le medaglie al valore di bartolomeo giovannni arrigoni agli eroi
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le medaglie al valore di bartolomeo giovannni arrigoni agli eroi
BARTOLOMEO GIOVANNI ARRIGONI SERGENTE PILOTA PLURIDECORATO DI CAMILLO BIANCHI LE MEDAGLIE AL VALORE DI BARTOLOMEO GIOVANNNI ARRIGONI AGLI EROI SCONOSCIUTI E DIMENTICATI DELLA GRANDE GUERRA - Il prossimo 4 Novembre ricorrerà il 91° anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, ancora oggi comunemente ricordata come la Grande Guerra. Non è intendimento di questo scritto parlare di questo evento, di celebrarlo o di screditarlo o di ricordarne la storia. Scopo di questo scritto è di ricordare quelle tante migliaia di italiani, giovani o meno giovani, che loro malgrado vi si sono trovati implicati, e che per le vicende belliche sono morti, e che ora sono ricordati solo con un nome sopra un " Monumento ai Caduti " che compare nella piazza del loro paese o in un loculo intestato " Soldato ignoto " posto in uno dei tanti sacrari costruiti lungo la vecchia linea del fronte. E questi sconosciuti e dimenticati morti, io li considero eroi non perché abbiano compiuto alcunché di eroico meritevole di essere ricordato e celebrato, ma semplicemente perché hanno compiuto il dovere a loro imposto dalla cartolina precetto. Altrove ho scritto: Senza voler aprire discussioni sui concetti di " Patria ", di " Guerra ", di " Guerra Giusta ", credo che non si possa ignorare la storia delle guerre combattute dal proprio paese, dall' Italia come da qualsiasi altro paese, poiché tutti i paesi, nel meglio e nel peggio, sono stati modellati da una serie di guerre. E credo che non si possano ignorare tutti quelli che a queste guerre hanno partecipato; una minoranza con entusiasmo, la maggioranza per aver ricevuto una cartolina precetto, ma tutti adempiendo al proprio dovere, per quanto ingrato fosse. Dovere decretato dai governanti e subìto, se non deprecato, dai popoli. E se i governanti fossero saggi governanti è questione tutta da vedere, è questione tuttora aperta al dibattito. Una buona parte ubbidiva, pensando, certo, più alle proprie famiglie, al proprio focolare, ai propri campi, ai propri affari abbandonati che non ai grandi ideali, ai grandi sogni di potenza, a Trento e a Trieste, delle quali forse ignoravano persino l' esistenza sia quelli che combattevano per conquistarle, sia quelli che combattevano per difenderle. Ma il proprio dovere lo hanno ugualmente fatto e moltissimi, per questo dovere, sono morti. Il compito loro affidato lo hanno, disciplinatamente, svolto, anche se nel momento in cui uscivano dalla trincea con la baionetta inastata e gridando " Avanti Savoia " pensavano più ai plotoni di Carabinieri pronti, nelle retrovie, a punire qualsiasi minimo cedimento, che all' importanza di conquistare un fazzoletto di terra o una insignificante punta dell'Adamello; anzi perfettamente consci che la guerra sarebbe stata, alla fine, vinta o persa indipendentemente dal fatto che loro avessero conquistato o meno quella maledetta posizione. Questi morti, tutti questi morti, io li considero " Eroi ". E' più facile morire per un ideale radicato e pienamente condiviso che non per un mal capito e mal condiviso ordine superiore. Forse ordine superiore di un superiore ottuso. " Eroi " perché morti lontani da chi li poteva assistere e confortare, " Eroi " perché, spesso, morti dopo atroci sofferenze senza un perché. " Eroi " non perché abbiano fatto alcunché d' eroico, ma perché sono morti con una divisa indosso. A tutti questi " Eroi " idealmente io assegno le medaglie al valore che Giovanni Bartolomeo Arrigoni di Bergamo ha conquistato, perché anche Giovanni Bartolomeo Arrigoni è stato uno di quelli che si sono comportati da eroi senza avere la vocazione dell' eroe. La sua aspirazione era quella di potere, il più presto possibile, andare a dirigere la filanda che la madre della futura sposa possedeva in Borgo Palazzo. Per liberarsi dei ritardi che gli obblighi di leva avrebbero potuto portare ai suoi progetti, aveva, da volontario, anticipato la leva. Decisione sbagliata perché dopo essere stato inviato in Libia per la guerra dichiarata nel Novembre del 1911 e avervi completato il servizio di leva, era stato smobilitato per essere però immediatamente richiamato allo scoppio della Guerra Mondiale. E siccome ci sapeva fare con motori e FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] macchinari vari, era stato assegnato ai costituendi reparti di aeronautica. E così aveva inizio il suo servizio di pilota. Quando parlo di eroi non intendo parlare di quanti sono stati protagonisti di particolari atti di eroismo, perché spesso un atto di eroismo può essere conseguenza, più che di un ponderato atto di volontà, dell' incoscienza del