Articoli di stampa dal 22 al 24

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Articoli di stampa dal 22 al 24
Dal sito
”Corriere della sera”, 22 novembre 2011
Gb, i top manager guadagnano il 4000% in più rispetto a trenta anni fa. Il caso
limite alla Barclays', dove la retribuzione del CEO è 169 volte superiore al salario
medio «Un danno per l'economia britannica». Stipendi a confronto - Milano, 22
novembre di Antonella De Gregorio
La paga dei top manager britannici continua a crescere, nonostante il clima di austerity globale.
A rilevarlo è una ricerca di un gruppo di studio d'Oltremanica, la High Pay Commission, gruppo di studio indipendente
della ONG Compass, che analizza le retribuzioni del settore privato.
Le conclusioni della Commissione, dopo un anno di lavoro sono che negli ultimi 30 anni il salario degli Amministratori
Delegati di società quotate nel Ftse 100 sono aumentate a livelli stratosferici, fino al 4.000% in più rispetto al 1980: è il
caso della Barclays, dove il top manager guadagna oggi la bellezza di 4,4 milioni di sterline l'anno.
LA CRISI
«In un periodo di crisi senza precedenti, una piccola parte della società, lo 0,1%, continua a godere di consistenti
aumenti annuali nel salario», ha commentato sul Telegraph Deborah Hargreaves, Presidente di High Pay Commission.
«Questi aumenti formidabili danneggiano l'economia britannica e provocano distorsioni nel mercato, drenando talenti
e premiando gestioni fallimentari».
L'istituto ha concluso il proprio lavoro sottolineando l'urgenza di riforme, in particolare di una «radicale
semplificazione» dei compensi dei top manager: oltre all'obbligo di rendere pubbliche le buste paga dei dipendenti più
pagati, di rendere trasparenti i criteri di differenziazione dei salari tra dirigenti e quadri, e di far luce sui guadagni
complessivi.
Secondo la Commissione, inoltre, è il momento di istituire un organismo nazionale per monitorare l'andamento delle
retribuzioni di fascia più alta.
LE DIFFERENZE
Ad essere schizzato alle stelle, non è solo il valore in percentuale, ma anche la differenza con il salario corrisposto al
dipendente medio.
Se nel 1980 la retribuzione del boss di Barclays era 14,5 volte superiore allo stipendio medio, oggi quel valore è salito
fino a quota 75.
E l'inaudita cifra di 4milioni e 300mila sterline della busta paga di John Varley, fino al marzo scorso CEO e Consigliere
d'Amministrazione della Banca, è di 169 volte superiore al salario di un Lavoratore del Regno Unito.
Il fenomeno non è limitato alle Banche.
Stando al rapporto, alla Bp - dove l'Amministratore Delegato guadagna 4,5 milioni di sterline - il differenziale è
passato, nello stesso periodo, da 16,5 a 63,2, con un incremento del 3006%.
Alla Gkn (colosso metallurgico) da 14,9 a 47,7.
Alla Lonmin (settore minerario) da 44,1 a 113,1.
«FUORI CONTROLLO»
Un sondaggio condotto interpellando duemila tra i destinatari del rapporto, ha bollato come «fuori controllo»
retribuzioni e bonus dei top manager.
E molti commentatori ritengono non solo «moralmente rivoltante», ma anche un elemento determinante della crisi
economica lo spaventoso trasferimento di ricchezza dalla gente comune a quelli che già vivono al top.
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 22 novembre
Fiat: Landini (Fiom), non escludiamo sciopero generale (Asca) Roma, 22 novembre
La Fiom proclama due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti Fiat per tenere le Assemblee e non esclude la possibilità di arrivare a
uno sciopero generale della categoria.
Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, in una conferenza stampa, risponde alla decisione della Fiat di disdire tutti
gli Accordi Contrattuali a partire dal primo di gennaio.
Le Assemblee, ha spiegato Landini, serviranno ''a informare i Lavoratori del Gruppo su ciò che sta avvenendo''.
Con la disdetta annunciata dalla Fiat, ha infatti aggiunto il segretario della Fiom, ''si cancella il Contratto Nazionale di Lavoro e la
libertà dei Lavoratori e delle Lavoratrici.
E' un attacco alla libertà e al diritto di tutelarsi e contrattare all'interno del posto del lavoro''.
Martedì 29 novembre prossimo, la Fiom riunirà il Comitato Centrale e in quella sede, ha proseguito Landini, si valuterà anche uno
sciopero generale di tutta la categoria perchè ''siamo di fronte a un problema generale che apre una fase nuova di modifica radicale
del sistema delle relazioni e del ruolo del sindacato stesso''.
La Fiom inoltre annuncia che distribuirà in tutti i luoghi di lavoro del Gruppo il testo dell'Accordo separato di Pomigliano, in base al
quale, dal primo gennaio, avendo la Fiat disdettato gli altri Accordi, la Fiom non avrà più una rappresentanza all'interno delle
fabbriche.
''Stiamo pensando - ha aggiunto Landini al tal proposito - di far votare a gennaio i delegati Fiom. e se non saranno riconosciuti dalla
Fiat, lo riterremo un comportamento antisindacale''.
Alle forze politiche, Landini ha chiesto poi di ''valutare ciò che sta avvenendo'', perchè ''queste scelte indicano sempre di più un
interesse ad andare via dall'Italia''.
Fiat: Uilm, chiesto incontro per aprire tavolo negoziale Contratto Auto (Asca) Roma, 22
novembre
''I sindacati metalmeccanici, esclusa la Fiom, hanno chiesto formalmente un incontro a Fiat per aprire un tavolo negoziale sul
contratto dell'auto dopo la disdetta giunta ieri pomeriggio di tutti gli Accordi sindacali da parte dell'azienda negli stabilimenti del
Gruppo.
La lettera è stata inviata poco fa e riteniamo possibile una convocazione da parte della casa automobilistica già a partire dalla
prossima settimana''.
E' Rocco Palombella a dare notizia dell'incontro tra Fiat e sindacati che dovrebbe aprire la trattativa tra le parti per giungere alla
stipula di un Contratto Nazionale dell'auto entro la fine dell'anno.
''Puntiamo ad accelerare i tempi - spiega il leader della Uilm - perché è indispensabile dare copertura contrattuale a tutti gli addetti
del Gruppo automobilistico in questione senza che si creino vuoti e problemi conseguenti.
Col Contratto Nazionale dell'auto possono determinarsi condizioni migliorative dal punto di vista economico e normativo per i circa
70mila Lavoratori dell'azienda.
Tutto sta ad intavolare un buon negoziato con Fiat per concretizzare queste potenzialità''.
Fincantieri: Uilm, Coordinamento RLS approva Piano Sicurezza Aziendale (Asca) Roma, 22
novembre
Il Coordinamento Unitario RLS ha approvato il Piano di sicurezza aziendale ''Verso infortuni zero” firmato dalle segreterie nazionali di
Uilm, Fim e Fiom con Fincantieri lo scorso 8 novembre.
Ne danno notizia Luca Colonna e Mario Ghini, segretari nazionali della Uilm sottolineando che nei prossimi giorni la società
cantieristica propagherà una capillare informativa al riguardo per sottolineare l'importanza della sicurezza in tutto il mondo
Fincantieri.
''Si tratta un Piano d'azione - hanno spigato i due dirigenti sindacali - che, prendendo spunto anche da altre esperienze in questo
tema (attuate in siderurgia, nel settore automobilistico e in altre grandi aziende) prospetta un profondo cambiamento culturale
all'interno dei cantieri della società con l'obiettivo: di ritenere la sicurezza come riferimento essenziale in tutte le fasi di lavoro; di
ridurre gli incidenti di qualsiasi tipo e natura; di dare centralità al ruolo degli RLS nell'azione di miglioramento passando attraverso un
Piano formativo articolato che vedrà coinvolte tutte le figure aziendali, con 3500 ore per i dirigenti, 36 mila ore per i capi e i tecnici e
45 mila per gli operai''.
La condivisione e l'attuazione del Piano si realizzerà, quindi, in tutte le realtà di Fincantieri, coinvolgendo anche le imprese che
operano in appalto nei cantieri navali.
''Per realizzare tutto ciò - concludono Colonna e Ghini - è stato nominato un apposito ''Comitato di Pilotaggio” che si occuperà del
coordinamento e delle verifiche del Piano d'azione all'interno del quale, per conto della Uilm, opererà Susanna Costa, responsabile
della sicurezza e della salute nel lavoro della nostra Organizzazione Sindacale''.
Lavoro: Camusso a Bersani, Articolo 18 deterrente che non si può cancellare (Asca)
Firenze, 22 novembre
L'articolo 18 ''non si può cancellare'' perchè ha una funzione ''deterrente'', al di là della percentuale di aziende in cui si applica.
Lo afferma Susanna Camusso, segretario della Cgil, replicando al leader del Pd Pierluigi Bersani che ieri aveva detto: ''Non
drammatizziamo l'articolo 18, perchè il 95% delle aziende non ce l'ha''.
A chi le chiede se questa del segretario democratico sia un'apertura sulla possibile revisione dell'articolo 18, la Camusso replica: ''Se
è un'apertura chiedetelo a lui''.
Però, precisa, ''il tema non è quanti Lavoratori oggi sono coperti dall'articolo 18 ma la funzione deterrente che quell'articolo ha.
Questa è la ragione per cui non si può cancellare.
Siamo per difendere e difenderemo l'articolo 18 e le norme attuali che riguardano i licenziamenti'', assicura, a margine di un incontro
a Firenze.
Barroso: l'Italia deve fare sforzi per riconquistare credibilità (Finanza.com), 22 novembre
"L'Italia deve continuare a fare sforzi per riconquistare la fiducia degli investitori.
Non mi aspetto soluzioni rapide: questa è una maratona, non una corsa veloce".
Lo ha detto Josè Manuel Barroso rispondendo a una domanda sulla stabilità della credibilità italiana dopo il cambio di
Governo.
Monti a Bruxelles: Italia sarà ponte verso il comunitario (Finanza.com), 22 novembre
"Il mio sforzo continuo sarà quello di operare come ponte verso il comunitario.
Credo che sia importante che tra l'Eurozona e tra il resto dell'Unione Europea non si creino divisioni perchè ci sono
interessi comuni".
