Rapporto di Prova N. 2742/15

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Rapporto di Prova N. 2742/15
ABET LAMINATI S.p.A.
Stabilimento di Strada Falchetto, 30
Bra (CN)
RELAZIONE TECNICA CON PROGETTO PRELIMINARE E
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE PER LA VERIFICA
DI VIA SULL’ATTIVITA’ DI RECUPERO DI RIFIUTI
COME COMBUSTIBILE
Maggio 2016
94B08/RA20
ABET LAMINATI S.p.A.
Stabilimento di Strada Falchetto, 30
Bra (CN)
RELAZIONE TECNICA CON PROGETTO
PRELIMINARE E STUDIO PRELIMINARE
AMBIENTALE PER LA VERIFICA DI VIA
SULL’ATTIVITA’ DI RECUPERO DI RIFIUTI
COME COMBUSTIBILE
94B08/RA20
Rivoli, Maggio 2016
ECOPROGETTI s.r.l. – Corso Susa, 6 – 10098 RIVOLI (TO) – Tel. (011) 9563361 – Telefax (011) 9564813 – e-mail [email protected]
Capitale sociale € 10.400 – Registro Imprese Torino n. 1758/90 – R.E.A. Torino n. 745115 – Codice Fiscale e Partita IVA 05901710011
ECOPROGETTI
INDICE
Pag.
1. PREMESSE
1
2. DESCRIZIONE DEL PROCESSO E DELLE APPARECCHIATURE
(PROGETTO PRELIMINARE)
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2.1.
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ORIGINE, CLASSIFICAZIONE ED ELENCO DEI RIFIUTI
2.1.1. Descrizione del processo produttivo
4
2.1.2. Elenco dei rifiuti
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2.1.3. Caratterizzazione chimico-fisica, classificazione e quantitativi
7
2.2.
DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI STOCCAGGIO E TRATTAMENTO
RIFIUTI
10
2.2.1. Il trasporto, la polmonazione, l’adeguamento volumetrico
10
2.2.2. Il trattamento mediante combustione
15
2.2.3. Lo smaltimento delle ceneri
21
2.2.4. La gestione del combustore
24
3. STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
25
3.1.
DATI URBANISTICI E TERRITORIALI
25
3.2.
CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE
27
3.3.
QUALITA’ DELL’ARIA
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ECOPROGETTI
INDICE DEGLI ALLEGATI
ALLEGATO 1 - STUDIO DELLA RICADUTA AL SUOLO DEGLI INQUINANTI EMESSI
DAL CAMINO DEL COMBUSTORE
ALLEGATO 2 - ANALISI DEI RIFIUTI TRATTATI
ALLEGATO 3 - ANALISI DELLE CENERI PRODOTTE
ALLEGATO 4 - ORGANIGRAMMA DEL PERSONALE PER LA GESTIONE DEL
COMBUSTORE
ALLEGATO 5 - TABELLE “A” E “B”
ALLEGATO 6 - DIS. F0080516 (PLANIMETRIA STABILIMENTO)
DIS. F0090516 (PLANIMETRIA AREA IMPIANTO)
DIS. F0220406 (DISEGNO COMBUSTORE)
IMMAGINE FOTOGRAFICA DELLO STABILIMENTO
ECOPROGETTI
1. PREMESSE
La presente relazione tecnica è a corredo della domanda di avvio della Verifica di
assoggettabilità alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), prevista
dagli art. 6 e 20 del D.Lgs. 152/06 e dall’art. 4 della L.R. 40/98.
Nello stabilimento di Str. Falchetto, 30, Bra (CN) l’ABET LAMINATI SpA possiede,
sin dal 1997, un impianto per la messa in riserva (ovvero lo stoccaggio provvisorio),
l’adeguamento volumetrico ed il trattamento mediante combustione (finalizzato al
recupero energetico) di alcune tipologie di rifiuti, in seguito specificati, originati dalla
produzione di laminati decorativi nei due stabilimenti di Bra di proprietà dell’Azienda
stessa (in Viale Industria, 21 e Str. Falchetto, 30) e in altri stabilimenti di terzisti e di
Aziende del Gruppo.
Si tratta delle operazioni R1, R12 ed R13 dell’All. C alla parte IV del D.Lgs. 152/06,
per le quali l’ultima Autorizzazione concessa dalla Provincia di Cuneo (allora ex art.
210 del D.Lgs. 152/06) e valida fino al 31/12/2020, risale alla Determinazione n. 1039
del 22/12/2010.
L’Autorizzazione vigente è per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Alcuni di
questi rifiuti, contenenti formaldeide, in virtù della nuova classificazione di tale
sostanza come cancerogeno (categoria 1B, indicazione di pericolo H350), a partire dal
1/01/2016 sono diventati pericolosi e quindi non vengono più bruciati nel combustore,
ma smaltiti in apposita discarica.
Dato che tale alternativa è decisamente antieconomica, sia per i costi di conferimento
che comporta, sia per il mancato recupero energetico, l’Azienda ha deciso di chiedere la
modifica (sostanziale) della vigente Autorizzazione.
Poiché, però, sia lo stoccaggio che la combustione di rifiuti pericolosi comportano, al di
sopra di certe soglie (fissate dai punti 5.5 e 5.2 lett. b dell’All. VIII alla Parte II del
D.Lgs. 152/06), la richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale, e non una semplice
Autorizzazione ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 per modifica sostanziale, si è deciso di
percorrere cautelativamente l’iter dell’AIA, perché la verifica del rispetto o meno delle
soglie suddette avrebbe potuto dare adito ad interpretazioni difformi (come approfondito
in seguito).
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ECOPROGETTI
Facciamo presente che l’Azienda, al momento, dispone di Autorizzazione Unica
Ambientale (rilasciata con Provvedimento del SUAP n. 2/2015 del 3/02/15 della Città di
Bra) relativa ad emissioni in atmosfera, scarichi idrici ed impatto acustico (ma che non
comprende, a differenza di quanto farà in futuro l’AIA, l’autorizzazione per il
trattamento dei rifiuti).
Preliminarmente alla richiesta di AIA, occorre però prendere in considerazione le
conseguenze della modifica della pericolosità dei rifiuti dal punto di vista delle
procedure di VIA.
Poiché l’impianto esistente è autorizzato a recuperare rifiuti non pericolosi in
quantitativi superiori a 10 t/g, esso fa parte della categoria n. 32 ter dell’All. B2 alla
L.R. 40/98 (come modificata dalla D.C.R. 211-34747 del 30/07/08), categoria
virtualmente soggetta a verifica di VIA. Questa verifica non è stata però mai effettuata
perché l’impianto è antecedente all’entrata in vigore di tali adempimenti e non ha mai
subito finora modifiche sostanziali.
Ora, a causa del passaggio di alcuni rifiuti da “non pericolosi” a “pericolosi”, la
categoria pertinente diventerà la n. 5 dell’All. A2.
Nonostante gli impianti dell’All. A2 prevedano di principio la fase di valutazione
dell’impatto ambientale e non di semplice verifica (come invece quelli dell’All. B2),
poiché si tratta di un’opera già esistente la modifica prevista comporta, almeno
inizialmente, la sola fase di verifica, in virtù dell’art. 4 c.4 della L.R. 40/98 e trattandosi
di operazione contemplata dalla categoria n. 65 dell’All. B2.
La presente relazione fa riferimento in generale, per gli argomenti da sviluppare, sia
all’art. 20 (e relativo All. V) del D.Lgs. 152/06, sia all’art. 10 (e relativo All. E) della
L.R. 40/98. Più in particolare si è tenuto presente l’elenco, disponibile sul sito della
Provincia di Cuneo, della “Documentazione indicativa da presentare per l’avvio di
procedura di verifica in relazione alla categoria progettuale n. 32 ter, All. B2, L.R.
40/98”.
Naturalmente sono stati trascurati od omessi gli argomenti che hanno significato solo
per un impianto nuovo da realizzare, e non per uno già esistente. Si fa presente fra
l’altro che tutti gli elementi di cartografia generale e catastale sono già in possesso
dell’Amministrazione Provinciale, perché forniti in occasione dei vari rinnovi
autorizzativi dell’impianto di trattamento.
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ECOPROGETTI
Il progetto preliminare previsto dalla normativa risulta quindi sostituito da una
descrizione dettagliata del processo e di tutte le apparecchiature e le strutture esistenti.
Ci sembra comunque opportuno sottolineare che la modifica sostanziale prevista non
riguarda variazioni nelle apparecchiature o nella tipologia e quantità dei rifiuti trattati,
ma solamente il cambio di caratteristica di pericolo di uno dei rifiuti contenenti
formaldeide.
In particolare, quindi, nulla muterà nella quantità e qualità delle emissioni in atmosfera,
già monitorate in continuo, fra l’altro, dall’Autorità competente.
3
ECOPROGETTI
2. DESCRIZIONE DEL PROCESSO E DELLE APPARECCHIATURE
(PROGETTO PRELIMINARE)
Il presente paragrafo fa le veci del “Progetto preliminare” (in quanto qui si tratta di un
impianto già esistente) e contiene la descrizione del processo e delle apparecchiature.
Si inizia con una descrizione generale delle attività di stabilimento che portano alla
produzione dei rifiuti avviati alla combustione, in modo da meglio comprenderne la
caratterizzazione chimico-fisica e la classificazione. Si procede quindi con la
descrizione degli impianti, prima quelli di stoccaggio e adeguamento volumetrico e poi
quelli di trattamento mediante combustione.
2.1. ORIGINE, CLASSIFICAZIONE ED ELENCO DEI RIFIUTI
2.1.1. Descrizione del processo produttivo
Le fasi principali del ciclo lavorativo che porta al laminato sono l’impregnazione dei
vari tipi di carta con resine fenoliche (derivanti dalla polimerizzazione di fenolo e
formaldeide) e melamminiche (derivanti dalla polimerizzazione di melammina e
formaldeide), la pressatura dei fogli risultanti (impilati in pacchi) per la fabbricazione
del laminato, le operazioni di finitura.
L’attuale configurazione impiantistico-produttiva dello stabilimento, del quale è
allegata la planimetria (dis. F0080516) viene qui sinteticamente illustrata.
1) Produzione di laminati decorativi HPL a base di resine fenoliche e
melamminiche.
Le resine necessarie per l’impregnazione della carta sono acquistate da fornitori
esterni.
Esistono in stabilimento 6 serbatoi cilindrici verticali da 50 m³ per lo stoccaggio
delle resine fenoliche e 6 serbatoi (3 da 20 m³ e 3 da 10 m³) per le resine
melamminiche.
L’impregnazione della carta decorativa con resina melamminica avviene nelle
impregnatrici VA3, T22 e T24; l’impregnazione della carta Kraft con resina
fenolica è realizzata nelle impregnatrici VITS 21 e T23.
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ECOPROGETTI
L’accoppiamento dei due tipi di carta impregnata, per produrre i fogli di laminato,
avviene in due presse (n. 21 e n. 22), mentre la finitura dei pannelli è effettuata in
due linee (n. 21 e n. 22).
La capacità produttiva di laminati decorativi HPL è dell’ordine di 20.000
tonn/anno.
2) Produzione di laminato CPL con processo continuo.
La carta decorativa impregnata con resina melamminica può essere prodotta nelle
linee VA3, T22 e T24 già sopra citate, mentre la carta Kraft, impregnata con una
resina fenol-melamminica, è acquistata all’esterno.
L’accoppiamento dei due tipi di carta è poi effettuato nella pressa continua
HYMMEN, seguita da apposita linea di finitura.
La produzione di laminato CPL è dell’ordine di 1.500 tonn/anno.
3) Produzione di pannelli sandwich (MONOCORE ed ESACORE).
Si tratta di una nuovo linea produttiva di pannelli in fibra di vetro, resina fenolica,
alluminio e nomex.
I rifiuti generati dalle operazioni di finitura dei pannelli vengono conferiti in
discarica e non avviati al combustore, perché contengono quantitativi rilevanti di
fibra di vetro e alluminio.
4) Produzione di pannelli in polipropilene caricato (TEFOR).
I pannelli consistono essenzialmente in una fase continua di polipropilene
(acquistato in granuli) ed in una carica dispersa costituita dal polverino originato
dalle linee di finitura del laminato.
Il polverino viene prima raffinato e poi avviato con il polipropilene ad una linea di
estrusione riscaldata.
