monitoraggio e controllo dell`acqua ad uso potabile

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monitoraggio e controllo dell`acqua ad uso potabile
Istruzioni operative
MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL’ACQUA AD USO
POTABILE
Dipartimento della
Prevenzione
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MONITORAGGIO E CONTROLLO
DELL’ACQUA AD USO POTABILE
STRUTTURE ORGANIZZATIVE DI RIFERIMENTO
Versione n.2
U.O TECNICI DELLA PREVENZIONE IN AMBITO DI SANITÀ PUBBLICA
U.O. SANITÀ PUBBLICA
Matrice della Redazione e Revisione
Fasi
Redazione
Revisione
Approvazione
Diffusione
Responsabilità (Funzione)
Responsabilità (Nome)
Data
Tecnico della Prevenzione
Dr. Antonio Becattini
21.06.08
Tecnico della Prevenzione
Dr. Stefano Sensi
Direttore UO Tecnici dellaDr. Sergio Neri
28.0808
Prevenzione in Ambito di
Sanità Pubblica
Direttore UO Sanità Pubblica Dr.ssa Gabriella Bidini
Direttore UO Tecnici dellaDr. Sergio Neri
29.09.08
Prevenzione in Ambito di
Sanità Pubblica
Direttore UO Sanità Pubblica Dr.ssa Gabriella Bidini
Copia non controllata
La versione ufficiale del documento è depositata nella Intranet della ASL 8 di
Arezzo all'indirizzo http://intranet.usl8.toscana.it/
Responsabile Archiviazione
Gruppo Comunicazione
Luogo di archiviazione
http://intranet.usl8.toscana.it/
Asl 8 Arezzo – Via Curtatone 54 - 52100 Arezzo – Tel. 0575/2551 – www.usl8.toscana.it
Data di
archiviazione
10.10.08
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Personale interessato alla procedura
Funzione
1
RUF SPIAN
2
RUF ISP Arezzo
3
Medici SPIAN
4
Medici ISP Arezzo
5
Tecnici Prevenzione Igiene Sanità Pubblica
1. Scopo delle istruzioni operative e campo di applicazione.
Le istruzioni operative hanno lo scopo di omogeneizzare le attività a tutela della qualità delle acque
destinate al consumo umano.
Tale attività si esplica mediante il costante controllo della qualità delle acque erogate dai pubblici
acquedotti, attraverso un piano di campionamenti il cui criterio di frequenza è stabilito nel D.L.vo 31/01
All. II Tab. B1 e si completa mediante la verifica ispettiva della salubrità di tutte le opere di acquedotto
(sorgenti, pozzi, depositi, impianti di trattamento, rete di distribuzione, ecc.).
2. Riferimenti alla documentazione e/o alle norme applicabili
•
•
•
•
•
•
Decreto Legislativo 02.02.2001, n. 31;
Decreto Legislativo 03.04.2006, n. 152 e successive integrazioni;
D. M. 26.03.1991;
D. M. 13.12.1991;
Legge Regionale 31.05.2006, n. 20;
Linee Guida Regionali applicative del Decreto Legislativo n. 31/2001.
3. Descrizione delle Attività
a) Controlli di punti diversi dalla rete dell'acquedotto
1. Riguardano:
•
Fonti di approvvigionamento ed opere di captazione;
•
Impianti di trattamento;
•
Serbatoi di accumulo
2. I controlli comprendono sia l’ispezione delle opere al fine della verifica del possesso dei requisiti
igienico-sanitari, sia il campionamento dell’acqua.
3. Gli stessi sono effettuati in caso di indagine a seguito di ripetuti episodi di non conformità dei
parametri dell’acqua distribuita oppure a seguito di programmazione annuale o pluriennale che il
Dipartimento di Prevenzione riterrà necessario attuare. Nel contesto di tali controlli sarà compilata
apposita check-list di sopralluogo (D.M. 13.12.91) – Allegato 1 - contenente i riferimenti di cui al D.M.
26.03.91.
b). Controlli della rete dell'acquedotto
1. Riguardano:
•
Individuazione dei punti di controllo sulla rete idrica;
•
Campionamenti per analisi chimiche e batteriologiche.
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2. I punti di controllo sulla rete idrica sono individuati tenendo conto della rappresentatività degli
stessi rispetto all’intera rete dell'acquedotto. Per tale scelta deve pertanto essere tenuta in
conto anche l’esigenza di individuare potenziali situazioni di rischio.
3. I punti di controllo sono aggiornati in base all'apertura, chiusura o modifica di nuovi tratti di
acquedotto,
3. Per l’effettuazione dei campionamenti sia chimici che batteriologici dovranno essere
adottate le indicazioni contenute nell'allegato 2.
4. I campioni sono effettuati tenendo conto delle frequenze stabilite dal D.L.vo 31/01 e
sono suddivisi in:
●
●
●
5.
Campioni di routine: Controllo che mira a fornire ad intervalli regolari informazioni sulla
qualità organolettica e microbiologica delle acque fornite al consumo umano, nonché
sull’efficacia degli eventuali sistemi di trattamento dell’acqua potabile (in particolare di
disinfezione) per accertare se le acque destinate al consumo umano rispondano o meno ai
valori di parametro fissati dal D.L.vl 31/01; i parametri da determinare sono contenuti
nell'allegato II tab. A punto 1 del D.L. 31/01;
Campioni di routine allargata: rispondono alle esigenze di cui al punto precedente e vengono
effettuati negli acquedotti che erogano una quantità inferiore od uguale a 100 metri cubi/giorno,
la cui frequenza di campionamento è demandata alle Aziende sanitarie. Per tale tipologia di
controllo, oltre ai parametri compresi nel controllo di routine, vengono aggiunti anche i seguenti
parametri: cadmio, cromo, rame, piombo, nitriti, nitrati, alometani;
Campioni di verifica: Controllo che mira a fornire tutte le informazioni necessarie per
accertare se tutti i valori di parametro stabiliti dal D.L.vo 31/01 sono rispettati, secondo quanto
previsto nell'allegato II tab. A punto 2 .
Le modalità di campionamento di acqua potabile sono oggetto di apposita istruzione
operativa.
c) Gestione delle non conformità
1. Qualora la non conformità derivi da un controllo effettuato in un punto diverso dalla rete
dell'acquedotto il Responsabile U.F., acquisita la relazione e la check-list compilata dai Tecnici
di Prevenzione in fase di sopralluogo, valuta l’entità e la gravità delle difformità riscontrate
dandone comunicazione all’Ente gestore ed al Sindaco del Comune di riferimento proponendo,
contestualmente, l’adozione in tempi congrui degli interventi di risanamento e ripristino dei
requisiti igienico-sanitari delle strutture e degli impianti.
2. Qualora la non conformità derivi da un controllo effettuato sulla rete dell'acquedotto il
Responsabile U.F., valutata l’entità della non conformità, adotta la procedura indicata nelle
Linee Guida regionali applicative del decreto legislativo n. 31/2001 (allegato 3), secondo il
seguente schema:
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CHI
CHE COSA
QUANDO
Medico igienista
Procedere all’esame del parametro difforme, individuando se
lo stesso sia ricompreso nelle parto A, B o C dell’allegato “I”
del D.L.vo 31/01 ed informarne il TECNICO di
PREVENZIONE, per gli eventuali adempimenti di
competenza, e l’ATO.
l’ATO.
Prima Possibile
Medico igienista
Qualora il parametro difforme sia ricompreso nella parte C,
provvedere ad informarne il gestore (se ritenuto opportuno
anche il Sindaco) suggerendo ove necessario i
provvedimenti da adottare, e l’ATO
l’ATO..
