Nessun titolo diapositiva - "PARTHENOPE"

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Nessun titolo diapositiva - "PARTHENOPE"
Contenuti del corso
• I PARTE - Scelte Strategiche
Delocalizzazione
Ricentraggio
Nuovi Paesi
Nuove
Professionalità
Competitività
Mercati
contendibili
Abbandono ipotesi
autosufficienza
1
Quali Strategie?
Vincoli
Opportunità
Conoscenze
Vantaggi
firm specific
Cultura Contesti
Modalità di ingresso
2
Rischi
Non Conoscenza
Inerzia - Miopia
Sottovalutazione rischi
Opportunità
di Outsourcing
Internazionalizzazione Coordinamento
Gestione J.V.
3
• II PARTE - Scelte Organizzative
Â
Modelli di scelta per
Esternalizzazione/Outsourcing
Spin Off
Â
Problemi di Coordinamento
Processi di Apprendimento
4
Testo consigliato
A. Calvelli - Scelte d’impresa e mercati
internazionali,
Giappichelli, torino, 1998
Capitoli: 1, 2, 3, 4, 5, 6.
5
Strategie - Teorie e Paradigmi
Direzione (Cosa?)
Vettore di crescita Verso (Sviluppo+/-)
Intensità (Livelli dei Target)
Modalità
Come?
Forme Organizzative
Allocazione Risorse
Esistenza Processo Circolare Strategie/Modalità6
Filoni di studio
Industrial Organization
Internalization Theory - Reading School
Mercati Interni
Imperfezioni Mercati
Esterni (Distorsioni Prezzi)
Processo sequenziale di accumulo conoscenze
Limite: Costi > Benefici
Teoria Istituzionalista di Coase
7
Williamson
Ricerca efficienza
Gerarchia Â
Â
Â
Â
Â
Economizing
Mercato
Razionalità Limitata
Atmosfera
Asimmetria Informativa
Piccoli Numeri
Opportunismo
8
Porter - Anni ‘80
Strategie Competitive
Schendel e Hofer
 Impresa-Mercato
Impresa - Ambiente
 Allargamento Conoscenze
Riduzione
Incertezza
 Maggiore Distanza
Maggiori Conoscenze
9
Pensiero Strategico ‘50-’70
 Bain
Struttura - Performance
Struttura = Dimensione tecnico-economica
relativamente stabile
Barriere - Concorrenza - Elasticità Domanda
 Vernon
CVP Scelta Ottimale di
Allocazione Produttiva
Critiche : Imitatori (Strategia delle risorse)
Appropriazione vantaggi Firm Specific
10
Penrose - fine anni ‘50
Risorse
Servizi da utilizzare pienamente
(concetto implicito: conoscenze)
possedute
acquisibili
Spinta all’espansione
servizi inutilizzati
Internazionalizzazione? Diversificazione
“connessa al mercato”
Aree di specializzazione: Base produttiva
Area di mercato ??? 11
Strategie
prodotto/mercato
Missioni
Penetrazione del
Attuali
mercato
Nuove
Sviluppo del
mercato
Attuali
Sviluppo del
prodotto
Strategie di sviluppo
internazionale
Diversificazione
Prodotti
Nuovi
Nuove Missioni/Prodotti
Clienti stesso tipo
Diversificazione Orizzontale
Clienti di tipo analogo
Diversificazione Concentrica
Stessa Missione/Nuovi prodotti
Sviluppo del prodotto
12
Rumelt - 1974
Strategie di diversificazione
Strategie di internazionalizzazione
Vantaggi della Diversificazione Internazionale
(International Diversification Theory)
Entrata in nuovi mercati
Nuove
Integrazioni
competenze
Collaborazioni
manageriali
13
Globalizzazione: Nuovo paradigma
Dell’internazionalizzazione oppure
nuovo modo di organizzare le risorse?
Assenza di un modello concettuale: ambiguità!
Ohmae (1989)
Porter (1987)
contro:
Strategie di portafoglio
Dumping
Ipotesi di convergenza
Piramidi di cash flow
Ibridi organizzativi
14
Principio di
equidistanza
Contro:
Valutazione
neutrale
Assenza privilegi e
condizionamenti
il rifiuto delle diversità
imposizione comportamenti “familiari”
Esistono: il prodotto universale
il consumatore universale
?
Contestualità della conoscenza
Marketing
Prodotto Universale
15
Globalizzazione = Controllo tecnologia e
(Hamel-Prahalad- 1985) distribuzione?
Ottica sulle relazioni
Marketing standardizzato? Non è sufficiente per
avere successo in Giappone!
Processo di assimilazione dei comportamenti locali
Operatore interno
(Specie per i prodotti di prima necessità)
Conoscenza Cultura dei contesti
16
Uno stesso prodotto standardizzato e accettato
universalmente può soddisfare bisogni diversi!
Il Principio dell’equidistanza
è valido
assimilazione diversità (neutralità)
la cultura “filtra” i comportamenti da importare
va rivisitato nella conclusione
compromesso tra standardizzazione e personalizzazione
Globalizzazione
enfasi sul marketing
17
Coordinamento
Alto
Basso
I.D. E.
Globale
Coordinato
Strategie internazionali
nei settori globali
Multidomestica
Esportazione
con MKT decentrato
Decentramento Concentrazione
Configurazione
Enfasi sui meccanismi strutturali
Delega di autonomia
18
Strategie delle imprese nei settori
globali (Porter, 1987)
Matrice Configurazione/Coordinamento
Trade-off:
• Concentrazione
Economie di scala statiche e dinamiche
• Decentramento
Economie di costi logistici e vantaggi country specific
• Coordinamento alto (maggiori costi)
• Coordinamento basso
Queste argomentazioni attengono maggiormente alla
“Sfera organizzativa”
19
Emerge un’ottica relazionale
Visione sistemica dell’impresa
Relazioni
Dirette
Indirette
Tutte le imprese possono considerarsi
internazionalizzate
20
Porter: Diamante della competizione
Ottica sulla globalizzazione di un Paese
1. Rivalità delle imprese
2. Livello della sofisticazione della domanda
3. Presenza di servizi di supporto e fornitori
4. Presenza di dotazioni specifiche
¾
¾
¾
¾
-
?
Governo ?
Cultura ?
Quale aiuto ai policy makers ?
Esiste una stretta connessione
imprese -paese di origine ?
21
Pensare globale = Ubiquità del vantaggio
competitivo (Organizzazione)
Capacità strategiche dei managers
Delocalizzazioni produttive
Vantaggi firm-specific
Outsourcing
Vantaggi di localizzazione
Paesi con competenze Country-specific
Prodotto universale
Universalità dei
componenti
22
Patrimonio cumulato
a somma
+
0/-
Diversificazione
concentrica
 conglomerale
Â
Riconversione
Espansione
Riposizionamento
strategico dell’impresa
Ricentraggio
Discontinuo
Continuo
Sviluppo competenze
La diversificazione comprende l’integrazione
Internazionalizzazione per integrazione
Riconversione = Turnarounds ?
23
Il circolo virtuoso conoscenze/strategie
Trampolino di lancio per nuovi business (Itami)
Conoscenze
possedute
Modifiche del patrimonio
cumulato delle conoscenze
Strategie
Apprendimento
Scuola di Uppsala
Export
Apprendimento
Internazionalizzazione per fasi
Licenze
percorso lento
I.D.E.
Trasferimento
conoscenze
da Paese a Paese
24
Paradigmi tecnologici (Dosi)
Traiettoria
tecnologica
Direzione da seguire nel processo di
di cambiamento tecnologico
Mercati psicologicamente lontani
Nuovi prodotti
Stessa incertezza
Frontiera tecnologica
Innovazioni
Nuova Frontiera
di partenza
Apprendimento tecnologico
Innovazione
Irreversibilità delle scelte
Risorse impegnate
Specificità risorse25
Internazionalizzazione per diversificazione
Nuovi contesti
instabili e incerti
Attuazione incrementale della
strategia
Profitti più stabili
Cluster Paesi omogenei
Il possesso di ownership advantage (controllo diretto)
 Migliore posizionamento in ambiti non familiari”
 Migliori performance in cluster omogenei
Vicinanza culturale
Vicinanza fisica
Standardizzazione attività
Economie di scala e di scopo
26
Pericoli dell’internazionalizzazione per diversificazione
ÂMaggiori
distanze
Maggiori incertezze
z Scopi opportunistici
z Ottica di breve
 Diversificazione
Minore rischio finanziario
Maggiore rischio da non conoscenza
 Distorsione delle risorse dalle attività consolidate
 Aumento del numero delle eccezioni
Condizionamento allo sviluppo delle routine
 Innesto culturale esterno
Conflitti interorganizzativi
27
Incrementalismo spinto
 Diseconomie di coordinamento
 Distorsione nell’allocazione delle risorse
 Non riproducibilità degli skill manageriali
 Fallimento del business complessivo
28
Strategie di ricentraggio: dalla fine degli anni ‘80
 Determinante
Incrementalismo spinto
 Attuazione mediante Processi di
Break up
Spin off
Contro l’ipotesi che tali strategie fossero una
prerogativa delle imprese minori
‰ Si tagliano i “rami secchi”
‰ Le attività non correlate alle attività “core”
29
Casi di ricentraggio
 Break up dell’AT&T (1993):
Servizi di telecomunicazione
Divisioni
Apparecchi per telecomunicazione
Informatica
1996: Società NCR e Lucent
 Kodak (1993)
Divisione di chimica
Eastman Chemical
Riduzione flusso dal 100%
30
al 10%
Asset Swap
Internazionalizzazione per ricentraggio
Acrilici
Mercato
core
Europa
ICI (UK)
DUPONT
Nylon
Mercato
core
Nord
America
31
Ricentraggio PHILIPS
1991 : Â Philips informatica alla Digital
 J.V. alla Wirpool International
 Macchine per radiografie dentarie alla
Gendex (strategia di nicchia globale)
1994
Philips
Aeg Illuminazione
Rightsizing
Daimler
Settore automobilistico
Settore microelettronico
32
Connotati della moderna specializzazione
Teorie classiche e neoclassiche ?
