Konzept - DETAIL

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Konzept - DETAIL
∂ Konzept 2006 ¥ 3
∂ – Rivista di architettura
2006 ¥ 3 · Edilizia collettiva
Testo in italiano
Testo in italiano
Traduzione:
Architetto Rossella Letizia Mombelli
E-Mail: [email protected]
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‡ Grundriss und Ökonomie
‡ Individualität für die Masse?
‡ Vielfalt statt Flexibilität?
∂
Geschosswohnungsbau · Multi-storey Housing · Habitat collectif · Serie 2006 · 3
Zeitschrift für Architektur + Konzept · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Potete trovare unʼanteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:
http://www.detail.de/rw_5_Archive_De_HoleHeft_167_ErgebnisHeft.htm
Konzept
Testo in italiano
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Intervista con Winy Maas
Detail: Da dove nasce l’ interesse dello studio per l’edilizia residenziale ad alta densità?
Maas: Il 65% degli incarichi dello studio è costituito da edifici residenziali. La società contemporanea e l’immagine della città sono
maggiormente caratterizzate dall’edilizia residenziale che dalle poche e isolate architetture
destinate alla cultura. Ci occupiamo di residenza da quando il nostro studio è entrato nel
gotha dell’architettura.
Detail: Su che basi si fonda, secondo Lei, il
recentemente e diffuso interesse per gli edifici ad altissima densità abitativa?
Maas: La globalizzazione sta portando gli uomini a prediligere la vita di gruppo, organizzata
in strutture simili a villaggi, senza rinunciare
agli ambienti cosmopoliti. E la possibilità di disporre di un indirizzo degno di nota, sta assumendo il carattere di un valore aggiunto, che
permette di dire: “Abito in questo edificio o in
quella piazza”. Un’esigenza che porta inevitabilmente ad un’altissima concentrazione e alla
costruzione di edifici di grandi dimensioni. Il
desiderio prevalente è quello di vivere in una
sorta di icona architettonica, dotata di grande
riconoscibilità.
Metal: Ma negli anni 60, la tipologia del megaedificio residenziale si è già risolta in un
fallimento.
Maas: Ci sono state delle eccezioni: gli Smithons hanno costruito meravigliosi edifici residenziali a Nancy, ad esempio. La nostra esperienza riprende alcune di queste idee. Molti
reputano l’architettura di MVRDV priva riferimenti storici, ma nel nostro libro “Farmax” abbiamo citato persino Giovan Battista Piranesi
e Giambattista Nolli.
Detail: Guardando la vostra 3-D-City, la città
a forma di cubo, con un lato che misura un
chilometro, presentata nel nuovo volume
“KM3”, tornano alla mente gli spazi piranesiani, che richiamano a loro volta gli scenari
di alcuni film di fantascienza.
Maas: Sul piano pragmatico, l‘idea della 3-DCity si basa sulla sinergia generata dalla combinazione di varie e differenti funzioni. L’interazione tra gli spazi della residenza e quelli del
mercato, come nel progetto di Rotterdam, si
rivela particolarmente interessante non solo
sul piano formale, ma anche su quello della
funzione; consente infatti il vantaggio di ridurre
i percorsi tra l’alloggio e il negozio. Il progetto
del complesso residenziale riceve dalla multifunzionalità uno stimolo importantissimo che
gli impedisce di degenerare a livello di mero
quartiere dormitorio.
Detail: Nei vostri progetti la tridimensionalità
dell’architettura prosegue fino alla differenziazione del taglio dei singoli alloggi. Per Voi
è veramente necessario un livello di differenziazione così approfondito?
Maas: La questione, più volte sviluppata nei
nostri progetti, consiste nella relazione tra il
progetto in grande scala e l’estremo desiderio
di individualizzazione. Nel 1991, a Berlino, abbiamo ribaltato in verticale il concetto del casermone. Con quel progetto volevamo dimostrare la completa realizzabilità di ogni edificio
desiderato: con una sezione a croce, con più
scale o semplicemente un’architettura ebraica.
Detail: Le Corbusier aveva previsto la realizzazione di un asilo infantile sulla copertura
dell’Unitè d’Habitation. Anche nei vostri progetti ci sono delle combinazioni di questo tipo?
Maas: Ci abbiamo provato nel progetto di Silodam, ma non sulla copertura. Abbiamo inserito l’asilo al centro del volume, come un fulcro
di aggregazione sociale. La piattaforma sul
piccolo porticciolo pertinente l’edificio sarebbe
stata un luogo fantastico per un ristorante. Nel
frattempo vi si è insediato un centro per il training informatico e la combinazione delle varie
tipologie abitative ha consentito alla città verticale di animarsi.
Detail: Però la combinazione di destinazioni
d’uso prevista non è stata realizzata integralmente
Maas: La collocazione sull’acqua e la soluzione per l’area parcheggio hanno reso l’intero
progetto tecnicamente molto impegnativo incrementando notevolmente i costi. L’intero
volume, è stato allora posizionato su dei piloni
lunghi 80 metri protetto da una sorta di argine
per impedire alle imbarcazioni di urtare l’edificio. Il garage completamente automatizzato e
dotato di montacarichi per auto è stato collocato al di sotto del molo. Dopo la vendita dell’edificio, abbiamo atteso 5 anni per vedere incrementare del 260 % il valore dell‘immobile e
disporre del capitale per il finanziamento delle
infrastrutture. In questo senso ho potuto accettare che, per motivi economici, fossero
escluse alcune funzioni particolari, dal momento che la costruzione ultimata riesce comunque ad esprimere integralmente il concetto che l’ha generata.
Detail:Gli appartamenti sono molto costosi.
Maas: Il motivo è che sono collocati in una posizione molto centrale. Gli appartamenti più
costosi contribuiscono al finanziamento di
quelli più economici, cioè quelli per la residenza popolare, collocati al piano terra, e le residenze per gli anziani ai piani alti, raggiungibili
con l’ascensore.
L’integrazione di alloggi popolari all’interno di
aree centrali costituisce per la municipalità un
vero investimento, dal momento che gli stessi
appartamenti, trascorso un certo periodo e
con l’incremento dei prezzi, possono essere
successivamente rivenduti con un ottimo profitto.
Detail: Come è stato accolto l’edificio dagli
acquirenti?
Maas: Hanno dovuto fare poca pubblicità per
vendere gli appartamenti, ma al tempo stesso,
l’edificio è comparso in diverse campagne
pubblicitarie di lifestyle. L’edificio offre un adeguato grado di sicurezza e di privacy benché
non sia recintato lungo l’intero perimetro come
nelle Gated Communities e come preferirebbe
anche in Olanda la maggior parte degli utenti.
La collocazione nell’area portuale è parte integrante della nostra cultura e per questo anche
le famiglie con bambini desiderano vivere in
questa parte della città.
Detail: La piattaforma fluttuante sull’acqua è
pubblica e d’estate è molto frequentata. So-
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Testo in italiano
no sorti problemi con i residenti?
Maas: Non quando sin dall’inizio questo
aspetto viene incluso nel contratto di vendita. I
residenti si sono dimostrati favorevoli.
Detail: All’edificio residenziale realizzato a
Madrid è stato attribuito il soprannome di
“Mirador”per la terrazza panoramica. Anche
questo spazio è aperto al pubblico?
Maas: Certo. Abbiamo predisposto un ascensore pubblico. L’edificio è parte integrante della cultura urbana: sulla terrazza, infatti, si svolge il rinomato festival della danza. Abbiamo
anche previsto un’area bar che può essere
ceduta in locazione.
Detail: Nelle foto, l’atmosfera della terrazza
battuta dal vento sembra triste.
Maas: Provi ad andarci. Lo spazio è stato pavimentato con un granulato di gomma simile
ad erba sintetica su cui ci si vorrebbe subito
sdraiare. I parapetti in vetro alti 1,60 metri garantiscono una buona protezione al vento.
Non dobbiamo poi dimenticare che a Madrid
può fare anche molto caldo e una brezza può
anche risultare piacevole. La sera, da lassù si
gode uno spettacolare tramonto; quando i
raggi bassi del sole penetrano attraverso l’edificio come a Stonehenge.
Detail: Se da un lato MVRDV promuove la
massima varietà funzionale, per quale motivo avete riunito in un unico pacchetto le diverse tipologie?
Maas: Nel Berlin Voids ambivamo ad una
certa individualità, anche se con un budget
limitato non si può certamente fare tutto. Ci
era stata commissionata la realizzazione di una
palazzina di notevole altezza con massima
flessibilità nel taglio degli alloggi e con uno
spazio comune, esterno ma coperto, concepito per essere il fulcro dell’impianto. Le diverse
tipologie sono state assemblate intorno alle
scale d’emergenza. Il triplex di 70 mq, distribuito su tre livelli, è quello che possiede la
maggior flessibilità; vi si può abitare come in
una minitorre: i bambini in alto, la nonna in
mezzo. Abbiamo differenziato i materiali per le
facciate dei nove fabbricati in modo tale da
rendere leggibile il concetto anche dall’esterno, anche se abbiamo corso il rischio di essere considerati “pop” Nel “Mirador”, invece,
siamo giunti alla “concentrazione deconcentrata”.
Detail: Il colore arancio degli spazi di distribuzione è puramente decorativo oppure ha
anche una funzione?
Maas: Volevano distinguere le superfici semiprivate di distribuzione. Dato che la maggior
parte degli interni sono bianchi, desideravamo
enfatizzare la complessità del connettivo e per
questo abbiamo scelto un arancio intenso.
Detail: Nel progetto di Silodam le facciate richiamano le navi portacontainer ormeggiate
nel porto. Quali sono invece i riferimenti del
progetto di Mirador?
Maas: Abbiamo seguito le medesime strategie
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del Berlin Void. Nel caso di Mirador, abbiamo
ruotato il tipico edificio residenziale spagnolo
sulla verticale, trasformando il cortile interno in
un elemento di grande espressività. L’edificio
è un’alternativa ai fabbricati per lo più privati
dell’intorno. Il “Mirador” non solo apre al pubblico il suo fulcro, ma apre l’intero edificio verso la strada.
