GiocaCIvita 2015 - Rivista "Campo de` Fiori"

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GiocaCIvita 2015 - Rivista "Campo de` Fiori"
Campo de’ fiori
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SOMMARIO
Editoriale:
Merkel l’Angela d’Europa......................................3
Il mito
Newtrolls.....4-5
La zanzara impertinente.................................5
Anonimo italiano “live” a Cerenova.........6
Il Fescennino d’oro si trasforma in Rassegna
Fescennina 2015............................................7
GABRIELE CIRILLI.
Comico “per necessità”
sogna di condurre un programma tutto suo.........8-9
Roma che se n’è andata:
Giuseppe Giachino Belli & Mastro Titta...........10-11
SUONARE SUONARE:
Toto... Gol a Roma!.............................................12
LETTERE D’AMORE:
Cirey: un castello pieno di libri.......................14-15
Ecologia e ambiente:
Quanto vale la Green Economy in Italia?.............16
Le corse a vuoto a Ronciglione: una cosa unica
al mondo.....................................................18-19
Ergastolo: non c’è ma si vede.........................20
Cine Parade:
Mission Impossible. Rogue Nation.......................22
Castrum Palazoli: un sito archeologico tutto
da scoprire.....................................................23
Papa Francesco e la Sacra Rota....................24
Il rientro? Pronti? Via... ................................25
La chiesa di San Giorgio................................26
Come eravamo:
Basta che se magna e se beve............................28
IV edizione del “Morlupo Short Festival”.............29
Parliamo di funghi:
I funghi appartenenti al Genere Clitocybe...................30
L’angolo del collezionista:
Le tabacchiere...................................................31
LA RUBRICA DEGLI EROI:
Luigi Lemme e Francesco Conti...........................32
Il Fumetto:
GiocaCIvita 2015...............................................34
A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA.............................34
Il Soratte che non ti aspetti..........................35
E io studio con l’App!.....................................36
Le proposte editoriale delle collane di Campo
de’ fiori...........................................................38
Fiera del Fumetto e Games:
Festival del Sorriso.............................................39
I tesori dell’Agro Falisco:
Narce. Il Tempio di Monte li Santi.......................40
Noi, prima “I Feudi”, poi “I Rosacroce”........41
NEWS ........................................................42-43
1° Memorial “Luca Graziosi”.........................44
L’ANGOLO DEL POETA...................................44
MESSAGGI......................................................45
I nostri amici..................................................46
Pratolungo Abarth Flash................................47
AGENDA.....................................................48-50
Oroscopo........................................................51
Roma com’era................................................52
Album dei ricordi................53-54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti........................................60-61
Selezione offerte immobiliari...................62-63
Campo de fiori lo trovate nelle edicole ed in molte altre attività commerciali
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Campo de’ fiori
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Merkel l’Angela d’Europa
di Sandro Anselmi
L
a forza mediatica di una foto ha cambiato
in un attimo l’atteggiamento di molti Paesi
europei nei confronti dei profughi! Fino a
ieri nessuno era disposto a soccorrerli ed
oggi tutti aprono loro le braccia, attendendoli con dolci, giocattoli e vestiti. Siamo più che felici
di questo, ma perché solo ora?
Mille ipotesi si manifestano nelle nostre menti, mille
impossibili ragioni, ma nessuna di esse, almeno per
me, riconduce ad una logica razionale.
Tutto l’impegno profuso a livello umanitario dall’Italia
fino a questo momento è ormai passato, s’è allontanato anni luce dalla memoria collettiva.
Il tempo dei poveri migranti del mare con i loro
primi, inaspettati arrivi, e dei loro innumerevoli, tragici naufragi, delle corse al recupero delle carrette,
e delle numerosissime accoglienze a Lampedusa,
sono già avvenimenti dimenticati!
L’Italia ha dato tanto, ma nessuno dei nostri fratelli
europei l’ha mai considerato ed adesso, complici interessati i mass media, si è voluto smuovere le coscienze con l’immagine tristissima del bambino
morto sulla spiaggia.
Povero angioletto innocente! Ma serviva questo segnale per sciogliere gli animi dei popoli nordici? O
c’è dell’atro?
Aldilà delle strategie politiche internazionali ben al di
sopra della vita quotidiana di noi esseri comuni, mi
resta una domanda: un’Europa già vecchia e malconcia che futuro potrà dare a questa nuova società?
Alla luce dei fatti ci sembra ben difficile immaginare
un futuro sereno anche per loro, considerando la già
nostra precaria situazione economica. Constatata
questa nuova realtà, sarebbe bello almeno se questi
popoli alla ricerca di una nuova vita, una volta integrati, potessero aiutarci a far ripartire l’economia ed
avviare il nostro continente verso quella rinascita di
cui ha tanto bisogno.
I
n una calda serata di Agosto fa tappa
a Ladispoli, nota cittadina balneare a
30 km da Roma, il Mito New Trolls ed
è subito un grande avvenimento che
dà lustro all’ Amministrazione Comunale che da anni regala ai residenti ed ai villeggianti serate d’autore. La piazza
principale piena di gente di tutte le età a
conferma che il gruppo storico accoglie ancora tante simpatie da giovani e anziani.
Nati nei primi anni sessanta, amanti della
sperimentazione, vedono il successo nel
1967 quando aprono i concerti italiani dei
Rolling Stones e pubblicano il primo 45 giri
“Sensazioni“, seguito l’anno successivo da
“Visioni“ che partecipa ad Un Disco per
l’Estate. Nel 1969 esce “Io che ho te“, presentato a Sanremo, che conquista una
serie di primi posti nelle Hit Parade, seguito
da “Davanti agli occhi miei“, “Una Miniera“ e nel 1971 sempre al Festival di Sanremo cantano con Sergio Endrigo “Una
Storia“ E la svolta per il gruppo che successivamente pubblica in collaborazione con
Luis Enriquez Bacalov quello che sarà defi-
nito un capolavoro : “Concerto Grosso
per i New Trolls“. Sono i primi a trovare
nuove strade musicali unendo musica classica con Hard Rock e dolci melodie. Nel
1974 Gianni Belleno, uno degli storici fondatori insieme a Vittorio De Scalzi, con Ricky
Belloni e Giorgio Usai accompagnano Fabrizio De’ Andre’ nella sua prima storica tournèe e successivamente pubblicano
“Concerto Grosso n.2“. Dopo una serie di
entrate ed uscite dal gruppo arrivano i successi di “Aldebaran“, “Fs“, “Quella carezza della Sera“, “Il Treno“, “Faccia di
Cane“. Oggi Il Mito New Trolls sono Ricky
Belloni (chitarre e voce), Giorgio Usai
(tastiere e voce), Alex Polifrone (batteria)
e Andrea Cervetto (basso e voce) e li incontriamo al termine del ceck- sound.
Campo de’ fiori
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1 e 2 del 2004 e 6 brani inediti)
e oggi proporremo anche qualche brano nuovo. Musicalmente
cerchiamo di adattarci al nuovo
pubblico tenendo sempre presenti quelle che sono le radici
dell’inizio del gruppo, riponendo
un’attenzione particolare alla
melodia ed al rock, strizzando
l’occhio sempre al progressive”.
“Signore Io Sono Irish”, “Ho
Veduto”, “Che Idea”, “Quelli
come Noi”, “America Ok” ci
hanno fatto emozionare insieme
ai vecchi successi di sempre per
una serata indimenticabile!
Sandro Alessi
Certo bisogna ammettere che nel
1971 Concerto Grosso vi ha cambiato
la vita…
”Si, dobbiamo ammetterlo, Concerto Grosso
è stato un esperimento unico e fuori tempo,
c’era un orchestra di 80 elementi che proponeva un tema al quale rispondevamo noi
gruppo rock pesante … c’era questo contrasto di atmosfere musicali diverse e per quei
tempi la cosa è stata molto rischiosa ma il
pubblico l’ha capita e ci ha dato la forza per
continuare.”
Dopo tanti esperimenti qualcosa è
cambiato ed avete prodotto brani musicalmente più commerciali.
”Quando sono entrato io nel gruppo - ci risponde Ricky Belloni- ho portato questa
ventata di pop. Ma già ci piaceva fare questi
connubi tra la canzone popolare ed il ge-
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nere con cui siamo partiti. Già in Aldebaran
c’era Espanolada e Dancing molto ricercati e da
scoprire rispetto a
Quella Carezza… “. Nei
vostri concerti cosa
proponete: vecchio o
nuovo?
“Facciamo un po’ di
tutto, i primi pezzi dagli
esordi dei New Trolls
fino ad arrivare ai giorni
d’oggi. Con questa formazione abbiamo pubblicato qualche tempo
fa un nuovo cd che si
chiama “Tre” (contiene il
Live di Concerto Grosso
I Newtrolls e Sandro Alessi (al centro) dopo l’intervista
Campo de’ fiori
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ANONIMO ITALIANO “LIVE”
A CERENOVA
I
nostri reportage continuano dal litorale romano ed in una delle ultime
sere di questo caldissimo agosto
siamo invitati dal nostro amico Giuseppe Grando, noto imprenditore
della zona di Cerenova, presso il suo locale
Gran Caffè Tirreno, location che da anni
regala tante serate da ricordare, dove si è
in attesa di ascoltare Anonimo Italiano,
frequentatore di classifiche discografiche di
qualche anno fa.
Roberto Scozzi infatti
debutta nel 1995 con l’album che porta il suo
nome trainato dal bellissimo singolo “E Cosi
Addio“ ed il pubblico
viene attratto dal modo
di presentarsi con una
maschera ma soprattutto
la sua voce che ricordava
a tratti quella di Claudio
Baglioni il quale gli creò
subito non poche difficoltà. Il disco vende tantissimo grazie anche al
secondo singolo “Anche
Questa è Vita“ e riceve
il Disco di Platino. Nel
frattempo lo stesso disco
esce in lingua latina in
Costarica e Cuba ed in
altri paesi del Centro
America replicando il
successo italiano.
Nel 1997 esce il secondo
Album “Buona Fortuna“
seguito
da
dolci melodie che abbiamo sempre più ap“Dimmi Che Ami il
prezzato nel corso degli anni.
Mondo“ (2002) e “L’Infinito Dentro Noi“ (2006).
Sandro Alessi
A distanza di sette anni,
ad Aprile 2013, pubblica il
nuovo album intitolato “Five“
che contiene 10
brani
inediti,
uno dei quali in
duetto
con
Amedeo Minghi. Continuano i
concerti del vivo e l’affetto della
gente lo spinge a pubblicare lo
scorso anno “Diario di un
amore“, raccolta dei suoi brani
più belli con due inediti.
Ci prendiamo insieme un aperitivo con la promessa di rincontrarci all’uscita del prossimo disco
ed appena Anonimo Italiano sale Da sx: Giusepe Grando, imprenditore, Anonimo Italiano e
sul palco ci immergiamo in quelle
Sandro Alessi.
Campo de’ fiori
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IL FESCENNINO DORO
si trasforma in
RASSEGNA FESCENNINA 2015
Raffaele Siniscalchi, Massimo Wertmuller e Tosca sul palco della manifestazione
ideata dal Maestro Nicola Piovani nel 2000
I
l Fescennino d’oro, premio istituito
nel 2000 dal Maestro Nicola Piovani,
dopo aver raggiunto la quindicesima
edizione nel 2014, si è trasformato,
a partire da quest’anno, in una rassegna musicale di tre serate, animate da
tanta buona musica e teatro. La location è
sempre la stessa: Piazza Pina Piovani, nel
cuore del centro storico di Corchiano (Vt),
paese d’origine del celebre premio Oscar
ed identificato dagli storici con l’antica Fescennium etrusca, da cui il nome della manifestazione. Assente, per impegni da
lavoro, l’ideatore dell’ormai consueto appuntamento ha salutato il pubblico e ringraziato gli amici artisti per aver accettato
il suo invito, attraverso un video messaggio
registrato qualche giorno prima a Chianciano, dove si trovava per lavoro, e proiettato ad apertura della serata. La rassegna
ha preso il via venerdì 14 agosto con Raffaele Siniscalchi ed il suo spettacolo di
canzoni romane “Troillalero”. Protagonista
del secondo appuntamento, venerdì 28
agosto è stato, invece, l’attore Massimo
Wertmuller, vecchia conoscenza del palco
del Fescennino, che ha portato in scena “Il
pellegrino”, opera scritta e diretta da Pierpaolo Palladino. Wertmuller ha vestito i
panni di alcuni dei personaggi storici più famosi della vecchia Roma, accompagnato
dai musicisti Pino Cangialosi al fagotto e
percussioni e Fabio Battistelli al clarinetto.
A concludere la rassegna, sabato 5 settembre, un’altra vecchia conoscenza, premiata
con il Fescennino d’oro nel 2007: Tosca.
Uno spettacolo multietnico il suo, un bellissimo viaggio tra le musiche popolari di tanti
diversi Paesi del mondo: dal Portogallo, alla
Spagna, dalla Romania alla Francia, dalla
Cina al Giappone, non dimenticando ovviamente l’Italia, con la canzone romana e
quella napoletana. Non a caso il titolo dello
spettacolo è “Appunti musicali dal mondo”.
Accompagnata dal contrabbasso e dalla
voce di Giovanna Famulari e da Massimo
De Lorenzi alle chitarre, si è cimentata addirittura in brani di lingua zulu, libanese ed
yiddish, con intervalli da lei magistralmente
recitati di versi tratti dal “Libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa. Il fil rouge di
tutto il percorso, curato da Massimo Venturiello, è il viaggio. Una splendida voce
che arriva a toccare le corde più profonde
del cuore, sia cantando che recitando. La
sua performance è stata introdotta da sei
giovani allievi delle Officine Pasoliniane, un
laboratorio di alta formazione del teatro,
della canzone e delle arti multimediali, di
cui lei è direttore della sezione canzone.
Massimo De Lorenzi, Arturo Caccavale, Simone Ferrante, Marco Foscari, Antonio Pirozzi, Antonio Rossi e Toto Toralbo hanno
proposto al pubblico alcuni loro brani inediti.
Un Fescennino certamente diverso da
quello a cui ci eravamo, con piacere, abituati in questi anni, dove, come ha fatto
notare anche la stessa Tosca, si è senz’altro
sentita la mancanza del Maestro Piovani,
senza nulla assolutamente togliere ai bravissimi artisti che si sono alternati nelle tre
serate. Non è mancato e non mancherà
mai, invece, l’aspetto solidale che si è legato ormai da anni a questo evento. Prosegue, infatti, la raccolta fondi promossa
dall’Associazione Arnies Maria Chiara Segato Onlus, i cui proventi, quest’anno, saranno finalizzati alla realizzazione degli orti
urbani presso la struttura Maison de vie di
Kinshasa, nella Repubblica democratica del
Congo.
Certamente questa nuova formula del Fescennino d’oro, ormai Rassegna Fescennina, ci regalerà ancora tanta buona
musica e spettacolo per gli anni a venire.
Ermelinda Benedetti
GABRIELE
CIRILLI
Comico “per necessità”,
sogna di condurre un
programma tutto suo!
U
ltimamente lo abbiamo visto vestire i panni di alcuni dei più famosi
artisti
nazionali
ed
internazionali, ma la sua identità
è una ed una sola, quella di Gabriele Cirilli, nato a Sulmona il 12 giugno
1967. Ed alla domanda: ma lui è veramente
così come lo vediamo in tv? Io posso rispondere dandone la piena conferma: è proprio
così, spontaneo e simpaticissimo, disponibile
e pronto ad ironizzare su tutto. Un concentrato di comicità!
Dopo essersi diplomato presso il Laboratorio
di Esercitazioni Sceniche di Roma diretto da
Gigi Proietti, inizia a lavorare in teatro, cinema e tv, debuttando nel programma televisivo Seven Show, dove interpreta il
maestro d’orchestra Mino di Vita. Ma il successo arriva grazie a Zelig ed al personaggio
di Kruska,la borgatara amica di Tatiana, da
cui è nato il tormentone ultranoto “Chi è Tatiana?”. La sua partecipazione come concor-
rente alla prima edizione del programma Rai
“Tale e quale show” diretto da Carlo Conti,
nel 2012, lo ha reso ancor più amato ed apprezzato dal grande pubblico, tanto da essere richiamato a prenderne parte anche alle
edizioni successive, non più come concorrente ma come ospite d’onore fuori gara, al
quale vengono assegnate di volta in volta le
“mission impossible”, uno dei momenti più
attesi di tutta la serata.
Noi siamo riusciti ad incontrarlo poco prima
di uno dei suoi esilaranti spettacoli di piazza
del periodo estivo, a Gallese, in provincia di
Viterbo.
Tu sei un attore a tutto tondo (nda
parte la sua battuta autoironica per il
suo aspetto fisico), ma il tuo punto di
forza è la comicità. Come ti sei scoperto comico?
Diciamo che è stata un’esigenza perché in
Italia i caratteristi come me non hanno spe-
ranza, al cinema ti prendono solo se sei alto,
bello, prestante. Un mio amico dell’università
mi portò a vedere uno spettacolo di Dario
Cassini e pensai che avrei potuto farlo anch’io, perché mi piaceva provocare ilarità. A
fine spettacolo andai a salutarlo e quando gli
dissi cosa pensavo lui iniziò a farmi aprire le
sue serate ed a scrivermi i primi pezzi. Questo ci tengo a dirlo perché Dario, per me, almeno nel cabaret, è stato fondamentale.
A tal proposito, c’è qualcuno a cui vorresti dire grazie per quello che sei diventato oggi?
Al mio maestro Gigi Proietti, perché mi ha
dato la possibilità di fare questo lavoro. Finita
la scuola, sono stato forse uno dei primi ad
avere l’onore di potergli fare da spalla. Mi
chiamò lui di persona e nel 1990, appena
terminata la scuola, facemmo insieme uno
spettacolo estivo.
Ripensando agli inizi della tua carriera,
per quanto riguarda il cabaret televisivo, “Chi è Tatiana?” è rimasto nella
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Campo de’ fiori
storia. Ma questa poverina di Tatiana
su cui tutti abbiamo riso, chi è?
In realtà esiste veramente una persona a cui
mi sono ispirato e che chiaramente ho macchiettizzato, ma non posso rivelarne l’identità
perché è una mia carissima amica e collega,
che ora, tra l’altro, non è più così. Veruska,
invece, il personaggio che io interpreto, l’ho
incontrata per strada. Alla fine degli anni ‘90
andava di moda vestirsi con questi colori a
schiaffo, calze a rete, zatteroni alla Cugini di
Campagna, capelli colorati. Ero in macchina
con mia moglie e mi sono fermato a chiedere
un’informazione a questa ragazza molto carina, che però quando ha aperto bocca, con
il suo “Ahoooo!” sembrava praticamente un
uomo. E mia moglie mi ha subito incentivato
a prenderla come spunto.
Perché pur non essendo di origine
abruzzese, hai sempre scelto di interpretare personaggi romani?
Perché la formazione artistica è romana e
quindi io, stando a Roma, sono diventato romano. Anche quando vado a Sulmona da
mia madre non riesco più a pararle abruzzese. La mia parlata ormai è romana.
Ti manca la tua città d’origine?
Sì, mi manca, ma mi manca anche Roma
perché ora abito al nord. Ci sono dei sapori
e degli odori in Abruzzo che sono unici. Di
Roma invece mi manca il calore del suo pubblico che è una cosa strepitosa, non ci si può
rinunciare! Mi dispiace moltissimo di non essermi più potuto esibirmi nella capitale in
questi ultimi due ani, ma tornerò presto perché stiamo organizzando il tour teatrale e
quasi sicuramente ci sarà una data anche a
Roma.
Ultimamente sei diventato il personaggio cruciale di “Tale e quale show”.
Cosa pensi di questo programma?
“Tale e quale show” è un ritorno al sano varietà, allo show televisivo vero e proprio, rapportato ai tempi moderni. In un periodo nel
quale vanno avanti solo i talent e in cui tutti
sono alla ricerca di un format particolare,
nessuno ha capito che la semplicità invece
premia. È di origine spagnola, ma sta avendo
successo in tutto il mondo. Pensa che negli
altri Paesi, come video drive mettono la mia
interpretazione di PSY (nda: ride).
Hai interpretato moltissimi personaggi,
ma quale è stato quello che ti è piaciuto di più in assoluto?
Questa è una domanda che mi rivolgono frequentemente. Ho messo il cuore per interpretarli tutti, per cui è difficile scegliere.
Pavarotti è stato un onore imitarlo; Claudio
Ermelinda Benedetti e Gabriele Cirilli
dopo l’intervista
Villa è stato un piacere perché il reuccio per
me è insuperabile; sono stato molto contento anche di Pino Daniele perché il primo
concerto che ho visto è stato il suo, quando
non era ancora famoso. Eravamo dodici persone in un Hotel verso Sulmona. Lui veniva
con Jame Senese e Tulio De Piscopo a fare
conecertini nei locali. Quando ho interpretato
Ligabue è stata un’emozione incredibile, e
poi tutte le figure femminili in cui mi sono cimentato mi hanno dato un’emozione particolare. Psy, infine, mi ha fatto divenatre il
fenomeno web del periodo.
A proposito di web. Quanto è social Gabriele Cirilli da uno a dieci?
Io poco, ma i miei social sono seguitissimi.
Ci sono persone che curano questa parte
perché li uso molto per fare pubblicità. Poi io
ogni tanto mi diverto a rispondere a qualcuno tra quelli che mi danno più emozioni e
simpatia.
C’è un tuo desiderio che non hai ancora
realizzato?
Ce ne sono moltissimi. Il primo è senz’altro
quello di poter condurre uno show televisivo
tutto mio, come quello di Massimo Ranieri
“Sogno o son desto”, monologhi, canzoni…
Vorrei essere un unghia di Gigi Proietti, lui è
inarrivabile, un mostro di bravura.
Cosa pensi della comicità di oggi?
La comicità va sempre avanti e cambia ogni
anno. La comicità è far ridere, in qualunque
modo, semplice, demenziale, satira politica,
di costume. Ognuno la fa come vuole, l’importante è far ridere e non è sempre facile.
Progetti per il futuro?
