WJA ITALY Newsletter n.4 - Italian Women`s Jewelry Association

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WJA ITALY - Italian Women´s Jewelry Association
Newsletter N.4 del 28.09.2011
i gioielli secondo Alda D’Eusanio
la conduttrice al Career Award Party 2011
di Lara Barrea de Luna - L’11 settembre Alda D’Eusanio ha presentato il WJA Career Award
Party 2011° a Vicenza, calandosi improvvisamente in un Sistema tutto al femminile ed
incontrando tante protagoniste del mondo della gioielleria italiana. Abbiamo incontrato la famosa
conduttrice televisiva, per chiederle le sue impressioni sulla serata e più in generale un’opinione
sul mondo dei gioielli. Ecco cosa ci ha risposto: “La serata è stata l’occasione per conoscere un
mondo nascosto ai più, una nicchia pregiata in un comparto prezioso. La prima impressione è
stata di stupore e orgoglio, come quella che ho avuto alla scoperta dell’arte di Artemisia
Gentileschi, pittrice del primo 600 capace di rivaleggiare con un mondo fatto esclusivamente di
uomini. Ho avuto modo d’incontrare donne capaci di omaggiare padri, mariti e fratelli come
partner del loro lavoro e formatori della loro esperienza. Un atteggiamento pieno di equilibrio e
sensibilità, un’attenzione che non cerca lodi personali e che dimostra una marcia in più, una
predisposizione alla comunicazione che non si riscontra nel settore nel suo complesso. Parliamo
di donne forti, volitive, che conducono le loro aziende con capacità e successo, che sono capaci
d’essere protagoniste del loro futuro senza rinunciare ad essere madri, mogli, figlie. Personalità
di oggi, forse più colte dei loro genitori, che sembrano capaci d’instaurare più relazioni e più
rapporti, di costruire per il gioiello nuovi valori come l’appartenenza e l’auto-gratificazione.
Visitando VicenzaOro, mi ha colpito un padiglione in particolare, il Glamroom, dove gli stand
erano quasi tutti gestiti da donne che proponevano gioielli realizzati con materiali nobilitati
attraverso le lavorazioni e la creatività, imprenditrici capaci di trasformare prodotti una volta di
“bigiotteria” in veri e propri pezzi preziosi. Il gioiello si sa è nato prima dell’abito e non morirà mai,
è rappresentazione dell’uomo, significato profondo, che oggi con l’acquisto autonomo da parte di
tante consumatrici è diventato immortale. Non un gesto passivo, come l’accettazione di un
premio da parte dell’uomo che con il “cecio”, come si diceva una volta, sceglieva e
ricompensava. Il gesto dichiara la propria determinazione: Io Mi Voglio, ed in parte lo dobbiamo a
tutte le donne che lavorano nel settore. Personalmente amo i regali pensati per me, tutti gli
oggetti che mi circondano ricordano qualcuno e mi sono stati offerti, ed in particolare un paio di
minuscoli orecchini dono di mio marito all’inizio della nostra storia hanno per me un valore
affettivo molto importante. Durante la giovinezza non avevo la possibilità di averne, poi sposando
un intellettuale che li ignorava non né ho fatto uso, ma in seguito li ho riscoperti come oggetti
capaci di esprimere affetto, di raccontare una storia ed emozionare, contenitori di bellezza
intrinseca di materiali e design, preziosi soprattutto quando a pensarli, realizzarli e proporli è una
donna come quelle incontrate a Vicenza”.