trovarsi involontariamente coinvolti in congiunture che richiedono atti eroici per superare una drammatica situazione; intendo parlare di quanti sono stati disciplinati esecutori di ordini superiori, di non importa quanto saggi superiori. E con questa visuale il mio pensiero va, in particolare, a quegli Alpini, le tre Compagnie del Battaglione " Morbegno " del V Reggimento Alpini, che il 8-9 Giugno 1915, pochi giorni dopo la dichiarazione della guerra, sono stati infilati in Val Narcanello (Ponte di Legno in Val Camonica) per andare all' assalto delle postazioni austriache del Monte Mandrone, del Passo Marocaro, della Conca Presena, del Passo Paradiso sull' Adamello. Naturalmente dopo aver marciato per un pomeriggio e una notte, dopo aver superato più di 1500 mt di dislivello, dopo aver superato tratti innevati e ghiacciati senza ausilio di ramponi, senza protezione di occhiali da neve e di tute mimetiche bianche, sono stati tutti falciati dalle mitragliatrici austriache; obiettivi ben visibili nelle loro divise grigio-verdi sulla neve candida. Non sono forse degli eroi cui concedere un riconoscimento che non sia il semplice nome sul monumento ai Caduti? E così pure quanti, Alpini e non Alpini, sono morti sempre sull' Adamello mentre di corsa attraversavano scale aeree di corda che erano sotto il tiro dei cecchini? Che pericolo poteva rappresentare l' Adamello per il transito di un imponente esercito destinato all' invasione dell' Italia? Quattro cannonate ben piazzate e dall' Adamello nessuno sarebbe sceso a calpestare le pianure lombarde. E se parlo di Adamello, non è perché situazioni analoghe non si siano presentate anche su altri fronti, ma perché il fronte dell' Adamello è quello che era più vicino a Bergamo. Le perdite di quel giorno furono: 21morti ( di cui 4 ufficiali ), 63 feriti ( di cui tre ufficiali ), 21 dispersi ( di cui tre ufficiali ); gli uomini impiegati nell' azione erano circa 1000 (notizie ricavate da: Vittorio Martinelli - Adamello, Ieri e Oggi, Brescia. 1972). Sono degli eroi, anche se non hanno compiuto nessun particolare atto di eroismo. Decisamente riprovevole è stato il comportamento del Comando. Dal libro del Martinelli ( Vol: II, pag. 52 ) si riporta: Certo, in quella prima azione di guerra sull' Adamello il nostro Comando compì uno dei più gravi errori di tutta la campagna. Assurda, troppo lunga e faticosa era stata la marcia di avvicinamento del nostro battaglione, troppo problematica la speranza di una sorpresa. Ma gli ufficiali ed i soldati s' erano comportati splendidamente, sbalordendo lo stesso nemico e rasentando la vittoria. Si vide in quell' occasione che, se fossero stati condotti meglio, i nostri Alpini avrebbero potuto fare miracoli. Le medaglie dell' Arrigoni che propongo vengano idealmente attribuite a tutti questi eroi così definiti, non sono medaglie concesse per straordinari singoli e specifici atti di valore, ma sono medaglie attribuite per una costante accettazione e adesione dei doveri insiti negli obblighi connessi con la cartolina precetto. E tra le operazioni dell' Arrigoni e gli Alpini della Val Narcanello, e delle numerose altre simili operazioni avvenute nel corso di tutta la guerra, esiste un' altra importante analogia. L' operazione della Val Narcanello è stata malamente programmata dai comandi e brillantemente condotta, anche se disastrosamente conclusa, da parte dei reparti operativi. L' ultima operazione dell' Arrigoni è stata malamente programmata dai comandi e brillantemente condotta dall' Arrigoni. L' Arrigoni era stato inviato in missione ricognitiva su un settore del fronte vitale per l' Austria, il settore di Trento, dove non mancavano basi di reparti aerei e vi era stato inviato senza alcuna scorta di protezione. E l' Arrigoni invece di rifiutare il combattimento aereo e riparare entro le linee italiane, aveva accettato il combattimento; e venne sopraffatto dal numero di avversari. Dell' Arrigoni ne ha estesamente palato il Quaderno No. 20, pubblicato nel 2000 dal Museo Storico della Città di Bergamo e FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] titolato " Antonio Locatelli e Giovanni Arrigoni: due aviatori Bergamaschi ". In quel testo vengono riportati dati e dettagli di una impresa alla quale l' Arrigoni ha partecipato: una incursione su Innsbruch, in risposta alle incursioni austriache e tedesche su città venete. Di questa spedizione su Innsbruck del 20 Febbraio 1918 cui ha partecipato l' Arrigoni, esiste un singolare documento fotografico, documento forse unico. E' un pannello con le fotografie dei quattro piloti partecipanti all' impresa: cap. Natale Palli, il pilota di D' Annunzio nel volo su Vienna del 9 Agosto 1918, cap. Giulio Palma di Cesnola, ten. Guido Orsini e serg. Giovanni Arrigoni. Queste fotografie sono