il carattere dell`uomo e la potenza della natura

Transcript

il carattere dell`uomo e la potenza della natura
re
il carattoem
e
dell’u nzoa
la potenatura
della
A
Il luogo é impervio, sicuraAnche pochi giorni
mente tale da dissuadere i
prima, a Locmariaquer
più dall’intraprendere la
in Bretagna, pensavo
salita sul terreno scosceso,
d’essere dinanzi al più
sgretolato, gremito di carbel tramonto della mia
telli che sottolineano la
vita. Passeggiavo solo,
pericolosità del sito.
in riva al mare, su una
Invece mi trovo immerso
suggestiva spiaggia di
in un fiume di gente che
fine sabbia, leggermencontinua a salire: signore
te occultata al resto del
che fanno bella mostra di
mondo da un grazioso
tacchi, gonne e cagnolino,
boschetto, verso un dolgiovani con scarpe da gin- Dominate dal mare e percorse dal mito, men chiamato “Pietre
Bretagna e Normandia offrono
nastica o pedule da montapiatte”.
gna, tremuli anziani che a
Nessuno in giro. Solo il
un’incredibile varietà di luoghi davvero
stento s’appoggiano al
sole che tramonta, il
indimenticabili
bastone, generosi papà
mare che quieto si francon le figlie sulle spalle. Solo in cima capisco:
ge sulla spiaggia, questa misteriosa vestigia di
dinanzi ai miei occhi si schiude uno tra i più stupeLA HAGUE
facenti tramonti di tutta la mia vita. Una spettacolaDIEPPE
re cerchia di striate falesie di 80 metri d’altezza si
HONFLEUR
ROUEN
para contro l’oceano, azzardando persino
alcune intrusioni che mare e vento hanno
TREBEURDEN
modellato in forme bizzarre, come la celeMONT S. MICHEL
bre proboscide. Spettacolo nello spettaco- POINTE DU RAZ
ST. MALO
lo, in cima ci siamo noi, 200-300 spettatori,
marea di formiche a fronte di tale fantastica esibiCARNAC
I
zione della natura, inerpicati pericolosamente su
D
BR
AN
NANTES
ogni guglia, su qualsiasi sporgenza, chi abbracciato
ET N O R M
AG
N
alla fidanzata, chi con amici o parenti, chi come me
solo, tutti comunque increduli e inebetiti. Nessuno
un’epoca
parla. Lui, il sole, che domina su tutto e tutto rende
lontana e
straordinario, lentamente s’inabissa in noi, nell’oancora sconoFRANCIA
ceano, nelle falesie, in Etretat. Quando esce di
sciuta, e il sottoscena, le falesie si spengono, la normanna Etretat
scritto, inquieto testimone
accende le luci e ce ne andiamo anche noi. Lo spetparadossalmente capitatacolo è finito. Mormorando sommessamente
to qui da un ... altro
come all’uscita da un bel film, ognuno lascia la
mondo.
posizione con gli occhi lucidi. Ne valeva la pena.
L’impressione al ritorno da Bretagna e
Normandia è d’aver assistito alla messa
in scena ad ampio spettro del rapporto
tedrale
Nantes: la cat
uomo-natura, della capacità d’entrambe
di costringere l’altro a modificarsi. Basti
pensare a Mont St. Michel: gli uomini
v’hanno eretto uno dei più mirabili
esempi d’architettura e la natura continua a regolarne l’accesso a suo capriccio. Ma si pensi anche al Pont de
Normandie: tra Honfleur e Le Havre, la
Senna divarica un ampio estuario e di
slancio l’uomo lo valica con un ponte
lungo più di 2 chilometri che lo proietta a oltre 50 metri d’altezza. E’ una millenaria sfida quotidiana che si gioca fin
da quando l’uomo comparve in questo
angolo di mondo.
Da sempre il mare scorre nelle vene
della gente di Bretagna e Normandia.
