federazione ordini dei farmacisti - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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federazione ordini dei farmacisti - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 12/07/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
12/07/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Lo stile di vita più sano che serve a noi e al pianeta
5
12/07/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Progetto pilota
7
12/07/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Dove trovare aiuti e consigli per difendersi dalle ondate di caldo
8
12/07/2015 Corriere della Sera - Nazionale
I pediatri propongono il passaporto vaccinale per i bimbi viaggiatori
10
12/07/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Climi molto afosi e umidi e punture d'insetti sono emergenze frequenti
11
12/07/2015 Il Sole 24 Ore
Sull'energia apertura graduale Per l'Rc auto sconti più «certi»
12
12/07/2015 Avvenire - Nazionale
Piccoli pazienti, marinai per una settimana
14
12/07/2015 Avvenire - Nazionale
Emergenza sangue, il Lazio non è mai autonomo
15
VITA IN FARMACIA
12/07/2015 Corriere della Sera - Milano
Scontro sull'ospedale dei bambini L'altolà di Salvini a Forza Italia
17
12/07/2015 La Repubblica - Milano
Policlinico, l'appello dei primari
18
12/07/2015 Il Messaggero - Viterbo
Medicine senza la ricetta Ordine farmacie a giudizio
20
12/07/2015 Il Giornale - Milano
Nuovo Policlinico, pressing dei primari: «Bisogna partire al più presto coi lavori»
21
12/07/2015 QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Dal Camerun per laurearsi in Farmacia
22
12/07/2015 QN - Il Resto del Carlino - Modena
«Esami e visite solo fino al sabato Ma taglieremo le liste d'attesa»
23
12/07/2015 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia
Elezioni, Gennari ricorre al Tar
25
12/07/2015 Il Secolo XIX - Genova
Buona sanità , la ricetta di Viale: «Esporteremo le nostre eccellenze »
26
PROFESSIONI
12/07/2015 Il Giornale d'Italia
Ano siciliano
28
PERSONAGGI
12/07/2015 La Repubblica - Bari
"Per i fumi di Cerano 44 morti all'anno"
30
12/07/2015 QN - Il Giorno - Brianza
Autodromo, ultima spiaggiaper sbloccare i 20 milionie salvare la Formula Uno
31
12/07/2015 Corriere del Mezzogiorno - Bari
Fiamme dalla torcia del petrolchimico, nuovo esposto dei Nac
32
12/07/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Centrale Enel di Cerano si mobilitano Cri e Pd
33
11/07/2015 WallStreetItalia 19:14
Intercettazioni: D'Ambrosio Lettieri (Cri), urge regolarne uso
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SANITÀ NAZIONALE
8 articoli
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Le trasformazioni ambientali legate alle variazioni di temperatura rappresentano un pungolo formidabile non
solo per politiche più attente all'ecosistema, ma pure per comportamenti individuali che, adottati allo stesso
scopo, porteranno giovamenti alla nostra salute
Lo stile di vita più sano che serve a noi e al pianeta
I maggiori investimenti in fonti di energia poco inquinanti potranno avere ripercussioni positive sulla diffusione
di malattie dell'apparato respiratorio e non solo Meno sedentarietà Passare dall'auto alla bicicletta per fare
cinque chilometri al giorno fa risparmiare 1.300 euro l'anno a persona per le malattie evitate
Margherita Fronte
Progressi di mezzo secolo in campo sanitario potrebbero essere resi vani dal cambiamento climatico.
Affrontare il problema, però, può anche essere un'opportunità straordinaria per migliorare le condizioni di
salute globali.
È il messaggio chiave del corposo rapporto pubblicato da The Lancet anche in vista della Conferenza sul
clima, di Parigi (dal 30 novembre all'11 dicembre 2015), in cui si dovrebbe finalmente raggiungere un accordo
vincolante e accettato da tutte le nazioni su come affrontare il fenomeno. Non è un caso che a occuparsene
sia una rivista di medicina: i legami fra global warming e salute sono infatti evidentissimi. «L'Organizzazione
Mondiale della Sanità (Oms) ha stimato che le ondate di calore, l'aumento di malattie trasmesse da zanzare e
altri vettori, come malaria o dengue, e la malnutrizione legata alle mutate condizioni climatiche causavano
150 mila morti all'anno già nel 2000. Nel 2030 potrebbero arrivare a 250 mila» spiega Bettina Menne, capo
del programma su cambiamento climatico e sviluppo sostenibile dell'Oms-Europa. «Ed è un calcolo per
difetto, perché non comprende le vittime di uragani, inondazioni e altri fenomeni riconducibili al riscaldamento
globale». Ma se le previsioni non sono rosee, la commissione che ha redatto il rapporto di Lancet - oltre 40
esperti di discipline diverse - è tutt'altro che pessimista. Infatti i provvedimenti che possono rallentare la corsa
verso l'alto della colonnina di mercurio portano anche benefici notevoli sulle principali malattie del mondo
moderno e potrebbero garantire risparmi importanti sulla spesa sanitaria in tutti i Paesi.
«In quest'ottica, gli investimenti volti a mitigare il cambiamento climatico diventano attraenti» si legge su
Lancet . Per esempio, oltre a ridurre l'immissione in atmosfera di gas serra, lo sviluppo di fonti alternative ai
combustibili fossili, il risparmio energetico e la promozione di nuove modalità di trasporto incidono sui livelli
dei principali inquinanti che minacciano la salute, come le polveri sottili, l'ozono, il black carbon, il metano e
altri ancora. «Non è irrilevante, se si considera che solo in Europa l'inquinamento fa 660 mila vittime all'anno
soprattutto per malattie cardiovascolari, respiratorie e tumori, per un costo 1300 miliardi di euro» prosegue
Menne. Nei mesi scorsi, uno studio Usa pubblicato su Nature Climate Change ha calcolato che i risparmi
legati al miglioramento della qualità dell'aria possono superare di 10 volte i costi necessari a implementare le
politiche per contenere l'immissione di CO2 in atmosfera, quando queste incidono anche su altri inquinanti.
Ma i vantaggi non si fermano qui: lo sviluppo di una mobilità sostenibile, infatti, incoraggia l'uso della bicicletta
o di altri modi di spostarsi che usano i muscoli al posto dei motori. E ciò non può che giovare a un Paese
come il nostro, in cui il 41% della popolazione non fa attività fisica e in cui il tasso di sovrappeso e obesità,
soprattutto fra i bambini, si sta avvicinando a quella degli Stati Uniti. Nel 2012, uno studio dell'Ecole des
Mines di Parigi ha valutato che in Europa ogni pendolare che passa dall'auto alla bicicletta, e compie avanti e
indietro un tragitto di 5 chilometri al giorno, determina un risparmio di 1.300 euro all'anno solo per le malattie
che evita abbandonando lo stile di vita sedentario.
Ulteriori vantaggi possono derivare da una modifica delle abitudini alimentari. La questione compare a
margine nel rapporto di Lancet , ma è stata affrontata in dettaglio da Jama , altra importante rivista di
medicina. «Benefici per la salute e per il clima possono essere ottenuti riducendo i consumi di carne nei
Paesi che ne mangiano di più» si legge. Le emissioni di gas serra del settore agricolo e zootecnico
costituiscono infatti circa il 24% del totale. Una dieta che preveda non più di 50-80 grammi di carne al giorno
(come quella mediterranea) e che limiti anche latticini e uova, sarebbe già accettabile per l'ambiente, e
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seguirla limiterebbe l'assunzione di grassi saturi.
Nel 2009 uno studio di The Lancet ha valutato che una riduzione del 30% della produzione di carne nel
Regno Unito farebbe scendere dal 15% l'incidenza degli infarti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il trend
Dal 1880
al 2012
la temperatura media
è cresciuta
di 0,85 °C. Se l'immissione
di gas serra continuerà con il trend attuale, fra 15-30 anni avremo buttato in atmosfera 2.900 miliardi di
tonnellate
di CO2, oltre le quali l'aumento di temperatura supererà i 2 °C. A fine secolo
si potrebbero superare i 4 °C: un enorme surplus di energia, in gran parte assorbita dagli oceani
e restituita con l'evaporazione, che altererà
le dinamiche dell'atmosfera
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Progetto pilota
Medici «in rete» offrono migliore assistenza
M. G. F.
U n progetto pilota, per collegare telematicamente medici di famiglia e della guarda medica, in modo che
questi ultimi possano accedere alla scheda clinica del paziente che si rivolge al loro servizio durante la notte
o nei giorni festivi. Si chiama "ReteMG24" ed è stato avviato in via sperimentale all'Asl Torino 3. «L'obiettivo è
garantire la corretta presa in carico dei pazienti, oltre la continuità dell'assistenza - spiega Alessandro
Dabbene, segretario provinciale e referente per la continuità assistenziale di Fimmg Torino, che ha proposto il
progetto --. La guardia medica, previo consenso del paziente, può accedere in tempo reale ai dati della sua
cartella clinica, sempre aggiornati. Così può avere informazioni su terapie in corso, condizioni di fragilità,
allergie, ricoveri. Dopo la visita, scrive in un apposito spazio i motivi e gli esiti, in modo da aggiornare il
medico sul suo paziente».
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Dove trovare aiuti e consigli per difendersi dalle ondate di caldo
Al numero 1500 Esperti del Ministero della salute rispondono gratuitamente tutti i giorni, ore 9-18
Maria Giovanna Faiella
Temperature roventi per più giorni di seguito, spesso associate ad alti tassi di umidità che, secondo gli
esperti, possono mettere a rischio la nostra salute. Come difendersi? Sapere in anticipo che l'ondata di calore
sta per arrivare permette, innanzitutto, di attivare interventi di prevenzione. Così, anche quest'anno è
operativo il "Sistema nazionale di sorveglianza, previsione e allarme per la prevenzione degli effetti delle
ondate di calore sulla salute della popolazione", coordinato dal Ministero della Salute e, per gli aspetti tecnici,
dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio ( si veda pagina precedente e box in alto ).