Entro 24 ore
Medico igienista
Qualora il parametro difforme sia ricompreso nelle parti A e B
comunicare al gestore e l’ ATO l’avvenuto superamento e Prima possibile e
contemporaneamente proporre al Sindaco l’adozione dei non oltre 24 ore
provvedimenti di divieto e limitazione d’uso
Sindaco
Informare adeguatamente la popolazione ed emettere
eventuale provvedimento ordinativo
Gestore
acquedotto
Effettua gli interventi del caso necessari ad eliminare le Prima possibile e
difformità riscontrate e mirate al ripristino della qualità non oltre i tempi
tecnici necessari
dell’acqua erogata. Ed informa la popolazione.
per
Effettua accertamenti analitici comprovanti il ripristino della
l’intervento
qualità dell’acqua e ne informa il Sindaco e la U.F. S.P.I.A.N.
Nel caso il parametro difforme sia ricompreso nelle parti A e
B dell’allegato sopra richiamato provvede a comunicare al
Sindaco l'avvenuto superamento.
Tecnico
prevenzione
Prima possibile
Nei termini previsti
dalla
Legge
689/81
In caso di persistenza del superamento dei limiti parametrici
provvederà alla contestazione dell'illecito di cui all'art.19
comma 1 del D.Lgs. 31/2001
Se il parametro è ricompreso nella parte C si attendono gli
esiti degli interventi di ripristino.
Tecnico
prevenzione
Tecnico
prevenzione
Prima possibile
Provvedere a nuovo campionamento ufficiale mirato alla
ricerca dei parametri precedentemente fuori norma una volta
pervenuta la comunicazione di ripristino della qualità
dell’acqua da parte del gestore (ritiro dell’ordinanza di non
potabilità nel caso che sia stata emanata).
In caso di esito favorevole del campione di controllo il
Nei termini previsti
procedimento viene archiviato.
dalla
Legge
Qualora il controllo dia esito SFAVOREVOLE il T. di P.
Provvede ad erogare la sanzione prevista dall’art. 19 comma 689/81
4 lettera c. del D.L.vo 31/01
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Allegato 1: CHECK LIST DI SOPRALLUOGO STRUTTURE ED IMPIANTI PER IL TRATTAMENDO ED
EROGAZIONE ACQUA AL COSUMO UMANO.
DATI RELATIVI ALL’ACQUEDOTTO
Ente Gestore: ...........................................................................................................................................
Denominazione acquedotto: ....................................................................................................................
Comune di: ...............................................................................................................................................
Numero abitanti serviti: ............................................................................................................................
Punti di prelievo acque: ............................................................................................................................
DATI RELATIVI ALL’AREA DI SALVAGUARDIA
Esiste la zona di tutela assoluta
Si □
No □
Esistono opere di protezione e recinzione
Si □
No □
Descrizione delle opere di protezione e recinzione: ................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
Tutela della zona di rispetto:
a) dispersione di fanghi, acque reflue
Si
□
No □
b) accumulo concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi
Si
□
No □
c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi
Si
□
No □
d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche
Si
□
No □
e) aree cimiteriali
Si
□
No □
f)
Si
□
No □
g) apertura di altri pozzi per estrazione non destinata a consumo umano
Si
□
No □
h) gestione rifiuti
Si
□
No □
i)
stoccaggio rifiuti pericolosi o sostanze radioattive
Si
□
No □
j)
centri di raccolta e rottamazione veicoli
Si
□
No □
Si
□
No □
apertura di cave in connessione con la falda
k) pozzi perdenti
l) pascolo e stabulazione bestiame > 170 Kg/N per ettaro
Si
□
No □
Note: .........................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
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DATI RELATIVI ALLE OPERE DI PRESA
Tipologia di
attingimento
Pozzo: le opere di
presa
Sorgente
Bacini
naturali/artificiali
Corsi d'acqua
superficiali
□ Pozzo
□ Sorgente
□ Bacino naturale/artificiale
□ Corso di acqua superficiale
Offrono sufficienti garanzie per la protezione della falda
Dispongono di apposita cabina ad uso esclusivo
Dispongono di dispositivi di chiusura
Dispongono di dispositivi di accesso per prelievo campioni
L’opera di presa garantisce da infiltrazioni di acque superficiali
I manufatti di presa sono realizzati in materiale idoneo
L’opera di presa è dotata di idonee vasche di calma e di partenza
La vasca di partenza è dotata di scarico di fondo e sfioratore
L’opera di presa è ubicata a sufficiente distanza dal fondo
L’opera di presa è ubicata ad idonea distanza dalla superficie
L’opera di presa è ubicata a sufficiente distanza da eventuali
scarichi
L’opera di presa è dotata di apposite luci posizionate a quote
diverse
L’opera di presa tiene conto delle variazioni di regime
idrogeologico
L’opera di presa è ubicata a monte di eventuali scarichi o
insediamenti
□ si
□ si
□ si
□ si
□ si
□ si
□ si
□ si
□ si
□ si
□ no
□ no
□ no
□ no
□ no
□ no
□ no
□ no
□ no
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
Note: .........................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
DATI RELATIVI A OPERE DI TRASPORTO, ACCUMULO E DISTRIBUZIONE
Opere di trasporto
Materiale di costruzione
□ buono □ sufficiente □ scarso
Condutture di trasporto a
□ pressione □ superficie libera
La condotta è dotata di fascia di
protezione
□ si □ no
Le aree di terreno attraversato sono
sufficientemente stabili
□ si □ no
Le giunzioni e gli scarichi sono
posizionati in appositi pozzetti
□ si □ no
La quota della condotta è superiore
alla quota di eventuali reti fognarie
□ si □ no
Opere di accumulo o Il materiale di costruzione è idoneo
serbatoi
Esistono
idonei
sistemi
di □ si □ no
coibentazione delle pareti
Le coperture sono impermeabilizzate □ si □ no
Vi sono scarichi di fondo e scarichi di
sfioro
□ si □ no
Le acque di scarico confluiscono in
idonei pozzetti
□ si □ no
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Vengono
effettuate
periodiche
operazioni di pulizia e disinfezione
Vi sono luci con aperture dirette
verso l’esterno
Nel caso di serbatoi interrati, vi sono
opere per l’allontanamento delle
acque meteoriche
Presenza di sistemi di depurazione o
trattamento
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
Reti di distribuzione
Materiale di costruzione
Grado di protezione dalla corrosione
La rete è dotata di fascia di
protezione
Le aree di terreno attraversate sono
sufficientemente stabili
Le giunzioni e gli scarichi sono
posizionati in appositi pozzetti
La quota della rete è superiore a
quella della rete fognaria
In presenza di doppia rete, le stesse
non siano in connessione
....................................................
....................................................
□ buono □ sufficiente □ scarso
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
□ si
□ no
Note: .........................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................
NOTE ESPLICATIVE PER LA COMPILAZIONE DELLA CHECK LIST
Note relative all’area di salvaguardia:
ZONA DI TUTELA ASSOLUTA:
Dovrà essere verificato che la stessa sia garantita mediante apposite opere di recinzione intorno al punto di presa, aventi
un’ampiezza di almeno 10 m, in modo da impedire l’accesso ad estranei.
ZONA DI RISPETTO:
All’interno di tale zona, che in mancanza di diverse disposizioni dell’Autorità sanitaria Locale e/o della Regione dovrà avere un’
estensione di almeno 200 m, dovrà essere verificato che non vi siano svolte le attività elencate all’art. 94 del decreto legislativo
152/2006 e nel caso di attività che siano consentite, le stesse siano svolte nel rispetto delle disposizioni del medesimo articolo.
Note relative alle opere di presa:
POZZI:
Dovrà essere verificato che gli stessi siano costruiti con tecniche strutturali idonee a garantire la protezione della falda
attraversata.
Dovrà essere verificata la presenza di una struttura ad uso esclusivo, di dimensioni tali da essere di agevole accesso per gli
addetti, avente caratteristiche tali da evitare il ristagno di acqua sul pavimento o infiltrazioni da pareti e dalla copertura, le
aperture finestrate eventualmente presenti dovranno essere munite di reti a maglia fine
Dovrà essere verificato che il dispositivo di chiusura in testa al pozzo sia dotato di dispositivo (foro con tappo filettato) per
l’eventuale prelievo diretto dei campioni.