Il nastro di materiale fuso ed estruso viene quindi raffreddato, calandrato, rifilato e
tagliato.
Segnaliamo che questa lavorazione è sospesa ormai da alcuni anni, per cessata
richiesta da parte del mercato.
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ECOPROGETTI
2.1.2. Elenco dei rifiuti
I rifiuti che sono oggetto del trattamento mediante combustione hanno origine dalle
varie fasi di lavorazione richiamate nel paragrafo precedente.
In particolare si tratta di:
1) pezzi di laminato rotto derivanti sia dell’operazione di scarico delle presse, sia da
urti e incidenti vari in sede di movimentazioni successive; fogli di laminato
scartati in fase di collaudo e non recuperabili come seconda scelta o tramite
riduzione a formati minori (previo taglio delle parti difettose)
2) fogli di carta decorativa (ad impregnazione melamminica) e di carta Kraft (ad
impregnazione fenolica) danneggiati e quindi scartati in fase di lavorazione
3) polverino di laminato generato dalle linee di finitura
4) residui di filtrazione dei bagni di resina fenolica
5) anime di cartone, su cui sono avvolti i rotoli di carta
6) fondi da rotoli di carte nude
7) pezzi di legno, derivanti dalla rottura di pedane, casse o altri tipi di imballi
utilizzati per il trasporto di merci varie
8) pezzi di pannelli TEFOR rotti o fuori specifica.
Per quanto riguarda la voce n. 8, per via di quanto detto alla fine del paragrafo
precedente, nel 2015 non è stato avviato alla combustione nessun rifiuto di tal
genere.
Continueremo comunque a tenere in considerazione tale voce perché non si può
escludere che in futuro la lavorazione del TEFOR possa riprendere.
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ECOPROGETTI
2.1.3. Caratterizzazione chimico-fisica, classificazione e quantitativi
Come visto nel par. 2.1.1., fra le materie prime utilizzate per la produzione delle
resine e quindi dei laminati vi sono sostanze di per sé pericolose (ai sensi della
normativa in materia di etichettatura).
Citiamo al riguardo fenolo e formaldeide.
Il prodotto finale (il laminato) che deriva da tali materie prime, dopo le reazioni di
polimerizzazione e l’essiccamento realizzati nei vari stadi del processo produttivo, ha
natura chimico-fisica completamente diversa, del tutto innocua.
Formaldeide e fenolo, reagendo fra loro in maniera sempre più completa a mano a
mano che si passa dai reattori di produzione delle resine (non più presenti in ABET)
alle linee di impregnazione ed essiccamento ed alle presse, sono presenti solo più in
tracce, quali monomeri, nel prodotto finito (e pure in tracce, solamente, nei fumi
emessi dalle presse).
D’altronde, la caratteristica di derivare da materie prime di per sé pericolose è tipica
di quasi tutte le materie plastiche, che costituiscono così gran parte dei prodotti di
uso comune (e quindi degli stessi rifiuti urbani).
Negli intermedi di lavorazione (le carte impregnate) la polimerizzazione non è ancora
completa, per cui sono presenti, nei relativi sfridi, i manometri suddetti.
La presenza di questi ultimi è molto più bassa nel polverino di laminato, ed ancor più
nei pezzi di laminato rotto o comunque scartati (il polverino deriva in parte dalla
rifilatura perimetrale del laminato, ovvero da zone che, ai bordi delle presse, hanno
subito una cottura finale meno completa rispetto al resto del pannello).
I codici CER delle varie tipologie di rifiuti sono elencati nella tabella A (Allegato 5).
Essi, fino al 31/12/2015, risultano identici a quelli riportati nell’ultima
Autorizzazione.
Dal 1/01/2016 il codice relativo ai “Fogli di scarto di carta impregnata decorativa e
Kraft” è diventato 160305*, perché il rifiuto, caratterizzato da un codice “a
specchio”, è passato da “non pericoloso” a “pericoloso” in virtù del nuovo limite
applicabile alla formaldeide (codice di indicazione di pericolo H350 in quanto
sostanza cancerogena di categoria 1B, classe di pericolosità del rifiuto HP7, limite
pari a 1.000 mg/kg).
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ECOPROGETTI
Ricordiamo fra l’altro che il limite applicabile al fenolo (codice di indicazione di
pericolo H 341 in quanto sostanza mutagena di categoria 2, classe di pericolosità del
rifiuto HP11) risulta pari a 10.000 mg/Kg, al di sopra del quale il rifiuto passa da
“non pericoloso” a “pericoloso”.
Tutti gli altri rifiuti continuano ad essere speciali non pericolosi (i relativi codici
CER non sono infatti contrassegnati da asterisco).
Nell’All. 2 sono riportati i certificati di analisi relativi alle varie tipologie di rifiuti
trattati (ad eccezione di quelli poco significativi, come carta nuda e pezzi di legno).
I quantitativi di rifiuti inviati alla combustione sono riportati nella tabella A già
citata.
Più esattamente la colonna relativa al QUANTITATIVO ANNUO è stata suddivisa
in due parti.
In quella di sinistra sono elencati i quantitativi effettivamente trattati nel 2015
(suddivisi per tipo di rifiuto), in quella di destra sono riportati i quantitativi
prevedibili per il futuro (una volta ottenuta la nuova Autorizzazione Integrata
Ambientale).
Questi ultimi contengono un ampio margine di sicurezza ed hanno una somma
complessiva non corrispondente al totale della prima riga (ovvero 5520 t/a, che è la
capacità annua nominale massima del combustore).
Entrambe le cose sono giustificate dalle seguenti considerazioni, già esposte in sede
del precedente rinnovo autorizzativo.
Per quasi tutti gli sfridi possono crearsi contingentemente possibilità di recupero che
in seguito svaniscono, generando di conseguenza fluttuazioni assai rilevanti, da un
anno all’altro, nelle quantità delle specifiche tipologie di rifiuti avviabili alla
combustione.
Esempio tipico è stata la possibilità in passato di riutilizzo del polverino
nell’impianto TEFOR, ora sfumata.
Analoghe possibilità di riciclaggio possono verificarsi occasionalmente per fogli di
laminato o di carte impregnate, se si trova mercato per pezzi di dimensione fuori
specifica ricavati ritagliando opportunamente pezzi con difetti localizzati.
Lo stesso discorso vale per imballaggi in legno, anime di cartone e fondi da rotoli di
carte nude, che a volte riescono ad essere riciclati e riutilizzati da Aziende esterne.
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ECOPROGETTI
La conseguenza che si può trarre da tali premesse è che limitazioni troppo vincolanti
poste dalle Autorità ai quantitativi annui delle singole tipologie di rifiuti, piuttosto
che alla loro somma, rischiano di trasformarsi in una virtuale e drastica riduzione
della capacità di trattamento del combustore, qualora una delle specie elencate
dovesse diventare, per ragioni contingenti, di gran lunga prevalente sulle altre.
Quanto alla provenienza dei rifiuti, essi possono arrivare o da Ditte che si
configurano come terzisti nei confronti dell’ABET LAMINATI, in quanto ricevono
in conto lavorazione dei semilavorati e restituiscono prodotti finiti e sfridi (in
particolare polverino di laminato), oppure da Ditte che appartengono al Gruppo
ABET ed effettuano le medesime lavorazioni, generando rifiuti di identica natura (in
particolare polverino, pezzi di laminato e fogli di scarto di carte impregnate).
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ECOPROGETTI
2.2. DESCRIZIONE
DEGLI
IMPIANTI
DI
STOCCAGGIO
E
TRATTAMENTO DEI RIFIUTI
2.2.1. Il trasporto, la polmonazione, l'adeguamento volumetrico
La pezzatura degli sfridi da trattare si presenta alquanto eterogenea, il che implica
uno stoccaggio differenziato ed un adeguamento volumetrico degli stessi in
preparazione alla combustione.
Tali operazioni vengono svolte in un apposito edificio (si veda la planimetria
allegata F0090516).
In esso si possono distinguere due diverse linee operative: una per gli sfridi in
pezzatura fine (il polverino) ed una per quelli in pezzatura grossolana.
Facciamo presente che gli sfridi trattati sono tutti chimicamente inerti e non esiste
perciò problema di corrosione per i materiali con cui vengono a contatto (pareti di
tubazioni e serbatoi in acciaio al carbonio).
L’inerzia suddetta, e la costanza qualitativa del prodotto, escludono inoltre qualsiasi
problema di incompatibilità chimico-fisica suscettibile di generare reazioni parassite
con sviluppo di gas o di calore: non sono richieste quindi speciali precauzioni e
compartimentazioni
nello
stoccaggio,
a
prescindere
dalla
classificazione
(“pericoloso” o “non pericoloso”) dei vari rifiuti.
La prima linea operativa inizia con tre postazioni affiancate e coperte, in grado di
ospitare ciascuna un cassone a chiusura ermetica, contenente il polverino trasportato
dal luogo di produzione (ovvero dai sili a valle delle linee di finitura).
Di norma sono presenti due cassoni per volta, aventi ciascuno dimensioni esterne 6 m
x 2,8 m x 2,6 m (altezza), capacità geometrica di circa 35 m³ e capacità utile di circa
20 m³ (il carico trasportato è dell’ordine di 5 tonn per viaggio).
Al massimo possono risultare presenti 3 cassoni contemporaneamente.
Un'unica lunga coclea raccoglie il polverino dal fondo del cassone e lo immette in un
mulino raffinatore M1, per omogeneizzarne la granulometria.
All'uscita, una linea di trasporto pneumatico convoglia il polverino in un grosso silo
verticale S1 da 100 m³.
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ECOPROGETTI
Alla sommità di tale silo si trova il filtro a maniche F1, avente superficie filtrante di
33 m² (in feltro poliestere antistatico da 550 g/m²) e sistema di pulizia automatico a
getti di aria compressa, per la depolverazione del flusso gassoso che ha effettuato il
trasporto. Dal filtro l’aria è convogliata a terra in un ventilatore centrifugo, con
emissione finale in atmosfera attraverso il camino n. 66.
Alla base del silo esiste un estrattore speciale a catena per evitare la formazione di
"ponti", uno scaricatore a vani rotanti ed una seconda linea di trasporto pneumatico
per convogliare il polverino fino ad un piccolo silo S3 di polmonazione, da 5 m³,
posto nella centrale termica adiacente, in prossimità dell'unità di combustione.
Anche alla sommità di tale silo è installato un filtro a maniche (F3), avente superficie
filtrante di 14 m² (in feltro poliestere antistatico da 550 g/m²) e sistema di pulizia
automatico a getti d'aria compressa.
Il flusso gassoso depurato passa in un ventilatore centrifugo ed è quindi emesso in
atmosfera (camino n. 67).
La seconda linea operativa, per il materiale in pezzatura grossolana, comprende:
- un’area utile di circa 100 m², entro l’edificio, per lo stoccaggio provvisorio, su
pedane di varia dimensione, di carte impregnate, anime di cartone, carte nude e
residui di filtrazione
- un’area da 90 m² in un edificio separato e coperto, per lo stoccaggio della maggior
parte delle carte impregnate, in modo da ridurre al minimo (in pratica al
fabbisogno giornaliero) il quantitativo di tali carte stoccate vicino al trituratore,
dove stazionano gli operatori
- un’area da 220 m² esterna ed adiacente all’edificio di triturazione, destinata ai
materiali immagazzinabili all’aperto, in quanto non suscettibili di rilasciare
sostanze inquinanti per dilavamento da parte delle acque meteoriche (pezzi di
laminato, imballaggi in legno).
I rifiuti in pezzatura grossolana possono raggiungere un volume massimo pari a 120
m³, costituito, in situazioni-limite, anche da una sola delle tipologie sopra citate.
A fianco dell’area interna di stoccaggio vi è una pesa che permette di pesare tutti gli
sfridi in pezzatura grossolana avviati al trattamento.
Tale materiale è immesso in un frantumatore, in grado di trattare fino a 1250 kg/h e
dotato di una grossa tramoggia superiore alimentabile tramite carrello elevatore.
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ECOPROGETTI
Il corpo dell’apparecchiatura è interamente infossato nel pavimento, in modo da
facilitare l’accesso alla bocca di carico e da contenere al massimo la rumorosità.
Da questo punto di vista segnaliamo che, in generale, anche le altre apparecchiature
(quali mulini, compressori, ventilatori, ecc.) sono accuratamente insonorizzate, se
necessario mediante cabine silenti.