Lo ha detto il Premier Mario Monti durante il suo incontro a Bruxelles con Josè Manuel Barroso.
Monti a Bruxelles: Europa non dà vincoli ma indicazioni (Finanza.com), 22 novembre
"E' sempre stato utile, e lo sarà ancora, che l'Europa ci dia delle indicazioni, se questo ci aiuta ad essere migliori nelle
nostre politiche.
Rispetto al Governo precedente, essendoci un maggiore consenso, spero che potremo andare più a fondo rispetto alle
riforme strutturali già indicate nel nostro programma".
Lo ha detto il Premier italiano Mario Monti durante il suo incontro a Bruxelles con Josè Manuel Barroso.
Rehn: monitoraggio UE su Italia proseguirà, primo report martedì (Reuters), 22
novembre
Il monitoraggio della Commissione Europea sull'Italia continuerà nei prossimi mesi dopo il primo rapporto sullo stato
delle riforme economiche nel Paese, che verrà presentato all'Eurogruppo martedì prossimo.
Lo ha detto il Commissario Europeo agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn, ricordando come l'Italia debba fare
progressi sul consolidamento di bilancio e adottare misure coraggiose per la crescita.
"Presenteremo un primo report all'Eurogruppo martedì prossimo.
Alcune misure sono già state prese e il nuovo Premier ha già manifestato l'intenzione di fare ulteriori passi in altri
settori.
Continueremo a monitorare la situazione con attenzione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi" ha detto Rehn
in un intervento a Berlino.
Rehn ha inoltre annunciato che domani la Commissione UE chiederà ulteriori poteri per accertarsi che i bilanci della
zona euro non violino le regole concordate in sede europea.
"Domani la Commissione presenterà due proposte che intendono stabilizzare ulteriormente la politica fiscale dell'area
euro" ha detto Rehn.
"La prima proposta sostiene la cultura della stabilità nazionale richiedendo precisi vincoli fiscali sul pareggio di
bilancio, in linea con gli obiettivi di medio termine del Patto di stabilità e Crescita" ha spiegato il Commissario UE.
La Commissione Europea proporrà inoltre che la pianificazione di bilancio venga fatta sulle basi di previsioni
indipendenti elaborate da comitato di bilancio nazionali.
BCE: Soros rilancia l'appello di Berlusconi (Wall Street Italia) Roma, 22 novembre
L'unico Istituto che può frenare l'intensificazione della crisi europea è la Banca Centrale Europea.
Lo pensa l'ex premier italiano Silvio Berlusconi, che nelle ultime ore è tornato a premere sulla necessità che la BCE
rivesta il ruolo di prestatore di ultima istanza, e lo pensa anche il finanziere miliardario George Soros.
Per Soros, il mercato dei bond dell'Eurozona sta attraversando un periodo simile a quello che il sistema finanziario ha
sofferto nel 2008; e, se non si agisce subito, le pressioni recessive si intensificheranno al punto da peggiorare
ulteriormente la performance dei titoli di stato europei.
"Si tratta di un perfetto circolo vizioso", ha detto il Presidente di Soros Fund Management, in un articolo scritto
insieme a Peter Bofinger, della Wurzurg University, pubblicato sul Financial Times.
Visto che la Germania, sotto l'egida della Cancelliera Angela Merkel, non vuole accettare l'opzione degli eurobond, e
considerata la scarsa credibilità del Fondo Salva Stati - lo European Financial Stability Fund - ha presso gli investitori,
Soros ritiene che la BCE sia l'unico istituto che può risolvere la crisi.
Insomma, la BCE deve essere pronta ad acquistare un ammontare illimitato di bond almeno fino a quando i mercati
non capiranno che la Banca Centrale difenderà i loro livelli chiave.
"I mercati finanziari stanno mettendo alla prova la BCE per scoprire cosa le è permesso di fare", ha scritto il
miliardario, aggiungendo che è imperativo che la BCE non fallisca nel suo prossimo test.
Ma come dovrebbe agire l'Istituto di Francoforte? (che poi ha le mani legate dagli stessi tedeschi?): secondo Soros, "il
modo migliore di agire nel breve termine è imporre un tetto massimo sui rendimenti dei titoli di stato che vengono
emessi da quei governi che adottano politiche fiscali responsabili e non sono soggetti a programmi di aggiustamento".
Fissando il tetto massimo al 5% e diminuendo gli interessi, la Banca Centrale Europea potrebbe preparasi all'acquisto
di bond in modo illimitato.
"Normalmente, le Banche Centrali fissano solo tassi di interesse nel breve termine.
Ma questi non sono tempi normali (...) i bond italiani e spagnoli sono considerati troppo rischiosi da acquistare, visto
che i rendimenti che si attestano al 7% li rendono agli occhi degli investitori tossici.
Inoltre, i rendimenti potrebbero facilmente balzare al 10%.
Questi stessi bond diventerebbero però appetibili nel lungo termine nel contesto deflazionario attuale, diciamo al 4%,
nel caso in cui il rischio eccessivo venisse rimosso, imponendo un limite del 5% sui tassi di interesse".
La risposta, a questo punto, al neo Presidente della BCE Mario Draghi. Germania permettendo...
Banche UE, BOI: prevista garanzia Stato su funding medio termine (Reuters), 22
novembre di Stefano Bernabei
Tra le misure concordate a livello europeo per fronteggiare la crisi di liquidità del settore bancario, assieme al
rafforzamento patrimoniale ci saranno anche garanzie pubbliche sulle emissioni a medio termine delle Banche.
Lo ha detto il Direttore Generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni, parlando a Parigi all'European American Press
Club, dove ha presentato il Financial Stability Report della Banca d'Italia di novembre.
"Gli aumenti di capitale possono contribuire a ridurre il rischio di controparte e alleviare le tensioni di liquidità.
Queste misure concordate a livello europeo sono parte di un pacchetto di misure che includeranno schemi di garanzie
pubbliche sul funding a medio termine", si legge in una delle slide con cui Saccomanni ha illustrato il suo intervento.
EBA si appresta a definire entro la fine del mese la dimensione del buffer temporaneo che viene chiesto alle Banche
Europee, dopo aver valutato al mark to market l'esposizione sui titoli di Stato, per arrivare al 9% di Core Tier 1.
In Italia questo comporterebbe aumenti di capitale per 15 miliardi di euro.
Oltre al livello microeconomico, cioè della singola Banca, il pacchetto include anche la definizione di strumenti di
backstop, cioè di ciambelle di salvataggio degli Stati per le proprie Banche e, a livello sovranazionale, dell'accesso al
Fondo di salvataggio europeo.
ABI: nuove iniziative per famiglie che non riescono a pagare 'rate' (Asca) Roma, 22
novembre
L'ABI studia nuove iniziative per sostenere le famiglie in difficoltà e che non riescono a far fronte al pagamento delle
rate del mutuo.
L'iniziativa che ha consentito fino ad oggi a 52.000 famiglie di poter sospendere per un anno il pagamento delle rate per
un controvalore di 6,5 miliardi di debito residuo e che ha assicurato circa 385 milioni di euro di liquidità terminerà
infatti il prossimo 31 dicembre, dopo due proroghe concordate con le Associazioni dei consumatori.
Prima della fine dell'anno sono previsti una serie di incontri proprio per individuare ulteriori nuove iniziative, sempre
nell'ottica di tutelare i mutuatari in difficoltà.
Altra importante iniziativa è il Fondo di garanzia per favorire l'accesso al credito alle famiglie con nuovi nati nel 2009,
2010, 2011.
L'iniziativa - che prevede l'erogazione di finanziamenti per un ammontare massimo di 5.000 euro a tassi al massimo
pari alla metà di quelli offerti sul mercato - ha avuto un enorme successo: ad oggi sono stati erogati circa 20.000
finanziamenti per un controvalore di oltre 112 milioni di euro.
Dati i risultati positivi dell'iniziativa, la recente Legge di Stabilità ha prorogato anche per il triennio 2011-2013
l'operatività del Fondo.
E' evidente che le iniziative di autoregolamentazione sono importanti ma non bastano.
Anche le normative che regolano il mercato assumono un ruolo fondamentale per sostenere le famiglie. Tuttavia secondo i banchieri - per rendere competitivo il nostro mercato occorre ridurre i divari con le normative degli altri Paesi
che pesano sul livello complessivo dei tassi applicati ai mutui: da procedure esecutive più efficienti, soprattutto nel
comparto immobiliare, alla piena attuazione delle Linee guida ABI per le valutazioni immobiliari, fino all'ampliamento
delle possibilità di funding bancario e allo sviluppo dei covered bond.
Banche: Mussari, con EBA troveremo soluzioni meno penalizzanti (Asca) Padova,
22 novembre
''ABI ha dato mandato per discutere con l'EBA (Autorità Bancaria Europea), troveremo soluzioni meno penalizzanti per
le nostre Banche, cioè Banche impegnate a finanziare imprese e famiglie''.
Così il Presidente di ABI e Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari, a Padova.
''Con EBA abbiamo avviato un dialogo sulle ricapitalizzazioni, il tema della valutazione dei titoli di Stato, la garanzia
statale sulle obbligazioni bancarie - ha aggiunto Mussari.
E' un ragionamento complesso che merita di essere seguito con grande attenzione - ha concluso - vediamo quali saranno
i risultati''.
Grecia: Sindacati indicono nuovo Sciopero Generale (AGI) Atene, 22 novembre
In Grecia i sindacati indicono un altro sciopero generale per il primo dicembre contro le misure di austerità del nuovo
Governo.
"Il Governo è cambiato - dice il GSEE, il sindacato dei Lavoratori privati - ma le misure inique non sono cambiate
affatto".
Anche l'ADEDY, il sindacato del pubblico impiego ha aderito allo sciopero, il sesto quest'anno.
Le Autorità USA sorvegliano da vicino la situazione di Bank of
America (Borsa Inside), 22 novembre
Le Autorità di regolamentazione degli USA hanno avvertito il Board di Bank of America che il Gruppo
rischia un'azione formale se le recenti misure prese per rafforzarsi dovessero venir considerate
insufficienti.
Lo riporta il "Wall Street Journal".
Bank of America opera sotto un Protocollo d'intesa dal maggio del 2009.
