIA USATI NELLO STUDIO PILOTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.1 Manuale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.2 Fonti dei dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.3 Processo di consolidamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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3 RISULTATI PRINCIPALI SULLO STATO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE SUL LAVORO NELL’UNIONE
EUROPEA — STUDIO PILOTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.1 Punti fondamentali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.2 La necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.3 Categorie a rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.4 Rischi chimici/biologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.5 Rischi emergenti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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4 PRIME CONCLUSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.1 Carenza di informazioni: situazione dati europei/nazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.2 Mancanza di informazioni su particolari categorie a rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3 Punti di forza e punti deboli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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5 QUADRO EUROPEO DEGLI INDICATORI DI ESPOSIZIONE/ESITI SSL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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CD-ROM
■ Relazione principale e appendici
■ Relazione di sintesi in tutte le lingue
■ Relazioni nazionali di tutti gli Stati membri
■ Manuale utilizzato dai punti focali per la raccolta dei dati
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INTRODUZIONE
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Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
INTRODUZIONE
Per contribuire alla creazione di un sistema di monitoraggio della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea,
l’Agenzia ha deciso di realizzare un progetto di valutazione a largo raggio sullo stato della sicurezza e della salute sul lavoro
(SSL) in tutti gli Stati membri dell’Unione. Ciò ha consentito di:
■
preparare una relazione nazionale sullo stato della SSL in ognuno degli Stati membri;
■
preparare una relazione globale sullo stato della SSL nell’UE sulla base delle quindici relazioni nazionali.
È stato subito chiaro sin dall’inizio che la mole di lavoro era considerevole e che occorreva un grande sforzo per raggiungere
gli obiettivi fissati. Giunto a compimento, lo studio pilota offre il quadro attuale dello stato della SSL nell’Unione europea.
Quando il quadro generale dell’intera Unione verrà presentato, sarà anche possibile valutare l’eventuale necessità di
aggiornamenti più o meno regolari delle informazioni in materia di SSL nell’Unione europea partendo dalle lezioni apprese.
La presente relazione è strutturata nei seguenti cinque capitoli:
■
nel capitolo 1 si descrive brevemente l’intero studio pilota;
■
nel capitolo 2 si discutono le fonti dei dati e la metodologia utilizzata;
■
nel capitolo 3 si illustrano i principali risultati emersi dallo studio pilota, tra cui: punti fondamentali, bisogno di sviluppare
ulteriori azioni preventive, settori, categorie professionali e generi a rischio e altre categorie di rischi, pericoli di origine
chimica/biologica e rischi emergenti;
■
nel capitolo 4 si discutono le prime conclusioni dello studio pilota;
■
nel capitolo 5 si offre un quadro europeo degli indicatori di esposizione/esiti SSL.
La relazione di sintesi offre una visione generale dello studio pilota completo, come è illustrato più sotto.
15 relazioni nazionali
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia,
Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia,
Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo,
Regno Unito, Spagna, Svezia
Lo stato della salute e della
sicurezza sul luogo di lavore
nell’Unione europea —
Studio pilota»
Relazione principale + appendici
Relazioni di sintesi
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CD-ROM
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F O N T I D E I D AT I E M E T O D O L O G I A
U S AT I N E L L O S T U D I O P I L O TA
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Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
F O N T I D E I D AT I E M E T O D O L O G I A U S AT I N E L L O S T U D I O P I L O TA
Al centro dello studio pilota è stato posto il manuale, ovvero la base da cui è partito ogni punto focale per valutare lo stato
della SSL a livello nazionale. Le relazioni nazionali sono state poi raggruppate per fornire un quadro della situazione attuale
nell’intera Unione. Per seguire il manuale è stato necessario combinare diverse fonti di dati, sia nazionali che europee, come
la seconda Indagine europea sulle condizioni di lavoro (ESWC) condotta dalla Fondazione europea per il miglioramento delle
condizioni di vita e di lavoro e le Statistiche europee degli infortuni sul lavoro (ESAW) dell’Eurostat, l’Istituto statistico
europeo.
Il manuale e le fonti di dati usati saranno analizzati nei prossimi due paragrafi.
2.1.
MANUALE
Gli Stati membri, assieme alla Commissione europea, a Eurostat e alla Fondazione europea per il miglioramento delle
condizioni di vita e di lavoro, hanno nominato un gruppo di esperti che affiancasse l’Agenzia europea nella creazione di un
manuale per la raccolta dei dati sullo stato della sicurezza e della salute sul lavoro negli Stati membri. È stata scelta una serie
di indicatori specifici considerati più idonei a descrivere la situazione dei rischi sul lavoro, il contesto lavorativo, gli esiti e la
capacità di prevenzione negli Stati membri ed è stata inserita nel manuale, così da offrire un quadro completo degli ambienti
di lavoro negli Stati membri. Gli indicatori di esposizione/esiti SSL inclusi nel manuale comprendevano quanto segue:
■
esposizione a rischi fisici: rumore, vibrazioni, alte temperature, basse temperature;
■
esposizione a rischi derivanti da posture e movimenti: sollevamento/spostamento di carichi pesanti, movimenti ripetitivi,
posture lavorative faticose;
■
esposizione a rischi chimici: manipolazione di sostanze chimiche, sostanze cancerogene, sostanze neurotossiche, rischi
sulla riproduzione;
■
esposizione a fattori biologici;
■
condizioni psicosociali di lavoro: tempi di lavoro frenetici, ritmo di lavoro imposto dalla domanda, ritmo di lavoro imposto
dalle macchine, violenza fisica, angherie e soprusi, molestie sessuali, lavoro monotono;
■
esiti per la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL): infortuni sul lavoro con assenza superiore a tre giorni, infortuni mortali,
disturbi muscolo-scheletrici indotti dall’attività lavorativa, stress, assenza dal lavoro per malattia e malattie professionali.
Oltre agli indicatori di esposizione specifici indicati sopra, è stato preparato anche un elenco di domande relative al contesto
di lavoro:
■
telelavoro (una stima del numero di persone impegnate in forme di telelavoro e particolarità sul piano della sicurezza e
della salute sul lavoro);
■
preoccupazioni per le condizioni di lavoro delle persone con contratti a tempo determinato, con contratti stipulati con agenzie
di lavoro interinale, con contratto di apprendistato o qualsiasi altro programma di formazione e forma di lavoro autonomo;
■
uso di dispositivi di protezione individuale;
■
attività di informazione sui rischi esistenti sul lavoro;
■
formazione pratica fornita dal datore di lavoro.
Nel manuale è stato chiesto ad ogni punto focale di descrivere la capacità di prevenzione dei rispettivi sistemi nazionali di
salute e sicurezza sul lavoro, indicando a grandi linee la struttura organizzativa, il numero di ispettori del lavoro, la
percentuale dei lavoratori coperti dai servizi di prevenzione per SSL e il numero di lavoratori che ricevono annualmente una
formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Dopo aver ricevuto il manuale, i punti focali sono stati liberi di decidere il metodo di raccolta dei dati da utilizzare, una scelta
presa dopo che i punti focali stessi si sono resi conto delle profonde differenze che esistono a livello nazionale nei metodi e
nelle procedure di raccolta e di elaborazione dei dati.
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In taluni casi, è stato nominato un comitato di esperti che integrasse il manuale, mentre in altri casi il singolo punto focale
ha completato il manuale dopo aver individuato dati interessanti e/o aver consultato esperti nei vari settori.
Il manuale è riprodotto sul CD-ROM qui allegato.
2.2.
F O N T I D E I D AT I
La raccolta dei dati si è basata su dati già esistenti disponibili a livello europeo e/o nazionale. Gli Stati membri hanno inoltre
ricevuto allegati creati su misura contenenti i dati europei in materia, messi a disposizione dalla Fondazione europea per il
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e da Eurostat.
Processo nazionale di elaborazione dei dati sulla SSL
In quasi tutti i casi, i dati sono stati raccolti dalle reti nazionali, spesso coordinate da gruppi nominati dal governo, a loro
volta coadiuvati da esperti di vari ambiti e da membri di altre organizzazioni. Sono state utilizzate fonti di informazioni come
indagini nazionali, relazioni statistiche nazionali e pareri di esperti appartenenti a organizzazioni di reti nazionali.
Laddove non erano disponibili informazioni, sono stati preparati dei questionari da rivolgere agli esperti dell’ambito della sicurezza
e della salute sul lavoro in cui mancavano tali informazioni. Gli esperti scelti appartenevano ad enti operanti nel campo della salute
e della sicurezza. Le informazioni sono state fornite da un ampio numero di organizzazioni, tra cui le parti sociali, le commissioni
sulle indennità per infortunio sul lavoro, i fondi assicurativi dei dipendenti e le organizzazioni mediche.
Oltre ai dati nazionali sono state utilizzate anche informazioni da due fonti a livello europeo, che verranno analizzate qui di
seguito.
Seconda indagine europea sulle condizioni di lavoro (ESWC)
Tra la fine del 1995 e l’inizio del 1996 la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro ha
realizzato la seconda ESWC, selezionando un campione rappresentativo della popolazione attiva complessiva, ovvero di tutte
le persone che, in quel momento, erano occupate, come dipendenti o come lavoratori autonomi.
Sono stati presi in esame soggetti di età pari e superiore a 15 anni. Sono stati assolutamente esclusi i pensionati, i disoccupati
e le casalinghe. Per quanto riguarda i cittadini di paesi extraeuropei, sono stati inseriti solo coloro in grado di rispondere al
questionario nella/e lingua/e del paese in cui lavorano.
Le interviste sono state svolte in tutti gli Stati membri dell’Unione europea, presso il domicilio degli intervistati.
L’obiettivo era di 1 000 casi per ogni paese (500 in Lussemburgo, 2 000 in Germania, di cui 1 000 dall’ex Germania orientale
e 1 000 dall’ex Germania occidentale).
Occorre chiarire che sia la metodologia sia i confronti tra i dati presentano delle limitazioni di cui il lettore deve essere al
corrente. Tali limitazioni sono analizzate dettagliatamente nella relazione «Seconda indagine europea sulle condizioni di
lavoro» (pubblicata dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro nel 1997) e
comprendono: le diverse strutture industriali tra i vari paesi, le differenze giuridiche e culturali, la diversa distribuzione della
forza lavoro tra i vari settori e le varie categorie professionali e infine le dimensioni del campione selezionato.
S t a t i s t i c h e e u r o p e e d e g l i i n f o r t u n i s u l l a v o r o ( E u r o p e a n S t a t i s t i c s o n A c c i d e n t s a t Wo r k — E S AW )
Il progetto ESAW eseguito da Eurostat in stretta collaborazione con gli Stati membri dell’Unione europea mira a raccogliere
dati sugli infortuni sul lavoro comparabili nell’intera Unione, allo scopo di creare un database.
I dati ESAW comprendono tutti i casi di infortuni sul lavoro che comportano un’assenza superiore a tre giorni di calendario.
Per infortunio sul lavoro si intende un «avvenimento ben distinto verificatosi nel corso dell’attività lavorativa che comporta
danni di tipo mentale o fisico». Ciò comprende anche casi di avvelenamento acuto e atti volontari compiuti da altri, mentre
esclude lesioni autoinflitte deliberatamente o incidenti durante il tragitto dal proprio domicilio al luogo di lavoro (incidenti
13
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
dei pendolari). «Durante l’attività lavorativa» significa mentre si è occupati in un’attività professionale o comunque mentre
si sta svolgendo il proprio lavoro. Sono quindi compresi i casi di incidenti stradali durante il lavoro.
Per infortunio mortale si intende un infortunio che provoca la morte del soggetto entro un anno dal giorno dell’infortunio stesso.
La maggior parte degli Stati membri inseriscono nelle rispettive statistiche nazionali i casi di infortuni mortali sul lavoro.
A seconda della procedura di segnalazione negli Stati membri (sistemi basati sull’assicurazione e non) il numero di infortuni
sul lavoro segnalati non sono gli stessi per tutti. In linea generale, nei sistemi basati sull’assicurazione il tasso di infortuni
denunciati è molto alto (circa il 100 %). Nei sistemi non basati sull’assicurazione invece gli infortuni denunciati sono molto
meno, di media il 30-50 % per tutti i vari settori dell’economia messi assieme. I dati provenienti dalle due fonti (i sistemi
basati sull’assicurazione e quelli non basati sull’assicurazione), corretti a seconda del tasso di denuncia, non sono
perfettamente comparabili.
2.3.
PROCESSO DI CONSOLIDAMENTO
In questo paragrafo verrà presentato un esempio della metodologia di consolidamento usata per le «categorie professionali
considerate più a rischio» per l’esposizione al rumore sul luogo di lavoro.
Le categorie professionali contenute nelle relazioni nazionali sono state inserite nel modello a foglio elettronico presentato
qui sotto. Questo servirà ad avere un’idea della serie completa di categorie professionali che i punti focali hanno segnalato
come più a rischio per l’esposizione al rumore sul luogo di lavoro.
Ad ogni punto focale è stato chiesto di segnalare le cinque categorie professionali considerate più a rischio. Potevano essere
segnalate al massimo 75 categorie professionali (5 x 15) e un numero così alto di risposte rendeva i grafici difficilmente
leggibili. Per questo motivo è stato inserito un valore di esclusione per scegliere le categorie professionali da includere nel
Categorie
professionali
(ISCO)
Totale
01
1
*
61
1
*
80
1
84
1
*
85
1
*
91
1
92
2
73
5
*
74
5
*
83
5
71
6
93
9
81
10
*
72
12
*
*
82
14
*
*
UK
FI
D
IRL
E
DK
B
EL
Punto focale
A
SV
I
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F
NL
P
*
*
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*
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grafico e quelle da includere in una tabella inserita in un’appendice. La scelta del valore di esclusione è stata lasciata alla
discrezione degli esperti della SSL che hanno analizzato i dati.
I dati contenuti nel foglio di lavoro di cui sopra sono stati inseriti nel grafico presentato qui sotto, dal quale emerge
chiaramente uno scarto naturale a cinque risposte. In questo caso, sono state inserite nel grafico le categorie professionali
con cinque o più risposte, mentre le altre sono state inserite in una tabella in appendice.
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Applicati i criteri di esclusione ai dati
contenuti nel foglio elettronico, nelle
relazioni nazionali sono state
presentate soltanto le categorie
professionali con cinque o più
risposte, come mostrato qui sotto.
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Categorie professionali segnalate come più a rischio per l’esposizione al rumore
Line di
esclusione
Categorie professionali
A g e n z i a
82
72
81
93
71
83
74
73
92
91
85
84
80
61
01
Grafico
nella relazione
Line di
esclusione
Dati
in appendice
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Numero di risposte
Categorie professionali segnalate como più a rischio
per l’espesizione al rumore
82
72
Categorie professionali
In una situazione ideale, sarebbe stato possibile
utilizzare il grafico sviluppato per presentare i risultati
di tutte le categorie a rischio (settore, categoria
professionale, genere, età, dimensioni dell’azienda e
posizione lavorativa). Però, dato che per molte
domande non erano disponibili dati nazionali, è
sembrato inutile presentare tutti i risultati sotto forma
di grafici. Si è scelto di utilizzare i grafici per le
categorie segnalate da otto o più punti focali. Un
esempio viene presentato più sotto per la categoria
«età». Le categorie inserite nei grafici sono state quindi
«dimensioni dell’azienda», «genere», «età» e
«posizione lavorativa», poiché i dati forniti dai punti
focali non permettevano di presentare un quadro
europeo esaustivo.
81
93
71
83
74
73
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Numero di risposte
Numero di risposte
Linea di esclusione
8
4
4
Non sono stati inclusi
i grafici nei casi in cui
8 del 15 punti focali
non hanno
risposto
1
<25
25-54
>55
Altra
risposta
Spettro delle età
15
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Per ogni indicatore di esposizione/esito SSL è stato presentato nella relazione principale il seguente livello di informazioni:
■
sintesi dei risultati principali;
■
un quadro europeo: si tratta di un quadro europeo basato sui dati emersi dalla seconda indagine della Fondazione
europea di Dublino (dati ESWC) o dai dati provenienti dalle statistiche europee degli infortuni sul lavoro di Eurostat;
■
raffronto tra dati europei e dati nazionali: nei casi in cui i punti focali erano in grado di fornire dati nazionali sugli indicatori
di esposizione, è stato loro chiesto di raffrontare tali dati con i dati ESWC per poter evidenziare e commentare eventuali
differenze;
■
settori e categorie professionali a rischio: vengono forniti e discussi i settori e le categorie professionali segnalati più spesso
dai punti focali perché più a rischio per un determinato indicatore di esposizione;
■
dati su altre categorie a rischio (dimensioni dell’azienda, genere, età e posizione lavorativa): sono presentati i risultati ogni
volta che i dati forniti dai punti focali consentono di ottenere un quadro europeo per queste categorie a rischio;
■
tendenza: i punti focali hanno specificato se negli ultimi 3-5 anni il numero di lavoratori esposti a un particolare indicatore
o vittime di un esito SSL è diminuito, è rimasto stabile o è aumentato, con commenti sulle tendenze osservate;
■
valutazione: qui sono contenute le informazioni consolidate contenute nelle relazioni nazionali riguardo alla necessità di
sviluppare ulteriori azioni preventive e sono forniti particolari su tali azioni.
16
e u r o p e a
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M
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N
I
T
O
R
I
N
G
A g e n z i a
3.
R I S U LTAT I P R I N C I PA L I S U L L O S TAT O
DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA
S U L L U O G O D I L AV O R O
N E L L’ U N I O N E E U R O P E A —
S T U D I O P I L O TA
e
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l a v o r o
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
R I S U LTAT I P R I N C I PA L I S U L L O S TAT O D E L L A S A L U T E E D E L L A S I C U R E Z Z A S U L
L U O G O D I L AV O R O N E L L’ U N I O N E E U R O P E A — S T U D I O P I L O TA
Il presente capitolo contiene la sintesi dei principali risultati sullo stato della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione europea.