SORGENTI:
L’opera di presa dovrà raggiungere direttamente la scaturigine e realizzata in modo da impedire infiltrazioni di acque superficiali o
meteoriche
I manufatti di presa dovranno essere realizzati in calcestruzzo di buona qualità, od altro materiale idoneo, mantenuti in buone
condizioni ed accessibili per le ispezioni e per gli interventi di pulizia e disinfezione
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L’opera di presa deve essere dotata di apposite vasche di calma e di partenza. Quest’ultima dovrà essere dotata di: scarico di
fondo, scarico di sfioro, tubo di partenza collocato ad una quota di almeno 1 mt dal livello di stramazzo e non inferiore a 0,5 m
dalla platea di fondo.
Verificare inoltre la presenza e lo stato di manutenzione di: porte, serrature, manufatti, dispositivi di aerazione, ecc.
BACINI NATURALI / ARTIFICIALI:
Articolo 1.L’opera di presa deve essere posizionata in maniera tale da evitare il richiamo di melma o alghe dal fondo. Allo tesso
modo dovrà essere posizionata rispetto alla superficie in maniera tale da non risentire degli eventuali svasi o sfiori per eccessivo
riempimento del bacino. Qualora nel bacino confluiscano scarichi, l’opera di presa dovrà essere posizionata in maniera tale che la
qualità dell’acqua attinta non sia influenzata dagli stessi. E’ buona norma dotare l’opera di presa di luci regolabili.
CORSI D’ACQUA SUPERFICIALI:
L’opera di presa deve tener conto del regime idrogeologico nei vari periodi dell’anno. Dovrà essere presa in considerazione la
presenza di insediamenti e dei relativi scarichi, pertanto collocata a monte degli stessi. Qualora ciò non sia tecnicamente
possibile, la distanza tra l’opera di presa e gli scarichi dovrà essere la maggiore possibile.
Note relative alle opere di trasporto, accumulo e distribuzione
OPERE DI TRASPORTO:
Occorre verificare le interazioni tra eventuali insediamenti esistenti e la condotta, che dovranno essere eventualmente definite
anche attraverso l’emanazione di provvedimenti amministrativi che definiscano un’apposita fascia di protezione da assoggettare a
limitazione d’uso, quale divieto di edificazione, di piantagioni arboree, deposito e spandimento di sostanze che possano
deteriorare la qualità dell’acqua attinta.
Le aree attraversate dovranno presentare caratteristiche di stabilità, ed in particolare non essere soggette a movimenti franosi.
I punti di massimo e di minimo relativo della condotta dovranno essere dotati di punti di sfiato. Tali punti, così come ogni altra
opera di frangiatura od altra apparecchiatura di giunzione, dovranno essere dotati di appositi pozzetti ispezionabili. In particolare
per quanto concerne gli scarichi dovranno essere presenti chiusure idrauliche dotate di dispositivi atti ad evitare l’ingresso di
animali (es. reticelle metalliche)
OPERE DI ACCUMULO O SERBATOI:
Il materiale di costruzione deve essere di natura tale da non interferire con al qualità dell’acqua: lo stesso dovrà essere
sottoposto, qualora necessario, ad interventi di coibentazione sia delle pareti che della copertura.
Devono essere presenti dispositivi di scarico di fondo e di sfioro che confluiscano in appositi pozzetti muniti di chiusura idraulica
od altro dispositivo atto ad impedire l’ingresso di animali.
Lo scarico di fondo e la parte inferiore del serbatoio dovranno essere costruiti in maniera tale da agevolare periodiche e costanti
operazioni di pulizia e disinfezione.
Le vasche non devono essere fornite di luci aperte direttamente all'esterno e al di sopra di esse non devono essere applicate
aperture.
Qualora il deposito o la vasca di accumulo sia interrata o seminterrata, dovranno essere stati predisposti interventi e dispositivi
atti all’allontanamento delle acque meteoriche, al fine di evitare l’infiltrazione delle stesse.
RETI DI DISTRIBUZIONE:
Oltre che le caratteristiche già illustrate nel paragrafo relativo alle opere di trasporto, occorre verificare che gli scarichi della rete di
distribuzione non siano messi in diretto contatto con la rete fognaria eventualmente presente, ma siano dotati di apposito
pozzetto dotato di intercettore idraulico.
Nel caso vi sia una doppia rete (per usi idro potabili e per altri usi) le stesse dovranno essere facilmente individuabili e le
connessioni tra le due reti siano ben distinte tra di loro.
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Allegato 2: ISTRUZIONE OPERATIVA PER IL CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE CONDOTTATE
FORNITE AL CONSUMO UMANO.
1. La presente istruzione sostituisce i precedenti protocolli operativi TPISP/1.1998, TPISP/1.2000,
TPISP/1.2004 e TPISP/2.2004.
2. Riferimenti normativi
•
•
•
•
•
•
Legge 24 novembre 1981, n. 689 “Modifiche al sistema penale”.
Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n° 31 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità
delle acque destinate al consumo umano”.
Decreto ministeriale 26 marzo 1991 “Norme tecniche di prima attuazione del DPR 24 maggio 1988,
n. 236, relativo all’attuazione della direttiva CEE n. 80/778 concernente la qualità delle acque
destinate al consumo umano, ai sensi dell’art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183”.
Decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271 “Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie, del
codice di procedura penale approvato con DPR 22 settembre 1988, n. 447”.
Legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”.
Decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507 “Depenalizzazione dei reati minori e riforma del
sistema sanzionatorio, ai sensi dell’articolo 1 della legge 25 giugno 1999, n. 205”.
3. Modalità di prelievo, conservazione e trasporto campioni1
3.1 I campioni devono essere prelevati, conservati e trasportati in modo da evitare alterazioni che
possano influenzare significativamente i risultati delle analisi.
3.1.1 Campioni per ricerca parametri organolettici, chimico-fisici, indesiderabili e tossici.
I prelievi devono essere effettuati in idonei contenitori puliti e sufficientemente risciacquati con lo stesso
tipo di acqua da prelevare.
Fatte salve le determinazioni da eseguirsi in loco, il volume totale del campione deve essere sufficiente
all’esecuzione delle analisi.
I campioni prelevati devono essere trasportati in idonei contenitori e conservati, di norma, a +4°C.
Per la determinazione dei vari parametri occorre rispettare le modalità descritte di seguito in tabella 1.
3.1.2 Campioni per ricerca parametri microbiologici.
I prelievi devono essere effettuati in contenitori sterili e, qualora le acque in esame contengano cloro
residuo, le bottiglie di prelievo dovranno contenere una soluzione al 10% di sodio tiosolfato2 aggiunto
prima della sterilizzazione.
Il campione3 deve essere prelevato nelle quantità così come previsto dalla tabella 2.
Il trasporto del campione deve avvenire:
- in idonei contenitori frigoriferi (4 - 10°C);
- al riparo dalla luce;
- nel più breve tempo possibile4 al laboratorio di analisi per essere sottoposto ad esame.
4. Descrizione delle procedure
1
2
allegato III decreto ministeriale 26 marzo 1991.
nella quantità di ml 0,1 per ogni 100 ml di capacità della bottiglia.
3
prelevato secondo le usuali cautele di asepsi.
4
comunque entro e non oltre le 24 ore dal prelievo.
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Questa parte è caratterizzata dallo stretto combinarsi di aspetti tecnici con aspetti giuridico-normativi in
quanto non è ipotizzabile l’applicazione del procedimento della revisione di analisi.
Infatti si ha una rapida deteriorabilità dei parametri, chimici e microbiologici, da ricercare e, quindi,
dovendo applicare il dispositivo dell’art. 223 (att. c.p.p.), si dovranno adottare le procedure previste per
gli accertamenti tecnici irripetibili.