Detail: Il “Mirador”, essendo l’edificio più alto
del complesso residenziale, prende il posto
che precedentemente era della chiesa.
Maas: Oggi, la chiesa non ha più il ruolo di un
tempo. Piuttosto, Internet è la nuova “chiesa”.
È il nuovo dominio collettivo di oggi. Stiamo vivendo in un’epoca segnata dall’iperindividualismo.
Detail: L’Olanda da tempo svolge sperimentazione architettonica. Pensa che ci siano
anche in questo caso i presupposti per
un’architettura innovativa?
Maas: Purtroppo, nel 2002, l’assassinio di Pim
Fortujn ha portato in tutto il paese una grande
paura verso tutto ciò che è sperimentazione.
L’urbanistica tradizionale è rifiorita, mentre la
nostra architettura è stata duramente criticata.
Per questo realizziamo l’85% dei nostri progetti all’estero e non in Olanda. Oltre allo studio di
Rotterdam, che vanta 40 collaboratori, abbiamo un ufficio a Pechino, proprio al centro della
Città Proibita.
Detail: Nell’ambito dell’edilizia residenziale,
quali sono le maggiori differenze tra un paese e l’altro?
Maas: Esistono esigenze comuni trasmesse in
tutto il mondo dalle riviste di lifestyle: uno spazio esterno, un ampio soggiorno, una vista
piacevole. In Cina, ad esempio, sono richiesti
appartamenti con più stanze, una stanza privata per la nonna, una cucina collocata in una
certa posizione e realizzata in modo particolare.
Detail: In Cina, dal momento che non sono
dotati di riscaldamento, molti appartamenti
sono orientati a sud.
Maas: Certo, ma solo in alcuni casi. L’orientamento verso sud-ovest deriva dalla dottrina
del Feng Shui. In Corea, ad esempio, stiamo
studiando delle planimetrie alternative a quelle
classiche degli alloggi di massa. Il problema
della monotonia e della crescita convulsa, in
Corea è molto più importante che in Cina. Attualmente ci sono 20 nuove città in costruzione. Di fronte alla spaventosa crescita asiatica,
la domanda è: come faremo a garantire un
processo di trasformazione mondiale ecosostenibile?
Detail: Come rispondete alla sfida di un concetto sostenibile?
Maas: Presso il Berlage Institut, sto lavorando
insieme agli studenti per mostrare con programmi come “Climatizer” come sia possibile
realizzare architettura a basso contenuto tecnologico energicamente efficiente.
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Individualità per le masse?
Edilizia residenziale a Vienna
Gabriele Kaiser
L’abitazione è una “macchina del desiderio”
senza limiti in un mercato sconfinato di stili
di vita. Nonostante l’edilizia tipica viennese
sembri rispondere in modo soddisfacente a
tutte le esigenze sia tipologiche che tematiche, parallelamente è facile supporre che lo
spazio destinato alla sperimentazione rimanga limitato. E’ facile constatare che sempre
più edifici vengono costruiti con costi ridotti,
ma l’elaborazione del tema dell’“abitare” non
trova una collocazione soddisfacente. Non
solo, spesso e volentieri, la città guarda al
passato della Vienna rossa degli anni ‘20 e
‘30 e si ispira anche alle opere di Roland
Rainer realizzate dopo il 1945, pur disponendo di una scena architettonica vitale con
architetti appartenenti alla giovane e media
generazione come ARTEC o BUS.
La residenza “Sargfabrik” del gruppo BKK-2
(terminata nel 1992) e il progetto seguente
“MISS Sargfabrik” del BKK-3 (terminato nel
2000) sono sperimentali ed unici nel vero
senso del termine.
A differenza dei grandi progetti di quartiere
del primo dopoguerra, oppure dei complessi
a tema fitti di edifici bassi, tipici delle espansioni urbane degli anni ’80, l’edilizia attuale
non ha solo scopi residenziali e non costituisce nemmeno un’alternativa valida all’edilizia di massa utilitaristica. Essa deve essere
in grado di rispondere ad un’ampia gamma
di esigenze individuali e culturali. Da tempo
ormai non è più figlia dell’ideologia recondita
che vuole ospitare le masse ma, e in misura
maggiore, della necessità di produrre in
massa una grande quantità di identità individuali. In questa catena produttiva, che nasce per soddisfare le più svariate esigenze
residenziali (abitare nel verde, sull’acqua, in
condominio, nel loft cittadino, in un attico, in
modo ecologico o in un golfclub) l’unica cosa che non varia è una certa idea di urbanità; l’urbanista e studioso di realtà metropolitane, Rudolf Kohoutek, commenta senza
indugio: “Oggi, la nuova edilizia residenziale
non nasce più dalla creazione dei singoli
edifici per la città, ma è il frutto di un progetto autarchico senza luogo, un progetto per
nuovi gruppi sociali”. La somma dei progetti
e delle realizzazioni residenziali, all’interno
della planimetria urbana, lascia la città in secondo piano rendendola simile alla homepage di un’azienda, nella quale i luoghi più importanti sono in rilievo e sono connessi dai
link.
Che negli ultimi anni, il progetto o il prodotto
“abitare” si sia trasformato in un articolo in
grado di coprire tutte le sfaccettature di uno
stile di vita, lo si capisce non solo dagli slogan del marketing immobiliare ma anche dai
concetti “all-inclusive” delle architetture stesse.
I nomi di certi quartieri come Donau-City,
Wienerberg-City, Monte Laa oppure G-
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Town, definiscono delle entità topografiche
nelle quali non c’è solo la residenza, ma che
generano anche nuovi modelli o stili di vita,
grazie a nuove a aggiuntive funzioni come
piscine, sky lobbies, centri benessere, conciergierie etc. Nei prossimi anni, la varietà
del target degli acquirenti farà perdere importanza agli alloggi di dimensioni medie
“normali” che ancora dominano il mercato.
Nelle sezioni dei quotidiani dedicate agli immobili, i nomi degli architetti sono usati come marchi che, come nella moda, dovrebbero incrementare la sensazione di
appartenenza ad un certo gruppo sociale.
La limitatezza dell’effetto mediatico è dimostrato con incisività dall’intervento negli Spittelauer Länder di Zaha Hadid. La forma a
zig zag del volume sembra aleggiare sopra i
viadotti della ferrovia urbana di Otto Wagner;
il progetto, inizialmente lodato come un’icona dell’architettura residenziale urbana, è
andato via via compromettendosi sempre di
più sulla strada della realizzazione e nel frattempo la stessa Zaha Hadid ne ha preso le
distanze.
All’inizio degli anni ‘90, la città di Vienna, in
previsione della forte ondata di immigrazione dai paesi dell’est, ha incrementato le sovvenzioni per l’edilizia residenziale fino a
10.000 unità all’anno. In questa nuova fase
dell’edilizia di massa, abbiamo preso le distanze dalle tipologie basse ad alta densità
degli anni `80 e abbiamo iniziato a costruire
interi quartieri abitativi sul “Platte” di Uno-City presso Simmering e sul Wienerberg. Con
la creazione di Donau-City e la concezione
di un edificio di grande altezza sono state
create le condizioni per la realizzazione delle infrastrutture e dei collegamenti che
avrebbero dovuto aprire il condominio anche agli alloggi in locazione e a quelli di proprietà. In seguito a questo boom, non sono
sorte solo le torri per il terziario, ma anche le
palazzine residenziali come quelle di Harry
Seidler, Delugan_Meissl, Coop
Himmelb(l)au, Allbert Wimmer.
Ai grandi quartieri a tema della prima metà
degli anni ‘90 (quartiere termale Oberala,
quartiere senza auto Muster e Frauen-WerkStadt) sono seguiti altri progetti, alcuni dei
quali orientati verso determinati gruppi sociali, altri verso il tema dell’abitazione e del
lavoro (ad es. Compact City di BUS Architektur a Vienna Florisdorf) oppure verso l’integrazione degli immigrati (p. es. l’intercultura dell’abitare di Heidecker Neuhauser a
Vienna-Florisdorf).
La carenza di terreni edificabili e l’incremento dei costi in periferia hanno fatto si che il
cosiddetto “Brownfeld Development” diventasse sempre più attraente anche per Vienna. Nella valorizzazione delle aree industriali
dismesse, la ristrutturazione dei quattro gasometri di Vienna-Simmering, sviluppata secondo i piani degli architetti Jean Nouvel,
Coop Himmelb(l)au, Wilhelm Holzbauer e
Manfred Wehdorn rappresenta uno dei casi
più conosciuti ed anche più criticati.
Nell’area degli omonimi Kabelwerke di Vien-
Testo in italiano
na-Meidling, in seguito ad un vasto programma di coopartecipazione privata, è stato realizzato un quartiere a destinazione
mista che, con delle denominazioni piuttosto
attraenti (palazzine di lusso, residenza sul
parco, casa-terrazzo, casa-pontile, loft industriale) dovrebbe essere in grado di coprire
un’ampia gamma di stili di vita.
Nonostante la varietà del target viennese (la
città detiene il primato nazionale per il numero di alloggi di proprietà in locazione: più di
220.000), la maggior parte delle abitazioni
popolari è gestita dalle società immobiliari,
con circa 136.000 case a canone di locazione agevolato e 130.000 alloggi di proprietà.
Tradizionalmente a Vienna prevalgono le
sovvenzioni dirette ai costruttori, al fine di ridurre l’investimento e così anche il canone
di locazione o il prezzo di vendita. La percentuale di case a prezzo agevolato, rispetto al volume totale delle nuove costruzioni, si
aggira intorno al 90% e corrisponde alla
classica sovvenzione per la classe media,
per la quale il termine “casa popolare” non è
più appropriato. Per analizzare gli standard
qualitativi dell’edilizia da diversi punti di vista, la ricerca sull’edilizia residenziale svolta
negli anni scorsi dalla città di Vienna (MA50)
si è sviluppata su 4 temi fondamentali: lo sviluppo delle forme abitative, le nuove forme
dell’abitare nei vecchi quartieri della città,
l’architettura, l’ecologia e la nuova tecnologia ed infine, la relazione tra l’abitare e l’economia.