firmate e tutte portano una dedica all' Arrigoni. Il pannello porta anche una fotografia dei quattro piloti addossati ad uno dei velivolo partecipanti all' impresa ed è firmata dai quattro piloti. Infine il pannello porta le fotografie seriali scattate sopra Innsbruck ed i dettagli tecnici delle riprese. Alcune delle fotografie di questa documentazione di particolare importanza, sono state messe a disposizione, e per la prima volta rese pubbliche a illustrazione del personaggio Giovanni Bartolomeo Arrigoni, per corredare l' articolo comparso su L' Eco di Bergamo del 23 Marzo 2009 a firma di Paolo Aresi: " Arrigoni, umile e dimenticato eroe dei cieli ". A corredo del presente testo viene allegata altra documentazione fotografica relativa all' Arrigoni: un ritratto in divisa con i nastrini di alcune delle decorazioni avute e scattata pochi mesi prima della morte, un ritratto a bordo di un apparecchio dei primi anni di guerra (interessante per la mitragliatrice posizionata sopra l' ala alta del velivolo perché non era ancora stato realizzato il congegno della sua sincronizzazione con i giri dell' elica), la piastrina di riconoscimento completa del cartiglio interno con i dati personali, il medagliere (tre medaglie d' argento, una medaglia di bronzo, due croci di guerra, una medaglia d' argento inglese (Distinguished Conduct Medal = DCM). Nel citato Quaderno No. 20 del Museo Storico, si fa riferimento ad un messaggio austriaco, non rintracciato, comunicante la morte dell' Arrigoni. Siccome l' Arrigoni aveva recapitato su un campo austriaco gli effetti personali di un pilota da lui abbattuto, è possibile che gli Austriaci abbiano contraccambiato l' atto cavalleresco recapitando sul campo di Sovizzo, dal quale l' Arrigoni operava, i suoi effetti personali. Avendo recuperato, ma solo recentemente, altri documenti dell' Arrigoni (piastrina di riconoscimento, integra, ed un borsello di cuoio contenente due carte di volo intestate Serg. Bartolomeo Arrigoni) avanzo ora la supposizione che questi documenti facciano parte del plico consegnato dagli Austriaci con la comunicazione della morte dell' Arrigoni. E tra questi documenti vi è anche sua una fotografia che lo ritrae, morto, sdraiato bocconi in un prato. Ritornando alla proposta di dedicare idealmente le decorazioni dell' Arrigoni a tutti i caduti sconosciuti e dimenticati della Grande Guerra, sarebbe corretto, per correttezza storica, che alla ideale cerimonia vi fosse presente la bandiera sotto la quale tutti questi morti sono morti, e cioè il tricolore con lo scudo sabaudo. Senza che a questa ideale presenza della bandiera, abbrunata, venga in alcun modo attribuito alcun significato politico. Questa ideale cerimonia potrebbe anche essere inquadrata nella rievocazione storica della quale in questi giorni si parla, cioè del 150° anniversario dell' Unità d' Italia, perché tutti questi morti sono morti per un comune ideale, il completamento delle finalità delle Guerre di Indipendenza, e per questo ideale, più o meno capito e condiviso, sono morti indipendentemente dal dialetto che parlavano e dal meridiano sotto il quale erano nati. E il 24 Ottobre 1918 aveva inizio la battaglia di Vittorio Veneto, che avrebbe concluso la Grande Guerra. Bergamo, 24 Ottobre 2009 Camillo Dante Bianchi FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] UN BERGAMASCO NELLA BUFERA CHE HA SCONVOLTO IL MONDO - Senza voler aprire discussioni sui concetti di “Patria”, di “Guerra”, di “Guerra giusta”, credo che non si possa ignorare la storia delle guerre combattute dal proprio paese, dall'Italia come da qualsiasi altro stato, poiché tutti i paesi, nel meglio e nel peggio, sono stati modellati da una serie di guerre. E credo che non si possano ignorare tutti quelli che a queste guerre hanno partecipato; una minoranza con entusiasmo, la maggioranza per aver ricevuto una cartolina precetto, ma tutti adempiendo al proprio dovere, per quanto ingrato fosse. Dovere decretato dai governanti e subìto, se non deprecato, dai popoli. E se i governanti siano stati saggi governanti è questione tutta da vedere, è questione tuttora aperta al dibattito. Una buona parte, formata sia da chi combatteva per conquistare sia da chi combatteva per difendere, ubbidiva, pensando, certo, più alle proprie famiglie, al proprio focolare, ai propri campi, ai propri affari abbandonati che non ai grandi ideali, ai grandi sogni di potenza, a Trento e a Trieste, delle quali forse ignorava persino l'esistenza. Ma il proprio dovere lo ha ugualmente fatto e moltissimi, per questo dovere, sono morti. Il compito loro affidato lo hanno disciplinatamente svolto, anche se nel momento in cui uscivano dalla trincea con la baionetta inastata e gridando «Avanti Savoia» pensavano più ai plotoni di Carabinieri, pronti nelle