L'azione triturante del frantumatore è ottenuta grazie ad un cilindro dentato cui fa
riscontro uno spintore di alimentazione.
Il materiale macinato (con pezzatura inferiore a 50 mm) viene riversato in un grosso
silo orizzontale S2 (90 m³), di forma parallelepipeda, tramite trasportatore meccanico
a piastre.
Per un'estrazione uniforme e continua del macinato dal silo suddetto si è realizzato
un sistema costituito dall'abbinamento di una coclea traslante e di un nastro
trasportatore orizzontale, che raccoglie il materiale stesso e lo alimenta ad un mulino
sgrossatore M2.
Quest'ultimo scarica in una linea di trasporto pneumatico che alimenta un piccolo
silo di polmonazione S4 da 5 m³, posto nell'edificio adiacente, accanto a quello, della
stessa capacità, descritto sopra per il polverino.
Identico è pure il filtro a maniche F4 per la depurazione dell'aria, posizionato nei
pressi di M2.
L’aria viene quindi convogliata ad un ventilatore centrifugo, posto anch’esso vicino
ad M2, ed è infine emessa in atmosfera (camino n. 68).
Al di sotto del silo stesso uno scaricatore stellare e una coclea inclinata alimentano il
macinato nella tramoggia di ingresso in camera di combustione.
Al di sotto del silo del polverino sono invece installati due gruppi di scarico in
parallelo: uno miscela il polverino con il macinato suddetto, alla base della coclea
inclinata, per l'alimentazione della camera di combustione, l'altro è a servizio di un
piccolo sistema di trasporto pneumatico che immette il polverino nel silo S4 con
funzione di fluidificante, per evitare la formazione di ponti (l’aria di trasporto è
aspirata dal ventilatore già visto facente capo al camino n. 68).
In corrispondenza dei sili principali e del trituratore segnaliamo infine la presenza di
un sistema di captazione delle emissioni diffuse.
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ECOPROGETTI
Le varie bocchette di presa d'aria fanno capo ad un filtro a maniche F2 e quindi ad un
ventilatore centrifugo per l'espulsione del flusso depurato in atmosfera (camino n.
69).
Il filtro ha una superficie utile di 36 m² (in feltro poliestere antistatico da 550 g/m²)
ed un sistema di pulizia automatico mediante getti d'aria compressa (la polvere
abbattuta viene riciclata).
Mentre il combustore rimane in marcia per 24 h/g, per i sistemi di adeguamento
volumetrico (triturazione, macinazione, insilaggio) è previsto il funzionamento
nell’ambito di due turni diurni, sufficienti per costituire le scorte di combustibile per
24 h.
Nella tabella A, oltre ai quantitativi annui trattati, sono riassunte pure le capacità di
stoccaggio ed i relativi tempi di permanenza.
In particolare per il polverino, fra cassoni da 20 m³ e silo da 100 m³, il quantitativo
stoccato può raggiungere le 50 tonn.
Nelle aree da 100, 90 e 220 m² destinate agli altri rifiuti, il quantitativo accumulato
può arrivare a 120 m³, cui si aggiunge il macinato contenuto nell’apposito silo da 90
m³, per un totale cautelativamente corrispondente a 150 tonn.
Il tempo di permanenza medio dei rifiuti nelle aree di stoccaggio è di 1÷2 settimane,
quello massimo è inferiore a 3 mesi.
Come già accennato, le carte impregnate costituiscono ora un rifiuto pericoloso, per
cui il macinato uscente dal frantumatore e stoccato nel silo da 90 m³ può risultare
anch’esso pericoloso, in dipendenza dei rapporti di miscelazione fra i vari rifiuti
alimentati al trituratore.
In assenza di un rigoroso controllo sia di tali rapporti di miscelazione, sia dei
quantitativi massimi di carte impregnate stoccate nelle aree da 100 e 90 m², può
succedere che l’accumulo totale di rifiuti pericolosi superi il limite di 50 t previsto
dal punto 5.5 dell’All. VIII alla Parte II del D.Lgs. 152/06.
Inoltre è pur vero che, a fronte di un totale di 24 t/g di rifiuti bruciati, il quantitativo
giornaliero di carte impregnate avviate alla combustione è di norma inferiore a 10 t/g
(limite contemplato dal punto 5.2 lett. b dell’All. VIII), ma la miscelazione fra
polverino (non pericoloso) e macinato (potenzialmente pericoloso) avviene nella
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ECOPROGETTI
coclea inclinata di alimentazione appena a monte del combustore, e le 24 t/g frutto di
tale miscelazione potrebbero risultare virtualmente pericolose.
Nonostante la miscelazione suddetta sia tecnicamente indispensabile, a monte
dell’ingresso in camera di combustione, per realizzare sulla griglia interna
l’omogeneità necessaria ad assicurare una regolare e completa combustione del
materiale, un’interpretazione restrittiva (a nostro avviso ingiustificata) potrebbe far
considerare la capacità dell’impianto non inferiore a 10 t/g di rifiuti pericolosi (come
in effetti è, essendo la coclea parte integrante del combustore), ma superiore (ovvero
pari a 24 t/g di rifiuti virtualmente pericolosi).
Per le ragioni suddette l’Azienda ha preferito cautelativamente scegliere l’opzione
dell’AIA, ovvero di un’Autorizzazione che contempli sia lo stoccaggio (oltre le 50 t),
sia la combustione (di 24 t/g, ovvero oltre le 10 t/g) di rifiuti pericolosi.
14
ECOPROGETTI
2.2.2. Il trattamento mediante combustione
L’impianto di combustione è dimensionato per un quantitativo massimo trattabile di
rifiuti pari a 1.000 kg/h per 24 h/giorno (che corrispondono, sulla base di 230
gg/anno di esercizio, a 5.520 t/anno riutilizzabili).
Il potere calorifico inferiore del materiale è stato assunto pari a 4.500 kcal/kg in sede
di progetto, con una potenzialità termica corrispondente di 4.500.000 kcal/h (5.230
kW).
Determinazioni sperimentali successive hanno fornito valori variabili a seconda dei
tipi di rifiuti e dei campioni analizzati, con un valore medio compreso fra 4.000 e
4.500 kcal/kg.
La configurazione dell’impianto è parallelepipeda e consiste in un monoblocco
comprendente camera di combustione e di postcombustione, separate da un semplice
diaframma (si veda il dis. F0220406 allegato).
La sezione generatrice di vapore, comprendente il fascio tubiero per lo scambio
termico, è posizionata in parte sopra, in parte lateralmente rispetto alla camera di
postcombustione.
La struttura a monoblocco permette di minimizzare le dispersioni termiche, grazie
anche all’elevato spessore previsto per il manto refrattario (350 mm).
La camera di combustione primaria ha un volume di 27 m³ ed è dotata di bruciatore
pilota a metano da 300.000 kcal/h (349 kW) per l’accensione.
La superficie della griglia mobile è di 9,5 m², per assicurare un elevato tempo di
permanenza dei rifiuti in camera, e quindi una loro completa mineralizzazione, prima
del raggiungimento del pozzetto di scarico delle ceneri.
L’alimentazione dei rifiuti in camera di combustione avviene, in modo automatico,
tramite coclea.
Anche l’evacuazione delle ceneri è automatica, ed è effettuata periodicamente
attraverso l’apertura di una serranda in materiale refrattario posta sul fondo della
camera, con scarico del materiale in contenitore metallico asportabile.
La camera di postcombustione (o secondaria) ha un volume di 39 m³.
Il D.Lgs. 152/06 prevede per i fumi umidi una temperatura di almeno 850°C ed un
tempo di permanenza di almeno 2 sec in camera di combustione, a valle dell’ultima
15
ECOPROGETTI
immissione di aria comburente (non è più espressamente prevista una
differenziazione, e quindi una separazione fisica, fra camera primaria e secondaria di
combustione).
Il rispetto degli 850°C è garantito dalla presenza, all’ingresso della camera di
postcombustione, di due bruciatori integrativi a metano da 1.300.000 kcal/h (1.512
kW) ciascuno.
Ai fini della verifica del rispetto del previsto tempo di permanenza è necessario tener
conto che, ai 39 m³ di volume della camera di postcombustione, occorre aggiungere i
10,4 m³ compresi fra l’ultimo punto d’immissione d’aria e l’inizio della camera di
postcombustione, per un volume utile totale pari a 49,4 m³.
La portata di fumi umidi normalmente espulsa dal camino del combustore è pari a
17.000÷19.000 Nm³/h (contenenti circa il 7% di H2O ed il 15% di O2).
La portata di fumi transitante in camera di postcombustione è sicuramente inferiore a
tale valore, per via di piccole infiltrazioni d’aria diffuse, difficilmente eliminabili, a
valle della camera stessa.
Ci si può basare comunque, cautelativamente, sui valori di portata suddetti misurati
al camino per valutare il tempo di permanenza in camera.
In certe condizioni anomale, che discuteremo in seguito, le infiltrazioni d’aria a valle
della camera diventano molto più rilevanti (e implicitamente segnalate da percentuali
di O2 molto più alte, dell’ordine anche del 17%, misurate al camino). In tali
condizioni non è ovviamente possibile utilizzare le portate, misurate al camino, per la
verifica del tempo di permanenza in camera.
Assumendo una temperatura nella camera stessa di 880°C (in genere vengono
mantenuti valori di 870÷880°C, cautelativamente maggiori del minimo previsto), la
portata volumetrica effettiva nella camera risulta pari al massimo a 19.000 ∙ (880 +
273) / 273 / 3.600 = 22,3 m³/sec.
Il tempo di permanenza è perciò uguale a 49,4 (m³) / 22,3 (m³/sec) = 2,22 sec.
Al di sopra della camera di postcombustione è presente una sezione di scambio
termico.
Il generatore di vapore, del tipo a tubi d’acqua verticali a circolazione naturale, è
percorso dai gas in senso verticale attraverso canali a pareti membranate.
16
ECOPROGETTI
Esso è in grado di produrre fino a 6,5 t/h di vapore a 15 bar, raffreddando i fumi fino
a circa 240°C.
All’uscita dal fondo della sezione di scambio termico, sotto pavimento, i fumi
vengono convogliati per una prima grossolana depolverazione in un ciclone, avente
diametro di 1,7 m ed altezza totale di circa 7,5 m.
Quindi entrano in due dissipatori di calore in serie, costituiti da scambiatori a fascio
tubiero destinati a raffreddarli fino a circa 160°C, riscaldando corrispondentemente
dell’aria ambiente fatta circolare all’esterno dei tubi tramite appositi ventilatori.
Per evitare un raffreddamento eccessivo (e il rischio di formazione di condense
corrosive), il ventilatore centrifugo che convoglia l’aria ambiente utilizzata per il
raffreddamento indiretto dei fumi nel secondo dissipatore ha il motore comandato da
inverter, con velocità regolata da un sensore di temperatura.
L’aria ambiente riscaldata indirettamente dai fumi, ma perfettamente pulita, viene
convogliata all’uscita dai dissipatori in due condotti che si innalzano al di sopra della
tettoia sovrastante per lo sbocco in atmosfera (camini n. 94 per il primo e n. 95 per il
secondo dissipatore).
Fra i due dissipatori è presente, sul condotto dei fumi, una derivazione con serranda
destinata a introdurre aria fresca, in caso di necessità, per miscelarla ai fumi ed
abbassarne la temperatura, in modo da non danneggiare il tessuto filtrante del
susseguente filtro a maniche.
Nel corso di 1÷2 mesi di regolare funzionamento del combustore, si verifica un
progressivo intasamento della superficie di scambio della caldaia, a cui si può
rimediare solo con una fermata dell’impianto ed una pulizia accurata.
La temperatura dei fumi a valle della caldaia sale progressivamente, per via del
diminuito scambio termico.
Di norma, grazie ai due dissipatori, si riesce ad evitare comunque di raggiungere
temperature pericolose per il filtro a maniche, senza bisogno dell’intervento della
serranda suddetta.
Vi sono però delle occasioni in cui è opportuno differire di qualche settimana
l’intervento di pulizia, per arrivare fino al momento di poter usufruire di una fermata
più lunga di quella di un normale fine-settimana ed essere in grado quindi di svolgere
l’operazione con più calma e completezza.