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uomini "tagliati" per le gemme
i lapidari
di Sonia Sbolzani - Pochi sanno che non solo in Belgio o Israele, ma anche in Italia operano
eccellenti tagliatori di pietre preziose, specialisti che con la loro intensa e difficile attività,
altamente professionale, sono in grado di valorizzare al meglio una gemma, rendendo
letteralmente preziosa quella che altrimenti resterebbe forse… soltanto una pietra! Questo
articolo, dunque, è un piccolo omaggio che vogliamo tributare a tutti loro, cercando di far
conoscere un po’ più da vicino la peculiarità del loro lavoro. Precisiamo, innanzitutto, che il taglio
delle gemme ebbe origine in India, legato ovviamente alla straordinaria ricchezza mineraria di
quel Paese asiatico dalla civiltà millenaria, nella cui cultura il concetto di Bello ha sempre rivestito
un ruolo capitale. Mentre in ambito commerciale non viene operata alcuna sostanziale distinzione
tra la manifattura dei diversi tipi di gemma, nel processo di lavorazione effettiva è invece molto
importante discernere tra diamanti, pietre colorate ed agate, poiché a ciascuna categoria
corrispondono tecniche e strumenti di intervento ad hoc. Per quanto riguarda il diamante, le fasi
del processo di manifattura sono molteplici: la scissione o la segatura della gemma, la scissione
delle facce, il taglio ed il raffinamento. La scissione migliore della pietra è quella operata su piani
ottaedrici, poichè garantisce una resa più efficace. Spesso, però, può accadere che la gemma si
frantumi a causa delle “tensioni” interne o delle incrinature occulte che non siano state
debitamente identificate a priori, per cui in genere si preferisce determinare la forma iniziale del
diamante con l’utilizzo della sega. Tanto per citare un modello famoso ad esempio, il diamante
Cullinan, il più grande mai ottenuto, fu tagliato nel 1908 nella fabbrica di Asscher ad Amsterdam
e diviso dapprima in tre parti ed in seguito in 9 pietre grandi e 96 di piccole dimensioni. La
segatura dei diamanti possiede la vantaggiosa caratteristica di ricavare dalla pietra grezza un
prodotto di qualità superiore. Premesso che oggi anche nel campo lapidario trova largo utilizzo il
laser, diamo qui una descrizione approssimativa del processo di scissione delle facce. Ad un
primo stadio, il procedimento conferisce al diamante una forma bombata abbozzata: un diamante
saldato con cemento ad un bastoncino tenuto in mano dall’operatore viene strumentalmente
impiegato per smussare la gemma da operare (fissata al tornio). Le due gemme vengono quindi
tornite l’una contro l’altra, in modo tale che i margini risultino arrotondati e corrispondenti al
doppio cono di una forma a brillante. La tecnica di raffinamento del diamante esige poi
un’esperienza estrema: la pietra, infatti, viene posta in un contenitore di forma allungata con la
parte sfaccettata rivolta verso un rullo orizzontale di ghisa cosparso di olio e polvere di diamante.
La gemma così realizzata viene, infine, raffinata ulteriormente con una polvere adamantina più
pregiata. In merito alle pietre colorate, puntualizziamo subito che il taglio assume la definizione
appropriata di “arte lapidaria” (dal latino lapis, pietra) e, dunque, a coloro che lo praticano spetta
l’appellativo di “lapidari”.
