9 Aprile 2009 - Gruppo Espresso

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9 Aprile 2009 - Gruppo Espresso
VOLKSWAGEN
Abruzzo Motori
CONCESSIONARIA UNICA PER PESCARA E CHIETI
SAMBUCETO /CH
085 440091
IL COMMENTO
I volti della dignità
Maurizio De Luca
ei giorni della tragedia è meglio
non affidarsi solo alle parole
ma soprattutto ai volti, alla forza che ispira chi è rimasto, alla luce
della gente d’Abruzzo che sa coniugare dignità e speranza, che negli occhi
ha, superbi, i segni di un domani senza paura. Sono indomiti i vecchi, sono sereni i giovani, sanno guardare
tutti oltre le macerie, sanno già ben
parlare di domani. Sanno tenere nascosto il dolore, sanno evitare di far
mostra dei loro sentimenti più fragili.
Sanno sognare. Sanno impegnarsi,
operare. Ai loro occhi i campanili, le
cupole sono già rinate, svettano di
nuovo. I paesi, le case sono già stati ricostruiti, nel totale rispetto questa
volta delle norme antisismiche.
Anche chi nella fosca tragedia di
una notte di distruzioni ha perso gente amata ha già ben presente
(continua a pagina 3)
N
NELL’INTERNO
IL MIRACOLO SOCCORSI
Gli angeli delle macerie
non si arrendono mai
SERVIZIO A PAGINA 12
I PRIMI FUNERALI
In migliaia per l’addio
al campione di Loreto
SERVIZI0 A PAGINA 19
GIRO DI VITE DEL GOVERNO
Pene più severe
contro gli sciacalli
SERVIZIO A PAGINA 26
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Nuove scosse. Il bilancio è di 272 morti, ma all’appello mancano una trentina di dispersi
Si scaverà fino a Pasqua
Domani i funerali solenni con Napolitano
di Gian Paolo Coppola
L’AQUILA. La terra restituisce
lentamente le vittime che ha inghiottito. L’ultimo bilancio è di
272 morti, sei non ancora identificati. Sedici sono bambini. E
mentre il sisma continua a seminare terrore — l’ultima forte
scossa avvertita è delle 6,25 — si
scava ancora alla ricerca dei dispersi. Si andrà avanti almeno
Il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi, anche ieri
all’Aquila, ha annunciato un
giro di vite, con l’introduzione di un reato specifico e pene più severe per chi approfitta del dolore altrui. «Il ministro La Russa si è già detto disponibile a mettere in campo
l’esercito», ha aggiunto il premier.
Delle aree terremotate si occuperà oggi il Consiglio dei
ministri, che nei prossimi
giorni proclamerà una giornata di lutto nazionale. Il governo discuterà anche dello stanziamento di 110 milioni per la
ricostruzione e la riorganizzazione delle scuole in Abruzzo.
Il ministro Gelmini ha assicurato che gli studenti abruzzesi non perderanno l’anno
scolastico. E intanto il titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, ha annunciato sempre a
favore delle zone terremotate
lo slittamento delle scadenze
di mutui e versamenti contributivi. Corsie preferenziali
nei punti di pronto soccorso
per i terremotati, anche se
privi di tesserino sanitario.
Ieri sono giunti in Abruzzo
anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il segretario del Pd Dario Franceschini, e i leader della Lega Umberto Bossi e dell’Italia dei
Valori Antonio Di Pietro.
L’esodo degli sfollati continua senza sosta. Le persone
sistemate nelle 2962 tende sono 17.772. In tutto sono 31 le
tendopoli allestite, con 24 cucine da campo e 14 ambulatori. Ieri, tra gli sfollati a Montesilvano, una
donna di Roma ha riconosciuto in tv
la nonna di
91 anni. Intanto, 140 detenuti sono
stati trasferiti dal carcere
dell’Aquila.
L’evacuazione è avvenuta nella notte. Oltre la
metà dei reclusi (81) era
in regime di
41 bis. Ieri si
sono celebrati i primi funerali di giovani vittime
del terremoto: a Raiano
quelli di Carmelina Iovine, rimasta sotto le macerie di una
casa presa in affitto, e a Loreto Aprutino quelli del calciatore Giuseppe Chiavaroli. La
Nazionale giocherà una partita in Abruzzo.
L’Aquila è diventata una
città fantasma. «E’ molto peggio di quanto si pensasse», ha
detto Berlusconi, ammettendo che i tempi per la ricostruzione saranno lunghi. Il capoluogo ha perso, oltre a centinaia di abitanti, i suoi monu-
fino a Pasqua, ha annunciato il
ministro dell’Interno Roberto
Maroni, quando comincerà la
messa in sicurezza degli edifici
il lavoro di ricostruzione. Un migliaio i feriti; 28mila i senza casa. Domani, alle 11, saranno celebrati i funerali solenni, alla
presenza del presidente Giorgio
Napolitano, che oggi visiterà le
popolazioni terremotate. A celebrarli, nella caserma della Finanza dell’Aquila, sarà il segretario del Vaticano Tarcisio Bertone con l’arcivescovo Giuseppe
Molinari. Ma anche il Papa intende recarsi presto nelle zone
del sisma. La pagina più odiosa
viene scritta sempre dagli sciacalli: 11 denunce ieri a Teramo.
Un frate dà
la comunione
a una donna
in una delle
tendopoli
In alto
Silvio
Berlusconi
durante
la visita
al centro
storico
A fianco
il pronto
soccorso
distrutto
menti, i suoi punti di riferimento. Fin da martedì sera,
quasi tutte le strade sono state transennate.
E’ troppo grande, soprattutto dopo la forte scossa di martedì sera (alle 19.47, magnitudo 5.3), il pericolo di nuovi
crolli. Un altro sisma, anche
di lieve entità, potrebbe bastare a far precipitare pezzi interi di palazzi rimasti in piedi
dopo le prime due scosse, ma
che sono pesantemente danneggiati. Una misura dettata
anche per favorire gli scavi,
che vanno avanti, e per scongiurare atti di sciacallaggio.
Negozi, esercizi commerciali,
banche, uffici sono tutti chiusi e dentro il centro storico
della città non c’è più nessuno. Le menti e i cuori sono rivolti a chi risulta disperso e
non è detto che andrà a ingrossare l’interminabile lista
delle vittime del terremoto.
Sono 20-30, ancora, quelli da
trovare tra L’Aquila e la provincia. Uomini e donne. Nessuno sa dove siano, o meglio,
nessuno sa sotto quante macerie siano sepolti. L’importante è non smettere di scavare.
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Immagini, video, messaggi e commenti all’indirizzo www.ilcentro.it
Il punto da cui è partito il sisma
e tante testimonianze nel forum
di Laura Venuti
PESCARA. Il dolore ai primi funerali delle vittime, le immagini di
quel che resta del centro storico
dell’Aquila, le fotografie della faglia da cui si è scatenato il terremoto che ha raso al suolo interi paesi.
Il sito del Centro anche ieri ha conE ha aprofittato dello spazio dedicato ai commenti per
mandare un pensiero a quelli
che hanno perso tutto. C’è
chi lancia appelli per trovare
persone di cui non ha notizie
e che vivono nelle zone colpite dal sisma. E ci sono storie
come quella di Olol, che martedì ha scritto da Venezia per
cercare informazioni su una
ragazza della Repubblica Ceca che studiava all’Aquila. Il
giorno dopo è stato lui stesso
a tornare sul sito per ringraziare tutti e dare la notizia
che la sua amica non ce l’ha
tinuato a raccontare con una diretta multimediale cosa stava succedendo nelle zone colpite dal sisma,
ma non solo. Da tutta Italia gli
utenti hanno utilizzato il nostro forum per inviare testimonianze di
solidarietà e richieste di aiuto. Tra
questi c’è anche chi ha vissuto il
terremoto del 1980 in Irpinia.
De Rossi
vorrebbe
lo stop
al campionato
fatta.
Le pagine del nostro sito ieri hanno raccontato con audio e foto la lotta degli sfollati
per rientrare nelle loro case
anche solo per qualche minuto e lo strazio dei primi funerali delle vittime. E hanno anche fatto vedere il punto esatto in cui tutto è cominciato:
una crepa larga trenta centimetri e lunga più di quaranta
metri che si è aperta alla periferia di Onna, a pochi metri
da quelle case di cui non rimane più nulla. E la diretta
continua anche oggi.
Due signore in un campo allestito per l’assistenza agli sfollati
Dalla Prima/ I volti della dignità
che il suo compito oggi è ricostruire,
restituire a queste terre gli equilibri e
le bellezze che secoli e ingegni avevano portato fin qui. Lo pensano e lo dicono, senza eccezioni, tutti, con saggezza e determinazione. Tocca ora al capo
del governo e ai suoi ministri essere all’altezza di un impegno civile di comunità che oggi ha le radici nei grandi e
profondi sentimenti di un popolo che
molto ha capito. Che il terremoto ha
fatto crescere. Nessuno oggi si può permettere di deludere nessuno. Sarebbe,
senza retorica, colpa imperdonabile,
ancor più tragica della immane tragedia di domenica scorsa. E colpa che
nessuno potrebbe mai dimenticare.
Maurizio De Luca
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La crepa è vicino all’Aterno: è larga trenta centimetri, da questo punto è cominciato tutto
La terra si è spaccata qui
Ecco le foto della faglia che ha causato il sisma
di Lorenzo Colantonio
ONNA. Tutto è partito da qui. Dalla periferia di Onna. Da una crepa della terra lunga 50 metri, larga 30 centimetri. I geologi
la chiamano «faglia». E’ il punto di rottura della superficie terrestre che determina il terremoto. Le foto che pubblichiamo
Ci si arriva attraversando
il prato dove, fino a tre giorni
fa, erano allineate le bare dei
martiri di Onna. Giunti in
fondo, si gira a destra verso il
ponte che passa sull’Aterno.
Un vigile del
fuoco ci guida in questo
sopralluogo.
La prima crepa che si incontra taglia
l’asfalto.
LA CASA
E’ INTATTA.
La seconda
rottura, che
è più ampia
tanto da contenere una
mano, è un
paradosso
della natura
perché passa
sotto un’abitazione rimasta intatta.
E’ un paradosso perché
è come sedersi su una
bomba che esplode e non farsi nulla. Ma queste non sono
ancora le rotture legate alla
faglia principale.
Di crepe secondarie se ne
incontrano altre due, sempre
più ampie, fino a che il vigile
del fuoco mostra la vera ferita della terra. E ci infila una
gamba per farne capire la dimensione.
LA TERRA SI E’ DISTESA.
E’ una «faglia normale»: così
la definiscono gli esperti. La
terra, in parole semplici, si è
distesa in quel punto fino a
strapparsi, determinando la
prima violenta scossa tellurica. E’ importante precisare
che il solco, ampio trenta centimentri e lungo cinquanta
metri, è l’effetto in superficie
di una rottura principale profonda. Sul posto ora c’è una
jeep della polizia. Due agenti
vietano a chiunque di avvicinarsi perché il ponte sull’Aterno è lesionato e arcuato
proprio a causa di questa lunga spaccatura della terra.
RIPORTATA SUL SITO. La
conferma che questa sia la
crepa legata alla faglia principale che ha generato lutti e disperazione arriva dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che pubblica, sul proprio sito, un’eccezionale mappa della tragedia
che ha martoriato l’Abruzzo,
elencando la lunga sequenza
di scosse (in media dalle 10 alle 14 al giorno) che si sono
susseguite dalle 3,32 della notte tra domenica e lunedì fino
alle ultime. E segnando con
una linea rossa le faglie che
interessano l’Aquilano.
Sulla mappa ne passa una
accanto a Onna e all’Aterno.
Ma la prova della rottura vista dal vivo, fotografata da vicino, fa restare ammutoliti.
Perché è comunque difficile
credere che dietro questo ampio solco, che sembra scavato
da un aratro tirato da buoi, si
celi il perché della tragedia di
centinaia di famiglie.
sono un documento eccezionale e drammatico. Da questo punto si è generato il sisma che sta martoriando l’Abruzzo. Questa crepa è il cuore del terremoto. Costeggia il fiume Aterno, a trecento metri di distanza dalla frazione rasa al suolo.
Il fiume Aterno vicono Onna e a destra la crepa
sulla superficie della terra legata alla faglia
principale che ha causato il terremoto. In basso
la 40esima bara che non serve più
(foto ellecì)
L’ambasciatore tedesco
«Aiuteremo Onna a rinascere»
ONNA. Michael Steiner, ambasciatore di Germania in Italia, ha visitato Onna. Una visita non ufficiale, ha precisato,
ma volta a testimoniare, anche fisicamente, la disponibilità
della Germania ad impegnarsi nella ricostruzione delle zone distrutte dal terremoto. Steiner, accompagnato dai responsabili del campo e della Protezione civile, dopo un rapido sopralluogo nel paese distrutto, ha visitato l’accampamento dove la Protezione civile sta potenziando i servizi di
assistenza agli sfollati. L’affetto particolare della Germania
per Onna non è dovuto solo alla grande tragedia che ha colpito il borgo alle porte dell’Aquila, ma anche all’eccidio nazista dell’11 giugno del 1944, quando i soldati tedeschi in ritirata, per rappresaglia, uccisero 16 civili del luogo.
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Bruno Vespa
con la famiglia
De Felice
e in basso
con Giustino
Parisse
La tragedia di Parisse
raccontata da Vespa
dopo la via Crucis
Anche le telecamere di Porta a Porta riprendono la crepa che ha ferito l’Abruzzo.
Ma la presenza, ieri mattina a Onna, del giornalista
aquilano Bruno Vespa era legata a un saluto particolare.
Vespa ha voluto incontrare il
vice caporedattore del Centro, Giustino Parisse, che
ha perso i figli, Domenico, di
18 anni e Maria Paola, di 16, e
il padre Domenico, sotto le
macerie della sua casa.
VESPA E GIUSTINO. La tragedia di Giustino è diventata
una storia simbolo del terremoto d’Abruzzo. Una storia
che Vespa vuole raccontare
con le parole di Parisse al termine dell’evento religioso
che RaiUno trasmetterà domani sera.
Dopo la via Crucis del Pa-
Zaia e Alemanno
tra i disperati
ONNA. E’ una processione di politici
quella che da tre giorni si consuma
anche ad Onna, il borgo che in proporzione ha pagato il prezzo più alto
col maggior numero di morti. Il primo a fare ingresso nella frazione, ieri
mattina, è stato il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, accompagnato dal Corpo forestale dello Stato.
Dopo la visita alle aziende, Zaia ha
annunciato misure straordinarie di
sostegno al comparto agricolo. Dopo
Zaia è arrivato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Quindi è stato
il turno del segretario del Pd Dario
Franceschini, seguito dal quarto personaggio politico, Gianni Alemanno, sindaco di Roma.
Infine non un politico ma un religioso che, peraltro, ha rischiato di morire durante la scossa più devastante di
lunedì scorso, ha rilasciato la dichiarazione più significativa: «Pensate
per ultimo alle chiese da salvare. Pensate prima ai vivi», così ha detto padre Quirino Salomone, rettore della
basilica di San Bernardino dell’Aquila devastata dal terremoto.
pa, la storia di Onna e del
giornalista del Centro aiuteranno gli italiani a non dimenticare troppo presto il terremoto d’Abruzzo. E Giustino, il padre che ha perso i
due figli, terminerà il suo racconto con una frase che, proprio ieri mattina, un collega
gli ha detto: «Devi vivere per
ricostruire Onna».
VOGLIA DI RISCATTO. La
speranza e la voglia di rinascere si capiscono subito appena entri a Onna.
Te la trasmettono i vigili
del fuoco venuti da Roma
quando raccontano della gente di qui che ha partecipato in
un modo incredibile alle operazioni di soccorso. «Mai viste una forza e una dignità simili», dice Alessandro, un
pompiere romano. «Scavava-
no insieme a noi per salvare i
loro parenti. Insieme a noi ne
hanno recuperati tanti ancora in vita».
La voglia di riscatto la capisci anche dall’indignazione
dei superstiti del piccolo borgo alle porte dell’Aquila quando, tra le tende e il dolore, si
sparge la voce che stanno per
rimuovere la Madonna delle
Grazie dalla chiesa che ormai
sta per crollare.
Raggiungiamo la chiesa indossando i caschi protettivi
dei vigili del fuoco, attraversando le vie devastate dalle
scosse dove, da un momento
all’altro, può crollare anche
l’ultimo muro rimasto in piedi. Lo scenario cambia di giorno in giorno, di scossa in scossa.
Prima del parco pubblico,
tra le macerie, in alto, ora c’è
una camera da letto quasi sospesa nel vuoto, che due giorni fa non si vedeva. Il silenzio
è più irreale, sembra di camminare nel vuoto. In fondo
c’è la chiesa di Onna, le mura
sono rigonfie, la parte posteriore è sventrata. Da una crepa si scorge il tabernacolo intatto e lì dietro c’è la Madonna delle Grazie. Quella statua
è più di una simbolo perché
vive ad Onna dal 1400 ed è l’anima dei paesani.
La gente del borgo non vuole che anche la Madonna li lasci soli. Sarebbe la fine.
IL PAPA’ DI FABIO. Persino
la disperazione di un padre
che ha perso il suo Fabio ma
che reagisce al lutto è un segnale positivo.
Antonio De Felice è il padre di Fabio, che aveva 21 anni, era ragioniere e, soprattutto, era uno dei membri della
festa della Madonna delle
Grazie, che Onna celebra la
seconda domenica di maggio.
Papà Antonio e mamma Annarita Di Terlizzi piangono
quando Vespa chiede di raccontare la loro tragedia davanti alle telecamere.
«Ho scavato fino alle 7 per
salvare il mio ragazzo», dice
Antonio. «Fabio è morto, l’ho
trovato abbracciato alla nonna...». Ma le lacrime finiscono quando questo padre afferma con tono deciso: «Ora faremo di tutto perché nessuno si
dimentichi di noi. Onna deve
rinascere».
Nella tragedia più grande
basta uno punto d’appoggio,
una frase, un’immagine per
riaggrapparsi alla vita. Persino una bara abbandonata nel
prato del borgo, che un fotografo sta riprendendo con lo
sfondo della montagna imbiancata, può far tornare a
sperare.
«Questa è la quarantesima
bara, ma non servirà mai
più», spiega un ragazzo della
protezione civile. «Non servirà perché una donna, trovata sotto le macerie, è stata registrata sia con il nome da nubile che da sposata. I morti di
Onna quindi non sono 40 ma
39». Per chi ha pagato il prezzo più alto anche questa è
una notizia che ridà forza per
andare avanti.
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IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Viaggio oltre gli sbarramenti
Fossa, Paganica, San Demetrio: le ferite di case e vicoli
di Marco Camplone
L’AQUILA. Francesca Mastropietro ha 27
anni, Viviana Nicolella appena uno in meno. Da un paio di giorni, silenziose eroine
aquilane, stanno contribuendo a ricomporre i cadaveri nel mega obitorio allestito a
Coppito, all’interno della caserma “Vincenzo Giudice” della scuola ispettori e sovrintendenti della Finanza. Allieve da meno di
VIAGGIO OLTRE
GLI SBARRAMENTI
I quartieri e i gruppi di case
gravemente danneggiati dal
terremoto del 6 aprile sono
transennati e controllati dalle
forze dell’ordine. Ma le vie
d’accesso sono tante e qualcuna sfugge ai controlli. Di tanto
in tanto, ci si infilano i proprietari della case danneggiate,
che cercano di portare al sicuro qualcosa, i loro acerrimi rivali, gli sciacalli e almeno un
giornalista.
FOSSA
“Noi rappresentiamo un
principio di nuovo mondo”.
Una scritta che suona come
una beffa per un paese brutalizzato dal terremoto. Fossa, arroccata e antica, aveva degli
angoli caratteristici. Adesso
fanno pensare al set del Signore degli Anelli, film dalle immagini choc sull’eterna lotta
tra il Bene e il Male. Lì, adesso
sta vincendo il Male. Domani,
chissà... Le case squarciate, i
tetti sprofondati, gli oggetti di
sempre lasciati all’abbandono
sembrano prendersi gioco di
una targa rimasta integra non
si sa bene come: “Qui nacque il
Beato Bernardino da Fossa”. Quando
tra quei vicoli si festeggerà una nuova nascita, e
non sarà necessaria l’etichetta di Beato, parleremo
di un gran
giorno. L’ultima scritta è
un invito all’ottimismo:
“Se avanzo,
seguitemi”. Il
ponte, però, è
spezzato
in
quattro punti.
VILLA SANT’ANGELO
Due volontariannunciano: «Il cimitero è utilizzabile». Non bisogna pensare a una notizia di poco conto. Il dolore è già troppo:
si risparmi almeno lo strazio
delle bare lasciate in postazioni provvisorie. Chissà dove
sarà la bimba che giocava con
la bambola ora visibile tra i resti di una casa di via Romana
ridotta in briciole. E chissà
quando i fedeli potranno tornare a pregare nella chiesa principale, proprio vicino via Romana, che è crollata per un terzo e ha il campanile pronto a
crollare. Ai bordi della piazza
c’è un piccolo monumento. Sul
marmo si legge “Per illuminare queste e le future generazioni”. Illuminare di cosa? Viene
in mente solo la parola speranza. Quella che anima Lorenzo
e Giovanni Coletti, fratelli
proprietari di un’abitazione
che fuori sembra poco rovinata e dentro fa scappare da piangere.
ONNA
Il quadretto con l’immagine
un mese, il destino le ha chiamate a un compito gravoso. Nicoletta si è vista passare tra
le mani anche il corpo senza vita di una zia.
Quasi tutti i cadaveri sono straziati, a volte
devastati dalle travi e dai massi, si sa di una
decapitazione. Lo spettacolo spezza il cuore.
E l’odore che appesta l’hangar-obitorio non
aiuta di certo a lavorare. Anche per questo
bisogna apprezzare il composto dolore dei
familiari chiamati a sbrigare le pratiche del
riconoscimento della salme, a volte difficilissimo. Nel pomeriggio si verifica anche un
episodio che per poco non sfocia in una denuncia penale. Il racconto è breve ma tragicomico: i finanzieri notano un prete aggirarsi tra le bare, gli chiedono i documenti e sco-
prono che si tratta di un giornalista travestitosi per carpire notizie e immagini. All’obitorio chiaramente hanno accesso solo gli addetti ai lavori, i familiari dei defunti e pochi
altri autorizzati. Le salme da oggi vengono
trasferite in una fabbrica di carni dotata di
celle frigorifere. Operazione indispensabile
per evitare la decomposizione dei corpi.
Il ponte di Fossa spezzato in quattro punti e sotto (a sinistra) una bambola fra le macerie a Villa Sant’Angelo
«Non sapevamo
se restare o fuggire...
ma siamo ancora vivi»
A fianco
e in alto
a sinistra
due immagini
del crollo
della
chiesa
di Villa
Sant’Angelo
della Madonna c’è ancora. Tetto, pareti e scalinata no. Briciole. Sono ridotti in briciole. Forse di questo parla, poco più in
là, l’onorevole Antonio Di Pietro. Dentro un mezzo della Misericordia di Alanno, invece, tira un po’ il fiato Daniela Toppi, una volontaria. «Ci siamo
occupati soprattutto dei bimbi.
Qualcuno è molto spaventato.
Altri non hanno capito bene
l’accaduto. Una mi ha detto:
“Sai, vado al mare”. Probabilmente si riferiva a un albergo
della costa riservato agli sfollati”. La Misericordia di Alanno
ha tre persone a Onna e quattro a Bazzano». Trascorre un
minuto e un soffio di vento trasporta un odore nauseabondo.
Qualcuno dice la sua e, forse,
ci prende: “Qui sotto ci sono altri cadaveri”.
PAGANICA
Doveva essere l’orgoglio del
proprietario la Lancia che affiora per metà sotto un cumulo
di macigni in via D’Arco dei
gradini. Avrà pianto per quel
disastro, se il terremoto non
gli avrà dato motivi più gravi
per farlo. Vicino la casa dei
bonsai (qualcuno è ancora in
bella mostra) ci sono delle abitazioni integre all’esterno e
completamente distrutte all’interno. Hanno subìto un collasso. Via del Cavaliere, via del
Marchese e Largo Pitogna mostrano ferite già infette. E il
corso Duca degli Abruzzi sta
solo un po’ meglio. Ma è fortissimo il rischio che tutto debba
essere buttato giù perché irrimediabilmente compromesso.
Per il momento, se la spassano
solo i cani e i gatti, che non
hanno problemi di cibo. Paganica ha la sua eroina. Si chiama Antonella Pasqua, è una
poliziotta nei ruoli tecnici e ha
pensato di morire la notte del
sisma. «Io e i miei abbiamo vissuto dei momenti di panico assoluto. Non sapevamo se uscire di casa o restare immobili.
Poi, siamo fuggiti. Al buio,
mentre si sentivano i botti dei
crolli e le urla. In questi vicoli
non c’è nulla da salvare. Siamo vivi: conta questo. Sto qui
in zona: c’è tanto da fare. Voglio essere d’aiuto. Sono una
poliziotta. Una poliziotta di Paganica».
SAN DEMETRIO
Più che da vedere, c’è da sentire. Un poliziotto parla alla radio: «Ci hanno segnalato di un
esercizio che sta vendendo le
sigarette a 10 euro il pacchetto».
IL CENTRO
Tra i vicoli ci sono case con
la croce di Sant’Andrea. Significa che la forza del terremoto
ha lesionato anche le colonne
portanti, creando un segno tipo la noto bandiera. Ci dovrà
essere un abbattimento se il
crollo non avverrà prima. Meglio non farsi illusioni: nel centro storico della città c’è pochissimo da salvare. Lo si legge anche negli occhi di Antonio Milillo, architetto pescarese noto
anche per essere il direttore
dei lavori di ristrutturazione
dello stadio Adriatico. E’ tra i
professionisti che si sono offerti volontari per un lavoro duro
e non remunerato: preparare
le schede di valutazione agibilità. Adesso è
all’Aquila, casco di sicurezza ben messo
in testa, per
conto
del
Monte dei Paschi, con Fabio Capitani. «Ci sono
nuovissimi
criteri antisismici: la ricostruzione andrà fatta ad
opera d’arte»,
dice Milillo.
Intanto, paradossi del terremoto,
il
bancomat di
Montepaschi
di Corso Federico II funziona. Potenza
dei soldi.
IL TG3
ABRUZZO
Il
lavoro
del Tg3 Abruzzo in questi giorni sta facendo il giro del mondo. Gli inviati, tutti abruzzesi e
tutti toccati nei propri sentimenti dal terremoto, vengono
rilanciati in continuazione a livello internazionale. Cosa apprezzata dai tanti abruzzesi
che si trovano all’estero.
LA CASERMA
Il quartier generale di politici, giornalisti e responsabili
della protezione a ogni livello è
la caserma della Finanza “Vincenzo Giudice” di Coppito. Tra
una scossa e l’altra, la vita procede frenetica e produttiva. Il
colonnello Francesco Gazzani,
comandante della scuola, e il
tenente colonnello Paolo Carretta, capo dell’ufficio addestramento, come i loro uomini, dormono poco o niente e lavorano
tantissimo. La struttura è integra nelle basi portanti, ma ha
subìto danni per milioni di euro. Non c’è una sola parete davvero intatta.
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IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Ecco l’ospedale fantasma
Lo scandalo del San Salvatore, viaggio nei reparti abbandonati
di Andrea Mori
L’AQUILA. Quando si entra nel Pronto soccorso c’è ancora una lunga scia di sangue sul pavimento da evitare. Le
flebo sono appese ai ganci, barelle e lenzuola sporche sono buttate da una parte, luci e monitor sono accesi. Ma intorno non c’è nessuno. Non c’è nessuno da 48 ore perché
il “nuovo” San Salvatore, costato miliardi e atteso trent’anni dagli aquilani, è un ospedale fantasma.
Nel momento dell’emergenza, la struttura che doveva
servire di più, è vuota, abbandonata, lesionata da crepe,
circondata da calcinacci e
con i pilastri in cemento armato che si sono piegati.
Progettato
negli
anni
Settanta,
inaugurato
nel Duemila,
il San Salvatore è il “gigante con i
piedi d’argilla” che si è
arreso alla
scossa delle
3,32 di lunedì
mattina. Ed
è diventato
lo “scandalo
del terremoto”.
Eppure
qui fino a
martedì, medici e infermieri hanno
continuato a
medicare,
operare, aiutare, contribuito ad alimentare qualche speranza. E hanno
visto i primi morti schiacciati
dalle macerie, mentre le sale
chirurgiche perdevano pezzi,
dal soffitto cadevano lamiere
e i mattoni si erano già spostati dalle pareti. Poi è arrivato
l’ordine di sgombero, il San
Salvatore è diventato troppo
pericoloso per tutti, e sale e
laboratori si sono trasformati
in una sorta di museo della
sofferenza e allo stesso tempo
dello spreco.
Edificio Delta. Un’idea, solo
una piccola idea di quanto avvenuto, la dà la sirena dell’allarme anticendio che “strilla” il terrore e l’angoscia nei
corridoi ormai vuoti. La palazzina è quella vicina al
Pronto soccorso. Ospita (ospitava) reparti come medicina,
geriatria, pneumologia, cardiologia. Era uno dei due padiglioni Delta (per via della loro forma) e dicono che ha
(aveva) circa duecento posti
letto, la metà di tutto l’ospedale. Immaginiamo la scena. Il
personale Asl, i pazienti devono lasciarla in fretta, talmente in fretta per paura che crolli tutto da un momento all’altro, che lasciano gli strumenti sulle scrivanie, gli armadi
aperti con dentro vestiti e camici, le chiavi degli uffici sulle sedie. Non c’è stato tempo
quel giorno di prendere cerotti, bende, medicinali che pure
oggi possono essere utili. Davanti agli ascensori è venuta
giù una trave che sbarra l’ingresso, i vetri sono in frantumi.
Pronto soccorso. “L’ospedale fantasma” continua qualche passo più in là, passando
sotto i cornicioni dai quali
spuntano i tondini di ferro.
Nella sala accettazione il display luminoso segna la data
aggiornata, come se il tempo
non si fosse fermato. “Vietato
l’accesso al personale non autorizzato” c’è scritto sulla porta che ridà nel corridoio del
Un gigante d’argilla
Apparecchiature accese
coperte da calcinacci
I danni della scossa di martedì
Le crepe nel Pronto soccorso
e in alto l’insegna crollata
da una decina di metri
In basso, barelle e letti lasciati
in fretta nei corridoi
(foto di Gianfranco Daccò)
Concessa l’agibilità
ma dopo alcuni lavori
L’AQUILA. Il primo sopralluogo dei
tecnici nel San Salvatore ha dato esito positivo: il 75 per cento dei reparti
visitati è agibile solo, però, dopo alcuni lavori di risistemazione generale.
Il resto, il 25 per cento, non è recuperabile in tempi relativamente brevi,
comprese le otto sale operatorie che
non sono più entrate in funzione. Dal
sopralluogo sono rimaste escluse le
due “palazzine Delta” dove si trovano
reparti significativi come cardiologia,
medicina, lungodegenza, geriatria.
Difficilmente potranno essere recuperate. L’esito del sopralluogo effettuato dalla Protezione civile è stato subito comunicato dal direttore generale
Roberto Marzetti ai dipendenti Asl.
«Conto di avere un terzo dell’ospedale disponibile entro martedì», afferma il manager riferendosi ai servizi
del San Salavatore come ad esempio
la Radiologia. Per i ricoveri, infatti, si
continuerà a fare affidamento sull’ospedale da campo e sugli ospedali delle altre città abruzzesi.
Pronto soccorso. Qui, il poliziotto del posto fisso, ricorda
che c’era un continuo via-vai
di ambulanze. Entravano nel
tunnel e scaricavano feriti e
malati.
Oggi le barelle sono ammucchiate da una parte con
le lenzuola intrise di sangue
lasciate ai piedi. Sul pavimento non si contano i guanti in
lattice che sanno di interven-
ti chirurgici dell’ultima ora e
disseminati in tutti i locali.
Sembra viverli quei minuti
frenetici mentre la terra trema. Uno stetoscopio è su una
brandina, fazzoletti e mascherine sono su uno sgabello. Gli
infermieri contavano forse di
tornare a prenderli, ma le
nuove scosse sismiche, l’ordine di sgombero e la paura impediscono loro di rientrare in
quei locali dove hanno lavorato fino all’ultimo momento.
Uno strumento radiologico
è attaccato alla barella della
medicheria, addirittura uno
di quei mezzi elettrici utilizzati per trainare letti e barelle,
ha le chiavi inserite nel quadro.
L’edificio tre. Padiglione
centrale. I dipendenti Asl radunati fuori dall’ospedale,
raccontano che questo padiglione, come quello della Farmacia, è stato costruito in larghezza piuttosto che in altezza proprio in considerazione
di possibili scosse sismiche.
Una beffa, visto che danni rilevanti sono stati riscontrati
nel magazzino farmaceutico e
nella costruzione in mattoncini dove sono la Radiologia, la
Tac, la Risonanza magnetica,
l’Ecografia di Medicina nucleare e l’ufficio vaccinazioni. Apparecchi che costano
milioni e che giacciono sotto
un velo di polvere. «La nostra
speranza è di recuperarli prima possibile e di metterli a
servizio dei terremotati», spiega il direttore generale Asl
Roberto Marzetti. Ma per
realizzarla ci sarà bisogno forse di aspettare almeno due
settimane, il tempo necessario per organizzare una serie
di lavori di puntellatura e pulizia e di ripristinare i servizi
essenziali.
Non si parla nemmeno, invece, dei lavori per ripristinare l’insegna azzurra che giganteggiava all’ingresso del
San Salvatore. E’ venuta giù
da una decina di metri, frantumandosi lettera dopo lettera sul piazzale del laboratorio
analisi. «Io non ci torno lassù», afferma un’infermiera indicando quel piano sospeso.
Sotto, a sorregerlo, ci sono i
pilastri in cemento armato:
uno si è letteralmente piegato, un altro si è “aperto” lasciando
intravedere
uno
squarcio di polvere bianca;
gli altri sembrano aver retto.
Davanti c’è la portineria, la
gabbia da dove venivano alzate le sbarre ad ambulanze e
pazienti. La porta è aperta, il
televisore spento. E un santino affisso sul vetro ricorda
che “Dio ci ha chiamati a vivere in pace”.
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GIOVEDÌ
X8
IL CENTRO
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO IN REGIONE
Fuori, aspettando la scossa
Lino in tenda, Cristina in auto con il fidanzato, Dina sul lungomare
di Giuliano Di Tanna
PESCARA. Lino che ieri sera ha dormito
in tenda in un campetto. Cristina che ha
passato la terza notte di seguito nella sua
Toyota rossa con il fidanzato. Dina che lavora in un ufficio al dodicesimo piano
ma non vorrebbe prendere più l’ascensore. Marco che ha preso la via della campagna e s’è trasferito nella casa di famiglia
al pian terreno. Federica che attende l’alba in macchina sul lungomare. Antonella
che dorme vestita sul divano di casa con
la madre vicina. Daniela che ha acchiappato Agata, la sua gatta, e s’è trasferita
nella casa al mare. Sono le storie dell’era
del terremoto che stravolgono abitudini e
iniettano il perverso virus della paura
Lino ha 24 anni ed è teramano. Quella notte era steso
a letto nella sua casa di studente universitario vicino a
Porta Bazzano all’Aquila, dove frequenta la facoltà di
scienze ambientali nella frazione di Coppito.
«Da martedì sera, dormo
in macchina, la Mini Minor
dei miei genitori, nel campetto di Villa Mosca a Teramo»,
racconta Lino, capelli rasati
da rapper anche se lui va
matto per il Metal e il Punk.
«Ci ritroviamo lì, una decina
di amici con le nostre auto e
passiamo la notte cercando
di dormire».
La notte della grande scossa Lino la ricorda così: «Stavo dormendo e mi sono svegliato con gli armadi che cadevano. Fortunatamente la
casa non è crollata. Siamo
scappati nel cortile e poi in
piazza. Sono riuscito a tornare a Teramo solo martedì alle due di pomeriggio. Da allora dormo fuori casa perché il
solo pensiero di sentire il rumore del terremoto mi fa impazzire. In casa non ci sto
Giovani abbandonano l’Aquila dopo il terremoto
quasi più. Non riesco nemmeno a stare seduto a tavola
a pranzo. Vado in giro
tutto il giorno pur di
non restare
dentro.
Da
stanotte (ieri
notte per chi
legge
ndr),
basta anche
con la macchina:
fa
troppo caldo.
Ho deciso di
montare una
tenda da cinque sempre
lì, nel campetto di Villa
Mosca. Fino
a
quando?
Finché la situazione non
si
stabilizzerà, in casa
La tendopoli in Piazza d’Armi all’Aquila
non ci dormo».
Il campetto di Villa Mosca
ad Alba Adriatica. Io sono riEra lì alle 3,32 di lunedì nota Teramo è, da tre notti, la
masta qui. Ma la notte la paste. «Quando ho avvertito la
nuova camera da letto anche
so, con il mio ragazzo, nella
scossa», dice con il tono di
di Cristina. Teramana, 27 anmia Toyota rossa nel campetchi parla della paura come di
ni, bruna di capelli, un sorrito di Villa Mosca».
un’inattesa scoperta su se
so che invita a fidarti di lei,
«Quando sono a casa, al mistessa, «ero convinta che la
Cristina lavora alla Snai, il
nimo rumore scatto subito.
casa mi crollasse addosso. Socentro scommesse, della sua
Al chiuso ci sto il minimo inno quasi morta dal terrore,
città. Lei il terremoto l’ha
dispensabile: il tempo che
io che non avevo mai avuto
vissuto nella sua casa al
passo al lavoro. Continuerò
paura dei terremoti. Il giorquarto piano di un palazzo ala dormire in macchina finno dopo l’ho passato in mala Gammarana, un quartiere
ché non finiscono queste
niera abbastanza normale.
della periferia est di Teramo.
scosse. Ma se ci fosse un terMa poi, verso le otto di sera,
«Siamo cinque figli, ma
remoto a Teramo so che non
quando sono rientrata mi souna sorella abita ad Alba
riuscirei
ad
andarmene.
no accorta che mi muovevo
Adriatica», racconta. «Quella
Amo troppo questa città. Rein casa con circospezione:
notte mi ha svegliato il boato
sterei qui, nonostante la pauqualsiasi rumore mi faceva
del terremoto. Ho preso mia
ra».
sobbalzare. Così ho preso
sorella e i miei genitori che
Daniela Rosati è nata in InAgata, la mia gatta, e sono
erano in casa, ci siamo messi ghilterra da madre tedesca e
andata a dormire da mia sosotto l’arco portante e lì abpadre italiano e lavora come
rella Sara che ha una casa al
biamo aspettato che la scosfunzionaria alla Provincia a
primo piano in una traversa
sa finisse. Poi siamo scappati Teramo, la città in cui vive.
di viale Bovio. Con l’ufficio
a piazzale San Francesco,
Ha girato il mondo e parla
chiuso, martedì sono stata
quello dove si fermano gli auquattro lingue, ma il suo cofuori quasi tutto il giorno intobus. Dopo quella notte, i smopolitismo non la salva
sieme con mia sorella, fino a
miei geniori e gli atri fratelli dalla grande paura. Abita al
sera. Alle otto meno un quarsono andati da mia sorella
secondo piano di una casa
to, quando c’è stata quell’aldell’Ottocento in vico del
tra scossa molto forte, mi troGrillo, una traversa del corvavo in un’agenzia immobilaso di Porta romana, vicino al
re in corso San Giorgio. Ho
campanile di San Domenico.
visto le piante muoversi e so-
nelle vite delle persone. «La paura è la
migliore amica dell’uomo», ammoniva,
una trentina d’anni fa, John Cale, che
con il lato oscuro della vita ha una discreta frequentazione coltivata negli anni dei
Velvet Underground. Ma è davvero così?
Aiuta davvero a sopravvivere la paura
nata alle 3,32 della notte di lunedì scorso,
l’ora della grande scossa di terremoto
che ha distrutto L’Aquila e stravolto l’Abruzzo? Non si direbbe ad ascoltare le storie di chi non riesce ancora a riemergere
dalla voragine emotiva del terrore e sopravvivere al ricordo anche se vissuto a
chilometri di distanza dal cuore spietato
della catastrofe.
Foto fra le macerie del terremoto
no scappata in strada come
tutti. Ho telefonato subito a
mia sorella: “Prendiamo subito le nostre gatte, Agata e
Berta, e andiamocene ad Alba Adriatica”. Lì abbiamo casa di famiglia al quarto piano di un palazzo in via Duca
d’Aosta. Sì, ho sentito un po’
la scossa di martedì sera alle
undici e mezza, ma ora sono
più tranquilla. E per un po’
non mi muovo di qui. Quando tornerò a Teramo? Prima
devono smettere le scosse.
Voglio almeno cinque giorni
senza scosse», dice Daniela,
«poi si vedrà».
«Ogni rumore diventa un
rombo assordante. Ogni sussulto è motivo di vertigine.
Per me la terra continua a
tremare». Antonella ha 27 anni ed è laureata in medicina.
All’Aquila è iscritta al corso
di specializzazione in chirurgia dell’università. E’ di San
Salvo, Antonella, ma la notte
del terremoto era all’Aquila,
nell’appartamento del centro
che divide con alcune compagne di corso. E’ salva perché
è riuscita a scappare da una
finestra. Da tre giorni è a
San Salvo, dorme in casa ma
con alcune precauzioni emotive. «La paura è venuta via
con me», racconta. «Di giorno sento ancora la terra tremare. Quel terribile senso di
vertigini non mi abbandona.
La notte dormo sul divano
con le scarpe ai piedi e la borsa accanto. Pronta a scappare. Per fortuna ho mia madre che mi tranquillizza e la
mia sorellina che mi rallegra. Se non avessi la mia famiglia vicina a rassicurarmi
sarebbe terribile. Il rumore,
le urla della gente, l’odore
dei calcinacci. Se chiudo gli
occhi rivedo ancora quell’inferno, e mi ritorna la voglia
di scappare».
La notte della grande scossa, Dina era sola nella sua casa di via Gobetti a Pescara:
«Ho sentito il ruggito della
terra e mi sono precipitata
in strada. Sono originaria di
Piano d’Orta e da un paio
d’anni mi sono trasferita a
Pescara per lavoro. In casa
ero sola, nel palazzo non conosco quasi nessuno e quando ho visto la camera muoversi mi sono alzata dal letto
in un lampo. Mi sono messa
i jeans sopra la maglia del pigiama e le scarpe senza calzini. Ho preso il cappotto e le
chiavi di casa e sono scesa in
strada dove c’era molta gente».
Quella notte, Dina, 30 anni, occhi neri e capelli castani mossi, l’ha trascorsa vagando per la città, chiamando i suoi genitori a Piano
D’Orta e gli amici: «Sono andata sul lungomare e da una
radio proveniente da uno stabilimento ho sentito le tragiche notizie che venivano dall’Aquila». Dina non ha il coraggio di prendere l’ascensore per raggiungere la casa al
quarto piano e, così, si fa tutte le sale a piedi. «Ma lavoro
al dodicesimo piano del palazzo Uza in corso Vittorio Emanuele e devo inevitabilmente
prendere l’ascensore. Ma, a
ogni vibrazione, tremo e mi
riassale la paura». Federica,
34 anni, abita a Pescara al
quarto piano di un palazzo vicino al liceo
aristico. Ha
trascorso la
notte tra lunedì e martedì
scorso,
chiusa
in
macchina
sul lungomare, alla rotonda di lungomare Paolucci. «Siamo restati per due
ore nella berlina di mio
padre, senza
scendere,
perché eravamo in pigiama. C’erano
tantissime
macchine e
verso le cinque di mattina, passata
la paura, ci
siamo riavviati a casa».
E’ pescarese anche Marco,
31 anni, laurea in scienze della comunicazione e impiego
statale. Martedì sera, era in
macchina. «Tornavo dall’Aquila e non ho sentito la nuova scossa di terremoto», ricorda.
«Appena arrivato sotto casa, in via Colonna, erano tutti in strada. La scossa che si
è avvertita a Pescara, non
era niente rispetto alla tragedia che avevo visto all’Aquila. Sono salito a casa dove
avevo ancora pronto il sacco
a pelo con cui avevo dormito
all’Aquila e l’ho preso per andare con i miei genitori in
una casa di campagna che abbiamo a San Silvestro. E’
una casa a un solo piano costruita con mattoni antisismici. Speriamo».
(Hanno collaborato
Paola Aurisicchio
e Paola Calvano)
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Nasce il villaggio della speranza
Epifani annuncia l’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil: ospiterà mille persone
di Marina Marinucci con Maria Rosa Tomasello
L’AQUILA. Il primo segnale di speranza, dopo i giorni delle lacrime, arriva sotto forma di ruspe nel primo
pomeriggio, a Coppito. Davanti ai residenti sfollati, nel grande prato dove per anni i cittadini hanno sperato
di veder sorgere un parco, adesso naMentre i cavalli pascolano
tranquilli sull’erba, tre escavatori chiamati dal Comune abbattono il muro di cinta ed entrano nel grande appezzamento
di Murata Gigotti per spianare
la terra. Davanti all’offerta del
sindacato - tirare su a Coppito in poche
settimane
una cittadella
e una gigantesca
cucina
per mille persone - l’amministrazionecomunale messa in ginocchio da terremoto e rappresentata all’incontro di Coppito dall’assessore Ermanno Lisi, non
perde tempo e
ordina l’esproprio.
D’improvviso, in
mezzo alla distruzione, l’orizzonte cambia e si intravede un pezzo
di futuro, seppure transitorio: arriveranno
piccole case di legno, ciascuna
di circa 50 metri quadrati, ma
con i servizi, un vero letto, un
tetto. Qualcosa che non sia la
fragilità di una tenda, o la provvisorietà spaventosa dell’abitacolo di una macchina in cui rifugiarsi perché si è senza casa o
perché si teme che quella rimasta in piedi crolli.
Dopo la visita alla frazione,
dove nella prima fase d’emergenza la Pro loco si è sostituita
alla Protezione civile offrendo
cibo e il riparo sugli autobus
messi a disposizione della Sangritana, l’arrivo di Guglielmo
Epifani e l’annuncio del sindacati rappresenta un insperato
cambio di rotta.
Grazie alla mobilitazione di
tutte le segreterie regionali d’Italia, Coppito diventerà il centro operativo di Cgil, Cisl e Uil
per i soccorsi. Non solo un grande magazzino di raccolta e distribuzione di viveri e beni di
prima necessità, ma anche il villaggio, perché l’emergenza,
spenti i riflettori e finita la grande emozione, sarà lunghissima.
I primi passi saranno mossi già
nei prossimi giorni quando, è
stato detto, arriveranno le docce e una lavanderia per rendere meno disagevole la vita di
persone che sono già state gravemente colpite. Con una firma, Lisi sottoscrive l’accordo:
l’impegno che il sindacato chiede è che, conclusa la fase della
grande emergenza, tra qualche
mese, sia il Comune ad assumere la gestione del villaggio.
A seguire il progetto sarà Antonio Iovito, responsabile organizzativo della Cgil Abruzzo.
Già oggi è atteso l’arrivo di un
tecnico che dovrà verificare le
condizioni per l’installazione
del primo nucleo della cittadella: una tecnostruttura da 300
metri quadrati che arriverà da
Bologna in grado di fornire pasti caldi a circa mille perso-
scerà il primo villaggio del dopo-terremoto. Per annunciare la grande
iniziativa di solidarietà dei sindacati
confederali, il segretario generale
della Cigl Guglielmo Epifani arriva
alle 10.30 accompagnato dai dirigenti regionali e provinciali.