retrovie a punire qualsiasi minimo cedimento, che all’importanza di conquistare un fazzoletto di terra, anzi perfettamente consci che la guerra sarebbe stata, alla fine, vinta o persa indipendentemente dal fatto che loro avessero conquistato o meno quella maledetta posizione. Tutti questi morti io li considero “Eroi”. E' più facile morire per un ideale radicato e pienamente condiviso che non per un mal capito e mal condiviso ordine superiore. Forse ordine superiore di un superiore ottuso. “Eroi” perché morti lontani da chi li poteva assistere e confortare, “Eroi” perché, spesso, morti dopo atroci sofferenze senza un perché. “Eroi” non perché abbiano fatto alcunché d’eroico, ma perché sono morti con una divisa indosso. Quando vado in qualche paese, italiano e non italiano ugualmente, cerco sempre di visitare il monumento ai Caduti per un modesto atto d’omaggio a questi “Eroi” e rimango sempre sgomento nel leggere lunghe file di nomi, che spesso si ripetono facendo supporre che intere famiglie siano andate distrutte. Anni fa, facendo visita al cimitero di Bergamo, la mia attenzione è stata attratta da una lapide sulla tomba di un caduto della prima guerra mondiale, un “Eroe” del quale non avevo mai sentito il nome perché totalmente FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] ignorato dalla Bergamo ufficiale. Ho cercato di ricostruirne il profilo e con molta difficoltà ho raccolto una serie di dati che qui presento come omaggio a questo “Eroe”, ma anche come omaggio a tutti gli altri “Eroi”. La tomba (Colombari Portici Settentrionali, Campata 21, Fila 2, n. 8) reca questa iscrizione: Bartolomeo Giovanni Arrigoni, combatté nella Guerra Libica e poi per quasi quattro anni nella Guerra Mondiale, durante la quale divenuto pilota aviatore meritò quattro medaglie d'argento, una di bronzo e il titolo di asso finché‚ lottando da solo contro molti cadde nel cielo di Aldeno (Trento) 30/1/1890 4/8/1918 Bartolomeo Giovanni Arrigoni era nato a Cavernago (Bergamo) il 30 gennaio 1890. Volendo dedicarsi il più presto possibile all'azienda della promessa sposa, una filanda in Borgo Palazzo, aveva presentato domanda di anticipare il servizio militare al compimento del diciottesimo anno di età. II 1 dicembre 1908 si presentò all'8º reggimento fanteria di Milano per il servizio di leva; venne congedato il 30 novembre 1909 con il grado di Sergente; il 26 settembre 1911 venne richiamato alle armi e il 28 novembre venne inviato al 7º reggimento fanteria quale complemento del Corpo d'Armata mobilitato per la spedizione oltremare in occasione della guerra italo-turca, dichiarata il 29 novembre 1911; il 2 dicembre 1911 si imbarcò a Napoli per la Tripolitania e la Cirenaica e partecipò alla guerra di Libia come Sergente nel 7º reggimento fanteria; rientrò in Italia il 6 maggio 1912 e venne posto in congedo; venne richiamato alle armi il 4 marzo 1915 e il 24 maggio venne destinato a unità in territorio dichiarato zona di guerra; passò poi all'artiglieria come motociclista portaordini. Venne nominato allievo di aeroplani su velivolo Blériot il 1 settembre 1916, pilota d'aeroplano su velivolo Nieuport il 1 novembre 1916 e pilota di SVA il 1 novembre 1917. Prestò servizio nella 71ª e nella 76ª squadriglia caccia e poi nella 1ª Sezione autonoma SVA. Svolse numerose missioni di ricognizione fotografica, di scorta e di bombardamento. Il 18 novembre del 1917, per proteggere due ricognitori italiani, ingaggiò un combattimento aereo contro cinque cacciatori avversari, permettendo ai due ricognitori di rientrare nelle linee senza danni. Benché il suo aereo fosse stato colpito ed incendiato, riuscì a riportare entro le linee il velivolo gravemente danneggiato e ad atterrare alla base: ebbe per questo atto un Encomio solenne del Comando superiore dell'Aeronautica. Il 4 gennaio del 1918 partecipò al bombardamento di Bolzano ed ebbe un secondo Encomio solenne del Comando superiore dell'Aeronautica. Il 20 febbraio del 1918 partecipò al bombardamento di Innsbruck con la squadriglia comandata dal Cap. Natale Palli (che il 9 agosto 1918 avrebbe portato Gabriele D'Annunzio sopra Vienna), composta dal Cap. Giulio Palma di Cesnola, dal Ten. Giorgio Orsini e dall'Arrigoni stesso. Il bombardamento di Innsbruck venne effettuato in rappresaglia dei bombardamenti di città venete. Il 2 agosto dello stesso anno venne proposto per essere inviato a Washington allo scopo di effettuare dimostrazioni sulle caratteristiche dello FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] SVA, velivolo di intera concezione italiana che si pensava potesse riscuotere interesse presso le autorità americane, le quali allora non possedevano un’industria aeronautica sufficientemente sviluppata per fare fronte alle necessità belliche. Il 4 agosto, durante un volo