Differenze di costo della produzione
A) Globalizzazione
coordinamento
Conglomerali americane
 ricerca di interrelazione tra competenze
 eliminazione attività senza vantaggi assoluti di
costo (competenze firm specific)
Imprese europee
Nicchie specialistiche dal lato della domanda
33
B) Maggiore penetrabilità dei settori
Nuove tecnologie trasversali
Comportamenti di difesa (anche in settori H.T.)
Ricerca di efficienza
Specializzazioni
 Prodotto
 Fasi di lavorazione
Interdipendenza
 Sistemi di subforniture
 Sistemi di sub-contracting
 Attività della catena del valore
34
Determinanti tradizionali dell’internazionalizzazione
Anni ‘70
Percorso obbligato (Chandler)
Determinanti:
 Debole connessione sistemica in USA
Rivalità oligopolistica
 Costo del lavoro più contenuto all’estero
 Rivalutazioni del dollaro
Calo domanda estera
IDE (Minori esborsi finanziari)
 Limitatezza competenze tecnologiche
disponibili nel mercato domestico
35
Determinanti tradizionali: ottica di portafoglio
 Enfasi sull’ottica di portafoglio
Mantenimento tasso di crescita
Vantaggi:
 Immagine
 Potere dei managers
 Profitti (TIR) (attività ad elevata intensità di
informazione)
Limiti:
 Finanziamento autoprodotto
 Vantaggi di natura solo finanziaria
36
Determinanti tradizionali
 Posizione debole sul mercato locale
 Fase di maturità del CVP
 Elevato potere dei clienti
 Elevato potere dei fornitori
 Utilizzo risorse inutilizzate
Vantaggio monopolistico
37
Determinanti nell’ottica moderna (in settori sempre
più contendibili)
 Occorre riempire “vuoti di offerta” (D > O)
 Opportunità non colte da imprese USA
 Attività “DOG” dismesse
Vantaggi di conoscenza acquisiti dalle imprese
giapponesi
 Apertura di “Finestre cognitive”
 Strategie di anticipo
38
Vantaggi
 Crescita apprendimento
 Diretto
Joint venture
 Mediato da terzi
Maggiori conoscenze
Scambi relazionali
Processo autopropulsivo generazione conoscenze
Se:
Sviluppo
Direzione
Sviluppo
Conoscenze
Verso
internazionale
Nuovo modo del competere del management39
Sfide dell’attuale economia
 Concorrenza più intensa e con confini meno
definiti
 Domanda variabile
Maggiore complessità
 Fornitori non più attrattivi
 Concorrenza di prodotti sostitutivi
 Difficoltà a seguire le innovazioni
 Minore efficienza
 Asimmetrie culturali
Difficoltà trattative
In conclusione: maggiori rischi (Child)
- da domanda
- da innovazione
40
- da inefficienza
Cultura dei contesti
Ottica degli economisti
Flussi import/export
Ottica degli aziendalisti
Differenze culturali
Gestione interazioni
 Primi
anni ‘90’
Ipotesi di convergenza
Compatibilità culturali
 Alleanze
Shock culturale
Effetti negativi sulle performance
41
Cultura: quale concetto?
 Insieme
di patterns di comportamento
trasmessi attraverso artefatti (Kroeber)
 Programmazione
(Hofstede)
mentale collettiva
Melting Pot (importanza educazione)
 Valori
Siehl)
condivisi dalla maggioranza (MartinControcultura - Sottocultura
42
Â
Insieme di assunti sviluppati per
l’adattamento esterno e l’integrazione interna
(Schein)
Â
Valori, miti, eroi, riti
Cultura come un iceberg
Punta
Parte nascosta
Â
artefatti
determinanti
Ciò che resta dopo che si è dimenticato
tutto (Herriot)
43
Compito del manager?
ÂComprendere le differenze culturali dei
diversi contesti
ÂCercare il trade-off tra:
z Valori universali
z Individualismo
z Particolarismi locali
z Collettivismo
Cross Cultural Management
Cross Cultural Resarch
Cross National Research
44
Come si può studiare la cultura dei
diversi contesti?
Metafore
America
Football (squadra, agonismo)
Germania
Orchestra sinfonica (ordine,
leader)
Giappone
Italia
Giardino (Gruppo, armonia)
Opera
45
Metafore di Trompenaars
Uguaglianza
Missile
teleguidato
Incubatrice
Sistemi olistici:
Paesi nordici
Usa, UK
Famiglia
Gerarchia
Giappone
Italia, Spagna
Torre Eiffel
Germania Austria,
Paesi bassi, Danimarca
Singolo
Gruppo
Orientamento
46
Risultati delle ricerche di Hofstede
(1967-1973 - 40 consociate IBM)
 Ricerca di Hofstede
‰Controllo dell’incertezza
Debole
Accettazione rischi, tolleranza
(USA)
Forte
Ricerca delle verità assolute
(Giappone, Paesi latini)
‰Distanza gerarchica
Accettazione potere e sua ineguale distribuzione
Forte
Africa nera (stabilità classe media)
Debole
Germania, Usa (chiusura classe
dominante)
47
 Individualismo/Collettivismo
Livello di interazione
 Mascolinità
Decisioni del singolo
Usa, Italia, Germania
Femminilità
o
del Gruppo
Paesi nordici
Orario di lavoro o aumento di salario?
L’impresa può interferire nella vita privata?
48
Risultati delle ricerche di Trompenaars
(Approccio cultura/strategia - compromesso strategico)
Â
Universalismo/Particolarismo
Universalismo (Norvegia)
Adeguamento alle norme e regole astratte
Rigidità
Particolarismo (Ottica contingente – Corea)
Occasione per non seguire le norme
Difficoltà di coordinamento
49
Patologie “locali”
ÂIndividualismo
(Nigeria)
 Emotività
(Iran, Italia)
Italia
Collettivismo
( Messico)
Neutralità
(Corea)
 Specificità
Diffusione
Visione atomistica
Visione Olistica
Convivenza culture diverse
(Svezia, Italia)
(Cile???)
50
Separazione lavoro e vita privata
Orientamento:
 Al risultato
(Usa)
All’attribuzione
Italia
 Al passato
Egitto???
Al futuro
Usa: nessuna importanza al passato
Francia: massima importanza
 Controllo interno
Controllo esterno
Subordinazione forze esterne
Individuo natura
Imprese ambiente
(Usa, Italia )
(Egitto)
51
Cross National Research
Ipotesi implicita:
Il funzionamento delle organizzazioni è
correlato alla cultura del contesto
Gli studi hanno collegato il Modello di
Hofstede con il “diamante” porteriano:
Controllo incertezza
Apertura
Collettivismo
Interazione
Vantaggio competitivo delle Nazioni
Vantaggio giapponese
52
Avversione al rischio = Deterrente allo sviluppo
Cultura nazionale e cultura d’impresa:
interazioni?
Concetto base: L’impresa è un sistema aperto
Hofstede:
Dominanza cultura nazionale
Hickson:
Dominanza logica industriale
Adler:
Dominanza cultura paesi-origine
degli espatriati
L’impresa crea la sua cultura in simbiosi con il
contesto ambientale
Coalizione dominante (interna)
Ambiente 53
Si abbandona così l’assunto:
One size fits all
Fine etnocentrismo spinto delle imprese
americane ’50-’60
Esistenza di un neo-localismo:
l’impresa si appropria delle risorse
immateriali country-specific solo attraverso
un processo di interazione con il contesto
Forma di radicamento
54
Joint venture: dialogo o conflitto?
J.V.
Ricerca equilibrio tra asimmetrie culturali
Paradosso
Fallimento J.V. (shock)
Diversità culturali
Premessa per il cambiamento
(innesti esterni)
Ma i cambiamenti possono essere imposti?
55
Come si può cambiare la cultura
delle organizzazioni?