Intanto “Tale e Quale” che riinizia a settembre. Poi girerò un film con Massimo Boldi che
uscirà in inverno. Una bella commedia intitolata “Matrimonio al Sud”, di cui ho letto il
compione e mi è piaciuto molto. Poi tornerò
al teatro con uno spettacolo che si chiamerà
“Hastag Tale e quale a me”. L’anno scorso
avevo portato in scena “Tale e quale… a me”,
poi mio figlio mi ha detto “Papà ma tu non
hai un ashtag? Se non hai un ashtag non sei
nessuno!” e mi è veuta l’idea. Quindi lo spettacolo sicuramente molto più moderno.
Come è tuo figlio?
Ho un figlio che vale per due, anzi un figlio e
due mutui (risata!). Ha quattordici anni.
Sa già cosa varrà fare da grande?
È sicuro di una cosa: che l’Italia gli sta
stretta. Frequenta il liceo scientifico ed è
bravo. Vorrebbe fare il ricercatore, quindi
dovrà andare all’estero perchè l’Italia non ti
trattiene se sei bravo ma solo se sei raccomandato!
E tu, hai mai pensato a cosa avresti
fatto se non fossi riuscito a sfondare
nel mondo dello spettacolo?
No, perché se tu vai sul mio profilo facebook
vedrai la foto di un bambino di sette anni con
la bombetta ed il microfono in mano che sta
cantando. Quello sono io. Ho sempre sentito
dentro di me il desiderio di fare questo mestiere e grazie a Dio mi è stata data la possibilità di farlo.
Qual è il tuo rapporto con la religione?
Sono un cattolico credente, non mi vergogno
a dirlo. Ho un padre spirituale che mi segue
da sempre, Padre Egidio. Da bambino facevo
il chierichetto con lui, poi mi ha comunicato,
cresimato, sposato; ha battezzato mio figlio
Gabriele
Cirilli
in due sue
performance
(Spice Girls sopra e Orietta
Berti - al lato)
nella trasmissione televisiva di Rai 1
“Tale e quale
Show” condotta da Carlo
Conti.
ed ha anche celebrato il funerale di mio
padre. Una presenza costante. Credo in Dio,
non si può spiegare perché.
A proposito di tuo padre. Senti la sua
mancanza?
È una presenza che è venuta a mancare un
po’ troppo presto, avevo 25 anni e non avevo
ancora completamente realizzato il mio
sogno. Non mi aveva ancora visto sistemato
e questo un po’ mi dispiace perché ora sarebbe stato contento.
E tua madre invece?
Mia madre Emiliana è lei che mi ha sempre
spinto a fare questo lavoro. Lei ha creduto in
me da quando ero piccolo. E’ una pazza scatenata nonostante abbia 81 anni. Ha fatto
tanto del bene con la Croce Rossa, il Tribunale del malato, Una speranza per la vita, e
mi ha trasmesso questo spirito.
Tu infatti sei il testimonial dell’associazione City Angel?
Sì, è stato per caso. Ho accettato perché
credo non è giusto che al mondo ci sia gente
persa, ma che tutti abbiano una famiglia,
una vita. Ho fatto parte attiva dell’associazione, sono uscito di notte con i volontari e
posso dire che esiste gente con grossi problemi. Fortunatamente grazie a questi “angeli” qualcuno addirittura è stato recuperato.
Stiamo per salutarci ma non può mancare
una delle sue battute strappa risate: “Puoi
anche farmi la domanda: come sei a letto?
Una frana… comanda la donna!” e giù risate
a più non posso. Risate che sono poi seguitate per tutto il corso della serata con il suo
spettacolo fatto di battute intervallate dallo
stacchetto musicale “Per fortuna che c’è Riccardo che da solo gioca a biliardo…”. Abbiamo parlato veramente di tutto, oltre
quella che era la traccia dell’intervista ed è
stato un vero piacere.
Gabriele Cirilli e la sua comicità ci terranno
ancora tanta compagnia rallegrando le nostre serate non appena inizierà la nuova edizione di Tale quale show w non solo.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
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Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Giuseppe Gioachino Belli & Mastro Titta
Il poeta e il boia di Roma
Giuseppe Gioachino Belli - poeta romanesco
G
iuseppe Gioachino Belli, il
poeta di Roma
e Mastro Titta,
Giovanni Battista Bugatti, il boia di
Roma, li abbiamo incontrati più volte, tuttavia
di Riccardo
oggi li ricordiamo assieme
Consoli
poiché il famoso carnefice
della Roma Pontificia, personaggio rimasto
leggendario, ispirò al Belli alcuni straordinari
sonetti.
Il Belli e Mastro Titta vissero nel medesimo
periodo, il primo era nato nel 1791, il secondo nel 1779, pertanto, allorquando nel
1796, a diciassette anni, Mastro Titta inizia
la “professione” che sarebbe durata ben
sessantotto anni, il Belli ne aveva soltanto
cinque. Così Mastro Titta ricorda il suo debutto: “ … esordii nella mia carriera di giu-
stiziere di Sua Santità, impiccando e squartando a Foligno
Nicola Gentilucci, un giovinotto
che, tratto dalla gelosia, aveva
ucciso prima un prete e il suo
cocchiere, poi, costretto a buttarsi alla macchia, grassato due
frati … ”
Chi conobbe Mastro Titta lo descrisse come un uomo bonario,
educato, pronto ad offrire prese
di tabacco alle vittime e quasi felice di compiere il suo dovere,
per il quale riceveva il simbolico
compenso di tre centesimi della
lira romana.
Solitario e cupo quando si aggirava per Borgo Sant’Angelo dove
abitava, incuteva terrore a chi lo
riconosceva, egli era molto popolare, infatti, le condanne a
morte decretate dal
Governo Papale richiamavano sempre
grandi masse festanti, ogni condanna a morte era
una sorta di “spettacolo” e gli
scenari di queste macabri rappresentazioni
erano
Ponte
Sant’Angelo, Piazza del Popolo e
Via dei Cerchi. Il condannato si
avvicinava al luogo del patibolo
accompagnato dai canti delle
Confraternite, intorno al palco
era disposto un reparto militare;
seguivano gli ultimi tentativi volti
a convincere il condannato ad
accettare il conforto religioso,
infine, la rapida esecuzione.
Prima di ogni esecuzione Mastro
Titta si confessava e si comunicava, quindi indossava il mantello rosso e si recava a
compiere l’opera egli mazzolava,
impiccava, squartava o decapitava, operando con la medesima
abilità, ben 516 le condanne ca-
pitali eseguite dal Bugatti e ciò fino al 1864
quando Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, lo collocò in pensione.
Un’antica usanza romana imponeva che nel
momento in cui la testa della vittima si staccava dal corpo o veniva colpita con il c.d.
“mazzuolo” ogni padre dava uno schiaffone
al proprio figlio, recato ad assistere lo “spettacolo” affinchè potesse ricordare “a futura
memoria”.
Nel sonetto dal titolo: “Er ricordo” composto
il 29 settembre 1830, il poeta narra dell’impiccagione di tale Antonio Gammardella colpevole dell’uccisione, per impiccagione, del
canonico e socio in affari Donato Morgigni
e, per quanto questa esecuzione risalga
all’anno 1749 ben prima, quindi, della nascita di Giovanni Battista Bugatti, il Belli lo
identifica con l’appellativo di Mastro Titta
tanto era la fama di cui godeva il boia nello
Stato Pontificio.
Mastro Titta Boia romano
Campo de’ fiori
Tutt’a un tempo ar paziente Mastro Titta
j’appoggiò un carcio in culo, e Ttata a mmene
un schiaffone a la guancia de mandritta.
“Pijja”, me disse, e aricordete bbene
che sta fine medema sce sta scritta
pe mmill’antri che ssò mmejjo de tene.
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Piazza del Popolo - Roma
(Tutt’a un tratto Mastro Titta diede un calcio nel sedere
al condannato, e papà allo stesso tempo diede a me
uno schiaffone di destro sulla guancia.
“Tieni!”, mi disse, e ricordati bene
che questa stessa fine hanno fatto e faranno
mille altri che sono meglio di te)
Le “memorie” di Mastro Titta sono colme di
annotazioni “tecniche” riferite all’esercizio
Viengheno: attenti: la funzione è lesta.
della “professione”, egli con grande disinvolEcco cor collo ignudo e ttrittichente
tura trasmette al lettore ogni segreto del
er prim’omo dell’opera, er paziente,
suo ufficio e fa ciò con serenità e quel coml’asso a coppe, er ziggnore de la festa.
piacimento tipico di colui che, sapendosi al
E ecco er professore che sse presta
di sopra d’ogni giudizio, gode nell’analizzare
a sservì da cerusico a la gente
in dettaglio le incertezze di un lavoro al lipe ttre quadrini, e a ttutti gentilmente
mite dell’assurdo.
je cura er male der dolor de testa.
Così scriveva: “Trascorsero due mesi prima Ma no a man manca, no: l’antro a man dritta.
che dovessi esercitare di nuovo le mie funQuello ar ziconno posto è l’ajutante.
zioni; né, per dire la verità, me ne rammaLa precedenza aspetta a mastro Titta.
ricavo, perché nella stagione estiva il
Volete inzeggnà a me chi ffà la capa?
mestiere diventa più faticoso e più difficile,
Io qua nun manco mai: so ffreguentante;
specie nelle impiccagioni e negli squartae er boja lo conosco com’er Papa.
menti”. Queste “memorie” sono in fondo il
frutto di una sorta di “leggenda” poiché, indiscutibilmente, Mastro Titta finì per diven- Nel sonetto, ribadendo la funzione di edutare il nome emblematico del boia cazione spettacolare, o di spettacolo educapontificio, anche se non fu l’ultimo giusti- tivo delle giustizie nella Roma papale, il
ziere del Papa, infatti, collocato in pensione poeta assegna il ruolo di protagonista ad un
gli subentrò tale Vincenzo Calducci, già suo dilettante, ossia al “frequentante” della ceaiutante, che seguitò la “professione” fino rimonia stessa: “ … Io qua nun manco mai:
al 9 luglio 1870.
so ffreguentante; e er boja lo conosco
Ma torniamo al poeta di Roma a cui, il nome com’er Papa … “.
leggendario di Mastro Titta, ispirò una dozQuest’uomo è un vero esperto, conosce i
zina di sonetti, nei quali definì il boia come vari ruoli, le diverse posizioni sulla scena ri“er bastone de la vecchiaia de li Stati” in po- ferendo di una rappresentazione in piena
lemica ironica con i giacobini che volevano regola con il protagonista - il condannato e
l’abolizione della figura del carnefice. l’antagonista - il boia; il tutto viene visto con
Così in: “Er dilettante de Ponte”, del 29 ago- l’occhio partecipe, ma anche obiettivo e disto 1835, il Belli rievoca un’esecuzione av- staccato, del popolano del Belli, figura cenvenuta
a
Ponte
Sant’Angelo
nel trale in moltissimi dei suoi sonetti.
caratteristico segno dello spettacolo segna- Nella Roma dell’ottocento molti celebri viaglando in nota che: “molto ben pagato è il giatori rimasero colpiti dalla crudezza delle
carnefice, ed in qualunque servizio del suo scene di esecuzione capitale cui assistetmestiere gode di varii e bei profitti. Si vuole tero, come nel caso di Lord Byron, che ebbe
però che l’atto della uccisione del paziente occasione di conoscere personalmente Masiagli pagato tre quattrini”, cioè, come ricor- stro Titta. Il poeta inglese, dopo aver assidato all’inizio, tre centesimi della lira ro- stito a tre esecuzioni capitali tramite
mana il c.d. ‘il papetto’, a dimostrazione la ghigliottina, così scriveva a un suo amico
viltà dell’opera.
editore: “La cerimonia, - compresi i preti
con la maschera, i carnefici mezzi nudi, i criminali bendati, il Cristo nero e il suo stendardo, il patibolo, le truppe, la lenta
processione, il rapido rumore secco e il pesante cadere dell’ascia, lo schizzo del sangue e l‘apparenza spettrale delle teste
esposte è, nel suo insieme, più impressionante della volgare e rozza agonia inflitta
alle vittime delle sentenze inglesi”
Charles Dickens restò molto impressionato
da un’esecuzione cui aveva assistito in Via
de’ Cerchi e commentava con queste parole
la scena: “Uno spettacolo brutto, sudicio,
trascurato, disgustoso; che altro non significava se non un macello, all’infuori del momentaneo interesse per l’unico disgraziato
attore”.
Infine Massimo D’Azeglio, in alcune pagine
de: “I miei ricordi”, sintetizzò la barbarie
della giustizia praticata nella Roma di quegli
anni descrivendo un’immagine vista a Porta
San Giovanni: “In una gabbia di ferro stava
il cranio imbiancato dal sole e dalle
pioggie di un celebre malandrino”.
Un’esecuzione
12
Campo de’ fiori
di Carlo
Cattani
TOTO
…G
ol a Roma !
5 luglio 2015 - Cavea Auditorium Parco della Musica
C
on milioni di milioni di dischi venduti, trainati da hit
singles straconosciuti, apprezzati da un pubblico tanto
amante della melodia e dei motivi accattivanti tanto da quello più smaliziato e rock che apprezza il virtuosismo, la
ricercatezza degli arrangiamenti e la sferzata sonora, i Toto arrivano a Roma e,
con tutta la forza della loro musica , ancor
più rinvigoriti dai positivi riscontri di un
nuovo album, ”Toto
XIV”, schierati
a
“gruppone” di ben 9
elementi,
“appicciano” le micce dei
loro strumenti infuocando la scena
della Cavea dell’Auditorium
Parco
Della Musica! A
pochi
secondi
dall’entrata
in
scena
la band
Americana è avvolta
dall’ovazione e pressata dall’ incalzante
avanzata sotto il palco del foltissimo pubblico che ha “stuccato” ogni buco della
Cavea ….un bel colpo d’occhio! Smaliziatissimi i musicisti dei Toto non si fanno
pregare e nel raggiungere le loro posizioni
agli strumenti si “spalmano” sulle braccia
tese di quanti accalcati ai bordi del palco
si sgolano per esortali ad una sfioratina
sulla punta delle dita. Due tastieristi agli opposti del palcoscenico ,Steve Porcaro e
David Paich, il chitarrista “master” Steve Lukater al centro insieme al cantante Joseph
Williams, il bassista David Hungate arretrato
a destra a ridosso degli amplificatori e, poi,
affiancati e disposti su delle pedane, ben
“murati” dai loro strumenti, il batterista
Keith Carlock e il percussionista Lenny Castro con la formazione completata da due
pregiatissimi coristi Jenny Douglas e
Mabvuto Carpenter praticamente una
compagine da finale di Champions
League per la elevata caratura dei musicisti …in campo! David Paich, molto
vicino al bordo del palco con le sue
tastiere ,a tratti lascia la
postazione per “gigioneggiare” di brutto con
il pubblico che un
clown non saprebbe far
di meglio,alternando i
suoi precisi interventi
vocali e tastieristici a mimiche e
goffi movimenti all’ombra di occhiali scuri e un cappello a
cilindro nero indossato su di
un giacca grigio perla lucida
che ne esalta il peso in eccesso . Alle 21,00 è “Running
out of time” che irrompe roboante promuovendo l’ultimo cd di inediti,
”Toto XIV” seguita da “I’ll supply the
love “ tratta dal primo vendutissimo
album del 1978 “Toto” : in dieci minuti
37 anni di storia attraversano le nostre
orecchie e la loro musica è sempre lì
croccante, intatti nel
presente come nel
passato il gusto e
l’equilibrio delle alchimie strumentali e vocali che hanno da
sempre costituito il
marchio della bottega musicale della
band Statunitense
.Con il pubblico costantemente in visibilio,continua
la
promozione
di
“Toto XIV” da cui è
tratta la successiva “Burn” ; quindi ,la scaletta “picchia” a capofitto nel passato infilando brani quali “Stranger in town “ (84),
”I won’t hold you back” (82), ”Takin’ it
back” (78) ,”Pamela” (88), “Hold the line”
(78), il primo hit internazionale, un brano
che non è mai mancato ad un concerto
della band, caratterizzato da un giro di accordi semplice sostenuto, però, da un’accattivante ritmo di batteria, all’epoca
“inventato“ dal compianto Jeff Porcaro , uno
stile, il suo, da modello per molti
batteristi rock , e dal tirato assolo della chitarra di Steve Lukater,
al
culmine
del
pezzo,che “rattizza”,di
brutto, la platea !
Tocca all’ennesimo hit
della band , ”Rosanna” (82) concludere lo show “come
da contratto” ,dopo
un’ora e mezza incessante
di musica e tripudio di pubblico ; la band
tenta l’uscita dal palco ma la “caciara” in
Cavea squarcia la calda notte di Roma e
,così, il “gruppone” riprende posizione
,ancor più galvanizzato dall’esito favorevolissimo della serata ,tuffandosi ancora nel
passato con “On the run” (98) ,”Goodbye
Elenore” ( 81) per chiudere con il singolo
pop di successo planetario “Africa”(82) …
e …aiuto …la signora “over size” accanto
a me si “sfrena” e mi rotola sopra …le mie
ultime foto ?… sono dedicate alle stelle
del cielo sopra la Capitale !
CarloCattani/words&pics© settembre
2015
14
Campo de’ fiori
Cirey: un castello pieno di libri
Voltaire e Mme du Châtelet: “L’uno faceva versi, l’altra triangoli”.
“U
n uomo di lettere deve vivere in un
paese libero”. Così scriveva da Parigi Voltaire,
pseudonimo di FrancoisMarie Arouet, di ritorno
di Bruna Ferrini da un memorabile viaggio
in Inghilterra descritto
nelle famose venticinque “Lettere filosofiche” pubblicate nel 1734 e così definite
dallo stesso autore: “Politiche, critiche, poetiche, eretiche e diaboliche”.
Il risultato fu che i regi censori condannarono il libro ad essere lacerato e bruciato
nella corte del Palazzo di Giustizia perchè
scandaloso, contrario alla religione, ai buoni
costumi ed al re. Ma per Voltaire, appena
quarantenne e già personaggio il cui piacere
era scrivere e pensare sopra ogni cosa,
questo fu il momento giusto e fortunato
per conoscere Madame Emilie Le Tonnellier
de Breteuille du Châtelet che gli soigliava
molto. Subito la descrisse così: “Bella e
buona amica di fertile immaginazione e sincera. Il suo intelletto è vivace, anzi sublime.
E’ una persona rara, degna di Newton”. In
brevissimo tempo divennero amanti e si
aprì per loro il castello di Cirey, alle porte
della Lorena, dove vissero insieme per una
decina di anni proprio secondo il desiderio
di Voltaire: “Non chiedo che di vivere seppellito nelle montagne di Cirey”. Non andò
proprio così perchè la prima a lasciare il ca-
stello e ad essere seppellita veramente a
Parigi fu lei. In compenso lo fu con tutti gli
onori perchè le sue opere intellettuali le valsero, dopo la nomina del re a membro dell’
Accademia delle scienze di Bologna nel
1748, anche la pubblicazione del Commentario sui Principia Mathematica di Newton.
Ma chi era Emilie? Una fanciulla che, nata
nel 1708 a Parigi, ebbe la fortuna di appartenere ad una ricca ed aristocratica famiglia
di bibliofili e di avere l’intelligenza acuta e
pronta per seguire gli insegnamenti di illustri precettori. Innamorata delle scienze fisiche e filosofiche, ebbe l’opportunità di
dimostrare che le donne sarebbero state capaci di fare tutto quanto facevano gli uomini
ed il primo a riconoscerlo fu lo stesso Voltaire ricordando le loro giornate trascorse al
tavolo di lavoro. Appena diciannovenne,
Emile fu data in sposa al colonnello di Reggimento Claude du Châtelet, persona di
grandi vedute liberali e dopo aver avuto due
figli, il matrimonio di convenienza consentì
loro una libertà senza scalpori. Lei scelse
sempre uomini colti ed impegnati in studi filosofici pur conducendo una vita mondana
ed elegante. Accolse Voltaire come un
amico da proteggere rispettando e divi-
Campo de’ fiori
dendo le giornate con ore di studio e di
svago, ospitandolo appunto nel castello di
Cirey dove lui completò “Il secolo di Luigi
XIV” e “Il saggio sui costumi”. Il loro menage fu al centro di critiche e commenti
della mondanità dell’epoca perchè erano intellettuali originali persino negli orari di lavoro e nella scelta delle materie di studio.
In breve, si disse “ .. su quel superbo
sfondo architettonico, (il castello) uno faceva versi, l’altra triangoli : sembra di sognare” . Ovvero mentre lui amava anche la
poesia, lei amava la fisica di Newton di cui
traduceva e commentava le opere con intelligenza straordinaria tanto da essere ,
all’epoca, amata dagli intellettuali e non
dalle donne educate ad altre attività. “ La
marchesa passava le notti leggendo e scrivendo.. solo verso le cinque si coricava per
alzarsi verso le nove” ricorda l’abate Raynal.
Ma nel resto del tempo , era un trionfo
d’amore per il suo Voltaire del quale vive
ogni momento ed ogni occupazione con
grande gelosia.Ma anche Voltaire è geloso
ed a volte si ribella. Ed è quasi una disputa di tipo coniugale quando grida: “Lasciate stare Newton , sono fantasie, Vivono
i miei versi”. Mentre Mme de Grafigny, una
sua amica di quel tempo, sottolinea “Ed egli
ama farne con passione”. Ma non dimentichiamo anche che le cronache da lei lasciate non sono benevole nei riguardi della
marchesa du Châtelet: “ Era lunga e secca”
mentre madame du Deffand completa il
quadro: “Era senza fianchi, con grosse
braccia, di volto aguzzo e il naso affilato”.
Ovviamente non era proprio così, ce lo dice
Voltaire in sua memoria “.. è vissuta a
lungo circondata da persone che non sapevano ciò che ella fosse, ma lei non si curava
affatto di tanta insensibilità”.
E ne sono prova le lettere che ci ha tramandato il buon C. A. de Sainte-Beuve nella sua
Corrispondenza dell’800 quando racconta
dell’amore che Madame nutriva per il suo
amante e della disperazione a proposito di
un viaggio lungo sei mesi in Olanda, viaggio
“un po’ troppo prolungato”
secondo lei. Scriveva a
Mme d’Argental
“Io sono a cinquanta leghe
dal vostro amico, e sono
dodici giorni che non ho
sue notizie. Perdonatemi,
perdonatemi, ma il mio
stato è orribile. Quindici
giorni fa passavo, non
senza pena, soltanto due
ore lontano da lui; allora gli
scrivevo dalla mia camera
alla sua; e sono quindici
giorni che ignoro dov’è e
quel che fa, non posso
nemmeno godere della triste consolazione di condividere le sue pene. Perdonatemi di stordirvi
con i miei pianti, ma sono troppo infelice”.
