GiocaCIvita 2015 - Rivista "Campo de` Fiori"
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GiocaCIvita 2015 - Rivista "Campo de` Fiori"
Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Merkel l’Angela d’Europa......................................3 Il mito Newtrolls.....4-5 La zanzara impertinente.................................5 Anonimo italiano “live” a Cerenova.........6 Il Fescennino d’oro si trasforma in Rassegna Fescennina 2015............................................7 GABRIELE CIRILLI. Comico “per necessità” sogna di condurre un programma tutto suo.........8-9 Roma che se n’è andata: Giuseppe Giachino Belli & Mastro Titta...........10-11 SUONARE SUONARE: Toto... Gol a Roma!.............................................12 LETTERE D’AMORE: Cirey: un castello pieno di libri.......................14-15 Ecologia e ambiente: Quanto vale la Green Economy in Italia?.............16 Le corse a vuoto a Ronciglione: una cosa unica al mondo.....................................................18-19 Ergastolo: non c’è ma si vede.........................20 Cine Parade: Mission Impossible. Rogue Nation.......................22 Castrum Palazoli: un sito archeologico tutto da scoprire.....................................................23 Papa Francesco e la Sacra Rota....................24 Il rientro? Pronti? Via... ................................25 La chiesa di San Giorgio................................26 Come eravamo: Basta che se magna e se beve............................28 IV edizione del “Morlupo Short Festival”.............29 Parliamo di funghi: I funghi appartenenti al Genere Clitocybe...................30 L’angolo del collezionista: Le tabacchiere...................................................31 LA RUBRICA DEGLI EROI: Luigi Lemme e Francesco Conti...........................32 Il Fumetto: GiocaCIvita 2015...............................................34 A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA.............................34 Il Soratte che non ti aspetti..........................35 E io studio con l’App!.....................................36 Le proposte editoriale delle collane di Campo de’ fiori...........................................................38 Fiera del Fumetto e Games: Festival del Sorriso.............................................39 I tesori dell’Agro Falisco: Narce. Il Tempio di Monte li Santi.......................40 Noi, prima “I Feudi”, poi “I Rosacroce”........41 NEWS ........................................................42-43 1° Memorial “Luca Graziosi”.........................44 L’ANGOLO DEL POETA...................................44 MESSAGGI......................................................45 I nostri amici..................................................46 Pratolungo Abarth Flash................................47 AGENDA.....................................................48-50 Oroscopo........................................................51 Roma com’era................................................52 Album dei ricordi................53-54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti........................................60-61 Selezione offerte immobiliari...................62-63 Campo de fiori lo trovate nelle edicole ed in molte altre attività commerciali SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT) TEL/FAX 0761.513117 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA INFO PUBBLICITA’: 0761.513117 - [email protected] www.campodefiori.biz - www.facebook.com/campodefioririvistafree Campo de’ fiori 3 Merkel l’Angela d’Europa di Sandro Anselmi L a forza mediatica di una foto ha cambiato in un attimo l’atteggiamento di molti Paesi europei nei confronti dei profughi! Fino a ieri nessuno era disposto a soccorrerli ed oggi tutti aprono loro le braccia, attendendoli con dolci, giocattoli e vestiti. Siamo più che felici di questo, ma perché solo ora? Mille ipotesi si manifestano nelle nostre menti, mille impossibili ragioni, ma nessuna di esse, almeno per me, riconduce ad una logica razionale. Tutto l’impegno profuso a livello umanitario dall’Italia fino a questo momento è ormai passato, s’è allontanato anni luce dalla memoria collettiva. Il tempo dei poveri migranti del mare con i loro primi, inaspettati arrivi, e dei loro innumerevoli, tragici naufragi, delle corse al recupero delle carrette, e delle numerosissime accoglienze a Lampedusa, sono già avvenimenti dimenticati! L’Italia ha dato tanto, ma nessuno dei nostri fratelli europei l’ha mai considerato ed adesso, complici interessati i mass media, si è voluto smuovere le coscienze con l’immagine tristissima del bambino morto sulla spiaggia. Povero angioletto innocente! Ma serviva questo segnale per sciogliere gli animi dei popoli nordici? O c’è dell’atro? Aldilà delle strategie politiche internazionali ben al di sopra della vita quotidiana di noi esseri comuni, mi resta una domanda: un’Europa già vecchia e malconcia che futuro potrà dare a questa nuova società? Alla luce dei fatti ci sembra ben difficile immaginare un futuro sereno anche per loro, considerando la già nostra precaria situazione economica. Constatata questa nuova realtà, sarebbe bello almeno se questi popoli alla ricerca di una nuova vita, una volta integrati, potessero aiutarci a far ripartire l’economia ed avviare il nostro continente verso quella rinascita di cui ha tanto bisogno. I n una calda serata di Agosto fa tappa a Ladispoli, nota cittadina balneare a 30 km da Roma, il Mito New Trolls ed è subito un grande avvenimento che dà lustro all’ Amministrazione Comunale che da anni regala ai residenti ed ai villeggianti serate d’autore. La piazza principale piena di gente di tutte le età a conferma che il gruppo storico accoglie ancora tante simpatie da giovani e anziani. Nati nei primi anni sessanta, amanti della sperimentazione, vedono il successo nel 1967 quando aprono i concerti italiani dei Rolling Stones e pubblicano il primo 45 giri “Sensazioni“, seguito l’anno successivo da “Visioni“ che partecipa ad Un Disco per l’Estate. Nel 1969 esce “Io che ho te“, presentato a Sanremo, che conquista una serie di primi posti nelle Hit Parade, seguito da “Davanti agli occhi miei“, “Una Miniera“ e nel 1971 sempre al Festival di Sanremo cantano con Sergio Endrigo “Una Storia“ E la svolta per il gruppo che successivamente pubblica in collaborazione con Luis Enriquez Bacalov quello che sarà defi- nito un capolavoro : “Concerto Grosso per i New Trolls“. Sono i primi a trovare nuove strade musicali unendo musica classica con Hard Rock e dolci melodie. Nel 1974 Gianni Belleno, uno degli storici fondatori insieme a Vittorio De Scalzi, con Ricky Belloni e Giorgio Usai accompagnano Fabrizio De’ Andre’ nella sua prima storica tournèe e successivamente pubblicano “Concerto Grosso n.2“. Dopo una serie di entrate ed uscite dal gruppo arrivano i successi di “Aldebaran“, “Fs“, “Quella carezza della Sera“, “Il Treno“, “Faccia di Cane“. Oggi Il Mito New Trolls sono Ricky Belloni (chitarre e voce), Giorgio Usai (tastiere e voce), Alex Polifrone (batteria) e Andrea Cervetto (basso e voce) e li incontriamo al termine del ceck- sound. Campo de’ fiori 5 1 e 2 del 2004 e 6 brani inediti) e oggi proporremo anche qualche brano nuovo. Musicalmente cerchiamo di adattarci al nuovo pubblico tenendo sempre presenti quelle che sono le radici dell’inizio del gruppo, riponendo un’attenzione particolare alla melodia ed al rock, strizzando l’occhio sempre al progressive”. “Signore Io Sono Irish”, “Ho Veduto”, “Che Idea”, “Quelli come Noi”, “America Ok” ci hanno fatto emozionare insieme ai vecchi successi di sempre per una serata indimenticabile! Sandro Alessi Certo bisogna ammettere che nel 1971 Concerto Grosso vi ha cambiato la vita… ”Si, dobbiamo ammetterlo, Concerto Grosso è stato un esperimento unico e fuori tempo, c’era un orchestra di 80 elementi che proponeva un tema al quale rispondevamo noi gruppo rock pesante … c’era questo contrasto di atmosfere musicali diverse e per quei tempi la cosa è stata molto rischiosa ma il pubblico l’ha capita e ci ha dato la forza per continuare.” Dopo tanti esperimenti qualcosa è cambiato ed avete prodotto brani musicalmente più commerciali. ”Quando sono entrato io nel gruppo - ci risponde Ricky Belloni- ho portato questa ventata di pop. Ma già ci piaceva fare questi connubi tra la canzone popolare ed il ge- ZZ Z Z Z Z Z Z.... Z Z Z Z Z ARA Z N A Z LA ENTE N I T R IMPE nere con cui siamo partiti. Già in Aldebaran c’era Espanolada e Dancing molto ricercati e da scoprire rispetto a Quella Carezza… “. Nei vostri concerti cosa proponete: vecchio o nuovo? “Facciamo un po’ di tutto, i primi pezzi dagli esordi dei New Trolls fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Con questa formazione abbiamo pubblicato qualche tempo fa un nuovo cd che si chiama “Tre” (contiene il Live di Concerto Grosso I Newtrolls e Sandro Alessi (al centro) dopo l’intervista Campo de’ fiori 6 ANONIMO ITALIANO “LIVE” A CERENOVA I nostri reportage continuano dal litorale romano ed in una delle ultime sere di questo caldissimo agosto siamo invitati dal nostro amico Giuseppe Grando, noto imprenditore della zona di Cerenova, presso il suo locale Gran Caffè Tirreno, location che da anni regala tante serate da ricordare, dove si è in attesa di ascoltare Anonimo Italiano, frequentatore di classifiche discografiche di qualche anno fa. Roberto Scozzi infatti debutta nel 1995 con l’album che porta il suo nome trainato dal bellissimo singolo “E Cosi Addio“ ed il pubblico viene attratto dal modo di presentarsi con una maschera ma soprattutto la sua voce che ricordava a tratti quella di Claudio Baglioni il quale gli creò subito non poche difficoltà. Il disco vende tantissimo grazie anche al secondo singolo “Anche Questa è Vita“ e riceve il Disco di Platino. Nel frattempo lo stesso disco esce in lingua latina in Costarica e Cuba ed in altri paesi del Centro America replicando il successo italiano. Nel 1997 esce il secondo Album “Buona Fortuna“ seguito da dolci melodie che abbiamo sempre più ap“Dimmi Che Ami il prezzato nel corso degli anni. Mondo“ (2002) e “L’Infinito Dentro Noi“ (2006). Sandro Alessi A distanza di sette anni, ad Aprile 2013, pubblica il nuovo album intitolato “Five“ che contiene 10 brani inediti, uno dei quali in duetto con Amedeo Minghi. Continuano i concerti del vivo e l’affetto della gente lo spinge a pubblicare lo scorso anno “Diario di un amore“, raccolta dei suoi brani più belli con due inediti. Ci prendiamo insieme un aperitivo con la promessa di rincontrarci all’uscita del prossimo disco ed appena Anonimo Italiano sale Da sx: Giusepe Grando, imprenditore, Anonimo Italiano e sul palco ci immergiamo in quelle Sandro Alessi. Campo de’ fiori 7 IL FESCENNINO DORO si trasforma in RASSEGNA FESCENNINA 2015 Raffaele Siniscalchi, Massimo Wertmuller e Tosca sul palco della manifestazione ideata dal Maestro Nicola Piovani nel 2000 I l Fescennino d’oro, premio istituito nel 2000 dal Maestro Nicola Piovani, dopo aver raggiunto la quindicesima edizione nel 2014, si è trasformato, a partire da quest’anno, in una rassegna musicale di tre serate, animate da tanta buona musica e teatro. La location è sempre la stessa: Piazza Pina Piovani, nel cuore del centro storico di Corchiano (Vt), paese d’origine del celebre premio Oscar ed identificato dagli storici con l’antica Fescennium etrusca, da cui il nome della manifestazione. Assente, per impegni da lavoro, l’ideatore dell’ormai consueto appuntamento ha salutato il pubblico e ringraziato gli amici artisti per aver accettato il suo invito, attraverso un video messaggio registrato qualche giorno prima a Chianciano, dove si trovava per lavoro, e proiettato ad apertura della serata. La rassegna ha preso il via venerdì 14 agosto con Raffaele Siniscalchi ed il suo spettacolo di canzoni romane “Troillalero”. Protagonista del secondo appuntamento, venerdì 28 agosto è stato, invece, l’attore Massimo Wertmuller, vecchia conoscenza del palco del Fescennino, che ha portato in scena “Il pellegrino”, opera scritta e diretta da Pierpaolo Palladino. Wertmuller ha vestito i panni di alcuni dei personaggi storici più famosi della vecchia Roma, accompagnato dai musicisti Pino Cangialosi al fagotto e percussioni e Fabio Battistelli al clarinetto. A concludere la rassegna, sabato 5 settembre, un’altra vecchia conoscenza, premiata con il Fescennino d’oro nel 2007: Tosca. Uno spettacolo multietnico il suo, un bellissimo viaggio tra le musiche popolari di tanti diversi Paesi del mondo: dal Portogallo, alla Spagna, dalla Romania alla Francia, dalla Cina al Giappone, non dimenticando ovviamente l’Italia, con la canzone romana e quella napoletana. Non a caso il titolo dello spettacolo è “Appunti musicali dal mondo”. Accompagnata dal contrabbasso e dalla voce di Giovanna Famulari e da Massimo De Lorenzi alle chitarre, si è cimentata addirittura in brani di lingua zulu, libanese ed yiddish, con intervalli da lei magistralmente recitati di versi tratti dal “Libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa. Il fil rouge di tutto il percorso, curato da Massimo Venturiello, è il viaggio. Una splendida voce che arriva a toccare le corde più profonde del cuore, sia cantando che recitando. La sua performance è stata introdotta da sei giovani allievi delle Officine Pasoliniane, un laboratorio di alta formazione del teatro, della canzone e delle arti multimediali, di cui lei è direttore della sezione canzone. Massimo De Lorenzi, Arturo Caccavale, Simone Ferrante, Marco Foscari, Antonio Pirozzi, Antonio Rossi e Toto Toralbo hanno proposto al pubblico alcuni loro brani inediti. Un Fescennino certamente diverso da quello a cui ci eravamo, con piacere, abituati in questi anni, dove, come ha fatto notare anche la stessa Tosca, si è senz’altro sentita la mancanza del Maestro Piovani, senza nulla assolutamente togliere ai bravissimi artisti che si sono alternati nelle tre serate. Non è mancato e non mancherà mai, invece, l’aspetto solidale che si è legato ormai da anni a questo evento. Prosegue, infatti, la raccolta fondi promossa dall’Associazione Arnies Maria Chiara Segato Onlus, i cui proventi, quest’anno, saranno finalizzati alla realizzazione degli orti urbani presso la struttura Maison de vie di Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo. Certamente questa nuova formula del Fescennino d’oro, ormai Rassegna Fescennina, ci regalerà ancora tanta buona musica e spettacolo per gli anni a venire. Ermelinda Benedetti GABRIELE CIRILLI Comico “per necessità”, sogna di condurre un programma tutto suo! U ltimamente lo abbiamo visto vestire i panni di alcuni dei più famosi artisti nazionali ed internazionali, ma la sua identità è una ed una sola, quella di Gabriele Cirilli, nato a Sulmona il 12 giugno 1967. Ed alla domanda: ma lui è veramente così come lo vediamo in tv? Io posso rispondere dandone la piena conferma: è proprio così, spontaneo e simpaticissimo, disponibile e pronto ad ironizzare su tutto. Un concentrato di comicità! Dopo essersi diplomato presso il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma diretto da Gigi Proietti, inizia a lavorare in teatro, cinema e tv, debuttando nel programma televisivo Seven Show, dove interpreta il maestro d’orchestra Mino di Vita. Ma il successo arriva grazie a Zelig ed al personaggio di Kruska,la borgatara amica di Tatiana, da cui è nato il tormentone ultranoto “Chi è Tatiana?”. La sua partecipazione come concor- rente alla prima edizione del programma Rai “Tale e quale show” diretto da Carlo Conti, nel 2012, lo ha reso ancor più amato ed apprezzato dal grande pubblico, tanto da essere richiamato a prenderne parte anche alle edizioni successive, non più come concorrente ma come ospite d’onore fuori gara, al quale vengono assegnate di volta in volta le “mission impossible”, uno dei momenti più attesi di tutta la serata. Noi siamo riusciti ad incontrarlo poco prima di uno dei suoi esilaranti spettacoli di piazza del periodo estivo, a Gallese, in provincia di Viterbo. Tu sei un attore a tutto tondo (nda parte la sua battuta autoironica per il suo aspetto fisico), ma il tuo punto di forza è la comicità. Come ti sei scoperto comico? Diciamo che è stata un’esigenza perché in Italia i caratteristi come me non hanno spe- ranza, al cinema ti prendono solo se sei alto, bello, prestante. Un mio amico dell’università mi portò a vedere uno spettacolo di Dario Cassini e pensai che avrei potuto farlo anch’io, perché mi piaceva provocare ilarità. A fine spettacolo andai a salutarlo e quando gli dissi cosa pensavo lui iniziò a farmi aprire le sue serate ed a scrivermi i primi pezzi. Questo ci tengo a dirlo perché Dario, per me, almeno nel cabaret, è stato fondamentale. A tal proposito, c’è qualcuno a cui vorresti dire grazie per quello che sei diventato oggi? Al mio maestro Gigi Proietti, perché mi ha dato la possibilità di fare questo lavoro. Finita la scuola, sono stato forse uno dei primi ad avere l’onore di potergli fare da spalla. Mi chiamò lui di persona e nel 1990, appena terminata la scuola, facemmo insieme uno spettacolo estivo. Ripensando agli inizi della tua carriera, per quanto riguarda il cabaret televisivo, “Chi è Tatiana?” è rimasto nella 9 Campo de’ fiori storia. Ma questa poverina di Tatiana su cui tutti abbiamo riso, chi è? In realtà esiste veramente una persona a cui mi sono ispirato e che chiaramente ho macchiettizzato, ma non posso rivelarne l’identità perché è una mia carissima amica e collega, che ora, tra l’altro, non è più così. Veruska, invece, il personaggio che io interpreto, l’ho incontrata per strada. Alla fine degli anni ‘90 andava di moda vestirsi con questi colori a schiaffo, calze a rete, zatteroni alla Cugini di Campagna, capelli colorati. Ero in macchina con mia moglie e mi sono fermato a chiedere un’informazione a questa ragazza molto carina, che però quando ha aperto bocca, con il suo “Ahoooo!” sembrava praticamente un uomo. E mia moglie mi ha subito incentivato a prenderla come spunto. Perché pur non essendo di origine abruzzese, hai sempre scelto di interpretare personaggi romani? Perché la formazione artistica è romana e quindi io, stando a Roma, sono diventato romano. Anche quando vado a Sulmona da mia madre non riesco più a pararle abruzzese. La mia parlata ormai è romana. Ti manca la tua città d’origine? Sì, mi manca, ma mi manca anche Roma perché ora abito al nord. Ci sono dei sapori e degli odori in Abruzzo che sono unici. Di Roma invece mi manca il calore del suo pubblico che è una cosa strepitosa, non ci si può rinunciare! Mi dispiace moltissimo di non essermi più potuto esibirmi nella capitale in questi ultimi due ani, ma tornerò presto perché stiamo organizzando il tour teatrale e quasi sicuramente ci sarà una data anche a Roma. Ultimamente sei diventato il personaggio cruciale di “Tale e quale show”. Cosa pensi di questo programma? “Tale e quale show” è un ritorno al sano varietà, allo show televisivo vero e proprio, rapportato ai tempi moderni. In un periodo nel quale vanno avanti solo i talent e in cui tutti sono alla ricerca di un format particolare, nessuno ha capito che la semplicità invece premia. È di origine spagnola, ma sta avendo successo in tutto il mondo. Pensa che negli altri Paesi, come video drive mettono la mia interpretazione di PSY (nda: ride). Hai interpretato moltissimi personaggi, ma quale è stato quello che ti è piaciuto di più in assoluto? Questa è una domanda che mi rivolgono frequentemente. Ho messo il cuore per interpretarli tutti, per cui è difficile scegliere. Pavarotti è stato un onore imitarlo; Claudio Ermelinda Benedetti e Gabriele Cirilli dopo l’intervista Villa è stato un piacere perché il reuccio per me è insuperabile; sono stato molto contento anche di Pino Daniele perché il primo concerto che ho visto è stato il suo, quando non era ancora