Dal 6 luglio, poi, il Ministero ha attivato il numero gratuito di pubblica utilità 1500 (tutti i giorni, sabato e
domenica compresi, dalle 9 alle 18). «Chiamano soprattutto anziani, persone con malattie croniche, chi
assiste persone fragili, ma anche mamme preoccupate per i loro bimbi - dice Francesca Zaffino, dirigente
medico e responsabile del Servizio 1500 - . Chiedono informazioni sulle previsioni di ondate di calore o
indicazioni sui servizi socio-sanitari ai quali rivolgersi, per esempio guardia medica o farmacie aperte,
soprattutto il sabato e la domenica, oppure chiedono come comportarsi dentro e fuori casa, quando possono
uscire, che cosa mangiare. Se i consigli generali forniti sono validi per tutti, sono specifici, invece, per le
persone a maggior rischio, per esempio se chiama un cardiopatico, un diabetico, un addetto a lavori pesanti.
Per ogni domanda c'è sempre un esperto che risponde». Il Servizio, infatti, si avvale di personale qualificato e
appositamente formato: dottori, farmacisti, chimici, biologi, psicologi.
Un aiuto per proteggersi dalla disidratazione e da colpi di calore ( si veda infografica ) viene anche da una
serie di documenti (messi a punto da un gruppo di lavoro nazionale per le emergenze climatiche) che si
possono consultare sul sito del Ministero della salute ( www. salute.gov.it): dai "Consigli alla popolazione per
affrontare le ondate di calore", alle Raccomandazioni per il personale delle strutture per gli anziani, a quelle
per chi assiste gli anziani a casa, sino a quelle rivolte ai medici di medicina generale.
I consigli "per tutti" non è detto che siano scontati, per cui gli esperti li ribadiscono una volta di più: evitate di
uscire di casa nelle ore più calde, cioè tra le 11 e le 18; consumate pasti leggeri, preferendo frutta e verdura;
bevete anche se non avete sete; fate attenzione alla conservare in modo corretto cibi e farmaci; evitate
l'attività fisica intensa all'aria aperta durante le ore più calde; per ridurre la temperatura corporea, oltre a
docce e bagni (tiepidi), rinfrescate viso e braccia con acqua fresca e mettete un panno bagnato sulla nuca.
Ci sono, poi, fasce di popolazione più vulnerabili, perché hanno una limitata capacità di termoregolazione o
una ridotta possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi. In questi casi, segnala il Ministero, ci sono
alcune regole comuni, altre che possono variare da persona a persona. In generale, se soffrite di ipertensione
controllate frequentemente la pressione arteriosa, se siete diabetici misurate più spesso la glicemia. Le
persone con malattie renali croniche e i dializzati devono tenere sotto controllo il peso corporeo e la
pressione arteriosa.
E ancora, se siete anziani e vivete da soli, tenete sempre una lista di numeri di telefono di persone da
contattare in caso di necessità e i numeri da chiamare per l'emergenza (ambulatorio del dottore, guardia
medica, 118). In caso di malore, non esitate a chiedere aiuto a conoscenti e vicini di casa, e consultate
sempre il vostro medico curante che conosce meglio di tutti le vostre condizioni di salute. «Del singolo
paziente - dice Fiorenzo Corti, della Federazione italiana medici di medicina generale - sappiamo le malattie, i
farmaci che assume, se vive da solo. Possiamo dargli consigli "su misura". Per esempio, se assume diuretici
è più a rischio di disidratazione, perciò a maggior ragione gli va detto di bere molto».
E se il medico curante è in ferie? «C'è il dottore che lo sostituisce: di solito è sempre lo stesso o è un medico
che già lavora nell'ambulatorio di medicina di gruppo - dice Corti -. Il sostituto ha accesso alla scheda
sanitaria del paziente, quindi sa di quali malattie soffre e la terapia che segue». Durante la notte o nei giorni
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festivi c'è il servizio di guardia medica (proprio per migliorare la continuità assistenziale in diverse località
sono state avviate collaborazioni tra medici di famiglia e guardia medica ( si veda box ).
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IL SOCCORSO LA PREVENZIONE Crampi muscolari Temperatura corporea molto alta Assenza di
sudorazione Vertigini Confusione Incoscienza Cute calda, arrossata, secca all'inizio, poi con colorito
grigiastro Respiro profondo e polso rapido, poi respiro superficiale e polso debole Debolezza Mal di testa
Sensazione di vertigine Nausea, a volte vomito Cute pallida e sudaticcia Bocca secca Riduzione della
pressione Nei casi estremi perdita di coscienza I SEGNI E I SINTOMI DISTURBI DA CALORE COLPO DI
CALORE In caso di colpo di calore chiamare il 118 o portare la persona al Pronto soccorso Bere molta acqua
o acqua con sale (mezzo cucchiaino di sale in un litro d'acqua) se la sudorazione è abbondante Chiedere il
parere del medico se si assumono diuretici, antipertensivi, psicofarmaci o antispastici; potrebbe servire una
riduzione della dosi della terapia Non rimanere a lungo chiusi all'interno di un'autovettura ferma al sole
Indossare indumenti di cotone o di lino chiari, leggeri e non aderenti. All'aperto portare un cappello Chiudere
le finestre nelle ore più calde, lasciarle aperte durante la notte Usare ventilatori o climatizzatori per far
circolare l'aria (non indirizzarli direttamente sul corpo) Ridurre il consumo di bevande alcoliche e di quelle
contenenti caffeina Portare la persona in un luogo fresco e ventilato Farla sdraiare con le gambe leggermente
sollevate Eseguire spugnature con acqua fresca su polsi, fronte, collo, inguine Consultare il medico Far bere
acqua o bevande di gusto leggermente salato Corriere della Sera / Mirco Tangherlini
Allerta
Per sapere se nella propria città (o nei pressi) sono previste - a 24, 48 e 72 ore - condizioni meteo che
possono avere effetti nocivi sulla salute, si può consultare online, sul sito del Ministero della Salute
http://www. salute.gov.it il bollettino coi livelli di allerta (dal verde al rosso, a seconda dei rischi) sia per la
popolazione sia per i servizi sanitari e sociali che devono attivare interventi di prevenzione
Foto: Ass. nazionale invecchiamento attivo www.auser.it Comunità di Sant'Egidio www.sante gidio.org
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Elena Meli
Un'epidemia di morbillo a Disneyland in California, casi di difterite in Spagna, decine di contagi da meningite
nell'insospettabile Toscana.
Le malattie infettive "esplodono" anche dove non te le aspetti e, soprattutto, non vanno in vacanza, anzi gli
spostamenti per le ferie sono fra le occasioni di maggior diffusione. Così la Federazione Italiana Medici
Pediatri (Fimp) ha lanciato la proposta di un "passaporto vaccinale" per i bambini. «L'ipotesi è sfruttare la
carta sanitaria europea che, oltre a indicare i dati anagrafici e il codice fiscale come accade ora, in un
prossimo futuro dovrà avere anche un chip elettronico - spiega Giorgio Conforti, referente Rete Vaccini Fimp . Nel chip potranno essere caricati dati sanitari essenziali, come la presenza di allergie e i fatti rilevanti della
storia clinica, ma anche lo stato delle vaccinazioni più importanti, come poliomielite, morbillo, pertosse,
varicella, meningite. È un modo semplice per avere sempre con sé informazioni utili, in caso di necessità».
Ad esempio, servirà per sapere se si è protetti da una malattia quando ci si trova in un Paese dove è
endemica, o per essere certi di non poter diventare veicolo di contagio. Come osserva il presidente Fimp,
Giampietro Chiamenti: «Se viaggiamo con un animale domestico viene richiesto un passaporto vaccinale per
la bestiola, per assicurarsi che non possa trasmettere malattie. È paradossale che non esistano regole simili
per l'uomo».
In attesa che il documento venga condiviso a livello europeo e sia attivato per i bimbi, Conforti consiglia per
viaggiare in sicurezza di «verificare prima della partenza che la scheda vaccinale del figlio sia in ordine
secondo il "Calendario per la vita", che ha unificato le raccomandazioni sulle patologie infettive principali: solo
per il nuovo vaccino contro il meningococco B non ci sono ancora indicazioni uguali in tutte le Regioni».
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CdS FONTE: Elaborazione su dati «Viaggiare Sicuri», Ministero degli Esteri ; Ospedale Bambino Gesù
Roma In caso di vacanza all'estero Verificare che il bambino abbia effettuato tutti i vaccini previsti in Italia dal
calendario vaccinale. Portare un promemoria con le date delle vaccinazioni Procedere con la vaccinazione
almeno un mese prima della partenza, per tenere sotto controllo gli eventuali effetti collaterali Valutare con il
pediatra o con lo specialista in medicina dei viaggi la necessità di somministrare vaccini specifici per l'area di
destinazione I VACCINI CONSIGLIATI Cambiano a seconda dell'età del bambino e dei luoghi di
destinazione. Ecco i casi più frequenti Al di sotto di 1 anno: in generale meglio evitare i viaggi in zone a
rischio (e quindi le vaccinazioni) Bimbi oltre 1 anno di età: epatite A; febbre gialla Bimbi oltre 2 anni di età:
febbre tifoide
L'esperto risponde
Foto: alle domande dei lettori sulle vaccinazioni infantili su http://forum.
corriere.it/
malattie-infettivenel-bambino
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I pediatri propongono il passaporto vaccinale per i bimbi viaggiatori
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Gastroenteriti Sono un altro pericolo perché i piccoli si disidratano con molta facilità Farmaci in valigia In Italia
può bastare un antipiretico, scorta più completa se si va oltreconfine
E. M.
Le malattie infettive non sono l'unico problema quando si va in vacanza con un bambino. Le "emergenze"
estive spesso sono altre, come spiega il presidente Fimp, Giampietro Chiamenti: «Il colpo di calore, ad
esempio, è diffuso perché i bimbi soffrono il caldo molto più del freddo. Soprattutto se il clima è afoso e
umido, non bisogna sottovalutarne i segnali, come sonnolenza, minor risposta agli stimoli, sudorazione
profusa e rossore in viso. In questi casi bisogna portare il piccolo in un ambiente ben aerato, facendolo bere e
cercando di raffreddarlo con docce o spugnature fresche». Stando a un documento appena diffuso
dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il colpo di calore è il malore più frequente nei bimbi, per la
loro imperfetta capacità di termoregolazione ed è temibile soprattutto in chi soffre di patologie croniche,
perché i sintomi possono essere più gravi.
Per prevenirlo: non fare esporre il bambino al sole e al caldo nelle ore centrali della giornata, in casa usare un
ventilatore (o il condizionatore, ma non sotto i 23-24 gradi e usato come deumidificatore), vestire il bimbo con
abiti leggeri, traspiranti e chiari, farlo bere molto per reintegrare i liquidi persi sudando e dargli
un'alimentazione leggera, preferendo frutta e verdura.