La cittadella sorgerà a Coppito
in un terreno espropriato ieri
Le ruspe sono già entrate in azione
L’interno del ricovero per gli sfollati a Coppito. In alto a sinistra Epifani
Nei prossimi giorni
sarà montata una
gigantesca cucina
Altre
immagini
dal campo
allestito
a Coppito
ne. All’interno del complesso,
dovrebbero trovare spazio anche la scuola, la farmacia e gli
uffici comunali.
Ma per Epifani, che dopo
aver visitato Coppito accompagnato dalla presidente della Provincia Stefania Pezzopane e
dal parlamentare del Pd Giovanni Lolli (entrambi personalmente colpiti dal terremoto)
dare un tetto agli sfollati non
basta. «Adesso bisogna fare
ogni sforzo per portare i soccorsi e aiutare chi ha bisogno» ha
detto il leader della Cgil, che
era accompagnato da Gianni
Rinaldini e Giorgio Cremaschi della Fiom, «poi, bisognerà ragionare su quello che
dovrà essere il futuro della
città e si potrà lavorare alla ricostruzione con un pochino di
serenità in più».
Per aiutare le persone senza
più casa, né lavoro, la Cgil ha
chiesto al governo di «garantire
i salari e gli stipendi ai lavoratori di cui é forzatamente sospesa
l’attività e assicurare il mantenimento dei rapporti di lavoro,
escludendo
nell’emergenza
ogni forma di licenziamento».
Fondamentale, inoltre, sia per
le aziende che per dipendenti e
pensionati l’esonero di imposte
e tributi e la sospensione delle
rate dei mutui. Ma guardando
avanti, per la Cgil, non ha senso l’idea di new town lanciata
dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi: «Non può esistere una città nuova che non
abbia legami con la storia e la
cultura dell’Aquila, questa è la
sfida che dobbiamo vincere»:
per questo sarà fatta al governo
la proposta di realizzare tra la
città devastata e il nuovo che
sorgerà un ponte, simbolo dei
legami che non possono essere
spezzati con l’identità e le radi-
ci. «Dobbiamo dare un segnale
forte alla popolazione sfinita e
sfiancata oggi dal terremoto, ieri dalla chiusura delle fabbriche e dalla perdita dei posti di
lavoro» ha aggiunto Lolli. Un
segnale che raggiunga anche i
tanti che dopo la seconda, terribile scossa, di martedì sera,
hanno deciso di lasciare L’Aquila e i paesi colpiti per dirigersi
verso località più sicure.
«Ma tutte queste persone voglio tornare, e bisogna dargli
una speranza di vita, così come
occorrerà innescare meccani-
smi per salvare l’università perché dopo quello che è accaduto
le iscrizioni crolleranno». Per
questo, il deputato aquilano ha
proposto di lavorare per la riapertura dei siti ex Finmec, nell’area industriale di Pile, una
iniziativa che avrebbe già ricevuto la disponibilità di Finmeccanica: «Il capannone però è lesionato e dovrà essere riparato:
vanno presi accordi con il governo per riportare le industrie
in città, in modo da restituire fiducia agli aquilani».
A Coppito i primi aiuti di
Cgil, Cisl e Uil sono arrivati già
ieri, con l’afflusso dei primi viveri: la distribuzione potrebbe
cominciare già oggi. Ma in attesa che il sindacato si organizzi,
la Pro loco continua a sostenere gli sfollati grazie anche ai volontari che continuano ad arrivare e consegnare cibo, vestiti,
prodotti per l’igiene. Ieri l’arrivo di un gruppo di ragazzi con
un furgoncino da Avezzano ha
consentito di riempire il magazzino e di portare aiuti a San Giacomo, dove era segnalato un
gruppo di famiglie in difficoltà,
perché il rischio è che i centri
più isolati siano dimenticati.
Lentamente, l’organizzazione comincia a funzionare. Ieri
sera, a Coppito, sono arrivate le
medicine: i volontari della Pro
loco, fatto l’elenco delle necessità, sono andati in ospedale
per le ricette e sono tornati con
i farmaci, che sono stati immediatamente consegnati ai tanti
che ne avevano bisogno. Anziani, soprattutto. Con la disponibilità dei pasti forniti dalla protezione civile al campo di Centi
Colella, 130 hanno pranzato e
cenato attorno al centro civico
di Murata Gigotti, dove si trova
la sede dell’associazione. Una
giornata senza scosse violente
ha rassicurato gli sfollati: dopo
la terza notte trascorsa in auto,
85 persone hanno deciso di accettare ospitalità nel dormitorio allestito dentro l’asilo, dove
sono stati collocate 108 brandine. I letti sono stati numerati e,
per coloro che si sono prenotati, il posto è stato assegnato a
ciascuno con nome e cognome.
Nel giorno in cui la speranza
è tornata tra gli sfollati, si sta
cercando di organizzare una festa di Pasqua, soprattutto per
distribuire le
uova ai bambini e far sentire loro che
un po’ di normalità si può
inventare anche in mezzo
alle macerie.
Ma che sia sobria, perché
domani è il
giorno dei funerali e dello
strazio, e c’è
gente che è ancora sotto le
macerie,
e
nessuno sa ancora fornire
dati precisi.
Tutti sanno
che non sarà
facile, basta
guardarsi intorno: gli elicotteri
sorvolano le zone disastrate,
passano le ambulanze urlando
e a Pile è stato allestito un obitorio nelle celle frigorifere di un
centro carni, dove ci sono sette
salme da riconoscere e dove ieri la Pro loco è passata silenziosamente per lasciare bottiglie
d’acqua per i parenti senza più
lacrime. Per loro, l’orizzonte è
rimasto buio.
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IL CENTRO
GIOVEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Le imprese sono in ginocchio
Alla Dompè 15 milioni di danni. Crolli alla sede di Confindustria
di Enrico Nardecchia
L’AQUILA. La sede di Confindustria senza più le pareti contrasta eccome con il «Ripartire e subito» che
Sergio Dompè, presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico, pronuncia di fronte ai danni subìti dal suo
impianto. All’ora di pranzo l’imFINMEK DORMITORIO. Il
piazzale di Finmek, l’azienda
simbolo del tracollo del polo
elettronico aquilano, oggi, dopo il terremoto, è diventato un
dormitorio. Uomini donne della Croce Rossa e altri volontari
vanno su e giù. Ci sono tende
per mille persone. Il campo è
ancora in corso di allestimento. Ci sarà anche una cucina. I
600 operai dei siti gestiti dalla
società in liquidazione «Aquila
Sviluppo», spezzettati in una
decina di imprese del comprensorio di Pile (da Technolabs a
Silex a Cn System, Elital, Hi-tech e Fida), con una mensa
esterna di 15 persone, sono tutti a casa. I gestori del sito (di
proprietà di Sviluppo Italia)
confermano che, per ora, l’attività è al palo. «Non può entrare nessuno e poi bisogna vedere se si può entrare». Si affacciano solamente pochi operai a
vedere cos’è successo. «Aquila
sviluppo ha messo a disposizione della protezione civile spazi
esterni e interni agibili», dice
Roberto Caporale, ex amministratore delegato e ora liquidatore della società. «Appena
possibile verificheremo i nostri edifici e l’attività riprenderà. L’obiettivo di tutti è quello di ricominciare presto ma bisogna fare un passo alla volta.
I danni sembrano lievi ma ci
sono controsoffitti caduti, pareti e mobili a terra. È presto per
azzardare delle previsioni».
DOMPÈ CONTA I DANNI.
Sergio Dompè, il presidente
del gruppo farmaceutico, traccia un primo bilancio visitando il sito che ospita anche la
Menarini: 300
dipendenti
sotto le due
insegne, oltre
a 50 addetti
dei
servizi
esterni. «Solidarietà a chi
è colpito dai
lutti e dai disastri e in modo speciale ai
nostri dipendenti», dice il
manager. «Bisogna lavorare subito con
grandissima intensità perché
si deve dare un segnale forte di
volontà di rinascita. Dobbiamo
essere sul mercato nei tempi
correnti per ripartire immediatamente. Lavoreremo giorno e
notte. Vogliamo essere i primi
a ripartire con la produzione
dei nostri farmaci. Non solo
non lasciamo L’Aquila, ma aggiungo che metteremo l’acceleratore al massimo. La cosa grave sarebbe soltanto non riuscirci. Le strutture hanno tenuto, progettate dal prestigioso
studio Forster. Nulla ha ceduto, ma bisogna considerare che
dobbiamo assicurare piena
funzionalità a un impianto di
tipo farmaceutico. Basti pensare che abbiamo un silos da 800
tonnellate d’acqua. Si sono sfilati per venti centimetri i cosiddetti prigionieri, che lo tengono ancorato al terreno. Pensate quanto ha ballato quel colosso. Abbiamo circa 15 milioni di
danni. Ogni giorno di fermo
produzione genera perdite per
circa 600mila euro. Da qui, infatti, escono 100mila pezzi al
giorno».
prenditore sbarca da Milano «per
stare coi miei dipendenti». Il viaggio nei nuclei industriali della città
martoriata comincia da Pile «dove
sta lavorando solo un’impresa: quella delle pompe funebri», come dice
il custode di uno degli insediamenti.
Finmek, il piazzale è un dormitorio
Manca una mappa delle distruzioni
La proposta: agevolazioni subito
La sede dell’Unione industriali crollata in parte
Sotto, Sergio Dompè di fronte ai calcinacci caduti
AVENTIS L’altro colosso del
polo farmaceutico, con stabilimento a Scoppito, comunica
che «l’80 per cento dei dipendenti potrebbe avere l’abitazione non agibile o addirittura distrutta. Siamo disponibili ad
assicurare la distribuzione di
pasti per i collaboratori più colpiti dal terremoto e le loro famiglie, oltre a mettere a disposizione tende, letti, coperte, servizi igienici da campo negli spazi esterni, in accordo con le autorità e le istituzioni. Il sito produttivo, costruito con criteri
antisismici, non ha subìto danni strutturali significativi. È
prevista la ripresa della produzione in un periodo variabile
tra le due e le sei settimane.
Questo ampio lasso di tempo è
giustificato non solo dalla necessità di riattivare le linee produttive e dalle oggettive problematiche legate alla viabilità
nell’area, ma anche dalle comprensibili esigenze e priorità
dei collaboratori».
LE PROPOSTE. Il dirigente
Gaetano Clavenna (Dompé
Pharma) che nella scossa del 6
In alto il piazzale del centro
commerciale Globo a Pile chiuso
e trasformato in un dormitorio
con tende e cucina da campo
aprile ha perso la casa, annuncia misure in favore dei dipendenti: «Abbiamo pensato di dare supporto di tipo economico
e sociale ai nostri dipendenti»,
spiega l’ex presidente di Confindustria L’Aquila. «Parlo della disponibilità ad anticipare
la liquidità e alla possibilità di
aprire la mensa, una volta che
sarà tornata la piena funzionalità del sito, non solo al personale ma anche ai loro familiari. Le imprese possono e devono ripartire ma sono necessari
e urgenti le agevolazioni. Una
di queste potrebbe essere il ritorno nell’Obiettivo 1, la seconda è una consistente defiscalizzazione. Questo per salvare almeno l’esistente. Già siamo in
un territorio stretto nella morsa della crisi e se non si interviene subito con misure incisi-
ve qui si rischia davvero l’emorragia delle imprese da questo comprensorio. Dico ai vigili del fuoco: non appena terminati tutti gli interventi per salvare le vite umane pensate anche alle imprese perché se
muore il sistema produttivo
non c’è futuro per nessuno in
questo territorio».
MANCA LA MAPPA. I siti
più grandi dei nuclei industriali sono Dompè, Sanofi Aventis,
Edimo e Vibac. Tutti sono alle
prese con la conta dei danni
causati dal terremoto. Ma al
momento manca ancora una
vera e propria mappa aggiornata della situazione delle imprese dopo il sisma. La conferma
arriva dal direttore di Confindustria Abruzzo Giuseppe
D’Amico, che insieme al presidente regionale Riccardo Ca-
logero Marrollo risponde al
telefono da Roma, dove partecipa alla consulta nazionale. La
sede dell’Unione industriali di
Campo di Pile è parzialmente
crollata ed è inagibile. «Sono
venute giù due tamponature»,
dice D’Amico. «Non abbiamo
un quadro complessivo della situazione. Sappiamo che nei siti
di Pile, Bazzano e Fossa hanno
chiuso quase tutte le imprese.
Ma qui siamo ancora alla primissima emergenza. È impossibile per ora attivare la task-force: siamo senza ufficio e senza
mezzi e dobbiamo avere un po’
di tempo almeno per organizzarci. Come Confindustria
Abruzzo, alla consulta nazionale dei presidenti di tutta Italia
siamo stati accolti da un applauso di solidarietà e di commosso omaggio alle vittime.
Abbiamo fatto, in quella sede,
le nostre prime proposte: al ministero abbiamo chiesto la cassa integrazione in deroga. Le
imprese, non lavorando, perdono soldi e comunque devono
poter sopravvivere. Ho parlato
col direttore generale del ministero delle attività produttive
per far partire, poi, la vera e
propria ricognizione delle imprese danneggiate sul territorio. Noi, per ora, non abbiamo
una sede a disposizione ma siamo pronti ad affiancare il ministero, cui abbiamo chiesto di
impostare e avviare il lavoro.
All’Aquila bisogna fare un
elenco a parte dei danni subiti
dalle aziende, oltre a quelli delle infrastrutture civili. Occorrono anche le liste, per le imprese, sullo stato di agibilità e
di messa in sicurezza degli impianti industriali per rimettere
in piedi almeno i macchinari e
far ripartire le aziende. Abbiamo chiesto aiuti alle imprese
che attingono a contributi, mutui e fondi di solidarietà. Inoltre, esiste un conto corrente interno al sistema di Confindustria in base al quale la sede
centrale di Roma comunica alle sedi territoriali la possibilità, da parte delle associazioni
di categoria, di dare contributi
che finiscono tutte in un fondo. Inoltre, a livello nazionale,
Confindustria ha deciso, in accordo con i sindacati, di destinare un’ora di lavoro ai terremotati. L’intesa, già sperimentata con successo nel caso dello tsunami nel Sud-est asiatico,
è in grado di assicurare apporti per milioni. Abbiamo chiesto autonomia riguardo all’apertura del fondo di Confindustria Abruzzo per progetti civili mirati e utili, ben dettagliati.
È auspicabile che a gestirli,
pur nel massimo controllo nazionale, sia il territorio. Tutte
le iniziative vanno coordinate
con un provvedimento legislativo che organicamente regoli
tutto, dalla ricostruzione ai
danni, dalle imprese ai cittadini. Va riconosciuta, infine, una
rimodulazione degli interventi
sui fondi europei alla luce di
quanto è accaduto in seguito al
terremoto».
IL TERREMOTO / IMMAGINI
Un giorno fra le macerie
Nella tendopoli e fra i resti della città fantasma
Dal’alto
in senso
orario:
una donna
aiutata
da un vigile
del fuoco
Michele
Placido
ieri a Onna
Berlusconi
all’Aquila
Dario
Franceschini
segretario
del Pd
con il sindaco
Massimo
Cialente
lavori
di soccorso
e un vigile
in un palazzo
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GIOVEDÌ
IL CENTRO
XC
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO E GLI AIUTI
Gli angeli delle macerie
Scavano tra le rovine, curano, assistono. E non si arrendono
O
ttomilacinquecento sul campo, per
disputare senza risparmi di energia la partita che nessuno avrebbe
voluto giocare. E per vincerla. Ottomilacinquecento soccorritori, vigilanti, operatori sanitari, tecnici. Senza tregua, senza
pausa, senza riposo. Frugano tra le macerie, accarezzano gli anziani, rincuorano
chi attende un disperso, nutrono gli sfollati sotto le tende, curano, accorrono, soccorrono. Il solito miracolo sottovoce della
gente italiana, tra organizzazione ed emotività, tra coordinamento e sensibilità.
Duemila Vigili del fuoco, millecinquecento militari, duemila forze dell’ordine e tremila inasauribili volontari, ognuno impegnato a puntellare l’anima ferita e non domata dell’Abruzzo. Angeli senza ali, con
la faccia sporca di polvere e la paura che
non frena il coraggio, mai. Il kit dell’angelo delle macerie è senza strumenti fissi,
ognuno muove le sue pedine: le valigette
con i defibrillatori, la tuta dell’associazione di volontariato, il computer portatile
del geologo. Una risposta impressionante
per impegno e per quantità.
Alle 7 del mattino di lunedì
- dato del ministero per i rapporti con il Parlamento - erano in azione in trecento, con
circa 100 mezzi operativi dei
vigili del Fuoco. Sono diventati quasi novemila e sono destinati a crescere, tra rotazioni
e aggiunte. All’alba dello stesso giorno sono decollati 4 elicotteri dai reparti volo di Pescara, Bologna e Roma, con
Vigili del Fuoco specializzati
in tecniche speleo alpinistiche. Nelle ore successive, le
forze in campo sono aumentate sino ad arrivare, intorno alle 18, a circa 1.200 unità operative, con circa 650 mezzi. E ancora, in azione le colonne mobili operative del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
della Toscana e dell’Emilia
Romagna. Poi 50 funzionari
tecnici specializzati in verifiche della stabilità delle strutAll’aperto. La sofferenza in un campo di soccorso
ture, 45 mezzi speciali movimento terra,
40 unità cinofile, 13 squadre per un totale di oltre
90 unità specializzate in
tecniche speleo alpino fluviali, 6 squadre specialistiche per ricerca persone sotto le
macerie.
Giorno dopo giorno, al
lavoro senza
fermarsi. Alle 18 di martedì
erano
2.386, ieri sono più che
triplicati.
Reattività
eimmediatezza anche da
parte
delle
forze di polizia. Si sono
mosse
in
1724 unità, di
Il pasto. Volontari distribuiscono generi alimentari
cui 566 della
Polizia di Stato, 460 dell’Arma dei Carabinieri, 318 della Guardia di Finanza, 380 unità del Corpo Forestale dello Stato. Tutti numeri in crescita costante, per
rendersene conto basta percorrere le autostrade che
scendono o salgono in Abruzzo. Per garantire l’ordine pubblico e per le esigenze di soccorso risultano impiegate anche 220 unità dei reparti mobili di Roma, Napoli, Bologna,
Bari e della Scuola di Senigallia. Oltre 30 pattuglie per gli
interventi di soccorso e la gestione della viabilità, mentre
é stato disposto l’invio di ulteriori 26 pattuglie di rinforzo.
Un aiuto che non passerà
inosservato è quello che porterà all’installazione di cento
casette antisismiche in legno,
alte sette piani; arriveranno
da Trento.
È mobilitata anche la Marina Militare. Il dipartimento
Strade spettrali. Si lavora tra polvere e detriti
Dall’alto. Sorveglianza in elicottero sulle aree colpite
Chi soccorre
i soccorritori
Crepe e cure. Assistenza medica in una stanza lesionata
Alto Tirreno ha messo a disposizione della Protezione
Civile una componente aerea
di due elicotteri con relativi
equipaggi e tecnici provenienti dalle basi aeree della Marina. Dal Comando Subacquei
e Incursori arriva una camera iperbarica mobile con staff
medico e tecnico. Il reggimento San Marco ha inviato da
Brindisi un’unità logistica di
40 fanti di Marina con una cucina da campo e una tenda refettorio che può ospitare 250
persone. La scelta per questo
supporto é caduta su Campo
di Pile, nei pressi del centro
commerciale Il Globo.
Intanto il personale proveniente dal Cisam di Pisa, munito di una speciale termocamera, coadiuva l’attività della protezione civile per cercare persone sotto le macerie
per individuare lesioni alle infrastrutture. Tecnologie e mani nude, l’informatica e il cuore che batte.
Fabrizio Brancoli
MONTESILVANO. «Stiamo scavando con le mani
da tanto tempo, non ce la
facciamo più, abbiamo fame: da stamani abbiamo
mangiato solo mezzo piatto
di pasta».
Ad ascoltare queste parole, dette dagli uomini del
soccorso speleologico abruzzese e del soccorso alpino
umbro, sono stati i volontari della Protezione civile di
Montesilvano: sono stati loro a portare pane, olio e
mozzarella agli angeli del
terremoto che stavando scavando a mani nude in una
traversa di via XX settembre dove una palazzina di
tre piani è diventata un immenso cumulo di macerie.
Tra i volontari di Montesilvano, arrivati all’Aquila
per portare generi di prima
necessità e allestire le tendopoli, c’era anche Paolo
Cilli, consigliere comunale
e ingegnere che proprio all’Aquila si è laureato il 6 ottobre 2006: «Ho visto gente
scalza o in pigiama che non
vuole andare via dall’Aquila per non abbandonare i
propri cari», racconta.
Per il gruppo di Protezione civile di Montesilvano,
coordinato da Andrea Gallerati, il lavoro al terremoto
dell’Aquila è stato il debutto nel volontariato: la sezione in piazza Beni non è stata neanche inaugurata.
I volontari di Montesilvano sono entrati anche nel
centro storico dell’Aquila
per portare cibo a chi stava
lavorando alla ricerca dei
corpi: «Speleologi e soccorritori del Cai sono degli
eroi - assicura Cilli - la cosa
più triste che ho visto è stata alla fine dei vicoli, al di
là delle transenne: ad aspettare, c’erano i genitori dei
ragazzi imprigionati e morti sotto le macerie».
Pietro Lambertini
IL CENTRO
GIOVEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Fossa, dopo il sisma la frana
Preoccupazione per i massi pericolanti, sgomberato l’intero paese
di Roberto Raschiatore
FOSSA. Lo scoppio è improvviso.
Urla isteriche di donne, qualcuna
fugge dalle tende. Presto ci si accorge che è solo l’ultimo generatore
elettrico messo in funzione. Mani
al petto, sospiri. Qui ogni rumore diventa paura. Perché si teme sempre
LA PAURA. Avvicinarsi a
Fossa è un’impresa. Il ponte
sulla Forconese è spezzato a
metà ed è un miracolo che Roberto Lazzaro e la sua auto
non siano finiti nel fiume
Aterno. L’auto dell’agente della Forestale
è ancora qui,
testimone
del dramma
scampato.
Decidiamo di
raggiungere
Fossa attraverso
una
stretta strada di campagna. E sbuchiamo proprio davanti
alla tendopoli dove i sopravvissuti
vagano a centinaia. Questa è la nuova Fossa. Nell’altra, quella che ha vissuto fino a
domenica
notte,
non
c’è più anima viva. I settecento abitanti sono stati costretti a lasciare le case, crollate o lesionate. Venute giù per uccidere
anche una bimba moldava di
tre anni, arrivata in paese appena una ventina di giorni fa.
La piccola e la madre erano a
Fossa per riabbracciare il
papà muratore. Nessuno sa
qual era il nome della bimba,
ancora non registrata all’anagrafe del Comune, ma tutti
hanno pianto per lei. Così come hanno versato lacrime
per i coniugi Chiarelli.
Achille e Lisa, 75 e 71 anni,
erano abbracciati nel loro letto quando i soccorritori li
hanno trovati. Il paese li saluta per l’ultima volta nel pomeriggio, in una funzione celebrata al cimitero perché le
chiese non ci sono più. La
quarta vittima di Fossa si
chiamava Lidia Carletto, 65
anni. Le pareti della sua casa
si sono spalancate nel vuoto.
L’ALTRO INCUBO. Il terremoto prima, la frana poi. Tonnellate di massi sono precipitate
dal monte Circolo quando la
terra ha tremato. Ora le pietre giganti restano sospese e
minacciose sulle abitazioni.
La più grande è rimasta in bilico sulla parete della camera
da letto di Antonella Notarantonio e Franco Calvisi e
ha risparmiato loro la vita.
«L’ha voluto la Madonna» ripetono moglie e marito, che
ora si trovano nella tendopoli
allestita nel campo sportivo.
Tendopoli che ospita circa
300 sfollati. Gli altri sono
scappati da parenti o verso la
costa. La disperazione. «Ho
visto gente piangere, gente
forte che è crollata quando è
avvenuta l’ultima scossa di
martedì» racconta il sindaco
Luigi Calvisi «il paese è stato interamente sgombrato e
adesso viviamo con la paura
che possa venire giù la montagna. E’ caduto il campanile
che possa tornare a farsi sentire il
ventre della terra. Fossa. Un paese
sfregiato, epicentro dell’ultimo,
violento sisma di martedì. Il viaggio fra i terremotati, a tre giorni
dalla catastrofe, comincia qui e prosegue fino a Monticchio.
Scatta la corsa contro il tempo
per salvare 100 mucche
nell’allevamento di Sant’Eusanio
Il sopralluogo dei vigili del fuoco tra le macerie di Fossa
Al multisala Garden
di Monticchio
la tendopoli dei bimbi
della chiesa di Santa Maria
Assunta, le mura del castello
sono crollate ed è stata seriamente danneggiata la chiesa
di Santa Maria ad criptas,
uno dei monumenti più belli
d’Abruzzo e d’Italia».
LA VISITA. Chiediamo alla
squadra Nomentano di Roma
dei vigili del fuoco di mostrarci Fossa. Ci inerpichiamo fra
i vicoli, scorgiamo macerie
ovunnque, il silenzio è irreale. Abitazioni squarciate, pietre su auto parcheggiate sotto
il grande campanile, i massi
della frana in lontananza. Il
comandante dei pompieri Pietro Gonini ci fa vedere le case dove è piombata la morte.
La frana
dal monte e
in alto
l’allevamento
A destra auto
abbandonate
Un materasso, un comò, una
bambola di pezza sono in strada. La lampada di un portone
è rimasta accesa, simbolo di
una fuga precipitosa per sfuggire alla morte.
ANIMALI DA SALVARE. Un allevatore porta via 15 mucche
da una stalla. Pasquale Della Morte, ferroviere in pensione originario di Pescina,
supplica i soccorritori di farlo rientrare a casa. «Devo salvare le mie 25 galline» ripete.
Perché una tragedia come
questa ha volti diversi, storie
che si rincorrono. Come quella dell’allevatore Enzo Galano, a Sant’Eusanio. Mezza fattoria è crollata e l’uomo non
può mungere un centinaio di
mucche che adesso rischiano
di morire.
ALTRA DISTRUZIONE. Il viaggio nei luoghi del dolore prosegue. Andiamo a Villa Sant’Angelo, nella tendopoli da
360 posti letto. Vengono distribuiti i pasti. Il parroco prega.
Il sindaco Pierluigi Baldi
prosegue nell’incessante lavoro di coordinare i lavori. La
polvere è ovunque. Torniamo
in auto e proseguiamo il viaggio verso Castelnuovo. Anche
qui la tendopoli è in fermento, si tenta di ricominciare
una vita che non sarà più come prima. «Abbiamo paura»
ripete un gruppo di anziane
«con la scossa di martedì sera
ci sono stati nuovi crolli di
abitazioni. I nervi sono a fior
di pelle».
GLI ACCAMPATI. Ci rimettiamo in viaggio. Ci fermiamo
davanti a una famiglia accampata nel giardino di un’azien-
da, la “Selleria Rovo”. «Non
sappiamo quando torneremo
alla normalità» afferma il proprietario Giannettore Rovo
mentre ci mostra i segni lasciati dal terremoto. Alle porte di Paganica incontriamo
un’altra famiglia accampata
nel giardino di casa. Maria
Laura Volpe continua a ricevere telefonate dai parenti
dell’Argentina, Gemma Naviganti ci mostra la sveglia
sul televisore ferma alle 3,32.
L’ora che ha cambiato la vita
di questa gente. «Speriamo
negli aiuti per la ricostruzione e speriamo che nessuno ci
mangi sopra» vuole sottolineare Antonio Naviganti.
Che ci mostra il colle di Paganica. «Lì c’è l’epicentro della
scossa terribile» spiega «alle
23 ce n’era stata un’altra anche forte e la maggior parte
degli abitanti era scesa in
strada. Per questo a Paganica
non ci sono state tante vittime». Le scene di distruzione
le vediamo anche nella vicina
frazione di Tempera.
SILOS PIEGATI. A Bazzano
l’immagine impressionante
la offrono i silos della Vibac.
Piegati, accartocciati dal violento schiaffo della natura.
PROTESTE. Le incontriamo a
Bagno, frazione dell’Aquila.
«Siamo stati dimenticati» dichiara Aleano Stele «non abbiamo neanche l’acqua e siamo dovuti andare a Montecchio per prenderla. Passiamo
le notti in auto».
CINEMA-TENDOPOLI. L’ultima tappa a Monticchio. Al cinema Garden. Fuori le locandine che pubblicizzano gli ultimi film, dentro sfollati a centinaia. La multisala è chiusa,
inagibile, ma il grande parcheggio è diventato il campo
dei terremotati. Settanta tende sono allineate. Ognuna
ospita dalle otto alle dieci persone. «Cerchiamo di tenere
unite le famiglie» evidenzia
Giovanni Caldiroli della
Protezione civile della Lombardia, responsabile del campo «abbiamo allestito anche
due cucine da campo in grado
di fornire mille pasti l’ora grazie all’impegno degli alpini di
Sondrio e della Provincia di
Brescia. Al
momento
ospitiamocirca 500 sfollati, che hanno
bisogno
di
tutto perché
sono arrivati
con niente».
I GIOCHI.
Un avviso affisso un po’
ovunque attira la nostra
curiosità.
«Bambini attenzione: dalle 15 alle 17
gioco con i
cani». «Sono
quelli delle
unità cinofile»
spiega
Caldiroli «gli
stessi
che
erano impegnati nelle ricerche degli scomparsi. Cerchiamo di distrarre i bambini.
Qui ce ne sono molti». In effetti corrono ovunque. Ce n’è
uno che indossa il casco di un
pompiere, in mano un’improvvisata spada di legno. Si
avvicina. «Rincorro la strega
che provoca i terremoti. Riuscirò a sconfiggerla» dice serio. E scappa via.
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Berlusconi: «Qui sarà dura»
La lunga giornata del premier: «Peggio di quanto pensassi»
L’AQUILA. Attonito e sgomento fra
le macerie di una «città fantasma». Silvio Berlusconi tocca con mano i drammi provocati dal terremoto e, al termine di un lungo sopralluogo al centro
dell’Aquila, riconosce che quanto ha
visto é «molto peggio» di quanto aveva immaginato. Per il terzo giorno
consecutivo, il presidente del Consiglio arriva con l’elicottero dell’aviazione militare e poi, davanti ai giornalisti, snocciola il nuovo tragico bilancio
del terremoto: morti, feriti, sfollati.
Poi, difende l’idea di costruire una
«new town» sottolineando però che il
centro storico non sarà toccato. Propone di dividere la ricostruzione in 100
progetti da affidare alle province in
modo che in caso di mancati risultati i
responsabili siano sottoposti al pubblico ludibrio. Si scaglia contro il fenomeno dello sciacallaggio e ribadisce la
sua intenzione di dispiegare anche l’esercito per blindare la città e non permettere l’accesso a nessuno al di fuori
dei soccorritori. Il Cavaliere, dopo
aver annunciato di aver trovato 16 milioni di euro di fondi per ricostruire la
Casa dello studente, si concede una
battuta: «In questa emergenza ho battuto un altro record: non dormo da 44
ore, un buon risultato per uno come
me che ha 35 anni», dice sostenendo
che «anche in tragedie come queste bisogna saper sorridere».
Ma l’ottimismo lascia
il posto allo sgomento non appena raggiunge per la prima
volta il cuore della
città colpita dal terremoto. La prima tappa
é proprio davanti alla
Casa dello studente,
uno dei simboli della
tragedia. Al presidente del Consiglio viene
immediatamente dato un casco dei vigili
del fuoco che lui indossa con disinvoltura, ascoltando con attenzione anche dettagli tecnici che gli vengono raccontati da
Sergio Basti, direttore centrale per l’emergenza dei vigili
del fuoco. Il funzionario lo informa che a
pochi metri da li ieri
sera alle 23 una ragazza é stata estratta viva e il premier si informa sul suo
stato di salute. Chiede dettagli sulle
crepe a forma di ‘X’ che, secondo gli
esperti, indicano le lesioni più gravi ai
palazzi. A pochi metri di distanza l’incontro più toccante: é un’anziana signora che gli si avvicina e urlando dal
dolore, gli chiede aiuto. «Non ho più
nulla, nemmeno i denti», gli dice la
donna prendendo le mani del premier. Lui cerca di farle coraggio dicendole che «l’Italia sta rispondendo» e
che il governo «non lascerà indietro
nessuno». Prosegue il sopralluogo con
accanto Alfano, il governatore Gianni
Chiodi e il sottosegretario Paolo Bonaiuti. «La ricostruzione sarà lunga»,
osserva constatando i danni agli edifici ed in particolare a quelli storici. Si
complimenta con i soccorritori che
«hanno rischiato la vita» e di cui «l’Italia deve essere orgogliosa». Quando arriva a piazza Duomo l’impatto é forte:
«Sono stato qui per le elezioni; dobbiamo reagire a questa immane tragedia,
purtroppo questa é diventata una
città fantasma». Parla della difficoltà
di ricostruire i palazzi più antichi,
mentre per paesini intorno sarà più facile fare «piazza pulita» e «ricostruire
tutto daccapo». Si tratta comunque di
un lavoro «veramente improbo» e su
cui nessuno può fare previsioni circa i
tempi anche perché, aggiunge, «da genitore non porterei mai più la mia famiglia dentro una casa anche se gli
esperti mi dicessero che si può riparare». La preoccupazione più grande é
che si evitino nuove vittime: «Dite ai
ragazzi che non sono pratici di stare
attenti perché se arriva un’altra scossa viene giù tutto e ci dicono che ne
verranno ancora».
ARRIVA IL PRESIDENTE
Oggi la visita di Napolitano
E il Papa: «Presto tra di voi». E’ atteso dopo Pasqua
L’AQUILA. E’ una vera e propria processione quella di leader politici, ministri e istituzioni nelle zone terremotate per portare solidarietà e manifestare, anche concretamente, la vicinanza dello Stato nel momento della tragedia. Per oggi é prevista la visita del
presidente della Repubblica Giorgio Napoli-
A sinistra il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano
Sotto, papa Benedetto XIV:
imminente la sua visita all’Aquila
I funerali con il cardinal Bertone
Il segretario di Stato vaticano celebrerà le esequie
L’AQUILA. Sarà Tarcisio Bertone,
il cardinale segretario di Stato, a presiedere la solenne liturgia esequiale
di domani, venerdì santo, alle 11 (in
diretta tv) nella piazza d’Armi della
scuola della Finanza di Coppito. Per
permettere la celebrazione è arrivato
un indulto speciale della congregazione per il culto divino. Infatti dal giovedì, fino alla veglia del sabato santo, la
liturgia vieta di celebrare l’eucare-
stia. Dopo annunci e smentite la sala
stampa vaticana ha confermato la
presenza del numero 2 della Santa Sede. L’arcivescovo Giuseppe Molinari presiederà il rito della benedizione
delle salme con un breve discorso. Il
Papa, che sarà all’Aquila «appena possibile», invierà il segretario Georg
Gaenswein. Presenti il vescovo Mariano Crociata (segretario Cei) e i
presuli d’Abruzzo e Molise. (e.n.)
tano, atteso nelle prime ore della mattina
nel capoluogo abruzzese per assistere alle
operazioni di soccorso e visitare le popolazioni colpite dal sisma. Il presidente sarà
accolto dalle autorità alle 9,30 alla scuola
delle Guardia di Finanza, sede del Centro
di coordinamento della Protezione civile.
Il programma della visita è
stato fissato solo per sommi capi e non si sa per quanto si protrarrà. Di sicuro il presidente,
dopo l’incontro iniziale, visiterà di persona i luoghi-simbolo della tragedia (la Casa dello
studente, il centro storico dell’Aquila) per poi spostarsi a
Onna e quindi al campo sfollati di San Demetrio. Ultimo atto sarà l’incontro con i sindaci
dei paesi colpiti dal sisma.
Anche papa Benedetto XVI
si recherà presto all’Aquila
per portare di persona il suo
conforto alla popolazione colpita dal terremoto. Lo ha annunciato lui stesso ieri durante l’udienza generale in piazza
San Pietro. «Appena possibile», ha precisato. E lo ha confermato in una conversazione
telefonica con l’arcivoscovo
dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari. In Abruzzo lo
aspettano presto, anzi prestissimo. La prossima settimana,
forse addirittura martedì. Anche se a proposito il portavoce
vaticano, padre Federico Lombardi, frena: «La visita non
sarà sicuramente prima di Pasqua e nemmeno subito dopo». A precedere il papa nel capoluogo abruzzese sarà il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che domani officerà, insieme a monsignor Molinari, i funerali delle vittime del sisma. La cerimonia si svolgerà nella caserma della Guardia di Finanza
dell’Aquila e includerà anche
la comunione: Benedetto XVI
ha infatti concesso un indulto
speciale per derogare alla norma canonica che vieta ai cattolici di celebrare l’eucarestia il
Venerdì Santo. Anche il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsi-
gnor Crociata, sarà presente
alle esequie. Nel dare l’annuncio della sua imminente visita, Ratzinger ha rivolto parole
commosse
alle
comunità
abruzzesi: «Carissimi, appena
possibile spero di venire a trovarvi. Sappiate che il papa prega per tutti, implorando la misericordia del Signore per i defunti, e per i familiari e i superstiti il conforto materno di
Maria e il sostegno della speranza cristiana. La sollecitudine con cui autorità, forze dell’ordine, volontari e altri operatori stanno soccorrendo questi nostri fratelli dimostra
quanto sia importante la solidarietà per superare insieme
prove così dolorose». Subito
dopo l’udienza, Benedetto XVI
ha telefonato al vescovo dell’Aquila, esprimendo tutto il suo
dolore per l’accaduto: «La visita del papa — ha commentato
monsignor Molinari — ci dà
speranza e forza per affrontare l’attuale situazione così difficile e dal futuro così incerto». Anche il presidente dei vescovi italiani, il cardinal Bagnasco, si recherà all’Aquila
martedì prossimo. La Cei ha
stanziato tre milioni per i primi aiuti e indetto una colletta
straordinaria in tutte le parrocchie italiane domenica 26.
Dopo i blitz di ieri di Franceschini, Di Pietro, Alemanno e
dei ministri Bossi, Tremonti,
Zaia, Alfano e La Russa, é ora
atteso il presidente del Senato
Renato Schifani, che sta raccogliendo a palazzo Madama
una fondo per i bimbi terremotati (ha chiesto ai senatori un
contributo non inferiore a mille euro), mentre il presidente
della Camera Gianfranco Fini
trascorrerà la domenica di Pasqua con i terremotati.
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Sgomberato anche il carcere
Struttura lesionata, trasferiti a Spoleto e Roma i detenuti del 41 bis
L’AQUILA. «Non è stato semplice, ma l’operazione andava fatta per motivi di sicurezza». A parlare è il direttore del carcere del
capoluogo abruzzese Tullio Scarsella che ieri ha completato l’opera di sgombero dei 140
detenuti ospitati nella struttura penitenziaria. Tra questi 80 nomi eccellenti sottoposti
al 41 bis, tra i quali Salvatore Madonia condannato all’ergastolo per l’uccisione dell’imprenditore Libero Grassi e la brigatista Nadia Desdemona Lioce per l’assassinio di Biagi e D’Antona. Le destinazioni: Spoleto e il
carcere di Rebibbia per la donna.
Il sisma non ha risparmiato
neppure il carcere «Le Costarelle» che ha riportato gravi lesioni. Così, il direttore, dopo aver
esposto il problema al ministero della Giustizia ha provveduto a mettere in atto il piano di sicurezza per i 140 ospiti del penitenziario.
Gli 81 in regime di 41 bis sono
stati trasferiti al carcere di Spoleto, la Lioce a Rebibbia. I detenuti “comuni” in parte anche al
carcere di Pescara.
Il ministero della Giustizia
sottolinea come lo sgombero
del carcere dell’Aquila sia stata
«la più grande operazione di traduzione di detenuti che si ricordi», che ha visto impegnati
200 uomini e
70 mezzi di
cui 30 furgoni
blindati e 40
autovetture
della polizia
penitenziaria.
«Il trasferimento»,proseguono «è avvenuto regolarmente, senza alcun problema. I detenuti in 41 bis
(il cosiddetto
carcere duro)
naturalmente, nella nuova allocazione, manterranno le stesse condizioni
di ristrettezza previste da questo regime».
Il ministro Angelino Alfano, oltre a ringraziare il personale della polizia penitenziaria,
e in particolare gli uomini del
Gruppo
operativo
mobile
(Gom), ha annunciato che valuterà con i vertici degli uffici giudiziari «tutte le misure urgenti
da adottare per decreto o per atto amministrativo del ministro
affinché il servizio giustizia nella zona possa essere immediatamente riorganizzato».
Nella conferenza all’Aquila
Silvio Berlusconi circa l’esodo dei detenuti dalle Costarelle
ha sottolineato che il trasferimento «è stato
disposto
perché il carcere ha subito
danni e i detenuti, secondo
la loro stessa
definizione, si
sentivano come “topi in
trappola”».
(y.f.)
Il direttore
Scarsella
il carcere
e una
traduzione
al San Donato
A SULMONA
Il penitenziario
non sarà evacuato
SULMONA. Il carcere di via Lamaccio non è stato evacuato. Il sisma, che pure ha fatto tremare, e non solo di
paura, l’area peligna, non ha creato problemi strutturali al penitenziario. La notizia viene precisata a causa del diffondersi di alcune voci che si sono rincorse
circa l’imminenza dello sgombero. La smentita arriva
all’unisono dal direttore Sergio Romice e dal responsabile dell’area pedagogica, Frank Mastrogiuseppe.
Il carcere
di via
Lamaccio
a Sulmona
Per
il momento
non sono
previsti
sgomberi
La notizia è rimbalzata direttamente dall’Aquila.
«Voglio assolutamente fare questa precisazione», ha spiegato Di Mastrogiuseppe,
«perché ci sono pervenute notizie dall’Aquila secondo le quali staremmo per trasferire
i detenuti di Sulmona un altro carcere. Ripeto che si tratta di una notizia assolutamente falsa».
Il direttore Romice aggiunge che «la
struttura penitenziaria è assolutamente solida, è stata controllata con accuratezza e
non presenta alcun tipo di problema. I nostri detenuti sono tranquilli e non crediamo che sia alle viste un trasferimento, nè
tantomemo l’accoglienza di detenuti provenienti dal penitenziario Le Costarelle dell’Aquila».
Nell’area della provincia il terzo carcere
è il San Nicola di Avezzano. Attualmente,
però, la casa circondariale della Marsica
che si trova proprio al fianco dello stadio
dei Marsi è chiusa per lavori di ristrutturazione.
Secondo le previsioni il carcere avezzanese dovrebbe riaprire subito dopo la stagione estiva.
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GIOVEDÌ
XG
IL CENTRO
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO E LA SCIENZA
Prevedere il sisma, una sfida
Tanti segnali da interpretare ma senza certezze su luogo, data e ora
di Luigi Bignami
L’AQUILA. Le polemiche sorte attorno alla prevedibilità del terremoto dell’Aquila
ripropongono ancora una volta la domanda sui reali risultati raggiunti dalla comunità scientifica. Molteplici le strade percorse per capire quella che più di altre possa portare a risultati concreti.
La Nasa ad esempio, sta cercando segnali precursori dei
terremoti nell’atmosfera terrestre. Tutto è nato quando
ne sono stati osservati poco
prima che avvenisse il disastroso sisma che lo scorso anno ha colpito la regione di Sichuan, in Cina e che ha causato oltre 80.000 morti. Allora
infatti, vennero osservati bagliori all’infrarosso e variazioni nel campo magnetico sopra l’area interessata, con un
anticipo di una decina di giorni, quando le pressioni aumentano.
«Basterebbe una rete di
una ventina di satelliti — propone Friedemann Freund della Nasa — preposti a osservare tali bagliori per tenere sotto controllo tutte le regioni a
rischio sismico». Un’altra
strada per prevedere l’arrivo
di un sisma è quella seguita
dai geologi che da anni studiano la Faglia di San Andreas,
la lunga frattura che interessa gran parte della California. Negli ultimi anni essi
hanno perforato la faglia fino
a una profondità di circa tre
chilometri, in un progetto
chiamato Safod, da San Andreas Fault Observatory at
Depth. All’interno della perforazione i geofisici hanno posizionato strumenti in grado di
rilevare
le
più piccole
variazioni fisiche e chimiche che avvengono nelle rocce. Spiega Apul Silver,
della
Carniege Institution di
Washington:
«Un esperimento più di
altri è risultato interessante. A ritmi regolari produciamo delle
onde sismiche artificiali di bassa intensità che
vengono raccolte da una
rete di sismografi. Abbiamo notato che poche ore prima dell’arrivo di
un terremoto, la velocità con
la quale si propagano le onde
variano rispetto alla normalità. Questo starebbe a significare una variazione dello
stress cui sono sottoposte le
rocce nell’imminenza di un sisma». In più di un caso la variazione si è manifestata un
paio di ore prima dell’evento
sismico, altre volte addirittura 10 ore in avanti. «In due
ore e ancora più in dieci è possibile sgomberare un gran numero di persone e prendere
tutti i provvedimenti del caso
per evitare che il terremoto risulti catastrofico, come, ad
esempio, bloccare l’erogazione del gas, fermare i treni e
così via».
Anche il radon, di cui si
parla in questi giorni non è
nuovo nello studio della previsione sismica. Gia negli anni Novanta e poi all’inizio del
nuovo secolo ricercatori pakistani e indiani avevano scoperto una relazione tra emis-
Guido
Bertolaso
e un summit
della
Protezione
Civile
«Giuliani è uno studioso serio»
Bassi, rettore a Trento: «Il radon? Pista plausibile»
TRENTO. Davide Bassi, rettore
dell’ateneo trentino, è fisico di professione; in questa veste interviene
sul tema che divide l’Italia: il terremoto che ha colpito l’Abruzzo si poteva prevedere? Lo studio di Giampaolo Giuliani (la possibilità di pre-
Giampolo
Giuliani
Il ministro
dell’Interno
Roberto
Maroni
ha assicurato
il massimo
impegno
per la
ricerca
delle persone
ancora
disperse
«Scaveremo
fino a
Pasqua»
vedere, dalle 6 alle 24 ore prima, un
evento sismico calcolandone epicentro, intensità e ipocentro, grazie a una rete di rivelatori di concentrazione di gas radon) era attendibile? Difficile dare risposte nette,
ma Bassi esprime il suo pensiero.
«Per la Protezione civile dice Bassi - non era certo facile decidere di evacuare un’area così vasta, ma chi ha fatto la previsione del terremoto è uno studioso serio che
non va insultato».
Secondo lei, professore,
l’intuizione di Giuliani
non era poi così assurda.
«Premetto che il mio è un
ragionamento da fisico, non
da geologo. Comunque, il radon è un gas naturale radioattivo che viene emesso dal terreno. Lo si trova ovunque, in
quantità più o meno grandi.
Viene monitorato perché, se
supera una certa soglia, può
provocare tumori ai polmoni».
Per Giuliani la quantità
di gas radon emessa in queste settimane nei dintorni
de L’Aquila era il campanello d’allarme per un sisma di fortissima intensità.
«Questo tecnico che lavora
presso i laboratori del Gran
Sasso ha spiegato che quando il rilascio di questo gas aumenta molto è in arrivo un
evento sismico. Ed è plausibile che i movimenti del sotto-
suolo possano aumentare la
produzione di radon, che si
trova appunto sottoterra».
Insomma, la Protezione
civile non ha preso in considerazione un’indagine seria?
«Questo non si può dire. Se
la Protezione civile evacuava
una zona così vasta per settimane e poi non accadeva nulla, cosa avrebbero detto? A
mio modo di vedere non si
può né gettare la croce su
Bertolaso, che aveva una
grande responsabilità, né dare dell’idiota a Giuliani».
