165 - risoli

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165 - risoli
EUR MED PHYS 2009;45(Suppl. 1 to No. 3)
La valutazione dei disturbi immaginativi visuo-spaziali
finalizzata al trattamento riabilitativo
A. RISOLI1, C. INCORPORA1, M. RAMELLA1, S. OLIVERI2, A. ANTONIETTI2, P. BARTOLOMEO3
Introduzione
La percezione visiva e l’immaginazione mentale visiva (visual
mental imagery) sono state considerate funzioni cognitive veicolate
dagli stessi meccanismi o condividenti un certo numero di operazioni mentali comuni. Per diverso tempo ha infatti prevalso l’idea di
una stretta equivalenza anatomo-funzionale tra funzioni percettive e
immaginative. Secondo il modello teorico di Kosslyn (1994)1, l’immaginazione e la percezione poggiano su strutture neurali comuni,
in particolare la corteccia visiva primaria. Evidenze empiriche a supporto di questo modello teorico provengono da ricerche condotte
da Farah e colleghi (1988, 2000)2 su pazienti con lesioni cerebrali
che mostravano, per lo stesso dominio cognitivo, sia un deficit
immaginativo che un deficit percettivo. In realtà, studi recenti riportano casi di doppia dissociazione, in cui cioè sono preservate le funzioni percettive e danneggiate quelle immaginative o, viceversa, vi
sono funzioni percettive lesionate ma integre capacità immaginative
(Bartolomeo et al., 2002)4. Questi risultati mettono in crisi l’ipotesi
secondo la quale immaginazione mentale e percezione visiva sono
equivalenti.
Si sollevano diverse questioni. (a) Quali sono esattamente i correlati neuronali dell’immaginazione mentale? Gli studi di neuropsicologia suggeriscono un legame tra deficit d’immaginazione e lesioni del
lobo temporale; è necessario tuttavia confermare e precisare tale
legame determinando le regioni cerebrali implicate in queste capacità. (b) Si sa dell’esistenza di un’immaginazione dominio-specifica
per 5 tipi di competenze visive (la forma di entità fisiche, i colori, i
volti umani, i simboli alfanumerici, le relazioni spaziali) e ciascuna
può essere oggetto di deficit selettivi in pazienti diversi. Tuttavia si
conoscono solo in maniera sommaria i profili di co-occorrenza/dissociazione tra questi differenti deficit e i loro correlati lesionali.
Una conoscenza dettagliata di questi pattern di co-occorrenza tra
deficit percettivi e immaginativi in ciascuno di questi domini è quindi fondamentale per comprendere l’architettura neurale e cognitiva
delle abilità immaginative e le loro relazioni con la capacità di percezione visiva. Inoltre, una conoscenza più dettagliata delle strutture
coinvolte in questa facoltà complessa e multidimensionale che è
l’immaginazione mentale, consente lo sviluppo di protocolli più
adatti alla riabilitazione di specifici disturbi legati ai suoi diversi
domini, e più in generale ai disturbi immaginativi.
Ormai noto è il ruolo fondamentale che il dominio spaziale riveste per lo svolgimento delle attività quotidiane; meno conosciuto,
però, è il risvolto pratico che questo dato fornisce a livello riabilitativo.
In uno studio su soggetti sani S. Kosslyn ha ideato un training di
Vol. 45 - Suppl. 1 to No. 3
1Centro IRCCS S. Maria Nascente
Fondazione Don Carlo Gnocchi, Milano
2Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
3Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, INSERM, Parigi
riabilitazione delle abilità spaziali (Kosslyn et al., 2008)5 basato sull’utilizzo di immagini mentali.
Si solleva, però, l’interessante questione relativa a soggetti con
deficit immaginativo spaziale: il training sarebbe efficace anche per
loro? E’ possibile, in pazienti con deficit provenienti da macrolesioni
quali danno diffuso e neglect, riabilitare in maniera mirata le abilità
spaziali di base, attraverso il ricorso alle immagini mentali?
Nel tentativo fare luce sui quesiti appena sintetizzati, si è ideato il
nostro lavoro di ricerca.