Il paragrafo 3.1 offre un’analisi dei «punti fondamentali» emersi dallo studio pilota e rappresenta in sostanza un quadro generale
delle informazioni acquisite. La sintesi dei risultati analitici per ognuno degli indicatori di esposizione/esiti SSL presi in esame nello
studio pilota verrà inoltre illustrata nel capitolo 5 intitolato «Indicatori di esposizione/esiti SSL: la situazione europea».
Nel paragrafo 3.2 verranno discussi i casi per cui le relazioni nazionali hanno indicato la necessità di sviluppare ulteriori azioni
preventive per combattere particolari indicatori di esposizione/esiti SSL.
Nel paragrafo 3.3 verrà presentato il quadro generale dell’Unione europea, in particolare rispetto ai settori e alle categorie
professionali esposti a rischi sul luogo di lavoro. I risultati relativi ai rischi chimici e biologici sono presentati nel paragrafo 3.4.
Nel paragrafo 3.5 si affronterà il tema dei rischi emergenti e delle possibili conseguenze sull’ambiente di lavoro.
3.1.
P U N T I F O N D A M E N TA L I
Esposizioni nell’ambiente di lavoro
Esposizioni ai rischi fisici/chimici
Indicatori
di esposizione
fisica/chimica
Quadro
europeo
lavoratori
esposti (1)
Numero di punti
focali che
segnalano la
necessità di
sviluppare ulteriori
azioni preventive
Rumore
28%
7
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in Operatori di macchinari e operai addetti
al montaggio
metallo, escluse macchine e impianti;
Preparazione e concia del cuoio;
fabbricazione di articoli da viaggio, borse,
articoli da correggiaio, selleria e calzature
Vibrazioni
24%
9
Costruzioni
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali
e dei trasporti; artigiani e operai
metalmeccanicied assimilati; conduttori
di veicoli, di macchinari mobili e di
sollevamento
Alte temperature
20%
6
Produzione di metalli e loro leghe
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali
e dei trasporti
Basse temperature
23%
7
Industrie alimentari e delle bevande;
costruzioni
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali
e dei trasporti; artigiani e operai
metalmeccanicied assimilati
14%
8
Fabbricazione di prodotti chimici e di
fibre sintetiche e artificiali
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali e
dei trasporti; operatori idi mpianti fissi
Manipolazione
di sostanze chimiche
Settori maggiormente
segnalati (2)
Categorie professionali
maggiormente
segnalate (3)
(1) Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
(2) È indicato soltanto il settore con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più settori presentano lo stesso numero di
segnalazioni, vengono tutti menzionati.
(3) È indicata soltanto la categoria professionale con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più categorie professionali
presentano lo stesso numero di segnalazioni, vengono tutte menzionate.
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L’esposizione alle vibrazioni, con i conseguenti effetti nocivi sulla salute, è stata la categoria di rischio fisico più spesso
indicata e per la quale nove punti focali hanno sollecitato lo sviluppo di ulteriori azioni preventive al fine di minimizzare il
pericolo. Con uno scarto minimo seguiva la «manipolazione di sostanze chimiche», settore per il quale nella relazione
nazionale otto punti focali hanno dichiarato la necessità di intraprendere ulteriori azioni preventive.
Poiché gli indicatori di esposizione (rumore, vibrazioni, alte temperature, basse temperature e manipolazione di sostanze
chimiche) sono i rischi più frequenti nei vari ambienti di lavoro, nessun settore particolare è risultato più pericoloso degli altri.
Tuttavia, per quanto riguarda le categorie professionali, gli «personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle
attività industriali e dei trasporti» si sono rivelati essere esposti più spesso ai rischi derivanti dalle vibrazioni, dalle alte
temperature, dalle basse temperature e dalla manipolazione di sostanze chimiche. «Operatori di macchinari e operai addetti
al montaggio» sono invece risultati essere quelli più esposti al rumore.
Esposizione ai rischi derivanti da posture e movimenti
Quadro
europeo
lavoratori
esposti (4)
Numero di punti
focali che
segnalano la
necessità di
sviluppare ulteriori
azioni preventive
Movimenti ripetitivi
57%
7
Industrie alimentari e delle bevande
Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio
Posture lavorative faticose
45%
6
Costruzioni
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei trasporti
Sollevamento/spostamento
carichi pesanti
Costruzioni
34%
9
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei trasporti
Esposizione
a rischi derivanti
da posture
e movimenti
Settori maggiormente
segnalati (5)
Categorie professionali
maggiormente
segnalate (6)
I rischi connessi alle attività di sollevamento/spostamento di carichi pesanti sono stati i più segnalati tra i rischi derivanti da
posture e movimenti e nove punti focali hanno segnalato la necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive per minimizzare
il pericolo. Al secondo posto sono stati registrati i «movimenti ripetitivi», con sette punti focali che nelle rispettive relazioni
nazionali hanno raccomandato il ricorso ad ulteriori azioni preventive.
Il settore «costruzioni» è risultato quello più a rischio per le «posture lavorative faticose» e per «sollevamento/spostamento
di carichi pesanti» ed entrambi possono essere influenzati da fattori ergonomici all’interno del luogo di lavoro. «Industrie
alimentari e delle bevande» è il settore più a rischio per i «movimenti ripetitivi».
La categoria professionale «personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei trasporti»
è risultata essere quella maggiormente a rischio per «posture lavorative faticose» e per «sollevamento/spostamento di
carichi pesanti», mentre i «movimenti ripetitivi» sembrano essere il rischio principale della categoria «operatori di macchinari
e operai addetti al montaggio».
(4) Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
(5) È indicato soltanto il settore con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più settori presentano lo stesso numero di
segnalazioni, vengono tutti menzionati.
(6) È indicata soltanto la categoria professionale con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più categorie professionali
presentano lo stesso numero di segnalazioni, vengono tutte menzionate.
19
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Condizioni psicosociali di lavoro
Quadro
europeo
lavoratori
esposti (7)
Numero di punti
focali che
segnalano la
necessità di
sviluppare ulteriori
azioni preventive
Ritmo di lavoro imposto
dalla domanda
67%
3
Tempi frenetici di lavoro
54%
Lavoro monotono
Condizioni
psicosociali
di lavoro
Settori maggiormente
segnalati (8)
Categorie professionali
maggiormente
segnalate (9)
Alberghi e ristoranti
Impiegati in contatto diretto con il pubblico
6
Alberghi e ristoranti
Amministratori, dirigenti e direttori di società controllanti; impiegati in contatto
diretto con il pubblico
45%
6
Preparazione e concia del cuoio; fabbri- Operatori di macchinari e operai addetti
cazione di articoli da viaggio, borse, arti- al montaggio; personale non qualificato
relativo alle vendite ed ai servizi
coli da correggiaio, selleria e calzature;
industrie tessili; industrie alimentari e delle bevande
Ritmo di lavoro imposto
dalle macchine
22%
4
Angherie e soprusi
8%
Violenza fisica
Molestie sessuali
Industrie tessili
Operatori di macchinari e operai addetti
al montaggio
7
Sanità e altri servizi sociali
Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi; operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza; impiegati in contatto diretto con il pubblico
4%
7
Sanità e altri servizi sociali
Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza; professioni intermedie
nellescienze della vita e della salute
2%
2
Alberghi e ristoranti; sanità e altri servizi
sociali
Operatori nei servizi personali e nella
protezione e sicurezza
Come dimostra la tabella sopra riportata, per nessuna delle condizioni psicosociali indicate è stata segnalata dalla maggior
parte dei punti focali la necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive, anche se «angherie e soprusi « e «violenza fisica»
sono state indicate in sette relazioni nazionali come questioni che richiedono un intervento. Tuttavia, dal quadro europeo
(dati emersi dalla seconda indagine della Fondazione europea di Dublino) risulta che in entrambi i casi il numero di lavoratori
esposti è limitato.
Per quanto riguarda i sette indicatori di esposizione relativi alle condizioni psicosociali di lavoro, nessuna categoria è risultata
più a rischio delle altre. Il settore «alberghi e ristoranti» è stato indicato più spesso per la particolare incidenza di «ritmo di
lavoro imposto dalla domanda», «tempi frenetici di lavoro» e «molestie sessuali». Il settore «sanità e altri servizi sociali» si
è rivelato quello più con il più alto rischio di «angherie e soprusi», «violenza fisica» e «molestie sessuali».
Poiché le condizioni di lavoro psicosociali riguardano tutti gli ambienti di lavoro, nessuna categoria professionale è risultata
più esposta delle altre. In realtà, due categorie sono state indicate più di tre volte, gli «impiegati in contatto diretto con il
pubblico », esposti ai rischi derivanti dal ritmo di lavoro imposto dalla domanda, dai tempi frenetici di lavoro e da angherie
e soprusi, e gli «operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza», più esposti ad angherie e soprusi, violenza
fisica e molestie sessuali.
(7) Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
(8) È indicato soltanto il settore con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più settori presentano lo stesso numero di
segnalazioni, vengono tutti menzionati.
(9) È indicato soltanto il settore con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più settori presentano lo stesso numero di
segnalazioni, vengono tutti menzionati.
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Esiti SSL
Esiti SSL
Infortuni sul lavoro
con assenza
superiore a tre giorni
Numero di
infortuni
Quadro
europeo
lavoratori
esposti (10)
Numero di punti
focali che
segnalano la
necessità di
sviluppare ulteriori
azioni preventive
Operatori di macchinari e operai addetti
al montaggio
Costruzioni
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali e
dei trasporti; conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento; artigiani e
operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia
Costruzioni
Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati; Personale non qualificato delle
miniere, delle costruzioni, delle attività
industriali e dei trasporti
Costruzioni
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali
e dei trasporti
10
Sanità e altri servizi sociali; istruzione
Specialisti nelle scienze della vita e della
salute
5
Sanità e altri servizi sociali; pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria
Personale non qualificato delle miniere,
delle costruzioni, delle attività industriali
e dei trasporti
7
5 549 nel 1996
(dati Eurostat)
6
Mancano
dati europei
7
Disturbi
muscolo-scheletrici
30%
8
Stress
28%
Assenza dal lavoro
per malattia
25%
Malattie
professionali
Categorie professionali
maggiormente
segnalate (12)
Costruzioni
4 757 611 nel 1996
(dati Eurostat)
Infortuni mortali
Settori maggiormente
segnalati (11)
Gli esiti SSL sono il risultato finale dell’esposizione a particolari rischi professionali. Dalla tabella sopra riportata risulta che i
dieci punti focali sono tutti concordi sulla necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive per combattere lo «stress». Lo
stress è infatti stato segnalato più spesso come la categoria che richiede ulteriori azioni di prevenzione. Va tenuto presente
che lo stress non è che una conseguenza (un effetto) e che quindi qualsiasi azione preventiva deve essere rivolta alla causa
scatenante. La causa scatenante può essere costituita da uno, o da una combinazione, degli indicatori di esposizione discussi
più sopra o di altri rischi professionali.
I disturbi muscolo-scheletrici si sono rivelati il secondo esito SSL in ordine di frequenza, con otto punti focali che hanno
indicato la necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive.
Per quanto attiene i settori più colpiti, quello delle «costruzioni» è stato segnalato nelle relazioni nazionali per il maggior
numero di «infortuni sul lavoro con assenza superiore a tre giorni», «infortuni mortali», «malattie professionali» e «disturbi
muscolo-scheletrici». Il settore «sanità e altri servizi sociali» si è rivelato particolarmente esposto a rischi quali «stress» e
«assenza dal lavoro per malattia».
Gli « Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei trasporti » sono risultati quelli
più esposti agli esiti SSL. Nelle relazioni presentate dei punti focali, tale categoria è risultata particolarmente a rischio per
«infortuni mortali», «malattie professionali», «disturbi muscolo-scheletrici» e «assenza dal lavoro per malattia».
Te n d e n z e n e l n u m e r o d i l a v o r a t o r i e s p o s t i
Dallo studio condotto è emersa la tendenza all’aumento del numero di lavoratori esposti per quanto riguarda gli indicatori
di esposizione «tempi frenetici di lavoro» e «stress».
Necessità di ulteriori azioni preventive
I principali indicatori di esposizione/esiti SSL per i quali i punti focali hanno indicato la necessità di sviluppare ulteriori azioni
preventive per combattere il rischio sono riassunti nella tabella qui sotto. La tabella completa è riprodotta nel paragrafo 3.2.
(10) Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
(11) È indicato soltanto il settore con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più settori presentano lo stesso numero di
segnalazioni, vengono tutti menzionati.
(12) È indicato soltanto il settore con il maggior numero di risposte. Nei casi in cui due o più settori presentano lo stesso numero di
segnalazioni, vengono tutti menzionati.
21
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione/esito
SSL
Numero di punti
focali che segnalano
la necessità di sviluppare
ulteriori azioni preventive
Stress
10
Vibrazioni
9
Sollevamento/spostamento di carichi pesanti
9
Manipolazione sostanze chimiche
8
Disturbi muscolo-scheletrici
8
Lo stress è risultato l’indicatore citato più spesso dagli Stati membri per l’esigenza di ulteriori azioni preventive (10 Stati
membri). Esso rappresenta il rischio più grave nei seguenti settori: «sanità e altri servizi sociali», «istruzione», «trasporti
terrestri; trasporti mediante condotte», «pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria» e
«agricoltura, caccia e relativi servizi».
Settori a rischio più spesso segnalati
Nella tabella qui sotto viene fornita una sintesi dei settori a rischio più spesso segnalati per ognuno degli indicatori di
esposizione/esiti SSL presi in esame nello studio pilota. La tabella completa è riprodotta al paragrafo 3.3.
Descrizione settore
Costruzioni
Numero complessivo
di segnalazioni
112
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse
macchine e impianti di macchinari ed attrezzature
63
Agricoltura, caccia e relativi servizi
62
Sanità e altri servizi sociali
57
Industrie alimentari e delle bevande
52
Dal punto di vista dei rischi chimici/biologici, il settore «sanità e altri servizi sociali» è stato indicato da quattordici punti focali
come particolarmente esposto al rischio di infezione da epatite B/C.
Categorie professionali a rischio più spesso segnalate
Nella tabella qui sotto viene fornita una sintesi delle categorie indicate più spesso a rischio per ognuno degli indicatori di
esposizione/esiti SSL presi in esame nello studio pilota. La tabella completa è riprodotta al paragrafo 3.3.
Descrizione categoria professionale
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni,
delle attività industriali e dei trasporti
Numero complessivo
di segnalazioni
123
Artigiani e operai metalmeccanici ed assimilati
80
Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia
76
Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio
73
Operatori di impianti fissi
40
Fattori di genere
I lavoratori maschi sono risultati quelli più esposti al rumore, alle vibrazioni, alle alte e alle basse temperature. Sempre il
genere maschile è quello più a rischio di infortuni sul lavoro con assenza superiore a tre giorni, di infortuni mortali e di
malattie professionali.
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Le donne sono risultate quelle più spesso vittime di molestie sessuali. Inoltre, dalla relazioni nazionali dei punti focali è
emerso che le donne sono spesso costrette ad affrontare lavori monotoni, violenza fisica e movimenti ripetitivi.
Altre categorie a rischio
I lavoratori autonomi, quelli interinali e quelli con contratti a tempo determinato sono stati spesso indicati dagli Stati membri
come categorie più a rischio, perché godono di minori vantaggi rispetto agli altri, in particolare per quanto riguarda il ricorso
a formazione e informazioni in materia di salute e sicurezza.
Te l e l a v o r o
Il numero di «telelavoratori» negli Stati membri oscilla tra lo 0,6 e il 9 % della popolazione attiva. I problemi relativi a salute
e sicurezza sul luogo di lavoro indicati sono l’isolamento sociale, l’orario di lavoro eccessivo, l’ergonomia del posto di lavoro
e la difficoltà di fornire prove e di attribuire le responsabilità in caso di infortunio a casa. È stata dimostrata l’esistenza di un
rischio potenziale di lesioni indotte da stress fisici ripetuti (RSI, repetitive strain injuries).
Rischi emergenti
Di seguito sono presentati i temi associati ai rischi emergenti indicati da ogni punto focale. Nel paragrafo 3.5 questi temi
verranno poi approfonditi e si discuteranno le possibili conseguenze.
Temi
Trasformazione dell’organizzazione del lavoro
Lavoratori giovani
Stress
Movimentazione manuale
Uso di nuove sostanze chimiche
Necessità di ricerca per il settore «sanità e altri servizi sociali»
Lavoratori anziani
Violenza
Stress fisici ripetuti
È stato espresso un notevole interesse attorno ai temi connessi alla trasformazione della vita lavorativa, associati ad una
costante preoccupazione per i fattori di rischio psicosociali, ergonomici e chimici.
3.2.
L A N E C E S S I T À D I S V I L U P PA R E U LT E R I O R I A Z I O N I
PREVENTIVE
Per ognuno degli indicatori di esposizione e degli esiti SSL elencati nel manuale è stato chiesto ai punti focali di valutare lo
stato attuale in rapporto agli effetti su salute e sicurezza e l’adeguatezza delle misure attuali. Nella tabella di seguito
riportata sono presentati uno per uno gli indicatori di esposizione e gli esiti SSL, con il numero di punti focali che hanno
segnalato la necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive.