Ma questo sistema potrebbe essere utile per prevenire terremoti futuri?
«Un sistema per prevedere
eventi sismici ancora non c’è.
Vorrebbero averlo tutti se si
pensa ai morti e ai danni che
potrebbe evitare. Al momento, però, un sistema d’allarme empirico non esiste, anche se quello del radon può
essere un indizio che va approfondito con attenzione per
capire se può davvero dare risposte efficaci in futuro ed
evitare situazioni drammatiche come quelle che si stanno
vivendo in queste ore».
Anche Pazienza tra i soccorritori
L’ex faccendiere è affidato ai servizi sociali
L’AQUILA. Faccendiere ed ex consulente del Sismi; laureato in medicina (centodieci e lode) e coordinatore di decine di volontari del servizio
118. È il curriculum inquieto di un
soccorritore atteso tra i terremotati
abruzzesi, secondo alcune indiscrezioni. Tra le tende degli sfollati potrebbe arrivare in questi giorni anche Francesco Pazienza, che ha alle
spalle una condanna per calunnia,
nel quadro del processo per la strage di Bologna. Oggi è affidato ai servizi sociali. L’ultima apparizione
del suo nome nelle cronache risale
alla fine del gennaio scorso quando,
in alcune dichiarazioni, l’ex faccendiere sostenne che la strage di Bologna sarebbe stata opera del governo
libico come ritorsione nei confronti
dell’Italia per aver firmato un trattato con Malta.
Vigili
del Fuoco
al lavoro
in un edificio
lesionato
sioni anomale di radon dai
suoli ed eventi sismici. Anche in Italia scienziati dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste avevano già
messo in evidenza, oltre una
decina di anni or sono, che
possibili «anomalie» di emissioni di gas radon sono da «accostare ad eventi sismici, verificatisi durante il periodo
preso in esame, fino a dimostrare possibili legami tra variazione di radon e terremoti
più forti», ha spiegato Anna
Raggio in un suo lavoro.
Ma al momento nessuno di
questi metodi ha permesso di
trovare una relazione certa
che permetta di prevedere lo
svilupparsi di un sisma in un
dato luogo, a una certa ora e
con una certa intensità.
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO E LA SCIENZA
«Le scosse dureranno 5 mesi»
Parla il sismologo Braun: ecco perché il sisma ha distrutto l’Abruzzo
di Andrea Bene
PESCARA. «Mi dispiace doverlo dire, ma
le scosse continueranno ancora, almeno
per altri 4-5 mesi». L’avvertimento arriva
da un esperto di terremoti, il sismologo
Thomas Braun, dell’Istituto nazionale di
geofisica e vulcanologia (Ingv). Braun, insieme ai suoi colleghi dell’istituto, tiene
Secondo il sismologo, il terremoto nel territorio aquilano non è destinato a concludersi tanto presto.
Dottor Braun, che cosa
sta accadendo in Abruzzo?
«La faglia dell’Appennino
centrale si è attivata. Le zolle
della crosta terrestre si stanno muovendo e quando due
enormi blocchi creano un attrito l’energia accumulata si
scarica tutta insieme e genera il terremoto».
Lei sostiene che è destinato a durare ancora a lungo.
«Sì, perché noi sappiamo
dalla nostra esperienza che
ad una scossa di magnitudo 6
ne seguono solitamente altre
6 o 7 di intensità 5. Poi, ne arriveranno altre con intensità
inferiore. Ma questo processo
non seguirà questo ordine. In
pratica, a una scossa più o
meno violenta, ne seguiranno
altre meno forti e così via.
Tutto questo potrebbe andare
avanti per altri 4-5 mesi. Ma
non tutte le scosse potranno
essere avvertite dalla popolazione».
Ma c’è il rischio che possano essere colpite anche
altre zone dell’Abruzzo?
«Attualmente no. Ma nessuno può escludere che si possa
attivare un’altra faglia e dare
via a un secondo terremoto
in una zona diversa. Speriamo che non accada. Nessuno
è in grado di prevederlo».
C’è, però, chi sostiene
che è in grado di prevedere
l’arrivo di un evento sismico con la misurazione del
Radon.
«La verità sta nel mezzo.
Ho lavorato per anni a uno
studio in Turchia sulla previsione dei sismi, tramite la misurazione del Radon. Questo
sistema di previsione, però,
non è ancora pronto e, attualmente, non è in grado di fare
previsioni esatte, ossia di stabilire la data e il luogo esatti
in cui avverrà un terremoto.
In Turchia, il terremoto era
stato previsto molto più ad
Est, rispetto alla zona colpita
dal disastroso sisma del ’99».
Non si poteva prevedere
nemmeno con lo sciame sismico in atto dall’inizio dell’anno e più intenso nella
settimana scorsa?
«Non poteva essere interpretato come indizio inequivocabile dell’arrivo di una
forte scossa, come quella registrata nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Noi segnaliamo decine di terremoti di
lieve entità durante l’anno in
tutta Italia e con la registrazione dei singoli eventi siamo
in grado di stabilire l’entità e
l’estensione di una faglia della crosta terrestre».
Bisogna rassegnarsi a
convivere con i terremoti?
«Purtroppo sì. Ma il vero
problema sono le costruzioni
non adeguate agli eventi sismici. Una cosa che ho notato
in questi giorni è la grande solidarietà giunta da tutto il
mondo per aiutare gli abruzzesi colpiti dalla tragedia. In
altri eventi sismici non era accaduto altrettanto».
costantemente sotto controllo la situazione del territorio aquilano. «Questo sisma
così violento in Abruzzo» dice in questa intervista al Centro «è causato dal movimento della crosta terrestre, che dall’Adriatico si allunga verso il Tirreno». «L’Appennino centrale si sta modificando», spiega.
«L’Appennino centrale
sta cambiando
la sua struttura»
«Lo studio sul Radon
non ci consente di fare
previsioni certe»
LA SCHEDA
Scala Richter, così si misura un movimento tellurico
Ecco le domande e le risposte
sull’evento che fa paura
PESCARA. Che cos’è un terremoto?
E’ una vibrazione brusca e violenta di parti più o meno
estese della crosta terrestre. Trae origine da una zona del
sottosuolo in cui si era andata nel tempo accumulando
energia per lo spostamento di zolle (o placche) in cui è suddivisa la crosta terrestre.
Che cos’è una scossa?
E’ la liberazione improvvisa di energia. La zona del sottosuolo interessata è chiamata ipocentro, cui corrisponde in
superficie l’epicentro.
Da che dipende l’ampiezza della zona terremotata?
L’ampiezza dell’area in cui il terremoto di manifesta è
tanto meno estesa quanto è più superficiale l’ipocentro.
Con il crescere della profondità dell’ipocentro, gli spostamenti del terreno in superficie, si fanno sempre più lievi,
ma nello stesso tempo si estende l’area in cui gli effetti del
sisma si fanno sentire. Da ciò si deduce che i terremoti più
violenti sono quelli con ipocentro poco profondo.
Perché si genera un sisma?
Diverse possono essere le cause che generano il terremoto, ma le più frequenti sono gli spostamenti reciproci delle
zolle di cui è formata la crosta terrestre. Le placche slittano
lungo la superficie di separazione (detta piano di faglia) in direzioni opposte. Normalmente l’attrito impedisce che le zolle si muovano lungo la linea di contatto, ma questa resistenza comporta un notevole accumulo di
tensione nei blocchi rocciosi che lentamente
si deformano. Quando l’attrito che si genera
tra due enormi blocchi di crosta terrestre
raggiunge il limite di resistenza, l’energia
lentamente accumulata si scarica tutta insieme e crea un terremoto.
Che cos’è la scala Richter?
E’ il sistema di valutazione più usato per
misurare l’intensità di un terremoto. La scala messa a punto da Charles Richter nel 1935
comprende dieci valori.
Quando un sisma è distruttivo?
Quando supera il valore il valore di 5 della scala Richter.
Ecco i valori. Intensità 1, sisma molto lieve; da 2 a 3, scossa
avvertita solo nelle immediate vicinanze; 4, può causare
danni localmente; 5, l’energia sprigionata è pari a quella
della bomba atomica lanciata su Hiroshima nel 1945; 6, sisma distruttivo in un’area di circa 10 chilometri di raggio;
7, sisma distruttivo in un’area di oltre 30 chilometri di raggio; 7-8, grande terremoto distruttivo; da 8 a 8,4, vicino al
massimo dell’energia sprigionata dalle scosse; oltre 8,4,
massimo valore di magnitudo. L’energia prodotta dal sisma
è tre milioni di volte superiore a quella della prima bomba
atomica lanciata su Hiroshima nel 1945.
Si possono prevedere i terremoti?
Gli esperti sostengono che sia impossibile prevederli. Ma
c’è un collaboratore dell’istituto nazionale di Astrofisica,
Gioacchino Giampaolo Giuliani che sostiene che sia possibile farlo con la misurazione del Radon.
Che cos’è il Radon?
Il Radon è un gas radioattivo nobile. Secondo una teoria,
il Radon accumulato nelle rocce comincia ad aumentare parecchi mesi o, addirittura, anni prima dell’evento sismico,
sino a raggiungere valori anche 3-4 volte maggiori rispetto
alla media. Questa anomalia, sempre secondo questa teoria, potrebbe essere utilizzata come segnale premonitore di
eventi sismici. Ma non ci sono conferme scientifiche.
Come ci si deve comportare quando c’è un sisma?
Ecco i comportamenti consigliati dalla protezione civile.
Non precipitarsi per le scale condominiali; non usare l’ascensore; aspettare la fine della prima scossa prima di uscire in strada; ripararsi sotto un tavolo, un letto, o strutture
portanti; tenersi lontani dalle finestre, porte, vetrate, mensole e mobili pesanti; non stare sui balconi; una volta cessata la prima scossa, chiudere i rubinetti del gas, dell’acqua e
staccare la corrente elettrica. Se si è fuori, tenersi lontano
dagli edifici; non fermarsi vicino agli alberi o ai cornicioni.
Il lavoro interminabile dei soccorritori
Le ricerche tra le macerie del centro storico
In basso i danni alla facoltà di Scienze a Coppito
ed i professori Moretti e Ferrini
(foto Daccò)
L’UNIVERSITA’ A COPPITO
I docenti di Scienze: non ci hanno consultato
Riprende l’attività in Facoltà, a rischio vent’anni di ricerca
di Andrea Mori
L’AQUILA. «Questo terremoto ricorda
quello dell’Ottanta in Irpinia, quando collassarono i primi piani delle abitazioni e i tetti
vi caddero sopra». Antonio Moretti e Gianluca Ferrini sono docenti della facoltà di
Scienze dell’Aquila: il primo è un geologo
stratigrafico, il secondo sismotettonico. Due
esperti, con esperienze anche nelle tragedie
della Campania e delle Marche, che mentre
cercano di riattivare quel che resta della Facoltà, provano un grande rammarico: quello
di non essere stati chiamati, nei giorni dello
sciame sismico precedenti alla scossa di lunedì mattina, per un consulto o sia pure un
semplice parere su ciò che stava avvenendo:
«Incredibile, c’è un’intera facoltà di Scienze
all’Aquila che non è stata chiamata». Della
serie, gli esperti erano sotto casa e non sono
stati consultati. «Vedete», riprendono i due
docenti indicando la zona di Pettino, «la faglia è ben evidente, viene da lì e si è mossa
in direzione di Roio attraversando la valle
dell’Aquila dieci chilometri sotto terra per
un’estensione di circa quaranta. Dopo la fa-
glia principale c’è stata quella antitetica che
ha sprigionato l’energia. Volete sapere se il
terremoto era prevedibile? Diciamo che occorre valutare una serie di indizi i quali complessivamente possono dare un’indicazione.
E fra questo indizi c’è la misurazione del Radon».
I due professori sono ora impegnati nella
riattivazione della Facoltà. I danni non riguardano tanto la struttura in cemento armato — dove si sono verificati crolli di muri
non portanti e di controsoffitature — bensì
ciò che concerne l’attività di ricerca e studio. Materiale di laboratorio è caduto dagli
armadi ed è andato disperso, apparecchiature sono andate in tilt, congelatori si sono
temporaneamente bloccati. «C’è il rischio di
veder compromesso il lavoro di vent’anni»,
afferma il professor Moretti, «occorre darsi
subito da fare in modo che studenti e ricercatori possano riprendere il lavoro nell’università. Se l’attività resta ferma, altre facoltà di
altre regioni possono soffiarci gli stessi docenti». E ieri come primo segnale della ripresa, sono stati riattivati i computer e il sito internet.
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO IN REGIONE
Solo 187 vittime hanno un nome
Estratti dalle macerie 272 corpi, si cercano altri 30 dispersi
La polizia scientifica tenta il riconoscimento utilizzando tecniche modernissime
Le celle frigorifere di un’azienda
accoglieranno i corpi travolti dal sisma
L’AQUILA. Quelle celle che prima venivano utilizzate per la carne da macello, oggi
ospitano i resti delle vittime del terremoto. Anche l’esame del Dna potrebbe essere
utilizzati per il riconoscimento dei propri
cari sfigurati dalla violenza del sisma. È
stata requisita la Cristal Carni, industria
È proprio qui, dentro questo stabilimento, a pochi passi da una tendopoli, che è stato installato il punto di riferimento dei morti non identificati.
Fino a ieri mattina erano otto le persone morte sotto le
macerie e ancora senza un nome, poi il nuimero è pian piano sceso a sei.
Una volta allestito logisticamente l’organizzazione, è stato dato il via ai riconoscimenti da parte di quei familiari
che ormai stanno perdendo la
speranza di ritrovare vivo il
proprio caro.
La polizia scientifica ha
creato un grosso cordone di
della zona di Pile, dotata di enormi celle
frigorifere. È qui che la Polizia scientifica
tenta il riconoscimento utilizzando le nuove e più moderne tecnologie. Una lunga fila di persone, per tutta la mattinata, ha affrontato il lungo, estenuante calvario dell’attesa.
protezione intorno ai parenti
in attesa, un isolamento doveroso per evitare la diffusione
di immagini in un momento
drammatico come quello di
chi resta comunque appeso alla speranza di una notizia miracolosa, ma vive con reali-
smo la trafila burocratica davanti alla fabbrica.
Arrivano da ogni parte dell’Abruzzo e anche da fuori.
Basta guardare quei volti,
scrutare le espressioni per
rendersi conto di quando dolorosa sia la sensazione di im-
potenza di fronte alla ricerca
di un particolare, di un segno
di riconoscimento utile all’identificazione.
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO - I FUNERALI
L’addio al giovane campione
La maglia numero 8 del Lauretum sulla bara di Chiavaroli
di Rocco Coletti
LORETO APRUTINO. Un paese in lutto. Il
calcio dilettantistico in lacrime. Una comunità, quella dell’area Vestina, che si
stringe attorno alla famiglia di Giuseppe
Chiavaroli, il 24 enne centrocampista del
Lauretum morto lunedì notte a seguito delle ferite riportate per il terremoto all’Aquila. Il campione di Loreto Aprutino gioca l’ultima partita davanti a oltre 2.500
Ci
sono
amici e parenti, semplici conoscenti
ed ex compagni di squadra. Tanti. Ci
sono rappresentanti delle società dilettantistiche abruzzesi. Una fiumana di gente attraversata dal carro
funebre, arrivato da Teramo poco prima
delle
15,30. Il silenzio irreale è spezzato dalle grida di dolore della mamma, Piera. Poi l’applauso della folla, quando
esce dal carro la bara coperta
dalla maglia biancazzurra del
Lauretum, la numero otto.
Quella che Giuseppe Chiavaroli ha indossato fino a qualche settimana fa. La gente
piange una delle vittime del
terremoto dell’Aquila. E’ il
momento del lutto nel tempo
della paura. Toccanti le parole di monsignor Valentinetti.
«La partita della vita per Giuseppe è stata troppo breve»,
dice, «ma la nostra partita dovrà continuare proprio nel ricordo della sua voglia di vivere. Non abbiate paura, coraggio e cammino in avanti perché è questo che Giuseppe
vorrebbe da noi». Un ragazzo
delle giovanili del Lauretum
si sente male all’interno della
chiesa. Fuori il dolore è composto e ricco di dignità. Alla
fine della funzione, prende la
parola il padre, Tommaso. E
sono parole rotte dalla commozione: «Mio figlio da picco-
persone. Troppo piccola la chiesa di Santa
Maria in Piano per contenerli. Tanta gente fuori, nel piazzale, dove un altoparlante
amplifica le parole commosse dell’Arcivescovo della diocesi di Pescara-Penne, il
monsignor Tommaso Valentinetti, che celebra l’omelia funebre. Lutto cittadino a
Loreto Aprutino, il sindaco Passeri è avvolto dalla fascia tricolore in prima fila.
Sopra, la bara con la maglia
numero 8 del Lauretum
A sinistra, il dolore
e le lacrime della mamma Piera
e del papà Tommaso
A sinistra,
i ragazzi
della scuola
calcio
Sopra,
un’immagine
di Giuseppe
Chiavaroli
e, a fianco,
altri parenti
(Simeone)
lo era vivace. Ne ha combinate tante. Ricordo ancora quando gli fu sequestrato il motorino, perché non portava il casco. Quando gliel’ho ridato,
dopo un mese, ci si è rimesso
sopra, ma di nuovo senza casco, perché gli scompligliava
i capelli. I vigili l’hanno fermato nel centro storico e lui è
fuggito. Sono cose che si fanno quando si è giovani. Negli
ultimi anni, però, Giuseppe
era diventato uomo. Cercava
di trasmettere agli altri gli insegnamenti di noi genitori.
Provava a educare le sorelle
e il fratello. Era cresciuto.
Aveva interiorizzato le lezioni della vita. Il monsignore,
qui, mi dice che Gesù aveva
bigno di Giuseppe e se l’è ripreso, ma noi, adesso, come
facciamo? Una parte di me è
dentro la bara con mio figlio.
Spero di andare avanti, mi auguro di poter aiutare a crescere i figli. Ma Giuseppe ci mancherà». Applausi per Tommaso Chiavaroli, insegnante di
educazione fisica e responsabile del settore giovanile del
Lauretum. Applausi anche
quando esce la bara, portata
a spalle dai compagni di squadra. A piedi verso il cimitero.
Il ricordo del padre:
«Vivace da piccolo,
ora era un uomo»
Un corteo di un paio di chilometri per l’ultima corsa del
campione sfortunato, prima
sul campo e poi nella vita.
Giuseppe Chiavaroli ha assaporato l’ebbrezza del grande calcio, quando, a 14 anni, è
andato a Firenze dove ha giocato nelle giovanili viola (la
società ieri ha espresso il cordoglio sul sito Internet). La
dea bendata, poi, gli ha tarpato le ali quando era una promessa, a Celano, qualche anno fa. Un infortunio ai legamenti, l’intervento chirurgico e diversi mesi lontano dai
campi di calcio, proprio nel
momento in cui sembrava destinato a una carriera lumino-
sa. E’ tornato in campo, ha
giocato tra i dilettanti. Ha riposto i sogni di calciatore professionista nel cassetto. E ha
continuato a dare calci a un
pallone più per hobby e passione che per gloria. A dicembre è tornato a vestire la maglia della squadra del paese,
il Lauretum. Ogni domenica,
una volta terminata la partita, prendeva la macchina e
andava all’Aquila dalla fidanzata, Francesca, conosciuta
quando era nel Celano. Nell’ultimo fine settimana, con il
campionato di Eccellenza fermo, ha anticipato il viaggio a
sabato. E domenica notte i
due erano a casa di amici in
una traversa di via XX settembre. Non nell’abitazione
di Francesca che, invece, non
ha subito gravi danni. I fidanzati sono rimasti intrappolati
tra le macerie. Niente da fare
per Francesca, trovata morta
lunedì mattina. Giuseppe, invece, ha resistito. Ferite e
fratture alle gambe all’apparenza. Quando è stato estratto dai soccorritori, nel pomeriggio, era cosciente. Dall’Aquila a Teramo in elicottero,
all’ospedale per un intervento chirurgico con il rischio
dell’amputazione di una gamba. Un dramma per un calciatore. Ma nessuno immaginava il peggio. Nemmeno le sorelle che l’hanno visto prima
di entrare in sala operatoria.
Men che meno i genitori (sono andati prima all’Aquila e
poi si sono diretti a Teramo),
rassicurati dalle parole delle
figlie. E, invece, nella notte
sono sopraggiunte delle complicazioni. E Giuseppe Chiavaroli non ce l’ha fatta, travolto da una tragedia che ha
sconvolto l’Abruzzo.
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IL TERREMOTO ALL’AQUILA
In polvere i gioielli dell’arte
Gli studenti di Architettura volontari per documentare i crolli
di Maria Rosa Tomasello
PESCARA. I custodi dell’arte non
hanno più un posto: il castello cinquecentesco, sede della Soprintendenza per il Beni ambientali e architettonici dell’Aquila, è inagibile. Nella tragedia, niente è stato risparmiato. Al dramma degli uomini si unisce
Per documentare le condizioni dei tesori dell’arte perduti o
sfregiati dal sisma, gli studenti
di Architettura si stanno mobilitando, annuncia il preside della facoltà di Architettura di Pescara Alberto Clementi: foto e
riprese per certificare che lì è
crollata una
decorazione,
là il volto dipinto in un affresco prima
che le macerie vengano rimosse. L’insulto alla memoria e ai luoghi del cuore
è stato violento: nella basilica di Collemaggio,
il
transetto
e
l’abside sono
crollati sopra
l’organo e sono rimasti lì,
addossati al tabernacolo che
contiene le reliquie di San Bernardino, la chiesa di Santa Maria Paganica, una delle più antiche della città, è danneggiata,
così San Marciano, San Bernardino che ha perso il campanile
e parte della struttura; ha lesioni Sant’Agostino, la Chiesa del
Suffragio o delle Anime Sante,
con la bellissima cupola distrutta, è diventata uno dei simboli
dell’apocalisse in Abruzzo, mentre in piazza Duomo è non hanno retto neppure la cattedrale
intitolata a San Massimo e san
Giorgio. Le antiche mura medievali sono crollate, in polvere
i palazzi antichi del centro storico, così come l’ex convento agostiniano, sede della Prefettura.
Una conta di perdite che riprende valicando i confini della
città, e spostandosi verso gli altri crateri del sisma: Onna,
scomparsa, Paganica, dove la
facciata della Concezione si è
staccata dal corpo dell’edificio
con uno squarcio, o la frazione
Sant’Elia, dove la facciata della
chiesa è sfondata. Una lista che
non può avere fine, perché questo è solo l’inizio.
«Non è ancora possibile fare
una ricognizione dei danni perché le scosse sono ancora in atto» dice il direttore regionale
dei Beni culturali Annamaria
Reggiani, che da tre giorni osserva la devastazione della
città assieme al soprintendente
per i beni architettonici Maurizio Galletti, «speriamo che a
partire da martedì prossimo si
possa cominciare a fare una
schedatura, cominciando dall’Aquilano per poi allargarsi all’intero Abruzzo, perché ovunque ci segnalano crolli e disastri, da Sulmona al Teramano.
A essere colpiti sono soprattutto gli edifici religiosi. Ma emotivamente, credo che la perdita
più grave sia la piazza del Duomo, che era il cuore pulsante
della città: vederla così, con il
transetto della cattedrale crollato, le Anime Sante rimaste solo
con un quarto della cupola, è
un grande dolore». La struttura
della Soprintendenza è in ginocchio: «Siamo senza ufficio, abbiamo perduto tutto, molte cose
sono seppellite». È inagibile an-
la perdita di opere centenarie, i
gioielli della storia che rappresentavano l’identità degli abitanti della
città distrutta e dei piccoli centri: lì
c’era una torre, dietro l’angolo una
chiesa, più avanti la scenografia di
una piazza, i simboli ormai perduti.
La Soprintendenza resta senza sede
ma il personale è già al lavoro
Reggiani: Bondi sempre in contatto
In alto, particolare della facciata di San Bernardino
Sotto, una delle immagini simbolo del terremoto
la cupola della chiesa delle Anime Sante
che ha subito ulteriori danni dopo le nuove scossa
In alto
la facciata
della chiesa
di Paganica
che ha subito
gravissimi
danni alla
facciata
che sta per
scollarsi
dal corpo
dell’edificio
e un’altra
chiesa
danneggiata
che la sede dei Quattro Cantoni. «Adesso sto cercando di radunare il personale per metterlo al lavoro» prosegue Reggiani, «ma c’è chi ha perduto casa,
chi ha avuto i familiari feriti,
per il momento stiamo lavorando con una equipe di quattro o
cinque persone. Di catastrofi ne
ho viste in passato, in Friuli, in
Irpinia, in Umbria, per esempio, ma questa è la peggiore». La lunghissima corsa verso la ricostruzione però è già
iniziata: «Stiamo lavorando con
i colleghi di Marche e Umbria,
il ministero sta varando un progetto per cui verranno persone
da altre regioni: il ministro Sandro Bondi ha telefonato varie
volte, molto preoccupato, è riuscito già a metterci a disposizione una cifra molto cospicua, 30
milioni di euro che serviranno
solo per la messa in sicurezza,
cerchiature, ancoraggi, il pronto intervento per l’emergenza».
«Sono danni notevolissimi»
ribadisce l’architetto Augusto
Ciciotti, funzionario della Soprintendenza, che assieme alla
sua famiglia è sfollato in uno
dei venti campi che accolgono
chi è rimasto senza casa. «Queste ore le sto passando in strada
per fare una prima ricognizione. E quello che provo, è un sentimento di grande preoccupazione e di impotenza: nei nostri interventi di restauro prevediamo misure di miglioramento sismico, ma di fronte a scosse così forti non si può fare nulla».
Ma se la ricostruzione sarà
lunga e difficile, la mobilitazione del mondo della cultura per
salvare un patrimonio inestimabile di storia e di arte è già
cominciato. Come dimostra l’offerta del preside Alberto Clementi, che ha fatto parte del comitato per la ricostruzione di
Umbria e Marche dopo il devastante terremoto del 1997: «Come facoltà, io metto a disposizione le nostre migliori risorse, abbiamo ingegneri esperti in sismica a livello internazionale,
ottimi professori di restauro:
abbiamo già preso contatti con
la soprintendenza per i Beni archeologici, chiedremo la collaborazione degli Ordini dei Geologi, degli Arhitetti e degli Inge-
gneri. Ma sono soprattutto gli
studenti a chiederci di poter fare qualcosa. Bisognerà fare
grande attenzione: se le macerie vengono rimosse, poi non sapremo più ricostruire i monumernti com’erano: è importante invece capire cosa c’era e
dunque abbiamo studenti e dottorandi che stanno andando lì a
fotografare i cumuli, per capire
quali sono gli ementi di decorazione sopravvissuti che potrebbero essere poi utilizzati». Richieste di aiuto all’università
stanno arrivando anche dai Comuni più piccoli, smarriti di
fronte al disastro dei loro gioielli. «I danni sono più diffusi di
quanti si immagini, l’area è
molto ampia, ma noi vogliamo
muoverci solo con il coordinamento della protezione civile
perché è necessario seguire un
indirizzo omogeneo». Ma è la
reazione degli studenti di Architettura che colpisce: «Vogliono
assolutamente rendersi utili e
per questo credo che darò come
tema della didattica dei laboratori di laurea la partecipazione
progettuale alle possibili ipotesi
di ricostruzione: vorrei che la
facoltà diventasse una specie di
grande laboratorio sulla rinascita».
IL CENTRO
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GIOVEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Collemaggio, basilica distrutta
Devastato il simbolo della Perdonanza. Celestino, reliquia intrappolata
di Enrico Nardecchia
L’AQUILA. Celestino intrappolato. Prima
rubato nel 1988 e ritrovato pochi giorni
dopo nel piccolo cimitero di Roccapassa
(Rieti). Ora coperto da un ammasso di detriti che stamani qualcuno tenterà di rimuovere. E di mettere al sicuro. Collemaggio, la chiesa-simbolo della PerdonanCOME IN GUERRA. Sei
aprile, prima e dopo. Entrare a Collemaggio è come vedere il film La Ciociara. Non
sono state le bombe, però, a
devastare il monumento religioso noto al mondo per la
Perdonanza
celestiniana.
Neppure la Porta Santa che
si apre ogni anno il 28 agosto e rinnova, per chi crede,
il mistero del perdono, si salva dal bombardamento del
terremoto, salito dalla terra
e e non sceso dal cielo. La
facciata, miracolosamente illesa grazie alla massiccia impalcatura montata per lavori
di restauro precedenti al sisma, pare resistere orgogliosa alla sfida lanciata dalla furia distruttrice che ha seminato morte in tutta la città e
sfregiato per sempre i luoghi
simbolo della fede e della devozione popolare. Varcata la
soglia, ecco il tuffo al cuore.
La chiesa non esiste più. Al
posto del transetto c’è solo
una grande voragine che
apre il cielo dentro la basilica. Un buco enorme, impressionante, da dove si vede l’elicottero dell’Esercito che
volteggia insistentemente su
tutte le aree interessate dal
catastrofico sisma. Il volteggiare delle pale rimbomba
con un suono sordo attraverso le tre navate completamente ricoperte di polvere e
di sassi schizzati ovunque. I
blocchi caduti dalla volta,
dalle colonne e dai grossi capitelli di pietra bianca non
levigata hanno ridotto in pezzi anche il preziosissimo organo che era sistemato sulla
sinistra della navata centrale. Ora le canne, un tempo
lucide, sono ridotte a un ammasso di lamiera così contorta che solo un bombardamento avrebbe potuto renderle così. Non suoneranno
più nelle solenni celebrazioni della Perdonanza
e
neppure nei
matrimoni,
per cui la
chiesa aveva
prenotazioni
da qui a cinque anni in
avanti. Tutto
cancellato in
pochi secondi di terremoto arrivato nella notte a spazzare
le vite, la storia, i simboli, le tradizioni degli aquilani.
SANTO INTRAPPOLATO. Stamani
a partire dalle 9 alcune
squadre specializzate dei
vigili del fuoco proveranno, con tutte
le
cautele
possibili, a varcare quell’enorme montagna di detriti
che è crollata e che impedisce di poter arrivare al mau-
za e del romanico abruzzese, è adesso una
prigione per la sua reliquia più importante. Le spoglie del Papa del Morrone sono
irraggiungibili. Il rettore della basilica
più famosa d’Abruzzo, don Nunzio Spinelli, apre la porta della splendida chiesa
che pare sventrata dalle bombe.
Capolavoro dell’arte romanica
danneggiato più volte nei secoli
L’AQUILA. La basilica di Santa Maria di Collemaggio, la
cui facciata costituisce il massimo capolavoro dell’arte romanica-abruzzese d’ogni tempo, è stata fondata nella seconda metà del secolo XIII, ma il grosso delle sue vicende costruttive ha seguitato a fiorire ininterrottamente nell’arco
di tutto il Trecento, per proseguire poi con alterne vicende
fino ai giorni nostri mediante rifacimenti, ristrutturazioni,
trasformazioni e restauri derivanti da terremoti, mutamenti del gusto e quant’altro.
Il risultato di un così complesso e intricato procedimento
è uno straordinario intreccio di architettura e arti decorative. Quello che è andato distrutto infatti non è soltanto un
capolavoro dell’architettura conventuale, ma anche il simbolo della spiritualità di una regione che ha avuto in un
pontefice, Pietro da Morrone, anche la straordinaria indulgenza della Perdonanza, da lui stesso istituita quando divenne papa Celestino V.
Le spoglie del Papa del Morrone
sono irrangiungibili
a causa dei calcinacci caduti
La basilica sventrata dal sisma
Il rettore Spinelli mostra i danni
e a sinistra il mausoleo
irraggiungibile (foto Guida)
soleo di Celestino V, che si
trova in fondo alla navata di
destra della basilica. Della
tomba del santo si scorge soltanto una parte. Tutto il resto forse ha subìto la stessa
fine. Ma si saprà soltanto oggi. «Speriamo di ritrovare le
reliquie intatte», si augura il
rettore della basilica don
Nunzio Spinelli che ha evitato per poco di essere travolto dalle macerie la notte
del terremoto, nei locali attigui alla basilica. «Poi dovremo adoperarci per assicura-
re a questa preziosissima reliquia, patrimonio dell’intera
umanità, un’adeguata sistemazione». Con ogni probabilità sarà necessario effettuare anche una ricognizione canonica, una particolare procedura discipinata da rigorose norme dettate dalla Chiesa, per arrivare a stabilire
con certezza qual è lo stato
di conservazione delle spoglie del santo del Morrone.
Resti mortali, quello del Papa che rinunciò al potere
per tornare a fare l’eremita,
che sembrano non trovare
pace. Il furto prima, poi il
terremoto. L’altra angustia
del sacerdote custode della
basilica è quella «di non
aver potuto raggiungere neppure la cappella del Santissimo sacramento che custodisce il bene più caro, l’Eucarestia». Non si ha idea alcuna di come poter cominciare
neppure la ripulitura del
grande ammasso di materiale crollato e ridotto in polvere. Impossibile ipotizzare
neppure i tempi di avvio dei
lavori. Insomma, un disastro
davvero incalcolabile.
SFREGIO PERENNE. Parlare di restauro di fronte a
una devastazione del genere
sembra davvero fuori luogo.
Nulla potrò più tornare come prima. La basilica, oggetto anni fa di un restauro
massiccio che interessò soprattutto la volta, completamente realizzata con massicce travi di legno, e il tetto, «È un colpo mortale
dal quale forse non ci riprenderemo
più»,
commenta sconsolato il rettore della basilica mentre toglie la
polvere dai
libretti illustrativi
in
tutte le lingue del mondo. Sono rimasti
tutti
intatti, così
come le coroncine del
rosario che
adesso sono oggetti culto per
chi entra e vede cosa è diventata Collemaggio. E allora, l’ultima immagine di
com’era la basilica dedicata
alla Madonna e costruita sul
Colle di Maggio, sta sulla copertina di questi volumetti.
Rimasti a testimoniare un
qualcosa che prima c’era e
che adesso, purtroppo, non
c’è più.
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
In una notte è cambiato tutto
Scosse, voragini e crolli hanno distrutto il cuore della città
di Fabio Iuliano
L’AQUILA. Sono passate solo poche ore dalla notte di lunedì, ma per chi attraversa il
centro storico sembra passato un secolo. Fino a sabato sera, complici le temperature primaverili, corso Vittorio Emanuele e corso Federico II brulicavano di gente che passeggiava. Ora per le strade quasi deserte si vede solo qualche vigile, un gruppo di guardie forestali e alcuni fotografi che girano tra le rovine muniti anche loro di elmetti in testa. Lo
scenario di una città fantasma.
Un osservatore distratto che
arriva alla Fontana Luminosa
non noterebbe la differenza tra
il prima e il dopo, se non fosse
per le macchine parcheggiate
alla buona davanti al Castello
e qualche lesione superficiale.
Basta però addentrarsi di
qualche metro all’interno del
centro storico, per avere l’impressione di camminare in un
set di un film del dopoguerra.
Un cordone di poliziotti, controlla l’accesso al corso. Per entrare bisogna aggirare il blocco. A questo punto le alternative sono tre: via Castello, via
Camarda o via della Genca.
Prima, queste due viuzze ospitavano decine di studenti.
Li vedevi affacciarsi alla finestra con il libro in mano, con
lo stereo puntato su Virgin Radio. Ora si sente solo il rumore
di calcinacci e tegole che si
muovono alla prima bava di
vento. I vicoli che danno sul
corso, il cui accesso non è interrotto dalle macerie si contano
con le dita di una mano.
Quella piccola giungla di
strade e stradine che ospitava
questo o quel ristorante dove
trascorrere una serata alternativa. Ripiombi sul corso passando per piazza Regina Margherita, e ripensi a tutte le notti passate all’aperto sorseggiando un bicchiere di Montepulciano. E poi il corso, i negozi
che non aprivano mai il lunedì
mattina e quelli che intrattenevano i clienti con battute”all’aquilana”.
Le vetrine di Intimissimi, il
bar Eden, il negozio della Benetton che già aveva preso il
posto del cinema Rex.
Tutto questo non esiste più. I
manichini sono a terra e finestre e cornici continuano a
crollare.
Fino alla scorsa settimana, a
corso Umberto le auto spuntavano da ogni parte facendo lo
Esperienze
drammatiche.
Camminare
nel centro
storico
dell’Aquila,
ferito
e sfregiato
dalle
scosse
di terremoto
Lo sguardo
del mondo.
Le telecamere
televisive
nel cuore
dell’Aquila
dopo
il disastro
slalom tra i pedoni.
Nessuna amministrazione comunale era mai riuscita a ridurre l’accesso dei veicoli al
centro, neanche nelle zone a
traffico limitato. Adesso, le uniche auto che vedi in giro sono
quelle dei mezzi di soccorso, le
altre sono sepolte tra i detriti.
Il centro si sviluppa su una croce.
Da una parte c’è la villa Comunale, in mezzo i quattro cantoni, dall’altra il Castello, ai
due lati piazza San Pietro e
piazza San Bernardino. La
chiesa del santo avrebbe dovuto ospitare tutti i convegni della Settimana nazionale liturgica.
Un evento religioso che
avrebbe finalmente amplifica-
to il messaggio della Perdonanza. Ma ora tutti e tre i punti di
riferimento di quella manifestazione (oltre San Bernardino
anche Collemaggio e il Duomo), in programma per il prossimo agosto, sono inagibili.
La chiesa di Collemaggio ha
perso la copertura della parte
absidale e la Cattedrale che, sarebbe stata restaurata di lì a
poco, presenta vari danni strutturali. Per non parlare della
chiesa adiacente di Santa Maria del Suffragio, meglio conosciuta come chiesa delle Anime Sante che ha registrato numerosi crolli strutturali, specie nella cupola restaurata di
recente.
Proprio nel 2003, infatti, esattamente trecento anni e un
giorno dopo l’altro terribile terremoto del 1703, un fulmine
aveva colpito la parte alta della cupola, rendendo necessario
l’intervento di restauro. Ora bisognerà ricominciare da capo.
In visita ieri all’Aquila, il
presidente Berlusconi si è mostrato molto preoccupato per
l’entità dei danni, il cui costo
complessivo supera ben oltre
le stime di questi giorni. La
città delle 99 chiese, ma anche
la città della”movida” studentesca, con vie e piazze dove tirare fino all’alba con chitarra e
bonghetti.
I punti di ritrovo per i più
giovani erano via Sassa, via
Roio, piazza San Biagio. In questa zona apriva un locale dopo
l’altro. Qualcuno sceglieva un
posto fisso dove passare la serata, altri preferivano scambia-
re chiacchiere e numeri di telefono per strada, o seduti sulle
panchine di piazza San Pietro.
Proprio in quella piazza, la
chiesa principale aveva ai piedi due leoni di pietra, dalla criniera quasi consumata. E poi
le sedi istituzionali, la Camera
di Commercio, il palazzo Carli,
palazzo Margherita e palazzo
Selli, la fontana delle 99 Cannelle. Tutti nomi che rischiano
di finire dimenticati.
Per non parlare di piazza della Repubblica, sommersa dai
detriti del palazzo della Prefettura e dai pezzi di cornicione
del Sant’Agostino. E c’è il cinema Massimo, con parte della
facciata danneggiata da cui
spunta una locandina ormai
vecchia. Le polemiche delle
scorse settimane sulla locazione della sala sono sepolte con
le macerie. Il terremoto ha rubato il cuore all’Aquila, mettendovi al posto una croce.
La stessa croce che ora è a
terra, davanti la cattedrale, appoggiata al portone che riproduce i santi aquilani.
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO E IL CALCIO
Gli azzurri di Lippi in Abruzzo
Il 6 o il 10 giugno amichevole a Pescara con incasso in beneficenza
di Rocco Coletti
PESCARA. La Nazionale testimonierà la propria solidarietà ai terremotati, disputando una partita
in Abruzzo, con l’incasso devoluto
alle opere di assistenza e ricostruzione. Lo ha annunciato la Figc.
Probabilmente, la sede scelta sarà
il rinnovato stadio Adriatico di PeLa Figc e Lippi hanno concordato un’amichevole in Italia e una all’estero, prima di
Stati Uniti-Italia in programma il 15 giugno a Pretoria. Sedi e avversari sono da definire, probabilmente nei prossimi giorni. E sull’onda emozionale del terremoto nell’Aquilano, Giancarlo Abete vorrebbe che una delle due gare si
giocasse in Abruzzo per testimoniare immediatamente la
vicinanza della federazione e
del calcio ai familiari delle vittime e agli sfollati. Il presidente federale aveva già promesso di riportare la Nazionale
in Abruzzo. Anche per inaugurare a livello internazionale il nuovo stadio Adriatico.
Adesso, al progetto ha impresso un’accelerazione. Sul comunicato di ieri, ha accennato alla data del 6 giugno e ha
comunque assicurato una
partita degli azzurri entro fi-
scara. I dirigenti stanno lavorando all’iniziativa: la prima data utile potrebbe essere quella del prossimo impegno degli azzurri, sabato 6 giugno; l’alternativa è il 10 giugno. Sono le date libere, prima della partenza per il Sudafrica per la
Confederation Cup.
Annuncio ufficiale di Abete
L’ultima volta della Nazionale
all’Adriatico nel novembre 2002
Sopra,
Giovanni
Trapattoni
all’Adriatico
nel 2002
in occasione
della sfida
tra Italia
e Turchia
A fianco,
Abete
e Lippi
1ªE 2ªDIVISIONE
Sabato le abruzzesi ferme
In campo solo la Val di Sangro
PESCARA. Nel primo pomeriggio di ieri Mario Macalli,
presidente della Lega Pro, ha alzato bandiera bianca. E ha
risposto positivamente alle pressanti richieste arrivate
dall’Abruzzo. Sabato il Pescara, la Virtus Lanciano, il Giulianova, la Valle del Giovenco e il Celano non giocheranno.
Le partite sono rinviate. In mattinata anche il Pescara aveva chiesto il rinvio della gara contro l’Arezzo, in programma a Vasto. In precedenza, erano stati la Valle del Giovenco e il Celano a chiedere di non giocare. Ma Macalli non era
andato oltre lo slittamento di qualche giorno. A mercoledì
per l’esattezza, determinando l’ilarità delle dirigenze marsicane che hanno manifestato i disagi dei giocatori che vivono nell’Aquilano colpito dal terremoto.
Alcuni hanno dormito nelle macchine o in pullman. E
comunque hanno la testa altrove, non certo agli impegni
di campionato. E in un momento di paura e di incertezza, la Valle del Giovenco e il
Celano volevano carta bianca
per rimandare a casa i
calciatori.
Ma Macalli
in nome della contemporaneità delle
partite e della conseguente regolarità
dei campionati era parso riluttante
a concedere
il rinvio a data da destinarsi. Un atteggiamento
rigido
che
Mario Macalli
non ha tenuto conto del momento eccezionale e drammatico che sta vivendo l’Abruzzo. A smussare
gli angoli ha provveduto il capo della Figc, Abete, che è intervenuto con un’opera di mediazione su Macalli. Che, ieri,
è stato costretto a cedere dagli eventi. Anche perché la
stessa Lega di serie A e B ha
rinviato le gare del campionato cadetto in programma do-
mani.
Quindi,
Pescara-Arezzo,
Virtus Lanciano-Taranto (Prima divisione), Giulianova-Figline e Sangiustese-Celano,
Isola Liri-Valle del Giovenco
(Seconda divisione) sono state rinviate a data da destinarsi. Probabilmente, a mercoledì 22 aprile.
L’unica
squadra
abruzzese a
scendere in
campo sabato sarà la Val
di
Sangro,
impegnata in
Sicilia sul rettangolo di Gela. Gli abruzzesi, a precisa richiesta
della Lega,
hanno
comunque preferito giocare dal momento
che avevano già organizzato
la trasferta. Va detto che la
gara di Gela è comunque a rischio perché, a seguito di un
sopralluogo, la commissione
pubblici spettacoli ha ordinato dei lavori allo stadio Presti
da portare a termine in giornata, pena l’inagibilità dell’impianto. Oggi è previsto un
altro sopralluogo.
ne anno.
L’ultima volta della nazionale a Pescara risale al 20 novembre del 2002, quando ha
pareggiato 1-1 contro la Turchia. Gol dell’ex interista Emre, al 28’, e pareggio di Bobo
Vieri dopo 10’. Pienone sugli
spalti ed entusiasmo alle stelle. Un bagno di folla destinato
a ripetersi nel rinnovato impianto da utilizzare per i Giochi del Mediterraneo, previsti tra fine giugno e gli inizi
di luglio. A premere per l’Ita-
lia in Abruzzo c’è stata anche
la presenza del consigliere federale Gabriele Gravina, ex
presidente del Castel di Sangro. E poi gli azzurri di Lippi:
dal pescarese Fabio Grosso all’italo-americano
Giuseppe
Rossi, il cui papà è originario
di Fraine, passando per il
guardiese Morgan De Sanctis. Lo stesso ct campione
del mondo nella giornata di
martedì ha espresso il proprio dolore per il dramma
che sta vivendo l’Abruzzo e
annunciato la propria disponibilità a partecipare a iniziative benefiche.
Lutto al braccio. Ieri sera gli ex azzurri Luca Toni e
il pescarese Massimo Oddo,
gli italiani in forza al Bayern
Monaco, sono scesi in campo
con il lutto al braccio nella sfida di Champions contro il
Barcellona.
Domani sera
la serie B
non giocherà
MILANO. E’ stata rinviata
al 21 aprile la 35ª giornata di
campionato di serie B, inizialmente in programma domani, nel giorno in cui si svolgeranno i funerali di Stato per
le vittime del terremoto in
Abruzzo.
In un primo momento le
partite erano state fissate per
martedì 14 aprile, data ufficializzata da alcune società, ma
poi la Lega ha deciso di posticiparle ulteriormente di un’altra settimana, fissando quindi la 35ª giornata a martedì 21
aprile con inizio delle partite
alle 20.45. Sono state soprattutto le società cadette a chiedere di non recuperare il 14
ma il 21 aprile. Lo ha spiegato
il segretario generale dell’Assocalciatori Gianni Grazioli.
«Le richieste di rinvio al 21»,,
ha detto, «ci sono arrivate soprattutto dai dirigenti, che
hanno verificato la difficoltà,
di programmare le trasferte
soprattutto nel caso degli spostamenti aerei. Con le partite
in programma il 14, i voli aerei sarebbero dovuti avvenire il giorno di Pasquetta e
questo in certi casi risultava
quasi impossibile». Gli associati dell’Aic hanno annunciato l’apertura di una sottoscrizione tra tutti gli atleti delle
squadre professionistiche di
serie A, B e Lega Pro a favore
delle popolazioni colpite dall’Abruzzo.
La Uisp si ferma. L’Uisp
si ferma per lutto. «Sono sospese tutte le nostre attività
sportive, tornei e iniziative
previsti per venerdì (domani,
ndr), giorno in cui è stato proclamato il lutto nazionale e si
svolgeranno i funerali solenni per le vittime in Abruzzo»,
ha detto Filippo Fossati, presidente nazionale.
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IL CENTRO
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TERREMOTO - LA SOLIDARIETA’
Decolla la raccolta del Centro
Migliaia le adesioni: grandi cifre o 10 euro, tutti vogliono contribuire
di Lalla D’Ignazio
PESCARA. Piccoli risparmiatori,
pensionati e impiegati generosi a
fianco di manager e professionisti
discreti, operai con gli imprenditori
ai quali la tragedia della loro terra
ha fatto dimenticare le difficoltà della crisi: ora dopo ora, da ogni angoE c’è anche Enzo Jannacci
che vuole partecipare: annuncia
che devolverà il guadagno del
concerto di apertura del suo
tour, il 18 aprile a Milano, alla
gente d’Abruzzo colpita dal sisma. Dal palco del teatro Smeraldo inviterà anche il suo pubblico a farlo attraverso
il
Centro, perché,
spiega
senza troppi giri di parole il
suo manager
Dario Zigiotto,
«è una iniziativa
asciutta,
semplice, nata
in
Abruzzo
che gli è piaciuta». Alla platea il cantautore chiederà di
appuntare le
coordinate per
il versamento.