Quanto sopra considerando che:
- sia il DPR n. 236/88 che il DM 26 marzo 1991 non prevedono alcuna condizione formale per la
composizione numerica delle aliquote di ciascun campione;
- gli allegati al DM impongono l’esecuzione delle analisi entro e non oltre le 24 ore dal prelievo;
- l’art. 223 del DLGS n. 271/89 stabilisce le garanzie per l’interessato nel caso si debbano eseguire
analisi di campioni per le quali non è prevista la revisione di analisi5;
- che siamo in presenza di accertamenti tecnici non ripetibili considerati dall’art. 360 del c.p.p. trattandosi di cose il cui stato è oggetto a modificazioni;
- che l’interessato può presenziare alle analisi, eventualmente con l’assistenza di un consulente
tecnico.
4.1 Notifica della verbalizzazione.
Il giorno stesso dell’effettuazione dei campionamenti si notificherà per scritto6 all’interessato7 l’invito a
presenziare agli accertamenti tecnici irripetibili8 compilando e sottoscrivendo appositi modelli. Nella
notifica, per quanto possibile, dovrà essere dettagliata la sequenza dei prelevamenti e l’ora d’inizio.
Effettuata la notifica, a prescindere dalla presenza o meno dell’interessato, si procederà al
prelevamento dei campioni avendo cura di redarre l’apposito verbale. Copia del verbale verrà
consegnata all’interessato se presente, ovvero verrà inviata all’interessato in sua assenza.
4.2 Numero delle aliquote che compongono il campione, loro destinazione, sigillo e etichettatura.
Considerato quanto affermato al punto 4., si ritiene che il campione da sottoporre all’analisi per il
controllo amministrativo sia costituito da una sola aliquota (accertamento tecnico irripetibile), etichettata
e sigillata, da consegnare al laboratorio competente per il controllo.
Nel caso l’Autorità (amministrativa o giudiziaria) disponesse per un comportamento diverso, in relazione
a specifiche esigenze, i tecnici avranno cura di riportare nel verbale di prelevamento questa
circostanza.
5. Risultati delle analisi
5.1 In caso che dagli accertamenti analitici risulti che l’acqua erogata per il consumo umano non sia
conforme ai requisiti di qualità previsti dalla vigente normativa, si dovrà9 (tabella 3).
5
pur essendo richiamata una disposizione della normativa penalistica, in effetti le ricordate garanzie difensive riguardano
controlli che non necessariamente devono portare alla scoperta di illeciti penali, ma anche semplicemente amministrativi. Del
resto reputiamo che neppure l’Autorità amministrativa potrà comminare sanzioni per illeciti di sua competenza accertati
analizzando campioni per i quali non siano state rispettate le garanzie difensive.
6
Anche via fax (per la ricevuta di avviso notifica, vale il report stampato dal fax utilizzato per l’invio.
7
Legale rappresentante dell’ente gestore, Sindaco o loro delegati.
8
Prelievo e successive analisi.
9
procedura concertata dalle UU.OO. Tecnici di Prevenzione e Igiene e Sanità Pubblica (rif. nota 91/San del
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Tabella 1
Tipo Controllo
Parametri da Ricercare
Contenitore
Volume
cc
Stabilizzante
Condizion
i di
Trasporto
NORMALE
VETRO
1.000
+ 4°-10°C
I parametri Fe, Al e NO2 devono essere espressamente richiesti nel verbale di
prelevamento. Le condizioni per poterli richiedere sono le seguenti:
i. Fe: in caso venga usato come flocculante o in caso di acqua prelevata da
pozzi profondi;
ROUTINE
ii. Al: in caso venga usato come flocculante;
(una bottiglia)
iii. NO2 : in caso venga usata, come disinfettante, cloramina o in caso il
parametro sia stato ritrovato a seguito di accertamenti precedenti.
Il parametro torbidità deve essere espressamente richiesto nel verbale di
prelevamento alla voce “altro”.
I parametri Fe, Al, NO2 e torbidità sono ricercati nella stessa bottiglia utilizzata per il
controllo “normale”.
NORMALE
VETRO
1.000
+ 4°-10°C
VETRO
ROUTINE
ALOMETANI
1.000
+ 4°-10°C
SCURO
ALLARGATA
pH<
2
(tre bottiglie)
METALLI
PET
250
(acidificare con + 4°-10°C
HNO3)
Normale
+
bromato,
fluoruri,
nitrati,
nitriti,
VETRO
2.000
+ 4°-10°C
clorito,
solfato,
sodio,
residuo fisso
Alometani + benzene, 1-2
Vetro
dicloroetano, tetracloroetilene,
scuro
1.000
+ 4°-10°C
tricloroetilene, trialometani
con
tiosolfato
Metalli
+
manganese,
pH< 2
antimonio, arsenico, cadmio,
PET
250
(acidificare con + 4°-10°C
cromo, rame, piombo, nichel,
HNO3)
selenio, vanadio
Vetro Scuro
Benzopirene e IPA
senza
1.000
+ 4°-10°C
VERIFICA
tisolfato
(nove bottiglie)
pH< 2
Boro
PET
500
(acidificare con + 4°-10°C
HNO3)
pH=12
Cianuro
PET
250
(alcalinizzare
+ 4°-10°C
con NaOH)
Aggiungere:
VETRO con
1cc HNO3
Mercurio
250
+ 4°-10°C
tappo a vite
2cc KmnO4 al
5%
Antiparassitari
VETRO
1.000
+ 4°-10°C
Solo per la Zona di Arezzo (è previsto per acquedotti
TOC
che erogano almeno 10.000 m3 al giorno. La procedura
di campionamento è ancora da definire.
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Tabella 2
Tipo Controllo
Parametri da
Contenitore
Volume
Condizioni di
Ricercare
cc
Trasporto
ROUTINE
Batteriologici
Fornito ARPAT
500
+ 4°-10°C
VERIFICA
Batteriologici
Fornito ARPAT
500
+ 4°-10°C
In caso di ricerche microbiologiche particolari, accordarsi preventivamente con il personale ARPAT
per quanto riguarda le quantità, le modalità di prelievo o quant’altro sia necessario.
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Allegato 3: LINEE GUIDA PER L'APPLICAZIONE DEL D.LGS. 31/2001 RELATIVO ALLA QUALITÀ
DELLE ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO.
Il presente documento definisce le linee guida e le procedure relative all'organizzazione del controllo
sulle acque destinate al consumo umano fornite dagli acquedotti pubblici, nonché alla gestione delle
risultanze di tale controllo.
Definizione del ruolo degli Enti coinvolti nell’attuazione del D.lgs. 31/2001
I rapporti tra gli Enti coinvolti sono definiti dall'Art.10 , comma 2,3,4 del D.lgs.31/2001.
In particolare l'Autorità di Ambito , essendo ente di indirizzo e di controllo , ha il compito di ricercare la
soluzione a casi di non conformità strutturale con la programmazione di interventi.
In questo quadro si delineano nuove e diverse responsabilità degli enti preposti al servizio:
•
Il gestore ha la responsabilità della gestione economica, tecnica e commerciale.
•
I comuni, tramite le Ato, hanno la responsabilità dell'affidamento del servizio.
•
La Regione ha la responsabilità di coordinare tutte le azioni delle Ato.
La riorganizzazione del sistema acqua , principio sul quale si basa la legislazione europea poi
nazionale e regionale, si basa sul presupposto che l'acqua interagisce con tutto: le infrastrutture
( bacini, acquedotti,tubazioni) poi le fogne, depurazioni, fino a che l'acqua viene rimessa nel sistema.
I tratti fondamentali del processo di riorganizzazione istituzionale ed industriale del Servizio idrico
Integrato, costituito dall’insieme delle infrastrutture e degli impianti connessi al ciclo integrato delle
acque ad uso civile, definiti con la legge quadro 5.1.1994 n. 36, e attuati in Regione Toscana mediante
la L.R. 81/95 e la L.R. 26/97, sono riassumibili in alcuni passaggi fondamentali :
•
I comuni trasferiscono l’esercizio della titolarità del Servizio all’Autorità di Ambito Territoriale
ottimale;
•
l’Autorità di Ambito definisce il piano di Ambito, costituito dal Programma degli Interventi e dal
conseguente Piano Economico e finanziario, e la tariffa del nuovo servizio e provvede
all’affidamento della gestione del servizio idrico integrato;
•
l’Autorità di Ambito controlla che il gestore realizzi il piano e verifica l’applicazione della tariffa.