famoso. Eravamo dodici persone in un Hotel verso Sulmona. Lui veniva con Jame Senese e Tulio De Piscopo a fare conecertini nei locali. Quando ho interpretato Ligabue è stata un’emozione incredibile, e poi tutte le figure femminili in cui mi sono cimentato mi hanno dato un’emozione particolare. Psy, infine, mi ha fatto divenatre il fenomeno web del periodo. A proposito di web. Quanto è social Gabriele Cirilli da uno a dieci? Io poco, ma i miei social sono seguitissimi. Ci sono persone che curano questa parte perché li uso molto per fare pubblicità. Poi io ogni tanto mi diverto a rispondere a qualcuno tra quelli che mi danno più emozioni e simpatia. C’è un tuo desiderio che non hai ancora realizzato? Ce ne sono moltissimi. Il primo è senz’altro quello di poter condurre uno show televisivo tutto mio, come quello di Massimo Ranieri “Sogno o son desto”, monologhi, canzoni… Vorrei essere un unghia di Gigi Proietti, lui è inarrivabile, un mostro di bravura. Cosa pensi della comicità di oggi? La comicità va sempre avanti e cambia ogni anno. La comicità è far ridere, in qualunque modo, semplice, demenziale, satira politica, di costume. Ognuno la fa come vuole, l’importante è far ridere e non è sempre facile. Progetti per il futuro? Intanto “Tale e Quale” che riinizia a settembre. Poi girerò un film con Massimo Boldi che uscirà in inverno. Una bella commedia intitolata “Matrimonio al Sud”, di cui ho letto il compione e mi è piaciuto molto. Poi tornerò al teatro con uno spettacolo che si chiamerà “Hastag Tale e quale a me”. L’anno scorso avevo portato in scena “Tale e quale… a me”, poi mio figlio mi ha detto “Papà ma tu non hai un ashtag? Se non hai un ashtag non sei nessuno!” e mi è veuta l’idea. Quindi lo spettacolo sicuramente molto più moderno. Come è tuo figlio? Ho un figlio che vale per due, anzi un figlio e due mutui (risata!). Ha quattordici anni. Sa già cosa varrà fare da grande? È sicuro di una cosa: che l’Italia gli sta stretta. Frequenta il liceo scientifico ed è bravo. Vorrebbe fare il ricercatore, quindi dovrà andare all’estero perchè l’Italia non ti trattiene se sei bravo ma solo se sei raccomandato! E tu, hai mai pensato a cosa avresti fatto se non fossi riuscito a sfondare nel mondo dello spettacolo? No, perché se tu vai sul mio profilo facebook vedrai la foto di un bambino di sette anni con la bombetta ed il microfono in mano che sta cantando. Quello sono io. Ho sempre sentito dentro di me il desiderio di fare questo mestiere e grazie a Dio mi è stata data la possibilità di farlo. Qual è il tuo rapporto con la religione? Sono un cattolico credente, non mi vergogno a dirlo. Ho un padre spirituale che mi segue da sempre, Padre Egidio. Da bambino facevo il chierichetto con lui, poi mi ha comunicato, cresimato, sposato; ha battezzato mio figlio Gabriele Cirilli in due sue performance (Spice Girls sopra e Orietta Berti - al lato) nella trasmissione televisiva di Rai 1 “Tale e quale Show” condotta da Carlo Conti. ed ha anche celebrato il funerale di mio padre. Una presenza costante. Credo in Dio, non si può spiegare perché. A proposito di tuo padre. Senti la sua mancanza? È una presenza che è venuta a mancare un po’ troppo presto, avevo 25 anni e non avevo ancora completamente realizzato il mio sogno. Non mi aveva ancora visto sistemato e questo un po’ mi dispiace perché ora sarebbe stato contento. E tua madre invece? Mia madre Emiliana è lei che mi ha sempre spinto a fare questo lavoro. Lei ha creduto in me da quando ero piccolo. E’ una pazza scatenata nonostante abbia 81 anni. Ha fatto tanto del bene con la Croce Rossa, il Tribunale del malato, Una speranza per la vita, e mi ha trasmesso questo spirito. Tu infatti sei il testimonial dell’associazione City Angel? Sì, è stato per caso. Ho accettato perché credo non è giusto che al mondo ci sia gente persa, ma che tutti abbiano una famiglia, una vita. Ho fatto parte attiva dell’associazione, sono uscito di notte con i volontari e posso dire che esiste gente con grossi problemi. Fortunatamente grazie a questi “angeli” qualcuno addirittura è stato recuperato. Stiamo per salutarci ma non può mancare una delle sue battute strappa risate: “Puoi anche farmi la domanda: come sei a letto? Una frana… comanda la donna!” e giù risate a più non posso. Risate che sono poi seguitate per tutto il corso della serata con il suo spettacolo fatto di battute intervallate dallo stacchetto musicale “Per fortuna che c’è Riccardo che da solo gioca a biliardo…”. Abbiamo parlato veramente di tutto, oltre quella che era la traccia dell’intervista ed è stato un vero piacere. Gabriele Cirilli e la sua comicità ci terranno ancora tanta compagnia rallegrando le nostre serate non appena inizierà la nuova edizione di Tale quale show w non solo. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 10 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Giuseppe Gioachino Belli & Mastro Titta Il poeta e il boia di Roma Giuseppe Gioachino Belli - poeta romanesco G iuseppe Gioachino Belli, il poeta di Roma e Mastro Titta, Giovanni Battista Bugatti, il boia di Roma, li abbiamo incontrati più volte, tuttavia di Riccardo oggi li ricordiamo assieme Consoli poiché il famoso carnefice della Roma Pontificia, personaggio rimasto leggendario, ispirò al Belli alcuni straordinari sonetti. Il Belli e Mastro Titta vissero nel medesimo periodo, il primo era nato nel 1791, il secondo nel 1779, pertanto, allorquando nel 1796, a diciassette anni, Mastro Titta inizia la “professione” che sarebbe durata ben sessantotto anni, il Belli ne aveva soltanto cinque. Così Mastro Titta ricorda il suo debutto: “ … esordii nella mia carriera di giu- stiziere di Sua Santità, impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci, un giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso prima un prete e il suo cocchiere, poi, costretto a buttarsi alla macchia, grassato due frati … ” Chi conobbe Mastro Titta lo descrisse come un uomo bonario, educato, pronto ad offrire prese di tabacco alle vittime e quasi felice di compiere il suo dovere, per il quale riceveva il simbolico compenso di tre centesimi della lira romana. Solitario e cupo quando si aggirava per Borgo Sant’Angelo dove abitava, incuteva terrore a chi lo riconosceva, egli era molto popolare, infatti, le condanne a morte decretate dal Governo Papale richiamavano sempre grandi masse festanti, ogni condanna a morte era una sorta di “spettacolo” e gli scenari di queste macabri rappresentazioni erano Ponte Sant’Angelo, Piazza del Popolo e Via dei Cerchi. Il condannato si avvicinava al luogo del patibolo accompagnato dai canti delle Confraternite, intorno al palco era disposto un reparto militare; seguivano gli ultimi tentativi volti a convincere il condannato ad accettare il conforto religioso, infine, la rapida esecuzione. Prima di ogni esecuzione Mastro Titta si confessava e si comunicava, quindi indossava il mantello rosso e si recava a compiere l’opera egli mazzolava, impiccava, squartava o decapitava, operando con la medesima abilità, ben 516 le condanne ca- pitali eseguite dal Bugatti e ciò fino al 1864 quando Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, lo collocò in pensione. Un’antica usanza romana imponeva che nel momento in cui la testa della vittima si staccava dal corpo o veniva colpita con il c.d. “mazzuolo” ogni padre dava uno schiaffone al proprio figlio, recato ad assistere lo “spettacolo” affinchè potesse ricordare “a futura memoria”. Nel sonetto dal titolo: “Er ricordo” composto il 29 settembre 1830, il poeta narra dell’impiccagione di tale Antonio Gammardella colpevole dell’uccisione, per impiccagione, del canonico e socio in affari Donato Morgigni e, per quanto questa esecuzione risalga all’anno 1749 ben prima, quindi, della nascita di Giovanni Battista Bugatti, il Belli lo identifica con l’appellativo di Mastro Titta tanto era la fama di cui godeva il boia nello Stato Pontificio. Mastro Titta Boia romano Campo de’ fiori Tutt’a un tempo ar paziente Mastro Titta j’appoggiò un carcio in culo, e Ttata a mmene un schiaffone a la guancia de mandritta. “Pijja”, me disse, e aricordete bbene che sta fine medema sce sta scritta pe mmill’antri che ssò mmejjo de tene. 11 Piazza del Popolo - Roma (Tutt’a un tratto Mastro Titta diede un calcio nel sedere al condannato, e papà allo stesso tempo diede a me uno schiaffone di destro sulla guancia. “Tieni!”, mi disse, e ricordati bene che questa stessa fine hanno fatto e faranno mille altri che sono meglio di te) Le “memorie” di Mastro Titta sono colme di annotazioni “tecniche” riferite all’esercizio Viengheno: attenti: la funzione è lesta. della “professione”, egli con grande disinvolEcco cor collo ignudo e ttrittichente tura trasmette al lettore ogni segreto del er prim’omo dell’opera, er paziente, suo ufficio e fa ciò con serenità e quel coml’asso a coppe, er ziggnore de la festa. piacimento tipico di colui che, sapendosi al E ecco er professore che sse presta di sopra d’ogni giudizio, gode nell’analizzare a sservì da cerusico a la gente in dettaglio le incertezze di un lavoro al lipe ttre quadrini, e a ttutti gentilmente mite dell’assurdo. je cura er male der dolor de testa. Così scriveva: “Trascorsero due mesi prima Ma no a man manca, no: l’antro a man dritta. che dovessi esercitare di nuovo le mie funQuello ar ziconno posto è l’ajutante. zioni; né, per dire la verità, me ne rammaLa precedenza aspetta a mastro Titta. ricavo, perché nella stagione estiva il Volete inzeggnà a me chi ffà la capa? mestiere diventa più faticoso e più difficile, Io qua nun manco mai: so ffreguentante; specie nelle impiccagioni e negli squartae er boja lo conosco com’er Papa. menti”. Queste “memorie” sono in fondo il frutto di una sorta di “leggenda” poiché, indiscutibilmente, Mastro Titta finì per diven- Nel sonetto, ribadendo la funzione di edutare il nome emblematico del boia cazione spettacolare, o di spettacolo educapontificio, anche se non fu l’ultimo giusti- tivo delle giustizie nella Roma papale, il ziere del Papa, infatti, collocato in pensione poeta assegna il ruolo di protagonista ad un gli subentrò tale Vincenzo Calducci, già suo dilettante, ossia al “frequentante” della ceaiutante, che seguitò la “professione” fino rimonia stessa: “ … Io qua nun manco mai: al 9 luglio 1870. so ffreguentante; e er boja lo conosco Ma torniamo al poeta di Roma a cui, il nome com’er Papa … “. leggendario di Mastro Titta, ispirò una dozQuest’uomo è un vero esperto, conosce i zina di sonetti, nei quali definì il boia come vari ruoli, le diverse posizioni sulla scena ri“er bastone de la vecchiaia de li Stati” in po- ferendo di una rappresentazione in piena lemica ironica con i giacobini che volevano regola con il protagonista - il condannato e l’abolizione della figura del carnefice. l’antagonista - il boia; il tutto viene visto con Così in: “Er dilettante de Ponte”, del 29 ago- l’occhio partecipe, ma anche obiettivo e disto 1835, il Belli rievoca un’esecuzione av- staccato, del popolano del Belli, figura cenvenuta a Ponte Sant’Angelo nel trale in moltissimi dei suoi sonetti. caratteristico segno dello spettacolo segna- Nella Roma dell’ottocento molti celebri viaglando in nota che: “molto ben pagato è il giatori rimasero colpiti dalla crudezza delle carnefice, ed in qualunque servizio del suo scene di esecuzione capitale cui assistetmestiere gode di varii e bei profitti. Si vuole tero, come nel caso di Lord Byron, che ebbe però che l’atto della uccisione del paziente occasione di conoscere personalmente Masiagli pagato tre quattrini”, cioè, come ricor- stro Titta. Il poeta inglese, dopo aver assidato all’inizio, tre centesimi della lira ro- stito a tre esecuzioni capitali tramite mana il c.d. ‘il papetto’, a dimostrazione la ghigliottina, così scriveva a un suo amico viltà dell’opera. editore: “La cerimonia, - compresi i preti con la maschera, i carnefici mezzi nudi, i criminali bendati, il Cristo nero e il suo stendardo, il patibolo, le truppe, la lenta processione, il rapido rumore secco e il pesante cadere dell’ascia, lo schizzo del sangue e l‘apparenza spettrale delle teste esposte è, nel suo insieme, più impressionante della volgare e rozza agonia inflitta alle vittime delle sentenze inglesi” Charles Dickens restò molto impressionato da un’esecuzione cui aveva assistito in Via de’ Cerchi e commentava con queste parole la scena: “Uno spettacolo brutto, sudicio, trascurato, disgustoso; che altro non significava se non un macello, all’infuori del momentaneo interesse per l’unico disgraziato attore”. Infine Massimo D’Azeglio, in alcune pagine de: “I miei ricordi”, sintetizzò la barbarie della giustizia praticata nella Roma di quegli anni descrivendo un’immagine vista a Porta San Giovanni: “In una gabbia di ferro stava il cranio imbiancato dal sole e dalle pioggie di un celebre malandrino”. Un’esecuzione 12 Campo de’ fiori di Carlo Cattani TOTO …G ol a Roma ! 5 luglio 2015 - Cavea Auditorium Parco della Musica C on milioni di milioni di dischi venduti, trainati da hit singles straconosciuti, apprezzati da un pubblico tanto amante della melodia e dei motivi accattivanti tanto da quello più smaliziato e rock che apprezza il virtuosismo, la ricercatezza degli arrangiamenti e la sferzata sonora, i Toto arrivano a Roma e, con tutta la forza della loro musica , ancor più rinvigoriti dai positivi riscontri di un nuovo album, ”Toto XIV”, schierati a “gruppone” di ben 9 elementi, “appicciano” le micce dei loro strumenti infuocando la scena della Cavea dell’Auditorium Parco Della Musica! A pochi secondi dall’entrata in scena la band Americana è avvolta dall’ovazione e pressata dall’ incalzante avanzata sotto il palco del foltissimo pubblico che ha “stuccato” ogni buco della Cavea ….un bel colpo d’occhio! Smaliziatissimi i musicisti dei Toto non si fanno pregare e nel raggiungere le loro posizioni agli strumenti si “spalmano” sulle braccia tese di quanti accalcati ai bordi del palco si sgolano per esortali ad una sfioratina sulla punta delle dita. Due tastieristi agli opposti del palcoscenico ,Steve Porcaro e David Paich, il chitarrista “master” Steve Lukater al centro insieme al cantante Joseph Williams, il bassista David Hungate arretrato a destra a ridosso degli amplificatori e, poi, affiancati e disposti su delle pedane, ben “murati” dai loro strumenti, il batterista Keith Carlock e il percussionista Lenny Castro con la formazione completata da due pregiatissimi coristi Jenny Douglas e Mabvuto Carpenter praticamente una compagine da finale di Champions League per la elevata caratura dei musicisti …in campo! David Paich, molto vicino al bordo del palco con le sue tastiere ,a tratti lascia la postazione per “gigioneggiare” di brutto con il pubblico che un clown non saprebbe far di meglio,alternando i suoi precisi interventi vocali e tastieristici a mimiche e goffi movimenti all’ombra di occhiali scuri e un cappello a cilindro nero indossato su di un giacca grigio perla lucida che ne esalta il peso in eccesso . Alle 21,00 è “Running out of time” che irrompe roboante promuovendo l’ultimo cd di inediti, ”Toto XIV” seguita da “I’ll supply the love “ tratta dal primo vendutissimo album del 1978 “Toto” : in dieci minuti 37 anni di storia attraversano le nostre orecchie e la loro musica è sempre lì croccante, intatti nel presente come nel passato il gusto e l’equilibrio delle alchimie strumentali e vocali che hanno da sempre costituito il marchio della bottega musicale della band Statunitense .Con il pubblico costantemente in visibilio,continua la promozione di “Toto XIV” da cui è tratta la successiva “Burn” ; quindi ,la scaletta “picchia” a capofitto nel passato infilando brani quali “Stranger in town “ (84), ”I won’t hold you back” (82), ”Takin’ it back” (78) ,”Pamela” (88), “Hold the line” (78), il primo hit internazionale, un brano che non è mai mancato ad un concerto della band, caratterizzato da un giro di accordi semplice sostenuto, però, da un’accattivante ritmo di batteria, all’epoca “inventato“ dal compianto Jeff Porcaro , uno stile, il suo, da modello per molti batteristi rock , e dal tirato assolo della chitarra di Steve Lukater, al culmine del pezzo,che “rattizza”,di brutto, la platea ! Tocca all’ennesimo hit della band , ”Rosanna” (82) concludere lo show “come da contratto” ,dopo un’ora e mezza incessante di musica e tripudio di pubblico ; la band tenta l’uscita dal palco ma la “caciara” in Cavea squarcia la calda notte di Roma e ,così, il “gruppone” riprende posizione ,ancor più galvanizzato dall’esito favorevolissimo della serata ,tuffandosi ancora nel passato con “On the run” (98) ,”Goodbye Elenore” ( 81) per chiudere con il singolo pop di successo planetario “Africa”(82) … e …aiuto …la signora “over size” accanto a me si “sfrena” e mi rotola sopra …le mie ultime foto ?… sono dedicate alle stelle del cielo sopra la Capitale ! CarloCattani/words&pics© settembre 2015 14 Campo de’ fiori Cirey: un castello pieno di libri Voltaire e Mme du Châtelet: “L’uno faceva versi, l’altra triangoli”. “U n uomo di lettere deve vivere in un paese libero”. Così scriveva da Parigi Voltaire, pseudonimo di FrancoisMarie Arouet, di ritorno di Bruna Ferrini da un memorabile viaggio in Inghilterra descritto nelle famose venticinque “Lettere filosofiche” pubblicate nel 1734 e così definite dallo stesso autore: “Politiche, critiche, poetiche, eretiche e diaboliche”. Il risultato fu che i regi censori condannarono il libro ad essere lacerato e bruciato nella corte del Palazzo di Giustizia perchè scandaloso, contrario alla religione, ai buoni costumi ed al re. Ma per Voltaire, appena quarantenne e già personaggio il cui piacere era scrivere e pensare sopra ogni cosa, questo fu il momento giusto e fortunato per conoscere Madame Emilie Le Tonnellier de Breteuille du Châtelet che gli soigliava molto. Subito la descrisse così: “Bella e buona amica di fertile immaginazione e sincera. Il suo intelletto è vivace, anzi sublime. E’ una persona rara, degna di Newton”. In brevissimo tempo divennero amanti e si aprì per loro il castello di Cirey, alle porte della Lorena, dove vissero insieme per una decina di anni proprio secondo il desiderio di Voltaire: “Non chiedo che di vivere seppellito nelle montagne di Cirey”. Non andò proprio così perchè la prima a lasciare il ca- stello e ad essere seppellita veramente a Parigi fu lei. In compenso lo fu con tutti gli onori perchè le sue opere intellettuali le valsero, dopo la nomina del re a membro dell’ Accademia delle scienze di Bologna nel 1748, anche la pubblicazione del Commentario sui Principia Mathematica di Newton. Ma chi era Emilie? Una fanciulla che, nata nel 1708 a Parigi, ebbe la fortuna di appartenere ad una ricca ed aristocratica famiglia di bibliofili e di avere l’intelligenza acuta e pronta per seguire gli insegnamenti di illustri precettori. Innamorata delle scienze fisiche e filosofiche, ebbe l’opportunità di dimostrare che le donne sarebbero state capaci di fare tutto quanto facevano gli uomini ed il primo a riconoscerlo fu lo stesso Voltaire ricordando le loro giornate trascorse al tavolo di lavoro. Appena diciannovenne, Emile fu data in sposa al colonnello di Reggimento Claude du Châtelet, persona di grandi vedute liberali e dopo aver avuto due figli, il matrimonio di convenienza consentì loro una libertà senza scalpori. Lei scelse sempre uomini colti ed impegnati in studi filosofici pur conducendo una vita mondana ed elegante. Accolse Voltaire come un amico da proteggere rispettando e divi- Campo de’ fiori dendo le giornate con ore di studio e di svago, ospitandolo appunto nel castello di Cirey dove lui completò “Il secolo di Luigi XIV” e “Il saggio sui costumi”. Il loro menage fu al centro di critiche e commenti della mondanità dell’epoca perchè erano intellettuali originali persino negli orari di lavoro e nella scelta delle materie di studio. In