In uno di questi studi, dal titolo “Dieci anni di
concorsi, trasformazioni nell’edilizia civile”
(di Michael Schluder e Natascha Stoklaska)
si riassume l’apparente versatilità dell’edilizia e dell’abitazione analizzando una ristretta
somma di progetti guida: “In generale si cerca di avere un’illuminazione naturale anche
nei corridoi. Nella pianificazione delle aree
comuni si nota un evidente incremento della
qualità. Anche il numero delle aree libere legate agli alloggi e l’offerta delle aree comuni
(aree fitness, sauna e piscina), pur non godendo di agevolazioni, sono state notevolmente incrementate, migliorando così ulteriormente la qualità della vita. Le piante sono
“flessibili”.
Lo standard del basso consumo energetico
è stato raggiunto in tutti i nuovi progetti realizzati a partire dal 1996, e nel frattempo è
divenuto obbligatorio per ricevere le sovvenzioni. Gli architetti del Vorarlberg, Dietrich
Untertrifaller, Johannes e Oskar Leo Kaufmann hanno avviato la costruzione di una
serie di progetti-pilota a Nord del Danubio
dopo la pubblicazione dell’aggiornamento
del Regolamento Edilizio che consente la
costruzione degli edifici pluripiano in legno.
Circa la metà degli alloggi sovvenzionati
(negli ultimi anni circa 7.000 all’anno) vengono realizzati all’interno delle mura urbane,
dove il costo del terreno è più elevato ma è
possibile sfruttare le infrastrutture esistenti.
Negli ultimi dieci anni, i grandi progetti di
nuova lottizzazione, sono stati spesso assegnati con dei concorsi, dove i progetti sono
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stati esaminati da una giuria composta da
architetti, rappresentanti locali, esperti di diritto urbanistico in materia di civile abitazione, ecologia ed economia. Lo scopo del procedimento è quello di ridurre i costi di
realizzazione degli edifici pluripiano, aumentando allo stesso tempo la qualità progettuale ed ecologica. Negli anni passati sono stati
così ridotti i costi dell’edilizia agevolata, in
media del 20% (circa 1100 ™/m2). Nel novembre del 2005, la “ig-architektur”, una libera piattaforma di giovani studiosi di architettura, ha richiesto nella “Wiener Architektur
Reklamation” una decentralizzazione dei
processi di progettazione e la realizzazione
di un procedimento aperto orientato alla
qualità piuttosto che ai concorsi. Facendo un
confronto con i procedimenti internazionali,
risulta incomprensibile che nella distribuzione delle agevolazioni pubbliche per l’edilizia
residenziale, i committenti siano gli unici, già
nella fase creativa, a poter agire con forza
sul mercato, mentre gli architetti sono solo il
braccio degli operatori del profitto.
La gestione del progetto di 55.000 nuovi alloggi da realizzarsi entro il 2015 non può essere realizzata in modo poco trasparente e
con procedimenti rigidi come i concorsi.
L’attuale sistema non considera la nuova generazione di architetti; a destinazione arriva
solo chi è già salito sul treno. Anche in questo caso, ci sono delle eccezioni: a sud di
Vienna, vicino alle “Terrassenhauszeien” di
Harry Glueck presso Alt-Erlaa, sei giovani
team di progettazione (Schauer – SchläfferSchmoeger, Juri Troy, Sandrine van Klot, Nicole David, the next enterprise e Klaus
Strattmann) stanno realizzando degli alloggi
seguendo un concetto architettonico comune che prevede la modellazione libera del
terreno al posto della classica parcellizzazione.
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Temi di attualità nell’edilizia residenziale
svizzera
Daniel Kurz
In Svizzera, meno di un terzo degli abitanti
possiede “le sue quattro mura”; nelle città, la
percentuale dei proprietari diminuisce ulteriormente. L’edilizia residenziale pluripiano
costituisce la spina dorsale del mercato immobiliare. La maggior parte dei locatari di
appartamenti sono privati; solo nei grandi
centri urbani, le cooperative edilizie, le casse di previdenza o gli immobiliaristi quotati
in borsa possiedono cospicui portafogli di
alloggi in locazione.
Tra gli sviluppi dell’ultimo decennio, si evidenzia un forte incremento degli immobili di
proprietà favorito dal regime fiscale e allo
stesso tempo da una crescente migrazione
di famiglie e ceti medi verso le aree rurali.
Contro il deficit demografico ed economico,
le città reagiscono con mirati programmi di
edilizia residenziale che nel frattempo mostrano i loro effetti positivi. Nel 1998, la città
di Zurigo si è posta come obbiettivo l’attua-
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Testo in italiano
zione di un piano di sostegno per la realizzazione di 10.000 appartamenti per famiglie.
Tramite l’edilizia residenziale convenzionata
e cooperativistica, il programma intrapreso
con successo da Zurigo e ripreso poi anche
da altre città svizzere, ha generato un boom
edilizio da cui emergono interessanti ed innovativi aspetti.
Se si vuole frenare l’esodo dalle città, è necessario creare aree residenziali che possano rappresentare una valida alternativa alla
casa unifamiliare nel verde. Oggi, nelle città,
l’architettura di qualità è diventato un valido
argomento nelle vendite anche nei segmenti
della costruzione residenziale pluripiano a
basso costo. La cultura dei concorsi di architettura, da tempo coltivata dai comuni e
adottata dai grandi costruttori privati, contribuisce a promuovere i nuovi studi di architettura e le nuove idee.
Spazi con requisiti speciali.
Il centro residenziale Chriesimatt a Barr
(Cantone Zug) progettato dallo studio di architettura Graber Pulver riunisce un ampio
spettro di tipologie residenziali –loft, penthouses, duplex- rispondendo ad una domanda residenziale differenziata.
Il progetto di Pile-Up dell’architetto Hans
Zwimpfer a Rheinfelden-Basilea sovrappone
moduli di unità abitative caratterizzate da
un’area soggiorno distribuita su due livelli
con loggia, che incrementa il valore dell’appartamento. Il sistema brevettato Pile-Up dovrebbe essere utilizzato anche in alcuni centri minori della Svizzera e a Vienna.
“Kraftwerk 1”, realizzata nel 2001 dallo studio Stücheli e Bünzli Courvoisier, è uno degli
interventi di edilizia residenziale più interessanti, nato da una cooperativa tra attivisti di
case occupate e grande impresa. L’edificio,
un complesso amministrativo convertito in
residenziale, è una sorta di Unité d’Habitation con strada interna su cui si affacciano i
duplex. Le comunità alloggio di un massimo
di 13 stanze dividono ampi spazi di soggiorno simili a quelli degli antichi palazzi. “Kraftwerk” riunisce anche appartamenti di piccolo taglio, uffici e un ristorante. Tra le
particolarità del complesso, si possono citare gli elevati standard di bioarchitettura e le
strutture comuni come la terrazza, il bar e la
lavanderia comune. Un fondo sociale interno
consente l’accoglienza nel volume di sopraelevazione di famiglie straniere e di due
gruppi di disabili.
Elementi della cultura residenziale urbana.
Oggi, le piante poco articolate e le cucine
abitabili aperte sul soggiorno non sono viste
di buon occhio. Nell’edilizia residenziale
cooperativa, dove il margine economico è limitato, si riscontrano soluzioni differenziate
come nel complesso residenziale A-Park di
Zurigo in fase di realizzazione (Baumann
Roserens Architetti). Si accede all’appartamento da un piccolo ingresso che riceve luce dal bagno adiacente. Allo spazio unico
dove cucina e soggiorno si distribuiscono in
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aree equivalenti, si affianca il gruppo separato delle stanze individuali; un altro ambiente separato dall’appartamento soddisfa l’esigenza di autonomia e privacy specifico di
una persona della famiglia, una figlia adulta
o un parente che abita con la famiglia stessa.
Nel sobborgo di Leimbach-Zurigo, gli architetti Galli & Rudolf hanno integrato un preesistente complesso di case a schiera con un
volume compatto dotato di un’ampia varietà
di tipologie residenziali. Anche in questo
progetto, sala da pranzo e soggiorno costituiscono un unico e continuo ambiente in
connessione diretta con la camera con bagno. La specificità spaziale è accennata solo tramite la posizione nell’ampio soggiorno
aperto, semplificando la trasformazione dei
ruoli cui è soggetta la famiglia e l’economia
domestica. Sono, richiesti spazi funzionali
ampi ed accoglienti dove sia garantita l’illuminazione diurna. Esemplari sono gli ingressi del complesso residenziale di Adrian
Streich a Zurigo: completamente vetrato lungo il perimetro e alto 3,8 metri, l’intero piano
d’accesso è predisposto esclusivamente
per le funzioni comuni riservate ai residenti.
Densità
Nelle aree industriali dismesse della città gli
indici di copertura anche maggiori di 2,0 sono all’ordine del giorno. Nell’edilizia residenziale, a parità di indici, è necessario garantire un’elevata qualità della vita ed
un’accurata progettazione. La palazzina ad
alta densità realizzata dall’architetto Patrick
Gmür offre l’occasione di relazionare la qualità abitativa individuale agli attraenti spazi
esterni. Tra gli aspetti più originali del progetto, una concierge. Nel volume più basso
si distribuiscono i duplex per famiglie con
ampie logge su due piani che, rispetto ai
balconi, garantiscono uno spazio all’aperto
più intimo e protetto dalle intemperie. Per le
nuove costruzioni del primo dopoguerra,
realizzate in sostituzione delle preesistenti e
per soddisfare le esigenze immediate, spesso la città giardino ha rappresentato la soluzione ideale, con le sue abitazioni immerse
nel verde. Oggi, in ambito urbanistico, le
grandi aree residenziali delle cooperative
edilizie offrono grandi opportunità per l’utilizzo di quella strategia. Sotto l’effetto della
crescente densificazione la zone a destinazione residenziale tendono a privilegiare uno
sfruttamento multifunzionale.
