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Trailer http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Nx-hQkDIkyA Videoclips http://www.youtube.com/watch?v=NTkODu9CJHE http://www.youtube.com/watch?v=tqtT8BVefzY Opera prima di Stephan Lacant Con Hanno Koffler, Max Riemelt (“L’Onda”) Una carriera promettente in polizia, un bambino in arrivo: la vita di Marc sembra essere sulla giusta strada; poi incontra Kay, un collega poliziotto e durante i loro jogging Marc sperimenta una sensazione di semplicità e spontaneità mai avvertita con tanta intensità - scopre così cosa significa innamorarsi di un altro uomo. Lacerato tra l'affetto per la sua famiglia e nuovi sentimenti per Kay, Marc vede il suo mondo sempre più fuori controllo. La sua vita è improvvisamente in caduta libera e Marc si rende conto che per quanto lo si possa desiderare, non si può sempre rendere tutti felici e, meno di tutti, se stesso. Free Fall è un esempio di fresco e potente cinema Tedesco. La performance magistrale degli attori Hanno Koffler (Summer Storm) e Max Riemelt (Napola Before The Fall) è un tour de force emotivo, che mostra ciò che ne consegue quando le vite vanno in frantumi e sembra impossibile compiacere le persone che si amano. RECENSIONI DA INTERNET Pubblicato: maggio 9, 2013 da aglajagorki Quando vado a vedere un Film, non ne leggo nulla, il più delle volte conosco solo il titolo, qualche volte non ne ricordo neanche l’immagine della locandina. Capisco però se un film sarà in grado di colpirmi, di piacermi, o semplicemente di interessarmi sin dalle prime scene; una questione di intuito e di esperienza. Per Freier Fall, la cui prima immagine pubblicitaria, la locandina, non mi era piaciuta affatto, è stata una piacevole sorpresa. Presentato alla mostra del cinema di Berlino 2013, è il primo lungometraggio di Stephan Lacant prodotto dalla Kurhaus Production in co-produzione con la SWR. Grazie ad un accurato lavoro sulla sceneggiatura il regista, co-autore della sceneggiatura insieme a Karsten Dahlem, affronta due aspetti molto delicati dell’omosessualità: l’accettazione di se stessi come omosessuali, l’accettazione da parte del gruppo sociale. Marc, interpretato da un intenso Hanno Koffler, è un giovane poliziotto che sta costruendo la sua carriera nel corpo di Polizia, ben amato, socievole e con la donna in stato interessante. Un compagno attento e presente, che pensa al futuro della prole, alla comunicazione nella coppia, alle relazioni sociali in casa e sul lavoro. Il suo mondo, equilibrato e normale si scuote a poco a poco senza che lui ne riesca a percepire la portata quando Kay, un giovane collega amichevole e spontaneo, lo incoraggia ad entrare in una dimensione diversa del suo stesso essere. Una zona nascosta che lui non riteneva possibile esplorare. Ognuno ha la propria attitudine da esploratore, c’è chi entra nelle caverne buie con la speranza di poter abituare gradualmente l’occhio a vedere nell’oscurità e chi ha bisogno di entrarvi con una lanterna. “Je est un autre”, scriveva Arthur Rimbaud; “ma se Io è un altro allora io chi sono?” continua Michela Marzano secoli dopo. Il protagonista divorato dalla paura di conoscere un Io diverso da quel se stesso sempre conosciuto, o accettato, ci racconta un dramma personale, molto intimo tra l’ uomo che conosce la sua donna, la sua famiglia, i suoi amici e un io che emerge a poco a poco e che svela un altro che nessuno conosceva e che solo Kay aveva intuito. Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie, per dirla con De Andrè, questo al di la delle proprie inclinazioni complica la faccenda, soprattutto quando nascono bambini e la scissione dell’Io si trova ad affrontare non solo il problema sessuale in quanto tale, in fondo il desiderio non ha sesso; ma il proprio ruolo all’interno di una cornice familiare che prevede una figura paterna e una figura materna. Il problema del sesso è quando si trasforma in una relazione. Quando i sentimenti entrano in gioco e vogliono la loro via di fuga diventa difficile mantenere tutti i pezzi in equilibrio: la scoperta di un estraneo dentro di se, l’accettazione di questo sconosciuto, l’ unheimlich freudiano, di come integrarlo nel proprio contesto sociale – un sedimentato contesto mascolino – la presenza di una famiglia con una donna e un figlio, la presenza della propria famiglia di origine che si trova di fronte ad un figlio irriconoscibile ma soprattutto la presenza dell’amore, della felicità che ne deriva che tutto scuote e che tutto sovrasta. La forza di questo film, è proprio l’assoluta mancanza di banalità, la capacità di introspezione che non scende nel didascalico mantenendo viva la sua capacità di narrare il dramma con le sole immagini. Bravissima l’attrice femminile Katharina Schüttler che riesce a dare forma ad un personaggio appena accennato,Bettina, e assolutamente affascinante il seduttore, un giovanissimo Max Riemelt, la cui bravura viene fuori in maniera naturale caratterizzando il suo ruolo di co-protagonista con elementi reali fatti di emozioni e contraddizioni. Il montaggio non sempre fluido di Monika Schindler, avrebbe potuto mettere maggiormente in risalto il girato di Sten Mende, che invece presentava dei punti di vista molto personali. Un elogio particolare al Sounddesign Jörg Klaussner che con le sue trovate ha sottolineato creativamente tutti i momenti importanti del film. CADUTA LIBERA (F REIER FALL) “FREIER FALL” ovvero dal tedesco “Caduta Libera” è l’ennesimo film a tema gay uscito in questo 2013. Questa volta però ci viene dalla CIVILISSIMA Germania anche se almeno da quello che ci viene mostrato è un mondo poi non così distante da quello Italiano. Tutto procede nel modo giusto per Marc Borgmann (Hanno Koffler), una carriera nella POLIZIA, una famiglia unita (e morbosa aggiungerei), una moglie in attesa del primo bambino…tutto nella norma…nell’ infelicità cieca del dover essere un qualcosa che NON SI è… finchè …nella sua vita irrompe (ed è proprio il caso di dirlo) il bel collega Kay Angel (Max Riemelt “L’Onda”) al quale dopo due corse nel parco, qualche smanettamento veloce, e soprattutto l’AMORE, il buon falso padre di famiglia comincia a scivolare nel baratro comune a chi questa esistenza la passa seguendo un percorso inverso alla propria Natura e basato su principi di altri. Ce la farà a vivere una vita felice il nostro Marc? Cederà all’amore per Kay Engel (un nome un programma di assonanze, “chiave dell’Angelo”) o vivrà una vita infelice facendo finta di amare una moglie che non vuole, rendendola infelice a sua volta? Sinceramente niente di nuovo sul fronte occidentale, intendo che prodottini semplici come questo ne sono stati fatti a bizzeffe, e probabilmente possono apparire alquanto inutili per la maggior parte delle persone che la fuori non sente il problema in se, o fingono solo per non “sentirlo”. A dire il vero di questi prodotti la società ne ha bisogno…e come. Il film parla di coming out gay ma potrebbe interessare tutti i padri etero che vivono una doppia vita con amanti donne o uomini che siano, nello stress e nell’infelicità più cretina. Non è scritto da nessuna parte che non puoi essere felice e viverti la tua vita LIBERO! Anche perché il protagonista, nonostante sia in un corpo macho come quello della polizia tedesca è comunque un debole, una “pussy” come lo chiama amorevolmente il suo compagno fantasma. Compagno dei sogni di tutti, uomini o donne, non solo per una bellezza Bionda da far impallidire un adone, ma anche per le palle (non solo quelle fisiche qui mostrate per la gioia di molti con una tranquillità tipica tedesca) ma anche per il coraggio di affrontare i suoi stessi colleghi omofobi (uno su tutti dal cervello più piccolo del suo stesso pene)e la famiglia cretina di Marc. La scena in cui lui irrompe alla festa del figlio appena nato è memorabile. Come è memorabili sono i tentativi della madre dello stesso protagonista di convincere il biondo Kay a lascare il figlio…alla quale lui risponde semplicemente …”IO AMO SUO FIGLIO!”