Ed il tormento la porta a confessare il suo
vero timore: “Esistono poche virtù che resistono assiduamente”. E Saint - Beuve commenta ancora: “Una frase “ solenne” ma è
così che ragiona la passione”. In effetti Emilie è fortemente preoccupata: “Occorre in
ogni momento salvarlo da se stesso, e impiego più politica io per guidarlo che il Vaticano per trattenere la Cristianità nei suoi
ceppi-. E lo scrittore francese conclude che
Mme du Chatelet è proprio appassionata e
tenera come quella che Voltaire ha ben descritto in due parole, “un po’ filosofo e pastorella”. Ma è proprio lui, il filosofo, a
perdere le forze, la strada di Ciriey diventa
faticosa e lei non raccoglie il messaggio che
le aveva mandato tanto tempo prima “ridatemi l’età dei miei amori”. In lei, l’abbandono dà la forza di volgersi altrove, ad un
giovane filosofo Saint -Lambert che potrebbe ridarle un amore senza limiti e misura”. Ci prova ma diffida. “Voi conoscete i
piaceri intensi-scrive- ma non conoscete ancora l’amore … ho paura di aver torto ad
amarvi molto..le mie riflessioni, tutto quello
che penso, mi dimostra che io vi ami di più
di quanto io debba”. La tragedia è appena
15
cominciata: Mme du Châtelet
è una donna ed il suo ruolo
naturale, quello di avere un
figlio, le si rivolge contro: nascerà una bambina e poco
dopo il parto non ci saranno
più in due al mondo, lasciando un vuoto incolmabile
nello stesso Voltaire che
scrisse: “Non ho perso soltanto un’amante, ho perso
metà di me stesso, un’anima
fatta per la mia”. “La sua
scomparsa non fu accolta da
un coro di rimpianti -scrive
oggi il professor Giuseppe
Scaraffia- i parigini non le
perdonavano la superiorità
intellettuale né le debolezze femminili”. Tra
queste, l’amore per il lusso ed i gioielli in
particolare, a cui si deve il nomignolo di
Pompon. Va aggiunto che fu la prima donna
a scrivere un Discorso sulla felicità che si
può leggere ancora oggi con interesse. Certamente è stato scritto sulla propria esperienza, quasi un riassunto delle sue
impressioni ed un invito all’evoluzione ed
emancipazione femminile. Non per nulla la
sua istruzione non venne pianificata in un
convento, secondo le abitudini dell’epoca,
ma accanto ad un padre che seppe guidarla nello studio dei grandi autori latini,
greci e suoi contemporanei. Cultura laica,
dunque, che seppe renderla diversa allora
ed attuale ancora oggi, così lontana dall’epoca dei Lumi.
Ringrazio la biblioteca comunale di Bracciano per avermi permesso la lettura del Discorso sulla felicità di Mme du Châtelet, un
piccolo ed artistico libro del 1993 Sellerio
editore di Palermo. Un capolavoro del quale
mi riprometto di fare un particolare commento perchè, a mio parere, merita di essere conosciuto ancora oggi.
La mia e-mail per chi volesse approfondire
l’argomento: [email protected]
Campo de’ fiori
16
Ecologia e Ambiente
Quanto vale la Green Economy in Italia?
S
i sente spesso
parlare di green
economy (economia verde),
aziende che investono su energie rinnovabili
e
su
sistemi
di Giovanni
innovativi in diversi settori,
Francola
ma quanto vale in termini
di denaro quello che ruota
intorno a questa economia? Soltanto in Italia si aggira intorno a 100 miliardi di euro e
le aziende italiane che sono interessate
sono migliaia, il 22%, il fine è quello di ridurre le emissioni di CO2 e risparmiare
energia.
Otre ad una ricchezza in termini di fatturato,
sembra che anche gli italiani siano sempre
più interessati a questa nuova economia
verde, più del 70% di cittadini è disposto a spendere qualcosa in più pur di
avere servizi e prodotti eco-sosstenibili, ma un altro aspetto di non poco conto
è che si stanno creando nuove opportunità
di lavoro, si parla di circa 3 milioni di green
jobs vale a dire lavoratori che applicano
competenze “verdi”.
Non si uscirà certo da questa profonda crisi
economica, con queste nuove forme professionali, ma di certo contribuirà ad avviare
una nuova cultura di rispetto e conservazione del nostro habitat fortemente compromesso in questi ultimi decenni.
E’ un valore a mio avviso sicuramente in
crescita, una forma di consapevolezza che aprirà
nuove strade e opportunità occupazionali, che
come ripeto in questo contesto economico e sociale
non certo da sottovalutare.
Diciamo che la green economy è un modello di sviluppo economico, che non
considera soltanto i benefici in termine di aumento
del PIL (prodotto interno
lordo), ma prende in considerazione altri indici
come l’impatto ambientale, cioè i potenziali danni
ambientali prodotti dall’intero ciclo di trasformazione di tutte le materie prime, partendo
dalla loro estrazione, trasporto, trasformazione e la loro definitiva eliminazione o
smaltimento. Un meccanismo di “retroazione negativa” che va sicuramente a ripercuotersi negativamente sul PIL nazionale.
Basta pensare alle tante bonifiche effettuate
in termini di rifiuti, ad interventi mirati alla
messa in sicurezza di vaste aree minacciate
dal problema idrogeologico, dalla depurazione delle acque e da tanti altri interventi
costosissimi che vanno ad incidere pesantemente sui bilanci di chi gestisce un territorio. Tutto ciò a discapito di altri servizi
indispensabili per l’intera comunità. E’ per
questo che ridisegnare nuove forme di sviluppo è soprattutto conveniente e lungimirante.
E’ da augurarsi che se fino ad ora il modello
“nero”, carbone, petrolio e gas, è stato il volano insostituibile di globali economie,
possa finalmente lasciare il posto al modello
“verde” molto più sostenibile più attento
agli effetti collaterali, al fine di una maggiore qualità di vita di ogni uno di noi. Credo
che ce ne sia proprio bisogno!
Campo de’ fiori
18
LE CORSE A VUOTO A RONCIGLIONE:
UNA COSA UNICA AL MONDO
I
L LAZIO – GIORNALE
SETTIMANALE DELLA
PROVINCIA ROMANA.
Roma, 5 marzo 1922.
Dall’articolo firmato Lear,
intitolato: “Ronciglione –
Dove rivive il Carnevale…
di Roberto
Romano.”
Ragone
Le corse dei barberi
Le corse dei barberi a Ronciglione non risorgono, perché è l’unica città
in cui non sono mai tramontate. I Ronciglionesi sarebbero capaci di fare le… barricate
se gliele proibissero, e i più vecchi signori
della città ricordano sempre con piacere
quando giovani ed abili cavallerizzi, come
qui sono tutti, formavano il plotone degli
Ussari, e caracollavano per il Corso sotto lo
sguardo delle belle signore, che qui non
hanno mai fatto difetto. La giornata carnevalesca a Ronciglione comincia presto. Alle
13.00 suona il campanone e poco dopo
verso le 13.30 incomincia a suonare la musica cittadina, che suona ininterrottamente… fino a notte. Alle 14.00 passa la
Commissione che va a dare la ‘mossa’ alla
corsa. […………………] Si odono altri due
spari: questa volta sono i barberi. Squillano
le trombe! Un fremito corre per la folla immensa che si accalca per le vie, gremisce le
finestre, i balconi, i negozi! Passano i cavalli
a corsa sfrenata: ecco girano l’angolo di
Piazza Vittorio e attaccano la salita di Montecavallo. Lo spettacolo è veramente impressionante. La corsa si svolge sul
percorso di un chilometro, nelle vie principali della città che sono ampie e fiancheggiate da comodi marciapiedi e bei palazzi.
A memoria d’uomo non si è mai lamentato
il minimo incidente durante le corse, e si
noti che il servizio d’ordine è disimpegnato
dai pochi Carabinieri della locale Tenenza.
GRAN CARNEVALE 1952
DAL PROGRAMMA RIPORTATO
SUL MANIFESTO UFFICIALE
CORSA DEI CAVALLI A VUOTO
Ore 15,30 – Al via dei mortaretti, crepitanti
dall’Orologio alla Nave, un guizzo a bruciapelo all’angolo del Gricio, e su per Montecavallo i BARBERI come il vento. Nudi, liberi
e belli come stornelli. Su! Su! Su! La strada
percossa come tamburo sotto gli zoccoli a
tempo della selvaggia carica. Nitrendo e
cantando, come Radames, ritorna vincitor!
S
ono in compagnia di Fabrizio Alessandrucci, presidente del Comitato Amici
del Palio, un Comitato formato da un
po’ di ragazzi delle scuderie per tenere viva
questa tradizione. Stiamo andando alla sua
scuderia - il Campanone - per un incontro
importante, una cavalla di quattordici anni
che ha vinto il palio nel 2009, e da allora
vive di rendita, Silvia Forever.
- Secondo lei è possibile ricominciare
le Corse a Vuoto?
“Le condizioni ci sono tutte, anche perché
la corsa è stata diversamente regolamentata da un decreto, il decreto Martini, quindi
se ci sono delle regole basta osservarle e la
corsa può essere ripristinata.”
- Quali sarebbero queste regole, rispetto alla vecchia legislazione?
“Rispetto alla vecchia legislazione dobbiamo
gettare lungo il percorso del terreno idoneo
a far correre i cavalli, poi adottare delle protezioni laterali a delimitare il percorso, di cui
già in parte disponiamo, quindi basterà migliorarle. Il problema più grosso è la terra.
E’ stata fatta un’esperienza nel 2010 con
esito positivo per ciò che riguarda la sicurezza dei cavalli: infatti non c’è stato nessun
incidente. Era la prima volta. Oggi invece ci
sono ditte organizzate a cui si affidano i vari
responsabili dei palii, quindi tutto è più facile, anche se i costi sono alti, e comunque
lo fanno dappertutto, quindi lo dovremo
fare anche a Ronciglione. La corsa sull’asfalto aveva un fascino particolare perchè
il battere degli zoccoli sull’asfalto dei cavalli
liberi era una cosa emozionante, e i Ronciglionesi si ricordano tutti questo suono particolare, però con la terra la gara sarebbe
molto più sicura e molto più spettacolare.
Con il percorso in terra battuta c’è più battaglia, i cavalli si sentono più sicuri e sorpassano anche in punti dove di solito è
impossibile, questa è l’esperienza che abbiamo avuto già soltanto con quell’unico
palio che abbiamo fatto con la terra sul percorso. I cavalli superavano anche in curva,
si sono presentati anche tre cavalli appaiati
sulla curva, perchè con il terreno hanno più
grip, e poi non c’è stato nessun incidente.
Possiamo dire che, nelle centinaia d’anni in
cui s’è svolto il palio, gli incidenti sono stati
pochissimi, e d’altra parte in ogni manifestazione sportiva, di animali o di persone,
l’incidente può sempre accadere.”
Siamo arrivati alla scuderia, e Fabrizio Ales-
Campo de’ fiori
sandrucci apre il cancello ed entriamo. Una
piccola costruzione con due box per i cavalli, balle di fieno ammucchiate, un grande
prato verde a disposizione della cavallina
che ha meritato tutto questo vincendo una
edizione del palio. Ora ha quattordici anni,
come mi dice il suo proprietario - brutta parola trattandosi di un cavallo che è una persona di famiglia, come accade a tutti coloro
che amano il proprio animale, grande o piccolo che sia - e la sua forma è smagliante.
Fabrizio raccoglie un po’ d’erba prima di entrare. La chiama e lei si fa desiderare, da
brava femminuccia, poi viene ma ci volta le
spalle, è scontrosa. Poi alla fine molla, si
volta, accetta l’offerta di quel pugno d’erba
fresca. Il manto è scuro, lucido, netto,
senza un difetto, il lungo muso e gli occhi
profondi invitano alla carezza.
“La cavalla è a Ronciglione dal 2003, sono
dodici anni. Lei vive così, allo stato brado,
ha il prato, l’erba, mangia tutti i giorni.
Anche prima viveva così, otto mesi all’anno,
poi veniva preparata per il palio, e dopo il
palio si riposava. Gli animalisti ci hanno
sempre visti come se sfruttassimo i cavalli:
un cavallo da corsa che fa due corse all’anno non esiste in nessuna parte del
mondo. L’amore e la cura che poi davamo
ai cavalli era una cosa maniacale, e questo
si può vedere... guardi come sta. Questa
l’abbiamo presa a Capannelle, l’abbiamo pagata mille euro, non avrebbe avuto una
gran fortuna, purtroppo in corsa valeva
poco, era destinata a... L’abbiamo portata a
Ronciglione, qui si è adattata, le è piaciuto
il palio, e poi ha vinto il palio del 2009. Per
me è un’eroina, la tengo così tutta la vita,
anche se poi non correrà più perchè è anziana.”
Usciamo dal prato, un’occhiata ai box, che
in passato ospitava due cavalli.
“Il palio - mi dice Fabrizio - era importante
anche per l’aggregazione dei tanti ragazzi
che venivano la sera quando si rigovernavano i cavalli, e poi c’era anche un ricambio
generazionale. I più piccoli seguivano i più
grandi, imparavano il mestiere, con l’aspirazione di diventare un giorno lascino,
chiappino, cioè quello che lancia il cavallo
alla partenza e quello che lo riprende al traguardo. Come per tutte le cose serve un po’
d’esperienza, come abbiamo fatto tutti.
Quando c’era il palio, magari a Pasquetta,
organizzavamo qui, era sempre una festa.
Ora, oltre ad averci tolto il palio, che alla
fine dura cinquanta secondi, e tutto gira intorno a quei cinquanta secondi, perchè
tutto l’anno si lavora sempre per quei cinquanta secondi, però c’hanno tolto un rapporto di aggregazione, di amicizia, che poi
le amicizie di scuderia uno se le portava
anche per tutta la vita. Senza palio in tanti
ci siamo allontanati, ognuno ha la sua comitiva, e quindi non ci si vede più. Era bellissimo vedere i bambini crescere con
l’amore per i cavalli, in scuderia si viveva
tutto l’anno. Parlando della cavallina Tiffany,
abbiamo purtroppo commesso diversi errori, forzando il percorso, non insistendo
con la terra sul percorso perchè i commercianti si erano lamentati, e poi la spesa era
stata veramente importante. Avremmo dovuto continuare e migliorare lo svolgimento,
quella è la soluzione. Ormai è successo, ed
è inutile guardarsi indietro. Bisogna ripartire
nel pieno rispetto delle regole e rilanciare il
palio. Come lo facevamo noi rimaneva un
po’ chiuso nella città, ora invece bisogna
lanciarlo anche a livello internazionale, turistico, e pubblicizzarlo nella maniera giusta.
L’opportunità della terra ci permette questo
perchè possiamo far correre il cavalli in tutta
sicurezza, quindi non ci saranno più cadute,
possiamo fare una diretta televisiva,
come fanno altrove. Abbiamo presentato nel 2010 estivo un progetto innovativo, che sconvolge tutto quello ch’era
prima. Cambiando tipologia di terreno
cambiano un po’ tutte le regole, il palio
verrebbe fatto in due giorni, sabato e
domenica, verrebbe coinvolto tutto il
paese; abbiamo diviso il paese in rioni,
ogni rione avrebbe la sua chiesa, la sua
zona, dove organizzarebbe serate,
feste, e tutto il paese sarebbe imbandierato. Uno sconvolgimento totale da
com’era prima. Sicuramente ci aiuterebbe a rilanciare il palio.”
- E questo progetto che fine ha
fatto?
19
“L’abbiamo presentato in Comune, il sindaco giustamente s’è preso del tempo per
esaminarlo. Ora, secondo me, i tempi sono
maturi per ripartire, perchè sennò perdiamo
la tradizione. Siamo già fuori tempo massimo. Le chiacchiere non servono, se tutti
mollano è finita. Una tradizione che è stata
portata avanti per oltre quattrocent’anni,
noi la facciamo morire. E’ una cosa bella e
va ripresa. E’ un pezzo di storia fondamentale, insostituibile nel cuore dei Ronciglionesi, perchè il Ronciglionese anche se
all’apparenza sembra una persona disincantata, che non si espone, basta che a Carnevale guardi un filmato delle corse e
riesplode subito l’entusiasmo. Il cavallo
scosso non corre in nessuna parte del
mondo. Apparentemente è difficile ripartire,
ma io sono convinto che non è così. Dobbiamo ripartire subito, certo, con mille difficoltà, perchè questo è un palio che va
organizzato in un certo modo, quindi bisogna reperire dei fondi e oggi non è facile,
però ce la dobbiamo fare, perchè ci sarebbero dei forti ricavi. Abbiamo Roma a due
passi, per i Romani il carnevale è stata sempre un’attrattiva, e lo è ancora. Basterebbe
lanciare un minimo di pubblicità su Roma,
tanta gente ancora viene e domanda delle
corse perchè non si fanno più, eccetera.
Ringraziamo l’amministrazione comunale
che ha fatto un lavoro eccezionale di mediazione a livello burocratico, con le istituzioni, con il Ministero. Quest’inverno
dobbiamo assolutamente ripartire, dobbiamo rifare il palio. Ricreare le contrade, ricreare gli entusiasmi, perchè il paese in
questo momento ne ha bisogno. Il palio è
una ricchezza che va ripristinata, migliorata
e valorizzata. Come si fa a far finire una
cosa unica al mondo?”
20
Campo de’ fiori
ERGASTOLO: NON C’E’ MA SI VEDE
S
i abbia il coraggio di eliminare
dal codice la
condanna all’ergastolo
senza
ipocrisie che fanno solo
ironia.
del Prof.
La sua cancellazione poSergio
trebbe portare alla cerFunicello
tezza della pena sempre
che i 15/30 anni che dovessero sostituirlo fossero tali. Insomma
“non c’è imbroglio non c’è inganno” come
urlavano gli imbonitori nei mercati rionali
fino agli anni ’70.
Il signor Tal de’ Tali è condannato, per
esempio, oggi 25/08/2015 a 25 anni di carcere per cui la società sa che lo rivedrà libero il 28/08/2040. Stop!
Inutile dire che il carcere, come struttura
muraria, dovrà essere rispettosissimo dell’umanità permettendo una vita decorosa
essendo SOLO la perdita della libertà, la
condanna e non altro, e altrettanto inutile
sarà affermare che la pena dovrà essere il
risultato di un’investigazione capace di giungere alla certezza della colpa il più possibile
vicina al 100% (la totalità tranne che in
condizioni evidenti non sarà mai possibile).
Certamente si dovrà tenere conto anche
delle circostanze che abbiano portato al delitto e alla loro capacità di aggravante o
meno della colpa, onde evitare di tornare a
una sorta di diritto consuetudinario, sia pur
scritto, eliminato tra il XVIII e XIX secolo e
sostituito dai codici penali di Russia, Prussia, Austria, Francia lo stato americano della
Pennsylvania e, nella penisola italiana, la
Toscana allora un Granducato, nel 1786.
Una condanna all’ergastolo che poi si tramuti in carcere “vero” nel senso temporale
e non di durezza, limitato a 15 anni che
senso ha?
Il dubbio è che sia soltanto un éscamotage
per accontentare “ergastolisti” a mo’ di
scelta di facciata e, in realtà, lasciare non
aperta, ma spalancata la porta ai sostenitori
dell’ opposto, è legittimo.
Non v’è dubbio che la condanna per così
dire” a termine” dovrà essere supportata
sempre dalla consulenza e collaborazione di
sorveglianti, medici, cappellani, psichiatri,
psicologi e educatori e, soprattutto, ma non
solo, nella fase preliminare
e nel dibattimento essa
dovrà avvalersi del medico
legale, trait d’union con altri
specialisti che egli stesso o
le parti riterrà opportune.
Con
l’Abate
Mably
(1709/1785) che scrisse,
tutt’oggi valido, anzi ancora
in fase di evoluzione “IL
CASTIGO, SE COSI’ POSSO
DIRE, COLPISCA L’ANIMA,
NON IL CORPO” possiamo
affermare che l’anima sia la
mente nell’accezione della
comprensione del male fatto.
Per giungere alla condanna, usando quando
scritto in maniera eccellente da Foucault, si
analizzi certamente:
- Chi ne è l’autore?
- Come determinare il processo casuale che
lo abbia prodotto?
- Dove è, nello stesso autore, la sua origine?
- Istinto, incoscio, eredità, ambiente?
ed anche
- Quale sarà la misura più appropriata da
prendere?
- Come prevedere l’evoluzione del soggetto?
- In quale modo verrà sicuramente corretto?
Diagnosi e cura (la sentenza) e prognosi
(per quanto tempo ed in che modo si potrà
reinserire il soggetto?)
Arriviamo alla valutazione dello stato del
soggetto, che potrebbe essere anche definito non colpevole perché non in grado di
intendere e di volere al momento dei fatti
o, in assoluto, non imputabile (rarissimo)
perché in quel momento e solo in quello,
non cosciente del proprio agire.
E’ la sentenza, come scrive Foucault, che
condanna o assolve e non il giudizio.
Oggi il giudice, con i suoi ausiliari, va alla ricerca dell’anima dell’imputato e quanto
abbia voluto o sia stato portato ad agire da
fattori, come detto, intrinseci o estrinseci.
Tutto ciò premesso, si arrivi a una condanna, che non auspico sempre massima,
ma reale, ben motivata e la si applichi senza
tanti “si, però” “..viste le circostanze parti-
colari” “ tenendo conto che…”
Inutile, ad esempio, nel caso della “coppia
dell’acido”, parlare di possibilità diverse
dall’adozione ad altra famiglia e non perché
il recupero sia da considerarsi impossibile
(difficile sì), ma perché nel percorso assolutamente lungo necessario per recuperare
socialmente i genitori, il danno al piccolo
Achille sarebbe centuplicato.
Ecco che la sentenza, che a me pare giusta,
di condanna a 14 anni sia il momento di ripensamento e cura di un’evidente malattia
psichiatrica che, però, non altera la capacità
di intendere e volere degli attori.
Non può esserci amore materno in una
donna che con un bimbo in grembo decida
di delinquere nei modi usati, e ciò valga
anche per il padre assolutamente privo del
concetto di responsabilità genitoriale.