Obiettivi
Basandosi sui presupposti sopra riassunti, il presente studio ha
come obiettivi:
– esplorare le abilità d’immaginazione mentale e percezione visiva
in pazienti con lesioni cerebrali focali e diffuse attraverso una
batteria che considera i diversi domini dell’immaginazione e della
percezione;
– osservare se vi è un legame tra le capacità di immaginazione
mentale e gli stili di processamento cognitivo (visivo/verbale)
caratteristici e precedentemente già posseduti dal soggetto con
danno cerebrale acquisito, e verificare se tali stili possano
influenzare le prestazioni ottenute alle prove della batteria;
– localizzare, attraverso le tecniche di neuroimaging (RM 3D e trattografia da tensore di diffusione), la sede precisa della lesione e,
in base alle prestazioni deficitarie ottenute in distinte prove del
test, collegare i diversi domini dell’immaginazione mentale ai
rispettivi correlati neuro anatomici;
– utilizzare i dati ottenuti attraverso le valutazioni e le indagini strumentali per individuare protocolli riabilitativi che prevedano l’utilizzo delle immagini mentali, mirati a favorire il recupero cognitivo di soggetti con danno cerebrale acquisito.
Procedura
Lo studio, di tipo trasversale, non ha previsto l’utilizzo di farmaci
sperimentali, né modifiche della terapia già in atto nei singoli
pazienti, né limitazioni alla prescrizione di terapia da parte dei
curanti.
EUROPA MEDICOPHYSICA
1
RISOLI
LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI IMMAGINATIVI VISUO-SPAZIALI FINALIZZATA AL TRATTAMENTO RIABILITATIVO
I pazienti sono stati dapprima sottoposti a valutazione clinica e
neuropsicologica tramite la somministrazione della batteria di test di
valutazione della capacità di crearsi immagini mentali (“BIP”, Bartolomeo et al., 2008)6, e attraverso eventuali altri test neuropsicologici
di approfondimento. Successivamente sono stati loro somministrati
due questionari (“VVQ”, Richardson A., 19777; “QSVV”, Antonietti A.
e Giorgetti M., 1993)8 per indagare lo stile di processamento caratteristico del soggetto.
Da ultimo, i pazienti sono stati sottoposti ad indagine RM con
studio dell’encefalo tramite sequenze volumetriche ad alta risoluzione e con tensore di diffusione (DT).
L’analisi dei risultati delle valutazioni e delle indagini strumentali
era finalizzata alla realizzazione di protocolli riabilitativi.
Materiali e metodi
Partecipanti
53 soggetti, dopo aver fornito il loro consenso informato, hanno
preso parte allo studio: un primo gruppo era formato da 21 pazienti
con danno diffuso (12 maschi e 9 femmine, età media: 44,47 anni),
un secondo gruppo da 18 pazienti con danno focale destro (8
maschi e 10 femmine, età media: 54,5 anni), un terzo gruppo da 14
pazienti con danno focale sinistro (11 maschi e 3 femmine, età
media: 53,15 anni).
Tutti i soggetti erano in carico presso la Fondazione Don Gnocchi IRCCS Santa Maria Nascente (in regime di ricovero e ambulatoriale).
Criteri di inclusione
– Pazienti con danno focale o esiti di trauma cranico;
– età superiore ai 18 anni;
– assenza di terapie psicotrope (benzodiazepine, antidepressivi,
neurolettici) o steroidee da almeno un mese;
– consenso informato scritto.
Criteri di esclusione
– Presenza di alterazioni della funzione visiva e della manualità tali
da interferire con l’esecuzione dei test neuropsicologici;
– presenza di deterioramento mentale (MMSE);
– donne in gravidanza o allattamento;
– soggetti con controindicazioni all’esame di RM.
I dati sulla localizzazione delle lesioni provenivano dagli esami di
risonanza magnetica portati da ciascun paziente ad inizio studio
(Tab. 1).
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione neuropsicologica volta ad indagare sette funzioni cognitive (attenzione,
memoria, funzioni esecutive, neglect, disturbi visuo-spaziali, disturbi
del linguaggio, aprassia) e, in base allo specifico deficit, sono stati
suddivisi in altrettanti gruppi.
Per la ricerca è stata ottenuta l’approvazione del comitato etico.