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Nella fase iniziale, per tagliare approssimativamente la gemma della grandezza desiderata,
vengono impiegate le lame delle seghe circolari con il filo “incipriato” di diamante polverizzato al
posto delle dentellature, mentre il refrigerante consiste in acqua saponata, olio o paraffina. La
sagoma definitiva viene attribuita alla gemma grezza su un rullo verticale in carborundo asperso
di grani abrasivi e raffreddato con acqua. Le gemme opache vengono lavorate (cabochon) su rulli
in carborundo scanalati e quelle trasparenti vengono sfaccettate su mole orizzontali. La sostanza
di cui è composto il rullo da taglio (piombo, bronzo, rame, stagno, ecc,) e la varietà di polvere
lucidante (carborundo, diamante, carburo di titanio) mutano a seconda del tipo di gemma, così
come la velocità alla quale il rullo stesso deve essere azionato. Il processo finale consiste nel
raffinamento della pietra su di un rullo orizzontale o su un cilindro di legno o, ancora, su cinghie
di cuoio, onde asportare residui delle scalfitture e migliorarne la lucentezza. Le grandi gemme di
agata, invece, un tempo scosse con l’ausilio di martello e cesello, vengono ora tagliate
prevalentemente con seghe circolari cosparse di polvere adamantina, le cui lame vengono
refrigerate con paraffina od altre sostanze speciali. In un primo tempo l’agata viene abbozzata su
un rullo in carborundo e poi, per darle la forma definitiva, su un rullo di arenaria (le gemme
tagliate a cabochon, però, vengono operate su un rullo di arenaria scanalata). Il processo
terminale di raffinamento, volto a conferire lucentezza ed eleganza alla pietra, viene attuato
tramite un cilindro a rotazione lenta od un rullo in legno di faggio, piombo, feltro, pelle o stagno,
con il ricorso ad apposite paste o polveri lucidanti. In quest’ultima fase, poiché non viene usato
alcun refrigerante, è necessario prestare massima cura per scongiurare che la gemma possa
subire danneggiamenti dall’azione del calore. Consideriamo brevemente, infine, l’arte
dell’incisione delle gemme, detta anche glittografia, che evoca immediatamente il fascino
irresistibile di cammei ed altri piccoli oggetti artistici od ornamentali. Le più antiche incisioni su
gemma di cui ci resta documento erano rappresentate da cilindri operati con simboli e figure,
utilizzati come amuleti o sigilli (si pensi, ad esempio, ai celeberrimi scarabei egiziani). Coltivata
mirabilmente in Grecia, la glittografia raggiunse però il suo apice nella Roma imperiale.
Attualmente il centro manifatturiero più rinomato è quello di Idar-Oberstein, in Germania, dove
viene inciso oltre il 90% delle gemme mondiali adibite a questo scopo. Fra le pietre più usate in
passato si ricordano l’agata, l’ametista, il diaspro, la cornelia e l’onice, mentre ai giorni nostri
l’incisione viene praticata sulle gemme più disparate, diamanti compresi. Come concludere
degnamente questo articolo? Qualche ironico lapidario, se non altro per deformazione
professionale, potrebbe consigliare semplicemente: “Diamoci un bel taglio!”.
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Wallis e i gioielli
il nuovo film di Madonna
di Alessandra Agrò - Seconda prova da regista di Madonna, la famosissima pop star, che
abbandonato lo stile visionario ed un po’ verista della sua prima pellicola sceglie una storia
romanzata per parlare d’amore. Il titolo è “W.E.”, le iniziali di Wallis Simpson e re Edoardo VIII, i
protagonisti dello scandalo che catalizzò l’opinione pubblica per l’abdicazione al trono
d’Inghilterra nel 1936 ed il matrimonio con una donna borghese e divorziata. La coppia,
recentemente ridotta al ruolo di comparsa ne Il discorso del Re, acquista nel film maggior
spessore, una passione ed una fragilità che ignorano i dubbi sulle simpatie per il nazismo di lei e
delle dichiarazioni di conservatorismo del principe, concentrandosi sui sentimenti e l’importanza
per entrambi del loro legame. Escamotage narrativo della vicenda è un’asta di gioielli, che
permette alla protagonista moderna della pellicola la riscoperta della duchessa e del suo
collezionismo. La passione di entrambi i coniugi per la gioielleria e l’abitudine di regalare preziosi,
generò una collezione di pezzi originali famosi in tutto il mondo. Per prima nel 1936 indossò un
gioiello di Van Cleef & Arpel con serti mystèrieux (l'incassatura nascosta, in cui le gemme singole
vengono accostate tra loro a creare una superficie unica apparentemente senza incastonatura) e
fu lei la prima a possedere una pantera di Cartier nel 1948. La celebre spilla Panthère con zaffiro
cabochon o il Fenicottero dalla coda multicolor, furono inventate per lei, così come le collane a
bavaglino realizzate con le pietre preziose recuperate vecchi gioielli della coppia o accostando in
maniera originale ametiste e turchesi, più molto altro, fino a fare della duchessa una vera jewelry
addicted.. Dopo la sua morte, per sua volontà , i suoi gioielli furono messi all’asta da Sotheby's e
i proventi raggiunsero la somma astronomica di 30 milioni di sterline. La somma fu poi devoluta
all'Institute Pasteur di Parigi per la ricerca contro il cancro e l'AIDS. Più recentemente, nel
dicembre 2010, venti pezzi rivenduti all’incanto hanno fruttato più del doppio del previsto,
precisamente 7.975.550 di sterline anziché 3 milioni. Tra questi la famosa spilla a cuore con
monogramma W.E. tutta di diamanti, smeraldi e rubini, commissionata dal coniuge per i 20 anni
di matrimonio. Forse il film, non troppo amato dalla critica, non diventerà un pezzo di storia del
cinema, ma ha contribuito ha rispolverare la storia di una donna definita spesso maestra di stile,
che ha saputo influenzare il settore della gioielleria in maniera profonda, tanto che Cartier ha
accettato, caso unico fino ad oggi, di riprodurre fedelmente alcuni suoi pezzi storici realizzati per
la coppia ed utilizzati oggi durante le riprese.