17
ECOPROGETTI
In tali circostanze è possibile che si verifichi l’apertura della serranda, nel qual caso
la diluizione dei fumi può portare la concentrazione di O2 fino al 16,5% e la portata
al camino fino a 23.000 Nm³/h.
Nel corso del 2015 si sono verificate costantemente alte % di O2 al camino. Si è
appurato infine che erano dovute a fori nei tubi dei dissipatori, dovuti a fenomeni di
corrosione progressiva, con conseguenti abbondanti infiltrazioni d’aria. I due
dissipatori sono stati sostituiti il primo ad Agosto 2015 ed il secondo (visto che il
fenomeno persisteva) a Febbraio 2016.
Da Marzo 2016 le % di O2 si sono riportate ai valori normali (intorno al 15%).
Ovviamente le portate al camino del 2015 risultano tutte molto alte (dell’ordine di
26.000 Nm³/h) e non utilizzabili ai fini della verifica del tempo di permanenza in
camera di combustione.
I dati di portata e concentrazioni sono invece perfettamente utilizzabili sia per la
verifica del rispetto dei limiti (per le concentrazioni e per i flussi di massa), sia per i
calcoli di dispersione atmosferica, perché il riferimento all’11% O2 rende la
diluizione con aria irrilevante.
A valle del sistema di dissipazione del calore, i fumi entrano nel filtro a maniche per
la depolverazione finale. Il filtro ha superficie filtrante di 400 m² in nomex teflonato
da 500 g/m², con sistema di pulizia automatico mediante getti periodici di aria
compressa in controcorrente.
È opportunamente coibentato e dotato di preriscaldatore elettrico per evitare
condensazioni (e quindi intasamento del tessuto) nel transitorio di avviamento.
A valle del filtro a maniche è posizionato l’esaustore di coda, che ha il compito di
vincere tutte le perdite di carico dell’impianto (circa 500 mm.c.a.) e di mantenere la
camera di combustione in leggera depressione.
I fumi vengono infine espulsi in atmosfera tramite apposito camino (n. 54), avente
diametro di 0,9 m ed altezza di 20 m.
Nella copertura della camera di postcombustione esiste un portello di sicurezza ad
apertura automatica in caso di mancanza improvvisa di energia elettrica, con sbocco
canalizzato in un apposito camino di emergenza (n. 70).
18
ECOPROGETTI
Analoga funzione di emergenza ha il camino n. 71, destinato a far sfogare in
atmosfera il vapore d’acqua prodotto dalla caldaia qualora la rete di utilizzo non
fosse momentaneamente in grado di assorbirlo.
Per l’abbattimento degli NOX è utilizzato il sistema SNCR.
La lancia speciale per l’iniezione e la nebulizzazione spinta (mediante aria
compressa) della soluzione di urea al 33% è inserita accanto ad uno dei due
bruciatori ausiliari all’ingresso della camera di postcombustione (quello che
interviene abitualmente per mantenere la temperatura al di sopra degli 850°C).
La vicinanza del bruciatore ha un effetto benefico sia per via del livello termico
garantito (l’intervallo ideale di reazione fra urea ed ossidi di azoto è fra 850 e
1.100°C), sia per via del contributo del cono di fiamma alla miscelazione turbolenta
dell’aerosol spruzzato con l’intera portata dei fumi.
La regolazione della portata di urea è completamente automatizzata, utilizzando la
misura degli NOX al camino fornita dallo SME per il confronto con il set-point
impostato e l’elaborazione del segnale inviato alla pompa dosatrice (per variarne la
portata).
Poiché gli NOX sono costituiti (nel caso dei processi di combustione) almeno per il
95% da NO, la reazione chimica che trasforma tali inquinanti in azoto molecolare è
sostanzialmente la seguente:
4 NO + 2 CO (NH2)2 + O2 → 4 N2 + 2 CO2 + 4 H2O
L’efficienza di abbattimento ottenibile è dell’ordine del 50÷70%.
Di norma la concentrazione di SO2 nei fumi è abbondantemente entro i limiti, anche
perché non vi è nessun rifiuto che contenga specificatamente zolfo.
Comunque, per ogni evenienza imprevista, è presente un sistema di dosaggio di
bicarbonato di sodio in polvere, disponibile in sacchi da 25 kg riversati in una
tramoggetta. Questa alimenta un piccolo trasporto pneumatico in compressione,
ovvero dosa la polvere nella tubazione DN40 di mandata di un piccolo ventilatore da
circa 100 Nm³/h, la quale si inserisce nel condotto dei fumi di combustione fra il
primo e il secondo dissipatore di calore.
Alle temperature vigenti in tale punto il bicarbonato si decompone in carbonato e
CO2 ed il carbonato reagisce quindi con la SO2 (ed anche con altri acidi
eventualmente presenti, come ad es. HCl), generando solfito di sodio che si ossida
19
ECOPROGETTI
immediatamente a solfato. Le polveri di solfato e di carbonato in eccesso sono poi
intercettate dal filtro a maniche insieme alle ceneri di combustione.
Il manuale del sistema (SME) di monitoraggio in continuo delle emissioni in
atmosfera, consegnato a suo tempo alle Autorità competenti, descrive in dettaglio:
gli strumenti di misura installati per le misurazioni in continuo dei parametri
previsti (CO, HCl, HF, H2O, SO2, NOX, NH3, O2, TOC, polveri totali; portata,
temperatura e pressione assoluta al camino; temperatura in camera di
postcombustione),
i sistemi di taratura degli strumenti, la gestione dei dati ed il relativo software,
anche per la trasmissione in via telematica all’Ente di Controllo,
gli interventi previsti in automatico dal software del sistema (allarmi e blocco
della coclea di alimentazione dei rifiuti) in occasione di eventuali violazioni dei
limiti imposti (850°C in camera di postcombustione, concentrazioni massime
ammissibili per le sostanze inquinanti).
Per quanto riguarda i parametri misurati in continuo, facciamo presente che la
strumentazione disponibile è già stata messa in grado di registrare anche il parametro
NH3, come previsto dalle variazioni apportate dal D.Lgs. 46/14 al D.Lgs. 152/06.
Sono in corso le attività di modifica sullo SME e l’aggiornamento dei sistemi
informatici per permettere, in accordo con l’Ente di Controllo, la trasmissione dati in
remoto.
In generale, per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, il combustore rispetta i
limiti fissati dall’All. 1 al Titolo III-bis della Parte IV del D.Lgs. 152/06.
Ricordiamo, a questo proposito, che i valori limite introdotti dal D.Lgs. 46/14 sono di
30 mg/Nm³ per l’ammoniaca e di 400 mg/Nm³ per gli ossidi d’azoto (per impianti,
come il nostro, già esistenti e con capacità inferiore a 6 t/h).
Più in generale l’impianto rispetta tutte le prescrizioni funzionali e gestionali previste
per gli impianti di coincenerimento dal Titolo III-bis della Parte IV del D.Lgs.
152/06.
20
ECOPROGETTI
2.2.3. Lo smaltimento delle ceneri
L’estrazione delle ceneri cosiddette pesanti (classificate con codice CER 100115)
avviene da vari punti dell’impianto.
Principalmente dal fondo della camera di combustione primaria, saltuariamente dal
fondo della camera di postcombustione e della caldaia, in tutti i casi tramite
cassonetti (riutilizzabili) da circa 0,8 m³.
Inoltre vengono scaricate entro big-bags (a perdere) da 0,5÷1 m³ le ceneri leggere
(codice CER 100117) abbattute dal ciclone e dal filtro a maniche.
Questi big-bags, in attesa del conferimento, sono posizionati nell’area coperta
indicata nel dis. F0090516.
Il volume massimo costituito da big-bags che può risultare presente è pari a 25 m³,
per un totale di 18 tonn.
Il tempo di permanenza è sicuramente inferiore a 3 mesi, per cui risultano rispettati i
requisiti del deposito temporaneo (art. 183 lett. b b del D.Lgs. 152/06).
Le ceneri pesanti estratte dal combustore e dalla caldaia vengono bagnate,
direttamente nei cassonetti di raccolta, per completarne il raffreddamento ed evitare
la dispersione ad opera del vento delle frazioni più volatili (l’acqua aggiunta è pari a
circa il 50% in peso del materiale solido).
Le ceneri asciutte globalmente generate dal combustore (pesanti e leggere)
corrispondono ad una percentuale dei rifiuti bruciati molto variabile, a seconda delle
tipologie di rifiuti predominanti.
Come risulta da numerosi campionamenti ed analisi, tale percentuale è abbastanza
costante (all’incirca pari al 4÷6%) nel caso del polverino di laminato, molto variabile
(dal 5 al 15%) nel caso del macinato (tende a crescere se predominano gli sfridi di
carta decorativa).
La prima bagnatura delle ceneri pesanti avviene attraverso rampe fisse di ugelli
puntati entro i cassonetti di raccolta, nella postazione stessa (sotto la camera di
combustione) in cui i cassonetti stessi vengono riempiti di ceneri per apertura
automatica della serranda di scarico refrattariata.
Per la raccolta di eventuali spruzzi e colaticci il locale interrato in cui avviene lo
scarico e la bagnatura dispone di pavimento in cemento impermeabile e di canaline
21
ECOPROGETTI
grigliate di raccolta che fanno capo ad un pozzetto. In esso vi è una pompa
sommergibile che, a pozzetto pieno, rilancia il liquido in una vasca interrata da 7,5
m³, posta appena al di fuori della parete esterna dell’edificio che ospita il
combustore, in direzione del Naviglio di Bra.
Nel corridoio fra tale parete ed il Naviglio, in un’area apposita indicata sul dis.
F0090516, sono posizionati i due cassoni (riutilizzabili) da 18 m³ nei quali sono
riversati i cassonetti da 0,8 m³.
Di norma è presente in stabilimento uno solo dei due cassoni: una volta pieno, esso
viene avviato allo smaltimento (il tempo di permanenza presso l’impianto è di circa
una settimana).
In particolari circostanze, legati a problemi organizzativi dello smaltitore autorizzato,
è possibile che entrambi i cassoni siano presenti in stabilimento (e pieni di ceneri, per
un totale di 24 tonn).
In ogni caso il tempo di permanenza dei cassoni in stabilimento è sicuramente
inferiore a 3 mesi, per cui risultano rispettati i requisiti del deposito temporaneo (art.
183 lett. b b del D.Lgs. 152/06).
I cassoni, dotati di copertura per evitare l’ingresso dell’acqua piovana, sono
posizionati con il fondo inclinato ed in modo che l’estremità più bassa del fondo
stesso si venga a trovare al di sopra di un grosso grigliato, attraverso il quale può
percolare l’eventuale eccesso del liquido utilizzato per bagnare ogni tanto (e
mantenere umide) le ceneri riversate nei cassoni stessi (che non sono a tenuta
stagna).
Tutta l’area che ospita i cassoni è pavimentata con cemento impermeabile. La
pavimentazione al di sotto del grosso grigliato sopra citato ha pendenza verso un
punto di raccolta dal quale l’acqua percolata è convogliata entro la già citata vasca
interrata da 7,5 m³.
Tale acqua viene riciclata per bagnare, tramite pompa e manichetta apposita, non
solo i cassoni saltuariamente, ma anche i cassonetti appena prima di svuotarli nei
cassoni stessi, al fine di evitare sviluppo di polverosità nell’operazione.
Poiché anche i cassonetti, in occasione dello svuotamento, vengono posizionati
nell’area suddetta, questa, al di fuori del grosso grigliato, ha il pavimento realizzato
con pendenza tale da convogliare gli eventuali colaticci, generati ad es. dalla
22
ECOPROGETTI
bagnatura dei cassonetti, verso una canalina trasversale grigliata. Questa li raccoglie e
li fa pervenire sempre nella vasca interrata, per poterli riciclare.
Come riassunto nella tabella B (Allegato 5), nel 2015 sono state conferite 83 tonn di
ceneri leggere e 326 tonn di ceneri pesanti.
I quantitativi annui prodotti potrebbero arrivare ad un massimo di 150 e 650 tonn,
rispettivamente, nel caso di pieno sfruttamento della potenzialità annua del
combustore e di una diversa composizione media dei rifiuti (con prevalenza ad es. di
carte decorative).
In All. 3 sono riportati due certificati di analisi relativi uno alle cenere pesanti e uno
alle ceneri leggere.