Qualità e costi
I concorsi di architettura residenziale sono
diventati negli ultimi anni sempre più frequenti, in particolare dove la densificazione
è ostacolata da complesse relazioni urbanistiche e da un budget limitato.
Nel progetto degli alloggi per le famiglie del
ceto medio e a basso reddito il costo al metro quadro del canone di locazioneè definito
sin dalle fasi preliminari. Recentemente, la
città di Zurigo ha messo a disposizione dei
partecipanti ai concorsi uno strumento di
previsione dei costi applicabile sin dalle prime fasi di progettazione. Gli architetti possono in tal modo ottimizzare il proprio progetto
in base all’obbiettivo dei costi definito in fase
preliminare.
Spesso i criteri di definizione dei costi seguono il medesimo orientamento della architettura ecosostenibile (standard Minenergie);
con questi presupposti si realizzano degli
edifici con molto profondi, di semplice sviluppo ed intelligente organizzazione. È comunque importante che non sia premiata la
soluzione più economica, bensì quella più
economicamente vantaggiosa.
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Loggio o balcone ne? Nuove facciate per
l’edilizia residenziale
Frank Kaltenbach
Il “balcone”, dal tedesco antico “balco”=
“Balken” o piattaforma in aggetto, viene costruito sempre meno. L’attuale trend dell’edilizia ad alta densità ha ridotto la distanza tra
gli edifici; ma l’attuale esigenza di privacy e
la riscoperta della qualità urbana delle facciate continue anche nelle aree di nuova edificazione spiega l’interesse crescente delle logge
rispetto ai balconi. Inoltre, molti architetti hanno dichiarato guerra alle misure di protezione
solari individuali e alla scelta incontrollata di
tendaggi in fantasie colorate. Per gli immobili
in posizione centrale, l’immagine è di grande
importanza per gli investitori. Nell’edilizia residenziale spesso gli architetti non abbracciano l’intero programma progettuale, si occupano dell’urbanistica, delle piante ma
soprattutto delle tavole per il permesso di costruire. Della progettazione dei particolari –se
esiste- se ne occupa direttamente il committente. In altri casi, gli architetti vengono chiamati per l’allestimento della facciata su una
struttura al rustico già realizzata. Nel centro
residenziale di Rovinj, gli architetti sono intervenuti su un impianto e su un sistema di distribuzione predefinito, valorizzando il corridoio centrale con l’illuminazione naturale di
un lucernario a cupola. La dimensione limitata degli alloggi è stata ampliata sospendendo
i balconi in acciaio alla struttura in calcestruzzo; la disposizione sfalsata deriva dalla volontà di impedire la trasformazione dei balconi in
logge autocostruite dai residenti. In altri
esempi è possibile scorgere delle tipologie
miste di balconi-logge o logge che aggettano
diventando balconi.
Negli edifici di nuova costruzione, per la
profondità dei volumi e le contenute distanze
tra fabbricati, la loggia sta sostituendo sempre più il balcone. La loggia, arretrando rispetto alla facciata, determina un ombreggiamento degli ambienti sottostanti inferiore
rispetto a quello determinato dal balcone. La
parola “loggia” deriva dall’italiano “loge” in
riferimento alle logge teatrali aperte su uno o
più lati oppure concepite come corpo indipendente che si apre sulla piazza urbana.
Nell’edilizia residenziale, la loggia è uno
spazio aperto ma coperto, collocato ai piani
∂ Konzept 2006 ¥ 3
Testo in italiano
Edition ∂
superiori che raramente aggetta rispetto alla
facciata. Sia il balcone che la loggia sono
superfici residenziali computate solitamente
al 50% come le serre non riscaldate chiuse
su tutti i lati.
Solitamente disposte su un livello, raramente
vengono realizzate su due piani come nella
Alxingergasse a Vienna dove un sistema di
irrigazione a cascata provvede all’approvvigionamento idrico delle piante aggrappate
alla snella struttura delle logge. Nell’intervento di Hagenbuchrain, sulle rigorose facciate
intonacate gli architetti hanno integrato logge rifinite con materiali pregiati e in relazione
diretta con gli appartamenti. Nella palazzina
plurifamiliare di Stansstand, i progettisti concepiscono la loggia come prosecuzione dello spazio interno: la separazione creata con
una vetrata in luce è appena percepibile anche per la continuità dei materiali di rivestimento di pareti e pavimento. I sette duplex
sono disposti in un corpo le cui facciate non
hanno nulla di monotono per l’irregolare alternanza di bucature delle finestre e dei tagli
profondi delle logge. L’avvicendarsi regolare, invece, di campiture vetrate di scale e
logge annulla la banalità in cui sarebbe potuta incorrere una facciata lunga 70 metri.
Negli appartamenti a singolo o doppio affaccio, l’aggetto su pareti perimetrali lisce offre
l’opportunità di un’illuminazione d’angolo
con vetrate in luce. In una realizzazione di
Kistler Vogt, le logge penetrano fino a cinque metri nell’alloggio, parallelamente ai
soggiorni.
Baumschlager Eberle rivestono l’edificio
residenziale di Winterthur con una facciata
in vetro bianco. Davanti alle finestre ed
in corrispondenza delle logge, giustappongono pannelli scorrevoli che per il
differenziato grado di apertura creano
Nuovo!
“Alta densità abitativa”
a cura di Christian Schittich,
176 pagine con
numerosi disegni e foto, 2005
Formato 23x29,7 cm
ISBN 978-3-7643-7529-4
Traduzione: George Frazzica
un sottile gioco sulla pelle esterna.
A Clichy, Francis Soler inverte il concetto di
loggia creando una facciata in elementi di
alluminio scorrevoli a pacchetto come fosse
un “paravento dorato”. Anche Ruisanchez a
Barcellona realizza con persiane in alluminio
scorrevoli, una pelle mobile anteposta alle
pareti perimetrali.
Nella megastruttura progettata da Riken
Yamamoto, si combinano il principio della
flessibilità dello spazio con la struttura sociale locale. Gli ambienti flessibili sono raggruppati intorno a logge comuni disposte su
due piani utilizzabili dalla collettività come
studi o come estensione facoltativa degli appartamenti adiacenti.
I pergolati progettati da DKV Architecten per
dei loft fungono contemporaneamente da
aree distributive e da aree all’aperto.
5
tro appartamenti e un duplex al piano terra.
La pianta aperta degli alloggi è articolata
dalla cellula dei servizi cucina/bagno e da
pannelli scorrevoli a pacchetto per dividere
l’ambiente.
Superficie lorda: 2973 mq
Numero di alloggi: 15
Superficie degli alloggi: 80–110 mq
Pianta piano secondo, piano primo, piano terra, piano
interrato, scala 1:500
Sezione, scala 1:500
1 Ascensore veicoli
2 Garage interrato
3 Deposito
4 Cucina/Sala da pranzo
5 Soggiorno
6 Camera
7 Corte giardino
8 Duplex
9 “Box”
10 Balcone
Pagina 166
Conversione di un edificio per uffici
a Amburgo
Pagina 168
Edilizia residenziale agevolata a Vienna
L’intervento di conversione in residenza di
un edificio per uffici degli anni ’70 è stato
preferito per il fatto che una nuova costruzione avrebbe implicato una riduzione dei piani
del fabbricato. Un altro stratagemma ha permesso al committente di ottenere dall’Ufficio
Tecnico la concessione di una superficie
maggiore: oltre ai balconi in acciaio che il
progetto prevedeva sul lato ovest, sono stati
inseriti i bovindi distribuiti in facciata in modo
da enfatizzare l’individualità degli appartamenti. All’interno, la cucina è dotata di un
angolo pranzo, il bagno di una sauna e la
camera di un angolo di lettura. Dietro alla
facciata monolitica in pannelli di HPL (laminato ad alta pressione) impiallacciati di legno, si distribuiscono su quattro livelli quat-
Nel profondo isolato situato nell’ex-quartiere
dei lavoratori si distribuiscono varie destinazioni d’uso. Al posto di due fabbricati industriali prospicienti, rilevati da una cooperativa immobiliare, sono sorti degli edifici
residenziali con una corte-giardino. August
Sarnitz ha ottenuto l’incarico per l’edificio
con gli appartamenti di piccolo taglio, mentre il progetto del fabbricato con undici unità
abitative da 75–110 mq è stato assegnato a
querkraft-Architekten. In quest’ultimo caso il
volume colorato in vetro si distingue in modo
particolare per la flessibilità delle piante. Per
garantire ai locatari una suddivisione dello
spazio conforme alle necessità, l’unico volume realizzato con muri portanti è la cellula
bagno. Si può orientare il soggiorno verso la
Alta densità abitativa
– La sfida dell’edilizia
residenziale – i dettagli
della flessibilità tipologica
65,– €
+ spes
e posta
li e di
imballa
ggio
Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli
stili di vita, la ricerca di flessibilità e adattabilità planimetrica sta
diventando una delle priorità dell‘architettura residenziale.
L’edilizia residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita
della domanda di spazi all’interno dei centri urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per
architetti e pianificatori.
Se desiderate ordinare “Alta densità abitativa”, spedite un fax: Institut für internationale Architektur-Dokumentation
GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. +49 89 38 16 20-22, Fax +49 89 39 86 70
Oppure consultate il nostro sito e ordinate online: www.detail.de
6
Testo in italiano
strada o verso il cortile, oppure creare uno
spazio continuo dalla facciata est alla facciata ovest. Al piano terra, è stata integrata
una tipologia particolare ad uso ufficio o ambulatorio con soppalco.