23
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di
esposizione/esito SSL
Numero di punti focali che segnalano la necessità
di sviluppare ulteriori azioni preventive
Esposizioni fisiche
Vibrazioni
9
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo,
Spagna e Regno Unito
Rumore
7
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito
Basse temperature
7
Austria, Belgio, Finlandia, Italia, Portogallo, Spagna e Svezia
Alte temperature
6
Belgio, Finlandia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna
9
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Italia, Portogallo, Spagna,
Svezia e Regno Unito
Rischi da posture e movimenti
Sollevamento/spostamento di carichi pesanti
Movimenti ripetitivi
7
Austria, Belgio, Finlandia, Italia, Portogallo, Spagna e Svezia
Posture lavorative faticose
6
Austria, Belgio, Finlandia, Italia, Spagna e Svezia
Manipolazione sostanze chimiche
Regno Unito
8
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e
Sostanze cancerogene
6
Belgio, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Svezia
Fattori biologici infettivi
6
Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito
Rischi sulla riproduzione
5
Belgio, Finlandia, Irlanda, Portogallo e Spagna
Fattori biologici non infettivi
5
Finlandia, Francia, Irlanda, Portogallo e Spagna
Sostanze neurotossiche
4
Finlandia, Irlanda, Portogallo e Spagna
Violenza fisica
7
Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Irlanda, Spagna e Svezia
Angherie e soprusi
7
Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Irlanda, Spagna e Svezia
Tempi di lavoro frenetici
6
Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Italia e Spagna
Lavoro monotono
6
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Spagna e Svezia
Ritmo di lavoro imposto
dalle macchine
4
Belgio, Danimarca, Italia e Spagna
Ritmo di lavoro imposto
dalla domanda
3
Danimarca, Spagna e Svezia
Molestie sessuali
2
Danimarca e Spagna
6
Belgio, Finlandia, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna
Stress
Spagna, Svezia e Regno Unito
10
Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo,
Disturbi muscolo-scheletrici
Spagna e Svezia
8
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo,
Infortuni sul lavoro con assenza
superiore a tre giorni
7
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna
Malattie professionali
7
Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna
Infortuni mortali
6
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna
Assenza dal lavoro per malattia
5
Belgio, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Spagna
Esposizioni chimiche
Condizioni psicosociali di lavoro
Contesto di lavoro
Dispositivi di protezione individuale
Esiti SSL
La tabella appena presentata mostra una distribuzione piuttosto equa della necessità di ulteriori azioni preventive tra i vari
indicatori di esposizione/esiti SSL. È stata segnalata la necessità di intervenire anche per i rischi professionali tradizionali,
rappresentati nel gruppo delle esposizioni fisiche, in particolare per l’esposizione alle vibrazioni. Tuttavia, all’interno dei vari
gruppi di rischio/esiti SSL, l’urgenza di misure preventive varia da Stato membro a Stato membro.
Nel gruppo di rischi derivanti da esposizione a posture/movimenti, il fattore sollevamento/spostamento carichi pesanti,
spesso in combinazione con la movimentazione manuale, è stato segnalato da nove Stati membri come fattore che richiede
lo sviluppo di ulteriori azioni preventive.
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Nel gruppo relativo alle condizioni psicosociali di lavoro, i rischi più diffusi e per i quali è stato sollecitato un intervento sono
«violenza fisica» e «angherie e soprusi», seguiti a ruota da «tempi di lavoro frenetici» e «lavoro monotono».
Tra tutti gli indicatori di esposizione/esiti SSL lo «stress» è stato segnalato da dieci Stati membri, che hanno sottolineato la
necessità di un maggiore controllo dell’ambiente di lavoro.
3.3.
C AT E G O R I E A R I S C H I O
Settori e categorie professionali
Nelle due tabelle riportate qui di seguito sono presentati i settori e le categorie professionali registrate più di frequente per
ogni indicatore di esposizione e ogni esito SSL.
Codice
settore
Descrizione
del settore
Numero totale
di
segnalazioni
45
Costruzioni
112
28
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti
63
01
Agricoltura, caccia e ralativi servizi
62
85
Sanità e altri servizi sociali
57
15
Industrie alimentari e delle bevande
52
27
Produzione di metalli e loro leghe
34
60
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte
33
55
Alberghi e ristoranti
27
17
Industrie tessili
25
20
Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi I mobili; fabbricazione
di articoli di paglia e materiali da intreccio
23
75
Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
20
93
Altre attività dei servizi
15
80
Istruzione
15
24
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
14
14
Altre industrie estrattive
13
02
Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi
12
05
Pesca, piscicoltura e servizi connessi
11
18
Confezione di articoli di vestiario; prepazione e tintura di pellicce
11
52
Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli); riparazione
di beni personali e per la casa
11
26
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
8
21
Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta
7
25
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Numero totale
di
segnalazioni
Codice
settore
Descrizione
del settore
19
Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, articoli
da correggiaio, selleria e calzature
7
64
Poste e telecomunicazioni
6
65
Intermediazione monetaria e finanziaria (escluse le assicurazioni e fondi pensione)
5
50
Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; vendita al
dettagliodi carburante per autotrazione
4
90
Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili
3
40
Produzione di energia elettrica, di gas, di vapore e di acqua calda
3
34
Fabbricazione autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
3
30
Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratiori e sistemi informatici
3
22
Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati
3
25
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
3
16
Industria del tabacco
3
51
Commercio all’ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi
2
«Costruzioni» è risultato il settore segnalato più spesso (112 volte) come il più a rischio in relazione ai seguenti nove
indicatori di esposizione/esiti SSL:
■ vibrazioni, basse temperature, sollevamento/spostamento di carichi pesanti, posture lavorative faticose, uso di dispositivi
di protezione individuale;
■ infortuni con assenza superiore a tre giorni, infortuni mortali, malattie professionali, disturbi muscolo-scheletrici.
Il gruppo successivo dei settori maggiormente segnalati (63-52 volte) comprende «fabbricazione e lavorazione dei prodotti
in metallo, escluse macchine e impianti», «agricoltura, caccia e relativi servizi», «sanità e altri servizi sociali» e «industrie
alimentari e delle bevande».
Codice
categoria
professionale
26
Descrizione
categoria professionale
Numero
complementare
di segnalazioni
93
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle actività
123
72
Artigiani e operai metalmeccanici e assimilati
80
71
Artigiani ed operai dell'industria estrattiva e dell'edilizia
76
82
Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio
73
81
Operatori di impianti fissi
40
83
Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento
39
91
Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi
36
42
Impiegati in contatto diretto con il pubblico
35
92
Personale non qualificato dell'agricolture, della pesca ed assimilati
33
74
Altri artigiani e operai specializzati
29
51
Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza
25
22
Specialisti nelle scienze della vita e della salute
20
32
Professioni intermedie nelle scienze della vita e della salute
19
61
Agricoltori e lavoratori specializzati nel settore della agricoltura e della pesca
17
52
Commercianti, dimostratori e indossatori
13
12
Amministratori, dirigenti e direttori di società controllanti d'azienda
10
23
Docenti
10
73
Artigiani ed operai della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico,
dell'arte grafica ed assimilati
7
13
Amministratori, dirigenti e direttori di società controllate
4
41
Impiegati di ufficio
3
A g e n z i a
e u r o p e a
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l a v o r o
Il «personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei trasporti» è risultato la categoria
professionale più spesso citata (123 volte) come più a rischio per i seguenti dieci dei venti indicatori di esposizione/esiti SSL:
■ vibrazioni, basse temperature, alte temperature, sollevamento/spostamento di carichi pesanti, manipolazione di sostanze
chimiche, posture lavorative faticose;
■ infortuni mortali, assenza dal lavoro per malattia, malattie professionali, disturbi muscolo-scheletrici.
Le tre successive categorie professionali sono: «artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati», «artigiani ed operai
dell’industria estrattiva e dell’edilizia» e «operai di macchinari e operai addetti al montaggio» (segnalati rispettivamente 80,
76 e 73 volte).
Tra le varie professioni dei servizi pubblici e privati segnalate dalle 19 alle 36 volte si trovano le professioni collegate alla
vendita, al servizio clienti e a sanità e servizi sociali.
Altre categorie a rischio — Dimensioni delle aziende, genere, età e posizione lavorativa
Data la mancanza di informazioni a livello nazionale, si sono registrate poche risposte relative alle categorie a rischio
dimensioni dell’azienda, genere, età e posizione lavorativa ed è stato pertanto impossibile individuare quali tra queste
categorie sono considerate più a rischio (cfr. paragrafo 4.2). Per questa ragione, ad eccezione della categoria di rischio
«genere», sono qui riportati soltanto commenti frequenti espressi dai punti focali nelle rispettive relazioni nazionali.
Genere
I dati raccolti dalle relazioni nazionali indicano chiaramente che i lavoratori di genere maschile sono considerati più esposti
a rumore, vibrazioni, alte e basse temperature. Sempre gli uomini sono più a rischio di infortuni sul lavoro con un’assenza
superiore a tre giorni, di infortuni mortali e di malattie professionali. In linea generale, le donne sono più spesso esposte a
movimenti ripetitivi e a molestie sessuali.
Nella tabella seguente sono indicati i punti focali che hanno specificato il genere più esposto per ognuno degli indicatori di
esposizione/degli esiti SSL.
Indicatore di
esposizione/esito SSL
Numero di punti focali che
specificano il genere a rischio
Uomini
Donne
Rumore
11
0
Vibrazioni
11
0
Alte temperature
10
0
Basse temperature
8
0
Sollevamento/spostamento
di carichi pesanti
5
3
Movimenti ripetitivi
1
7
Molestie sessuali
0
8
Infortuni con assenza superiore
a tre giorni
13
0
Infortuni mortali
12
0
Malattie professionali
9
1
Risultati relativi alle altre categorie a rischio sulla base dei commenti frequenti espressi dai punti focali
Dimensioni dell’azienda
Secondo i punti focali, le aziende più piccole sono più spesso esposte ai vari rischi data la mancanza di risorse (tempo, competenze
e risorse finanziarie) per comprendere i rischi specifici del luogo di lavoro e le migliori pratiche attuali per ridurre il rischio.
Età
I lavoratori giovani sono stati descritti come i più esposti a situazioni pericolose sul luogo di lavoro per una serie di ragioni.
I giovani, infatti, sono più disposti a correre dei rischi e, per via dell’età, sono potenzialmente più a rischio per la scarsa
esperienza e conoscenza dell’ambiente di lavoro. C’è poi a volte la voglia di fare colpo sui colleghi, fattore che può
contribuire a scatenare un incidente.
I lavoratori giovani possono inoltre avere una scarsa percezione del rischio poiché molte lesioni legate all’attività lavorativa
si manifestano molto tempo dopo l’inizio dell’esposizione (si pensi al rumore, alla movimentazione manuale o all’esposizione
a sostanze pericolose). Il rischio può essere quindi sottovalutato con una conseguente scarsa attenzione alle misure di
controllo. Può essere questa la spiegazione del perché alcuni lavoratori giovani si rifiutano di utilizzare dispositivi di
protezione individuale.
27
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Posizione lavorativa
I lavoratori autonomi, quelli interinali e quelli con contratti a tempo determinato sono stati spesso segnalati dai punti focali
come più a rischio perché hanno a disposizione risorse limitate, in particolare per quanto riguarda l’accesso a informazioni e
formazione in materia di salute e sicurezza. Non è però chiaro come questi gruppi siano organizzati sul piano della salute e
sicurezza e quali siano le responsabilità di gestione. Al momento è impossibile stabilire in che modo tali gruppi ricevono
adeguate informazioni in materia di salute e sicurezza o con quali meccanismi si può garantire loro l’accesso. Resta pertanto
un importante aspetto da chiarire in che modo tali gruppi ricevono informazioni e formazione in materia di salute e sicurezza.
3.4.
RISCHI CHIMICI/BIOLOGICI
La tabella seguente riassume il numero complessivo di risposte fornite dai punti focali alla richiesta di indicare per ogni
categoria di esposizione fino a cinque sostanze/fattori chimici e biologici altamente pericolosi per la popolazione attiva degli
Stati membri.
Come mostra la tabella sopra riportata, l’asbesto è stato segnalato più spesso dai punti focali come fonte principale di
sostanze cancerogene nell’ambiente di lavoro.
Tra le sostanze neurotossiche, non c’è stata una sostanza segnalata più spesso: quelle risultate più pericolose sono i solventi
organici, i fosfati organici/pesticidi e il piombo e composti.
Il piombo e i relativi composti sono stati segnalati come i rischi più gravi per la riproduzione.
Tra i rischi chimici e biologici indicati, il virus dell’epatite B/C è stato il più frequentemente segnalato (in ben 14 delle 15
relazioni nazionali). Non è stato segnalato nessun pericolo biologico non infettivo in particolare (quelli segnalati, come ad
esempio le endotossine, sono stati citati in soltanto quattro relazioni nazionali).
Categoria
di esposizione
I più segnalati
Numeri
di risposte
Sostanze
cancerogene
•
•
•
•
Asbesto
Composti del cromo (VI)
Silice cristallina
Benzene
13
9
8
8
Sostanze
neurotossiche
•
•
•
•
Solventi organici
Fosfati organici/pesticidi
Piombo e composti
Toluene/xilene, solventi aromatici/clorurati
8
7
7
4
Rischi sulla
riproduzione
• Piombo e composti
• Mercurio e composti
• Acrilammide, metossietanolo, etossietanolo, ossido di etilene,
solventi organici, alotano
11
3
2
Fattori biologici
infettivi
•
•
•
•
•
Virus dell’epatite B/C
Tubercolosi
HIV
Leptospirosi
Borrelia burgdorferi
14
11
6
5
4
Fattori biologici
non infettivi
•
•
•
•
•
Endotossine
Muffe
Actinomiceti termofili
Polvere organica
Epitelio animale
4
4
3
2
2
28
A g e n z i a
e u r o p e a
3.5.
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
RISCHI EMERGENTI
Trattando dei rischi emergenti, i punti focali hanno indicato i seguenti temi connessi:
Numero di segnalazioni
Temi
da parte dei punti focali
Trasformazione dell’organizzazione del lavoro
8
Gruppi a rischio particolarmente esposti: lavoratori giovani
8
Stress
8
Movimentazione manuale
8
Uso di nuove sostanze chimiche con scarsa conoscenza dei rischi associati
7
Necessità di ricerca nel settore «sanità e servizi sociali»
6
Gruppi a rischio particolarmente esposti: lavoratori anziani
6
Violenza
6
Stress fisici ripetuti
6
La tabella sopra riportata mostra che esiste un forte interesse per l’impatto dei cambiamenti nella vita lavorativa e una
costante preoccupazione per i rischi psicosociali, ergonomici e chimici.
Tema
Implicazioni
Trasformazione Organizzazione
del lavoro
La trasformazione dell’organizzazione del lavoro si è dimostrata essere fonte di forte
preoccupazione: l’organizzazione e la struttura del lavoro sono cambiate in modo
significativo. Ciò comprende cambiamenti per adattarsi ai sistemi o all’ordine con cui
determinate attività vengono svolte, oppure cambiamenti per l’organizzazione della
struttura direttiva/aziendale, tutte trasformazioni queste che possono comportare un
aumento dei rischi per i lavoratori.
Gruppi
a rischio particolarmente esposti
Vengono definite lavoratori giovani le persone al di sotto dei diciotto anni di età
Sono considerati un gruppo «a rischio» per la scarsa familiarità che inevitabilmente
hanno con i pericoli presenti sul luogo di lavoro. Spesso non hanno l’esperienza (che
invece molti adulti hanno) per affrontare i rischi presenti nel luogo di lavoro. E anche
la percezione dei rischi può talvolta essere diversa da quella degli adulti.
Aspetti psicosociali
Lo stress si è rivelato essere fonte di forte preoccupazione. Lo stress nasce spesso dal
timore che sia impossibile portare a termine il compito assegnato nel tempo a
disposizione o dall’impressione che esso sia al di là delle proprie capacità. Lo stress
può essere anche scatenato da condizioni ambientali come rumore, temperatura,
umidità e luce eccessivi o insufficienti o dalla mancanza di tempo da dedicare al relax.
Un’altra causa può essere l’ansia di non riuscire a rispettare impegni presi al di fuori
dell’ambito lavorativo. Lo stress può quindi comportare risultati scarsi sul lavoro e un
aumento degli errori commessi, che a loro volta comportano un aumento della
probabilità di infortuni.
Ergonomia
La movimentazione manuale si è rivelata essere fonte di forte preoccupazione.
Lo spostamento di carichi pesanti o di oggetti di difficile presa rappresenta un grave
rischio per i lavoratori e ovunque possibile dovrebbe essere automatizzato. In
alternativa è necessario modificare le prassi di lavoro in modo da ridurre la necessità
di spostare o maneggiare pesi, ad esempio con un migliore assetto dell’ambiente di
lavoro. Spostare e maneggiare pesi rappresenta spesso un rischio in primo luogo per
la schiena (ad esempio, scaricare un camion a mano quando è possibile utilizzare un
carrello elevatore a forca).
29
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Tema
Implicazioni
Fattori di rischio chimici
Le nuove sostanze chimiche, come pesticidi o disinfettanti freddi per uso medico,
presentano talvolta dati ancora insufficienti sugli effetti fisiologici per garantirne un
utilizzo sicuro. Il datore di lavoro molto probabilmente non ha familiarità con il
prodotto e questo fa aumentare il rischio di usare la sostanza chimica senza le
adeguate misure di sicurezza o la consapevolezza dei rischi connessi.
Ricerca di settore
Sanità e servizi sociali sono stati segnalati come un settore in cui occorre approfondire
la ricerca. Le preoccupazioni principali in quest’ambito di lavoro sono il lavoro
solitario, i lavoratori interinali e la movimentazione manuale.
Gruppi a rischio
particolarmente esposti
I lavoratori anziani sono stati anch’essi segnalati come un gruppo a rischio
particolarmente esposto. Spesso soffrono di problemi muscolari dovuti all’età e
questo riduce la loro capacità di sollevare o spostare oggetti. Inoltre, possono essere
estremamente sensibili a temperature estreme e avere riflessi più lenti.
Aspetti psicosociali
Per violenza si intendono sia le angherie sul luogo di lavoro che la minaccia di violenza
per chi lavora in zone ad alto rischio, ad esempio la violenza sulle squadre di pronto
soccorso in un ospedale pubblico da parte delle vittime di incidenti, o sugli insegnanti
da parte degli studenti, oppure la violenza da parte di sconosciuti sul personale di un
cantiere in una zona ad alta criminalità.
Ergonomia
Gli stress fisici ripetuti rappresentano una forte preoccupazione.
Si verificano lesioni da stress fisici ripetuti quando si ripete troppo spesso e per lunghi
periodi di tempo un determinato movimento con certe parti del corpo. Tra le attività
a rischio, la dattilografia, tutte le attività connesse all’uso del computer e il passaggio
degli articoli allo scanner per gli operatori delle casse nei punti vendita.