«Soprattutto se si viaggia in Paesi caldi occorre fare attenzione anche alle gastroenteriti: i bambini si
disidratano con maggior facilità e rapidità rispetto agli adulti» riprende Chiamenti. La diarrea del viaggiatore,
che in alcune aree arriva a colpire fino alla metà dei turisti, è perciò più pericolosa per i bimbi. I pediatri
raccomandano: estrema prudenza con i cibi crudi (frutta e verdura, carne, pesce, uova anche in preparazioni
come creme e maionese), evitare di far bere acqua del rubinetto o di aggiungere alle bevande ghiaccio non
preparato con acqua minerale. Se nonostante le precauzioni il piccolo si ammala, occorre reidratarlo con
soluzioni a base sali e glucosio.
A seguire nella "classifica" dei disturbi da vacanza, ci sono le punture d'insetto: i pediatri del Bambino Gesù
spiegano che non bisogna avere paura del cortisone (utile se il pomfo è grosso e molto fastidioso); si può
applicare in crema per qualche giorno, associando un antistaminico per bocca, se le punture sono parecchie.
Meglio invece evitare pomate a base di antistaminici, perché sono meno efficaci e possono indurre
fotodermatiti se ci si espone al sole. Se le bolle vengono grattate, o sono escoriate, accertarsi che non si
siano infettate; in questa evenienza, per trattarle occorre rivolgersi a un medico.
Infine, sì alla valigetta dei medicinali, ma senza esagerare: «Se si resta in Italia, basta portare un antipiretico
per le emergenze e poco più: ovunque ci sono i servizi di guardia medica, che possono prescrivere il prodotto
giusto a seconda dei sintomi o farmacie in cui chiedere consigli» dice Chiamenti. Se si va all'estero, specie in
Paesi di cui non si conosce la lingua o con scarse condizioni igieniche, sì a una scorta più completa
(essenziale che nella confezione ci sia il foglietto illustrativo, da consultare in caso di dubbi), perché alcuni
farmaci potrebbero essere difficili da trovare.
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Sull'energia apertura graduale Per l'Rc auto sconti più «certi»
Pronte modifiche al Ddl concorrenza - Possibile norma per Uber LA LEGGE ALLA CAMERA Record di oltre
50 audizioni in due mesi: lobby scatenate e il provvedimento va a rilento: il via libera in Aula arriverà solo
dopo la pausa estiva
Carmine Fotina
ROMA Energia, Rc auto, professioni, probabilmente noleggio con conducente. Si stanno limando in queste
ore gli emendamenti al disegno di legge liberalizzazioni all'esame delle commissioni Finanze e Attività
produttive della Camera. Il termine per la presentazione scade domani alle 18, ma una sessione fiume di
audizioni - più di 50 iniziate quasi due mesi fa - ha già fornito elementi a sufficienza per delineare le principali
correzioni con probabilità di avere luce verde. Elemento importante, le indicazioni fornite in audizione dal
governo tramite il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. Su diversi punti del testo infatti, oggetto
di critiche fortissime da parte di lobby e categorie a vario titolo interessate,occorrerà un minimo di intesa tra
esecutivo e maggioranza per arrivare a una soluzione. Va anche detto che il disegno di legge sta marciando
alla Camera a velocità ridottissima, tanto che l'obiettivo di un via libera in Aula entro la pausa estiva è già
stato accantonato. Sono in tanti tra i parlamentari a parlare di un testo troppo «sbilanciato» in un senso o
nell'altro. «Serviva più tempo, una riflessione più ampia» si è detto nelle due commissioni per spiegare
l'allungamento dei tempi. «Si lavora per migliorare ulteriormente il testo, con correttivi in alcuni casi necessari
in settori particolarmente delicati» è, in sintesi, il messaggio dei due relatori, entrambi Pd, Andrea Martella
(Attività produttive) e Silvia Fregolent (Finanze). Si partirà probabilmente dall'energia. L'abolizione del
mercato tutelato nel gase nell'energia elettrica,a partire dal 2018, dovrebbe avvenire con maggiore gradualità,
forse anche con step per fasce di consumatori, e comunque accompagnata da misure per garantire
tempistiche certe per lo switching (cambio fornitori), per evitare maxiconguagli in bolletta, per tutelare il
moroso non colpevole e rivedendo alla luce della deregulation le modalità di attribuzione ed erogazione del
bonus sociale. Corposo anche il dossier che riguarda l'Rc auto. Tra maggioranza e governo c'è un certo
consenso intorno all'idea di quantificare il concetto di «significatività» dello sconto che le compagnie Rc auto
devono garantire agli automobilisti che accettano alcune clausole anti frode, come installazione della scatola
nera, rinuncia alla cessione del credito, risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate. Il
relatore Fregolent sottolinea anche l'importanza di assicurare che il costo di installazione della scatola nera
non sia a carico dell'assicurato e di prevedere che le informazioni che saranno raccolte vengano monitorate
da un soggetto indipendente. Nelle commissioni della Camera potrebbe inoltre concretizzarsi a sorpresa una
parziale regolarizzazione dei servizi Uber. Da un lato verrebbe abrogato l'obbligo per il Noleggio con
conducente di ricevere prenotazioni solo presso l'autorimessa, dall'altro cadrebbe l'obbligo della sede del
conducente e della rimessa esclusivamente nel Comune che ha rilasciato l'autorizzazione. Se venissero
approvate queste modifiche, si regolarizzerebbe quantomeno il servizio di fascia alta di Uber, "UberBlack",
che qualche giorno fa è stato fermato dal Tribunale di Milano su ricorso del Comune. Il più diffuso "UberPop"
resterebbe comunque bloccato. Delicatissimo il fronte professioni. Ancora controversa la possibilità che
anche gli avvocati autentichino compravendite di immobili per uso non abitativo finoa un valore catastale
massimo di 100mila euro. Sarebbero allo studio formule alternative per incrementare la concorrenza nel
mercato dei notai, come l'allargamento della platea dei concorrenti al concorso o la gratuità del contratto
preliminare per fasce protette di clientela. Su più di una questione, poi, potrebbe esserci battaglia fino alla
fine. La possibilità di venderei farmaci di fasciaC con ricetta anche nelle parafarmacie e nei corner Gdo,
stralciata in extremis per l'opposizione del ministero della Salute, sarà riproposta? fino all'approdo del testo a
Palazzo Chigi? Sull'eliminazione della riserva sull'invio degli atti giudiziari, sostenuta dallo Sviluppo, che dirà il
Tesoro azionista di Poste, prossima alla quotazione? Più di un'incertezza anche sulla portabilità piena dei
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Le vie della ripresa MISURE DEL GOVERNO E CONGIUNTURA Domani il termine per gli emendamenti Per
elettricità e gas misure anti maxi-conguagli Si cerca il compromesso sul nodo notai I punti controversi
Posizioni distanti su farmaci di fascia C, mercato postale e portabilità dei fondi pensione
12/07/2015
Pag. 8
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tiratura:405061
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/07/2015
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fondi pensione, a rischio stralcio. «Anche il presidente dell'Antitrust - commenta Fregolent - ha evidenziato
l'estraneità del tema rispetto alle segnalazioni che hanno ispirato il Ddl».