Superficie lorda: 1300 mq
Numero di alloggi: 11
Superficie degli alloggi: 70–120 mq
Planimetria generale, scala 1:4000
Sezione, piante, scala 1:500
Pianta mansarda, sezione aa, pianta piano terzo,
pianta piano quinto, pianta piano secondo, pianta piano quarto, pianta piano terra
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Lotto realizzato su progetto di querkraft architekten
Lotto realizzato su progetto di August Samitz
Giardino dei residenti con contratto di locazione
Area gioco
Deposito immondizia
Deposito biciclette
Cucina abitabile
Superficie commerciale, ufficio e ambulatori
Camera
Balcone
Terrazzo
Pagina 170
Edificio residenziale a Trondheim
Svartlamoen, quartiere per lavoratori fondato
nel XIX secolo a Trondheim, ha ospitato dal
1947 alcune funzioni industriali che in seguito lo hanno fatto cadere nella più completa
trascuratezza; fino agli anni ’80 quando i
punk ne hanno occupato alcune case. In
considerazione di questi sviluppi, la città di
Trondheim ha pianificato la sostituzione delle aree a destinazione industriale con zone
per la residenza. Il concorso richiedeva
un’architettura sostenibile, a basso costo e
in grado di proporre un utilizzo innovativo
del legno come materiale da costruzione. I
due fabbricati, realizzati con una tecnologia
massiccia in legno, hanno una densità abitativa compresa fra i 22 e i 26 mq/persona; un
coefficiente alquanto insolito per la Norvegia, dove lo standard solitamente applicato
è di 50 mq/persona. L’edificio più alto ospita
gli alloggi collettivi per 5–6 persone a piano,
mentre il fabbricato più basso contiene sei
monolocali. Tutti gli elementi strutturali sono
prefabbricati in legno massello e sono assemblati in opera in dieci giorni. Le pareti
perimetrali spesse 15 cm sono integrate da
pannelli in lana minerale e da un rivestimento esterno in legno non trattato.
Superficie lorda: 1015 mq
Numero di alloggi: 10
Superficie degli alloggi: 29–128 mq
Planimetria generale, scala 1:7500
Sezioni, piante, scala 1:500
Sezioni aa, bb
Pianta piano primo, piano mansarda, piano terra
1 Distribuzione, area d’ingresso
2 Area privata
3 Area collettiva
4 Cottura
5 Monolocale
6 Spazio ad uso commerciale
2006 ¥ 3 Konzept ∂
Pagina 172
Edilizia sociale a Conil
Gli architetti, interpretando il tradizionale impianto di patii semiprivati, strade private ed
aree comuni tipico dei vecchi quartieri spagnoli, hanno inserito nel progetto una galleria aperta concepita come l’asse centrale
del fabbricato. I lucernari posti in corrispondenza di ogni unità abitativa con un ritmo
sfalsato, conferiscono alla galleria il carattere di uno spazio all’aperto. Gli ingressi agli
alloggi si affacciano sullo spazio di comunicazione della galleria arretrando e definendo
in questo modo la transizione in uno spazio
privato. La struttura è composta da uno
scheletro in muratura e si basa su un modulo di nove metri cui si rapportano anche i
trenta appartamenti.
Superficie lorda: 2451 mq
Numero di alloggi: 30
Superficie degli alloggi: 52–75 mq
Planimetria generale, scala 1:10000
Sezioni, piante, scala 1:500
Sezioni aa, bb
Pianta piano secondo, piano terra
1 Accesso dalla strada
2 Strada interna/Galleria
3 Lucernario
4 Camera
5 Soggiorno
6 Sala da pranzo
7 Cucina
8 Nicchia ingresso
9 Terrazza/Loggia
Pagina 174
Edificio residenziale con negozi a
Barcellona
Nei prossimi anni, nel quartiere nord- orientale di Barcellona Trinitat Nova, sorgeranno
249 appartamenti di edilizia agevolata realizzati in due stralci. Tre torri residenziali ed
un volume prismatico limitano le estensioni
marginali del quartiere, mentre l’isolato residenziale realizzato durante la prima fase di
costruzione insiste su un’area ad elevata
densità. 60 appartamenti e 6 spazi commerciali disposti al piano terreno, un garage con
60 posti auto nel basamento. Tre corti interne separate da scale e ascensori provvedono all’illuminazione dell’area centrale del
corpo profondo 18 metri. Le corti provvedono all’illuminazione e all’aerazione delle cucine e degli ambienti umidi degli appartamenti di tre e cinque stanze. Le balconate
continue costituiscono degli spazi di mediazione tra l’interno e l’esterno, che all’occorrenza possono essere convertiti in spazi più
privati, schermati da persiane scorrevoli con
lamelle di protezione solare. L’immagine unitaria è data dall’uniformità cromatica dei
pannelli di facciata in fibra di cemento e dalle persiane in alluminio grigio chiaro.
Superficie lorda: 7455 mq
Numero di alloggi: 60
Superficie degli alloggi: 61–90 mq
Planimetria generale, scala 1:5000
Piante, sezione, scala 1:500
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Superficie ad uso commerciale/negozi
Corte interna
Ingresso
Terrazza
Camera
Soggiorno
Cucina
Sala da pranzo
Balcone
Pagina 176
Edilizia residenziale a Ljubljana
Salamandra –nome assegnato dagli architetti al fabbricato residenziale nero-gialloemerge come un corpo estraneo in un quartiere di case unifamiliari alla periferia di
Ljubliana. Le scaglie in ceramica colorata riflettono la parallela frammentarietà tridimensionale del corpo di fabbrica. Formalmente,
il volume si sottomette alla necessità primaria dei 15 appartamenti di proprietà di disporre di un’illuminazione diurna ottimizzata.
Il taglio della pianta è complesso e non trova
ripetitività nell’impianto composto di 81 alloggi.
Superficie lorda: 1365 mq
Numero di alloggi: 15
Superficie degli alloggi: 81–364 mq
Planimetria generale, scala 1:1500
Piante, sezioni, scala 1:500
Pianta piano terra, piano primo
Pianta piano secondo, sezioni aa e bb
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Ingresso
Ascensore veicoli
Lobby
Giardino d’inverno
Camera
Soggiorno
Sala da pranzo
Cucina
Terrazza
Balcone
Duplex
Vuoto
Pagina 178
Quattro palazzine a Winterthur
I fabbricati si inseriscono in un contesto eterogeneo che si espande nelle aree verdi fino
al fiume Eulach, mentre verso nord si sviluppa in un tessuto di edifici plurifamiliari allineati insieme ad una serie di corpi amministrativi. I nuovi edifici mediano il contrasto
tra le aree verdi e il costruito variando il numero dei livelli da cinque a tre. L’allineamento delle facciate contiene l’asse viario ponendosi in contrapposizione con la
prospiciente espansione residenziale, mentre verso il parco la giustapposizione dei volumi crea aree di transizione a ritmo differenziato. Il rigore della facciata è
sdrammatizzato dagli elementi scorrevoli in
alluminio anodizzato e colorato, allestiti dall’artista Thomas Rutherfoord, che celano la
loggia come un’estensione dello spazio interno. Gli alloggi -43 in affitto e 23 di proprie-
∂ Konzept 2006 ¥ 3
tà- sono disposti su un unico livello e variano
dalla tipologia a sei stanze fino a quella a
due stanze.
Superficie lorda: 11232 mq
Numero di alloggi: 66
Superficie degli alloggi: 80–176 mq
Planimetria generale, scala 1:10000
Piante, sezione, scala 1:1000
Sezione aa, pianta piano primo e secondo, piano terra
Pianta, parziale, scala 1:20
E, F, G
1 Loggia
2 Soggiorno
3 Sala da pranzo/Cucina
4 Camera
5 Atrio
6 Scala
7 Ingresso principale
Pagina 180
Edilizia residenziale a Birsfelden
L’eterogeneità dell’impianto volumetrico dell’espansione urbana di Birnsfeld (edifici pluripiano, case a schiera e torri) è risolta dalla
presenza del parco. La stecca a destinazione residenziale attigua ad un fabbricato
esistente, invece di integrare convenzionalmente l’espansione periferica, si impone formalmente nel verde. Ne conseguono alcuni
vantaggi: l’intero perimetro del fabbricato è
inserito nel verde, gli alloggi non assumono
più un mero orientamento sull’asse nordsud, il corpo di fabbrica si insedia nella prospettiva del paesaggio. L’intero involucro è
caratterizzato da un’immagine di intensa trasparenza conferita, tra l’altro, dai parapetti in
vetro e dalle finestre alla francese. Ad eccezione dei due duplex al piano terra, le 49
unità d’abitazione si dispongono su un unico
livello.
Superficie lorda: 6947 mq
Numero di alloggi: 49
Superficie degli alloggi: 54–139 mq
Planimetria generale, scala 1:6000
Piante, sezioni, scala 1:1000
Sezione aa
Pianta piano primo, pianta piano terra
Sezioni bb, cc
1 Duplex
2 Appartamento su un livello
3 Ingresso/atrio
4 Ripostiglio
5 Camera
6 Sala da pranzo
7 Soggiorno
8 Balcone/loggia
9 Cucina
10 Corridoio
11 Cucina abitabile
Pagina 182
Due isolati residenziali a CopenhagenØrestad
Lo sviluppo di Ørestad, un’espansione urbana a sud di Copenaghen iniziata negli anni
’90, ha generato il 30% dell’intera attività
edilizia della capitale. Il fabbricato VM deve
il nome alla forma dell’impianto che ripete i
contorni delle lettere V ed M.
Testo in italiano
Il fabbricato è delimitato da due canali ad
est dai quali si estende uno sterminato paesaggio di case unifamiliari, mentre verso
ovest il tracciato della metropolitana leggera
separa il volume dalla pianura campestre
circostante. La forma dell’edificato nasce
dal desiderio di garantire ai residenti una relazione visiva diretta sul paesaggio circostante e un buon grado di isolamento e di
ventilazione. Per il fabbricato M sono state
realizzate 37 differenti tipologie, assemblate
come un puzzle e progettate sulla base di
un modulo standard composto per lo più da
uno spazio centrale a doppia altezza. Ai residenti è stata consentita un’estrema libertà
nella disposizione interna delle pareti divisorie.