Le ceneri pesanti sono state conferite nel 2015 alla BRA SERVIZI Srl, con sede
legale in BRA (CN), Strada Vecchia Torino, 47 ed impianto sito in BRA (CN),
Corso Monviso, 25 (l’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata aggiornata con
Provvedimento SUAP di Bra n. 3/2015 del 6/02/2015, valido sino al 30/10/2023).
Le ceneri leggere sono state conferite nel 2015 in parte alla ROSSO Srl, con sede
legale ed operativa in FOSSANO (CN), Via Ghiglione, 16/18 (l’Autorizzazione
Integrata Ambientale è stata rilasciata con D.D. n. 679 dell’11/07/2007, con scadenza
il 30/10/2015, ma validità prorogata fino alla conclusione del procedimento di
rinnovo in corso) ed in parte alla SERVIZI AMBIENTALI PIEMONTESI Srl, con
sede legale e operativa in ALESSANDRIA, Fraz. Spinetta Marengo, Via Rana, Zona
Ind. D5 (l’Autorizzazione ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 è stata concessa con D.D.
prot. n. 63672/192 del 20/05/2011, valida fino al 31/07/2017).
23
ECOPROGETTI
2.2.4. La gestione del combustore
Responsabile tecnico dell’impianto di combustione rifiuti è l’Ing. Luigi Derapalino.
In All. 4 è riportato l’organigramma del personale adibito alla gestione dell’impianto.
Nella centrale termica, in cui è inserito il combustore, è costantemente presente, 24
ore su 24, almeno un fuochista patentato per la conduzione dei generatori di vapore.
24
ECOPROGETTI
3. STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
3.1. DATI URBANISTICI E TERRITORIALI
Le caratteristiche urbanistiche e territoriali del sito ospitante l’impianto di recupero
sono già state descritte nelle relazioni presentate in occasione delle precedenti
Autorizzazioni e rinnovi.
Riassumeremo qui i dati più rilevanti.
Lo stabilimento è situato a Bra (CN), Strada Falchetto, 30.
Latitudine: 44° 42’ 00” Nord. Longitudine 4° 37’ 20” Ovest.
Nel sistema WGS84, le coordinate geografiche sono 32T - N 4.950.188 - E 407.345.
Quanto agli estremi catastali dell’insediamento, l’area destinata agli impianti di
stoccaggio, adeguamento volumetrico e trattamento mediante combustione dei rifiuti è
compresa nell’ambito delle particelle n. 114 del Foglio n. 28 e n. 89 del Foglio n. 37,
Comune di Bra.
L’area dello stabilimento risulta classificata dal PRGC vigente come “Area destinata
ad attività produttive consolidate”. A Nord dello stabilimento si trova un’area
“destinata ad attività produttive di nuovo impianto”. Agli altri lati sono presenti aree
verdi, come appare dall’immagine fotografica allegata.
Lo stabilimento si trova a Nord della Strada Falchetto ed ha una superficie di circa
120.000 m².
Esso è localizzato in zona periferica, a circa 500 m dalla tangenziale di Bra, per cui gli
automezzi in transito non debbono attraversare il centro abitato.
Questa è una delle ragioni che giustificano la localizzazione a suo tempo prescelta per
l’impianto, oltre al fatto che buona parte dei rifiuti bruciati è prodotta in stabilimento e
che in esso vi sono apparecchiature in grado di sfruttare il calore prodotto dalla
combustione.
Il Comune di Bra ha 29.744 abitanti, con una densità di 499,6 abitanti/km² (al
31/12/2014).
Facendo riferimento al Piano Territoriale Provinciale (PTP) della Provincia di Cuneo,
e in particolare alla Carta dei caratteri territoriali e paesistici (CTP n. 192 per la zona
di Bra), nell’area dello stabilimento non risultano presenti elementi di rischio
25
ECOPROGETTI
ambientale o vincoli relativi a specifici piani regionali, provinciali, di bacino, ovvero
ad Aree Protette di qualsiasi genere.
L’esame delle mappe redatte dalla Regione Piemonte (Settore Prevenzione del Rischio
Geologico, Meteorologico e Sismico) ha evidenziato che lo stabilimento è situato in
una zona esente da rischi geologici, meteorologici e sismici di un qualche rilievo.
Non sono noti, infatti, fenomeni franosi di nessun genere, né in profondità, né in
superficie (riferibili cioè a terreni incoerenti di copertura superficiale).
26
ECOPROGETTI
3.2. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE
Il suolo è costituito da strati e depositi alluvionali prevalentemente composti da sabbie
e ghiaie.
È presente un acquifero superficiale che persiste fino ad una profondità di circa 30 m,
con soggiacenza della falda libera fra i 2 ed i 5 m rispetto al piano compagna.
Al di sotto dell’acquifero superficiale è presente con continuità una successione di
terreni quasi del tutto impermeabili, quali argille e limi argillosi, che garantiscono la
protezione delle falde profonde collegate al rifornimento degli Acquedotti ed al
consumo umano.
Le linee di flusso sotterranee sono orientate da Sud verso Nord, con direzione
praticamente coincidente con quella di deflusso della rete idrica di superficie.
A questo proposito citiamo il Canale artificiale denominato Naviglio di Bra, ad uso
irriguo, che scorre adiacente al perimetro di stabilimento.
Sono presenti nell’area dello stabilimento stesso quattro pozzi profondi utilizzati per il
prelievo di acque di raffreddamento, mentre i pozzi di alimentazione dell’Acquedotto
di Bra si localizzano circa 3 km più a Nord, in Località Tetti dei Milanesi.
Il territorio non è interessato da fenomeni rilevanti né di inondazione, né di trasporto di
masse legato ad attività torrentizie.
Minimi risultano infatti anche i danni alla rete viaria ed al centro abitato registrati nel
tempo.
Il PRGC colloca l’area in cui si trova lo stabilimento in Classe II (a media pericolosità
geomorfologica), e più esattamente II-3p (settori a rischio di allagamenti conseguenti
alla tracimazione di tratti d’alveo artificiali arginati e ad insufficienza della rete
fognaria).
27
ECOPROGETTI
3.3. QUALITA’ DELL’ARIA
In pratica l’unico aspetto potenzialmente rilevante per la valutazione dell’impatto
dell’impianto di recupero sull’ambiente circostante è la ricaduta al suolo degli
inquinanti emessi dal camino del combustore.
I potenziali ricettori interessati alla ricaduta suddetta sono molteplici, e comprendono
sia civili abitazioni (le più vicine sono a circa 200 m di distanza dal camino in linea
d’aria), sia scuole pubbliche (le più vicine sono a circa 1.200 m), sia l’Ospedale Santo
Spirito (a circa 1.400 m).
La centralina di rilevamento della Qualità dell’aria, in Viale Madonna dei Fiori, è a
1.100 m di distanza.
Nell’Allegato 1 è contenuto lo studio di dispersione atmosferica per valutare gli effetti
della ricaduta al suolo degli inquinanti emessi dal camino del combustore e sono
riportati i dati più significativi relativi alla qualità dell’aria nel Comune di Bra.
Il relatore
(Ing. Fortunato Ritorto)
28
ECOPROGETTI
ALLEGATO 1
STUDIO DELLA RICADUTA AL SUOLO DEGLI INQUINANTI
EMESSI DAL CAMINO DEL COMBUSTORE
ECOPROGETTI
INDICE
Pag.
1. PREMESSE
1
2. DESCRIZIONE DEL MODELLO DI DISPERSIONE ATMOSFERICA
ADOTTATO
2
3. VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI CRITICHE
5
4. PREPARAZIONE DEI DATI DI INPUT PER IL MODELLO DI DISPERSIONE
10
4.1.
PARAMETRI METEOROLOGICI
10
4.2.
INQUINANTI CONSIDERATI
12
4.3.
PORTATA E CONCENTRAZIONI
15
5. POSSIBILE INFLUENZA DEGLI OSTACOLI ALLA DISPERSIONE
17
6. CALCOLO DEL CONTRIBUTO INQUINANTE DEL CAMINO
20
7. CONFRONTO CON I LIMITI AMMISSIBILI
22
ECOPROGETTI
1. PREMESSE
Al fine di verificare la compatibilità ambientale del combustore di rifiuti installato nello
stabilimento di Strada Falchetto, 30, BRA (CN) dell’ABET LAMINATI SpA, viene
svolto nel seguito uno studio dell’effetto di ricaduta degli inquinanti emessi dal camino
terminale.
Con apposito modello di dispersione atmosferica basato sulle condizioni meteoclimatiche
locali vengono valutate le immissioni inquinanti al suolo, paragonate quindi con i
rispettivi limiti ammissibili.
1
ECOPROGETTI
2. DESCRIZIONE
DEL
MODELLO
DI
DISPERSIONE
ATMOSFERICA
ADOTTATO
Il modello qui utilizzato è di tipo “short-term”, ovvero permette di calcolare
concentrazioni di inquinanti al suolo di breve periodo (tipicamente un’ora) riferite ad un
ben preciso scenario meteorologico (che può essere ad esempio quello più tipico della
località, oppure quello più pessimistico).
Gli algoritmi utilizzati sono quelli impiegati dai modelli di dispersione atmosferica di più
comune utilizzo, come l’ISCST3 dell’EPA ed il WINDIMULA 4.4 dell’ENEA.
In particolare è ipotizzata una distribuzione gaussiana degli inquinanti, in termini di
deviazioni standard σy e σz, tenendo conto delle riflessioni causate dal terreno e dalla
presenza di un’inversione in quota che limita la diffusione verticale (tale quota zi è detta
anche altezza di rimescolamento).
Per concentrazioni, dovute ad un singolo camino, a livello del suolo e lungo l’asse del
pennacchio (ovvero nella direzione del vento, lungo la quale le concentrazioni stesse sono
evidentemente massime), l’espressione gaussiana assume la forma seguente:
1)


 1  H 2 
Q
c=
⋅ exp  −  e   + Vi 
π σz σy u 
 2  σ z  


con

 1  2n z + H  2 
 1  2n z − H  2  
i
e
i
e
  + exp − 
  
Vi = ∑ exp  − 
2
σz
2
σz
n =1 




  




∞
dove:
▪
c è la concentrazione al suolo dell’inquinante (µg/m³)
▪
Q è la portata in massa di inquinante emesso (µg/sec)
▪
u è la velocità del vento (m/sec) alla bocca del camino
▪
σz e σy sono le deviazioni standard (m), funzioni di x e della classe di stabilità
atmosferica
▪
x, y e z sono le coordinate (m) del punto in cui si vuole la concentrazione c, in un
sistema di riferimento con origine il camino, asse x secondo la direzione del vento,
asse y ad essa perpendicolare (nel piano orizzontale), asse z lungo la verticale (nel
nostro caso abbiamo assunto y = z = 0)
2
ECOPROGETTI
▪
He = Hc + ∆h è l’altezza effettiva di emissione (m)
▪
Hc è l’altezza (m) della bocca del camino rispetto al suolo
▪
∆h è l’innalzamento del pennacchio (m)
▪
zi è la quota dello strato di inversione termica (m).
Il termine Vi è quello che tiene conto delle riflessioni dovute allo strato di inversione.
L’indice n deve essere fatto variare in teoria da 1 a ∞: in pratica, per una buona
approssimazione, è sufficiente arrivare al massimo fino ad n = 3÷4.
La formula gaussiana è in genere applicata tal quale ad emissioni sia di inquinanti gassosi,
sia di polveri di bassa granulometria (come quelle del nostro caso).
In quest’ultima ipotesi infatti il moto di sedimentazione è generalmente di trascurabile
effetto rispetto ai movimenti dovuti alla turbolenza atmosferica.
Resterebbe aperta la possibilità di una deposizione delle particelle solide sul terreno, ma
cautelativamente viene prevista anche per esse, come per gli inquinanti gassosi, una totale
riflessione una volta giunte in corrispondenza del suolo.
Per le deviazioni standard σz e σy esistono valori proposti da svariati autori, ottenuti
sperimentalmente sulla base di tempi di campionamento diversi ed in zone
morfologicamente dissimili fra loro.
Le σ più comunemente usate sono quelle di Briggs, la cui espressione generale è
2)
σ = a x (1 + b x)d
I coefficienti a, b, d sono diversi a seconda che si tratti di σy o σz, che ci si trovi in campo
aperto o in aree urbane e di quale sia la classe di stabilità.