Originario di Nantes, capitale storica
della Bretagna e uno dei maggiori porti
francesi, Jules Verne, fantasioso creatore del Capitan Nemo e di 20.000 leghe
sotto i mari, scriveva ne Il raggio
verde: “Non riesco a veder partire una
A
9
e
dell’uomo
il carattere ella natura
ad
la potenz
nave, un vascello da guerra, un mercantile o anche
solo un peschereccio, senza che il mio essere
s’imbarchi”.
Carnac: un allineamento
di
menhirs
Sull’Ile
Feydeau - che oggi non è più
isola pur se tale rimane per i suoi abitanti - si riempiva di sfide ad occhi aperti: per anni legata al traffico degli schiavi, la città era un viavai d’avventurieri, affaristi, trafficanti, gente d’ogni razza. Non
resta molto di quel clima: in pochi vivono ancora
sulle chiatte ma, in compenso, le vie all’ombra di
cattedrale e castello dei Duchi di Bretagna pullulano di ristoranti d’ogni possibile etnia. E nei tanti
spazi verdi, comunque, s’incontra gente proveniente da ogni angolo di mondo, giunta qui per
lavoro, studio o chissà perché.
La Bretagna, d’altronde, è terra ricca di misteri.
Ignoto è il significato dei megaliti eretti tra 5000 e
2000 avanti Cristo, ignota è la provenienza e l’abilità di quei popoli capaci di sollevar pietre di 350
tonnellate. Ma se par certo che i dolmen fossero
tombe, non è certo che i menhirs - che paiono
esser disposti in base al movimento del sole - avessero valore religioso e servissero da riferimento.
Entrambi comunque creano fortissime suggestioni, sia che li si trovi in gruppi come a Carnac dove
se ne contano oltre 3.000 (molti curiosamente allineati come un esercito in marcia), sia che se ne
incontri uno isolato, in posizione spesso emblematica. Presenze che all’inizio possono sembrar
inquietanti ma che, col passare del tempo, diventano piacevoli compagnie.
Gran parte dei megaliti sono visibili nel Morbihan e
nel Finistère, i due dipartimenti della Bretagna del
Sud, ricchi d’ampie spiagge e lussureggianti insenature, d’isolette piene di fascino e belle cittadine
d’origine medievale. Vannes e Auray, Locronan e
Quimper offrono parecchi scorci piacevoli. Ma
sono soprattutto i porti a stupire. Piccoli o grandi,
dediti alla pesca o al turismo da diporto, vivono di
vivaci atmosfere, ricche di voglia di viver bene e in
allegria. Si vedano così Pont-Aven, paesino amato
da Paul Gauguin, Concarneau, primo porto francese per quantità scaricata di pesce fresco, e
Douarnenez, divenuto porto-museo.
Anche l’aspetto religioso merita speciale attenzione. Oltre allo splendore di varie chiese (tra
cui segnaliamo le cattedrali di Nantes e
Tréguier), sono interessanti i complessi parrocchiali, costituiti in genere da chiesa, piazzetta antistante, cimitero e calvario.
Quest’ultimo - caratteristico monumento
bretone scolpito nel granito che rievoca
scene della vita di Cristo e della Madonna si rivela spesso assai intenso per numero e
espressione di personaggi (come in N.D.
de Tronoën, il più antico, e in St. Philibert
a Moëlan-sur-mer). Coinvolgenti sono
anche i “perdoni”, processioni religiose
in cui s’indossa il costume tradizionale
che, nella donna, prevede il caratteristico uso della cuffia, la cui forma varia di
paese in paese, svelando, come nel
caso di Pont-l’Abbé, singolari capolavori di ricamo e, perché no, d’indossatura.