breve, si disse “ .. su quel superbo sfondo architettonico, (il castello) uno faceva versi, l’altra triangoli : sembra di sognare” . Ovvero mentre lui amava anche la poesia, lei amava la fisica di Newton di cui traduceva e commentava le opere con intelligenza straordinaria tanto da essere , all’epoca, amata dagli intellettuali e non dalle donne educate ad altre attività. “ La marchesa passava le notti leggendo e scrivendo.. solo verso le cinque si coricava per alzarsi verso le nove” ricorda l’abate Raynal. Ma nel resto del tempo , era un trionfo d’amore per il suo Voltaire del quale vive ogni momento ed ogni occupazione con grande gelosia.Ma anche Voltaire è geloso ed a volte si ribella. Ed è quasi una disputa di tipo coniugale quando grida: “Lasciate stare Newton , sono fantasie, Vivono i miei versi”. Mentre Mme de Grafigny, una sua amica di quel tempo, sottolinea “Ed egli ama farne con passione”. Ma non dimentichiamo anche che le cronache da lei lasciate non sono benevole nei riguardi della marchesa du Châtelet: “ Era lunga e secca” mentre madame du Deffand completa il quadro: “Era senza fianchi, con grosse braccia, di volto aguzzo e il naso affilato”. Ovviamente non era proprio così, ce lo dice Voltaire in sua memoria “.. è vissuta a lungo circondata da persone che non sapevano ciò che ella fosse, ma lei non si curava affatto di tanta insensibilità”. E ne sono prova le lettere che ci ha tramandato il buon C. A. de Sainte-Beuve nella sua Corrispondenza dell’800 quando racconta dell’amore che Madame nutriva per il suo amante e della disperazione a proposito di un viaggio lungo sei mesi in Olanda, viaggio “un po’ troppo prolungato” secondo lei. Scriveva a Mme d’Argental “Io sono a cinquanta leghe dal vostro amico, e sono dodici giorni che non ho sue notizie. Perdonatemi, perdonatemi, ma il mio stato è orribile. Quindici giorni fa passavo, non senza pena, soltanto due ore lontano da lui; allora gli scrivevo dalla mia camera alla sua; e sono quindici giorni che ignoro dov’è e quel che fa, non posso nemmeno godere della triste consolazione di condividere le sue pene. Perdonatemi di stordirvi con i miei pianti, ma sono troppo infelice”. Ed il tormento la porta a confessare il suo vero timore: “Esistono poche virtù che resistono assiduamente”. E Saint - Beuve commenta ancora: “Una frase “ solenne” ma è così che ragiona la passione”. In effetti Emilie è fortemente preoccupata: “Occorre in ogni momento salvarlo da se stesso, e impiego più politica io per guidarlo che il Vaticano per trattenere la Cristianità nei suoi ceppi-. E lo scrittore francese conclude che Mme du Chatelet è proprio appassionata e tenera come quella che Voltaire ha ben descritto in due parole, “un po’ filosofo e pastorella”. Ma è proprio lui, il filosofo, a perdere le forze, la strada di Ciriey diventa faticosa e lei non raccoglie il messaggio che le aveva mandato tanto tempo prima “ridatemi l’età dei miei amori”. In lei, l’abbandono dà la forza di volgersi altrove, ad un giovane filosofo Saint -Lambert che potrebbe ridarle un amore senza limiti e misura”. Ci prova ma diffida. “Voi conoscete i piaceri intensi-scrive- ma non conoscete ancora l’amore … ho paura di aver torto ad amarvi molto..le mie riflessioni, tutto quello che penso, mi dimostra che io vi ami di più di quanto io debba”. La tragedia è appena 15 cominciata: Mme du Châtelet è una donna ed il suo ruolo naturale, quello di avere un figlio, le si rivolge contro: nascerà una bambina e poco dopo il parto non ci saranno più in due al mondo, lasciando un vuoto incolmabile nello stesso Voltaire che scrisse: “Non ho perso soltanto un’amante, ho perso metà di me stesso, un’anima fatta per la mia”. “La sua scomparsa non fu accolta da un coro di rimpianti -scrive oggi il professor Giuseppe Scaraffia- i parigini non le perdonavano la superiorità intellettuale né le debolezze femminili”. Tra queste, l’amore per il lusso ed i gioielli in particolare, a cui si deve il nomignolo di Pompon. Va aggiunto che fu la prima donna a scrivere un Discorso sulla felicità che si può leggere ancora oggi con interesse. Certamente è stato scritto sulla propria esperienza, quasi un riassunto delle sue impressioni ed un invito all’evoluzione ed emancipazione femminile. Non per nulla la sua istruzione non venne pianificata in un convento, secondo le abitudini dell’epoca, ma accanto ad un padre che seppe guidarla nello studio dei grandi autori latini, greci e suoi contemporanei. Cultura laica, dunque, che seppe renderla diversa allora ed attuale ancora oggi, così lontana dall’epoca dei Lumi. Ringrazio la biblioteca comunale di Bracciano per avermi permesso la lettura del Discorso sulla felicità di Mme du Châtelet, un piccolo ed artistico libro del 1993 Sellerio editore di Palermo. Un capolavoro del quale mi riprometto di fare un particolare commento perchè, a mio parere, merita di essere conosciuto ancora oggi. La mia e-mail per chi volesse approfondire l’argomento: [email protected] Campo de’ fiori 16 Ecologia e Ambiente Quanto vale la Green Economy in Italia? S i sente spesso parlare di green economy (economia verde), aziende che investono su energie rinnovabili e su sistemi di Giovanni innovativi in diversi settori, Francola ma quanto vale in termini di denaro quello che ruota intorno a questa economia? Soltanto in Italia si aggira intorno a 100 miliardi di euro e le aziende italiane che sono interessate sono migliaia, il 22%, il fine è quello di ridurre le emissioni di CO2 e risparmiare energia. Otre ad una ricchezza in termini di fatturato, sembra che anche gli italiani siano sempre più interessati a questa nuova economia verde, più del 70% di cittadini è disposto a spendere qualcosa in più pur di avere servizi e prodotti eco-sosstenibili, ma un altro aspetto di non poco conto è che si stanno creando nuove opportunità di lavoro, si parla di circa 3 milioni di green jobs vale a dire lavoratori che applicano competenze “verdi”. Non si uscirà certo da questa profonda crisi economica, con queste nuove forme professionali, ma di certo contribuirà ad avviare una nuova cultura di rispetto e conservazione del nostro habitat fortemente compromesso in questi ultimi decenni. E’ un valore a mio avviso sicuramente in crescita, una forma di consapevolezza che aprirà nuove strade e opportunità occupazionali, che come ripeto in questo contesto economico e sociale non certo da sottovalutare. Diciamo che la green economy è un modello di sviluppo economico, che non considera soltanto i benefici in termine di aumento del PIL (prodotto interno lordo), ma prende in considerazione altri indici come l’impatto ambientale, cioè i potenziali danni ambientali prodotti dall’intero ciclo di trasformazione di tutte le materie prime, partendo dalla loro estrazione, trasporto, trasformazione e la loro definitiva eliminazione o smaltimento. Un meccanismo di “retroazione negativa” che va sicuramente a ripercuotersi negativamente sul PIL nazionale. Basta pensare alle tante bonifiche effettuate in termini di rifiuti, ad interventi mirati alla messa in sicurezza di vaste aree minacciate dal problema idrogeologico, dalla depurazione delle acque e da tanti altri interventi costosissimi che vanno ad incidere pesantemente sui bilanci di chi gestisce un territorio. Tutto ciò a discapito di altri servizi indispensabili per l’intera comunità. E’ per questo che ridisegnare nuove forme di sviluppo è soprattutto conveniente e lungimirante. E’ da augurarsi che se fino ad ora il modello “nero”, carbone, petrolio e gas, è stato il volano insostituibile di globali economie, possa finalmente lasciare il posto al modello “verde” molto più sostenibile più attento agli effetti collaterali, al fine di una maggiore qualità di vita di ogni uno di noi. Credo che ce ne sia proprio bisogno! Campo de’ fiori 18 LE CORSE A VUOTO A RONCIGLIONE: UNA COSA UNICA AL MONDO I L LAZIO – GIORNALE SETTIMANALE DELLA PROVINCIA ROMANA. Roma, 5 marzo 1922. Dall’articolo firmato Lear, intitolato: “Ronciglione – Dove rivive il Carnevale… di Roberto Romano.” Ragone Le corse dei barberi Le corse dei barberi a Ronciglione non risorgono, perché è l’unica città in cui non sono mai tramontate. I Ronciglionesi sarebbero capaci di fare le… barricate se gliele proibissero, e i più vecchi signori della città ricordano sempre con piacere quando giovani ed abili cavallerizzi, come qui sono tutti, formavano il plotone degli Ussari, e caracollavano per il Corso sotto lo sguardo delle belle signore, che qui non hanno mai fatto difetto. La giornata carnevalesca a Ronciglione comincia presto. Alle 13.00 suona il campanone e poco dopo verso le 13.30 incomincia a suonare la musica cittadina, che suona ininterrottamente… fino a notte. Alle 14.00 passa la Commissione che va a dare la ‘mossa’ alla corsa. […………………] Si odono altri due spari: questa volta sono i barberi. Squillano le trombe! Un fremito corre per la folla immensa che si accalca per le vie, gremisce le finestre, i balconi, i negozi! Passano i cavalli a corsa sfrenata: ecco girano l’angolo di Piazza Vittorio e attaccano la salita di Montecavallo. Lo spettacolo è veramente impressionante. La corsa si svolge sul percorso di un chilometro, nelle vie principali della città che sono ampie e fiancheggiate da comodi marciapiedi e bei palazzi. A memoria d’uomo non si è mai lamentato il minimo incidente durante le corse, e si noti che il servizio d’ordine è disimpegnato dai pochi Carabinieri della locale Tenenza. GRAN CARNEVALE 1952 DAL PROGRAMMA RIPORTATO SUL MANIFESTO UFFICIALE CORSA DEI CAVALLI A VUOTO Ore 15,30 – Al via dei mortaretti, crepitanti dall’Orologio alla Nave, un guizzo a bruciapelo all’angolo del Gricio, e su per Montecavallo i BARBERI come il vento. Nudi, liberi e belli come stornelli. Su! Su! Su! La strada percossa come tamburo sotto gli zoccoli a tempo della selvaggia carica. Nitrendo e cantando, come Radames, ritorna vincitor! S ono in compagnia di Fabrizio Alessandrucci, presidente del Comitato Amici del Palio, un Comitato formato da un po’ di ragazzi delle scuderie per tenere viva questa tradizione. Stiamo andando alla sua scuderia - il Campanone - per un incontro importante, una cavalla di quattordici anni che ha vinto il palio nel 2009, e da allora vive di rendita, Silvia Forever. - Secondo lei è possibile ricominciare le Corse a Vuoto? “Le condizioni ci sono tutte, anche perché la corsa è stata diversamente regolamentata da un decreto, il decreto Martini, quindi se ci sono delle regole basta osservarle e la corsa può essere ripristinata.” - Quali sarebbero queste regole, rispetto alla vecchia legislazione? “Rispetto alla vecchia legislazione dobbiamo gettare lungo il percorso del terreno idoneo a far correre i cavalli, poi adottare delle protezioni laterali a delimitare il percorso, di cui già in parte disponiamo, quindi basterà migliorarle. Il problema più grosso è la terra. E’ stata fatta un’esperienza nel 2010 con esito positivo per ciò che riguarda la sicurezza dei cavalli: infatti non c’è stato nessun incidente. Era la prima volta. Oggi invece ci sono ditte organizzate a cui si affidano i vari responsabili dei palii, quindi tutto è più facile, anche se i costi sono alti, e comunque lo fanno dappertutto, quindi lo dovremo fare anche a Ronciglione. La corsa sull’asfalto aveva un fascino particolare perchè il battere degli zoccoli sull’asfalto dei cavalli liberi era una cosa emozionante, e i Ronciglionesi si ricordano tutti questo suono particolare, però con la terra la gara sarebbe molto più sicura e molto più spettacolare. Con il percorso in terra battuta c’è più battaglia, i cavalli si sentono più sicuri e sorpassano anche in punti dove di solito è impossibile, questa è l’esperienza che abbiamo avuto già soltanto con quell’unico palio che abbiamo fatto con la terra sul percorso. I cavalli superavano anche in curva, si sono presentati anche tre cavalli appaiati sulla curva, perchè con il terreno hanno più grip, e poi non c’è stato nessun incidente. Possiamo dire che, nelle centinaia d’anni in cui s’è svolto il palio, gli incidenti sono stati pochissimi, e d’altra parte in ogni manifestazione sportiva, di animali o di persone, l’incidente può sempre accadere.” Siamo arrivati alla scuderia, e Fabrizio Ales- Campo de’ fiori sandrucci apre il cancello ed entriamo. Una piccola costruzione con due box per i cavalli, balle di fieno ammucchiate, un grande prato verde a disposizione della cavallina che ha meritato tutto questo vincendo una edizione del palio. Ora ha quattordici anni, come mi dice il suo proprietario - brutta parola trattandosi di un cavallo che è una persona di famiglia, come accade a tutti coloro che amano il proprio animale, grande o piccolo che sia - e la sua forma è smagliante. Fabrizio raccoglie un po’ d’erba prima di entrare. La chiama e lei si fa desiderare, da brava femminuccia, poi viene ma ci volta le spalle, è scontrosa. Poi alla fine molla, si volta, accetta l’offerta di quel pugno d’erba fresca. Il manto è scuro, lucido, netto, senza un difetto, il lungo muso e gli occhi profondi invitano alla carezza. “La cavalla è a Ronciglione dal 2003, sono dodici anni. Lei vive così, allo stato brado, ha il prato, l’erba, mangia tutti i giorni. Anche prima viveva così, otto mesi all’anno, poi veniva preparata per il palio, e dopo il palio si riposava. Gli animalisti ci hanno sempre visti come se sfruttassimo i cavalli: un cavallo da corsa che fa due corse all’anno non esiste in nessuna parte del mondo. L’amore e la cura che poi davamo ai cavalli era una cosa maniacale, e questo si può vedere... guardi come sta. Questa l’abbiamo presa a Capannelle, l’abbiamo pagata mille euro, non avrebbe avuto una gran fortuna, purtroppo in corsa valeva poco, era destinata a... L’abbiamo portata a Ronciglione, qui si è adattata, le è piaciuto il palio, e poi ha vinto il palio del 2009. Per me è un’eroina, la tengo così tutta la vita, anche se poi non correrà più perchè è anziana.” Usciamo dal prato, un’occhiata ai box, che in passato ospitava due cavalli. “Il palio - mi dice Fabrizio - era importante anche per l’aggregazione dei tanti ragazzi che venivano la sera quando si rigovernavano i cavalli, e poi c’era anche un ricambio generazionale. I più piccoli seguivano i più grandi, imparavano il mestiere, con l’aspirazione di diventare un giorno lascino, chiappino, cioè quello che lancia il cavallo alla partenza e quello che lo riprende al traguardo. Come per tutte le cose serve un po’ d’esperienza, come abbiamo fatto tutti. Quando c’era il palio, magari a Pasquetta, organizzavamo qui, era sempre una festa. Ora, oltre ad averci tolto il palio, che alla fine dura cinquanta secondi, e tutto gira intorno a quei cinquanta secondi, perchè tutto l’anno si lavora sempre per quei cinquanta secondi, però c’hanno tolto un rapporto di aggregazione, di amicizia, che poi le amicizie di scuderia uno se le portava anche per tutta la vita. Senza palio in tanti ci siamo allontanati, ognuno ha la sua comitiva, e quindi non ci si vede più. Era bellissimo vedere i bambini crescere con l’amore per i cavalli, in scuderia si viveva tutto l’anno. Parlando della cavallina Tiffany, abbiamo purtroppo commesso diversi errori, forzando il percorso, non insistendo con la terra sul percorso perchè i commercianti si erano lamentati, e poi la spesa era stata veramente importante. Avremmo dovuto continuare e migliorare lo svolgimento, quella è la soluzione. Ormai è successo, ed è inutile guardarsi indietro. Bisogna ripartire nel pieno rispetto delle regole e rilanciare il palio. Come lo facevamo noi rimaneva un po’ chiuso nella città, ora invece bisogna lanciarlo anche a livello internazionale, turistico, e pubblicizzarlo nella maniera giusta. L’opportunità della terra ci permette questo perchè possiamo far correre il cavalli in tutta sicurezza, quindi non ci saranno più cadute, possiamo fare una diretta televisiva, come fanno altrove. Abbiamo presentato nel 2010 estivo un progetto innovativo, che sconvolge tutto quello ch’era prima. Cambiando tipologia di terreno cambiano un po’ tutte le regole, il palio verrebbe fatto in due giorni, sabato e domenica, verrebbe coinvolto tutto il paese; abbiamo diviso il paese in rioni, ogni rione avrebbe la sua chiesa, la sua zona, dove organizzarebbe serate, feste, e tutto il paese sarebbe imbandierato. Uno sconvolgimento totale da com’era prima. Sicuramente ci aiuterebbe a rilanciare il palio.” - E questo progetto che fine ha fatto? 19 “L’abbiamo presentato in Comune, il sindaco giustamente s’è preso del tempo per esaminarlo. Ora, secondo me, i tempi sono maturi per ripartire, perchè sennò perdiamo la tradizione. Siamo già fuori tempo massimo. Le chiacchiere non servono, se tutti mollano è finita. Una tradizione che è stata portata avanti per oltre quattrocent’anni, noi la facciamo morire. E’ una cosa bella e va ripresa. E’ un pezzo di storia fondamentale, insostituibile nel cuore dei Ronciglionesi, perchè il Ronciglionese anche se all’apparenza sembra una persona disincantata, che non si espone, basta che a Carnevale guardi un filmato delle corse e riesplode subito l’entusiasmo. Il cavallo scosso non corre in nessuna parte del mondo. Apparentemente è difficile ripartire, ma io sono convinto che non è così. Dobbiamo ripartire subito, certo, con mille difficoltà, perchè questo è un palio che va organizzato in un certo modo, quindi bisogna reperire dei fondi e oggi non è facile, però ce la dobbiamo fare, perchè ci sarebbero dei forti ricavi. Abbiamo Roma a due passi, per i Romani il carnevale è stata sempre un’attrattiva, e lo è ancora. Basterebbe lanciare un minimo di pubblicità su Roma, tanta gente ancora viene e domanda delle corse perchè non si fanno più, eccetera. Ringraziamo l’amministrazione comunale che ha fatto un lavoro eccezionale di mediazione a livello burocratico, con le istituzioni, con il Ministero. Quest’inverno dobbiamo assolutamente ripartire, dobbiamo rifare il palio. Ricreare le contrade, ricreare gli entusiasmi, perchè il paese in questo momento ne ha bisogno. Il palio è una ricchezza che va ripristinata, migliorata e valorizzata. Come si fa a far finire una cosa unica al mondo?” 