Successivamente all’approvazione del Piano d’Ambito e all’affidamento della gestione del
servizio al gestore unico a livello di Ambito, il nuovo schema di regolamentazione del servizio e
le competenze tra le varie istituzioni sono così riassumibili :
. Il Gestore, quale unico responsabile del Servizio Idrico Integrato, attua il Piano predisposto
dall’Autorità di Ambito e percepisce i ricavi dovuti alla riscossione della tariffa;
. L'Autorità di Ambito Territoriale Ottimale: effettua il controllo diretto sul Gestore, specificatamente in
merito all’attuazione del Piano, sull’applicazione della tariffa, sul raggiungimento degli standard di
servizio e svolge inoltre attività di tutela per l’utenza; se, dalla verifica del rispetto dell’attuazione del
Piano emergono divergenze o ritardi, ridetermina di conseguenza le tariffe idriche; quando si rende
necessario od opportuno, predispone le varianti al piano;
. L' Autorità di bacino: predispone il Piano di Bacino, definisce il Bilancio Idrico ed i minimi deflussi vitali
necessari nei vari corsi d’acqua significativi per assicurare il mantenimento della flora e della fauna
presenti;
. L'Amministrazione Provinciale: rilascia l’autorizzazione al prelievo di acqua da corpi idrici superficiali e
da corpi sotterranei ai sensi della L 36/94;
. L'Azienda USL: è responsabile del controllo della qualità delle acque erogate ai sensi del D. Lgs
31/2001 e delle acque prelevate ad uso idropotabile prelevate da corpi idrici sotterranei, ai sensi della
L. 36/94;
. Per le attività di laboratorio le Aziende USL si avvalgono dei Laboratori di Biotossicologia e delle
ARPAT ai sensi del D.lgs.31/2001,Art. 8 , comma 7.
. L'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale - ARPAT - è responsabile del controllo della qualità
delle acque destinate all’uso idropotabile prelevate da corpi idrici superficiali, ai sensi della L 36/
. Al fine dell’applicazione del D.lgs.31/2001 e della L. 36/94 per quanto attiene le attività di supporto
analitico e di controllo la Regione Toscana, d’intesa con le Aziende USL, promuove la definizione di
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una specifica intesa con L'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale – ARPAT per l’ottimizzazione
delle risorse tecnico economiche, per lo sviluppo ed omogeneizzazione delle attività stesse nel territorio
regionale con l’obiettivo di garantire all’utente un’acqua di migliore qualità distribuita dai gestori del
servizio idrico integrato
. La Regione Toscana è responsabile della verifica della conformità del programma degli interventi e del
piano economico-finanziario predisposti dalla AATO con gli obiettivi e le priorità stabilite dalla Regione e
con la normativa vigente in materia di risorse idriche di tutela ambientale, della ricognizione sullo stato
di attuazione del programma degli interventi ed infine del controllo comparativo delle performance dei
gestori;
58 23.3.2005 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 12
. Si definiscono le procedure suddivise per settori legati alle singole competenze .Si evidenziano
pertanto 4 settori principali :
1.Controlli analitici interni ed esterni.
Attività delle USL e dei GESTORI
2.Procedure per la gestione dei laboratori.
Attività delle USL e dei Dipartimenti ARPAT
3.Procedure per la gestione delle non conformità dei parametri chimici e microbiologici parti A e B
allegato I
Attività delle USL,Gestori e AATO
4.Procedure per la gestione della non conformità dei parametri indicatori
Attività delle USL, delle AATO e dei GESTORI
1.Controlli analitici interni ed esterni
Attività delle USL e dei Gestori
. Obiettivi del controllo
. Controlli analitici interni
. Scelta dei modelli analitici e delle frequenze di controllo
. Gestione delle risultanze analitiche
. Controllo di acque erogate ad utenze private
Obiettivi del controllo
Il controllo è finalizzato alla tutela della salute pubblica, dai rischi derivanti dal consumo di acque non
conformi agli standard di qualità fissati dalle vigenti norme.
L’obiettivo principale del controllo interno del gestore è quello di garantire la distribuzione di acqua
potabile di ottima qualità, che al minimo deve rispettare gli standard di qualità fissati dalle vigenti norme.
Detto controllo interno, oltre a verificare la qualità dell’acqua distribuita, deve favorire azioni preventive
tese ad ottimizzare la captazione, il trattamento e la distribuzione delle acque .
Riguarda, innanzitutto, l'acqua fornita dai pubblici acquedotti, ma anche l'acqua delle fonti di
approvvigionamento sfruttate a scopo potabile, in relazione alle conseguenze dirette o indirette che una
loro contaminazione potrebbe determinare sulla qualità dell'acqua destinata al consumo umano.
Il controllo dei Servizi delle Aziende USL, definito esterno, non è sostitutivo di quello definito interno ai
sensi dell'art. 7 del D. Lgs. 31/2001 che il titolare dell'acquedotto è tenuto ad effettuare, e non deve
quindi essere organizzato in modo da supplire ad eventuali inadempienze.
Sia i controlli interni che quelli esterni devono essere eseguiti con prove conformi alla Norma tecnica
UNI CEI EN
ISL/IEC 17025 del Novembre 2000 "Requisiti generali per la competenza dei Laboratori di prova e
taratura" e di
conseguenza i risultati, quando hanno un valore critico, devono essere espressi con la stima
dell'incertezza.
Controlli analitici interni
Ai sensi dall'Art. 7 , D.lgs.31/2001, sono definiti controlli interni le analisi effettuate concordemente con
le Aziende
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USL, ed eseguite in ottemperanza alla Norma tecnica UNI CEI EN ISO/IEC 17025 del Novembre 2000,
"Requisiti
gestionali per la competenza dei Laboratori di prova e taratura".
Scelta dei modelli analitici e delle frequenze di controllo
La programmazione dei controlli all’acqua distribuita, dovrà essere strutturata in modo da garantire
quanto più
efficacemente possibile la tempestiva individuazione di situazioni di rischio, siano esse causate
dall'immissione in rete
di acqua priva dei requisiti di potabilità, oppure dalla perdita di tali requisiti per cause legate alla fase di
distribuzione.
Ciò significa che è opportuno:
. privilegiare il controllo più frequente dei parametri più significativi nei punti più significativi, piuttosto
che il
controllo meno frequente di un maggior numero di parametri in tutti i punti di prelievo, basando quindi la
programmazione su un'attenta valutazione delle serie analitiche storiche;
. I controlli di verifica potranno escludere alcuni parametri qualora l'Azienda USL stabilisca , anche dopo
una
valutazione di almeno un triennio di campionamenti che è improbabile che quel parametro si ritrovi in
concentrazioni tali da rappresentare un rischio per la salute pubblica.
Tale valutazione dovrà tener conto dello stato ambientale e delle probabili fonti di inquinamento
avvalendosi dei
dati e delle conoscenze dei Dipartimenti ARPAT competenti per il territorio
. mantenere costante la periodicità del campionamento, salvo i casi in cui vi siano motivi per
concentrare il controllo
in un determinato periodo dell'anno.
59 23.3 .2005 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 12
Fermo restando l'obbligo di rispettare le disposizioni contenute nella tabella B1 dell'allegato II del
D.Lgs.31/2001, il
piano annuale di controllo , sentita il Dipartimento locale Arpat, dovrà quindi essere adeguato a
conseguire l'obiettivo
indicato in premessa a questo capitolo. Ciò significa che la frequenza minima dei controlli indicata nella
tabella di cui
sopra potrà essere variata non solo in diminuzione, ove sussistano i presupposti di cui alla nota 4 della
tabella citata, ma
anche in aumento, ove se ne configuri la necessità.
La variazione, in aumento o in diminuzione, delle frequenze di controllo si intende riferita al singolo
parametro e non al
modello analitico che prevede la ricerca di quel parametro.