NON
COSì!
• Il cambiamento è più difficile se attuato in
modo impositivo oppure attraverso innesti
esterni
• Il cambiamento non può essere rivoluzionario,
richiedono un tempo di assimilazione
• Il cambiamento culturale può avvenire alla
Lakatos: senza mistificazioni né falsificazioni
Ibridazioni successive
56
Caratteristiche di alcuni contesti culturalmente
omogenei
Giappone
Cultura Confuciana/Scintoista
Fiducia
Barriera all’ingresso
La collaborazione rende gli attori più forti
57
Dinamismo confuciano
‰ Orientamento al futuro
‰ Principi di:
ÂPerseveranza
 Parsimonia
 Senso di pudore
 Scala di priorità dei legami
Il collettivismo non spontaneo porta a:
 Burocrazia
 Rigidità gestionale
58
 Conformismo
Scambi relazionali di conoscenze
Â
Visione olistica: Concertazione collettiva (Ringi)
Â
Ottica di lungo periodo
Â
Informalità dei legami
Keiretsu
Azionariato
concentrato
Fiducia
Stabilità partnerhip
Â
Contestualizzazione
Impiego a vita ?
Â
Il MITI favorisce le alleanze
Accordi: Fujtsu-Hitachi; Nec-Toshiba
59
Fino alla prima metà ’60
ƒ Autorizzazioni all’I.D.E.
ƒ Liberalizzazione degli investimenti nelle yen
Companies (capitali esteri convertiti)
Dal 1964, dalla convertibilità dello yen
ƒ Inizio processo cognitivo
ƒ Elevato spirito di adattamento all’ambiente
ƒ Concorrenza tra Keiretsu
60
Ottica di lungo periodo
Caso: Centro ricerca Hitachi a Dublino
Fiducia
Calzaturificio Moda Europa
(rinuncia lettera di credito irrev. e conferm.)
Joint Venture Maddalena – Toshiba
(riduzione n. fornitori da 13 a 3)
Una via di ingresso in Giappone è quella
transitiva
Caso: Russo – Okura (Buyer)
61
Paesi anglosassoni
Etica Protestante - esaltazione del singolo
Scissione proprietà/controllo (Impresa manageriale)
Imprese fortemente etnocentriche
contrarie alle alleanze
Visione atomistica
acquisizioni
Lavoratore come merce
Opportunismo
Individualismo
Caso: Pfizer -Taito
62
Â
Ottica contingente
Tirannia dei contabili
Instabilità delle relazioni
Casi: J. V. Comco (Svizzera) – Martech (Usa)
Pasta vitaminizzata Russo
63
Europa
Esiste un modello europeo?
Politiche nazionali difensive
Legislazioni non uniformi
Germania
U.K.
e L’Italia?
Alleanze
Giappone
USA
Tante Italie
Perdita parziale del controllo
64
Modello tedesco
Fattore aggregante
Orientamento alla qualità tecnica
Supporto: Agenzie Tecnologiche Regionali
(agevolazioni finanziarie,consulenza)
Es: La figura del “maestro” nella Volkswagen
Casi di successo/insuccesso:
‰
‰
‰
GEOX in J. V. con Freudenberg
Fallimento accordo AIRBAC e A&S
Fallimento J. V. Siemens – Allis Chalmers 65
Conclusione
Individualismo
Opportunismo
Collaborazioni più facili
Collettivismo da clan interno
individualismo nei rapporti internazionali
1) Gli impatriati collettivisti diventano
individualisti
2) I “percepiti” diversi non vengono accettati
facilmente
66
PRIMA CHIAVE DI LETTURA
Accettazione
delle diversità
Contesti
multiculturali
Pluralismo
delle idee
Contesti
pluriculturali
Categorizzazione
Contesti
monolitici
Conflitto
Confronto tra culture
Dialogo
67
SECONDA CHIAVE DI LETTURA
Tipologia di
contesti
Contesti
multiculturali
Relazioni instabili
(facili da avviare)
Contesti
pluriculturali
Contesti
monolitici
Relazioni stabili
(difficili da avviare)
Relazioni
opportunistiche
Relazioni
forzate
Chiusura alla
collaborazione
Individualismo
Collettivismo
Spirito di appartenenza al gruppo 68
Approccio evoluzionistico
Bilkey-Tesar
Cavusgil
Czinkota
1. Sviluppo nel mercato domestico
2. Nascita di un interesse parziale
export spot e assunzione informazioni
3. Esplorazione su basi limitate nei mercati
psicologicamente vicini
4. Coinvolgimento più attivo
export sistematico diretto
5. Impresa esportatrice esperta
6. Consolidamento export
69
Crescita coinvolgimento manageriale
Apprendimento da esperienza
RUGMAN – focalizzazione sul controllo
1) Sviluppo parabolico
2) Sviluppo esponenziale
I.D.E
Maturità
I.D.E
produttivi
Licenze
Export
Export
Licenze
I.D.E.
completo
J.V.
I.D.E
vendita
Costi-opportunità
70
REID- Approccio basato sulla capacità di governo
dell’incertezza
Crescente base informativa
1. Consapevolezza e Intenzione
nascita bisogni e aspettative
visione strategica
2. Sperimentazione e Valutazione
azione pilota
progettazione
3. Accettazione/ rifiuto
accettazione rischio ed incertezza
71
Learning da esperienza
learning from analysis
Progettazione Consapevole:
A priori
valutazione dei limiti delle azioni
A posteriori
valutazione degli errori
• Teoria dell’apprendimento organizzativo
(Argyris) che si realizza allorquando non si
scopre un nuovo problema, ma si inventa una
soluzione che viene applicata
risorse
informative
72
Reid
Trial and error (particolare)
Error detection and correction in theories in use
Learning to learn
(Capacità di trarre delle lezioni dagli errori)
L’apprendimento da errori eleva le competenze
manageriali
L’internazionalizzazione diventa un processo
organizzativo intenzionale
73
CHANG e SINGH-CHANG
Capability-based theory
diversificazione
1. Azione pilota progettata e valutata a priori nei
mercati vicini a quelli “familiari”
2. fattori di successo/ competenze possedute.
3. Competenze?
Continuazione/ recesso
4. Sperimentazione nei mercati “distanti”
74
QUALI DISTORSIONI?
1) FASI??
COLLABORAZIONE?
( SI BY-PASSANO LE FASI)
2) GLOBALIZZAZIONE
(INTERAZIONE DEI MERCATI)
FATTORI CONTINGENTI =
ADATTAMENTO OPPORTUNITA ’
75
Determinanti delle nuove “vie” di sviluppo
Soggetto Paese
Sviluppo I.D.E.
Controllo
Competizione
Globalizzazione
Soggetto Impresa
Minore valenza CVP
e Gap tecnologico
Apprendimento
Collaborazione
Fasi?
Interazione tra Paesi
Internazionalizzazione
Riduzione rischi
entropici
76
Optando tra le diverse opzioni strategiche,
l’impresa può porre in essere:
Relazioni concorrenziali
Relazioni collaborative
Sviluppo interno
Sviluppo esterno
Asimmetriche
Sinergiche
77
TIPOLOGIE
CONCORRENZIALI
I.D.E.
maggiorita
rio
Integrazione
a
monte
Non trade
Integrazione
a
valle
Esportazione:
- diretta
- indiretta
trade
TIPOLOGIE
COLLABORATIVE
Alleanze
strategiche:
- mktg
- vendita
- assistenza
Alleanze
strategiche:
- tecnologiche
- produttive
- di R& S
Countertrade
Contratti di
fornitura
Cessione di:
- know-how
- brevetti
- licenze
trade
Aumento della complessità
Non trade
78
Esportazione
Piccole imprese
Dominanza mercato domestico
Non conoscenza
Ottica spot
Esportazione indiretta
Rischi e costi modesti
Intermediari:
 Buyer e Imprese Import/Export
 Trading Company
 Consorzi all’esportazione
79
Medio-Grandi imprese:
quali fattori influenzano la scelta tra
export diretto e indiretto?
ÂInterni ed esterni al mercato-obiettivo
ÂObiettivi strategici prefissati (Consolidamento
immagine)
ÂRisorse e conoscenze del mercato
ÂPosizionamento strategico del prodotto (caratteristiche
della concorrenza)
ÂTipologia del prodotto (Prodotti di specialità, prodotti
problematici) e prezzo di vendita
ÂOpportunità e minacce (Struttura distributiva) Servizi
post-vendita
80
Integrazione: acquisizioni e fusioni
Maggiori conoscenze: produttive e/o di
di mercato
Teoria economica
Costi transazionali
Controllo mercato materie prime
Economizing
Controllo mercati di sbocco
Poiché i meccanismi del mercato portavano a:
- Obiettivi non sempre ottimizzabili
- Assenza di un trasferimento delle conoscenze
Crescita delle multinazionali
81
Quali teorie?
