effetto del momento del parto sulla ripresa dell`attività riproduttiva in

Transcript

effetto del momento del parto sulla ripresa dell`attività riproduttiva in
EFFETTO DEL MOMENTO DEL PARTO SULLA RIPRESA DELL’ATTIVITÀ
RIPRODUTTIVA IN PECORE DI RAZZA SARDA
EFFECT OF LAMBING DATE ON RESUMPTION OF REPRODUCTIVE ACTIVITY IN
SARDA EWE
CARCANGIU V., VACCA G.M., MURA M.C., MARCHI B., FALCHI L., BINI P.P.
Dipartimento di Biologia Animale, Università degli Studi di Sassari
KEY WORDS: Sheep, reproduction activity, lactation
ABSTRACT
With the aim of evaluate the effect of lambing date on the resumption of reproductive
activity, induced by male effect, 100 pluriparous Sarda ewes were examinated. The animals
were divided in 5 groups, with 20 subject each, from A to E, depending on lambing month,
from December to April. On 1st of June males were introduced, and every week for 8
consecutive weeks, a blood sample was taken for measuring progesterone levels with
ELISA method. The 80% of the ewes who lambed in December, January and February
(groups A, B and C) has shown the reproductive activity within the first month after males
introduction. The 35% of the ewe who lambed in March has shown sexual activity at 42nd
day, while the 80% has been reached only at 49 days after observations started. Among the
animals of the E group only 40% showed reproductive activity within 56th day. Confronting
all groups it has been evidenced a statistically significant difference (P<0.01) among the
animals who lambed from December to February and those who lambed in the subsequent
months.
INTRODUZIONE
L’attività riproduttiva degli ovini presenta un andamento stagionale fortemente legato
all’evoluzione del fotoperiodo (Thiéry et al., 2002). Infatti la diminuzione delle ore di luce
determina la ripresa dell’attività sessuale e questo fa si che il parto avvenga in Primavera,
momento più propizio per la crescita dell’agnello (Bittman et al., 1983; Chemineau et al.,
1988). Questo legame dell’attività riproduttiva con l’alternanza luce/buio è molto manifesto
nelle razze che vivono ad alte latitudini dove il clima è molto rigido e la durata della
stagione temperata è alquanto modesta e quindi il parto deve avvenire in un arco di tempo
abbastanza stretto per consentire la sopravvivenza della prole (Malpaux et al., 2001). Nelle
aree Mediterranee, invece, essendo il clima abbastanza temperato, il legame con il
fotoperiodo è meno stretto e perciò il periodo delle manifestazioni riproduttive è
considerevolmente più lungo. Di conseguenza l’anaestro ha una durata di circa 300 giorni
in alcune razze di ovini che vivono in vicinanza dei poli, mentre in quelle residenti alle
nostre latitudini tale periodo ha la durata di circa 50 giorni (Chemineau et al., 1995). Questo
stadio di riposo sessuale è contraddistinto nelle pecore da una diminuzione della secrezione
delle gonadotropine ipofisarie, che appunto non sono in grado di stimolare il ciclo ovarico,
e dalla mancanza del comportamento riproduttivo. Tuttavia, nelle razze ovine da latte, come
quella Sarda, il parto in Primavera non consente un lungo periodo di lattazione per
l’innalzamento estivo della temperatura ambientale. Questo fatto, oltre a determinare la
scomparsa dell’erba verde naturale, e quindi lo scadimento del pascolo, causa anche una
riduzione del metabolismo per motivi di termoregolazione, conducendo la pecora
all’asciutta. Quindi, il periodo migliore per poter avere i parti è l’Autunno quando appunto
le condizioni climatiche e di pascolo sono favorevoli per l’instaurarsi della lattazione.
Infatti, nell’allevamento ovino sardo, attraverso l’utilizzo del flushing in combinazione con
l’effetto maschio, si è riusciti ad ottenere un alto numero di animali che partoriscono tra
Settembre e Dicembre e perciò poco sensibili al fotoperiodo (Carcangiu e Vacca, 2005).
Tuttavia, un certo numero di animali presentano l’attività riproduttiva tra i mesi di
Settembre e Novembre con i parti in Primavera. Questo comportamento oltre che ridurre i
mesi di produzione lattea potrebbe condurre anche ad un ritardo nella ripresa dell’attività
ciclica determinato dalla fase crescente della lattazione. Pertanto, lo scopo del presente
studio è quello di verificare quanto il momento del parto può influenzare la ripresa
dell’attività riproduttiva, indotta con l’effetto maschio, in pecore di razza Sarda.