Dalle relazioni nazionali emerge un interesse particolare per quattro ambiti fondamentali: la «trasformazione
dell’organizzazione del lavoro», «aspetti psicosociali», «ergonomia» e «fattori di rischio chimici». Dal numero di punti focali
che hanno segnalato per tali ambiti la necessità di ulteriori azioni preventive si può capire la serietà di tali questioni. Lo stress
è stato segnalato molto spesso tra i temi di carattere psicosociale, come conferma il fatto che dieci punti focali hanno
sollecitato ulteriori azioni preventive in quest’ambito.
Anche l’ergonomia, che comprende movimentazione manuale, sollevamento/spostamento, stress fisici ripetuti ecc., è stata
tra gli ambiti più segnalati per la necessità di intraprendere azioni preventive.
Anche nell’ambito della manipolazione e dell’uso di nuove sostanze chimiche otto punti focali hanno indicato la necessità
di introdurre ulteriori azioni preventive per controllare il rischio sul luogo di lavoro.
A proposito dei rischi emergenti per gruppi a rischio particolarmente esposti, i più vulnerabili ai rischi professionali si sono
rivelati i lavoratori giovani e quelli più anziani, ovvero quelli ai due estremi della vita attiva.
30
e u r o p e a
p e r
l a
s i c u r e z z a
M
O
N
I
T
O
R
I
N
G
A g e n z i a
4.
PRIME CONCLUSIONI
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
PRIME CONCLUSIONI
Già durante l’elaborazione de «Lo stato della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione europea — Studio
pilota» è stato possibile trarre delle prime conclusioni, che verranno analizzate in questo capitolo. Al paragrafo 4.1 si
analizzeranno le difficoltà incontrate al momento di confrontare i dati nazionali e quelli europei e si evidenzieranno le lacune
che tali dati presentano. Nel paragrafo 4.2 si approfondirà il tema della carenza di dati per particolari categorie a rischio
(dimensioni dell’azienda, genere, età e posizione lavorativa). Infine, nel paragrafo 4.3 si discuteranno alcuni dei principali
punti di forza e di debolezza dello studio pilota.
È indubbio che lo studio pilota ha permesso di individuare diverse aree fondamentali da cui partire in futuro per decidere i
miglioramenti da apportare nell’intero processo. Già in questa fase di relazione dello studio pilota sono state tratte alcune
prime conclusioni. Maggiori dettagli emergeranno dal feedback contenuto nel progetto «valutazione» dell’Agenzia.
Durante lo svolgimento dello studio pilota sono emerse profonde differenze nei sistemi di SSL tra i quindici Stati membri.
Questo fa capire ancora meglio quanto sia stato difficile confrontare i dati raccolti dai vari sistemi e usarli per trarre un
quadro europeo esaustivo sullo stato della SSL.
Il tentativo di consolidamento ha dimostrato che occorre preparare domande con definizioni più precise, che siano più
facilmente comprensibili e evitino qualsiasi ambiguità, così da rendere il processo di consolidamento più facile e più preciso.
Per la realizzazione del manuale e il successivo uso e per l’analisi dello stesso, le conclusioni a cui si è giunti sinora sono state
raggruppate su tre livelli: livello europeo, livello nazionale e livello dell’Agenzia europea.
Per quanto riguarda il livello europeo, è stato spesso dichiarato che nella seconda indagine europea sulle condizioni di lavoro
sono state usate domande leggermente diverse da quelle usate nelle indagini nazionali. Se le domande sono diverse, non
soltanto è più difficile poi confrontare le risposte, ma risulta compromessa la validità stessa del confronto. La possibilità di
realizzare per le future indagini europee sulle condizioni di lavoro questionari con domande standard/uniformate utilizzabili
anche a livello nazionale potrebbe essere un aspetto da discutere per un’eventuale futura strategia di programmazione.
Per quanto riguarda il livello nazionale, per categorie a rischio, settori e categorie professionali i punti focali hanno fornito
una risposta basata su una serie di fonti di dati (dati nazionali, indagini statistiche, dati pubblicati) o sul parere di esperti.
Tuttavia, esclusi i settori e le categorie professionali, i dati disponibili per le altre categorie a rischio erano limitati, soprattutto
per quanto riguarda la posizione lavorativa, l’età e le dimensioni dell’azienda. Senza questi dati, non era possibile fornire un
quadro europeo o dimostrare la fondatezza di alcuni dei punti di discussione proposti.
Per realizzare una relazione consolidata statisticamente valida occorre che tutti gli Stati membri utilizzino un programma di
raccolta dei dati identico o quasi, con questionari analoghi a livello nazionale, al fine di garantire una migliore comprensione
delle domande.
Per alcune delle questioni storiche legate alla salute e sicurezza sul luogo di lavoro, come il rumore e l’amianto, le
informazioni a disposizione erano molte. In linea generale in queste aree è stato riscontrato un buon livello di protezione,
raggiunto attraverso l’attuazione di misure di controllo quali legislazione e campagne di monitoraggio/indagine e di
sensibilizzazione/informazione. Per le altre categorie di esposizione, come stress, ritmo di lavoro imposto dalla domanda e
ritmo di lavoro imposto dalle macchine, i dati disponibili erano scarsi.
Al livello di Agenzia europea, si è riconosciuta la necessità di realizzare un manuale con domande chiare e non aperte a varie
interpretazioni. Per gli studi futuri, alle domande inserite nel manuale potrebbe essere aggiunto un testo integrativo o scale
graduate per guidare gli intervistati ed evitare eventuali ambiguità. Ad esempio, nel manuale usato in questo studio, come
è stato interpretato il concetto di «rischio» da parte degli Stati membri? È stato valutato come tale sulla base di effettivi dati
storici (lesioni/decessi/malattie) o perché un ampio numero di soggetti è esposto a un pericolo particolare?
Occorre inoltre stabilire se, pur avendo tutti i dati a disposizione, i risultati ottenuti per ogni singola categoria sarebbero utili
ed interessanti (ad esempio, le dimensioni dell’azienda). Se si decide di includere tale categoria in future indagini di
monitoraggio della SSL sarà allora necessario stabilire il significato di dimensioni. Ad esempio, una grande impresa con 500
dipendenti potrebbe in realtà essere formata da 10 segmenti più piccoli con 50 dipendenti che lavorano separatamente. In
questo caso si tratta di una piccola o di una grande azienda?
Potrebbe essere utile quindi approfondire la correlazione tra le varie categorie a rischio per arrivare a una definizione più
chiara delle categorie stesse, soprattutto per distinguere tra esito e causa scatenante.
Le informazioni raccolte nelle relazioni nazionali permettono di comprendere quanto è accaduto: si tratta cioè di una misura
reattiva. Attualmente non sono descritte le questioni proattive, come il grado in cui è stata attuata la legislazione europea
in materia e fino a che punto è stata efficace. In un sistema completo di gestione della salute e sicurezza, sia gli elementi
reattivi che quelli proattivi sono indicatori essenziali per valutare l’efficacia degli interventi.
Qualora lo studio pilota venisse ripetuto, occorrerà chiarire alcuni aspetti di parte delle questioni discusse, in particolare per
quanto riguarda le risposte alla domanda sulla valutazione utilizzata nello studio pilota. Nei casi in cui un punto focale ha
segnalato la necessità di sviluppare ulteriori azioni preventive non era comunque chiaro fino a che punto. Le azioni
preventive vanno dall’introduzione di nuova legislazione a campagne di sensibilizzazione, indagini, ispezioni sul campo,
pubblicazione di informazioni come orientamenti o codici di condotta o ancora opuscoli informativi. Inoltre, tali azioni
preventive possono essere concentrate su un solo settore industriale e sui processi ad esso associati oppure possono essere
rivolte ad un pubblico più ampio, che comprenda diversi settori e processi. In qualunque caso, il manuale dovrebbe riflettere
la necessità di ottenere tali informazioni.
32
A g e n z i a
e u r o p e a
4.1.
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
C A R E N Z A D I I N F O R M A Z I O N I : S I T U A Z I O N E D AT I
EUROPEI/NAZIONALI
La mancanza di dati disponibili e i problemi che i punti focali hanno incontrato nel confrontare dati nazionali e dati UE
appaiono evidenti guardando la tabella qui sotto, dove per ogni indicatore di esposizione e ogni esito SSL viene indicato il
numero di punti focali in grado di effettuare un confronto e di quelli impossibilitati a farlo per la mancanza di dati nazionali
o per divergenza tra le serie dei dati.
Si
Domanda 1
Domanda 2
«Esistono differenze tra i dati nazionali
e i dati forniti dalle fonti europee?»
«Dai dati nazionali aggiuntivi emergono settori o
categorie professionali non individuati dai dati UE
No
Nessun confronto
Macanza
di dati
nazionali
Difficoltà nel
confrontare
i dati
Si
No
Nessun confronto
Macanza
di dati
nazionali
Difficoltà nel
confrontare
i dati
Esposizioni fisiche
Rumore
4
4
2
5
4
4
3
4
Vibrazioni
3
4
4
4
3
2
6
4
Alte temperature
0
2
9
4
1
2
9
3
Basse temperature
1
2
8
4
0
3
9
3
Sollevamento/spostamento
carichi pesanti
5
2
4
4
4
2
5
4
Movimenti ripetitivi
5
2
4
4
3
2
6
4
Rischi da posture e movimenti
Posture lavorative faticose
5
2
4
4
3
3
6
3
Manipolazione sostanze chimiche
3
2
6
4
3
2
7
3
Tempi di lavoro frenetici
6
1
5
3
1
1
9
4
Ritmo di lavoro imposto
dalla domanda
3
1
8
3
2
0
9
4
Ritmo di lavoro imposto
dalle macchine
3
1
9
2
1
0
11
3
Violenza fisica
2
2
7
4
4
0
9
2
Condizioni psicosociali di lavoro
Angherie e soprusi
2
2
6
5
1
0
9
5
Molestie sessuali
3
3
7
2
2
2
10
1
Lavoro monotono
4
2
6
3
2
1
9
3
1
2
7
5
1
0
10
4
Disturbi muscolo-scheletrici
2
1
5
7
2
1
8
4
Stress
3
2
6
4
1
1
8
5
Assenza dal lavoro per malattia
5
1
8
1
5
0
10
0
Informazione sui rischi
1
2
8
4
0
0
10
5
Formazione fornita
dal datore di lavoro
1
2
11
1
1
2
10
2
Contesto di lavoro
Dispositivi di protezione individuale
Esiti SSL
33
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Come mostra la tabella, per la maggior parte degli indicatori di esposizione/esiti SSL è stato impossibile stabilire se
esistevano differenze tra i dati nazionali e quelli europei e se dai dati nazionali aggiuntivi potevano emergere settori e/o
categorie professionali a rischio. Per quanto riguarda la domanda 1, «Esistono differenze tra i dati nazionali e i dati forniti
dalle fonti europee?», la risposta più frequente ha rivelato la mancanza di dati nazionali, che ha messo i punti focali
nell’impossibilità di rispondere alla domanda.
Anche alla domanda 2 la maggior parte dei punti focali non è stata in grado di rispondere per la mancanza di dati nazionali.
Informazioni più dettagliate su tali lacune saranno fornite nel progetto dell’Agenzia europea «valutazione».
Qualora il progetto venisse ripetuto, sarà indispensabile valutare bene l’importanza di tali domande e l’eventualità di
introdurre un sistema che consenta di fornire le risposte necessarie.
La tabella seguente riassume lo stato della disponibilità di dati sugli indicatori di esposizione a livello nazionale (13).
(13) I dati provengono da fonti diverse (ad esempio, indagini nazionali).
34
A: Austria,
E: Spagna,
DK: Danimarca, FIN: Finlandia,
UK: Regno Unito.
4
3
F: Francia,
*
*
*
7
D: Germania,
5
*
EL: Grecia,
*
*
*
8
NL: Paesi Bassi,
*
*
*
5
*
*
Stress
L: Lussemburgo,
*
*
*
9
*
*
*
*
*
*
Assenza
dal lavoro
per malattia
P: Portogallo,
3
*
*
*
Informazioni
sui rischi
5
*
*
*
*
*
Formazione
*
5
*
4
*
s u l
*
*
*
*
*
*
Disturbi
muscoloscheletrici
*
7
*
*
*
*
Ritmo di lavoro
imposto dalle
macchine
s a l u t e
*
*
*
*
*
DPI
*
7
*
*
*
*
Ritmo di lavoro
imposto dalla
domanda
l a
*
*
*
5
*
*
*
*
*
*
*
Lavoro
monotono
*
*
*
9
*
*
*
*
*
Tempi di
lavoro
frenetici
e
*
*
Molestie
sessuali
Indicatore di esposizione/esito SSL
*
*
*
9
*
*
*
*
*
Manipolazione
sostanze
chimiche
s i c u r e z z a
*
*
Angherie
e soprusi
*
*
*
9
*
*
*
*
*
*
Posture
lavorative
stancanti
l a
B: Belgio,
S: Svezia,
Violenza
fisica
Stato
membro
*
*
6
*
*
*
*
*
*
*
Movimenti
ripetitivi
p e r
A
B
DK
FIN
F
D
EL
NL
IRL
I
L
P
E
S
UK
TOTALE
*
*
7
*
*
*
*
*
*
*
Sollevamento/
spostamento
pesi
Indicatore di esposizione/esito SSL
e u r o p e a
*
*
*
9
*
*
*
Basse
temperature
*
*
*
*
*
*
10
Alte
temperature
*
*
*
*
*
*
*
Vibrazioni
*
*
*
*
*
*
*
Rumore
A
B
DK
FIN
F
D
EL
NL
IRL
I
L
P
E
S
UK
TOTALE
Stato
membro
A g e n z i a
l a v o r o
35
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
4.2.
M A N C A N Z A D I I N F O R M A Z I O N I S U PA RT I C O L A R I C AT E G O R I E
A RISCHIO
La tabella qui sotto mostra quali dati nazionali erano disponibili nelle relazioni e quali invece mancavano relativamente alle
seguenti categorie: dimensioni dell’azienda, genere, età e posizione lavorativa.
Dimensioni
dell’azienda
Genere
Età
Posizione
lavorativa
Rumore
●
●
❍
❍
Vibrazioni
❍
●
❍
❍
Alte temperature
❍
●
❍
❍
Basse temperature
❍
●
❍
❍
Sollevamento/spostamento carichi pesanti
❍
●
❍
❍
Movimenti ripetitivi
❍
●
❍
❍
Posture lavorative faticose
❍
❍
❍
❍
Manipolazione di sostanze chimiche
❍
❍
❍
❍
Tempi di lavoro frenetici
❍
❍
❍
❍
Ritmo di lavoro imposto dalla domanda
❍
❍
❍
❍
Ritmo di lavoro imposto dalle macchine
❍
❍
❍
❍
Violenza fisica
❍
❍
❍
❍
Angherie e soprusi
❍
❍
❍
❍
Molestie sessuali
❍
●
❍
❍
Lavoro monotono
❍
❍
❍
❍
Infortuni con assenza superiore
a tre giorni
●
●
●
❍
Infortuni mortali
❍
●
●
❍
Malattie professionali
❍
●
●
❍
Disturbi muscolo-scheletrici
❍
❍
❍
❍
Stress
❍
❍
❍
❍
Assenza dal lavoro per malattia
❍
❍
❍
❍
Esposizioni/esiti SSL
Legenda
● I dati forniti nelle relazioni nazionali erano sufficienti per presentare un quadro europeo.
❍ I dati non erano disponibili nelle relazioni nazionali ed è stato quindi impossibile presentare un quadro europeo.
Come mostra chiaramente la tabella, mancano assolutamente dati nazionali relativi alla posizione lavorativa. La situazione
dei dati era pressoché la stessa anche per le categorie «dimensioni dell’azienda» ed «età», visto che esistevano dati riferiti
soltanto a due e tre indicatori di esposizione/esiti SSL rispettivamente. Per quanto riguarda il genere, erano disponibili dati
nazionali per dieci indicatori di esposizione/esiti SSL.
Per alcuni indicatori di esposizione può essere stato difficile raccogliere i dati sulle correlazioni esistenti: stress, angherie e
soprusi e molestie sessuali sono infatti legati l’uno all’altro. Occorre portare avanti la ricerca per stabilire l’importanza di tali
36
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indicatori dal punto di vista del rischio e decidere se vale la pena di impegnare risorse per raccogliere, mettere assieme e
analizzare tali dati.
Se in eventuali iniziative di monitoraggio future le categorie a rischio andranno considerate il meccanismo per individuare i
gruppi più vulnerabili, sarà allora necessario stabilire il valore di tali indicatori e il metodo più adatto per raccogliere dati
sicuri.
La diversità tra i vari sistemi SSL esistenti negli Stati membri è emersa chiaramente dalle risposte alle domande volte a
raccogliere informazioni su tali sistemi. Le informazioni sulla percentuale di lavoratori coperti da servizi preventivi SSL e il
numero di lavoratori che ricevevano formazione in materia di SSL ogni anno erano insufficienti per fornire un quadro
europeo. Per future raccolte di dati sullo stato della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione europea sarà
necessario comprendere meglio i sistemi SSL negli Stati membri.
4.3.
STPUNTI DI FORZA E PUNTI DEBOLI
La relazione «Stato della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione europea — Studio pilota» è il prodotto finale
dello strenuo lavoro di molti soggetti dei quindici Stati membri, tra cui le reti nazionali e le associazioni affiliate che hanno
contribuito alla raccolta dei dati, alla preparazione delle risposte al manuale e alla redazione delle relazioni nazionali per
rappresentare lo stato della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione europea. La fase di raccolta dei dati
costituisce uno dei punti di forza dell’intero studio.
Lo studio pilota è stato il primo passo verso la realizzazione di un sistema metodologico di monitoraggio della salute e della
sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione europea. È servito a capire quanto sia difficile mettere assieme dati provenienti da
fonti cosi variegate dell’intera Unione europea. Va detto comunque che il presente lavoro ha fornito molte informazioni utili
e che la relazione rappresenta un quadro valido ed esaustivo della situazione attuale.