Ugualmente si intende riferita al singolo punto di controllo e non all'insieme dei punti di controllo.
Ciò significa che se la ricerca di un determinato composto viene effettuata all'interno di un particolare
modello
analitico, un'eventuale riduzione della frequenza di controllo, sempre che ne sussistano i presupposti,
potrà
effettivamente attuarsi solo se gli stessi presupposti sussistono anche per tutti gli altri parametri
ricompresi in quel
modello analitico. Altrimenti si potrà avere solo una riduzione del numero di parametri ricercati, ma non
una riduzione
della frequenza di campionamento.
I criteri per attuare una riduzione delle frequenze di controllo di un determinato parametro sono quelli
indicati nella nota
4 alla tabella B1 dell'allegato II al D.Lgs.31/2001, e cioè:
. non devono sussistere fattori che possano peggiorare la qualità delle acque;
. i risultati dei campioni prelevati negli anni precedenti (almeno due anni) devono essere sempre
significativamente
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migliori dei limiti previsti dall'allegato I del D.Lgs.31/2001.
Per l'applicazione dei criteri di cui sopra, ove in sede locale non sussistano elementi per una più
accurata valutazione
delle risultanze analitiche e degli eventuali fattori di rischio, si raccomanda di attenersi alle seguenti
indicazioni, che si
intendono riferite ai parametri chimici di cui all'allegato I, parte B, del D.Lgs.31/2001:
. se disponibili, è opportuno che le serie analitiche storiche per il parametro di interesse coprano un
periodo di cinque
anni;
. la consistenza delle serie storiche non deve essere inferiore a due controlli per anno, opportunamente
distanziati tra
loro;
. nei due anni precedenti la concentrazione del parametro considerato non deve aver mai superato il
50% del valore
limite nei due terzi dei campioni, e il 75% del valore limite nel terzo restante;
. nei cinque anni precedenti la concentrazione del parametro considerato non deve aver mai superato il
valore limite
in alcun campione.
In ogni caso l'eventuale riduzione delle frequenze di controllo non dovrà mai comportare l'effettuazione
di meno di
un controllo per semestre nell'anno solare.
È per contro opportuno prevedere un aumento della frequenza di controllo dei parametri chimici rispetto
a quelle
minime previste dall'allegato II, tabella B1, del D.Lgs.31/2001 quando:
. la concentrazione sia risultata superiore al 90% del valore limite nella metà dei campioni prelevati
nell'anno
precedente.
La programmazione del controllo basata sull'analisi del rischio richiede comunque, oltre che la
disponibilità di serie
analitiche storiche adeguate, sia in termini di numerosità che di qualità dei dati, anche una buona
conoscenza delle
caratteristiche dell'acquedotto e del territorio. Ove quindi anche uno solo di questi due elementi fosse
carente, è
necessario che la programmazione sia ispirata a criteri prudenziali. Un elemento ulteriore da tenere
presente nella
programmazione dei campionamenti è il grado di affidabilità della gestione dell’acquedotto, soprattutto
per quanto
attiene ai controlli analitici cosiddetti interni. La verifica delle caratteristiche qualitative dell’acqua
erogata può, infatti,
essere effettuata anche sulle risultanze di questi ultimi, a condizione che essi siano ritenuti affidabili,
siano cioè coerenti
con i criteri sopra indicati, siano affidati a strutture certificate, e siano comunicati nei tempi previsti dal
D.M.26/03/91.
In tal caso la frequenza dei controlli effettuati dall’organo sanitario potrà essere sensibilmente ridotta, e
mirata piuttosto
alla verifica dell’affidabilità dei controlli effettuati dal gestore.
Gestione delle risultanze analitiche
Ai sensi del comma 4, art. 7 del D.Lgs 31/2001 e s.m.i., i risultati dei controlli interni effettuati dai gestori
devono
essere conservati per un periodo di almeno cinque anni per l’eventuale consultazione da parte
dell’amministrazione che
effettua i controlli esterni. E' opportuno che l'organo sanitario di controllo invii in modo puntuale o con
relazione
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annuale i dati analitici al gestore possibilmente su supporto informatico. E' altrettanto necessario che i
Dipartimenti
ARPAT competenti concordino con gli organismi sanitari con riferimento modalità univoche di
comunicazione
tempestiva dei dati analitici.
Controllo di acque erogate ad utenze private
Come già stabilito il controllo routinario degli acquedotti avviene prelevando l’acqua alla rete e
comunque sempre a
monte di utenze private. Questo perché l’ente gestore è responsabile della qualità dell’acqua erogata
fino al punto di
consegna di ogni utenza, sia pubblica che privata. A valle di ogni punto di consegna, la responsabilità
della qualità
dell’acqua, è a carico dell’utenza stessa.
60 23.3.2005 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 12
Le utenze private possono essere:
. civili abitazioni
. industrie alimentari di cui al D.lgs.155/97 art. 2, lett. B).
Il controllo delle civili abitazioni avviene solo a seguito di segnalazione compatibilmente con i piani di
lavoro.
Per quanto riguarda la utenze pubbliche (scuole, alberghi, ospedali, carceri, ecc.), ogni Azienda USL
effettuerà quanto
previsto dall'Art.5 comma 2 del D.lgs.31/2001
Se vengono riscontrate irregolarità all’interno di utenze private, non dovute alla gestione della rete idrica
pubblica
(eventuale controllo in doppio prima e dopo il contatore), gli interventi di manutenzione dovranno essere
effettuati
dall’utenza privata, nel rispetto di quanto indicato dall'Art. 5 comma 3 .
2. Procedure per la gestione dei laboratori.
Attività delle USL e dei Dipartimenti ARPAT
. Operazioni di campionamento
. Controlli analitici
. Campionamenti per analisi microbiologiche
. Campionamenti per analisi chimiche
. Modalità di trasporto dei campioni
. Modalità di conservazione e di trasporto dei campioni
. Individuazioni dei punti di controllo sulla rete idrica
. Punti di controllo diversi dalla rete acquedottistica
Operazioni di campionamento
L’effettuazione delle operazioni di campionamento riveste importanza non inferiore a quella dell'analisi
vera e propria e può talvolta condizionarne il risultato; è quindi necessario attenersi scrupolosamente
alle modalità di prelievo, conservazione e trasporto dei campioni definite secondo la Norma tecnica UNI
CEI EN ISO/IEC 17025 del Novembre 2000, "Requisiti gestionali per la competenza dei Laboratori di
prova e taratura", integrate ove necessario dalle direttive impartite dai laboratori competenti per le
determinazioni analitiche.
E' di fondamentale importanza la corretta identificazione del punto di prelievo, essenziale per l’adozione
di eventuali provvedimenti e per l’elaborazione successiva dei dati, che è garantita solo dall’utilizzo di
un codice identificativo composto da un numero di caratteri alfanumerici stabiliti univocamente degli
organismi competenti ( Aziende USL e Gestore del Servizio Idrico Integrato ); altrettanta cura dovrà
essere posta nell’indicazione della denominazione del punto di prelievo, utilizzando quella codificata ed
evitando il ricorso a nomi alternativi che possono ingenerare confusione.
Tutti i campioni prelevati devono essere etichettati in modo chiaro con tutte le indicazioni necessarie
alla loro identificazione. Le stesse indicazioni andranno riportate sul verbale di accompagnamento del
campione al laboratorio. Il campionamento costituisce una delle fasi preanalitiche che concorrono a
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determinare l'esito analitico finale. Una modalità di campionamento scorretta può produrre un risultato
analitico errato e quindi la presa di provvedimenti errati.
Quando si prelevano campioni per le analisi sia microbiologiche che chimiche, occorre che sia evitata
ogni possibile contaminazione accidentale durante la fase di prelievo.
Controlli analitici
Il controllo analitico di un’acqua per uso potabile ha come scopo fondamentale la tutela della salute
pubblica con la frequenza prevista dalla normativa vigente.