I NODI DEL DDL Energia Il Ddl all'esame delle commissioni di Montecitorio stabilisce lo stop a partire dal
2018 del regime di "maggior tutela" che opera transitoriamente nei settori del gas e dell'energia elettrica. In
pratica, viene abrogata la disciplina che prevede la definizione da parte dell'Autorità per l'energia delle tariffe
per i consumatori che non abbiano ancora scelto un fornitore sul mercato libero Rc auto Fissate condizioni
che, qualora accettate dall'assicurato, danno luogo ad uno sconto significativo del prezzo della polizza:
ispezione del veicolo; scatola nera; meccanismo che impedisce l'avvio del motore per elevato tasso
alcolemico; rinuncia alla cessione del credito; risarcimento in forma specifica presso carrozzerie
convenzionate; risarcimento per equivalente a condizioni predeterminate Professioni La nuova disciplina in
tema di compravendite immobiliari di beni destinati ad uso non abitativo (cantine, box, locali commerciali) che riguarda anche gli atti di donazione nonché la costituzione o la modificazione di diritti su tali beni immobili
- permette anche agli avvocati di autenticare le sottoscrizioni dei relativi atti di trasferimento nel limite di valore
catastale massimo di 100.000 euro
I risultati dell'indagine trimestrale Banca d'Italia-Sole 24 Ore 0 -0,6 +0,7 Servizi +0,2 +0,2 +0,3 Per
memoria Marzo 2015 Giugno 2014 Dicembre 2014 Settembre 2014 200-999 addetti Settori di attività
Industria Oltre 999 addetti Totale industria e servizi Variazione della domanda Variazione dei propri prezzi
Andamento del tasso di cambio Andamento del prezzo del petrolio Variazione delle condizioni di credito 6,6
73,4 20,0 13,4 4,9 64,7 30,4 25,5 2,0 66,5 31,4 29,4 4,7 72,0 23,4 18,7 7,9 71,6 20,5 12,6 6,2 71,8 22,0 15,8
7,4 66,6 26,0 18,6 Incertezza imputabile a fattori economici e politici Imprese dell'industria in senso stretto e
dei servizi Classe dimensionale 50-199 addetti Peggiore (a) Invariata Migliore (b) Saldo (b - a) 27,8 67,5 4,7 23,1 33,0 62,7 4,3 -28,7 16,3 67,9 15,8 -0,5 I FATTORI IN GIOCO Fattori che influenzeranno le condizioni
economiche in cui operano le imprese nei prossimi tre mesi I giudizi delle imprese riguardo alla direzione e
all'intensità dell'influenza prevista di ciascun fattore sulle proprie condizioni di attività nei prossimi tre mesi
(forte/medio/modesto ribasso o rialzo) sono stati codificati su una scala da -3 a 3. La posizione neutrale è
stata codificata con 0 Giudizio delle imprese sulla situazione economica generale rispetto al trimestre
precedente . Dati %
12/07/2015
Pag. 10
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tiratura:151233
Piccoli pazienti, marinai per una settimana
Un gruppo di malati del "Bambino Gesù" è salito a bordo di Nave Italia per un progetto di educazione e
inclusione sociale
PINO CIOCIOLA
Felici di riabbracciare i loro genitori, meno di sbarcare. Si sono tuffati nel mare della Sardegna, hanno
imparato a fare i nodi marinari e armato le vele tutti insieme, si sono arrampicati in testa d'albero, hanno
rifatto i propri letti e pulito i loro bagni e il ponte, hanno ballato, giocato e capito che possono farcela. I
pazienti dell'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" (quattordici ragazze e ragazzi affetti da epilessia e in
trattamento farmacologico) arrivati ieri a Civitavecchia dopo essersi imbarcati a Olbia, una settimana fa, su
"Nave Italia", il più grande brigantino a vela del mondo, lungo 61 metri, largo quasi 10 metri, con una velatura
di 1.300 mq. e l'albero maestro alto 44,60 metri. Un'iniziativa della Fondazione tender to Nave Italia onlus ,
nata il 10 gennaio 2007 dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano per «promuovere la cultura del mare
e della navigazione come strumenti di educazione, formazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia» e
dedicarsi al recupero di chi soffre. Perché la Fondazione stessa «crede che gli esclusi e gli emarginati, i
bambini, gli adolescenti e gli adulti resi fragili da disagio o disabilità, non siano solo "oggetti di tutela", ma
"soggetti" capaci di risposte attive, espressione di energie inattese e di nuove consapevolezze sul proprio
valore di persone». Ecco perché «a me a bordo ha emozionato vedere non pazienti, ma ragazzi protagonisti
della loro vita, è stata anzi l'emozione più grande», spiegava ieri mattina Mariella Enoc, presidente del
"Bambino Gesù". Perché ieri mattina, dopo aver ormeggiato alla banchina di Civitavecchia, c'è stata la
sorpresa, per la cerimonia della consegna dei diplomi ai ragazzi (tradizione di Nave Italia), della presenza del
Capo di Stato maggiore della Marina militare, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, del Nunzio apostolico,
l'arcivescovo Francesco Canalini e della presidente Enoc. «Dio, fa che quanti sono a bordo di questa nave
godano di una felice navigazione, sostieni nelle difficoltà i membri presenti su Nave Italia», ha pregato
insieme ai ragazzi, all'equipaggio e agli ospiti, monsignor Canalini benedicendo la nave. Il progetto Nave
Italia «continua con grande impulso - ha ribadito il Capo di Stato maggiore, De Giorgi -, abbiamo scelto con
grandissima attenzione i membri dell'equipaggio e, come avete visto, tutti sono persone di grande spessore
sia professionale, che umano». Su Nave Italia si sono avvicendati gruppi provenienti da associazioni non
profit, Onlus, scuole, ospedali, servizi sociali e aziende pubbliche o private che appunto «promuovono azioni
inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie». E dal 2011 salgono a bordo anche molti piccoli pazienti, dai
ragazzi guariti dopo un trapianto di midollo osseo, ai piccoli autistici, coinvolgendo in mare le Unità operative
di Oncoematologia, Patologia metabolica, Neurologia e Neuropsichiatria infantile del "Bambino Gesù". ( Il
videoreportage, da Civitavecchia, su Nave Italia e i pazienti del Bambino Gesù è visibile sul sito
www.avvenire.it e sul nostro canale Youtube)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Solidarietà.
12/07/2015
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Roma Sette
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Nel 2014 trentamila unità utilizzate in più rispetto a quelle donate, e con l'estate la situazione si aggrava Dal
Nord le sacche necessarie L'esperta: manca la consapevolezza
PAOLA PROIETTI
Centottantaquattromila contro 213mila. Le prime sono le unità di sangue donate nel Lazio nel 2014, la
seconda cifra si riferisce invece a quelle utilizzate nello stesso periodo. L'emergenza sangue non va in
vacanza e, nel caso della nostra regione, c'è da sempre una carenza di donazioni che non le permette di
essere autosufficiente. «Mancano 30mila unità ammette la professoressa Gabriella Girelli, ordinario di
immunoematologia alla Sapienza -; insieme alla Sardegna, il Lazio non ha mai raggiunto la totale
autonomia». E con l'arrivo dell'estate la situazione si aggrava: «I donatori vanno in ferie, i malati no». Le
regioni del Nord sono le più virtuose. Da loro, infatti, arrivano le sacche mancanti: «Ovviamente questo ha alti
costi di spedizione, perché c'è una normativa da rispettare quando si trasporta angue». Solitamente, le
regioni più fornite sono il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto. Bisogna aggiungere però che Roma ha un flusso di
pazienti notevole perché ne arrivano molti dal Sud, per operarsi nei grossi centri come il Gemelli o l'Umberto
I. «Quello che manca, a mio avviso - continua Girelli - è la consapevolezza: in teoria, ogni paziente dovrebbe
portarsi almeno due donatori, per essere certo che ci sia sangue a sufficienza. La verità è che s'ignora di
quanto sangue ci sia bisogno per fare anche un normale trapianto». In teoria, non si potrebbe neanche
entrare in sala operatoria senza avere sufficienti sacche di plasma, senza considerare che le operazioni
possono complicarsi o non andare bene. «Si possono utilizzare anche 100 sacche dice la professoressa - e il
mondo dei trapianti non è l'unico che necessita di sangue. Pensiamo all'anemia mediterranea: ci sono
pazienti che vivono grazie alle trasfusioni fatte ogni 15 giorni. Poi ci sono le anemie congenite, che si
acquisiscono spesso in età adulta. E poi tutte le terapie per le leucemie, i linfomi, i tumori solidi, perché la
chemioterapia non fa distinzione tra cellule sane e malate, distrugge tutto. Quindi, per mantenere in vita il
paziente, bisogna fare le trasfusioni». Inoltre, piastrine, plasma e globuli rossi sono utili ai progressi della
medicina che altrimenti non potrebbero essere messi in atto. Per rispettare i parametri dettati dall'Unione
europea in materia, i centri trasfusionali e le unità di raccolta dovevano accreditarsi presso la Regione di
appartenenza entro il 30 giugno scorso. «L'accreditamento è stato un ottimo strumento di crescita per l'intero
sistema trasfusionale - dice Aldo Ozino Caligaris, presidente nazionale di Fidas, la Federazione italiana delle
associazioni dei donatori di sangue - per cercare di garantire in qualità e sicurezza la disponibilità di terapia
trasfusionale. Nel Lazio, la maggior parte delle strutture è accreditata. Solo per poche si sta completando il
percorso di valutazione. In ogni caso, tutte continuano la loro attività di raccolta». Donare sangue è un atto
d'amore verso gli altri ma anche verso se stessi: «Quando si dona, si entra in un programma di medicina
preventiva ammette la Girelli - ossia, una volta l'anno, al donatore sono fatti esami che riguardano, ad
esempio, la glicemia. Si controllano le funzioni renali, il colesterolo e i trigliceridi. Ricordo la storia di un
donatore con il ferro basso. Era agosto, lo abbiamo sottoposto ad altri esami: è uscito fuori un cancro al colon
e nel giro di 15 giorni si è operato. Ora sta benissimo, per legge non può più donare sangue, ma fa il
volontario nel nostro centro trasfusionale. Il donatore non è mai lasciato solo, così come lui non abbandona
chi ha bisogno di sangue per vivere e sopravvivere».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Emergenza sangue, il Lazio non è mai autonomo
VITA IN FARMACIA
8 articoli
12/07/2015
Pag. 1.2 Ed. Milano
diffusione:619980
tiratura:779916
«Il Buzzi si accorpi al Sacco e non al Fatebenefratelli». La replica: un grave errore I numeri Unire «Fatebene»
e Buzzi darebbe vita a un polo da 6.232 parti all'anno Salvini Se c'è qualcuno che pensa di potere giocare a
risiko sulla pelle di bambini e medici, non esiste il voto della Lega Altitonante Siamo a un passo dal dare alla
città un ospedale del bambino: senza, la riforma della Sanità non ha più senso
Pierpaolo Lio
Stop alla fusione tra Fatebenefratelli e Buzzi. Lo dice Matteo Salvini, in relazione al «risiko» degli ospedali
milanesi che andrà in discussione martedì al Pirellone insieme con la riforma della Sanità. «Il Buzzi con il
Fatebenefratelli - dice il leader della Lega - non c'entra nulla». La sua proposta? Fare un passo indietro e
tornare alla penultima versione: il Buzzi a braccetto con il Sacco. a pagina 2 Niente fusione tra
Fatebenefratelli e Macedonio Melloni con il Buzzi? Fermi tutti. Si torna indietro. È il «Risiko» degli ospedali.
Che a quanto pare, in Regione, a una manciata di giorni dallo sbarco in aula della riforma della Sanità,
ancora non è finito. Perché contro la sudata mediazione trovata al Pirellone si scaglia direttamente Matteo
Salvini.
Sembrava si fosse trovata la quadra in questa complessa partita che vede schierati da una parte la Lega e
dall'altra Forza Italia. Invece, a scompaginare i piani e rompere delicati e fragili equilibri, interviene a gamba
tesa il numero uno del Carroccio: «Il Buzzi con il Fatebenefratelli - dice - non c'entra nulla. È l'ultima cosa da
fare, e se questo è il desiderio di Forza Italia, rimarrà un pio desiderio». La sua proposta? Fare un passo
indietro, letteralmente. Tornare alla penultima versione del «Risiko»: il Buzzi a braccetto con il Sacco.
Proviamo a spiegare: la riforma disegna un accorpamento di alcune strutture e prova a realizzare l'antico
progetto di un «ospedale del bambino». Con il Buzzi tirato un po' di qua o di là, a seconda delle forze
politiche, ognuna con i suoi esperti ascoltati. Così se il binomio Fatebene-Buzzi trova l'approvazione di Luca
Bernardo, primario di pediatria del Fatebenefratelli sostenuto dagli azzurri (che hanno anche l'assessore alla
partita, Mario Mantovani), è invece molto ascoltato dalla Lega Nord Gian Vincenzo Zuccotti, alla guida
contemporaneamente della pediatria di Buzzi e Sacco.