E’ evidente dunque che il massimo della
pena non sarebbe limitato ai soli omicidi,
ma entrerebbe in una valutazione generale
sulla capacità di recupero “dell’uomo
(donna) delinquente” che dovrebbe essere
fine assoluto e non un quid da scrivere in
cui nessuno creda.
Una sola cosa nessuna masturbazione mentale con questi teorici ergastoli che NON
ESISTONO e servono solo, a mio avviso, a
tacitare un qualunquismo a sua volta preso
in giro.
Bibliografia M. Foucault. Sorvegliare e punire Nascita della prigione, Ed. Einaudi Torino
RINGRAZIAMENTO Ringrazio mio figlio
Valerio, dottore in Scienze della comunicazione, per il supporto ed i suggerimenti che
mi ha regalato.
Campo de’ fiori
22
MISSION IMPOSSIBLE
ROGUE NATION
I
componenti della mitica
IMF (Impossible Mission
Force) di Ethan Hunt & C.,
sconfessati e licenziati
dalla Cia, si lanciano
senza indugi nell’ennesima missione impossibile : sconfiggere il
cosiddetto “Sindacato”, una ordi Catello
ganizzazione terroristica internaMasullo
zionale che pretende di creare
un nuovo ordine mondiale...
Ispirato all’omonima serie televisiva creata da
Bruce Geller. Questo quinto film della saga Mission
Impossible l’ho trovato sorprendente. E’, infatti,
sorprendente che dopo 5 “rimasticature” dello
stesso plot la saga non solo non perda nulla del
mordente e del fascino degli esordi, ma anzi sia
capace di reinventarsi, rinverdirsi, anche con una
solida carica di deliziosa ironia ed auto-ironia. E’
sorprendente che l’inossidabile Tom Cuise, arrivato a 53 anni (ne aveva soli 34 alla prima puntata, nel ’96) riesca ancora a strabiliare gli
spettatori, realizzando di persona, senza controfigure, scene di azione sempre più impensabili ed
incredibili (tutti hanno notato la scena iniziale in
cui si aggrappa, realmente, al portellone di un
aereo in decollo, ma ho trovato ancora più strabiliante quella in cui, assicurato con robuste manette ad un palo alto 5 metri, tira su le gambe e,
con invidiabili e realissimi addominali, a balzi, risale il palo, fa scavallare le manette, si butta giù
e fa secchi tutti i carcerieri : tutto senza trucchi e
senza inganni). E’ sorprendente che un film
d’azione pura, riesca per 130 minuti a tenere gli
spettatori con il fiato sospeso, in un turbinio senza
soluzione di continuità di spettacolarità adrenalinica all’ennesima potenza. E’ sorprendente che
pur con citazione omaggio al limite del plagio del
più classico cinema hitchcockiano (la scena dell’opera di Vienna, da Antologia) non faccia rimpiangere l’originale. Confezione superlativa. Attori
strepitosi (travolgente la new entry, l’irresistibile
Rebecca Ferguson). Da non perdere. Assolutamente.
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi):
Leggenda:
CAPOLAVORO: 10
DA NON PERDERE: 8
DISCRETO: 6
DA EVITARE: meno di 6
8
TITOLO: MISSION IMPOSSIBLE – ROGUE NATION
REGIA: Christopher McQuarrie
SCENEGGIATURA: Christopher McQuarrie
INTERPRETI PRINCIPALI:
PERSONAGGI
INTERPRETI
DOPPIATORI
ETHAN HUNT
Tom Cruise
ROBERTO CHEVALIER
WILLIAM BRANDT
Jeremy Renner
ALESSANDRO QUARTA
BENJI DUNN
Simon Pegg
MASSIMILIANO MANFREDI
ILSA FAUST
Rebecca Ferguson
GAIA BOLOGNESI
LUTHER STICKELL
Ving Rhames
ALESSANDRO ROSSI
SOLOMON LANE
Sean Harris
ANDREA LAVAGNINO
ALAN HUNLEY
Alec Baldwin
PAOLO BUGLIONI
ATTLEE
Simon McBurney
MARCO METE
PRIMO MINISTRO
Tom Hollander
STEFANO ALESSANDRONI
JANIK VINTER
Jens Hultén
ALBERTO ANGRISANO
PRODUZIONE: TOM CRUISE, J.J. ABRAMS, BRYAN BURK, DAVID ELLISON,
DANA GOLDBERG, DON GRANGER PER BAD ROBOT, SKYDANCE PRODUCTIONS, TC PRODUCTIONS
ORIGINE: USA
DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY (2015)
DURATA: 130’
SOGGETTO: AZIONE
FRASI DAL CINEMA
“E si può fare?
Si, hackerando un satellite russo.
Ah, questo non posso autorizzarlo!
È per questo che non ho richiesto l’autorizzazione!”. (Jeremy Renner e Ving
Rhames).
“La cosiddetta Impossible Mission Force è un oltraggio ed un pericolo!”. (Alec Baldwin, capo della CIA, alla commissione parlamentare).
“Questi non sono episodi isolati, ma anelli di una catena... di uno Stato Canaglia che
vuole distruggere quelli che li hanno creati!”. (Tom Cruise a Simon Pegg).
“Si chiama Solomon Lane, è lui che ha creato il Sindacato!”. (Rebecca Ferguson a
Tom Cruise ed a Simon Pegg).
“Quindi Lane ha bisogno di una chiave che è dentro una fortezza.
E perché Lane non manda qualcuno a rubarla?
Lo ha fatto. Ha mandato me. E vi assicuro che è impossibile!”. (Simon Pegg, Tom
Cruise e Rebecca Ferguson).
“Come potevo lasciar ucciderlo, è un nostro alleato?
In politica non esistono alleati, ma solo interessi comuni!”. (Rebecca Ferguson e
Simon McBurney)
Campo de’ fiori
23
Castrum Palazoli:
un sito archeologico tutto da scoprire
L
ungo la via Amerina,
l’antica
strada
romana
costruita per collegare Roma ad
Amelia (l’antica Ameria), si
svilupparono diversi insedi Fabiana
diamenti urbani, nati iniPoleggi
zialmente come zone di
sosta lungo il tragitto, ma
che col tempo assunsero importanza e
grandezza di veri borghi o paesi con tanto
di fortificazioni, castelli e chiese. Uno di
questi fu Castrum Palazoli, che svolse un
ruolo significativo prevalentemente nel periodo medievale, dal VI° al XIV° secolo, e
che vide il suo maggiore sviluppo nel periodo longobardo. Il borgo inizialmente
crebbe d’importanza per il suo ruolo commerciale ed artigianale legato al commercio
della ceramica, data la sua vicinanza con
Vasanello, grande produttore di manufatti
ceramici dal quale dista solo pochi chilometri, qui dunque i viandanti potevano fare
sosta, rifocillarsi lungo il cammino e comprare ceramiche o prodotti locali per poi riprendere il viaggio.
Alla fine dell’ XI° secolo Palazzolo divenne
“castrum” cioè zona fortificata, con tanto di
castello e mura di difesa e nel 1170 venne
infeudato a Viterbo, ma circa cento anni
dopo, intorno al 1266 risulta libero comune
legato alla chiesa romana. Successivamente, molteplici epidemie ricorrenti portate dai viaggiatori che sostavano nel
borgo, colpirono la popolazione di Palazzolo
riducendo il sito in stato di abbandono.
Dell’originario insediamento restano oggi
pochi resti del castello e principalmente
vani ipogei, abitazioni scavate nel tufo con
nicchie e colonne centrali, tra questi molto
particolare e suggestiva è la grotta delle
monache, un colombario ben conservato affacciato sulla valle e la cella di Santa Rosa,
un ambiente con pareti intonacate e tracce
di affreschi. Poco più avanti sulla strada che
porta da Palazzolo a S. Maria di Luco, a
circa 400 m dal pianoro, si incontra una
serie di tombe scavate a terra nel tufo disposte su più livelli, corrispondenti a “terrazze”, tra il margine sinistro della strada e
il fosso di Valle Canale, è la necropoli di
Morticelli che probabilmente faceva parte
di un insieme più ampio, dato che sepolture
dello stesso tipo si ritrovano anche più a
Nord.
La tradizione vuole che a Palazzolo abbia
soggiornato Re Albio, ultimo re etrusco che
scomparse poi in battaglia nel 309 a.C. nel
vicino lago di Vadimone combattendo contro i romani i quali consacrarono così la loro
egemonia sull’Etruria.
La zona archeologica facilmente visitabile,
anche grazie ai recenti lavori effettuati per
rendere più accessibile il sito, è corredata
anche da quattro vie cave e, di fronte al pianoro, da una fornace di ceramica aretina
posta sul Poggio della Mentuccia, inoltre il
panorama che si gode dal sito è veramente
splendido, una valle completamente rico-
perta da una rigogliosa vegetazione che fa
da cornice a questo antico borgo tutto da
scoprire.
Campo de’ fiori
24
Papa Francesco e la Sacra Rota
M
artedì 8 settembre, ho
risposto alle
domande
della brava
giornalista della RAI Roberta Badaloni riguardo la
del Prof.
riforma della Rota romana
Massimo
ad opera di papa BergoMarsicola
glio. Come è ovvio che sia,
nei ristretti spazi di un telegiornale, di essa, ne è andata in onda soltanto un piccolo stralcio.
Ho fatto presente che la riforma era necessaria e che si tratta di una riforma epocale.
Che le spese da sostenere tuttavia erano in
linea con quelle che si sarebbero sostenute
in civile. Che la durata del procedimento, in
molti casi, è assimilabile ai tre anni che fino
a “ieri” servivano per ottenere il divorzio.
Sulle ragioni che spingono le persone a richiedere il riconoscimento della nullità del
matrimonio non può esservi altro se non la
propria coscienza di credente che non vuole
che un cristiano viva da separato (da divorziato) nella grande famiglia dei cristiani.
Una coscienza che non accetta di essere lacerata. Una coscienza che vuole esprimere
in verità il suo amore alla persona amata,
sigillo dell’amore di Dio. Ho detto altresì che
molti matrimoni celebrati in chiesa, Codice
di diritto canonico alla mano, risulterebbero
nulli se considerati, sulla base dell’esperienza realmente vissuta post e pre-matrimonio. Talora, mancando una reale identità
della persona nel momento che contrae il
matrimonio, non può considerarsi affidabile.
E se non è affidabile anche soltanto uno dei
due coniugi, il matrimonio è nullo. Ecco perché sostengo che ci vorrebbe una nuova
consapevolezza circa l’istituto del matrimo-
nio in genere ed in ispecie per quanto riguarda il matrimonio cristiano. Consapevolezza che ogni persona può raggiungere
non sulla base delle buone intenzioni che
esprime, ma sulla dimostrazione di affidabilità che è frutto di una personalità ben integrata. L’Egologia è la scienza della
soggettività umana che aiuta le singole persone a pervenire ad una personalità integrata. I libri della collana sono su Amazon.it
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e le iniziative della rivista che ami di più!!!
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Questo è lelenco completo degli esercizi di Ronciglione nei quali reperire la rivista:
- Caffetteria ‘La Mossa’ - Piazza Principe di Piemonte, 15
- Rio Vicano - Via Cassia Cimina, Km. 19,100
- Le Cheval - Via dell’Ospedale, 1/a
- Bar Casani - Via della Resistenza, 4
- Bar Doppio Senso - Via S. Giovanni Snc
- Caffè Gran Torino - Corso Umberto 1°, 44
- Edicola - Corso Umberto 1°, 18
- Cartoleria Teknica - Via Magenta, 34
- Bar Espressamente Saso - Via della Resistenza, Snc
- Antico Caffè Bellatreccia - Piazza Vittorio Emanuele, 21
- Bar Anitori - Piazza Vittorio Emanuele, 6/6a
- Caffè Nuovo - Corso Umberto 1°, 19
- Tabaccheria Centrale - Piazza Vittorio Emanuele, 19
- FESTIVALBAR - ingresso di Ronciglione via Cassia
- BAR QUATTRO A - via Roma, 56.
- Bar lanzalonga 2 - via capranica 8/D
Campo de’ fiori
25
Il rientro? Pronti? Via...
Le ricette per un rientro nature
I
l ritorno dalle vacanze può creare a
volte un sentimento
di tristezza o di
stanchezza all’idea
di riprendere un anno di
lavoro e di “routine”.
Anche se siete appena
di Josiane
tornati da 10 giorni di
Marchand
spiaggia e mare non esiNaturopata
tate a prendere cura di voi
prolungando il piacere ancora per qualche
giorno: un week-end insolito, una seduta di
massaggi agli oli essenziali, una cena tra
amici o una serata di giochi in famiglia...
Per voi, signore, che sperate di superare il
rientro dalle vacanze in piena forma e fresche come rose, perché non provare una piccola cura di uva (bio, of course!) durante
solo alcuni giorni?
Questa mini-dieta, disintossicante vi aiuterà
a purificare l’organismo senza stress. Se
siete golose, come me, risulterà un po’ difficile all’inizio,ma dopo un po’ tutto andrà per
il verso giusto! Correte dal vostro fruttivendolo e comprate da 1 a 3 chili al giorno di
uva, scegliete una tisana che vi piace ( da
bere calda o fredda) e vai! Potete fare la
stessa cosa con una composta di frutta oppure un altro tipo di frutta che vi piaccia. Le
mono-diete, quando vengono attuate su
brevi periodi sono molto benefiche per la salute. Se ne viene fuori spesso in piena forma,
con una carnagione “pulita” e la voglia di
fare...
Purificare il proprio organismo, eliminare gli
eccessi e conservare la forma? non vi è nulla
di più semplice della mono dieta: una pratica
nutrizionale dolce e molto efficace.
Il principio della mono dieta consiste nel consumo di un solo alimento biologico per
pasto, una sera o una giornata intera alla
settimana o al mese secondo il proprio ritmo
ma in modo regolare.
Una cura senza alcun rischio (limitata a 3
giorni) che gli Antichi praticavano già ad ogni
cambio di stagione. La mono dieta purifica
l’organismo, si, ma riposa soprattutto il sistema digestivo. Drena gli scarti e residui
metabolici che sono spesso all’origine di patologie invernali: stanchezza, depressione...
Mono Diete di Stagione:
- La Drenante, prepariamoci per l’inverno:
Mele cotte senza zucchero, ideali per
grandi e piccini. I suoi effetti? Drenaggio intestinale ed epatico, diuretico, antireumatico
e leggermente lassativo. Aggiungete un pizzico di cannella....afrodisiaca!
- La Depurativa, dopo un pasto un po’
troppo abbondante: Brodo di verdure o
minestra senza grassi con spezie.
- La classica, per i freddolosi: Riso semiintegrale, miglio, grano saraceno...Evitate
il riso integrale irritante per le membrane intestinali.
- La disintossicante, grandi pulizie di autunno: Uva molto matura o frutta di stagione. La scelta dell’uva è importante. Specie
raccomandata: uva bianca, possibilmente la
Baresana a buccia sottile. Dai 2 ai 3 chili al
giorno. Contro-indicazione: Diabete.
- La rassicurante, per alcalinizzare un terreno artritico: Patate cotte al vapore o in
acqua senza grassi.
Nè troppo, nè troppo poco: la quantità dell’alimento è importante per evitare le frustrazioni. Da evitare completamente lo zucchero
e eccitanti come il tabacco, l’alcool o il caffè.
In contemporanea, bevete acqua poco mineralizzata oppure infusi senza zucchero.
Per il filtro renale: picciolo di ciliegia, betulla,
salice bianco.
Per il filtro intestinale-fegato-cistifellea: rosmarino, genziana, carciofo, rafano, dente di
leone.
Perchè una cura autunnale?
Permette di fare il pieno di vitamine e di minerali prima dell’inverno per difenderci dalle
piccole infezioni di stagione.
Disintossicando il corpo, aiuta contro la stanchezza che ha tendenza a farsi strada all’ini-
zio dell’autunno.
Rimette in carreggiata il corpo sul binario
della salute per limitare gli eccessi legati all’inverno e ai festeggiamenti di fine anno.
Per quanti giorni?
Tutto dipende dal vostro ritmo di rientro. In
periodi di stress, provate ad intraprendere
una cura più moderata, per esempio su 1
mese, per equilibrare i vostri pasti. In periodi
di vacanza, optate per la mono-dieta.
In una settimana, la cura mono dieta a base
di uva permette di purificare l’ organismo
molto rapidamente e in dolcezza stimolando
i reni e il sistema linfatico.
Su 1 mese, create i vostri menù con alimenti
disintossicanti.
Ed ecco la hit parade degli alimenti
detox dell’autunno:
- La pera: ricca in fibre, favorisce il lavoro
degli intestini.
- La prugna: grande tasso di antiossidanti,
piena di Potassio, aiuta la purificazione dei
reni.
- La melanzana: diuretica, permette di drenare i lipidi nel sangue
- Il cavolfiore: denso di fibre e di potassio,
aiuta a drenare i reni.
- I broccoli: cocktail di vitamine e oligo-elementi (C, provitamina A, B9, Potassio, Magnesio, Calcio) aiuta l’eliminazione delle
tossine.
- L’Uva (già detto) ricca in antiossidanti, grazie ai suoi polifenoli , aiuta la disintossicazione dell’organismo.
- La banana: grandi proprietà anti acide che
favoriscono la digestione.
- L’indivia (o insalata belga) composta di
95% di acqua, ottima fonte di potassio per
drenare le tossine.
- Il finocchio: ricco in sostanze antiossidanti, favorisce la digestione, ottimo rimedio
contro i crampi intestinali.
- La rapa: piena di vitamine (C, B) e di oligo
elementi (rame, potassio, ferro, zinco) favorisce il transito intestinale grazie alle sue
fibre.
Dopo la disintossicazione, una buona
integrazione di pappa reale, Acerola, Aloe
Vera, Echinacea e Rhodiola farà sì che il vostro inverno diventerà una gradevole passeggiata...
Abbiate cura di voi!
26
Campo de’ fiori
LA CHIESA DI SAN GIORGIO DI CIVITA CASTELLANA
Le vicende edilizie e costruttive della sede dell’Istituto d’Arte in via
Gramsci, sono intimamente collegate alla storia
dell’antica Chiesa di San
Giorgio.
Tutta la ricostruzione della
di Francesca
storia è stata possibile
Pelinga
grazie alle ricerche del
prof.Enea Cisbani.
L
a Chiesa di San Giorgio a Civita Castellana è situata nella zona sudest dell’abitato, nell’immediata
vicinanza di insediamenti cultuali
del periodo Falisco e in un’area che
ha conservato nei secoli consistenti tracce
dell’età medioevale.
La sua costruzione dovrebbe risalire, almeno, agli inizi del XIII secolo, se si riconosce in un documento del 5 Maggio 1244,
relativo alla donazione di alcuni beni alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura di Roma:
“in territorio Civitatis Castellane S. Maria de
Fuseniano, S. Georgii et S. Egidi ecclesias”.
Le vicine Chiese di S. Antonio Abate e di
Santa Maria dell’Arco, unite a quelle rupestri
poste nella zona sud della città, legano la
Chiesa di San Giorgio ad una realtà storica
condizionata principalmente dalle strade di
accesso allo sperone tufaceo sul quale
sorge Civita Castellana, prova ne sia la vicinanza alla Chiesa in esame, della Porta Lanciana, che permetteva di raggiungere, dalla
città, la zona orientale del territorio comunale.
La Chiesa di San Giorgio, in origine, era
quindi posta appena fuori l’area urbana propriamente intesa, suddivisa in quattro contrade ed assumeva, di fatto, quel carattere
di “ecclesia ruralis”, che la connoterà nei secoli successivi.
Tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI,
al tempo del Papa Alessandro VI, l’urbanizzazione dell’area pertinente alla nostra
Chiesa, mutò la conformazione del quartiere
e la viabilità restituendo alla zona una dimensione civica, diversa dall’originario
aspetto rurale che doveva avere nel Medioevo.
E’ in questo periodo, o nei decenni imme-
diatamente seguenti,
Chiesa, era tenuto dai
che la Chiesa avrebbe
confinanti in pessime
beneficiato di un incicondizioni, tanto da
sivo restauro, il quale
creare problemi alla pane avrebbe alterato,
rete sinistra della strutalmeno in parte, le catura muraria e l’Ordinario
ratteristiche Romaniintervenne imponendo ai
che delle origini.
confinanti stessi una miLa Chiesa di San Giorglior cura dello spazio cigio, tuttavia, continuò L’antica chiesa di San Giorgio, oggi sede tato, fissando in 25 scudi
museale del liceo artistico Midossi
nei secoli ad essere
l’eventuale multa.
una realtà di media importanza, godendo,
La Porta d’ingresso non era munita delnel 1628, di un “beneficio semplice” e risull’iscrizione relativa al Santo titolare e, pertando affidata ad un solo presbitero.
tanto, il Vescovo Ascanio Blasi, nel 1710,
Aveva all’interno, l’Altare di San Giorgio, ma
comandò di ovviare a tale inconveniente
non doveva essere provvisto di tutto il neentro un mese. Pochi anni dopo il tetto si
cessario, tanto che la reliquia di detto
presentava in condizioni precarie e le pareti
Santo, conservata in tale Chiesa, venne tranecessitavano di un’ulteriore imbiancatura,
sferita tra quelle della Cattedrale di Santa
così come la finestra più volte ricordata,
Maria Maggiore, e soltanto nel giorno della
perché mancava del vetro. Notizie interesFestività del Santo poteva essere trasporsanti per la storia architettonica della Chiesa
tata temporaneamente nella Chiesa originasi possono trarre dalla terza visita effettuata
ria, dove restava fino ai secondi Vesperi.
dal Vescovo Tenderini, durante la quale gli
Nel 1631, la Compagnia di Santa Croce, era
altari di S. Giorgio e di S. Egidio risultano in
incaricata di provvedere alla manutenzione
precarie condizioni e necessitano, pertanto,
della Chiesa e vi officiava la Messa domenidi opportuni restauri. Venne, inoltre, ordicale, allo stesso modo la Chiesa era officiata
nato di rimuovere dalla parete sinistra lo stinelle festività dei Santi Biagio, Egidio e Stepite marmoreo che veniva usato come
fano, dei quali esisteva all’interno un altare
altare e di far controllare da esperti il fornice
a loro dedicato.
della navata destra fatiscente.
