relazione - Comune di Sesto San Giovanni
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relazione - Comune di Sesto San Giovanni
PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI AVANZI DI VERDE CHE AVANZA progettisti Daniele Zuffa –agronomoElisa Baruzzi –architettoDiego Villa –designer- L’IDEA DI PROGETTO L’area scelta per il progetto del microgiardino è quella sita in Via Salvemini. Il luogo ci è sembrato da subito molto interessante, in quanto si tratta di una piccola area di congiunzione tra largo Lamarmora, la galleria Dante e via Fante d’Italia, che presenta secondo noi grandi potenzialità di progetto. Analizzando la zona e il materiale fornitoci, ci siamo resi conto che attualmente il sito è poco utilizzato, sporco e male illuminato e i cittadini non sono invogliati a passare da Via Salvemini. I ragionamenti di base da cui siamo partiti sono legati al sito stesso, che, proprio per la sua posizione e conformazione, rappresenta un luogo di passaggio che da una strada trafficata, fiancheggiando il parco, porta ad una piazzetta. L’idea di utilizzare quest’area come luogo di sosta ci sembra poco attuabile, e anche leggendo le interviste dei cittadini, questo sito è sempre pensato e immaginato nella sua funzione di collegamento. Da subito ci è sembrato molto interessante sviluppare il tema del passaggio, inteso non solo come attraversamento fine a se stesso, ma come esperienza di percorso da scoprire. Ci siamo chiesti perché i cittadini dovrebbero essere invogliati a passare da Via Salvemini e con il nostro progetto abbiamo cercato di dare una risposta a questa domanda fondamentale. Perché camminando si sceglie una strada piuttosto che un’altra? Perché si decide di passare proprio da quel luogo? Tutti abbiamo i nostri percorsi preferenziali, che spesso facciamo anche allungando il tragitto, semplicemente perché “ci piacciono di più”. Il nostro progetto vuole fare di Via Salvemini un percorso preferenziale, che i cittadini scelgano di “vivere” e non di evitare come accade attualmente. Partendo da questi presupposti, ci è sembrato logico, anche nell’ottica dell’intero concorso, partire da un principio di interazione tra uomo e natura: il verde della PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI vegetazione cerca di espandersi e farsi spazio nella città, mentre l’uomo entra fisicamente nella natura e diventa parte del micro giardino. Il progetto, oltre ad avere un impianto architettonico ben preciso, è soprattutto basato su una poetica concettuale e visuale che mira a trasportare il cittadino, anche se per un breve percorso, in una dimensione quasi onirica, che stimola e nutre la fantasia. Infatti, non avendo a disposizione grandi superfici, abbiamo cercato di attuare poche e semplici operazioni che trasformino il sito senza però snaturare la sua essenza. In primo luogo, l’idea suggerita sia dal bando di concorso che dagli abitanti del quartiere di utilizzare il muro di confine come quinta teatrale, scenografia fissa, ci è sembrata molto interessante. Il muro di confine è molto alto, e rappresenta comunque un punto di “costruito” molto forte, che in qualche modo bisogna ricondurre al giardino. Proprio da qui è scaturita l’idea di non avere soltanto un verde orizzontale, ma anche un verde verticale, che si arrampica sul muro di fondo e lo riqualifica, quasi il muro diventasse una continuazione naturale del micro giardino. Grazie a questo verde che funge da quinta, si possono pensare forme e oggetti da posizionare sulla scena, come una vera e propria scenografia. In secondo luogo, l’attuale conformazione dell’area ci è sembrata alquanto angusta. Il percorso pedonale è piuttosto stretto e il muro di contenimento del verde presenta numerose riseghe che ostacolano la continuità del luogo. L’idea di progetto è quella di rimodellare la forma della zona verde per dare un maggiore senso di accoglienza ai cittadini e di abbassare l’altezza del muro di contenimento per evitare l’effetto di eccessiva distanza dal verde. Il ridisegno del perimetro del muretto di contenimento si basa sull’esigenza di una maggiore apertura verso la strada per attirare e invogliare le persone ad entrare e sulla creazione di un’ampia zona di sosta non lungo il percorso, ma verso lo slargo porticato esistente. Come già