Che è possibile da qualsiasi banca, con bonifico esente da costo,
sui conti: Carispaq spa, Vittime
terremoto L’Aquila, Iban: IT 53 Z
06040 15400 000 000 155 762; Caripe
spa Raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo, Iban IT 19 B 06245
15410 000 000 468; Tercas spa Raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo, Iban IT 48 L 06060 15300
CC 090 005 35 65; Carichieti c/c
83000, Ministero della Protezione
civile-Pro terremotati Abruzzo,
Iban IT 31 H 060 5015
500CC0010083000.
Fare anche un primo bilancio
di quanto affluito finora non è
semplice (la Carispaq, tra l’altro,
sta lavorando sul territorio aquilano in condizioni difficilissime).
Quello che emerge è che la Caripe ha coinvolto anche la Banca
Popolare, i dipendenti (400) e il
Cda: conta di arrivare sui centomila euro già all’inizio della prossima settimana, anche perché i bonifici
impiegano
qualche giorno ad arrivare. Discorso
che vale per
tutti gli istituti
di credito impegnati. Alla
Tercas la cifra
sfiora i 5000 euro: tante micro donazioni,
segno che la
gente vuole essere comunque a fianco
delle popolazioni
colpite. Un atteggiamento che
è lo stesso di
associazioni di volontariato, di categoria, sportive, religiose, amministrazioni comunali, e chiunque
si è buttato nella solidarietà in
queste ore. La Caritas regionale
coordina il servizio ai terremotati nella parrocchia di San Francesco di Pettino. E oltre alla raccolta di beni c’è quella di fondi: causale “Terremoto Abruzzo”, conto
corrente postale 347013 o tramite
Unicredit Banca di Roma, Iban
IT 38 K03002 05206 000401120727.
La giunta comunale di Pescara
con una delibera ha dato il via all’iniziativa «Pescara vicina alla
gente aquilana», stanziando
50.000 euro e attivando il c/c postale 95839338 intestato a Comu-
lo dell’Abruzzo, si moltiplicano le
adesioni alla sottoscrizione per i terremotati aperta dal Centro e dal gruppo L’Espresso-Repubblica con centomila euro. Qualcuno stacca assegni cospicui, altri inviano 10, 15 euro: si fa quel
che si può, con identica dignità.
Jannacci sceglie la sottoscrizione
del giornale degli abruzzesi
Continua ovunque la mobilitazione
Il cantautore Enzo Jannacci. A fianco
la Protezione civile offre generi di conforto
LE STAR SI MOBILITANO
Madonna e Remigio, due voci solidali
La popstar regala 500 mila dollari. Incasso della Scala ai terremotati
di Paolo Di Vincenzo
«V
ado sul palco con la morte nel cuore. Io canto
mentre il mio Abruzzo è gravemente ferito.
Per quello che può essere utile, però, l’incasso
dei biglietti della serata di debutto (martedì per chi legge, ndr) sarà devoluto alle vittime del terremoto». Carmela Remigio, la cantante pescarese impegnata in que-
Il soprano pescarese
Carmela Remigio
ne di Pescara, servizio Tesoreria,
Fondo pro terremotati, piazza Italia 1, Iban: IT 64 B 07601 15400
000095839338.
Raccolta di beni di prima necessità nella sede del Csi Teramo: oggi partiranno quattro furgoni carichi di coperte, vestiario,
generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e disinfettanti.
Gli automezzi raggiungeranno
Camarda, Filetto, Pescomaggiore, Paganica, Tempera, Roio. La
Diocesi di Teramo-Atri ha attivato altri tre punti di raccolta: Giulianova, via dei Pioppi 2
sti giorni al Teatro alla Scala di Milano, nel «Viaggio a
Reims» di Rossini con la regia di Luca Ronconi, racconta al Centro il suo disagio a dover cantare in momenti così tremendi. Ma sono queste le regole dello spettacolo.
«Posso solo piangere con i miei fratelli e sorelle abruzzesi un disastro così immane. Mi unisco al vostro dolore e
canterò pensando solo alla mia terra addolorata in questa settimana di passione».
Oltre alla dichiarazione del
soprano pescarese l’annuncio è
stato dato anche dal sindaco di
Milano, Letizia Moratti, la cui
carica prevede anche il ruolo di
presidente della fondazione Scala. Infine, ma non certo per ultimo visto il coinvolgimento anche emozionale, è stato fatto prima dell’inizio dello spettacolo
dal sovrintendente Stephane
Lissner, sottolineando che «gli
artisti protagonisti e i lavoratori devolvono parte del loro compenso». C’è stato poi un minuto
di silenzio per le vittime seguito
da un caloroso applauso.
Ma l’Abruzzo devastato ha
commosso anche un’altra voce,
in altro campo sicuramente notissima come la popstar Madonna. L’artista, il cui cognome è
Ciccone, è nata negli Stati Uniti
ma la famiglia ha origini a Pa-
centro. ha fatto una sostanziosa
donazione, la somma precisa
non sarebbe stata rivelata ma
secondo diversi media statunitensi si tratterebbe di mezzo milione di dollari. L’artista ha in
questo modo risposto a un appello lanciato lunedì, subito dopo il disastro, dal sindaco Fernando Caparso: «Ci aiuti lei a
reperire in tutto il mondo i fondi per aiutare la popolazione
abruzzese». Rosenberg, portavoce di Madonna, ha fatto sapere che l’artista intendeva «rispondere generosamente» all’appello. «Sono felice di poter
dare una mano alla citt da cui
provengono i miei antenati. Sono vicina a coloro che hanno
perduto i propri cari e le proprie case», ha detto Madonna
in una dichiarazione diffusa dalla Rosenberg.
La famiglia di Madonna
proveniva da Pacentro
(339.1760133); Silvi, via Matteotti
48 (333.6426972); Roseto, via Brasile 5 (347.5499453). Al Camposcuola di Teramo dalle 16 alle 19,
CasaPound ha aperto un punto
di raccolta generi alimentari nei
locali della gastronomia in viale
Crispi 80. Colletta alimentare a
Pineto, organizzata dal Comune
con l’associazione Beach paradise, nei maggiori supermercati. A Roseto attivi due punti di
raccolta: le piccole donazioni si
possono consegnare presso il Pattinodromo (di fronte alla piscina
comunale), le grandi che arriva-
no da aziende e società possono
essere portate al magazzino dell’Autoporto. Il Comune ha aperto un conto corrente: intestazione Comune di Roseto-Raccolta
fondi Pro Terremotati L’Aquila,
Tercas filiale di Roseto 52274,
Iban IT 33 B 06060 77020 CC 04600
52274 Un gruppo di studenti delle facoltà aquilane organizza a
Giulianova paese, nei locali del
Circolo Di Massimantonio del
Prc, in corso Garibaldi, 43/45, un
centro raccolta di cibo, pannolini, coperte, tende, gazebo e materiale utile alla rimozione delle
macerie. Si mobilitano i commercianti ad Alba Adriatica: nei negozi, bar e tabaccherie della cittadina è possibile contribuire con
offerta libera, alla raccolta coordinata dall’associazione Centro
Commerciale Naturale. La Bpls
ha aperto una sottoscrizione con
un primo contributo di 200mila
euro (Iban: IT 06 K0 5550
77751000000540159, causale “Raccolta fondi pro terremotati del 6
aprile”). Diecimila euro sono stati stanziati dalla giunta di Fossacesia, dove il Consorzio cooperative sociali Sgs si è attivato per al-
leviare, con attività ludiche, le
sofferenze di un gruppo di bambini aquilani ospite negli alberghi
della città. I 500 addetti della Honeywell doneranno un’ora di stipendio e anche l’azienda darà un
proprio contributo in denaro. A
San Salvo si raccoglie materiale
utile nella sede della Valtrigno,
in via Olanda; alla Cri in via Pascoli e alla parrocchia di San Giuseppe. A Vasto a Palazzo Aragona e in via Buonconsiglio. Nella
parrocchia di San Giovanni Bosco vengono raccolti viveri e indumenti destinati ai disabili dell’Aquila trasferiti a Sora.
Le associazioni VabBò-Vasto e
Nuovo Umanesimo di Casalbordino hanno aperto un conto al
Montepaschi Siena intestato a
VabBò: Iban
IT 77 K 01030
02430
000010357122.
Il Coordinamento dei docenti e studenti delle scuole
d’arte di Pescara, Penne, Vasto e Chieti e
dei licei artistici di Crema e
Cremona raccoglie fondi e
idee per il recupero del patrimonio artistico (info Maria
Luisa Carmini:
347
5214723). Un ufficio
mobile
verrà allestito
all’Aquila dalla Cooperativa artigiana di garanzia di Avezzano:
la sede del capoluogo è distrutta
così il il Cda ha deciso di dare
una mano ai colleghi che hanno
perso tutto adibendo un camper
a ufficio, elargendo, con una garanzia fino al 100%, operazioni di
prestito finalizzate al sostegno
della ripresa dell’attività. La Confesercenti avezzanese ha fatto arrivare a Paganica tre furgoni di
pane preparato dall’Associazione panificatori, e acqua minerale. La festa di Sant’Antonio a
Francavilla, a Pasquetta, non si
farà in segno di lutto e i soldi raccolti per fuochi d’artificio e banda andranno ai terremotati.
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IN ABRUZZO
TERREMOTO - LA SOLIDARIETA’
Scende in campo anche la Fiat
Due milioni e mezzo dalla vendita delle vetture nel mese di aprile
di Edoardo Amato
C
ontinua la gara di solidarietà
in tutta Italia e in tutto il
mondo per aiutare l’Abruzzo
devastato dal terremoto. Fra le tantissime iniziative (impossibile dare conto di tutte) spicca la decisione presa ieri dal Gruppo Fiat di de-
volvere 40 euro per ogni vettura e
veicolo commerciale Fiat, Alfa,
Lancia e Fiat Professional venduti
nel mese di aprile. Si stima di raccogliere 2,5 milioni di euro che verranno impiegata per ricostruire
un asilo nido comunale all’Aquila.
Inoltre, Fiat Professional
fornirà ai comuni colpiti dal
terremoto 15 furgoni Ducato
Panorama — i mezzi costruiti
nello stabilimento abruzzese
Sevel — per il trasporto scolastico. Importanti iniziative
verranno intraprese anche
da Ferrari e Maserati. Inoltre, in collaborazione con la
Protezione Civile, le diverse
società del Gruppo hanno già
offerto mezzi per i soccorsi:
camion attrezzati, macchine
di movimento terra e gruppi
elettrogeni insonorizzati che
potranno servire per la produzione di energia nelle tendopoli. Anche gli stabilimenti
del gruppo che si trovano nelle zone limitrofe a quelle dei
comuni colpiti dal sisma hanno voluto dare il loro contributo. Lo stabilimento Sevel
di Val di Sangro e quello di
Magneti Marelli di Sulmona
hanno dato la loro disponibilità a favorire le iniziative di
supporto ai soccorsi da parte
degli operai, degli impiegati e
dei dirigenti.
Coinvolti anche gli stabilimenti
di Atessa e Sulmona
Aiuti dalle fondazioni bancarie
Telefonini, 3,5 milioni
con il numero solidale
Lo stabilimento Sevel di Atessa. A fianco
conforto ai teremotati e, sotto, una tendopoli
Gli operatori di telefonia
mobile Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3 Italia, d’intesa
con la Protezione civile, hanno attivato un “numero solidale” — il 48580 — per raccogliere fondi a favore della popolazione abruzzese: l’importo donato aveva raggiunto alle 13 di ieri i 3,5 milioni di euro, somma notevolmente aumentata in serata. Ogni sms
inviato dai clienti Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia contribuisce con 1 euro, che sarà interamente devoluto al Dipartimento della Protezione Civile
per il soccorso e l’assistenza.
Ma di fronte alla tragedia dell’Abruzzo tutto il mondo economico e sindacale si è mobilitato con ogni tipo di aiuto.
Associazioni imprenditoriali,
sigle sindacali e singole aziende si sono mosse fin dal giorno successivo al terremoto
anche con iniziative congiunte. Una di queste è quella promossa insieme da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che avviano la raccolta di contributi fra i lavoratori e gli imprenditori delle imprese associate. L’Ance (l’associazione dei
costruttori edili) e l’istituo
previdenziale Inpdap hanno
dato la disponibilità per l’immediata ricostruzione della
casa dello studente. La Confesercenti regionale, d’intesa
con quella nazionale, ha aperto un conto corrente per versamenti di solidarietà. Gli albergatori
di
Assoturismo-Confesercenti hanno garantito la disponibilità di oltre quattromila camere da
mettere a disposizione di chi
ha perso la casa. Unioncamere stabilirà nei prossimi giorni un fondo di solidarietà in
favore del sistema economico
abruzzese. L’industria alimentare Danone Italia si è
messa a disposizione del Banco alimentare fornendo pro-
Il popolo di Facebook
«Superenalotto per l’Abruzzo»
ROMA. Contano più di un milione e 300 mila iscritti i tre
gruppi sorti sul social network Facebook, dopo il terremoto, e
che propongono di annullare il montepremi del Superenalotto, oltre 41 milioni di euro, e donare la somma all’Abruzzo. Il
messaggio che circola su Facebook é: «Vediamo se funziona
veramente Fb, e se le buone idee arrivano ai pezzi grossi. Annulliamo il montepremi del Superenalotto», prosegue il messaggio, «che é quasi di 40 milioni di euro, e doniamolo a chi ne
ha bisogno in Abruzzo. Copia, incolla e diffondi».
Diciassette senatori del
Partito democratico, dando
seguito all’appello firmato
da un milione e mezzo di cittadini, hanno inviato una
lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, per
sollecitare «il governo all’adozione di un apposito provvedimento di urgenza finalizzato all’acquisizione del
montepremi giacente del
gioco Superenalotto, destinando», prosegue la lettera
dei parlamentari del Pd, «le
pri proprodotti per un totale
di 10 tonnellate di generi alimentari da destinare agli sfollati.
Fondazioni bancarie
7 milioni di euro
Le Fondazioni di origine
bancaria, coordinate dall’Acri, realizzeranno iniziative
di sostegno per i territori colpiti dal terremoto, mettendo
a disposizione oltre 7 milioni
di euro. Gli interventi verranno individuati e finalizzati in
collaborazione con la Fondazione Carispaq presieduta da
Roberto Marotta. La Banca
Popolare di Lanciano e Sulmona ha promosso una raccolta di fondi aprendo la sottoscrizione con un primo contri-
buto di 200mila euro.
Dal mondo: emigranti
e capi di stato
Gli abruzzesi d’America si
mobilitano per l’Abruzzo colpito dal sisma. Per raccogliere fondi è stato istituito
«Abruzzi
Disaster
Relief
Fund” (Fondo per il soccorso
per il disastro abruzzese) sotto la guida di Mario Daniele,
vice console onorario italiano
a Rochester (New York) che è
originario dell’Aquila Un analogo fondo di soccorso è stao
istituito a Vancouver, in Canada, dall’associazione degli
emigrati lucani. E continuano anche i messaggi inviati
da numerosi capi di stato e di
governo per esprimere solida-
rietà e e inviare aiuti. Ieri a
Berlusconi sono arrivate le telefonate del primo ministro
australiano Kevin Rudd e del
primo ministro israeliano
Benjamin Nethanyahu, entrambi disponibili ad accogliere l’iniziativa lanciata dal premier italiano di «adozione
per la ricostruzione» di una
chiesa o di un monumento
storico. Un’altro messaggio
particolarmente significativo
sul piano politico è quello inviato dal presidente iraniano
Mahmud Ahmadinejad.
Sport in prima linea
dall’Inter agli ultrà
Sulla home page del sito ufficiale dell’Inter compare la
scritta «Sos Abruzzo» che dif-
fonde l’iniziativa degli Inter
club che hanno aperto un conto corrente per raccogliere
fondi da destinare ai terremotati. Un’iniziativa partita su
sollecitazione del presidente
della società nerazzurra Massimo Moratti che già lunedì
mattina ha dato disposizione
al dirigente nazionale degli Inter club e a quello abruzzese
di coordinare tutte le iniziative. Sul conto corrente sono
state già depositate le offerte
di Moratti e del capitano nerazzurro Zanetti. Ma non c’è
solo l’Inter: tutto il mondo dello sport, nazionale e locale, è
mobilitato. I Pescara Rangers
in collaborazione con l’associazione “Pescara Siamo Noi”
hanno organizzato nella sede
dell’associazione, in via Pepe
a Pescara, una raccolta di ge-
relative somme alle necessità ed urgenza scaturite
dal recente sisma che ha
coinvolto la provincia dell’Aquila».
Tra i primi firmatari della lettera inviata al presidente di Palazzo Madama
Schifani ci sono questi senatori del Partito democratico: Alberto Maritati, Silvia
Della Monica, Franca Chiaromonte, Anna Maria Carloin, Roberto Della Seta e
Paolo Giaretta.
neri di prima necessità come
alimentari a lunga conservazione, omogeneizzati per bambini, prodotti per la pulizia.
Raccolta di materiale di prima necessità (indumenti e
prodotti per pulizia) anche a
Teramo, oggi presso il camposcuola, dalle 16 ale 19, per inizativa del Gruppo podistico
amatori Teramo. Analoga iniziativa da parte degli ultrà
del Giulianova calcio che hanno organizzato una raccolta
di generi di prima necessità,
soprattutto vestiti, che si svolge davanti allo stadio Fadini.
Il materiale raccolto viene
consegnato alle famiglie aquilane ospiti di Giulianova.
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO E I REATI
«Niente sconti agli sciacalli»
Governo deciso a introdurre condanne più dure. Insidie anche dal web
di Roberto Torti
L’AQUILA. «Il governo ha intenzione di introdurre un nuovo reato penale per punire gravemente
lo sciacallaggio». Un reato che ancora non ha un nome, ma che di sicuro sarà punito molto severamente. L’annuncio lo ha dato Silvio
Oltre sulla creazione di un
reato ‘ad hoc’, i tecnici del ministero della Giustizia stanno
lavorando anche sulla sospensione di tutti i termini processuali (inclusi quelli relativi alla presentazione della dichiarazione dei redditi) fino a
quando non cesserà lo stato di
calamità nella zona colpita,
provvedimento già preso in occasione di altri terremoti.
Il nuovo delitto da inserire
nel codice penale potrebbe essere quello di «atti predatori»,
a metà tra i già esistenti reati
di furto in appartamento (art.
624 bis) e di appropriazione indebita (art. 646). Ma sulla denominazione precisa ancora
non c’é certezza, così come sulla pena: forse dieci anni, cioè
il massimo previsto nei casi
più gravi di furto. Quel che é
sicuro é che questo nuovo reato punirà chiunque si approprierà di cose abbandonate in
zone colpite da calamità.
Berlusconi durante la conferenza
stampa nella scuola della Gdf a
L’Aquila: «Lo abbiamo deciso con
il ministro Alfano — ha detto il
premier — visto che è forte la
preoccupazione nei riguardi delle
case rimaste abbandonate».
Allo studio pure la sospensione
di tutti i termini processuali:
di certo all’Aquila, forse a Pescara
Da sinistra
il ministro
Alfano
e il questore
dell’Aquila
Piritore
Per quanto riguarda la sospensione dei termini processuali, è certo che sarà onnicomprensiva: riguarderà ad
esempio i provvedimenti come le notifiche e tutti gli altri
procedimenti che non possono
svolgersi nel distretto dell’Aquila visto che le strutture giudiziarie (il tribunale, la procura ecc.) sono attualmente ina-
gibili e quindi non in grado di
assicurare lo svolgimento di
atti e udienze. Sarebbe allo
studio anche l’ipotesi di estendere la sospensione pure al vicino distretto di Pescara.
Nell’attesa che le pene vengano inasprite, massima attenzione viene assicurata nelle zone terremotate da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza
e Corpo Forestale, tutti rinforzati da personale proveniente
dalle altre province. Cinque le
aree in cui é stata suddivisa la
zona maggiormente interessata dal sisma: prevedono vigilanza fissa e pattugliamenti in
auto o a piedi.
Intanto lo sciacallaggio si fa
avanti in forme meno dirette
ma non meno subdole. Ieri le
forze dell’ordine segnalavano
nella Piana di Navelli la probabile presenza di falsi addetti alla Protezione civile. Alcuni residenti di Tussio, infatti,
avrebbero visto un paio di persone rubare delle pettorine appartenenti alla Protezione civile di Battipaglia per andare in
giro spacciandosi per addetti
ai soccorsi. E anche la polizia
postale è allertata: Internet
sembra essere un ottimo mezzo per poter lucrare sulla tragedia dell’Abruzzo. Il capo della Divisione investigativa Diego Buso ha parlato di «forma
di sciacallaggio virtuale. C’é
purtroppo chi approfitta del
sentimento della gente. Bisogna fare attenzione a raccolte
fondi che non vengono da istituzioni note o da organi di informazioni conosciuti».
La paura corre anche sul
web, con annunci che seminano il panico, in un tam-tam
elettronico che metterebbe i
brividi a chiunque. Secondo alcuni messaggi sono in arrivo
«scosse devastatrici» nel territorio aquilano, poi altre tre
scosse di portata devastante,
nel giro strettissimo di trentasei ore; lo comunica un “centro sperimentale per il rilevamento sismico”. Il sito si chiama www.csrs.it; lo leggono in
tanti, nella giornata di ieri,
dai singoli individui a una serie di amministrazioni pubbliche. Persino la Protezione civile. E in tanti chiedono l’intervento della polizia postale
abruzzese, che compie alcuni
controlli approfonditi e decide, nel pomeriggio, di oscurare il sito, in attesa di ulteriori
sviluppi di indagine.
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IL TERREMOTO IN REGIONE
Berlusconi, modello Napoli
Il premier tutti i giorni all’Aquila come durante l’emergenza rifiuti
di Antonio De Frenza
L’AQUILA. Ieri pomeriggio il presidente
Gianni Chiodi ha telefonato a Carla Sarkozy per ringraziare del dono che la prima
dama di Francia, dichiarandosi «emozionata e afflitta», ha promesso per l’ospedale dell’Aquila. Il presidente sta interpretando bene sui media nazionali e internaLa soluzione voluta dal ministro del Welfare Maurizio
Sacconi per la Sanità abruzzese si sta imponendo surrettiziamente a tutta l’istituzione
regionale: un commissariamento dolente e solidale della
Regione, che Berlusconi sta
già cavalcando lanciando le
parole d’ordine sulla ricostruzione, prima fra tutte la “new
town” aquilana, una sorta di
Milano 2 alla periferia del capoluogo. Un modello urbanistico dove, con una certa malizia, il sito “il salvagente.it”
vede riproporsi la copia riveduta e corretta del modello
Taskent, adottato dall’Unione
societica nel 1966 dopo un rovinoso terremoto che rase al
suolo la cittadina omonima.
Lì il soviet supremo sperimentò la fondazione della
“città sovietica modello” affidando la ricostruzione di
ogni quartiere a una delle repubbliche (perplesso sulla
net town il sindaco Massimo
Cialente. Chiodi ha invece
promosso l’idea, che però, ha
detto ecumenico, «deve
andare di pari passo con
il consolidamento
del
centro storico»).
Al di là dell’esegesi storica
della
città modello, l’interventismo di Berlusconi all’Aquila è una
strategia ben
collaudata nel quarto governo del Cavaliere. È la strategia che ha adottato a Napoli
durante la lunga crisi dei rifiuti, surrogando di fatto il
sindaco Rosa Russo Jervolino, e presidente di Regione
Antonio Bassolino. È la tattica che ha messo in campo
in campagna elettorale, in
Abruzzo e poi in Sardegna,
zionali il ruolo di primo testimone del
dramma abruzzese. Ma quanto alle sue
prerogative di amministratore, Chiodi appare istituzionalmente sovrastato dagli interventi del premier Berlusconi e obiettivamente impedito dalla inagibilità della
gran parte delle strutture della Regione.
Detta l’agenda degli
interventi, propone
consiglia, conforta
Paralizzati gli uffici
regionali. Da domani
sopralluoghi nelle sedi
Il premier Silvio Berlsconi indossa un elmetto da pompiere
Il presidente del Consiglio ha promesso di essere all’Aquila
ogni volta che lo riterrà necessario
Senzatetto, liberi 7000 posti
negli hotel della costa
L’AQUILA. Ventottomila persone senza tetto sono assistite nelle tendopoli e negli alberghi: di queste 10mila
sono negli alberghi della costa (6.000 nel teramano,
2.000 nel pescarese e 2.000 nel chietino) e 18 mila nelle
tendopoli. Solo queste hanno l’assistenza con il vitto e
l’alloggio. Per chi è ospitato in case di amici o messe a
disposizione da amici, si sta provvedendo a prevedere
la forma di assistenza. Lo ha reso noto il presidente
della Giunta regionale, Gianni Chiodi, nel corso di
una conferenza stampa.
Il presidente
Gianni
Chiodi
L’incontro si è svolto nella scuola sottufficiali della Guardia di finanza a Coppito che
in questi giorni è diventata la sede d’emergenza della Regione. Alla conferenza stampa
ha partecipato il direttore generale del dipartimento di protezione civile, Agostino Miozzo. Chiodi,oltre a fornire i numeri sugli sfollati, ha anche indicato quali sono le modalità per prenotare gli alberghi, nei quali, ha
detto, ci sono ancora settemila posti: «O ci si
rivolge nelle stazioni dei carabinieri dei centri costieri da dove poi si viene indirizzati negli alberghi oppure ci si rivolge alla protezione civile regionale nella scuola della guardia di finanza», ha spiegato Chiodi.
«Stiamo lavorando per prevedere assistenza anche a chi non ha scelto queste due soluzioni», ha aggiunto.
Durante la conferenza stampa sono stati
dati i numeri di telefono fissi a cui rivolgersi
per prenotare gli hotel: 0862/310576 e
0862/361255.
appannando fino all’inesistenza la figura dei candidati presidenti del Pdl Chiodi e Cappellacci.
Berlusconi all’Aquila dal
primo giorno dell’evento (ha
promesso di essere in città
ogni volta che sarà necessario) dà i numeri della tragedia, detta i tempi degli interventi, indica le soluzioni, offre consigli agli sfollati. Disegna insomma il modello sul
quale dovranno esercitarsi
gli amministratori regionali.
Chiodi è un interprete credibile e pacato del pensiero del
suo leader, ma al momento solo un interprete. Di suo mette
la sofferenza sincera dell’abruzzese e l’orgoglio dell’italiano (dichiarato ieri alla
stampa estera) per la corale
risposta nazionale alla tragedia dell’Aquila e per il coraggio della sua popolazione.
Ma il presidente e i suoi assessori appaiono paralizzati
anche dalla stessa paralisi
che ha colpito tutta la macchina amministrativa. Gli uffici
aquilani sono fermi. Gran
parte dei dipendenti sono nelle tendopoli o negli alberghi
della costa adriatica (a parte
qualcuno che sta lavorando
nella sede della Guardia di Finanza di Coppito)
Per assicurare la funzionalità dei servizi essenziali, a
partire dalla prossima settimana arriveranno sotto Palazzo Silone, sede della giunta, sei container destinati ad
ospitare il personale regiona-
le che svolge funzioni a supporto delle operazioni d’emergenza.
In queste strutture presteranno servizio 24 funzionari
regionali, suddivisi in due turni. Domani si terrà un sopralluogo con i vigili del fuoco e
tecnici della protezione civile
sulle strutture regionali danneggiate. La verifica servirà
a definire i tempi di riattivazione delle sedi regionali attualmente inagibili: palazzo
Silone, palazzo Centi, palazzo
Dragonetti de Torres, palazzo
Branconi, san Bernardino,
viale Aldo Moro.
Nel frattempo, il presidente
Chiodi emanerà un decreto
con il quale verranno regolarizzare le posizioni dei 700 dipendenti regionali che operano all’Aquila che per causa di
forza maggiore non possono
recarsi sul posto di lavoro, garantendo loro il diritto a percepire lo stipendio.
Il decreto non avrà scadenza perché per il ritorno al lavoro ci sarà prima da risolve-
re il problema delle strutture
della giunta regionale.
Lo stesso discorso vale per
il Consiglio regionale, le cui
sedi, palazzo dell’Emiciclo e
l’ex Palazzo Gil, appena ristrutturato, sono inagibili. Ieri i capigruppo del Consiglio
si sono riuniti sul prato davanti alla sede per decidere
sul da farsi. In questo caso appare funzionale il costoso raddoppio delle sedi regionali tra
L’Aquila e Pescara. Nel capopluogo adriatico sono attivi
gli uffici del consiglio e quelli
degli assessorati che hanno lì
la sede, come Agricoltura, Turismo, Sanità, Trasporti, Attività produttive. Anche se Pescara non si mostra immune
dalla sindrome del terremoto: mercoledì molti dipendenti di viale Bovio hanno abbandonato gli uffici alle 14,30 dopo l’annuncio di un mitomane su una scossa imminente.
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IL TERREMOTO IN REGIONE
Agricoltura, 100 milioni di danni
Il ministro Zaia: subito gli aiuti. Coldiretti: 400 aziende in crisi
L’AQUILA. Per le organizzazioni
agricole i danni per il terremoto saranno superiori ai 100 milioni di
euro. Dopo la conta dei morti e la
devastazione di case e strutture si
annuncia la crisi profonda dell’agricoltura aquilana. Il presidente
di Coldiretti, Sergio Marini, calcola «danni importanti» a circa 400
Un sostegno, spiega Zaia,
articolato su vari fronti, a cominciare da sgravi alle imprese per oltre 40 milioni, per
proseguire con l’aiuto che potrebbe arrivare dalle altre Regioni attraverso uno storno
di quota parte dei finanziamenti comunitari Pac.
Ad attendere il ministro
l’allevatore di Confagricoltura Amerigo Pezzopane, titolare dell’azienda zootecnica
“Campo Imperatore”, che indica prostrato dove c’era un
tempo la sua casa e il suo laboratorio di trasformazione
del latte. «Abbiamo convocato una riunione con le banche ed Ismea per studiare il
aziende agricole sulle 1.500 presenti in regione. Ieri mattina a prendere atto delle distruzione è il ministro delle Politiche agricole Luca
Zaia, che appena sceso dall’elicottero del Corpo Forestale dello Stato, che atterra poco distante dalle
macerie di Onna, annuncia «solidarietà concreta».
Tra i benefici sgravi alle imprese
per 40 milioni e piano di sostegno
con i fondi comunitari del Pac
blocco del pagamento dei mutui e delle cambiali agrarie»,
spiega Zaia. Il ministro promette che si attiverà per la sospensione dei termini di contenzioso e dei contributi dovuti dalle aziende agricole ai
consorzi di bonifica. «Bisogna riportare quanto prima
l’agricoltura alla normalità»
auspica Zaia, «e siamo qui in
Abruzzo per portare la nostra solidarietà ma, soprattutto, fatti concreti». Una iniziativa annunciata da Zaia è
I vigili
del fuoco
che
portano
in salvo
delle
mucche
rimaste
intrappolate
in una
stalla
«l’immediato ritiro dei prodotti agricoli in giacenza ma anche interventi con aiuti e blocco di mutui e tasse, oltre alla
deliberazione di sostegno che
verrà dal Consiglio dei ministri». Il ministro ricorda anche
il
numero
verde
800-105-166, per comunicare
con il Ministero. Dopo Onna,
il Zaia fa tappa accompagnato dalla Forestale in altre due
aziende pesantemente danneggiate dal sisma, nei pressi
di Paganica e Sant’Eusanio
Forconese. Per arrivare nell’ultima località, la colonna
della Forestale deve fare una
sosta e aspettare il via libera
della Protezione civile e Forze armate su un strada dove
una chiesa minaccia di crollare.
Pesante il calcolo dei danni
presentati dagli altri allevatori incontrati da Zaia. L’azienda “Moro” di Paganica lamenta la morte di alcuni animali
e il crollo di una stalla, mentre l’azienda “Galano” di Sant’Eusanio Forconese presenta
seri danni ai ricoveri degli
animali.
(m.p.)
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IL TERREMOTO IN REGIONE
Servono farmacisti all’Aquila
L’Ordine: distribuzione nei container, necessario un coordinamento
di Maurizio Piccinino
L’AQUILA. «Abbiamo urgente bisogno di rintracciare tutti i nostri
farmacisti». E’ l’appello di Angela
Pellacchy presidente dell’Ordine
dei farmacisti della provincia dell’Aquila che chiede di «entrare il
prima possibile in contatto con i
suoi colleghi perchè la sede dell’Ordine dei farmacisti è inagibile. Abbiamo necessità di fare il punto sulle farmacie inagibili, e di quanti
possono mettersi a disposizione.
Molti sono al lavoro come possono,
ma ora bisogna coordinarsi».
Come prima esigenza pratica Angela Pellacchy ricorda
i numeri di telefono e mail
con i quali è possibile contattarla. «Questo è il numero del
telefono fisso 0863-610287, il
mio cellulare: 338-6354686 e la
mia mail [email protected]», spiega la dottoressa
Pellacchy. «I disagi sono pazzeschi», racconta la presidente dell’Ordine dei farmacisti,
«il primo è quello di riuscire
a contattare i colleghi, ne ho
raggiunti solo alcuni. Le farmacie sono chiuse e stiamo attivando la distribuzione di
medicine nei container che dislocheremo vicino a ospedali
e tendopoli. Inutile posizionarle nel centro storico che è
stato evacuto. Comunque ci
atterremo a quello che dirà la
protezione civile». Nessun
problema per il rifornimento
delle medicine nelle farmacie
che possono lavorare. «Per il
resto stiamo assistendo alla
grande solidarietà da parte di
tutti, arrivano proposte di forniture di farmaci che estendiamo in relazione alle esigenze che vengono comunicate
dalla protezione civile». Anche tra i farmacisti ci sono
stati lutti. «E’ morta una collega, la dottoressa Annamaria Carli dell’Aquila la sua
farmacia era a Piazza del Duomo, è morta nella sua casa distrutta. La dottoressa Carli
era una professionista molto
conosciuta e capace, diamo il
nostro cordoglio ai parenti.
Molti altri colleghi hanno subito danni alle loro famacie e
alle case. La maggior parte
non possono rientrare in casa. Danneggiate anche molte
farmacie comunali». Situazione di rischio e disagi anche
nei piccoli centri. «Ci sono
colleghi che lavorano per
strada con un tavolinetto fuori la farmacia e così dispensano medicine andando anche
prenderli nelle famacie vicine o avventurandosi nei loro
laboratori. Questo avviene a
Villa Sant’Angelo o come accade ad una dottoressa di San
Demetrio dove è intervenuta
la protezione civile che ha fatto chiudere la farmacia. Lei
mi ha telefonato piangendo si
tratta della dottoressa Angela Rossi. Ma ci sono anche
tanti altri farmacisti che sono
a disposizione dei cittadini
con tale dedizione e impegno,
non voglio trascurare nessuno».
Anche l’Agenzia Italiana
del Farmaco (Aifa) si mobilita per aiutare le persone colpite dal terremoto che ha distrutto L’Aquila e molti dei
paesi della provincia. Un numero di fax (0659784214), un
numero verde (800571661) ed
una casella di posta elettronica (sisma|aifa.gov.it) sono
stati attivati per ricevere dichiarazioni di disponibilità a
fornire farmaci necessari alle
popolazioni colpite da parte
di aziende farmaceutiche, farmacisti e distributori. Nella
comunicazione da inviare via
mail, fax o Numero Verde, devono essere indicati esattamente tipologie, denominazione e quantità dei farmaci messi a disposizione. L’Aifa ha
sottolineato, inoltre, che i medicinali, al momento, non devono essere né inviati né stoccati. Infine, è necessario indicare nominativo e recapiti
della persona da contattare
per attivare l’eventuale invio
dei farmaci che avverrà su richiesta dell’Aifa dietro istanza della Protezione civile.
Uffici
trasferiti
a Pescara
Distretti
sanitari
al lavoro
ROMA. La Filiale dell’Aquila della Banca d’Italia
rimarrà chiusa per motivi
di sicurezza alcune funzioni saranno assolte dalla sede di Pescara. Lo ha comunicato la sede centrale dell’istituto. La Banca, si legge nella nota, continuerà
ad assicurare i propri servizi ai cittadini, alle istituzioni e agli intermediari. Per
ogni richiesta di informazioni, la Banca d’Italia ha
istituito un numero verde
800196969 attivo tutti i giorni, 24 ore su 24. I cittadini
che all’Aquila hanno in locazione appartamenti di
proprietà della Banca potranno prendere contatto
con gli uffici dell’Amministrazione centrale (06 4792
3751 /2065 /3553). Per specifiche questioni: tel: Tesoreria dello Stato 06 4792 5288
Circolazione del contante
06 4792 2916 / 4866 / 3782 Vigilanza bancaria e finanziaria 06 4792 4338 / 4679 / 4686
/5518.
L’AQUILA. Presso i distretti sanitari Aquila 1 e
Aquila 2 sono attivi punti
ambulatoriali per visite
mediche e prescrizione di
farmaci. I medicinali possono essere prelevati presso le farmacie comunali di
Torrione, Coppito e Pettino. Nell’ambito del Distretto Aquila 2, ci si può recare presso il Poliambulatorio distrettuale di Piedicolle (frazione di Montereale); nella sede della Protezione civile del Comune di
Pizzoli, situata in piazza
Municipio; presso il campo sportivo della frazione
di Palombaia nel comune
di Tornimparte; presso il
campo sportivo del comune di San Demetrio e presso il Poliambulatorio del
Comune di Rocca di Mezzo. Un medico è reperibile
presso i comuni di Castel
del Monte, Carapelle Calvisio, Castelvecchio, Poggio
Picenze, Santo Stefano di
Sessanio e Calascio.
Una suora
conforta
una donna
nella foto
piccola
Angela
Pellacchy
presidente
Ordine dei
farmacisti
della
provincia
dell’Aquila
LE FOTO DELLA TRAGEDIA
Dalla pagina a sinistra in alto
il palazzo del governo all’Aquila
semidistrutto dal terremoto
giochi di bambini nel campo di accoglienza
una messa nella tendopoli di Piazza d’armi
un vigile del fuoco impegnato
nel centro storico dell’Aquila
una donna in una delle tendopoli
un vigile del fuoco con un cane
una donna impegnata a recuperare degli abiti
e un cartello che annuncia la messa di Pasqua
all’interno di uno dei centri di accoglienza
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GIOVEDÌ
Z2
IL CENTRO
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO AD AVEZZANO
La Marsica piange tre ragazzi
Lo strazio di familiari e amici alle esequie di Luigi, Alessio e Raffaele
AVEZZANO. Giovani e giovanissimi si sono raccolti ieri in tre paesi
della Marsica per dare l’ultimo saluto ai loro amici, vittime del terremoto. Luigi, 16 anni di Trasacco, Alessio (21) di Antrosano e Raffaele (34)
di Balsorano. A soccorrere Luigi è
stato il padre che, dopo aver avvertito la scossa, si è precipitato all’AquiRaffaele Troiani si doveva
laureare in Ingegneria a settembre. Era un ragazzo umile e altruista, come ha ricordato ieri
don Giovanni durante l’omelia
nella chiesa di San Rocco a Balsorano. Amici del paese e colleghi universitari provenienti da
tutto l’Abruzzo si sono raccolti,
insieme ai rappresentanti istituzionali di tutta la Valle Roveto,
attorno al padre Felice e alla
madre Angelina, braccianti
agricoli, e alla sorella Maria studentessa. Il sindaco di Balsorano Francesca Siciliani ha rivolto un appello ai numerosi cittadini per sostenere la raccolta
di materiale dai inviare ai terremotati della Croce Verde di Ci-
la e ha cominciato a scavare per salvare il figlio e i suoi amici. Alessio è
stato travolto dalle macerie della
sua abitazione in centro all’Aquila,
come anche Raffaele, sepolto sotto i
detriti per oltre 48 ore. Le offerte
raccolte durante le esequie di Luigi
sono state devolute interamente ai
terremotati dell’Aquila.
Nuovi appelli per la raccolta
di generi di prima necessità
da inviare nei paesi terremotati
vitella Roveto e della Misericordia di Balsorano-San Vincenzo.
«Il tuo ricordo indelebile nei nostri cuori», è la frase che gli amici di Alessio hanno scritto su
un lungo lenzuolo che faceva
da sfondo alla piazza antistante
la chiesa dell’Immacolata di Antrosano dove si sono svolti i funerali del giovane studente di
Ingegneria elettrica. «Di scosse
in queste giorni ce ne sono state tante», ha spiegato don Emidio Cipollone durante l’omelia.
«Ma nessuna è stata forte come
La funzione
all’aperto
a Trasacco
per l’addio
a Luigi
Cellini
16 anni
morto
all’Aquila
sotto
le macerie
quella delle scomparsa di Alessio». Il sindaco Antonio Floris, cittadini comuni e una folla
di giovani con scarpe da tennis
e occhiali scuri per coprire le lacrime hanno partecipato alle
esequie di Alessio, in silenzio,
dividendo con il padre Mario,
la madre Maria, entrambe dipendenti Arpa, e la sorella Cristina il dolore per questo grande lutto. Sono state le tante testimonianze degli amici a rendere
ancora più commovente le esequie di Luigi che all’Aquila frequentava, insieme a tre amici,
la scuola alberghiera. Nel piazzale antistante la chiesa della
Madonna del Perpetuo Soccorso, dove si sono svolti i funerali, padre Michele, anch’egli fortemente provato, ha invitato il
padre di Luigi Cristiano, la madre Lucia, la sorella Giulia e tutti i partecipanti a pregare in
questo momento difficile. Il sindaco di Trasacco Gino Fosca e
il vice direttore dell’Istituto scolastico regionale Emanuele Nicolini, hanno dato una parola
di conforto ai genitori del giovane e a tutti i presenti.
Eleonora Berardinetti
IL CENTRO
Z3
GIOVEDÌ
9 aprile 2009
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO IN MARSICA
Celano ha la sua prima vittima
Rossella trovata morta all’Aquila. In paese centro chiuso per i crolli
di Domenico Ranieri
CELANO. La notte di paura si trasforma in una giornata di dolore.
Celano si sveglia e piange la morte
di Rossella Ranalletta, 24 anni, studentessa di Ingegneria chimica, trovata sotto le macerie all’Aquila, vicino alla casa dello studente. Oggi
I celanesi si aggirano per i
vicoli, incuranti del rischio di
nuovi crolli. Incontriamo gli
anziani in fila fuori dell’ufficio postale, a due passi dai nastri biancorossi che delimitano le zone inagibili; poco più
in là confratelli che mettono
al sicuro le statue dei santi,
poi i tecnici del Comune e vigili del fuoco che verificano
la stabilità delle case.
Lungo i vicoli del centro
qua e là intonaci staccati, pezzi di balconi crollati, detriti
un po’ ovunque. Scendiamo
in piazza Aia e lo spettacolo è
emblematico: persone che
dormono nelle macchine.
«Non riusciamo a farli andare a casa», dichiara Maurizio Cornelio della Protezione civile, «sono troppo impauriti». Davanti allo stadio e vicino al palasport, le auto restano inchiodate. Dopo la notte all’addiaccio con plaid, coperte e teloni, solo in pochi
rientrano in casa. Per centinaia di famiglie la settimana
della Passione si è trasformata in quella della paura. Dai
nonni ai nipoti la psicosi del
sisma fiacca lo spirito, scuote
i nervi. Ogni movimento,
ogni rumore viene vissuto come un incubo.
«Ho passato la notte fuori
casa», racconta Gabriella
Aveani, «ho dormito in macchina». Pasquale Santilli insieme a tutta la famiglia e ad
amici, si è accampato nella
proprietà di famiglia in via Cicivette. Luca Di Renzo: «Sono rimasto in macchina fuori
casa mia, ho preferito non
rientrare».
«Tutti quelli del rione hanno dormito nelle auto», gli fa
eco Vincenzo Pestilli, «in casa ancora non rientriamo».
Celano è ferita e traballa vistosamente perché il terremoto ha colpito i suoi simboli, la
sua storia, la sua devozione.
Ma la città ora vuole reagire
con orgoglio, coraggio e carattere.
(ha collaborato
Dante Cardamone)
alle 11 i funerali nella chiesa Madonna della Pace di Borgo Strada
14. Il centro marsicano più colpito
dal terremoto si scopre anche vulnerabile: il sisma ha colpito i simboli di Celano: il castello trecentesco,
le chiese, i palazzi più antichi.
A destra dentro le auto con le coperte
in piazza Aia (fotoservizio Pietro Guida)
A sinistra
Rossella
Ranalletta
24 anni
Sotto
l’altare
distrutto
della chiesa
di S. Angelo
Tutte le chiese sono inagibili
Chiude il castello, ad Avezzano riaprono gli uffici
CELANO. Le chiese di Celano sono tutte
inagibili. Il terremoto ha colpito in maniera
inesorabile. In due giorni numerosissime le
richieste di sopralluogo. Con un superlavoro ne sono stati eseguiti oltre trecento tra
abitazioni private e chiese. «Nel 90 per cento dei casi», spiega l’ingegner Vittoriano Berardicurti, responsabile dell’ufficio tecnico
Ieri alle 15 si è tenuta una
riunione operativa in comune con i tecnici e il parroco
don Claudio Ranieri.
La decisione, temuta quanto purtroppo attesa, parla di
chiusura per inagibilità di tutti gli edifici sacri. Le funzioni
pasquali saranno celebrate all’aperto.
Il castello Piccolomini è inagibile, chiuso a oltranza per il
terremoto. «Il piano nobile
presenta crepe», dicono la responsabile Rita Mancini e
l’addetto alla sicurezza Toni-
del Comune, «abbiamo riscontrato lesioni
secondarie. Due case disabitate sono crollate in via Fossaceca». L’onda d’urto da nord a
sud ha fatto gonfiare le mura delle chiese. A
San Giovanni e San Francesco sono visibili
anomalie strutturali, il disastro è nella chiesa di Sant’Angelo: altare devastato e stabilità appesa a un filo.
no Di Genova, «due stanze a
sud-ovest, che ospitano il museo d’arte diocesana, sono lesionate».
Il comandante dei carabinieri Pietro Finanza informa che sono stati intensificati i controlli per evitare casi
di sciacallaggio.
AVEZZANO. Riaprono questa
mattina tutti gli uffici pubblici di Avezzano. L’ordinanza
del sindaco Antonio Floris,
ne disponeva la chiusura fino
a martedì. Tecnici e vigili del
fuoco hanno eseguito controlli ieri mattina. Resteranno
chiuse, fino a nuovo ordine,
soltanto le scuole.
«Abbiamo controllato tutti
gli edifici pubblici e le chiese», ha affermato Floris, «e attivato due numeri telefonici
(0963.501408 e 0863.501217) affinché i cittadini possano segnalare crepe e danni sui loro edifici in modo da ottenere
un sopralluogo». (d.r.)
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GIOVEDÌ
L2
IL CENTRO
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
TERREMOTO A SULMONA
E’ Roberta la seconda vittima
Riconosciuta ieri dai genitori, a Raiano il funerale di Carmelina
di Yvonne Frisaldi
SULMONA. Un’altra vita spezzata dal terremoto. Per tre giorni i genitori hanno sperato e pregato di trovarla viva sotto le macerie. Ma il miracolo non c’è stato e ieri l’hanno riconosciuta dopo scene strazianti: la seconda vittima è sulmonese e si chiama Roberta Zavarella, di 25 anni. Un dolore inconRoberta, originaria di una
frazione di Sulmona «Le Cavate», era studentessa universitaria alla Facoltà di Ingegneria dell’Aquila. Le mancavano pochi esami per coronare
il suo sogno: costruire case.