Valutazione clinica e neuropsicologica
Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test MMSE (Measso et al.,
1993)9 per escludere l’eventuale presenza di un deterioramento
mentale e al test “Digit Span Forward and Digit Span Backward ” (in
Wechsler, 1987)10 per escludere l’eventuale presenza di un deficit di
memoria di lavoro.
Prima di essere selezionati per far parte della ricerca, tutti i
pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione neuropsicologica di
primo livello, volta ad indagare l’attenzione selettiva e distribuita
(“Visual search”, Splinner e Tognoni,1987)11, “Trial Making Test”
,Reitan, 1958)12, l’orientamento spaziale e temporale (Spinnler e
Tognoni, 1987)11, il ragionamento (“weigl’s test”, Spinnler e Tognoni,
2
Tabella 1.
Soggetti
Sesso
Età
Deficit cognitivo
Sede lesione
Lesione emisfero destro
B.F
m
B.I.
m
C.M.
m
C.E.M.
m
D.M.
m
E.F.
m
G.P.
f
L.G.
m
L.A.
m
M.F.
m
N.S.
m
P.B.
f
R.N.
m
S.P.
f
S.A.
f
74
63
48
54
44
61
31
74
60
34
55
44
45
58
58
A,M
M,N
A,F.E
L
A
M
F.E
F.E,APR
A,L,M
M
M,F.E.
L,F.E.,V.S.
M,F.E.
F.E.,A,M
A
sc
F,T,P,i,
sc
F
sc
sc
FTP
FT
F
FP
FT
F, cr
Lesione emisfero sinistro
A.L.A
m
B.A
f
B.A.
f
B.S
f
C.F
m
C.V
m
D.B.R
f
F.G.
m
F.E.
f
F.N
f
M.A.
m
M.S.
f
M.G.
m
M.M.
f
P.S
f
P.M.A
m
V.V.
f
V.M.
m
38
67
69
31
35
68
69
55
43
69
56
39
74
48
73
37
72
37
A,M
M,N
A,M,F.E.,N
M
N
N,F.E
APR,V.S
V.S
A,N
N,A
N,F.E.
M,V.S.
F.E.
N
L
N
A,N,F.E.
N,F.E.
F
FP,T,i,sc
P,O
P,O
T,i
FTP
TP
sc
T,i,sc
sc
T,P,sc
F
Cr
F
F
F.sc
TP
FTP
Lesione Diffusa
B.A.
B.P.
C.G.
C.R.
D.R.G.
M.A
M.P.
M.A.
P.S
R.G.
S.M
S.V.E.
S.G
S.S.
S.P.
T.A.
T.P.
T.S.
V.G.
V.L.
Z.M.G
38
38
66
60
56
47
40
47
28
46
41
31
32
23
42
24
40
75
38
41
60
M,F.E.
F.E.
M
M,APR
M,F.E.
M,F.E.
M,V.S.
A
–
A,N,F.E.
A
A,F.E.
M,V.S,F.E.
M,V.S.
A,M,F.E.
F.E.
A,N
A,M,F.E.
A,M,F.E.
A,N,F .E.
A,M
–
T, F
F
sc,cr
T,F,sc
–
sc
–
sc
–
–
–
F,FT
F,FT,sc
–
FT
F,sc
F,sc
FP,P,sc
sc
F,sc
m
f
m
m
m
m
f
f
m
f
m
m
m
m
f
f
f
m
f
m
f
Legenda: F = lobo frontale; T = lobo temporale; P = lobo parietale; O = lobo occipitale, sc = sottocorticale; i = insula; cr = cerebellare
A = attenzione; M = memoria; N = neglect, F.E. = funzioni esecutive, V.S. = dist visuo
spaziali
APR = aprassia; L = linguaggio.
EUROPA MEDICOPHYSICA
September 2009
LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI IMMAGINATIVI VISUO-SPAZIALI FINALIZZATA AL TRATTAMENTO RIABILITATIVO
1987)11, la memoria spaziale (“Test di Corsi”, Spinnler e Tognoni,
1987)11, la memoria di prosa (“Test di memoria di Prosa”, Spinnler
Tognoni,1987)11, la memoria a breve e a lungo termine (Osterrieth,
1944)14, la comprensione linguistica (“Token Test”, De Renzi, Vignolo, 1962)15, l’aprassia costruttiva e ideomotoria (De Renzi, E., Motti F.