Nel 1697 la Chiesa doveva apparire al pieno
Nel 1833, da un inventario redatto e stipudelle sue potenzialità, visto che l’Altare
lato dal Canonico Giovanni Bernardino Scomaggiore era stato arricchito di un baldactini, amministratore della Chiesa di San
chino e insieme all’Altare di San Biagio viene
Giorgio, si apprende che la stessa era stata
ricordato anche quello del SS.mo Crocifisso,
posta sotto la giurisdizione del Capitolo
che serviva anche come Sacrestia, essendella Cattedrale e che non risultava in
dovi stato posizionato un armadio per conbuone condizioni essendo stata ridotta in
servare i paramenti ecclesiastici e le
stalla durante l’invasione delle “estere
suppellettili della stessa Chiesa.
truppe”.
Nel 1828, comunque, era stata restaurata,
L’esterno, comunque, era infestato da rovi,
anche se mancava delle dotazioni liturgiche
cespugli ed arbusti.
necessarie.
Alla fine del XVII secolo, nell’anno 1699, le
All’interno, specifica il documento, le tre napareti dell’edificio si presentavano, all’invate si presentavano in buono stato e ospiterno, in condizioni non eccellenti e il Vetavano due altari: quello maggiore, dedicato
scovo Simon Paolo Aleotti ordinò di
a san Giorgio, con un quadro mobile, adatrestaurare l’intonaco ed imbiancarlo. Cotato a coprire una nicchia con una statua di
mandò, inoltre, di riattare la finestra a vetri
S. Elena, di legno dorato e in cattivo stato
posta sopra la porta maggiore, a sinistra
dell’Altare maggiore era stato collocato un
di conservazione, l’altro è dedicato a S. Biagio, nel Campanile erano in funzione due
armadio ligneo per conservare le suppelletcampane.
tili sacre.
Continua sul prossimo numero….
Il terreno esterno, nella parte sinistra della
28
Campo de’ fiori
Come eravamo
Basta che se magna e se beve
U
na volta erano le sole feste patronali a
scandire, specialmente nei paesi, il
ritmo di una vita basata su tradizioni
popolari che si perdevano nel tempo e
reclamavano il diritto di entrare nella
storia.
Tradizioni religiose, folkloristiche e perché no,
anche culinarie.
di Alessandro
Oggi
le tradizioni religiose, pur con qualche “tenSoli
tennamento”, resistono tenaci all’assalto di nuove
idee, di nuove etnie, e nel nome della globalizzazione mondiale, limitano la loro secolarità alle processioni di paese, con l’ostensione
delle reliquie del santo patrono, le messe solenni e le benedizioni
particolari.
Il folklore, malgrado tutto, ancora “regge bene” con le sfilate in costume, le bande caratteristiche ed i “fuochi e bòtti finali”. Per quanto
riguarda “magnà e beve” c’è stata una escalation incredibile, che ha
inquinato, lasciatemi il termine, l’habitat paesano, sicuramente più
povero, ma più felice di quello odierno.
Ecco svelato il titolo di questo mio pezzo che non vuole sminuire,
per carità, l’importanza dello stare insieme con i piedi sotto le tavolate dove “se magna e se beve” sempre, e non solo per le feste patronali, quando le osterie la facevano da padrone con i loro cibi
caratteristici e soprattutto “genuini”.
Non ci accorgiamo, ma stiamo correndo un grosso rischio, cioè che
questo “magnà e beve” stia creando un’inflazione irreversibile, anzi
si nota la voglia di far entrare “con forza” tra le tradizioni popolari,
di cui parlavo sopra, le mille sagre e feste varie dai titoli più impensati (non li cito volutamente), ma si va dalla sagra del “pan bagnato”
a quella del “sellero fritto”, passando dalla sagra del “fico in umido”
a quella del “cocomero in padella”.
Ma va bene così, e voglio chiudere con gli ultimi versi della mia vecchia poesia “Come farò” - Noi civitonichi semo fatti così, sempre
pronti a magnà, beve e a diverticce, nun ce penzamo si dovemo
morì, intanto ‘nfilamo ste sargicce!
Copertina del libro del noto cuoco Luigi Carnacina, edito nel 1973
Campo de’ fiori
29
IV EDIZIONE DEL
“MORLUPO SHORT FESTIVAL”
Premiato anche l’attore Lando Buzzanca alla rassegna del cortometraggio
S
i è svolta il 13
agosto, nella
bella cornice
della Piazza
Centrale di
Morlupo,
Armando
Diaz, patrocinato dal Comune e dall’Associazione
“Morlupo che vorrei” e organizzata da Mauro Scoccia e
Danilo Micheli, la quarta edizione
del Festival del Cortometraggio “Morlupo short Festival “che dà la possibilità agli
autori di esprimersi con il linguaggio cinematografico su tematiche sociali e del territorio, e di gareggiare giudicati da un
parterre di addetti ai lavori veramente eccellenti e da una giuria popolare scelta,nel
corso della serata, tra gli appassionati di cinema.
Presiedeva la giuria tecnica l’editorialista
Giuseppe Sanzotta e con lui quest’anno
c’erano: il giovane regista Francesco Bonelli, il giornalista Riccardo Rossiello, l’attore
di teatro Cosimo Cinieri, l’attrice e pittrice
Ester Campese, il produttore cinematografico Riccardo Bramante, la giornalista e
scrittrice Maddalena Menza. Nella giuria tecnica poi vi erano anche il Sindaco della cittadina Marco Commissari, l’Assessore alla
cultura Felice Cecchitelli e il Presidente
dell’associazione di Morlupo, Ettore Iacomussi
Durante la serata è stato premiato per la
sua lunga e prolifica carriera, alla vigilia dei
suoi primi ottant’anni (compiuti il 24 agosto) il grande attore Lando Buzzanca.
Intervistato dalla giornalista Maddalena
Menza che recentemente ha pubblicato su
youtube uno speciale su di lui di circa
un’ora, l’artista ha raccontato alcuni aned-
Lando Buzzanca, che
ha festeggiato i suoi
80 anni, riceve il premio per la sua lunga e
proficua carriera.
A lato, dopo l’intervista con Maddalena
Menza
doti sui suoi difficili inizi
ed è stata presentata una
piccola retrospettiva della sua
straordinaria carriera: dai film con
Pietro Germi col ruolo di Antonio e Rosario
Mulè al Merlo Maschio, simbolo del cinema
erotico anni Settanta, a Signore e Signora,
un cult televisivo al fianco di Delia Scala al
recente Restauratore in cui riesce a trasfondere le sue grandi doti attoriali tanto che alcuni spettatori lo credono un guaritore
autentico. I cittadini di Morlupo l’hanno accolto con grande calore e l’attore si è sottoposto volentieri al bagno di folla e alle tante
richieste di foto con cui le persone gli
hanno mostrato il loro affetto.
PREMIAZIONE DEL FESTIVAL
Le opere da giudicare, tutte di buon livello,
precedentemente selezionate tra le tante
arrivate al Concorso, sono state sei. Le tematiche affrontate, essenzialmente la crisi
d’identità (Paralovo e Punto di vista), la
crisi della coppia e il rimpianto del passato
(Frammenti), lo sballo Svegliatevi del giovanissimo Marco Forti e Senza parole di Edoardo Palma), la ricerca di senso (Dindalò di
Simone giovanile(Scorciatoie di Simone Barbetti vincitore dello scorso anno).
Erano presenti nei corti alcuni attori conosciuti come Maria Rosaria Omaggio ed
Elda Alvigini.
Mentre tra il pubblico presente alla serata,
Maddalena Menza premia Matteo Petrelli,
vincitore del concorso con il corto
“Punto di vista”
la brava attrice di Frammenti Francesca
Stajano e il regista Raffaele Sasson, il
giornalista Giò di Giorgio, il regista di
Senza parole Edoardo Palma e il produttore di Punto di vista, Paolo Zanotti.
Quest’anno c’era pure la novità del miglior
soggetto. Il giorno successivo è avvenuto lo
spoglio delle schede e si sono conosciuti i
tre vincitori. Al primo posto: Punto di vista
con 384 punti, al secondo Dindalò con 379
e al terzo Scorciatoie. Il premio per il soggetto viene dato ex aequo a Punto di vista
e Dindalò,
La premiazione si è svolta il 16 agosto alle
21 in Piazza Armando Diaz alla presenza del
Sindaco Marco Commissari.
L’opera vincitrice PUNTO DI VISTA di
Matteo Petrelli è stata proiettata sul
grande schermo prima della cerimonia.
30
Campo de’ fiori
Parliamo di Funghi
con Giampietro CACCHIOLI, micologo
Q
I funghi appartenenti al Genere Clitocybe comunemente detti Ordinari, Aromatici.
uesto Genere comprende funghi
piuttosto diversi fra loro sia per dimensioni che per colorazioni. Mi
limiterò a descrivere le specie più
tipiche che ci interessano perché
ricercate e apprezzate dai “fungaroli” locali. Tra le specie di provata commestibilità spicca la Clitocybe geotropa,
nome comune aromatico, ordinario, cardinale,
natalino, ordinale reale, cimballo, ecc.
E’ un fungo saprofita del tardo
autunno,
di
grossa taglia, con
cappello del diametro di 10 – 25
cm. e gambo alto
anche 15 cm,
che cresce in lunghe file o “cerchi delle streghe”. Il cappello e il gambo sono uniformemente di colore nocciola, caffelatte, ocra
pallido, mentre le lamelle e la carne sono bianchi.
Clitocybe geotropa
1. Cappello
inizialmente umbonato, poi
più o meno depresso
fino a diventare imbutiforme
2. Lamelle bianche,
abbastanza fitte, decorrenti sul gambo
3. Gambo cilindrico o
leggermente clavato alla
base, posto al centro del
cappello. Non è presente l’anello o altra
decorazione
4. Carne bianca
5. Spore bianche (leucosporeo)
6. Odore che ricorda quello delle mandorle
amare (acido cianidrico).
Se osserviamo correttamente queste caratteristiche morfologiche e le mettiamo in relazione fra loro non ci possiamo sbagliare.
L’habitat e le condizioni climatiche favorevoli
alla crescita degli “aromatici” sono molto
particolari; infatti non li troveremo mai nei
punti del bosco dove all’inizio dell’autunno abbiamo raccolto ovuli, porcini, galletti e men
che mai sui prati che hanno prodotto prataioli.
Quando la stagione dei funghi sembra ormai
finita o addirittura si è verificata già qualche
gelata precoce ci dobbiamo dirigere dove il
bosco è in declivio verso il bordo della forra o
dove gli affioramenti del tufo favoriscono la
presenza di pero selvatico, pruni, fillirea e inizia il territorio dei lecci. Il substrato del terreno, costituito da foglie morte e piccoli
frustuli, è l’habitat ideale del “micelio”, la
“pianta fungo”, che scorre quasi in superficie
per cui, durante la raccolta , gli esemplari
vanno accuratamente tagliati alla base del
gambo senza estirparli per non danneggiare il
sito. Se invece strappiamo da terra i funghi
asporteremo il micelio , danneggiando irreparabilmente l’habitat che il fungo ha prescelto
e non raccoglieremo più i suoi frutti negli
anni successivi.
L’altro fungo comunemente raccolto è la Clitocybe nebularis il cui riconoscimento però
presenta qualche difficoltà in più. E’ conosciuto con i nomi comuni di ordinario, ordinale
grigio, aromatico grigio, fungo delle nebbie. E’
un fungo dal colore grigiastro, grigio cenere,
o grigio-beige, talvolta quasi bianco, cosparso
sul cappello di una fine pruina biancastra
asportabile con facilità; di dimensioni mediograndi, con diametro del cappello 10- 20 cm.
e con gambo alto 10 – 12 cm.
Clitocybe nebularis
1. Cappello convesso,
carnoso, alla fine dello
sviluppo depresso con
margine ondulato - lobato. Cuticola del cappello
(la
pelle)
asportabile con facilità, liscia, lucente, di colore grigio metallico.
2. Lamelle fitte, poco decorrenti sul gambo, bianche, a volte con riflessi
crema - giallini.
3. Gambo obeso, claviforme, fibrilloso - striato,
colorato quasi come il cappello. Non è presente l’anello.
4. Carne bianca, fibrosa,
color bianco ghiaccio e molliccia nel fungo maturo (
***)
5. Spore in massa gialline
6. Odore acidulo, forte, penetrante (come di sudore),
che si avverte specialmente durante il trasporto in macchina fino a divenire disgusto durante la cottura.
Cresce gregario in lunghe file in habitat variabili; all’inizio dell’autunno anche nei fondovalle ancora caldi ma molto umidi; nel tardo
autunno, fino alle prime gelate, lungo i declivi
dei boschi o sui pianori dove sono presenti
pruni, biancospino, nocciolo, carpini e leccio.
La sua commestibilità è molto controversa; da crudo presenta tracce di una tossina scoperta abbastanza di recente
denominata Nebularina, con proprietà mutagene. La Nebularina è idrosolubile e pertanto
una prebollitura prolungata (con scolatura
dell’acqua di cottura) dovrebbe eliminarla
quasi completamente. Contiene anche altre
tossine, fra cui: alcune di tipo “termolabile”,
che vengono rese inerti dopo l’esposizione del
fungo ad alte temperature; altre tossine “termostabili” che non vengono metabolizzate
ma, in caso di consumi eccessivi o ripetuti
nell’arco di pochi giorni, si accumulano nel nostro organismo che non ha il tempo di smaltirle. Secondo un recente studio, la Clitocybe
nebularis contiene inoltre una modica quantità di Muscarina una potente tossina termostabile; vengono inoltre confermati diversi
casi di intolleranza soggettiva con disturbi
dell’apparato digerente. Per quanto detto il
suo consumo è fortemente sconsigliato
anche perché può causare, a lungo termine,
intossicazioni da accumulo, con danni permanenti. Da sottolineare che non di rado il cap-
pello della Clitocybe nebularis viene infestato dalla
Volvariella surrecta,
fungo parassita, il cui micelio si sviluppa sulla cuticola
(la
pelle)
manifestandosi,
inizialmente, come un sottile
velo bambagioso bianco;
solo dopo qualche giorno
spuntano altri funghi, di
natura differente. E’ importante saper riconoscere
gli esemplari parassitati perché anche il micelio di Volvariella surrecta sembrerebbe
provocare danni alla salute umana. Da ultimo se ne sconsiglia decisamente la raccolta
perché Clitocybe nebularis può confondersi con l’ Entoloma sinuatum (Entoloma
lividum), fungo velenoso con effetti molto pericolosi per la salute umana.
Caratteri morfologici macroscopici stabili che
differenziano Entoloma sinuatum da Clitocybe nebularis.
Entoloma sinuatum
1. Cappello cinerognolo, bianco avorio,
beige-ocraceo, liscio
ma con fibrille innate
sulla cuticola e con
umbone
centrale.
(Clitocybe nebularis ha cappello con cuticola liscia , di colore grigio metallico)
2. Lamelle di colore da
giallo crema a rosa
salmone (rodosporeo) con filo seghettato (le lamelle di
Clitocybe nebularis
non hanno il filo seghettato, sono biancastre
negli esemplari giovani, infine gialline, ma mai
rosate)
Lamelle che terminano sul gambo
con un “gradino”
(uncinate) (le lamelle di
Clitocybe nebularis sono un po’ decorrenti sul
gambo. Per apprezzare bene tale caratteristica
effettuare un sezione longitudinale del fungo
( vedi foto *** )
Odore farinoso (rancido?) che si avverte nettamente schiacciando fra le dita un pezzettino
di cappello (In Clitocybe nebularis l’odore,
acidulo, aspro, simile a sudore è forte e si avverte facilmente senza sollecitarlo).
Campo de’ fiori
31
Langolo del Collezionista
L
Le tabacchiere
e forme delle tabacchiere sono
veramente tante:
rotonde,
ovali,
poligonali, rettangolari, come sono molteplici i materiali di cui sono
fatte: legno, metallo predi
Letizia Chilelli giato, ceramica, cuoio,
pietra dura; cominciarono
ad essere utilizzate tra il XVII e il XVIII secolo.
Gli esemplari più preziosi e più ricercati di
tabacchiere sono quelle “diplomatiche”, tipiche Settecentesche con forma piatta e
curvilinea, veri e propri capolavori per la lavorazione a ceselli ed a incisioni, sono
spesso ornate con gemme e lacche, le decorazioni, vanno dalla porcellana decorata,
con scene mitologiche e campestri, di ispirazioni francese, prodotte a Capodimonte,
Sevres, Chantilly, alle
pitture miniaturistiche con paesaggi e
ritratti.
Altre segno che contraddistingue queste
graziose scatoline è
quello dell’appartenenza, o meglio, esistono tabacchiere da
uomo,
grandi
e
spesso decorate internamente con figure erotiche, e
quelle da donna, più piccoline con
decorazioni riguardanti la natura e
fatte con materiali che spaziano
dalla madreperla al cristallo, fino
ad arrivare alla preziosa porcellana
di cui abbiamo parlato prima.
Gli uomini più eleganti, spesso,
avevano due tabacchiere, per due
qualità di tabacco, le più in voga
erano quelle di Orihuela, una famosa città Spagnola, che produceva, appunto, tabacchiere in
radica, materiale molto adatto alla
conservazione del tabacco.
Come dicevamo, le più ricercate rimangono
quelle del ‘700 francese, quando le tabacchiere subiranno delle modifiche, passeranno, infatti, dall’essere abbastanza alte,
rettangolari o quadrate, al divenire, dopo la
metà del secolo, piuttosto basse e con la
forma ovale o addirittura arrotondata.
Altra tabacchiera
molto ricercata è
quella detta “massonica”, diffusa in
Piemonte,
con
forma rotonda, con
colore nero, con intarsi in avorio che
raffiguravano i tipici simboli massonici:
squadra,
fiaccola,
spada,
compasso, martello
e cazzuola da mu-
ratore.
Insieme alla tabacchiera, spesso, è possibile
trovare un altro oggetto che non poteva
mancare al “vero signore”: la grattugia,
spesso in ferro, che serviva per “sfregare”
il pane di tabacco compresso, per ottenere
la polvere di tabacco, che arriverà ad essere
commercializzata solo intorno all’800.
Vediamo ora come organizzare la collezione
di tabacchiere: sicuramente la loro sistemazione dovrà essere “sottovetro” in modo da
preservare dalla polvere gli intarsi e la delicatezza dei materiali, alcune però che non
presentano troppe problematiche potranno
essere esposte anche su di una libreria
aperta, altrimenti potrebbe andare bene il
tavolo avan divano, sempre però coperto da
un vetro o meglio ancora da un cristallo,
con base in specchio per poterne esaltare
forme e colori.
(Bibliografia: Professione Donna Fratelli Fabbri
Editori, Milano,1975; Enciclopedia Universale
Fabbri Editori, Milano, le immagini sono tratte dai
siti: lombardiabeniculturali.it e christies.com).
Come sempre, prima di salutarci, vi rinnovo
l’invito nel salottino del mio blog:
http://bonbontonmania.blogspot.it/
con tante idee, consigli e ricette per essere
sempre al passo con i tempi, perché ricordiamo che l’educazione, il buon gusto e la
buona cucina, non passano mai di moda!!!
Campo de’ fiori
32
LA RUBRICA DEGLI EROI
Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana
LUIGI LEMME e FRANCESCO CONTI
di Arnaldo Ricci
[email protected]
Premessa:
ringrazio
l’amico coetaneo Dott. Ermanno Lemme di Civita Castellana,
per
avermi
gentilmente fornito alcune
informazioni, utili alla realizzazione di questo articolo.
legamento telefonico per il suo reggimento, fu
colpito dalla mitragliatrice nemica nell’infuriare
dei combattimenti. Per il suo gesto eroico, fu
decorato della Medaglia di Bronzo al valor Militare alla memoria. Ovviamente, questo atto
di eroismo non sfuggì al Poeta Franci che gli
dedicò a pagina 16, un componimento nel suo
noto libricino.
L’
inutile strage provocata dalla prima
guerra mondiale e
costosissima in termini di perdite di vite
umane, ebbe un solo vantaggio, comunque
pagato salato: l’enorme progresso in tutti i
campi della scienza e della tecnica in quasi
tutto il mondo. In quattro anni, specialmente
in Europa, le condizioni di vita di tutti i popoli
coinvolti, cambiarono in meglio.
Per esempio nel settore telecomunicazioni, il
telefono che nel 1914 era quasi sconosciuto
alla maggior parte della popolazione, fece capolino subito dopo la guerra e si iniziò ad utilizzarlo anche per le comunicazioni
commerciali. Tutte le nazioni europee coinvolte nella Grande Guerra, prepararono gli
specialisti per mettere in piedi i collegamenti
telefonici che si rivelarono fondamentali per
coordinare i vari comandi. L’apparato telefonico più utilizzato fu il telefono da campo, impiegato in guerra per la prima volta.
Gli specialisti addestrati per mettere in piedi i
vari collegamenti vennero chiamati ovviamente telefonisti e, purtroppo, fra i caduti di
Civita Castellana vi fu anche un telefonista; il
Caporal Maggiore Luigi Lemme.
Questo nome, a Civita è stato molto conosciuto; probabilmente perché vi fu un altro
Luigi Lemme, nipote del telefonista caduto,
che ebbe l’incarico di vice sindaco nel corso
degli anni ’60.
Facendo queste ricerche ho capito perché Gigi
Lemme “ò repubblicano”, come veniva chiamato affettuosamente in dialetto dai civitonici,
aveva questo nome: i suoi genitori gli dettero
lo stesso nome dello zio paterno morto in
guerra; a quei tempi era uso farlo.
Torniamo al nostro valoroso caduto…….Luigi
Lemme nacque a Civita Castellana il 27 marzo
1896, il suo papà si chiamava Cherubino. Egli
fu chiamato alle armi nel 1916 nel regolare
servizio di leva ed inquadrato nel 37° reggimento artiglieria da campagna ( per l’artiglieria i collegamenti telefonici erano molto
importanti per ricevere le informazioni di tiro).
Il Lemme fu impiegato, dopo un adeguato addestramento, come telefonista e gli fu conferito il grado di caporal maggiore.
Egli cadde il giorno 23 febbraio 1918 in località Croce di Musile sul Piave. Croce di Musile
era ed è, una frazione del comune di Musile
sul Piave, località dove si verificarono aspri
combattimenti per fermare gli Austroungarici
che avevano dilagato nei nostri territori, dopo
lo sfondamento di Caporetto del 1917.