20 Campo de’ fiori ERGASTOLO: NON C’E’ MA SI VEDE S i abbia il coraggio di eliminare dal codice la condanna all’ergastolo senza ipocrisie che fanno solo ironia. del Prof. La sua cancellazione poSergio trebbe portare alla cerFunicello tezza della pena sempre che i 15/30 anni che dovessero sostituirlo fossero tali. Insomma “non c’è imbroglio non c’è inganno” come urlavano gli imbonitori nei mercati rionali fino agli anni ’70. Il signor Tal de’ Tali è condannato, per esempio, oggi 25/08/2015 a 25 anni di carcere per cui la società sa che lo rivedrà libero il 28/08/2040. Stop! Inutile dire che il carcere, come struttura muraria, dovrà essere rispettosissimo dell’umanità permettendo una vita decorosa essendo SOLO la perdita della libertà, la condanna e non altro, e altrettanto inutile sarà affermare che la pena dovrà essere il risultato di un’investigazione capace di giungere alla certezza della colpa il più possibile vicina al 100% (la totalità tranne che in condizioni evidenti non sarà mai possibile). Certamente si dovrà tenere conto anche delle circostanze che abbiano portato al delitto e alla loro capacità di aggravante o meno della colpa, onde evitare di tornare a una sorta di diritto consuetudinario, sia pur scritto, eliminato tra il XVIII e XIX secolo e sostituito dai codici penali di Russia, Prussia, Austria, Francia lo stato americano della Pennsylvania e, nella penisola italiana, la Toscana allora un Granducato, nel 1786. Una condanna all’ergastolo che poi si tramuti in carcere “vero” nel senso temporale e non di durezza, limitato a 15 anni che senso ha? Il dubbio è che sia soltanto un éscamotage per accontentare “ergastolisti” a mo’ di scelta di facciata e, in realtà, lasciare non aperta, ma spalancata la porta ai sostenitori dell’ opposto, è legittimo. Non v’è dubbio che la condanna per così dire” a termine” dovrà essere supportata sempre dalla consulenza e collaborazione di sorveglianti, medici, cappellani, psichiatri, psicologi e educatori e, soprattutto, ma non solo, nella fase preliminare e nel dibattimento essa dovrà avvalersi del medico legale, trait d’union con altri specialisti che egli stesso o le parti riterrà opportune. Con l’Abate Mably (1709/1785) che scrisse, tutt’oggi valido, anzi ancora in fase di evoluzione “IL CASTIGO, SE COSI’ POSSO DIRE, COLPISCA L’ANIMA, NON IL CORPO” possiamo affermare che l’anima sia la mente nell’accezione della comprensione del male fatto. Per giungere alla condanna, usando quando scritto in maniera eccellente da Foucault, si analizzi certamente: - Chi ne è l’autore? - Come determinare il processo casuale che lo abbia prodotto? - Dove è, nello stesso autore, la sua origine? - Istinto, incoscio, eredità, ambiente? ed anche - Quale sarà la misura più appropriata da prendere? - Come prevedere l’evoluzione del soggetto? - In quale modo verrà sicuramente corretto? Diagnosi e cura (la sentenza) e prognosi (per quanto tempo ed in che modo si potrà reinserire il soggetto?) Arriviamo alla valutazione dello stato del soggetto, che potrebbe essere anche definito non colpevole perché non in grado di intendere e di volere al momento dei fatti o, in assoluto, non imputabile (rarissimo) perché in quel momento e solo in quello, non cosciente del proprio agire. E’ la sentenza, come scrive Foucault, che condanna o assolve e non il giudizio. Oggi il giudice, con i suoi ausiliari, va alla ricerca dell’anima dell’imputato e quanto abbia voluto o sia stato portato ad agire da fattori, come detto, intrinseci o estrinseci. Tutto ciò premesso, si arrivi a una condanna, che non auspico sempre massima, ma reale, ben motivata e la si applichi senza tanti “si, però” “..viste le circostanze parti- colari” “ tenendo conto che…” Inutile, ad esempio, nel caso della “coppia dell’acido”, parlare di possibilità diverse dall’adozione ad altra famiglia e non perché il recupero sia da considerarsi impossibile (difficile sì), ma perché nel percorso assolutamente lungo necessario per recuperare socialmente i genitori, il danno al piccolo Achille sarebbe centuplicato. Ecco che la sentenza, che a me pare giusta, di condanna a 14 anni sia il momento di ripensamento e cura di un’evidente malattia psichiatrica che, però, non altera la capacità di intendere e volere degli attori. Non può esserci amore materno in una donna che con un bimbo in grembo decida di delinquere nei modi usati, e ciò valga anche per il padre assolutamente privo del concetto di responsabilità genitoriale. E’ evidente dunque che il massimo della pena non sarebbe limitato ai soli omicidi, ma entrerebbe in una valutazione generale sulla capacità di recupero “dell’uomo (donna) delinquente” che dovrebbe essere fine assoluto e non un quid da scrivere in cui nessuno creda. Una sola cosa nessuna masturbazione mentale con questi teorici ergastoli che NON ESISTONO e servono solo, a mio avviso, a tacitare un qualunquismo a sua volta preso in giro. Bibliografia M. Foucault. Sorvegliare e punire Nascita della prigione, Ed. Einaudi Torino RINGRAZIAMENTO Ringrazio mio figlio Valerio, dottore in Scienze della comunicazione, per il supporto ed i suggerimenti che mi ha regalato. Campo de’ fiori 22 MISSION IMPOSSIBLE ROGUE NATION I componenti della mitica IMF (Impossible Mission Force) di Ethan Hunt & C., sconfessati e licenziati dalla Cia, si lanciano senza indugi nell’ennesima missione impossibile : sconfiggere il cosiddetto “Sindacato”, una ordi Catello ganizzazione terroristica internaMasullo zionale che pretende di creare un nuovo ordine mondiale... Ispirato all’omonima serie televisiva creata da Bruce Geller. Questo quinto film della saga Mission Impossible l’ho trovato sorprendente. E’, infatti, sorprendente che dopo 5 “rimasticature” dello stesso plot la saga non solo non perda nulla del mordente e del fascino degli esordi, ma anzi sia capace di reinventarsi, rinverdirsi, anche con una solida carica di deliziosa ironia ed auto-ironia. E’ sorprendente che l’inossidabile Tom Cuise, arrivato a 53 anni (ne aveva soli 34 alla prima puntata, nel ’96) riesca ancora a strabiliare gli spettatori, realizzando di persona, senza controfigure, scene di azione sempre più impensabili ed incredibili (tutti hanno notato la scena iniziale in cui si aggrappa, realmente, al portellone di un aereo in decollo, ma ho trovato ancora più strabiliante quella in cui, assicurato con robuste manette ad un palo alto 5 metri, tira su le gambe e, con invidiabili e realissimi addominali, a balzi, risale il palo, fa scavallare le manette, si butta giù e fa secchi tutti i carcerieri : tutto senza trucchi e senza inganni). E’ sorprendente che un film d’azione pura, riesca per 130 minuti a tenere gli spettatori con il fiato sospeso, in un turbinio senza soluzione di continuità di spettacolarità adrenalinica all’ennesima potenza. E’ sorprendente che pur con citazione omaggio al limite del plagio del più classico cinema hitchcockiano (la scena dell’opera di Vienna, da Antologia) non faccia rimpiangere l’originale. Confezione superlativa. Attori strepitosi (travolgente la new entry, l’irresistibile Rebecca Ferguson). Da non perdere. Assolutamente. VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): Leggenda: CAPOLAVORO: 10 DA NON PERDERE: 8 DISCRETO: 6 DA EVITARE: meno di 6 8 TITOLO: MISSION IMPOSSIBLE – ROGUE NATION REGIA: Christopher McQuarrie SCENEGGIATURA: Christopher McQuarrie INTERPRETI PRINCIPALI: PERSONAGGI INTERPRETI DOPPIATORI ETHAN HUNT Tom Cruise ROBERTO CHEVALIER WILLIAM BRANDT Jeremy Renner ALESSANDRO QUARTA BENJI DUNN Simon Pegg MASSIMILIANO MANFREDI ILSA FAUST Rebecca Ferguson GAIA BOLOGNESI LUTHER STICKELL Ving Rhames ALESSANDRO ROSSI SOLOMON LANE Sean Harris ANDREA LAVAGNINO ALAN HUNLEY Alec Baldwin PAOLO BUGLIONI ATTLEE Simon McBurney MARCO METE PRIMO MINISTRO Tom Hollander STEFANO ALESSANDRONI JANIK VINTER Jens Hultén ALBERTO ANGRISANO PRODUZIONE: TOM CRUISE, J.J. ABRAMS, BRYAN BURK, DAVID ELLISON, DANA GOLDBERG, DON GRANGER PER BAD ROBOT, SKYDANCE PRODUCTIONS, TC PRODUCTIONS ORIGINE: USA DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY (2015) DURATA: 130’ SOGGETTO: AZIONE FRASI DAL CINEMA “E si può fare? Si, hackerando un satellite russo. Ah, questo non posso autorizzarlo! È per questo che non ho richiesto l’autorizzazione!”. (Jeremy Renner e Ving Rhames). “La cosiddetta Impossible Mission Force è un oltraggio ed un pericolo!”. (Alec Baldwin, capo della CIA, alla commissione parlamentare). “Questi non sono episodi isolati, ma anelli di una catena... di uno Stato Canaglia che vuole distruggere quelli che li hanno creati!”. (Tom Cruise a Simon Pegg). “Si chiama Solomon Lane, è lui che ha creato il Sindacato!”. (Rebecca Ferguson a Tom Cruise ed a Simon Pegg). “Quindi Lane ha bisogno di una chiave che è dentro una fortezza. E perché Lane non manda qualcuno a rubarla? Lo ha fatto. Ha mandato me. E vi assicuro che è impossibile!”. (Simon Pegg, Tom Cruise e Rebecca Ferguson). “Come potevo lasciar ucciderlo, è un nostro alleato? In politica non esistono alleati, ma solo interessi comuni!”. (Rebecca Ferguson e Simon McBurney) Campo de’ fiori 23 Castrum Palazoli: un sito archeologico tutto da scoprire L ungo la via Amerina, l’antica strada romana costruita per collegare Roma ad Amelia (l’antica Ameria), si svilupparono diversi insedi Fabiana diamenti urbani, nati iniPoleggi zialmente come zone di sosta lungo il tragitto, ma che col tempo assunsero importanza e grandezza di veri borghi o paesi con tanto di fortificazioni, castelli e chiese. Uno di questi fu Castrum Palazoli, che svolse un ruolo significativo prevalentemente nel periodo medievale, dal VI° al XIV° secolo, e che vide il suo maggiore sviluppo nel periodo longobardo. Il borgo inizialmente crebbe d’importanza per il suo ruolo commerciale ed artigianale legato al commercio della ceramica, data la sua vicinanza con Vasanello, grande produttore di manufatti ceramici dal quale dista solo pochi chilometri, qui dunque i viandanti potevano fare sosta, rifocillarsi lungo il cammino e comprare ceramiche o prodotti locali per poi riprendere il viaggio. Alla fine dell’ XI° secolo Palazzolo divenne “castrum” cioè zona fortificata, con tanto di castello e mura di difesa e nel 1170 venne infeudato a Viterbo, ma circa cento anni dopo, intorno al 1266 risulta libero comune legato alla chiesa romana. Successivamente, molteplici epidemie ricorrenti portate dai viaggiatori che sostavano nel borgo, colpirono la popolazione di Palazzolo riducendo il sito in stato di abbandono. Dell’originario insediamento restano oggi pochi resti del castello e principalmente vani ipogei, abitazioni scavate nel tufo con nicchie e colonne centrali, tra questi molto particolare e suggestiva è la grotta delle monache, un colombario ben conservato affacciato sulla valle e la cella di Santa Rosa, un ambiente con pareti intonacate e tracce di affreschi. Poco più avanti sulla strada che porta da Palazzolo a S. Maria di Luco, a circa 400 m dal pianoro, si incontra una serie di tombe scavate a terra nel tufo disposte su più livelli, corrispondenti a “terrazze”, tra il margine sinistro della strada e il fosso di Valle Canale, è la necropoli di Morticelli che probabilmente faceva parte di un insieme più ampio, dato che sepolture dello stesso tipo si ritrovano anche più a Nord. La tradizione vuole che a Palazzolo abbia soggiornato Re Albio, ultimo re etrusco che scomparse poi in battaglia nel 309 a.C. nel vicino lago di Vadimone combattendo contro i romani i quali consacrarono così la loro egemonia sull’Etruria. La zona archeologica facilmente visitabile, anche grazie ai recenti lavori effettuati per rendere più accessibile il sito, è corredata anche da quattro vie cave e, di fronte al pianoro, da una fornace di ceramica aretina posta sul Poggio della Mentuccia, inoltre il panorama che si gode dal sito è veramente splendido, una valle completamente rico- perta da una rigogliosa vegetazione che fa da cornice a questo antico borgo tutto da scoprire. Campo de’ fiori 24 Papa Francesco e la Sacra Rota M artedì 8 settembre, ho risposto alle domande della brava giornalista della RAI Roberta Badaloni riguardo la del Prof. riforma della Rota romana Massimo ad opera di papa BergoMarsicola glio. Come è ovvio che sia, nei ristretti spazi di un telegiornale, di essa, ne è andata in onda soltanto un piccolo stralcio. Ho fatto presente che la riforma era necessaria e che si tratta di una riforma epocale. Che le spese da sostenere tuttavia erano in linea con quelle che si sarebbero sostenute in civile. Che la durata del procedimento, in molti casi, è assimilabile ai tre anni che fino a “ieri” servivano per ottenere il divorzio. Sulle ragioni che spingono le persone a richiedere il riconoscimento della nullità del matrimonio non può esservi altro se non la propria coscienza di credente che non vuole che un cristiano viva da separato (da divorziato) nella grande famiglia dei cristiani. Una coscienza che non accetta di essere lacerata. Una coscienza che vuole esprimere in verità il suo amore alla persona amata, sigillo dell’amore di Dio. Ho detto altresì che molti matrimoni celebrati in chiesa, Codice di diritto canonico alla mano, risulterebbero nulli se considerati, sulla base dell’esperienza realmente vissuta post e pre-matrimonio. Talora, mancando una reale identità della persona nel momento che contrae il matrimonio, non può considerarsi affidabile. E se non è affidabile anche soltanto uno dei due coniugi, il matrimonio è nullo. Ecco perché sostengo che ci vorrebbe una nuova consapevolezza circa l’istituto del matrimo- nio in genere ed in ispecie per quanto riguarda il matrimonio cristiano. Consapevolezza che ogni persona può raggiungere non sulla base delle buone intenzioni che esprime, ma sulla dimostrazione di affidabilità che è frutto di una personalità ben integrata. L’Egologia è la scienza della soggettività umana che aiuta le singole persone a pervenire ad una personalità integrata. I libri della collana sono su Amazon.it CAMPO DE FIORI E SU FACEBOOK Tieniti aggiornato su tutte le novità e le iniziative della rivista che ami di più!!! Richiedi la nostra amicizia...anche dal nostro sito www.campodefiori.biz E possibile trovare Campo de fiori nelle edicole ed in moltissime attività commerciali. Questo è lelenco completo degli esercizi di Ronciglione nei quali reperire la rivista: - Caffetteria ‘La Mossa’ - Piazza Principe di Piemonte, 15 - Rio Vicano - Via Cassia Cimina, Km. 19,100 - Le Cheval - Via dell’Ospedale, 1/a - Bar Casani - Via della Resistenza, 4 - Bar Doppio Senso - Via S. Giovanni Snc - Caffè Gran Torino - Corso Umberto 1°, 44 - Edicola - Corso Umberto 1°, 18 - Cartoleria Teknica - Via Magenta, 34 - Bar Espressamente Saso - Via della Resistenza, Snc - Antico Caffè Bellatreccia - Piazza Vittorio Emanuele, 21 - Bar Anitori - Piazza Vittorio Emanuele, 6/6a - Caffè Nuovo - Corso Umberto 1°, 19 - Tabaccheria Centrale - Piazza Vittorio Emanuele, 19 - FESTIVALBAR - ingresso di Ronciglione via Cassia - BAR QUATTRO A - via Roma, 56. - Bar lanzalonga 2 - via capranica 8/D Campo de’ fiori 25 Il rientro? Pronti? Via... Le ricette per un rientro nature I l ritorno dalle vacanze può creare a volte un sentimento di tristezza o di stanchezza all’idea di riprendere un anno di lavoro e di “routine”. Anche se siete appena di Josiane tornati da 10 giorni di Marchand spiaggia e mare non esiNaturopata tate a prendere cura di voi prolungando il piacere ancora per qualche giorno: un week-end insolito, una seduta di massaggi agli oli essenziali, una cena tra amici o una serata di giochi in famiglia... Per voi, signore, che sperate di superare il rientro dalle vacanze in piena forma e fresche come rose, perché non provare una piccola cura di uva (bio, of course!) durante solo alcuni giorni? Questa mini-dieta, disintossicante vi aiuterà a purificare l’organismo senza stress. Se siete golose, come me, risulterà un po’ difficile all’inizio,ma dopo un po’ tutto andrà per il verso giusto! Correte dal vostro fruttivendolo e comprate da 1 a 3 chili al giorno di uva, scegliete una tisana che vi piace ( da bere calda o fredda) e vai! Potete fare la stessa cosa con una composta di frutta oppure un altro tipo di frutta che vi piaccia. Le mono-diete, quando vengono attuate su brevi periodi sono molto benefiche per la salute. Se ne viene fuori spesso in piena forma, con una carnagione “pulita” e la voglia di fare... Purificare il proprio organismo, eliminare gli eccessi e conservare la forma? non vi è nulla di più semplice della mono dieta: una pratica nutrizionale dolce e molto efficace. Il principio della mono dieta consiste nel consumo di un solo alimento biologico per pasto, una sera o una giornata intera alla settimana o al mese secondo il proprio ritmo ma in modo regolare. Una cura senza alcun rischio (limitata a 3 giorni) che gli Antichi praticavano già ad ogni cambio di stagione. La mono dieta purifica l’organismo, si, ma riposa soprattutto il sistema digestivo. Drena gli scarti e residui metabolici che sono spesso all’origine di patologie invernali: stanchezza, depressione... Mono Diete di Stagione: - La Drenante, prepariamoci per l’inverno: Mele cotte senza zucchero, ideali per grandi e piccini. I suoi effetti? Drenaggio intestinale ed epatico, diuretico, antireumatico e leggermente lassativo. Aggiungete un pizzico di cannella....afrodisiaca! - La Depurativa, dopo un pasto un po’ troppo abbondante: Brodo di verdure o minestra senza grassi con spezie. - La classica, per i freddolosi: Riso semiintegrale, miglio, grano saraceno...Evitate il riso integrale irritante per le membrane intestinali. - La disintossicante, grandi pulizie di autunno: Uva molto matura o frutta di stagione. La scelta dell’uva è importante. Specie raccomandata: uva bianca, possibilmente la Baresana a buccia sottile. Dai 2 ai 3 chili al giorno. Contro-indicazione: Diabete. - La rassicurante, per alcalinizzare un terreno artritico: Patate cotte al vapore o in acqua senza grassi. Nè troppo, nè troppo poco: la quantità dell’alimento è importante per evitare le frustrazioni. Da evitare completamente lo zucchero e eccitanti come il tabacco, l’alcool o il caffè. In contemporanea, bevete acqua poco mineralizzata oppure infusi senza zucchero. Per il filtro renale: picciolo di ciliegia, betulla, salice bianco. Per il filtro intestinale-fegato-cistifellea: rosmarino, genziana, carciofo, rafano, dente di leone. Perchè una cura autunnale? Permette di fare il pieno di vitamine e di minerali prima dell’inverno per difenderci dalle piccole infezioni di stagione. Disintossicando il corpo, aiuta contro la stanchezza che ha tendenza a farsi strada all’ini- zio dell’autunno. Rimette in carreggiata il corpo sul binario della salute per limitare gli eccessi legati all’inverno e ai festeggiamenti di fine anno. Per quanti giorni? Tutto dipende dal vostro ritmo di rientro. In periodi di stress, provate ad intraprendere una cura più moderata, per esempio su 1 mese, per equilibrare i vostri pasti. In periodi di vacanza, optate per la mono-dieta. In una settimana, la cura mono dieta a base di uva permette di purificare l’ organismo molto rapidamente e in dolcezza stimolando i reni e il sistema linfatico. Su 1 mese, create i vostri menù con alimenti disintossicanti. Ed ecco la hit parade degli alimenti detox dell’autunno: - La pera: ricca in fibre, favorisce il lavoro degli intestini. - La prugna: grande tasso di antiossidanti, piena di Potassio, aiuta la purificazione dei reni. - La melanzana: diuretica, permette di drenare i lipidi nel sangue - Il cavolfiore: denso di fibre e di potassio, aiuta a drenare i reni. - I broccoli: cocktail di vitamine e oligo-elementi (C, provitamina A, B9, Potassio, Magnesio, Calcio) aiuta l’eliminazione delle tossine. - L’Uva (già detto) ricca in antiossidanti, grazie ai suoi polifenoli , aiuta la disintossicazione dell’organismo. - La banana: grandi proprietà anti acide che favoriscono la digestione. - L’indivia (o insalata belga) composta di 95% di acqua, ottima fonte di potassio per drenare le tossine. - Il finocchio: ricco in sostanze antiossidanti, favorisce la digestione, ottimo rimedio contro i crampi intestinali. - La rapa: piena di vitamine (C, B) e di oligo elementi (rame, potassio, ferro, zinco) favorisce il transito intestinale grazie alle sue fibre. Dopo la disintossicazione, una buona integrazione di pappa reale, Acerola, Aloe Vera, Echinacea e Rhodiola farà sì che il vostro inverno diventerà una gradevole passeggiata... Abbiate cura di voi! 26 Campo de’ fiori LA CHIESA DI SAN GIORGIO DI CIVITA CASTELLANA Le vicende edilizie e costruttive della sede dell’Istituto d’Arte in via Gramsci, sono intimamente collegate alla storia dell’antica Chiesa di San Giorgio. Tutta la ricostruzione della di Francesca storia è stata possibile Pelinga grazie alle ricerche del prof.Enea Cisbani. L a Chiesa di San Giorgio a Civita Castellana è situata nella zona sudest dell’abitato, nell’immediata vicinanza di insediamenti cultuali del periodo Falisco e in un’area che ha conservato nei secoli consistenti tracce dell’età medioevale. La sua costruzione dovrebbe risalire, almeno, agli inizi del XIII secolo, se si riconosce in un documento del 5 Maggio 1244, relativo alla donazione di alcuni beni alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura di Roma: “in territorio Civitatis Castellane S. Maria de Fuseniano, S. Georgii et S. Egidi ecclesias”. Le vicine Chiese di S. Antonio Abate e di Santa Maria dell’Arco, unite a quelle rupestri poste nella zona sud della città, legano la Chiesa di San Giorgio ad una realtà storica