Ai fini della sorveglianza routinaria dei requisiti di qualità delle acque, un numero elevato di controlli,
anche se mirato solo ad alcuni parametri, ha talora molto più significato dell’esecuzione di pochi
controlli volti al rilevamento di numerosi parametri, spesso non giustificati dalla storia della fonte di
approvvigionamento ed onerosi in termini di costo ed utilizzo delle risorse umane deputate
all’esecuzione delle analisi.
Le risultanze analitiche e la verifica dello stato delle fonti di approvvigionamento e degli impianti di
captazione e distribuzione, effettuate al momento del prelievo, soprattutto in relazione con sversamenti
industriali, agricoli od urbani, nelle diverse condizioni di portata e piovosità, sono di fondamentale
importanza per prevenire il degrado delle risorse idriche e tutelare la qualità delle acque.
A livello locale saranno previsti disciplinari d’intesa tra ASL e Dipartimenti ARPAT aventi ad oggetto le
modalità di esecuzione delle attività di laboratorio nell’ambito del piano di monitoraggio acque destinate
al consumo umano.
Il disciplinare dovrà prevedere:
. il numero di campioni di routine e di verifica per ogni singolo acquedotto,
. il numero di campioni su fonti di approvvigionamento, accumulo e impianti di potabilizzazione con
definizione dei controlli di routine e di verifica.
61 23.3 .2005 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 12
. il numero di campioni su strutture di ricezione pubbliche e private con definizione dei controlli di
routine e di verifica,
. il numero di campioni su attività di produzione di alimenti origine animale con definizione dei controlli
di routine e di verifica.
. definizione delle prove previste nel controllo di routine, di verifica e su specifica richiesta, indicando
metodo e unità di misura,
. modalità di costituzione del campione (numero di aliquote, volume per singola aliquota, eventuali
pretrattamenti delle aliquote in fase di prelievo),
. modalità di conservazione e trasporto dei campioni al laboratorio in relazione ai metodi di prova
adottati, . eventuali prove su campo da eseguire al momento del prelievo
. informazioni da riportare sul verbale di campionamento,
. modalità di emissione dei rapporti di prova,
. modalità di comunicazione eventuali campioni fuori dai limiti di legge,
. durata temporale: di norma annuale con possibilità di rinnovo su richiesta motivata di una delle parti.
Campionamenti per analisi microbiologiche
Per i campionamenti ai fini delle analisi di tipo microbiologico è possibile fare riferimento:
1) manuale n. 157 (Edizione 1997) Acque destinate al consumo umano –metodi di
campionamento UNICHIM;
2) raccolta “Metodi analitici per le acque”APAT-IRSA-CNR, manuali e linee guida 29/2003;
3) norma ISO 5667-5 Qualità dell’acqua- Campionamento – Guida la campionamento di acqua
potabile e acqua usata per la preparazione di cibi e bevande.
4) altri manuali riconosciuti a livello nazionale o internazionale che presentano tecniche di
campionamento coerenti con la materia in oggetto.
In particolare:
. I contenitori da utilizzare sono costituiti da bottiglie sterilizzate provviste di tappi che garantiscano la
perfetta chiusura.
. Se l'acqua contiene tracce di cloro, occorre aggiungere all'interno della bottiglia, e prima che questa
venga autoclavata, 0.1 ml di tiosolfato di sodio al 10 % per ogni 100 ml di acqua, per neutralizzare
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l'azione batteriostatica degli eventuali residui di clorazione, senza risultare tossica per i microrganismi
eventualmente presenti.
. Prima di effettuare il campionamento occorre verificare che il rubinetto sia pulito, asportare eventuali
rompigetto o altre parti non termoresistenti, fare scorrere l'acqua almeno per cinque minuti, quindi
sterilizzare il rubinetto utilizzando flambatori portatili.
. La bottiglia sterile deve essere riempita senza toccare la parte interna del tappo o del collo e senza
mai risciacquare, per evitare l'eliminazione del tiosolfato. Il riempimento non deve essere completo, per
consentire poi un'efficace omogeneizzazione del campione.
Campionamenti per analisi chimiche
Per i campionamenti ai fini delle analisi di tipo chimico è possibile fare riferimento a:
1) manuale n. 157 (Edizione 1997) Acque destinate al consumo umano –metodi di
campionamento UNICHIM;
2) raccolta “Metodi analitici per le acque” APAT-IRSA-CNR, manuali e linee guida 29/2003;
3) norma ISO 5667-5 Qualità dell’acqua- Campionamento – Guida al campionamento di acqua
potabile e acqua usata per la preparazione di cibi e bevande.
4) altri manuali riconosciuti a livello nazionale o internazionale che presentano tecniche di
campionamento coerenti con la materia in oggetto.
In particolare:
. I contenitori per campioni da sottoporre ad analisi chimica devono essere puliti .
In taluni casi è previsto l'utilizzo di contenitori particolari e/o sottoposti ad un pretrattamento, e seguire
specifiche indicazioni fornite dal laboratorio di riferimento.
. Per il prelievo di campioni da sottoporre ad analisi chimica vale la raccomandazione generale di fare
scorrere abbondantemente l'acqua prima del riempimento dei contenitori, salvo che non vi siano ragioni
particolari per non farlo. Non è invece necessario sterilizzare il rubinetto.
. Prima di riempire il contenitore occorre effettuare il risciacquo dello stesso con l'acqua da campionare.
Modalità di conservazione e di trasporto dei campioni
Le modalità di prelievo, conservazione e trasporto dei campioni sono definite secondo la Norma
Tecnica UNI CEI EN ISO/IEC 17025 del Novembre 2000, e la Normativa " Metodi analitici per le acque"
IRSA/CNR 1994 e successivi aggiornamenti. L'inosservanza delle modalità di trasporto, può
comportare alterazioni della composizione del campione sia chimica che microbiologica.
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Individuazione dei punti di controllo sulla rete idrica
Il controllo deve essere effettuato nei punti significativi e rappresentativi dell’intero acquedotto.
I punti sono significativi se nell'insieme sono rappresentativi della variabilità delle caratteristiche
dell'acqua nei diversi punti della rete di distribuzione nell'arco dell'anno. In altri termini la scelta dei punti
di controllo va finalizzata all'esigenza di individuare le situazioni di rischio che potrebbero interessare
anche solo una parte dell'acquedotto, che non verrebbero evidenziate se il controllo fosse effettuato su
punti che rappresentano solo la qualità media dell'acqua di rete.
I punti individuati come rappresentativi della rete idrica, sono utilizzati sia per i campioni da sottoporre
ad analisi batteriologiche, sia per i campioni da sottoporre ad analisi chimiche.
Punti di controllo diversi dalla rete acquedottistica
Comprendono:
. le fonti di approvvigionamento che alimentano gli acquedotti;
. gli impianti di trattamento dell'acqua, a valle e a monte degli stessi;
. i serbatoi di accumulo alimentati da fonti di approvvigionamento, a valle e a monte degli stessi.
I punti di prelievo devono essere situati in posizioni che consentano un accesso rapido e sicuro per gli
operatori, ed inoltre devono garantire la rappresentatività del campione.
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I controlli comprendono l’ispezione dell’opera ed il campionamento dell’acqua; sono da effettuarsi in
caso di indagine a seguito di parametri non conformi rilevati per l’acqua distribuita, oppure a seguito di
programmi annuali o pluriennali
che ogni Azienda USL sviluppa in base a priorità e risorse disponibili.
Le ispezioni riguarderanno il rispetto dei requisiti igienico sanitari previsti, mentre i campioni dell’acqua
saranno sottoposti ad analisi batteriologiche e chimiche o saranno effettuate per la ricerca solo di
determinati parametri.