La relazione presenta una serie di punti di forza e di punti deboli, elencati qui sotto:
Punti di forza
■
Fornisce un quadro valido, fattuale ed esaustivo dello stato della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro nell’Unione
europea
■
Contiene informazioni utili sui settori segnalati e commentati come più a rischio.
Punti deboli
■
Ottenere dati quantitativi si è rivelato un compito troppo difficile per questo studio.
■
Data la carenza di dati qualitativi per alcune aree per alcuni Stati membri, alcune risposte si basano soltanto sulle opinioni
di diversi esperti messe assieme.
Oltre alle utili informazioni emerse dall’analisi dei dati consolidati, condurre il presente lavoro è servito a ottenere un
feedback importante, che ha portato alla luce i limiti derivanti dall’effettuare uno studio del genere a livello sovranazionale.
Tali limiti sono discussi più dettagliatamente nella relazione principale e comprendono elementi quali: definizioni e
interpretazioni, deviazioni dai modelli delle risposte, mancanza di dati e di risposte.
L’Agenzia europea ha già lanciato un progetto per valutare i risultati dello studio pilota e per valutare e migliorare il
procedimento e la metodologia da adottare negli studi futuri. Verranno consultati tutti i partecipanti allo studio pilota
affinché forniscano le proprie esperienze e opinioni sul procedimento di raccolta e di consolidamento dei dati (ad esempio,
la partecipazione dei partner delle reti nazionali, il lavoro compiuto per realizzare le relazioni nazionali, gli ambiti risultati più
complessi e la metodologia utilizzata in suddetto studio). Altri argomenti, come l’attendibilità degli indicatori e il valore
aggiunto delle relazioni nazionali, vengono affrontati anche nel progetto di «valutazione».
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Q U A D R O E U R O P E O D E G L I I N D I C AT O R I
DI ESPOSIZIONE/ESITI SSL
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Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Q U A D R O E U R O P E O D E G L I I N D I C AT O R I D I E S P O S I Z I O N E / E S I T I S S L
Per presentare rapidamente un quadro europeo di ogni indicatore di esposizione/esito SSL sono state preparate pagine
riassuntive, contenenti i risultati delle informazioni consolidate delle quindici relazioni nazionali. Per questo motivo si è
preferito non inserire i commenti dei singoli punti focali.
La sintesi delle informazioni comprende:
■
la descrizione dei possibili effetti sulla salute dell’indicatore di esposizione in questione;
■
il quadro europeo emerso dai dati ESWC;
■
i settori segnalati come più a rischio nelle relazioni nazionali e il numero di segnalazioni da parte dei punti focali;
■
le categorie professionali segnalate come più a rischio nelle relazioni nazionali e il numero di segnalazioni da parte dei
punti focali;
■
informazioni sulle altre categorie a rischio (dimensioni dell’azienda, genere, età, posizione lavorativa);
■
tendenze;
■
i punti focali che segnalano la necessità di ulteriori azioni preventive;
■
descrizione dell’azione suggerita;
■
sintesi dei commenti pervenuti.
Gli indicatori di esposizione/esiti SSL presi in esame sono:
Indicatore di esposizione/esito SSL
40
Pagina
di riferimento
Rumore
34
Vibrazioni
35
Alte temperature
36
Basse temperature
37
Sollevamento/spostamento carichi pesanti
38
Movimenti ripetitivi
39
Posture lavorative faticose
40
Manipolazione di sostanze chimiche
41
Tempi frenetici di lavoro
42
Ritmo di lavoro imposto dalla domanda
43
Ritmo di lavoro imposto dalle macchine
44
Violenza fisica
45
Angherie e soprusi
46
Molestie sessuali
47
Lavoro monotono
48
Dispositivi di protezione individuale
49
Infortuni con assenza superiore a tre giorni
50
Infortuni mortali
52
Malattie professionali
54
Disturbi muscolo-scheletrici
55
Stress
56
Assenza dal lavoro per malattia
57
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Indicatore di esposizione: rumore
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (14)
Il rumore comporta: perdita dell’udito, tinnito auricolare (un ronzio permanente nelle orecchie),
slittamento della soglia dell’udito (all’inizio solo in maniera temporanea ma con un’esposizione
prolungata diventa permanente), perdita dei suoni ad alta frequenza con conseguenti problemi
di comunicazione, perdita dell’interazione nelle funzioni sociali. L’esposizione al rumore può
anche avere effetti secondari come stress e interferenze nella comunicazione sul luogo di lavoro
con il conseguente aumento del rischio di infortuni.
Il 28 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto al rumore.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (15)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
28 Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (10)
20 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili;
Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (10)
27 Produzione di metalli e loro leghe (9)
21 Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta (7)
45 Costruzioni (7)
17 Industrie tessili (6)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (16)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
82
72
81
93
Altre categorie a rischio
71
83
74
73
Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (14)
Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (12)
Operatori di impianti fissi (10)
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (9)
Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (6)
Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (5)
Altri artigiani e operai specializzati (5)
Artigiani ed operai della meccanica di precisione, dell’artigianato artistico, dell’arte
grafica ed assimilati (5)
Dimensioni dell’azienda: dai commenti dei punti focali è emerso che le imprese più piccole sono più
esposte al rischio del rumore per tutta una serie di ragioni, tra cui l’uso di macchinari obsoleti, le
minori risorse a disposizione, una minore conoscenza e familiarità con i rischi e infine minori misure
di controllo a disposizione per risolvere il problema del rumore nell’ambiente di lavoro.
Genere: undici punti focali hanno segnalato che gli uomini, e in modo particolare gli operai,
sono i più esposti al rumore.
Età: secondo i punti focali, i lavoratori giovani sono più a rischio per l’esposizione al rumore e
alla possibile perdita dell’udito, rischio ulteriormente aggravato da fattori sociali.
Posizione lavorativa: secondo i punti focali, i lavoratori interinali, quelli autonomi, quelli con
contratto a tempo determinato, quelli con contratto di apprendistato e i lavoratori occasionali
sono a rischio per l’esposizione al rumore sul luogo di lavoro. Questi gruppi sono spesso meno
informati sui problemi legati a salute e sicurezza, ricevono meno formazione e meno controllo
e supervisione formale sul luogo di lavoro.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Per quanto riguarda la tendenza osservata per l’esposizione al rumore sul lavoro negli ultimi 35 anni, i punti focali sono divisi pressoché equamente tra chi indica una tendenza all’aumento
e chi segnala una situazione di stabilità: secondo sei punti focali, il tasso di esposizione è
diminuito, mentre secondo altri sei è rimasto invariato. Soltanto due hanno segnalato un
aumento dell’esposizione mentre un ultimo non è stato in grado di stabilire la tendenza in atto.
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.
Descrizione
dell’azione suggerita (17)
Due Stati membri hanno lanciato programmi a livello nazionale per combattere l’esposizione al
rumore sul lavoro, ad esempio riducendo l’esposizione a livelli di rumore nocivi per settori
segnalati di circa il 50 % nell’arco di cinque anni.
Altre informazioni in materia
In alcuni casi il rumore è diminuito grazie a una serie di misure (introduzione di macchinari a
bassa rumorosità, automazione dei processi di lavoro e controllo a distanza delle attrezzature per
isolare il lavoratore dalla fonte del rumore). Tali metodi hanno sortito risultati nei settori
minerario, dell’acciaio, della carta e dell’industria chimica.
Anche l’aumento di lavoratori occasionali può contribuire a ridurre il rischio dell’esposizione
individuale poiché il rischio complessivo si distribuisce su un numero più ampio di lavoratori.
Ciononostante, categorie come quella dei lavoratori occasionali possono essere più vulnerabili
al rumore per la mancanza di informazione, supervisione e controllo sul posto di lavoro.
(14)
(15)
(16)
(17)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
41
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: vibrazioni
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (18)
Le vibrazioni simpatiche a frequenze basse degli organi generano nausea. Le vibrazioni
dell’intero corpo provocano disturbi alla parte inferiore della schiena e disturbi alla colonna
vertebrale. La sindrome da vibrazioni coinvolge circolazione sanguigna, nervi, muscoli e ossa
delle mani e della braccia e provoca la perdita della sensibilità, l’impossibilità di stringere gli
oggetti e dolori acuti alle mani. Una delle conseguenze può essere il fenomeno del dito morto.
Sul piano psicologico si produce spesso una perdita della concentrazione, con un conseguente
aumento del rischio di infortuni.
Il 24 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto alle vibrazioni.
Settori segnalati
più a rischio nelle relazioni
nazionali (codice NACE) (19)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
45
28
14
60
1
2
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (20)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (10)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (10)
83 Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di (10)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati(9)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pesca ed assimilati (6)
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio(6)
Altre categorie a rischio
Costruzioni (11)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (9)
Altre industrie estrattive (6)
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (6)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (6)
Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi (5)
Genere: nei settori e tra le categorie professionali segnalati, undici punti focali hanno indicato
che gli uomini sono maggiormente a rischio per gli effetti sulla salute delle vibrazioni cui sono
esposti durante l’attività lavorativa.
Posizione lavorativa: i lavoratori autonomi e quelli a contratto sono considerati a rischio, come
dimostrano anche i risultati dell’indagine europea sulle condizioni di lavoro, che segnala i
lavoratori autonomi come la categoria più a rischio.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Le segnalazioni contenute nelle relazioni nazionali indicano una serie di osservazioni sulla
tendenza dell’esposizione alle vibrazioni sul luogo di lavoro. Sei punti focali hanno segnalato una
tendenza stabile, quattro hanno parlato di aumento, tre di diminuzione, mentre gli ultimi due
non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.
Descrizione
dell’azione suggerita (21)
Diversi punti focali hanno segnalato la necessità di ridurre le vibrazioni alla fonte riducendo
l’emissione di vibrazioni dagli strumenti controllati manualmente attraverso migliorie tecniche
nella fase di progettazione.
Altre informazioni
in materia
Le vibrazioni rientrano, insieme al rumore, nella categoria dei rischi tradizionali esistenti
nell’ambiente di lavoro.
Un aspetto segnalato da tutti i punti focali è stata la generale mancanza di consapevolezza sia
rispetto ai problemi di salute che le vibrazioni di attrezzature e macchinari comportano, in
particolare quelle che provocano la vibrazione di tutto il corpo, sia rispetto alle misure di
controllo esistenti per eliminare o ridurre l’esposizione già alla fonte. L’esposizione a un clima
freddo, poi, può aggravare i disturbi indotti dalle vibrazioni.
(18)
(19)
(20)
(21)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate più spesso dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
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Indicatore di esposizione: alte temperature
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (22)
Settori segnalati più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (23)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (24)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
Altre categorie a rischio
L’organismo reagisce ad una temperatura eccessiva con un aumento del battito cardiaco, crampi
muscolari dovuti alla perdita dei sali seguiti da collasso, disidratazione e perdita della lucidità
mentale, svenimenti e vertigini e, nei casi più gravi, termoplegia.
Il 20 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto alle alte temperature.
27
15
26
28
Produzione di metalli e loro leghe (10)
Industrie alimentari e delle bevande (9)
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (8)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (5)
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (10)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (8)
81 Operatori impianti fissi (6)
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (5)
74 Altri artigiani e operai specializzati (5)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (4)
Genere: secondo dieci punti focali, i più esposti sono gli uomini.
Età: secondo molti punti focali, i più esposti alle alte temperature sono i lavoratori giovani (sotto
i 25 anni).
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (25)
Altre informazioni
in materia
(22)
(23)
(24)
(25)
Nove punti focali parlano di stabilità dell’esposizione alle alte temperature sul luogo di lavoro,
mentre due segnalano una diminuzione. Soltanto un punto focale parla di aumento. Altri tre
non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Belgio, Finlandia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Nell’individuare le ulteriori azioni preventive i punti focali hanno indicato i seguenti
provvedimenti come misure da adottare e sviluppare ancora per limitare l’esposizione alle alte
temperature sul luogo di lavoro:
• sistemi di ventilazione adeguati;
• isolamento delle fonti di calore;
• migliorie nella progettazione dei dispositivi di protezione individuale (maggiore comfort);
• attività di informazione e formazione per i lavoratori;
• introduzione di procedure di organizzazione del lavoro (rotazione delle mansioni, pause
programmate).
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
43
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: basse temperature
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (26)
L’esposizione ad una temperatura rigida può determinare congelamento e ipotermia. Il
congelamento si manifesta sotto forma di formicolio seguito da un totale intorpidimento delle
zone interessate. Se vengono coinvolti i vasi sanguigni, insorge il rischio di cancrena. L’ipotermia
provoca invece sonnolenza, un rallentamento del respiro e della frequenza cardiaca e in taluni
casi svenimenti.
Il 23 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto alle basse temperature.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (27)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
15
45
05
01
02
90
40
Industrie alimentari e delle bevande (9)
Costruzioni (9)
Pesca, piscicoltura e servizi connessi (6)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (5)
Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi (4)
Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili (3)
Produzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua calda (3)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (28)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (8)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (8)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pesca ed assimilati (7)
61 Agricoltori e lavoratori specializzati nel settore dell’agricoltura e della pesca (6)
74 Altri artigiani e operai specializzati (6)
Altre categorie a rischio
Genere: nelle relazioni nazionali, otto punti focali hanno indicato gli uomini come il genere più
esposto alle basse temperature sul luogo di lavoro.
Età: i lavoratori anziani sono più vulnerabili agli effetti negativi della permanenza in un ambiente
freddo e sono quindi i più esposti a questo tipo di rischio.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, sette hanno registrato una
situazione di stabilità nell’esposizione alle basse temperature, tre hanno segnalato una
diminuzione ed uno soltanto ha indicato un aumento.
Austria, Belgio, Finlandia, Italia, Portogallo, Spagna e Svezia.
Descrizione
dell’azione suggerita (29)
Per quanto riguarda le azioni preventive necessarie, è stato proposto di promuovere future
campagne di sensibilizzazione sulle conseguenze dell’esposizione alle basse temperature sul
lavoro rivolte ai gruppi ad alto rischio (lavoratori autonomi e con contratto a tempo
determinato).
Altre informazioni
in materia
L’esposizione alle basse temperature può dipendere principalmente da due ragioni: le basse
temperature possono essere legate ad un particolare processo di lavoro oppure possono essere
determinate dal clima locale. In alcuni Stati membri dell’Unione nei mesi invernali le temperature
sono rigidissime. Pertanto, sono esposti più spesso alle basse temperature soprattutto i
lavoratori di questi paesi che svolgono attività all’aperto (settore del legno, agricoltura, pesca,
allevamento delle renne, edilizia, trasporti marittimi, scaricatori di porto, settore della sicurezza
ecc.). Sono invece esposti alle basse temperature lungo tutto l’arco dell’anno gli addetti a
determinati processi industriali come refrigerazione e congelamento nell’industria alimentare
(macellazione, conservazione a freddo ecc.).
Per alcune categorie l’esposizione al freddo è limitata alla durata di un turno (ad esempio, gli
addetti alla lavorazione di prodotti alimentari e alla conservazione a freddo).
(26)
(27)
(28)
(29)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
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Indicatore di esposizione: sollevamento/spostamento di carichi pesanti
Possibili effetti sulla salute
Le attività di sollevamento/spostamento di carichi pesanti possono comportare disturbi muscoloscheletrici, in particolare lesioni ai muscoli e ai legamenti di schiena, mani e braccia.
Quadro europeo (30)
Il 34 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti da attività di
sollevamento/spostamento di carichi pesanti.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (31)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
45
01
85
28
20
Costruzioni (14)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (9)
Sanità e altri servizi sociali (8)
Fabbricazione di prodotti metallici, esclusi macchinari e attrezzature (6)
Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili;
Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (4)
14 Altre industrie estrattive (3)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (32)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti(11)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (7)
32 Professioni intermedie nelle scienze della vita e della salute (6)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (5)
91 Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (5)
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (5)
Altre categorie a rischio
Genere: nelle relazioni nazionali, diversi punti focali hanno segnalato una forte esposizione alle
attività di sollevamento/spostamento di carichi pesanti nel settore della «sanità e servizi sociali»,
in modo particolare per le donne.
Età: dalle relazioni nazionali è emerso che i lavoratori più giovani svolgono più spesso attività di
sollevamento di carichi pesanti. Tuttavia, i lavoratori anziani sono più esposti al rischio di lesioni
data l’interazione tra la frequenza dell’esposizione e le condizioni degenerative a carico del
sistema muscolo-scheletrico.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (33)
Altre informazioni
in materia
Nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, quattro hanno registrato una
tendenza alla stabilità nell’esposizione alle attività di sollevamento/spostamento di carichi
pesanti durante il lavoro, sei hanno indicato una diminuzione e due un aumento.
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
L’esposizione alle attività di sollevamento/spostamento di carichi pesanti continua ad essere un
grave problema sul piano della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. Il numero di lavoratori
esposti è notevole e il sollevamento di carichi pesanti è tra le cause più frequenti di disturbi
muscolo-scheletrici.
Gli aumenti della domanda di produzione possono comportare tempi di lavoro più stretti. In caso
vi sia domanda di varietà e flessibilità nella manipolazione di prodotti (ad esempio nella fase di
confezionamento) il lavoro rimane principalmente manuale.
In linea generale, è stata segnalata una diminuzione nella manipolazione di carichi pesanti con
la diffusione dell’automazione grazie all’uso di attrezzature automatiche.
Con l’automazione delle varie attività lavorative molte categorie professionali saranno chiamate
a sollevare carichi pesanti più raramente. Tuttavia, in molti occupazioni tipicamente femminili
questa tendenza è meno probabile, visto che nella sanità e nei servizi sociali alcune attività di
sollevamento e spostamento non sono facilmente meccanizzabili.