‰Internationalization theory
‰Teoria del potere = maggiori profitti
‰Ruolo dominante del mercato in
continua espansione (Chandler)
82
Attuali tendenze
Sfruttamento differenti vantaggi comparati
distribuzione attività della catena
costi di coordinamento - opportunità locali
Generazione esclusivi vantaggi competitivi
Presenza sui learning market
Apertura finestre cognitive
83
Problemi delle Collaborazioni
Omogeneizzazione delle culture (PMI?)
Accettazione delle diversità
Servizi informativi (alla Porter)
Diffusione delle conoscenze
Aree fertili per la circolazione delle conoscenze e
del know how
84
Collaborazione “non trade”: brevetti
Determinante: difesa dalle imitazioni
(per produzione, uso e commercializzazione)
Invenzioni di perfezionamento?
Il brevetto è un diritto temporale e spaziale
o Convenzione di Parigi
o Semplificazioni per il brevetto europeo
85
Countertrade: determinanti
dell’esportatore primario
‰ Problemi finanziari e valutari del
cliente estero
‰ Ragioni di mercato
‰ Ragioni di natura logistica (in entrata
e in uscita)
‰ Materie prime contro prodotti finiti
‰ Superamento barriere all’ingresso
86
Per il cliente estero:
‰ Superamento di accordi internazionali
sul prezzo
‰ Superamento di controlli sugli scambi
A livello macro: i countertrade sono un
ostacolo allo sviluppo degli scambi
internazionali?
87
LA COMPENSAZIONE
MERCI DI A
(valore)
ESPORTATORE
PRIMARIO
Hard
curreny
(-P)
CONTRATTO
TRADING COMPANY
Soft currency
CLIENTE
ESTERO
MERCI DI B
(controvalore)
Soft currency
TRUSTEE BANK
88
Esempi di compensazione
 Partial Compensation Brasile – Irak fine ’80 - (Volkswagen contro petrolio per il 50%)
 Full compensation USA – Polonia (fine ’90)
(aerei McDonnel Douglas contro carne in scatola)
 Full compensation USA – Arabia Saudita
(fine ’90)
(Boeing 747 contro barili di petrolio scontati del 10%)
89
Clearing Agreements
PAESE A
ACCORDO
LISTA
VALUTA
LOCALE DI A
PAESE B
LISTA
DI B
Paese A
VALUTA
LOCALE
Paese B
MERCI DELLA
ESPORTATORE LISTA di A
IMPORTATORE
Paese A
Paese B
Esportatore
Importatore
MERCI DELLA
Paese B
Paese A
LISTA di B
90
SWITCH TRA EQUADOR E ROMANIA
CREDITO NON COMPENSATO
ECUADOR
ACCORDI BILATERALI
ROMANIA
TRUSTEE BANK
VALUTA DI
CLEARING
VALUTA DI
CLEARING
Valuta
convertibile
Valuta locale
ESPORTATORI
DI FRUTTA
FRUTTA
DAIMLER BENZ
Valuta
convertibile
Veicoli industriali
FRUTTA
TRADING
SWITCH
DEALER
OPERATORI
TEDESCHI
Valuta convertibile
91
OFFSET DELLA ERICSSON IN URUGUAY
FINANZIAMENTO DELLE IMPORTAZIONI
ERICSSON
(J.V CON PARTNER
BRASILIANO)
TELEFONINI
URUGUAY
RICHIESTA DI
OFFSET
MERCI DELL’URUGUAY
SAMUEL
MONTAGUE
COMMERCIALIZZAZIONE
DEI PRODOTTI
RESTITUZIONE
FINANZIAMENTO Trading Company Surinvest
J.V inglese-uruguayana
92
Alleanze strategiche
Second best choise?
Networking = Market creation opportunity
Modello di crescita per via esterna
Impresa flessibile
Vantaggi:
o Riduzione rischi e incertezze
o Accesso a conoscenze non possedute
o Mantenimento identità individuali
93
Le alleanze sono scelte mirate in funzione
delle:
‰ Specificità strutturali e concorrenziali
dei mercati
‰ Caratteristiche dei prodotti
‰ Dimensioni delle imprese
‰ Capacità organizzative delle imprese
‰ Consapevolezze dei managers
94
Come possono essere classificate le
alleanze?
‰ Trade e non-trade
‰ Alleanze e Joint Venture (impresa
separata)
‰ Equity e non Equity
‰ Joint Venture Corporation e
Contractual Joint Venture
95
Alcune tassonomie
Struttura delle relazioni: Sistemi e Reti
Origine
Pubblica
Protezionismo
Barriere all’entrata
Privata
Contrasto alla
concorrenza
Clearing Agreement
Ingresso nei mercati
difficili
Ricerca di migliori
posizionamenti
Competitiva
Collaborativa
Natura
96
In Italia
Basso livello di idiosincrasia che porta:
¾ Minori I. D. E.
Subcontracting a terzisti internazionali
¾ Decentramento di fasi a minor valore aggiunto
¾ Mantenimento delle fasi terminali
¾ Acquisizioni in Europa Occidentale
¾ Insiderizzazione in Nord-America
¾ J. V. e accordi contrattuali nei P. V. S.
97
Turchia: settore
Tessile/Abbigliamento
ÂUn’impresa statale di grandi dimensioni
(Sümerbank)
 Poche grandi conglomerate
 Medio-grandi imprese del tessile
 Una miriade di PMI (<10 addetti)
Lavorazione a façon
98
Fine anni ’80
Centro Regionale delle Risorse
Tessili
Per il miglioramento degli standard
Anni ’80
Politica di incentivi per il T/A
Area Franca
Tassi agevolati
Deburocratizzazione
Anni ’90
Stagnazione e inflazione estera
J. V. e delocalizzazione in Turchia di fasi
dell’abbigliamento
99
Tipologia di J. V.
Partner turco
Controllo qualità
(laboratori ai confini di Istanbul)
Presentazione collezioni
Partner estero
Istanbul
Fornitura impianti
Il “made in Italy” passa per l’Italia?
Scambi immateriali
Esportazione
competenze non appropriabili
Made in Italy
Italian Style100
Turchia:Profili imprenditoriali
1)
Dominanti (Tradizionalisti)
 PMI commerciali (Zone interne dell’Anatolia)
Forti credi religiosi
Finanziamenti dall’Arabia Saudita
e da ambienti islamici
 Grandi aziende familiari
¾
Autoritarismo e chiusura
¾
Stile paternalistico
¾
101
Controllo capitale (anche per le quotate)
2) Emergenti
maggiormente collettivisti
aperti alla collaborazione
 Grandi aggregati finanziari e
industriali
 P.M.I. inserite in un circuito di
subfornitura internazionale
102
Paesi difficili: perché?
ÂInconvertibilità della valuta
Compensazione obbligatoria C/R
 Limiti di rimpatrio
 Pericolo di una nazionalizzazione
 Economie amministrate
 Basso livello di qualificazione della
manodopera locale
 Elevato indebitamento con l’estero
103
Opportunità:
 Domanda non micronizzata e ad elevata
intensità
 Presenza dotazioni fattoriali
Costo salari nei Peco = 1/10 Occidente
 Possibilità di effettuare J.V. con
partner locali (spesso imposte dai paesi
ospiti)
 Possibilità di accedere a finanziamenti
104
dell’U.E. e del FMI
Paesi dell’Est europeo
Le J.V. sono spesso second best choice !
 Elevati rischi politici (fragili contesti
istituzionali)
 Divari interregionali: etnici, culturali e
di sviluppo economico
Ucraina 100 Russia 95
Rep. Ceca 25
 Non conoscenza dell’economia di mercato
 Retaggi del passato (psicologia egualitaria)
attitudine al dovuto e non al guadagnato
105
Ostacoli da superare
 Liberalizzazione dei prezzi
Tassi di inflazione
Scarsa propensione agli IDE
 Scarsità di valuta estera
Inconvertibilità
 Approvvigionamenti difficili e ritardi nelle
consegne
 Carenze infrastrutturali e tecnologiche
 Scarsa qualità dei semilavorati
106
Eppure, si sono registrati:
 Aumento export occidentale (’85-’93)
T/A, Meccanica leggera, Mobili
Calzature, Macchine agricole
 Incremento locale dei servizi bancari
Maggiore apertura al cambiamento
 Abbattimento privilegi e sovvenzioni tipici
della vecchia classe dirigente
Espansioni dei consumi (Ungheria)
107
Mercato russo
Transizione
passaggio obbligato a causa
di eventi esogeni
Permanenza di modelli tipici del modello
socialista
1992
Liberalizzazione prezzi al consumo
Parte dei prezzi alla produzione
Distorsione nei prezzi relativi
Rendite di posizione
Inflazione
108
Economia sommersa
Illegalità diffusa
 Le PMI familiari e le cooperative non
possono assumere personale estraneo
 Mercato non liberalizzato dei fattori
Mercato nero
 Incerta normativa monetaria e finanziaria
 Conflitti etnici, elevati poteri del
Presidente e presenza di Lobbies locali
Incongruenze del sistema (caso produttori
109
del latte)
Lenta e parziale privatizzazione
Fini: privilegiare l’azionariato dei dipendenti
per non disperdere le conoscenze
Per le PMI
(< 1000 addetti, < 50 milioni di rubli di capitale)
Fino al 1995
Privatizzazione con voucher
1) Acquisto azioni
2) Affidamento ad una Holding Company
(Fondo di Proprietà della Federazione Russa-RFPF)
……………. e, invece ????