& Nichelli P., 1980)16.
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Strumenti
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Verbalizer-Visualizer Questionnaire (VVQ, A. Richardson,1977)7
Lo scopo del questionario è quello di misurare la preferenza dei
soggetti per l’utilizzo di strategie immaginative o logico-verbali,
durante la risoluzione di problemi.
È lo strumento maggiormente utilizzato per determinare se una
persona è un “verbalizzatore”- ossia un individuo che si avvale prevalentemente, nelle attività di pensiero, di rappresentazioni mentali
di tipo linguistico – o se è un “visualizzatore” – cioè un individuo
che fa uso prevalente di processi cognitivi di tipo immaginativo-spaziale.
È composto da 15 item che si riferiscono a processi verbali o visivi a riguardo dei quali il soggetto è invitato ad esprimersi attraverso
risposte vero/falso, a seconda se quanto descritto nell’item corrisponde alle proprie abitudini, preferenze o capacità. Il punteggio
ricavato dal questionario è un punteggio di tendenza verso lo stile
cognitivo visualizzatore, in quanto si attribuisce al soggetto punteggio 1 per ogni risposta “vero” ad un item relativo ad un’attività visivo-immaginativa o “falso” a un item relativo ad un’attività verbale, e
punteggio 0 per ciascuna risposta “falso” ad un item visivo o “vero”
a un item verbale.
Questionario sulle strategie visive e verbali (QSVV, Antonietti e Giorgetti, 1993)8
Il seguente questionario è una revisione di quello di Richardson.
Si compone di 18 affermazioni che descrivono l’utilizzo di strategie
verbali o visive, disposte in ordine sparso. Il soggetto deve assegnare un punteggio da 1 a 5, nella scala posta sotto ciascuna affermazione, sulla base di quanto è d’accordo con la stessa.
Batteria immaginazione e percezione per la valutazione della cognizione visuo-spaziale (BIP, P.Bartolomeo, A.C.Bachoud-Lévi, S.Chokron. Traduzione e adattamento italiano a cura di: A.Antonietti,
P.Bartolomeo, A.Colombi, C.Incorpora, S.Oliveri, 2007)6
È costituita da ventidue prove, di cui otto percettive e quattordici
immaginative. Le prove sono costruite in modo che in ognuno dei
cinque domini vengano valutati sia l’ambito percettivo che quello
immaginativo, anche se ad alcune prove percettive corrisponde più
di una prova immaginativa.
Le prove percettive sono le seguenti.
– P1. Valutazione di dettagli fisici: vengono mostrate in successione
delle fotografie di animali e si chiede di stabilire se la forma delle
orecchie di ciascuno di essi è arrotondata o appuntita.
– P2. Denominazione dei colori: vengono mostrate in successione
delle tavole, ciascuna di un dato colore. Il compito del soggetto è
di denominare il colore.
– P3. Lettura di cifre e numeri: la prova è costituita da due parti.
Nella prima vengono mostrate due tavole riportanti delle cifre;
nella seconda vengono presentate due tavole riportanti numeri di
quattro cifre. In entrambi i casi il compito del soggetto è di leggere quanto riportato sulla tavola (procedendo dall’alto verso il basso a partire dalla prima cifra o numero in alto a sinistra).
– P4. Lettura di lettere: al soggetto vengono presentate in successione delle tavole, ciascuna riportante delle lettere in ordine alfaVol. 45 - Suppl. 1 to No. 3
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RISOLI
betico (le lettere sono dapprima in maiuscolo e successivamente
in minuscolo). Il soggetto deve leggere le lettere di ogni tavola.
P5. Lettura di parole: vengono presentate in successione delle
tavole ciascuna riportante delle stringhe di lettere: metà corrispondono a parole esistenti e metà a non-parole. Il soggetto deve
considerare gli stimoli procedendo dall’alto verso il basso, a partire da quelli nella colonna di sinistra, individuare le non parole e
leggerle subito dopo averle segnalate.