di ricognizione fotografica del campo austriaco di Romagnano, nelle vicinanze di Trento, dopo aver ingaggiato combattimento con quattro apparecchi avversari ed averne distrutto uno, venne abbattuto in zona Nomi - Aldeno. Forse imprudentemente Arrigoni era stato mandato in missione sopra una base nemica senza protezione di alcuna scorta. Venne sepolto nel cimitero di Aldeno e poi, a guerra conclusa, il 6 novembre 1921, nel corso di una solenne cerimonia, traslato a Bergamo con altri caduti bergamaschi. Ho trovato notizie di Arrigoni in un articolo pubblicato da Antonio Locatelli, che dell’Arrigoni era amico, su “La Rivista di Bergamo” del marzo 1929 I duelli aerei di B.Arrigoni; altre notizie in un articolo pubblicato da Alberto Greco su “La Domenica del Giornale di Bergamo” del 1 ottobre 1967 e su “Nel cielo - Rivista quindicinale del Secolo Illustrato” del 1918. Ma sono tutte notizie scarne, che non permettono di ricostruire il completo profilo di Arrigoni. Indagini in diversi archivi (italiani e non) mi hanno permesso di raccogliere altre notizie, ma non complete ed esaurienti come avrei desiderato. Informazioni preziose ed interessanti le ho raccolte invece dalla viva voce del figlio Luigi, di memoria lucidissima, che mi ha riportato quanto da lui appreso dalla viva voce dei nonni paterni. Bartolomeo Arrigoni, conosciuto in famiglia come Giovanni e che come tale si firmava, dopo aver completato il servizio di leva anticipata e prima di essere richiamato ed inviato in Libia, si era sposato nel 1910 con Elena Zanchi di Borgo Palazzo, i cui genitori possedevano una filanda di seta in un opificio lungo il torrente Morla -l'edificio tuttora esiste-, in corrispondenza del ponte con la statua di S. Giovanni Nepomuceno. Poiché la madre della promessa sposa era rimasta vedova presto, Arrigoni aveva anticipato il servizio di leva per poter assumere il più presto possibile la direzione della filanda. La giovane sposa di Arrigoni morì il 25 ottobre del 1913 (il figlio Luigi non aveva ancora tre anni, era nato il 22 gennaio 1911), per aneurisma cerebrale post-partum dopo la nascita di un bambino subito morto. Un anno dopo la scomparsa della sposa, due gemelline di due anni vennero a mancare alla distanza di pochi giorni una dall'altra. Dopo la morte della mamma il figlio Luigi andò a vivere nel Castello di Cavernago, con i nonni paterni: il nonno era fattore e amministratore dei possedimenti dei principi Giovannelli. Fatto grande, Luigi apprese dai nonni molte notizie relative al padre che lui, bimbetto di 5-6 anni, poco aveva conosciuto, perché poco lo aveva incontrato nelle brevi licenze delle quali poteva usufruire. E dai nonni seppe come il padre, dopo aver abbattuto un aereo austriaco, fosse atterrato accanto al velivolo caduto entro le linee italiane, avesse raccolto gli oggetti personali del pilota, tra le quali una fotografia della moglie e di una figlioletta, e poi si fosse recato in volo sopra una località in territorio austriaco sede di comandi e, senza curarsi della reazione antiaerea, vi avesse lasciato cadere il plico con i preziosi documenti. E ricorda come in casa dei nonni per lungo tempo vi avesse fatto FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] mostra il timone di un apparecchio austriaco che il padre aveva abbattuto. Il cimelio, purtroppo, è andato disperso. Cimelio importante, che invece si è salvato, è un ricordo della incursione su Innsbruck. Sono le sei fotografie che il Cap. Palma di Cesnola aveva scattato sopra l'obiettivo: riprese da una quota di 700 metri e con cielo sereno sono nitidissime. Le sei foto sono montate in sequenza su un pannello in cartoncino rigido, unitamente alle fotografie dei quattro componenti la squadriglia, ripresi singolarmente al posto di pilotaggio del loro velivolo. Tutte fotografie con dediche autografe e con firme autografe: Al caro Arrigoni compagno prezioso dei miei voli più belli, con ammirazione e affetto Natale Palli Al mio bravo Arrigoni Serg. Bartolomeo compagno in un bellissimo volo su Innsbruck 20-2-1918 il Capitano Giulio Palma Cesnola Al caro Arrigoni compagno ed amico ricordando Innsbruck con affetto sincero Giorgio Orsini 28 (sic) -II-1918 Le quattro fotografie, scattate con i piloti al posto di pilotaggio, mostrano ben evidente la strumentazione di bordo. Sarebbe interessante confrontarla con quella di un moderno velivolo. Il pannello è completato da una fotografia con i quattro piloti addossati ad uno dei velivoli usati nell'incursione; anche questa fotografia è regolarmente firmata dai quattro piloti come firmato è il pannello stesso. Il Cap. Palli tiene in mano una bandierina con al centro una stella bianca su fondo chiaro; il Ten. Orsini una con una stella nera su fondo bianco, il Serg. Arrigoni una con due stelle bianche