110
Grandi Imprese
Joint Stock Companies
A) Prima alternativa
 25% gratuito ai lavoratori (+ il 10% dei ricavi
da depositare in un conto “privatizzazione”)
 10% ai lavoratori al 30% del valore nominale
(pagamento con voucher)
 5% ai manager al valore nominale
 10% del capitale è depositato in un fondo
(FARP) per ristrutturazioni (+ quote profitti)
N.B.: le azioni dei lavoratori non possono essere
111
alienate per 3 anni e le gratuite sono senza voto
B) Seconda alternativa (Insider privatisation
by sale)
 51% ai lavoratori ad un valore pari a 1,7 volte
il valore contabile delle azioni (?)
(il 50% del pagamento può essere in voucher)
 5% del capitale è depositato in un fondo
(FARP) per ristrutturazioni
112
C) Terza alternativa (imprese con più di 200
addetti, con un attivo tra 1 e 50 m. di rubli)
 20% alla pari ai lavoratori che (tempo 1 anno):
¾ si assumono l’obbligo della privatizzazione
¾ garantiscono la solvibilità dell’impresa
¾ depositano 200 mesi di salario minimo
(occorre l’approvazione dei 2/3 del collettivo)
 20% ad un prezzo = (20* salario minimo)*0,70
(con pagamento entro 3 anni)
Conclusione: Lo Stato e le antiche lobbies
113
partecipano massicciamente nelle JSC!!
Strumenti finanziari di supporto
all’ingresso in Russia
a) AIUTI DIRETTI:
• FMI
• BERS
–
–
Development Banking
Merchant Banking
• BANCA MONDIALE
b) AIUTI INDIRETTI:
• SIMEST
acquisto di partecipazioni poi trasferite;
aiuti finanziari, tecnici e organizzativi
• IFC
investment banking (sindacati di bk, aiuti,114JV)
Facilitazioni nella costituzione di JV
in Russia
• Gli investitori esteri possono detenere
partecipazioni di maggioranza
• Sono vietati gli inasprimenti di qualsiasi tipo per
le imprese costituite tra il 1990 e il 1993.
Ma esistono numerose difficoltà!!!
115
• Necessità di essere accreditati
• Non si possono acquistare beni in rubli ed
esportarli in $
• I profitti devono essere convertiti in valuta
nazionale (tasso basso)
• Gli output esportati devono essere prodotti nelle
proprie fabbriche
• I beni importati devono rispondere a necessità
della JV
• Assenza di leggi chiare sulla proprietà privata
• Asimmetrie culturali
116
Casi di ingresso in Russia
• ITALSUD
– EXPORT
EQUITY JV
COUNTERTRADE
• SANTI & CO
– IMPORT-EXPORT
INTERMEDIAZIONE E
CONSULENZA PER JV SOCIETA’ MISTA CON
LA SACMA
• PARMALAT
– JV
IDE
117
• SOGO
– 1989 RICERCA DI PRODOTTI CHIMICI
DA ESPORTARE
ACQUISIZIONE
COUNTERTRADE.
• PHILIPS
– COUNTERTRADE PRODOTTI
ELETTRONICI VS. PROGRAMMAZIONE
• DIALOGUE
– JV TRA UN IMPRENDITORE
AMERICANO E UNO SCIENZIATO
RUSSO
SVILUPPO DELLE ATTIVITA’
INFORMATICHE CON ALTRI PARTNER
– DIVERSIFICAZIONE arch.,costr.,cli.dent.118
Cina: Open Door Policy
“Un Paese, due sistemi
Apertura all’esterno
un ibrido tra:
Sistema socialista
Governo che guida lo sviluppo
Ruolo centrale dato al mercato
Il mercato guida le imprese e lo Stato
guida il mercato
Tre macroaree:
ÂCina Rossa (intorno a Pechino)
ÂCina Rosa (intorno a Shanghai)
ÂCina Bianca (Guangdong)
119
A differenza del Giappone, è’ assente in
Cina l’influenza scintoistica
Quale approccio ha seguito il modello di
sviluppo?
Neo-classico
ruolo centrale del mercato
Revisionista
ruolo centrale del governo
Misto
il governo interviene nei casi di
“fallimento del mercato”
Inizio ’90
fascia medio-alta di
consumatori
120
Le riforme hanno portato alla creazione delle:
SEZ (Special Economic Zones - sperimentali)
ETDZ (Economic and Technologic Development Zones)
Sichuan
Silicon Valley cinese!
WFO (Wholly Foreign Owned Enterprises)
Joint Stock Companies
Contractual Joint Venture
Municipalità
ZLS !!
Vincoli: contrasti tra la normativa
centrale e quella locale
121
Dal 1984 le J.V. sono le modalità preferite
dai cinesi
Normativa favorevole:
 Imposta sul reddito pari al 15%
rimborsabile se il profitto è reinvestito
 Esenzione imposte commerciali
sull’export
 Esenzione dazi sull’import di
attrezzature e di materiale da costruzione
 Libero trasferimento dei profitti
122
Difficoltà presenti prima del 1984: caso 3M
Vicolo: obbligo di investimento dei profitti
in yuan renminbi in prodotti cinesi
(contingentati) da esportare
Shamash
J.V.
3M
Profitti
Beni cinesi
Export
Obiettivo: superamento del
contingentamento
123
I cinesi privilegiano i countertrade
Presupposto: la Cina ha quasi il monopolio del
cashmere (63%) e della seta (80%)
LORO PIANA
Macchinari per la filatura
Partner cinese
Cashmere pregiato
Macchinari per egiarratura
J.V con partner cinesi(35%)
Apertura di unità commerciali a Shanghai124
Le relazioni sono essenzialmente
opportunistiche
I Comportamenti sono snervanti:
 Prolungamento artificioso dei tempi
 Continua “rimessa in discussione”
 Contrapposizioni fittizie tra concorrenti
 Lavoro tipo “impiegato statale”!
125
Caso IMAP
13-14 anni di vita (80 m.di fatturato (1997)
ÂVendite: attraverso Grossisti (70%)
Negozi diretti e Franchising (30%)
 Export 4% del fatturato
 Subfornitura di specialità
 Fornitura di materie prime ai subfornitori
 Strategia: ingresso in mercati difficili
 Selezione e monitoraggio subfornitori
 Controllo produzione/tempi
 Controllo imballaggi e spedizioni
Strategia : Riconversione
126
America Latina: Mercosur
Mercosur = Accordo commerciale
(Premessa per la creazione di
un’area integrata)
2005
Zona di libero scambio Usa SudCentro america
Retaggi: decenni di industrializzazione
“forzata”
Italia: Scarsi I.D.E. e scambi di natura
commerciale
Dotazioni fattoriali
Impianti di
assemblaggio nelle Maquilladoras messicane
127
I Paesi si presentano notevolmente
differenziati tra loro
Uruguay - Argentina
Alti livelli di
istruzione
Scarsa attenzione all’apprendimento
tecnologico
Manager stranieri
Cile : miglior rating “investment grade”
Inflazione, nel passato, galoppante
Brasile: ancoraggio al $
128
Fiat:
Vendita sotto-costo, in contanti
Investimenti in valuta locale pronto
contro-termine
Cile:
Freno agli investimenti speculativi
Investimenti <1 anno
Deposito presso la
Banca Centrale del 30% del totale
Brasile: Elevato costo del danaro
Freno agli investimenti esteri
129
DEBT EQUITY SWAP
Debito in valuta forte
Creditore
Debitore
Mediatore
Titoli
della
VALUTA
impresa LOCALE
Azioni
Valuta locale
IMPRESE
P.V.S.
Richiesta autorizzazione
BORSA
LOCALE
Titoli
della bk
BANCA
CENTRALE
130
Opportunità-Paese: Brasile
Punta di ingresso nell’area
Elevato costo del denaro= Freno all’ingresso
Incentivi fiscali:
 Esenzione imposte sul reddito
per oltre 10 anni
 Restituzione % sull’IVA
 Esenzione imposte sull’Import
 Elevato livello di scolarità e preparazione
specialistica
 Città di Rio
Capitale del software
 Sviluppo settore farmaceutico (carenza di
131
prodotti chimici di base)
Elevata domanda di vino
Germania
50% dell’Import
 Trasparenza dei prezzi
 Efficiente rete distributiva
Caso di successo:
POLTI (Vaporetto)
Intraprendenza di un ingegnere brasiliano
Socio della consociata brasiliana
132
Opportunità-Paese: Argentina
 Minori livelli inflattivi
 Inefficienza bancaria
elevato costo
del denaro
 Privatizzazione
 Eliminazione sussidi alle imprese
pubbliche
 Parità fissa con il dollaro
 Liberalizzazione commercio
 Controllo sui cambi
Fallimento trattato Italia -Argentina
133
per una relazione associativa particolare
Ostacoli:
 Asimmetrie culturali
Ostacolo alle J.V.