Secondo delle indiscrezioni raccolte dal quotidiano finanziario il Protocollo, che non è stato reso
pubblico, identificava dei problemi da risolvere nella governance e nella gestione della liquidità e dei
rischi.
Negli ultimi mesi i regolatori statunitensi avrebbero incontrato il Board di Bank of America ed indicato
di voler vedere dei maggiori progressi in relazione al Protocollo di intesa.
In caso contrario le richieste delle Autorità potrebbero diventare formali, ciò comporterebbe maggiori
controlli e ulteriori restrizioni per l'Istituto di credito.
Cina, le Banche Usa disinvestono (Italia Oggi.online), 22 novembre
Le Banche Usa disinvestono dalla Cina.
Nei giorni scorsi Bank of America ha comunicato l'intenzione di vendere 10,4 miliardi di azioni detenute
in China Construction Bank, per un valore di 1,8 miliardi di dollari.
E anche Goldman Sachs, dal canto suo, ha annunciato la cessione per 1,1 miliardi di dollari di una parte
delle sue azioni in Industrial Commercial Bank of China.
Le due Banche Usa hanno bisogno di ricostituire il proprio capitale per rispondere alla nuova
regolamentazione americana e intendono monetizzare il loro investimento.
«La nostra decisione di vendere», ha detto Bruce Thompson, direttore finanziario di Bank of America, «è
conforme all'obiettivo di continuare a riformare il nostro bilancio».
Le due Banche avevano investito nei propri partner cinesi lo scorso decennio, con l'obiettivo di penetrare
il mercato del credito locale.
BoA aveva così piazzato 3 miliardi di dollari in CCB nel 2005 e Goldman Sachs aveva acquistato il 7%
di ICBC nel 2006 per 2,59 miliardi di dollari.
In cambio esse dovevano aiutare a modernizzare il management e migliorare la redditività degli
investimenti.
Alla Borsa di Hong Kong il settore bancario è in calo del 19% dall'inizio dell'anno.
Procura Roma rivendica competenza territoriale,
Unicredit sui minimi (Milano Finanza), Milano 22 novembre
La Procura di Roma rivendica la competenza territoriale a indagare su Unicredit per dichiarazione
fraudolenta dei redditi e chiede ai colleghi di Milano la trasmissione degli atti dell'inchiesta che aveva
portato nelle settimane scorse al sequestro di 245 milioni di euro.
Oggi davanti al Riesame è stato discusso il ricorso contro il maxi sequestro e i giudici si sono riservati di
decidere.
La Procura di Roma ha chiesto al Procuratore Aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, di mandare gli atti
nella capitale dove è già in corso un'inchiesta su un'operazione relativa a "risparmi" di imposta tra
Unicredit e Deutsche Bank che risale agli anni 2004 e 2005.
I pm di Roma affermano che è nella capitale che Unicredit ha sede legale e sempre a Roma sono state
presentate le dichiarazioni dei redditi.
Questa mattina, davanti ai Giudici del Riesame, il professor Alberto Alessandri per conto dei legali
rappresentanti di Unicredit ha eccepito la competenza territoriale, spiegando che se l'asserita
responsabilità è della società controllante la competenza a indagare è di Roma.
Nel caso in cui, invece, la responsabilità fosse addebitata ad altre società, il domicilio fiscale comunque
non sarebbe Milano, ma Bologna o Verona.
Alessandri ha anche contestato la legittimazione del sequestro, perché per il reato di frode fiscale non si
può applicare la legge 231 sulla responsabilità oggettiva.
Alla Borsa di Milano, dove l'indice Ftse Mib scende dell'1,07% a 14.355 punti di pari passo con lo
spagnolo Ibex (-0,63%), penalizzato dai preoccupanti risultati dell'asta dei titoli di Stato spagnoli, che
hanno visto il rendimento dei titoli a 3 mesi schizzare al 5,11%, più del doppio del 2,29% con cui si era
chiusa l'asta precedente del 25 ottobre, Unicredit sta testando il minimo intraday a quota 0,7070 euro;
perde infatti il 2,94% a 0,7095 euro.
Su Unicredit pesa anche la notizia che, allo scopo di ridurre i rischi per le Banche Austriache e quindi di
perdere il rating AAA, la Banca Centrale Austriaca ha stabilito che i nuovi impieghi in CEE debbano essere
finanziati con un ratio prestiti/depositi non superiore a 110%.
La controllata polacca di Unicredit, Pekao, già rispetta questo ratio, mentre in Turchia il ratio in valuta
locale è attorno a 126% e quindi la norma potrebbe frenare parzialmente la crescita, ma con un impatto
limitato a livello di Gruppo.
Sul fronte, invece, dell'aumento di capitale il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, ha detto ieri che i soci
libici, detentori di poco più del 9% della Banca secondo i calcoli degli analisti che tengono conto dei
cashes, parteciperanno all'aumento di capitale, così come ci si aspetta che tutte le Fondazioni facciano la
propria parte.
La notizia è positiva perché almeno il 20% (o 25% considerando anche il Fondo AABAR di Abu Dhabi)
dell'aumento di capitale è coperto dai soci; a questa quota dovrebbero aggiungersi anche Allianz, che
detiene il 2% di Unicredit, e nuovi soci esteri (Qatar e cinesi di CIC).
Il problema che alcuni analisti vedono è piuttosto relativo alla dimensione complessiva dell'aumento, pari
a oltre il 50% dell'attuale capitalizzazione di mercato della Banca.
Intesa Sanpaolo tiene ancora banco (Trend.online), 22 novembre
Tiene ancora banco il nodo dopo-Passera all'interno di Intesa Sanpaolo.
Dopo l’annullamento del vertice in programma per il fine settimana tra il Presidente di Fondazione Cariplo,
Giuseppe Guzzetti, e le altre Fondazioni azioniste, indiscrezioni di stampa rilanciano l’ipotesi interna per la
nomina del nuovo A. D. di Ca’ de Sass.
Al vaglio dei soci dell’Istituto di credito vi sarebbero i due attuali Direttori Generali, Gaetano Miccichè e
Marco Morelli.
Quest’ultimo, già subentrato alla guida della Banca dopo l’uscita di Passera in qualità di Vicario del CEO,
sarebbe in vantaggio in quanto candidato dell’azionista Compagnia Sanpaolo.
Ad avvalorare l’ipotesi di una nomina interna, che garantirebbe una continuità aziendale nella guida
dell’Istituto di credito, sono giunte anche le smentite di Claudio Costamagna.
Il manager, ex numero uno dell'Investment Banking europeo di Goldman Sachs, ha definito “elucubrazioni
della stampa” la sua candidatura al ruolo di A. D. di Intesa Sanpaolo.
Intesa Sanpaolo: Morelli in pole position (Asca) Roma, 22 novembre
Marco Morelli in pole position per la poltrona che è stata di Corrado Passera in Intesa Sanpaolo. Alla fine
così sarà Morelli, a meno di colpi di scena dell'ultima ora, ad ereditare il timone del colosso bancario
disegnato proprio dall'ex Amministratore Delegato uscito dalla Banca per rivestire incarichi di Governo.
La nomina sarà ufficializzata nelle prossime ore.
Questa sera si riunisce il Consiglio di Sorveglianza a Milano e presumibilmente proprio tra la serata e la
giornata di domani sarà data comunicazione della nomina.
Sono state soprattutto le Fondazioni bancarie azioniste ad imporre una soluzione 'interna' nel segno della
continuità, mentre il Presidente del Consiglio di Sorveglianza Giovanni Bazoli avrebbe preferito un nome di
rilievo internazionale, con un profilo più vicino a quello di Passera.
Ma i tempi si sono ristretti, così le turbolenze dei mercati finanziari, e l'andamento delle Borse così volatile
hanno impresso anche un ritmo incalzante alla nomina del successore di Passera, che - se tutto andrà come
sembra al momento - è stata in realtà veloce, visto che il Governo si è costituito solo mercoledì scorso, giorno
in cui è appunto emerso che Passera andava a rivestire il ruolo di Ministro dello Sviluppo Economico,
Trasporti e Infrastrutture.
In queste ultime ore sono stati diversi i nomi circolati per la poltrona di Amministratore Delegato di Intesa
Sanpaolo: tra questi quelli di Giampiero Auletta Armenise, Pietro Modiano,Vittorio Colao. E c'è anche un big,
Lorenzo Bini Smaghi, già componente del Board della BCE e che pare sia stato 'sondato' ma ha preferito
declinare l'invito.
Bpm, patrimonio e governance sempre in primo piano (Trend.online - IG
Markets), 22 novembre
Portato a termine in modo deludente la prima parte dell’aumento di capitale, con i soci che
hanno lasciato inoptato oltre il 18% dei diritti e il titolo che è scivolato già venerdì sotto la soglia dei
30 centesimi di euro, ossia il prezzo a cui venivano offerte le nuove azioni, Banca Popolare di
Milano si è messa all’opera per rafforzare ulteriormente lo stato patrimoniale dell’Istituto e per
risollevare l’immagine dopo le battaglie degli ultimi mesi in termini di governance.
Per quel che riguarda il primo aspetto, la Banca milanese ha confermato la volontà di convertire il
convertibile da 406 milioni di euro al fine di rafforzare ulteriormente la propria posizione di capitale.
In tema di gestione della Banca, alcuni quotidiani hanno lanciato l’ipotesi che il Board della Banca
possa rivolgersi a una società di cacciatori di teste al fine di effettuare il ricambio ai vertici e
nominare un Consigliere Delegato esterno.
La rosa dei candidati dovrebbe così ridursi a 30 nomi tra cui scegliere.
Al momento i rumors vedono favoriti i nomi di Giampiero Maioli, ora D. G. di Cariparma, Carlo
Salvatori e Pietro Modiano.
La nomina di manager esterno andrebbe nella stessa direzione delle richieste di Banca d’Italia che
nei giorni scorsi ha nuovamente pressato i vertici aziendali di Piazza Meda perché rinnovino la
prima linea di management.
La situazione di tensione gestionale e patrimoniale potrebbe tuttavia riportare in auge un’altra
soluzione in grado di infiammare nuovamente la speculazione sul titolo.