Il Caporal maggiore Luigi Lemme, nel tentativo estremo e coraggioso di ripristinare il col-
componimento, ho dapprima pensato ad una
cosiddetta licenza poetica nel descrivere l’episodio bellico che ha portato alla morte dei
due; nel procedere invece nei particolari della
mia ricerca storica, mi sono reso conto che
l’accaduto è veramente e realmente avvenuto
come descritto dal poeta!
Il sottotenente Francesco Conti ed il Maresciallo Ciro Sacchi erano ambedue inquadrati
nel 60° reggimento di Fanteria, con sede a Viterbo in Piazza della Rocca, insieme al 59°
reggimento, il quale invece aveva sede a Civitavecchia, facevano parte della Brigata Calabria che, nel giorno in cui sono caduti, era
comandata dal Colonnello Brigadiere Filippo
Martinengo, mentre il loro reggimento (60°)
era comandato dal Ten. Col. Franco Gaetano.
Effettivamente, questi due eroi civitonici, furono colpiti insieme e morirono abbracciati;
caddero ambedue il giorno 2 luglio 1918. Il
loro reggimento aveva ricevuto l’ordine di fermare gli austroungarici che avevano dilagato
nella Val Manara……vi riuscirono a costo di
pesanti perdite. La Val Manara si trova nel
Trentino non lontano da Andalo e dal lago di
Molveno……..attualmente luoghi di vacanze e
di svago ma allora luoghi di sacrifici estremi e
di morte!
Andiamo avanti con la pagina 17 del libretto
del Franci. In questa pagina viene descritta,
sempre in forma poetica, l’azione eroica di
altri due combattenti di Civita Castellana. Si
tratta del sottotenente Francesco Conti e del
Maresciallo Ciro Sacchi. Nel leggere questo
Una bellissima foto del giugno 1915, scattata in
occasione della sfilata di partenza del 60° reggimento Fanteria, all’inizio della guerra, mentre
transita per Porta Fiorentina a Viterbo.
Sicuramente fra i soldati che si vedono in foto,
quel giorno, erano presenti anche il Sottoten.
Francesco Conti ed il Maresciallo Ciro Sacchi!
Al Sott. Ten. Francesco Conti, ufficiale di complemento di leva, gli fu conferita la Medaglia
d’Argento al valor Militare; quando cadde il 2
luglio 1918 aveva, ahimè, solo vent’anni! In-
fatti era nato il 25 gennaio 1898 ed il suo
papà si chiamava Rodolfo Alceste.
Il Maresciallo Ciro Sacchi, caduto insieme
al Conti, aveva invece qualche anno di più
ed era un sottufficiale di carriera; infatti egli
nacque a Civita Castellana il 20 ottobre
1886; il suo papà si chiamava Simone; per
cui al momento della morte, non aveva ancora 32 anni; non so dire con sicurezza se
fosse sposato ed avesse avuto dei figli.
…..continua nel prossimo numero……
34
Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
GiocaCIvita 2015 - 12 e13 Settembre 2015
I
A cura di David Sugoni e Daniele Vessella
l GiocaCivita nasce dalla voglia dell’associazione Tana dei Goblin Civita
Castellana di portare un evento UNICO nel suo genere nel VITERBESE. Una due giorni LUDICA, 12 e 13 Settembre 2015, immersa
nella cornice del centro storico Civitonico, nella quale saranno presenti numerose associazioni del settore, che vi faranno GIOCARE
completamente GRATIS! DALLE 10:00 ALLE 20:00 A CIVITA CASTELLANA, VIA ROMA s.n.c. PRESSO L’A.N.S.P.I. Area Prestito: A cura dell’organizzatrice TdG Civita Castellana, quest’area conterà centinaia di giochi
di
Daniele Vessella in scatola, pronti ad essere giocati... La regola è semplicissima... Vieni,
chiedi un gioco, ti siedi ed è fatta! E se il gioco non lo conosci, TE LO SPIEGHIAMO NOI! Ci sarà l’Area Miniature dove troverai i migliori giochi di miniature presenti sul
mercato! Warhammer, Warhammer 40k, Infinity, Hordes, Warmachine! Potrai giocare direttamente con esperti e toglierti la soddisfazione di “toccare” con mano la bellezza di queste
splendide MINIATURE!! Inoltre, nell’Arena Combattimenti potrai calarti nei panni di un combattente medievale e guerreggiare come si faceva una volta! E se preferisci il fantasy, potrai
immergerti nelle atmosfere DARK di mondi fantastici grazie alla OLD SKULL! Impara le arti
del combattimento e sfida i maestri in una SFIDA ALL’ULTIMO COLPO! L’Area Negozi sarà dedicata a realtà del settore: saranno presenti negozi di fumetti, giochi in scatola, carte MAGIC
e YU-GI-OH!, lavori in cuoio, gioielleria fantasy ed un fabbro! In più nell’Area Mostre saranno
presenti 3 disegnatori che proporranno le loro tavole e faranno anche disegni SU COMMISSIONE! Sarà presente un editore di libri fantasy
che mostrerà una nuovissima trilogia e la finale del contest “il bullismo FANTASY-OSO”. Infine, nella giornata di Domenica verranno effettuati un “BARATTO” tra bambini durante la mattina ed un’asta di GIOCHI DA TAVOLA USATI nel pomeriggio.
Pizza e fichi
Ingredienti:
- Un bel pezzo di pizza bianca, spessa, oleata e salata;
- Fichi
- Prosciutto (facoltativo)
Vino: Frascati Superiore
Procedimento:
Si taglia la pizza in due parti, come se si tagliasse un panino.
Si prendono i fichi, possibilmente non sbucciati si tagliano a metà
e si comincia a farcire la “base” della nostra pizza, se si gradisce, si possono aggiungere delle fette di prosciutto. Si ricopre il tutto con l’altro pezzo di pizza e … la nostra pizza e fichi è pronta per essere mangiata.
Consiglio Pratico
Un ottimo estintore in cucina? Tenete sempre a portata di mano, accanto ai fornelli, del
sale da cucina o del bicarbonato.
Campo de’ fiori
35
Una montagna piena di misteri
IL SORATTE CHE NON TI ASPETTI
C
diamine,
he
quanti misteri
nasconde il Soratte! Eppure
non ne avevo la
benché minima percezione
quando negli anni beati di
Tele Radio Punto Zero vi
di Secondiano
arrivavo in cima, a bordo
Zeroli
della Citroen di Stefano
Principalli. Mi trovavo in compagnia ora di
Doris Del Bufalo, ora di Augusto Tordi, ora
di Ivano Gabrielli, ma sempre e soltanto per
risolvere qualche problema tecnico legato
alla televisione di Civita Castellana. Sulla
sommità, a destra c’erano dei locali con i
nostri impianti, al centro una chiesa un po’
malandata e a sinistra una specie di casa a
due piani, abitata da due fraticelli, che per
me erano dei semplici custodi dei ripetitori.
Invece a sentire Paolo Mieli (ex direttore del
Corriere della Sera) quella montagnola situata a trenta chilometri da Roma, ha tante
storie da raccontare. Iniziamo con la prima:
L’ingresso del bunker
L’interno del bunker
Benito Mussolini
Giuseppe Saragat
nel 1937 Benito Mussolini volle che nelle viscere della montagna vi fosse scavato un
bunker di grandi dimensioni, in grado di
dare rifugio, in caso di necessità, ad almeno
un migliaio di persone. Ed il bunker in effetti
servì nel corso della seconda
guerra mondiale, ma a servirsene furono i tedeschi del generale Kesserling, che soltanto
dopo un violentissimo bombardamento dell’ aviazione americana, lo lasciarono al suo
destino per spostarsi a nord di
Roma. Ma la cosa ancora più
incredibile è che trenta anni più
tardi, cioè nel 1967, in piena
guerra fredda, il governo democratico italiano (presidente della
Repubblica: Giuseppe Saragat;
presidente del Consiglio: Aldo
Moro) volle continuare l’opera
del duce, restaurando i vecchi
cunicoli e scavandone di altri,
perché in caso di pericolo atomico, i membri del governo nazionale vi si potessero rifugiare!
La cosa a distanza di tanti anni
desta una notevole dose di meraviglia ma anche di risentimento, perché in un periodo
come questo di così dilagante
disprezzo per i politici, sapere
che “lorsignori”, in caso di ne-
Aldo Moro
cessità, avrebbero tentato di salvarsi lasciando il popolo a “bearsi” alle radiazioni…
(la conclusione la lasciamo alla fantasia di
ogni singolo lettore). Come però succede
sempre in Italia, all’inizio degli anni ’70 il
progetto fu misteriosamente abbandonato
ed il bunker venne almeno parzialmente sigillato con del cemento. C’era però una leggenda che correva di bocca in bocca,
soprattutto fra i cittadini del sottostante
centro di Sant’Oreste e che verteva sulla
possibilità che i tedeschi vi avessero lasciate
alcune casse contenenti dei lingotti d’oro.
Le ricerche da parte di audaci volontari
sembra non siano mai terminate. A livello
di ufficialità tuttavia le viscere del Soratte
sono state scandagliate da una spedizione
di speleologi della Sovrintendenza del Lazio;
in un altro lato della misteriosa montagna
è stato scoperto un cimitero di circa ottomila anni fa in uno stato di buona conservazione. Insomma chi cerca l’oro potrebbe
trovare tutt’al più qualche arto umano … un
davvero beffardo ritrovamento! Paolo Mieli
ha terminato il racconto affermando che il
Soratte viene anche chiamato “la montagna
del diavolo”, ma mai denominazione mi
sembrò più inadatta. I miei personali ricordi
sono diversi: i due fraticelli con generosità
ci davano del buon formaggio, del pane
cotto a legna e dell’ ottimo vino e puzza di
diavolo -credetemi- non ne ho mai sentita!
Campo de’ fiori
36
E io studio con l’App!
S
e di questi tempi
domandi ad un
ragazzo di quindici anni cosa è
un’App ti sa
spiegare dagli albori la
storia di questi micro programmi in Java che vendi Patrizia
gono installati sui nostri
Caprioli
smarthphone e tablet per
gli usi più variegati: giochi, controllo delle
pulsazioni cardiache, trovare un ristorante
o un taxi ecc. E ti dirà che con le app lui ci
studia pure, con quattro click e un sorriso
sulla faccia per aver trovato il metodo più
veloce e rapido per imparare le materie che
gli stanno insegnando anche a scuola.
Ho selezionato una serie di App per chi
fosse interessato ad imparare o per qualche
ragazzo che non conosce qualche App che
ho trovato.
Skuola.net
(http://www.skuola.net),
molto diffuso e conosciuto, questo portale
vanta al suo interno oltre 60 mila appunti
per 200 materie, l’App parallela è Appunti
Studenti.it. Un’altra App che fa parte di
Skuola.net è Diario, una specie di agenda
digitale per studente smemorato che deve
organizzare gli orari di lezione, i compiti e
le varie scadenze per le famigerate interrogazioni.
Docsity (http://it.docsity.com ) è anch’esso
un portale che ha raggiunto ormai oltre il
milione di iscritti, qui si scambiano tra studenti appunti, video, ed anche tutor certificati per lezioni individuali a pagamento.
Durante gli esami si possono creare aule
virtuali di 30 studenti per studiare tutti assieme; le lezioni private vengono pagate a
parte.
Trascrivi (http://www.trascrivi.it) una risorsa in Rete che permette di caricare un
file audio o video con la lezione o le lezioni
spiegate dal prof. in aula e di trasformarle
in testo scritto per essere studiate; il servizio è a pagamento.
Latino è un App per imparare appunto la
lingua antica del latino, con le sue 2300 versioni e 1300 appunti.
IMatematica è un App dedicata alla matematica che permette di consultare formule, definizioni e teoremi con calcolatrici
interattive per esercitarsi. La versione Pro
(a pagamento) estende le funzioni con
esercitazioni svolte, quiz, risolutore di sistemi e glossario matematico.
Maturità ok (per i diplomandi) e Esame
ok (per gli universitari) sono due App dedicate alla preparazione degli esami con consigli su come superare l’ansia, su come
concentrarsi e su come affrontare un
esame.
Un buon esame a tutti.
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE
SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a  25,00
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Campo de’ fiori
38
ALCUNE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
“LA PORTA DEL FUTURO”
Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola
Q
uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle
tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà.
Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo,
indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi.
Vostro a soli 5,00  - Info e prenotazioni 0761.513117 - [email protected]
IDENTITA’ E VALORE
IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL
PROF. MARSICOLA
Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare
quello che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi,
più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che
ciascuno fa, non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni
di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è
certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche
decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che
mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole
apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati....
SOLO 1 
Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere
rappresentato a teatro (commedia in atto unico).
Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al
dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni
campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale
rinnovamento della Politica e delle Istituzioni.
OMAGGIO
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole
o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 
10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti,
che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali.
Campo de’ fiori
39
Fiera del Fumetto e Games
Fiera del Fumetto e Games - Festival del Sorriso
A
Gradisca d’Isonzio (UD) il 6/7/8 e
9 agosto 2015, si è concluso con
enorme successo il 3° Festival del
Sorriso, che ha portato nella città
della fortezza oltre cinquemila
persone, con dei bellissimi eventi! Giovedì
6 è stata la sera del Grande Mago di Zelig
Circus, mentre venerdì 7 ha visto come protagonista la sfilata di “bellezza” di Miss Sorriso 2015. Durante la serata di sabato 8, si
è svolta la sfilata estiva dell’EuroKarnival
(carnevale europeo estivo), ed infine domenica 9 è stata la volta della 2° edizione di
Gradisca in Cosplay. Organizzata dall’associazione culturale Artemisia e caratterizzata
da un ricco programma di eventi, dimostrazioni, workshop tra il parco e l’area della sfilata si è registrato il sold out per le lezioni
di magia dedicate a Harry Potter presentate
da Mus Shop, e grande successo hanno riscosso anche le dimostrazioni dell’Accademia del Fumetto e della Sala d’Arme Achille
Marozzo.
“Rispetto allo scorso anno è stato incrementato il numero degli iscritti alla gara cosplay,
quello del concorso fotografico e degli espositori, arrivati da tutto il Nord Italia” commenta soddisfatta Chiara Gatta, presidente
dell’associazione culturale Artemisia, che ha
organizzato l’evento in collaborazione con
Nuovi Universi Etnici. Il momento clou c’è
stato durante la gara cosplay, che dalle
17.30 ha visto sfilare sul palco, allestito nel
cuore del Villaggio del Sorriso, decine di cosplay vestiti come i personaggi del mondo
dei fumetti, dei film d’animazione, dei
manga giapponesi e dei videogiochi.
Ad aggiudicarsi il premio speciale della giuria, presieduta dall’artista Fabio Bonanomi
della Bonanomi corporation, è stata una famiglia composta da mamma, papà e figlio,
vestiti in stile steampunk, stile in cui le ambientazioni vittoriane si incrociano con elementi anacronistici, spesso legati a
particolari delle macchine a vapore. Premio
come miglior gruppo a Erika, Gaia, Jessica
ed Elisabetta, che hanno acceso il pubblico
con la loro interpretazione dei Kiss; soddisfazione - per rimanere in ambito musicale
- anche per Stefano, giovane sosia di Mi-
chael Jackson, mentre nella categoria videogiochi si è imposta Giorgia, che ha portato sul palco di Gradisca Harley Quinn,
tratto da “Batman: Arkam city”. E ancora
premi per Giorgia (premio somiglianza per
Belle), Roberto (miglior maschile con Yoshimitsu), Vanessa e Sara (premio simpatia
con Ranma e Shampoo), Marco e Stefania
(miglior coppia, con Simba e Nala dal Re
Leone) e Consuelo (premio femminile con
Asuna). Ma non c’è stata soltanto la gara
Cosplay, c’erano anche tantissimi stand di
un variegato mercatino di oggettistica, fumetti, action figure, oggetti da collezione, e
il tradizionale ramen giapponese, accompagnato da altre delizie della cucina nipponica.
Il concorso fotografico organizzato dallo
studio MC59 di Claudio Micali ha visto partecipare un centinaio i fotoamatori impegnati ad inseguire i cosplayer, che hanno
realizzato scatti artistici nei più suggestivi
scorci del centro cittadino di Gradisca. Per
gli amanti della saga di Harry Potter c’erano
ben sei appuntamenti con “Travel to Hogwarts”, pillole di scuola di magia, organizzate da Mus Shop. L’Accademia del fumetto
di Trieste ha dato brevi lezioni di fumetto e
manga, per affinare le tecniche e imparare
ai nuovi aspiranti fumettisti, i segreti dei
grandi disegnatori.
La stilista gradiscana Eleonora Valentino,
giovane artista ha raccontato la propria
esperienza nella realizzazione degli abiti per
i cosplayer, dando dimostrazione dal vivo di
come modellare il Worbla, un particolare
materiale utilizzato nella realizzazione degli
abiti. L’associazione Sala d’Arme Achille Marozzo ha proposto un saggio di scherma, ed
è stato presentato il libro “Guida Cosplay.
Vivere Venezia” della scrittrice Anna Castelli.
E infine, l’attesa novità dell’edizione 2015 il
Pic-nic in cosplay, che ha visto cosplayer e
non immergersi nel fresco del parco della
spianata, dove sono state messe tovaglie a
disposizione dall’associazione Borgo Castello Tre per banchettare sull’erba. Ad accompagnare il momento conviviale il
concerto dell’Ensemble Girotondo d’Arpe,
che ha suonato brani tratti dalla tradizione
musicale irlandese. A chiudere la giornata,
il concerto dei Cartoon @ Work, gruppo che
ha proposto 40 anni di hit tratte da sigle di
cartoni animati e telefilm.
Emilio Matteucci
Campo de’ fiori
40
NARCE. IL TEMPIO DI MONTE LI SANTI
N
ell’ultimo decennio
del
XIX secolo nel
parco regionale “Valle del
Treja” sono stati rinvenuti i resti dell’antica città
di Narce, un complesso
della Dott.ssa
formato da tre colli:
Chiara
Narce, Monte li Santi e
Castriota
Pizzo Piede.
Scanderbeg
La città, identificata da
Giovanni Colonna come l’antica Fescennium, è stata oggetto di studi ed è stato
possibile ricostruirne la storia attraverso i
recenti rinvenimenti.
Un primo insediamento è stato accertato
già nell’età del Bronzo (1400 a.C.), caratterizzato da edifici in pietra e da una recinzione di legno. Riferibili a questo primo
stanziamento sono delle fibule in bronzo risalenti al XIII-XII secolo a.C. Tale insediamento si incrementò tra il 1200 e l’800 a.C.
come dimostra la presenza di una serie di
edifici scavati lungo l’area del fiume e il rinvenimento di numerosi oggetti metallici, vasellame e ceramiche relativi a questo
periodo.
Nel 400 a.C. l’abitato era ben consolidato,
esteso su tutti e tre i colli. Venne costruito
anche un viadotto in pietra che collegava
Narce a Monte Li Santi, oggi purtroppo distrutto.
Per via della sua ubicazione e vicinanza con
Veio, antica città etrusca, Narce è considerata una frontiera aperta, un luogo di incontro e allo stesso tempo di scambio tra
Etruschi e Falisci.
E’ stato proposto per Narce anche il nome
etrusco di Tevnalthia sulla base di un’iscrizione del VII secolo a.C. rinvenuta nella necropoli di Pizzo Piede.
La cultura falisca si manifesta in particolar
modo nei corredi funebri delle tombe, considerate tra le più eccezionali proprio per la
ricchezza degli oggetti rinvenuti al loro interno.
Con la conquista romana dell’Agro Falisco si
concludono i ritrovamenti archeologici posteriori al III secolo a.C. In epoca romana
l’area sembra abbandonata sotto il profilo
abitativo ma continua ad essere frequentata
per motivi di culto.
Un’indagine archeologica ha riportato alla
luce alla fine del secolo scorso un santuario
situato lungo il fiume Treja, sotto le pendici
del colle Monte li Santi. Del monumentale
edificio templare (m 37,50 x 32,08) rimangono tracce di tre vani che hanno aggregato
più strutture di diverse fasi costruttive. Il più
grande dei tre, accessibile attraverso un ingresso laterale, si presenta come un luogo
estremamente connesso al culto per la presenza di un piccolo altare a pianta quadrata
e un “pozzetto” formato da lastre in peperino al cui interno sono stati rinvenuti oggetti connessi al rito del sacrificio.
E’ emerso un secondo altare in un’area
esterna congiunta ai tre vani.
Di grande interesse è il ritrovamento di una
grande quantità di ex-voto: offerte alimen-
tari, monete, terracotte votive di devoti, il
più delle volte coperti da ciottoli o tegole
con lo scopo di proteggerli.
La scoperta di una fornace tardo-arcaica nei
pressi del santuario ha fatto supporre la
possibilità di una produzione e vendita locale degli ex-voto, attività che avrebbe permesso la sopravvivenza del santuario fino
al suo abbandono graduale e volontario, avvenuto tra la fine del II e gli inizi del I secolo
a.C. Le strutture sono state infatti appositamente ostruite.
Non è stato possibile associare il santuario
ad alcuna divinità. Osservando attentamente i materiali rinvenuti e gli ex-voto si
può dedurre che l’edificio fosse connesso ad
una divinità femminile, protettrice del matrimonio, della procreazione e delle nascite.
E’ probabile anche una relazione con il culto
salutare, vista la vicinissima presenza dell’acqua.
Campo de’ fiori
41
Noi , prima “ I Feudi ” , poi “ I Rosacroce ”
Il gruppo beat di Castel Sant’Elia nei mitici anni ‘60
E
...continua dal numero 126
ccoci di nuovo qua, siamo sempre
noi “Feudi – Rosacroce”: Silverio,
Gino, Randolfo, Cesare, Ubaldo, Pietro. Ricordate gli altri episodi?
In quegli anni, e non mi stancherò mai di
dire meravigliosi, unici, mitici anni ’60, ricordo che tra le tante gare, ne disputammo
una ad Acquapendente in occasione delle
feste patronali. Insieme agli altri gruppi musicali presenti ci esibimmo suonando e cantando i più grandi successi del momento.