«Torniamo alla versione precedente - ribadisce Salvini - e il Buzzi va col Sacco, ne ho giù parlato con Maroni,
deve viaggiare a braccetto verso il futuro con un istituto universitario». Questa la sua idea. Anzi, di più, «è il
mio impegno come segretario federale della Lega Nord e come milanese», tiene a sottolineare «il Capitano»
dei lumbard. «Non metto becco su altro, ma se qualcuno pensa di giocare a risiko sulla pelle di bambini e
medici... Non esiste il voto della Lega. E se qualcuno si arrabbierà, gli passerà. Ne discuteremo in aula
martedì».
Lo scontro con Fi si profila inevitabile. «Sarebbe un grave errore», reagisce Fabio Altitonante, convinto di
poter «convincere con i numeri» il leader del Carroccio. Perché gli azzurri difendono il loro progetto.
«Accorpare Fatebenefratelli e Macedonio Melloni con il Buzzi - spiega - vuol dire creare un polo da 6.232
parti l'anno e 800 ricoveri in terapia intensiva neonatale. Siamo a un passo dal dare alla città un ospedale del
bambino e dell'età evolutiva, dai 0 ai 17 anni». E se la Lega si mette, come sembra, di traverso? «Sarebbe
accontentata una piccola lobby di primari - taglia corto Altitonante - ma senza questo progetto la riforma non
avrebbe più senso mentre era l'occasione per dotare Milano di un vero ospedale del bambino».
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Foto: Il dibattito L'intervento ieri di Luca Bernardo, primario al Fatebene
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Scontro sull'ospedale dei bambini L'altolà di Salvini a Forza Italia
12/07/2015
Pag. 1.7 Ed. Milano
diffusione:556325
tiratura:710716
Policlinico, l'appello dei primari
Presa di posizione alla vigilia del voto in Regione sulla riforma della sanità : "Cominciate presto i lavori" Sul
tavolo anche la questione del polo infantile con la Macedonio Melloni e il futuro dell'ortopedico Pini A firmare il
documento tutti i direttori dei reparti: "Il nostro ospedale è un patrimonio dei milanesi che il riordino del
sistema deve tutelare"
ALESSANDRA CORICA
I primari del Policlinico scrivono a Maroni per dire la loro sulla riforma della sanità, da martedì in Consiglio
regionale. Per i medici, via Sforza dovrebbe essere unita con la Melloni e il Buzzi, per creare un grande polo
pediatrico. I primari ipotizzano anche l'unione con il Pini, e sottolineano l'importanza di costruire il nuovo
ospedale. Per realizzare il progetto il Policlinico ha già raccolto 105 milioni grazie alla vendita del patrimonio.
Un capitolo che per i primari deve essere prioritario. Ma che per ora è in stand by, in attesa dell'ok della
Regione: per sollecitarla, il cda di via Sforza ha inviato a Maroni un parere legale. ALESSANDRA CORICA A
PAGINA VII È UNA presa di posizione senza precedenti. I primari del Policlinico scrivono alla Regione per
dire la loro sulla riforma della sanità, da martedì in Consiglio. Il documento è stato inviato ieri al governatore
Maroni e a tutti i gruppi politici. Al centro, due richieste: nell'ambito della riorganizzazione degli ospedali,
secondo i camici bianchi il Policlinico dovrebbe essere unito con la clinica pediatrica Macedonio Melloni. Per
creare un grande polo materno-infantile, visto che già la Mangiagalli (che il Policlinico comprende) ogni anno
conta oltre 6mila parti. Ma non solo: i medici ipotizzano anche l'unione con l'ortopedico Pini, che da via Sforza
dista appena 500 metri. Il tutto, nell'ottica della realizzazione del nuovo ospedale. Un capitolo che per i
primari deve essere prioritario. Ma che per ora è in stand by, in attesa dell'ok della Regione: per sollecitarla, il
cda di via Sforza a giugno ha inviato a Maroni un parere legale. In cui si invita a decidere in fretta, vista la
possibilità che scattino delle penali.
L'appello parte da un presupposto: a dicembre i vertici dell'ospedale (oggi guidato dal ciellino Giancarlo
Cesana) cambieranno. Insieme con quelli di tutte le strutture lombarde: un valzer di poltrone a cui la politica
guarda con attenzione. E rispetto al quale i medici sono chiari: via Sforza dovrà avere una guida che punti
sulla «continuità rispetto al metodo e al merito sino a ora espressi dall'attuale direzione». Motivo? Cesana ha
avviato la valorizzazione del patrimonio, per raccogliere i fondi necessari per il nuovo ospedale. Se adesso
via Sforza ha in cassa 105 milioni, e la spianata dove costruire aspetta solo l'avvio dei lavori, manca però
ancora la Regione, che dovrebbe mettere 30 milioni.
«Per noi l'opera è fondamentale: dovrà essere la priorità per chi guiderà la struttura», dice Erminio Torresani,
presidente del Collegio dei primari, da cui ieri è partita la lettera. Che tra i firmatari ha tutti i direttori, molti dei
quali sono anche professori della Statale, senza distinzioni di colore politco. Tra i nomi in calce, così, ci sono
quelli di Alessandra Kustermann, fondatrice della Svs della Mangiagalli, e di Sergio Barbieri, primario di
Neurofisiopatologia e leader del sindacato Cimo. Ma anche di Luciano Riboldi (Medicina del lavoro) e
l'epidemiologo Pier Alberto Bertazzi, entrambi vicini a Cl. E poi Susanna Esposito, che guida la società
italiana di Infettivologia pediatrica, e Claudio Beretta, che con la sua equipe ha realizzato il primo trapianto di
rene da donatore samaritano in Italia. Luciano Gattinoni, primario di rianimazione tra i precursori in Italia
nell'uso della circolazione extracorporea, e Flora Peyvandi, a capo del Centro emofilia di via Sforza e
vincitrice nel 2014 del premio come ricercatore dell'anno.
L'appello dei primari invita poi a considerare l'accorpamento con la Macenonio Melloni, oggi sotto il
Fatebenefratelli. E con il Buzzi, in capo agli Icp ma destinato in base all'ipotesi di accorpamenti tra le
strutture, a essere unito al Sacco. Obiettivo, creare un grande polo pediatrico. «Il Buzzi e la Mangiagalli fino a
nove anni fa erano uniti: è un patrimonio da tutelare - dice il direttore medico di presidio Basilio Tiso, tra i
firmatari della lettera - Siamo a un momento di svolta: il Policlinico è il primo ospedale di ricerca pubblico in
Italia, nonché un polo didattico dove si formano centinaia di medici. È un patrimonio di tutti i milanesi, da
tutelare con la riforma». www.policlinico.mi.it www.nervianoms.com PER SAPERNE DI PIÙ L FONDO Il
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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La sanità
12/07/2015
Pag. 1.7 Ed. Milano
diffusione:556325
tiratura:710716
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Policlinico ha un patrimonio di oltre un miliardo di euro, tra case e terreni: per costruire il nuovo ospedale, i
vertici dell'ospedale hanno avviato le vendite attraverso la creazione di un fondo immobiliare IL PROGETTO Il
piano per il nuovo Policlinico risale a un accordo di programma del 2000: l'ospedale ha chiesto alla Regione
di aggiornarlo ma la trattative ancora non sono finite. Il Pirellone deve mettere 30 milioni GLI
ACCORPAMENTI Sono il nodo più travagliato della riforma Maroni, soprattutto a Milano: i primari del
Policlinico vorrebbero l'unione con la clinica Macedonio Melloni e l'ospedale Buzzi I PUNTI
Foto: LA TUTELA Basilio Tiso, direttore medico di presidio, difende il Policlinico come un patrimonio della
città: «Bisogna tutelarlo»
Foto: LA SPIANATA L'area dove dovrebbero sorgere i nuovi reparti. Sotto, l'ingresso del nuovo Pronto
soccorso
12/07/2015
Pag. 39 Ed. Viterbo
diffusione:210842
tiratura:295190
L'UDIENZA
Farmacia a giudizio per aver erogato medicinali a pazienti senza ricetta: l'Ordine dei farmacisti e la Asl sono
pronti a costituirsi parte civile. E' emerso ieri l'altro alla prima udienza del processo, subito rinviato dal giudice
Silvia Mattei al 4 dicembre per problemi di notifica. Cinque gli imputati assistiti dagli avvocati Giovanni Labate,
Giuliano Migliorati e Francesco Massatani: i titolari della farmacia Blasi di Bagnaia, due dipendenti e due
medici di base. Anticipando medicinali senza ricetta, per un totale di circa 500 confezioni, avrebbero ottenuto
indebiti rimborsi per circa 8mila euro. Devono rispondere, a vario titolo, di truffa al sistema sanitario
nazionale, falso ed esercizio abusivo della professione medica. Per legge, infatti, il farmacista non può
sostituirsi al medico nella diagnosi e nella prescrizione terapeutica. Il medico, dal canto suo, non può
prescrivere un farmaco senza aver prima visitato il paziente, per cui se la ricetta è successiva all'erogazione
del medicinale è passibile di falso.
Tutto partì da un'ispezione dei carabinieri del Nas che, nel settembre 2012, trovarono nella farmacia delle
fustelle sospette. Secondo il pm Stefano D'Arma, erano state appositamente asportate dalle confezioni non
contestualmente alla spedizione della ricetta, rendendo irregolare la richiesta di rimborsi.
