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vasta gamma di toni e registri, erotico, grottesco, ironico, lirico, impegnato come nel caso di
Trois décennies d’amour cerné, cioè accerchiato, dalla malattia dell’AIDS. Oltre a coreografare
per varie altre compagnie all’estero, in
Cina, in Brasile, in Lituania, in Corea,
Lebrun si segnala però anche per
le sue “co-scritture coreografiche”, tra cui spicca Le Show/
Un-2-Men-show per Foofwa
d’Imobilité, cioè lo straordinario danzatore svizzero Frédéric
Gafner, figlio d’arte, ballerino
classico eccellente, strepitoso
interprete per Merce Cunningham.
Lebrun dal 2012 è direttore del Centre
chorégraphique national de Tours.
Sous leurs pieds, le paradis, oltre a Lebrun, si
avvale di un’équipe di prima classe per la “sonografia”, una scrittura sonora autorale con mezzi
sofisticati - a cura di Stéphane Gombert - e il
disegno luci - di Xavier Lazarini - architetto del
lighting.
teAtro comunale clAudio AbbAdo ferrarA
danza contemporanea 2016
Venerdì 11 novembre, ore 21
LA COMPAGNIE
DE SOI
Francia / Tunisia
Per approfondire
Al termine dello spettacolo, Sala Teatrale
INCONTRO CON LA COMPAGNIA
coordina Elisa Guzzo Vaccarino
Dopo l’incontro
DEGUSTAZIONI CON COUS-COUS
a cura di 381 Storie da gustare
Il prossimo spettacolo
FUORISTRADA NUOVE PROPOSTE DI COMPAGNIE EMERGENTI
venerdì 18 novembre, ore 21
sabato 19 novembre, ore 21
ORLANDO IZZO Vib-Vibrations in body
OLIMPIA FORTUNI Soggetto senza titolo
MATTIA DE VIRGILIIS Monarch:Antigone
BARBARA BERTI I am a shape, in a shape…
ARISTIDE RONTINI It moves me
NICOLA GALLI Mars
con il sostegno di
Comune di Ferrara, Regione Emilia Romagna
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
www.teatrocomunaleferrara.it
SOUS LEURS PIEDS,
LE PARADIS
foto Agathe Poupeney
contemporanei. Ma il richiamo della danza si
è fatto sentire fortemente e lo ha condotto a
prendere parte a stage fondamentali con JeanLaurent Sasportes, danzatore di spicco nel Wuppertal Tanztheater di Pina Bausch, e con
Lisa Nelsom, personalità di prua della contact improvisation.
Ed eccolo poi imboccare un
cammino che lo porta a integrarsi in lavori di altri autori della global dance, come Héla Fattoumi e Eric Lamoureux o Salia
Sanou del Burkina Faso, mentre
intanto presenta a soli propri
come il riflessivo-seduttivo Pour en
finir avec MOI o performance come Je
danse, et je vous en donne à bouffer, danzando e cucinando quasi ritualmente per il pubblico
su percussioni di radice etnica, e in seguito lavori
di gruppo come Ce que nous sommes (2010) la grande domanda di sempre su chi siamo - per
cinque interpreti della sua Compagnie de Soi,
che danzano pensosi sul violoncello di Gaspar
Claus “in compagnia di se stessi”.
Alla Biennale Danza di Venezia nel 2015 si è fatto notare per un’azione in strada, Nous serons
tous des étrangers, facendo tesoro anche dell’eterogeneità dei passanti, dal venditore ambulante africano all’avvocato autoctono, alla signora
con le borse dello shopping.
Thomas Lebrun, dopo aver fatto parte di compagnie fondatrici della cosiddetta nouvelle danse
francese, ha dato vita nel 2000 al suo gruppo
Illico, firmando pezzi di decisa teatralità in una
danza contemporanea 2016
LA COMPAGNIE
DE SOI
SOUS LEURS PIEDS,
LE PARADIS
Francia/Tunisia
scenografia Annie Tolleter
lighting design Xavier Lazarini
direttore tecnico Bruno Moinard
suono Jonathan Reig
durata 60 minuti circa
produzione La Compagnie de Soi
coproduzione Montpellier Danse; le 104-centquatre, Paris; le
Centre Chorégraphique National de Tours – direction Thomas
Lebrun; con il sostegno di DRAC Ile-de-France in collaborazione con Centre National de la Danse
PRIMA NAZIONALE – IN ESCLUSIVA PER L’ITALIA
foto Agathe Poupeney
concept, drammaturgia e danza
Radhouane El Meddeb
coreografia
Thomas Lebrun, Radhouane El Meddeb
LA DONNA E IL PARADISO
di Elisa Guzzo Vaccarino
Non vi è nulla di più desiderabile oggi di una cultura inclusiva, aperta, attenta a tutti i mondi, a tutte le parole, le lingue e le musiche. Nell’incontro
di civiltà si scopre quanto non separa, ma al contrario accomuna le sensibilità di tutti, qualunque
sia l’origine storico-geografica in cui si è cresciuti
e da cui si traggono le fonti per raccontarsi, esprimersi, confrontarsi.