Attrattiva del Finistère, Finis Terrae,
è la spettacolare Pointe du Raz,
punto più estremo ad ovest della Francia, al largo
della quale s’agita la terribile corrente del Raz de
Sein. Un milione di turisti ogni anno si reca a visitare la punta. Un sentiero costiero ne fa il tour completo, lambendo vertiginosi abissi, come l’Inferno
di Plogoff, le cui pareti piombano a picco sull’oceano che sotto mugugna in modo assordante. La
situazione è oggi assai migliore del 1990, quando lo
Stato fu costretto a porre il sito sotto tutela poiché
profilo
caratteristico
Raz
della Pointe du
10
e
dell’uomo
il carattere ella natura
ad
la potenz
la vegetazione era stata quasi annientata. Una
navetta gratuita, formata da un carro trainato da
un cavallo, consente d’avvicinarsi anche ai più sfaticati. La vicina baia dei Trapassati è uno dei paradisi del surf dove i giovani amano misurarsi con la
forza delle onde.
Altre meraviglie della natura le troviamo al Nord,
nelle Côte d’Armor, dove, tra Trébeurden e PerrosGuirec, si stende la celebre costa del Granito Rosa.
Grosse rocce composte da una singolare mistura
d’elementi sono state limate in forme davvero sensazionali, e talora persino con precari equilibri, dall’incessante azione erosiva di acqua, sale e vento.
La fantasia popolare v’ha intravvisto immagini
quali il Cappello di Napoleone, il teschio, il cavallo
e tant’altre ancora, che hanno incuriosito i visitatori. Ma all’arrivo essi hanno anche trovato finissime spiagge come quella assai estesa di Tréstraou a
Perros-Guirec, angoli dalla natura selvaggia e seducente, pittoreschi porticcioli,
15
Trébeurden: la roccia
del Pére Trébeurden
sorprendenti
scorci panoramici, inattesi dolmen e menhirs, e belle passeggiate come
quelle del Castel a Trébeurden, della Grève
Blanche a Trégastel e, soprattutto, a Ploumanach
dove, per lunghi tratti di scogli, s’incontrano
rocce multiformi e superbi paesaggi. Poco oltre,
la splendida cittadina di Tréguier incanta, oltre
che con la superba cattedrale, con un dedalo di
pittoresche viuzze ricche di case antiche. E oltre ancora, come da un
incantesimo emergono i
resti dell’abbazia di
Beauport, per la cui salvaguardia vi sono interessanti progetti.
Nell’Ille-et-
l’inconfondibile
Mont St. Michel
Vilaine l’uomo torna protagonista. Qui ci sono
rinomate località come l’elegante Dinard, stazione
balneare che, con le sue ville, le sue palme e i suoi
giardini, mantiene intatto il fascino della
Bell’Epoque che la fece nascere, o
l’incantata
les pierre sculptées a Rothénauf
Dinan, cittadina
medievale ricca di bastioni e angoli
suggestivi, o, ancor meglio, la corsara St. Malo, racchiusa in una possente cinta di mura e tuttavia pervasa da una calorosa vivacità in qualsiasi periodo
dell’anno. Ma è anche la zona della Baia di Mont St.
Michel, sito di rilievo mondiale che offre lo spettacolo delle maree più alte d’Europa e al cui
mare l’uomo ha saputo sottrarre prodigiosi
spazi per l’agricoltura. Un suggerimento:
recatevi in visita al giardino delle Pietre
Scolpite di Rothéneuf, poco dopo St. Malo,
dove un prete, ormai privo dell’uso d’una
mano, in 25 anni ha scolpito nella dura roccia più di 300 figure che ricostruiscono una
locale leggenda.
Mont St. Michel pare un gioiello in bilico sulla
punta d’un dito. Non occorre cultura per ammirarlo. A qualunque ora e con qualsiasi tempo
basta guardarlo. Il Monte è là, incredibile e maestoso, scenografico e sorprendente. Eretta a più riprese tra i secoli XI° e XVI°, l’abbazia divenne subito
meta di pellegrinaggio di nobili, ricchi e poveracci,
e molti perirono nell’attraversamento delle sabbie
o della marea. Dopo il XVII° secolo l’abbazia
conobbe un periodo di decadenza che la portò, a
inizio Ottocento, ad esser trasformata in prigione.
