hacker Sul termine hacker è già stato detto di tutto. Per

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hacker Sul termine hacker è già stato detto di tutto. Per
hacker
Sul termine hacker è già stato detto di tutto. Per la collettività, grazie anche all'uso improprio del termine da
parte dei media, l'hacker è colui che compie reati informatici, come l'intrusione non autorizzata in un
sistema o la creazione di virus. Viene visto cioè come il “pirata informatico” che sfrutta le proprie
conoscenze per arrecare danno a sistemi altrui. Un criminale.
Ma chi è veramente l'hacker?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima chiarire il significato del termine hacker. In inglese “to
hack” significa spaccare/tagliuzzare/fare a pezzi, quindi un hacker sembrerebbe qualcuno che fa a pezzi
qualcosa. Ampliamo però tale significato leggendo quanto è scritto nel famoso “Hacker jargon file” (per
chi fosse interessato alla lettura integrale del documento "http://www.catb.org/~ers/jargon"), un file di testo
di pubblico dominio, consultabile da chiunque e mantenuto aggiornato da volontari sparsi per la rete, dove
troviamo vari significati della parola hacker, tra cui:
- persona che si diletta ad esplorare nel dettaglio i sistemi programmabili e ad estenderne le loro capacità,
l'esatto contrario della maggior parte degli utenti che preferiscono imparare solamente lo stretto
necessario.
- chi programma con entusiasmo (anche ossessivamente) o che si diletta a programmare piuttosto che
semplicemente teorizzare sulla programmazione.
- persona capace di programmare velocemente.
- individuo esperto in una determinata materia (esempio: si può parlare di hacker nel campo
dell’astronomia).
Possiamo quindi notare come il reale significato del termine hacker si discosti notevolmente dall'idea
comunemente diffusa. In ambito informatico l'hacker è una persona esperta appassionata di sistemi
informatici e di reti telematiche che dedica il proprio tempo (in particolar modo le proprie notti) a studiare
le loro caratteristiche e le loro vulnerabilità. Il vero hacker non approfitta delle proprie scoperte per arrecare
danno, rubare dati o informazioni alle strutture e ai sistemi di cui ha scoperto le debolezze, ne tanto meno
tenta di farsi scoprire anzi, consolidata la propria conoscenza, condivide le nuove scoperte con l'intera
comunità. Questa è in breve la vera etica dell'hacker. L' essere hacker infatti è una filosofia, una cultura, un
modo di pensare e di vivere. (Per chi vuole conoscere meglio l'etica hacker, si consiglia la lettura del
documento "http://www.ElfQrin.com/docs/EssereHacker.html"). Un vero hacker non si definisce mai tale,
e' definito così dagli altri.
Tutt'altra figura è invece il cracker che tuttavia viene spesso confuso e assimilato all’hacker. Il cracker,
dall'inglese “to crack”= danneggiare/distruggere, è una persona esperta di informatica che sfrutta le proprie
abilità per cercare di violare i sistemi di sicurezza di una rete con l'obiettivo di sottrarre o danneggiare dati.
Si differenzia dall’hacker proprio per le sue intenzioni illecite.
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I cracker sono dunque individui che si divertono a causare danni. Sono coloro che amano bucare i sistemi,
violare la sicurezza altrui per il solo gusto di esserci riusciti e con il fine ultimo di provocare disagi. I
cracker causano danni intenzionalmente e con piacere. Un cracker non ha valori, vuole solo dimostrare la
propria esistenza tramite il danno altrui.
Inutile dire che tra le due fazioni ci sono poche simpatie: infatti a causa dell'opera dei cracker ed ad un uso
improprio del termine hacker, si è diffusa la convinzione che siano questi ultimi i criminali informatici
della rete...ma non è così.
Gli hacker hanno avuto un ruolo essenziale nella ricerca informatica. E' grazie agli hackers se oggi esiste la
rete mondiale di internet, è grazie a loro se oggi esiste la filosofia del software libero con tutti i vantaggi ad
essa connessi (non solo economici come alcuni possono pensare), ed è sempre grazie agli hackers se oggi
esistono sistemi operativi come Unix e Linux. Questa è solo una piccola parte dell'enorme contributo che la
comunità hacker ha fornito al mondo informatico e non credo sia corretto etichettare queste persone come
delinquenti.
Un'altra figura che scredita il nome hacker è quella del lamer. Il termine "to lame" da cui deriva il nome,
trova la sua traduzione nella parola “zoppo”. Nel linguaggio informatico il lamer è qualcuno che si
considera un bravo hacker, ma che non ha la sua preparazione, competenza, fantasia e capacità. Lamer è
pertanto un termine dispregiativo utilizzato per indicare coloro che sanno poco di programmazione e che si
limitano semplicemente a danneggiare sistemi altrui tramite tecniche e strumenti rimediati sulla rete, ma
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:in gergo significa forzare un sistema per penetrare in esso.
senza conoscerne appieno i meccanismi e i fondamenti. Sono soggetti cioè che utilizzano virus o trojans
creati da altri. Solitamente il lamer è facilmente rintracciabile ed i suoi attacchi sono prevedibili ed, in
genere, innocui. L'hacker sa di non sapere (nonostante sia un esperto), il lamer sa poco, ma per quel che sa,
si sente padrone della materia.
Ora che si conosce il significato di questi termini, teniamo presente questa distinzione, in modo da evitare
l'uso improprio del termine “hacker”.
Christian