MATERIALI E METODI
La ricerca è stata condotta in un allevamento di circa 600 ovini di razza Sarda situato nel
centro Sardegna. L’azienda di tipo moderno, con diversi stabili e attrezzature di alto livello
tecnologico, aveva una estensione di circa 50 ha dei quali 10 irrigui. Gli animali venivano
alimentati con circa 400 g di mangime concentrato che conteneva il 16 % di proteine e 10,5
MJ di energia metabolizzabile per Kg di sostanza secca, suddiviso in due somministrazioni
giornaliere; il fieno e l’acqua erano ad libitum. Durante il giorno le pecore andavano al
pascolo su erbaio polifitico. Per lo studio sono state scelte 100 pecore pluripare che
venivano identificate al momento del parto con un collare numerato e attraverso il numero
tatuato sull’orecchio. Gli animali sono stati suddivisi in 5 Gruppi di 20 soggetti ciascuno in
base al mese di parto: gruppo A con parto a Dicembre, gruppo B a Gennaio; gruppo C a
Febbraio; gruppo D a Marzo e il Gruppo E ad Aprile. Gli agnelli sono stati allontanati dalle
madri dopo 20 giorni dalla nascita. Il primo di Giugno sono stati inseriti i maschi, di
provata fertilità, nel gregge e registrati gli accoppiamenti. A partire dal 1° di Giugno e fino
al 26 Luglio, a cadenza settimanale sono stati eseguiti prelievi ematici per il dosaggio del
progesterone. Inoltre, veniva registrato il BCS e le produzioni di ogni animale all’inizio
dell’osservazione. Le pecore avevano partorito regolarmente e durante il periodo della
prova si sono mantenute in ottimo stato di salute. Il progesterone è stato analizzato con
metodica ELISA (assay design, Michigan , USA). I dati ottenuti sono stati sottoposti ad
analisi statistica.
RISULTATI E DISCUSSIONE
La ripresa dell’attività riproduttiva delle pecore del gruppo A, B, C, si è manifestata già dal
secondo rilievo, e perciò a 7 giorni dall’inizio della prova, raggiungendo l’80% degli
animali ciclici a 28 giorni (Tabella 1). In questi tre gruppi la totalità degli animali si è
riprodotta entro i 40 giorni dall’inizio delle osservazioni.
Il gruppo D, invece, ha presentato la ripresa dell’attività riproduttiva a 28 giorni dall’inizio
delle osservazioni e alla fine delle osservazioni il 90 % aveva manifestato il ciclo sessuale.
Il gruppo E è risultato quello che ha presentato le manifestazioni riproduttive più in ritardo,
intorno al 35° giorno dall’inizio della prova. Inoltre, al 56° giorno solo il 40% delle pecore
sono risultate cicliche.
Tabella 1 – Numero di animali che presentavano l’inizio dell’attività riproduttiva,
determinata attraverso il dosaggio del progesterone, per ciascun prelievo.
Animali ciclici per prelievo
Gruppi
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
A
1
6
3
3
2
3
2
B
0
6
5
3
2
2
2
C
0
5
5
4
2
3
1
D
0
0
0
0
2
2
3
9
2
E
0
0
0
0
0
1
2
2
3
C
50
B
45
40
35
G
io
rn
i
30
25
A
A
A
Gruppo A
Gruppo B
Gruppo C
20
15
10
5
0
Gruppo D
Gruppo E
Grafico 1 – Distanza media in giorni dell’inizio dell’attività riproduttiva nei cinque gruppi
in osservazione (A, B, C = P<0,01)
La distanza media in giorni dell’inizio dell’attività riproduttiva è risultata più bassa nei
gruppi A, B, C, rispetto agli altri due gruppi (P<0,01). Inoltre,il gruppo D ha mostrato una
ripresa dell’attività riproduttiva prima del gruppo E (Grafico 1) (P<0,01). Il BCS degli
animali non ha mostrato nessuna differenza tra i gruppi, invece le produzioni iniziali sono
risultate differenti tra i primi tre gruppi ( 800 g/die a capo) e i gruppi D (1100 g/die a capo)
ed E (1230 g/die capo) (P<0,01).
