Confronto tra le versioni it. e francese Don Camillo

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Confronto tra le versioni it. e francese Don Camillo
–Castagnetti, M.
CONFRONTO TRA “DON CAMILLO e “LE PETIT MONDE DE DON CAMILLO”
saggio inedito di
Maristella Castagnetti
Innanzitutto sono stati girati DUE FILM; ogni ripresa, cioè, è stata effettuata due volte (una
volta con gli attori che recitavano in italiano e una volta con gli attori che recitavano in
francese).
NB: nella versione italiana, gli attori francesi recitano comunque nella loro lingua - poi
verranno doppiati -, mentre nella versione francese TUTTI, anche gli attori italiani, recitano in
francese.
Per il 98% i due film si possono considerare identici; le differenze sono per lo più
irrilevanti (es. una sequenza in francese dura 1-2 secondi in più di quella italiana perché
Fernandel ha accentuato di più uno sguardo, o si è mosso un po’ più lentamente) e si possono
notare solo se si confrontano le due pellicole facendole scorrere contemporaneamente.
Anche dal punto di vista linguistico la traduzione dall’italiano al francese è pressoché
letterale.
Ci sono però alcune Importantissime differenze, che elenco schematicamente per nuclei
tematici:
IL RAPPORTO GINA-MARIOLINO
Sequenza dello sciopero: Gina, che vuole andare a mungere le sue vacche, viene bloccata da
Mariolino che deve far rispettare il picchetto: la ragazza rinfaccia al giovane che le vacche
stanno per morire, egli risponde che anche alcuni compaesani stanno morendo di fame.
Versione italiana
Il dialogo si conclude con queste parole:
G. “ci dev’essere un posto nel mondo dove si possa stare tranquilli senza far politica,
volendosi bene...”
M. “Ci deve essere sicuramente, altrimenti non varrebbe la pena di vivere”
E i due si sorridono speranzosi.
Versione francese
Non c’è nessun finale idilliaco alla “volemose bbene”; il livello drammatico rimane alto, con
Mariolino che risponde seccamente a Gina sulla povertà degli scioperanti e poi corre via.
Gina e Mariolino al fiume con la signora Cristina
Versione italiana
Gina è dimessa e poco truccata; i due, seduti l’uno accanto all’altra, non stanno proprio
appiccicati e le inquadrature e le luci non ne esaltano la vicinanza né hanno un taglio
particolarmente sensuale; l’esclamazione che il ragazzo si fa sfuggire quando si rende conto che
deve correre a giocare a calcio è “Oh mamma mia!”
Versione francese
Gina è truccata e ben pettinata, più donna; i volti dei due ragazzi sono molto vicini (“a tiro di
bacio”) con un’illuminazione ricca di chiaroscuri che sottolinea la sensualità della situazione;
Mariolino è semisdraiato; una volta in piedi, i due si abbracciano più strettamente e
l’esclamazione di Mariolino è “Oh Madonna!”
Il tentato suicidio: i Filotti e i Della Bruciata non vogliono che i due giovani convolino; dopo
il rifiuto di don Camillo e di Peppone ad unirli immediatamente in matrimonio, Gina e
Mariolino corrono verso il fiume dopo aver proferito oscure minacce; da una lettera lasciata da
Gina, si apprende che sono andati al fiume decisi a farla finita.
Versione italiana
Si vedono Gina e Mariolino che si dirigono verso il fiume; poi, con uno stacco nettissimo
(anche nella colonna sonora che da tragica diventa improvvisamente farsesca) ecco le due
famiglie guidate da prete e sindaco che li bloccano sull’argine e se li riportano a casa. Il livello
drammatico viene fatto precipitare verticalmente senza “risolverlo” in un’acme appropriata alle
aspettative che tutta la sequenza, fino a questo punto, ha creato nello spettatore.
Versione francese
Si vedono i due giovani già immersi nell’acqua che riflettono sul significato del loro gesto,
tentennano, fanno un altro passo abbracciati verso l’abisso e si bloccano solo quando sentono la
gente arrivare. A quel punto escono dall’acqua e tentano la fuga.
La scena, logica conseguenza delle premesse impostate da tutta la sequenza fino a quel
momento, è angosciosa e drammatica, esattamente come l’aveva pensata Giovannino in fase di
sceneggiatura.
LE SEQUENZE “POLITICHE”
Per “sequenze politiche” intendo quelle che, più di altre con tema più umoristico o patetico,
presentano giudizi impliciti sul comportamento dei comunisti e/o dei preti (don Camillo).
Le sequenze in questione sono tre:
- il pestaggio tra Peppone e don Camillo nella cella campanaria
- la scazzottata tra don Camillo e i “rossi di città” all’osteria del Molinetto
- le botte al luna Park dopo l’arrivo del vescovo al paese
Il pestaggio Peppone - don Camillo
Quando sindaco e prete cominciano a fare a pugni, dopo un solo pugno (che s’intravede) di
don Camillo a Peppone, l’inquadratura si sposta all’esterno su due contadini che sentono
scampanare (le campane suonano perché i due, picchiandosi, inciampano nelle corde).