Per la classe C, in aree urbane, è ad esempio
3)
σy = 0,22 x (1 + 0,0004 x) - 0,5
σz = 0,2 x
Vi è molta ambiguità in letteratura intorno a quale sia il tempo di campionamento cui le
σ di Briggs si riferiscano (facciamo notare che tale tempo è poi quello a cui risulta riferita
la concentrazione c calcolata).
Il problema è riconducibile al fatto che Briggs elaborò espressioni che si adattassero ai
dati sperimentali ricavati da diversi autori (principalmente da Pasquill, per sorgenti di
altezza modesta e tempi di 3÷10’, e dal BNL, per sorgenti molto elevate e tempi di 1 h).
3
ECOPROGETTI
Nel nostro caso sarebbe quindi più logico far riferimento a 10’, ma ci atterremo
cautelativamente alla prassi operativa dell’EPA, la quale usa i valori di Briggs e riferisce
in ogni caso le concentrazioni c calcolate ad un tempo di campionamento di 1 h.
Nel caso che le concentrazioni ammissibili siano per legge riferite ad un tempo di
campionamento di 24 h (come per il materiale particolato), la concentrazione calcolata
sulla base di 1 h deve ovviamente essere in qualche modo corretta.
L’EPA consiglia un coefficiente di riduzione pari a 0,4 per passare dalla concentrazione
su base oraria a quella su base giornaliera.
Una volta calcolate le σ come sopra indicato, esse vengono corrette per tener conto della
dispersione iniziale causata dai moti turbolenti del pennacchio, che provocano un
trascinamento di aria ambiente. Secondo Pasquill (e la prassi EPA) si ha:
 Δh 
σ' = σ + 

 3,5 
2
2
4)
Le σ' sono i valori da introdurre effettivamente nella formula gaussiana.
Per l’innalzamento finale ∆h del pennacchio si sono utilizzate le formule di Briggs.
Nel caso di atmosfera instabile o neutra (categorie A – D) e fumi decisamente caldi, si
ha:
3/4
5)
Δh = 21,425 ⋅ FB / u
con
FB = g · v · (d/2)2 · (t – ta) / (t + 273) = g · G · (t – ta) / (π · 273 · 3600)
essendo g = 9,81 m/sec2 l’accelerazione di gravità, t e ta (°C) le temperature
rispettivamente dei fumi allo sbocco e dell’aria ambiente, v (m/sec) la velocità dei fumi
all’emissione, d (m) il diametro della bocca del camino, G (Nm³/h) la portata gassosa
emessa.
La formula suddetta per ∆h vale per valori del parametro di galleggiamento FB (m4/sec3)
minori di 55 (come di norma si verifica).
Nel caso che risulti v/u < 1,5 è prevista una riduzione virtuale di Hc, per tener conto
dell’effetto scia causato dal camino stesso (nel nostro caso il problema non sussiste).
4
ECOPROGETTI
3. VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI CRITICHE
La variabile c, quale funzione di x, di u e della categoria di stabilità atmosferica, ammette
sia dei massimi relativi (pensando variabili uno o due qualsiasi dei tre parametri e fissi i
rimanenti), sia un massimo assoluto, che chiameremo concentrazione critica.
Essa è in sostanza la più alta che possa verificarsi al suolo per qualsiasi velocità del vento,
in qualsiasi condizione di stabilità atmosferica e ad una qualsiasi distanza dal camino, e
si realizza in corrispondenza di una ben precisa terna di valori dei tre parametri.
Matematicamente le condizioni critiche si determinano imponendo che siano nulle le
derivate parziali della concentrazione c rispetto ad x e ad u.
Si ottengono così due equazioni che consentono di ricavare i valori critici xc ed uc, e
quindi il valore della concentrazione critica ad essi corrispondente.
Il calcolo va effettuato per ogni classe di stabilità, prendendo infine il valore più alto di c
così ottenuto.
Il difetto del metodo è che la classe di stabilità così individuata e soprattutto il valore di
uc calcolato possono essere irrealistici (ovvero scarsamente frequenti e significativi) per
la località in oggetto, in particolare nell’ambito della stagione in cui è noto che il
complesso delle sorgenti di emissione esistenti nell’area produce le concentrazioni al
suolo più rilevanti.
Come vedremo, questo è appunto il nostro caso. Di conseguenza ha interesse anche il
calcolo della concentrazione critica in prefissate condizioni di velocità del vento ed
eventualmente di stabilità, ovvero considerando c come variabile in funzione della sola
x.
A tale scopo è sufficiente annullare la sola derivata parziale di c rispetto ad x.
Il calcolo della concentrazione critica nelle due ipotesi sopra considerate è semplice ed
istruttivo, a patto di operare alcune semplificazioni alle formule riportate nel paragrafo
precedente.
La prima è di ammettere che σz / σy non dipenda da x. Ciò risulta vero con buona
approssimazione, se si tiene conto che:
▪
il coefficiente b nelle formule di Briggs è molto piccolo, per cui σz / σy è uguale in
pratica al rapporto dei rispettivi coefficienti a (0,2 / 0,22 = 0,909 in classe C)
5
ECOPROGETTI
▪
la correzione delle σ (formula 4) è rilevante per valori piccoli di x (vicino al camino),
ma diventa quasi trascurabile alle distanze a cui si verificano in genere i massimi di
concentrazione.
La seconda semplificazione è di trascurare il termine Vi che tiene conto delle riflessioni
dovute allo strato di inversione.
La cosa è del tutto lecita purché, alla distanza xc a cui si verificano le concentrazioni
massime, l’espansione verticale del pennacchio non abbia ancora prodotto
un’interferenza significativa fra la sua estremità superiore e lo strato di inversione.
Il criterio elaborato da Turner è che tale interferenza diventa significativa quando σz
raggiunge il valore:
6)
σ z,i = z i / 2 ln 10 = 0,466 ⋅ z i
Detta xi la distanza alla quale ciò si verifica, per x = 2 xi l’interferenza può considerarsi
completata ed il profilo verticale di concentrazione fra il suolo e z = zi risulta
sostanzialmente uniforme.
In pratica è sufficiente verificare a posteriori che sia σz, c < σz, i perché risulti giustificato
l’aver trascurato Vi (σz, c è il valore di σz per x = xc).
Come vedremo fra breve, le concentrazioni critiche sono influenzate dalla presenza dello
strato di inversione quando l’altezza di emissione He = Hc + ∆h è pari ad almeno il 66%
di zi, ovvero nel caso di camini piuttosto elevati e/o di basse altezze di rimescolamento.
Il fatto che nel nostro caso, come verificheremo, le concentrazioni massime non risultino
praticamente influenzate dall’altezza zi (pur assunta cautelativamente bassa) non significa
che la presenza di un’inversione in quota sia irrilevante sull’inquinamento nei bassi strati
dell’atmosfera (anzi, tale fenomeno, come ben noto, è il principale responsabile delle
situazioni critiche invernali in Val Padana). Significa solamente che l’influenza negativa
dell’inversione sulle concentrazioni dovute ai singoli camini si manifesta a distanze più
elevate di quelle corrispondenti ai relativi massimi: in presenza di una pluralità di
sorgenti, a distanze anche ragguardevoli fra loro, la conseguenza ultima dell’inversione è
un innalzamento notevole delle concentrazioni medie risultanti.
In virtù delle due semplificazioni sopra invocate, l’espressione 1) si riduce a:
6
ECOPROGETTI
c=
Ponendo
7)
Q ⋅σz / σy
π σ 2z u
 1  H 2 
⋅ exp  −  e  
 2  σ z  
∂c
∂c
= 0 ) si ottiene facilmente
= 0 (che è equivalente a
∂x
∂σ z
σ z,c =
He
c 'c =
2
2 Q ⋅ σ z /σ y
π e u H e2
con He = Hc + ∆h
dove e = 2,718 è la base dei logaritmi naturali.
Questo valore c 'c della concentrazione critica è quindi quello massimo che si può avere,
per una prefissata velocità del vento, al variare della distanza x dal camino.
In virtù della 5) ∆h = K / u, con K = 21,425 · FB3/4 (un’espressione analoga, con K =
3 · d · v, varrebbe per fumi freddi).
Se non ci si vincola ad un prefissato valore di u, ma si impone aggiuntivamente
∂c
=0,
∂u
si ottiene altrettanto facilmente
8)
uc =
K
Hc
Δh = H c
σ z,c = 2 ⋅ H c
c 'c' =
Q ⋅ σ z /σ y
2 π e K Hc
Questo valore c 'c' della concentrazione critica è quindi quello massimo che si può avere al
variare sia della velocità del vento, sia della distanza dal camino (uc è il valore di u per
cui tale massimo si verifica).
Delle formule sopra trovate, il primo gruppo (7) è comunemente citato in letteratura, il
secondo (8) no.
Da tali formule possono trarsi le seguenti conclusioni:
a) La concentrazione critica è tanto più alta quanto maggiore è il rapporto σ z /σ y .
Nel caso di dispersione in aree urbane (corrispondente, come vedremo, al nostro
caso) il rapporto σ z /σ y è massimo in classe C. Vale infatti (come visto) 0,909, mentre
è 0,75 nelle classi A e B e 0,875 in classe D.
E’ per questa ragione che, nel paragrafo precedente, abbiamo riportato esplicitamente
le espressioni di σ z e σ y per la classe C, che risulta sistematicamente la più critica,
a prescindere che si prefissi o no il valore di u.
7
ECOPROGETTI
Per la dispersione in campo aperto, le formule di Briggs indicano invece come classe
sistematicamente più critica la A ( σ z /σ y = 0,909). Vi è da osservare, a tal proposito,
che il modello ISCST3 (contrariamente al WINDIMULA 4.4 dell’ENEA) usa in
campo aperto le σ non di Briggs, ma di Pasquill-Gifford (riferendole arbitrariamente
e cautelativamente a 1 h invece che a 10’), con la conseguenza che la classe più
critica, almeno per camini di altezza medio-bassa, resta la C.
b) Nel caso in cui non venga prefissata la velocità del vento, il pennacchio risulta, in
condizioni critiche, alto quanto il camino. I valori critici della velocità del vento e
della concentrazione risultano entrambi inversamente proporzionali all’altezza del
camino.
Se la velocità del vento è prefissata, la concentrazione massima risulta inversamente
proporzionale a (Hc + ∆h)2, per cui l’effetto dell’innalzamento del camino sulla
concentrazione può risultare un po’ diverso e va valutato caso per caso (il rapporto
fra Hc e ∆h viene a dipendere da u).
c) Che u sia o no prefissato, si ha σ z,c = H e / 2 e quindi la condizione σ z,c < σ z,i
(ininfluenza dell’inversione sulla concentrazione massima) si trasforma, tenuto conto
della 6), in:
He
2
<
zi
2 ln 10
ovvero
He
<
zi
1
ln 10
= 0,659
Se u non è prefissato, la condizione diventa Hc / zi < 0,33.
d) La distanza xc a cui si ha la concentrazione massima si ricava facilmente, che u sia o
no prefissato, ricavando la σz di Briggs dalla formula 4) di Pasquill
σz = σ
2
z,c
 Δh 
−

 3,5 
2
e quindi xc dalla formula 2) di Briggs.
Poiché in classe C ed area urbana è σz = 0,2 x, si ha direttamente
9)
xc = 5⋅ σ
2
z,c
 Δh 
−

 3,5 
2
Calcoliamo ora la σy di Briggs (mediante la formula 3) per x = xc e poi la σy corretta
mediante la formula 4) di Pasquill. Chiamiamo σy,c il valore così trovato e
8
ECOPROGETTI
sostituiamo σz,c / σy,c al valore σz / σy di primo tentativo (che era nel nostro caso
0,909) riportato nelle formule 7) e 8).
Otteniamo così un valore molto più preciso della concentrazione critica.
e) Per valori di x ed u prossimi a quelli critici, l’andamento della concentrazione è
piuttosto piatto, perché ci si trova nei pressi di un massimo. Anche se i valori critici
xc e uc trovati non fossero del tutto esatti, per via delle semplificazioni fatte,
calcolando la concentrazione ad essi corrispondente mediante la formula 1) rigorosa,
si troverà un valore di c sicuramente molto prossimo a quello massimo effettivo.
9
ECOPROGETTI
4. PREPARAZIONE DEI DATI DI INPUT PER IL MODELLO DI DISPERSIONE
4.1. PARAMETRI METEOROLOGICI
Come condizioni meteorologiche di riferimento per i calcoli di dispersione utilizzeremo
i dati elaborati dall’ARPA di Cuneo nei suoi rapporti periodici sulla qualità dell’aria.