sottolineato, non ci sembra infatti abbia senso progettare delle sedute lungo il percorso, che è essenzialmente una zona di passaggio, ma ci sembra al contrario molto interessante pensare ad uno spazio aperto rivolto verso lo slargo adiacente. Attualmente infatti l’area porticata e il percorso pedonale sono completamente autonomi: ognuno si rapporta solo con se stesso e non c’è dialogo fra gli spazi. L’idea di progetto è quindi quella di utilizzare l’area di sedute come cerniera per collegare lo slargo al percorso e al verde, uno spazio che può essere sfruttato sia dai cittadini che si vogliono semplicemente riposare, che dai clienti del bar vicino o dai fruitori del parco di fronte che possono attendere di entrare. PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI Le nuove linee di progetto sono delle spezzate, volutamente molto dure, che delineano fortemente lo spazio. Ai due estremi le linee si aprono maggiormente per accogliere i cittadini, mentre al centro lasciano meno spazio al percorso pedonale per offrire maggiore spazio agli alberi, che sembrano quasi voler andare incontro al passante. L’idea della natura che cerca di ri-impossessarsi della città è poi maggiormente sviluppata nei 3 punti in cui il verde sembra straripare dal muro di contenimento e uscire dal proprio confine per invadere lo spazio e abbracciare il passante. Allo stesso modo, il cittadino deve poter entrare nella natura e nel verde, quasi potesse toccarla e ascoltarla. Proprio per questo il progetto prevede due rampe che spezzano la rigidità delle linee rette ed entrano nel verde, andando verso il muro di confine. Il progetto vuole trasmettere il concetto di convivenza fra uomo e natura, che ci può essere solo ascoltando le esigenze di entrambi. Abbiamo perciò pensato di installare alla fine delle rampe dei “tubi sonori” attraverso i quali ogni passante può dialogare con gli alberi, con le foglie, con la natura stessa. In un’epoca in cui l’uomo pensa solamente al proprio interesse e al profitto, ci è sembrato interessante pensare a delle installazioni concettuali, che possano provocare emozioni e dare spunti poetici ai cittadini. La dimensione volutamente onirica del luogo è accentuata dalle installazioni sul muro verde, che richiamano immagini presenti nella memoria ma in un contesto “verde” e quasi fiabesco. Il progetto vuole essere un’azione di riqualificazione del verde, che però si spinge anche ad indagare una dimensione più intima dell’uomo. Il percorso andrà vissuto da ognugno in modo diverso: può’ infatti essere la spinta a un’azione giocosa, lo spunto per una riflessione personale o semplicemente un momento poetico in una giornata stressante. In ogni caso, con questo progetto, via Salvemini diventerà il “percorso preferenziale”! I MATERIALI Il progetto, come illustrato in seguito, è basato principalmente sullo studio del verde, articolato in diverse configurazioni. Per quanto riguarda gli altri elementi, l’idea di base è stata quella di utilizzare il minor numero di materiali possibili, per dare unità compositiva e visuale all’area. La scelta progettuale ha tenuto conto di diversi fattori, tra i quali la sostenibilità in termini economici, ambientali e sociali, la valorizzazione dello spazio e il contesto ambientale in cui ci inseriamo. PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI Il progetto architettonico prevede la demolizione del muretto esistente e la costruzione di un nuovo muretto, interrotto in alcuni punti, con un’altezza intorno agli 80 centimetri. La necessità di costruire una struttura di contenimento per il terreno ci ha fatto pensare al cemento. La possibilità di rivestire poi il cemento con un altro materiale “posticcio” ci è sembrata inadeguata al contesto. La nostra idea è infatti quella di palesare i materiali utilizzati e non camuffarli o nasconderli. L’idea di utilizzare un elemento più naturale solo come rivestimento per imbellettare una parete in cemento ci sembra, oltre che economicamente dispendiosa, anche architettonicamente impropria in questo contesto. Inoltre, il cemento può fungere sia da muretto di contenimento che da nuova pavimentazione per le aree lasciate scoperte dalla demolizione del muretto precedente. Abbiamo infatti pensato, per ottimizzare i costi, di lasciare la pavimentazione