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i nuovi spazi dello shopping
le stazioni come occasione
di Cristiana Benigni - Gli aeroporti per primi hanno dimostrato quanto si può fare in termini di
comunicazione e prodotto puntando sul grande flusso internazionale che si muove all’interno dei
loro corridoi e trasformando l’attesa e lo spostamento verso gli imbarchi, in veri e propri percorsi
di conoscenza ed occasione. Che dagli spazi delle macchine volanti il modello commerciale si
potesse replicare anche nelle stazioni era ovvio, ma i risultati, in termini di firme e quantità, hanno
finito per superare le aspettative riconoscendo il potenziale ancora inespresso. La stazione
Termini per fare un esempio, con 150.000.000 di transiti in un anno, è passata dall’offrire uno
spuntino o il pasto veloce, a presentare l’occasione per mangiare etnico ed alternativo compreso
il cioccolato griffato. Dall’offrire solo riviste e giornali in edicola, ad esibire una libreria sviluppata
su tre livelli e raggiungibile sia dall’ingresso su strada che dai percorsi sotterranei. Il centro
benessere, la palestra ed il centro diagnostico oltre a ben 52 marchi con un’offerta merceologica
vastissima per lo shopping, passando dal supermercato al grande magazzino. E tutti con orari al
pubblico che vanno dalle 7,00 della mattina fino alle 22.00 della sera non stop e per tutto l’anno
solare. Ma Milano e Torino, anche se in tempi più recenti, non sono da meno, con l’obiettivo di
arrivare a 60 spazi commerciali e la pubblicazione on line nello spazio dedicato delle Grandi
Stazioni, ferrovie dello stato e linkate ai siti d’origine. Certo le strategie commerciali sono
sostanzialmente tarate per un pubblico in perenne movimento che acquista d’impulso o deve
individuare velocemente l’oggetto del desiderio, per cui fioriscono immagini pubblicitarie di
grande formato, videowall con proiezioni continue, vetrine in repentina trasformazione e
allestimenti merceologici razionalizzati al massimo. Ma i risultati sembrano gratificare l’iniziativa
premiando con una crescita dei contatti superiore alle aspettative ed aiutando la popolarità di
marchi con l’acquirente straniero. Non trascurabile è poi la possibilità di “aggiustare” le collezioni
ed arrivare a programmare l’offerta secondo fasce di prezzo mirate e promozioni scadenzate
dalle ricorrenze. Gli spazi oltretutto si adattano perfettamente ad ospitare eventi di vario tipo, dai
concerti musicali alle presentazioni accompagnate a testimonial famosi. Il tutto in ambienti
protetti da sistemi di video sorveglianza ad ampio spettro e dalla presenza in loco di comandi di
polizia. Un programma che si vorrebbe esportare a tutte le grandi stazioni italiane, con il relativo
impatto sull’occupazione ed il miglioramento degli standard di vivibilità degli spazi ferroviari.