S.Cor.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Medicine senza la ricetta Ordine farmacie a giudizio
12/07/2015
Pag. 3 Ed. Milano
diffusione:192677
tiratura:292798
Nuovo Policlinico, pressing dei primari: «Bisogna partire al più presto coi
lavori»
LE RICHIESTE I medici ricordano che le bonifiche sono finite da mesi: «Ora si aggreghi al polo anche la
Macedonio Melloni»
Una lettera firmata dai primari del Policlinico è stata inviata nei giorni scorsi al governatore lombardo Roberto
Maroni, ad alcuni assessori e dirigenti e a tutti i gruppi consiliari della Regione. Due le principali richieste del
documento: che inizino i lavori per la nuova area dell'ospedale e che nel riordino della sanità lombarda l'Irccs
Cà Granda possa avere «un ruolo primario nella specifica collaborazione e nel coordinamento con altre
strutture della città». Le demolizioni e le bonifiche, ricordano infatti i primari, sono finite da mesi e quindi «gli
operatori si aspettano di vedere il concretizzarsi dei programmi e progetti in corso, primo fra tutti la ripresa dei
lavori per la realizzazione del nuovo ospedale». E dato che metà della futura struttura ospedaliera sarebbe
destinata ad essere un grande polo materno-infantile, i primari si augurano che nel nuovo riordino della sanità
lombarda la clinica Macedonio Melloni venga aggregata al Policlinico. Non finisce qui la lunga lettera dei
medici primari alle istituzioni locali. «La complementarietà disciplinare fra Policlinico e l'Azienda ospedaliera
Giuseppe Pini - proseguono nel documento - e la concomitante vicinanza, anche con altre strutture,
determina il presupposto per un'utile e concreta sinergia operativa». I primari esprimono infine
apprezzamento per il lavoro svolto dalla dirigenza ed auspicano che, in concomitanza con la scadenza e il
rinnovo delle cariche, «il Policlinico possa contare su una continuità rispetto al metodo e al merito sino ad ora
espressi dall'attuale Direzione». Il progetto, illustrato nei dettagli sul sito della Fondazione Policlinico, prevede
la realizzazione di una struttura monoblocco, quindi unica e non più suddivisa in Padiglioni. L'edificio sarà
diviso in due poli: quello medico, che conterrà le specialità di area medica, dei laboratori centralizzati per
l'intero ospedale e l'area ambulatoriale; e quello materno-infantile, che disporrà dell'area pediatrica, di quella
ostetricoginecologica, e di un'area ambulatoriale e diagnostica dedicata.
Foto: MONOBLOCCO Il Policlinico
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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LETTERA AL PIRELLONE
12/07/2015
Pag. 11 Ed. Macerata
diffusione:165207
tiratura:206221
Dal Camerun per laurearsi in Farmacia
NELLA STORICA sala della Muta nel palazzo ducale di Camerino, è stata conferita la laurea in Farmacia agli
studenti del Camerun, che hanno completato gli studi negli ultimi due anni all'ateneo camerte e all'Università
di Urbino. Cerimonia improntata alla solennità, con finale gioioso e di colore. Ai neo dottori, che seguiranno
ulteriori corsi di specializzazione, saranno affidati alcuni compiti di particolare importanza nel loro Paese,
secondo il progetto di cooperazione interuniversitaria (unico a livello nazionale). Daranno inizio alla
strutturazione della nuova facoltà di Farmacia a Dschang, con il supporto dei docenti degli due atenei
marchigiani. Il progetto oltre l'aspetto prettamente formativo, prevede anche attività di ricerca e di
cooperazione a supporto della popolazione locale, soprattutto quella più povera e che ha scarso accesso alle
cure sanitarie. In questa direzione si pone l'obiettivo, in collaborazione con associazioni di farmacisti volontari,
di aiutare i neolaureati a strutturare piccole aziende di produzione di prodotti cosmetici, integratori alimentari,
farmaci naturali, attingendo alla ricchissima tradizione locale di piante. Alla cerimonia erano presenti i tre
rettori, Corradini, Stocchi e Fomethe, i direttori dei dipartimenti, Cantoni, Amenta e Mbida, il vicedirettore della
Commissione attività accademiche, Etoua Rémy Magioire Dleudonné.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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CAMERINO
12/07/2015
Pag. 5 Ed. Modena
diffusione:165207
tiratura:206221
Annicchiarico: «Investiamo per migliorare l'accesso alle prestazioni» L'AMMISSIONE DELL'AUSL «Ci sono
criticità nel servizio di prenotazione degli esami, ma lavoriamo per migliorare»
VALENTINA REGGIANI
LE VISITE specialistiche nella nostra provincia «vengono effettuate anche al sabato, ma non la domenica»,
conferma l'Ausl. L'operazione per abbattere le liste d'attesa, sempre secondo l'Ausl, «è partita da tempo e i
numeri sono in aumento», ma il dato di fatto è che la nostra città, rispetto ad altre realtà vicine, come Reggio
Emilia, resta indietro. L'Ausl interviene a suon di numeri sul problema dei tempi di attesa per quanto riguarda,
appunto, le visite specialistiche, dopo la 'rivoluzione' annunciata dall'assessore regionale alla Sanità Sergio
Venturi, che prevede la possibilità di fare visite ed esami anche la domenica, oltre a una stretta sulla libera
professione e una più forte sinergia con i privati. Nel corso di un nostro viaggio al Cup e all'interno delle
farmacie, però, è emerso come nessuno degli operatori fosse a conoscenza della possibilità di fissare visite
e, soprattutto, tac e risonanze nei fine settimana. Questo nonostante già a novembre l'ex direttore generale
dell'Ausl Mariella Martini, parlando del piano del contenimento dei tempi, avesse parlato della possibilità di
effettuare esami anche la domenica, a partire da dicembre. L'azienda conferma l'esistenza «di varie criticità»
sul tema, così come l'impossibilità, ad oggi, di fissare una visita specialistica la domenica. In realtà gli addetti
al Cup nulla sapevano neppure degli 'appuntamenti' al sabato, ma la circostanza sarebbe legata al sistema,
nel senso che gli stessi «fisserebbero gli appuntamenti non in base al giorno della settimana, non visibile, ma
solo alla data». Dettaglio che comunque sottende una mancata comunicazione verso gli operatori. In ogni
caso ieri l'Ausl ha precisato come siano numerose le prestazioni di specialistica ambulatoriale che nella
nostra provincia sono garantite al sabato già dall'ultimo trimestre del 2014. Negli ultimi mesi sono state
erogate nelle giornate di sabato 156 Tac, 104 risonanze magnetiche, 288 prestazioni di cardiologia, 80 visite
pneumologiche. «Un impegno, quello delle visite ed esami nel weekend - sottolineano i vertici dell'azienda che rientra nelle misure già presenti nel piano di azioni varato in ottobre e che continuerà anche nel prossimi
mesi. Nella nostra provincia molti ambulatori, dislocati all'interno di poliambulatori distrettuali, ospedali e centri
privati accreditati sono aperti anche al sabato mattina per l'erogazione di prestazioni di branche specialistiche
diverse: visite oculistiche, cardiologiche, otorino e audiometriche, urologiche, odontoiatriche, chirurgiche,
pneumologiche; colonscopie e gastroscopie; attività di diagnostica radiologica come Tac e risonanze. Viene
inoltre regolarmente erogata al sabato l'attività dei consultori familiari con visite ginecologiche, ostetriche ed
ecografie e l'attività di prelievo ematico e di laboratorio analisi. A oggi la percentuale di occupazione delle
disponibilità offerte al sabato per qualunque tipo di prestazione è del 18 per cento». A spiegare come la
riduzione dei tempi di attesa e più in generale una migliore accessibilità alle prestazioni spcialistiche siano
una priorità assoluta è il direttore generale dell'Ausl, Massimo Annicchiarico. «L'azienda sta investendo
notevoli risorse per raggiungere questi obiettivi. Siamo consapevoli del sussistere di molteplici criticità, in un
sistema caratterizzato da complessità che, come dimostrano le difficoltà incontrate dai cittadini al momento
della prenotazione, includono la chiarezza e la tempestività delle informazioni. Non vogliamo sottrarci e non ci
sottrarremo a essere misurati dai cittadini nei risultati che riusciremo a ottenere. Un fronte particolarmente
importante è quello della disdetta degli appuntamenti prenotati, qualora gli utenti siano impossibilitati ad
accedere alle prestazioni. Per evitare lo spreco di opportunità che deriva dalla mancata disdetta, è stato
attivato per le prestazioni particolarmente complesse o con lunghi tempi di attesa un servizio che ricorda con
una telefonata e con un sms la data dell'appuntamento, richiedendone la conferma o l'eventuale
annullamento». Un piano disatteso La Regione ha deciso di aprire visite ed esami anche nel weekend. L'ex
direttore generale dell'Ausl Mariella Martini aveva detto che il piano sarebbe entrato in vigore dal dicembre
2014 Disorientati gli operatori Durante il nostro viaggio nei poliambulatori e nelle farmacie, gli addetti ai lavori
hanno confermato che non è possibile accedere a prestazioni nei fine settimana: «Finora nessuna
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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«Esami e visite solo fino al sabato Ma taglieremo le liste d'attesa»
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
diffusione:165207
tiratura:206221
12/07/2015
Pag. 5 Ed. Modena
indicazione»
12/07/2015
Pag. 17 Ed. Reggio Emilia
diffusione:165207
tiratura:206221
Canossa, l'ex sindaco: «Situazioni anomale, voglio il riconteggio»
di SETTIMO BAISI CASTELNOVO MONTI HA COMMOSSO la montagna la notizia del salvataggio in
extremis del 90enne Pietro Del Rio, residente con fratelli e nipoti a Gatta di Castelnovo Monti, colto da malore
con arresto cardiaco. Determinate è stato l'immediato utilizzo del defibrillatore per mano dei farmacisti di
Felina. L'anziano è tutt'ora ricoverato nel reparto di cardiologia dell'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio e
le sue condizioni, seppur precarie, sono migliorate rispetto. Ieri il cardiologo del reparto, rispondendo ad una
nipote che chiedeva notizie dello zio Pietro, ha detto: «Si sta riprendendo. Però se non ci fosse stato subito
l'intervento con defibrillatore, oggi parleremo di un'altra storia. Ha agito come salvavita». L'evento, di cui
abbiamo dato ampia notizia sul Carlino di ieri, è accaduto venerdì nella piazza centrale di Felina mentre era
in corso il mercato settimanale. Il 90enne Pietro Del Rio, che era seduto davanti al bar della piazza,
improvvisamente è crollato a terra privo di sensi. L'uomo, in arresto cardiaco, è stato immediatamente
soccorso dal direttore della vicina farmacia dottor Giacomo Manfredi che, «strappato» il defibrillatore dalla
colonna del progetto Croce Blu di recente installazione, ha iniziato la rianimazione con il supporto della