(30)
(31)
(32)
(33)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
45
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: movimenti ripetitivi
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (34)
I movimenti ripetitivi delle braccia possono causare disturbi agli arti superiori legati all’attività
lavorativa come tenosinovite e la sindrome del tunnel carpale. La tenisinovite è
un’infiammazione della sottile membrana sinoviale della guaina tendinea, provocata di solito da
un’irritazione di origine meccanica. La sindrome del tunnel carpale si manifesta sotto forma di
intorpidimento e formicolio nell’area di distribuzione del nervo mediano della mano.
Il 58 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti dai movimenti ripetitivi.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (35)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
15
18
17
60
28
19
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (36)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (11)
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (8)
42 Impiegati in contatto diretto con il pubblico (7)
91 Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (7)
74 Altri artigiani ed operai specializzati (5)
Altre categorie a rischio
Industrie alimentari e delle bevande (9)
Confezione di articoli di vestiario; preparazione e tintura di pellicce (5)
Industrie tessili (5)
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (5)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (3)
Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, articoli da
correggiaio, sellerie e calzature (3)
Genere: nelle relazioni nazionali, sette punti focali hanno indicato le donne come più esposte ai
movimenti ripetitivi sul lavoro e uno ha indicato gli uomini. Figure professionali tradizionalmente
femminili e particolarmente esposte a questo rischio sono le addette all’assemblaggio di
dispositivi elettronici, le operatrici di cassa nei supermercati, le operaie dell’industria tessile, le
sarte e le dattilografe/operatrici di computer.
Età: in diverse relazioni nazionali si segnala che spesso sono più esposti ad attività ripetitive i
giovani (sotto i 30 anni), in particolare le lavoratrici dipendenti.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (37)
Altre informazioni
in materia
Non è emersa una tendenza chiara riguardo all’esposizione ai movimenti ripetitivi sul lavoro negli
ultimi 3-5 anni. Tre punti focali parlano di una tendenza alla stabilità, due di diminuzione e altri
cinque di aumento. Cinque punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in
particolare.
Austria, Belgio, Finlandia, Italia, Portogallo, Spagna e Svezia.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
I movimenti ripetitivi sono frequenti in molti settori (agricoltura, attività industriali che
comportano l’uso di macchinari, settore dei servizi e settore finanziario). I mezzi di informazione
hanno mostrato notevole interesse per il problema delle lesioni da stress fisici ripetuti. I
movimenti ripetitivi, associati ad un ritmo veloce di lavoro, sono considerati fattori di rischio
importanti in questo tipo di lesioni.
Diversi punti focali si sono soffermati sulla necessità di prestare maggiore attenzione al rischio
crescente delle attività associate all’uso del computer (tastiera/mouse).
(34)
(35)
(36)
(37)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
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Indicatore di esposizione: posture lavorative faticose
Possibili effetti sulla salute
Le posture lavorative faticose possono provocare molti disturbi a carico di ossa, muscoli e
legamenti, anche se la zona più vulnerabile è la schiena. Le posture faticose rischiano inoltre di
incrementare lo stress durante l’attività lavorativa.
Quadro europeo (38)
Il 45 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti da posture lavorative faticose.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (39)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
45
01
85
93
17
15
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (40)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (9)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (6)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (6)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pasca ed assimilati (4)
74 Altri artigiani ed operai specializzati (4)
61 Agricoltori e lavoratori specializzati nel settore della agricoltura e della pesca (4)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (41)
Altre informazioni
in materia
Costruzioni (12)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (7)
Sanità e altri servizi sociali (5)
Altre attività dei servizi (4)
Industrie tessili (4)
Industrie alimentari e delle bevande (4)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, cinque hanno registrato una
diminuzione dell’esposizione a posture lavorative faticose, due hanno invece descritto una
situazione di stabilità ed altri due un aumento. Sei punti focali non sono stati in grado di
determinare una tendenza in particolare.
Austria, Belgio, Finlandia, Italia, Spagna e Svezia.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Le posture lavorative faticose rappresentano un rischio serio, soprattutto se associate ad attività
di sollevamento/spostamento di carichi pesanti e ad attività ripetitive. Una postura scorretta
durante il lavoro è una delle concause più note dei disturbi a carico della parte inferiore della
colonna vertebrale. Posizioni lavorative scomode aggravano il rischio di disturbi muscoloscheletrici legati all’attività lavorativa, che sono tra le cause più frequenti del pensionamento
anticipato.
La prevenzione delle posture faticose nell’ambiente di lavoro dipende da un’adeguata
concezione ergonomica del posto di lavoro, della postazione di lavoro, delle macchine e
dell’organizzazione stessa del lavoro. Per ridurre l’esposizione al rischio è innanzitutto necessario
analizzare le varie mansioni e introdurre la rotazione delle attività. L’attuazione di nuove
disposizioni in materia di ergonomia per la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici richiede
attività di controllo meglio definite. Occorre migliorare le misure tecniche e organizzative e le
attività di informazione e formazione a favore dei lavoratori.
(38)
(39)
(40)
(41)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
47
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: manipolazione di sostanze chimiche
Possibili effetti sulla salute
Bruciature e lesioni cutanee provocate dal contatto con sostanze chimiche corrosive.
Un’esposizione prolungata a determinate sostanze può provocare danni ai polmoni, al fegato e
ad altri organi. Possono inoltre insorgere, anche a bassi livelli di esposizione, irritazioni seguite
da una reazione allergica (ad esempio, asma o dermatite).
Quadro europeo (42)
Il 14 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti dalla manipolazione di
sostanze chimiche.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (43)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
24
01
45
93
50
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (44)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (7)
81 Operatori impianti fissi (7)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pasca ed assimilati (6)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (5)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (5)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche ed artificiali (8)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (7)
Costruzioni (5)
Altre attività dei servizi (4)
Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; vendita al
dettaglio di carburante per autotrazione (4)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Sette punti focali hanno registrato una tendenza alla stabilità nella manipolazione di sostanze
chimiche durante il lavoro, uno ha rilevato un aumento e altri tre un calo. Quattro punti focali
non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Punti focali che segnalano la necessità di un’ulteriore azione preventiva
Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Regno Unito.
Belgio, Finlandia,
Descrizione
dell’azione suggerita (45)
Occorre incrementare la divulgazione delle informazioni sui possibili sostituti degli agenti
chimici pericolosi.
Altre informazioni
in materia
Nello svolgimento delle proprie attività, molte categorie professionali sono a contatto con tutta
una serie di sostanze chimiche (si pensi all’uso dei pesticidi in agricoltura, all’uso di detergenti e
polveri microbiologiche o ancora all’uso di solventi e vernici in edilizia).
Un punto focale ha segnalato che le misure legislative introdotte, associate ad attività a favore
della sicurezza sul lavoro, hanno prodotto un calo consistente delle esposizioni ad alcune
sostanze chimiche. Sono diminuiti notevolmente sia l’uso del tabacco sul lavoro che
l’esposizione all’asbesto. Va anche detto però che nel corso degli anni Novanta gran parte delle
esposizioni alle sostanze chimiche sono sostanzialmente rimaste invariate.
Occorre intensificare le attività di divulgazione di informazioni sui sostituti degli agenti chimici
pericolosi e quelle di formazione e informazione dei lavoratori.
Dalle relazioni nazionali è inoltre emerso che si attendono ancora molte risposte riguardo ai
composti organici volatili.
È stata segnalata l’esigenza di individuare le esposizioni professionali più diffuse attraverso
metodi di controllo sanitario e misurazioni del livello di igiene industriale. Tra le nuove sostanze
chimiche vi sono gli enzimi usati nella produzione di alimenti per animali e gli acrilati usati in
odontoiatria. Occorrono efficaci misure preventive per diminuire l’esposizione, ad esempio, agli
agenti allergici e cancerogeni.
Occorre infine verificare il rispetto della legislazione vigente in materia.
(42)
(43)
(44)
(45)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
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Indicatore di esposizione: tempi di lavoro frenetici
Possibili effetti sulla salute
Lavorare sempre ad alti ritmi può provocare malattie legate allo stress e, nei casi più gravi, un
esaurimento. Fa inoltre salire di molto il margine di errore umano, con un conseguente aumento
del rischio di incidenti sul lavoro.
Quadro europeo (46)
Il 54 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti da tempi di lavoro frenetici.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (47)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
55
64
60
45
65
18
15
34
30
22
Alberghi e ristoranti (4)
Poste e telecomunicazioni (3)
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (3)
Costruzioni (3)
Intermediazione monetaria e finanziaria (escluse le assicurazioni e fondi pensione) (3)
Confezione di articoli di vestiario; preparazione e tintura di pellicce (3)
Industrie alimentari e delle bevande (3)
Fabbricazione motoveicoli, rimorchi e semirimorchi (3)
Fabbricazione macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici (3)
Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati (3)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (48)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
12
42
83
72
Amministratori, dirigenti e direttori di società controllanti (5)
Impiegati in contatto diretto con il pubblico (5)
Conduttori diveicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (4)
Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (4)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (49)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Otto punti focali hanno registrato un aumento dell’esposizione a tempi di lavoro frenetici negli
ultimi 3-5 anni, nessuno ha registrato un calo e uno soltanto ha indicato una situazione di
stabilità. Sei punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Italia e Spagna.
Gli addetti all’assemblaggio, gli operai non qualificati del settore metallurgico, chi svolge attività
che comportano un intenso lavoro manuale (addetti alla lavorazione della carne e del pesce)
svolgono spesso attività ripetitive e monotone a ritmi elevati. Negli studi nazionali si segnala la
necessità di un programma volto a ridurre I rischi per la salute derivanti da tali attività.
Si consiglia inoltre di approfondire la ricerca per capire da dove nascono le pressioni sul lavoro,
così da poter attuare efficaci misure preventive.
Altre informazioni
in materia
Nel contesto lavorativo esistono molte situazioni che possono comportare tempi di lavoro
frenetici, sia per il tipo di attività (caricare e scaricare materiali con tempi molto stretti), sia per i
tempi limitati imposti dalle scadenze per le produzioni (sistema di gestione just in time).
Lavorare con tempi frenetici è tipico delle attività ripetitive monotone e «pagate al pezzo».
In diverse relazioni nazionali si sottolinea che la pressione dovuta all’urgenza dei tempi di lavoro
e gli esiti che ne derivano non vanno trattati come un problema isolato, ma come il risultato
dell’organizzazione del lavoro. La carenza di personale, la domanda di maggiori efficienza,
produttività e flessibilità vanno considerati elementi che contribuiscono all’aumento del livello
di rischio.
(46)
(47)
(48)
(49)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
49
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: ritmo di lavoro imposto dalla domanda
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo ( )
50
Il 67 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti dal ritmo di lavoro imposto
dalla domanda.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (51)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
55 Alberghi e ristoranti (6)
85 Sanità e altri servizi sociali (5)
52 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli); riparazione di beni
personali e per la casa (4)
75 Pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria (3)
93 Altre attività dei servizi (3)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (52)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
42
51
32
22
52
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (53)
Altre informazioni
in materia
(50)
(51)
(52)
(53)
Lavorare al ritmo dettato dalla domanda può generare malattie legate allo stress.
Impiegati in contatto diretto con il pubblico (5)
Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza (4)
Professioni intermedie nelle scienze della vita e della salute (4)
Specialisti nelle scienze della vita e della salute (4)
Commercianti, dimostratori e indossatori (3)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Non è stato possibile stabilire una tendenza chiara per gli ultimi 3-5 anni. Tre punti focali hanno
segnalato una tendenza alla stabilità e tre hanno parlato di aumento. Data la mancanza di dati
nazionali nove punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Danimarca, Spagna e Svezia.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
In molte relazioni nazionali, sono state suggerite diverse misure da adottare o da sviluppare
ulteriormente per ridurre i rischi derivanti da un ritmo di lavoro imposto dalla domanda, tra cui:
• migliore pianificazione e organizzazione del lavoro;
• realizzazione di una migliore organizzazione del lavoro, che comprenda rotazione delle
attività/mansioni e pause programmate regolari;
• attività di informazione e formazione a favore dei lavoratori.
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
50
A g e n z i a
e u r o p e a
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
Indicatore di esposizione: ritmo di lavoro imposto dalle macchine
Possibili effetti sulla salute
Lavorare al ritmo imposto dalle macchine può generare malattie legate allo stress, noia e lesioni
provocate dalla mancanza di concentrazione.
Quadro europeo (54)
Il 22 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti dal ritmo di lavoro imposto
dalle macchine.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (55)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
Categorie professionali
segnalate più a rischio nelle
relazioni nazionali
(codice ISCO) (56)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (57)
Altre informazioni
in materia
17
15
28
27
25
18
Industrie tessili (6)
Industrie alimentari e delle bevande (4)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (3)
Produzione di metalli e loro leghe (3)
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (3)
Confezione di articoli di vestiario; preparazione e tintura di pellicce (3)
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (7)
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (6)
83 Conduttori diveicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (5)
81 Operatori impianti fissi (4)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Per l’esposizione al ritmo di lavoro imposto dalle macchine negli ultimi 3-5 anni, quattro punti
focali hanno segnalato una tendenza all’aumento, uno alla stabilità e due alla diminuzione. Otto
punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Belgio, Danimarca, Italia e Spagna.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Esistono molte categorie professionali chiamate a svolgere attività ripetitive e monotone, che
devono adeguarsi al rapporto tra le esigenze della macchina/produzione e il lavoratore: i più
tipici sono gli operai non qualificati, come quelli dell’industria metallurgica,
assemblatori/confezionatori e addetti dell’industria alimentare.
Nelle relazioni nazionali vengono suggerite diverse misure da attuare o da migliorare per ridurre
il rischio derivante da un ritmo di lavoro imposto dalle macchine, tra cui:
• miglioramento delle misure attuate sul piano tecnico e su quello organizzativo;
• controlli regolari dell’ambiente di lavoro;
• introduzione di pause regolari;
• rotazione delle attività/mansioni di routine;
• attività di informazione e formazione a favore dei lavoratori.
(54)
(55)
(56)
(57)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
51
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: violenza fisica
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (58)
Per violenza fisica si intende un’ampia gamma di lesioni fisiche, da quelle più superficiali sino alle
minacce di morte. L’ansia, generata da una minaccia di violenza o conseguenza diretta di un atto
concreto di violenza, può provocare malattie legate allo stress.
Il 4 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto a violenza fisica sul lavoro.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (59)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
85 Sanità e altri servizi sociali (11)
75 Pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria (7)
60 Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (6)
55 Alberghi e ristoranti (6)
52 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli); riparazione di beni
personali e per la casa (5)
93 Altre attività dei servizi (4)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (60)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
51
32
91
22
42
52
Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza (7)
Professioni intermedie nelle scienze della vita e della salute (7)
Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (6)
Specialisti nelle scienze della vita e della salute (5)
Impiegati in contatto diretto con il pubblico (5)
Commercianti, dimostratori e indossatori (4)
Altre categorie a rischio
Genere: in diverse relazioni nazionali si è segnalato che le donne sono più esposte sia alla
violenza fisica che a minacce di violenza sul posto di lavoro.
Tendenze
Nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, due hanno segnalato una
situazione di stabilità, uno un calo e altri quattro un aumento della violenza fisica. Otto punti
focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (61)
Altre informazioni
in materia
Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Irlanda, Spagna e Svezia.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
I settori e le categorie professionali più esposte al rischio di violenza fisica sul luogo di lavoro
sembrano essere quelli a contatto diretto con il pubblico: settore bancario, trasporti pubblici,
sanità e servizi sociali.
Chi lavora nei reparti psichiatrici, nelle amministrazioni locali dei servizi sociali, nei trasporti
pubblici (incluso quello aereo), nei centri commerciali, presso i distributori di carburante, nei
ristoranti, nelle edicole, nelle discoteche e nel primo soccorso è particolarmente esposto alla
violenza fisica.
La violenza è in aumento in molti ambienti di lavoro e tra molte categorie professionali non
preparate ad affrontare tali situazioni. È importante fornire dati sull’autentica situazione della
violenza sul luogo di lavoro, sia per sviluppare strategie di prevenzione nei settori a più alto
rischio sia per portare avanti valutazioni volte a determinare l’efficacia di tali strategie. È
indispensabile che vi sia collaborazione tra le diverse organizzazioni. Occorre inoltre introdurre
nei luoghi di lavoro strumenti pratici per sviluppare e migliorare il programma di prevenzione
della violenza.
In molti contratti collettivi, le organizzazioni dei lavoratori e quelle dei datori di lavoro hanno
concordato una serie di sistemi e mezzi per prevenire la violenza sul lavoro. Esistono tuttavia
poche informazioni sull’attuazione e sul successo di tali misure.
Si riteneva che non venissero denunciati tutti gli incidenti sul lavoro di questo tipo, soprattutto
se si trattava soltanto di minacce. Negli ultimi anni i mezzi di informazione e l’opinione pubblica
hanno invece prestato maggiore attenzione al problema della violenza sul lavoro e ciò ha
favorito un aumento dell’attenzione su questo rischio emergente. L’impressione generale è che
vi sia stato un aumento dei casi.
(58)
(59)
(60)
(61)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
52
A g e n z i a
e u r o p e a
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
Indicatore di esposizione: angherie e soprusi
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo ( )
62
Situazioni di angherie e soprusi generano spesso malattie legate allo stress.
L’8 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ad angherie e soprusi sul lavoro.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (63)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
85
55
80
75
65
24
Sanità e altri servizi sociali (5)
Alberghi e ristoranti (3)
Istruzione (3)
Pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria (2)
Intermediazione monetaria e finanziaria (escluse le assicurazioni e fondi pensione) (2)
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche ed artificiali (2)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (64)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
91
51
42
93
Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (4)
Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza (4)
Impiegati in contatto diretto con il pubblico (4)
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (2)
Altri artigiani ed operai specializzati (2)
Commercianti, dimostratori e indossatori (2)
Docenti (2)
Specialisti nelle scienze della vita e della salute (2)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (65)
Altre informazioni
in materia
74
52
23
22
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, uno ha registrato un calo, sei
un aumento mentre nessuno ha riportato una situazione di stabilità. Otto punti focali non sono
stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Irlanda, Spagna e Svezia.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
In una relazione si segnalava che angherie e soprusi sono un fenomeno crescente soprattutto
nelle scuole con studenti molto giovani: il personale docente subisce molestie di diversa gravità
che in taluni casi arrivano alla violenza vera e propria.