C’era davvero tantissima gente ad ascoltarci
ed applaudirci. Fu una serata di allegria e
balli in piazza, dove seguì poi un bel rinfresco. Mangiammo e bevemmo di gusto. Poi,
finita la festa, gli organizzatori premiarono
tutti i gruppi partecipanti con una coppa ricordo e con un bel premio in denaro, che
però il nostro amico e manager Peppe Bannetta, venditore ambulante di capi d’abbigliamento, ci convinse a tutti i costi, quasi
obbligandoci, a spendere da lui, facendoci
comprare dei giubbotti di pelle gialli e delle
maglie a strisce da indossare nelle prossime
gare. Come avrete tutti ben capito i soldi
La coppa della gara di Acquapendente
Da sx: Pietro Bartolacci mentre suona la chitarra dietro la testa, Cesare Concordia al sax,
Randolfo Dei mentre suona la chitarra con i denti e Silverio Dei alla chitarra.
guadagnati non sono mai entrati nelle nostre tasche, ma comunque sia andata ne
siamo stati sempre felici e soddisfatti. Ai voglia i nostri genitori ad aspettare di ricevere
i nostri piccoli guadagni per pagare le rate
degli strumenti! Ormai erano rassegnati.
Ricordo anche fin da ragazzini frequentavamo la pizzeria di Danilo nella cittadina di
Nepi. Un giorno lui, dopo essere venuto a
sapere che avevamo un gruppo musicale, ci
propose di suonare nel suo locale, mettendoci a disposizione uno spazio all’aperto, in
modo che tutti i ragazzi che andavano a
mangiare la pizza si fermavano poi anche a
ballare. Così il locale si riempiva per la gioia
di Danilo, ma anche per la nostra. Beata
spensieratezza che oggi non c’è più! Erano
altri tempi ed era davvero tutto diverso.
Certo, col senno di poi possiamo dire che ci
sarebbe piaciuto che questo nostro sogno
fosse diventato un mestiere, ma eravamo
troppo giovani per capirlo ed il nostro pensiero principale era quello di divertirci. Qualcuno di noi già lavorava, qualche altro
studiava, e sinceramente non sapevamo
bene ciò che desideravamo fare del nostro
futuro. C’erano già moltissimi gruppi emergenti famosi e noi, anche se bravi, non pensavamo minimamente di poter diventare
come loro. Per noi era tutto un semplice
gioco, solo un bel divertimento.
A Castel sant’Elia, il nostro piccolo paese, a
quei tempi non esistevano sale da ballo ma
solo piccoli club e quindi si suonava principalmente in occasione delle feste patronali
di “Sant’Anastasio e Nonnoso”. Ci esibivamo
in piazza Regina Margherita e a volte anche
nella piazzetta del Santuario di Santa Maria
Ad Rupes. Ricordo che proprio qui una sera
proponemmo delle canzoni di Jimmi Hendrix e, presi dal ritmo e dall’euforia, iniziammo a suonare alcuni pezzi mettendoci
la chitarra dietro la testa. Randolfo, addirittura suonò con i denti. Facemmo molta
scena e tra il pubblico, i più giovani chi chiedevano a gran voce di ripetere alcuni brani.
Ci applaudirono tutti e si complimentarono
con noi per essere stati in grado di animare
la serata in quel modo. E poi dopo di noi…
i fuochi d’artificio!
Silverio Dei
42
Campo de’ fiori
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FIUMI DI GENTE E BIRRA A FABRICA DI ROMA
Rapsody of the fire
il quadro completo della rassegna e si individueranno tutti gli accorgimenti per migliorare
ancora di più il prossimo anno. Un invito a tutti
è quello di andare a visitare il sito facebook
della festa, anche da quello si possono avere i
riscontri di quattro giorni di successo per tutti
coloro che hanno creduto nella kermesse musicale. Tira aria di grande soddisfazione nel Comune del Sindaco Scarnati e dell’Assessore
Cimarra per il visibile, positivo risultato della
edizione 2015 della Festa della Birra.
Dalle foto di Riccardo Pedica, si capisce la qualità dell’appuntamento che il Comune di Fabrica di Roma , con la importante collaborazione della Pro-Loco, hanno saputo creare
quest’anno. Migliaia di giovani si sono dati appuntamento
per quattro giorni al Parco delle Vallette per ascoltare e vivere musica rock di alta qualità. Ed alla fine della manifestazione, che va ricordato gode del patrocinio oneroso della
Regione Lazio, i numeri sono straordinari, visibili molto chiaramente dalle foto e dal passaparola dei tantissimi presenti.
Numeri che contano, e collocano Fabrica di Roma nell’elite
della musica giovanile italiana. Le otto band presenti hanno
dato ancora di più il senso di una festa della musica che i
ragazzi di Fabrica hanno realizzato in modo impeccabile. Ne
nasce una immagine che da il senso di una cittadina
unita per realizzare l’evento con la E maiuscola. Del quale
parlano tutti i siti e le riviste del settore, anche a livello internazionale. Per
non parlare delle migliaia di interventi sui social che tutti i partecipanti hanno
condiviso, dando alla Festa della Birra fabrichese, rassegna di musica per giovani e per tutti , una portata difficilmente eguagliabile in tutta Italia. Prova ne
è stata anche l’apprezzamento che è arrivato da tutti i componenti delle formazioni che si sono alternate sul palco dell’arena di Fabrica di Roma. Ancora
da sottolineare il paziente e certosino lavoro di ritiro della grande quantità di
rifiuti prodotti, che sono stati smaltiti correttamente secondo i canoni della differenziata. Una altra nota positiva, in attesa del bilancio completo della rassegna, non si sono segnalati problemi di ordine pubblico di alcun tipo, i ragazzi
e tutta la gente presente hanno persino collaborato a tenere in ordine l’area
della festa. Apprezzamenti anche da noti critici e persone del settore per la
musica proposta dalle band invitate per la festa. Tra pochi giorni si potrà avere
IL CORO SVEDESE IN VISITA NELLA TUSCIA ARRIVA ANCHE A FALERI
Gradita visita Martedi mattina alla Chiesa di S. Maria in Falleri di un gruppo coristico proveniente dalla Svezia. In giro per la Tuscia per una serie di scambi culturali, con l’assistenza del Prof. Luigi Cimarra, il folto gruppo di svedesi, circa
cinquanta persone, sono arrivati in visita alla chiesa cistercense che la Soprintendenza per l’Etruria Meridinale ha dato in concessione al Comune di Fabrica di
Roma per la gestione del flusso turistico. Una sosta breve, nemmeno un’ora ma
che ha però permesso di apprezzare
l’accoglienza loro riservata dalla Amministrazione del Sindaco Scarnati e dell’Ass. Cimarra. Agli intervenuti è stato
fatto omaggio delle diverse pubblicazioni sulla zona archeologica di Falerii
Novi ed in particolare delle ultime guide realizzate dal Consorzio dei Comuni della Via Amerina.
I coristi svedesi hanno apprezzato l’ospitalità ed hanno ricambiato intonando un coro di ringraziamento nella loro lingua. Hanno altresì apprezzato l’ottima acustica della chiesa ed hanno
avanzato il progetto di una futura esibizione canora nella chiesa di S. Maria.
Uff. Cultura Comune di Fabrica di Roma
Campo de’ fiori
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ADDIO MIA BELLA ADDIO – E L’ARMATA SE NE VA…
CONCERTO DI S. BARTOLOMEO A RONCIGLIONE
Domenica 23 agosto alle ore 21,00, patrocinato dal Comune di Ronciglione
nella persona del Sindaco Alessandro Giovagnoli, e dalla Pro Loco di Ronciglione, organizzato dalla Scuola di Musica Sandro Verzari di Ronciglione, ha
avuto luogo il tradizionale concerto di S. Bartolomeo, eseguito dalla Banda
Cittadina Alceo Cantiani, nella bella cornice della Piazza del Comune, gremita
fino all’inverosimile. Presentata dall’ottimo Francesco Laurenti, la Banda Cittadina, diretta dal Maestro Prof. Fernando De Santis, ha offerto al pubblico
brani classici e moderni. Le note dell’Ouverture della Norma di Bellini, di una
fantasia di musiche da cartoon di L. Clark, e Pilatus, un brano originale di S.
Reinike hanno riempito il primo tempo. Il secondo tempo ha offerto agli
astanti la colonna sonora del Gladiatore, di H. Zimmer, una fantasia di canzoni romanesche dal titolo ‘Roma Incantata’ e un brano notissimo dall’Aida.
Commovente la parte fra i due tempi, con la commemorazione del centenario della Grande Guerra. Tutti in piedi ai tre squilli di tromba,
poi il silenzio, la ‘Canzone del Piave’, e altri brani dell’epoca. E’ seguita la lettura di una lettera dal fronte di un soldato ronciglionese, reperita nelle sue ricerche da Bruno Pastorelli, presidente dell’Associazione Mariangela Virgili, che nel frattempo era salito sul palco, affiancato dal presentatore che ha letto alcune dediche ex-voto scritte da soldati miracolati da Mariangela Virgili. Il tutto affiancato da un
picchetto d’onore composto da due crocerossine e due Carabinieri. Complimenti al Maestro De Santis che, pur nella tradizione, riesce
Roberto Ragone
sempre ad offrire un concerto fresco e palpitante di emozioni.
UN CORO SVEDESE E TRE NUOVI CITTADINI ONORARI A CANEPINA:
Francesco Petroselli, Luigi Cimarra e Quirino Galli
Domenica 30 agosto alle ore 16 nella sala consiliare del Comune di Canepina, il sindaco
Aldo Maria Moneta ha conferito la cittadinanza onoraria ai professori Francesco Petroselli,
Luigi Cimarra e Quirino Galli per il loro impegno culturale a favore della comunità canepinese. Quirino Galli, direttore del Museo delle Tradizioni Popolari, e gli altri due, membri
del gruppo interdisciplinare, oltre a curare l’allestimento del museo e ad ampliarlo con
nuove sezioni, accrescendone il prestigio con i numerosi convegni e manifestazioni culturali, hanno prodotto una serie di pubblicazioni sulla storia e sul dialetto del paese. Ultimo lavoro, pubblicato nel 2014, il “Vocabolario del dialetto di Canepina”. Tre persone
che ormai sono parte integrante di Canepina.
Sempre il 30 agosto alle ore 17, nella Sala Quarto Stato del Museo delle Tradizioni Popolari, si è esibito il coro di Högsbo (Göteborg, Svezia), con un programma di canzoni popolari svedesi. Il coro è costituito da 50 elementi,
quasi tutti pensionati e con una maggioranza di sesso femminile. Al pianoforte Anna Maria Gillholm. Il maestro del coro, Magnus Wassenius, esperto suonatore di violino e fisarmonica e violinista dell’orchestra della città, oltre a varie manifestazioni, organizza, per il coro
viaggi annuali in tanti Paesi europei e non solo. Il gruppo è stato anche in Bielorussia ed ha visitato la minoranza svedese, che risale ai
tempi di Carlo X. Le musiche e gli accenni di danze popolari, sono state scelte per dare un’ idea di quelle che sono le loro tradizioni.
CIVITA CASTELLANA - Acqua: potabile solo a Borghetto, Cenciani e Quartaccio
Il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli, ha revocato l’ordinanza con la quale prevedeva la potabilità dell’acqua a Sassacci. Dal 20 agosto
quindi l’acqua erogata dall’acquedotto pubblico rimane potabile a Borghetto, Cenciani e Quartaccio, mentre nelle restanti parti della città l’uso
dell’acqua è limitato ad usi in impianti tecnologici e per igiene domestica. Le ultime analisi arrivate in comune presentano i seguenti valori di arsenico nei diversi punti di prelievo che rendono necessario mantenere il divieto di potabilità dell’acqua ed estenderlo anche a Sassacci.
Punto di prelievo
Parametro
Data prelievo
Valore
- Impianto di potabilizzazione “Barco”
ARSENICO
06/08/2015
06 g/l
- Fontana Pubblica Via Don Minzoni
ARSENICO
06/08/2015
08 g/l
- Fontana Pubblica Via Roma
ARSENICO
06/08/2015
14 g/l
- Fontana Pubblica Piazza Sandro Pertini
ARSENICO
06/08/2015
16 g/l
- Impianto di potabilizzazione uscita Faleri
ARSENICO
06/08/2015
20 g/l
- Impianto di potabilizzazione “Vigili del Fuoco” uscita ARSENICO
06/08/2015
16 g/l
- Fontana Pubblica Sassacci Via Terni
ARSENICO
06/08/2015
13 g/l
- Fontana Pubblica Bar Migliorelli Alda
ARSENICO
06/08/2015
15 g/l
- Fontana Pubblica Via della Stazione
ARSENICO
06/08/2015
06 g/l
- Impianto di potabilizzazione di Sassacci
ARSENICO
06/08/2015
04 g/l
“I valori dell’arsenico nelle acque comunali – spiega il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli - continuano ad oscillare in modo del tutto
incontrollato non lasciando spazio a quella stabilizzazione necessaria per dare ai cittadini una concreta certezza. Rispetto agli anni scorsi la situazione complessiva è certamente migliorata, in quanto il valore originario di 50 g/l è consistentemente sceso e in alcune parti della città
l’acqua è potabile, come a Borghetto, Quartaccio e Cenciani, e sino a qualche giorno fa anche a Sassacci, dove invece ora, seppur di poco, l’arsenico è superiore al limite di 10 g/l , talché sono costretto a ripristinare la non potabilità. Tuttavia da un lato gli sforzi della Regione, che pure
ha investito milioni di euro nella dearsenificazione delle acque viterbesi, non riescono a portare a una soluzione definitiva, dall’altro le analisi dell’Arpa appaiono costantemente contraddittorie, con valori di arsenico in uscita dagli impianti di potabilizzazione che in alcuni casi crescono all’esame delle fontanelle dell’acqua pubblica, mentre in altri incredibilmente decrescono, come se l’acqua in alcuni casi acquisisse arsenico durante
il tragitto nelle condotte, mentre in altri addirittura lo perdesse. Per questa ragione non ho revocato a suo tempo il divieto di non potabilità su
tutto il territorio quando l’acqua è stata per qualche tempo completamente sotto ai limiti ed allo stesso modo anche oggi che nel centro storico
sarebbe potabile, non mi sento in grado di revocare l’ordinanza perché ciò di cui abbiamo bisogno come amministratori e cittadini è avere certezza
sulla qualità costante delle nostre acque, cosa che purtroppo nessuno riesce ancora a garantire. Occorre che i singoli comuni coinvolti vengano
chiamati dalla Regione Lazio ad un tavolo a cui partecipi anche il governo nazionale affinché si riprogrammi una gestione di questa problematica
che non può più essere trattata con i caratteri dell’emergenza e deve essere affrontata in modo strutturale per una soluzione sul lungo periodo”.
Campo de’ fiori
44
1° MEMORIAL “LUCA GRAZIOSI” A CASTEL SANT’ELIA
Domenica 6 Settembre 2015 si è svolto il 1° Memorial “Luca Graziosi”, in ricordo del giovane sedicenne di
Castel Sant’Elia prematuramente scomparso, a soli 16 anni, il 23 Febbraio scorso a causa di un attacco di
meningite fulminante. Il torneo ha visto coinvolte tre squadre di giovanissimi amici di Luca e precisamente
la “Allievi A.P.D. Castel Sant’Elia – Luca Graziosi”, “Rappresentativa Amici di Luca” e la “JFC Civita Castellana”,
che si sono confrontate sul Campo Comunale di Castel
Sant’Elia, paese d’orige del giovane Graziosi. Non lo spirito di sfida ha animato il Memorial, bensì quello dell’amicizia e la volontà di non dimenticare un amico.
L’evento è stato organizzato in occasione del ventennale dalla
nascita della società sportiva di Castel Sant’Elia. “Vogliamo ricordare uno dei ragazzi
migliori che la società abbia mai avuto sia in ambito calcistico che nella vita di tutti
i giorni, un ragazzo che purtroppo qualcuno più potente di noi ha voluto al suo fianco! Quel giorno Luca sarà lì con noi!”, così si legge sulla pagina Facebook creata
appositamente per l’occasione.
Proprio a Giugno la Allievi A.P.D. Castel Sant’Elia è stata intitolata a lui e a partire
da questo momento anche il campo sportivo cittadino porterà il suo nome.
I genitori Giberto e Tamara vogliono ringraziare di cuore tutti i ragazzi che hanno voluto partecipare all’evento e tutti coloro che si sono
resi disponibili per organizzare il Memorial. Nulla potrà
colmare il vuoto che la scomparsa di Luca ha lasciato nei
loro cuori e nei cuori di quanti
lo hanno conosciuto, ma la
presenza di tanta gente ha
dimostrato
ampiamente
quanto questo ragazzo di soli
16 anni abbia saputo farsi
E.B.
amare.
L’angolo del poeta
"SETTEMBRE"
Pure agosto edè passato e....
e ferie se ne sò annate.
Nun ci ho messo manco bocca
che me sò volate.
Quanno stai senza fa gnente,
er tempo passa in fretta,
e a te, te rimanino solo
e passeggiate in bicicletta.
L
AFORISMA
di Montanarini
Non è inventando o deformando
parole che si fa poesia, ma riuscendo
a trasfigurare la parole comuni.
Non ci sono perciò parole poetiche
ma solo parole comuni che vengono
trasformate in poesia, che si caricano,
cioè, di una potenza e ricchezza
tutt’oltre quella che hanno in se stesse.
Il linguaggio dell’anima mia
è sconosciuto a me stesso
finchè non diventa “pittura”.
Quelle che tutti i giorni,
te facevi....lungomare,
e t' arzavi presto
pe ànna a respirare.
E 'ntanto che pedalavi,
te guardavi 'ntorno,
pensavi a tutto,
meno che a o ritorno.
Me ce voleva propio
sto mese de riposo,
perchè, armeno io, edero 'rrivato,
ma mo torno a casa bello riposato.
Tuttosommato so contento, pure si me dispiace,
dopo c' ho passato tante belle giornate.
Ma me consola er fatto d' essime divertito, d'esse stato bene,
a parte o callo, nun ho sofferto pene.
E pure si ecco settembre
e dovrò aritornà a lavorà,
me resta a speranza
che 'nantranno agosto....ritornerà.
Sergio Piano
Campo de’ fiori
45
LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!!
Tanti auguri
Il 10
settembre alla piccola
é un grande Alessia per i
suoi 8 anni
giorno:
da papà
buon comMessico,
pleanno
mamma
Aldo dai
Maria e le
tuoi frasorelle
telli, coVanessa e Francesca.
gnati e nipoti vicini e lontani
Tanti auguri al
piccolo Christopher Capitoni che
il 20 settembre
compirà 2 anni, dai
genitori, i nonni, gli
zii, la cuginetta
Nicole e tutti i parenti!
Tanti
auguri ai
novelli
sposi
Chiara e
Angelo che
si sono
uniti in matrimonio il 5 Settembre, dai vostri
amici!!!
Tanti auguri di buon
compleanno a Roberto Giorgetti che
l’8 agosto
ha compiuto 24 anni!
Da mamma, boss,
Mirko e Maruska!!
Tantissimi
auguri ad
Alessandro
e Ilari che
il 22
agosto
hanno
coronato il
loro sogno
d’amore,
dal vostro
piccolo Christopher, da papà
Sergio e da tutta la famiglia!!!
Tanti auguri
agli sposi
Alessia e
Guido da parte
dei genitori
Anna, Alberto,
Carmela,
Francesco e
dai testimoni
Tanti auguri a
Un augurio speciale a
YURI ECCARELLI
Andrea e Daniele Marche il
Tanti auguri alla piccola Giorgia
celli che compiranno
18 SETTEMBRE
Manni che il 9 agosto ha ricevuto
rispettivamente gli
compie 3 anni da
il battesimo e ai suoi genitori Faanni
mamma , papà,
il 16 ed il 21 settem- brizio e Manuela che sono convozii,zie, nonni,
lati a nozze, ancora tanti auguri
bre, dai genitori e
nonne e cugini
da tutti i familiari.
da tutti i parenti.
Daniele e Chiara.
Il 14 Agosto è nata la piccola FLAMINIA FERRARI.
Tantissimi auguri dai genitori, i nonni e gli zii!!!
INVIATE I VOSTRI MESSAGGI
DAUGURI SPECIALI
AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA
[email protected]
A Maruska
Di Clemente
tantissimi
uguri per il
suo compleanno che festeggerà il30
di settembre,
da Rosanna.
Campo de’ fiori
46
Si chiama “BJ” come un magnate americano, CUCCIOLO- MA NON TROPPO -Di
DUE ANNI DI FOX TERRIER CON TANTO
DI CERTIFICATO DI NASCITA DALLALLEVAMENTO. E UN CANE DELIZIOSO CHE
VUOLE PERO FARE IL CAPETTO DATO
CHE LA sua padroncina-volata in cieloLO HA LASCIATO COMANDARE QUANTO
E COME VOLEVA. STA BENISSIMO IN SALUTE, MA È UN CANE MOLTO PARTICOLARE: LA MATTINA COME SENTE IL PIU
PICCOLO RUMORE COMINCIA AD ABBAIARE E VUOLE LATTENZIONE DI CHI STA IN CASA, QUINDI
MANGIA E CORRE PER UN,ORA MA DOPO QUANDO LO SI
METTE NEL RECINTO CREATO APPOSTA PER LUI STA BUONO
SE VEDE QUALCUNO DI CASA ALTRIMENTI ABBAIA FINO A CHE
NON ARRIVI QUALCUNO. E AFFETTUOSISSIMO MA E CAPACE
DI MARCARE IL TERRITORIO ANCHE IN CASA. VUOLE ESSERE
IL SOLO CAPOBRANCO, DEL GATTO DEI CANI E DEGLI UMANI.
NON E CASTRATO, ANDAVA FATTO MOLTO TEMPO FA, ORA
FORSE NON LO CALMEREBBE PIU DI TANTO! lADDESTRATORE DICE CHE SAREBBE IL COMPAGNO IDEALE DI UN/A GIOVANE CHE AMA FARE SPORT, CORRERE CAMMINATE E
PERFETTO PER AGILITY. OPPURE DI UNA PERSONA CHE
POSSA SEGUIRE COME SE FOSSE LA SUA OMBRA.
Verrà dato in adozione ad una famiglia responsabile che
saprà accudirlo, educarlo e amarlo fino alla fine della sua esistenza. Ha già perso la persona della sua vita, scomparsa
dopo una malattia fulminante. Troviamogli casa.