Come prospettato dalla stampa una possibile via d’uscita per rafforzare il patrimonio e la guida
industriale della Banca potrebbe essere rappresentato dalla fusione con un’altra Popolare.
Pur risultando ancora prematura come ipotesi, sempre più spesso il nome che circola negli
ambienti in termini di possibile cavaliere bianco di Bpm è rappresentato da Bper.
La parola a riguardo dovrà tuttavia passare dal via libera di Andrea Bonomi. Il manager oltre ad
aver maturato una corposa minusvalenza dal suo ingresso nel capitale della Bpm si è infatti
impegnato a sottoscrivere una parte dei diritti inoptati, elevando così la sua quota dall’attuale
6,6% al 9,9% di Piazza Meda.
A livello borsistico il trend si mantiene fortemente negativo, con il titolo sui minimi storici. Solo un
ritorno sopra area 0,406 euro permetterebbe un primo segnale di miglioramento tecnico.
Bpm ora spera in Bonomi (Italia Oggi.online), 22 novembre
È profondo rosso per Banca Popolare di Milano, soprattutto dopo il mezzo flop dell'aumento di
capitale da 800 mln di euro, che si è chiuso venerdì.
Solo l'81,7% dei titoli di nuova emissione è stato sottoscritto (contro una media, in simili casi, del 9295% e contro l'ottimismo ostentato, fino a pochi giorni fa, dai vertici dell'Istituto).
Dopo un avvio brillante, il titolo ha pesantemente ritracciato e ha poi chiuso in rosso a 0,269 euro, 6,82%, ben al di sotto degli 0,3 euro dell'offerta d'acquisto.
Domani dovrebbe partire l'asta per la conversione dei diritti in titoli di Piazza Meda, operazione che
sarà finalizzata a un valore di 0,3 euro per azione.
Ieri, le Banche del Consorzio hanno poi deciso in merito alle tempistiche della conversione.
Nel frattempo, Andrea Bonomi sta assumendo un ruolo sempre più decisivo per il futuro della
Banca milanese.
Il patron del Fondo di Private Equity, Investindustrial e neo Presidente del CdG dell'Istituto, si è
presentato al mercato come il partner finanziario che traghetterà Piazza Meda fuori dalle secche.
Ruolo non semplice, alla luce dei risultati dell'aumento di capitale da 800 milioni appena concluso.
Nel corso della ricapitalizzazione, Bonomi ha progressivamente aumentato la sua partecipazione,
portandola fino al 6,63% post aumento di capitale e aveva dichiarato di voler salire al 9,9% di Bpm.
Il finanziere milanese potrebbe muoversi in tempi molto rapidi, partecipando all'asta dell'inoptato.
Al suo fianco potrebbero esserci altri esponenti del mondo finanziario e industriale milanese.
La prospettiva è abbassare l'inoptato intorno al 10%, una soglia ritenuta del tutto sostenibile dai
vertici della Banca.
A quel punto entrerà in azione il Consorzio di garanzia guidato da Mediobanca, che chiuderà
l'operazione.
In una durissima disamina pubblicata sabato scorso da Repubblica, si faceva notare come il
valore di mercato della Banca sia oggi di circa 862 milioni: considerando che stanno per entrare
nelle casse 800 milioni, significa che il valore effettivo dell'Istituto di credito milanese si è
praticamente ridotto a zero.
Sul fronte giudiziario, intanto, è indagato per favoreggiamento il deputato del Pdl, Amedeo
Laboccetta, che aveva portato via un computer durante la perquisizione in Piazza di Spagna a
Roma negli uffici di Francesco Corallo, nell'ambito dell'inchiesta milanese sull'ex Presidente di Bpm
Massimo Ponzellini, accusato di associazione a delinquere e ostacolo all'autorità di Vigilanza.
Francesco Corallo, titolare di Bplus - Atlantis, la società che aveva ricevuto finanziamenti da Bpm,
invece è indagato per false attestazioni di generalità e di qualifica, perché aveva sostenuto di
essere Ambasciatore presso la FAO della Repubblica di Dominica.
Thomas Cook crolla a Londra, si teme default (Milano Finanza), 22 novembre
Thomas Cook affonda alla Borsa di Londra registrando un calo superiore al 60% (-67,48% a 13,37 pence) e gravando
su tutto il comparto delle società legate al turismo e in particolare la tedesca TUI.
"TUI non ha nulla a che fare con i problemi di finanziamento di Thomas Cook, ma il sentiment sta soffrendo a causa
delle aspettative della società per uno sviluppo debole del mercato", ha commentato un trader.
Nel medio termine, tuttavia, TUI potrebbe riuscire a cogliere la quota di mercato del competitor rivale.
A pesare sull'andamento delle azioni è stato l'annuncio della società sull'avvio di trattative con alcune Banche per
rifinanziare le linee di credito sulla scia del deterioramento delle performance operative, ma anche la decisione di
avere posticipato la pubblicazione dei dati dell'esercizio.
La società, fondata dall'omonimo imprenditore britannico considerato l'inventore del turismo moderno, ha in
particolare annunciato di aver avviato le discussioni con gli Istituti di credito a causa del deterioramento delle
performance commerciali in alcune sue aree operative nel corrente trimestre e della sua posizione finanziaria
rispetto alla fine dello scorso esercizio.
Dopo la notizia Panmure Gordon ha declassato il titolo Thomas Cook da hold a sell, tagliando anche il target price
da 42 a 10 pence.
"Il Gruppo ha bisogno di finanziamenti dai suoi azionisti e il rischio più grande ora è che i clienti decidano di
modificare le loro abitudini, data l'inevitabile pubblicità negativa sulla società", ha commentato un analista della
Banca d'affari.
Anche Evolution Securities ha abbassato il giudizio da neutral a sell e tagliato il target price da 55 a 35 pence.
"Sorprendentemente, la richiesta di oggi alle Banche segue una rinegoziazione che è stata completata appena 32
giorni fa.
Ci chiediamo se l'azienda possa sopravvivere nel lungo termine e se c'è ancora del valore nel suo patrimonio
netto".
Thomas Cook ha comunque precisato di aspettarsi un utile operativo per l'intero esercizio al 30 settembre 2012
ampiamente in linea con la guidance già resa nota al mercato.
Ma "l'ultima cosa che gli azionisti vogliono è la mancanza di trasparenza", ha osservato Joshua Raymond, analista
di City Index, "e il rinvio della pubblicazione dei risultati non fa che alimentare paure e indiscrezioni".
La società, che sta rispettando i covenant finanziari, intende trovare un accordo con le Banche in modo da
migliorare la sua capacità di resistenza nel caso di peggioramento del contesto operativo e pertanto rinvierà
l'annuncio sui risultati dell'esercizio fino a quando le trattative non saranno concluse.
La situazione del mercato continua d'altra parte a penalizzare una società leader nel settore turistico, che negli
ultimi 18 mesi ha già tenuto un primo round di trattative con le Banche per rifinanziare i prestiti ed è stata spinta a
rivedere al ribasso per tre volte la guidance sugli utili.
Dopo il secondo profit warning l'A. D. Manny Fontenla-Novoa ha presentato a sorpresa le dimissioni e la società è
ancora alla ricerca del suo sostituto.
Commerzbank sotto pressione a Francoforte (Borsa Inside), 22 novembre
Commerzbank perde al momento a Francoforte più dell'8%.
Secondo delle indiscrezioni raccolte da "Reuters" la Banca tedesca potrebbe aver bisogno di molto più capitale di
quanto finora supposto.
Sulla base di calcoli interni mancherebbero a Commerzbank circa €5 miliardi in caso l'EBA dovesse inasprire
ulteriormente le sue richieste sui requisiti patrimoniali.
Commerzbank aveva stimato finora il suo fabbisogno di capitale a €2,9 miliardi per raggiungere entro il giugno del
2012 un Core Tier 1 del 9%.
Questa stima era stata effettuata però sui dati del secondo trimestre.
Nel trimestre seguente Commerzbank ha registrato una perdita di quasi €700 milioni.
"Reuters" indica che non è chiaro se questa perdita abbia fatto aumentare il fabbisogno di capitale di
Commerzbank.
Bankitalia: Saccomanni, consenso generale su riduzione debito (Asca)
Roma, 22 novembre
In Italia c'è un consenso generale sul fatto che la riduzione del debito dovrebbe essere la priorità. Lo ha
detto il Direttore Generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni a Parigi alla presentazione del Financial
Stability Report.
Saccomanni ha anche evidenziato il dibattito attorno alla ''possibilità di offrire garanzie dello Stato sulle
obbligazioni bancarie'' per riattivare la liquidità e contrastare i timori sul rischio di controparte che sta
riducendo i prestiti tra le Banche.
In sostanza, ''se le Banche mettono sul mercato obbligazioni garantite dallo Stato può essere una condizione
sufficiente a soddisfare il prestito interbancario''.
Il Direttore Generale di Palazzo Koch si è poi soffermato sui problemi del Mezzogiorno, rilevando che ''la
crescita diversa Nord / Sud è un problema, il Sud ha un potenziale, ha elementi di forza'', ma lo stato ha
spesso ''sovrafinanziato'' il Mezzogiorno e lo ha fatto in modo ''inefficace''.
Per Saccomanni alcuni importanti obiettivi sono stati raggiunti ma c'è bisogno di uno sforzo generale.
Le tensioni globali hanno toccato anche l'Italia - si legge nel documento - il Paese soffre per l'alto debito
pubblico e la bassa crescita, ma ha una serie di punti di forza (disciplina sui conti pubblici, basso debito
privato, nessuna bolla immobiliare e un debito estero contenuto).
Il sistema bancario italiano non è fonte di instabilità.
Le Banche si sono ricapitalizzate significativamente nel 2011.
Questa azione, sta procedendo ulteriormente, parallelamente con le iniziative europee, le Banche italiane
nonostante ciò sono toccate dalla crisi del debito sovrano.
Le tensioni sulla liquidità e sul mercato della raccolta sono in linea con quelli degli altri sistemi bancari
europei.
Per ridurre il rischio sovrano in modo durevole e preservare la stabilità del sistema finanziario, è necessario
procedere con risolutezza al consolidamento delle finanze pubbliche, e a politiche per sostenere la crescita.