collega Francesca Angelè e della dottoressa Cerri (medico di base di Felina). Sotto gli occhi di numerosi
cittadini, preoccupati per quello che stava accadendo, i tre soccorritori, prodigandosi nella rianimazione fino
all'estremo delle forze, sono riusciti a far ripartire, dopo lunghi minuti d'ansia, il cuore di Pietro Del Rio. La
nipote Donatella Del Rio (insegnante alle scuole di Castelnovo Monti), a nome della famiglia ringrazia tutti
quelli che si sono prodigati nell'opera di soccorso dello zio Piero. «Andrò personalmente a ringraziare il
farmacista Manfredi e gli altri ha detto perché grazie a loro mio zio è ancora vivo. Appena avvertiti
dell'accaduto, abbiamo raggiunto il pronto soccorso del Santa Maria, ma lui non ci ha riconosciuti. Solo alla
sera ha capito chi eravamo noi. Ieri mattina c'è stata anche mia figlia, che lavora in ospedale, e l'ha trovato
molto meglio. Riconosce tutti e parla normalmente. Lo zio Piero è il più vecchio dei tre fratelli, è sempre stato
molto autonomo. Ha rinnovato la patente di guida per due anni. I medici dell'ospedale hanno detto che solo in
quel modo poteva essere salvato. Fondamentali i corsi della Croce Verde. Sono percorsi che facciamo anche
noi a scuola con gli alunni».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Elezioni, Gennari ricorre al Tar
12/07/2015
Pag. 15 Ed. Genova
diffusione:103223
tiratura:127026
Buona sanità , la ricetta di Viale: «Esporteremo le nostre eccellenze »
La vice di Toti: con Lombardia e Veneto patto di collaborazione, non saremo una succursale
ALESSANDRA COSTANTE
«NON DOBBIAMO diventare la succursale della Lombardia». Sonia Viale, da pochi giorni assessore alla
Salute e vice presidente della Regione Liguria, blinda l'indipendenza della sanità ligure rispetto alla potente e
ingombrante vicina. E annuncia un protocollo di collaborazione anche con il Veneto. «I due binari - spiega sui quali andrà costruita la riforma della nostra sanità: guardiamo cosa fanno gli altri e prendiamo ciò che ci
serve, adattandolo alla nostra». Perché ad una riforma del sistema sanitario ligure, Viale vuole arrivare entro
metà legislatura «perché il resto del tempo dovrà servire ad attuarla». A passo di carica, dunque, la prossima
settimana Liguria e Lombardia procederanno alla nomina degli 8 tecnici, la commissione paritetica prevista
dall'accordo bilaterale. Dall'iniziale priorità di monitorare i costi di una sanità sempre al limite e che
quest'anno, come è stato definito nella conferenza Stato-Regioni dovrà quanto meno rinunciare (come tutte le
altre) all'incremento del fondo sanitario, la nuova amministrazione della Regione Liguria in pochi giorni si è
ritrovata con l'esigenza di ripensare l'intero settore. Cos ì il protocollo d'intesa con la Lombardia si è ampliato,
si è esteso dalla due diligence sui conti, più che altro su come vengono spesi i denari per la salute, ad una
più ampia collaborazione con i tecnici della Regione Lombardia. «Senza subalternità - giura il neo assessore
alla Salute tanto che il protocollo con la Regione di Maroni, necessario come base giuridica per questa
collaborazione, è stato scritto a Genova e poi sottoposto a Milano». E senza «diventare la succursale della
Lombardia, perché sia nell'alta specialità sia nella cura dei malati cronici e nella riabilitazione questa regione
ha molto da dire». Prove tecniche di santa alleanza tra amministrazioni di centrodestra, ma non solo. «In
questo momento la Lombardia ha una particolare vivacità: la sua riforma sulla sanità è stata definita e il piano
sarà presto discusso. A noi interessano i contenuti, ovviamente, ma anche ripercorrere i passaggi - aggiunge
Viale - Quel metodo mi piace molto: non si presentano pacchetti chiusi, ma si va al confronto». Obiettivo di
legislatura di Viale è arrivare alla riforma della sanità ligure utilizzando «la prima parte per dar corso alla
legge che ridisegna il sistema» e la seconda «per aver tempo di attuarla perché se non ci si danno i tempi
giusti, se non si sfrutta un indirizzo politico forte, alla fine anche le riforme migliori restano nel cassetto».
Dopo la Lombardia, toccherà al Veneto. Anche qui l'idea di Sonia Viale e del governatore Giovanni Toti è
osservare le migliori pratiche, far diventare liguri quelle che servono. E mentre la prossima settimana la
commissione paritetica di 8 tecnici comincerà a muovere i primi passi, la sanità ligure deve ancora trovare il
proprio vertice. Sembra infatti che Stefano Del Missier, il super consulente lombardo dato in arrivo in piazza
De Ferrari, alla fine abbia declinato l'invito della giunta Toti. [email protected] © RIPRODUZIONE
RISERVATA
ORGOGLIO LIGURE
La Liguria viaggerà sul doppio binario: nell'alta specialità e nella cura dei malati cronici, possiamo
dire molto SONIA VIALE assessore regionale alla Sanit à
Foto: Una ricercatrice di Ist-San Martino, centro di eccellenza della Liguria
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 12/07/2015
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L'IMPEGNO: A METÀ LEGISLATURA LA LEGGE DI RIFORMA IL CASO
PROFESSIONI
1 articolo
12/07/2015
Pag. 2
Il Giornale d'Italia
Avete capito bene dal titolo, proprio di ano si tratta ma nello specifico di quel nobile deretano del Barone
Crocetta di Sicilia, il quale pare si sia sottoposto a sbiancamento anale di recente da amico medico
compiacente. Ora francamente dello sbiancamento del lato B del governatore, come dicono a Roma, nun ce
po' frega' de meno ma del fatto che questi lo abbia, sembra, effettuato gratuitamente a spese del servizio
sanitario nazionale ci indigna alquanto. Ora, Crocetta diventato Croce di Sicilia, è libero di fare come gli pare
ma non lo è più nel momento in cui, per mera vanità personale, profitta del suo ruolo a spese dei contribuenti.
Tanto più che questi, per problemi di bilancio regionale, sono costretti sotto temperature che nell'isola
raggiungono i 40 gradi all'ombra a fare file interminabili per ottenere dalle asl esenzioni dovute a gravi
patologie, che si vedono centellinati i farmaci dai loro medici curanti, vessati da continui controlli, sia pur
affetti gravemente e come se non bastasse costretti ad assumere farmaci generici, quindi nell'impossibilità di
poter scegliere come altrove, perché la Regione, istituzione presieduta dal Crocetta deve risparmiare pure su
quello. Non è dato di sapere se il medico per evitare sprechi abbia utilizzato magari sul lato b del Presidente
un idrochinone, di per sé ad alta cancerogenicità, di seconda categoria, e neppure possiamo stabilire l'esatta
quantità dell' agente chimico impiegato perché non conosciamo l'estensione del melasma anale che tanto
affliggeva l'immagine di Don Rosario, cosa che ci prostra alquanto visto che caso mai potevamo ipotizzare un
gesto di buona volontà da parte dell'illustre personalità nel rimborsare quanto meno le spese dell'intervento al
SSN ma nell'incertezza resta tutto inquantificabile. Del resto possiamo ipotizzare soltanto persino la veridicità
dell'accaduto. Certo, se fosse vero, che bel gesto sarebbe un suo rimborso, signor Presidente, di fronte ai
suoi cittadini, anche quelli che inconsapevolmente l'hanno votata ed in questi anni si sono sentiti da Ella presi
in giro; si sono visti ospedali trasformati in pseudo presidi sanitari di primo soccorso; ed oggi sono costretti a
fare chilometri e chilometri per curarsi, mentre il personale infermieristico, per esigenze di gestione, è stato
dimezzato a scapito dei suoi malati e costretto a turnazioni massacranti spesso nell'impossibilità di erogare
l'assistenza necessaria. Una regione che nelle sue mani è prossima al default. Possiamo quindi solo
immaginare e auspicare che la nota autorità, dopo aver affrontato simil calvario, possa almeno aver ritrovato
la serenità e la fiducia in sé stesso tanto da risolvere con fermezza i problemi che continuano ad affliggere la
nostra amata isola stanca e indignata per l'inerzia della classe dirigente che l'ha malamente governata.
Speriamo che l'intervento non sia stato inutile ma in qualche modo la personalità volatile del governatore ne
abbia tratto giovamento non tanto per lui ma quanto meno per i suoi sudditi-cittadini che non dovranno più
scontrarsi con le sue isterie gestionali. Ad ogni modo lei si goda l'ano nuovo, ove mai fosse vero, noi
quest'estate ci godremo le bellezze della sua terra, malgrado lei. Sabbenedica Don Rosario e baciamo le
mani. Una buona Domenica dalla Sicilia che è anche mia. Rita di Rosa CONTROCANTO DI SPIDERITA
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Ano siciliano
PERSONAGGI
5 articoli
12/07/2015
Pag. 1 Ed. Bari
diffusione:556325
tiratura:710716
"Per i fumi di Cerano 44 morti all'anno"
Il rapporto shock del Cnr sulle emissioni della centrale a carbone
FINO a 44 morti in un anno.
È il numero dei decessi che si sarebbero evitati, secondo uno studio del Consiglio nazionale delle Ricerche,
se non vi fosse stata esposizione agli inquinanti emessi dalla Centrale termoelettrica a carbone di Cerano in
provincia di Brindisi. È quanto stabilito dalle conclusioni della ricerca pubblicata sul 'Journal of Environmental
Research and Public Heal' firmata dai ricercatori del Cnr di Lecce Cristina Mangia, Marco Cervino ed Emilio
Gianicolo.
«Tale numero - si legge nello studio - varia da un minimo di 7 ad un massimo di 44 a seconda dei diversi
meccanismi chimici ipotizzati, delle concentrazioni assunte per ozono e ammoniaca, e dell'intervallo di
confidenza per il coefficiente di rischio adottato». Secondo la ricerca «emerge in modo inequivocabile come
in presenza di emissioni provenienti da installazioni industriali che portano alla formazione di particolato
secondario, questo debba essere considerato nelle valutazioni di impatto ambientale e sanitario.
L'indagine condotta nel caso di studio specifico della centrale di Brindisi ha evidenziato, infatti, che ignorare il
ruolo del particolato secondario conduce a una sottostima notevole dell'impatto che la centrale ha sulla salute
delle popolazioni».
L'aerea geografica di riferimento è rappresentata da 120 comuni delle province di Brindisi, Lecce e Taranto
con una popolazione di circa 1 milione e 200mila residenti. LA DENUNCIA < PAGINA LA sorgente presa in
esame dal lavoro è appunto la centrale termoelettrica di Cerano che ha una potenza elettrica di 2.640 mw ed
è alimentata annualmente con circa 6 milioni di tonnellate di polvere di carbone. Questa potenza di
produzione pone l'impianto in cima alle classifiche dell'Agenzia Europea per l'Ambiente per emissioni di
sostanze inquinanti. Come anno di studio è stato considerato il 2006, anno intermedio del periodo totale di
funzionamento.