3. Procedure per la gestione delle non conformità.
Attività delle USL, dei GESTORI, e delle AATO
. Gestione dei casi di non conformità
. Procedura in caso di non conformità rilevata dall'Azienda USL dell’acqua in rete
. Deroghe in corso ai sensi dell'Art.13 del D.lgs.31/2001
Gestione dei casi di non conformità
Alle Aziende USL, attraverso i Servizi preposti al controllo, compete:
. formulare il giudizio di qualità e di idoneità all’uso
. proporre al Sindaco l'adozione di provvedimenti cautelativi, contingibili ed urgenti avvertendo nel
contempo il Gestore
. proporre al Gestore gli interventi eventuali atti necessari a salvaguardare e/o promuovere la qualità
dell’acqua che devono essere commisurati all'entità del rischio per la salute.
Il giudizio di qualità e di idoneità d'uso delle acque destinate al consumo umano è fondato sulle
risultanze dei controlli analitici, eventualmente integrate anche dalle valutazioni dei laboratori
competenti per le determinazioni analitiche, e deve basarsi su una valutazione globale delle
caratteristiche qualitative dell'acqua che tenga conto dei caratteri organolettici e del riscontro analitico
dei parametri chimici, chimico-fisici e microbiologici, e sulla loro rispondenza ai limiti tabellari previsti
dall'Allegato I del D.lgs.31/2001.
La valutazione è effettuata anche in relazione ai dati forniti dall'esame ispettivo alle fonti di
approvvigionamento, agli impianti e alle reti, nonché sulla base della serie storica delle analisi eseguite
e degli eventuali interventi nel contempo eseguiti dal Gestore.
La formulazione di tali giudizi, nel caso di conformità ai requisiti di qualità fissati dal D. Lgs. 31/2001,
costituisce un momento importante per la valutazione dello stato della qualità delle risorse idriche e per
la previsione di cambiamenti che possono subire nel tempo.
Maggiore rilevanza tuttavia riveste la gestione degli esiti di non conformità, per l’impatto che può avere
sulla salute pubblica e per gli oneri che possono derivare.
Fermo restando che il superamento dei valori parametrici indicati nelle parti A, B e C del D. Lgs.
31/2001 comporta l'emissione di un giudizio di non conformità, tuttavia, non tutti i casi di non conformità
sono indicativi di rilevante rischio per la salute.
In ogni caso è l'Azienda Usl che informerà ,in tempi brevi, e comunque non oltre le 24 ore, il Sindaco,
l’AATO e il gestore dell'acquedotto della non conformità correlata ad una valutazione sulla potenziale
pericolosità per la salute umana.
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L'effetto immediato della comunicazione sarà quello di far intraprendere al gestore l’azione correttiva
necessaria, cui seguirà la comunicazione di tutte le informazioni (controlli analitici interni, controlli di
gestione, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, …), utili per una ulteriore valutazione del
dato.
Le informazioni acquisite potranno eventualmente orientare o modificare le successive azioni dell'ente
di controllo.
Procedura in caso di non conformità rilevata dall'Azienda USL dell’acqua in rete
La procedura consigliata nel caso in cui dagli accertamenti analitici risulti che l’acqua erogata per il
consumo umano non sia conforme ai requisiti di qualità previsti dalla vigente normativa sarà la
seguente:
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. l'Azienda USL comunica al gestore il prelievo dei campioni per il controllo della potabilità. Al fine di
consentire una migliore e tempestiva operatività dei controlli si consiglia alle Aziende USL di dare
comunicazione al gestore in modo consentire la possibilità di assistere al prelievo
. Nel caso di situazioni non conformi ,nelle quali non si determina un immediato rischio sanitario per la
popolazione , come nel superamento dei parametri previsti dall'All. I parte C,per cui l'Azienda USL
trasmetterà al gestore la comunicazione di avvenuto superamento; le modalità della comunicazione
potranno essere diverse a seconda del grado di gravità dell’evento e quindi dell’urgenza
Il gestore è tenuto a individuare tempestivamente, le cause che hanno determinato la non conformità, e
a comunicare con una nota di risposta all'Azienda USL la “comunicazione di analisi di intervento”
relazionando sulle origini del fenomeno e sulle eventuali ripercussioni nel sistema di distribuzione
(estensione dell'area eventualmente coinvolta),
descrivendo gli interventi che intende attuare nel caso di interventi complessi, nonché indicando i tempi
tecnici strettamente necessari previsti per riportare nella norma il prima possibile la qualità delle acque:
il gestore è tenuto ad effettuare determinazioni analitiche di verifica della efficacia di tali azioni e a
tenere informato AATO, USL e Sindaco relativamente a quanto rilevato, alle azioni correttive, ai tempi,
alle risultanze analitiche e ad ogni altra notizia che possa caratterizzare la situazione fino al ripristino
della qualità delle acque erogate
. USL, Sindaco, AATO e gestore, per quanto di propria competenza, informano i consumatori della
problematica e dei provvedimenti adottati.
. Il gestore indicherà anche le proprie modalità di controllo interno e si impegna a fornire, non appena
disponibili, i risultati del proprio controllo effettuato a seguito del ripristino delle condizioni di conformità.
L'Azienda USL, considerata la risposta del gestore, valuterà la situazione dal punto di vista del rischio
effettivo e quindi della tutela sanitaria della popolazione tenendo conto dell’entità del superamento del
valore e dei potenziali rischi per la salute umana, nonché i rischi che potrebbero derivare dalla
interruzione dall’approvvigionamento o limitazione d’uso.
Pertanto a seguito della valutazione comunicherà :
- al gestore le cessate condizioni di attenzione.
- al sindaco e al gestore la necessità di adottare i provvedimenti di divieto o limitazione d’uso.
Rimane salva la potestà del sindaco , anche su richiesta della Azienda USL, e solo in caso di mancata
risposta del gestore, di procedere di procedere alla dichiarazione dello stato di potabilità.
Al momento in cui il gestore ritiene superato il momento di non conformità dovrà darne dimostrazione
all'Azienda USL e al Sindaco con una nota sugli interventi effettivamente effettuati e con una analisi di
controllo interno con esito conforme.
Nel caso di superamenti dei parametri previsti dall' All.I , parte A e B, l'Azienda USL comunicherà
l’avvenuto superamento al gestore e chiederà al sindaco l’adozione dei provvedimenti di divieto o di
limitazione d'uso. Nel contempo saranno avviate le procedure di contestazione dell'illecito
amministrativo, di cui all'art.19 comma 1, nei confronti del gestore del servizio idrico.
Si segnala in proposito che con l'abrogazione del D.P.R. 236/88 cessa di avere efficacia la disposizione
di cui all'art. 26 della Legge 36/94.
Per la revoca da parte del Sindaco di eventuali ordinanze che impongono limitazioni dell’uso dell’acqua
erogata, il Gestore può produrre un referto analitico sul rientro dei valori stabiliti dal D.lgs.31/2001 che
attivi l’Azienda USL per l’emissione tempestiva del giudizio di potabilità
Nel caso di sanzioni amministrative previste dall’art.19 derivanti da non conformità riscontrate nei
laboratori ARPAT tramite accertamenti chimici o microbiologici il laboratorio provvede a comunicare alla
ASL di competenza la non conformità.
La ASL in quanto organismo responsabile del controllo della qualità delle acque erogate secondo i
disposti di cui al D.Lgs 31/01 è individuato anche come organismo titolare del procedimento
amministrativo. E’ pertanto demandato alla ASL la comunicazione della sanzione amministrativa e degli
adempimenti conseguenti agli enti responsabili, inviando per conoscenza copia della stessa la
Dipartimento ARPAT che ha accertato la non conformità. Al Dipartimento ARPAT dovrà essere altresì
comunicata la conclusione del procedimento .
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4. Procedure per la gestione della non conformità dei parametri indicatori
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Attività delle USL, delle AATO e dei GESTORI
Per la gestione dei superamenti dei parametri indicatori i gestori concordemente con le Aato possono
promuovere specifiche intese con le Aziende Usl . A tale proposito i gestori propongono delle relazioni
contenenti almeno:
. La definizione dell'area critica
. La definizione dei parametri i cui superamenti sono dovuti a cause naturali
. Il programma di interventi
. I tempi necessari per il rientro ai valori di parametro previsti dal D.lgs.31/2001
. Le modalità di informazione alla popolazione servita.
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