condizionata principalmente dalle strade di accesso allo sperone tufaceo sul quale sorge Civita Castellana, prova ne sia la vicinanza alla Chiesa in esame, della Porta Lanciana, che permetteva di raggiungere, dalla città, la zona orientale del territorio comunale. La Chiesa di San Giorgio, in origine, era quindi posta appena fuori l’area urbana propriamente intesa, suddivisa in quattro contrade ed assumeva, di fatto, quel carattere di “ecclesia ruralis”, che la connoterà nei secoli successivi. Tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI, al tempo del Papa Alessandro VI, l’urbanizzazione dell’area pertinente alla nostra Chiesa, mutò la conformazione del quartiere e la viabilità restituendo alla zona una dimensione civica, diversa dall’originario aspetto rurale che doveva avere nel Medioevo. E’ in questo periodo, o nei decenni imme- diatamente seguenti, Chiesa, era tenuto dai che la Chiesa avrebbe confinanti in pessime beneficiato di un incicondizioni, tanto da sivo restauro, il quale creare problemi alla pane avrebbe alterato, rete sinistra della strutalmeno in parte, le catura muraria e l’Ordinario ratteristiche Romaniintervenne imponendo ai che delle origini. confinanti stessi una miLa Chiesa di San Giorglior cura dello spazio cigio, tuttavia, continuò L’antica chiesa di San Giorgio, oggi sede tato, fissando in 25 scudi museale del liceo artistico Midossi nei secoli ad essere l’eventuale multa. una realtà di media importanza, godendo, La Porta d’ingresso non era munita delnel 1628, di un “beneficio semplice” e risull’iscrizione relativa al Santo titolare e, pertando affidata ad un solo presbitero. tanto, il Vescovo Ascanio Blasi, nel 1710, Aveva all’interno, l’Altare di San Giorgio, ma comandò di ovviare a tale inconveniente non doveva essere provvisto di tutto il neentro un mese. Pochi anni dopo il tetto si cessario, tanto che la reliquia di detto presentava in condizioni precarie e le pareti Santo, conservata in tale Chiesa, venne tranecessitavano di un’ulteriore imbiancatura, sferita tra quelle della Cattedrale di Santa così come la finestra più volte ricordata, Maria Maggiore, e soltanto nel giorno della perché mancava del vetro. Notizie interesFestività del Santo poteva essere trasporsanti per la storia architettonica della Chiesa tata temporaneamente nella Chiesa originasi possono trarre dalla terza visita effettuata ria, dove restava fino ai secondi Vesperi. dal Vescovo Tenderini, durante la quale gli Nel 1631, la Compagnia di Santa Croce, era altari di S. Giorgio e di S. Egidio risultano in incaricata di provvedere alla manutenzione precarie condizioni e necessitano, pertanto, della Chiesa e vi officiava la Messa domenidi opportuni restauri. Venne, inoltre, ordicale, allo stesso modo la Chiesa era officiata nato di rimuovere dalla parete sinistra lo stinelle festività dei Santi Biagio, Egidio e Stepite marmoreo che veniva usato come fano, dei quali esisteva all’interno un altare altare e di far controllare da esperti il fornice a loro dedicato. della navata destra fatiscente. Nel 1697 la Chiesa doveva apparire al pieno Nel 1833, da un inventario redatto e stipudelle sue potenzialità, visto che l’Altare lato dal Canonico Giovanni Bernardino Scomaggiore era stato arricchito di un baldactini, amministratore della Chiesa di San chino e insieme all’Altare di San Biagio viene Giorgio, si apprende che la stessa era stata ricordato anche quello del SS.mo Crocifisso, posta sotto la giurisdizione del Capitolo che serviva anche come Sacrestia, essendella Cattedrale e che non risultava in dovi stato posizionato un armadio per conbuone condizioni essendo stata ridotta in servare i paramenti ecclesiastici e le stalla durante l’invasione delle “estere suppellettili della stessa Chiesa. truppe”. Nel 1828, comunque, era stata restaurata, L’esterno, comunque, era infestato da rovi, anche se mancava delle dotazioni liturgiche cespugli ed arbusti. necessarie. Alla fine del XVII secolo, nell’anno 1699, le All’interno, specifica il documento, le tre napareti dell’edificio si presentavano, all’invate si presentavano in buono stato e ospiterno, in condizioni non eccellenti e il Vetavano due altari: quello maggiore, dedicato scovo Simon Paolo Aleotti ordinò di a san Giorgio, con un quadro mobile, adatrestaurare l’intonaco ed imbiancarlo. Cotato a coprire una nicchia con una statua di mandò, inoltre, di riattare la finestra a vetri S. Elena, di legno dorato e in cattivo stato posta sopra la porta maggiore, a sinistra dell’Altare maggiore era stato collocato un di conservazione, l’altro è dedicato a S. Biagio, nel Campanile erano in funzione due armadio ligneo per conservare le suppelletcampane. tili sacre. Continua sul prossimo numero…. Il terreno esterno, nella parte sinistra della 28 Campo de’ fiori Come eravamo Basta che se magna e se beve U na volta erano le sole feste patronali a scandire, specialmente nei paesi, il ritmo di una vita basata su tradizioni popolari che si perdevano nel tempo e reclamavano il diritto di entrare nella storia. Tradizioni religiose, folkloristiche e perché no, anche culinarie. di Alessandro Oggi le tradizioni religiose, pur con qualche “tenSoli tennamento”, resistono tenaci all’assalto di nuove idee, di nuove etnie, e nel nome della globalizzazione mondiale, limitano la loro secolarità alle processioni di paese, con l’ostensione delle reliquie del santo patrono, le messe solenni e le benedizioni particolari. Il folklore, malgrado tutto, ancora “regge bene” con le sfilate in costume, le bande caratteristiche ed i “fuochi e bòtti finali”. Per quanto riguarda “magnà e beve” c’è stata una escalation incredibile, che ha inquinato, lasciatemi il termine, l’habitat paesano, sicuramente più povero, ma più felice di quello odierno. Ecco svelato il titolo di questo mio pezzo che non vuole sminuire, per carità, l’importanza dello stare insieme con i piedi sotto le tavolate dove “se magna e se beve” sempre, e non solo per le feste patronali, quando le osterie la facevano da padrone con i loro cibi caratteristici e soprattutto “genuini”. Non ci accorgiamo, ma stiamo correndo un grosso rischio, cioè che questo “magnà e beve” stia creando un’inflazione irreversibile, anzi si nota la voglia di far entrare “con forza” tra le tradizioni popolari, di cui parlavo sopra, le mille sagre e feste varie dai titoli più impensati (non li cito volutamente), ma si va dalla sagra del “pan bagnato” a quella del “sellero fritto”, passando dalla sagra del “fico in umido” a quella del “cocomero in padella”. Ma va bene così, e voglio chiudere con gli ultimi versi della mia vecchia poesia “Come farò” - Noi civitonichi semo fatti così, sempre pronti a magnà, beve e a diverticce, nun ce penzamo si dovemo morì, intanto ‘nfilamo ste sargicce! Copertina del libro del noto cuoco Luigi Carnacina, edito nel 1973 Campo de’ fiori 29 IV EDIZIONE DEL “MORLUPO SHORT FESTIVAL” Premiato anche l’attore Lando Buzzanca alla rassegna del cortometraggio S i è svolta il 13 agosto, nella bella cornice della Piazza Centrale di Morlupo, Armando Diaz, patrocinato dal Comune e dall’Associazione “Morlupo che vorrei” e organizzata da Mauro Scoccia e Danilo Micheli, la quarta edizione del Festival del Cortometraggio “Morlupo short Festival “che dà la possibilità agli autori di esprimersi con il linguaggio cinematografico su tematiche sociali e del territorio, e di gareggiare giudicati da un parterre di addetti ai lavori veramente eccellenti e da una giuria popolare scelta,nel corso della serata, tra gli appassionati di cinema. Presiedeva la giuria tecnica l’editorialista Giuseppe Sanzotta e con lui quest’anno c’erano: il giovane regista Francesco Bonelli, il giornalista Riccardo Rossiello, l’attore di teatro Cosimo Cinieri, l’attrice e pittrice Ester Campese, il produttore cinematografico Riccardo Bramante, la giornalista e scrittrice Maddalena Menza. Nella giuria tecnica poi vi erano anche il Sindaco della cittadina Marco Commissari, l’Assessore alla cultura Felice Cecchitelli e il Presidente dell’associazione di Morlupo, Ettore Iacomussi Durante la serata è stato premiato per la sua lunga e prolifica carriera, alla vigilia dei suoi primi ottant’anni (compiuti il 24 agosto) il grande attore Lando Buzzanca. Intervistato dalla giornalista Maddalena Menza che recentemente ha pubblicato su youtube uno speciale su di lui di circa un’ora, l’artista ha raccontato alcuni aned- Lando Buzzanca, che ha festeggiato i suoi 80 anni, riceve il premio per la sua lunga e proficua carriera. A lato, dopo l’intervista con Maddalena Menza doti sui suoi difficili inizi ed è stata presentata una piccola retrospettiva della sua straordinaria carriera: dai film con Pietro Germi col ruolo di Antonio e Rosario Mulè al Merlo Maschio, simbolo del cinema erotico anni Settanta, a Signore e Signora, un cult televisivo al fianco di Delia Scala al recente Restauratore in cui riesce a trasfondere le sue grandi doti attoriali tanto che alcuni spettatori lo credono un guaritore autentico. I cittadini di Morlupo l’hanno accolto con grande calore e l’attore si è sottoposto volentieri al bagno di folla e alle tante richieste di foto con cui le persone gli hanno mostrato il loro affetto. PREMIAZIONE DEL FESTIVAL Le opere da giudicare, tutte di buon livello, precedentemente selezionate tra le tante arrivate al Concorso, sono state sei. Le tematiche affrontate, essenzialmente la crisi d’identità (Paralovo e Punto di vista), la crisi della coppia e il rimpianto del passato (Frammenti), lo sballo Svegliatevi del giovanissimo Marco Forti e Senza parole di Edoardo Palma), la ricerca di senso (Dindalò di Simone giovanile(Scorciatoie di Simone Barbetti vincitore dello scorso anno). Erano presenti nei corti alcuni attori conosciuti come Maria Rosaria Omaggio ed Elda Alvigini. Mentre tra il pubblico presente alla serata, Maddalena Menza premia Matteo Petrelli, vincitore del concorso con il corto “Punto di vista” la brava attrice di Frammenti Francesca Stajano e il regista Raffaele Sasson, il giornalista Giò di Giorgio, il regista di Senza parole Edoardo Palma e il produttore di Punto di vista, Paolo Zanotti. Quest’anno c’era pure la novità del miglior soggetto. Il giorno successivo è avvenuto lo spoglio delle schede e si sono conosciuti i tre vincitori. Al primo posto: Punto di vista con 384 punti, al secondo Dindalò con 379 e al terzo Scorciatoie. Il premio per il soggetto viene dato ex aequo a Punto di vista e Dindalò, La premiazione si è svolta il 16 agosto alle 21 in Piazza Armando Diaz alla presenza del Sindaco Marco Commissari. L’opera vincitrice PUNTO DI VISTA di Matteo Petrelli è stata proiettata sul grande schermo prima della cerimonia. 30 Campo de’ fiori Parliamo di Funghi con Giampietro CACCHIOLI, micologo Q I funghi appartenenti al Genere Clitocybe comunemente detti Ordinari, Aromatici. uesto Genere comprende funghi piuttosto diversi fra loro sia per dimensioni che per colorazioni. Mi limiterò a descrivere le specie più tipiche che ci interessano perché ricercate e apprezzate dai “fungaroli” locali. Tra le specie di provata commestibilità spicca la Clitocybe geotropa, nome comune aromatico, ordinario, cardinale, natalino, ordinale reale, cimballo, ecc. E’ un fungo saprofita del tardo autunno, di grossa taglia, con cappello del diametro di 10 – 25 cm. e gambo alto anche 15 cm, che cresce in lunghe file o “cerchi delle streghe”. Il cappello e il gambo sono uniformemente di colore nocciola, caffelatte, ocra pallido, mentre le lamelle e la carne sono bianchi. Clitocybe geotropa 1. Cappello inizialmente umbonato, poi più o meno depresso fino a diventare imbutiforme 2. Lamelle bianche, abbastanza fitte, decorrenti sul gambo 3. Gambo cilindrico o leggermente clavato alla base, posto al centro del cappello. Non è presente l’anello o altra decorazione 4. Carne bianca 5. Spore bianche (leucosporeo) 6. Odore che ricorda quello delle mandorle amare (acido cianidrico). Se osserviamo correttamente queste caratteristiche morfologiche e le mettiamo in relazione fra loro non ci possiamo sbagliare. L’habitat e le condizioni climatiche favorevoli alla crescita degli “aromatici” sono molto particolari; infatti non li troveremo mai nei punti del bosco dove all’inizio dell’autunno abbiamo raccolto ovuli, porcini, galletti e men che mai sui prati che hanno prodotto prataioli. Quando la stagione dei funghi sembra ormai finita o addirittura si è verificata già qualche gelata precoce ci dobbiamo dirigere dove il bosco è in declivio verso il bordo della forra o dove gli affioramenti del tufo favoriscono la presenza di pero selvatico, pruni, fillirea e inizia il territorio dei lecci. Il substrato del terreno, costituito da foglie morte e piccoli frustuli, è l’habitat ideale del “micelio”, la “pianta fungo”, che scorre quasi in superficie per cui, durante la raccolta , gli esemplari vanno accuratamente tagliati alla base del gambo senza estirparli per non danneggiare il sito. Se invece strappiamo da terra i funghi asporteremo il micelio , danneggiando irreparabilmente l’habitat che il fungo ha prescelto e non raccoglieremo più i suoi frutti negli anni successivi. L’altro fungo comunemente raccolto è la Clitocybe nebularis il cui riconoscimento però presenta qualche difficoltà in più. E’ conosciuto con i nomi comuni di ordinario, ordinale grigio, aromatico grigio, fungo delle nebbie. E’ un fungo dal colore grigiastro, grigio cenere, o grigio-beige, talvolta quasi bianco, cosparso sul cappello di una fine pruina biancastra asportabile con facilità; di dimensioni mediograndi, con diametro del cappello 10- 20 cm. e con gambo alto 10 – 12 cm. Clitocybe nebularis 1. Cappello convesso, carnoso, alla fine dello sviluppo depresso con margine ondulato - lobato. Cuticola del cappello (la pelle) asportabile con facilità, liscia, lucente, di colore grigio metallico. 2. Lamelle fitte, poco decorrenti sul gambo, bianche, a volte con riflessi crema - giallini. 3. Gambo obeso, claviforme, fibrilloso - striato, colorato quasi come il cappello. Non è presente l’anello. 4. Carne bianca, fibrosa, color bianco ghiaccio e molliccia nel fungo maturo ( ***) 5. Spore in massa gialline 6. Odore acidulo, forte, penetrante (come di sudore), che si avverte specialmente durante il trasporto in macchina fino a divenire disgusto durante la cottura. Cresce gregario in lunghe file in habitat variabili; all’inizio dell’autunno anche nei fondovalle ancora caldi ma molto umidi; nel tardo autunno, fino alle prime gelate, lungo i declivi dei boschi o sui pianori dove sono presenti pruni, biancospino, nocciolo, carpini e leccio. La sua commestibilità è molto controversa; da crudo presenta tracce di una tossina scoperta abbastanza di recente denominata Nebularina, con proprietà mutagene. La Nebularina è idrosolubile e pertanto una prebollitura prolungata (con scolatura dell’acqua di cottura) dovrebbe eliminarla quasi completamente. Contiene anche altre tossine, fra cui: alcune di tipo “termolabile”, che vengono rese inerti dopo l’esposizione del fungo ad alte temperature; altre tossine “termostabili” che non vengono metabolizzate ma, in caso di consumi eccessivi o ripetuti nell’arco di pochi giorni, si accumulano nel nostro organismo che non ha il tempo di smaltirle. Secondo un recente studio, la Clitocybe nebularis contiene inoltre una modica quantità di Muscarina una potente tossina termostabile; vengono inoltre confermati diversi casi di intolleranza soggettiva con disturbi dell’apparato digerente. Per quanto detto il suo consumo è fortemente sconsigliato anche perché può causare, a lungo termine, intossicazioni da accumulo, con danni permanenti. Da sottolineare che non di rado il cap- pello della Clitocybe nebularis viene infestato dalla Volvariella surrecta, fungo parassita, il cui micelio si sviluppa sulla cuticola (la pelle) manifestandosi, inizialmente, come un sottile velo bambagioso bianco; solo dopo qualche giorno spuntano altri funghi, di natura differente. E’ importante saper riconoscere gli esemplari parassitati perché anche il micelio di Volvariella surrecta sembrerebbe provocare danni alla salute umana. Da ultimo se ne sconsiglia decisamente la raccolta perché Clitocybe nebularis può confondersi con l’ Entoloma sinuatum (Entoloma lividum), fungo velenoso con effetti molto pericolosi per la salute umana. Caratteri morfologici macroscopici stabili che differenziano Entoloma sinuatum da Clitocybe nebularis. Entoloma sinuatum 1. Cappello cinerognolo, bianco avorio, beige-ocraceo, liscio ma con fibrille innate sulla cuticola e con umbone centrale. (Clitocybe nebularis ha cappello con cuticola liscia , di colore grigio metallico) 2. Lamelle di colore da giallo crema a rosa salmone (rodosporeo) con filo seghettato (le lamelle di Clitocybe nebularis non hanno il filo seghettato, sono biancastre negli esemplari giovani, infine gialline, ma mai rosate) Lamelle che terminano sul gambo con un “gradino” (uncinate) (le lamelle di Clitocybe nebularis sono un po’ decorrenti sul gambo. Per apprezzare bene tale caratteristica effettuare un sezione longitudinale del fungo ( vedi foto *** ) Odore farinoso (rancido?) che si avverte nettamente schiacciando fra le dita un pezzettino di cappello (In Clitocybe nebularis l’odore, acidulo, aspro, simile a sudore è forte e si avverte facilmente senza sollecitarlo). Campo de’ fiori 31 Langolo del Collezionista L Le tabacchiere e forme delle tabacchiere sono veramente tante: rotonde, ovali, poligonali, rettangolari, come sono molteplici i materiali di cui sono fatte: legno, metallo predi Letizia Chilelli giato, ceramica, cuoio, pietra dura; cominciarono ad essere utilizzate tra il XVII e il XVIII secolo. Gli esemplari più preziosi e più ricercati di tabacchiere sono quelle “diplomatiche”, tipiche Settecentesche con forma piatta e curvilinea, veri e propri capolavori per la lavorazione a ceselli ed a incisioni, sono spesso ornate con gemme e lacche, le decorazioni, vanno dalla porcellana decorata, con scene mitologiche e campestri, di ispirazioni francese, prodotte a Capodimonte, Sevres, Chantilly, alle pitture miniaturistiche con paesaggi e ritratti. Altre segno che contraddistingue queste graziose scatoline è quello dell’appartenenza, o meglio, esistono tabacchiere da uomo, grandi e spesso decorate internamente con figure erotiche, e quelle da donna, più piccoline con decorazioni riguardanti la natura e fatte con materiali che spaziano dalla madreperla al cristallo, fino ad arrivare alla preziosa porcellana di cui abbiamo parlato prima. Gli uomini più eleganti, spesso, avevano due tabacchiere, per due qualità di tabacco, le più in voga erano quelle di Orihuela, una famosa città Spagnola, che produceva, appunto, tabacchiere in radica, materiale molto adatto alla conservazione del tabacco. Come dicevamo, le più ricercate rimangono quelle del ‘700 francese, quando le tabacchiere subiranno delle modifiche, passeranno, infatti, dall’essere abbastanza alte, rettangolari o quadrate, al divenire, dopo la metà del secolo, piuttosto basse e con la forma ovale o addirittura arrotondata. Altra tabacchiera molto ricercata è quella detta “massonica”, diffusa in Piemonte, con forma rotonda, con colore nero, con intarsi in avorio che raffiguravano i tipici simboli massonici: squadra, fiaccola, spada, compasso, martello e cazzuola da mu- ratore. Insieme alla tabacchiera, spesso, è possibile trovare un altro oggetto che non poteva mancare al “vero signore”: la grattugia, spesso in ferro, che serviva per “sfregare” il pane di tabacco compresso, per ottenere la polvere di tabacco, che arriverà ad essere commercializzata solo intorno all’800. Vediamo ora come organizzare la collezione di tabacchiere: sicuramente la loro sistemazione dovrà essere “sottovetro” in modo da preservare dalla polvere gli intarsi e la delicatezza dei materiali, alcune però che non presentano troppe