su fondo nero. Questa fotografia compare in una pubblicazione inglese dedicata allo SVA 5 e porta questa specifica: «Meaning of the two star banner unknown». I ricordi del figlio di Arrigoni permettono di chiarire che quella bandierina era una specie di bandiera da combattimento, esposta per permettere l'immediato reciproco riconoscimento. Compare anche in altre fotografie scattate con Arrigoni a bordo del suo velivolo. Tra gli altri cimeli tuttora esistenti vi è una fotografia usata come cartolina, stampigliata sul recto con il timbro in originale 76ª squadriglia Aeroplani, mentre sul verso appare questo messaggio indirizzato al Signor Giuseppe Arrigoni «1 Maggio 1917 - Carissimo, Mandovi la fotografia dell'apparecchio nemico da me abbattuto il 24-4-17 alle ore 9.55 fiume Vippacco; sono felice ma non ancora completamente. State allegri e sani. Baciandovi, vostro affezionatissimo figlio, Giovanni». Un cimelio, del quale il figlio Luigi non ha saputo dare spiegazioni, è costituito da una fotografia che ritrae due piloti in tenuta di volo davanti ad un biplano con le insegne austriache sulle ali e sulla fusoliera; un altro aeroplano con la croce nera su fondo bianco compare più distante. Sul retro, nella calligrafia di Arrigoni, l'annotazione «Campo di Pergine». Avanzo la supposizione, però senza nessuna prova a sostegno, che la fotografia facesse parte degli effetti personali del pilota dell'apparecchio abbattuto da Arrigoni e da lui raccolti per essere lanciati entro le linee austriache; e che Arrigoni avesse trattenuto tale fotografia come ricordo. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] DECORAZIONI CONCESSE AL SERGENTE BARTOLOMEO GIOVANNI ARRIGONI - Al Serg. Arrigoni vennero concesse le seguenti decorazioni al valor militare: MEDAGLIA D'ARGENTO Ardito pilota da caccia, innalzatosi in seguito ad un allarme, andava alla ricerca di un velivolo nemico che stava eseguendo fotografie, e, con brillante manovra, lo attaccava decisamente col fuoco della mitragliatrice, riuscendo ad abbatterlo nel nostro territorio. Cielo di Rubbia, 24 aprile 1917 MEDAGLIA D'ARGENTO Ardito e volenteroso pilota da caccia, compiva molti voli, e sostenendo numerosi combattimenti con velivoli nemici, li metteva in fuga. Abbatteva un apparecchio avversario, costringendo altri tre ad atterrare nelle loro linee. Cielo di Gorizia e del Medio Isonzo, novembre 1916 - 25 maggio 1917 MEDAGLIA D'ARGENTO Ottimo pilota ed osservatore d'aeroplano, volonteroso e valente quanto modesto, portò fra i primi, nei suoi numerosi ed utilissimi voli, le ali col tricolore sopra Innsbruck, rocca dei nemici d'Italia. Cacciatore aereo di un ardire mai menomato dai gravi incidenti superati, durante una ricognizione fotografica sopra un campo di aviazione nemico, veniva attaccato da numerosi aerei nemici. Solo contro molti, al facile ritorno nelle linee col veloce apparecchio, preferiva il deciso combattimento nel corso del quale sopraffatto dal numero, cadeva da prode sulla terra sacra di una più grande Italia. Cielo del Trentino, 4 agosto 1918 MEDAGLIA D'ARGENTO INGLESE Medaglia DISTINGUISHED CONDUCT MEDAL (DCM) concessa con l'iscrizione «For distinguished conduct in the field». Manca la motivazione, ma quando la decorazione veniva concessa a militari non inglesi, la motivazione non veniva registrata nei registri ufficiali inglesi. Nel corso della prima guerra mondiale sono state concesse 858 DCM a militari italiani. MEDAGLIA DI BRONZO Pilota d'aeroplano, partecipava ad un'azione di bombardamento a bassa quota sugli impianti ferroviari di Innsbruck, superando notevoli difficoltà dovute alla distanza dell'obiettivo ed alla natura montuosa della zona da percorrere. Cielo di Innsbruck, 20 febbraio 1918 FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] CROCE AL MERITO DI GUERRA CROCE AL MERITO DI GUERRA ENCOMIO DAL COMANDO DI AERONAUTICA 1ª ARMATA Ordine del giorno del 25 novembre 1917 Un encomio rivolgo al Sergente Arrigoni Bartolomeo della 71ª squadriglia per il bel contegno tenuto il giorno 18 corr. quando costretto a desistere da combattimento aereo sopra l'Altipiano d'Asiago contro 3 apparecchi avversari dal cui tiro di mitragliatrice ebbe il fuoco appiccato a bordo riuscì col proprio apparecchio avariato a raggiungere un nostro campo d'aviazione. L'Arrigoni fu autorizzato a fregiarsi delle seguenti medaglie commemorative: MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA GUERRA ITALO - TURCA MEDAGLIA COMMEMORATIVA della GUERRA 1915 - 1918 (quattro nastrini) FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] COMUNICAZIONI DELLA MORTE DI BARTOLOMEO ARRIGONI Da fonte austriaca: Feindliche Verluste : Durch Flieger am 4/8 ein Savoja - Verduccio (Fotoeinsitzer) von Oberleutenant Franz PETER der Flik 3/J [=Fliegerkompanie] mit