Versione italiana
Dopo lo stacco sull’esterno, l’inquadratura vede Peppone e Don Camillo che si sistemano le
maniche che avevano rimboccato per picchiarsi più comodamente; la violenza e i suoi effetti
pertanto non sono per nulla esibiti.
Versione francese
L’inquadratura finale vede Peppone steso a terra, letteralmente K.O. che si rialza a fatica, si
tira giù le maniche che aveva rimboccato e si accorda con Don Camillo. La violenza in sé non si
vede ma s’intuisce che il pestaggio è stato significativo perché il sindaco ha incassato una
mazzata inconfutabilmente micidiale (per almeno tre secondi sembra morto!).
La scazzottata con i rossi di città
Finito io sciopero, i rinforzi dalla città che sono arrivati per dar man forte ai paesani si
ritrovano “disoccupati”.
Versione italiana
La voce fuori campo dice: “Non rimase loro altro che fare una cosa: UNA BUONA
BEVUTA” (cioè; perché non possono fare la dimostrazione, si siedono a bere per passare il
tempo ed è assolutamente casuale che comincino a prender in giro don Camillo)
Mentre sono seduti davanti all’osteria, passo don Camillo in bicicletta; tutti cominciano a
ridere e un comunista apostrofa il prete con un chiaro "prete da corsa!”; continuano il forte
vocio e le risate (nessun’altra offesa è distinguibile); Don Camillo senza proferir verbo frena,
scende dalla bici, raggiunge il gruppo del più ridanciano, sbatte loro sulla testa un tavolo e
comincia a pestarli (si vedono tre spintoni e un pugno, poi dissolvenza incrociata).
Versione francese
Voce fuori campo: “Non rimase loro da fare che UNA COSA.” (cioè appostarsi ad attendere
don Camillo per poterlo prendere in giro: non c’è nulla di casuale, anzi, la provocazione è
premeditata).
Don Camillo passa in bici; le offese che si odono sono più pesanti e comprensibili: “prete da
corsa” “vai Bartali” “viva la gioventù” “taroque” (spero si scriva così, che in francese un po’
gergale significa frescone, tonto o qualcosa del genere. Don Camillo frena pensando “questa è
una provocazione che non posso accettare”; scende, sventola un po’ la tavola sulle teste degli
avversari e comincia un pestaggio in piena regola (i pugni sono più violenti e numerosi che
nella versione italiana).
Le botte al luna Park
Dopo una sfida di forza vinta da Don Camillo, il reverendo e il sindaco si trovano davanti a
un baraccone del Tiro a segno; il giocatore deve abbattere con una palla di pezza dei fantocci
di cartapesta raffiguranti varie personalità (un generale, un borghese, ecc.): l’ultimo fantoccio
rimasto, che solo Peppone ha il coraggio di provare ad abbattere, è quello di un prete identico
a don Camillo, che assiste alta scena con aria minacciosa.
Versione italiana
Peppone lancia la palla, ma il fantoccio, seppur colpito, non crolla; il gestore del baraccone
spiega che si è inceppata la cerniera; Peppone commenta: “Le solite manovre del Vaticano!”, e
la sfida si conclude così, Nell’inquadratura successiva, comincia un pestaggio generale che la
voce fuori campo spiega dicendo “Ma verso sera la passione politica si riaccese negli animi..."
(non vengono pertanto specificati né i motivi né gli istigatori della scazzottata). Don Camillo
spettinato, con la tonaca scompostissima e le maniche ancora rimboccate viene ripreso “sul
campo” dal vecchio vescovo che lo manda in esilio.
Versione francese
L’inquadratura viene bloccata un attimo prima che Peppone scagli la palla contro il
fantoccio-Don Camillo; vengono inquadrati altri rossi a un tavolo dell’osteria che corrono a
partecipare alla scazzottata appena cominciata che è stata causata da don Camillo (lo dice il
Brusco), il quale non ha accettato l’affronto di Peppone: viene inquadrata la zuffa con vari
primi piani del prete che mena botte da orbi.
RIASSUMENDO : la versione italiana del film cerca, in contrasto con le idee di Giovannino
Guareschi (ben chiaramente esposte nella sua sceneggiatura), di edulcorare la materia,
eliminando per quanto possibile qualsiasi rappresentazione della violenza fisica e del dramma
ed evitando accuratamente di attribuire all’una o all’altra parte politica atteggiamenti volgari,
inequivocabilmente provocatori o fortemente offensivi; si è montato, insomma, un film il meno
polemico possibile.
La versione francese, invece, è più cruda (c’è anche l’inquadratura del parto di una vacca
nella stalla dei Filotti), drammatica (c’è più violenza fisica) e meno preoccupata di attribuire
all’una o all’altra fazione difetti vari; è insomma più rispettosa del messaggio guareschiano e la
figura del protagonista è meglio delineata (don Camillo fa a botte solo per difendere la propria
tonaca dalle provocazioni; non ricorre alla violenza fine a se stessa).