3387357799-3483123237
ADOTTA DAL CANILE
Apriamo
le gabbie
di questi innocenti!
Diamo loro una
casa....
Diana, Zara, Honey,
Perla, Cloe...
Tel. 3387357799
HOLDEN vive in pensione già da 3 mesi,
dopo mesi di catena e non è questa una
vita! Non esce mai da quel box che comunque a noi costa...Ne va della sua vita
futura. Sembra di taglia grande sulle foto,
ma è invece di taglia medio/piccola ( sembra un mini labrador) è un maschietto intero di circa un anno e mezzo,
ADOTTABILE SOLO A VITERBO
E DINTORNI!Provincia di Viterbo (Lazio) La
storia di questo gattino, maschio, di circa 2
mesi ha dell’incredibile. Intanto lo abbiamo
chiamato CAT MAX in onore di chi ce lo
tiene in stallo. Unico superstite di una cuc
ciolata selvaticissima ( la mamma e i fratelli
SPARITI) è andato a rifugiarsi nel motore di
una macchina di una persona ignara che il gatto fosse nascosto lì. Ma
ha sentito i miagolii e ha portato subito la macchina dal carrozziere
che gliel’ha praticamente smontata....Ed eccolo qui CAT MAX pronto
per l’adozione.... 3206976297
FABRICA
Regalo
DI ROMA
gattino di
(Viterbo)
circa un
il gattino
mese, simpa
grigio si
tico e gioche
chiama
rellone, già
Ulisse...
svezzato. E’
già abituato Rimane insieme al Silvestrino
al contatto umano. Non si riesce
ancora a capire se sia maschio o bianco/nero, di una cucciolata di
trovatelli, 2 maschietti, 3 mesi
femmina. Ha bisogno di una fa
circa, AMOROSISSIMI: FORmiglia che gli voglia bene. Zona
ZAAAAAAAAAAA. Non facFabrica di Roma. Per maggiori
ciamo che li dobbiamo rimettere
informazioni chiamate il nu
in strada! 3335375465
mero 3332152402
ADOZIONE IN COPPIA!!!!
Il cagnolone bianco e marrone si chiama PIPPO è un pointer di sette
anni..è dolcissimo sopratutto con i bambini..non morderebbe mai..è
buono come il pane..adora fare le passeggiate..quando mangia i croc
cantini bisogna bagnarli con un po di acqua perche mangia con molta
voracità..NO CACCIA! Il cagnolino bianco e nero si chiama MACO e ne
ha 10..è un meticcetto, anche lui dolce e buono e ama correre e gio
care. sono due cani meravigliosi che cercano un’altra casa dopo il tra
sloco della loro padroncina rimasta senza la mamma e costretta ad
andare ad abitare con una sua amica in un monolocale DOVE I CANI
NON SONO AMMESSI.. Evitiamo per favore le polemiche,
salviamo queste 2 anime... Per favore.
0761 754769. Non sono sterilizzati ne hanno chip!
di taglia medio piccola (circa 15 kg). SALVATO DA MALTRATTAMENTO. Va d'accordissimo con tutti i cani, FORSE UN PO MENO
CON I GATTI (da verificare!) È molto buono e affettuoso.
Vaccinato, sverminato e microchippato. Se pensate ad un compagno di vita, guardatelo bene...Non vuole rimanere da solo, scapperebbe, ha già sofferto troppo di solitudine. 3335375465-3496744121
Campo de’ fiori
S
i svolgerà a Civita Castellana (VT) la 1° cronoscalata internazionale auto storiche da competizione il 26 e 27
settembre 2015. Nella cittadina si è da sempre respirata
un’ara di passione per i motori, tant’è che sin dalla prima
edizione del 1927, la Mille Miglia è sempre transitata in
Civita Castellana e la spettacolarità della corsa ha certamente infiammato molti cittadini. Tra questi si sono infatti affermati in
campo motoristico sportivo nazionale alcuni nomi che hanno dato
lustro alla cittadina: Franco Ribaldi nel 1954 conquista il titolo
di Campione italiano nella classe oltre 2000 GT, vincendo gare
straordinarie in tutta Italia e stabilendo record prestigiosi presso
le piste di Monza e Vallelunga. L’ing. Vittorio Feroldi De Rosa,
dopo aver vinto numerose gare nel 1957, nel 1958 conquista il
titolo di Campione Italiano nella classe 750 GT alla guida di una
mitica Abarth 750 GT Zagato. Proprio nel 30° anniversario di questo successo cittadino con la piccola Abarth 750 GT è nato a Civita Castellana l’ “Abarth TCR Cub Italia” che, dal 1988 ad oggi
ha realizzato la più numerosa e prestigiosa presenza delle berline
Fiat Abarth 595-695-850 e 1000 esistenti al mondo.
Tutto questo ha dato l’imput alla realizzazione di questo primo e
prestigioso evento, la “cronoscalata” che formalmente ha la qualifica di “Concorso dinamico su percorso chiuso”, nella quale sono
ammesse esclusivamente le Fiat Abarth 595-695-850 e 1000, con
priorità per le versioni corsa con passato agonistico. Quando è
stato ricercato il percorso per la cronoscalata, si è potuto constatare che l’unico esistente inizia accanto alla prima ceramica di
Civita Castellana, realizzata nel 1793 con il sostegno Pontificio,
da Giuseppe Valadier, uno dei più famosi architetti del 1700, e
termina presso il Forte Sangallo, per una lunghezza di km. 2,159
(molto simile per lunghezza e conformazione al circuito di collaudo
Abarth anni ‘60 in Torino - Campo volo - “Pista Aerobis” ). Su
questo percorso è anche sempre passata la Mille Miglia, immortalata nel 1935 con la foto storica della “Balilla Coppa d’Oro”
mentre transita sotto il cartello di ingresso al paese. E proprio
quest’anno ricorre l’80° anniversario da quel passaggio. Oltretutto, di quel passaggio, è stato recentemente ritrovato il più
lungo e spettacolare filmato della Mille Miglia che ritrae, in oltre
20 sequenze, le macchine di allora correre lungo le storiche “tagliate di tufo” gremite di gente. Visto l’impegno e la passione
degli organizzatori, sarà questo il primo imperdibile evento di una
lunga serie futura!
Ermelinda Benedetti
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48
Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
CIVITA CASTELLANA - FESTEGGIAMENTI PATRONALI SS. MARCIANO E GIOVANNI 2015
50
Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Oroscopo di Settembre
Campo de’ fiori
51
by Cosmo
Ariete Il lavoro potrebbe
rappresentare l’ambiente in
cui si verificheranno delle
nuove vicende o in cui si svilupperà la relazione esistente. Ci sarà una grande
predisposizione per il lavoro di gruppo, anche
se di solito lavorate bene da soli. Sarà un periodo ottimo per la costruzione di nuove partnership. Finanziariamente la prima parte di
Settembre sarà un po’ tesa, mentre la fine
del mese sarà generosa per le vostre tasche.
Toro La tensione a cui è
stato sottoposto il vostro
rapporto svanirà, aprendo la
strada al piacere e alla sensualità. Sarete perciò fortunati in amore ed avrete
diverse opportunità per divertirvi. Se avete
una relazione stabile, probabilmente si riaccenderà la fiamma dell’amore. Sul lavoro si
tratta di un mese che porterà in luce tutta la
vostra creatività. Durante tutto questo periodo il vostro lavoro sarà ben pagato e le collaborazioni redditizie.
Gemelli Mercurio in questo
mese vi mostrerà quanto sia
importante la vita sentimentale in questo periodo. Infatti sarete pervasi da un
sacco di pensieri romantici e
l’amore incoraggerà una serie di iniziative ed
azioni. Sarete particolarmente fortunati nella
vita professionale, in particolare nel campo
immobiliare, mentre non si escludono dei piccoli problemi nella seconda parte del mese,
legati alle collaborazioni. Finanziariamente
non andrà tanto male.
Cancro Le relazioni sentimentali saranno collegate
alla comunicazione; il comunicare nella coppia sarà un
elemento fondamentale che
renderà i partner più legati
l’uno all’altro. Ci saranno novità e cambiamenti positivi anche sul campo professionale.
La prima parte del mese sarà più rilassante,
mentre la seconda molto più attiva e frenetica. Le varie attività si susseguiranno velocemente e sarete costretti a prendere
decisioni immediate.
Leone La prima parte del
mese non sarà ricca di
eventi a carattere sentimentale o romantico. In
questo periodo la vostra visione della vita sarà tutt’altro che romantica, ed i vostri interessi
saranno più che altro incentrati verso il denaro e la casa. Settembre sarà un mese abbastanza prospero ed i soldi saranno uno tra
i pensieri principali. Per questo vi concentrerete alla ricerca di nuove fonti di reddito.
Vergine Venere sarà nel
vostro segno per quasi
tutto il mese, portando
amore e un periodo molto
piacevole per la vita di coppia. Avrete modo di socializzare e divertirvi parecchio e non
mancheranno le opportunità di flirtare. Sul lavoro tutto sarà molto semplice e meno difficile da realizzare. Il vostro fascino personale
vi aiuterà senza dubbio a stabilire delle connessioni che vi renderanno più interessanti
agli occhi degli altri.
Bilancia Sarà un periodo
piuttosto tranquillo in
amore, in particolare la
prima parte del mese. A
partire dalla seconda invece accadranno degli
eventi che allieteranno l’atmosfera sentimentale provocando alcuni cambiamenti. In
campo lavorativo sarà un mese movimentato,
che richiederà un sacco di energie. Il successo arriverà nell’ultima decade. Finanziariamente sarete molto più rilassati per il
verificarsi di alcune circostanze favorevoli.
Scorpione La vostra vita
sentimentale sarà soddisfacente durante questo
mese, non troppo appassionata, ma con prospettive promettenti. Per le
coppie ci sarà un periodo spensierato e gioioso, caratterizzato da divertimento ed ottimismo. A livello professionale sarà un mese
molto attivo e ricco di possibilità; nella prima
parte avrete un sacco di energia che vi aiuterà a vincere le vostre battaglie. La situazione finanziaria subirà una svolta positiva.
Sagittario Grazie al vostro
partner riuscirete a progredire anche sul lavoro, attraverso il supporto della
persona amata e al suo incoraggiamento tutto quando
andrà per il meglio. Per i single questo è sicuramente il mese migliore per socializzare e
fare nuovi incontri. Sul lavoro avrete maggior
autonomia ed il potere decisionale. Le collaborazioni saranno la chiave del vostro successo, che porterà a guadagni superiori al
normale.
Capricorno La vostra vita
sentimentale sarà molto eccitante grazie allo zampino di
Venere, che vi fornirà esperienze in grado di aprirvi
nuove
prospettive
sul
mondo. Potreste incontrare qualcuno che stimolerà una nuova dimensione spirituale. Riceverete riconoscimenti e successo in campo
professionale, in particolare se il vostro è un
settore scientifico. Finanziariamente respirerete una nuova aria, che vi porterà a sviluppare progetti innovativi.
Acquario Il passaggio di Venere porterà in amore un interesse verso il lato più
misterioso della relazione.
Sarà un buon periodo per
analizzare i vostri sentimenti
o ascoltare le emozioni del vostro partner.
Settembre porterà in voi la determinazione
necessaria a raggiungere i vostri obiettivi professionali. Sarete più competitivi e sentirete
il bisogno di combattere e dimostrare la vostra forza. Avrete l’occasione di guadagnare
parecchio.
Pesci Sarete privilegiati
perché Venere attraversa la
casa della coppia questo
mese. Ritroverete l’energia
e ne trarrà giovamento il
vostro rapporto ed il vostro
partner, e tutto sarà molto più armonioso ed
appagante. Dal punto di vita professionale si
prospetta un periodo piuttosto interessante;
la collaborazione vi porterà soldi e successo,
ed il clima sarà dei migliori dunque sia sul lavoro che dal punto di vista finanziario
Roma, anno 1906. Piazza della Minerva, con l’inconfondibile obelisco sorretto dall’elefantino.
Alle spalle la chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nel rione Pigna, accanto al Pantheon.
Foto archivio Ercole Ottaviani.
Campo de’ fiori
52
Campo de’ fiori
Roma com’era
Campo de’ fiori
Album dei ricordi
Campo de’ fiori
Vasanello.
Metà anni ‘50.
Gruppo di giovani ragazze
durante la raccolta delle nocciole,
alle prese con la pulitura e l’imballaggio.
Foto di
Giuseppe Purchiaroni.
Campo de’ fiori
Cartolina di Nepi, datata 1942 (come si legge sul retro). Foto archivio Massimo Clener
53
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Anno 1930. Alunni di una scuola elementare privata in Via 12 Settembre.
1° fila seduti da sx: Gino Paiella, Otello Brocchi, Mario Mei, Aldo Fiori, Antonio Finesi, Fausto Colamedici, Arcangelo Carabelli.
2° fila: Lorenzo Matteucci, Goffredo Paolelli, Wanda Bambini, Iolanda Gemma, Maria Profili, Luigia Basili.
3° fila: Ilva Tombolini, Graziella Violini, Elena Conti, Bianca Severini, Egeria Laurensi, Cecilia Brunelli, Pierina Flori, Annunziata Severini.
4° fila: Emanuele Cavalieri, Luigi Bianchi, Amedeo Finesi, Alfredo Marcantoni, Lamberto Pagani, Luigi Profili.
5° fila: Angelo Costantini, Evaldo Profili, Franco Diana, Arnaldo Martifagna, Luigi Cardinali.
Campo de’ fiori
54
Album de
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
Campo de’ fiori
Anno 1955. Il civitonico Dario Stinchelli somparsa
nel film “Guerra e Pace”
Campo de’ fiori
Cascata delle Marmore (Terni). Anno 1967. Da ds: Guliana Valeri e Maria
Fantera.
Civita Castellana. Anni ‘30. La tramvia attraversava la cittadina, passando per l’attuale Via Ferretti. Foto di Dino De Angelis
Campo de’ fiori
56
Album dei ri
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anni ‘70.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anno 1931. Maestro Giuseppe Clericetti. Il 2° seduto da sx è Francesco Pancotti.
Campo de’ fiori
ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di
Roma.
Anno 1956.
Annunziata
Mattioli,
Luciano
Anselmi e
Massimo
Ricci.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Primi anni ‘60.
Da sx: Giancarlo Marcelli sulle autoscontro
in località Prataccione.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Fine anni ‘70.
Da sx: Gian Piero Marcelli, Leo Francola e Mino Postiglioni.
58
Campo de’ fiori
Album de
Campo de’ fiori
Viterbo.
Anno 1930.
Il laghetto di
Prato Giardino,
con al centro
un isolotto
realizzaato
con i sassi
provenienti
dal Bullicame.
Foto della
Sig. ra Pistocco
Campo de’ fiori
Pompei 1974 – Da sx Tabacchini Giuseppina,
Maria Anselmi e Elida Stefanucci.
Campo de’ fiori
Anno 1950. Da sx: Pierina e Assunta Cola.
Campo de’ fiori
59
dei ricordi
Campo de’ fiori
Corchiano.
Fine anni ‘90.
Da sx:
Francesco Ernoni,
Arturo Bernabei,
Famiano Cotronè,
Aldo Ceccarelli,
Rino Meconi,
Antonio Ridolfi,
Don Domenico
Anselmi,
Luciano Fiaschetti,
Giovanni Papa,
Giancarlo
Ceccarelli,
Luzio Marconi,
Eugenio Ridolfi,
Francesco
Fiaschetti,
Dino Marchegiani.
Campo de’ fiori
Corchiano.
Metà anni
‘40.
Da sx:
Caio Bernabei
e Alfonso
Ferri
durante una
rappresentazione
teatrale
organizzata
dalla parrocchia presso
l’ex Palazzo
Comunale.
Campo de’ fiori
Roma - Fontana di Trevi. Anno 1962.
La piccola Maria Chiara Clericetti e la mamma Delia.
60
LAVORO
CERCO
- RAGAZZO 22enne cerca lavoro come autista,
commesso, cameriere o altri lavori anche estero,
serio e onesto. Zona Roma Nord, abitante via
Flaminia - Morlupo. Luca 393/5548562
- CERCO LAVORO come estetista, segretaria,
pulizie, barista. No patente. Tel. 389.1340195
- CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia
disponibilità di orario. Automunita. Tel.
389.9365690.
- CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia
disponibilità di orario. Tel. 388.6998219.
- RAGAZZA 27ENNE cerca lavoro ad ore o
lungo orario come badante, baby sitter, pulizie
casa e ristoranti. Zona Civita Castellana. Tel.
329.95266312
- RAGAZZA ITALAIANA di 20 anni diplomata
in ragioneria che cerca lavoro. Residente a Fabrica di Roma in possesso della patente B. Tel.
392.67 61 254
- CERCO LAVORO come badante. Tel.
388.6542895
- CERCO LAVORO come muratore, giardiniere,
imbianchino, piccole manutenzioni. Tel.
320.9165354
- SIGNORA ITALIANA DI 53 ANNI automunita e libera tutto il giorno, cerca lavoro come
badante, aiuto cuoca, aiuto pasticcera, cuoca in
casa, commerciante, assistenza notturna, pulizie. Francesca 339.8992603
- CERCO LAVORO come autista pòatente B,
colatore, rifinitore in ceramica, giardiniere, pulizie, lavori di manutenzione. Tel. 328.3538581
- CERCO LAVORO cone aiuto ristorante, lavapiatti, pulizie, badante giorno ad ore, aiuto parruchiera, baby sittere. Tel. 373.3009360
- CERCO LAVORO ad ore (giorno o notte), referenziata, 57 anni, automunita, in Italia da 14
anni, con attestato di operatrice per assistenza
anziani. Esperienza. Tel. 329.3112804.
- Ragazza italiana con esperienze precedenti
cerca lavoro come: badante ad ore, part-time o
anche lungo orario.Disposta anche a fare le notti
o anche per sostituzioni badanti che vanno in
ferie.No lavori di rappresentanza .Cerco lavoro
nelle zone di: Civita Castellana,Magliano Sabina,Fabrica di Roma, Orte. Numero di telefono:
347-7628193
- CERCO LAVORI di qualunque genere. Donna
di 50 anni, serria e fidata, automunita, anche
poche ore al giorno. Libera tutta la giornata.
Massima urgenza.Tel. 339.8992603 FRANCESCA
-CERCO LAVORO come badante lungo orario,
pulizie ad ore, lavapiatti e pulizie in ristoranti e
negozi, pulizie scale. Tel. 388.9277412
- RAGAZZO 35ENNE laureato in ingegneria,
cerca lavoro come manovale, imbianchino, giardiniere, riparazioni cellulari e computer, idraulico,
autista,
accompagnatore
anziani.
Tel.
393.4496196
- RAGAZZA 20ENNE cerca lavoro come baby
sitter, pulizie, commessa, cameriera e barista.
Zona Fabrica di Roma e dintorni. Tel.
366.7308272.
- MEDICO CHIRURGO cerca lavoro qualificato
in case di cura o di riposo. Zona Viterbo e limitrofi. 35 anni di esperienza in Italia. 6 lingue. Tel.
3244.8629175.
- CERCO LAVORO COME BADANTE per
donne anziane, giorno e notte. Anche pulizie ad
ore. Zona Civita Castellana e dintorni. Automu-
Campo de’ fiori
Annunci
nita. Tel. 388.9314500.
- CERCO LAVORO COME BADANTE per
donne anziane, giorno e notte. Zona Civita Castellana e dintorni. Tel. 339.8238217.
- UOMO 40ENNE cerca lavoro in campagna,
giardinaggio, piccoli lavori di manutenzione, pulizia camini. Tel. 320.8826073.
- SIGNORA GEORGIANA 30ENNE con permesso di soggiorno, cerca lavoro come badante
giorno e notte. Referenziata. Tel. 389.8210370
- RAGAZZA 18 ANNI cerca lavoro pomeridiano
(compagnia, baby sitter, commessa, estetista, ripetizioni etc.). Tel. 320.8485230
- AZIENDA cerca persone seriamente interessate a guadagnare un extra mensile part-time,
full-time Cell. 3297354944.
- CERCO LAVORO come baby sitter. Donna italiana, con esperienza da nonna, seria, patentata.
Zona Civita Castellana e paesi limitrofi. Tel.
333.7972321
- CERCO LAVORO come badante anche giorno
e notte. Tel. 388.6542895
- CERCO LAVORO come badante, baby sitter,
ristoranti, pulizie, lungo orario, casa di cura. Con
esperienza. Tel. 327.5925225
- CERCASI LAVORO INTERESSANTE come
architetto. Tel. 06.8610227
- CERCASI LAVORO COME BABYSITTER:
Studentessa italiana di Civita Castellana cerca lavoro come babysitter per una passione e amore
infinito per i bambini. Se cercate una persona
giovane,dinamica e soprattutto amorevole nei
confronti dei vostri bambini non esitate a contattarmi! Sono automunita e disponibile dal lunedì
alla domenica (escluso sabato pomeriggio) talvolta anche nei paesi limitrofi. Costo: 5 l'ora.
Cell. 333-33 44 309 VANESSA
- CERCO LAVORO come pulizie uffici, aiuto
cuoco, pulizie in casa o bidella nelle scuole, cameriera hotel o alberghi. Tel. 389.4913578
- CERCO LAVORO come meccanico, giardiniere, muratore. Munito di Pat. B. Tel.
380.7656837
- DONNA RUMENA cerca lavoro come badante
con 10 anni di esperienza, collaboratrice domestica o baby sitter, preferibilmenet a Civita Castellan o dintornni. Tel. 348.8842125.
- DONNA RUMENA cerca lavoro come badante, colaboratrice domestica, o baby sitter a
ore, preferibilmente a Civita Castellana o dintorni. Tel. 389.4272043
- RAGIONIERE ESPERTO IN COMPUTER,
CUOCO TITOLATO, cerco lavoro, anche come
aiuto cuoco. Tel. 393.2205712
- MURATORE, GIARDINIERE, TUTTO FARE.
Cerco lavoro. Tel. 328.9075879
- MURATORE, PIASTRELLISTA, IDRAULICO,
AUTISTA, PAVIMENTISTA, TORNITORE IN
FERRO, ACCOMPAGNATORE (TUTTO FARE). Tel.
320.7605561
- UOMO 61ENNE cerca lavoro come giardiniere, pittore, aiuto peer coltivare orto, zona Civita Castellana e dintorni. Tel. 331.8753786
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