Sanità: prezzi in crescita e disparità nazionale (YAHOO.Finance), 22 novembre
Sanità allo sbaraglio e sempre più cara: è di pochi giorni fa la notizia che il prezzo di un farmaco salvavita a base di
benzilpenicellina è passato da 2 a 24 euro.
La casa farmaceutica, da maggio, la produce solo in versione siringa preriempita per uso ospedaliero e un normale
cittadino, se ne ha bisogno, deve comprarla così.
Sborsando 24 euro a dose.
A un bambino di 4 anni ne era stata prescritta una cura all'ospedale Bambin Gesù di Roma, contro una recidiva da
scarlattina, e i genitori non hanno avuto altra scelta che sborsare il dovuto.
«Il prezzo dei farmaci è un tema spinoso» commenta Attilio Speciani, specialista in allergologia e immunologia clinica
«Perché gli interessi delle lobby si contrappongono a quelli sociali, e non sempre l'efficacia clinica e il benessere del
paziente sono al primo posto».
Fissando i prezzi dei farmaci, la legge impedisce, in teoria, che in ambito sanitario prenda piede una logica di mercato
a scapito dei pazienti.
In realtà, per aggirare l'ostacolo, le case farmaceutiche lanciano di continuo nuovi farmaci a prezzi maggiorati.
Risultato: alcuni rimedi più vecchi, ma efficaci, scompaiono, e quelli nuovi si pagano cari.»
Purtroppo i medici contribuiscono spesso ad alimentare questa tendenza: la mentalità diffusa nella categoria è che i
prodotti nuovi siano migliori, e si preferisce prescriverli ai propri pazienti.
«Gli anticorpi monoclonali, per esempio, sono utili nel trattamento di molte patologie gravi, come tumori, malattie
autoimmuni e artrite reumatoide, però costano tanto, non sono certo gli unici farmaci efficaci e hanno diversi effetti
collaterali.
I medici, tuttavia, li prescrivono quasi sempre come prima soluzione.
Un discorso simile si può fare per gli antibiotici: costosi, prescritti con grande facilità e spesso inutili se non dannosi».
Il risultato, molto evidente negli Stati Uniti, è che la gente non si cura più.
Va dal medico, ritira la prescrizione e poi non compra il farmaco indicato.
Una tendenza in crescita anche nel nostro Paese.
Un ulteriore problema, tipicamente italiano, è quello della disparità dei servizi del SSN di Regione in Regione.
Il rapporto 2011 dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità presentato a Roma il 29 settembre scorso, restituisce
un quadro piuttosto sconfortante.
A fronte di alcune Regioni come Lombardia ed Emilia Romagna, che sono state "promosse" (tempi di attesa brevi,
sufficienti posti letto per i malati terminali, un ampio ventaglio di farmaci inseriti nei prontuari regionali), altre
risultano molto indietro.
Ha fatto scalpore il caso della Asl 1 di Napoli, che ha deciso di non distribuire più gratuitamente i medicinali tumorali.
«Qui si apre la questione sui farmaci off label, prescritti per indicazioni diverse da quelle per cui il farmaco è stato
registrato» afferma Speciani.
Per fare un esempio, l'amitriptilina è un antidepressivo, ma si è scoperta efficace anche nella terapia preventiva
dell'emicrania.
Per questo uso il farmaco non è mai stato registrato, quindi il medico che lo prescrive off label dovrebbe assumersi la
responsabilità dei possibili effetti avversi.
In molti casi le aziende farmaceutiche registrano il farmaco per malattie rare, per risparmiare sui costi e sui tempi di
registrazione, e poi ne amplificano l'utilizzo off label per averlo a disposizione subito per le malattie per cui l'azienda
ha investito.
Di per sé non è un fatto negativo, ma può diventare uno strumento arguto per aggirare gli ostacoli e i controlli...».
Spesso questi farmaci controllano e curano malattie mortali, ma in molte Regioni si discute ancora se debbano essere
coperti dal Sistema Sanitario.
Findomestic: Accordo commerciale con Banca Popolare Etruria e
Lazio (Asca) Roma, 22 novembre
E' stata siglata una partnership tra Findomestic Banca e Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio
nell'ambito del credito al consumo.
L'Accordo permetterà a Findomestic di veicolare prodotti finanziari, in particolare prestiti personali
e carte revolving, attraverso la rete di 200 sportelli dell'Istituto di credito aretino. Banca Etruria a sua
volta potrà potenziare e diversificare il servizio a vantaggio della propria Clientela Retail.
Lo rende noto un comunicato congiunto di Findomestic Banca e Banca Popolare dell'Etruria e del
Lazio.
''Siamo molto orgogliosi di presentare questa collaborazione - afferma l'Amministratore Delegato di
Findomestic Banca, Chiaffredo Salomone - perchè consolida gli sforzi che stiamo facendo nello
sviluppare il canale bancario di distribuzione.
Un impegno assolutamente strategico per il rafforzamento della nostra presenza sul mercato''.
Per il Direttore Generale di Banca Etruria Luca Bronchi ''con questo Accordo miglioriamo l'offerta
alla clientela privata, con effetti positivi sulla vivacità commerciale della rete distributiva''.
L'Accordo avrà durata quinquennale e diventerà operativo già a partire dal prossimo mese.
Findomestic Banca e Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio contano di andare a regime entro il
prossimo gennaio.
Dal sito
”Corriere della sera”, 23 novembre 2011
Prestiti, sofferenze bancarie oltre i 100 miliardi (Super Money), 23
novembre
Gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia relativi alle sofferenze bancarie ritraggono un Paese in grave
difficoltà: in un solo anno (tra settembre 2010 e settembre 2011), le sofferenze bancarie sono cresciute del
39,9%, passando da 72,9 miliardi a 102 miliardi di euro.
Si tratta della somma di tutti i prestiti la cui riscossione da parte delle Banche è incerta e che, di fatto,
rappresentano delle perdite in bilancio per gli Istituti di credito.
Oltre la metà dei debiti inevasi è da attribuire alle imprese, con 66,6 miliardi di sofferenze bancarie, contro i
47,6 miliardi di settembre 2010 (+39,9%).
A carico delle famiglie consumatrici ci sono 24 miliardi di euro di sofferenze bancarie, rispetto ai 16,4 miliardi
di un anno prima, con una crescita del 46,3%.
Tornando indietro di tre anni, si scopre che nel 2008 le sofferenze attribuite alle famiglie consumatrici erano
pari a soli 9,1 miliardi: si tratta di un chiaro segnale di quanto la crisi stia incidendo sull’economia dei
consumatori, che non sono più in grado si sostenere le rate di mutui, prestiti personali e credito al consumo.
Infine ci sono le famiglie produttrici, quelle che fanno capo a piccole imprese, con 9,9 miliardi di sofferenze,
rispetto ai 7,8 miliardi di fine settembre 2010 (+16,2%).
Nello stesso periodo i prestiti erogati sono aumentati del 3,6% (dai 1.914 miliardi di fine settembre 2010 ai
1.984 miliardi di fine settembre 2011).
I numeri parlano chiaro: da una parte, le sofferenze bancarie registrano aumenti da record; dall’altra, il
credito al consumo mostra un timido aumento.
La crescita delle sofferenze bancarie è la “prova provata di una crisi lunga e difficile che interessa soprattutto
l'Italia”, ma è anche la conseguenza di certe “allegre erogazioni del credito”, come denuncia il Presidente di
Adusbef, Elio Lannutti.
L’Associazione dei consumatori chiede un monitoraggio più stretto e sanzioni sulle “sofferenze bancarie
derivanti da erogazioni ed affidamenti deliberati fuori dai criteri prudenziali sulle meritorietà del credito ad
alcuni grandi Gruppi industriali, da tempo decotti, ma tenuti in vita da robuste iniezioni di denaro, mediante
fidi incautamente rinnovati, se non aumentati”.
Per far fronte alle difficoltà nell’accesso al credito ed evitare di ritrovarsi in situazioni di insolvenza, i
consumatori che hanno bisogno di un finanziamento devono informarsi con attenzione in merito alle
proposte sul mercato, aiutandosi anche con i servizi di comparazione di prestiti on line come SuperMoney,
che offre un panoramica sui finanziamenti di 20 tra le principali Banche e finanziarie, come Agos Ducato,
Compass, Prestitempo, Bnl, Unicredit e molte altre.
Crisi: Barroso lancia gli Eurobond nel giorno del flop dei Bund (Asca) Roma, 23 novembre
Non si allenta la pressione sui mercati finanziari.
Un'altra giornata da incubo per i mercati azionari che archiviano la seduta con ribassi superiori al 2%, soffre anche
l'euro mentre gli spread nel finale recuperano qualche punto.
Ad alimentare le tensioni il flop clamoroso all'asta tedesca di bund a 10 anni.
L'offerta ammontava a 6 miliardi di euro e solo 3,64 miliardi sono stati sottoscritti con un rendimento di appena
l'1,98%.
Si tratta della peggiore domanda di tutti i tempi e senza l'intervento massiccio della Bundesbank sarebbe andato
scoperto un ammontare ancora maggiore.
Solitamente alle aste di Paesi ritenuti solidi come la Germania o gli Stati Uniti la domanda tende a superare di 2 o 3
volte l'offerta.
In questo contesto difficile di mercato, esacerbato dalle divisioni in seno all'Eurozona su come uscire dalla crisi, anche i
titoli tedeschi iniziano a soffrire.
Intanto la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di misure per superare la crisi finanziaria che investe
l'euro.
Da un lato l'Esecutivo Comunitario lancia gli eurobond con il nome di Stability Bond.
La Commissione ha preparato un libro verde con tre opzioni e avvierà da subito una consultazione pubblica al termine
della quale presenterà una sua proposta.
Dall'altro un percorso di riforme per rafforzare la governance dell'area euro, con un monitoraggio più stretto e
maggiore integrazione.
Il Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso ha sottolineato che ''per avere una moneta comune
dobbiamo condividere alcuni principi''.
La filosofia del piano è attribuire maggiori poteri alla Commissione anche se ''i Parlamenti dei Paesi euro rimarranno
sovrani'' ha precisato Barroso.