Nel 1877, tre anni dopo l’ingresso nel novero dei
monumenti storici, fu costruita la diga che la collega alla terraferma che tuttavia col tempo ha
creato un certo dissesto. Un progetto di
ripristino dell’ambiente marino del Mont
St. Michel è attualmente allo studio.
Solo dal 1969 un gruppo di religiosi vi ha riportato il culto.
Con Mont St. Michel entriamo
nella Normandia, “pic-
e
dell’uomo
il carattere ella natura
ad
la potenz
cola Irlanda” come è chiamata per l’incredibile
verde che la caratterizza, per i
suoi prati, separati da muretti a
secco, gremiti di pecore al
pascolo.
Anche qui regna il culto del
mare: i progenitori degli abitanti erano Vichinghi, inquieti guerrieri d’origine scandinava che vagavano in cerca
di fortuna per i mari del
Nord. Gli “uomini del
Nord” diedero nome alla
regione e le regalarono
periodi di grande fulgore,
come quando, a cavallo
del Mille, guidati da
Guglielmo il Conquistatore, giunsero a dominare l’Inghilterra, mentre
altri Normanni fondavano il regno di
Sicilia e il principato di Antiochia.
I viaggi continuarono fino al Seicento: i Normanni
scoprirono e colonizzarono Guinea, Canarie,
Brasile, New York, Canada, Québec, Martinica,
Mississippi e Louisiana.
una sosta tipica
in Normandia
Il dipartimento della Manche abbraccia l’intera
penisola del Cotentin. Pur in presenza di città assai
vivaci e sviluppate come Avrenches, Granville,
Coutances e Cherbourg, il suo paesaggio prevalente è caratterizzato da lunghi tratti le cui strade corrono diritte e solitarie nella boscaglia o in lande
sospese in atmosfere semiselvagge, quali i promontori del Nez di Joburg, della Hague o la baia di
Ecalgrain. Di tanto in tanto piccoli villaggi a sfondo
agricolo o marinaro come Carteret, Omontille
(dove vi sono casa e tomba di Jacques Prévert) e
Barfleur, disposto a corona attorno al suo porticciolo, incantano il visitatore. Il paesaggio muta lentamente da ovest ad est. Nel Parco des Marais du
Cotentin et du Bessin ci troviamo in un incredibile
mondo di paludi, d’inverno coperte d’acqua, d’estate completamente verdi e percorse da innumerevoli canali.
Straordinariamente ricca è la presenza di specie
vegetali e animali.
Frattanto sulla costa compaiono le prime tracce
dello sbarco in Normandia. Il 6 giugno 1944, centotrentacinquemila uomini delle truppe alleate
con circa ventimila veicoli sbarcarono sull’ampio
tratto di spiaggia che va da Quineville fino a
Merville. Per aprire la strada si dovette procedere a
pesanti bombardamenti e si crearono due porti
artificiali davanti a Omaha Beach e Arromanches.
La battaglia di Normandia durò 77 giorni. L’intera
zona appare oggi disseminata di musei, reperti bellici, cimiteri e monumenti. Particolarmente
impressionante è il sito di Longues-sur-mer dove
16
Mont Dol: al con
fine
tra Bretagna
e Normandia
e
dell’uomo
il carattere ella natura
ad
la potenz
spaventosi sono i segni lasciati dai bombardamenti. Anche Caen e Bayeux, le città principali del
dipartimento del Calvados, furono interessate
dalla guerra. Ma a differenza di Caen, pesantemente bombardata e distrutta da due mesi di battaglia, Bayeux, prima città francese ad esser liberata, non subì alcun danno. In tal modo si salvò la
culla della dinastia normanna e con esso il celeberrimo arazzo della regina Matilde, capolavoro
città ricche di porti importanti - perchè senza
porti qui non si vive - ma anche di gioielli artistici.