Un desiderio che si è infranto
quella maledetta sera contro
la violenza di una scossa che
ha sbriciolato la palazzina affittata in via XX Settembre.
Dolore a Sulmona e dolore a
Raiano. Il corteo funebre in
testa, la bara candida portata
a spalla dagli amici di sempre, si è mossa dalla casa di
famiglia, in via della Repubblica, dove la salma di Carmelina è rimasta esposta dal pomeriggio di martedì, quando
aveva fatto ritorno a Raiano.
Nelle 24 ore in cui è stata allestita la camera ardente, la casa della famiglia Jovine è stata meta di un pellegrinaggio
continuo di gente comune
che ha voluto mostrare la sua
vicinanza ai genitori di Carmelina.
Moltissimi i cittadini di Pratola, paese di
origine della
famiglia Jovine, presenti
al funerale.
La cerimonia funebre
si è svolta in
piazzale Sant’Onofrio, davanti al Comune, a causa della inagibilità
della
chiesa parrocchiale di
Santa Maria
Maggiore. A celebrare la funzione il vescovo di Sulmona,
monsignor Angelo Spina, affiancato dal parroco di Raiano, don Egidio Berardi. In testa al corteo le corone di fiori
dei ragazzi amici di Carmelina con un manifesto funebre
sul quale è stato scritto «semplicemente tu». Dietro alla bara sormontata da rose rosse e
solabile per i genitori. Lo stesso provato dai
genitori di Carmelina Jovine, 22 anni di
Raiano, anche lei uccisa dal sisma di lunedì.
Ieri ai suoi funerali c’era tutta Raiano. Un
paese addolorato, ma anche irato per non
aver potuto fare a Carmelina il funerale nella sua parrocchia, dichiarata inagibile.
Chiese inagibili, messa
celebrata dal vescovo
in piazza Sant’Onofrio
Gli amici affranti
«Ti sentiamo vicina
a vegliare su noi»
Un momento del funerale della giovane di Raiano vittima del sisma
La cerimonia funebre è stata celebrata dal vescovo monsignor Spina
nella piazza del paese perché le chiese in paese sono inagibili
Ciucci, vestitini e giocattoli
per i piccoli nelle tendopoli
SULMONA. Stanno donando ciucci, abitini e qualche
giocattolo per far sorridere i bimbi nelle tendopoli allestite all’Aquila e nei centri limitrofi. I cittadini di Sulmona rivolgono un pensiero particolare ai piccini aquilani e alle loro famiglie che non hanno più una casa organizzando una gara di solidarietà senza precedenti.
La mobilitazione è scattata da subito e con il trascorrere delle ore, oltre ai beni di prima necessità come vestiario e viveri, si stanno raccogliendo anche saponette, shampoo, pannolini per bimbi e spazzolini da denti.
Il sorriso di
Carmelina
Jovine
tra i fiori
E ancora tutine e scarpine. Il gruppo di Protezione civile del Comune, la Croce Rossa e la
Caritas diocesana sono i punti di riferimento
per associazioni e cittadini che, spontaneamente, si sono organizzati per donare aiuti alla popolazione aquilana. Don Ezio, parroco di Cristo Re, si è detto da subito disponibile a ospitare una trentina di persone, generosità anche
dai propietari dei Bed&Breakfast che hanno
messo a disposizione una quindicina di posti
letto. In prima linea nella consegna degli aiuti
Casartigiani, che in città ha la sede provinciale. La presidente Giuseppina Marinucci sta
raccogliendo viveri e abiti non solo per le tendopoli dell’Aquila, ma anche per gli sfollati,
un centinaio in tutto, di Goriano Sicoli. Molti i
giovani volontari che, nella sede della Croce
Rossa di via Gennaro Sardi, sono impegnati
nello smistare e imballare i viveri. Altri ragazzi hanno organizzato una raccolta di olio, pasta, zucchero, ma anche omogenizzati.
Chiara Buccini
rosa i genitori. Il padre Venanzio, barbiere a Raiano, la
madre Lisana, insegnante
che straziata dal dolore ha
cercato di consolare durante
tutta la cerimonia funebre il
fratello della ragazza, Nun-
zio. E poi gli zii, i parenti e gli
amici. A seguire i gonfaloni
dei Comuni di Raiano, Pratola, Vittorito, Corfinio e Prezza, con i rispettivi sindaci.
Presente anche l’onorevole
Paola Pelino. Carmelina si
era laureata nel novembre
scorso all’Università dell’Aquila e subito dopo si era
iscritta a un corso di specializzazione nella stessa città.
Il giorno prima della tragedia si era incontrata con gli
amici a Raiano. Una pizza insieme come era solita fare, lei
così solare, con tanta voglia
di vivere e di aiutare gli altri.
Non a caso aveva scelto l’indirizzo di psicologia. La giovane era anche impegnata nella
sua parrocchia dove cantava
nel coro. In quella cena aveva
riso e scherzato con tutti e
parlato di quello che avrebbe
voluto fare in futuro. Dopo la
triennale il corso di specializzazione e poi il desiderio di
trovare un lavoro per rendersi indipendente. Poi è ripartita alla volta dell’Aquila, ma
raccontano gli amici, controvoglia proprio a causa delle
continue scosse di terremoto
che non la facevano stare
tranquilla. Ma aveva un impegno con lo studio che non poteva tradire. Sogni e speranze
però si sono spezzati in una
manciata di secondi in quella
casa presa in affitto nel centro storico dell’Aquila.
Dopo la scossa di terremoto
avvertita in modo molto distinto anche a Raiano i genitori della ragazza hanno cercato di mettersi subito in contatto con lei attraverso il cellulare. Telefono dal quale Carmelina non ha mai più risposto.
Si è sperato fino all’ultimo
che la ragazza fosse solo dispersa e che da un momento
all’altro venisse trovata viva.
Poi per la famiglia è stato il
buio pesto della disperazione
quando hanno capito che non
l’avrebbero più vista sorridere, parlare, scherzare.
Che la vita di Carmelina si
era spenta sotto le macerie.
«Questa giovane vita», ha
detto il vescovo Spina nella
sua omelia «è il tributo di questa terra alla tremenda catastrofe che ha colpito l’Abruzzo. Anche nel nome di Carmelina, così presente nella società e nella comunità parroc-
chiale, dobbiamo ricostruire
con slancio quanto è andato
distrutto». Molta commozione al momento del ricordo
della giovane psicologa, letto
da due suoi amici, Serena e
Fiorenzo. «Non so dove sei»
ha detto Fiorenzo, «ma sono
sicuro che ci starai guardando e ci inciti con la stessa semplicità e solarità con la quale
passavi con noi le tue giornate». Il sindaco Mastrangioli
ha aggiunto: «Sei il simbolo
di una generazione pulita che
portava nel suo cuore tante
speranze e la consapevolezza
di costruire la sua vita senza
dimenticare i grandi sacrifici
della famiglia di origine». Tra
le tante corone ne spicca una.
Una nuvola di rose rosse con
al centro il fiore più bello, il
volto sorridente di Carmelina
Jovine.
(ha collaborato
Pasquale D’Alberto)
IL CENTRO
GIOVEDÌ
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9 aprile 2009
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
«Vedevo il cielo dalle macerie»
Sonia, l’sms all’amico prima del sisma: ci nascondono la verità
di Saverio Occhiuto
PESCARA. «Ero sotto le macerie,
da un buco vedevo il cielo stellato.
Sentivo mio marito che urlava “dove sei, dove sei”. Le mie ossa scricchiolavano, ma sono riuscita a fare spuntare una mano dai calcinacci. Mio marito continuava a cercaL’abbiamo incontrata in un
letto dell’Unità di ortopedia
dell’ospedale di Pescara con
un orecchio ricucito, il bacino fratturato, un braccio pieno di echimosi. Era stata premonitrice l’insegnante di tombolo, come il geologo Giuliani: «Qualche ora prima del
terremoto avevo inviato un
sms a un mio amico giornalista: “ci stanno mentendo, se
resto sotto le macerie dillo
che ci hanno mentito”. Poi il
racconto di una notte da miracolata: «La mia casa è quella
che fanno vedere sempre in
tv in questi giorni, sapete
quel grande buco in piazzale
Paoli, nel centro dell’Aquila?
Quando ho sentito la scossa
sono scesa dal letto per raggiungere la cameretta di mio
figlio che sta alla fine di un
lungo corridoio. Ha cinque
anni, è illeso, solo un graffietto così. Per raggiungerlo bisognava attraversare un lungo
corridoio, ma mentre correvo
da lui mi franava tutto sotto i
piedi, camminavo nel vuoto.
Sono finita sotto una montagna di macerie. Mio marito
mi è passato sopra e non si è
accorto che io ero sotto i suoi
piedi. Ha afferrato il bambino, urlava il mio nome. Vedevo il cielo da una fessura perché il tetto della casa ormai
non c’era più. Ho tirato fuori
quattro dita della mano, ho
sentito quella di mio marito
mentre tastava il pavimento,
le nostre dita che si sfioravano». Sonia riesce a liberarsi
ma non è ancora finita: «Non
trovavamo l’uscita, la casa a
fianco era implosa. Mentre
correvo da mio figlio mi sembrava di essere in una centrifuga, ho visto un divano dell’appartamento accanto entrare nel nostro corridoio, i due
appartamenti che si mescolavano. Poi un forte odore di
gas. Quando sono riuscita a
venire fuori dai calcinacci abbiamo tentato di fare un buco
in una serranda per uscire all’aperto, abbiamo sentito delle voci, qualcuno ha liberato
un ingresso della casa accanto e ci siamo trovati all’esterno. Mio marito aveva fatto appena in tempo a prendere le
chiavi dell’auto ma non riusciva a guidare perché aveva
una ferita alla testa. Ci hanno
aiutato dei giovani. Siamo andati al pronto soccorso, avevo un orecchio a brandelli.
Una infermiera mi ha messo
uno straccio in bocca e mi ha
detto di mordere forte. Me lo
hanno ricucito senza anestesia perché non c’era tempo
per fare altro. A un certo punto le barelle non bastavano
più, così hanno staccato le
porte dall’ospedale per trasportare i feriti».
Ora il marito e il figlioletto
della maestra di tombolo sono a Roma, al sicuro, in casa
di due zie. «Io sono dell’Aquila» dice Simona «ma volevo
andarmene da questa città.
Mi piace il sole, il mare, non
sopporto il freddo». Lo dice
mentre guarda fuori dall’ampia vetrata della sua camera
di ortopedia, con al fianco la
re, al buio. Finalmente la sua mano ha incrociato le mie dita, le ha
toccate, ha capito che ero lì e ha
iniziato a scavare». Simona, 40 anni, insegnante di tombolo, racconta come si fa a guardare un cielo di
stelle pensando alla morte.
Ostetriche
e analisi gratis
per gli sfollati
Il Collegio delle Ostetriche della Provincia di Teramo mette a disposizione
delle donne colpite dal terremoto un’équipe di ostetriche che funzionerà presso i presidi ospedalieri di
Atri, Giulianova, Teramo
e Sant’Omero. Con l’occasione si ricorda che il Collegio ha istituito un fondo
economico con uno stanziamento di 1.500 euro e rivolge un appello a sostenere l’iniziativa: contattare
il numero 328 7016095.
Il laboratorio di analisi
cliniche Clini Lab di Roseto è a disposizione per eseguire ogni tipo di accertamento diagnostico alle persone sfollate. Le prestazioni saranno completamente gratuite e potranno, previa apposita e motivata richiesta, essere eseguiti anche a domicilio degli sfollati. I recapiti telefonici della
struttura
sono:
0858990282, 0858930415.
«Ho sentito la mano di mio marito
che sfiorava le mie dita nel buio
Mio figlio è salvo, solo un graffio»
volontaria di un’associazione
di carità che è lì per portarle
un po’ di conforto. Squilla il
cellulare, dall’altra parte c’è
il figlioletto: «Mamma come
stai, te lo hanno cucito l’orecchio?».
Al piano terra dell’ospedale, nell’atrio di Accettazione
che era stato riservato all’emergenza terremoto, le volontarie del servizio civile sono
impegnate nei punti di accoglienza e di informazione. Sono una sessantina in tutto
quelle dislocate nei vari presidi della Asl, una ventina solo
all’ospedale di Pescara. Da
quarant’ottore la loro incessante presenza è un conforto
e una speranza per chi cerca
di aggrapparsi anche a un
semplice sorriso.
A lato
l’insegnante
aquilana
ricoverata
a Pescara
(Straccini)
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mis. 3x4 mt
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
Abbracciate sotto le macerie
Ritrovate così le studentesse di Torre. Lutti anche a Tocco e Penne
PENNE e TORRE. Quattro studenti, 4 giovane vite spezzate. Anche il Pescarese paga un pesante tributo al sisma.
Nella Val Pescara, sono morte tre studentesse di 21 e 22 anni: Martina Di Battista, nata il 14 agosto del 1987, l’amica
inseparabile Daniela Bartoletti nata il 9 gennaio del 1987,
entrambe di Torre de’ Passeri, iscritte alla facoltà di Ingegneria gestionale; ed Enza Terzini di Tocco, nata il 3 febbraio del 1988, al primo anno di scienze biologiche. Martina e Daniela abitavano nel centro storico dell’Aquila.
Vivevano in un appartamento al primo piano di uno
stabile di cinque e condividevano tutto: sono state trovate
sotto le macerie abbracciate,
nonostante che dormissero in
camere separate. Enza invece al momento della scossa distruttiva dormiva con Eleonora Calesini, l’ultima studentessa trovata ancora viva
dopo 43 ore. Abitavano con altre due amiche in un alloggio al primo piano di
uno stabile
anch’esso di
cinque piani
nella zona di
Villa Gioia,
sul versante
più a valle di
via XX Settembre.
Il
crollo dello
stabile non
ha risparmiato Enza. Le
tre ragazze
erano tornate all’Aquila
la sera di domenica per
essere presenti al mattino seguente a seguire le lezioni, le ultime prima delle vacanze pasquali.
Ieri sera i corpi di Martina
e Daniela hanno fatto rientro a Torre. Il sindaco Antonello Linari ha fatto allestire la camera ardente nel palazzetto dello sport. Domani,
alle 11, si svolgerà in forma
solenne il rito funebre congiunto per l’inagibilità della
chiesa parrocchiale dedicata
a Santa Maria delle Grazie, in
seguito a crolli dovuti al sisma. Linari ha proclamato il
lutto cittadino. Per Enza, invece fino a ieri sera non ancora venivano completate le
operazioni di
estrazione
del
corpo,
per la difficoltà di rimuovere le
parti crollate
e per un guasto alla gru
usata per le
operazioni di
demolizione.
Martina
aveva
frequentato il liceo scientifico di Sulmona. Figlia di
Cesare, operaio alla Fiat di Sulmona, un
uomo sincero e stimato dai
molti interessi e attività — è
nel gruppo dirigente della
squadra di calcio del paese —
l’Asd Torre de’ Passeri, e della signora Franca. Ha un fratello maggiore, Lorenzo.
Daniela si era diplomata all’Istituto tecnico commericale di Torre. Il papà Fabrizio è
conosciutissimo per essere
un bidello storico delle scuole
cittadine, prima delle elementari, oggi delle medie. Lascia
nella disperazione la mamma
e le affiatatissime sorelle maggiori: Assunta di 31 anni e
Volevano assistere
alle lezioni universitarie
prima delle festività
A fianco
Enza Terzini
In alto
Martina
Di Battista
e Daniela
Bartoletti
I DANNI
Brioni chiusa 2 giorni
Perizia sulla fabbrica
PENNE. Non si ferma il lavoro dei tecnici comunali
per verificare l’agibilità degli edifici presenti nel centro storico di Penne. Peraltro, la scossa di terremoto
delle 19,47 di martedì sera, ha spinto i dirigenti della
Brioni Roman Style a chiudere (a scopo precauzionale)
la fabbrica sino a oggi, per consentire ai periti di verificare lo stato della struttura aziendale situata in via Nazareno Fonticoli.
Il giovane
pennese
Alessio
Di Simone
Anche l’ospedale San Massimo di Penne,
che continua a ricevere feriti, è stato monitorato dai tecnici comunali. Dopo la scossa di
martedì sera, si erano create piccole lesioni
nel reparto di Medicina. Il pericolo, però, è
rientrato.
A Civitella Casanova, intanto, sono state
evacuate alcune abitazioni nel centro storico; mentre a Loreto Aprutino, gli uffici comunali sono stati trasferiti nei locali della
sala polivalente di piazza Garibaldi, dopo il
crollo del campanile della chiesa di San
Francesco attiguo al palazzo municipale.
Anche a Bussi sono state evacute case del
centro storico. La Vertigo 2000, comunica, infine, che a fronte del forte terremoto che ha
scosso l’Abruzzo e causato la perdita di molte vite umane, ha deciso di annullare il Master internazionale di primavera che si sarebbe tenuto a Penne il 18 e 19 aprile 2009 in
segno di rispetto per il dolore di tanti abruzzesi. (gi.pe.)
Alessandra di 27.
Enza aveva frequentato il
Liceo scientifico a Popoli, figlia di Angelo medico che
esercita a Popoli e di Maria.
Ha una sorella maggiore Mara. Enza lascia anche Alfonso
con il quale era fidanzato da
oltre un anno.
Anche Penne paga un contributo pesante a causa del
terremoto. Alessio Di Simone, che avrebbe compiuto 24
anni il prossimo 13 settembre, è morto schiacciato nel
crollo della Casa dello studen-
te di via XX Settembre. Di Simone si era laureato in ingegneria informatica nel dicembre 2007, ed era rimasto a studiare all’Aquila per conseguire la laurea specialistica.
Il traguardo era previsto
per marzo 2010, ma non ce
l’ha fatta. Il corpo senza vita
del ragazzo è stato estratto
dalle macerie lunedì alle
15,30; mentre il compagno di
stanza, il quale è riuscito a
miracolosamente a salvarsi,
era stato salvato dai vigili del
fuoco cinque ore prima. Il sin-
A fianco
un’altra
immagine
di Enza
Terzini
Sopra
un’altra
fotografia
di Daniela
Bartoletti
e Martina
Di Battista
daco di Penne, Donato Di
Marcoberardino, ha istituito il lutto cittadino e sabato alle ore 15, nella chiesa del Carmine, si celebrerà la messa
per commemorare lo studente. Alessio sarebbe dovuto
rientrare sabato. Ha temporeggiato, perché lunedì mattina doveva seguire le ultime
lezioni prima della pausa pasquale e, quindi, tornare a casa. Domenica sera, prima di
tornare nel suo alloggio, ha
salutato la fidanzata Marianna, anche lei studentessa al-
l’Aquila, ma di origini pugliesi. Poche ore dopo, la scossa
che ha cancellato il capoluogo abruzzese. I genitori del ragazzo, il papà Roberto (promotore finanziario della Mediolanum) e la mamma Annarita
Barchiesi (casalinga) hanno
cercato di contattare al cellulare il figlio. Invano.
Gilberto Petrucci
Walter Teti
IL CENTRO
C4
GIOVEDÌ
9 aprile 2009
39
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
A Caramanico altri mille letti
Posti esauriti in tutta la città, trasferite le competenze ai Comuni
PESCARA. Chi cerca un posto letto in albergo deve raggiungere
Chieti e Teramo. Gli alberghi di Pescara sono al completo, quelli di
Montesilvano hanno pochi posti a
disposizione (ieri pomeriggio erano circa 200) e le uniche disponibilità sono in provincia, lontano dalla costa. Tra Caramanico, Salle e
Nel corso di un incontro con i
sindaci della provincia, Orrei
ha spiegato le novità sulla gestione del dopo terremoto, scritte in un’ordinanza pubblicata
due giorni fa sulla Gazzetta ufficiale. E’ stata proprio questa ordinanza a creare un certo scompiglio, ieri mattina.
Il provvedimento dispone infatti che siano i sindaci «dei Comuni colpiti» a individuare le
strutture idonee da mettere a disposizione degli sfollati. Fino a
qualche ora prima, però, era
stato il centro di coordinamento soccorsi della prefettura a occuparsi di questo aspetto e a
smistare i terremotati in un albergo o in un altro. Ieri mattina, il centro ha cominciato a inviare in Comune gli sfollati in
arrivo in città, spiegando di
non avere più competenza in
materia. E il Comune di Pescara, così come tutti gli altri, si è
ritrovato nel giro di pochissimo
a dover gestire l’emergenza ter-
Sant’Eufemia ci sono circa mille
posti letto liberi. Intanto si fanno i
primi bilanci: gli sfollati già arrivati in questa zona sono 2.200, e
qualcuno si è perfino accontentato
di dormire nell’atrio di un albergo. A fare il punto della situazione
è stato ieri il prefetto di Pescara,
Paolo Orrei.
Si cercano alloggi disponibili
Gli enti locali possono requisire
spazi per chi non ha una casa
remoto. E’ stato quindi allestito
in pochi minuti il Centro operativo comunale (sia a Pescara,
che a Montesilvano) e si è provveduto ad assicurare un buono
pasto e un posto letto agli aquilani rimasti senza tetto.
Questa novità ha creato anche dei momenti di forte tensione tra Palazzo di città e prefettura, e ieri pomeriggio il prefetto
ha chiarito come stanno le cose. «Il Centro di coordinamento
non chiude, rimarrà operativo
e si occuperà del raccordo e del
coordinamento dei centri operativi dei singoli Comuni, che dovranno rimanere aperti 24 ore
su 24 e individuare i posti liberi
per gli sfollati».
Orrei ha spiegato agli amministratori che devono «segnalare le disponibilità di strutture,
L’arcivescovo
Valentinetti
e la folla
alla messa
all’aperto
(foto Andrea
Straccini)
ma solo di quelle che offrono
vitto e alloggio. Se aprono le palestre, devono garantire letti e
pasti. E se ci sono alberghi chiusi vanno aperti, a meno che
non abbiano problemi di stabilità. Dobbiamo fare in modo di
ospitare queste persone che
hanno perso tutto, non hanno
davvero più nulla».
I Comuni, ha spiegato, possono requisire gli spazi da mettere a disposizione di chi non ha
più una casa, ma questa operazione può essere fatta solo a beneficio di chi risiede nello stesso centro. Per quanto riguarda
le spese, potrà essere aperto un
capitolo di bilancio che poi sarà
rimborsato.
Proprio ieri si è pregato per i
terremotati durante la messa
del Crisma celebrata dal vescovo, monsignor Tommaso Valentinetti, in piazza Italo Febo,
a Portanuova. La celebrazione
si è svolta all’aperto, e non in
Cattedrale, per evitare allarmi
per le scosse di terremoto. Oggi, invece, la Provincia firmerà
una convenzione con gli Ordini
degli architetti e degli ingegneri per mettere a disposizione
dei Comuni un gruppo di lavoro per la ricognizione delle
strutture danneggiate. Il presidente della Provincia, Pino De
Dominicis, ha anche annunciato che presto aprirà a Bussi,
per i terremotati, l’ostello.
Flavia Buccilli
40
GIOVEDÌ
IL CENTRO
C5
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
Sfollati, aboliti i libretti sanitari
Meno ostacoli burocratici, corsie preferenziali al pronto soccorso
di Saverio Occhiuto
PESCARA. Ora tocca ai medici di base, ai Distretti sanitari, al territorio. L’appello è partito ieri mattina dal
pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, dove il primario Alberto Albani e la sua équipe sono stati costretti a
fronteggiare una nuova ondata di terremotati provenienti dall’Aquilano, dopo quella drammatica di lunedì. Sono
le famiglie che hanno cercato riparo sulla costa.
La Asl: «Ora tocca
a distretti e ambulatori
fare la loro parte»
Il problema che si è posto,
spiegava ieri mattina Albani,
è quello di superare la «burocrazia». Gran parte dei terremotati che hanno trovato sistemazione negli alberghi della costa sono privi di documenti e tesserini sanitari. Così, in un vertice convocato ieri mattina nella sede della direzione amministrativa dell’ospedale, in accordo con la
Regione, si è deciso di attivare subito le associazioni dei
medici per fronteggiare «sul
territorio», tra ambulatori
medici e distretti Asl, quella
che si annuncia come una
emergenza lunga, molto più
lunga del previsto. La prima
indicazione fornita ai medici
di base (questa mattina dovrebbe essere ufficializzata
dalla Asl), è quella di firmare le ricette necessarie alle
persone provenienti dalle zone terremotate, anche in assenza di documenti e tesserini sanitari, scrivendo sul ricettario la frase “Emergenza
terremoto” che consentirà
poi ai medici e alle farmacie
di ottenere i rimborsi dalla
Regione. In altre parole, spiegava ieri mattina un portavoce della Asl, i terremotati
provenienti da fuori provinvcia verranno considerati a
tutti gli effetti come dei «residenti» per cui i medici di base potranno trattarli come se
fossero dei loro pazienti.
«Io lo sto già facendo da lunedì», spiega il dottor Sandro Damiani, medico chirurgo impegnato da anni con la
Caritas nell’attività di volontariato. «Chi viene nel mio
ambulatorio in queste ore,
dalle zone colpite dal terremoto, è semplicemente un
abruzzese in cerca di aiuto e
non vado certo a chiedere se
ha con sè il tesserino sanitario. Posso essere solo felice
se la Asl e la Regione hanno
deciso di superare tutti gli
ostacoli burocratici sui ticket e l’assistenza in questa
fase di eccezionale emergen-
importanti di chirurgia sulle
persone ricoverate nella nostra unità, tranne uno diuna
certa complessità. I pazienti
che abbiamo trattato sono soprattutto giovani e qualche
anziano. Riceviamo molte
chiamate. I familiari di una
ragazza di Lecce, che si trovava all’Aquila al momento
delle terremoto, hanno chiesto il trasferimento della paziente in un ospedale della
Puglia per poter stare vicini
alla figlia».
Nell’unità di Ortopedia, al
secondo piano dell’ospedale,
il professor Francesco Paolo Ciampa ha appena finito
di visitare una giovane coppia nel suo studio. Anche
qui, sarebbero molte le storie da raccontare: «Abbiamo
molti traumatizzati, si lavora, non si pensa ad altro. Io
ho sospeso la mia vacanza.
Non c’è neanche lo spirito necessario in questo momento
per pensare a certe cose. Qui
abbiamo molti pazienti con
fratture esposte agli arti e alla colonna vertebrale. Gente
che è scesa dal letto al momento del terremoto e sotto
ha trovato il vuoto. C’è anche un altro problema: molte
di queste persone hanno camminato nonostante le fratture e hanno perso parte del
tessuto osseo. La giornata
più dura è stata quella di lunedì, ma devo dire che il lavoro di smistamento all’interno dell’ospedale è stato ottimo». Il primario di ortopedia
è originario di Popoli: «Lì vive mia madre, la casa è lesionata. Ieri sono scappato un
attimo a trovarla ma ora c’è
tanto da fare qui. Incredibili
le storie di questa tragedia
che abbiamo raccolto nel reparto. Gran parte dei traumi
non stati dovuti all’impatto
con oggetti, ma a cadute dall’alto: gente che si è lanciata
dalle finestre, altri che al momento di figgire hanno trovato solo un buco sotto i loro
piedi».
Il dottor Antonio Daristotele
za». Damiani, come altri medici volontari, ha già battuto
a tappeto gli alberghi della
città. Ha incontrato i familiari dei traumatizzati dislocati
nei vari reparti dell’ospedale. Tra loro c’è gente anziana
che era già in cura nei centri
dell’Aquilano e che ha bisogno di medicine, esami diagnostici, protesi, ginecologi.
Un’anziana proveniente dall’Aquila ha perso la sua dentiera sotto le macerie. Ora è
all’Hotel Holiday di Pescara
a fronteggiare anche questo
“inconveniente”, insieme al
resto. Ma ieri mattina al
pronto soccorso dell’ospedale
si è presentata anche una giovane donna con addosso una
tuta verde e il volto sofferente. Cinque giorni fa, prima
del terrmoto, era stata colpita da infarto mentre il marito si trovava ricoverato all’ospedale dell’Aquila per essere sottoposto a intervento
chirurgico. Il primario del
Pronto soccorso, Alberto Albani, ha organizzato nella
struttura dell’ospedale un accesso diretto e un apposito
ambulatorio per i terremotati: niente codici bianco-verde
e giallo-rosso. Per questi pazienti la porta è sempre aperta. Un altro ostacolo della burocrazia che cade.
Il reparto dell’Unità di Chirurgia 1 dell’ospedale, con un terremotato ferito in barella (Straccini)
Il personale dell’Unità di Chirurgia 1 all’ingresso del reparto
Il direttore della Asl Guarino
C’è bisogno di tutto tra i
terremotati dislocati negli alberghi della costa e nell’accampamento di Montesilvano. Dalle fasce elastiche all’aspirina, alle cure specialistiche. Servono odontotecnici,
cardiologi, esami di laboratorio. L’ospedale non è in grado di far fronte a tutto. Un
ospedale che ha risposto comunque bene all’emergenza
delle ultime 48 ore. I letti sistemati nell’atrio dell’Accettazione sono già stati sman-
Antonio Daristotele, medico dell’unità di chirurgia 1
al terzo piano del monoblocco, spiegava ieri mattina
qual è la situazione nel suo
reparto: «In questo momento
i ricoverati provenienti dalla
zona del terremoto sono una
decina. Si tratta sostanzialmente di politraumatizzati
che non andavano trattati in
ortopedia. La maggior parte
ha riportato traumi cranici,
toracici e addominali ma
non ci sono stati interventi
tellati. I 98 terremotati ricoverati fino a ieri a Pescara
sono stati smistati nelle
unità di ortopedia, medicina,
psichiatria e nelle varie chirurgie specialistiche. Nel monoblocco dello Spirito Santo
la situazione è tornata alla
normalità. Il problema, ora,
è all’esterno. «Sembra che
l’appello lanciato da Berlusconi: “non state qui andate
sulla costa” sia stato raccolto» dice un operatore sanitario dell’ospedale.
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IL CENTRO
GIOVEDÌ
M2
9 aprile 2009
41
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
I teramani morti salgono a 15
Lutti anche a Giulianova e Isola. In migliaia ai primi funerali
di Dino Venturoni
TERAMO. 15 giovani morti. Salvo altre
brutte sorprese nelle prossime ore, dovrebbe essere questo il tremendo bilancio finale delle vittime teramane del terremoto. Il
più giovane ha 19 anni, il più anziano (si
fa per dire) 35. Tutti universitari tranne
Sara Bronico di Atri, che faceva l’infermiera, e Alberto Guercioni, l’impiegato di Sant’Egidio che era all’Aquila per una visita.
MARCO. Era disperso fin
dalla prima ora. Ma papà Giulio e mamma Emilia hanno
sperato fino a martedì sera di
rivedere vivo il loro Marco.
Per Marco Santuososso, 20
anni, di Giulianova, studente
di ingegneria gestionale all’Aquila, non c’è stato niente da
fare. È morto sotto le macerie
dell’appartamento che condivideva con altri ragazzi. Poco
dopo la mezzanotte di ieri i
volontari hanno estratto dalle macerie il suo corpo. La salma è stata riportata a Giulianova, dove è allestita la camera ardente nella sala riunioni
della chiesa di San Pietro.
Tanti giovani sono andati a
salutare Marco. Di fronte a loro una bara chiusa. Marco
Santosuosso lascia tre fratelli, Antonio, Abramo e Benedetta. I funerali oggi alle 15 a
San Pietro.
PAOLO. Non doveva dormire all’Aquila lunedì notte
Paolo Verzilli, 27 anni, di
Isola del Gran Sasso. Paolo
stava per laurearsi in ingegneria. E ingegneria studiava
la sua ragazza Ilaria, di Lanciano, che domenica sera, allarmata per la scossa che ha
«preparato» quella più forte,
gli ha chiesto di raggiungerla
perché non si sentiva tranquilla. Sono morti insieme. I
funerali di Paolo Verzilli si sono celebrati ieri a Forca di
Valle, la frazione di Isola dove lo studente viveva con i genitori Fernando e Olga e il
fratello Gianfranco. Il Comune ha proclamato il lutto cittadino e il sindaco ha partecipato alla cerimonia.
I FUNERALI. «Un nuovo angelo sorvola il nostro paese».
Così don Gregorio, parroco di
Tortoreto lido, ha dato inizio
al funerale di Matteo Vannucci, lo studente 22enne che
ha perso la vita nel terremoto. Era piena la chiesa di Santa Maria Assunta per dare
l’ultimo saluto ad un ragazzo,
a detta di tutti, straordinario.
Durante la cerimonia, presenti le autorità cittadine, è intervenuto don Aldino, storico ex
parroco di Tortoreto, che ha
voluto ricordare il giovane
scomparso. In centinaia hanno partecipato, nella piccola
chiesa di San Mauro di Bellante, al funerale di Andrea
Puliti, 24 anni, che studiava
ingegneria informatica. Ed
erano più di mille a Bisenti
per dare l’ultimo saluto a Serena Scipione. Il funerale
della 24enne studentessa di
medicina si è svolto in piazza,
poiché la chiesa madre è lesionata dal terremoto. Sulla bara della giovane è stato deposto un camice bianco. La chiesa del Carmine di Villa Lempa di Civitella del Tronto ospiterà oggi alle 16 il funerale di
Gabriele Di Silvestre, 19 anni, studente del primo anno
dell’università aquilana.
ATRI. La cattedrale di Atri,
subito riaperta dopo l’allarme terremoto, stamattina alle 10 ospiterà il funerale di
Lorenzo Della Loggia, 25 anni, e Sara Persichitti, 23, i
due studenti legati sentimentalmente morti insieme nel
crollo dell’alloggio di Sara.
Montorio
dice addio
ad Arianna
(Adriani)
Sotto Arianna
Pacini e
Lorenzo Cinì
e il funerale
di Matteo
Vannucci
a Tortoreto
(Pantone)
La chiesa di San Gabriele, invece, ha ospitato ieri il funerale di Sara Bronico, l’infermiera di 31 anni che lavorava
nell’ospedale aquilano.
MONTORIO. Una piazza Orsini gremita di gente, soprattutto ragazzi, ha accolto ieri
la salma di Arianna Pacini,
26 anni, studentessa di psicologia all’Aquila. Per qualche
minuto il feretro di Arianna
si è incontrato in un silenzio
assordante con quello del fidanzato Lorenzo Cinì, 24 anni, morto con lei sotto le macerie. Poi quest’ultimo è partito verso il cimitero di Corropoli, dove in forma privata si
è svolta una benedizione della salma prima della tumula-
zione accanto alla sorella Cristiana, morta nel 2005 in un
incidente stradale. Al termine della funzione religiosa, tenuta all’aperto per motivi di
sicurezza, il feretro di Arianna si è incrociato con quello
di Federica Moscardelli, 24
Giusy
Antonini
Genny
Antonini
Alberto
Guercioni
Marco
Santosuosso
Andrea
Puliti
Federica
Moscardelli
Serena
Scipione
Matteo
Vannucci
anni, la studentessa montoriese di medicina i cui funerali
si svolgeranno oggi alle 15,
pure in piazza.
SANT’EGIDIO. E’ tornato
nella sua città natale il corpo
di Alberto Guercioni, 35 anni. La camera ardente è stata
allestita nella chiesa del Sacro Cuore. Il giovane impiegato si trovava all’Aquila in
quanto amico — e non fidanzato — di una delle due sorelle di Controguerra Giusy e
Genny Antonini, 24 e 22 anni, studentesse rispettivamente di biotecnologie e scienze
infermieristiche. Il funerale
di Guercioni si svolgerà oggi
alle 15 nella chiesa madre di
Sant’Egidio. Per Giusy e Genny è prevista la cerimonia funebre sabato, dopo le esequie
di Stato di domani all’Aquila.
(Hanno collaborato
Catia Di Luigi, Carlo Giannascoli, Azzurra Marcozzi,
Beatrice Marinelli, Marco
Mutoschi, Domenico Pantone)
LE STORIE DI DUE SOPRAVVISSUTE
Eleonora miracolata, ma è in coma
A Teramo la ragazza di Rimini estratta dalle macerie dopo 42 ore
TERAMO. «Ora voglio solo dormire». Quando Eleonora
Calesini, la ragazza di 21 anni di Rimini estratta dalle macerie dopo 42 ore dalla prima scossa di terremoto, è arrivata all’ospedale di Teramo era cosciente. Ai medici di
rianimazione ha detto solo di avere molto sonno. La ragazza è in coma farmacologico in rianimazione: è sedata e
intubata per evitare ulteriori sofferenze al suo fisico già
provato dalla permanenza sotto le tonnellate di detriti
della sua abitazione.
Eleonora
Calesini
e (a sin.)
i genitori
davanti
alla
rianimazione
del Mazzini
di Teramo
I medici definiscono le sue condizioni «a rischio». La ragazza viene tenuta costantemente sotto controllo, soprattutto per la grave sindrome da
schiacciamento. Nel corso della notte
tra martedì e mercoledì la studentessa ha trascorso lunghe ore in sala operatoria, dove è rimasta alle 4.30: particolarmente gravi sono le condizioni
della gamba destra e del braccio sini-
Marta: «Ho gridato fino alla fine»
Le sue tre amiche non ci sono più
CHIETI. Marta Valente
sta meglio. La studentessa
24enne di Bisenti, estratta
miracolosamente dalle macerie dopo 23 ore di attesa, è cosciente e lucida. «Ho gridato
tutto il tempo per farmi sentire dai soccorritori», ha raccontato la ragazze ai gionalisti di una troupe televisiva
di “Porta a Porta”, la trasmissione di Bruno Vespa,
«a volte li sentivo più vicini,
in altri momenti li percepivo più lontani. E’ stato un
miracolo. Come definire diversamente ciò che mi è successo?». Marta Valente è ricoverata in un letto dell’ospedale clinicizzato di Chieti. Non sappiamo se la giovane studentessa di medicina
sia stata informata del fatto
che lei è l’unica sopravvissu-
stro.
Nel reparto teramano si lotta contro l’emergenza con turni raddoppiati
da lunedì mattina, sia del personale
medico che infermieristico. Con il sostegno della rianimazione cardiochirurgica, che ospita almeno quattro degli undici pazienti provenienti dell’Aquila e bisognosi di una terapia intensiva, nonostante sia un reparto esclu-
Marta
Valente
durante
una festa
con amici
ta della casa dove viveva
con le sue amiche, Serena,
Federica e Ivana, che purtroppo non ce l’hanno fatta.
«Voglio ringraziare tutti coloro che si sono adoperati
per salvarmi», ha raccontato ancora Marta Valente,
«sono davvero delle persone
eccezionali. Esorto la gente
sivamente riservato al postchirurgico
del cuore. Per tutti gli altri é una lotta contro il tempo: più ore passano,
più la criticità delle loro condizioni
potrebbe diminuire, come per Eleonora.
E nella piccola stanza attigua a rianimazione, costantemente assistiti da
una psicologa, ci sono i genitori di
Eleonora ed altri familiari. Il padre
ad aiutare coloro che ne hanno bisogno». Nella giornata
di ieri, Marta è riuscita a riaprire un occhio. Entrambi,
infatti, erano rimasti chiusi
per le tumefazioni riportate.
Per espressa volontà dei
genitori, i giornalisti ieri
non sono stati ammessi alla
camera della giovane.
Nel pomeriggio di ieri sia
la madre che il padre di Marta sono tornati a Bisenti per
essere presenti al funerale
di Serena Scipione, con la
quale Marta condivideva
l’appartamento, oltre che
una grande amicizia. Serena
non è sopravvissuta alla
scossa.
L’hanno trovata vicino alla porta, mentre cercava di
scappare.
Carlo Giannascoli
Luigi racconta la straziante attesa davanti alle macerie, l’angoscia e la speranza, fino a quando le urla dei soccorritori gli hanno fatto capire che
forse la sua Eleonora era viva. «Non
dimenticherò mai il volto di quelle
persone, di quegli angeli che hanno
salvato mia figlia. Quando è uscita
dalle macerie l’ho vista, l’ho abbracciata, mi ha parlato. Ora speriamo».
42
GIOVEDÌ
AN
NECROLOGIE
9 aprile 2009
†
Presso l’Ospedale Civile di Pescara, si è spenta all’età di anni
81 la cara esistenza di
†
†
†
†
†
Il giorno 6 Aprile, in l’Aquila, volava in cielo
PARTECIPAZIONE
I colleghi dell’Istituto Comprensivo di Castilenti unitamente a
tutto il personale partecipa con
affetto al dolore che ha colpito
il professor Silvio Scipione e
la sua famiglia per l’immatura
perdita dell’adorata
RINGRAZIAMENTO
RINGRAZIAMENTO
La numerosa partecipazione ci
ha commosso, il pianto sommesso di tutti ci ha stretto il cuore, il vostro conforto ci ha sostenuto. GRAZIE
ANNIVERSARIO
09-04-2006
09-04-2009
ANTONIETTA
D’ASTOLFO
ved. Pecchia
Ne danno il triste annuncio le
figlie Flora e Tatiana, la nipote
Letizia, i pronipoti Giorgia e
Andrea e i parenti tutti.
SERENA
Castilenti, 9 aprile 2009
I funerali si svolgeranno oggi alle ore
14,30 nella Chiesa di S. Rocco.
IL PRESENTE QUALE ANNUNCIO
E RINGRAZIAMENTO
Manoppello,
9 aprile 2009
D’EMILIO L. Manoppello S.
Tel. 085 8561065
†
Serenamente, presso la Clinica “ De Cesaris “ di Spoltore,
all’età di anni 87, si è spenta la
cara esistenza di
MAURIZIO NATALE
di anni 21
Affranti dal dolore, ne danno il
mesto annuncio la mamma ANTONIETTA, la fidanzata MARILISA, i nonni, gli zii, i cugini e i
parenti tutti.
I funerali avranno luogo Giovedì 9
Aprile, nel Santuario della Madonna
delle Grazie, muovendodall’abitazione
del caro estinto in via Monte le Forche
n.11 alle ore 16.00.
La Famiglia esprime il più sentito
ringraziamento a quanti si uniranno al proprio dolore.
Monteodorisio, 9 aprile 2009
On. Fun. PRETA SAN SALVO
†
“Ci hai donato tanta serenità col tuo bel
sorriso; ci hai illuminato l’anima con la
tua bontà. Ora restaci accanto con tutto
il tuo amore.”
GIUSEPPINA
BONANNI
La sera del 7 aprile, presso
l’Ospedale Civile di Penne,
all’età di Anni 82 concludeva il suo cammino terreno il
caro
ved. Di Giosaffatte
Ne danno il triste annuncio i figli Luciano e Osvaldo, le nuore Rosetta e Maria, i nipoti ed i
parenti tutti.
Il rito funebre sarà celebrato oggi alle
ore 15.30, nella Chiesa della Madonna del Fuoco.
Pescara, 9 aprile 2009
Verrocchio Montesilvano
Tel. 085 4682032
Ass. Federcofit Abruzzo
LUIGI
DAMIANI
†
nonno e padre esemplare
Ieri, alle ore 13.00, si è spenta
l’amata esistenza della cara
Nella certezza della Resurrezione lo annunciano la moglie
MARIA, le figlie ISA e COSTANZA, i generi NICOLA e MASSIMO, i nipoti LUIGI, ALESSANDRA e JESSICA, i fratelli, e sorelle, i cognati, i nipoti e parenti
tutti.
FILOMENA
BUCCHIANICO
di anni 85
Ne danno il triste annuncio i fratelli, le sorelle, i nipoti e i parenti
tutti.
I funerali avranno luogo Giovedì 9 Aprile, alle ore 15.00, nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, muovendo
dall’abitazione in via Cappella, 103.
La Famiglia ringrazia quanti vorranno rendere l’estremo saluto alla
cara Filomena.
San Felice Del Molise,
9 aprile 2009
On. Fun. PRETA SAN SALVO
†
In L’Aquila, in seguito al terremoto, sono deceduti i coniugi
VINICIO D’ANDREA
E
ANGELA BELFATTO
Lo annunciano, affranti, i figli
Chiara e Peppino, la nuora Fabrizia, i nipoti Stefano, Angela, Vinicio, le sorelle, i fratelli, i
cognati, i nipoti e parenti tutti.
SI DISPENSA DAI FIORI
Le esequie si terranno oggi, Giovedì,
alle ore 15,30, presso l’Obitorio del
Cimitero in via Fieramosca a Chieti
dove è allestita la Camera Ardente.
Chieti, 9 aprile 2009
AETERNA di Aielli & Di Rocco
CHIETI - PIANELLA
Ass. Federcofit Abruzzo
IL CENTRO
Il Rito Funebre si terrà oggi 9 c.m. alle
ore 10.15,muovendo dall’abitazione
dell’estinto in via S.Pietro n.35 per la
Chiesa di S. Antonio.
I Familiari Ringraziano Quanti Si
Uniranno Al Loro Dolore
Montesilvano, 9 aprile 2009
CONTINI- COLLECORVINO
Ass. Federcofit Abruzzo
†
E’ venuto a mancare all’affetto
dei suoi cari, nell’Ospedale Clinicizzato, il
DOTT.
FILIPPO
PALOMBARO
Ne danno il triste annuncio la
moglie Laura, i figli Francesca,
Letizia, Raffaele, Sergio e Fausto, le nuore, i generi, i nipoti
ed i parenti tutti.
NON FIORI ma OFFERTE daDEVOLVERE ai TERREMOTATI
Le esequie si terranno oggi, giovedì 9
c.m., alle ore 17,00 nella Cripta della
Cattedrale, muovendo anticipatamente dall’Obitorio.
Chieti,
9 aprile 2009
AETERNA di Aielli & Di Rocco
CHIETI - PIANELLA
Ass. Federcofit Abruzzo
On. Funebri “DI DONATO”
Castiglione M.R.
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9 aprile 2009
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Pescara,
9 aprile 2009
IL CENTRO
M3
GIOVEDÌ
9 aprile 2009
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A TERAMO
Gli hotel della costa non bastano
Quasi nessuno fa da mangiare, disagi per i diecimila sfollati
TERAMO. Dopo il timido afflusso del primo giorno, sono
arrivati a migliaia. Si avviano ad essere quasi diecimila
gli sfollati aquilani stipati in 110 alberghi, nei campeggi,
nei residence e negli appartamenti della costa teramana.
Tantissimi, forse troppi per una macchina organizzativa
che ieri ha accusato vistosi cedimenti. La solidarietà dei
teramani è tanta e non si discute, ma il coordinamento
tra i soggetti coinvolti appare insufficiente. Così i posti
non bastano, e molti si ritrovano senza vitto.
IL PREFETTO. Secondo la
viera — alcuni dei quali sono
prefettura oltre 6.000 senzatetin ristrutturazione e quindi
to aquilani sono stati sistemainagibili — registrano il tutto
ti tra martedì e ieri mattina
esaurito e molti sfollati aquinegli alberghi della costa teralani vengono dirottati negli
mana. Ieri si è tenuto un verhotel dei comuni dell’interno.
tice tra il prefetto, Francesco
Che, però, non sono molti.
Camerino, e rappresentanti
I PROBLEMI. Oltre al posto
del Dipartimento nazionale
disponibile, i più gravi probledella Protezione civile. All’ormi derivano dal fatto che moldine del giorno la verifica dei ti alberghi hanno riaperto in
posti alberghieri disponibili anticipo, all’improvviso, pronelle strutture ricettive
A destra il centro di accoglienza di Pineto
della costa e
Sotto punti di raccolta di materiale
l’istituzione
destinato agli sfollati (Foto Spezialetti e Centola)
di un centro
di coordinamento per la
sistemazione
degli sfollati.