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il trend supereroi
macro tendenza dei prossimi anni
di Sefora Sambati - Tra i vari trend ormai emersi, diciamo tra quelli consolidati nelle ultime
stagioni, i così detti Comics, supereroi cari a milioni di lettori, sono diventati uno dei soggetti
preferiti da produttori di moda ed accessori, arrivando a prestare le loro immagini, i loro loghi e
nomi per arricchire e caratterizzare nuovi prodotti di prossima uscita. Il cinema americano ha già
da diversi anni rispolverato personaggi cari a milioni di fan realizzando spettacolari serie,
Superman, Batman, l’Uomo Ragno, Hulk, gli X Men, i Fantastici 4, Iron Man, e più recentemente
Lanterna Verde, Capitan America, Thor solo per citare i personaggi più famosi, ma potremmo
suggerire anche Dareldevil ed Elektra, Wolverine e l’Uomo Ombra. Impossibile licenziare il caso
facendo riferimento solo ai Kidult, il fenomeno mondiale di adulti che recuperano gli stili ed i modi
tipici dei bambini, o d’una semplice operazione di marketing alla ricerca di nicchie di consumatori.
Forse oltre all’evasione l’esigenza non troppo inconscia ai riferimenti forti e rassicuranti
raccontati, l’aderenza al vissuto contemporaneo, pieno di problematiche tipiche del terzo
millennio e così vicine a tutti quegli eroi metropolitani che abitano le nostre città, l’illusione che
occasioni e possibilità di successo siano a portata di tutti, incide parecchio. Il fantastico, ha
riconquistato una grande attenzione e il cinema 3D ha saputo aggiungere un valore visivo
spettacolare. Il risultato è un proliferare di riferimenti, di segni grafici graditi a grandi e piccini, a
donne ed uomini indistintamente. I programmi di licensing si sono sforzati di raggiungere una
grande flessibilità in termini di possibilità d’utilizzo coprendo con prodotti differenti tutto il mercato
giovani e sportswear. Per citare qualche esempio, Benetton e Fix Design per l’abbigliamento,
M.A.C. che ha lanciato una linea make-up dedicata a Wonder Woman, oppure Axo, che
recentemente ha debuttato con una linea di caschi ispirata a Batman e Superman. In una
recente intervista di Pambianco News, Maurizio Distefano, General Manager Italy e Agent
Markets Warner Bros. Entertainment Company, racconta la loro offerta per il mercato dei
prossimi anni: ”La property di Batman, ad esempio, si sviluppa in diversi programmi di licensing:
quello ispirato al prossimo film “The Dark Knight Rises” (che ha già on board oltre 100 licenziatari
in tutto il mondo), è in primis young adult, teenager e adulti, ma raggiungerà anche un target
boys 6-10 anni. Il programma ispirato alla recente serie televisiva “Batman The Brave and The
Bold” si concentra invece, sulla fascia junior (4-8 anni) con ambientazioni più soft rispetto a
quelle dei film. Quello ispirato a tutta la famiglia DC Comics Originals invece copre un target
unisex, di tutte le età. Ma non è tutto, abbiamo sviluppato anche programmi specificamente
dedicati al target femminile grazie a Gotham Girls, con proposte grafiche anche per teens e
women”. Per il 2012 è infatti prevista l’uscita del terzo film diretto da Chris Nolan con Christian
Bale protagonista di Batman the Dark Knight Rises, l’arrivo dello spettacolo teatrale Barman Live
Tour, con i personaggi in carne ed ossa effetti speciali e giochi pirotecnici, il ritorno di Superman
con il film Man of Steel interpretato da Henry Cavill nella parte di Clark Kent e diretto da Zack
Snyder. Una tendenza quindi che probabilmente accompagnerà i prossimi due/quattro anni, con
un merchandising al seguito per diversi milioni di euro d’investimento.