esistente, anche se presenta difformità e incongruenze, e di andare semplicemente a riempire gli spazi lasciati vuoti, anche ragionando in un’ottica di fattibilità e rapidità esecutiva. L’idea di un solo materiale che da terra risvolta e diventa muretto ci sembra interessante, come il verde che da prato diventa parete. Il cemento va perciò a costruire l’intera struttura contenitiva, comprese le rampe che si inseriscono nel verde e la finitura grezza delle casserature viene evidenziata dalla luce radente dei segnapassi pensati lungo tutto il percorso. Le installazioni pensate per la parete verde sono spunti progettuali che potrebbero essere realizzati con lamiere microforate o bugnate. Per ottimizzare i costi abbiamo pensato a scarti o sfridi aziendali che opportunamente saldati e tagliati potrebbero costituire delle opere d’arte da appendere sulla parete verde. L’idea è quella di sfruttare un materiale solitamente usato esclusivamente per macchinari industriali e riciclarlo come opera d’arte. Inoltre le lamiere richiamano alla memoria il ricordo delle grandi acciaierie presenti nella zona, che rappresentavano il progresso industriale e il benessere economico. Materiali freddi come cemento e lamiere si uniscono al verde della vegetazione, creando un contrasto armonico che fa risaltare le caratteristiche proprie dei materiali. PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI L’ILLUMINAZIONE Dal sopralluogo effettuato e dalle interviste agli abitanti forniteci, si evince che l’illuminazione del sito è attualmente un grande problema, in quanto l’area in oggetto è scarsamente illuminata. L’idea di progetto è quella di eliminare i due lampioni esistenti e inserire diversi tipi di corpi illuminanti per creare vari scenari di luce che possono essere accesi contemporaneamente o anche venire variati a seconda delle ore della sera. Per segnare il percorso abbiamo posizionato dei segnapassi a led nel muretto in cemento, da cui esce una luce radente che crea degli effetti di luce e ombra evidenziando la texture di finitura a vista del muro. Le opere d’arte posizionate sulla parete verde sono retroilluminate con strisce di strip-led (tagliabili a misura) adesive, in questo modo si otterrà un effetto molto scenografico, come se le lamiere fossero sospese nel verde. Per creare uno scenario più intimo, posizioniamo dei faretti a terra nelle zone in cui la vegetazione straripa e scende nel percorso pedonale: in questo modo il verde sarà illuminato dal basso creando suggestivi effetti di luce e ombra. Per lo stesso motivo posizioniamo dei faretti anche vicino ai tronchi degli alberi, in modo che la luce vada a sbattere contro le fronde. In ultimo, si può posizionare un faro in alto per avere una luce di sicurezza che illumini l’intera area. Un ulteriore spunto, è quello di sostituire i fittoni esistenti con paletti luminosi in acciaio o altro materiale. Attraverso questi diversi tipi di illuminazione, l’area di progetto risulterà bene illuminata e si creeranno effetti scenografici e giochi di luce e ombre grazie alla suggestiva interazione di fasci luminosi, foglie e chiome. IL VERDE Il sito scelto, come indicato nel rilievo, comprende sette elementi vegetazionali arborei. Il progetto prevede l’abbattimento dell’esemplare di Taxus baccata, in quanto fortemente asimmetrico e di scarso valore ornamentale, e del Celtis australis posto più a sud (indicato in rilievo con il numero 3) anch’esso di non particolare pregio. La scelta è inoltre dettata dalla necessità di conferire al micro giardino un maggiore senso di apertura e visibilità, soprattutto per i fruitori provenienti da via Fante d’italia. PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI Si è scelto invece di lasciare e valorizzare gli altri esemplari arborei, perché, nonostante sia un semplice punto di passaggio, i bagolari presenti al centro del microgiardino sono un segno importante per l’area oggetto di intervento, per l’adiacente parco e per la zona circostante; i cittadini, qualsiasi sia la nuova proposta progettuale, ne avvertirebbero la mancanza. Inoltre, i tronchi dei quattro bagolari formano una particolare “architettura vegetale”, che è in dialogo con la parete retrostante e che viene valorizzata dall’inserimento dei “tubi sonori” che si arrampicano