problematiche potranno essere esposte anche su di una libreria aperta, altrimenti potrebbe andare bene il tavolo avan divano, sempre però coperto da un vetro o meglio ancora da un cristallo, con base in specchio per poterne esaltare forme e colori. (Bibliografia: Professione Donna Fratelli Fabbri Editori, Milano,1975; Enciclopedia Universale Fabbri Editori, Milano, le immagini sono tratte dai siti: lombardiabeniculturali.it e christies.com). Come sempre, prima di salutarci, vi rinnovo l’invito nel salottino del mio blog: http://bonbontonmania.blogspot.it/ con tante idee, consigli e ricette per essere sempre al passo con i tempi, perché ricordiamo che l’educazione, il buon gusto e la buona cucina, non passano mai di moda!!! Campo de’ fiori 32 LA RUBRICA DEGLI EROI Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana LUIGI LEMME e FRANCESCO CONTI di Arnaldo Ricci [email protected] Premessa: ringrazio l’amico coetaneo Dott. Ermanno Lemme di Civita Castellana, per avermi gentilmente fornito alcune informazioni, utili alla realizzazione di questo articolo. legamento telefonico per il suo reggimento, fu colpito dalla mitragliatrice nemica nell’infuriare dei combattimenti. Per il suo gesto eroico, fu decorato della Medaglia di Bronzo al valor Militare alla memoria. Ovviamente, questo atto di eroismo non sfuggì al Poeta Franci che gli dedicò a pagina 16, un componimento nel suo noto libricino. L’ inutile strage provocata dalla prima guerra mondiale e costosissima in termini di perdite di vite umane, ebbe un solo vantaggio, comunque pagato salato: l’enorme progresso in tutti i campi della scienza e della tecnica in quasi tutto il mondo. In quattro anni, specialmente in Europa, le condizioni di vita di tutti i popoli coinvolti, cambiarono in meglio. Per esempio nel settore telecomunicazioni, il telefono che nel 1914 era quasi sconosciuto alla maggior parte della popolazione, fece capolino subito dopo la guerra e si iniziò ad utilizzarlo anche per le comunicazioni commerciali. Tutte le nazioni europee coinvolte nella Grande Guerra, prepararono gli specialisti per mettere in piedi i collegamenti telefonici che si rivelarono fondamentali per coordinare i vari comandi. L’apparato telefonico più utilizzato fu il telefono da campo, impiegato in guerra per la prima volta. Gli specialisti addestrati per mettere in piedi i vari collegamenti vennero chiamati ovviamente telefonisti e, purtroppo, fra i caduti di Civita Castellana vi fu anche un telefonista; il Caporal Maggiore Luigi Lemme. Questo nome, a Civita è stato molto conosciuto; probabilmente perché vi fu un altro Luigi Lemme, nipote del telefonista caduto, che ebbe l’incarico di vice sindaco nel corso degli anni ’60. Facendo queste ricerche ho capito perché Gigi Lemme “ò repubblicano”, come veniva chiamato affettuosamente in dialetto dai civitonici, aveva questo nome: i suoi genitori gli dettero lo stesso nome dello zio paterno morto in guerra; a quei tempi era uso farlo. Torniamo al nostro valoroso caduto…….Luigi Lemme nacque a Civita Castellana il 27 marzo 1896, il suo papà si chiamava Cherubino. Egli fu chiamato alle armi nel 1916 nel regolare servizio di leva ed inquadrato nel 37° reggimento artiglieria da campagna ( per l’artiglieria i collegamenti telefonici erano molto importanti per ricevere le informazioni di tiro). Il Lemme fu impiegato, dopo un adeguato addestramento, come telefonista e gli fu conferito il grado di caporal maggiore. Egli cadde il giorno 23 febbraio 1918 in località Croce di Musile sul Piave. Croce di Musile era ed è, una frazione del comune di Musile sul Piave, località dove si verificarono aspri combattimenti per fermare gli Austroungarici che avevano dilagato nei nostri territori, dopo lo sfondamento di Caporetto del 1917. Il Caporal maggiore Luigi Lemme, nel tentativo estremo e coraggioso di ripristinare il col- componimento, ho dapprima pensato ad una cosiddetta licenza poetica nel descrivere l’episodio bellico che ha portato alla morte dei due; nel procedere invece nei particolari della mia ricerca storica, mi sono reso conto che l’accaduto è veramente e realmente avvenuto come descritto dal poeta! Il sottotenente Francesco Conti ed il Maresciallo Ciro Sacchi erano ambedue inquadrati nel 60° reggimento di Fanteria, con sede a Viterbo in Piazza della Rocca, insieme al 59° reggimento, il quale invece aveva sede a Civitavecchia, facevano parte della Brigata Calabria che, nel giorno in cui sono caduti, era comandata dal Colonnello Brigadiere Filippo Martinengo, mentre il loro reggimento (60°) era comandato dal Ten. Col. Franco Gaetano. Effettivamente, questi due eroi civitonici, furono colpiti insieme e morirono abbracciati; caddero ambedue il giorno 2 luglio 1918. Il loro reggimento aveva ricevuto l’ordine di fermare gli austroungarici che avevano dilagato nella Val Manara……vi riuscirono a costo di pesanti perdite. La Val Manara si trova nel Trentino non lontano da Andalo e dal lago di Molveno……..attualmente luoghi di vacanze e di svago ma allora luoghi di sacrifici estremi e di morte! Andiamo avanti con la pagina 17 del libretto del Franci. In questa pagina viene descritta, sempre in forma poetica, l’azione eroica di altri due combattenti di Civita Castellana. Si tratta del sottotenente Francesco Conti e del Maresciallo Ciro Sacchi. Nel leggere questo Una bellissima foto del giugno 1915, scattata in occasione della sfilata di partenza del 60° reggimento Fanteria, all’inizio della guerra, mentre transita per Porta Fiorentina a Viterbo. Sicuramente fra i soldati che si vedono in foto, quel giorno, erano presenti anche il Sottoten. Francesco Conti ed il Maresciallo Ciro Sacchi! Al Sott. Ten. Francesco Conti, ufficiale di complemento di leva, gli fu conferita la Medaglia d’Argento al valor Militare; quando cadde il 2 luglio 1918 aveva, ahimè, solo vent’anni! In- fatti era nato il 25 gennaio 1898 ed il suo papà si chiamava Rodolfo Alceste. Il Maresciallo Ciro Sacchi, caduto insieme al Conti, aveva invece qualche anno di più ed era un sottufficiale di carriera; infatti egli nacque a Civita Castellana il 20 ottobre 1886; il suo papà si chiamava Simone; per cui al momento della morte, non aveva ancora 32 anni; non so dire con sicurezza se fosse sposato ed avesse avuto dei figli. …..continua nel prossimo numero…… 34 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA GiocaCIvita 2015 - 12 e13 Settembre 2015 I A cura di David Sugoni e Daniele Vessella l GiocaCivita nasce dalla voglia dell’associazione Tana dei Goblin Civita Castellana di portare un evento UNICO nel suo genere nel VITERBESE. Una due giorni LUDICA, 12 e 13 Settembre 2015, immersa nella cornice del centro storico Civitonico, nella quale saranno presenti numerose associazioni del settore, che vi faranno GIOCARE completamente GRATIS! DALLE 10:00 ALLE 20:00 A CIVITA CASTELLANA, VIA ROMA s.n.c. PRESSO L’A.N.S.P.I. Area Prestito: A cura dell’organizzatrice TdG Civita Castellana, quest’area conterà centinaia di giochi di Daniele Vessella in scatola, pronti ad essere giocati... La regola è semplicissima... Vieni, chiedi un gioco, ti siedi ed è fatta! E se il gioco non lo conosci, TE LO SPIEGHIAMO NOI! Ci sarà l’Area Miniature dove troverai i migliori giochi di miniature presenti sul mercato! Warhammer, Warhammer 40k, Infinity, Hordes, Warmachine! Potrai giocare direttamente con esperti e toglierti la soddisfazione di “toccare” con mano la bellezza di queste splendide MINIATURE!! Inoltre, nell’Arena Combattimenti potrai calarti nei panni di un combattente medievale e guerreggiare come si faceva una volta! E se preferisci il fantasy, potrai immergerti nelle atmosfere DARK di mondi fantastici grazie alla OLD SKULL! Impara le arti del combattimento e sfida i maestri in una SFIDA ALL’ULTIMO COLPO! L’Area Negozi sarà dedicata a realtà del settore: saranno presenti negozi di fumetti, giochi in scatola, carte MAGIC e YU-GI-OH!, lavori in cuoio, gioielleria fantasy ed un fabbro! In più nell’Area Mostre saranno presenti 3 disegnatori che proporranno le loro tavole e faranno anche disegni SU COMMISSIONE! Sarà presente un editore di libri fantasy che mostrerà una nuovissima trilogia e la finale del contest “il bullismo FANTASY-OSO”. Infine, nella giornata di Domenica verranno effettuati un “BARATTO” tra bambini durante la mattina ed un’asta di GIOCHI DA TAVOLA USATI nel pomeriggio. Pizza e fichi Ingredienti: - Un bel pezzo di pizza bianca, spessa, oleata e salata; - Fichi - Prosciutto (facoltativo) Vino: Frascati Superiore Procedimento: Si taglia la pizza in due parti, come se si tagliasse un panino. Si prendono i fichi, possibilmente non sbucciati si tagliano a metà e si comincia a farcire la “base” della nostra pizza, se si gradisce, si possono aggiungere delle fette di prosciutto. Si ricopre il tutto con l’altro pezzo di pizza e … la nostra pizza e fichi è pronta per essere mangiata. Consiglio Pratico Un ottimo estintore in cucina? Tenete sempre a portata di mano, accanto ai fornelli, del sale da cucina o del bicarbonato. Campo de’ fiori 35 Una montagna piena di misteri IL SORATTE CHE NON TI ASPETTI C diamine, he quanti misteri nasconde il Soratte! Eppure non ne avevo la benché minima percezione quando negli anni beati di Tele Radio Punto Zero vi di Secondiano arrivavo in cima, a bordo Zeroli della Citroen di Stefano Principalli. Mi trovavo in compagnia ora di Doris Del Bufalo, ora di Augusto Tordi, ora di Ivano Gabrielli, ma sempre e soltanto per risolvere qualche problema tecnico legato alla televisione di Civita Castellana. Sulla sommità, a destra c’erano dei locali con i nostri impianti, al centro una chiesa un po’ malandata e a sinistra una specie di casa a due piani, abitata da due fraticelli, che per me erano dei semplici custodi dei ripetitori. Invece a sentire Paolo Mieli (ex direttore del Corriere della Sera) quella montagnola situata a trenta chilometri da Roma, ha tante storie da raccontare. Iniziamo con la prima: L’ingresso del bunker L’interno del bunker Benito Mussolini Giuseppe Saragat nel 1937 Benito Mussolini volle che nelle viscere della montagna vi fosse scavato un bunker di grandi dimensioni, in grado di dare rifugio, in caso di necessità, ad almeno un migliaio di persone. Ed il bunker in effetti servì nel corso della seconda guerra mondiale, ma a servirsene furono i tedeschi del generale Kesserling, che soltanto dopo un violentissimo bombardamento dell’ aviazione americana, lo lasciarono al suo destino per spostarsi a nord di Roma. Ma la cosa ancora più incredibile è che trenta anni più tardi, cioè nel 1967, in piena guerra fredda, il governo democratico italiano (presidente della Repubblica: Giuseppe Saragat; presidente del Consiglio: Aldo Moro) volle continuare l’opera del duce, restaurando i vecchi cunicoli e scavandone di altri, perché in caso di pericolo atomico, i membri del governo nazionale vi si potessero rifugiare! La cosa a distanza di tanti anni desta una notevole dose di meraviglia ma anche di risentimento, perché in un periodo come questo di così dilagante disprezzo per i politici, sapere che “lorsignori”, in caso di ne- Aldo Moro cessità, avrebbero tentato di salvarsi lasciando il popolo a “bearsi” alle radiazioni… (la conclusione la lasciamo alla fantasia di ogni singolo lettore). Come però succede sempre in Italia, all’inizio degli anni ’70 il progetto fu misteriosamente abbandonato ed il bunker venne almeno parzialmente sigillato con del cemento. C’era però una leggenda che correva di bocca in bocca, soprattutto fra i cittadini del sottostante centro di Sant’Oreste e che verteva sulla possibilità che i tedeschi vi avessero lasciate alcune casse contenenti dei lingotti d’oro. Le ricerche da parte di audaci volontari sembra non siano mai terminate. A livello di ufficialità tuttavia le viscere del Soratte sono state scandagliate da una spedizione di speleologi della Sovrintendenza del Lazio; in un altro lato della misteriosa montagna è stato scoperto un cimitero di circa ottomila anni fa in uno stato di buona conservazione. Insomma chi cerca l’oro potrebbe trovare tutt’al più qualche arto umano … un davvero beffardo ritrovamento! Paolo Mieli ha terminato il racconto affermando che il Soratte viene anche chiamato “la montagna del diavolo”, ma mai denominazione mi sembrò più inadatta. I miei personali ricordi sono diversi: i due fraticelli con generosità ci davano del buon formaggio, del pane cotto a legna e dell’ ottimo vino e puzza di diavolo -credetemi- non ne ho mai sentita! Campo de’ fiori 36 E io studio con l’App! S e di questi tempi domandi ad un ragazzo di quindici anni cosa è un’App ti sa spiegare dagli albori la storia di questi micro programmi in Java che vendi Patrizia gono installati sui nostri Caprioli smarthphone e tablet per gli usi più variegati: giochi, controllo delle pulsazioni cardiache, trovare un ristorante o un taxi ecc. E ti dirà che con le app lui ci studia pure, con quattro click e un sorriso sulla faccia per aver trovato il metodo più veloce e rapido per imparare le materie che gli stanno insegnando anche a scuola. Ho selezionato una serie di App per chi fosse interessato ad imparare o per qualche ragazzo che non conosce qualche App che ho trovato. Skuola.net (http://www.skuola.net), molto diffuso e conosciuto, questo portale vanta al suo interno oltre 60 mila appunti per 200 materie, l’App parallela è Appunti Studenti.it. Un’altra App che fa parte di Skuola.net è Diario, una specie di agenda digitale per studente smemorato che deve organizzare gli orari di lezione, i compiti e le varie scadenze per le famigerate interrogazioni. Docsity (http://it.docsity.com ) è anch’esso un portale che ha raggiunto ormai oltre il milione di iscritti, qui si scambiano tra studenti appunti, video, ed anche tutor certificati per lezioni individuali a pagamento. Durante gli esami si possono creare aule virtuali di 30 studenti per studiare tutti assieme; le lezioni private vengono pagate a parte. Trascrivi (http://www.trascrivi.it) una risorsa in Rete che permette di caricare un file audio o video con la lezione o le lezioni spiegate dal prof. in aula e di trasformarle in testo scritto per essere studiate; il servizio è a pagamento. Latino è un App per imparare appunto la lingua antica del latino, con le sue 2300 versioni e 1300 appunti. IMatematica è un App dedicata alla matematica che permette di consultare formule, definizioni e teoremi con calcolatrici interattive per esercitarsi. La versione Pro (a pagamento) estende le funzioni con esercitazioni svolte, quiz, risolutore di sistemi e glossario matematico. Maturità ok (per i diplomandi) e Esame ok (per gli universitari) sono due App dedicate alla preparazione degli esami con consigli su come superare l’ansia, su come concentrarsi e su come affrontare un esame. Un buon esame a tutti. CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori 38 ALCUNE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI “LA PORTA DEL FUTURO” Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola Q uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà. Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo, indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi. Vostro a soli 5,00 - Info e prenotazioni 0761.513117 - [email protected] IDENTITA’ E VALORE IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL PROF. MARSICOLA Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare quello che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi, più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che ciascuno fa, non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati.... SOLO 1 Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere rappresentato a teatro (commedia in atto unico). Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale rinnovamento della Politica e delle Istituzioni. OMAGGIO Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo è un libro unico nel suo genere. Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante! E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali. Campo de’ fiori 39 Fiera del Fumetto e Games Fiera del Fumetto e Games - Festival del Sorriso A Gradisca d’Isonzio (UD) il 6/7/8 e 9 agosto 2015, si è concluso con enorme successo il 3° Festival del Sorriso, che ha portato nella città della fortezza oltre cinquemila persone, con dei bellissimi eventi! Giovedì 6 è stata la sera del Grande Mago di Zelig Circus, mentre venerdì 7 ha visto come protagonista la sfilata di “bellezza” di Miss Sorriso 2015. Durante la serata di sabato 8, si è svolta la sfilata estiva dell’EuroKarnival (carnevale europeo estivo), ed infine domenica 9 è stata la volta della 2° edizione di Gradisca in Cosplay. Organizzata dall’associazione culturale Artemisia e caratterizzata da un ricco programma di eventi, dimostrazioni, workshop tra il parco e l’area della sfilata si è registrato il sold out per le lezioni di magia dedicate a Harry Potter presentate da Mus Shop, e grande successo hanno riscosso anche le dimostrazioni dell’Accademia del Fumetto e della Sala d’Arme Achille Marozzo. “Rispetto allo scorso anno è stato incrementato il numero degli iscritti alla gara cosplay, quello del concorso fotografico e degli espositori, arrivati da tutto il Nord Italia” commenta soddisfatta Chiara Gatta, presidente dell’associazione culturale Artemisia, che ha organizzato l’evento in collaborazione con Nuovi Universi Etnici. Il momento clou c’è stato durante la gara cosplay, che dalle 17.30 ha visto sfilare sul palco, allestito nel cuore del Villaggio del Sorriso, decine di cosplay vestiti come i personaggi del mondo dei fumetti, dei film d’animazione, dei manga giapponesi e dei videogiochi. Ad aggiudicarsi il premio speciale della giuria, presieduta dall’artista Fabio Bonanomi della Bonanomi corporation, è stata una famiglia composta da mamma, papà e figlio, vestiti in stile steampunk, stile in cui le ambientazioni vittoriane si incrociano con elementi anacronistici, spesso legati a particolari delle macchine a vapore. Premio come miglior gruppo a Erika, Gaia, Jessica ed Elisabetta, che hanno acceso il pubblico con la loro interpretazione dei Kiss; soddisfazione - per rimanere in ambito musicale - anche per Stefano, giovane sosia di Mi- chael Jackson, mentre nella categoria videogiochi si è imposta Giorgia, che ha portato sul palco di Gradisca Harley Quinn, tratto da “Batman: Arkam city”. E ancora premi per Giorgia (premio somiglianza per Belle), Roberto (miglior maschile con Yoshimitsu), Vanessa e Sara (premio simpatia con Ranma e Shampoo), Marco e Stefania (miglior coppia, con Simba e Nala dal Re Leone) e Consuelo (premio femminile con Asuna). Ma non c’è stata soltanto la gara Cosplay, c’erano anche tantissimi stand di un variegato mercatino di oggettistica, fumetti, action figure, oggetti da collezione, e il tradizionale ramen giapponese, accompagnato da altre delizie della cucina nipponica. Il concorso fotografico organizzato dallo studio MC59 di Claudio Micali ha visto partecipare un centinaio i fotoamatori impegnati ad inseguire i cosplayer, che hanno realizzato scatti artistici nei più suggestivi scorci del centro cittadino di Gradisca. Per gli amanti della saga di Harry Potter c’erano ben sei appuntamenti con “Travel to Hogwarts”, pillole di scuola di magia, organizzate da Mus Shop. L’Accademia del fumetto di Trieste ha dato brevi lezioni di fumetto e manga, per affinare le tecniche e imparare ai nuovi aspiranti fumettisti, i segreti dei grandi disegnatori. La stilista gradiscana Eleonora Valentino, giovane artista ha raccontato la propria esperienza nella realizzazione degli abiti per i cosplayer, dando dimostrazione dal vivo di come modellare il Worbla, un particolare materiale utilizzato nella realizzazione degli abiti. L’associazione Sala d’Arme Achille Marozzo ha proposto un saggio di scherma, ed è stato presentato il libro “Guida Cosplay. Vivere