Superficie lorda: 11800 mq
Numero di alloggi: 108
Superficie degli alloggi: 55–130 mq
4
5
6
7
8
9
10
7
Duplex stecca nord
Area semipubblica
Scala
Appartamento su un livello
Balcone
Porticato
Negozio
Sezione schematica
A–D arredamento personalizzato dagli utenti
Piante, scala 1:250
1 Sala pranzo
2 Bussola
3 Ripostiglio
4 Cucina
5 Lobby
6 Parcheggio
7 Camera
8 Soggiorno
9 Vuoto
10 Giardino
11 Area studio
12 Balcone
13 Porticato d’accesso
Piante, scala 1:1000
Piante, parziale, 1:250
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Area d’ingresso
Negozio
Scuola materna
Campo da gioco
Camera
Sala da pranzo
Cucina
Soggiorno
Loggia
Vuoto
Pagina 184
Edilizia residenziale convenzionata a
Ingolstadt
Una particolarità del progetto, realizzato alla
periferia di Ingolstadt, è la relazione che le
due stecche residenziali instaurano con la
viabilità dell’area. I progettisti, pur avendo
separato con un porticato il corpo più elevato dall’asse viario disposto sul lato nord,
hanno preso in considerazione le esigenze
dei residenti “mobili” che possono parcheggiare nel garage comune situato tra le due
stecche proprio davanti all’ingresso della loro abitazione. La copertura diventa una terrazza e al tempo stesso un’area semi-collettiva che collega percorsi di distribuzione e
scale. La disposizione dei fabbricati che
trae ispirazione dagli edifici terrazzati degli
anni ’70, garantisce un’illuminazione ottimale. La qualità della costruzione è incrementata dai lucernari dei soppalchi. Nella stecca sud e nei due piani inferiori dell’edificio
più elevato si dispongono i duplex con giardino.
Superficie lorda: 4886 mq
Numero di alloggi: 46
Superficie degli alloggi: 56–103 mq
Planimetria generale, scala 1:5000
Piante, sezioni, scala 1:1000
Pianta piano secondo, livello semipubblico, livello
strada, sezioni aa e bb
1 Giardino
2 Duplex in linea
3 Parcheggio
Pagina 188
Piattaforme di ghiaccio invece di blocchi
isolati
In Olanda, l’edilizia residenziale è paragonabile ad un immenso complesso di case in linea identiche e prodotte industrialmente che
colonizzano in maniera crescente il territorio.
Città portuali come Amsterdam e Rotterdam
hanno la possibilità di sviluppare le espansioni urbane con spettacolari edifici pluripiano talvolta anche su grande scala, negli ex
docks privi di relazione diretta con il nucleo
storico della città; Groninga, invece, è orientata verso un’espansione contestualizzata
nel costruito preesistente, compresa fra il
centro storico e i nuovi quartieri edificati nell’ultimo decennio. Nei prossimi anni, nelle
aree industriali dismesse saranno realizzati
13 lotti detti “Shots”. I primi interventi sono
stati realizzati dal team di giovani architetti
S333. Nonostante la rigida maglia strutturale, la maggior parte degli appartamenti, collocati al piano rialzato su un basamento di
negozi e locali, possiede uno spazio organico e fluido. Il linguaggio moderno ma composto, fatto di ludiche giustapposizioni di finestre nella continuità delle facciate in vetro
o legno, contraddistingue il quartiere inserito
tra canali e case tradizionali in mattoni.
Pagina 190
“Appartamenti come lastre di ghiaccio
che fluttuano nel paesaggio”
Dominic Papa
Nel 1994, il nostro studio S333 Architettura e
urbanistica ha vinto il primo premio per il
concorso Europan 3 con tema “A casa in città”. Si richiedevano proposte per riformulare
la relazione tra spazi urbani privati e pubblici
colmandone il salto di scala. L’area d’intervento confinava con le mura medievali della
città, interfaccia tra centro storico ed espansioni urbane degli anni ’30. L’anello delle
mura, preesistenza di estrema complessità
8
Testo in italiano
nell’urbanistica della città, rappresentava un
enorme potenziale fino ad ora trascurato.
La struttura architettonica proposta dallo
studio prevedeva fabbricati che si piegavano e si curvavano su se stessi a seguire i
flussi di movimento e gli assi visivi. Un complesso di spazi tra edifici e di edifici tra spazi, in antitesi con il principio del volume chiuso. La crescente volontà di svolgere la
propria attività lavorativa da casa rende le
persone che abitano in città sempre più favorevoli ad una destinazione funzionale degli spazi limitata nel tempo. L’attuale mercato immobiliare delle residenze non ha tenuto
in considerazione queste esigenze. L’offerta
di differenti tipologie residenziali risulta alquanto limitata e di conseguenza assai ridotta è l’ipotesi di cambiare tipologia di appartamento rimanendo in un’area
circoscritta.
Dopo l’assegnazione del concorso, siamo
stati incaricati dalla città di Groninga di sviluppare la strategia del Circus su un ex-terreno industriale di 14 ettari. In collaborazione con Concio-Gaultier Architects e FARO
Architects, abbiamo elaborato forme l’abitazione e il lavoro basandoci su temi come il
Time-sharing, la privacy e la sicurezza. Sono
stati condotti a tal scopo dei workshop con
Foreign Office Architects e con i collaboratori di diversi Istituti di Associazioni d’architettura di Londra. La conclusione è stata che
era necessario combinare l’elevata densità
del costruito con ampi spazi aperti. Lo studio di ingegneria Battle McCarthy Environmental Engineers ha studiato diversi concetti
energetici e ha elaborato il primo studio per
lo sfruttamento della biomassa mai prodotto
nei Paesi Bassi. Entro la fine del 1996, in
collaborazione con gli urbanisti della città di
Groninga, abbiamo redatto un piano per 900
appartamenti, 9.000 mq di negozi, 40.000
mq di uffici e 1300 posti auto.
Per lo sviluppo dei 13 Schots sono stati selezionati otto studi di architettura.
Schots 1 e 2
I primi due lotti sono stati portati a compimento dal nostro studio alla fine del 2003.
Accanto all’architettura, il caposaldo del
concetto progettuale era la realizzazione di
corti interne e giardini pensili con procedure
bioecologiche senza soluzione di continuità
con le facciate dotate di un sistema di aggrappaggio verticale del verde. L’area pedonale e la piazza compresa fra i due
Schots con adiacenti supermercati, ambulatori e caffé al piano terra animano l’intero
quartiere.
Mentre il primo lotto è costituito da un fabbricato di otto piani, il secondo lotto composto
da diverse stecche reinterpreta la tipologia
dei fabbricati con terrazzo. La realizzazione
di altri tre lotti dovrebbe avere inizio nell’estate 2006.
Pianta piano quarto, piano settimo, piano terzo, piano
sesto, piano primo, piano quinto
2006 ¥ 3 Konzept ∂
Appartamento tipo, Schot 1 (87–135 mq):
Accesso tramite tre scale e ascensori
Al piano primo e al garage interrato
Tipo A: tri e quadrilocale distribuiti su un unico piano,
giardino d’inverno; ingresso attraverso il cortile
comune al piano terzo
tri e quadrilocale distribuiti su un unico piano,
giardino d’inverno; ingresso attraverso il porticato del livello 4–9
Appartamento tipo, Schot 2 (80–90 mq):
Accesso tramite tre scale e ascensori
al piano primo e al garage interrato, senza spazio
esterno
Tipo B: tri e quadrilocale distribuiti su un unico piano
Case in linea Schot 2 (90–158 mq):
Accesso e area di relax nel cortile comune al
piano 1–3
Tipo C: appartamento di cinque stanze distribuito su
due piani
Tipo D: appartamento di cinque stanze distribuito su
due piani, con giardino pensile
Tipo E: appartamento di cinque stanze distribuito su
due piani con giardino
Tipo F: appartamento di cinque stanze distribuito su
tre piani con giardino e giardino pensile
Tipo G: appartamento di cinque stanze distribuito su
tre piani, giardino pensile
Tipo H: appartamento di sette stanze distribuito su
quattro piani con giardino
Tipo I: appartamento di sette stanze distribuito su
quattro piani con giardino pensile
Schots 1+2: 149 alloggi in locazione
Piante, sezioni, scala 1:2000
1 Consegne
2 Farmacia, medico
3 Supermercato, pub, edicola
4 Area pedonale
5 Deposito e deposito biciclette
6 Ingresso al garage sotterraneo
7 Specchio d’acqua
8 Giardino privato
9 Cortile semipubblico
10 Terrazza comune
11 Patio semipubblico
Pagina 194
Abitare come in una casa unifamiliare?
La redazione di “Detail” intervista i residenti
J.L.Osborne (tipologia B)
Abitare qui è ideale: non devo spalare la neve, non ci sono scale, e non devo occuparmi del giardino. Vado in garage con la mia
auto, prendo l’ascensore e arrivo direttamente nel mio appartamento, tutto al coperto. La posizione migliore tra gli appartamenti
è quella centrale, vicina ai negozi. L’appartamento è come un ponte, è un unico spazio
con vista su entrambi i lati del fabbricato.
Paghiamo un canone di locazione di 800 Euro per un appartamento di 80 mq e 90 Euro
per il garage.