Apparat 25305 südlich Aldeno im Etschtal abgeschossen. Apparat zertrümmert, Pilot Sergente ARRIGHIONI (sic) tot (Herzschuss). (Oblt. Peter 3. Luftsieg) Die Leiche des Piloten nach dem Absturz noch identifiziert werden konnte. Da fonte italiana: Un apparecchio della 1ª sezione autonoma S.V.A. No.11850 - pilota osservatore Sergente ARRIGONI G.Bartolomeo partito alle ore 10.15 per una ricognizione a vista e fotografica sulla zona: S.ILARIO - VOLANO CASTELPIETRA - BESENELLO - OSTERIA P.VECCHIA - ALDENO - CALLIANO - NOMI - VILLA LAGARINA, non ha fatto ritorno al campo. Zona di Guerra, 5 agosto 1918 Al Comando Presidio di Seriate: Pregasi informare Annita Arrigoni sorella Sergente Arrigoni Bartolomeo che detto militare partito il 4 agosto in volo di guerra non ha fatto ritorno al campo - stop - Attendo informazioni che comunicherò - stop - Prego partecipare miei vivissimi sentiti voti circa sorte fratello - stop Comandante Aeronautica - Armata - Colonnello Gilberti A proposito della morte dell’Arrigoni In un documento italiano si legge la seguente nota: Morto in combattimento aereo in località di Nomi come da messaggio aereo nemico trasmesso dal Comando Superiore d’Aeronautica al Dep. Aviatori di Torino col No.77548 di Protocollo e di cui l’allegata comunicazione al Dep. Suddetto No.999 del 28-9-1918. Non mi è stato possibile ritrovare il citato messaggio austriaco. Chissà dove è archiviato o dove è dimenticato, sempre che esista tuttora e non sia andato distrutto o disperso. Sarebbe stato molto interessante sapere in che termini ‘’il nemico‘’ comunicava la morte di un avversario cavalleresco e leale. Come tale si era mostrato Arrigoni recapitando su un campo austriaco gli effetti personali di un pilota che lui aveva abbattuto. A Bergamo il nome dell’Arrigoni è del tutto sconosciuto ed in nessun modo è ricordato, pur essendo un bergamasco che ha onorato la città. E’ da tenere presente, inoltre, che l’Arrigoni era il combattente bergamasco più decorato prima che ad Antonio Locatelli, con decreto in data 31 ottobre 1923, fosse conferita la medaglia d’oro, concessa in commutazione di una medaglia di bronzo assegnata con decreto 22 dicembre 1918. E non è da escludere la possibilità, se l’Arrigoni non fosse morto prima della fine della guerra, che le tre medaglie d’argento delle quali era insignito fossero commutate in una medaglia d’oro. Perché non intestare a lui l’aeroporto di Orio al Serio, dato che l’aeroporto è ancora privo di un nome ufficiale? FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] RELAZIONE DELL'AZIONE DI BOMBARDAMENTO EFFETTUATA DAI PILOTI DELLA 1ª SEZIONE AUTONOMA SVA - OBIETTIVO INNSBRUCK (Impianti ferroviari) Partito alle 13.25 dal Campo di Aviazione di Sovizzo, unitamente coi piloti: Cap. Palma, S.Tenente Orsini, Serg. Arrigoni, mi dirigo secondo il meridiano del campo direttamente sull'obiettivo. Dopo un'ora esatta di navigazione mi trovavo col gruppo su Blumau ad E di Bolzano. Dopo un'ora e trenta primi giungevo planando cogli altri apparecchi sulla città di Innsbruck. Presi di mira gli impianti ferroviari i quattro apparecchi lanciavano le loro bombe in numero di sette sulla stazione e adiacenze, Si ebbero a constatare i danni che furono rilevantissimi e che si potranno controllare dalle fotografie eseguite da una quota di circa mille metri. Il bombardamento fu effettuato ad una quota media di 300 m. In seguito al lancio delle bombe gli apparecchi discesero ancora più bassi sulla città e mitragliarono con visibile efficacia i treni della stazione di Ovest ancora esenti dai nostri attacchi. Ad operazione ultimata formatasi nuovamente la pattuglia, presi con essa la via del ritorno seguendo la valle dell'Inn sino al confine svizzero, indi il primo tratto dell'Adige da Nodrio a Glorenza fino a che, raggiunto lo Stelvio, discesi in Valtellina. Allo Stelvio l'apparecchio pilotato dal Cap.Palma a causa della minore velocità, perdette di vista la pattuglia e per conto suo raggiunse il campo di aviazione di Castenedolo. Gli altri tre apparecchi seguirono la Valtellina, indi la Valseriana e preso terra a Ponte S.Pietro alle ore 4.25 dopo tre ore di navigazione. Le bombe lanciate erano da 162 mm mina. Le fotografie eseguite furono in numero di 6. Sovizzo, li 21 - 2 – 18 f.to Cap.no Natale Palli FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] ONORANZE FUNEBRI BERGAMASCHI PER BARTOLOMEO ARRIGONI E PER ALTRI DODICI CADUTI « L’ Eco di Bergamo » di Giovedì 3 Novembre 1921 pubblicava, con notevole rilievo tipografico, il seguente annuncio mortuario: Dai Cimiteri di Guerra sono giunte a Bergamo le salme dei generosi concittadini, caduti per il più sacro dei doveri. Industriale ARRIGONI BARTOLOMEO GIO. di Giuseppe Sergente aviatore 1a Squadriglia Autonoma S.V.A. Decorato con 4 medaglie