Ma i soci dell'euro dovranno presentare i Progetti di legge di bilancio a Bruxelles entro il 15 ottobre di ogni anno e la
Commissione potrà chiedere modifiche e misure aggiuntive se le ''finanziarie'' nazionali non rispettano il percorso di
rigore e stabilità dei conti pubblici.
Barroso e il Vice Presidente Olli Rehn hanno rimarcato la validità degli eurobond e assicurato la legittimità politica
della Commissione nel proporre un rafforzamento della governance dell'area euro in capo a Bruxelles.
La Commissione è consapevole delle forti riserve della Germania e Barroso ha voluto precisare che ''è assurdo pensare
che la nostra proposta sia contro qualcuno, in particolare contro la principale economia europea''.
Ma è ''un diritto e un dovere'' della Commissione presentare proposte e idee.
La Commissione si aggrappa al precedente del Fondo Salva Stati che a gennaio scorso raccoglieva la contrarietà di
molti Paesi e poi è stato approvato.
La Commissione Europea mostra tuttavia una certa dose di ottimismo.
Sugli eurobond ''non c'è una assoluta opposizione.
Dai miei contatti invece - ha detto Barroso - registro che è un'idea che sta guadagnando terreno.
Le critiche della Germania riguardano soprattutto la tempistica più che il merito''.
Al tempo stesso Barroso spiega che gli eurobond non sono la soluzione della crisi.
Gli Stability bond porteranno benefici ai Paesi dell'area euro ma ''non possono risolvere da soli i nostri problemi e non
possono sostituirsi alla necessità di riforme strutturali''.
Crisi: Sarcinelli, se Monti non cambia aspettative recessione nel 2012 (Asca) Roma, 23
novembre
''E' sperabile che la Germania arrivi a più miti consigli perchè sta soffrendo non come noi, ma quasi''.
Così Mario Sarcinelli, Presidente di Dexia - Crediop nel suo intervento al convegno sulla crisi dei debiti sovrani
organizzato dall'Università di Tor Vergata.
Sarcinelli ha detto che ''è evidente che l'UE è nata sbilenca'', anche ''con un mandato troppo ristretto alla BCE, inoltre
non abbiamo saputo sviluppare una struttura a livello fiscale che potesse meglio strutturare i nostri bilanci''.
Alla fine, gli andamenti del debito sono cresciuti mentre avrebbero dovuto andare verso il 60%''.
Adesso, ''quando si verificano queste crisi che hanno origine finanziaria, nella maggior parte dei casi segue poi una
crisi reale, ma le crisi finanziarie sono in generale molto lunghe - durano 10 anni - quindi in merito al problema della
recessione nel 2012 se il Governo Monti non sarà in grado di cambiare le aspettative dei nostri imprenditori, la
probabilità c'è “ - ha concluso Sarcinelli.
Ungheria: l’Antitrust apre indagine su un presunto cartello, coinvolte
Intesa e Unicredit (Finanza.com), 23 novembre
L'Antitrust ungherese ha aperto un'indagine su sette Banche in relazione alla presunta costituzione di un
cartello sui mutui ipotecari.
Lo scorso 22 settembre, a soli 3 giorni dall’approvazione di una misura che prevede che il rischio di
cambio ricada sulle Banche in caso di estinzione anticipata dei mutui in valuta estera, le Banche oggetto
di indagine avevano introdotto nuovi prodotti con interessi maggiorati.
Tra gli Istituti coinvolti ci sono anche il Gruppo Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Unicredit galleggia, Ungheria accende faro Antitrust su cartello
mutui (Milano Finanza), 23 novembre
L'Autorità garante per la concorrenza ungherese ha aperto un'indagine nei confronti di sette Istituti
finanziari, tra cui il Gruppo Intesa Sanpaolo e Unicredit, sospettati di aver costituito un cartello sui
mutui.
Ad alimentare i dubbi il rialzo dei tassi d'interesse dei mutui dopo il 22 settembre, ritenuto il frutto di
un'azione coordinata di OTP, Erste, MKB, Raiffesen, CIB, controllata di Intesa Sanpaolo, Unicredit e
la Cassa di Risparmio locale Fundamenta.
A questa tegola se ne aggiunge un'altra.
In Austria sono state introdotte nuove regole finalizzate a ridurre l'attività di impieghi (lending) fatta
nell'Europa Centro Orientale in eccesso all'attività di raccolta (funding) locale.
Per Unicredit si tratta di un processo già in corso, laddove l'attività di lending è stata ridotta a 8 miliardi
di euro da 10 miliardi negli ultimi due anni.
Nuovi passi in questa direzione potrebbero avere un impatto negativo, ma in maniera non drammatica,
secondo gli analisti, sulla redditività della Banca.
A pesare di più sulle prospettive è il deterioramento della congiuntura.
Gli analisti di Intermonte prevedono un peggioramento dello scenario macroeconomico e portano le stime
2012 del Pil da -1% a -2%.
Alla luce di ciò, gli esperti hanno abbassato le stime di Eps (utile per azione) 2012 di Unicredit del 7% e
portato il prezzo obiettivo da 0,9 a 0,83 euro.
Il giudizio sul titolo, in rialzo al momento a Piazza Affari dello 0,21% a quota 0,7020 euro, resta neutral.
La situazione sui bond è stabile, con lo spread tra titoli di stato italiani e tedeschi a dieci anni sotto la
soglia dei 500 punti (a 486 punti base).
Secondo alcune sale operative la BCE starebbe acquistando titoli di Stato italiani e spagnoli.
Intermonte, alla luce delle revisioni sulle stime macroeconomiche sull'Italia, ha rivisto le attese sul
settore bancario, tagliando le stime di Eps 2012-2013 del 6% e del 7% in media rispetto alle precedenti.
Tra gli elementi principalmente impattati la sim cita una riduzione dei volumi degli impieghi, in parte
compensati da un aumento degli spread alla clientela, e un aumento degli accantonamenti.
"Continuiamo a prediligere un approccio altamente selettivo nel settore bancario italiano, che più di altri è
penalizzato dal rischio Paese.
Preferiamo quelle Banche che hanno già completato la fase di rafforzamento di capitale e non necessitano
di ulteriori rafforzamenti: Intesa Sanpaolo tra le grandi Banche, UBI Banca tra le popolari e Credem
tra le piccole", aggiungono gli esperti.
Su Intesa Sanpaolo (-0,80% a 1,11 euro) il rating è outperform, con un target price che scende da 1,6 a
1,45 euro, su UBI Banca (+0,07% a 2,85 euro) la raccomandazione è neutral con un target rivisto da
2,8 a 2,6 euro.
Banche: Mussari, garanzie statali su bond sono ottima cosa (Asca) Roma,
23 novembre
''Un'ottima cosa a patto che sia una soluzione equanime a livello europeo''.
Così Giuseppe Mussari, Presidente dell'ABI, a margine del convegno 'Credito al credito 2011' ha
commentato la proposta che si sta discutendo a livello europeo di mettere garanzie statali sulla raccolta a
lungo termine delle Banche per favorirne la riduzione dei costi.
Il Progetto dovrebbe essere discusso nel vertice europeo del prossimo 29 e 30 novembre.
Famiglie: Mussari, su moratoria trovare soluzione dentro le regole (Asca)
Roma, 23 novembre
''E' un problema che va affrontato rispettando le regole.
Ma le famiglie sono una delle nostre priorità''.
Così Giuseppe Mussari, Presidente dell'ABI, a margine de convegno 'Credito al credito 2011' ha risposto ai
giornalisti che gli chiedevano se ci fossero novità sulla moratoria concessa alle famiglie che riguarda 52 mila
mutui e che si avvicina alla scadenza.
Fisco, Tesoro: acconto Irpef novembre scende di 17 punti a 82% (Reuters), 23
novembre
Scende di 17 punti percentuali all'82% l'acconto sull'Irpef di novembre per il 2011.
Lo rende noto un comunicato diffuso dal Dipartimento delle Finanze.
"E' stato firmato il 21 novembre scorso il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che prevede, fra
l'altro, il differimento del versamento di 17 punti percentuali dell'acconto Irpef dovuto per il periodo
d'imposta 2011.
Di conseguenza l'acconto Irpef dovuto entro mercoledì 30 novembre ammonterà all'82% anziché al 99% per
cento. La differenza sarà versata a giugno del 2012", spiega la nota.
Ai contribuenti che hanno già versato l'acconto al 99% spetta un credito d'imposta pari alla differenza pagata
in eccesso, da utilizzare in compensazione con il modello F24.
"Per coloro che si sono avvalsi dell'assistenza fiscale, i sostituti d'imposta tratterranno l'acconto applicando la
nuova percentuale dell'82%.
Qualora sia stato già effettuato il pagamento dello stipendio o della pensione senza considerare tale
riduzione, i sostituti d'imposta provvederanno a restituire nella retribuzione erogata nel mese di dicembre le
maggiori somme trattenute", continua la nota.
Nel caso in cui i sostituti d'imposta non siano in grado di riconoscere la riduzione dell'acconto sulle
retribuzioni erogate nel mese di dicembre 2011, gli stessi dovranno comunque restituire le maggiori somme
trattenute nella retribuzione successiva.
La riduzione dell'acconto era prevista dalla manovra estiva del 2010, che all'articolo 55 quantificava il
beneficio in 2,3 miliardi per il 2011.
La legge di stabilità per il 2012 ha modificato l'articolo 55 portando il beneficio a 3,050 miliardi.
Fisco: Befera, con lotta evasione recuperati 35 Mld in tre anni (Asca) Roma, 23
novembre
Con la lotta all'evasione ''in tre anni abbiamo recuperato 35 miliardi e se aggiungiamo quanto recuperato
dalle frodi sulle compensazioni arriviamo a 40 miliardi''.
E' quanto ha dichiarato, alla trasmissione 'La telefonata di Belpietro', il Direttore Generale dell'Agenzia delle
Entrate, Attilio Befera, che ha aggiunto: ''Il problema è non mollare mai''.
Il Direttore dell'Agenzia delle Entrate, che ha stimato il valore del sommerso ancora presente in Italia in 120
miliardi di euro, ha aggiunto che la lotta all'evasione fiscale è ''un problema di cultura e di politica.
Importantissimo - ha concluso Befera - è l'effetto deterrenza, per fare capire che non si scherza più''.
