ALDO CAMERAN

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ALDO CAMERAN
PAROLA DI MAESTRO
ALDO CAMERAN
Aldo Cameran nasce nel 1957 a Venaria Reale.
Nel ‘77 frequenta la Scuola Nazionale di Golf di
Sutri e diventa maestro di golf professionista.
Comincia insegnando come assistente al Golf Croara,
dopodiché diventa maestro al golf Stupinigi dal 78
all’89, insegnando nel periodo estivo anche al Golf
Club Menaggio e a Courmayeur. Successivamente
insegnerà come titolare al Golf La Margherita dall’89
al 2001, data in cui costruisce un proprio campo
pratica a Castellar . attorno a cui nasce il Castellar
Golf Saluzzo, e dove Cameran insegna tutt’ora.
Come ha iniziato ad avvicinarsi al mondo del golf?
Il mio primo contatto con il mondo del golf è
stato all’età di nove anni, facendo il caddie al
golf Torino. All’epoca abitavo vicino al circolo e
mio fratello maggiore mi portava con sé sul tubo
della bicicletta a lavorare come caddie. Così,
accompagnando i golfisti e vedendoli giocare,
è cominciata la mia passione per questo sport.
Quali eventi l’hanno portata a scegliere il
mestiere di maestro?
Quando da piccolo vidi Romolo Croce insegnare
al Golf Torino capii che avrei voluto fare il
maestro. Le difficoltà erano molte e le disponibilità
poche, ma con passione e determinazione ho
infine raggiunto i miei obbiettivi. All’epoca,
per esempio, i caddie non potevano giocare, e
così lavorando come raccattapalle ai Roveri ho
avuto l’opportunità di finanziarmi e allenarmi.
giovane, o ad una persona atletica, so per certo che
il suo percorso di apprendimento sarà piuttosto
facile, e non saprei dire se il merito sia più mio o
più dell’allievo stesso. Quando invece insegno
a persone poco dotate, diversamente abili o con
difficoltà fisiche, il raggiungimento degli obbiettivi
è sicuramente molto più arduo. Ma questo mi dà
maggiore stimolo come insegnante, e maggiore
soddisfazione nel raggiungere anche i piccoli risultati.
Qual è l’importanza di prendere lezioni nel
Quale atleta dei Major è il suo preferito e perché?
percorso di un golfista?
Prendere le lezioni è funzionale al raggiungimento
dei propri obbiettivi. Inizialmente il primo step è
imparare il gioco, e di conseguenza prendere l’hcp,
e quindi le lezioni sono improntate su quello. Se poi
un giocatore vuole abbassare il proprio hcp, ritorna
dal maestro e si persegue il nuovo obbiettivo. Anche
mantenere il livello di gioco non è così facile, lo
swing è fatto di così tante sfumature che a lungo
andare il rendimento tende a calare, e anche solo
un granello nell’impugnatura, a livello periferico
diventa una montagna. Perciò in realtà non si finisce
mai di prendere lezioni e imparare. Anche i grandi
campioni non smettono mai di prendere lezioni…!
Non c’è un atleta in particolare che mi piaccia
più di un altro, sono tutti talmente talentuosi
che non si può che ammirarli. Dal tee al green
sono tutti eccellenti, la differenza si decide
nei pressi del green. Sicuramente negli ultimi
quindici anni Tiger ha alzato più in alto l’asticella,
ma oggi sono in diversi ad averla raggiunta.
Che cosa consiglia a chi vuole intraprendere la
strada del professionista?
Più che un consiglio, vorrei fare un augurio: che la
famiglia lo sostenga, perché con le sole proprie forze
si rischia di non farcela. Per diventare giocatore
professionista ciò che conta è quanto l’abilità
Che cosa dà più soddisfazione nel suo mestiere?
di gioco sia alta e performante. Per diventare
La soddisfazione maggiore del mio mestiere è maestro bisogna avere un budget a disposizione,
quella di riuscire ad insegnare alle persone che per investire sul proprio futuro mestiere
hanno maggiori difficoltà. Quando insegno ad un
.Simone Di Franco
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ilGolfmagazine dicembre 2012