fino alla chioma degli alberi. Infine, abbattere e smaltire un volume tale di massa vegetale comporta un’elevata spesa sia economica che ambientale, quest’ultima in termini di rilascio di CO2 stoccata nei tessuti che verrebbe sprigionata al momento dell’abbattimento. Il progetto interviene in un’area dove si può cogliere un sorta di debole relazione tra il costruito (molto forte in questo microgiardino, rappresentato soprattutto dal muro retrostante e dai palazzi attorno) e la natura (preponderante nel parco di fronte e in questa “aiuola urbana”.): questi due elementi risultano però staccati tra di loro, senza alcun legame. Questo microgiardino può diventare un momento di interscambio tra costruito e natura in un percorso pedonale che è in effetti un punto di passaggio e di incontro per le persone. La scelta della vegetazione di progetto verte sulla proposta di macchie arbustive compatte, a diverse altezze, di aree a prato, di vegetazione ricadente e di un rampicante per il muro. La scelta delle specie è stata dettata, oltre che dalle caratteristiche ornamentali e dal rapporto tra i singoli volumi “verdi”, dalla bassa manutenzione necessaria: vogliamo che ciò che è stato pensato su carta rimanga tale anche nella realtà. Infatti un carico elevato di manutenzione sarebbe di difficile esecuzione e porterebbe in pochi anni alla denaturazione del progetto e quindi dell’area stessa. La specie scelta per creare una scenografica quinta sul muro è Parthenocissus tricuspidata “veitchi”, rampicante che ha la capacità di ancorarsi ai muri, caratterizzata da grandi foglie e da un rapido accrescimento. In autunno, dopo una intensa colorazione rossa, arancione e gialla, perde le foglie, lasciando per diversi mesi l’intera parete ricoperta di piccole ciocche nere disposte regolarmente. La scelta specifica risulta dal fatto che questo rampicante non svolge solo la funzione schermante del muro (materiale vegetale omogeneo che ricopre, come ad esempio Edera) ma crea un effetto texture, cambiando colore e forme nelle varie stagioni. La caduta delle foglie PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI permette inoltre al muro di non accumulare umidità, mentre in estate l’abbondante vegetazione consente un effetto rinfrescante della parete. Partendo dalla parte più a sud del micro giardino troviamo una macchia di Hypericum x inodorum “Elstead”, arbusto che può raggiungere i 120 centimetri di altezza. Nell'arco di alcuni anni le piante di questa specie tenderanno a raggiungere un portamento a palla, occupando lo stesso spazio in altezza ed in larghezza, creando così una macchia compatta di facile gestione e manutenzione. La posizione vicino al passaggio di via Fante d’Italiai è dettata anche dai caratteristici fiori e frutti che, quando contemporaneamente presenti, creano un effetto molto gradevole. A degradare in altezza, sempre seguendo linee sinuose, troviamo Forsythia “Maree d'or”, alta circa 80 cm, che ha fioritura abbondante e precoce; come per l’iperico è stata scelta una specie a bassa manutenzione, rustica e copri suolo, che non necessita di scerbatura o altri interventi se non una potatura all’anno. Nell’area centrale, più in ombra rispetto alle laterali, si prevede l’utilizzo di Iris japonica, dal portamento elegante del fogliame, verde lucente, arcato. Il disegno ad onda che contiene quello che sarà un tappeto di foglie lucide e fiori bianchi, accompagna chi percorre via Salvemini, raccordando le diverse tonalità di giallo delle fioriture degli arbusti presenti: iperico, forsizia, mahonia e gelsomino d’inverno. Come nell’”entrata” più a sud del micro giardino, anche a nord troviamo un arbusto particolarmente ornamentale, dalla crescita ordinata e dal portamento compatto: Mahonia aquifolium “Apollo”. Lungo il percorso di fondamentale importanza è la presenza di vere e proprie cascate verdi, formate da Jasminum nudiflorum. La aree ricoperte da tappeto erboso sono costituite da un blend specifico, dovuto dalle esigenze di mezz’ombra ma anche dai vantaggi del mancato calpestio. Le zone a prato servono per raccordare tra loro le varie masse degradanti di arbusti presenti, conferendo una maggiore leggerezza al progetto. PROGETTO MICROGIARDINI URBANI A SESTO SAN GIOVANNI VIA SALVEMINI COMPUTO METRICO ESTIMATIVO