Fisco: Befera, su Ici e patrimoniale nessun problema tecnico (AGI) Roma, 23
novembre
Per introdurre eventualmente una nuova Ici o una patrimoniale, "non c'è alcun problema tecnico". Lo
assicura il Direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera, intervistato da Belpietro su Canale 5.
Befera spiega che infatti su questi temi, ci sono solo problemi "decisionali e politici" mentre l'Agenzia "è
sempre pronta" anche perchè, ha aggiunto, "i nostri database sono ricchi e aggiornati".
Dal sito
”Corriere della sera”, 24 novembre 2011
Intesa Sanpaolo, Beltratti: via libera CdG a Cucchiani CEO (Reuters),
24 novembre
Il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo ha nominato Enrico Cucchiani CEO della Banca.
Lo ha annunciato il Presidente del CdG Andrea Beltratti al termine della riunione.
"Siamo soddisfatti, lo aspettiamo con favore, siamo certi che faremo un ottimo lavoro con lui", ha detto
Beltratti.
Alla domanda se la nomina fosse stata all'unanimità, Beltratti ha dichiarato che "tutti i presenti hanno votato
a favore".
Banche tedesche chiedono tempo all'EBA, occhio a Commerzbank (Milano Finanza), 24
novembre
Mentre la Commissione Finanze della Camera ha chiesto di poter svolgere un'audizione del Presidente dell'EBA,
Andrea Enria, con lo scopo, ha spiegato il Presidente della Commissione, Gianfranco Conte, di approfondire le
questioni inerenti ai criteri di ricapitalizzazione delle Banche europee, le Banche tedesche hanno chiesto all'Autorità
Bancaria Europea di posticipare la scadenza per la consegna dei Piani di ricapitalizzazione dal 25 dicembre al 13
gennaio.
E' quanto hanno dichiarato gli stessi Istituti in una lettera inviata all'EBA, consultata dall'agenzia Down Jones
Newswires.
Dal documento emerge che le banche della Germania hanno bisogno di più tempo per potersi adeguare alle nuove
regole sui requisiti patrimoniali.
La nuova proroga darebbe il tempo alle banche tedesche di chiudere i bilanci prima di adottare le nuove misure.
L'autorità bancaria europea a ottobre aveva dichiarato che il sistema bancario tedesco dovrebbe essere ricapitalizzato
per più di 5 miliardi di euro per raggiungere un Core Tier 1 al 9% entro fine giugno 2012 e che, in particolare
Commerzbank e Deutsche Bank, avevano bisogno rispettivamente di 2,9 miliardi di euro e 1,2 miliardi di euro.
L'EBA ha anche detto che con molta probabilità rivedrà tali stime al rialzo, tanto che Commerzbank potrebbe aver
bisogno di una cifra superiore, ovvero di 5 miliardi di euro.
Alla Borsa di Francoforte, dopo la richiesta dell'Associazione Bancaria Tedesca, il titolo Deutsche Bank sale del 3,76% a
25,12 euro e Commerzbank segna addirittura un +8,46% a 1,269 euro, ma risulta il peggiore dell'indice Dax di
Francoforte da inizio anno con una perdita superiore al 70%.
Quest'oggi una fonte vicina a Deutsche Bank ha sottolineato che all'Istituto servono al massimo 2-3 miliardi di euro e
ha comunque escluso un aumento di capitale.
Nel presentare i conti del terzo trimestre, chiusi con svalutazioni su asset greci per 798 milioni di euro e quindi con una
perdita operativa di 855 milioni di euro, Commerzbank aveva dichiarato di avere un Core Tier 1 al 9,4% a fine
settembre e che le saranno necessari 2,9 miliardi per soddisfare i requisiti di patrimonializzazione stabiliti dalle
autorità europee.
Anche esponenti delle Banche italiane hanno espresso il loro malumore verso le richieste dell'EBA che da cinque
Banche italiane vuole 15 miliardi in più di capitale entro giugno 2012 affinché siano in grado di fronteggiare perdite
ingenti nei loro portafogli pieni di Btp.
BCE valuta prestiti fino a 3 anni a Banche, settore sugli scudi (Milano Finanza) 24
novembre
La Banca Centrale Europea sta valutando l'opportunità di estendere la durata dei prestiti alle Banche fino a 2-3 anni, in
modo tale da offrire un salvagente in questo momento di crisi e ad evitare che il credit crunch possa bloccare
l'economia.
Lo riferiscono fonti vicine al dossier.
Ora i prestiti arrivano fino a 1 anno.
Il comparto bancario europeo recupera allo Stoxx il 2,3% e si conferma uno dei migliori settori insieme ad auto e
risorse di base, nonostante le voci secondo cui Dexia sta usando le linee di credito ELA (Emergency Liquidity
Assistance) delle Banche Centrali dei Paesi dell'eurozona.
I crediti ELA vengono erogati dalle Banche Centrali dell'eurozona alle Banche che potrebbero non avere i collaterali da
utilizzare nelle attività di credito principali della Banca Centrale Europea.
Si tratta di finanziamenti più costosi rispetto ai prestiti della BCE e vengono erogati a Istituti che secondo la Banca
Centrale Nazionale hanno problemi di liquidità non di insolvenza.
Le stesse Banche italiane si confermano in spolvero con le due big Unicredit e Intesa Sanpaolo che salgono
rispettivamente del 5,70% a 0,714 euro e dello 5,09% a 1,135 euro anche se la Commissione UE ha deciso di deferire
l'Italia alla Corte UE sui requisiti patrimoniali e sulla politica di bonus delle Banche e chiedere l'applicazione immediata
di una multa giornaliera da oltre 96mila euro a partire dal giorno stesso in cui Lussemburgo emetterà la sentenza.
L'Italia non ha infatti ancora trasposto la Direttiva UE adottata esattamente un anno fa che regola i fondi propri e le
politiche di remunerazione delle Banche.
È dallo scorso marzo che Bruxelles ha lanciato avvertimenti ai Paesi UE che non si erano ancora attivati per applicare le
norme europee alla legislazione nazionale, ma solo l'Italia non ha ancora comunicato nessuna misura di trasposizione.
Anche la Polonia è stata deferita alla Corte UE con la richiesta di una multa, ma di importo inferiore in quanto
Varsavia, pur se in ritardo, ha già comunicato a Bruxelles alcune misure ma non le ha ancora trasposte.
La Direttiva UE fissa in particolare le regole sull'ammontare di fondi propri che devono essere detenuti dalle Banche
per coprire i rischi e proteggere i risparmiatori.
Italia deferita a Corte di Giustizia UE su requisiti Banche (Finanza.com), 24 novembre
Il nostro Paese è stato deferito alla Corte di Giustizia Europea per il mancato adeguamento alle norme in materia di
requisiti patrimoniali delle Banche.
In particolare l’adeguamento alle norme comunitarie prevede di destinare una percentuale di fondi alle
ricartolarizzazioni, la modifica delle modalità di valutazione dei rischi e l’applicazione di norme relative le
remunerazioni.
È stata richiesta una multa di 96.446,7 euro al giorno che decorreranno dal giorno della sentenza fino a quello del
recepimento.
Crisi: Barnier, Eurobond idea giusta ma più integrazione economica (Asca)
Roma, 24 novembre
Gli eurobond sono ''un'idea giusta''.
Ma il presupposto è una ''maggiore integrazione e coordinamento delle politiche economiche, fiscali e di
bilancio''.
Lo ha sostenuto il Commissario UE al mercato interno, Michel Barnier, in una audizione al Senato.
La Commissione, ha ricordato Barnier, ieri ha presentato una proposta per gli eurobond con tre ipotesi aperte.
''Dieci anni fa è stata scelta la strada della moneta unica, poi c'è stata la disunione economica.
Questo non è possibile''.
Serve quindi, ha ribadito Barnier, una maggiora integrazione delle politiche.
Banca d'Inghilterra: cresce rischio che un Paese abbandoni l'euro (Wall
Street Italia) Londra, 24 novembre
Cresce il rischio che un paese dell'eurozona alla fine si trovi costretto ad abbandonare l'euro, secondo David
Miles, membro del Comitato di politica monetaria della Bank of England, la Banca d'Inghilterra.
Il rischio di una crisi nell'Area unica mette a repentaglio anche l'economia del Regno Unito.
"Credo che nessuno di noi possa dire con assoluta fiducia che tutti i paesi dell'eurozona vi rimarranno
(nell'euro)", ha detto Miles durante un'intervista alla Tv ITV.
Nel Regno Unito "il ritorno a tassi di crescita normali sarà un processo graduale nei prossimi due anni. Il rischio è
talmente alto che si potrebbe tornare facilmente ottimisti, visto l'eccessivo pessimismo".
La Banca d'Inghilterra ha ripreso il programma di acquisti di bond ad ottobre nel tentativo di supportare la
ripresa.
Riviste al ribasso di oltre mezzo punto percentuale le stime sulla crescita del Pil 2012.
"Chi sa come le cose (in Europa) si evolveranno. E’ già difficile prevedere la situazione della settimana seguente,
figuriamoci allargare l'orizzonte a mesi".
Crisi: Barnier, tobin tax atto di equità (AGI) Roma, 24 novembre
L'adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe "un atto di equità".
Lo ha dichiarato il Commissario Europeo al Mercato Interno e ai Servizi, Michel Barnier, in audizione al Senato
presso le Commissioni congiunte Attività Produttive e Affari Europei.
"I contribuenti hanno pagato molto per le scelte delle Banche quindi è giusto che ora le cose vadano nella
direzione opposta, bisogna mostrare equità" ha sottolineato Barnier .
Lloyds: NBNK e Co-operative Group in lista per le 630 filiali Retail
(Finanza.com), 24 novembre
Lloyds mette in vendita il ramo Retail da 630 filiali, e ha individuato in NBNK e Co-operative Group i possibili
acquirenti.
Lo riporta la stampa internazionale, specificando che Lloyds’ avrebbe ricevuto tre offerte formali, ma sarebbe in
trattative solo con i Gruppi citati.
Gli Asset in palio, che la Banca inglese deve vendere per imposizione da parte dei regolatori europei, avrebbero
un valore stimato tra 1 e 1,5 miliardi di sterline.