Questo nelle
prossime ore
sarà organizzato a Giulianova,
alla
Croce Rossa.
I NUMERI.
Nel frattempo la cifra di
6.000 ospiti
sembra già
superata dagli eventi. Secondo
dati
forniti da Comuni e albergatori teramani, nella
sola costa della Val Vibrata sono arrivati in 2.000,
altri 1.500 sono giunti a
Pineto e altrettanti
a
Giulianova,
tra Roseto e Silvi se ne contaprio per i terremotati, e si sono oltre 4mila. La macchina
no trovati impreparati. Manorganizzativa non si arresta
cano coperte e, soprattutto,
ma si segnala qualche rallennon tutti gli albergatori hantamento. Le richieste di ospino la possibilità di offrire un
talità sono, infatti, maggiori servizio mensa non essendo
rispetto alle disponibilità riancora attive le cucine e non
cettive. Gli alberghi della riessendoci ancora il personale
addetto. Le convenzioni con i
ristoranti, a quanto pare, fino
a ieri non erano state attivate
dalla Protezione civile. Per
La prefettura cerca altre strutture
nei comuni dell’interno e crea
un coordinamento a Giulianova
I SOCCORSI
10 infartuati
portati
al Mazzini
«Un’odissea per avere il posto»
Il racconto di un aquilano rimbalzato da un ufficio all’altro
Alla fine i carabinieri gli trovano tre letti, ma senza pasti
MARTINSICURO. In tv i politici si
fanno belli sui soccorsi «eccezionali».
Tra gli sfollati c’è chi la pensa molto diversamente. Giorgio Paravano, avvocato aquilano e collaboratore del Centro, è indignato quando racconta il suo
caso, che ritiene «comune a molti altri», e non esita a parlare di «disorganizzazione totale». «Io ho casa a Villa
Rosa», dice, «e sono venuto qui con
amici e parenti». Ieri, però, doveva sistemare tre anziani, tra i quali un malato oncologico, ed è stata un’odissea.
«Prima vengo indirizzato a Martinsicuro. Qui mi dicono: “Tutto pieno, però
vada all’ufficio turismo di Alba”. Vado
ad Alba e mi dicono: “Lasci la prenotazione e torni alle tre”. Torno e trovo
far mangiare i terremotati è
dunque scattata la macchina
della solidarietà, fatta di centinaia di volontari i quali organizzano la raccolta di materiale che i cittadini portano
in continuazione nei centri di
raccolta allestiti dai due Comuni. Oltre alla raccolta di
vestiario, i volontari provvedono anche a immagazzinare
derrate alimentari che poi
TERAMO. La scossa di
martedì sera ha seminato
il terrore tra la gente già
profondamente colpita e
nelle tendopoli allestite all’Aquila ci sono stati molti
malori, soprattutto collassi e infarti. Ieri mattina all’ospedale di Teramo, che
da lunedì accoglie in continuazione feriti e malati
provenienti dalle zone più
colpite dal sisma, sono arrivate dieci persone che
avevano avuto attacchi di
cuore e che sono state ricoverate in cardiologia e cardiochirurgia. Da lunedì ad
oggi al Mazzini sono arrivate più di 200 persone
provenienti dall’Aquila:
non solo feriti, ma anche i
malati del San Salvatore,
che è stato sgomberato.
un clima di rissa con altri sfollati. Le
signore dell’ufficio dicono: “Non siamo più competenti, ci hanno tolto la
convenzione e ora ce l’hanno i vigili
urbani”. Vado dai vigili. Risposta:
“Non abbiamo posti”. Minaccio di denunciarli per omessa assistenza, allora chiamano i carabinieri (“Forse il posto lo trovano loro”). I carabinieri fanno una serie di telefonate e alla fine
esce l’albergo a Martinsicuro. Con beffa finale, però. “Sì, il posto c’è, ma per
pranzo e cena arrangiatevi”, dicono i
titolari. Richiamo i carabinieri, che dicono: i tre signori potranno venire a
mangiare alla mensa della Cri ad Alba. Insomma, qualcuno li dovrà portare avanti e indietro». (d.v.)
smistano in base alle esigenze.
GLI AIUTI. L’Unione di Comuni Val Vibrata è pronta ad
offrire la sua collaborazione.
Il presidente Dino Pepe, nella prossima seduta di giunta,
proporrà ai sindaci della vallata di mettere a disposizione
delle vittime del terremoto
un fondo sociale. I Comuni di
Pineto, Roseto e Silvi si stan-
no rivelando particolarmente
attivi nell’aiuto agli aquilani.
Allestiti centri di prima accoglienza, sottoscrizioni per raccogliere fondi e collette alimentari. Il laboratorio di analisi cliniche Clinilab di Roseto eseguirà gratuitamente
ogni tipo di accertamento diagnostico in favore delle persone sfollate. «Sicuramente l’organizzazione non sarà impec-
cabile», è il commento del sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, «ma il cuore con cui i
cittadini si stanno dando da
fare è commovente».
(Hanno collaborato
Alex De Palo
e Federico Centola)
A Castelli e Fano tende in piazza
Falso allarme, undici denunciati
Sono accusati
di procurato allarme
per il panico diffuso
martedì mattina
TERAMO. A Castelli e Fano
Adriano, due centri montani,
le tendopoli sono già pronte.
Molte case, abitate soprattutto da anziani, sono lesionate e
inagibili. Alcuni residenti sono ospitati negli agriturismi
della zona, altri a casa di parenti. Quelli che sono rimasti
da martedì trascorrono la notte fuori. Per loro i sindaci hanno fatto montare dei gazebo riscaldati in cui è possibile dormire e avere pasti caldi. «Nessun allarmismo», dice il primo cittadino di Castelli Concezio Di Flavio, «ma ci siamo
fatti guidare dal buon senso.
Io, insieme ai tecnici del Comune, sto controllando tutte
le case del centro per accertare le lesioni. Sei sono state
sgomberate e gli abitanti sistemati in altri alloggi. Da noi le
to, scatenando panico tra la
popolazione. I falsi allarmi,
iniziate con telefonate anonime ad enti pubblici, avevano
provocato l’immediata evacuazione di vari edifici, tra i quali
l’ospedale, mentre molte persone erano uscite dalle abitazioni e altre avevano raggiunto in auto le località sul mare.
La questura aveva diffuso immediatamente, attraverso numerose pattuglie sul territorio, la smentita per rassicurare i cittadini. Le immediate indagini della squadra mobile e
della Digos, hanno consentito
di individuare i responsabili
delle false notizie, soprattutto
dipendenti di enti pubblici
che hanno diffuso le notizie.
Le indagini proseguono anche
per identificare gli autori di allarmi con sms. (d.p.)
Sopra teramani che dormono all’aperto
A sinistra il tendone allestito nella piazza
di Fano Adriano
(Foto Adriani)
scosse, vista anche la vicinanza con L’Aquila, si sentono
molto forte e per questo la gente ha paura. In molti dormono
in macchina. Così il Comune e
i volontari del posto hanno allestito una piccola tendopoli
nella zona artigianale. Chiun-
que può dormire al caldo e
avere un pasto». Stessa cosa a
Fano Adriano, altro Comune
montano, in cui le scosse di
terremoto hanno provocato lesioni a numerosi edifici. «Le
ordinanze di sgombero sono
quattro», dice il sindaco Adol-
fo Moriconi, «gli edifici lesionati sono molti. Stiamo facendo sopralluoghi continui, ma
la situazione non è delle migliori. La gente ha paura e dorme in auto. Per questo ormai
da qualche giorno ho fatto sistemare dei tendoni in piazza
dove si può dormire e mangiare».
E intanto la polizia di Teramo ha denunciato undici persone per procurato allarme
per le notizie false diffuse nella giornata di martedì su un’imminente scossa di terremo-
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A TERAMO
Altri danni, chiuse Asl e strade
Inagibili l’osservatorio astronomico di Collurania e 200 palazzi
di Diana Pompetti
TERAMO. La paura non dà tregua. Le
scosse si susseguono e la gente cerca di
convivere alla meno peggio con il panico.
Da martedì a Teramo in molti dormono in
macchina e da ieri sera sono aperti tutti
gli impianti sportivi delle frazioni. Cancelli spalancati anche al vecchio stadio comunale. E intanto l’elenco dei danni si allunga. In meno di due giorni i vigili del fuoco
ASL CHIUSA. Da oggi a Teramo resteranno chiusi al
pubblico anche gli uffici e gli
ambulatori della Asl, in circonvallazione Ragusa. Gli uffici dovrebbero riaprire martedì dopo Pasquetta, verifiche
tecniche permettendo. In una
nota la Asl annuncia che «il
distretto sanitario di base assicurerà i prelievi di sangue
domiciliari e il servizio di assistenza domiciliare integrata. Chi usufruisce di questo
servizio potrà recarsi nella sede della medicina legale, in
via Battisti, dove è stato allestito un punto di accoglienza.
Le persone che avranno bisogno di prelievi di sangue possono recarsi negli ospedali di
teramo, Atri, Giulianova, Sant’Omero e nei distretti sanitari di Montorio, Atri, Nereto e
Roseto».
La Provincia, intanto, da ieri pomeriggio ha avviato il
trasloco degli uffici della sede
centrale di via Milli, chiusa
per delle lesioni: gli uffici della presidenza e della direzione sono stati trasferiti in via
D’Annunzio, sopra i locali del
Centro per l’Impiego. La Ragioneria verra’ spostata in
Via del Castello, nella ex sede
dell’assessorato al Lavoro;
l’urbanistica in Via Carducci,
nella ex sede della Terbroker,
grazie alla disponibilita’ della
Banca Tercas; i settori cultura, sociale, pubblica istruzione e sport saranno sistemati
nei locali della Biblioteca Delfico; il comando della polizia
provinciale in via Capuani,
nell’assessorato alla viabilita’.
CHIESE E CAMPANILI. La
scossa di martedì sera ha aggravato la situazione del campanile di San Domenico, a Teramo. Ieri i vigili del fuoco
hanno fatto un sopralluogo
durato tutto il giorno ed è probabile che già oggi la parte alta possa essere rimossa. Ma
anche altri edifici del patrimonio culturale hanno subito aggravamenti, come spiegano i tecnici della Soprintendenza ai Beni architettonici e
paesaggio, Gruppo di Teramo, che ieri hanno continuato a ispezionare le chiese, spostandosi in montagna. «Con il
quadro che cambia a causa
delle continue scosse ora può
risultare inagibile ciò che lunedì era stato dichiarato agibile. Come nel caso della chiesa di Nerito», spiega Marina
Cesira D’Innocenzo, architetto del Ministero per i Beni
e le attività culturali, che ha
rilevato danni anche alle chiese di Alvi: S. Maria Assunta
(fessurazioni e scomposizione del manto di copertura) e
la trecentesca S. Maria Apparens (fessurazioni agli affreschi del Cinquecento). A Pietracamela la chiesa di S. Leucio, è chiusa, mentre l’orologio di S. Giovanni, fermo da
anni, dopo la prima violenta
scossa si è rimesso a battere i
quarti e le ore. Inagibili quasi
tutte le chiese della Val Vomano, ispezionate da Paolo
Sempre più a rischio
il campanile
di San Domenico
Nessun problema
per quello del duomo
hanno dichiarato inagibili più di duecento
case, sia in città e sia provincia, soprattutto nelle zone montane. I campanili pericolanti e le chiese chiuse non si contano più.
Ieri è stato sgomberato l’osservatorio
astronomico di Collurania: nell’edificio si
sono aperte delle crepe e per questo tecnici e vigili del fuoco lo hanno dichiarato
inagibile.
A sinistra i controlli
sulla torre del duomo di Teramo
effettuati ieri dai vigili
del fuoco. Sotto il campanile
pericolante di San Domenico
Sospese le gare d’appalto per alcune opere pubbliche: i tecnici sono impegnati nelle verifiche statiche
Task force per chi è rimasto senza casa
Un centro di coordinamento del Comune sarà allestito in piazza Martiri
TERAMO. Una task force per valutare
i danni, controllare gli edifici pubblici e
trovare una sistemazione ai teramani
con le abitazioni lesionate. E’ questa la
soluzione messa a punto ieri, nel corso
di un incontro in municipio, per gestire
l’emergenza terremoto.
Il centro di coordinamento degli interventi sarà allestito all’interno di un tendone in piazza Martiri che ospiterà tecnici del Comune, della prefettura, dei
vigili del fuoco e di altri enti impegnati
nelle verifiche. Si tratterà di una sorta
di unità di crisi che terrà sotto controllo la situazione. Alla task force si potranno rivolgere anche i cittadini che
Flemac e Orazio Trulli, geometra e fotografo del Gruppo
di Teramo: il danno più grave
nella chiesa di Poggio Cono,
con il crollo di parte della volta; chiuse la chiesa madre di
Notaresco e S. Salvatore a
Canzano; preoccupano le
chiese di Morro d’Oro, mentre stamattina verrà ispezio-
hanno le abitazioni dichiarate inagibili
e che già da ieri sono andate in municipio per sapere dove dovranno stabilirsi
in attesa delle ristrutturazioni. E’ il caso, ad esempio, di Quintino Di Giorgio, che si è ritrovato con la casa lesionata e ora attende l’assegnazione di un
alloggio.
Il Comune, inoltre, ha deciso di sospendere le gare d’appalto in corso per
alcune opere. Le procedure interessate
sono la ristrutturazione del secondo lotto del cosiddetto “steccone”, l’edificio
destinato ad alloggi pubblici in via Fonte Regina (indetta per il 16 aprile), la
manutenzione ordinaria di pilastri e im-
nata l’abbazia di Propezzano.
Ha invece tenuto bene S. Clemente a Guardia Vomano, da
anni chiusa per problemi di
stabilità. A Teramo resta
aperta la biblioteca Dèlfico, a
suo tempo ristrutturata con
criteri antisismici, che presenta solo lesioni non strutturali a parere dei tecnici della
palcati dei ponti cittadini, con revisione del sistema di smaltimento delle acque piovane di ponte San Francesco (indetta per il 21 aprile), il consolidamento
della scuola di via De Albentiis (indetta
per il 28 aprile) e l’affidamento in gestione del bar del Tribunale (indetta per il
30 aprile). Le ditte interessate alle gare
sospese dal Comune sono state invitate
a posticipare la presa visione degli atti
che compongono le varie procedure di
appalto, come progetti e siti interessati
dagli interventi. Il rinvio si è reso necessario perché i tecnici comunali sono impegnati nei sopralluoghi.
Gennaro Della Monica
Provincia. Chiuso il museo archeologico Savini: qualche
crepa in più dopo la nuova
forte scossa ma nulla di pericoloso secondo i tecnici del
Comune. Ieri mattina i vigili
del fuoco hanno ispezionato
il campanile del Duomo che
non sembra presentare lesioni particolari.
PALAZZI INAGIBILI. I vigili
del fuoco continuano a fare
centinaia di verifiche al giorno, soprattutto su palazzi del
centro storico a Teramo e in
numerosi edifici di paesi montani. Complessivamente sono
più di duecento le strutture
dichiarate inagibili. In città è
del tutto inagibile un palazzo
Le processioni si faranno
ma con percorsi modificati
TERAMO. Si terranno regolarmente le tradizionali
processioni previste per il Venerdì Santo. Ieri mattina il
prefetto Francesco Camerino e il commissario
straordinario Leopoldo Di Mattia hanno incontrato il
vescovo Michele Seccia proprio per fare il punto sui due
importanti cortei religiosi in programma domani. La
processione delle 4 del mattino, quella dedicata alla
Madonna Addolorata in cerca di Gesù, seguirà il percorso
consueto e toccherà tutte le principali chiese del centro
storico. Da verificare resta, invece, l’itinerario del corteo
che si terrà nel pomeriggio. La processione del Cristo
morto di solito richiama molti più fedeli, proprio per
l’orario più comodo in cui si tiene rispetto a quella
dell’alba. Per questo è possibile che, motivi precauzionali,
richiedano qualche modifica al percorso. (g.d.m.)
Profonde crepe su un edificio di Fano Adriano
in via Dei Funari: sono state
sgomberate alcune famiglie
che ci abitavano e un negozio. Sgomberato un appartamento in corso De Michetti.
Problemi anche per un edificio di via Forti, quello che
ospita la sede di Forza Italia e
la Confcommercio. Ci sono
delle profonde lesioni su una
volta ed è probabile che venga dichiarato inagibile.
STRADE BLOCCATE. La
Provincia ha chiuso al traffico la strada provinciale 49
per Valle Castellana, la cui
carreggiata è stata invasa da
una frana. Il sindaco di Penna Sant’Andrea Antonio Fabri ha chiuso al traffico un
tratto della statale 81 a causa
di gravi lesioni nella chiesa
di Santa Maria del Soccorso e
di alcune abitazioni che si affacciano in quel tratto di strada. Il transito in direzione
Cermignano e Teramo è stato
deviato rda Val Vomano sulla provinciale 365 e da Castellano lungo la Provinciale di
Saputelli. Il traffico locale è
stato deviato lungo le strade
comunali della SS. Trinità e
di Coste della Casetta.
L’ACQUA. Sta tornando alla normalità l’erogazione idrica al serbatoio dell’Aca di Colle Morino, situato a Scerne di
Pineto, dopo che martedì l’acquedotto teramano del Ruzzo
aveva ridotto, prima di 80 litri al secondo e poi di 40, l’erogazione d’acqua. «Le verifiche fatte», si legge in una nota dell’azienda acquedottistica di Pescara, «sia da parte
dei tecnici dell’Aca che del
Ruzzo per accertare la presenza di eventuali danni alla condotta principale teramana,
hanno dimostrato che, molto
probabilmente, la momentanea riduzione è stata provocata dalla presenza di una bolla
d’aria nella stessa condotta
principale teramana».
(Ha collaborato
Anna Fusaro)
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A CHIETI
Evacuate 35 famiglie del colle
Ordinanza di sgombero a Santa Maria. Panico in via Amiterno
CHIETI. Sono da poco passate le
cinque del pomeriggio quando il
sindaco Francesco Ricci firma l’ordinanza di sgombero, la prima dell’emergenza terremoto a Chieti,
che riguarderà un palazzo nel cuore del centro storico. Sono trentacinque le famiglie di un condominio di via Cesare De Laurentis, a
La palazzina di otto piani si
affaccia su via Arenazze, ospita in tutto 78 persone. «Abbiamo trovato il posto per tutti», spiega Ricci, «le 35 famiglie saranno sistemate al
Grande Albergo Abruzzo. C’è
bisogno
di
un periodo di
verificatecnica. A sollecitarcela sono
stati i vigili
del
fuoco».
L’ordinanza
è stata firmata dopo un
consulto con
la prefettura,
dove ha sede
il centro di
protezione civile che coordina l’emergenza.
Gli
stessi
residenti avevano chiesto sopralluoghi urgenti all’indomani del violento terremoto
di domenica notte. A preoccupare sono le crepe profonde
che si sono aperte sulle pareti
dell’edificio. Criticità strutturali confermate da una relazione dei vigili del fuoco.
«Si tratta di lesioni importanti» sottolinea l’assessore
ai lavori pubblici, Luigi Febo, «è stato necessario liberare l’immobile». Ma l’emergenza terremoto e le incognite
sulla solidità degli edifici cittadini non riguardano soltanto i rioni del colle.
VIA AMITERNO. Crepe sulle
pareti e lesioni preoccupanti
ai tramezzi degli appartamenti sono comparsi nel popoloso
complesso abitativo delle cinque palazzine, in via Amiterno, dove la paura del sisma è
stata molto avvertita la notte
scorsa.
La
scossa di domenica aveva già fatto
danni, ma solo la notte
scorsa numerosi inquilini
hanno deciso
di scendere
in strada e
passare
la
notte in automobile. Dai
primi sopralluoghi non
sembrano esserci problemi di stabilità degli edifici, che sono
di proprietà
dell’Ater. Ma
la gente ha paura.
«In casa non ci torniamo
perché ormai le crepe sono
ovunque. Non possiamo vivere nell’angoscia. Chi ci dice
che possiamo stare tranquilli?». E’ la domanda che circola in via Amiterno ma alla
quale nessuno può, per il momento, dare una risposta certa.
«Abbiamo ricevuto la visita
di una squadra di vigili del
fuoco», raccontano gli inquilini, «che già avevano compiuto sopralluoghi alle cinque pa-
Santa Maria, che si apprestano a
fare le valigie per abbandonare le
proprie case e andare ad alloggiare in albergo. Il dramma del sisma si avverte sempre di più in
città dopo l’ultima giornata di
paura, martedì, che in serata ha
registrato la seconda, terribile
scossa di terremoto.
E’ il primo provvedimento adottato
dal sindaco per gli effetti del sisma
I residenti traslocheranno in albergo
Edifici lesionati. Crepe sui muri
di una palazzina in via Amiterno
A destra, il condominio sgomberato
UN VERTICE IN MUNICIPIO
Aiuti agli sfollati, Ortona si mobilita
Giunta e consiglieri si decurtano le indennità. Stanziato un fondo
ORTONA. Ortona si mobilita in aiuto delle popolazioni colpite dal sisma. Dopo il consiglio comunale riunito martedì per discutere le prime
iniziative da adottare a favore dei
terremotati, ieri mattina, in municipio, si è tenuto un incontro a cui
hanno partecipato il sindaco, Nicola
Fratino, parte della giunta, il presidente del consiglio, Remo Di Marti-
Comune. Impiegate al lavoro
nella sala consiliare
lazzine lunedì mattina, insieme con i tecnici dell’Ater».
«Ci siamo subito mobilitati
per i controlli», conferma Domenico Recchione, direttore
Ater, «e ho verificato di persona lo stato delle cose. Una particolareggiata relazione tecnica è stata consegnata a palazzo d’Achille e in prefettura».
Il quadro strutturale complessivo non è certo incoraggiante anche se, per il momento, non sembrano manifestarsi rischi seri per la stabilità degli edifici costruiti a ca-
no, i rappresentanti di maggioranza
e opposizione in consiglio comunale, il comandante dei vigili urbani, i
dirigenti dei vari settori dell’ente
pubblico e, per la Croce rossa, Sebastiano D’Auria. Nella stessa seduta
si è deciso, all’unanimità, di accendere un capitolo di spesa per far confluire, attraverso una ricognizione,
le risorse contenute nel bilancio di
Nella riunione di ieri mattina, invece, è
stato stabilito che il numero telefonico della
segreteria del sindaco, lo 085.9057202, è stato predisposto per ricevere le telefonate dei
cittadini che vogliano mettere a disposizione
stanze, alloggi o appartamenti per ospitare
persone dell’Aquilano. E’ questa una delle
principali preoccupazioni su cui si sta lavorando anche a Ortona, per consentire un’ospitalità adeguata agli sfollati del terremoto.
Le segnalazioni saranno raccolte dagli assessori alla protezione civile e al sociale che le
riferiranno alla prefettura e alla protezione
civile.
Ortona è Comune capofila per la protezione civile per i Comuni di Tollo, Crecchio,
Canosa Sannita e Giuliano Teatino, quindi le segnalazioni che arriveranno ai sindaci
e ai municipi di questi paesi potranno essere
riferite al numero della segreteria. Si è inoltre stabilito che l’amministrazione comunale ortonese farà riferimento alla Croce rossa
per la consegna di materiale e prodotti da destinare alle popolazioni terremotate. L’assovallo degli anni Settanta. «La
conformazione delle cinque
palazzine è particolare» riprende Recchione «perché gli
immobili si estendono in lunghezza. Sono state individuate crepe verticali sui giunti
centrali di dilatazione di ciascuna palazzina, calcinacci e
cornicioni sono caduti negli
androni». Più colpiti sono i
due edifici più vicini alla chiesa dei XII Apostoli. In condizioni lievemente migliori si
presentano gli altri tre palazzi. «Abbiamo riscontrato una
previsione da destinare al capitolo
denominato «interventi a favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal
terremoto». Il fondo sarà integrato
anche con gli euro provenienti dalla
decurtazione del 10 per cento degli
stipendi del sindaco e degli assessori per tre mesi e dal gettone di presenza dei consiglieri presenti martedì in assemblea.
ciazione ha a disposizione i locali dell’ex bocciofila nel quartiere di Fontegrande per la
raccolta.
Oggi, in piazza della Repubblica, dalle 9 a
mezzogiorno e dalle 17 alle 20, la Croce rossa raccoglierà materiale da distribuire agli
sfollati. In particolare, si richiedono pasta e
prodotti alimentari a lunga conservazione,
biscotti, omogeneizzati, scatolame, vestiti
nuovi e incellofanati, pannolini per bambini, materiale didattico.
«Ma anche saponette, dentifrici e detergenti», prosegue D’Auria dell’associazione, «le
persone hanno bisogno di tutto ma per ora
ci concentriamo su questi prodotti». Non verranno accettati prodotti freschi, deperibili o
conservati nel vetro. Per le imminenti feste
del Perdono di San Tommaso, si stanno susseguendo gli incontri per decidere quali manifestazioni programmare e sulle quali invece si potrà sorvolare, nello spirito, espresso
dal consiglio comunale, di organizzare una
festa sobria e con la possibilità di raccogliere fondi a favore dei terremotati. (s.f.)
serie di lesioni ai tramezzi di
quasi tutti gli alloggi, ma per
fortuna parliamo di strutture
non portanti» dichiara il responsabile tecnico dell’Ater,
Ernesto Marasco, «si può dire che gli edifici sono strutturalmente integri». Eppure, negli appartamenti ai primi due
piani, si sono sollevate mattonelle e in alcuni casi pavimenti interi. Tanto che i residenti
hanno preferito lasciare la
propria dimora pur di dormire tranquilli. «E’ stata una decisione volontaria, la gente è
in preda al panico», commenta Recchione, «non c’è stato
nessuno sgombero. L’Ater
sta facendo il massimo». Programmati a breve anche una
serie di lavori di manutenzione straordinaria negli alloggi
messi peggio. Le cinque palazzine accolgono 240 famiglie
per un totale di circa 800 persone. «Anticiperemo le spese
necessarie per coprire gli interventi» annuncia Recchione «con lo spirito di responsabilità nei confronti degli inquilini che ci ha sempre con-
traddistinto». Situazione apparentemente tranquilla, al
contrario, nelle altre case
Ater dello scalo. Nelle abitazioni di via Pescara e via
D’Annunzio, zona Villaggio
Celdit, sono state accertate
soltanto lesioni di piccola entità. Non sono arrivate invece segnalazioni dagli inquilini dei palazzi, sempre di proprietà dell’Ater, dislocati al
quartiere Tricalle nonostante
numerose famiglie martedì
abbiano trascorso anch’esse
la notte nel piazzale antistante il palazzetto dello sport.
SCUOLE.
Resta chiuso il
quarto piano del municipio. Il
sindaco ha firmato una disposizione di servizio che, di fatto, interdice a impiegati e dirigenti l’accesso agli uffici economato, legale e del personale. Bisogna rimuovere i fogli
di intonaco e i cornicioni che
si sono staccati dalle volte.
Inoltre è necessario approfondire le verifiche tecniche per
crepe affiorate sulle pareti. Ieri mattina, il personale degli
uffici comunali chiusi ha lavorato nella sala del consiglio
comunale. Controlli di staticità sono in corso a palazzo
De Pasquale, chiuso martedì,
e nelle scuole cittadine di
ogni ordine e grado. Un’altra
ordinanza del sindaco conferma intanto la chiusura degli
istituti scolastici, asili nido
compresi, fino a mercoledì 15
aprile.
ACQUA. I serbatoi per i quali
c’era stato allarme nei giorni
scorsi sono in buono stato. Le
lesioni emerse sui due impianti di accumulo della Civitella non sembrano preoccupanti. Il serbatoio più grande,
che ha una capienza di 25mila metri cubi di acqua, è integro e risulta perfettamente
funzionante. Ma sarà necessario fare ulteriori controlli sul
serbatoio più piccolo, che contiene 15mila metri cubi. La cisterna è stata svuotata.
(Ha collaborato
Jari Orsini
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IL CENTRO
9 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A CHIETI
Torna Michele, la prima vittima
L’ingegnere Strazzella estratto dalle macerie. Aveva solo 28 anni
CHIETI. La prima vittima del terremoto è rientrata in
città. La salma di Michele Strazzella, 28 anni, teatino, giace
da ieri all’obitorio del cimitero di Chieti dove è stata allestita la camera ardente in attesa dei funerali, che si terranno
dopo la settimana pasquale, martedì o mercoledì. Da tre
giorni, il padre Antonio e la madre Antonietta vegliano il
corpo del figliolo morto sotto le macerie di un’abitazione di
via XX Settembre, a pochi passi da quella Casa dello studente diventata la tomba per tanti giovani universitari.
Il giovane si pagava
la specializzazione
lavorando nei pub
Michele viveva all’Aquila
da diversi anni. Nella città distrutta dal sisma, si era laureato a marzo. E qui aveva deciso di rimanere. Per pagarsi
la specializzazione, lavorava
in un pub. Questa mattina,
nella chiesa di Sant’Agostino
verrà celebrata una funzione
in suo nome.
«Viveva con altri giovani
nella casa di via XX Settembre», racconta Giangabriele
Rossi, titolare di una tabaccheria, amico di Michele, «un
bravissimo ragazzo, un modello per tutti. Uno di quei giovani dai quali non ti aspetteresti
mai una parola sopra le righe.
Sempre serio e educato. Da
tempo si arrangiava con i suoi
lavoretti nei ristoranti e al
pub per pagarsi gli studi». Michele condivideva un appartamento con altri giovani universitari in via XX Settembre
quali è morto. «Una decina di
giorni fa l’ho visto l’ultima volta», prosegue Rossi, «mi aveva
detto che sarebbe dovuto ripartire presto e che non avrebbe passato la Pasqua a Chieti». Una tragedia per i genitori
pensionati, che sin dalla devastante scossa di domenica notte non avevano avuto più notizie del figlio. Michele lascia
anche una sorella Daniela,
che lavora come impiegata in
un’azienda teatina. «I genitori
hanno passato questi ultimi
tre giorni all’Aquila», racconta l’amico, «hanno dormito in
auto con gli sfollati del terremoto per assistere alle operazioni di recupero». Martedì il
ritrovamento del corpo che è
stato subito consegnato alla famiglia e poi trasferito a Chieti. Ma della tragedia del terremoto arrivano anche i primi
racconti dei sopravvissuti.
«Non riuscirò mai a dimenticare quelle sette ore sotto le
macerie. Mi accompagneranno per il resto dell’esistenza».
E’ Pancrazio Capoccia, ricoverato all’ospedale Santissima Immacolata di Guardiagrele a ripercorrere la sua terribi-
sotto il profilo psicologico, più
che strettamente clinico, e c’è
da capirlo perché esperienze
come queste ti segnano per
sempre».
Pancrazio, assistito dal padre e uno zio, potrebbe essere
dimesso già oggi per fare rientro in Puglia. «L’emergenza
del terremoto», osserva Ianieri, «dovrebbe aver fatto capire
ai più alti livelli decisionali
che un ospedale come il nostro, a norma anti-sisma e accreditato dalla Asl nella fascia
di piena funzionalità tanto per
gli impianti quanto per la disposizione moderna delle stanze, dovrà rientrare a pieno titolo nella rete ospedaliera
abruzzese».
Guardiagrele fa sentire il peso specifico della sua solidarietà anche nell’assistenza ai
profughi scampati al terremoto. Il Comune ha sistemato all’hotel Granada 38 persone
che hanno preferito andare
verso la costa anziché trovare
posto in una delle tendopoli allestite intorno al capoluogo.
«Abbiamo accolto varia umanità, con storie talvolta drammatiche al seguito», spiega
l’assessore ai servizi sociali Simone Dal Pozzo. «In questi
giorni di tensione, viene fuori
il grande cuore guardiese,
com’è il caso di circa 40 giovani che si sono organizzati sotto il nostro coordinamento
per raccogliere abiti e derrate
alimentari da inviare sul luogo del sisma, mentre alcuni si
avvicendano in turni di assistenza in ospedale. Di questi
ragazzi», annota, «dovremmo
essere tutti orgogliosi. Una
raccomandazione che facciamo a chi vuole spendersi in
iniziative e attività di volontariato in questi giorni, è rapportarsi in prima istanza con gli
uffici comunali, che sono peraltro in grado di fornire informazioni attendibili e aggiornate provenienti da protezione
civile e prefettura».
(Ha collaborato
Francesco Blasi)
Vittima. Michele Strazzella
le avventura alla Casa dello
studente, fino alla salvezza arrivata nel cuore della mattina
di lunedì, grazie ai vigili del
fuoco e i loro sensibili cani da
salvataggio.
«Stavo dormendo e il terremoto non l’ho avvertito», ci dice, «ma subito sono stato svegliato dal boato del crollo.
Non so come, ma un armadio
mi ha salvato la vita, mi ha riparato dai detriti che altrimenti mi avrebbero travolto».
Studente di 21 anni, iscritto
al secondo anno di ingegneria
e architettura, il giovane di
San Pancrazio Salentino (Brindisi) era arrivato lunedì
all’ospedale
guardiese dopo il trasporto in elicottero a Pescara.
Con appena
qualche contusione patita tra la testa
e una gamba,
può dirsi un
miracolato.
«Le
sue
condizioni»,
spiega Antonio Ianieri, a capo della sezione locale del Tribunale per i
diritti del malato, poteva inizialmente definirsi difficile
Il terremoto. Le operazioni di recupero dei feriti davanti alla Casa dello studente dell’Aquila
La Conferenza episcopale abruzzese e molisana si riunirà il 20 aprile all’Aquila
Parte l’appello dei vescovi
Caritas diocesane mobilitate sul fronte degli aiuti
CHIETI. «Ci stringiamo con la preghiera e con il cuore alla nostra gente, così
duramente provata dal terremoto che ha
seminato distruzione e morte». E’ il messaggio che i vescovi della Conferenza episcopale abruzzese e molisana hanno rivolto alle persone colpite dal sisma, ai
Monsignor
Molinari
rappresentanti delle istituzioni e ai responsabili della protezione civile. «Ci
uniamo allo strazio dei sopravvissuti, ai
genitori che hanno perso i figli, molti dei
quali studenti universitari all’Aquila, alle persone rimaste sole, a quanti sono stati privati di affetti cari».
I vescovi chiedono di affidarsi alla
preghiera. «Nessuno si chiuda al grido
di dolore che ci ha raggiunto e continua a interpellarci. Esprimiamo apprezzamento alle istituzioni civili per
l’azione di soccorso, tempestiva e organizzata». Sul fronte degli aiuti, le Caritas coordinate a livello regionale sono
in continuo contatto con le diocesi colpite e con la protezione civile. «Abbiamo
potuto rispondere finora a non poche richieste», affermano i vescovi, «organizzando camion di aiuti indirizzati dove
maggiore era il bisogno. Siamo vicini ai
numerosi sfollati, ospitati in alberghi e
strutture della costa adriatica». Un pensiero è rivolto alle numerose chiese parrocchiali dichiarate inagibili dove la liturgia della settimana santa sarà cele-
brata in sistemazioni di fortuna. In tutte le chiese d’Italia si terrà una colletta,
domenica 19 aprile, per andare incontro alle necessità che si profileranno
una volta spenti i riflettori della grande
informazione. Alcune diocesi, è il caso
di Teramo, l’hanno già fissata alla domenica di Pasqua. Ogni offerta in denaro può comunque già essere versata
sui conti correnti delle Caritas diocesane (dati reperibili nelle parrocchie o sui
siti diocesani), che sono pronte anche a
indicare di che cosa c’è bisogno e dove.
In segno di speciale solidarietà con la
martoriata Chiesa dell’Aquila e con
monsignor Giuseppe Molinari, i vescovi si riuniranno in assemblea straordinaria all’Aquila lunedì 20 aprile per
programmare ulteriori interventi.
IL CENTRO
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GIOVEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A LANCIANO
La città saluta Ilaria e Carmine
Negozi chiusi un’ora. Oggi i funerali della coppia di anziani di Casoli
LANCIANO. E’ il giorno delle lacrime, il
saluto collettivo e commosso della città a
chi nel sisma dell’Aquila non ce l’ha fatta.
Nella cattedrale della Madonna del Ponte
e nella chiesa di San Pietro si sono svolti i
funerali di Ilaria Rambaldi e Carmine Alessandri, le vittime lancianesi del terremoto
insieme a Martina Salcuni. Le esequie della
studentessa ventenne, estratta senza vita
dalle macerie dello stesso palazzo in cui
abitava Ilaria, si svolgeranno probabilmente domani, nei funerali di Stato. Tragedie private diventate dolore collettivo nel
giorno del lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta e serrande dei negozi abbassate per
un’ora, dalle 16 alle 17, su iniziativa di
Confcommercio e Confesercenti. Totale l’adesione dei negozianti. Qualcuno all’Aquila risulta ancora disperso: si tratta di qualche studente. Ma si piange anche a Casoli:
Angela Belfatto, 90 anni, è stata trovata
morta sotto le macerie della sua abitazione in via Luigi Sturzo accanto al corpo senza vita del marito, Vinicio D’Andrea, originario di Chieti. Oggi si svolgono i funerali
nel capuologo teatino.
Il primo abbraccio della
città è per Carmine Alessandri, 71 anni. Il terremoto lo
ha colto mentre dormiva nella sua casa di Tempera. Nella
chiesa di San Pietro si sono
radunati per l’ultimo saluto
funzionari e dipendenti dell’Agenzia delle entrate, della
quale Alessandri è stato per
anni il direttore, e il sindaco
Filippo Paolini. E’ un dolore
incredulo quello della moglie
Tilde, uscita illesa dalle macerie, e dei figli Giovanni,
Cesarina e Marco. «La comunità di San Pietro è provata
perché ha perso tre fratelli,
Carmine, Ilaria e Martina»,
ha detto don Valerio, «la Passione di Gesù rivive in questo
tragico evento che ha colpito
l’Abruzzo».
A salutare Ilaria Rambaldi, 25 anni, c’era una piazza
Plebiscito gremita. Davanti alla cattedrale sono arrivati i
I funerali di Carmine Alessandri nella chiesa di San Pietro
mezzi della protezione civile
e i vigili del
fuoco, colleghi del compagno della
madre della
ragazza, Cesare Gaspari,
comandante dei vigili del fuoco
di Pescara. Il
destino ha voluto che fosse
proprio
lui ad estrarre il corpo
senza
vita
della studentessa, da un
palazzo
in
via Campo di
Fossa, poco
La folla alle esequie di Ilaria Rambaldi nella cattedrale della Madonna del Ponte
distante da
via XX Setre l’allarme erano stati i figli
tembre. Al funerale anche gli per sopportare questo doloPeppino e Chiara che non
re», ha detto il vescovo, Caravvocati del foro di Lanciano,
avevano più notizie dei genilo Ghidelli. Ilaria doveva
colleghi della madre di Ilatori. I funerali si svolgono oglaurearsi in ingegneria ediria, Maria Grazia Piccinini,
gi, alle 15, a Chieti.
le-architettura quest’estate.
avvocato, il padre Giuseppe
Alberto Savelli
A Casoli si piange Angela
e la sorella Alessandra. «Il
Daria De Laurentiis
Belfatto, 90 anni, il marito
Signore ci dia ancora più feStefania Sorge
Vinicio D’Andrea. A lanciade, non per comprendere, ma
Lutto. I negozi di Lanciano chiusi un’ora nel pomeriggio di ieri (fotoservizio di Arnolfo Paolucci)
IL DOLORE DI ARCHI
Le macerie restituiscono il corpo di Ivana
Premiata 5 anni fa perché nata lo stesso giorno del Centro
Ivana Lannutti premiata dal Centro per i 18 anni
ARCHI. «Sei del Centro?» Alla risposta affermativa Angelo Lannutti scoppia in lacrime:
«La mia Ivana è nata il 3 luglio del 1986, il
giorno che è nato anche il Centro. Nell’occasione dei 18 anni, l’ex direttore Antonio Del Giudice, volle premiare con una targa quei giovani che compivano la maggiore età lo stesso
giorno del giornale. Abbiamo ancora le foto e
quello è stato uno degli innumerevoli momenti felici che abbiamo passato con nostra figlia».
Ivana, 22 anni, adesso è accanto alle altre
vittime di questo drammatico terremoto nel
centro di raccolta istituito nella Scuola ispettori della Guardia di Finanza a Coppito. La vegliano oltre al papà, Angelo, ex vicesindaco,
la mamma Maria Rita e altri parenti, il fidanzato Paolo, pure lui studente all’Aquila che
abitava in un altra casa. Lui ce l’ha fatta. I
Lannutti risiedono da pochi anni in contrada
San Luca di Atessa, anche se sono originari di
Archi. A casa c’è Ilaria, la sorella.
«Appena dopo la grande scossa sono partito
subito per L’Aquila e tra le cinque e le sei ero
già qui accanto a queste macerie» dice il papà.
Di lì a poco i raggi del sole avrebbero reso ancora più drammatico e spettarle ciò che era accaduto. Ivana, studentessa d’Ingegneria, abitava in un appartamento insieme con altri studenti. Adesso i familiari aspettano il nulla
osta per riportarla a casa. Nella bara le hanno
messo l’abito nuziale.
Matteo Del Nobile
Più di 50 feriti assistiti al Renzetti e al San Pio
Una giovane racconta
«Sono viva
grazie a un armadio»
Negli alberghi di Lanciano sono arrivati un centinaio di sfollati
LANCIANO. Continuano i viaggi dell’eliambulanza e dei mezzi di soccorso che
trasportano in città i pazienti provenienti
dall’Aquila e dalle zone terremotate. In
due giorni sono oltre 40 gli assistiti dal
Renzetti: una decina le persone ancora ricoverate nei reparti di ortopedia, pedia«E’ stata organizzata un’assistenza diversificata per intensità di cura», spiega Antonio Caporrella, primario del
Pronto soccorso del Renzetti.
«Fatta la prima valutazione
clinica, tratteniamo a Lanciano i pazienti acuti, mentre
quelli stabilizzati e i geriatrici sono trasferiti negli ospedali di Casoli, Atessa e Gissi».
In città continuano ad arrivare pazienti con traumi alle
articolazioni e alla testa; due
sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. E’ il caso di
tria e chirurgia. Sei hanno riportato gravi
traumi alla testa e al torace. A Vasto ieri 2
pazienti si sono aggiunti ai 13 ricoverati
da martedì. Sei i malati trasferiti dalla
Croce Gialla da Lanciano agli ospedali di
Casoli e Atessa. Intanto negli albergi stano arrivando i primi sfollati.
un bimbo di 5 anni di Tempera, operato ieri per la riduzione di una frattura all’avambraccio. «Siamo stati fortunati», racconta la madre, Giuliana Biondi, qui assieme al
marito e all’altro figlio più
piccolo. «La nostra casa è inagibile ma non è crollata perché nuova e costruita nella zona periferica di Tempera».
In pediatria c’è anche una
piccola paziente aquilana con
il suo papà. Per loro l’angoscia è di essere lontani dalla
madre, ricoverata in un altro
ospedale. In chirurgia sono
due le donne ricoverate ieri,
una di Onna, l’altra dell’Aquila, entrambe con traumi da
schiacciamento.
Al Renzetti continuano anche le medicazioni dei pazienti dimessi e che hanno storie
a lieto fine da raccontare. E’
il caso di Concetta D’Ovidio, studentessa di Lanciano
che frequenta la facoltà di
Scienze della formazione all’Aquila, trovata dai vigili del
fuoco sotto le macerie dell’appartamento in cui viveva in
L’elicottero dei carabinieri lascia i feriti all’ospedale Renzetti
via XX settembre con una
gamba lussata. A salvarle la
vita l’armadio della sua camera che l’ha protetta dal peso
delle macerie.
Intanto oltre cento sfollati
sono arrivati ieri in città: alloggiano negli hotel Anxanum ed Excelsior. Hanno bisogno di vestiti. A Torricella
Peligna, sempre in albergo,
sono arrivati in 16 di cui 5
bambini. Il Safari Park di Rocca San Giovanni offre visite
gratuite a famiglie e bambini
provenienti dalla zona dell’Aquila. A Sant’Eusanio, il Moto Club effettua oggi una raccolta di beni in via Santa Lucia 259: per informazioni,
320.6960272. 338.8157374.
Teresa Di Rocco
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A VASTO
Centofanti, poche speranze
Lo studente disperso da tre giorni. A Monteodorisio l’addio a Natale
VASTO. Un invisibile tragico destino ha
unito le vite di Maurizio Natale, 21 anni, di
Monteodorisio, e Davide Centofanti, 22, di
Vasto. Il terremoto ha portato via per sempre i sogni e le speranze di due giovani in
credito col destino. Tutti e due orfani di padre, studiavano con profitto sognando un
futuro migliore. Maurizio non c’è più. Di
Davide non si hanno notizie da tre giorni.
La madre e la sorella da 72 ore aspettano
davanti alle macerie della casa dello studente. «Non vado via senza Davide», piange
mamma Grazia. Davide Centofanti ha perduto il papà un anno fa: Gianni era dipendente della Elettrocenter di Punta Penna. Fu
solo grazie al figlio e alla sorella Lilli che
mamma Grazia trovò la forza per scuotersi dal grave lutto. Ora Davide non si trova.
«Ho parlato con lui domenica sera dopo la scossa delle
23. L’ho invitato a lasciare la
casa, ma mi ha detto di essere
stanco», racconta la madre.
«Dopo la scossa delle 3,30, ho
provato a richiamarlo ma è
stato inutile.
Non ha più
risposto».
Da tre giorni madre e figlia assistono all’opera
dei soccorritori. Hanno
sperato, lanciato appelli,
pianto per le
vittime e tirato un sospiro
di
sollievo
per ogni volto sconosciuto riaffiorato
dal cumulo
di macerie.
Hanno pregato che fra i
gli studenti
rimasti
intrappolati
sotto le macerie della casa
La zona del crollo in cui lo studente di Monteodorisio Maurizio Natale è deceduto
dello studente non ci fosse Davide o che il ragazzo fosse miracolosamente vivo.
Ma con il passare delle ore
le speranze si affievoliscono.
Intanto Monteodorisio si
prepara a salutare per l’ultima volta Maurizio Natale.
Bandiere a mezz’asta e saracinesche abbassate: oggi per il
piccolo centro del Vastese è il
giorno del dolore. Per tutta la
notte amici e parenti hanno
VASTO. Sono duecento, ma
TERMOLI. Si è svolto ievegliato la salma del giovane,
il loro numero è destinato a
ri pomeriggio a Carovilli
studente della facoltà di Ingeraddoppiare nelle prossime
(Isernia) il funerale di Dagneria.
ore. Ieri mattina a Vasto marinilo Ciolli, 25 anni, morto
Il sindaco, Ernesto Sciana sono arrivati i primi gruptra le macerie della casa
scia, ha proclamato il lutto
pi di terremotati. Anziani, giodello studente all’Aquila.
cittadino. Il feretro del giovavani coppie e anche bambini.