 Burocrazie farraginose
Strumenti non adeguati
Opportunità:
 Area franca Santafesina
 Proto-distretto a Rafaela
Sistema (alla Valdani) con al centro un
distretto industriale metalmeccanico
134
Opportunità-Paese
Paraguay
 Risorse forestali
 Energia a basso costo
 Cotone
 Vantaggi fiscali all’import di beni
strumentali
Cile
Â
Â
Â
Â
Elevato livello di terziarizzazione
Elevata domanda di edilizia abitativa
Normativa flessibile e trasparente
Minore rischio-Paese
135
Proto-distretti
Brasile: Sao Bento do Sul
Imprese integrate di medio dimensioni e
PMI nel settore del mobilificio
Elevata specializzazione del lavoro
Messico: Guadalajara e Leon
PMI del settore calzaturiero
 Cooperazione tecnologica e di subappalto
 Forte spirito di appartenenza al gruppo
136
Paesi Terzi Mediterranei
1994 : Consiglio Europeo di Corfù
1995: Conferenza di Barcellona
Rafforzamento Patti Bilaterali
Partenariato Euromediterraneo
Vincoli:
 Offerta non consistente
 Flussi migratori
 Squilibri nello sviluppo economico
 Asimmetrie culturali
 Burocrazie farraginose
137
 Politica protezionistica
fascino del
modello socialista
Ostacoli agli scambi orizzontali
 Incapacità di auto/etero-finanziamento
Opportunità:
 Area-riserva di dotazioni fattoriali
 Bacino di riferimento per il
trasferimento delle conoscenze
Sviluppo
Radicamento
Meccanismo
di accumulazione
Sviluppo endogeno
138
Opportunità-paese
 Come si presentano le aree dal punto di
vista culturale?
 Quale ottica per le J.V.?
Marocco (Tunisia)
 Esodo rurale
Fabbisogno abitativo (Infrastrutture)
Marocco
Domanda servizi di Ingegneria
(Import = 70% fabbisogno)
 Offerta di produzioni a Façon
(concorrenza Tunisia e Peco)
139
Esternalizzazione delle attività
Esternalizzazione o Outsourcing?
Inizi anni ‘80 (sub-fornitura e partnership):
A) Progresso tecnologico
Efficienza
Conoscenze specialistiche
B) Elevati costi di gestione delle
conglomerate
C) Difficile gestione della complessità
KodaK: IS
140
IBM (Outsource Provider)
Moderne economie
Globalizzazione
Networking (es: Industria/distribuzione)
Esternalizzazione di
ÂCompleti business process
 Business benefit Contracting
 Intera supply chain
Varietà delle formule imprenditoriali
Impresa: soggetto di scambi conoscitivi
Benefici: Focalizzazione sul “core”
Localismo - Impresa locale - Dimensione
141
locale/globale?
Determinanti delle scelte
Teoria classica della concorrenza:
Sistema dei prezzi
Williamson
Sistema imprese
Risorse interne (possedute o acquisibili)
Opportunismo d’impresa
Pfeffer
Opportunismo dei manager
Outsourcing
Aumento del potere
(ricompense, + quote di budget)
Teoria del potere che si esplica attraverso
le politiche
i manager assumono
decisioni che favoriscono gruppi di potere142
Attualmente, occorre valutare l’impatto
delle scelte
‹sulla strategia
‹ sulla catena del valore
(in un’ottica dinamica)
Le argomentazioni di Williamson sono
smentite dalle ricerche empiriche
ÂLe imprese armatoriali esternalizzano il
trasporto, internalizzato da imprese
manifatturiere
 Le PMI esternalizzano attività elementari
 Presenza di casi di internalizzazione in
143
situazioni di elevata incertezza
Il portafoglio delle relazioni indotte
dalle scelte di esternalizzazione
Alta
Rilevanza
strategica
Bassa
Relazioni
gerarchiche
Quasimercato
Bassa
Quasigerarchia
Relazioni
contrattuali
Alta
Incidenza costi
netti finanziari
144
Scelte delle Corporate
ÂImpatto finanziario della consociata sulle
attività a livello Corporate
 Opportunità locali da cogliere
 Posizione competitiva della consociata
 Costi di compromesso e di coordinamento
 Aumento/diminuzione delle conoscenze
 Vantaggi competitivi della consociata in
termini di concorrenza allargata
145
SPIN Off
Gli Spin off permettono una più accelerata
trasmissione delle conoscenze
Superamento fase di start-up
Scambi
relazionali
tra gli attori
Stabili
Instabili o
assenti
Commerciali
Autonomi
Guidati
Competitivi
Bassa
Alta
146
Contiguità tecnologica/commerciale
Spin off: caso FAG Italia S.p.A
Vantaggio competitivo:
Customer satisfaction
Qualità, immagine, puntualità consegne
Concorrente: SKF (Svezia)
SKF: internalizzazione della logistica(Belgio)
Stabilimenti produttivi/commerciali in Italia
Fag: ridimensionamento (spin off)
partnership con 100 distributori-rivenditori
Determinanti: Filiali disincentivate
147
Costi fissi elevati
Obiettivi:
 Minor livello di rigidità strutturale
 Aumento dell’efficienza interna
Sistema distributivo attuale:
 Commercializzazione diretta (50% fatturato)
 Distributori all’ingrosso
 1 Distributore specialista (DMC- nata via
Spin off guidato) legato alla FAG da un
contratto di agenzia
Pregressa condivisione di obiettivi e
linguaggi
148
Esperienze europee
Spin off supportati dallo Stato
 British Coal Enterprise, BIC
 Francia: congedo non retribuito per 12
mesi+2 per lo start-up di un business
individuale
Caso: HP France e Cea
HP: oltre 3 anni di congedo per lo
sviluppo delle tecnologie
Cea: finanziamento (3 mesi di
stipendio)
 HP France: 1% degli addetti in MKT,
149
distributori e sub-fornitori
Coordinamento intra-organizzativo
Effetti della globalizzazione
Affievolimento dei confini della concorrenza
Minore ruolo del milieu locale nella
riduzione dell’incertezza
Sviluppo del ruolo delle consociate come
“connettori”
Scelta localizzativa
conoscenze
context specific
loro diffusione in
altri contesti
coordinamento 150
L’ottica sistemica: Thompson – Orton e Weick
A.L’impresa è un sistema chiuso in cerca
di certezza
gestioni razionali
B.L’impresa è un sistema aperto in attesa
dell’incerto
processi spontanei
e irrazionali
A)Nucleo tecnologico
Mediatore
livello manageriale
B)Livello istituzionale
Interpretazione dialettica dei sistemi
Sistema debolmente connesso
151
Con il passaggio dalla monounità alla
rete
1. Il vertice deve allontanarsi dal controllo
gerarchico-autoritario
2. Occorre delegare funzioni e decisioni
Aumento del potere dei manager locali
ÂDimensioni del paese estero
 Relazioni con gli attori locali
Simmetrie culturali
DRUCKER:
La multinazionale è una federazione di
152
eguali a gestione centrale e flessibile
E’ debole il legame tra proprietà e
controllo
conflitti centro-periferia
DRUCKER:
Occorre guidare piuttosto che
dirigere
La struttura a rete facilita questo
compito
SE:
Dal controllo dei risultati perseguiti si
passa al coordinamento delle azioni
strategiche e operative
153
Configurazioni sistemiche
Connessione
Le parti sono legate con determinatezza
Debole
I cambiamenti sono spontanei, indipendenti e
indeterminati
Sistemi
Distinguibilità Reattività
Strettamente connesso
Assenza
Presenza
Debolmente connesso
Presenza
Presenza
Sconnesso
Presenza
Assenza
Non connesso
Assenza
Assenza
154
I sistemi debolmente connessi sono:
Resistenti alla pianificazione
adattivi e creativi localmente
Maggiormente stressanti
motivanti per gli attori
Variabili in contesti frammentati
(Stretta connessione =paralisi del sistema)
Richiedono: un orientamento ai risultati
una forte coesione all’interno di un’unità
Si evidenzia maggiori complessità nelle
reti inter-organizzative (logica di team)155
Meccanismi di coordinamento
I
meccanismi
di
variano al variare:
coordinamento
 Della natura delle relazioni sistemiche
 Dei legami di interdipendenza interpartes
Apprendimento da cooperazione
(condivisione consapevole delle risorse)
Maggiore se più elevata è la componente
codificabile e non tacita della conoscenza
Quale tipologia di meccanismi?