L’attività riproduttiva dei diversi gruppi è stata condizionata dal periodo del parto, infatti,
gli animali che avevano partorito nel mese di Aprile hanno presentato una ripresa
dell’attività sessuale più tardivamente rispetto agli altri. Tale comportamento potrebbe
essere determinato dall’intervento di diversi fattori come il fotoperiodo, l’alimentazione, il
BCS, la fase di lattazione o altre cause ambientali che possono influenzare la ripresa
dell’attività sessuale, agendo sul sistema ipotalamo-ipofisi-gonade (I’Anson et al., 1991;
Rosa e Bryant, 2003). Tuttavia, nel presente studio il fotoperiodo era identico per tutti gli
animali e quindi questo fattore non può essere considerato determinante non avendo
esercitato alcuna inibizione sull’attività riproduttiva. Anche nei gruppi D ed E, nonostante
la riproduzione sia iniziata dopo il solstizio estivo, è difficile attribuire un preciso effetto al
fotoperiodo, in quanto la diminuzione delle ore di luce è stata alquanto esigua e non
sufficiente a modificare la secrezione delle gonadotropine. Bisogna comunque ricordare che
il fotoperiodo estivo e pertanto il passaggio dai giorni lunghi a quelli corti, ha una
importanza notevole in quanto ha la funzione di scandire la stagionalità riproduttiva negli
ovini (Barrell et al., 2000). L’alimentazione è un altro fattore che assume una notevole
importanza nel regolare l’attività riproduttiva, infatti, animali sottoalimentati o con un
insufficiente introduzione di energia manifestano un blocco dell’attività riproduttiva
attraverso la diminuzione della secrezione di LH (I’Anson et al., 2000). Inoltre gli effetti di
un bilancio energetico negativo agiscono a livello ipotalamico-pituitario sul controllo della
riproduzione alterando la liberazione pulsatile di GnRH,l’ovulazione e l’estro (Scaramuzzi
et al. 2006). Tuttavia gli animali utilizzati nel presente studio sono stati alimentati tutti in
maniera uguale ed il tipo di alimentazione, a giudicare dal BCS rilevato, era adeguata. Di
conseguenza si può escludere questo fattore come causa del ritardo nella ripresa dell’attività
riproduttiva nei gruppi D ed E. Tra i fattori considerati rimane da prendere in esame il
periodo di lattazione: potrebbe essere stata tale fase fisiologica a modificare la risposta
all’effetto maschio delle pecore del gruppo D ed E. Infatti la lattazione è uno stadio
fisiologico che richiede una notevole quantità di energia per la sua espletazione e questo
fatto potrebbe avere causato il rallentamento nella ripresa dell’attività ciclica dei 2 gruppi di
pecore che sono risultati scarsamente stimolati dall’effetto maschio. Tale comportamento si
accorda con quanto rilevato da altri AA che osservarono che l’allattamento o l’inizio della
lattazione determinavano una inibizione sull’attività ovarica nelle pecore. Infatti, l’anestro
da lattazione assicura che la domanda energetica per la sintesi del latte non interferisca con
l’energia necessaria per la crescita embrionale o per l’attività ovarica (Abi Salloum e Claus,
2005; Boquier et al., 1993). Un possibile effetto della suzione è ancora oggetto di
controverse discussioni; in passato è stato dimostrato che questo stimolo porta ad un
aumento del livello ematico di β endorfine che agiscono inibendo la secrezione di LH ed
FSH (Gordon e Renfree et al., 1987). Inoltre, l’effetto della suzione interverrebbe sulla
secrezione della prolattina. Edgerton ha ipotizzato, infatti, che il rilascio a livello ipofisario
delle gonadotropine sia inibito, durante la lattazione, dalla desensibilizzazione agli
estrogeni della ghiandola pituitaria dovuta al picco di prolattina indotto dalla suzione.
Questa ipotesi tuttavia non risulta essere attendibile nella pecora perché diversi studi hanno
dimostrato che il trattamento con antiprolattinici non sembra agire a livello ovarico con la
riduzione dell’anestro da lattazione (Hooley,1978). Tuttavia, sebbene nella nostra
osservazione gli animali che hanno presentato il maggior ritardo nell’inizio dell’attività
riproduttiva sono stati quelli che avevano le produzioni maggiori, lo stimolo della suzione
non può aver condizionato la ripresa dell’attività ciclica, avendo allontanato gli agnelli
dopo 20 giorni dal parto. Pertanto, potrebbero essere stati diversi fattori ad influenzare
l’attività sessuale e principalmente quelli di origine metabolica. I più importanti
sicuramente sono la somatotropina, che determina un omeoresi organica in favore della
mammella, ma anche la leptina potrebbe aver condizionato la risposta riproduttiva. Infatti
in diverse esperienze si riporta che i livelli bassi di questo ormone, secreto dai lipidi, che si
riscontrano nelle prime fasi di lattazione possono condizionare la ripresa della attività
riproduttiva postpartum (Carcangiu et al., 2003; Chilliard et al., 2005).