Si pensi a Fécamp, con l’abbazia della Trinità che
conserva la reliquia del Prezioso Sangue di Cristo
raccolto da Giuseppe d’Arimatea e la tomba di
Guglielmo da Volpiano, fondatore dell’abbazia. Si
pensi anche a Dieppe, dominata dalla mole del
nfleur
Il porto di Ho
Entretat: la car
atteristica
proboscide
17
dell’XI secolo, costituito da un ricamo su tela di 70
metri di lunghezza su 50 centimetri d’altezza, che
racconta in 58 scene l’epopea di Guglielmo il
Conquistatore.
Al di là della foce dell’Orne, la Côte Fleurie è il più
celebre tratto marino della Normandia: da oltre
cent’anni il bel mondo parigino viene qui in
vacanza. Cabourg, disposta curiosamente a ventaglio intorno al Grand Hotel, deve la sua fama a
Marcel Proust che vi soggiornò spesso in cerca d’ispirazione. Una camera del Grand Hotel fa tuttora
rivivere l’atmosfera. Ma è soprattutto Deauville
l’indiscusso centro della mondanità: attorno all’ippodromo, voluto dal duca di Morny, fratellastro di
Napoleone III, si sviluppa una rete di ville stupende, di fastosi hotels, d’eleganti stabilimenti balneari, di negozi lussuosi. Vele, cavalli, cinema e
casinò non fanno altro che aumentare il fascino di
questa località assai nota al jet-set internazionale.
Al contrario il luogo prediletto da Flaubert,
Trouville, più quieta e rilassata, resta racchiusa
attorno al pittoresco porticciolo, come Honfleur,
suggestiva e assai amata dagli artisti. Vi nacque
Erik Satie. Charles Baudelaire, che spesso vi soggiornò, qui trovò le parole per l’Invito al viaggio.
All’imperiosità del Ponte di Normandia e della
città di Le Havre, la scogliera s’alza imponente
come di rado prima d’ora. E’ la Costa d’Alabastro,
che corre con leggere interruzioni per tutta la
Seine-Maritime. In ogni varco s’insinuano pittoreschi porticcioli, delicati avamposti di caratteristici
paesi. E’ il caso di Etretat, di Yport, di St. Valery-enCaux. Non appena lo spazio si amplia, nascono
Castello, ma che conserva anche la chiesa di St.
Jacques. Ma talora, anche se la scogliera non si
apre, l’uomo riesce a decorare lo spazio sopra di
essa di straordinarie opere. Per rendersene conto,
basta una deviazione al bel cimitero di
Varengeville dove, a picco sul mare, è sepolto
Georges Braque,
nella
uno dei padri del
Case tipiche
Rouen
cubismo.
ville-musée di
L’eleganza e la tranquillità delle residenze presenti in
questo piccolissimo centro fa venir
invidia persino alle
località più famose.
Elegante, infine, è
anche Rouen, con
le sue sfavillanti
chiese gotiche, la
torre dell’orologio
e il suo bel centro
storico, soprannominato
“Villemusée”, ricco d’antiche case a graticcio che sono state
oggetto di un’accurata opera di restauro e che pullulano
di piacevoli ristoranti. E’ la cattedrale il simbolo di questa città che vide compiersi il rogo di Giovanna
d’Arco: danneggiata gravemente nel corso dell’ultima guerra, essa si staglia orgogliosamente nel
cielo, come a rivaleggiare con la potenza della
Senna che le si avvicina a grandi meandri. E che la
supera, risucchiata anch’essa verso il mistero
indecifrabile dell’oceano.