156
Meccanismi alla Thompson
1) Interdipendenza per accumulazione
Coordinamento per routine
(Attività stabili, ricorrenti e in numero limitato)
Vantaggi: minori costi
Pericoli: Effetto “alone” negativo
2) Interdipendenza sequenziale
Coordinamento per programma
Vantaggi: maggiore flessibilità
Pericoli: sconnessione per assenza di
controllo dei nodi strategici
157
3) Interdipendenza reciproca
grado di contingenza)
(maggior
Coordinamento per mutuo aggiustamento
(continuo flusso di informazioni)
Nei sistemi debolmente connessi esiste
una consonanza tra interdipendenza e
meccanismi di coordinamento
I
fattori
che
spingono
verso
la
globalizzazione portano a più costosi
158
meccanismi di coordinamento
Quale tipologia di apprendimento?
Crescita dell’apprendimento
Innovazioni migliorative
Se le informazioni si trasformano in
conoscenze
L’impresa diventa un sistema di antenne
Occorre sviluppare una metodologia
dell’apprendimento
159
A) Learning by doing (enfasi sulle routine)
‹ Non coglie le eccedenze
‹ Si sedimenta negli schemi mentali
‹ Non riproducibilità
‹ Non coglie i cambiamenti
‹ Assenza di un confronto con l’esterno
Assenza di una rivisitazione critica
Nelle reti intra e inter-organizzative
Il learning by doing può portare alla
sconnessione del sistema
160
B) Apprendimento a ciclo semplice
Si cerca di individuare gli errori e di
correggerli a posteriori
‹ Risposta agli stimoli (interni ed esterni)
‹ Si mantiene inalterata la struttura di
riferimento
impresa adattiva
Learning from action (Ketelhöhn)
Circuito chiuso di crescita del sapere
Patrimonio cumulato
Nuove ipotesi di
comportamento da testare nella
pratica
Feed back
161
Crescita tendenziale
Effetti:
‹ Non si esalta la creatività né la
propensione al rischio
‹ Il processo è autopoietico
‹ I comportamenti sono routinizzati
‹ Non si effettua il salto
dal Know-How al Know-Why
Visioni alternative proattive
L’ambiente organicistico richiede
Un salto discontinuo delle conoscenze
Feed back da innesti esterni
162
Comprensione concettuale dell’esperienza
C) Learning from analysis (ciclo doppio)
Rafforza il learning from action:
continua messa in discussione del
patrimonio cumulato delle conoscenze
Occorre una capacità di progettazione
Elaborazione interna
Interazione con l’esterno
‹ Elaborazione delle opinioni
‹ Elaborazione dei dati per il test delle
opinioni
‹ Sviluppo delle conoscenze
163
Nuove opinioni
Il patrimonio consolidato non deve
influire sul meccanismo di formazione
delle opinioni
Pericolo: Rafforzamento dei credi
radicati
Ruolo dei manager centrali: sviluppo
delle interazioni con l’esterno
164
D) Learning da networking
‹ Relazioni non contingenti
‹ Assenza di opportunismi (fiducia)
‹ Condivisione risorse conoscitive
Superamento razionalità limitata
Apprendimento da imitazione
Ruolo dei manager coordinatori:
‹ Eliminazione conflitti
‹ Sviluppo di un apprendimento per
migliorare ( Apprendimento a spirale)
165
Opportunità di apprendimento intraorganizzativo
Meccanismi di
coordinamento
Non
formalizzati
(mutuo aggiustamento)
Formalizzati
(routine)
Learning by doing
Vs.
Learning from
analysis
(Multidomestiche)
Learning by doing
Vs.
Learning from
action
(controllo a posteriori)
Learning from
analysis
Vs.
Learning from
networking
(Spin off guidati)
Learning from
action
(Coordinamento
in itinere)
Basso
Coordinamento
Alto
166
Enfasi sulla gestione delle risorse umane
Per il cambiamento, non bastano idee e
carisma e la presenza di un unico leader
Occorre un team di dirigenti capaci di:
 Diffondere credi e valori
 Promuovere e gestire il cambiamento
 Gestire con empatia (clima di fiducia)
 Creare un’interazione sociale per
‹ Selezionare le idee giuste
‹ Stimolare la competizione
‹ Sostenere le unità dei gruppi per
la soluzione dei problemi
167
Dilemma della differenziazione gerarchica
Problematiche della finanza
Il mercato mondiale è un sistema integrato
globale delle informazioni
Quali determinanti della sconnessione tra
economia reale ed economia figurativa?
ÂFragilità della finanza dovuta a cause
endogene?
ÂRigidità dei prezzi in mercati imperfetti?
ÂScarsità
della
liquidità
ed
attese
pessimistiche?
ÂComportamenti speculativi ed extra speculativi
(Cash flows crescenti esponenzialmente)?
168
Hanno contribuito:
 Deregulation delle Istituzioni finanziarie
 Nascita di strumenti finanziari innovativi
A) Finanziarizzazione dell’economia
L’aumento del valore degli scambi commerciali è
minore del turnover netto valutario
B) Finanziarizzazione delle imprese
Allontanamento dal core business
Drucker: Tassi di cambio
costi comparati
Ottica corretta: Connessione conoscenze
finanziarie e reali
169
Le Corporate possono:
ÂTrasferire liquidità e profitti tra
consociate
ÂScegliere i tempi ed i costi dei
trasferimenti
Non è facile il coordinamento dei flussi
finanziari
ÂMaggiore
integrazione
dei
mercati
finanziari
maggiore
variabilità
componenti figurative
ÂMaggiori rischi finanziari
Trasferimento dei rischi tra Paesi
170
Determinanti dello sviluppo
A) Evoluzione delle tecnologie
Arbitraggi, Hedging, Matching
B) Globalizzazione dei marcati
Dalla concezione atomistica a quella sistemica
 Creazione di società captive
 Caduta del monopolio dei cambio
 Caduta canalizzazione bancaria
171
Il campo di azione della finanza
ÂPianificazione dei flussi finanziari di
medio-lungo periodo
ÂScelta dei criteri di valutazione
ÂGestione della tesoreria plurivalutaria
ÂScelte delle tecniche di copertura
ÂAzioni pronte a cogliere le anomalie dei
mercati finanziari
ÂArbitraggi fiscali tra Paesi
Aumento dei rischi finanziari
maggiore
controllo
172
Il controllo delle variabili
finanziarie
1. Limitare le potenziali ripercussioni
2. Cogliere le opportunità
Da cosa dipendono?
 Settore di appartenenza e sua
struttura (concorrenza)
 Normativa
dei
mercati
di
approvvigionamento e di sbocco
173
Scelte delle politiche finanziarie:
casi aziendali
Svalutazione della lira
• Settore farmaceutico (nessuna azione)
• Renault
– Riduzione dei margini di profitto
• PSA
– Innalzamento graduale dei prezzi
• Honda Italia
– Incremento della produzione dei modelli italiani con
prezzi stabili
– Mantenimento della posizione competitiva per le moto di
grossa cilindrata
174
Tipologie di rischio
• Rischio di mercato
Variazioni sfavorevoli dei prezzi di mercato
delle attività finanziarie
• Rischio di credito
Inadempimento della controparte
Effetto domino
rischio sistemico
175
Project Financing (Investimenti capital intensive)
Prevedono la nascita di una Project
Company per la riduzione dei rischi
Cash flows positivi >
Flussi di finanziamento+ remunerazione
L’Ente pubblico concedente diventa
proprietario dell’opera alla scadenza della
concessione
Generalmente si utilizzano tecnologie
consolidate
Tecnica più comune nel passato: Build Own
176
Operate Transfer (BOOT)
Tipologie maggiormente diffuse:
‹ Build Own Operate (BOO): negoziazione
degli accordi alla scadenza della concessione
‹ Rehabilitate Operate Leaseback (ROL):
casi di ristrutturazione di impianti
‹ Build Lease Transfer (BLT): simile al
leasing diretto
‹ Production Payment Financing (PPF):
Pagamento anticipato (Banche) di future
forniture (petrolio)
‹ Co- Financing: Package finanziario (la
presenza della Banca Mondiale offre una
177
garanzia implicita)
Centri di rifatturazione (Renvoicing)
Attuano politiche dei prezzi di
trasferimento:
‹ Criterio basato sui costi
Utili e perdite fittizi
‹ Criterio basato sui prezzi di mercato
Vantaggi:
‹ Arbitraggi fiscali
‹ Attenuazione degli effetti delle
restrizioni sui movimenti di capitali,..
‹ Riduzione dei dazi applicati sul valore
dell’import
178
E’ sempre più difficile applicare politiche
dei Prezzi di Trasferimento:
‹ Riduzione delle differenze tra sistemi
fiscali
‹Maggiore attenzione da parte delle
Amministrazioni fiscali
Maggiore collaborazione tra
Amministrazioni dei diversi paesi
‹ Valutazioni distorte dell’operato delle
consociate
179
Centri di netting
Vantaggi: ‹ Ottimizzazione delle risorse
finanziarie ‹ riduzioni del rischio di cambio
e del numero dei trasferimenti ‹ controllo
dei tempi di regolamento
Il Centro procede:
‹ Al cash pooling attraverso politiche di
leads e lags, con accollo degli sfasamenti
‹ Al netting multilaterale: copertura a
termine per il residuo non compensato
Le consociate non si liberano del rischio di
180
insolvenza
Immunizzazione finanziaria
Vantaggi: ‹ Riduzione dei rischi sottesi alla
variabilità dei prezzi, dei tassi di interesse
e di cambio
Rischio calcolato
Eccezionale sviluppo dei derivati, anche nel
mercato over-the counter
‹ Determinante: tutela degli azionisti???