In conclusione il parto nel mese di Aprile determina un ritardo nell’inizio dell’attività
riproduttiva nelle pecore presumibilmente dovuto allo stato metabolico determinato dalla
fase della lattazione. Pertanto, è preferibile che gli animali non partoriscano oltre il mese di
Marzo perché il guadagno ottenuto con i pochi mesi di lattazione primaverili vengono persi
con il ritardo del parto, che nelle migliori delle ipotesi, potrebbe avvenire a Gennaio.
BIBLIOGRAFIA
Abi Salloum B., Claus R. (2005). Interaction between lactation, photoperiodism and male
effect in German Merino ewes. Theriogenology 63, 2181-2193
Barrell G.K., Thrun L.A., Brown M.E., Viguié C., Karsch F.J., 2000. Importance of
photoperiodic signal quality to entrainment of the circannual reproductive rhythm of the
ewe. Biol. Reprod. 63, 769-774
Bittman E.L., Dempsey R.J. Karsh F.J. (1983). Pineal melatonin secretion driver the
reproductive response to day lenght in the ewe. Endocrinology, 113, 2276-2283
Boquier F., Kann G., Thimonier J., (1993). Effect of body composition on the duration of
the postpartum anovulatory period in milked ewes submitted to two photoperiods. Reprod.
Nutr. Dev. 33, 395-403
Carcangiu V., Accorsi P.A., Vacca G.M., De Ambrogi M., Marogna G., Bini P.P. Concentrazioni ematiche di leptina in pecore di razza sarda in lattazione. Atti So.Fi.Vet.,
2003, 5, 124-126
Chemineau P., Malpaux B, Thiéry J.C., Viguè C., Morello H., Zarazaga L., Pelletier J.
(1995). The control of seasonality: a challenge to small ruminant breeding. In: Enne G.,
Greppi G.F., Lauria A., (Eds), Reproduction and Animal Breeding. Advances and strategy,
Elsevier, Amsterdam, pp 225-250
Chemineau P., Pelletier J., Guérin Y., Colas G., Ravault J.P., Almedia G., Thimonier J.,
Ortavant R. (1988). Photoperiodic and melatonin treatment for the control of seasonal
reproduction in the sheep and goats. Reprod. Nutr. Dev. 28, 409-422
Chilliard Y., Delavaud C., Bonnet M. (2005). Leptin expression in ruminant: Nutritional
and Physiological regulations in relation with energy metabolism. Dom. Anim. Endocrinol.
29, 3-22
Edgerton L.A, (1980). Effect of lactation upon the postpartum interval. J Anim Sci.51
Suppl 2,40-52.
Gordon K., Renfree M.B., Short R.V., Clarke I.J. (1987). Hypothalamo-pituitary portal
blood concentration of beta endorphin during suckling in the ewe. Reprod. Fertil.;79(2),
397-408.
Hooley R.D, Campbell J.J, Findlay J.K.,(1978) The importance of prolactin for lactation in
the ewe. J. Endocrinol. 79(3),301-10.
I’Anson H., Foster D.L., Foxcroft G.R., Booth P.J. (1991). Nutrition and reproduction. Oxf.
Rev. Reprod. Biol. 13: 239-311.
I’Anson H., Manning J.M., Herbosa C.G., Pelt J., Friedman C.R., Wood R.I., Bucholtz
D.C., Foster D.L. (2000). Central inhibition of gonadotropin-releasing hormone secretion in
the growth-restricted hypogonadotropic female sheep. Endocrinology. 2000, 141, 520-527.
Malpaux B, Migaud M, Tricoire H, Chemineau P. (2001). Biology of mammalian
photoperiodism and the critical role of the pineal gland and melatonin J Biol Rhythms. 16,
336-47.
Rosa H.J.D., Bryant M.J., 2003. Seasonal of reproduction in sheep. Small Rum. Res. 48,
155-171
Scaramuzzi R.J., Campbell B.K, Downing J.A., Kendall N.R, Khalid M., Muñoz-Gutiérrez
M., Somchit A.(2006). A review of the effects of supplementary nutrition in the ewe, on the
concentrations of reproductive and metabolic hormones and the mechanisms that regulate
folliculogenesis and ovulation rate
Thiéry J.C., Chemineau P., Hernandez X., Migaud M., Malpaux B. (2002). Neuroendocrine
interactions and seasonality. Dom. Anim. Endocrinol. 23, 87-100