Aida van de Poel (tipologia G)
Questo appartamento era uno degli ultimi disponibili. Non avendo un giardino recintato,
è risultato essere anche conveniente. Nella
biblioteca al terzo piano i bambini possono
giocare senza disturbare oppure lo spazio
può essere usato come studio. Al terzo piano
c’è anche una terrazza che però non usiamo
mai: è scoperta e da noi piove spesso. Se
desideriamo stare all’aria aperta ci sediamo
davanti all’ingresso nel cortile comune.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Giardino d’inverno
Area pranzo e soggiorno
Cucina
Camera
Lavori domestici
Locale tecnico
Porticato
Cortile semipubblico
Studio
Terrazzo
Giardino privato
Pagina 196
Dalla struttura a setti portanti alla maglia
strutturale dei pilastri
Roel de Jong
Il livello della falda (da -0,5 fino a 1 metro) rispetto alla quota del piano stradale e la presenza (-7,00 metri) di uno strato portante di
fango con strato di sabbia disomogeneo ha
reso necessario realizzare una fondazione
su pali. Prima di iniziare la costruzione, si è
dovuto provvedere a smaltire e a trattare
svariati metri cubi di terreno contaminato. La
palancolata usata per mettere in sicurezza
lo scavo è stata utilizzata come struttura permanente per i muri perimetrali del garage interrato. Il complesso grava su 760 pali di
lunghezza compresa fra i 17 e i 23 metri e
450-360 mm di diametro. Sono stati utilizzati
tubolari in acciaio cavi spinti fino alla profondità desiderata ed estratti dal terreno dopo il
getto tramite vibratore a martello con controllo di vibrazioni sul costruito circostante.
La platea di fondazione spessa 300 mm è
stata realizzata in calcestruzzo impermeabile RCK 35. I giunti edili della palancolata sono stati ermeticamente saldati, mentre per
motivi estetici è stata anteposta una parete
in mattoni. I pilastri del garage interrato con
sezione di 450x450 mm seguono la maglia
geometrica sfalsati di 7,8 x 7,8 metri.
Le palazzine residenziali di due e sette piani
sono state realizzate con tecnologia a setti
portanti. I carichi sono portati dai muri divisori degli appartamenti e dalle strutture di
distribuzione. Le differenti angolazioni dei
fabbricati non hanno permesso di disporre
due pilastri al piano terra e al piano interrato
al di sotto di uno dei muri divisori di un appartamento e contemporaneamente di riuscire ad avere un’adeguata maglia di pilastri
per i posti auto. In questo caso, l’unica soluzione è stata quella di realizzare un solaio di
uno spessore tale da riuscire ad assorbire
l’andamento asimmetrico dei carichi: da
1,20 metri in corrispondenza delle teste dei
pilastri fino a 0,40 metri al centro della campata. Lo spessore minimo di 250 mm delle
pareti divisorie degli appartamenti risponde
all’elevato requisito di fonoisolamento richiesto ma soddisfa anche i requisiti statici necessari per l’elevata altezza del fabbricato.
Le pareti sono state realizzate con tecnologie tradizionali gettate in opera, i solai realizzati con rete d’armatura.
1
Piano 0: garage interrato
Fondazione su 760 pali. La massima sollecitazione
∂ Konzept 2006 ¥ 3
2
3
4
5
di un pilastro è di 10.000 kN; dato che un palo può
assorbire al massimo 1.500 kN, sono stati necessari sette pali per ogni pilastro. Interrato realizzato
a tenuta stagna con pavimento in calcestruzzo impermeabile 300 mm
Pilastri 450 x 450 mm, maglia di 7,80 x 7,80 metri
Piano primo: livello stradale
Solaio armato con rete 250–550 mm
Piano primo: superfici commerciali
Pilastri Ø 550 mm, maglia 7,80 x 7,80 mm
Piano secondo: cortile interno appartamenti
Piastra di distribuzione dei carichi in calcestruzzo
armato 400–1200 mm
Piani dal secondo al nono: appartamenti
Solaio armato con rete 250 mm
muri in calcestruzzo armato 250 mm
interasse Schot 1: 7,20 metri
interasse Schot 2: 5,10 metri
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Il progetto esecutivo
Michel de Lange
Siamo stati coinvolti nella progettazione dello
Schots 1 e 2 dato che i progettisti vincitori
del concorso non avevano mai affrontato prima d’ora un progetto di tale complessità e
ordine di grandezza. Siamo stati, dunque, incaricati di curare l’aspetto tecnico e il rispetto delle normative durante l’intera progettazione e nella realizzazione della facciata.
Impianti.
Tutti gli appartamenti sono riscaldati da radiatori tramite caldaia centrale con le tubazioni annegate nel massetto. L’aria di alimentazione del sistema di aerazione chiuso
viene aspirata a livello della copertura; preriscaldata tramite uno scambiatore di calore,
viene portata negli appartamenti con i canali
disposti nei solai di 25 cm di spessore.
Facciate
Il disegno delle facciate è impostato su un
irregolare gioco di superfici aperte e chiuse
che impedisce di leggere sui prospetti la fisionomia dei singoli appartamenti, nonostante la maglia costruttiva contratta. Gli architetti hanno pensato di conferire al Schot 1 con
diretto affaccio sulla strada che conduce al
centro storico, un carattere urbano e hanno
scelto una facciata completamente vetrata. I
pannelli in fibra di cemento verniciati di rosso apposti alle pareti degli spazi di distribuzione conferiscono al cortile centrale un’atmosfera calda che contrasta con il verde
delle facciate in vetro. Dato che lo studio
S333 auspicava una facciata in piano, al posto delle logge sono stati realizzati giardini
d’inverno sul lato interno.
Per le facciate del Schot 2 è stata, invece,
realizzata una pelle continua in legno di cedro.
Sezione orizzontale, sezione, scala 1:20
A Schot 1: edificio ponte
B Schot 1: facciata con galleria
C Schot 1: facciata su strada con giardini d’inverno,
vetrate fisse e pannelli in vetro coibentati
1 Protezione, griglia di profili d’acciaio 40/10 mm
2 Telaio in legno 67/114 mm con profilo di copertura in alluminio
Testo in italiano
3 Lamiera d’alluminio 0,7 mm su pannello di compensato 18 mm
4 Pilastro in profilo d’acciaio HEB 140
5 Vetrata fissa, float 6 mm
6 Elemento d’appoggio per prefabbricato di calcestruzzo in profilo d’acciaio T 250 mm
7 Vetrata isolante 6 + intercapedine 15 + 8 mm
8 Parete divisoria in calcestruzzo armato 250 mm
9 Copertura:
pannello in calcestruzzo 500/500/40,
substrato 120 mm, membrana filtrante
drenaggio 10 –100 mm, guaina impermeabilizzante in pellicola EPDM
termoisolante 100 mm, barriera al vapore
calcestruzzo in pendenza 0-100 mm, c.a. 250 mm
termoisolante 80 mm, cartongesso 15 mm
10 Pannello in calcestruzzo prefabbricato 310 mm
11 Pavimentazione 50 mm
solaio armato con rete 250 mm
con condotti per l’aerazione annegati nel cls.
12 Pannello in vetro coibentato 930/2550 mm/140 mm
13 Vetrata giardino d’inverno, float 6 mm
14 Elemento parete:
pannello in fibra di cemento tinteggiato rosso
10 mm
listelli 30/71 mm
pannello a base cementizia 10 mm
montante 38/140 mm alternato a termoisolante
140 mm, barriera al vapore, cartongesso 12,5 +
12,5 mm
15 Elemento in calcestruzzo prefabbricato 70 mm,
guaina impermeabilizzante
termoisolante 50 mm
c.a. 180 mm
termoisolante 50 mm
rivestimento intradosso in fibre di cemento 10 mm
D Schot 2: Facciata alloggi
E Schot 2: facciata patio
F Schot 2: Facciata sul cortile con terrazza
Sezione Schot 2, appartamento tipo H, sezione 1:20
1 Copertura:
guaina impermeabilizzante in pellicola EPDM
termoisolante 100 mm, barriera al vapore
calcestruzzo in pendenza 0-100 mm
solaio in c.a. armato con rete 70 mm + 180 mm
2 Vetrata fissa 6 + intercapedine 15 + 8 mm
3 Infisso in legno di cedro verniciato grigio
4 Pavimento terrazza:
cedro rigato 22/60 mm, listelli 22 mm
guaina impermeabilizzante, termoisolante 50 mm,
barriera al vapore, calcestruzzo in pendenza
0–50 mm
c.a. 180 mm
5 Protezione in vetro di sicurezza 6 mm
6 Elemento di facciata in legno 930/2550 mm: cedro 19 mm a taglio di sega verniciato; listelli
34/71,
barriera al vento in cartone
pannello in fibre di legno 5 mm
telaio in legno 38/140, alternato a isolante
140 mm
barriera al vapore
pannello di cartongesso 12,5 mm
7 Pavimentazione 50 mm:
solaio armato con rete 250 mm
con condotti di aerazione annegati nel cls.
8 Soffitto supermercato:
pavimentazione 50 mm
c.a. 100 mm, termoisolante 140 mm
c.a. 400 mm, controsoffitto
9 Corpo illuminante a cassetta
10 Pilastro supermercato in c.a. Ø 550 mm
11 Soffitto garage interrato:
pavimentazione 170 mm
450 mm
Pagina 202
Carto regalo in facciata
Il motto del concorso “Nuove idee per appartamenti a basso costo” è stato preso alla
9
lettera dai giovani architetti vincitori del bando. All’apparenza, il fabbricato non rivela
che la realizzazione è stata compiuta con un
budget contenuto. Negli interni, le grandi
aperture definiscono gli spazi. L’estrema
funzionalità della pianta, poi, consente
un’ampia personalizzazione degli interni da
parte dei residenti. In facciata, invece, la
sperimentazione e l’intensa collaborazione
tra l’impresa esecutrice e l’architetto ha trasformato la nostra idea in realtà.