P6. Riconoscimento di volti celebri: vengono mostrate le fotografie del volto di personaggi famosi (uomini e donne del mondo
dello spettacolo, della politica e dello sport): il soggetto deve dire
il nome del personaggio.
P7. Punti e frecce: il somministratore mostra in successione delle
tavole. Su ogni tavola sono riportati dei punti e una freccia. Il
compito del soggetto è di stabilire se la freccia indica uno dei
punti e, in caso affermativo, di additarlo.
P8. Orologio: il somministratore presenta la riproduzione del
quadrante di un orologio con le lancette che indicano una data
ora. Il soggetto deve stabilire se entrambe le lancette (quella delle ore e quella dei minuti) si trovano nella metà destra del quadrante, entrambe nella metà sinistra o una nella metà destra e
l’altra nella metà sinistra.
Le prove immaginative sono le seguenti.
IM1. Confronto di animali: il soggetto deve stabilire se ciascuno
degli animali nominati dall’ esaminatore è più grande o più piccolo di una capra.
IM2. Rappresentazione mentale di dettagli fisici: il soggetto deve
dire se ciascuno degli animali nominati dal somministratore ha le
orecchie tonde o appuntite.
IM3. Confronto di oggetti: la richiede di comparare la grandezza
di due oggetti o animali citati dall’esaminatore e individuare il più
piccolo
IM4. Discriminazione morfologica: vengono menzionate delle
coppie di parole. Il soggetto deve dire in cosa i due oggetti che
compaiono nella coppia differiscono da un punto di vista fisico.
IM5. Rappresentazione mentale di oggetti: il soggetto deve stabilire, per ciascun oggetto citato dall’esaminatore, se è più alto che
largo o viceversa.
IM6. Ricordo del colore tipico di oggetti: il soggetto deve nominare il colore degli oggetti citati dal somministratore.
IM7. Confronto di colori: in ciascun item vengono menzionati
due oggetti, parti di oggetti o materiali; il soggetto ha il compito
di confrontare il loro colore ed indicare quello più chiaro (i primi
20 item riguardano vari colori, gli altri 10 sfumature di bianco/
nero).
IM8. Rappresentazione mentale di cifre e di numeri: nella prima
parte della prova l’esaminatore nomina 20 cifre ed il soggetto
deve stabilire se le cifre hanno una parte curva (per le prime 10
cifre) e se includono un cerchio chiuso (per le altre 10 cifre). La
richiesta di individuare possibili cifre che includono un cerchio
chiuso è ripetuta per i 18 item della seconda parte in cui gli stimoli sono numeri di quattro cifre.
IM9. Costruzione mentale di lettere: in ciascun item l’esaminatore
menziona una lettera maiuscola che il soggetto deve rappresentarsi mentalmente. Seguendo le istruzioni dell’esaminatore
(aggiungere, sopprimere, ruotare elementi) deve indicare la lettera risultante.
IM10. Rappresentazione mentale di lettere: il soggetto deve dire
se ciascuna delle 26 lettere minuscole menzionate è contenuta in
una interlinea o la oltrepassa in alto o in basso (prima parte). In
seguito il soggetto deve dire se ciascuna delle 26 lettere maiuscole citate ha una parte curva o no (seconda parte).
IM11. Rappresentazione mentale di parole: il soggetto deve dire
se ciascuna parola pronunciata dall’esaminatore, immaginata
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3
RISOLI
LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI IMMAGINATIVI VISUO-SPAZIALI FINALIZZATA AL TRATTAMENTO RIABILITATIVO
scritte in minuscolo, è contenuta nell’interlinea o la oltrepassa.
– IM12. Rappresentazione mentale di volti celebri: il soggetto deve
dire se i personaggi nominati dall’esaminatore hanno il viso
allungato o tondo (primi 10 volti), la bocca carnosa o sottile (successivi 4 volti), il naso fine o allungato (ultimi 6 volti).
– IM13. Punti e frecce: il somministratore mostra una tavola con dei
punti di cui il soggetto deve memorizzare la posizione. In seguito
viene mostrata una tavola bianca ed infine una tavola con una
freccia. Il soggetto deve dire se la freccia indica o meno un punto
che era presente nella prima tavola.