Gli azionisti possono diversificare il
portafoglio, ma:
‹ in quali contesti?
‹ con quale forma di azionariato?
181
Tipologia di rischi finanziari
‹ Rischi valutari (perdita potere di acquisto)
‹ Rischio di Transazione (conversione)
Effetto controvalore (da quando decorre?)
Rischio di Traduzione (traslazione)
‹ Rischio economico (correlato ai cambi)
‹
Effetto flussi in valuta
‹ Rischi politici (espropriazione, nazionalizzazione)
‹ Rischi di investimento
Copertura sistematica oppure selettiva
182
Rischi di transazione
Fatturazione in moneta di conto
Trasferimento a terzi (convenienza?)
Compensazioni valutarie
Coperture a termine e uso dei derivati
Clausole difensive
‹ Paniere di monete
‹ Tasso prefissato+franchigia
‹ Floor price, per l’esportatore
Collar
‹ Prix plafond, per l’importatore
‹
‹
‹
‹
‹
N.B. Le tecniche di hedging coprono nel breve
periodo; alla lunga possono minare la situazione
183
competitiva delle imprese
Volatilità dei prezzi
Minore valore aggiunto
Maggiori costi di sostituzione
Maggiore
esposizione
‹ Rischio transattivo (quotazioni di Borsa)
‹ Rischio economico-competitivo
‹ Rischio di sostituzione
Materie succedanee
Prodotti migliori
Vantaggi della copertura:
‹ Maggiore efficienza gestionale
‹ Stabilizzazione dei margini
‹ Acquisizione vantaggi competitivi
184
Commodity Future: componenti
‹ Taglio (T) = Quantità standardizzate di
commodity (sottostante) negoziate dal future
‹ Quotazione (Q) = Prezzo della commodity
per consegna differita (Legge della D/O)
‹ Valore facciale (VF) = T × Q × N. futures
‹ Posizione short = Vendita a termine contro
acquisti sul mercato del disponibile
‹ Posizione long = Acquisto a termine contro
una vendita per consegna differita
‹ Margin = % fissa del Valore facciale
‹ Marking to the market Margin Variation
MV = VF(t) - VF(t-1)
185
A) Il compratore che teme l’aumento del
prezzo della commodity, coerentemente
con tali attese, scommette sull’aumento
del prezzo:
Acquisto di una posizione long
(che si compensa giornalmente con una
short)
Es: 3/6/2000 (durante) acquisto di 2 Future
(posizione long) sull’oro per consegna a dicembre
Taglio = 100 once; Q0 = $ 400 per oncia
Valore facciale VF0 = 400 × 200 = 80000 $
Il Broker fissa un M.I. = $ 2000 (5% VF0 )
Broker investitore posizione long
Borsa
Broker investitore posizione short 186
Il meccanismo di aggiustamento del Margin
Account avviene alla fine di ogni giorno
Calcolo della Margin Variation
3/6
4/6
5/6
6/6
Q1
Q2
Q3
Q4
=
=
=
=
397
402
398
394,5
VF1 = 397 ×
VF2 = 402 ×
VF3 = 398 ×
VF4 = 394,5
2 ×
2 ×
2 ×
× 2
(da fine giornata)
100 = 79400$
100 = 80400$
100 = 79600$
×100= 78900$
Margin Account $
t=1
600
t=3
t=4
800
700
4000 m.i.
1000 t=2
1100 Ripianamento
Saldo1 = 3400
Saldo2 = 4400
Saldo3 = 3600
Saldo4 = 2900
187
Se:
MV > 0 La MV viene accreditata
MV < 0 La MV viene addebitata
B) Il venditore che teme la diminuzione
del prezzo della commodity,coerentemente
con tali attese, scommette sulla
diminuzione del prezzo:
Acquisto di una posizione short
(che si compensa giornalmente con una
posizione long)
Se: MV < 0 La MV viene accreditata
MV > 0 La MV viene addebitata
A), B)
Obbligo del ripianamento188
Swaps: caratteristiche
Prevedono scambi di flussi finanziari ad una
certa data e secondo un determinata procedura
A) Swaps sui tassi di interesse
‹ Stessa valuta
‹ Prefissato capitale di riferimento
(principale – nozionale)
Posizione corta su di un primo titolo
Posizione lunga su di un secondo titolo
Valore dello swap = Differenza valori dei
titoli (flussi di cassa attualizzati)
Richiedono volumi elevati e sono
scarsamente liquidi
189
B) Swaps sulle valute (Principale = valuta)
‹ I flussi di pagamento sono stabiliti alla
stipula del contratto
‹ Prevedono uno scambio di valute a pronti
contro uno scambio delle stesse a termine
‹ La valutazione dello swaps (VS) si
effettua in una stessa valuta
Es. 1 - Posizione short a pronti sul $ (contro
euro) + una posizione long a termine sul $
Caso 1 $ - La valutazione si effettua in euro
VS = 1/Cp – 1/Ct + (1/ Cp ) ie t – (i$ t) 1/ Ct
190
VS = (1/Cp) (1+ ie t) - (1/ Ct ) (1+ i$ t)
Es. 2 - Posizione long a pronti sul $ (contro
euro) + una posizione short a termine sul $
Caso 1 $ - La valutazione si effettua in euro
VS = -1/Cp + 1/Ct – (1/ Cp ) ie t + (i$ t) 1/ Ct
VS = (1/ Ct ) (1+ i$ t) – (1/Cp ) (1+ ie t)
Per una copertura dai rischi di cambio e/$:
‹ L’importatore che teme la diminuzione
del tasso di cambio sceglie la soluzione 1 ?
‹ L’esportatore che teme l’aumento del
tasso di cambio sceglie la soluzione 2 ?
191
Currency Options: componenti
‹ Strike Price (X) = Prezzo a termine
dell’attività sottostante
‹ Prezzo Spot dell’attività sottostante (S0)
‹ Prezzo spot a scadenza (St )
‹ V0 = Valore dell’option
Premio
Valutazione ex-ante
St* = St atteso
X > St* + V0
Call
St* > X + V0 Put
Alla scadenza:
Si esercita l’option call se:
St > X
Guadagno = (St – X) - V0
Si esercita l’option put se:
St < X
192
Guadagno = (X - St) - V0
Operazioni di Financial Engineering
‹ Caso ECT
Erogazione di gas naturale
1990 Abolizione prezzi controllati
Programmi pluriennali di acquisto
Enfolio Gas Bank
Volume fisso
Prezzo determinato
Enfolio Gas Index
Volume fisso
Prezzo indicizzato
Enfolio Gas Cap
Volume fisso
Limite di Prezzo
Copertura rischi di rialzo dei prezzi
Utilizzo Derivati
193
‹ Caso Burns & McBride (PMI familiare)
‹Forniture di olio combustibile con
Option call
Assicurazione di X
2) Option Put Out the money (X<S)
Copertura rischio di caduta dei prezzi
1) Contratti Future per la copertura del
60% delle esposizioni a rischio
2) Option call Over the counter per il
40% delle esposizioni
194
‹ Caso Rhone Poulene (Impresa chimica
biologica francese)
1982 Impresa pubblica
1993 Privatizzazione
Azioni ai dipendenti
Rendimento garantito sulle azioni
25% in 4,5 anni + 2/3 (Vf - V0 )
Minimo
Acquisto Put Option
X = Vf
Vendita Call Option
X = V0
Finanziata da:
195
Credit Derivatives
Rischio di credito
tempo alla scadenza,
tassi di interesse e di cambio
Il rating di un’agenzia risente delle
valutazioni dei concorrenti
turbolenze
Rischio Paese
Dubbi sulla continuità
politica, ritardi diffusi nei pagamenti,
variabilità della normativa, conflitti
Il Rischio Paese spesso coinvolge
responsabilità che ricadono nella sfera
196
governativa
Credit derivatives: coprono da insolvenza,
fallimento del debitore, peggioramento del
merito creditizio
La controprestazione consiste in:
‹ Ammontare predeterminato
‹ Pagamento della differenza tra Vi e Vf
‹ Consegna dell’attività di riferimento
Elemento cruciale: valutazione dell’attività
sottostante (Capitale nozionale)
Sono strumenti attrattivi per le banche
Credit risk management
197
Default Risk Swap
Partner B
Acquirente
Libor + X Punti base
Libor + Y Punti base
Rimborso credito
X>Y
Investitore
istituzionale
Prestito Obbligazionario
Partner A
Venditore
198