Nel monitoraggio del 2009 (prot. n. 35465 del 31/03/10) l’altezza media dello strato di
rimescolamento risulta variare (nella zona intorno a Fossano, che dista 18 km in linea
d’aria dallo Stabilimento) da un minimo di 250 m in inverno ad un massimo di 800 m
in estate.
Il dato invernale risulta piuttosto cautelativo rispetto ai valori preimpostati o di default
previsti dagli usuali modelli di dispersione.
Ad esempio SCREEN 3 (il programma semplificato dell’EPA derivato da ISCST3)
prevede per l’altezza di rimescolamento, in condizioni instabili o neutre, un valore
zi = 320 · u10, dove u10 è la velocità del vento a 10 m di altezza. Poiché il valore minimo
di tale velocità preso in considerazione dai modelli gaussiani è pari a 1 m/sec, si deduce
che zi non è mai assunta inferiore a 320 m.
WINDIMULA 4.4 considera come valori di default (in mancanza di dati meteorologici
più precisi) altezze pari a 500 m in classe D, 1.000 m in classe C, 1.500 in classe A e B,
10.000 m in classe E ed F.
Facciamo comunque notare che, per quanto detto al punto c) del paragrafo precedente,
un’altezza di rimescolamento pari a 250 m non ha sicuramente influenza sulle
concentrazioni massime al suolo di camini con altezza effettiva di emissione He minore
di 0,659 · 250 = 165 m.
Il medesimo rapporto dell’ARPA riporta per Bra valori medi mensili della velocità del
vento compresi fra 0,4 e 1,3 m/sec. I valori maggiori si verificano in primavera-estate, i
minori in autunno-inverno.
Il valore medio più rappresentativo per la stagione invernale è dell’ordine di 0,5÷0,6
m/sec.
In effetti è l’inverno la stagione cui è più logico fare riferimento per lo studio di
dispersione, perché è in essa che si misurano le concentrazioni al suolo più rilevanti e
quindi risulta più significativo quantificare il contributo inquinante del combustore.
10
ECOPROGETTI
Assumeremo comunque per le successive elaborazioni un valore della velocità del vento
allo sbocco del camino pari ad 1 m/sec, sia perché, come già detto, i modelli gaussiani
diventano inattendibili per velocità inferiori a tale valore, sia perché, come vedremo, il
contributo massimo del camino alle immissioni tende a verificarsi, secondo il modello
adottato, per valori di u decisamente maggiori di 1 m/sec.
La scelta di u = 1 m/sec risulta quindi cautelativa rispetto a quella di valori più bassi,
che l’andamento stagionale di per sé consiglierebbe.
Il fatto che tale scelta sia considerata cautelativa non è in contrasto con i dati riportati
dall’ARPA, secondo i quali le concentrazioni massime degli inquinanti normalmente
riscontrabili nelle aree urbane si verificano per velocità del vento inferiori a 0,5 m/sec.
La maggior parte delle sorgenti che generano tali inquinanti si trova infatti a livello del
suolo (si pensi al traffico veicolare) e non presenta l’effetto pennacchio. Per esse è
quindi sistematicamente He = 0 e le relative immissioni, come risulta dalla formula 1),
sono inversamente proporzionali ad u, ovvero tanto più alte quanto più u è bassa.
Per le sorgenti elevate le cose vanno diversamente, perché al diminuire di u cresce
l’innalzamento ∆h del pennacchio, la qual cosa tende a ridurre le relative immissioni.
Quanto agli altri parametri di tipo meteorologico che le elaborazioni richiedono,
assumeremo cautelativamente condizioni di stabilità atmosferica corrispondenti alla
classe C perché, come già detto, è quella che porta alle condizioni più critiche.
Per la temperatura ambiente considereremo un valore di 5°C, tipico delle condizioni
invernali di riferimento.
Adotteremo poi le espressione delle σ valide per aree urbane (anche se lo stabilimento
ha nelle adiacenze sia abitazioni, sia zone di aperta campagna), perché tali espressioni
sono più cautelative (portano a valori delle concentrazioni al suolo più elevati rispetto
al caso delle aree rurali).
11
ECOPROGETTI
4.2. INQUINANTI CONSIDERATI
Nelle elaborazioni seguenti saranno presi in considerazione gli inquinanti più
significativi emessi dal camino del combustore, ovvero gli NOX e le polveri, perché
contribuiscono virtualmente ad incrementare i parametri già più a rischio nell’aria
Braidese, ovvero il biossido di azoto (NO2) e le polveri sottili (PM10).
Quanto alle sostanze organiche volatili (fra le quali risultano virtualmente comprese
formaldeide e fenolo incombusti) la concentrazione al camino è bassissima (dell’ordine
di 2 mg/Nm³) e quella al suolo, di conseguenza, del tutto trascurabile.
Per quanto riguarda le polveri, quelle emesse dal camino del combustore, ovvero a valle
del filtro a maniche, sono praticamente tutte considerabili di granulometria inferiore a
10 µ, vista l’elevatissima efficienza del depuratore suddetto sulle particelle di diametro
maggiore.
Più complesso è il discorso riguardante gli NOX.
Essi sono costituiti essenzialmente da una miscela di monossido (NO) e di biossido
(NO2) d’azoto.
I processi di combustione, compresi quelli relativi al traffico veicolare, generano alla
fonte essenzialmente NO (la percentuale volumetrica di NO2 non supera di norma il
5%).
Nell’atmosfera si svolgono poi complessi meccanismi di reazione (coinvolgenti l’ozono
e gli idrocarburi presenti) i quali portano ad un aumento della concentrazione di NO2
(l’ossidazione di NO da parte dell’ossigeno atmosferico è molto lenta e dà un contributo
generalmente trascurabile).
La percentuale finale di NO2 è molto maggiore in estate che in inverno (temperatura e
insolazione influiscono sensibilmente sulla concentrazione dell’ozono e dei radicali
idrocarburici, che sono i principali agenti ossidanti del monossido), anche se in inverno
le concentrazioni dei due ossidi sono molto più alte che in estate (perché meno efficace
è la dispersione atmosferica).
E’ interessante osservare che, in inverno, la percentuale di NO2 diminuisce al crescere
della concentrazione globale di NOX, presumibilmente perché tendono a risultare
controllanti sul meccanismo di reazione le concentrazioni dell’ozono e degli idrocarburi
necessari per l’ossidazione, le quali non crescono altrettanto rapidamente che gli NOX.
12
ECOPROGETTI
E’ anche interessante il fatto che i picchi delle concentrazioni di NO ed NO2 si hanno in
genere nelle medesime ore del giorno, dal che si deduce che le reazioni suddette sono
piuttosto veloci e si raggiunge quindi abbastanza rapidamente l’equilibrio fra le
concentrazioni dei due inquinanti.
Dagli accenni fatti si comprende facilmente che far conto su una derivazione teorica
della concentrazione di NO2, mediante modelli misti di diffusione-reazione chimica (pur
esistenti), è piuttosto velleitario, essendo così importanti e numerosi al riguardo i dati
locali specifici necessari, quali temperatura, insolazione e concentrazione degli altri
inquinanti che partecipano alle reazioni.
E’ più logico esaminare i dati sperimentali disponibili in loco sulle concentrazioni di
NO e NO2, rilevati dalle centraline di controllo, per dedurne il rapporto che tende
effettivamente a crearsi in atmosfera fra i due inquinanti.
Il tempo che intercorre fra la fuoriuscita dal camino ed il raggiungimento da parte dei
fumi del punto di massima concentrazione è, nel nostro caso, dell’ordine di pochissimi
minuti e potrebbe quindi non risultare sufficiente per un decorso completo della cinetica
di reazione. La considerazione sopra fatta circa la simultaneità dei massimi rilevati
sperimentalmente giustifica comunque l’assunzione semplificativa e cautelativa che, nel
punto critico xc, la conversione in NO2 del monossido appena emesso corrisponda già
al rapporto mediamente vigente in atmosfera.
Per lo scopo suddetto sono stati presi in considerazione i picchi di concentrazione di NO
e di NO2 registrati a Bra nell’inverno attuale (2015-2016) e in quello precedente
(Sistema Piemonte - Rete di rilevamento della Qualità dell’aria - Dati della stazione di
Bra, Viale Madonna dei Fiori).
In tali periodi si sono verificate concentrazioni orarie massime di NO ed NO2
dell’ordine, rispettivamente, di 120÷160 µg/m³ e 90÷110 µg/m³. Tali massimi si
registrano di norma fra le ore 18 e 20 e, in subordine, fra le ore 8 e 9 (ovvero in
corrispondenza dei picchi del traffico veicolare).
Nelle situazioni più critiche il rapporto fra la concentrazione di NO2 (in ppm o in µg/m³)
e la concentrazione di NOX (NO + NO2, in ppm o in µg/m³ espressi come NO2) è
risultato pari a circa il 30%.
13
ECOPROGETTI
Nelle ore meno critiche, caratterizzate da concentrazioni più basse di ossidi d’azoto, il
rapporto sale anche a valori del 50÷60%.
E’ chiaro che a noi interessa valutare il contributo inquinante del combustore in
condizioni ambientali critiche, ovvero le più vicine ai limiti ammissibili, per cui
considereremo una percentuale di NO2 del 30% nelle emissioni di NOX del camino
(invece del 5% effettivo) per tener conto dell’ulteriore conversione che avviene
nell’atmosfera.
14
ECOPROGETTI
4.3. PORTATA E CONCENTRAZIONI
Per quanto riguarda la portata di fumi espulsa e le concentrazioni degli inquinanti
considerati, sarebbe ad esempio plausibile ricorrere ai valori medi risultanti per il 2015
dalle registrazioni dello SME.
In alternativa ci si può riferire ai “peggiori” valori orari misurati nel medesimo periodo,
anche se occorre fare attenzione a non perseguire per tutti i possibili parametri influenti
le ipotesi più pessimistiche, al fine di non creare in conclusione uno scenario privo di
credibilità, ovvero statisticamente assai poco probabile.
Il modello utilizzato ipotizza già le condizioni più critiche, in contemporanea, per la
classe di stabilità atmosferica, la velocità del vento, l’altezza dello strato di inversione
termica, la riflessione delle polveri al suolo (assunta totale), le deviazioni standard σy e
σz (assumendo i valori validi per aree urbane piuttosto che per aperta campagna), la
distanza dei possibili ricettori dal camino.
È perciò poco probabile che, sempre nello stesso momento, si verifichino anche le
condizioni emissive più gravose, rispetto a quelle medie.
I valori medi relativi al 2015 dei parametri rilevanti per le nostre valutazioni sono i
seguenti: portata gassosa 9.820 Nm³/h (su base secca e riferita all’11% di O2 nei fumi
secchi), temperatura al camino 136°C, tenore di umidità del 4,52%, percentuale di O2
nei fumi secchi 17,26%, concentrazione delle polveri 1,59 mg/Nm³, concentrazione
degli NOX (come NO2) 174,7 mg/Nm³, concentrazione dei composti organici volatili
(come carbonio organico) 2,34 mg/Nm³ (tutte riferite a gas secco e all’11% di O2 nei
fumi secchi).
I valori “peggiori” registrati nel 2015 sono quelli relativi al 24/03/2015, con valori medi
giornalieri (ben rappresentativi anche dei valori riscontrati nelle ore del giorno più
critiche per via del traffico veicolare) pari a: portata gassosa 10.200 Nm³/h, temperatura
148°C, umidità 4,2%, O2 17,0%, polveri 3,6 mg/Nm³, NOX 180 mg/Nm³, COV 2,86
mg/Nm³.
Dal confronto si deduce che i valori medi annui si discostano poco da quelli più gravosi,
tranne che per la concentrazione delle polveri, che presenta una certa variabilità (a fronte
di una media annua di 1,59 mg/Nm³, la media giornaliera oscilla nel 2015 fra 0,6 e 3,6
mg/Nm³).
15
ECOPROGETTI
Noi consideriamo cautelativamente, per i calcoli di dispersione, i valori di portata e
concentrazioni del 24/03/2015, ovvero anche per questi parametri le condizioni più
critiche, ma sarebbe probabilmente più realistico il quadro basato sui valori medi annui
(con una concentrazione di polveri al suolo pari al 40÷50% di quella che calcoleremo).