e
dell’uomo
il carattere ella natura
ad
la potenz
la scheda del viaggio
MANIFESTAZIONI
Lorient: Festival Interceltique, 7-16 agosto; Quimper: Festival della
Cornovaglia, 20-26 luglio; Gourin: Festa della crèpe, 18-19 luglio, Rennes: Les
Tombées de la Nuit, 29 giugno-4 luglio; Mont St. Michel: Les Imaginaires du
Mont St. Michel, percorso-spettacolo notturno tutti i venerdì e i sabati dal 17
aprile e tutti i giorni da giugno a settembre esclusi i lunedì; Coutances: 17° festival “Jazz sous les pommiers”, 16-23 maggio; Honfleur: Pellegrinaggio dei
Marinai, 31 maggio-1 giugno; Deauville: Festival del Cinema Americano, 413 settembre;
SOSTE
Aree per camper (camping-car in francese) sono variamente attrezzate in vari
comuni. In generale le segnalazioni sono sufficienti e si scorgono all’entrata in
paese. Lo spazio non ci consente di pubblicare la lista delle aree. Consigliamo di
richiederla direttamente agli uffici turistici. Per questioni di carenza d’aree-parDeauville
ombrelloni a
cheggio, in vari paesi, come St. Malo o Mont St. Michel, la possibilità di parcheggio per i campers è altamente limitata, soprattutto in alta stagione.
Consigliamo d’informarsi in anticipo. Tra i campeggi abbiamo positivamente
visitato il Manoir de Pen ar Steir a La Forêt-Fouesnant, tel.: 0033/2/98.56.97.75; Les Portes du
Mont St. Michel a Mont St. Michel, tel.: 0033/2/33.68.22.09; Le Vitamin a Dieppe, tel.:
0033/2/35.82.11.11.
INFORMAZIONI
In Italia: Ente Nazionale Francese per il Turismo, via Larga 7, Milano, tel.: 144.166.216.
In Francia: Ufficio turismo Nantes, tel.: 0033/2/40.20.60.00; CRT Bretagne, tel.:
0033/2/99.36.15.15; CDT Morbihan, tel.: 0033/97.54.06.56; CDT Finistère, tel.:
0033/2/98.51.97.00; CDT Côtes d’Armor, tel.: 0033/2/96.62.72.15; CDT Ille-et-Vilaine tel.:
0033/2/99.78.47.47; CRT Normandie, tel.: 0033/2/32.33.79.00; CDT Manche, tel.:
0033/2/33.05.98.70; CDT Calvados, tel.: 0033/2/31.82.71.65; CDT Seine Maritime tel.:
0033/2/35.12.10.10
Un’occasione: i mondiali di calcio
Tra 10 giugno e 12 luglio la Francia ospiterà uno tra i maggiori eventi sportivi
dell’anno, vale a dire i campionati del mondo di calcio. Ad ospitare le partite
tra le 32 squadre provenienti da ogni continente sono state designate 10 città
francesi: Parigi, St. Denis, Lens, Nantes, Bordeaux, Toulouse, Montpellier,
Marsiglia, Lione e St. Etienne. Nel girone eliminatorio l’Italia incontrerà il Cile
l’11 giugno a Bordeaux, il Camerun il 17 giugno a Montpellier e l’Austria il 23
giugno a St. Denis. A Nantes, unica città del mondiale toccata dal nostro tour,
avranno luogo il 13 giugno Spagna-Nigeria, il 16 giugno Brasile-Marocco, il 20
giugno Giappone-Croazia, il 23 giugno Cile-Camerun, il 25 giugno
Usa-Jugoslavia e il 3 luglio uno dei quarti di finale. Per biglietti e pacchetti di soggiorno relativi
alle partite dell’Italia: Squirrel Viaggi, via Sidoli 19
Milano, tel.: 02/738.19.42, fax: 02/733.349. Per i
biglietti delle partite a Nantes: Comitato
Francese d’Organizzazione Coppa del Mondo
1998, 17-21 av. gen. Mangin, 75204 Parigi, tel.:
0033/1/44.14.19 98, fax: 0033/1/44.14.18.00.
18