Alla cerimonia, celebrata
ne è arrivato in paese ieri poAd accoglierli il sindaco Ludal vescovo della diocesi
meriggio, alle 15,30, accolto
ciano Lapenna, il vice sindadi Trivento, Domenico
dal suono mesto delle campaco, Nicola Del Prete, e il preScotti, hanno partecipato
ne. Mamma Antonietta ha risidente del consiglio comunain migliaia. La madre del
fiutato la celebrazione del fule Giuseppe Forte. «Gli algiovane ha accusato un
nerale solenne di domani a
berghi che hanno dato la dimalore durante la messa
L’Aquila per le vittime del tersponibilità sono 22. I primi
ed è stata soccorsa dal 11.
remoto. La donna ha voluto
200 ospiti sono stati divisi in
Sono tre in tutto i morti
salutare per l’ultima volta il
cinque alberghi: Vittoria, Pamolisani: Ernesto Sferra,
suo adorato figlio nella chielace, Acquario, Excelsior e
80 anni, di Forlì del Sansa che aveva visto crescere
Perrozzi», dice il presidente
nio, e Luana Paglione, 40
Maurizio, il santuario della
Forte. Oggi è previsto l’arrianni, originaria di CapraMadonna delle Grazie. Seduvo di altri gruppi all’Holiday
cotta. Il numero dei disperta accanto alla bara, Antoe negli altri hotel della Marisi è sceso a tre, si tratta di
nietta cerca ora conforto nelna. «I vastesi in questi giorni
studenti universitari: Ella preghiera. Un suggerimenhanno dimostrato un cuore
vio Romano di Bojano
to che spesso Maurizio le fagrande. Chiediamo loro un al(Campobasso),
Michele
ceva.
tro sforzo: biancheria intima
Iavagnilio e Vittorio TaIn lacrime gli ex compagni
e generi di prima necessità
gliente, entrambi di Iserdi scuola, gli amici del quarda distribuire negli alberghi
nia.
tiere e quelli dell’Azione cato da spedire all’Aquila», è
Intanto ieri altre squatolica.
l’appello dell’assessore Paolo
dre di soccorsi della Prote«Un ragazzo unico con una
D’Adamo.
zione civile del Molise soforza d’animo incredibile.
Il sindaco ieri ha convocato
no partite per L’Aquila
Lassù in cielo conosceranno
una riunione per organizzare
con viveri e beni di prima
un vero angelo»: così gli amil’accoglienza e l’assistenza denecessità. Al lavoro per la
ci salutano lo sfortunato comgli sfollati. All’incontro hanraccolta di indumenti anpagno di giochi. I funerali delno partecipato anche medici,
che i responsabili dell’Aslo studente cominciano alle
psichiatri e psicologi pronti a
sociazione Famiglie Nume16. Il celebrante della funziodare aiuto agli ospiti. Mirose del Molise. Gli “Ulne religiosa, don Nicola Angliaia i volontari del Vastese
tras Termoli 1987”, gemeltonini, non potrà celebrare
mobilitati per raccogliere inlati con i tifosi dell’Aquila
per intero la santa messa. La
dumenti e generi di prima nehanno organizzato una
Chiesa lo vieta in concomitancessità: latte, biscotti, omogegiornata per raccogliere
za con i riti della Passione di
neizzati, biancheria intima,
coperte ed alimenti a TerCristo. Il parroco pronuncerà
tute e coperte.
moli che consegneranno
l’omelia e la benedizione delNumerosi i punti di raccolall’associazione “Miserila salma. Alle esequie partecita. A San Salvo nella sede delcordia” della città che
pa anche il sindaco Sciascia
la protezione civile Valtrigno
provvederà a consegnarli
con l’intera amministrazione
in via Olanda, dalle 8 alle 20,
all’Aquila agli sfollati.
comunale.
nella sede della Croce Rossa
Paola Calvano
Entrambi i giovani
hanno perduto il papà
da poco tempo
Nel centro vastese
lutto cittadino
e bandiere a mezz’asta
I resti di una palazzina rasa al suolo nel centro dell’Aquila e nel riquadro il disperso Davide Centofanti
MOLISE
LA MACCHINA DEI SOCCORSI E DELLA SOLIDARIETA’
Carovilli
Folla e lacrime
per Ciolli
Duecento sfollati accolti negli alberghi
Prime sistemazioni di anziani, coppie e bambini in cinque strutture
I volontari della Val Trigno caricano i viveri (foto Daccò)
in via Pascoli (ex poliambulatorio) dalle 9 alle 21 o alla parrocchia di San Giuseppe. A
Vasto, Comune e Croce Rossa
hanno organizzato un punto
di raccolta a Palazzo Aragona, alle spalle dello stadio
Aragona. I volontari della Ca-
ritas sono al lavoro in via
Buonconsiglio, dietro la cattedrale di San Giuseppe. Nella
parrocchia di San Giovanni
Bosco vengono raccolti viveri
e indumenti destinati ai disabili dell’Aquila trasferiti a Sora. La Comunità il Cireneo
sta ospitando famiglie con figli autistici.
«Abbiamo bisogno di contributi per l’acquisto di farmaci,
alimenti e vestiti», è l’appello
della responsabile del Centro,
Germana Sorge. Il punto di
raccolta è in via Marco Polo,
61, al telefono: 0873.58448.
Raccolte di solidarietà vengono fatte in tutti i Comuni
della Val Trigno. I lavoratori
del Vastese offrendo un’ora
di lavoro: il corrispettivo
sarà trattenuto sulla prossima busta paga. Confindustria
rinnova l’invito a versare offerte sul conto corrente: Confindustria Abruzzo, località
Campo di Pile 67100 Aquila,
Iban: IT 12 F 06040 40730
000000155768 Cassa di Risparmio della provincia de L’Aquila filiale di Rivisondoli, causale: solidarietà ai terremotati.
L’associazione VabBò-Vasto
e dintorni di Bologna a l’associazione culturale Nuovo
Umanesimo di Casalbordino
hanno avviato la raccolta di
fondi da destinare ai terremotati col conto corrente del
Monte dei Paschi di Siena, intestato ad associzione VabBò:
Iban: IT 77 K 01030 02430
000010357122. E’ possibile fare
versamenti di solidarietà nelle filiali della Bls e Monte dei
Paschi di Siena. Il Coordinamento dei docenti raccoglie
fondi per il recupero del patrimonio artistico. Per informazioni è a disposizione la coordinatrice, Maria Luisa Carmini: 347.5214723. A coordinare le operazioni, il dirigente
comunale Enzo Marcello:
348.2489236. (p.c.)
IL CENTRO
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INCHIESTA SUI SERVIZI SOCIALI
Tentata concussione, Cordoma non risponde
Azienda sociale, il sindaco in procura per le presunte assunzioni pilotate
MONTESILVANO. Il sindaco di Montesilvano Pasquale
Cordoma, è stato interrogato ieri in procura nell’ambito
dell’inchiesta su presunte assunzioni pilotate nell’azienda speciale per i servizi sociali ex «Debora Ferrigno», che
lo vede indagato con l’accusa di tentativo di concussione.
Oltre a Cordoma, che si è professato innocente, sono stati
convocati dal pubblico ministero Gennaro Varone altri
tre indagati nella vicenda, tra cui l’ex direttore dell’azienda, Nicola Grimaldi.
L’ex direttore dell’azienda
deve rispondere di tentativo
di concussione e abuso d’ufficio. Ieri mattina davanti al
pm, Grimaldi e le altre due
persone indagate si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Altri interrogatori delle
persone coinvolte nell’inchiesta sono state effettuate dalla
Squadra Mobile. Ma non sono trapelate indiscrezioni. In
totale gli indagati nell’inchiesta svolta dalla procura della
Repubblica di Pescara sono
15, per lo più dipendenti della
ex Ferrigno.
Secondo l’accusa del pm Varone, Grimaldi avrebbe cercato di indurre una psicologa assunta nell’azienda speciale
per i servizi sociali ex «Debora Ferrigno», a tempo determinato a lasciare il proprio
incarico o ad accettare un
cambio di mansione per fare
posto ad uno psicologo, vicino ai vertici del Comune. L’inchiesta ha poi portato anche
al coinvolgimento del sindaco
Cordoma.
PROVINCIA DI CHIETI
Chieti: Menna, corso Marrucino, tel. 0871.330061.
Scalo. Pierantoni, piazzale Marconi, 0871.560791.
Ortona: San Tommaso, corso Vittorio Emanuele,
085.9063352.
Guardiagrele: Moderna, via Tripio, 0871.82328.
Orsogna: Massi, via Trento e Trieste, 0871.86335
Lanciano: Marciani, via Veneto 40 (0872.712905)
Atessa: Falcocchio, largo Municipio 9 (0872.866574)
Casoli: Tilli, via San Rocco 6 (0872.981192)
San Vito: Verna, via Frentana 102 (0872.61444)
Rocca S.G.: De Mia, corso Garibaldi 24 (0872.60127)
Vasto: Savelli, via Giulia 12 (0873.367249)
San Salvo: Grifone, via Dello Stadio 40(0873.343285)
Casalbordino: D’Aurizio, corso Garibaldi (0873.900234)
Carpineto Sinello: Russi, Strada rotabile (0872.869246)
Termoli: Cappella, via Maratona 1 (0875.703233)
Il sindaco Pasquale Cordonoma mostra un atto del Comune
IL FATTO
Pestato per un sms a una ragazza
Spedizione punitiva del fidanzato geloso per un contatto su Facebook
PESCARA. E’ stato aggredito e picchiato solo perché ha inviato un sms a una ragazza conosciuta su Facebook. Il fidanzato della giovane se l’è presa e lo ha voluto
incontrare. Poi, sotto gli occhi di suo padre che lo incitava, lo ha malmenato. La
vittima è Emanuele, ventenne, mentre
gli aggressori sono padre e figlio, Franco
Marsilii, di 47 anni, e Egeo, di 19 anni. Il
primo è stato sottoposto all’obbligo di dimora, il secondo è agli arresti domiciliari
e devono rispondere di lesioni gravi in
concorso, con l’aggravante della commissione del reato per futili motivi. L’episodio risale al 7 marzo. Emanuele era in
compagnia di alcuni amici quando è stato
contattato al telefono da uno sconosciuto
per un incontro. Si trattava del ragazzo di
Nadia, una giovane conosciuta da Ema-
nuele tramite Facebook e al quale lui aveva spedito un sms, senza sapere che fosse
fidanzata. Volendo spiegare come stavano le cose, Emanuele ha accettato l’appuntamento e ha raggiunto il luogo stabilito, una tabaccheria di Montesilvano. Lì
ha trovato Egeo Marsilii e il padre Franco, con degli amici. Appena arrivato è stato colpito al volto con due pugni dal fidanzato geloso che subito dopo ha continuato
a tirare pugni e sferrare calci. Il padre di
Egeo, dal canto suo, ha incitato il figlio e
ha perfino fermato uno degli amici della
vittima, che era pronto a intervenire per
bloccare l’aggressione. Il malcapitato è
stato quindi scagliato sul cofano di un’auto in sosta e quando è riuscito a scampare
al pestaggio è stato trasportato in ospedale e sottoposto a due interventi chirurgici
Pescara Calcio, il giudice
reintegra i giocatori licenziati
PESCARA. Giuliano, Di Vicino e Cardinale hanno vinto
la partita contro la curatela
fallimentare del Pescara Calcio. I tre giocatori avevano depositato il 9 febbraio il ricorso contro il licenziamento deciso dal curatore fallimentare
Saverio Mancinelli.
Il 12 marzo c’è stata l’udienza e ieri il giudice Anna Fortieri ha reso noto la sua decisione: il licenziamento era illegittimo. Di conseguenza, i
tre calciatori andranno subito reintegrati.
In tal senso si sono già mossi gli avvocati che hanno seguito il caso: Lucio De Benedictis, Carlo Naso e Franco Sabatini.
In pratica, la curatela fallimentare ha sbagliato a interrompere unilateralmente il
rapporto con i giocatori dopo
averli impiegati. Insomma, la
scelta dei tempi è stata disastrosa. Come mai Mancinelli
ha commesso un errore così
grossolano? Solo lui può rispondere.
C’è da chiedersi se la vicenda si sia chiusa qui o se avrà
una coda. Di certo, non mancheranno le polemiche.
Il Delfino 1936, società che
ha rilevato il Pescara dal fallimento, dovrà inserire nella
rosa i tre giocatori e stipendiarli regolarmente (senza dimenticare gli arretrati...).
Il difensore Nando Giuliano, il fantasista Giorgio Di Vicino e il regista Antonino Cardinale avevano dei contratti
pluriennali con il Pescara
che sono da ritenere validi a
tutti gli effetti. (m.c.)
per una frattura alla mandibola. Al giovane è stata anche applicata in modo permanente una protesi al titanio e la prognosi
dei medici è stata di 60 giorni. Nel frattempo sono partite le indagini della polizia
che è riuscita a identificare l’aggressore,
scoprendo che si tratta di un appassionato di boxe. Il gip della Procura di Pescara,
Maria Michela Di Fine, ha quindi emesso
le misure cautelari nei confronti dei due
Marsilii, padre e figlio, eseguite ieri mattina. Proprio il gip ha messo in evidenza il
ruolo negativo svolto dal capofamiglia
perché ha contribuito alla «scellerata
azione del figlio, lasciando che si misurasse nell’azione offensiva, evidentemente
condividendone le motivazioni». Il pm titolare dell’indagine è Giuseppe Bellelli.
Flavia Buccilli
BASKET LEGA DUE
L’AQUILA
Questa sera Roseto
in campo a Frosinone
UniCredit, agibili
bancomat Aquilone
ROSETO. Ultime tre gare
del campionato di LegaDue di
basket per la Seven 2007 Roseto che questa sera è di scena
al palasport di Frosinone per
affrontare la Prima Veroli
(palla a due ore 20,30) in un
match nel quale gli atleti
biancazzurri scenderanno in
campo con uno stato d’animo
particolare per il terribile terremoto che ha devastato l’Abruzzo, colpendo la Provincia
dell’Aquila. I tragici accadimenti hanno spinto il mondo
del basket ad unirsi per sostenere le popolazioni colpite e
anche la Prima Basket Veroli
devolverà una parte dell’incasso e allestirà nel palasport
dei punti raccolta per le donazioni.
La partita sarà diretta da
Caroti, Vicino e Beneduce.
PESCARA.
UniCredit
Banca di Roma, comunica
che è stata data l’agibilità
per i bancomat di Via Madonna del Pettino e del
Centro Commerciale “L’Aquilone” e pertanto sono
di nuovo disponibili per
tutti i cittadini dell’Aquila
e provincia. A tutti i clienti UniCredit che preleverano dai bancomat di tutte
le banche presenti sul territorio non verrà applicata commissione.
A tutti i clienti delle altre
banche, non appena ricevuto l’assenso dall’ABI
(Associazione
Bancaria
Italiana), non verranno applicate commissioni sul
prelievo dai bancomat di
UniCredit Banca di Roma
L’OROSCOPO DEL GIORNO
a
ARIETE
21 marzo
20 aprile
Sappiate valorizzare bene questa giornata. Avete idee da mettere in atto subito. Molta tenacia. Sono favorevoli anche
gli spostamenti.
b
TORO
21 aprile
20 maggio
La via migliore da seguire oggi è quella
suggerita dall’intuito, anche se suona
un po’ insolita al vostro buon senso. Sospetti e gelosie in amore.
c
GEMELLI
21 maggio
20 giugno
L’intuito vi guiderà nella scelta fra due
proposte di lavoro, entrambe allettanti.
In serata una persona rimarrà affascinata dalla vostra dolce personalità.
d
CANCRO
21 giugno
22 luglio
Un ritardo nella realizzazione di un progetto a cui pensate da tempo, vi metterà
in agitazione. L’amore sarà la vostra ancora di salvezza.
e
LEONE
23 luglio
22 agosto
In famiglia vi sentirete poco apprezzati
e avvertirete scarsa partecipazione ai
vostri progetti. Prima di prendere una
decisione, rifletteteci a lungo.
f
VERGINE
23 agosto
22 settembre
Un breve viaggio in compagnia di chi
amate vi potrebbe rilassare, ma non dovete dimenticare per questo i vostri impegni verso la famiglia. Un po’ di svago.
g
BILANCIA
23 settembre
22 ottobre
Avete delle buone motivazioni e anche
se vi saranno degli ostacoli da superare, riuscirete meglio del previsto. Saprete organizzare un programma serale.
h
SCORPIONE
23 ottobre
22 novembre
Date una prova concreta del coraggio
che sbandierate in ogni occasione ed assumetevi di fronte ad un problema serio
tutte le responsabilità. Riposo.
i
SAGITTARIO
23 novembre
21 dicembre
Un nuovo interesse vi coinvolgerà molto
e vi aiuterà a superare questo momento
di difficoltà sentimentale. Un amico vi
presenterà gente nuova e simpatica.
j
CAPRICORNO
22 dicembre
19 gennaio
Un improvviso desiderio di libertà dai
vincoli quotidiani vi renderà difficile accettare con serenità i soliti impegni di tutti i giorni. Un nuovo amore in arrivo.
k
ACQUARIO
20 gennaio
19 febbraio
Vi sentirete un po’ tesi. Superare questa
sensazione dedicandovi a quegli impegni, che più vi piacciono. Non avviate
nuovi programmi. Comprensione.
l
PESCI
20 febbraio
20 marzo
La giornata avrà un avvio piuttosto movimentato e questo sarà in contrasto con
la sensazione di stanchezza con la quale vi sveglierete. Riposo.
PROVINCIA DI PESCARA
Pescara: Adriatica, viale Bovio 362, tel. 085.47.12.729.
Signorini, p. Garibaldi 24, tel. 085.69.08.29.
Montesilvano: Costa, via Verrotti, Espansione 2, tel.
085.44.58.979.
Francavilla: Amoroso, viale Monte Corno 3, tel.
085.49.10.061.
Rosciano: Berionni, v. Roma 22, tel. 085.85.05.426.
Città Sant’Angelo: D’Addario Francesco, p. Garibaldi 3,
tel. 085.96.604 (turno di notte al 085.95.05.64).
Penne: Filipponi, viale Ringa 6, telefono 085.82.79.627.
Carpineto: Ruggieri, v. R. Margherita 4, tel.
085.84.93.33.
Collecorvino: Petronio, via Pantalone 18, tel.
085.82.07.118.
San Valentino: Chiacchia, tel. 085.85.74.145.
Cugnoli: Pompei, via Italia 22, tel. 085.85.76.101.
Serramonacesca: Cocco, via Roma 30, telefono
085.85.98.53.
PROVINCIA DI TERAMO
Teramo: Di Pierro, via De Gasperi, tel. 0861-411960.
Mosciano-Bellante: Moretti, via Marconi, Mosciano, tel.
085-8061018. Campli: Del Corso, corso Umberto, tel.
0861-56180. Atri: Pepe, corso Adriano, Atri, tel.
085-87221. Pineto-Silvi: Comunale, via Leonardo da Vinci, tel. 085-9353375. Giulianova: Ielo, via Orsini, tel.
085-8007240. Roseto: Eredi Di Bonaventura, via Nazionale, tel. 085-8990237.
Val Vibrata: Brunelli, via XX Settembre, Torano; Parere,
via Roma, Alba Adriatica, 0861-712352. Val Fino: Rosini,
via Roma, Bisenti, tel. 0861-997354. Isola: Guati, Castel
Castagna, tel. 0861-697009.
Montorio: Merlini, via Urbani, tel. 0861-592245. Castelli-Isola: Corinti, via Nuova, Colledara, tel. 0861.698869.
Val Vomano: Di Febbo, piazza Vittorio Emanuele,
tel.0861-650172
50
GIOVEDÌ
Tg1 13.30/17.00/20.00/23.05/0.45
Tg1 Flash 6.30/7/7.30/8/9/9.30/11.30
21.10
FICTION
Tg2 13.00/18.30/20.30/23.20
Tg2 Flash 10.05/10.55/18.05
23.35
Eleonora
Brigliadori (foto)
introduce
cinque famosi
attori in una
insolita recita
6.20
6.25
6.55
7.00
9.15
9.45
10.00
11.00
13.30
13.55
14.00
16.15
17.20
18.10
19.00
19.35
20.25
21.05
23.35
NOTTE
1.20 Estrazioni del lotto
1.30 Sottovoce Di Gigi Marzullo
2.00 Rai Educational: FuoriClasse Canale Scuola-Lavoro
2.30 SuperStar
3.10 Il Maresciallo Rocca 5
Film Tv con Gigi Proietti
4.50 Don Fumino Telefilm
5.20 Homo Ridens / Euronews
PROSA
I fioretti di
San Francesco
Sospeso dal
servizio Luca
chiede a Sandra
spiegazioni
sui 15 mila euro
rinvenuti
in casa loro
6.05 Anima Good News
6.10 Incantesimo 10 Fiction
6.45 Unomattina Con Michele Cucuzza ed Eleonora Daniele
7.35 Tg Parlamento Rubrica
8.20 Tg1 Le idee Rubrica
10.00 Verdetto finale Con V. Maya
11.00 Occhio alla spesa Il programma è ideato e condotto da Alessandro Di Pietro
12.00 La prova del cuoco Varietà
condotto da Elisa Isoardi
con la partecipazione di
Beppe Bigazzi e A. Moroni
14.00 Tg1 Economia
14.10 Festa italiana Con C. Balivo
16.15 La vita in diretta Attualità
16.50 Tg Parlamento Rubrica
18.50 L’eredità Con Carlo Conti
20.30 Affari Tuoi Con Max Giusti
21.10 Butta la luna 2 Fiction con
Fiona May, Chiara Conti,Andrea Tidona, Giampaolo Morelli, A. Zagaria, R. Farnesi
23.10 Porta a porta Attualità
OGGI IN TELEVISIONE
Il giornale non è responsabile dei cambiamenti
apportati ai programmi senza preavviso
Butta la luna 2
Tg2 Medicina 33 Rubrica (r)
X Factor Con F. Facchinetti
Quasi le sette Rubrica
Cartoon Flakes Cartoni
Il Cercasapori Attualità
Tracy & Polpetta
Tg2punto.it
Insieme sul Due
Tg2 Costume e società
Tg2 Medicina 33 Rubrica
Italia allo specchio Conduce Francesca Senette
Ricomincio da qui
Law & Order Telefilm
Rai Tg Sport
X Factor Con F. Facchinetti
Squadra Speciale Cobra 11 Tf
Estrazioni del lotto
Annozero Attualità
“Palco e Retropalco” presenta: I fioretti di San Francesco Con Giancarlo Dettori, Valeria Moriconi, Pamela Villoresi, Flavio Bucci, F.
Nuti. Conduce E. Brigliadori
NOTTE
0.30
0.40
2.05
2.20
2.40
Tg Parlamento Rubrica
Giochi rischiosi Film Tv (’04)
Almanacco Con A. Canale
Tg2 Costume e Società Repl.
Le ragazze di Piazza di Spagna Tf /Inconscio e Magia /
Cercando cercando / Effetto ieri / Italia mooch more
/ I nostri problemi
MTV
La 7
Tg3 12.00/14.20/15.10/19/21.05/0.00
Tg3 regionali 14.00/19.30/0.10
1.40
CONCERTO
Tg5 8.00/13.00/20.00/1.30/5.30
Tg5 Flash 10.00 Tg5 minuti 18.00
13.45
SOAP
La musica di Raitre
Beautiful
Orchestra e Coro
di Santa Cecilia
diretti da Fabio
Luisi eseguono
la “Messa in do
magg. op. 86”
di Beethoven
Dopo che i figli
di Eric sono stati
licenziati, Donna
(foto) si dice
pronta a guidare
la Forrester
con Marcus
6.00 Rai News 24 Attualità
6.30 Il caffè Di C. Mineo. All’interno: Italia, istruzioni per
l’uso Di Emanuela Falcetti
7.30 Tgr Buongiorno Regione
8.00 Rai News 24 Il caffè
8.15 La Storia siamo noi
9.15 Verba volant
9.20 Cominciamo bene Prima
10.00 Cominciamo bene Con Fabrizio Frizzi ed Elsa Di Gati
12.15 Tg3 - Rai Sport Notizie
12.25 Tg3 Chièdiscena
12.45 Le storie - Diario italiano
13.05 Terra nostra Telenovela
14.50 Tgr Leonardo /Tgr Neapolis
15.15 Trebisonda La Tv dei ragazzi
17.00 Cose dell’altro Geo
17.50 Geo & geo Rubrica
20.00 Blob / Agrodolce Serie
20.35 Un posto al sole Serie
21.10 Air Force One Film (1997) di
W. Petersen con Harrison
Ford, G. Oldman, G. Close
23.10 Kate & Emma Tf
6.00 Tg5 Prima pagina / Traffico
/ Meteo 5 /Borsa e monete
8.40 Mattino Cinque Con Barbara D’Urso e Claudio Brachino
11.00 Forum Con R. Dalla Chiesa
13.45 Beautiful Soap (5365) con
Jennifer Gareis, Texas Battle, J. McCook e Leslie Kay
14.10 CentoVetrine Soap (1886)
14.45 Uomini e donne Talkshow.
Conduce Maria De Filippi
16.15 Pomeriggio Cinque Attualità. Conduce Barbara D’Urso
18.50 Chi vuol essere milionario
Quiz. Conduce Gerry Scotti
20.30 Striscia la notizia - La voce
della supplenza Ficarra e
Picone alla conduzione del
Tg satirico di Antonio Ricci
21.10 Filmissimi:Una notte al museo Film (’06, 1ª Tv) di S. Levy con B. Stiller, C. Gugino
23.30 Terra! Programma di approfondimento a cura di Toni
Capuozzo, S. Provvisionato
NOTTE
Tg La7 6.00/12.30/20.00/0.50
Punto Tg 10.10 / Sport 7 12.55
13.00
14.00
16.05
17.05
19.00
20.30
23.00
23.35
1.15
2.15
2.20
Meteo - Oroscopo - Traffico
Omnibus Attualità
Omnibus Life Attualità
2 minuti un libro Rubrica
F/X Telefilm
Matlock Telefilm con Andy
Griffith, Linda Purl, Kene
Holliday, Nancy Stafford,
Kari Lizzer, C. Gilyard Jr.
L’ispettore Tibbs Telefilm:
“Un cuore tutto d’oro”
Controspionaggio Film (’54)
di Gottfried Reinhardt con
O.E. Hasse, Clark Gable,
Lana Turner, Victor Mature
Relic Hunter Telefilm
Atlantide - Storie di uomini
e di mondi Con F. Mazzalai
Jag-Avvocati in divisa Telefilm con David J. Elliott, Catherine Bell, P. Labyorteaux
Calcio Coppa Uefa: SportVerein Werder Brema-Udinese (quarti di finale - andata)
Calcio Postpartita
Victor Victoria Di V. Cabello
Alla corte di Alice Telefilm
2 minuti un libro Rubrica (r)
CNN News Collegamento con
la rete televisiva americana
MTV Flash 16/17/18/19/20/22.30/5.40
13.00
14.00
15.00
16.05
18.05
19.30
20.05
21.00
22.35
23.30
0.30
1.30
Mtv the Most Show
Mtv Confidential / Next
TRL Total Request Live
Into the Music
Chart Blast/Mtv Confidential
Best Driver Show
Greek Fiction
Britney For the Record
Central Station Show
South Park Animazione
Brand New Videos
Into the Music / Insomnia
All Music
ALL NEWS 13.00/16.00/19.00
10.00 Deejay chiama Italia
12.00 Inbox / The Club
14.00 Community Conducono Valeria Bilello ed Ivan Olita
15.00 All Music Loves Rock
16.05 Rotazione musicale
19.05 The Club / Inbox
21.00 Mono
22.00 Deejay chiama Italia
23.30 Code Monkeys Cartoni
0.00 Sons of Butcher Cartoni
0.30 The Club / All Night
Studio Aperto 12.25/18.30/2.10/5.55
21.10
1.10 Cult Book
1.40 La musica di Raitre L’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia diretti da F. Luisi eseguono la Messa in do maggiore
per soli, coro e orchestra op.
86 Di Ludwig van Beethoven
2.20 “Fuori orario. Cose (mai) viste” presenta: Fuoriorario
0.30
1.30
2.15
3.40
4.15
Nonsolomoda Globish News
Striscia la notizia Show (r)
The Guardian Telefilm
Grande Fratello Reality (r)
Squadra Emergenza Telefilm
con Coby Bell, Molly Price,
Skipp Sudduth, Anthony Ruivivar, Jason Wiles, D. Kelly,
Chris Bauer, Michael Beach
CINEVIDEO
/ AIR FORCE ONE
Regia di Wolfgang Petersen con Harrison Ford, G. Oldman, G. Close, W.
Crewson. Azione-Usa 1997 (123 min.)
James Marshall, Presidente
degli Stati Uniti, sta rientrando da una visita ufficiale a
Mosca a bordo dell’Air Force
One. Ma un gruppo di terroristi russi, guidato da un ex
combattente in Afghanistan,
dirotta l’aereo e, minacciando di uccidere tutti i passeggeri, chiede la liberazione
del generale Radek, ex dittatore di uno Stato ex sovietico.
Raitre, ore 21.10
/ UNA NOTTE AL MUSEO
Regia di Shawn Levy con Ben Stiller,
Carla Gugino, Robin Williams, D. Van
Dyke. Commedia-Usa 2006 (108 min.)
Larry Daley, guardia notturna al museo di storia naturale di New York, sta facendo
il suo giro di ricognizione
quando gli animali impagliati e le statue dei personaggi
ospitati nelle diverse sale cominciano ad animarsi: Roosevelt, Colombo, Attila, oltre
a dinosauri e ad altri animali
estinti, gli daranno parecchio filo da torcere. Prima Tv
Canale 5, ore 21.10
/ L’ERBA DI GRACE
Regia di N. Cole con Brenda Blethyn,
Craig Ferguson, Martin Clunes. Commedia - Gran Bretagna 2000 (90 min.)
Nella ridente Cornovaglia,
una dolce signora, da poco
vedova, si trova a dover affrontare debiti e misfatti del
defunto marito. Senza farsi
prendere dallo sconforto, trova il modo di far fruttare il
suo pollice verde. Decide così di trasformare la propria
serra di orchidee in una coltivazione di marjuana, e gli affari prosperano.
Rete, 4 ore 23.40
/ ...E VENNE UN UOMO
Regia di Ermanno Olmi con Rod Steiger, Adolfo Celi, Giorgio Fortunato, P.
Gelmi. Biografico-Italia 1965 (86 min.)
Angelo Roncalli viene mandato a seguire i corsi di latino
tenuti da don Pietro. Qui matura la sua vocazione religiosa, che lo porta a Roma dove
è ordinato sacerdote. Dopo
la prima guerra mondiale inizia il suo percorso come Nunzio Apostolico. Nel 1958 diventerà Papa con il nome di
Giovanni XXIII, senza mai dimenticare le sue umili origini.
Rete 4, ore 2.20
Sky Cinema 1
Sky Cinema Family
Sky Cinema Max
6.20 Torbide relazioni Film (’06)
7.55 Ben Stiller Speciale
8.15 L’ultima missione Film (’08)
con D. Auteuil, O. Bonamy
10.20 Mamma ho perso il lavoro
Film (2008) con D. Keaton
11.55 Il mio ragazzo è un bastardo Film (’06) con J. Metcalfe
13.30 Il Padrino Speciale
13.50 Next Film (’07) con N. Cage
15.30 Il depresso innamorato Film
17.10 Il mattino ha l’oro in bocca
Film (2007) con E. Germano
19.00 Bernard & Doris - Complici
amici Film con S. Sarandon
20.45 Sky Cine News Rubrica
21.00 Amore, bugie e calcetto Film
(’07) con C. Bisio, C. Pandolfi
23.05 Il mio ragazzo è un bastardo Film (’06) con J. Metcalfe
0.45 Scrivilo sui muri Film (’07)
2.20 Amore, bugie e calcetto Film
(’07) con C. Bisio, C. Pandolfi
4.20 Torbide relazioni Film (’06)
6.15 Princess-Alla ricerca del vero amore Film con K. Pardue
7.45 Chewingum Film (1984)
9.25 Il Padrino Speciale
9.45 Prova a volare Film (2004)
11.25 Stepping - Dalla strada al
palcoscenico Film (2007)
13.25 Il Re del supermarket Film
15.05 Chocolat Film (2000)
17.15 Il Padrino Speciale
17.35 Princess-Alla ricerca del vero amore Film con K. Pardue
19.10 Uibù-Fantasmino fifone Film
21.00 I marciapiedi di New York
Film (’01) di Edward Burns
22.55 Mio cugino Vincenzo Film
con J. Pesci e R. Macchio
1.10 Stepping - Dalla strada al
palcoscenico Film (2007)
3.10 I marciapiedi di New York
Film (’01) di Edward Burns
5.00 Il Padrino Speciale
5.20 Un papà sotto l’albero Film
(’01) con Hannes Jaenicke
7.15 La pretora Film (1976)
9.00 Ceneri alle ceneri-Pumpkinhead 3 Film (’06) di J. West
10.40 The Contract - Patto di sangue Film (1999) di S.R. Monroe con C. Overbye Ross
12.15 Foolproof Film (2003) con
Ryan Reynolds e K. Booth
13.55 The Delphi Effect Film con
Shannen Doherty e R. Gant
15.30 Impatto criminale Film (’02)
17.10 Sotto corte marziale Film (’02)
con Bruce Willis e C. Farrell
19.20 Fuga pericolosa Film (2007)
con J.P. Assböck, D. Buder
21.00 The Butterfly Effect 2 Film
con E. Lively e E. Durance
22.40 Rec-La paura in diretta Film
con M. Velasco, F. Terraza
0.05 Sexual Predator Film (2001)
1.35 Cattive compagnie Film (’90)
3.15 Giovani assassini nati Film
4.50 La strana voglia-Scent of passion Film (’90) con G. Teodori
Sky Cinema Mania
7.25
7.45
9.35
11.30
13.55
15.35
15.55
17.30
19.15
21.00
23.15
1.10
2.40
4.05
4.20
5.55
Il Padrino Speciale
Metronotte Film (2000)
Still Life Film (2006)
La duchessa di Langeais Film
con J. Balibar, G. Depardieu
La ragazza del lago Film (’07)
con T. Servillo e V. Golino
Il Padrino Speciale
Sleuth-Gli insospettabili Film
(2007) con J. Law, M. Caine
Skin Deep-Il piacere è tutto
mio Film (’89) con J. Ritter
Haven-Inseguendo il Paradiso Film (’04) con O. Bloom
Un’altra giovinezza Film (’07)
con Tim Roth e A.M. Lara
Lo scafandro e la farfalla
Film (2007) con M. Amalric
Havoc - Fuori controllo Film
Elephant Film (2003)
Sky Cine News Rubrica
Sleuth-Gli insospettabili Film
(2007) con J. Law, M. Caine
Io non sono qui Film (2007)
TELEFILM
Tg4 5.10/11.30/13.30/18.55/1.50
16.00
FILM
C.S.I. - Scena
del crimine
L’avventura
del Poseidon
Sara, in preda
a un tormento
interiore,
decide di
lasciare l’unità
scientifica
Il transatlantico
si capovolge: i
dieci passeggeri
sopravvissuti
cercano
una via d’uscita
6.35 Cartoni animati
8.30 Slappy - Occhio alla pinna!
Film Tv (’98) di B. Kellman
10.10 Magia nel lago Film (1995)
12.15 Secondo voi Attualità
13.00 Studio Sport / MotoGp-Quiz
13.40 Cartoni animati
14.30 I Simpson Sitcom
15.00 Smallville Telefilm
15.50 Kyle XY Telefilm
16.40 Malcolm Telefilm
17.30 Spongebob /Spiders Riders
/ Gormiti - Il ritorno dei signori della natura! Cartoni
19.00 Studio Sport
19.30 I Simpson Sitcom
19.50 Camera Cafè ristretto Sitcom
20.05 Camera Cafè Sitcom
20.30 La ruota della fortuna Quiz
21.10 C.S.I. - Scena del crimine
Tf: “Addio e buona fortuna”
22.05 C.S.I. New York Telefilm:
“La torcia umana”
23.00 Real C.S.I. A sangue freddo
23.55 Chiambretti Night Varietà
NOTTE
LE TRAME DEI FILM IN PROGRAMMA
6.00
7.00
9.15
10.15
10.25
11.30
IL CENTRO
T4
9 aprile 2009
NOTTE
1.45
2.25
3.05
4.10
Studio Sport
Talent1 - Player Reality
I Soprano Telefilm
Il migliore amico dell’uomo
Film (’93) di John Lafia con
Ally Sheedy, Lance Henriksen, R. Costanzo, J. Cassini
5.30 Studio Sport Replica
6.05 Still Standing Telefilm
5.40
8.10
10.10
11.00
11.40
12.25
14.05
15.10
16.00
18.40
19.35
20.30
21.10
23.40
Kojak Telefilm / Quincy Tf
Hunter Tf / Nash Bridges Tf
Febbre d’amore Soap
My Life Soap
Detective in corsia Telefilm
Renegade Telefilm
Il Tribunale di Forum Sessione pomeridiana. Conduce il programma Rita Dalla
Chiesa. Regia di G. Sciacca
Wolff un poliziotto a Berlino Tf
L’avventura del Poseidon
Film (1972) di Ronald Neame con Gene Hackman, Ernest Borgnine, Red Buttons
Tempesta d’amore Soap
Tempesta d’amore Soap
Walker, Texas Ranger Tf
Stranamore Varietà condotto da Emanuela Folliero
I bellissimi di Rete 4: L’erba di Grace Film (2000) di
Nigel Cole con Brenda Blethyn, Craig Ferguson, Martin Clunes
NOTTE
2.15 Stasera a teatro Show
2.20 ...e venne un uomo Film (’65)
di E. Olmi con R. Steiger, Adolfo Celi, Giorgio Fortunato,
Pietro Gelmi e Alberto Rossi
3.55 Peste e corna e gocce di storia A cura di R. Gervaso (r)
4.00 Blue Murder Telefilm
4.50 Febbre d’amore Soap
Radiouno
Radio Deejay
Gr: 6/7/8/9/(10-12.30 ogni ½h)/ 13/(14-18.00
ogni ½h)/ 19.00/21.00/23/24/ 1/2/3/4/5/5.30
9.06 Radio anch’io 10.10 Questione di Borsa 10.35 Nudo e Crudo 11.40 Pronto, salute
12.35 La Radio ne parla 13.25 Pianeta dimenticato 13.35 Uno Musica Village 14.08 A
tutto campo 14.17 Con parole mie 14.47 Ho
perso il trend 15.40 Radio City 17.40 Tornando a casa 19.30 La Medicina 19.40 Zapping
21.10 Zona Cesarini. Di R. Cucchi 23.12 Demo 23.30 Campus 23.35 Radio Europa 23.45
Uomini e camion 0.25 La notte di Radiouno
News: 6.00/7/8/9/10/12/17/18/19/20. A cura
di Andrea Sessa, Paolo Menegatti, Stefania
Salardi, M. Brambilla, Alessandro Prisco
6.00 Due a zero 7 Platinissima 9 Il Volo del
mattino 10 Deejay chiama Italia 12.00 Due a
Zero. Con Andrea e Michele 13.30 Ciao Belli. Con Digei Angelo e Roberto Ferrari 15.00
Federico 16.30 50 Songs (everyday) 18 Pinocchio 20.00 Laura Antonini 22.00 B Side
24.00 DeeNotte con i Vitiellos 2.00 Ciao Belli (r) 3.00 Il Volo del mattino (r) 4.00 Pinocchio (replica) 5.00 Deejay chiama Italia (r)
Radiodue
Radio Capital
Gr: 6.30/7.30/ 8.30/10.30/ 12.30/13.30/ 15.30/
17.30/ 19.30/ 20.30/ 21.30
6.00 Tiffany 8.00 Il ruggito del coniglio 10.00
Grazie per averci scelto 11.30 Fabio e Fiamma 12.10 Amnèsia 13.00 28 minuti 13.40 Gli
spostati 16.00 Condor 17.00 610 (sei uno zero). Di Lillo e Greg con Alex Braga 18.00 Caterpillar 20 Alle 8 della sera 20.32 Dispenser. Con Federico Bernocchi 21.35 Decanter. Con Federico Quaranta e L’Inutile Tinto
23 Nel frattempo... 24.00 La Mezzanotte di
Radio2. Con L. Bianchetti 2 Radio2 Remix
Dalle 9 alle 17 Capital Tribute: otto appuntamenti 9 - 17 Your Song: otto appuntamenti
6.00 Il Caffè della mattina. Con M. Cacciola
e A. Lucatello 7.50 Risponde Zucconi 8.20
Lateral. Con L. Bottura 9 Nine to Five. Con
B. Senatore 10.30 Daily Bag. Con G. Bagatta 12.00 Nine to Five. Con G. Cattaneo 12.30
Daily Bag. Con G. Bagatta 14.00 Nine to Five. Con Mixo 17.00 Il Caffè della sera. Con
Gigi Ariemma 17.30 Daily Bag 18.50 Risponde Zucconi 20 Vibe. Con M. Oldani 21 Whatever. Con L. De Gennaro 22 Capital Gold
Radiotre
m2o
Gr: 6.45/8.45/10.45/13.45/ 16.45/18.45/22.45
7.15 Prima Pagina 9.00 Ad alta voce 9.30 Tabloid 10.15 Faccia a faccia 10.50 Radiotre
Scienza 11.30 Radio3 Mondo 12 I concerti
del mattino 13 Il dottor Djembè 14 Ad alta
voce 14.30 Musica 15 Fahrenheit 16 Storyville 18 Il Terzo Anello 19.00 Hollywood Party
19.50 Radio3 Suite. All’interno: 20 Velluto
rosso 20.30 Concerto dell’Orchestra Sinfon.
Nazion. della Rai 23.30 Fantasmi 24 La fabbrica di polli 0.10 Battiti 1.30 Ad alta voce
7.00 M to Go. Risveglio muscolare 9.00 My
Day 11.00 Dual Core 2.O. Con Alberto Remondini 13.00 The Bomb 14.00 Il cammino
di Gigi D’Agostino 15.00 Prezioso in Action
16.00 Provenzano Dj Show 18.00 Gabry2o
19.00 Real Trust. Di Roberto Molinaro 20.00
TribeSpecial Guest 21.00 Trance Evolution
con Andrea Mazza 22.00 StardustMusica &
Mixa Paolo Bolognesi 24.00 Sturdust in Love con Massimiliano Troiani 1.00 La noche
escabrosa 5 SoUNdzRISE: i suoni dell’alba
Raisat Cinema
Sky Cinema Hits
6.00 Porte aperte Film (1990)
8.00 La stella del Nord Film (’81)
con S. Signoret e P. Noiret
10.00 Dimmi che mi ami, Junie
Moon Film con L. Minnelli
12.00 Nessuno mi può giudicare
Film (1966) con C. Caselli
14.05 StracultSat Magazine
14.55 Trappola d’amore Film (’94)
con Richard Gere, S. Stone
16.40 Banditi a Milano Film (1968)
con G.M. Volonté, T. Milian
18.20 Porca vacca Film (1980) con
Renato Pozzetto, L. Antonelli
20.10 StracultSat Magazine
21.00 La finestra della camera da
letto Film con S. Guttenberg
22.55 Jolly Killer (Pesce d’aprile)
Film (1986) con D. Foreman
0.25 Rombo di tuono Film con
C. Norris, M. Emmet Walsh
2.10 La notte del giorno dopo Film
con M. Brando e R. Moreno
3.45 Bus 174 Film (2002)
6.00 Dear Frankie Film (2004)
7.45 La tela di Carlotta Film (’06)
con D. Fanning e E. Davis
9.30 Viva la Fenech Speciale
9.50 L’uomo dell’anno Film (’06)
con R. Williams, C. Walken
11.50 The Mask 2 Film (2004)
13.30 Hotel cinque stelle Film (’06)
con José Garcia e I. Carré
15.15 L’uomo dell’anno Film (’06)
con R. Williams, C. Walken
17.15 Maradona- La mano de Dios
Film (2006) con P. Taricone
19.15 Il Padrino Speciale
19.35 Nero bifamiliare Film (2007)
con Claudia Gerini, M. Giusti
21.15 Femme fatale Film (’02) di B.
De Palma con Rebecca Romijn-Stamos e A. Banderas
23.15 L’eletto Film (2006)
1.05 Living & Dying Film (2007)
2.40 Maradona- La mano de Dios
Film (2006) con P. Taricone
4.45 Buffalo Soldiers Film (2001)
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IL CENTRO
A3
ATTUALITA’
GIOVEDÌ
9 aprile 2009
53
LEGGE SULLA SICUREZZA, E’ SCONTRO
Governo battuto su immigrati e banche
Maroni «furioso» ed è rissa tra Lega e Pdl. Bossi tenta di ricucire con Berlusconi
Il decreto sicurezza passa con il sì dell’opposizione. 17 franchi tiratori nella maggioranza
di Renato Venditti
ROMA. Il decreto sulla sicurezza del governo è stato approvato dalla Camera con
una votazione a sorpresa: ha avuto 397
consensi, ma la maggioranza di essi, 205,
sono dell’opposizione mentre i voti del centrodestra sono solo 192. La Lega non ha infatti partecipato allo scrutinio, per proteIl governo è battuto, su uno
dei cavalli di battaglia della
Lega. Si apre la polemica fra
Pdl e Carroccio. «Sono furioso», protesta subito dopo Maroni, «si tratta di un vero e
proprio indulto». Il ministro
dell’Interno chiede un «impegno diretto» a Berlusconi e arriva a minacciare le sue dimissioni: senza garanzie, «mi regolerò di conseguenza». Umberto Bossi invita alla calma:
oggi andranno insieme da Berlusconi per sanare la faccenda. Lo scivolone del centrodestra sui Centri per l’espulsione si ricava dalle cifre: la maggioranza partiva infatti con
242 voti, l’opposizione con 225.
A questi ultimi si sono aggiunti però 17 voti venuti dal centrodestra, quelli che hanno
messo in minoranza la maggioranza potenziale. Il voto ha
più significato politico se si
considera che 10 deputati dell’Italia dei valori di Di Pietro
si sono astenuti. Giulietti e Pisicchio, eletti con l’Idv, si sono
dissociati e hanno votato con
l’opposizione. E Giulietti ha
anche messo in forse il suo futuro con il gruppo di Di Pietro. Il governo è andato di nuovo sotto alla Camera poco do-
sta, dopo che l’aula, grazie a 17 franchi tiratori della maggioranza, ha approvato a
scrutinio segreto emendamenti del Pd e
dell’Udc che cancellano la norma che
avrebbe permesso di prolungare la permanenza degli immigrati nei Centri di identificazione ed espulsione fino a 6 mesi.
po, quando la Lega si è assentata dall’aula per protesta contro i franchi tiratori. E’ stata
così approvata una mozione
del Pd sulle fondazioni bancarie e sulle banche popolari
quotate: 165 voti a favore, 157
contrari.
Tra un voto e l’altro dell’aula, la polemica Pdl-Lega si è
trasferita nel Transatlantico,
dove gli attori principali sono
stati il ministro Ignazio La
Russa, ex An, e il capogruppo
della Lega, Roberto Cota. Uno,
Giacomo Chiappori, dice che è
un cretino, anche se ministro,
chi sostiene che la Lega si è votata contro per fare buriana.
La Russa strilla: «Se Maroni è
arrabbiato, io sono incazzatissimo», e aggiunge che andrà
da Berlusconi perché la norma cambiata sui centri di
espulsione deve essere ripristinata. Il coordinatore del Pdl
vuole allontanare il sospetto
che i voti contro il decreto Maroni siano di fonte ex An. Il capogruppo leghista Roberto Cota chiarisce che gli assenti leghisti erano solo tre.
Maroni è comunque deciso
a ripresentare la norma bocciata in Parlamento, perché la
scadenza del decreto è il 26 di
aprile. Dice che i tempi ci sono, basta chiedere ai presidenti di Camera e Senato di non
chiudere l’aula nella prossima
settimana. Accanto a lui, c’era
il capo della polizia, Manganelli, che mette un carico da undici sulle preoccupazioni di Maroni, definendo un «tutti fuori» le modifiche della Camera.