Le zone a sud-est della centrale sono, in media in un anno, quelle più esposte alle emissioni della centrale,
evidenzia la ricerca. «È stato osservato che il particolato primario ha il suo massimo di concentrazione ad una
distanza di circa sei chilometri dalla centrale. Al contrario le diverse stime per il particolato secondario
prevedono che il massimo di concentrazione giunga ad una distanza tra i dieci e i trenta chilometri dalla
stessa centrale».
Dati allarmanti, commenta il senatore pugliese Luigi D'Ambrosio Lettieri. «Porterò la questione in
Commissione Igiene proponendo un'indagine conoscitiva».
Foto: POLVERI La centrale elettrica di Cerano torna sotto i riflettori perchè uno studio di alcuni ricercatori del
Cnr ha scoperto un nesso tra le emissioni dell'impianto che funziona a carbone e alcuni decessi
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/07/2015
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LO STUDIO
12/07/2015
Pag. 2 Ed. Brianza
diffusione:69063
tiratura:107480
Due emendamenti al Decreto legge sugli Enti locali
di MARCO GALVANI MONZA PER SCRUPOLO e sicurezza ne ha depositati due. Due emendamenti diversi
con due differenti coperture finanziarie. Perché il senatore monzese Andrea Mandelli teme che il Decreto
legge sugli Enti Locali potrebbe essere l'ultima occasione utile per sbloccare i 20 milioni di euro che il
Pirellone ha promesso di investire nell'Autodromo oltre che nel Parco e nella Villa Reale. Anche perché ormai
la trattativa con Bernie Ecclestone per il contratto (in scadenza nel 2016) non si può più tirare in lungo. Dopo
l'ultimo incontro - a dire il vero il primo dal settembre scorso - a Londra con il boss della Formula Uno, Ivan
Capelli (presidente dell'Automobile club di Milano) e Andrea Dell'Orto (numero uno della Sias, la società che
gestisce l'Autodromo di Monza) sono stati chiari e hanno lanciato un appello: «Occorre unire le forze con
Comune, Regione e Governo e trovare insieme risorse ben superiori a quelle attuali. SERVE UN
COINVOLGIMENTO attivo e rapido di tutte le istituzioni per formalizzare al più presto il rinnovo del contratto».
Ecco, appunto, servono concretezza e rapidità. Se è vero che «Ecclestone vuole che il Gran premio d'Italia
resti a Monza» è altrettanto acclarato da tempo che servono i soldi. Molti di più rispetto a quelli che oggi
Monza paga per restare nel calendario della Formula Uno: da circa 11 milioni all'anno si passerebbe a quasi il
doppio. Risorse che, almeno per ora, non ci sono. Ma se si sbloccassero i soldi del Pirellone, Sias potrebbe
dirottare su Ecclestone le risorse che invece dovrebbe destinare al riammodernamento dell'impianto. A quello
ci penserebbe la Regione. E allora ecco che diventano di «fondamentale importanza» i 20 milioni già messi a
bilancio ma bloccati in attesa di una decisione del Governo auspicata dal dicembre scorso. DA ALLORA, per
quattro volte i parlamentari brianzoli hanno provato (invano) a inserire un emendamento per garantire
l'esenzione fiscale sull'ingresso della Regione Lombardia nella proprietà (accanto ai Comuni di Monza e di
Milano) dell'area di Parco che ospita il circuito, con un tesoretto pronto da investire. Il governatore Roberto
Maroni non è disposto a sottrarre da quel fondo 8 milioni di euro in tasse. Così il senatore Mandelli,
capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio, ha presentato come primo firmatario due emendamenti
al Decreto legge sugli Enti Locali che nei prossimi giorni dovrà passare dai due rami del Parlamento per la
definitiva conversione in legge. E se nei precedenti tentativi l'emendamento era stato giudicato tecnicamente
non ammissibile per incongruenza con l'oggetto del decreto o per mancanza di copertura finanziaria, «adesso
la copertura c'è, in due modi differenti, e quindi - avverte Mandelli - la decisione sull'emendamento diventa
esclusivamente politica». NEI PROSSIMI GIORNI la decisione che, nel caso fosse positiva, permetterebbe a
Monza di avere maggiori chances nella trattativa. Dall'incontro londinese nella settimana del Gran premio di
Gran Bretagna non ci sono stati ulteriori contatti. Il patron del circus iridato ha ricevuto una proposta di
rinnovo che dovrà valutare e (quasi inevitabilmente) correggere per avvicinarla maggiormente alle sue
richieste. A settembre si incontreranno nel paddock del Gran premio d'Italia. Ecclestone punta a mettere in
cassaforte i soldi, Monza il contratto almeno fino al 2020. [email protected]
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Autodromo, ultima spiaggiaper sbloccare i 20 milionie salvare la Formula
Uno
12/07/2015
Pag. 2 Ed. Bari
diffusione:27910
Ed è polemica tra Enel e Cnr sui dati delle morti per tumore nel Salento. Intervengono Blasi e Lettieri
Francesca Mandese
BRINDISI Ennesimo esposto in procura presentato dai componenti dell'associazione No al Carbone di
Brindisi in seguito a una fiammata della torcia dello stabilimento petrolchimico avvenuta il 2 luglio scorso. «La
sfiammata - scrivono gli attivisti in una nota - si è verificata proprio nel giorno in cui, con dichiarazioni
pubbliche, i dirigenti Versalis (una delle aziende interne al petrolchimico, ndr) e il primo cittadino Mimmo
Consales esprimevano soddisfazione per la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria del
cracking». I No al Carbone segnalano «sfiammate continue» dalle torce negli ultimi due mesi. L'ultima, per
altro, «accompagnata da un'alta colonna di fumo nero visibile dalla provincia». Nell'esposto presentato l'8
luglio scorso si chiede che vengano effettuate indagini e di accertare anche se il sindaco di Brindisi «abbia
adempiuto al suo dovere inerente alla funzione di responsabile della salute pubblica». È polemica, intanto, tra
Enel e Cnr di Lecce e Bologna. Secondo uno studio elaborato dal Centro di ricerche, ben 44 morti all'anno
per tumore nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto sarebbero da addebitare alla presenza della megacentrale termoelettrica a carbone «Federico II». L'Enel contesta i dati e ricorda che da un recente studio
dell'Arpa Puglia «si evince chiaramente che le emissioni della centrale rispettano le severe norme poste a
tutela della salute e dell'ambiente e sono non rilevanti per la salute dei cittadini, e comunque ben inferiori ai
limiti di rischio individuati dalla normativa». Per l'azienda, gli autori della ricerca «fanno riferimento a una
indagine epidemiologica che devono aver condotto in autonomia, senza tenere conto delle innumerevoli altre
fonti emissive della zona». Sulla questione, però, vogliono vederci chiaro il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri
(Conservatori e Riformisti italiani)e il consigliere regionale Sergio Blasi (Pd).
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Fiamme dalla torcia del petrolchimico, nuovo esposto dei Nac
12/07/2015
Pag. 8 Ed. Bari
diffusione:48275
tiratura:63756
Centrale Enel di Cerano si mobilitano Cri e Pd
D'Ambrosio: il caso in commissione Senato
l «I dati emersi dallo studio dei ricercatori del Cnr di Lecce e Bologna sugli effetti inquinanti della centrale
termoelettrica di Cerano, a danno della salute dei cittadini, con particolare riferimento al particolato
secondario, sono allarmanti e non vanno sottovalutati, tantomeno ignorati o liquidati come fuorvianti». È
l'allarme di Luigi d'Am brosio Lettieri , senatori del gruppo Cri, secondo il quale va approfondita la situazione
denunciata dai r i c e rc at o r i sulle presunte 44 morti all'anno nella zona di Brindisi, Taranto e Lecce. «A
questo scopo porterò la questione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, proponendo una indagine
conoscitiva - dice - perché si possa procedere con le audizioni degli organismi competenti». «La ricerca
effettuata dai ricercatori Mangia, Cervino e Gianicolo per il Cnr - dice il consigliere regionale del Pd Sergio
Blasi - è la definitiva CRI Luigi D'Ambrosio Lettieri conferma delle ricadute gravissime della centrale di Cerano
sulla salute dei cittadini pugliesi. Una enormità, che si affianca al costo sanitario della Federico II, già
certificato dall'Agenzia Europea per l'Ambiente come compreso tra i 500 e i 700 milioni di euro l'anno». Blasi
cita l'articolo 41 della Costituzione e sostiene che lo studio del Cnr è «suf ficiente per dire che Enel spa, per
ciò che riguarda l'atti vità di Cerano, si pone fuori dalle regole costituzionali». Giunta e consiglio regionale,
aggiunge, devono occuparsi del caso : «Ad Enel va chiesto con forza di rispettare gli accordi fatti con le
istituzioni locali al momento della sua apertura. E cioè la riconversione della centrale. Ho già detto che
abbiamo l'occasione della Tap: portare quel gasdotto a Cerano potrebbe, all'esito di una iniziativa politica
forte, fornire una alternativa che consentirebbe di cominciare la r i c o nve r s i o n e » .
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/07/2015
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INQUINAMENTO E BLASI: CONSIGLIO E GIUNTA SE NE OCCUPINO
11/07/2015 19:14
Sito Web
WallStreetItalia
Roma, 11 lug. (AdnKronos) - "Non abbiamo cambiato idea. Abbiamo combattuto strenuamente in Parlamento
e nel Paese per sensibilizzare i cittadini sul pericolo che comporta pubblicare senza giudizio intercettazioni di
conversazioni private, a maggior ragione se non rilevanti ai fini di un processo. Una pratica che rischia di
diventare un'arma contro avversari politici da massacrare mediaticamente senza possibilità di difesa". Lo
dichiara il senatore dei Conservatori Riformisti italiani, Luigi D'Ambrosio Lettieri."Il diritto alla libertà di stampa,
sancito dall'art.21 della Carta, non può sconfinare nella sfera del diritto, anch'esso costituzionalmente
garantito, alla riservatezza del cittadino. Siamo convinti che questa materia vada regolamentata con urgenza
e con fermezza", osserva il senatore di Cri.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 12/07/2015
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Intercettazioni: D'Ambrosio Lettieri (Cri), urge regolarne uso