Diverse relazioni nazionali hanno evidenziato la carenza di informazioni su questo fattore di
rischio potenziale, in particolare su come garantire una formazione e una preparazione
adeguata e aiutare ad affrontare una situazione di questo tipo.
Nelle relazioni nazionali sono state suggerite diverse misure da adottare o da sviluppare
ulteriormente per ridurre il rischio di angherie e soprusi sul luogo di lavoro, tra cui:
• attività di formazione e preparazione per aiutare ad affrontare le conseguenze di tali
situazioni;
• il bisogno di insegnare agli operatori della medicina del lavoro, agli ispettori del lavoro, alle
parti sociali e al personale presente sul luogo di lavoro come individuare i fenomeni di
angherie e le vittime che le subiscono;
• l’esigenza di sviluppare una base di conoscenze sul rapporto tra fattori dell’ambiente
lavorativo e la necessità di trovare capri espiatori;
• pianificare e progettare i rapporti sociali sul luogo di lavoro;
• incrementare le azioni di controllo e di protezione da parte delle autorità competenti;
• sviluppare attività di informazione e formazione per i lavoratori.
(62)
(63)
(64)
(65)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
53
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: molestie sessuali
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo ( )
66
Il 2 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto a molestie sessuali.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (67)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
55 Alberghi e ristoranti (4)
85 Sanità e altri servizi sociali (4)
52 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli); riparazione di beni
personali e per la casa (2)
80 Istruzione (2)
51 Commercio all’ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi (2)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (68)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
51
52
42
41
91
32
Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza (6)
Commercianti, dimostratori e indossatori (3)
Impiegati in contatto diretto con il pubblico (3)
Impiegati d’ufficio (3)
Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (2)
Professioni intermedie nelle scienze della vita e della salute (2)
Altre categorie a rischio
Genere: otto punti focali hanno indicato il genere femminile come quello più esposto al rischio
di molestie sessuali sul luogo di lavoro.
Tendenze
Per quanto riguarda le molestie sessuali sul luogo di lavoro, non è possibile trarre delle
conclusioni certe sulla tendenza in atto negli ultimi 3-5 anni: quattro punti focali hanno indicato
una tendenza alla stabilità, due hanno segnalato un aumento ed uno ha segnalato una
diminuzione. Otto punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in
particolare.
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (69)
Altre informazioni
in materia
(66)
(67)
(68)
(69)
Le molestie sessuali sono un altro fattore scatenante delle malattie legate allo stress.
Danimarca e Spagna.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Le relazioni nazionali contenevano proposte di misure da adottare per ridurre il rischio di
molestie sessuali sul luogo di lavoro, tra cui:
• la necessità di attività di informazione e formazione a favore dei lavoratori;
• la necessità di migliorare la tutela sociale e di incoraggiare le denunce;
• attività di controllo per valutare una politica aziendale atta ad impedire l’aumento di molestie
sessuali o, se possibile, favorirne la riduzione.
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
54
A g e n z i a
e u r o p e a
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
Indicatore di esposizione: lavoro monotono
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (70)
Il 45 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto ai rischi derivanti dal lavoro monotono.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (71)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
19 Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, articoli da
correggiaio, selleria e calzature (4)
17 Industrie tessili (4)
15 Industrie alimentari e delle bevande (4)
28 Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (3)
16 Industria del tabacco (3)
20 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili;
Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (3)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (72)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
82
91
42
81
83
93
Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (7)
Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (7)
Impiegati in contatto diretto con il pubblico (6)
Operatori impianti fissi e collegati (6)
Conduttori diveicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (4)
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (4)
Altre categorie a rischio
Genere: in generale, le donne sono state spesso indicate come il genere più esposto al lavoro
monotono.
Tendenze
Per quanto riguarda la tendenza manifestatasi negli ultimi 3-5 anni, non è stato possibile trarre
conclusioni certe. Tre punti focali hanno osservato una situazione di stabilità, due una
diminuzione e due un aumento. Otto punti focali non sono stati in grado di determinare una
tendenza in particolare.
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (73)
Altre informazioni
in materia
(70)
(71)
(72)
(73)
Il lavoro monotono può essere uno degli elementi scatenanti delle malattie legate allo stress. Può
inoltre provocare momenti di disattenzione con un conseguente rischio di infortuni. Può infine
spingere un soggetto a correre rischi per sconfiggere la noia.
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Spagna e Svezia.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Diverse relazioni nazionali contenevano una serie di misure da adottare o da sviluppare per
ridurre i rischi derivanti dal lavoro monotono sul luogo di lavoro, tra cui:
• il bisogno di arricchire le varie mansioni e di attuare una rotazione delle attività all’interno del
luogo di lavoro;
• introduzione di nuove forme di organizzazione del lavoro che prevedano la partecipazione dei
lavoratori;
• attività di informazione e formazione a favore dei lavoratori.
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
55
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Indicatore di esposizione: dispositivi di protezione individuale (DPI)
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (74)
Settori segnalati
più a rischio
Una stima sbagliata dell’utilità dei DPI e del loro utilizzo può essere alla base di qualsiasi
infortunio e malattia professionale. Dipende dalle ragioni che portano all’introduzione di tali
dispositivi (ad esempio, se I DPI per la protezione dell’udito sono scelti o indossati erroneamente,
si incorre nel rischio di sordità da esposizione al rumore).
Il 25 % di tutti i lavoratori intervistati utilizzava dispositivi di protezione individuale.
45 Costruzioni (11)
28 Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (5)
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (75)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
24 Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche ed artificiali (4)
01 Agricoltura, caccia e relativi servizi (4)
27 Produzione di metalli e loro leghe (4)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (76)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (7)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (5)
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (4)
61 Agricoltori e lavoratori specializzati nel settore della agricoltura e della pesca (3)
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (3)
81 Operatori impianti fissi (3)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (77)
Altre informazioni
in materia
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Per quanto riguarda la tendenza nell’utilizzo di DPI sul luogo di lavoro negli ultimi 3-5 anni,
cinque punti focali hanno segnalato una situazione di stabilità, uno ha segnalato un aumento e
due una diminuzione. Sette punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in
particolare.
Belgio, Finlandia, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
L’uso di DPI deve essere l’ultima forma di protezione ad essere presa in considerazione dopo che
le misure tecniche e organizzative non sono più ritenute sufficienti. In diverse relazioni nazionali
si è sottolineato il fatto che la fornitura di dispositivi di protezione individuale è all’ultimo posto
nella gerarchia delle misure a favore della salute e della prevenzione attuate per ridurre i rischi
sul luogo di lavoro. Tali gerarchie favoriscono una riduzione dei rischi attraverso eliminazione,
sostituzione, separazione e protezione. Ciò significa che solo dopo aver introdotto tutte le
misure tecniche e organizzative esistenti si può considerare l’aspetto delle attrezzature di
protezione individuale.
In diverse relazioni nazionali ci si sofferma sulla necessità di formazione continua e di attività di
informazione rivolte ai lavoratori sull’uso dei dispositivi di protezione individuale. Si affermava ,ti
erano oltre il doppio della media. Inoltre, può essere più problematico l’uso di DPI multipli (ad
esempio, nel settore della sanità e dei servizi sociali, i guanti in lattice possono porre problemi
seri di salute a chi li indossa).
(74)
(75)
(76)
(77)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
56
A g e n z i a
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p e r
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s i c u r e z z a
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Esito SSL: infortuni sul lavoro con assenza superiore a tre giorni
Quadro europeo (78)
Nel 1996 sono stati registrati complessivamente 4 757 611 infortuni con un’assenza dal lavoro
superiore a tre giorni.
Nel biennio 1994-1996, nell’UE il rischio di infortuni con un’assenza dal lavoro superiore a tre
giorni è diminuito del 3,3 %.
Settori: 1 357 022 infortuni registrati nel settore manifatturiero e 831 000 nell’edilizia.
Dimensioni dell’azienda: la maggior parte degli infortuni si è verificata in aziende con meno di
49 dipendenti.
Genere: 3 668 266 uomini e 920 000 donne hanno subito almeno un infortunio con un’assenza
superiore a tre giorni.
Età: il tasso di infortuni sul lavoro è risultato più alto per la fascia di età «18-24 anni».
Durata dell’assenza dal lavoro: per il 47 % di tutti gli infortuni registrati l’assenza dal lavoro è
stata inferiore alle due settimane e per il 48 % è durata da due settimane a tre mesi.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (79)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
45 Costruzioni (11)
28 Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (8)
20 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili;
Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (6)
15 Industrie alimentari e delle bevande (5)
01 Agricoltura, caccia e relativi servizi (4)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (80)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
82
72
71
93
Altre categorie a rischio
Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (9)
Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (8)
Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (6)
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (6)
81 Operatori impianti fissi (4)
Dimensioni dell’azienda: sono considerate più a rischio le imprese con meno di 49 dipendenti,
anche se non in tutti i settori.
Genere: tredici punti focali hanno indicato il genere maschile come il più a rischio di infortuni
con un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni.
Età: sei punti focali hanno indicato la fascia di età «meno di 25 anni» come la più a rischio per
infortuni con un’assenza dal lavoro di almeno tre giorni.
Posizione lavorativa: si è osservato che il reperimento di manodopera esterna fa crescere il
rischio di infortuni per due ragioni. In primo luogo, i subappaltatori non sono sempre sotto la
supervisione diretta del datore di lavoro. In secondo luogo, accettano contemporaneamente
diversi contratti e, trattandosi spesso di lavori di breve durata, non hanno il tempo di
conoscere l’ambiente circostante, cosa che fa aumentare il rischio di errori e il livello di stress
mentale.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Nove punti focali hanno segnalato una tendenza alla diminuzione degli infortuni sul lavoro
con un’assenza superiore a tre giorni.
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.
Descrizione
dell’azione suggerita (81)
La prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro era uno degli aspetti più importanti per alcuni
Stati membri.
Altre informazioni
in materia
Scivolate, inciampate e cadute sono state segnalate dalle relazioni nazionali come le prime
cause di infortuni con assenza dal lavoro di tre o più giorni. L’elenco completo delle cause
individuate è presentato più sotto.
Alcuni punti focali hanno fatto riferimento al problema generale di mancata denuncia degli
infortuni. Tuttavia, sono soprattutto gli infortuni con conseguenze non serie a non essere
denunciati.
(78)
(79)
(80)
(81)
Tratto dalla pubblicazione Eurostat «Infortuni sul lavoro nell’UE nel 1996», tema 3-4/2000.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
57
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Elenco completo delle cause di infortuni che comportano
un’assenza dal lavoro di tre o più giorni
Cause degli infortuni
58
Numero di segnalazioni
• Scivolate, inciampate e cadute
7
• Movimentazione manuale
5
• Colpo subito durante lo spostamento
di un oggetto
5
• Oggetti e prodotti solidi
4
• Strumenti
4
• Trasporto all’interno dell’impresa
4
• Colpo subito da un oggetto in caduta
4
• Ambiente di lavoro e struttura
3
• Macchine
3
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Esito SSL: infortuni mortali
Quadro europeo (82)
Nel 1996 si sono verificati 5 549 infortuni mortali.
Nel biennio 1994-1996, nell’UE il rischio di infortuni mortali sul luogo di lavoro è diminuito di
oltre il 13 %.
Settori: 1 349 infortuni mortali sono stati registrati nell’edilizia e 1 128 nel settore
manifatturiero.
Dimensioni dell’azienda: la maggior parte degli infortuni mortali si è verificato in imprese con
meno di 49 dipendenti.
Genere: 5 124 uomini e 315 donne sono stati vittime di infortuni mortali.
Età: l’incidenza di infortuni mortali nell’UE ha mostrato una tendenza all’aumento parallela
all’aumento dell’età.
Oltre il 50 % degli infortuni mortali sono legati al trasporto.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (83)
Le cifre tra parentesi
indicano il numero
di segnalazioni
da parte dei punti focali
45
01
60
05
14
28
02
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (84)
Le cifre tra parentesi
indicano il numero
di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (6)
83 Conduttori diveicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (6)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (6)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pasca ed assimilati (4)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (4)
Altre categorie a rischio
Genere: dodici punti focali hanno indicato gli uomini come il genere più a rischio di infortuni
mortali sul lavoro.
Tendenze
Sei punti focali hanno indicato una tendenza alla stabilità nel numero di infortuni mortali sul
lavoro, sette hanno registrato un calo e due un aumento.
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Belgio, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna.
Descrizione
dell’azione suggerita (85)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune
Altre informazioni
in materia
(82)
(83)
(84)
(85)
Costruzioni (11)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (5)
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (5)
Pesca, piscicoltura e servizi connessi (5)
Altre industrie estrattive (4)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (3)
Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi (3)
La caduta dall’alto è da qualche tempo uno dei pericoli più gravi in determinati settori e per
determinate categorie professionali, come indicato nella tabella più sotto. Questa causa di
infortunio mortale è stata segnalata con la stessa frequenza degli incidenti con veicoli.
Tratto dalla pubblicazione Eurostat «Infortuni sul lavoro nell’UE nel 1996», tema 3-4/2000.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
59
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Elenco completo delle cause di infortuni mortali
Cause di infortuni mortali
sul lavoro
60
Numero
di segnalazioni
• Incidenti con veicoli
5
• Caduta/salto da una impalcatura
5
• Caduta/crollo di oggetti
4
• Scivolate, inciampate e cadute
3
• Percorsi a traffico intenso
3
• Macchine pericolose
2
• Situazioni di impigliamento/intrappolamento
2
• Contatto con l’elettricità
2
A g e n z i a
e u r o p e a
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
Esito SSL: malattie professionali
Quadro europeo
Non sono disponibili dati europei.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (86)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
45
85
28
27
15
01
Costruzioni (11)
Sanità e altri servizi sociali (5)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (5)
Produzione di metalli e loro leghe (5)
Industrie alimentari e delle bevande (5)
Agricoltura, caccia e servizi collegati(5)
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (87)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (7)
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (7)
82 Operatori di macchinari e operai addetti al montaggio (6)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (5)
83 Conduttori diveicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (3)
51 Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza (2)
74 Altri artigiani ed operai specializzati (2)
Altre categorie a rischio
Dimensioni dell’azienda: le piccole imprese sono considerate più a rischio per la disponibilità di
minori risorse da dedicare al monitoraggio e all’introduzione di misure di controllo adeguate per
combattere le malattie professionali.
Genere: nove punti focali hanno indicato gli uomini come il genere più spesso vittima di malattie
professionali.
Età: nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, cinque hanno indicato che
la fascia di età più a rischio di malattie professionali è quella superiore ai 55 anni.
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (88)
Altre informazioni
in materia
Per quanto riguarda la tendenza nel numero di lavoratori affetti da malattie professionali, due
punti focali hanno registrato una situazione di stabilità, sette un calo e tre un aumento. Soltanto
due punti focali non sono stati in grado di determinare una tendenza in particolare.
Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
In diverse relazioni nazionali sono state suggerite misure da adottare o da migliorare per ridurre
il rischio di malattie professionali, tra cui:
• attività di formazione e informazione degli operatori sanitari sulle malattie professionali;
• la necessità di introdurre protocolli sanitari specifici;
• l’importanza di intensificare le attività di informazione su tale rischio e sui prodotti tossici;
• la necessità di inserire nuove malattie professionali nei registri nazionali;
• la necessità di fornire al settore dei servizi sanitari orientamenti sulla diagnosi e sul
trattamento di una serie di disturbi legati all’attività lavorativa, nonché informazioni in materia
di prevenzione, conservazione del posto e rientro al lavoro.
(86) I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
(87) Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
(88) La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
61
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Esito SSL: disturbi muscolo-scheletrici
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (89)
I disturbi muscolo-scheletrici possono generare lesioni a carico dei sistemi muscolare e
scheletrico. Interessate più spesso dai disturbi muscolo-scheletrici legati all’attività lavorativa
sono la regione lombare e le mani (tenosinovite).
Il 30 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto al rischio di disturbi muscolo-scheletrici.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (90)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
45
01
55
85
28
27
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (91)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (9)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (6)
91 Personale non qualificato relativo alle vendite ed ai servizi (5)
72 Artigiani ed operai metalmeccanici ed assimilati (5)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pasca ed assimilati (4)
61 Agricoltori e lavoratori specializzati nel settore della agricoltura e della pesca (4)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Costruzioni (7)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (6)
Alberghi e ristoranti (4)
Sanità e altri servizi sociali (3)
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (3)
Produzione di metalli e loro leghe (3)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Sei punti focali hanno segnalato una situazione di stabilità nell’esposizione ai disturbi muscoloscheletrici, cinque un aumento ed uno un calo. Soltanto tre punti focali non sono stati in grado
di determinare una tendenza in particolare.
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Svezia.
Descrizione
dell’azione suggerita (92)
Due punti focali hanno registrato la carenza di dati nazionali e l’esigenza di intraprendere
indagini per raccogliere tali informazioni.
Altre informazioni
in materia
I disturbi muscolo-scheletrici sono una causa frequente di lesioni professionali nell’ambiente di
lavoro.
L’esposizione professionale ai disturbi muscolo-scheletrici è una possibile causa di lesione. Anche
lo stile di vita attuale, improntato ad una vita sana, con attività ricreative e sportive, incide in
maniera significativa, rendendo ancora più difficile stabilire quali disturbi sono attribuibili
unicamente alle condizioni esistenti sul posto di lavoro. Ripetitività e monotonia, associati a
condizioni di lavoro quali scarso controllo personale del lavoro e ritmi elevati, possono
incrementare il rischio di disturbi muscolo-scheletrici.
Ci si attende per il prossimo futuro lo sviluppo di sistemi di sollevamento meccanico più vari ed
efficaci.
La prevalenza di disturbi muscolo-scheletrici tra i lavoratori più giovani e più attivi non riflette
l’impatto dei sintomi legati all’attività lavorativa tra i lavoratori più anziani.