Sous leurs pieds, le paradis, bel capitolo del cartellone inclusivo e aperto del Teatro Comunale
di Ferrara, è un perfetto esempio di ispirazione
condivisa all’incrocio tra più arti e più vissuti della realtà esistenziale nelle sue infinite sfumature,
specie guardando a identità e differenza, gender
e genere umano.
In questo a solo sentito, sospeso tra Oriente e
Occidente, convivono cultura europea e cultura
araba su un tema universale come quello della
donna, della madre, del sacrificio e della generosità femminili.
Radhouane El Meddeb, tunisino di approdo francese, è il coreografo e interprete di Sous leurs
pieds, le paradis,Thomas Lebrun ne è il coautore;
e la divina Oum Kalthoum è la voce potente che
illumina, coinvolgendo chiunque ascolti, questo
brano nato a Montpellier Danse nel 2012, come
frutto dell’ammirazione per l’altra metà del cielo.
Nel Corano l’Islam - spiega Radhouane El Med-
deb - attribuisce alla madre uno statuto speciale,
diverso da quello paterno, in quando a devozione, affetto, carità, in quanto a destino biologicosociale assunto coraggiosamente portando su di
sé la totalità del peso generativo e della cura dei
figli, nutrendoli della propria stessa vita.
Il titolo, Sous leurs pieds, le paradis, pesca nella
tradizione profetica islamica che dice: “Il Paradiso è ai piedi delle madri” e rende un omaggio
poetico e simbolico alla sacralità della figura
della donna e alla forza del principio femminile.
Ed ecco perché il coreo-danzatore ha voluto
ricorrere qui alla voce leggendaria di Oum Kalthoum (1930-1975) in Al Atlal, ovvero le rovine,
su testo del poeta egiziano Ibrahim Naji e su una
composizione musicale di Ryad Essoumbati, che
la cantante interpretò in concerto nel 1966: un
magnifico poema d’amore scritto in lingua araba classica, un inno toccante ai moti del cuore
e del corpo. Molti versi delle canzoni di Oum
Kalthoum sono citati nel romanzo La straniera
(1999) di Younis Twafik, e sono una costante
nella struttura del romanzo, che si basa su racconti e reminiscenze dei protagonisti, l’architetto
e Amina, entrambi appassionati della discografia
della cantante egiziana, per cui si interrompevano addirittura le sedute del Parlamento e di cui si
ricordano i funerali epocali.
Leggerezza, grazia, desiderio, fragilità ed eroismo:
la “donnità” è tutto questo in una canzone come
la sua Al Atlal che racconta il momento della passione e quello delle lacrime per la sua fine, che
descrive le braci ardenti e i naufragi dell’amore,
gli incanti e l’ebbrezza degli abbracci, la fragilità
della tenerezza, il languore e le ferite dolenti, le
cicatrici dell’anima, la volontà e il fato.
Thomas Lebrun ha contribuito alla creazione
di Sous leurs pieds, le paradis offrendo il suo
sguardo, dal fronte della danza contemporanea
occidentale, a un lavoro che spicca non certo soltanto per la tematica, e non solo per l’assunzione
del profilo femminile da parte di un uomo, ma per
la sobrietà della presentazione scenica, con una
figura maschile - dal fisico quotidiano, compatto,
senza età - che resta tale pur in abito muliebre,
semplice, nero, asciutto, senza ammiccamenti ad
alcun travestimento né agli stereotipi della danza medio-orientale cosiddetta del ventre, salvo
nella ricorsità inebriante di passi e gesti.“Less is
more”: dall’essenziale nasce la complessità delle evocazioni care a ognuno.
Radhouane El Meddeb vanta una formazione
teatrale a Tunisi, dove ha lavorato con alcuni pionieri delle scene nel mondo arabo, per passare
poi in Francia collaborando con autori e registi