Dexia starebbe accedendo a linee di credito d'emergenza in Francia,
Spagna e Italia (Finanza.com), 24 novembre
Rally del titolo Dexia, che sul listino belga al momento registra un +22% circa a Bruxelles.
A spiegare il balzo del titolo un'indiscrezione dell'agenzia internazionale Reuters, che ha riportato un possibile
uso da parte dell'Istituto belga di linee di credito di emergenza anche nei Paesi nei quali possiede delle filiali, cioè
Italia, Spagna e Francia, oltre che in Belgio, con l'intenzione di raccogliere ulteriori fondi dopo la finalizzazione
dello schema da 90 miliardi concordato da Francia, Belgio e Lussemburgo lo scorso ottobre.
Nessun commento da parte di Dexia è ancora pervenuto.
Ferrovie: Moretti, Passera garanzia per salvaguardia industria (Asca) Napoli, 24 novembre
Il neo Ministro per il Trasporti, Infrastrutture e Sviluppo Economico è una garanzia perchè è persona intelligente che saprà
salvaguardare l'industria nazionale.
Lo ha detto l'Amministratore Delegato delle Fs, Mauro Moretti, a margine della presentazione dei nuovi livelli di servizio sul
Frecciarossa.
''E' una garanzia - ha detto Moretti parlando di Passera - perché è una persona intelligente e come tale saprà essere imparziale e
saprà meglio di altri affrontare la reciprocità con altri Paesi e salvaguardare l'industria nazionale.
Siamo tutti nella stessa barca e dobbiamo remare nella stessa direzione''.
Moretti vedrà il nuovo Ministro già alla presentazione della nuova stazione per l'Alta velocità di Roma Tiburtina, lunedì prossimo
e poi chiederà un incontro successivo per sottoporre al Ministro ''una lista lunghissima''.
Tra i dossier c'è anche quello riguardante il trasporto regionale.
''Credo - ha detto Moretti - non si possano non trovare i fondi per il servizio di trasporto regionale.
Abbiamo pronta un'altra gara da 1 miliardo dopo quella già fatta per 2,5-3 miliardi per i nuovi treni.
Un modo per far vedere che si può fare sviluppo senza sovvenzioni pubbliche''.
La gara da 1 miliardo per nuovi treni regionali è stata però sospesa in attesa di chiarimenti dalle Regioni sui contratti di servizio
in relazione al taglio dei fondi pubblici.
''Abbiamo risanato i conti dell'azienda - ha aggiunto Moretti - senza ricapitalizzazioni.
Ora il problema è il trasporto locale.
Anche perchè la gente creerebbe un flusso insostenibile nelle grandi città''.
Pensioni, Fornero: riforma già fatta, ma è possibile accelerare
(Reuters), 24 novembre
L'Italia ha già messo mano al sistema previdenziale ma è possibile imprimere una accelerazione alla
attuazione delle norme già in vigore.
Lo ha detto il neo Ministro del Welfare, Elsa Fornero, in un collegamento nel corso dell'Assemblea del
CNA.
"La riforma [delle pensioni] è stata largamente già fatta ma i tempi possono essere ulteriormente
accelerati", ha detto Fornero.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti, nell'illustrare le linee programmatiche del suo Governo, ha
detto che l'età per il pensionamento di vecchiaia in Italia è in linea con quello degli altri Paesi europei,
lasciando però spazio ad altri aggiustamenti in termini di disparità e privilegi.
Fornero, esperta di previdenza, si è sempre detta favorevole alla introduzione del sistema contributivo
pro-rata (a partire cioè dalla entrata in vigore della norma) come elemento per ridurre la disparità fra
chi lascia il lavoro con il sistema retributivo e i lavoratori più giovani che invece ricevono l'assegno sulla
base dei contributi versati, dunque un assegno inferiore.
Allo studio anche un sistema di incentivi e disincentivi per chi decide di lasciare il lavoro prevedendo
una forchetta per l'anzianità fra i 62-63 anni e i 68-70.
Pensioni: Covip autorizza nuovo Fondo Lavoratori Pubblici 'Perseo'
(Asca) Roma, 24 novembre
La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione ha autorizzato all'esercizio dell'attività un nuovo Fondo
Pensione destinato ai Lavoratori pubblici: il Fondo Pensione Perseo.
Lo annuncia la stessa Covip spiegando che si tratta di un Fondo Pensione negoziale rivolto ad alcuni
comparti del pubblico impiego, in particolare Sanità, Regioni, Enti Locali con 1,2 milioni di potenziali
aderenti.
Dopo Espero riferito ai Dipendenti della scuola, già attivo da alcuni anni con circa 97.000 iscritti,
Perseo è il secondo Fondo Pensione nazionale, destinato ai Lavoratori del Pubblico Impiego, a diventare
operativo.
Al nuovo Fondo potranno aderire, una volta definite le procedure che li riguardano, anche i Segretari
Comunali e, con la sottoscrizione dei relativi Accordi di adesione, i Dipendenti privati delle
Organizzazioni Sindacali firmatarie dell'Accordo istitutivo, il Personale di Enti e Organizzazioni
regionali e interregionali, i Dipendenti di case di cura private e il Personale di strutture ospedaliere
gestite da Enti religiosi e di imprese private che offrono servizi socio sanitari.
Gli aderenti possono iscrivere al Fondo Pensione anche i familiari fiscalmente a carico.
Arriva subito il taglio dell'Irpef, ecco quanto risparmiamo (Intrage.it), 24
novembre
Le misure previste per la riduzione dell'Irpef sono già arrivate.
L'acconto 2011 da versare entro il 30 novembre dovrà essere pagato per l'82%, anziché per il 99% del totale.
Il rinvio è stato disposto da un Decreto della Presidenza del Consiglio.
La novità riguarda solo l'Irpef dovuto dalle persone fisiche, esercenti impresa, arte o professione, compresi i
Dipendenti, e i pensionati, se in possesso di altri redditi oltre la pensione o a quello di lavoro dipendente.
Non avranno nessun beneficio le persone fisiche, compresi i Dipendenti e i pensionati, esonerate dall'Irpef.
L'acconto Irpef è obbligatorio sia per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, Unico 2011 sia per chi ha
presentato il modello 730/2011, anche se il pagamento viene fatto dai sostituti d'imposta con trattenuta Irpef
in busta paga o dalla pensione.
Per chi ha già effettuato il pagamento nella misura del 99% spetta un credito d'imposta pari alla differenza
pagata in eccesso, da utilizzare in compensazione con moduli F24.
Mediobanca: Fondazione Mps ha avviato cessione progressiva quote (Asca)
Siena, 24 novembre
Nei giorni scorsi la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha venduto ''piccole quote'' della partecipazione
detenuta in Mediobanca (1,92%) nell'ambito di una ''cessione progressiva'' della partecipazione.
La conferma arriva da fonti vicine all'Ente senese.
Nei mesi scorsi la partecipazione in Piazzetta Cuccia era stata spostata dall'immobilizzato all'attivo proprio in
vista di una cessione.
Le piccole quote cedute nei giorni scorsi, rileva la stessa fonte, non sono da mettere in relazione con i movimenti
registrati ieri sul titolo di Mediobanca.
Interpellato dai giornalisti a margine di un convegno a Siena il Presidente della Fondazione Mps, Gabriello
Mancini, non ha rilasciato commenti.
Sul nero si pagano le tasse (Italia Oggi.online), 24 novembre di Daniele Cirioli
Sul lavoro nero, ora, rispondono pure i Lavoratori.
L'indirizzo giurisprudenziale, infatti, ha superato la vecchia tesi che affermava la responsabilità esclusiva del
datore di lavoro e di eventuali esborsi in nero risponde pure il Lavoratore, su cui resta comunque l'obbligo
fiscale di dichiarare i propri redditi e pagare le dovute tasse.
A spiegarlo è il parere n. 26/2011 della Fondazione studi dei consulenti del lavoro che evidenzia il nuovo
indirizzo giurisprudenziale in materia.
Lavoro nero e responsabilità.
Il parere risponde al quesito che chiede di sapere se il Lavoratore è responsabile di pagamenti in nero erogati
dal datore di lavoro, ipotizzando che la remunerazione si riferisca ad attività di lavoro dipendente.
In questi casi, spiega il parere, è obbligatorio, per il soggetto che effettua il pagamento e che si è avvalso della
prestazione lavorativa, l'effettuazione e il versamento della ritenuta Irpef a titolo d'acconto.
Sembrerebbe, così, che il Lavoratore resti del tutto estraneo alla tassazione della propria retribuzione,
essendo un compito che la normativa affida al datore di lavoro, ossia di assoggettare a ritenuta fiscale il
relativo importo.
La giurisprudenza.
Tuttavia, aggiunge il parere, in più occasioni la Cassazione ha stabilito che anche il Lavoratore è correo,
dovendo provvedere ad assoggettare a tassazione la retribuzione percepita pure in assenza di ritenuta da
parte del datore, ovvero in caso di pagamenti in nero.
L'ultima in ordine di tempo è la sentenza n. 9897/2011 che fornisce importanti elementi di riferimento.
In particolare, la Suprema Corte, appurato che la Lavoratrice aveva percepito somme in nero ha stabilito che
è del tutto irrilevante:
a) se tra datore e Lavoratore vi fosse un Accordo per non assoggettare a tassazione le somme percepite;
b) che il lavoro prestato fosse l'unico lavoro svolto dall'interessata nel corso dell'anno;
c) che l'interessata in buona fede ritenesse che le somme non dovessero essere indicate in dichiarazione dei
redditi.
Peraltro, la Corte di Cassazione nega che la Lavoratrice possa essere ritenuta esonerata dall'obbligo fiscale,
poiché c'è una norma primaria che impone al (solo) datore l'obbligo di effettuare le ritenute fiscale e di
versarle.
Infatti, aderendo alla tesi della sentenza n. 8504/2009, la Corte ritiene che «in caso di mancato pagamento
della ritenuta d'acconto da parte del Lavoratore, il soggetto obbligato al pagamento del tributo è anche il
Lavoratore contribuente».
Secondo la Cassazione, dunque, l'intervento del sostituto (datore di lavoro) lascia inalterata la posizione del
sostituito (Lavoratore), il quale è specificamente gravato dell'obbligo di dichiarare i redditi assoggettati a
ritenuta.