Venezia” della scrittrice Anna Castelli. E infine, l’attesa novità dell’edizione 2015 il Pic-nic in cosplay, che ha visto cosplayer e non immergersi nel fresco del parco della spianata, dove sono state messe tovaglie a disposizione dall’associazione Borgo Castello Tre per banchettare sull’erba. Ad accompagnare il momento conviviale il concerto dell’Ensemble Girotondo d’Arpe, che ha suonato brani tratti dalla tradizione musicale irlandese. A chiudere la giornata, il concerto dei Cartoon @ Work, gruppo che ha proposto 40 anni di hit tratte da sigle di cartoni animati e telefilm. Emilio Matteucci Campo de’ fiori 40 NARCE. IL TEMPIO DI MONTE LI SANTI N ell’ultimo decennio del XIX secolo nel parco regionale “Valle del Treja” sono stati rinvenuti i resti dell’antica città di Narce, un complesso della Dott.ssa formato da tre colli: Chiara Narce, Monte li Santi e Castriota Pizzo Piede. Scanderbeg La città, identificata da Giovanni Colonna come l’antica Fescennium, è stata oggetto di studi ed è stato possibile ricostruirne la storia attraverso i recenti rinvenimenti. Un primo insediamento è stato accertato già nell’età del Bronzo (1400 a.C.), caratterizzato da edifici in pietra e da una recinzione di legno. Riferibili a questo primo stanziamento sono delle fibule in bronzo risalenti al XIII-XII secolo a.C. Tale insediamento si incrementò tra il 1200 e l’800 a.C. come dimostra la presenza di una serie di edifici scavati lungo l’area del fiume e il rinvenimento di numerosi oggetti metallici, vasellame e ceramiche relativi a questo periodo. Nel 400 a.C. l’abitato era ben consolidato, esteso su tutti e tre i colli. Venne costruito anche un viadotto in pietra che collegava Narce a Monte Li Santi, oggi purtroppo distrutto. Per via della sua ubicazione e vicinanza con Veio, antica città etrusca, Narce è considerata una frontiera aperta, un luogo di incontro e allo stesso tempo di scambio tra Etruschi e Falisci. E’ stato proposto per Narce anche il nome etrusco di Tevnalthia sulla base di un’iscrizione del VII secolo a.C. rinvenuta nella necropoli di Pizzo Piede. La cultura falisca si manifesta in particolar modo nei corredi funebri delle tombe, considerate tra le più eccezionali proprio per la ricchezza degli oggetti rinvenuti al loro interno. Con la conquista romana dell’Agro Falisco si concludono i ritrovamenti archeologici posteriori al III secolo a.C. In epoca romana l’area sembra abbandonata sotto il profilo abitativo ma continua ad essere frequentata per motivi di culto. Un’indagine archeologica ha riportato alla luce alla fine del secolo scorso un santuario situato lungo il fiume Treja, sotto le pendici del colle Monte li Santi. Del monumentale edificio templare (m 37,50 x 32,08) rimangono tracce di tre vani che hanno aggregato più strutture di diverse fasi costruttive. Il più grande dei tre, accessibile attraverso un ingresso laterale, si presenta come un luogo estremamente connesso al culto per la presenza di un piccolo altare a pianta quadrata e un “pozzetto” formato da lastre in peperino al cui interno sono stati rinvenuti oggetti connessi al rito del sacrificio. E’ emerso un secondo altare in un’area esterna congiunta ai tre vani. Di grande interesse è il ritrovamento di una grande quantità di ex-voto: offerte alimen- tari, monete, terracotte votive di devoti, il più delle volte coperti da ciottoli o tegole con lo scopo di proteggerli. La scoperta di una fornace tardo-arcaica nei pressi del santuario ha fatto supporre la possibilità di una produzione e vendita locale degli ex-voto, attività che avrebbe permesso la sopravvivenza del santuario fino al suo abbandono graduale e volontario, avvenuto tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. Le strutture sono state infatti appositamente ostruite. Non è stato possibile associare il santuario ad alcuna divinità. Osservando attentamente i materiali rinvenuti e gli ex-voto si può dedurre che l’edificio fosse connesso ad una divinità femminile, protettrice del matrimonio, della procreazione e delle nascite. E’ probabile anche una relazione con il culto salutare, vista la vicinissima presenza dell’acqua. Campo de’ fiori 41 Noi , prima “ I Feudi ” , poi “ I Rosacroce ” Il gruppo beat di Castel Sant’Elia nei mitici anni ‘60 E ...continua dal numero 126 ccoci di nuovo qua, siamo sempre noi “Feudi – Rosacroce”: Silverio, Gino, Randolfo, Cesare, Ubaldo, Pietro. Ricordate gli altri episodi? In quegli anni, e non mi stancherò mai di dire meravigliosi, unici, mitici anni ’60, ricordo che tra le tante gare, ne disputammo una ad Acquapendente in occasione delle feste patronali. Insieme agli altri gruppi musicali presenti ci esibimmo suonando e cantando i più grandi successi del momento. C’era davvero tantissima gente ad ascoltarci ed applaudirci. Fu una serata di allegria e balli in piazza, dove seguì poi un bel rinfresco. Mangiammo e bevemmo di gusto. Poi, finita la festa, gli organizzatori premiarono tutti i gruppi partecipanti con una coppa ricordo e con un bel premio in denaro, che però il nostro amico e manager Peppe Bannetta, venditore ambulante di capi d’abbigliamento, ci convinse a tutti i costi, quasi obbligandoci, a spendere da lui, facendoci comprare dei giubbotti di pelle gialli e delle maglie a strisce da indossare nelle prossime gare. Come avrete tutti ben capito i soldi La coppa della gara di Acquapendente Da sx: Pietro Bartolacci mentre suona la chitarra dietro la testa, Cesare Concordia al sax, Randolfo Dei mentre suona la chitarra con i denti e Silverio Dei alla chitarra. guadagnati non sono mai entrati nelle nostre tasche, ma comunque sia andata ne siamo stati sempre felici e soddisfatti. Ai voglia i nostri genitori ad aspettare di ricevere i nostri piccoli guadagni per pagare le rate degli strumenti! Ormai erano rassegnati. Ricordo anche fin da ragazzini frequentavamo la pizzeria di Danilo nella cittadina di Nepi. Un giorno lui, dopo essere venuto a sapere che avevamo un gruppo musicale, ci propose di suonare nel suo locale, mettendoci a disposizione uno spazio all’aperto, in modo che tutti i ragazzi che andavano a mangiare la pizza si fermavano poi anche a ballare. Così il locale si riempiva per la gioia di Danilo, ma anche per la nostra. Beata spensieratezza che oggi non c’è più! Erano altri tempi ed era davvero tutto diverso. Certo, col senno di poi possiamo dire che ci sarebbe piaciuto che questo nostro sogno fosse diventato un mestiere, ma eravamo troppo giovani per capirlo ed il nostro pensiero principale era quello di divertirci. Qualcuno di noi già lavorava, qualche altro studiava, e sinceramente non sapevamo bene ciò che desideravamo fare del nostro futuro. C’erano già moltissimi gruppi emergenti famosi e noi, anche se bravi, non pensavamo minimamente di poter diventare come loro. Per noi era tutto un semplice gioco, solo un bel divertimento. A Castel sant’Elia, il nostro piccolo paese, a quei tempi non esistevano sale da ballo ma solo piccoli club e quindi si suonava principalmente in occasione delle feste patronali di “Sant’Anastasio e Nonnoso”. Ci esibivamo in piazza Regina Margherita e a volte anche nella piazzetta del Santuario di Santa Maria Ad Rupes. Ricordo che proprio qui una sera proponemmo delle canzoni di Jimmi Hendrix e, presi dal ritmo e dall’euforia, iniziammo a suonare alcuni pezzi mettendoci la chitarra dietro la testa. Randolfo, addirittura suonò con i denti. Facemmo molta scena e tra il pubblico, i più giovani chi chiedevano a gran voce di ripetere alcuni brani. Ci applaudirono tutti e si complimentarono con noi per essere stati in grado di animare la serata in quel modo. E poi dopo di noi… i fuochi d’artificio! Silverio Dei 42 Campo de’ fiori NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEW FIUMI DI GENTE E BIRRA A FABRICA DI ROMA Rapsody of the fire il quadro completo della rassegna e si individueranno tutti gli accorgimenti per migliorare ancora di più il prossimo anno. Un invito a tutti è quello di andare a visitare il sito facebook della festa, anche da quello si possono avere i riscontri di quattro giorni di successo per tutti coloro che hanno creduto nella kermesse musicale. Tira aria di grande soddisfazione nel Comune del Sindaco Scarnati e dell’Assessore Cimarra per il visibile, positivo risultato della edizione 2015 della Festa della Birra. Dalle foto di Riccardo Pedica, si capisce la qualità dell’appuntamento che il Comune di Fabrica di Roma , con la importante collaborazione della Pro-Loco, hanno saputo creare quest’anno. Migliaia di giovani si sono dati appuntamento per quattro giorni al Parco delle Vallette per ascoltare e vivere musica rock di alta qualità. Ed alla fine della manifestazione, che va ricordato gode del patrocinio oneroso della Regione Lazio, i numeri sono straordinari, visibili molto chiaramente dalle foto e dal passaparola dei tantissimi presenti. Numeri che contano, e collocano Fabrica di Roma nell’elite della musica giovanile italiana. Le otto band presenti hanno dato ancora di più il senso di una festa della musica che i ragazzi di Fabrica hanno realizzato in modo impeccabile. Ne nasce una immagine che da il senso di una cittadina unita per realizzare l’evento con la E maiuscola. Del quale parlano tutti i siti e le riviste del settore, anche a livello internazionale. Per non parlare delle migliaia di interventi sui social che tutti i partecipanti hanno condiviso, dando alla Festa della Birra fabrichese, rassegna di musica per giovani e per tutti , una portata difficilmente eguagliabile in tutta Italia. Prova ne è stata anche l’apprezzamento che è arrivato da tutti i componenti delle formazioni che si sono alternate sul palco dell’arena di Fabrica di Roma. Ancora da sottolineare il paziente e certosino lavoro di ritiro della grande quantità di rifiuti prodotti, che sono stati smaltiti correttamente secondo i canoni della differenziata. Una altra nota positiva, in attesa del bilancio completo della rassegna, non si sono segnalati problemi di ordine pubblico di alcun tipo, i ragazzi e tutta la gente presente hanno persino collaborato a tenere in ordine l’area della festa. Apprezzamenti anche da noti critici e persone del settore per la musica proposta dalle band invitate per la festa. Tra pochi giorni si potrà avere IL CORO SVEDESE IN VISITA NELLA TUSCIA ARRIVA ANCHE A FALERI Gradita visita Martedi mattina alla Chiesa di S. Maria in Falleri di un gruppo coristico proveniente dalla Svezia. In giro per la Tuscia per una serie di scambi culturali, con l’assistenza del Prof. Luigi Cimarra, il folto gruppo di svedesi, circa cinquanta persone, sono arrivati in visita alla chiesa cistercense che la Soprintendenza per l’Etruria Meridinale ha dato in concessione al Comune di Fabrica di Roma per la gestione del flusso turistico. Una sosta breve, nemmeno un’ora ma che ha però permesso di apprezzare l’accoglienza loro riservata dalla Amministrazione del Sindaco Scarnati e dell’Ass. Cimarra. Agli intervenuti è stato fatto omaggio delle diverse pubblicazioni sulla zona archeologica di Falerii Novi ed in particolare delle ultime guide realizzate dal Consorzio dei Comuni della Via Amerina. I coristi svedesi hanno apprezzato l’ospitalità ed hanno ricambiato intonando un coro di ringraziamento nella loro lingua. Hanno altresì apprezzato l’ottima acustica della chiesa ed hanno avanzato il progetto di una futura esibizione canora nella chiesa di S. Maria. Uff. Cultura Comune di Fabrica di Roma Campo de’ fiori 43 NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEW ADDIO MIA BELLA ADDIO – E L’ARMATA SE NE VA… CONCERTO DI S. BARTOLOMEO A RONCIGLIONE Domenica 23 agosto alle ore 21,00, patrocinato dal Comune di Ronciglione nella persona del Sindaco Alessandro Giovagnoli, e dalla Pro Loco di Ronciglione, organizzato dalla Scuola di Musica Sandro Verzari di Ronciglione, ha avuto luogo il tradizionale concerto di S. Bartolomeo, eseguito dalla Banda Cittadina Alceo Cantiani, nella bella cornice della Piazza del Comune, gremita fino all’inverosimile. Presentata dall’ottimo Francesco Laurenti, la Banda Cittadina, diretta dal Maestro Prof. Fernando De Santis, ha offerto al pubblico brani classici e moderni. Le note dell’Ouverture della Norma di Bellini, di una fantasia di musiche da cartoon di L. Clark, e Pilatus, un brano originale di S. Reinike hanno riempito il primo tempo. Il secondo tempo ha offerto agli astanti la colonna sonora del Gladiatore, di H. Zimmer, una fantasia di canzoni romanesche dal titolo ‘Roma Incantata’ e un brano notissimo dall’Aida. Commovente la parte fra i due tempi, con la commemorazione del centenario della Grande Guerra. Tutti in piedi ai tre squilli di tromba, poi il silenzio, la ‘Canzone del Piave’, e altri brani dell’epoca. E’ seguita la lettura di una lettera dal fronte di un soldato ronciglionese, reperita nelle sue ricerche da Bruno Pastorelli, presidente dell’Associazione Mariangela Virgili, che nel frattempo era salito sul palco, affiancato dal presentatore che ha letto alcune dediche ex-voto scritte da soldati miracolati da Mariangela Virgili. Il tutto affiancato da un picchetto d’onore composto da due crocerossine e due Carabinieri. Complimenti al Maestro De Santis che, pur nella tradizione, riesce Roberto Ragone sempre ad offrire un concerto fresco e palpitante di emozioni. UN CORO SVEDESE E TRE NUOVI CITTADINI ONORARI A CANEPINA: Francesco Petroselli, Luigi Cimarra e Quirino Galli Domenica 30 agosto alle ore 16 nella sala consiliare del Comune di Canepina, il sindaco Aldo Maria Moneta ha conferito la cittadinanza onoraria ai professori Francesco Petroselli, Luigi Cimarra e Quirino Galli per il loro impegno culturale a favore della comunità canepinese. Quirino Galli, direttore del Museo delle Tradizioni Popolari, e gli altri due, membri del gruppo interdisciplinare, oltre a curare l’allestimento del museo e ad ampliarlo con nuove sezioni, accrescendone il prestigio con i numerosi convegni e manifestazioni culturali, hanno prodotto una serie di pubblicazioni sulla storia e sul dialetto del paese. Ultimo lavoro, pubblicato nel 2014, il “Vocabolario del dialetto di Canepina”. Tre persone che ormai sono parte integrante di Canepina. Sempre il 30 agosto alle ore 17, nella Sala Quarto Stato del Museo delle Tradizioni Popolari, si è esibito il coro di Högsbo (Göteborg, Svezia), con un programma di canzoni popolari svedesi. Il coro è costituito da 50 elementi, quasi tutti pensionati e con una maggioranza di sesso femminile. Al pianoforte Anna Maria Gillholm. Il maestro del coro, Magnus Wassenius, esperto suonatore di violino e fisarmonica e violinista dell’orchestra della città, oltre a varie manifestazioni, organizza, per il coro viaggi annuali in tanti Paesi europei e non solo. Il gruppo è stato anche in Bielorussia ed ha visitato la minoranza svedese, che risale ai tempi di Carlo X. Le musiche e gli accenni di danze popolari, sono state scelte per dare un’ idea di quelle che sono le loro tradizioni. CIVITA CASTELLANA - Acqua: potabile solo a Borghetto, Cenciani e Quartaccio Il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli, ha revocato l’ordinanza con la quale prevedeva la potabilità dell’acqua a Sassacci. Dal 20 agosto quindi l’acqua erogata dall’acquedotto pubblico rimane potabile a Borghetto, Cenciani e Quartaccio, mentre nelle restanti parti della città l’uso dell’acqua è limitato ad usi in impianti tecnologici e per igiene domestica. Le ultime analisi arrivate in comune presentano i seguenti valori di arsenico nei diversi punti di prelievo che rendono necessario mantenere il divieto di potabilità dell’acqua ed estenderlo anche a Sassacci. Punto di prelievo Parametro Data prelievo Valore - Impianto di potabilizzazione “Barco” ARSENICO 06/08/2015 06 g/l - Fontana Pubblica Via Don Minzoni ARSENICO 06/08/2015 08 g/l - Fontana Pubblica Via Roma ARSENICO 06/08/2015 14 g/l - Fontana Pubblica Piazza Sandro Pertini ARSENICO 06/08/2015 16 g/l - Impianto di potabilizzazione uscita Faleri ARSENICO 06/08/2015 20 g/l - Impianto di potabilizzazione “Vigili del Fuoco” uscita ARSENICO 06/08/2015 16 g/l - Fontana Pubblica Sassacci Via Terni ARSENICO 06/08/2015 13 g/l - Fontana Pubblica Bar Migliorelli Alda ARSENICO 06/08/2015 15 g/l - Fontana Pubblica Via della Stazione ARSENICO 06/08/2015 06 g/l - Impianto di potabilizzazione di Sassacci ARSENICO 06/08/2015 04 g/l “I valori dell’arsenico nelle acque comunali – spiega il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli - continuano ad oscillare in modo del tutto incontrollato non lasciando spazio a quella stabilizzazione necessaria per dare ai cittadini una concreta certezza. Rispetto agli anni scorsi la situazione complessiva è certamente migliorata, in quanto il valore originario di 50 g/l è consistentemente sceso e in alcune parti della città l’acqua è potabile, come a Borghetto, Quartaccio e Cenciani, e sino a qualche giorno fa anche a Sassacci, dove invece ora, seppur di poco, l’arsenico è superiore al limite di 10 g/l , talché sono costretto a ripristinare la non potabilità. Tuttavia da un lato gli sforzi della Regione, che pure ha investito milioni di euro nella dearsenificazione delle acque viterbesi, non riescono a portare a una soluzione definitiva, dall’altro le analisi dell’Arpa appaiono costantemente contraddittorie, con valori di arsenico in uscita dagli impianti di potabilizzazione che in alcuni casi crescono all’esame delle fontanelle dell’acqua pubblica, mentre in altri incredibilmente decrescono, come se l’acqua in alcuni casi acquisisse arsenico durante il tragitto nelle condotte, mentre in altri addirittura lo perdesse. Per questa ragione non ho revocato a suo tempo il divieto di non potabilità su tutto il territorio quando l’acqua è stata per qualche tempo completamente sotto ai limiti ed allo stesso modo anche oggi che nel centro storico sarebbe potabile, non mi sento in grado di revocare l’ordinanza perché ciò di cui abbiamo bisogno come amministratori e cittadini è avere certezza sulla qualità costante delle nostre acque, cosa che purtroppo nessuno riesce ancora a garantire. Occorre che i singoli comuni coinvolti vengano chiamati dalla Regione Lazio ad un tavolo a cui partecipi anche il governo nazionale affinché si riprogrammi una gestione di questa problematica che non può più essere trattata con i caratteri dell’emergenza e deve essere affrontata in modo strutturale per una soluzione sul lungo periodo”. Campo de’ fiori 44 1° MEMORIAL “LUCA GRAZIOSI” A CASTEL SANT’ELIA Domenica 6 Settembre 2015 si è svolto il 1° Memorial “Luca Graziosi”, in ricordo del giovane sedicenne di Castel Sant’Elia prematuramente scomparso, a soli 16 anni, il 23 Febbraio scorso a causa di un attacco di meningite fulminante. Il torneo ha visto coinvolte tre squadre di giovanissimi amici di Luca e precisamente la “Allievi A.P.D. Castel Sant’Elia – Luca Graziosi”, “Rappresentativa Amici di Luca” e la “JFC Civita Castellana”, che si sono confrontate sul Campo Comunale di Castel Sant’Elia, paese d’orige del giovane Graziosi. Non lo spirito di sfida ha animato il Memorial, bensì quello dell’amicizia e la volontà di non dimenticare un amico. L’evento è stato organizzato in occasione del ventennale dalla nascita della società sportiva di Castel Sant’Elia. “Vogliamo ricordare uno dei ragazzi migliori che la società abbia mai avuto sia in ambito calcistico che nella vita di tutti i giorni, un ragazzo che purtroppo qualcuno più potente di noi ha voluto al suo fianco! Quel giorno Luca sarà lì con noi!”, così si legge sulla pagina Facebook creata appositamente per l’occasione. Proprio a Giugno la Allievi A.P.D. Castel Sant’Elia è stata intitolata a lui e a partire da questo momento anche il campo sportivo cittadino porterà il suo nome. I genitori Giberto e Tamara vogliono ringraziare di cuore tutti i ragazzi che hanno voluto partecipare all’evento e tutti coloro che si