. Ah…questi genitori … qui la madre dopo averlo beccato a pomiciare gli dice che quello NON era il “MODO IN CUI LO AVEVA CRESCIUTO”. Se mia madre lo avesse detto a me l’avrei abbandonata sull’autostrada. Come se una mamma bianca dicesse al figlio nero adottato che non è venuto bianco come voleva lei…ASH de “La casa” le sparerebbe un colpo a canne mozze aggiungendo …”ingoia questo, Troia”… Deve essere tremendo vivere un’intera vita con una maschera, specie se non vivi in una città come Berlino o New York ma sei nel profondo culo della periferia di Lipzia… anche se devo aggiungere che ovunque tu abiti…non puoi permettere a gli altri di dirti come devi essere. Dio ti ha creato così a sua immagine e somiglianza … pensa come sarebbe bello vivere in un mondo senza odio o oppressione…Marc il protagonista del film ha la via d’uscita per quanto sia dura da accettare e da prendere …una luce emanata da due occhi blu inondanti d’amore…quanti di voi hanno avuto l’occasione per la felicità e non l’hanno presa??? Quanti ciechi? Quanti preferiscono il dolore? Ne vale la pena? Anche tu che stai leggendo puoi farcela…SI CHE PUOI!!! Chiuderò la recensione citando la “Madre” di tutte le libertà ... Madonna: “Poor is the man whose pleasure depends on the permission of another” (“Povero è l’uomo il cui piacere dipende dal permesso di un altro”) Francesco Falciani Free Fall / Freier Fall By TheGayUK 28 January 2014 http://www.thegayuk.com/magazine Free Fall (or Freier Fall, to give it its German title) is an award winning drama from director Stephen Lacant. It has been branded a sort of German Brokeback Mountain, and indeed there are parallels between the two movies, but in some ways Free Fall is more gritty, more rooted in the present day. by Greg Mitchell | 28th January 2014 Marc would seem to have his life sorted out. He’s doing well in the police force, his girlfriend is having a baby, and they have just moved into a house, next door to Marc’s parents. He is happy (or he thinks he is) and everything is going well for him. He meets Kay at a training camp and the two men become attracted to each other. Though Marc tries hard to fight his feelings, he later starts a relationship with Kay and subsequently finds his life spiralling out of control. I suppose the basic storyline has a certain resemblance to Brokeback Mountain, but there the similarities end. Whereas in Brokeback much of the romance is played out against the magnificent scenery of Wyoming, this relationship is much more claustrophobic, harder to hide as so much of their life is in plain view; not much chance for the men to get away from their colleagues and Marc’s family. Ultimately the movie is not just about Marc’s coming to terms with his homosexuality, it is more about whether he will allow himself the freedom to walk away from the life that has been set out for him by his parents, his colleagues and his girlfriend. Marc finds it impossible to choose between Bettina and Kay because he can’t decide between the two lives they represent, between comfortable domesticity on the one hand, and freedom, with all the danger and unpredictability that suggests, on the other. Ultimately that choice is made for him, and though we do not know how life will pan out for Marc, there is a suggestion that he will eventually break free. With superb performances from the two central actors, Hanno Koffler as Marc and Max Riemelt as Kay, not to mention Katharina Schuttler as Marc’s girlfriend Bettina, it is an engaging and involving movie, beautifully filmed and subtly played out. Lacant directs with a sure hand which is honest and true. Recommended.