– IM14. Orologio: si nominano 30 orari (per esempio, “otto e quarantacinque”). Il soggetto, immaginandosi il quadrante dell’orologio che segna l’orario menzionato, dovrà dire se le lancette si trovano a destra, a sinistra o in entrambi i lati del quadrante.
Tensore di diffusione17-20
Le immagini di RM sono state acquisite utilizzando uno scanner a
1.5 T (Siemens Magnetom Avanto, Erlangen, Germania), in dotazione alla U.O. di Radiologia dell’IRCCS Santa Maria Nascente. I software Diffusion Toolkit e TrackVis, i software Jim xinapse, SPM (tool di
Matlab) sono di proprietà dell’IRCCS Santa Maria Nascente per attività di ricerca di radiologia.
Risultati
Definizione delle variabili:
La raccolta dei dati anamnestici comprende: (i) variabili sociodemografiche, (ii) livello di autonomia,(iii) sede lesione e data evento
indice, (iiii)deficit cognitivo.
Sono state considerate ed analizzate: (i) variabili cliniche quali la
performance ai test neuropsicologici (ii) i risultati ottenuti alla batteria BIP (iii) i punteggi ottenuti ai questionari QSVV e VVQ (iiii)
variabili morfostrutturali cerebrali quali volumi di sostanza grigia
regionali e media dei parametri di diffusione (diffusività ed anisotropia frazionaria) all’interno dei fasci di connessione studiati.
Strumenti
Sono in atto le analisi statistiche con il Software per l’elaborazione statistica dei dati (SPSS, 15.0).
Prima analisi dei dati
A) I punteggi ottenuti dai pazienti alla Batteria di test, confrontati
con i dati relativi alla lesione, hanno fornito i seguenti risultati:
– i soggetti con lesione insulare hanno avuto prestazioni significativamente deficitarie alle prove IM3,5 (forme),6,7 (colore),
P3,4 (linguaggio), 7,8 (spazio);
– soggetti con lesioni temporali hanno avuto prestazioni significativamente deficitarie alle prove IM10, P4 (linguaggio);
– soggetti con lesioni parietali hanno avuto prestazioni significativamente deficitarie alle prove IM5 (forma), 6,7 (colore), 8b
(numeri), 14 (spaziale), P4 (linguaggio), 8 (spaziale);
– soggetti con lesioni sottocorticali hanno avuto prestazioni
significativamente deficitarie alla prova IM7 (colore).
Tali dati suggeriscono che la BIP è uno strumento clinico di facile
utilizzo, in grado di evidenziare specifici deficit immaginativo/
percettivi correlabili a lesioni cerebrali.
B) I dati relativi ai questionari “QSVV” e “VVQ” hanno mostrato una
maggiore tendenza al ricorso a strategie di verbalizzazione in
pazienti con deficit di attenzione e di memoria; al contrario, in
pazienti affetti da NSU (Neglect),, si è rilevata una più alta tendenza all’utilizzo di strategie di visualizzazione.
Nello specifico, i dati hanno mostrato che nessun soggetto etichettato come “visualizzatore” era affetto da deficit di memoria,
4
mentre ben il 65% dei soggetti etichettati come “verbalizza tori”
presentavano deficit di memoria.
Un andamento simile è stato riscontrato per i pazienti affetti da
deficit attentivi: nessun soggetto etichettato come “visualizzatore”
risultava affetto da deficit di attenzione, mentre il 52% dei soggetti etichettati come “verbalizzatori” mostravano problemi attentivi.
Tali dati hanno suggerito che pazienti con disturbi di memoria e
di attenzione fanno ricorso a strategie verbali più frequentemente
rispetto a quelle visive.
Relativamente a pazienti con NSU i dati hanno mostrato per questi pazienti una maggiore tendenza ad utilizzare strategie di visualizzazione rispetto a chi non presenta il disturbo (il 5% di soggetti
senza NSU è risultato “visualizzatore”, il 14.3% di soggetti con
NSU è risultato “visuliazzatore”). Chi non era affetto da Neglect è
risultato tendenzialmente più “verbalizzatore” (50%).
Più nello specifico, i soggetti eminegligenti, oltre non mostrare
una compromissione nell’uso della strategia di visualizzazione,
hanno rivelato una maggiore tendenza all’utilizzo di uno stile
cognitivo misto (64%).
C) Sottoponendo cinque pazienti che avevano ottenuto prestazioni
deficitarie in distinte prove del test a tecniche di neuroimaging
(RM 3D e trattografia da tensore di diffusione), si è individuata la
sede precisa della lesione si sono connessi i diversi domini dell’immaginazione mentale ai rispettivi correlati neuro anatomici;
nello specifico, sono le indagini si rivolgono ai fasci IFOF (Fascicolo Fronto Occipitale Inferiore) e ILF (Fascicolo Longitudinale
Inferiore) , SLF (Fascicolo Longitudinale Superiore), UF (Fascicolo
Uncinato), già ritenuti in letteratura coinvolti nelle immagini mentali.
D) Le valutazioni con la Batteria BIP, il VVQ e il QSVV sono state
analizzate sia quantitativamente che qualitativamente, e sono state correlate con la valutazione neuropsicologica a fini riabilitativi
e con le indagini RM effettuate. Attraverso questi approfondimenti si è contribuito alla predisposizione di protocolli riabilitativi
specifici, utilizzando immagini mentali visuo-spaziali in soggetti
adulti con danno cerebrale acquisito, sia focale che diffuso. In
particolare sono state ipotizzate procedure più adatte alla riabilitazione di specifici disturbi legati ai diversi domini dell’immaginazione, agli esiti di trauma cranico, ai casi di neglect e ai disturbi
visuo-spaziali più in generale. Obiettivo futuro è quello di giungere alla messa a punto di un protocollo riabilitativo specifico per
pazienti con esito da macrolesioni; tale protocollo, consentendo il
recupero dell’abilità di immaginazione spaziale di base necessaria
allo svolgimento delle attività quotidiane, contribuirà anche ad
innalzare il livello di autonomia dei pazienti garantendo un netto
miglioramento della qualità di vita.
Conclusioni
Proseguono le valutazioni con la Batteria BIP, il VVQ e il QSVV,
che vengono analizzate sia quantitativamente che qualitativamente,
e correlate con la valutazione neuropsicologica a fini riabilitativi e
con le indagini RM effettuate. L’indagine in atto sta confermando
come l’immaginazione mentale visiva costituisca una facoltà cognitiva multicomponenziale legata alla percezione visiva ma allo stesso
tempo autonoma da essa. La visual mental imagery è infatti una
competenza di base fondamentale per lo svolgimento di attività quotidiane; da qui l’importanza di strutturare un training specifico che,
partendo da una riabilitazione mirata di tale abilità, favorisca l’intero
processo di potenziamento di competenze più generali. Attraverso
gli approfondimenti descritti, si procederà quindi alla predisposizione di protocolli riabilitativi specifici, utilizzando immagini mentali
visuo-spaziali in soggetti adulti con danno cerebrale acquisito, sia
focale che diffuso. In particolare si intende tracciare le linee guida
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September 2009
LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI IMMAGINATIVI VISUO-SPAZIALI FINALIZZATA AL TRATTAMENTO RIABILITATIVO
per la costruzione di procedure più adatte alla riabilitazione di
disturbi legati ai diversi domini dell’immaginazione, agli esiti di trauma cranico, ai casi di neglect e ai disturbi visuo-spaziali più in generale. Obiettivo futuro è inoltre quello di giungere alla messa a punto
di un protocollo riabilitativo specifico per pazienti con esito da
macrolesioni; tale protocollo, consentendo il recupero delle abilità
spaziali di base necessarie allo svolgimento delle attività quotidiane,
contribuirà anche ad innalzare il livello di autonomia dei pazienti
garantendo un netto miglioramento della qualità di vita.
Bibliografia
1. Kosslyn SM. Image and brain: The resolution of the imagery debate.
Cambridge, MA: MIT Press, 1994.
2. Farah, MJ. Is visual imagery really visual? Overlooked evidence from
neuropsychology. Psychological Review, 1988;95:307-17.
3. Farah, MJ. The neural bases of mental imagery. In M. S. Gazzaniga (Ed.),
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