sono resi disponibili per organizzare il Memorial. Nulla potrà colmare il vuoto che la scomparsa di Luca ha lasciato nei loro cuori e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto, ma la presenza di tanta gente ha dimostrato ampiamente quanto questo ragazzo di soli 16 anni abbia saputo farsi E.B. amare. L’angolo del poeta "SETTEMBRE" Pure agosto edè passato e.... e ferie se ne sò annate. Nun ci ho messo manco bocca che me sò volate. Quanno stai senza fa gnente, er tempo passa in fretta, e a te, te rimanino solo e passeggiate in bicicletta. L AFORISMA di Montanarini Non è inventando o deformando parole che si fa poesia, ma riuscendo a trasfigurare la parole comuni. Non ci sono perciò parole poetiche ma solo parole comuni che vengono trasformate in poesia, che si caricano, cioè, di una potenza e ricchezza tutt’oltre quella che hanno in se stesse. Il linguaggio dell’anima mia è sconosciuto a me stesso finchè non diventa “pittura”. Quelle che tutti i giorni, te facevi....lungomare, e t' arzavi presto pe ànna a respirare. E 'ntanto che pedalavi, te guardavi 'ntorno, pensavi a tutto, meno che a o ritorno. Me ce voleva propio sto mese de riposo, perchè, armeno io, edero 'rrivato, ma mo torno a casa bello riposato. Tuttosommato so contento, pure si me dispiace, dopo c' ho passato tante belle giornate. Ma me consola er fatto d' essime divertito, d'esse stato bene, a parte o callo, nun ho sofferto pene. E pure si ecco settembre e dovrò aritornà a lavorà, me resta a speranza che 'nantranno agosto....ritornerà. Sergio Piano Campo de’ fiori 45 LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!! Tanti auguri Il 10 settembre alla piccola é un grande Alessia per i suoi 8 anni giorno: da papà buon comMessico, pleanno mamma Aldo dai Maria e le tuoi frasorelle telli, coVanessa e Francesca. gnati e nipoti vicini e lontani Tanti auguri al piccolo Christopher Capitoni che il 20 settembre compirà 2 anni, dai genitori, i nonni, gli zii, la cuginetta Nicole e tutti i parenti! Tanti auguri ai novelli sposi Chiara e Angelo che si sono uniti in matrimonio il 5 Settembre, dai vostri amici!!! Tanti auguri di buon compleanno a Roberto Giorgetti che l’8 agosto ha compiuto 24 anni! Da mamma, boss, Mirko e Maruska!! Tantissimi auguri ad Alessandro e Ilari che il 22 agosto hanno coronato il loro sogno d’amore, dal vostro piccolo Christopher, da papà Sergio e da tutta la famiglia!!! Tanti auguri agli sposi Alessia e Guido da parte dei genitori Anna, Alberto, Carmela, Francesco e dai testimoni Tanti auguri a Un augurio speciale a YURI ECCARELLI Andrea e Daniele Marche il Tanti auguri alla piccola Giorgia celli che compiranno 18 SETTEMBRE Manni che il 9 agosto ha ricevuto rispettivamente gli compie 3 anni da il battesimo e ai suoi genitori Faanni mamma , papà, il 16 ed il 21 settem- brizio e Manuela che sono convozii,zie, nonni, lati a nozze, ancora tanti auguri bre, dai genitori e nonne e cugini da tutti i familiari. da tutti i parenti. Daniele e Chiara. Il 14 Agosto è nata la piccola FLAMINIA FERRARI. Tantissimi auguri dai genitori, i nonni e gli zii!!! INVIATE I VOSTRI MESSAGGI DAUGURI SPECIALI AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected] A Maruska Di Clemente tantissimi uguri per il suo compleanno che festeggerà il30 di settembre, da Rosanna. Campo de’ fiori 46 Si chiama “BJ” come un magnate americano, CUCCIOLO- MA NON TROPPO -Di DUE ANNI DI FOX TERRIER CON TANTO DI CERTIFICATO DI NASCITA DALLALLEVAMENTO. E UN CANE DELIZIOSO CHE VUOLE PERO FARE IL CAPETTO DATO CHE LA sua padroncina-volata in cieloLO HA LASCIATO COMANDARE QUANTO E COME VOLEVA. STA BENISSIMO IN SALUTE, MA È UN CANE MOLTO PARTICOLARE: LA MATTINA COME SENTE IL PIU PICCOLO RUMORE COMINCIA AD ABBAIARE E VUOLE LATTENZIONE DI CHI STA IN CASA, QUINDI MANGIA E CORRE PER UN,ORA MA DOPO QUANDO LO SI METTE NEL RECINTO CREATO APPOSTA PER LUI STA BUONO SE VEDE QUALCUNO DI CASA ALTRIMENTI ABBAIA FINO A CHE NON ARRIVI QUALCUNO. E AFFETTUOSISSIMO MA E CAPACE DI MARCARE IL TERRITORIO ANCHE IN CASA. VUOLE ESSERE IL SOLO CAPOBRANCO, DEL GATTO DEI CANI E DEGLI UMANI. NON E CASTRATO, ANDAVA FATTO MOLTO TEMPO FA, ORA FORSE NON LO CALMEREBBE PIU DI TANTO! lADDESTRATORE DICE CHE SAREBBE IL COMPAGNO IDEALE DI UN/A GIOVANE CHE AMA FARE SPORT, CORRERE CAMMINATE E PERFETTO PER AGILITY. OPPURE DI UNA PERSONA CHE POSSA SEGUIRE COME SE FOSSE LA SUA OMBRA. Verrà dato in adozione ad una famiglia responsabile che saprà accudirlo, educarlo e amarlo fino alla fine della sua esistenza. Ha già perso la persona della sua vita, scomparsa dopo una malattia fulminante. Troviamogli casa. 3387357799-3483123237 ADOTTA DAL CANILE Apriamo le gabbie di questi innocenti! Diamo loro una casa.... Diana, Zara, Honey, Perla, Cloe... Tel. 3387357799 HOLDEN vive in pensione già da 3 mesi, dopo mesi di catena e non è questa una vita! Non esce mai da quel box che comunque a noi costa...Ne va della sua vita futura. Sembra di taglia grande sulle foto, ma è invece di taglia medio/piccola ( sembra un mini labrador) è un maschietto intero di circa un anno e mezzo, ADOTTABILE SOLO A VITERBO E DINTORNI!Provincia di Viterbo (Lazio) La storia di questo gattino, maschio, di circa 2 mesi ha dell’incredibile. Intanto lo abbiamo chiamato CAT MAX in onore di chi ce lo tiene in stallo. Unico superstite di una cuc ciolata selvaticissima ( la mamma e i fratelli SPARITI) è andato a rifugiarsi nel motore di una macchina di una persona ignara che il gatto fosse nascosto lì. Ma ha sentito i miagolii e ha portato subito la macchina dal carrozziere che gliel’ha praticamente smontata....Ed eccolo qui CAT MAX pronto per l’adozione.... 3206976297 FABRICA Regalo DI ROMA gattino di (Viterbo) circa un il gattino mese, simpa grigio si tico e gioche chiama rellone, già Ulisse... svezzato. E’ già abituato Rimane insieme al Silvestrino al contatto umano. Non si riesce ancora a capire se sia maschio o bianco/nero, di una cucciolata di trovatelli, 2 maschietti, 3 mesi femmina. Ha bisogno di una fa circa, AMOROSISSIMI: FORmiglia che gli voglia bene. Zona ZAAAAAAAAAAA. Non facFabrica di Roma. Per maggiori ciamo che li dobbiamo rimettere informazioni chiamate il nu in strada! 3335375465 mero 3332152402 ADOZIONE IN COPPIA!!!! Il cagnolone bianco e marrone si chiama PIPPO è un pointer di sette anni..è dolcissimo sopratutto con i bambini..non morderebbe mai..è buono come il pane..adora fare le passeggiate..quando mangia i croc cantini bisogna bagnarli con un po di acqua perche mangia con molta voracità..NO CACCIA! Il cagnolino bianco e nero si chiama MACO e ne ha 10..è un meticcetto, anche lui dolce e buono e ama correre e gio care. sono due cani meravigliosi che cercano un’altra casa dopo il tra sloco della loro padroncina rimasta senza la mamma e costretta ad andare ad abitare con una sua amica in un monolocale DOVE I CANI NON SONO AMMESSI.. Evitiamo per favore le polemiche, salviamo queste 2 anime... Per favore. 0761 754769. Non sono sterilizzati ne hanno chip! di taglia medio piccola (circa 15 kg). SALVATO DA MALTRATTAMENTO. Va d'accordissimo con tutti i cani, FORSE UN PO MENO CON I GATTI (da verificare!) È molto buono e affettuoso. Vaccinato, sverminato e microchippato. Se pensate ad un compagno di vita, guardatelo bene...Non vuole rimanere da solo, scapperebbe, ha già sofferto troppo di solitudine. 3335375465-3496744121 Campo de’ fiori S i svolgerà a Civita Castellana (VT) la 1° cronoscalata internazionale auto storiche da competizione il 26 e 27 settembre 2015. Nella cittadina si è da sempre respirata un’ara di passione per i motori, tant’è che sin dalla prima edizione del 1927, la Mille Miglia è sempre transitata in Civita Castellana e la spettacolarità della corsa ha certamente infiammato molti cittadini. Tra questi si sono infatti affermati in campo motoristico sportivo nazionale alcuni nomi che hanno dato lustro alla cittadina: Franco Ribaldi nel 1954 conquista il titolo di Campione italiano nella classe oltre 2000 GT, vincendo gare straordinarie in tutta Italia e stabilendo record prestigiosi presso le piste di Monza e Vallelunga. L’ing. Vittorio Feroldi De Rosa, dopo aver vinto numerose gare nel 1957, nel 1958 conquista il titolo di Campione Italiano nella classe 750 GT alla guida di una mitica Abarth 750 GT Zagato. Proprio nel 30° anniversario di questo successo cittadino con la piccola Abarth 750 GT è nato a Civita Castellana l’ “Abarth TCR Cub Italia” che, dal 1988 ad oggi ha realizzato la più numerosa e prestigiosa presenza delle berline Fiat Abarth 595-695-850 e 1000 esistenti al mondo. Tutto questo ha dato l’imput alla realizzazione di questo primo e prestigioso evento, la “cronoscalata” che formalmente ha la qualifica di “Concorso dinamico su percorso chiuso”, nella quale sono ammesse esclusivamente le Fiat Abarth 595-695-850 e 1000, con priorità per le versioni corsa con passato agonistico. Quando è stato ricercato il percorso per la cronoscalata, si è potuto constatare che l’unico esistente inizia accanto alla prima ceramica di Civita Castellana, realizzata nel 1793 con il sostegno Pontificio, da Giuseppe Valadier, uno dei più famosi architetti del 1700, e termina presso il Forte Sangallo, per una lunghezza di km. 2,159 (molto simile per lunghezza e conformazione al circuito di collaudo Abarth anni ‘60 in Torino - Campo volo - “Pista Aerobis” ). Su questo percorso è anche sempre passata la Mille Miglia, immortalata nel 1935 con la foto storica della “Balilla Coppa d’Oro” mentre transita sotto il cartello di ingresso al paese. E proprio quest’anno ricorre l’80° anniversario da quel passaggio. Oltretutto, di quel passaggio, è stato recentemente ritrovato il più lungo e spettacolare filmato della Mille Miglia che ritrae, in oltre 20 sequenze, le macchine di allora correre lungo le storiche “tagliate di tufo” gremite di gente. Visto l’impegno e la passione degli organizzatori, sarà questo il primo imperdibile evento di una lunga serie futura! Ermelinda Benedetti 47 48 Campo de’ fiori AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti CIVITA CASTELLANA - FESTEGGIAMENTI PATRONALI SS. MARCIANO E GIOVANNI 2015 50 Campo de’ fiori AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Oroscopo di Settembre Campo de’ fiori 51 by Cosmo Ariete Il lavoro potrebbe rappresentare l’ambiente in cui si verificheranno delle nuove vicende o in cui si svilupperà la relazione esistente. Ci sarà una grande predisposizione per il lavoro di gruppo, anche se di solito lavorate bene da soli. Sarà un periodo ottimo per la costruzione di nuove partnership. Finanziariamente la prima parte di Settembre sarà un po’ tesa, mentre la fine del mese sarà generosa per le vostre tasche. Toro La tensione a cui è stato sottoposto il vostro rapporto svanirà, aprendo la strada al piacere e alla sensualità. Sarete perciò fortunati in amore ed avrete diverse opportunità per divertirvi. Se avete una relazione stabile, probabilmente si riaccenderà la fiamma dell’amore. Sul lavoro si tratta di un mese che porterà in luce tutta la vostra creatività. Durante tutto questo periodo il vostro lavoro sarà ben pagato e le collaborazioni redditizie. Gemelli Mercurio in questo mese vi mostrerà quanto sia importante la vita sentimentale in questo periodo. Infatti sarete pervasi da un sacco di pensieri romantici e l’amore incoraggerà una serie di iniziative ed azioni. Sarete particolarmente fortunati nella vita professionale, in particolare nel campo immobiliare, mentre non si escludono dei piccoli problemi nella seconda parte del mese, legati alle collaborazioni. Finanziariamente non andrà tanto male. Cancro Le relazioni sentimentali saranno collegate alla comunicazione; il comunicare nella coppia sarà un elemento fondamentale che renderà i partner più legati l’uno all’altro. Ci saranno novità e cambiamenti positivi anche sul campo professionale. La prima parte del mese sarà più rilassante, mentre la seconda molto più attiva e frenetica. Le varie attività si susseguiranno velocemente e sarete costretti a prendere decisioni immediate. Leone La prima parte del mese non sarà ricca di eventi a carattere sentimentale o romantico. In questo periodo la vostra visione della vita sarà tutt’altro che romantica, ed i vostri interessi saranno più che altro incentrati verso il denaro e la casa. Settembre sarà un mese abbastanza prospero ed i soldi saranno uno tra i pensieri principali. Per questo vi concentrerete alla ricerca di nuove fonti di reddito. Vergine Venere sarà nel vostro segno per quasi tutto il mese, portando amore e un periodo molto piacevole per la vita di coppia. Avrete modo di socializzare e divertirvi parecchio e non mancheranno le opportunità di flirtare. Sul lavoro tutto sarà molto semplice e meno difficile da realizzare. Il vostro fascino personale vi aiuterà senza dubbio a stabilire delle connessioni che vi renderanno più interessanti agli occhi degli altri. Bilancia Sarà un periodo piuttosto tranquillo in amore, in particolare la prima parte del mese. A partire dalla seconda invece accadranno degli eventi che allieteranno l’atmosfera sentimentale provocando alcuni cambiamenti. In campo lavorativo sarà un mese movimentato, che richiederà un sacco di energie. Il successo arriverà nell’ultima decade. Finanziariamente sarete molto più rilassati per il verificarsi di alcune circostanze favorevoli. Scorpione La vostra vita sentimentale sarà soddisfacente durante questo mese, non troppo appassionata, ma con prospettive promettenti. Per le coppie ci sarà un periodo spensierato e gioioso, caratterizzato da divertimento ed ottimismo. A livello professionale sarà un mese molto attivo e ricco di possibilità; nella prima parte avrete un sacco di energia che vi aiuterà a vincere le vostre battaglie. La situazione finanziaria subirà una svolta positiva. Sagittario Grazie al vostro partner riuscirete a progredire anche sul lavoro, attraverso il supporto della persona amata e al suo incoraggiamento tutto quando andrà per il meglio. Per i single questo è sicuramente il mese migliore per socializzare e fare nuovi incontri. Sul lavoro avrete maggior autonomia ed il potere decisionale. Le collaborazioni saranno la chiave del vostro successo, che porterà a guadagni superiori al normale. Capricorno La vostra vita sentimentale sarà molto eccitante grazie allo zampino di Venere, che vi fornirà esperienze in grado di aprirvi nuove prospettive sul mondo. Potreste incontrare qualcuno che stimolerà una nuova dimensione spirituale. Riceverete riconoscimenti e successo in campo professionale, in particolare se il vostro è un settore scientifico. Finanziariamente respirerete una nuova aria, che vi porterà a sviluppare progetti innovativi. Acquario Il passaggio di Venere porterà in amore un interesse verso il lato più misterioso della relazione. Sarà un buon periodo per analizzare i vostri sentimenti o ascoltare le emozioni del vostro partner. Settembre porterà in voi la determinazione necessaria a raggiungere i vostri obiettivi professionali. Sarete più competitivi e sentirete il bisogno di combattere e dimostrare la vostra forza. Avrete l’occasione di guadagnare parecchio. Pesci Sarete privilegiati perché Venere attraversa la casa della coppia questo mese. Ritroverete l’energia e ne trarrà giovamento il vostro rapporto ed il vostro partner, e tutto sarà molto più armonioso ed appagante. Dal punto di vita professionale si prospetta un periodo piuttosto interessante; la collaborazione vi porterà soldi e successo, ed il clima sarà dei migliori dunque sia sul lavoro che dal punto di vista finanziario Roma, anno 1906. Piazza della Minerva, con l’inconfondibile obelisco sorretto dall’elefantino. Alle spalle la chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nel rione Pigna, accanto al Pantheon. Foto archivio Ercole Ottaviani. Campo de’ fiori 52 Campo de’ fiori Roma com’era Campo de’ fiori Album dei ricordi Campo de’ fiori Vasanello. Metà anni ‘50. Gruppo di giovani ragazze durante la raccolta delle nocciole, alle prese con la pulitura e l’imballaggio. Foto di Giuseppe Purchiaroni. Campo de’ fiori Cartolina di Nepi, datata 1942 (come si legge sul retro). Foto archivio Massimo Clener 53 Campo de’ fiori Civita Castellana. Anno 1930. Alunni di una scuola elementare privata in Via 12 Settembre. 1° fila seduti da sx: Gino Paiella, Otello Brocchi, Mario Mei, Aldo Fiori, Antonio Finesi, Fausto Colamedici, Arcangelo Carabelli. 2° fila: Lorenzo Matteucci, Goffredo Paolelli, Wanda Bambini, Iolanda Gemma, Maria Profili, Luigia Basili. 3° fila: Ilva Tombolini, Graziella Violini, Elena Conti, Bianca Severini, Egeria Laurensi, Cecilia Brunelli, Pierina Flori, Annunziata Severini. 4° fila: Emanuele Cavalieri, Luigi Bianchi, Amedeo Finesi, Alfredo Marcantoni, Lamberto Pagani, Luigi Profili. 5° fila: Angelo Costantini, Evaldo Profili, Franco Diana, Arnaldo Martifagna, Luigi Cardinali. Campo de’ fiori 54 Album de Campo de’ fiori 55 dei ricordi Campo de’ fiori Anno 1955. Il civitonico Dario Stinchelli somparsa nel film “Guerra e Pace” Campo de’ fiori Cascata delle Marmore (Terni). Anno 1967. Da ds: Guliana Valeri e Maria Fantera. Civita Castellana. Anni ‘30. La tramvia attraversava la cittadina, passando per l’attuale Via Ferretti. Foto di Dino De Angelis Campo de’ fiori 56 Album dei ri Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anni ‘70. Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1931. Maestro Giuseppe Clericetti. Il 2° seduto da sx è Francesco Pancotti. Campo de’ fiori ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1956. Annunziata Mattioli, Luciano Anselmi e Massimo Ricci. Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Primi anni ‘60. Da sx: Giancarlo Marcelli sulle autoscontro in località Prataccione. Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Fine anni ‘70. Da sx: Gian Piero Marcelli, Leo Francola e Mino Postiglioni. 58 Campo de’ fiori Album de Campo de’ fiori Viterbo. Anno 1930. Il laghetto di Prato Giardino, con al centro un isolotto realizzaato con i sassi provenienti dal Bullicame. Foto della Sig. ra Pistocco Campo de’ fiori Pompei 1974 – Da sx Tabacchini Giuseppina, Maria Anselmi e Elida Stefanucci. Campo de’ fiori Anno 1950. Da sx: Pierina e Assunta Cola. Campo de’ fiori 59 dei ricordi Campo de’ fiori Corchiano. Fine anni ‘90. Da sx: Francesco Ernoni, Arturo Bernabei, Famiano Cotronè, Aldo Ceccarelli, Rino Meconi, Antonio Ridolfi, Don Domenico Anselmi, Luciano Fiaschetti, Giovanni Papa, Giancarlo Ceccarelli, Luzio Marconi, Eugenio Ridolfi, Francesco Fiaschetti, Dino Marchegiani. Campo de’ fiori Corchiano. Metà anni ‘40. Da sx: Caio Bernabei e Alfonso Ferri durante una rappresentazione teatrale organizzata dalla parrocchia presso l’ex Palazzo Comunale. Campo de’ fiori Roma - Fontana di Trevi. Anno 1962. La piccola Maria Chiara Clericetti e la mamma Delia. 60 LAVORO CERCO - RAGAZZO 22enne cerca lavoro come autista, commesso, cameriere o altri lavori anche estero, serio e onesto. Zona Roma Nord, abitante via Flaminia - Morlupo. Luca 393/5548562 - CERCO LAVORO come estetista, segretaria, pulizie, barista. No patente. Tel. 389.1340195 - CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia disponibilità di orario. Automunita. 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(C o up on a pa g. 38 ) Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene. A Roma nei teatri, nei migliori alberghi e locali, sui taxi e in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. 63 Patrocinio Campo de’ fiori Mensile Sociale di Arte, Cultura, Spettacolo ed Attualità edito dall’ Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) Reg.Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri 25,00 Estero: 12 numeri 60,00 Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 42315580 intestato all’Associazione Caporedattore Accademia InternazioErmelinda nale D’Italia. 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