d’ argento e una di bronzo al valor militare † Aldeno, Valle Lagarina, 4 Agosto 1918 Ragioniera BENTIVOGLIO PINO fu Edoardo Sottotenente 119° Fanteria † Monte Grappa 15 Giugno 1918 Commerciante CAIRONI GIOVANNI fu Giovanni Caporale Maggiore 78° Fanteria † Gradisca 1 Novembre 1916 Studente LEGRENZI ANTONIO di Daniele Sottotenente 31° Fanteria † Monte Asolone 26 Ottobre 1918 Studente MANGILI FRANCESCO fu Francesco Sottotenente 3° Alpini † Malga Zugna 21 Agosto 1917 Dottore PAGANONI AGOSTINO di Aquilino Sottotenente 3° Artiglieria Montagna, decorato di Medaglia d’ argento al valor militare † Cima Colbricon 6 Ottobre 1916 Dottore PALVIS ANTONIO di Alessandro Sottotenente 78° Fanteria † Velichi Kribak 13 Ottobre 1916 FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] Commerciante PERSICO GIACOMO di Gaetano Sergente Maggiore 3a Batteria Auto Camp. da 102 † S. Bartolomeo di Treviso 11 Ottobre 1918 Notaio Dottore PESENTI MARCELLO fu Prof. Amilcare Tenente 267° Fanteria, decorato di medaglia d’ argento al valor militare † Ronchi di Candelù 15 Giugno 1918 Dottore PIZZINI ANGELO di Antonio Tenente Aviatore nella 10a squadrglia, decorato Di medaglia di bronzo al valor militare † S. Lucia di Piave 16 Agosto 1918 Commerciante RICHELMI CAMILLO fu Agostino Caporale 10° Art. Fortezza 193a Batteria † Doberdò 12 Ottobre 1916 Disegnatore TESTA MARIO Tenente Volontario di guerra Comandante di Comp. Mitragliatrici Fiat † Malga Zugna 26 Febbraio 1917 Ingegnere VACCHELLI GIUSEPPE di Pietro Tenente 2° Genio Zappatori † Udine 28 Dicembre 1916 Le rispettive famiglie nel darne l’ annuncio, comunicano che l’ Ufficio funebre verrà celebrato alle ore 9 di domenica 6 corrente nella Chiesa Prepositurale di S. Alessandro in Colonna da dove il Corteo muoverà per il Cimitero Unico. La salma del Tenente Pizzini dal Cimitero Unico verrà poscia trasportata a Brembate Sotto. Bergamo, 3 Novembre 1921 FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] « L’ Eco di Bergamo » di Venerdì 4 Novembre 1921 pubblicava: Salme gloriose che ritornano Solenni onoranze in S. Alessandro L’ Unione Reduci, ha diramato la seguente circolare: Domenica 6 corrente, nella Chiesa Preposituale di S. Alessandro in Colonna si tributeranno solenni onoranze alle salme gloriose di concittadini, che dai cimiteri di guerra ritornano tra noi. Codesta Società è vivamente pregata ad intervenire col vessillo sociale all’ Ufficio Funebre, che sarà celebrato alle ore 9 nella Chiesa Preposituale di S. Alessandro in Colonna, nonché a prendere parte al corteo, che muoverà alle ore 10 dalla Chiesa stessa per il Cimitero Unico. La scrivente non dubita che codesta Società non vorrà mancare dal tributare un doveroso reverente omaggio alla memoria di Coloro, che generosamente hanno fatto sacrificio della propria vita per la salvezza e la gloria d’ Italia. « L’ Eco di Bergamo » sul numero di Sabato 5 Novembre, pubblicava la nota: Le solenni onoranze di domani alle salme dei tredici valorosi e sul numero di Lunedì 7 Novembre pubblicava il resoconto della cerimonia: Preci, fiori e lagrime di popolo alle gloriose salme di tredici valorosi Da queste due note non sono in grado di estrarre dati interessanti da essere riportati, perché la copia microfilmata del giornale da me consultata era pressoché illeggibile. Posso solo riportare che il discorso ufficiale venne tenuto dall’ on. Preda, Presidente dell’ Unione Reduci, e che la banda cittadina suonava la Canzone del Piave. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] « L’ Eco di Bergamo » sempre sul numero di Lunedì 7 Novembre, pubblicava la nota: Le famiglie ARRIGONI, BENTIVOGLIO, CAIRONI, LRGRENZI, MANGILI, PAGANONI, PALVIS, PERSICO, PESENTI, PIZZINI, RICHELMI, TESTA, VACCHELLI, profondamente commosse, ringraziano le Autorità Militari, Civili e Religiose, gli Ufficiali e Soldati, il Comitato per le Onoranze ai Caduti, le Associazioni e Rappresentanze di Città e fuori, le Direzioni delle Scuole, i Parenti ed Amici e la Cittadinanza tutta che, in unione di animi e di affetti, hanno ieri tributato alle Salme ed alla memoria dei loro cari così solenni e commoventi onoranze. Un particolare ringraziamento a tutte le persone buone che in qualsiasi modo hanno contribuito alla manifestazione di pietà e di riconoscenza, nonché agli enti pubblici che gentilmente hanno offerto corone. Bergamo, 7 Novembre 1921 Nei resoconti della cerimonia non si fa cenno al luogo dove le bare dei caduti erano state inizialmente deposte dopo il loro trasferimento a Bergamo. Dai ricordi di Luigi Arrigoni, figlio di Bartolomeo, si ricava la notizia che le bare erano state deposte nella Chiesa della Maddalena in via S. Alessandro, posta in vicinanza della chiesa di S. Alessandro in Colonna. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected]