L`oggetto diventa intelligente: l`ABC dell`IoT

Transcript

L`oggetto diventa intelligente: l`ABC dell`IoT
a p r ile | 2 0 1 6
E Guide
Dai frigoriferi agli impianti
d’irrigazione, dai meccanismi di
sorveglianza a quelli biomedicali,
dal monitoraggio industriale a
quello energetico, non c’è campo
che sia escludibile a priori dalla
rivoluzione del web degli oggetti.
Una rivoluzione che nei prossimi
anni investirà interi settori, con
impatti evidenti sull’economia
globale. Cloud, connettività diffusa
e miniaturizzazione dei componenti
informatici permettono di
sperimentare i benefici del web
degli oggetti in modo economico.
Il risultato? Una miriade di dati che
alimentano, con continuità, i sistemi
analitici aziendali. garantendo
all’organizzazione una miniera di
informazioni preziose.
L’oggetto
diventa
intelligente:
l’ABC dell’IoT
• Le origini della Internet of Things
• Cos’è un oggetto intelligente
• I numeri del fenomeno
• La diffusione del web degli oggetti in Italia
l’o ggett o di v e n ta i n tellige n te : l’abc dell’ io t
.1.
Internet of Things:
le origini
U
n sistema di dispositivi intelligenti interconnessi, ciascuno identificabile in maniera univoca e in grado di inviare e ricevere
informazioni sfruttando le connessioni, cablate o senza fili, senza che sia necessario l’intervento dell’uomo. Questo, per sommi capi, può
dare l’idea di quello che è l’Internet of Things.
Spesso indicato come Internet delle cose, Internet o web degli oggetti, l’IoT è un concetto
non del tutto nuovo. La definizione stessa risale al 1999 e l’idea è stata sviluppata decenni fa.
La prima appliance intelligente, per esempio,
è stato un distributore di bevande gassate installato presso la Carnegie Mellon University
Cos’è un oggetto intelligente?
Sensori, videocamere, microcontrollori, attuatori
(che convertono l’energia da una forma a un’altra), transponder (trasmettitori di segnali), biochip (laboratori micronizzati che in pochissimo
spazio possono svolgere una pluralità di analisi
dati complesse)… tutti questi sono “oggetti IoT”.
Tutti, infatti, possono essere collegati in rete (wireless o cablata), a ciascuno può essere attribuita
un’identità - tramite l’assegnazione di un proprio,
univoco, indirizzo Internet (IP address) - ed è
possibile integrare al loro interno la capacità
di acquisire, generare, trasferire e ricevere dati
attraverso un network.
| 2 |
DIGITAL4E.Guide
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Internet of Things
della School of Management Politecnico di Milano, le
applicazioni IoT più diffuse sono quelle per smart car (55%),
seguite da smart metering e smart asset management
di Pittsburgh (USA) nei primi anni Ottanta.
I programmatori che studiavano lì potevano
collegarsi via web alla macchina, controllarne
lo stato e sapere in anticipo se la bevanda che
volevano apprestarsi a bere sarebbe stata sufficientemente fresca.
L’IoT è possibile, oggi, grazie alla convergenza delle tecnologie di comunicazione wireless,
alla miniaturizzazione dei dispositivi elettronici, all’incremento esponenziale della capacità
computazionale - con terabyte di dati immagazzinabili e processabili all’interno di chip
piccolissimi e dai costi estremamente contenuti - e all’evoluzione di Internet, in particolare
all’avvento del protocollo IPv6, che ha aumentato di parecchie grandezze rispetto al passato
il numero di indirizzi IP potenzialmente assegnabili ai miliardi di oggetti intelligenti.
www.digital4.biz
l’o ggett o di v e n ta i n tellige n te : l’abc dell’ io t
TECNOLOGIE ABILITANTI E MODELLI
DEFINIZIONE DI IOT
Il termine Internet of Things, spesso citato anche come
Internet delle cose, Internet degli oggetti o web degli
oggetti fa riferimento a uno scenario in cui, estendendo le
connessioni in rete e la capacità computazionale a oggetti,
sensori e altri elementi normalmente non considerati dei
computer, questi risultano in grado di produrre, scambiare e consumare dati senza (o con un minimo) intervento
umano.
TECNOLOGIE ABILITANTI
L’idea di combinare insieme computer, sensori e network
per monitorare e controllare i dispositivi non è una cosa
del tutto nuova.
Oggi, però, le tecnologie come la connettività diffusa, il
networking basato su protocollo Internet, la miniaturizzazione dei componenti informatici e il cloud permettono, finalmente, di farlo in modo economico.
MODELLI DI CONNETTIVITÀ
I
NT
A
| 3 |
E R N ET
Le varie implementazioni dell’IoT utilizzano diverse tecniche di connessione come M2M (Machine to Machine),
M2P (Machine to People), P2M (People to Machine) e
necessitano di infrastrutture abilitanti come Wi-Fi e connessioni in banda larga, sistemi di gestione dello storage e
dei Big Data e cloud.
P P
DIGITAL4E.Guide
www.digital4.biz
l’o ggett o di v e n ta i n tellige n te : l’abc dell’ io t
un fenomeno globale
G
ià oggi gli oggetti comunicanti, secondo Gartner, sono oltre 7 miliardi, ma le stime
dell’analista parlano di 21 miliardi di dispositivi connessi nel 2020, con una media
superiore ai 6 oggetti intelligenti per ciascun abitante del pianeta. Le connessioni M2M
(machine-to-machine), secondo lo stesso
analista, cresceranno dai 5 miliardi attuali
TRILIONI
a circa 27 miliardi nel 2024. Dai frigoriferi
agli impianti d’irrigazione, dai meccanismi
McKinsey stima che per il 2022 l’impatto econodi sorveglianza a quelli biomedicali, dal momico globale dell’IoT - dispositivi, software, servizi
nitoraggio industriale a quello energetico,
ma anche risparmi a livello dei diversi settori - sarà
non c’è campo che sia escludibile a priori
di 14.400 miliardi di dollari
dalla rivoluzione del web degli oggetti.
$14,4
Uno studio di Business Insider stima che entro
il 2019 le vendite di dispositivi IoT raggiungeranno i 6,7 miliardi di dollari e il valore aggiunto assicurato all’economia globale dall’IoT
Secondo una ricerca di Business Insider,
ammonterà a 1,7 trilioni (1.700 miliardi) di
entro il 2019 le vendite di dispositivi IoT
dollari. Un plusvalore ottenuto principalmente
sfioreranno i 6,7 miliardi di dollari e il valoattraverso la riduzione dei costi (di produzione,
re aggiunto dell’IoT per l’’economia globale
distribuzione…) e le economie legate alla magammonterà a 1.700 miliardi di dollari
gior efficienza complessiva del sistema economico. Un altro report, realizzato dal McKinsey
Global Institute, stima che il potenziale impatto economico dell’IoT nel 2025 sarà compreso fra i 4mila e gli 11mila miliardi di dollari mentre Accenture sostiene che da qui
al 2030 l’Internet delle cose alimenterà
un nuovo mercato da 14 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari, con 50 miliardi di oggetti connessi e incrementi
Secondo Gartner, nel 2020 ci saranno 50
del PIL (Prodotto Interno Lordo) nei
miliardi di dispositivi connessi in ottica IoT,
diversi Stati stimabili nell’ordine di uno
$1,7 trilioni
6x
ovvero 6 per ciascun abitante della Terra
| 4 |
DIGITAL4E.Guide
www.digital4.biz
l’o ggett o di v e n ta i n tellige n te : l’abc dell’ io t
.2.
IoT nel Belpaese:
i dati degli analisti
S
econdo gli ultimi dati raccolti dalla Ricerca
dell’Osservatorio Internet of Things della
School of Management del Politecnico di Milano, il giro d’affari legato all’IoT in Italia ha raggiunto nel 2014 il valore di 1,55 miliardi di euro.
Nel nostro Paese si contano circa 8 milioni di
oggetti interconnessi tramite SIM cellulare, per
un valore di mercato di 1,15 miliardi di euro. A
questo si somma il mercato delle applicazioni
che poggiano su tecnologie di comunicazione diverse, come Wireless M-Bus, Wi-Fi, Reti
Mesh Low Power, Bluetooth Low Energy, che
cuba circa 400 milioni di euro. Per quanto riguarda le connessioni, in Italia la maggior parte
delle applicazioni sfrutta la connettività cellulare, eccezion fatta per i 36 milioni di contatori
elettrici connessi che sono basati su tecnologia
Power Line Communication.
Le applicazioni più diffuse sono quelle per le
smart car - il 55% del totale degli oggetti connessi tramite SIM e il 38% del mercato -, in crescita di oltre il 50% sia in termini di diffusione
che in valore. Seguono smart metering e smart
asset management nelle utility, con circa 1,7 milioni di oggetti connessi tramite SIM (21% degli oggetti, 16% del mercato). A ruota, lo smart
home & building, con applicazioni di videosorveglianza, sistemi antintrusione e telecontrollo
degli impianti di climatizzazione e riscaldamento, che rappresenta l’8% degli oggetti e il 23% del
mercato. La smart logistics, con applicazioni
di gestione delle flotte
aziendali e antifurti
satellitari, pesa per
il 5% degli oggetti e
il 14% del mercato
in valore. Infine, gli
utilizzi della tecnologia
IoT in ambito smart city
nel Bel Paese pesano al momento solo per il 2% degli oggetti connessi e per
il 4% del mercato.
| 5 |
www.digital4.biz
DIGITAL4E.Guide
CONCLUSIONI
Il “fiume in piena” di record prodotti dagli oggetti intelligenti richiede infrastrutture adeguate
per essere supportato. Le connessioni machineto-machine saranno sempre più diffuse in futuro e sarà davvero difficile adeguare internamente i datacenter per governare la miniera di dati
che si generano istantaneamente.
Dati utili a migliorare la qualità dei servizi offerti, dati che orientano lo sviluppo prodotti nella
direzione preferita dal consumatore, dati che
permettono di ottimizzare i flussi di approvvigionamento e consegna…
Le aziende dovranno adottare approcci agili e
multidimensionali a supporto delle strategie infrastrutturali. Approcci che includono svariate
l’o ggett o di v e n ta i n tellige n te : l’abc dell’ io t
opportunità, che vanno ben oltre il datacenter
tradizionale (on premise): dalla co-location
all’outsourcing, dal virtual private datacenter a
un mix di varie opzioni.
Tutto questo anche - e soprattutto - grazie al
modello abilitante del cloud. Assistiamo quotidianamente alla nascita di CED “satellite”, che
si affiancano al datacenter primario spesso per
governare meglio funzionalità specifiche: la
gestione delle macro-analitiche di business (i
cosiddetti Big Data) oppure il supporto dell’operatività ininterrotta (Business Continuity) o,
ancora, la creazione di micro datacenter in sedi
remote e uffici sussidiari.
Molte di queste opportunità sfruttano i servizi
offerti da provider esterni. Si tratta di soluzioni
altamente performanti e in linea con i più elevati standard di sicurezza, che permettono di
equiparare il virtual private datacenter ospitato
presso il carrier al CED fisico - decisamente più
costoso da attrezzare, manutenere e far gestire al
proprio interno. Hosting, servizi d’interconnessione tra sistemi eterogenei, managed services,
co-location, cloud... il ricorso ai provider esterni, secondo analisti come Gartner e IDC, subirà
un’impennata nei prossimi mesi e si rivelerà in
molti casi la soluzione più efficace ed economica
per assicurare alle aziende la flessibilità di risorse necessaria per supportare i carichi di lavoro
“estremi” che l’IoT impone.
| 6 |
www.digital4.biz
DIGITAL4E.Guide
E Guide
©ICT & Strategy
www.DIGITAL4.BIZ