(89)
(90)
(91)
(92)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
62
A g e n z i a
e u r o p e a
p e r
l a
s i c u r e z z a
e
l a
s a l u t e
s u l
l a v o r o
Esito SSL: stress
Possibili effetti sulla salute
Quadro europeo (93)
Uno stress eccessivo provoca stanchezza, ansia, attacchi di panico con sudorazione intensa e
tremito. Può provocare difficoltà a rilassarsi, perdita della concentrazione, inappetenza e disturbi
del sonno. Alcuni soggetti diventano depressi o aggressivi. Lo stress fa aumentare il rischio di
ulcera, disturbi mentali, malattie cardiache e disturbi cutanei.
Il 28 % di tutti i lavoratori intervistati era esposto allo stress.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (94)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
85
80
60
75
01
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (95)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
22
23
12
93
Altre categorie a rischio
Sanità e altri servizi sociali (7)
Istruzione (7)
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (5)
Pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria (4)
Agricoltura, caccia e relativi servizi (4)
Specialisti nelle scienze della vita e della salute (7)
Docenti (6)
Amministratori, dirigenti e direttori di società controllanti (5)
Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (4)
13 Amministratori, dirigenti e direttori di società controllate (4)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Tendenze
Nove punti focali hanno indicato che negli ultimi 3-5 anni l’esposizione allo stress sul luogo di
lavoro è diminuita, uno ha segnalato una situazione di stabilità mentre cinque non sono stati in
grado di determinare una tendenza in particolare.
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Descrizione
dell’azione suggerita (96)
Altre informazioni
in materia
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
Lo stress sul lavoro è spesso considerato un problema tipico del settore terziario. Invece, cause
di stress possono emergere anche in situazioni di lavoro puramente fisico, generate da
condizioni ambientali quali rumore, vapori tossici, calore o persino posture lavorative scomode.
È ormai risaputo che nelle professioni con turni di lavoro lo stress insorge di frequente. Un’altra
fonte di stress è infine la precarietà del posto di lavoro.
In diverse relazioni nazionali si è discusso di varie misure da adottare o da migliorare per ridurre
il rischio di stress sul lavoro, tra cui:
• introdurre procedure di organizzazione del lavoro;
• favorire la partecipazione dei lavoratori;
• introdurre la rotazione delle attività e pause regolari;
• introdurre attività di informazione e formazione per i lavoratori sulle tecniche di rilassamento
per combattere lo stress.
(93)
(94)
(95)
(96)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
63
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea – Studio pilota
Esito SSL: assenza dal lavoro per malattia
Quadro europeo (97)
Circa il 23 % di tutti i lavoratori intervistati hanno dichiarato di assentarsi dal lavoro per un
numero variabile di giorni.
Settori segnalati
più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice NACE) (98)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
85
75
80
64
60
Categorie professionali
segnalate più a rischio
nelle relazioni nazionali
(codice ISCO) (99)
Le cifre tra parentesi indicano
il numero di segnalazioni
da parte dei punti focali
93 Personale non qualificato delle miniere, delle costruzioni, delle attività industriali e dei
trasporti (3)
92 Personale non qualificato dell’agricoltura, della pasca ed assimilati (2)
83 Conduttori diveicoli, di macchinari mobili e di sollevamento (2)
73 Artigiani e operai della meccanica di precisione, dell’artigianato artistico, dell’arte grafica
ed assimilati (2)
71 Artigiani e operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (2)
51 Operatori nei servizi personali e nella protezione e sicurezza (2)
23 Docenti (2)
22 Specialisti nelle scienze della vita e della salute (2)
Altre categorie a rischio
Tendenze
Punti focali che segnalano
la necessità di un’ulteriore
azione preventiva
Descrizione
dell’azione suggerita (100)
Altre informazioni
in materia
Sanità e altri servizi sociali (4)
Pubblica amministrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria (4)
Istruzione (3)
Poste e telecomunicazioni (3)
Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte (3)
Non è stato possibile fornire una descrizione comune
Nonostante non siano giunte segnalazioni da tutti i punti focali, due hanno registrato una
situazione di stabilità nel numero di assenze dal lavoro per malattia, due hanno segnalato un
calo e tre un aumento. Gli altri otto punti focali non sono stati in grado di determinare una
tendenza in particolare.
Belgio, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.
Non è stato possibile fornire una descrizione comune.
L’assenza dal lavoro è un fenomeno complesso che dipende da tutta una serie di cause. Può
essere determinato da diversi fattori: la variazione delle mansioni, le condizioni fisiche di lavoro,
la gestione, la retribuzione, la flessibilità, gli orari, le misure di controllo e infine le variazioni
demografiche e individuali (condizioni di impiego).
In diverse relazioni nazionali si è discusso di una serie di misure da adottare e sviluppare per
ridurre l’incidenza delle assenze dal lavoro:
• approfondire la ricerca sulle caratteristiche della società;
• sviluppare attività di formazione e informazione degli operatori sanitari sull’assenza dal lavoro
per malattia;
• favorire forme di partecipazione dei lavoratori;
• favorire forme di controllo dell’attività lavorativa;
• introdurre piani di prevenzione basati su un protocollo sanitario specifico;
• portare avanti l’informazione su tale rischio, in particolare sui nuovi prodotti tossici;
• inserire nuove malattie professionali nei registri nazionali.
(97)
(98)
(99)
(100)
Dati ESWC, seconda indagine della Fondazione europea di Dublino, 1996.
I settori segnalati con maggior frequenza dai punti focali perché considerati più a rischio.
Le categorie professionali segnalate con maggior frequenza dai punti focali perché considerate più a rischio.
La descrizione delle azioni ulteriori si trova nei capitoli della relazione principale che trattano nello specifico l’esposizione o l’esito SSL.
64
Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro
Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea — Studio pilota - Progetto di relazione di
sintesi
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee
2001 — 64 pagg. — 21 x 29.7 cm
ISBN 92-95007-08-5
Venta • Salg • Verkauf • Pvlèseiw • Sales • Vente • Vendita • Verkoop • Venda • Myynti • Försäljning
http://eur-op.eu.int/general/en/s-ad.htm
BELGIQUE/BELGIË
Jean De Lannoy
Avenue du Roi 202/Koningslaan 202
B-1190 Bruxelles/Brussel
Tél. (32-2) 538 43 08
Fax (32-2) 538 08 41
E-mail: [email protected]
URL: http://www.jean-de-lannoy.be
La librairie européenne/
De Europese Boekhandel
Rue de la Loi 244/Wetstraat 244
B-1040 Bruxelles/Brussel
Tél. (32-2) 295 26 39
Fax (32-2) 735 08 60
E-mail: [email protected]
URL: http://www.libeurop.be
Moniteur belge/Belgisch Staatsblad
Rue de Louvain 40-42/Leuvenseweg 40-42
B-1000 Bruxelles/Brussel
Tél. (32-2) 552 22 11
Fax (32-2) 511 01 84
E-mail: [email protected]
DANMARK
J. H. Schultz Information A/S
Herstedvang 12
DK-2620 Albertslund
Tlf. (45) 43 63 23 00
Fax (45) 43 63 19 69
E-mail: [email protected]
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DEUTSCHLAND
Bundesanzeiger Verlag GmbH
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Amsterdamer Straße 192
D-50735 Köln
Tel. (49-221) 97 66 80
Fax (49-221) 97 66 82 78
E-Mail: [email protected]
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ELLADA/GREECE
G. C. Eleftheroudakis SA
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Panepistimiou 17
GR-10564 Athina
Tel. (30-1) 331 41 80/1/2/3/4/5
Fax (30-1) 323 98 21
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ESPAÑA
Boletín Oficial del Estado
Trafalgar, 27
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Tel. (34) 915 38 21 11 (libros)
Tel. (34) 913 84 17 15 (suscripción)
Fax (34) 915 38 21 21 (libros),
Fax (34) 913 84 17 14 (suscripción)
E-mail: [email protected]
URL: http://www.boe.es
Mundi Prensa Libros, SA
Castelló, 37
E-28001 Madrid
Tel. (34) 914 36 37 00
Fax (34) 915 75 39 98
E-mail: [email protected]
URL: http://www.mundiprensa.com
FRANCE
Journal officiel
Service des publications des CE
26, rue Desaix
F-75727 Paris Cedex 15
Tél. (33) 140 58 77 31
Fax (33) 140 58 77 00
E-mail: [email protected]
URL: http://www.journal-officiel.gouv.fr
IRELAND
Alan Hanna’s Bookshop
270 Lower Rathmines Road
Dublin 6
Tel. (353-1) 496 73 98
Fax (353-1) 496 02 28
E-mail: [email protected]
ITALIA
Licosa SpA
Via Duca di Calabria, 1/1
Casella postale 552
I-50125 Firenze
Tel. (39) 055 64 83 1
Fax (39) 055 64 12 57
E-mail: [email protected]
URL: http://www.licosa.com
ÖSTERREICH
EESTI
Manz’sche Verlags- und
Universitätsbuchhandlung GmbH
Kohlmarkt 16
A-1014 Wien
Tel. (43-1) 53 16 11 00
Fax (43-1) 53 16 11 67
E-Mail: [email protected]
URL: http://www.manz.at
Eesti Kaubandus-Tööstuskoda
(Estonian Chamber of Commerce and Industry)
Toom-Kooli 17
EE-10130 Tallinn
Tel. (372) 646 02 44
Fax (372) 646 02 45
E-mail: [email protected]
URL: http://www.koda.ee
PORTUGAL
HRVATSKA
Distribuidora de Livros Bertrand Ld.ª
Grupo Bertrand, SA
Rua das Terras dos Vales, 4-A
Apartado 60037
P-2700 Amadora
Tel. (351) 214 95 87 87
Fax (351) 214 96 02 55
E-mail: [email protected]
Imprensa Nacional-Casa da Moeda, SA
Sector de Publicações Oficiais
Rua da Escola Politécnica, 135
P-1250-100 Lisboa Codex
Tel. (351) 213 94 57 00
Fax (351) 213 94 57 50
E-mail: [email protected]
URL: http://www.incm.pt
SUOMI/FINLAND
Akateeminen Kirjakauppa/
Akademiska Bokhandeln
Keskuskatu 1/Centralgatan 1
PL/PB 128
FIN-00101 Helsinki/Helsingfors
P./tfn (358-9) 121 44 18
F./fax (358-9) 121 44 35
Sähköposti: [email protected]
URL: http://www.akateeminen.com
SVERIGE
BTJ AB
Traktorvägen 11-13
S-221 82 Lund
Tlf. (46-46) 18 00 00
Fax (46-46) 30 79 47
E-post: [email protected]
URL: http://www.btj.se
UNITED KINGDOM
The Stationery Office Ltd
Customer Services
PO Box 29
Norwich NR3 1GN
Tel. (44) 870 60 05-522
Fax (44) 870 60 05-533
E-mail: [email protected]
URL: http://www.itsofficial.net
ÍSLAND
Bokabud Larusar Blöndal
Skólavördustig, 2
IS-101 Reykjavik
Tel. (354) 552 55 40
Fax (354) 552 55 60
E-mail: [email protected]
NORGE
Swets Blackwell AS
Østenjoveien 18
Boks 6512 Etterstad
N-0606 Oslo
Tel. (47) 22 97 45 00
Fax (47) 22 97 45 45
E-mail: [email protected]
SCHWEIZ/SUISSE/SVIZZERA
Euro Info Center Schweiz
c/o OSEC
Stampfenbachstraße 85
PF 492
CH-8035 Zürich
Tel. (41-1) 365 53 15
Fax (41-1) 365 54 11
E-mail: [email protected]
URL: http://www.osec.ch/eics
NEDERLAND
SDU Servicecentrum Uitgevers
Christoffel Plantijnstraat 2
Postbus 20014
2500 EA Den Haag
Tel. (31-70) 378 98 80
Fax (31-70) 378 97 83
E-mail: [email protected]
URL: http://www.sdu.nl
MAGYARORSZÁG
Euro Info Service
Szt. István krt.12
II emelet 1/A
PO Box 1039
H-1137 Budapest
Tel. (36-1) 329 21 70
Fax (36-1) 349 20 53
E-mail: [email protected]
URL: http://www.euroinfo.hu
MALTA
Miller Distributors Ltd
Malta International Airport
PO Box 25
Luqa LQA 05
Tel. (356) 66 44 88
Fax (356) 67 67 99
E-mail: [email protected]
POLSKA
Ars Polona
Krakowskie Przedmiescie 7
Skr. pocztowa 1001
PL-00-950 Warszawa
Tel. (48-22) 826 12 01
Fax (48-22) 826 62 40
E-mail: [email protected]
EGYPT
The Middle East Observer
41 Sherif Street
Cairo
Tel. (20-2) 392 69 19
Fax (20-2) 393 97 32
E-mail: [email protected]
URL: http://www.meobserver.com.eg
INDIA
EBIC India
3rd Floor, Y. B. Chavan Centre
Gen. J. Bhosale Marg.
Mumbai 400 021
Tel. (91-22) 282 60 64
Fax (91-22) 285 45 64
E-mail: [email protected]
URL: http://www.ebicindia.com
JAPAN
PSI-Japan
Asahi Sanbancho Plaza #206
7-1 Sanbancho, Chiyoda-ku
Tokyo 102
Tel. (81-3) 32 34 69 21
Fax (81-3) 32 34 69 15
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MALAYSIA
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Suite 45.02, Level 45
Plaza MBf (Letter Box 45)
8 Jalan Yap Kwan Seng
50450 Kuala Lumpur
Tel. (60-3) 21 62 92 98
Fax (60-3) 21 62 61 98
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MÉXICO
ROMÂNIA
Euromedia
Str.Dionisie Lupu nr. 65, sector 1
RO-70184 Bucuresti
Tel. (40-1) 315 44 03
Fax (40-1) 312 96 46
E-mail: [email protected]
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Río Pánuco, 141
Colonia Cuauhtémoc
MX-06500 México, DF
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Fax (52-5) 514 67 99
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SLOVAKIA
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Centrum VTI SR
Nám. Slobody, 19
SK-81223 Bratislava
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Fax (421-7) 54 41 83 64
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EBIC Philippines
19th Floor, PS Bank Tower
Sen. Gil J. Puyat Ave. cor. Tindalo St.
Makati City
Metro Manilla
Tel. (63-2) 759 66 80
Fax (63-2) 759 66 90
E-mail: [email protected]
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SLOVENIJA
Gospodarski Vestnik
Dunajska cesta 5
SLO-1000 Ljubljana
Tel. (386) 613 09 16 40
Fax (386) 613 09 16 45
E-mail: [email protected]
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SOUTH AFRICA
TÜRKIYE
SOUTH KOREA
Dünya Infotel AS
100, Yil Mahallessi 34440
TR-80050 Bagcilar-Istanbul
Tel. (90-212) 629 46 89
Fax (90-212) 629 46 27
E-mail: [email protected]
The European Union Chamber of
Commerce in Korea
5th FI, The Shilla Hotel
202, Jangchung-dong 2 Ga, Chung-ku
Seoul 100-392
Tel. (82-2) 22 53-5631/4
Fax (82-2) 22 53-5635/6
E-mail: [email protected]
URL: http://www.eucck.org
ARGENTINA
World Publications SA
Av. Cordoba 1877
C1120 AAA Buenos Aires
Tel. (54-11) 48 15 81 56
Fax (54-11) 48 15 81 56
E-mail: [email protected]
URL: http://www.wpbooks.com.ar
B@LGARIJA
Europress Euromedia Ltd
59, blvd Vitosha
BG-1000 Sofia
Tel. (359-2) 980 37 66
Fax (359-2) 980 42 30
E-mail: [email protected]
URL: http://www.europress.bg
LUXEMBOURG
Messageries du livre SARL
5, rue Raiffeisen
L-2411 Luxembourg
Tél. (352) 40 10 20
Fax (352) 49 06 61
E-mail: [email protected]
URL: http://www.mdl.lu
Mediatrade Ltd
Pavla Hatza 1
HR-10000 Zagreb
Tel. (385-1) 481 94 11
Fax (385-1) 481 94 11
Renouf Publishing Co. Ltd
5369 Chemin Canotek Road, Unit 1
Ottawa, Ontario K1J 9J3
Tel. (1-613) 745 26 65
Fax (1-613) 745 76 60
E-mail: [email protected]
URL: http://www.renoufbooks.com
AUSTRALIA
Hunter Publications
PO Box 404
Abbotsford, Victoria 3067
Tel. (61-3) 94 17 53 61
Fax (61-3) 94 19 71 54
E-mail: [email protected]
|ESKÁ REPUBLIKA
BRESIL
ÚVIS
odd. Publikaci
Havelkova 22
CZ-130 00 Praha 3
Tel. (420-2) 22 72 07 34
Fax (420-2) 22 71 57 38
URL: http://www.uvis.cz
Livraria Camões
Rua Bittencourt da Silva, 12 C
CEP
20043-900 Rio de Janeiro
Tel. (55-21) 262 47 76
Fax (55-21) 262 47 76
E-mail: [email protected]
URL: http://www.incm.com.br
CYPRUS
CANADA
Cyprus Chamber of Commerce and Industry
PO Box 21455
CY-1509 Nicosia
Tel. (357-2) 88 97 52
Fax (357-2) 66 10 44
E-mail: [email protected]
Les éditions La Liberté Inc.
3020, chemin Sainte-Foy
Sainte-Foy, Québec G1X 3V6
Tel. (1-418) 658 37 63
Fax (1-800) 567 54 49
E-mail: [email protected]
Eurochamber of Commerce in South Africa
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2146 Sandton
Tel. (27-11) 884 39 52
Fax (27-11) 883 55 73
E-mail: [email protected]
SRI LANKA
EBIC Sri Lanka
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115 Sir Chittampalam
A. Gardiner Mawatha
Colombo 2
Tel. (94-1) 074 71 50 78
Fax (94-1) 44 87 79
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Lanham MD 20706-4391
Tel. (1-800) 274 44 47 (toll free telephone)
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