L’esecutivo fa dietro front sulle ronde
Ritirate le norme dal decreto legge. Calderoli: «Scelta di responsabilità»
ROMA. Il governo ha accettato di eliminare dal dl sicurezza le norme sulle
ronde duramente contestate dall’opposizione. L’accordo è stato raggiunto nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Esulta l’opposizione la quale
ha interrotto il suo ostruzionismo, consentendo di dare il via libera al resto
del testo. La norma sulle ronde verrà
molto probabilmente inserita in un disegno di legge. «Quando prevalgono la
saggezza e la ragionevolezza non vince
nessuno ma sono tutti a vincere», spiega il capogruppo del Pd Antonello Soro. «Siamo molto soddisfatti - sostiene
Michele Vietti (Udc) - che il governo ab-
bia cambiato parere su una nostra proposta molto ragionevole».
Per il ministro Roberto Maroni si è
trattato di una «decisione di cui mi assumo la responsabilità - ha detto - una
scelta di responsabilità che andava fatta anche considerato l’ostruzionismo,
dal mio punto di vista immotivato, dell’opposizione». «Ho incontrato il presidente del Consiglio. Le strade erano soltanto due: mettere la fiducia, forzando
la mano all’opposizione, oppure togliere dal decreto le norme contestate e inserirle nel disegno di legge sulla sicurezza, chiedendo alla conferenza dei capigruppo della Camera di garantire la
calendarizzazione immediata della discussione del ddl».
«E’ una cosa che abbiamo fatto senza
gioia, ma per senso di responsabilità.
In ogni caso c’è l’impegno di Berlusconi a farle in un secondo momento». Così il leghista Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione normativa.
Soddisfazione anche a destra: «L’eliminazione delle ronde è stata una cosa
buona e giusta - afferma Alessandra
Mussolini - al sud sarebbero state molto nocive. Là già la gente deve distinguere tra la criminalità organizzata e i
delinquenti comuni, quindi ci si sarebbe potuti confondere sulle ronde».
54
GIOVEDÌ
IL CENTRO
AC
ECONOMIA
9 aprile 2009
Il Senato approva
Auto e banche risollevano le Borse europee le quote latte
Milano la migliore, effetto Chrysler su Fiat. Unicredit: la Libia entrerà nel cda Il Pd: «È una beffa»
Dopo tre giorni di perdite, i listini chiudono in terreno positivo. La Campari ha acquistato la Wild Turkey, produttrice di bourbon
MILANO. La decisione della Germania di rafforzare gli incentivi
per l’acquisto di modelli ecologici,
il supporto finanziario negli Stati
Uniti all’indotto dello stesso settore e la discreta intonazione di
Wall Street hanno sostenuto la pri-
ma seduta leggermente in rialzo
per le Borse europee dopo tre giornate negative. L’indice Dj Stoxx
600, che fotografa l’andamento dei
principali titoli sui listini del Vecchio continente, ha chiuso in aumento dello 0,31%.
Enel-Endesa, ok dalla Ue
La Commissione europea, autorità
competente in materia di Antitrust, ha
concesso a Enel il via libera all’acquisizione
del controllo esclusivo di Endesa. Ne dà
l’annuncio la Commissione, la quale ricorda
tra l’altro che Enel è attiva nella generazione,
distribuzione e fornitura di energia elettrica
in Italia, Spagna, Bulgaria, Romania, Grecia,
Slovacchia, Russia, Francia e Nord-Sud
America. Ma è anche attiva nel commercio di
energia elettrica in tutta l’Europa e per
l’acquisto e la vendita di gas naturale. Endesa
è attiva nella generazione, distribuzione e
fornitura di energia elettrica in Spagna,
Portogallo, Paesi Bassi, Francia, Germania,
Grecia, Irlanda, America del Sud e del Nord
Africa.
Milano è cresciuta di oltre
due punti percentuali nell’indice S&P/Mib, con Francoforte e
Stoccolma vicine alla crescita
di un punto.
Piazza Affari. Giornata di solidi acquisti con una seduta di
gran lunga migliore tra le piazze azionarie europee: il Mibtel
ha chiuso in crescita dell’1,77%, lo S&P/Mib del 2,28%.
A sostenere il listino milanese
sono stati i titoli dell’automobile e i bancari, oltre a un forte
rialzo nel pomeriggio registrato da Atlantia. Dopo le ultime
trimestrali il clima in Borsa
per Banco Popolare e Unicredit è decisamente cambiato: i
due titoli hanno ottenuto un altro aumento - rispettivamente
del 4,39% e del 3,77% - aiutando tutto il settore bancario.
Farhat Omar Bengdara, Governatore della Banca centrale
della Libia, intanto, è candidato per il consiglio di amministrazione di Unicredit in rappresentanza degli azionisti libici. E’ quanto risulta dalla lista
presentata in vista del rinnovo
del Cda in scadenza.
Grazie ai forti aumenti registrati in tutta Europa dai marchi dell’automobile dopo la decisione della Germania di rafforzare gli incentivi per l’acquisto di mezzi ecologici, i titoli
Fiat e Pirelli a Milano hanno
corso per tutta la giornata:
Fiat, in particolare, ha beneficiato anche del primo trimestre di Chrysler migliore del
previsto, con la società statunitense che, secondo il presidente Jim Press, sta lavorando all’accordo con la casa torinese.
Per quanto riguarda Pirelli,
Carlo Puri Negri lascia la carica di vicepresidente esecutivo
e il gruppo Pirelli Re. Giulio
Malfatto è stato nominato amministratore delegato «con responsabilità sul business».
Campari. Campari mette il
whisky, o meglio il bourbon
americano Wild Turkey, nella
vetrinetta dei super alcolici,
con un’operazione da 575 milioni di dollari cioè 433 milioni di
euro: la più grande mai realizzata dallo storico marchio italiano e grazie alla quale il fatturato della società supererà il
miliardo di euro. «E’ un’acquisizione che si adatta molto bene al nostro gruppo - ha detto
l’ad della Campari Bob Kunze-Concewitz - Wild Turkey è il
primo marchio premium di
Kentucky bourbon al mondo,
una categoria che sta crescendo bene sia in America che altrove». La società regina dell’aperitivo ha acquistato Wild
Turkey dalla francese Pernod
Ricard, insieme ad American
Honey. Grazie a Wild Turkey
Campari, che ha chiuso il 2008
con ricavi a 942 milioni e un
utile netto di 126,5 milioni, «aumenterà di 100 milioni all’anno il suo fatturato, circa il
10,5%», portando i ricavi oltre
il miliardo.
ROMA. Sì del Senato alla fiducia posta dal Governo sul decreto legge sugli incentivi per l’auto
e altri settori in crisi. Il decreto è stato approvato definitivamente dall’Aula di Palazzo Madama
con 164 sì, 119 no e 2 astenuti, nella versione approvata dal Camera con la fiducia. Nel testo del
maxiemendamento alla Camera era confluito il
decreto legge sulle quote latte. «Con il voto di fiducia espresso dal Senato sul Dl incentivi, il settore agroalimentare del nostro Paese ha rimesso in gioco forze che da troppo tempo erano imbrigliate». Lo afferma il ministro Luca Zaia. «Abbiamo chiuso la questione delle quote latte — aggiunge — che da più di venti anni costituiva
una vera e propria tara per tutto il settore primario in Italia e per l’Italia all’estero». «Lo Stato
incasserà 1 miliardo e 671 milioni di euro dalle
aziende produttrici di latte che hanno splafonato. E questo avverrà senza ricorrere a sanatorie
e riuscendo ad impedire che chiudano aziende e
stalle, che torneranno a far parte a pieno titolo
del tessuto produttivo del nostro Paese, nel pieno della legalità». «Questo decreto non prevede
nessuna reale misura di sostegno al comparto
agricolo e della pesca, se non un regalo ai pochi
che hanno sistematicamente violato la legge in
questi anni a scapito dei tanti allevatori onesti
che si sono visti beffati nonostante le proteste di
queste settimane». Lo afferma la senatrice Colomba Mongiello, responsabile del Dipartimento Agricoltura del Pd.
BORSA
v TITOLO
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
0,557
1,157
8,678
4,803
53,593
1,251
0,799
3,100
15,990
0,657
0,623
0,385
0,380
4,220
1,570
10,884
1,482
0,042
1,499
3,553
11,649
4,833
4,836
4,684
0,560
1,166
8,790
4,600
53,810
1,293
0,799
3,100
15,990
0,657
0,630
0,393
0,379
4,297
1,595
11,020
1,480
0,042
1,509
3,520
11,950
4,852
4,862
4,762
-0,533
+1,040
+2,747
+0,656
-1,230
+2,619
+3,028
-0,641
2,434
6,936
1,485
4,107
1,377
2,474
41,524
2,564
2,794
0,482
2,481
3,963
3,773
4,954
0,468
6,590
4,223
4,101
0,072
5,941
9,774
0,592
5,309
0,475
0,280
3,971
21,900
1,700
32,297
3,374
0,184
3,246
0,675
7,189
5,235
9,362
2,480
7,000
1,484
4,220
1,380
2,450
41,530
2,605
2,810
0,485
2,500
4,000
3,812
5,060
0,471
6,590
4,180
4,110
0,075
5,990
9,725
0,584
5,325
0,473
0,275
4,045
21,900
1,710
32,200
3,410
0,183
3,310
0,673
7,160
5,280
9,325
+2,163
+1,302
-0,067
+4,391
+1,322
-4,110
-1,119
+0,579
-3,103
-0,818
+0,402
+0,756
+2,694
-0,589
+0,213
-4,906
-2,165
-3,747
+3,740
-0,167
+0,051
+2,456
+0,948
-0,630
+1,103
+3,718
1,805
5,113
2,070
1,641
2,475
0,235
4,922
0,401
2,415
19,181
1,097
0,279
3,015
2,432
0,155
0,782
0,853
0,639
1,243
0,390
2,030
26,435
0,922
6,356
3,384
0,244
0,670
1,810
5,150
2,100
1,649
2,480
0,233
4,842
0,400
2,420
19,660
1,120
0,278
3,020
2,440
0,161
0,793
0,866
0,645
1,260
0,397
2,050
26,890
0,939
6,375
3,465
0,240
0,682
A
9028
9621
9512
9357
9094
9080
9566
9124
9060
9005
9836
9105
9434
9012
9049
9212
9163
9528
9035
9146
9338
9020
9574
9398
A.s. Roma
A2a
Acea
Acegas-aps
Acotel Group
Acq Potabili
Acsm-agam
Actelios
Adf
Aedes
Aeffe
Aicon
Alerion
Alleanza
Amplifon
Ansaldo Sts
Antichi Pell
Arena
Ascopiave
Astaldi
Atlantia
Auto To Mi
Autogrill
Azimut
9197
9268
9050
9143
9582
9033
9325
9506
9280
9292
9397
9474
9472
9548
9533
9542
9514
9349
9616
9537
9029
9610
9037
9569
9874
9048
9040
9092
9041
9516
9045
9518
9102
9068
9557
9556
Banca Generali
Banca Ifis
Banca Italease
Banco Popolare
Basicnet
Bastogi
Bb Biotech
Bca Carige
Bca Carige R
Bca Finnat
Bca Intermobiliare
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Caltag Edit
Caltagirone
Camfin
Campari
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Carraro
Cattolica As
Cdc
Cell Therap
Cembre
Cementir Hold
Chl
Ciccolella
Cir
Class Editori
Cobra
Cofide
Cr Artigiano
Cr Bergamasco
Cr Valtel W09
Cr Valtellinese
Credem
Crespi
Csp
9355
9047
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9089
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9103
D’amico
Dada
Damiani
Danieli
Danieli Rnc
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B
C
D
1,044
4,186
1,035
7,015
4,193
0,941
Gli indici
S&p/mib
Mib 30
Mibtel
Midex
All Star
Mibtes
Mib30s
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v TITOLO
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
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Datalogic
De’longhi
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Diasorin
Digital Bros
Dmail Group
Dmt
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Eems
El.en
Elica
Emak
Enel
Engineering
Eni
Enia
Erg
Erg Renew
Ergo Previde
Ergy Capital
Ergy Capital W11
Espresso
Esprinet
Eurofly
Eurotech
Eutelia
Everel Group
Exor
Exor Priv
Exor Risp
Exprivia
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1,341
1,191
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9,738
5,867
6,437
1,030
E
INDICI
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Nasdaq Comp. (h.12)
Franc.xetra Dax
Lnd Ft 100
Parigi Cac 40
Tokyo Nikkei
VAR
+0,93
+1,85
-0,48
-0,13
+0,65
-2,69
+2,597
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+4,975
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-3,039
-8,482
+2,610
+2,360
+3,481
+0,108
F
v TITOLO
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
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9706
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0,680
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8,320
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0,006
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1,302
0,632
2,423
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3,361
3,488
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19,137
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2,018
0,980
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2,005
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5,985
9,711
33,880
23,379
0,693
0,691
-1,144
0,648
0,873
Intesa Sanpaolo Rn
Inv E Sviluppo Med
Invest E Svil W09
Invest E Sviluppo
Ipi
Irce
Iride
Isagro
It Holding
It Way
Italcement R
Italcementi
Italmobil
Italmobil R
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
J
9116 Juventus Fc
K
9358
9253
9269
9270
9334
K.r.energy
Kinexia
Kme Group
Kme Group Risp
Kme Group W09
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9430
9594
9207
9344
La Doria
Landi Renzo
Lazio
Lottomatica
Luxottica
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9245
9513
9019
9052
Maire Tecnimont
Management E C
Marcolin
Marr
Mediacontech
0,182
2,102
0,688
1,003
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0,182
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12,071
9,571
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1,017
4,562
1,736
1,637
0,569
1,404
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L
M
1,386
0,569
1,209
5,058
2,273
Quot. uff.
in euro
v TITOLO
9558 Prima Industrie
9353 Prysmian
8,178
8,319
Quot. rif.
in euro
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
8,300 +0,181
8,595 +5,073
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6,074
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10,801
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0,165
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0,499
1,955
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1,899
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3,028
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1,192
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R
9238
9342
9565
9564
9461
9221
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9065
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9228
R Demedici
Ratti
Rcs Medgr R
Rcs Mediagr
Rdb
Recordati
Reply
Retelit
Retelit W 08-11
Ricchetti
Rich Ginori
Risanamento
9590
9579
9505
9481
9091
9247
9248
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9008
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9550
9596
Sabaf
Sadi Servizi Indus
Saes Gett Rnc
Saes Getters
Safilo Group
Saipem
Saipem Ris
Saras
Sat
Save
Seat Pg
Seat Pg R
Sias
Snai
Snam Gas
Snia
Snia W10
Socotherm
Sogefi
Sol
Sole 24 Ore
Sopaf
Sorin
Stefanel
Stefanel Rnc
Stmicroel
0,171
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2,042
4,338
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33,549
5,746
0,745
6,032
10,000
1,033
0,783
0,081
0,089
8,070
2,327
0,390
34,200
5,810
0,782
6,115
+1,484
+5,636
+16,542
+0,493
7,900
0,780
0,610
0,040
0,056
6,167
2,254
0,156
25,992
4,374
0,438
5,137
9,030
0,619
1,561
2,402
0,716
0,459
9,020
0,615
1,596
2,430
0,723
0,467
+0,613
-0,806
+3,771
+1,461
+1,189
+1,190
5,965
0,420
0,714
1,068
0,572
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11,532
0,790
1,962
2,566
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1,450
3,987
3,840
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1,450 +3,720
4,000
3,860 -0,771
0,109
1,409
3,435
3,039
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1,630
4,375
4,243
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3,450 +0,877
0,420 +1,942
1,410 +3,297
3,212
0,400
1,342
4,201
0,660
2,000
-0,578
+1,207
+2,221
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+1,628
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+4,655
+0,737
-1,331
+5,444
S
+2,905
+0,810
-1,667
+2,571
+0,219
+0,117
-0,333
+2,639
+3,371
+4,110
-0,115
+0,263
+1,975
+9,091
-0,243
-1,383
-1,145
-2,555
-2,857
+0,759
+4,660
T
9031
9193
9260
9647
9648
9194
9360
9553
9331
9511
9302
9063
Tas
Telecom It
Telecom It R
Telecom Me
Telecom Me R
Tenaris
Terna
Tiscali
Tod’s
Trevi Finanz
Trevisan Com
Txt
9287
9201
9082
9083
9352
9303
Ubi Banca
Uni Land
Unicredit
Unicredit Risp
Unipol
Unipol P
9024
9308
9309
9310
V Ventaglio
Vianini Indus
Vianini Lavori
Vittoria Ass
+2,480
+1,556
+0,738
+1,136
-0,124
+0,649
U
9004
9112
9113
9114
9335
9211
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9243
9244
9077
Fastweb
Fiat
Fiat Priv
Fiat Rnc
Fidia
Fiera Milano
Fil Pollone
Finarte Aste
Finmeccanica
Fmr Art’e’
Fond-sai
Fond-sai R
Fullsix
15,561
6,525
3,555
4,213
4,033
4,118
0,356
0,166
9,612
4,911
9,052
7,314
1,783
15,620
6,700
3,700
4,292
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4,150
0,360
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4,937
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7,315
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+1,297
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+1,558
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3,437
1,917
2,472
2,939
3,432
0,271
0,128
8,579
3,511
8,181
5,054
1,484
22,067
7,022
3,777
4,338
6,072
4,616
0,479
0,185
12,249
4,992
14,022
8,717
1,963
G
9369
9332
9607
9129
9130
9131
9006
9330
9622
9025
9510
9126
Gabetti
Gas Plus
Gefran
Gemina
Gemina Rnc
Generali
Geox
Gewiss
Grandi Viaggi
Granitifiandre
Gruppo Coin
Gruppo Minerali M
0,674
6,571
2,159
0,338
0,569
12,883
5,207
2,651
0,867
2,085
1,720
3,761
0,676
6,550
2,150
0,344
0,579
13,090
5,265
2,620
0,855
2,090
1,730
3,777
1,382
1,381
0,920
12,671
0,595
2,139
7,778
2,695
3,980
0,366
0,882
2,755
2,041
0,940
12,820
0,594
2,172
8,230
2,730
3,947
0,385
0,910
2,840
2,087
0,673
5,943
2,108
0,211
0,300
9,947
4,041
2,075
0,763
1,935
1,493
3,597
1,027
7,647
3,231
0,485
0,631
19,635
5,207
2,888
0,967
3,936
2,222
7,600
-0,072
1,124
1,613
+1,952
+2,151
+0,678
+1,995
+0,122
+5,405
-1,065
+3,079
+7,118
+4,029
+2,833
0,813
11,940
0,498
1,711
5,360
1,630
1,950
0,237
0,522
2,015
1,379
1,368
13,519
0,759
2,236
8,114
4,417
4,500
0,366
0,882
4,406
2,720
-0,588
-1,489
+1,324
-0,086
+1,630
+2,632
-0,758
+0,647
+2,703
+1,765
H
9251 Hera
I
9036
9515
9001
9075
9076
9174
9336
9290
9122
9554
9186
Igd
Ima
Immsi
Impregilo
Impregilo R
Indesit Com
Indesit Com Rnc
Intek
Intek R
Interpump
Intesa Sanpaolo
Euribor / Oro monete
Borse estere
6038
6041
6047
6037
6035
6042
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
SCADENZA
1 Mese
6 Mesi
12 Mesi
Tasso 360 Tasso 365
1,021
1,624
1,785
1,035
1,647
1,810
Oro monete
TITOLO
Oro Fino (per Gr.)
Denaro
20,710
Lettera
22,520
Argento (per Kg.)
Sterlina (v.c)
Sterlina (n.c)
Sterlina (post.74)
Marengo Italiano
Marengo Svizzero
Marengo Francese
237,570
147,960
147,960
147,960
116,200
113,620
113,620
9543
9173
9539
9458
9429
9039
9175
9176
9494
9178
9010
9014
9046
9095
9500
9184
9185
9451
Mediaset
Mediobanca
Mediolanum
Mediterranea A
Mid Ind Cap W10
Mid Industry Cap
Milano Ass
Milano Ass R
Mirato
Mittel
Molmed
Mondadori
Mondo Tv
Monrif
Monte Paschi
Montefibre
Montefibre R
Mutuionline
3,568
6,557
2,596
1,953
0,109
14,900
1,822
1,961
4,382
2,725
1,174
2,452
3,295
0,402
1,061
0,158
0,196
3,617
3,605
6,580
2,665
2,015
0,109
14,900
1,826
1,997
4,380
2,700
1,140
2,457
3,295
0,413
1,075
0,153
0,196
3,710
+1,193
+1,075
+2,402
+6,053
-0,219
-1,139
-2,878
-4,202
-0,102
-1,935
+1,975
+3,365
-7,887
-3,922
3,101
4,852
2,059
1,283
0,065
13,400
1,120
1,233
3,463
2,429
0,778
2,297
2,740
0,402
0,791
0,124
0,134
2,750
4,520
7,959
3,172
2,308
0,278
15,500
2,320
2,426
4,934
3,247
1,236
3,739
4,616
0,495
1,578
0,223
0,249
3,769
V
W
9707 W Inv E Svil Med 1
9133 Warr Intek 11
Z
9239 Zignago Vetro
9314 Zucchi
9340 Zucchi Rnc
N
9111 Negri Bossi
9316 Negri Bossi W10
9236 Nice
0,599
0,022
2,045
0,600 +0,167
0,022
2,070 +0,976
0,593
0,016
1,575
0,621
0,039
2,220
0,423
0,266
0,429 +4,121
0,270 +1,504
0,213
0,115
0,460
0,422
1,194
1,184
0,469
6,598
0,913
1,930
1,952
0,148
0,182
0,289
9,010
0,389
0,966
0,838
2,314
1,568
0,688
9,910
1,324
3,947
5,745
0,309
0,302
0,403
10,957
0,827
1,406
1,077
O
9529 Olidata
9147 Omnia Network
P
9013
9110
9109
9534
9180
9206
9151
9208
9209
9213
9567
9183
9350
9465
309,870
172,500
172,500
172,500
140,990
134,280
134,280
Panariagroup
Parmalat
Parmalat W15
Permasteelisa
Piaggio
Pininfarina
Pirelli Real
Pirelli&co
Pirelli&co R
Pol Editoriale
Poligraf S F
Poltrona Frau
Premafin
Premuda
1,352
1,568
0,666
8,085
1,071
3,376
4,059
0,223
0,258
0,343
10,735
0,760
0,994
0,937
1,315
1,587
0,668
8,160
1,085
3,325
4,105
0,229
0,269
0,343
10,770
0,760
0,995
0,940
+5,200
+3,725
+5,529
+0,865
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+12,930
+3,003
-0,185
-0,783
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+5,028
Pronto Borsa
• 166.828.828
• 166.848.848
• 166.868.868
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Quotazione singolo
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IL CENTRO
A4
ATTUALITA’
PALERMO. Nel Canale di Sicilia si è consumata l’ennesima tragedia dell’immigrazione con il suo corollario di
morte. Un barcone carico di
disperati si é rovesciato durante le fasi concitate dei soccorsi prestati da un motopesca di Mazara del Vallo, il Cesare Rustico. Alcune persone
finite in mare sono subito
scomparse fra i flutti. Almeno tre immigrati, due uomini
e una donna, risultano ufficialmente «dispersi». Ma alcuni naufraghi sostengono che
il bilancio della sciagura sarebbe ancora più pesante: all’appello mancherebbero in-
Immigrati, nuova tragedia
Barcone affonda nel Canale di Sicilia, morti e dispersi
fatti sette persone, anche se
le versioni dei superstiti sono
apparse contradditorie. Il
naufragio é avvenuto a 35 miglia a.Sud di Lampedusa, in
acque di competenza maltese.
Ma ancora una volta, sottolineano fonti del Viminale, sono stati gli italiani a intervenire. Non a caso il ministro
dell’Interno Maroni la prossima settimana dovrebbe recarsi a Malta per incontrare le
autorità dell’isola e puntualizzare meglio i rispettivi compiti, peraltro regolati da accordi internazionali sulle operazioni Sar (Search and Rescue) relative cioé alla ricerca e al salvataggio in mare. La dinamica della sciagura é stata ricostruita dal comandante del Cesare Rustico,
Paolo Paliotti, 52 anni, impegnato in una battuta di pesca
nel Canale di Sicilia con i
GIOVEDÌ
9 aprile 2009
suoi otto uomini d’equipaggio. «Erano disperati, urlavano, chiedevano aiuto. Non appena hanno visto il nostro peschereccio la loro carretta in
legno ci ha affiancati di poppa. Alcuni di loro hanno tentato di aggrapparsi alle cime
ed é stato il caos. La barca si
é rovesciata. Tutto si é consumato in pochi secondi...». I
marinai del peschereccio, dopo avere lanciato in mare le
55
ciambelle di salvataggio, hanno issato a bordo 70 naufraghi, tra cui 17 donne alcune
delle quali in avanzato stato
di gravidanza. Gli extracomunitari, tutti nigeriani tranne
tre somali, hanno fatto capire
a gesti che alcuni loro compagni erano scomparsi tra le onde. Immediatamente sono
scattate le ricerche dei dispersi. Alle operazioni hanno partecipato due motovedette della Guardia Costiera e un velivolo della Guardia di Finanza. Ma le perlustrazioni, che
si sono estese per un raggio
di sette miglia, non hanno però dato alcun esito.
Pirati contro nave Usa Moldova anti-Romania
Assalto respinto allo Stretto di Hormuz
NAIROBI. È fallito ieri l’assalto dei pirati somali ai danni di una nave container danese con equipaggio statunitense nello stretto di Hormuz, 400 chilometri al largo
della capitale Mogadiscio. I
marinai, 21 americani, hanno avuto la meglio sugli assalitori facendone prigioniero
uno mente altri tre sarebbero saltati in acqua per sottrarsi alla cattura.
Tutto ciò mentre navi da
guerra Usa convergevano
sul posto. La possibilità che
cittadini americani cadessero nelle mani dei sequestratori in una zona esposta all’influenza di Al Qaida ha ieri
mobilitato il dipartimento di
Stato Usa in una lotta contro
il tempo il cui esito, a quanto
pare, è stato anticipato dalla
reazione dell’equipaggio della «Maersk Alabama».
Fonti del Pentagono hanno
successivamente confermato
che l’equipaggio aveva ripreso il controllo della nave. Se-
Digitale, assegnate 5 reti tv
L’Autorità chiude il contenzioso con l’Ue
La sala
regia
televisiva
di un
network
nazionale
ROMA. Con il passaggio definitivo dalla tv analogica al digitale terrestre, a fine 2012, si
libereranno cinque reti nazionali, che saranno messe a gara. Rai, Mediaset e Telecom
Italia Media dovranno rinunciare a un multiplex ciascuno,
ma potranno partecipare alla
gara per le due reti, fermo restando il tetto di cinque multiplex per ogni operatore. Sono
le principali novità della delibera approvata dal Consiglio
dell’Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni «Una
svolta per l’assetto del sistema televisivo», la definisce il
presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, annunciando che
«la Commissione Ue ha sospeso la procedura di infrazione»
aperta nel 2006 contro l’Italia
per le norme della legge Gasparri che configurano il rischio di un trasferimento delle strozzature del mercato della tv analogica a quella digitale. Obiettivo, dunque, è «la definitiva chiusura del procedimento», conferma il sottosegretario alle Comunicazioni
Paolo Romani. Il panorama
della tv digitale sarà quindi
composto da 21 reti nazionali:
4 per la Rai, 4 per Mediaset,
tre per Ti Media, una per Rete
A, Retecapri, Europa Tv e Europa 7 più le cinque che saranno messe a gara. Alla gara per
le altre due potranno partecipare anche Rai e Mediaset per
aggiudicarsene al massimo
una; Telecom, potrà aggiudicarsele entrambe ma dovrà cedere il 40% di una.
condo quanto riferito dal proprietario della compagnia,
John Reinhart, l’equipaggio
sta bene.
La rete televisiva americana Cnn, citando fonti militari del Pentagono, ha spiegato
che uno dei pirati è stato
«preso in custodia» dall’equipaggio della nave, mentre altri tre sarebbero riusciti a
scappare e «si troverebbero
ora in acqua» lasciando intendere che i tre si sarebbero
gettati in mare.
Rottura con Bucarest dopo il voto
CHISINAU. La magistratura moldava ha aperto un’inchiesta per «tentato colpo di
stato» dopo i violenti scontri
di martedì nella capitale dove
una folla di giovani ha assaltato il Parlamento per protestare contro il risultato elettorale che conferma al potere i
comunisti. Gli arrestati rischiano una pena fino a 25 anni. Il presidente moldavo Voronin ha accusato la Romania di fomentare i disordini
minacciando l’uso della for-
za. Un’accusa sostanzialmente condivisa da Mosca, che si
appella alla Ue nel timore di
perdere l’influenza su un’altra delle sue ex repubbliche.
Ieri nella capitale moldava la
situazione era di relativa calma, dopo il violento assalto al
parlamento e al palazzo presidenziale di martedì conclusosi con un morto, oltre 270 feriti (170 poliziotti) e 193 arresti.
Ma la situazione resta tesa
per lo stallo nelle trattative
con l’opposizione, che chiede
di rivedere il voto e per le accuse alla Romania un Paese
membro dell’Unione europea
con cui Chisinau ha quasi rotto le relazioni diplomatiche.
«Noi sappiamo che dietro a
questi disordini vi sono determinate forze della Romania.
Lo testimoniano anche le bandiere romene che sono state
issate sugli edifici governativi a Chisinau», ha tuonato Voronin. Bucarest ha respinto
l’accusa come una «provocazione».
IL CENTRO
ATTUALITA’
ROMA. Un italiano dipendente di una società edile è
stato rapito lunedì scorso
nel sud-est della Nigeria ma
la notizia del sequestro è stata diffusa soltanto ieri.
La Farnesina ha confermato il rapimento del connazionale ed ha attivato tutti i canali utili per arrivare in tempi rapidi alla soluzione del
sequestro che, dalle primissime informazioni locali, sembra essere non politico ma a
scopo di estorsione.
Il Ministro Frattini, analogamente ad altri casi di sequestro di cittadini italiani,
ha rivolto agli organi di in-
9 aprile 2009
Nigeria, italiano rapito. Chiesto il riscatto
Si tratta di un ingegnere lombardo di una società edile
formazione un appello a
mantenere il necessario riserbo e ad astenersi dal fornire notizie non verificate, per
non intralciare le azioni avviate per la soluzione della
vicenda.
L’italiano - rapito Ad Abakakili, capitale dello stato nigeriano di Ebonyi - è un ingegnere lombardo che, secondo fonti della stampa locale,
lavora per la “Marlun Construction Company”.
Sarebbe già stato chiesto,
sempre secondo la stampa locale, un riscatto di circa un
milione di dollari. L’unità di
crisi è attivata ed è in contatto con i familiari del rapito,
così come le autorità consolari e l’ambasciata italiana ad
Abuja che ha già avuto contatti con le autorità nigeriane.
Il quotidiano nigeriano
Vanguard ricostruisce sommariamente la dinamica del
rapimento: la macchina che
portava l’italiano sul luogo
di lavoro sarebbe stata intercettata e il rapito costretto
ad entrare nel bagagliaio del
veicolo dei sequestratori.
Subito dopo è giunto sul
posto un gruppo armato della società ma la macchina
dei rapitori è riuscita a scappare verso una località sconosciuta. La società di costruzioni Marlum, per la quale lavora l’ingegnere sequestrato nel sudest della Nigeria, sta sviluppando alcuni
progetti nella capitale Aba-
Garlasco, rito abbreviato oggi per Alberto
Vigevano, via al processo. Il pubblico ministero potrebbe chiedere l’ergastolo
GARLASCO. Dirà che non ha ucciso la fidanzata Chiara. Non avevano litigato la sera prima, e i video
hard sul computer non erano un
problema di coppia. Oggi inizia il
processo con rito abbreviato, a Vigevano, contro Alberto Stasi, 25
anni. E’ accusato dell’omicidio volontario di Chiara Poggi, 26 anni,
morta il 13 agosto 2007. Stasi potrebbe chiedere la parola in aula,
per dichiarazioni spontanee.
Alberto Stasi, oggi a processo a Vigevano
«Sarebbe una sua libera
scelta, che non possiamo
escludere», diceva ieri l’avvocato Giulio Colli, uno dei suoi
legali. La scaletta per l’udienza di oggi, che inizia alle 9.30,
prevede prima le conclusioni
dei pubblici ministeri Rosa
Muscio e Claudio Michelucci.
Appare scontata la richiesta
di condanna per Stasi, da subito unico presunto responsabile del delitto. Il pm potrebbe arrivare all’ergastolo (anche con isolamento diurno in
carcere). Ma la casistica dell’abbreviato vede più frequente la richiesta di 30 anni di
carcere. In caso di condanna
diventerebbero venti, con lo
sconto garantito dal rito chiesto dalla difesa. I due pm dovrebbero parlare per circa
un ’ora e mezza.
«Nessun video hard». Dopo,
di Anna Mangiarotti
«La marijuana è innocua»
Preside di Barletta a giudizio
per l’elogio agli spinelli
BARLETTA. «Non è opinione unanime che la marijuana
crei assuefazione», nè tanto
meno che i suoi effetti siano
soltanto nocivi e per questo
«la legge non dovrebbe perseguire chi la assume facendone
uso personale»: per aver
espresso questa opinione in
una assemblea della sua scuola il preside dello scientifico
di Barletta Carlo Cafiero, Ruggiero Dicuonzo, è stato rinviato a giudizio dal gup di Trani.
Il suo pensiero sulle droghe
leggere Dicuonzo lo aveva
espresso nel gennaio del 2007
mentre un ufficiale dei carabinieri, Michele Zampelli, allora comandante della locale
compagnia, parlava di droghe
e dei loro effetti agli studenti.
Durante l’assemblea Zampelli
disse in sostanza che sui rischi di dipendenza dalla marijuana la comunità scientifica
non si è ancora espressa con
voce unanime.
GIOVEDÌ
A5
Dopo più di due anni dal fatto contestato, il preside è stato
rinviato a giudizio per istigazione all’uso di sostanze stupefacenti. La notizia del rinvio a
giudizio, Dicuonzo, che è tutt’ora preside del Cafiero, l’ha
appresa ieri dai suoi difensori
Alvisi e Cafiero.
La richiesta del rinvio a giudizio era stata formulata dal
pm della medesima procura.
La notizia è stata comunicata
secondo prassi al ministero
dell’istruzione per eventuali
provvedimenti disciplinari.
L’Aduc (Associazione diritti utenti e consumatori), definisce «follia censoria, antiscientifica e contro la libertà
di insegnamento, espressione
e informazione» la denuncia e
il rinvio a giudizio. «Se questa
follia censoria fosse applicata
alla lettera anche siti Internet
come il nostro dovrebbero essere denunciati per istigazione al consumo».
l’accusa parlerà l’avvocato
Gianluigi Tizzoni, legale dei
genitori e del fratello di Chiara, costituiti parte civile. L’avvocato chiederà danni per circa 10 milioni di euro. Dovrebbe dedicare parte del suo intervento - e forse anche un atto scritto - a smontare l’ipotesi che Chiara abbia consultato, nei giorni e mesi prim del
delitto, migliaia di siti hard
dal computer fisso di villa
Poggi. Secondo l’accusa, il
movente sta invece nel rifiuti
di Chiara di assecondare la
passione per l’hard di Alberto, che aveva migliaia di foto
e video catalogato sul suo pc
portatile.
L’avvocato Tizzoni si unirà
alla richiesta di condanna,
motivandola con le relazioni
dei consulenti di parte.
Per ultima la difesa. Gli ultimi a prendere la parola saranno i difensori di Stasi Angelo
Guarda e Giuseppe Colli, per
chiedere l’assoluzione senza
nessuna richiesta subordinata. Un’altra udienza è già fissata il 18 aprile, per le repliche e la camera di consiglio
del giudice Vitelli, che potrebbe uscirne con il verdetto. Ma
anche con un rinvio ad altra
data, se nominerà dei periti
sui punti chiave dell’indagine.
Come il pc di Alberto, fondamentale anche per il suo
alibi: Stasi dice di aver lavorato alla tesi tutta la mattina
del 13 agosto a casa sua, mentre Chiara veniva uccisa a villa Poggi.
Le foto pedoporno. Si procede invece con rito ordinario per l’altro procedimento
che vede Stasi imputato per
detenzione e divulgazione di
materiale pedoporno contenuto nel computer. Salvo colpi
di scena all’udienza di oggi - è
previsto un intervento dell’avvocato Giulio Colli - la difesa per questa accusa non
chiederà il rito abbreviato:
punta al proscioglimento in
udienza preliminare. Quindi
il 18 aprile, per l’omicidio il
giudice dovrà assolvere o condannare (salvo nomine di periti), mentre per il pedoporno
deciderà solo se prosciogliere
o mandare Stasi a processo.
kaliki.
I sequestri di stranieri sono frequenti in Nigeria, in
particolare nella zona del
Delta del Niger, ricchissima
di petrolio. Questa volta il
Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger
(Mend) sembra estraneo al
sequestro. Il Mend è attivo
nel Delta del Niger da alcuni
anni con sequestri di lavoratori occidentali di grandi
gruppi petroliferi occidentali.
Ancora una volta dunque
un lavoratore italiano viene
rapito in Nigeria. La speranza è che tutto finisca bene.
«Aveva in mano un coltellino»
Barbone ucciso
I poliziotti replicano
MILANO. Sostengono di non averlo picchiato ma di avere cercato soltanto di bloccarlo perchè l’uomo aveva estratto un taglierino, e di essere poi caduti sopra di lui.
Si difendono così i due giovani agenti della
Polfer di Milano in carcere da una settimana con l’accusa di omicidio volontario, perchè ritenuti responsabili di aver picchiato
un clochard che viveva alla Stazione Centrale fino ad ucciderlo.
Proprio quella caduta e il peso del corpo
dei due agenti sull’uomo, secondo il legale
di uno degli arrestati, l’avvocato Paolo Orsenigo, potrebbero aver «determinato conseguenze gravi sul fisico debilitato di un alcolizzato». Potrebbe, sempre secondo il legale, aver subito prima delle lesioni, durante una lite con altre persone, aggravate poi
dalla colluttazione. Per la Procura di Milano Giuseppe Turrisi, 58 anni, originario di
Agrigento, che viveva tra la stazione e il
dormitorio di viale Ortles, è morto la sera
del 6 settembre scorso dopo aver subito un
pestaggio negli uffici della Polfer. L’autopsia, disposta dal pm Isidoro Palma, ha accertato che il corpo e il volto erano coperti
da ecchimosi, che alcune costole erano fratturate e, in particolare, che una frattura
scomposta aveva perforato la milza causando un’emorragia interna e poi la morte. Su
i due agenti pesano anche le accuse di calunnia e falso.
A Pasqua,
un
pieno di sorprese.
VENERDÌ10 e SABATO11 APRILE
L'INCIOCCOLATATA
Oltre 25.000 cioccolatini da mangiare.
PASQUA DALLE
UOVA D’ORO
Cosenza, il piccolo Michael introvabile da ieri pomeriggio
Compra il tuo regalo al Centro
e noi lo confezioniamo nelle uova.
Scompare un bimbo di 5 anni
scattano le ricerche ad oltranza
LABORATORIO
PER BAMBINI
COSENZA. Stanno andando
avanti senza sosta, ma al momento senza esito, le ricerche
del bambino di cinque anni,
Michael, scomparso dal pomeriggio di ieri a San Marco Argentano. Le ricerche andranno avanti ad oltranza e sono
concentrate nei campi posti
dietro all’abitazione dove il
bimbo vive con la famiglia,
un casolare posto in aperta
campagna, in contrada Ghiandaro, con poche strade. Nelle
vicinanze della casa c’è anche un piccolo torrente ed un
bosco di querce. I genitori sono contadini ed il piccolo ha
un fratello di poco più grande. Il bambino si era spostato
pensando che nei campi ci fosse a lavorare il padre. Ma l’uomo si era spostato in un’altra
zona. Quando la nonna se ne
è accorta, il bambino non c’era più. L’allarme è scattato
subito e sono iniziate le battute delle forze dell’ordine. Sul
posto sono intervenuti anche
i vigili del fuoco.
«Vi prego, ridatemi mio figlio. Io non ho mai fatto del
male a nessuno. Sono disposto a pagare un riscatto; sono
pronto a vendere la casa ed il
terreno». Aldo Cipolla, il padre di Michael, é disperato.
Insieme con la moglie attende
con ansia. Non sa spiegare cosa possa essere successo al
bambino. «Temo che possa essere stato rapito. Non é una
certezza - dice - ma é quello
che temo. Sono disposto a
vendere tutto pur di riavere
mio figlio».
57
Laboratorio di creazioni a tema pasquale.
Domenica12 e Lunedì13-CHIUSO
www.centauroweb.it
IL CENTRO
A7
ATTUALITA’
GIOVEDÌ
9 aprile 2009
59
Commessa si uccise, indagati 2 colleghi
Cosenza, sotto accusa la direttrice del supermercato per mobbing
COSENZA. Hanno 20 giorni
di tempo per chiedere di essere interrogati e preparare la
loro difesa dall’accusa di avere fatto pressioni e false accuse sul luogo di lavoro che erano divenute insopportabili
per Barbara De Luca, una
trentaduenne di San Lucido,
che lo scorso anno decise di
porre fine alle cattiverie nei
suoi confronti nel modo più
estremo: uccidendosi. Adesso
la Procura di Paola ha emesso
due avvisi di conclusione delle indagini nei confronti della
direttrice del supermercato di
Rende dove Barbara lavorava
e di un altro dipendente. Nei
confronti della direttrice, la
Procura ipotizza il reato di
morte in conseguenza di un altro delitto, il mobbing. A fare
luce sulla vicenda sono stati
gli investigatori del commissariato di Paola della polizia. Il 7
Esercito di parti civili
Caso Eternit, sono 736 più 29 enti locali
di Milena Vercellino
TORINO. Si colora dei toni della polemica la seconda
udienza preliminare del processo Eternit. Ieri, nelle aule
del Tribunale di Torino, è stato completato l’elenco delle
richieste di costituzione di parte civile, una lunga lista di
736 nomi ai quali vanno aggiunti 29 enti locali.
Ma è a margine della conta delle parti civili che si è
innescata la querelle: una
piccola bufera si è infatti alzata intorno all’offerta di risarcimento presentata alle
vittime dell’Eternit dal miliardario svizzero Stephan
Schmideiny, titolare dell’azienda dal 1973 all’86 e imputato nel processo torinese insieme all’88enne belga
Jean Louis De Cartier. I
due ex vertici della multinazionale dell’amianto sono
accusati di essere responsabili della morte per mesotelioma pleurico di oltre 2000
lavoratori, la maggior parte
dei quali dello stabilimento
di Casale Monferrato (Torino), anche se non sono mancate vittime anche nelle al-
tre sedi italiane a Cavagnolo (Torino), Rubiera (Regio
Emilia) e Bagnoli (Napoli).
L’offerta di risarcimento
di Schmideiny, però - la
somma di 60mila euro per
gli ex lavoratori e 30mila euro per i cittadini casalesi escluderebbe molte delle vittime dell’amianto: si rivolge infatti soltanto agli ex dipendenti in servizio nel periodo che va dal primo gennaio 1973 al 4 giugno 1986
ed ai cittadini di Casale
Monferrato che abbiano
contratto un’invalidità permanente superiore al 30 per
cento causata da asbestosi.
Rimarrebbero in questo modo fuori dall’indennizzo le
vittime di broncopneumopatia da silicati, una malattia
professionale endemica negli stabilimenti Eternit. Il risarcimento riguarderebbe
soltanto 1500 delle quasi
3000 parti offese, praticamente la metà.
A gettare luce sull’inghippo è stato ieri mattina il segretario della Camera del
Lavoro di Casale Monferrato Nicola Ponderano, ex operaio Eternit, la cui richiesta
di risarcimento era inciampata nei giorni scorsi nel rifiuto da parte dei legali di
Schmideiny. Motivo: mancanza dei requisiti previsti.
L’offerta, sottolinea Ponderano, sottenderebbe una
trappola diabolica: «Per accettare la somma offerta
non bisogna costituirsi parte civile, ma i tempi di risposta, anche negativa, rischiano di essere molto lunghi. E
se il no arriva tardi le vittime non avranno più la possibilità di costituirsi parte
civile. Il termine scade con
la prima udienza del dibattimento».
aprile dello scorso anno intervennero nei pressi di un viadotto per un’auto contro la
barriera di protezione e scoprirono, in fondo alla scarpata, il
corpo di Barbara. La giovane
si era gettata nel vuoto. Nella
sua borsetta, gli agenti trovarono un bigliettino in cui si faceva riferimento a problemi
sul luogo di lavoro. Gli investigatori hanno così scoperto
che nel negozio dove la donna
Milano, sei anni di carcere
Perseguitata
uccide il suo ex
Condannata
MILANO. Per mesi aveva subito gli atteggiamenti persecutori e ossessivi
del suo ex che non accettava la fine della relazione e poi al termine di una
lite, esasperata lo aveva
ucciso a coltellate. Ieri la
donna, una marocchina
di 29 anni, è stata condannata a 6 anni e mezzo di
reclusione per omicidio,
processo con rito abbreviato, dal gup di Milano
Paolo Ielo. I due si erano
conosciuti circa un anno
prima dell’omicidio, avvenuto il 5 febbraio dello
scorso anno a Rozzano
(Milano). Dopo pochi mesi la donna aveva deciso
di lasciare il suo compagno, anche lui marocchino, di 30 anni, ma l’uomo
non aveva accettato la fine del rapporto e aveva
cominciato a perseguitarla chiamandola continuamente. Poi è arrivata la
tragedia.
lavorava c’erano stati dei piccoli furti. Barbara li aveva scoperti e li aveva segnalati alla
direttrice, avanzando sospetti
su un collega. La direttrice, però, secondo l’accusa, invece di
procedere contro il collega,
avrebbe cominciato a fare
pressioni su Barbara, accusando lei. Le pressioni e le false
accuse, é la ricostruzione della polizia, per Barbara diventarono insopportabili.
A fare luce sul giallo fu la polizia
Truffa al servizio sanitario
non pagano ticket sulle visite
denunciati in 720 nel barese
BARI. Beneficiavano di prestazioni mediche di vario tipo
nelle strutture sanitarie pubbliche, dagli esami di laboratorio alle visite specialistiche, ma non pagavano il ticket perchè avevano autocertificato falsamente di avere
redditi bassissimi. Così 720
persone, sulla base di oltre
10.000 prestazioni mediche
esaminate in tre mesi di accertamenti, sono state denunciate in stato di libertà dalla
Guardia di finanza di Bari
con le accuse di truffa aggravata e falsa autocertificazione. Tra i denunciati ci sono
soprattutto imprenditori, liberi professionisti, dirigenti
pubblici, ma anche lavoratori
dipendenti.
Sotto gli occhi dei finanzieri
sono capitati anche casi limite. Il più eclatante è quello
del rappresentante legale di
alcune società finanziarie di
Bari: al fisco aveva dichiarato un reddito di 1.170.000 euro, ma aveva autocertificato
al Servizio sanitario naziona-
le di essere esente da ticket
per prestazioni mediche. Per
essere esenti dal ticket, hanno spiegato i finanzieri, non
bisogna superare singolarmente gli 8.000 euro di reddito, elevabile sino ad un massimo di 16.000 euro circa se si
hanno coniuge o figli a carico.
Nella zona di Gioia del Colle (in provincia di Bari) e della Murgia barese il 30 per cento circa degli utenti esaminati aveva dichiarato il falso
per non pagare il ticket. Non
tutti forse con l’intenzione di
truffare, non sapendo che se
l’autocertificazione non corrisponde al vero si incorre in
un reato. In quel 30% rientra
ad esempio un ingegnere di
Gioia del Colle che aveva autocertificato l’esenzione pur
avendo dichiarato 113.000 euro di reddito. Le persone denunciate saranno anche segnalate alla Corte dei Conti
per l’eventuale restituzione
allo Stato del denaro non versato sotto forma di ticket.