Pagina 204
Edilizia residenziale agevolata secondo il
concetto del “Mietverkauf”
Nell’area ovest di Silvertown, un quartiere di
Londra nei pressi dei Docklands, si colloca
un’espansione urbana di 315 ettari. La prescrizione del PRG di mantenere destinazioni
miste (residenziale, commerciale, terziario e
attrezzature per il tempo libero) era motivata
dall’obbiettivo di realizzare una struttura socialmente solida. Attualmente il progetto
comprende 241 appartamenti realizzati. La
disponibilità di un paio di terreni di dimensioni contenute per la realizzazione di 16 unità
abitative ci è sembrata l’occasione ideale per
sperimentare un’architettura di nuova accezione. Nel concorso indetto nel 2002 auspicavamo che emergessero idee innovative associate a nuovi metodi costruttivi. Speravamo
anche di ricevere proposte progettuali da architetti appartenenti a minoranze etniche, da
studi diretti da donne o da architetti che lavoravano in stretta collaborazione con artisti.
Entrambi i vincitori hanno guadagnato il primo posto ex-equo per le particolari soluzioni
di facciata proposte. Ash Sakula Architects
ha realizzato quattro appartamenti (vd. “Detail” 11/05), mentre Niall McLaughlin ha realizzato il complesso di 12 appartamenti. Con
i costi di costruzione siamo rientrati pienamente nel budget. I trilocali, alloggi meno
costosi ma di maggior valore, sono stati venduti preferibilmente a lavoratori con reddito
annuo non inferiore a 28.759 £ per i single e
a 32.644 £ per le coppie. Infatti, il progetto si
basava sul Shared-Ownership-Programm,
un concetto recentemente adottato in Inghilterra che consente l’acquisto graduale di un
immobile. Per ricevere un mutuo bancario è
necessario un reddito minimo. Si acquista in
questo modo una parte dell’immobile –in
questo caso dal 30 al 75 %. La parte rimanente dell’immobile viene data in locazione
e contemporaneamente acquistata con rate
a lunga scadenza. Il prezzo di vendita di un
appartamento di 75 mq si aggira intorno ai
210.000 £, di cui almeno 63.000 £ da pagare inizialmente.
Pagina 205
Una facciata scintillante come petrolio
Niall Mc Laughlin
Nella progettazione abbiamo considerato alcuni criteri per noi di fondamentale importanza:
10
Testo in italiano
• un impianto planimetrico efficiente con un
ampio, flessibile e alto spazio di soggiorno
• la vista sui Docklans con l’aeroporto di
Londra, i palazzi di Canary Wharf e il Millenium Dome
• le particolari vicende del terreno, precedentemente occupato da un’industria chimica
• la relazione con una struttura industriale
prefabbricata, la struttura a telaio in legno
rivestita con una pelle decorativa
Ogni appartamento, dotato di piccola terrazza o giardino, possiede due camere e un bagno. La cucina, lo spazio pranzo e il soggiorno sono comunicanti e si orientano verso
sud, verso il panorama e il sole. Le ampie finestre d’angolo inquadrano la vista sulla città.
L’area, che visse un periodo di grande fioritura iniziato con la prima Esposizione mondiale (1851) e terminato negli anni ’70, attualmente è stata di nuovo occupata e
convertita con case yuppie, un aeroporto,
un hotel e un immenso centro conferenze in
un “paesaggio postindustriale” di indefinibile
identità. Il nome del quartiere deriva da Stephen Winkworth Silver che nel 1852 costruì
nell’area una fabbrica per la lavorazione della gomma; la materia prima arrivava direttamente dalle colonie britanniche con le navi
che approdavano ai docks. Considerando la
trasformazione subita dal territorio nei seguenti 50 anni, è possibile riconoscere la
struttura unitaria di fabbriche che producevano zucchero, marmellate, saponi, ecc.
Guardando una foto del 1900 con una carrozza che trasportava petrolio, ci è venuta in
mente l’immagine affascinante di una superficie scintillante di petrolio.
Nel quartiere, le fabbriche si allineavano lungo il fiume, i depositi lungo i docks; nell’area
intermedia si raccoglievano le abitazioni
basse e semplici costruite per i lavoratori. La
Evelyn Road costituiva l’interfaccia tra le abitazione e i depositi. Su questo lato si colloca
il terreno con i 12 appartamenti da noi progettati.
In Inghilterra, l’edilizia residenziale a basso
costo, viene solitamente realizzata con una
struttura in legno e un involucro in legno o in
mattoni. La facciata tradizionale nasconde
una struttura prefabbricata.
L’edificio in progetto doveva sembrare una
catasta di casse di legno collocata sulla banchina. Per l’involucro, pensavamo ad un materiale industriale. Date le particolari vicende
dell’area, ritenevamo fosse importante avere
qualcosa di luccicante, di dolce e di chimico.
L’artista Martin Richman con cui lo studio collabora, ha proposto di utilizzare per la facciata una pellicola solitamente impiegata come
carta regalo “Radiant Color Film”. La pellicola
possiede proprietà dicroiche con effetto iridescente che si basa sul principio della sovrapposizione di più di 200 strati di poliestere e
acrilico di spessore differenziato. Quando
l’angolo d’incidenza della luce viene modificato, si modifica anche il colore per la differente riflessione posseduta da due polimeri.
2006 ¥ 3 Konzept ∂
La facciata sud dell’edificio è rivestita con
carta regalo stesa in una forma di alluminio
con copertura in vetro colato. Gli elementi
sono spessi 200 mm e contengono due strati di lamelle in policarbonato rivestito di pellicola, distanziate tra loro e fissate al centro e
alla parete di fondo. I differenti strati della
facciata riflettono la luce creando, talvolta
effetti luminosi perfettamente geometrici, talvolta evanescenti.
Per la realizzazione, il committente aveva stipulato un Design & Build Contract; per garantire che la realizzazione fosse fedele al
progetto preliminare, abbiamo prodotto il
numero più elevato di particolari costruttivi,
a differenza di quanto avviene in un appalto
tradizionale dove la progettazione particolareggiata viene redatta in un fase più avanzata del progetto. L’impresa di costruzione
Dandwood ci ha supportati durante la fase
di progettazione e quella esecutiva. L’impiego di una pellicola che solitamente non viene usata in edilizia ha comportato diverse
difficoltà. L’impegno da parte dell’impresa
nella progettazione particolareggiata ha, però, garantito al committente la realizzazione
anche dei particolari più impegnativi.
Pagina 208
Una conversione low cost molto onerosa
Richard Garland
L’incarico era molto impegnativo e il budget
minimo. Inoltre, nel terreno in precedenza
ad uso industriale, abbiamo trovato amianto
ed arsenico oltre ad una bomba inesplosa
scoperta durante lo scavo; quindi, abbiamo
dovuto decontaminarlo. L’instabilità del terreno torboso ha richiesto, poi, la formazione
di fondazioni palificate su cui poggiare fondamenta continue. La platea è stata realizzata in elementi prefabbricati di calcestruzzo
armato. Le pareti e i solai in tecnologia a
piastra, sono stati prefabbricati a Devon e
posati con l’ausilio di una gru.
Anche le scale, i monoblocchi delle finestre
e delle porte sono prefabbricati. La maggior
difficoltà tecnica ha riguardato l’integrazione
delle pesanti vetrate della facciata sud nei
telai strutturali. La finitura degli interni, i pavimenti con la posa di materiale fonoisolante,
il pavimento vinilico ad effetto pietra, l’isolante interno delle pareti e i lavori di cartongesso, si sono svolti in situ. La realizzazione del
progetto è stata possibile solo con un’intensa collaborazione tra committente, architetto, geometra di cantiere e impresa.
Piante, sezioni, scala 1:500
Pianta, scala 1.250
1 Camera
2 Cottura
3 Pranzo
4 Soggiorno
5 Loggia
1
2
Rivestimento in tavole di larice 24 mm
Pannello di protezione antincendio/intercapedine
aerata 50 mm
barriera al vento
3
4
5
6
7
pannello OSB 10 mm
montanti in legno 50/140 mm con alternato termoisolante 140 mm
barriera al vapore
cartongesso 12,5 + 12,5 mm
Parete in clinker a vista
intercapedine ventilata 52 mm
barriera al vapore
pannello OSB 10 mm
termoisolante 90 mm
barriera al vapore
cartongesso 12,5 + 12,5 mm
Moquette posata su compensato 18 mm
pannello di protezione antincendio 19 mm
isolante in espanso rigido 25 mm
compensato 15 mm
travi 50/235 mm
termoisolante 100 mm
cartongesso 12,5 + 12,5 mm
Lamelle in policarbonato con pellicola iridescente
incollata
Pannello di facciata 2150/1100/100 mm
elemento a cassetta in alluminio con lavorazione
per il fissaggio delle lamelle in policarbonato 6 mm
pannello frontale in vetro colato 6 mm con pellicola
di protezione anti UV sul lato interno
Rivestimento in resina sintetica 3 mm
massetto cementizio 60 mm su pellicola PE
isolante in espanso rigido 50 mm
elemento solaio in c.a. 155 mm
Sezioni, scala 1:10
Pagina 210
La facciata, certificazione della carta da
regalo
Nial McLaughlin
La compagnia assicurativa aveva obbiettato
che non esisteva alcun certificazione tecnica sulla facciata. La cooperativa immobiliare
auspicava ad avere il consenso della compagnia assicurativa. Il produttore della pellicola dicroica non era interessato a produrre
una certificazione per una quantità limitata
di materiale impiegato. Ci siamo, allora, rivolti ai progettisti di facciate ed esperti di
vetri Dewhurst MacFarlane che hanno dimostrato i requisiti funzionali della struttura della facciata. L’unico vero inconveniente era
l’invecchiamento, dovuto all’esposizione ai
raggi UV, della colla collocata tra la pellicola
e le lamelle; l’azienda ha anche proposto di
prevedere un filtro UV per l’elemento in vetro
di facciata. Se i test non avessero dato esito
positivo, avremmo dovuto provvedere alla
sostituzione dell’involucro durante la fase
costruttiva. Il progetto dei pannelli in vetro è
stato sviluppato da un subappaltatore selezionato tra diverse aziende contattate.
L’azienda ha sviluppato un elemento con
una profondità tale da contenere le lamelle
in policarbonato. La parete di fondo dell’elemento è stata lucidata e la chiusura realizzata in vetro colato.