Il flusso di massa degli inquinanti emesso dal camino è dato direttamente dal prodotto
della portata per le rispettive concentrazioni (perché entrambi i parametri sono
omogeneamente riferiti a fumi secchi con l’11% O2).
Si tratta quindi di 10.200 ∙ 3,6 ∙ 1.000 / 3.600 = 10.200 µg/sec di polveri, di 10.200 ∙
2,86 ∙ 1.000 / 3.600 = 8.100 µg/sec di COV e di 10.200 ∙ 180 ∙ 1.000 / 3.600 = 510.000
µg/sec di NOX, virtualmente corrispondenti, per quanto detto alla fine del par. 4.2, ad
un’emissione di 510.000 ∙ 0,3 = 153.000 µg/sec di NO2.
La portata gassosa effettiva al camino (ovvero quella umida e non riportata all’11% O2)
risulta pari a:
10.200 ∙
100
21 - 11
∙
= 26.600 Nm3 /h
100 - 4,2 21 - 17,0
Poiché il camino del combustore ha un’altezza di 20 m ed un diametro allo sbocco di
0,9 m, la velocità di sbocco è uguale a 26.600 ∙ (273 + 148) / 273 / 3.600 / (π / 4 ∙ 0,92)
= 17,9 m/sec.
16
ECOPROGETTI
5. POSSIBILE INFLUENZA DEGLI OSTACOLI ALLA DISPERSIONE
La formula gaussiana riportata nel paragrafo 2 vale di principio per camini isolati su suolo
piano.
Gli ostacoli naturali ed artificiali (esempio tipico gli edifici) presenti nei pressi di un
camino possono alterare il tipo di dispersione regolare che costituisce l'ipotesi alla base
della formula suddetta.
Forse ancora più sensibile è l'influenza degli ostacoli sull'andamento del pennacchio.
Il fatto grave è che le alterazioni suddette sono capricciose, e nella maggior parte dei casi
imprevedibili; di conseguenza mal si prestano ad essere inquadrate in formule aventi una
qualche validità generale.
Le poche esistenti in materia sono di natura largamente empirica, ed in genere
ampiamente cautelative.
Quest'ultimo fatto può comportare in effetti il più delle volte una sopravvalutazione delle
immissioni, ma bisogna d'altra parte tener presente che possono realmente crearsi in certe
occasioni e situazioni delle vere e proprie "catture" del pennacchio nella "cavità", ovvero
nella zona di vortici e rimescolamento turbolento creata dal vento e valle degli edifici.
Tali catture possono comportare concentrazioni locali al suolo anormalmente elevate o
perlomeno riduzioni notevoli dell'altezza effettiva di emissione He.
La dispersione degli inquinanti è, nelle immediate vicinanze del punto di emissione, più
grande di quanto risulterebbe in campo libero (per via dell'aumentata turbolenza), ma
avviene soprattutto verso il basso, causando nelle vicinanze stesse concentrazioni al suolo
più elevate.
Si verifica in pratica presenza di inquinanti in punti dove sarebbe del tutto esclusa in
assenza degli edifici.
Parte degli inquinanti stessi possono addirittura migrare controvento, nell'ambito della
"cavità".
D'altra parte, ad un aumento delle concentrazioni all'interno e nei pressi del perimetro di
stabilimento può corrispondere una diminuzione delle concentrazioni a distanze più
rilevanti, grazie alla maggior dispersione trasversale subita all'origine dal pennacchio.
17
ECOPROGETTI
Nel nostro caso gli ostacoli presenti sono o di dimensioni sufficientemente contenute
rispetto all’altezza del camino, o posti a distanza tale da risultare ininfluenti, per lo meno
in base ai criteri adottati dal modello ISCST3.
Tali criteri sono di seguito illustrati.
Chiameremo hB l’altezza dell’ostacolo, hW la sua larghezza (in direzione perpendicolare
a quella del vento) ed L il più piccolo dei due valori hB ed hW.
Gli ostacoli tenuti in conto dal modello ISCST3 sono quelli per i quali la distanza fra il
camino ed il punto dell’ostacolo più vicino al camino stesso è minore o uguale a 5 · L.
Dopodiché, se Hc (altezza del camino) è maggiore di hB + 1,5 · L , è sicuramente esclusa
ogni influenza dell’ostacolo. Se Hc è minore di hB + 0,5 · L viene applicata la procedura
correttiva di Shulman e Scire, mentre per valori maggiori (fino ad un massimo di hB + 1,5
· L) viene applicato il metodo correttivo di Huber e Snyder.
Entrambi tali procedure prevedono di modificare σy e σz per tener conto dell’azione di
disturbo dell’ostacolo; quella di Shulman e Scire modifica pure la formula che dà
l’innalzamento del pennacchio, per tener conto dell’effetto deprimente su di esso
dell’ostacolo stesso.
In realtà la necessità di applicazione delle due procedure è subordinata ad una ulteriore
verifica, basata sul calcolo dell’altezza ∆hm del pennacchio dovuta al solo effetto della
quantità di moto (e non al galleggiamento termico) e valutata ad una distanza pari a 2 ·
hB (di norma ∆hm risulta inferiore all’innalzamento finale ∆h calcolato nei paragrafi
precedenti).
Detta He,m = Hc + ∆hm l’altezza effettiva di emissione, il metodo di Shulman e Scire ha
applicabilità pratica se He,m < hB + 2 · L, quello di Huber e Snyder se He,m < hB + 1,5 · L.
Se le due condizioni non sono soddisfatte, l’ostacolo non ha influenza pratica sulla
dispersione, al di là dei possibili effetti prossimali entro la “cavità” immediatamente a
valle dell’edificio.
Gli ostacoli degni di essere presi in considerazione nel nostro caso, perché a distanza
< 5 L, sono:
- l’edificio adiacente al camino (a 2 m di distanza), alto 12,5 m e con larghezza massima
di 15,5 m,
18
ECOPROGETTI
- l’accumulatore di vapore (a 6,5 m di distanza), alto 22 m e con larghezza massima di
4,4 m.
Il secondo rientra nel criterio preliminare di Shulman e Scire (perché Hc = 20 < (hB + 0,5
· L) = 22 + 0,5 · 4,4 = 24,2), il primo nel criterio preliminare di Huber e Snyder (perché
Hc = 20 < (hB + 1,5L) = 12,5 + 1,5 ·12,5 = 31,25).
Poiché
 3⋅ F ⋅ x 
Δh m =  2 m 2 
 β ⋅u 
1/ 3
Fm = v 2 ⋅ d 2 ⋅
(t a + 273)
4 (t + 273)
β=
1 u
+
3 v
e tenuto conto che u = 1 m/sec, v = 17,9 m/sec, ta = 5°C, T = 148°C, d = 0,9 m,
si ha β = 0,389 ed Fm = 42,84 m4/sec2.
Per il primo ostacolo si considererà l’altezza del pennacchio ad una distanza x = 2 hB =
25 m, per cui ∆hm = 27,68 m. Si ha allora He,m = Hc + ∆hm = 20 + 27,68 = 47,68 m, che
risulta maggiore di hB + 1,5 · L = 12,5 + 1,5 · 12,5 = 31,25 m: di conseguenza l’edificio
è ininfluente.
Per il secondo ostacolo x = 2 hB = 44 m e quindi ∆hm = 33,42 m. Si ha allora He,m = Hc +
∆hm = 20 + 33,42 = 53,42 m, che risulta maggiore di hB + 2 · L = 22 + 2 · 4,4 = 30,8 m,
per cui anche l’accumulatore risulta ininfluente.
19
ECOPROGETTI
6. CALCOLO DEL CONTRIBUTO INQUINANTE DEL CAMINO
Per i due inquinanti più significativi presi in considerazione, polveri sottili e NO2, le
portate emesse Q (µg/sec) sono rispettivamente pari a 10.200 µg/sec e 153.000 µg/sec,
come calcolato alla fine del par. 4.3..
In virtù della formula 5) si ha
FB = g · G · (t – ta) / (π · 273 · 3.600) = 9,81 · 26.600 · (148 – 5) / (π · 273 · 3.600) =
= 12,09 m4/sec3
∆h = K /u = 21,425 · FB3/4 / u = 21,425 · 12,093/4 / u = 138,9 / u
Essendo FB < 55 vale effettivamente l’espressione di ∆h sopra riportata.
Dalle formule 8) si ricava che, con velocità del vento non predeterminata, il valore critico
di quest’ultima è uc = K/Hc, ovvero uc = 138,9 / 20 = 6,95 m/sec.
Come si deduce dal rapporto dell’ARPA, si tratta di un valore irrealistico nell’area di Bra,
soprattutto durante la stagione invernale, per cui non risultano significative le
concentrazioni che ne conseguono.
Assumendo allora, come già preannunciato, u = 1 m/sec, si ottiene ∆h = K/u = 138,9 m.
Le formule 7), 9), 3) e 4) danno (considerando la classe C, che è la più critica):
He = Hc + ∆h = 20 + 138,9 = 158,9 m
σz,c = He / 2 = 112,4 m
He / zi = 158,9 / 250 = 0,636 (< 0,659)
2
xc = 5⋅ σ
2
z,c
2
 Δh 
 138,9 
2
−
 = 5 ⋅ 112,4 − 
 = 526 m
 3,5 
 3,5 
−0,5
σ y = 0,22 x c (1 + 0,0004 x c )
2
σ y,c
 Δh 
= σ +
 =
 3,5 
2
y
Per le polveri:
cc =
−0,5
= 0,22 ⋅ 526 (1 + 0,0004 ⋅ 526)
= 105,2 m
2
 138,9 
105,2 + 
 = 112,4 m.
 3,5 
2
2 Q σ z,c / σ y,c
πeuH
2
e
=
2 ⋅ 10.200 ⋅ 112,4 / 112,4
= 0,095 μg/m 3
π ⋅ 2,718 ⋅ 1 ⋅ 158,9 2
(tale valore, che è su base oraria, diventa 0,095 · 0,4 = 0,038 µg/m³ su base giornaliera)
Per NO2:
cc =
2 ⋅ 153.000 ⋅ 112,4 / 112,4
= 1,42 μg/m 3
2
π ⋅ 2,718 ⋅ 1 ⋅ 158,9
20
ECOPROGETTI
Le concentrazioni sopra calcolate di NO2 vanno normalizzate alla temperatura di 20°C (e
quindi divise per 293/278 = 1,054) prima del confronto con il limite ammissibile.
Il calcolo rigoroso condotto con la formula 1), usando le espressioni corrette delle σ
(formula 4) e tenendo conto del termine Vi (con zi = 250 m), porta a risultati quasi identici
a quelli delle formule semplificate sopra utilizzate (si ottiene ad es. xc = 597 m invece di
526 m come distanza alla quale la ricaduta è massima, cc = 0,0986 µg/m³ di polveri invece
di 0,095 e cc = 1,479 µg/m³ di NO2 invece di 1,42).
La lieve discrepanza è dovuta essenzialmente al fatto che il termine Vi non risulta del
tutto trascurabile, ovvero che la presenza dello strato di inversione non è completamente
irrilevante (ed infatti He / zi = 0,636 è sì minore di 0,659, ma non con grande margine).
Per i COV, per i quali Q = 8.100 µg/sec, si ottiene analogamente una concentrazione
massima al suolo di 0,078 µg/m³ (del tutto trascurabile).
21
ECOPROGETTI
7. CONFRONTO CON I LIMITI AMMISSIBILI
Le concentrazioni al suolo ammissibili di riferimento sono quelle fissate dal D.Lgs. n.
155/10.
Esso prevede un limite di 200 µg/m³ su base oraria per il biossido d’azoto (NO2), da non
superarsi più di 18 volte per anno civile, e di 50 µg/m³ su base giornaliera per le polveri
sottili (PM10), da non superarsi più di 35 volte per anno civile.
Il decreto non prevede limiti per le sostanze organiche volatili in genere, salvo un limite
specifico per il benzene (pari a 5 µg/m³, addirittura su base annua).
Il contributo massimo del camino del combustore è pari a 1,40 µg/m³ di NO2 (ottenuti
normalizzando a 20°C, come previsto dall’All. VI del D.Lgs., gli 1,479 µg/m³ calcolati
ad una temperatura di 5°C).
Si tratta appena dello 0,70% del limite, e va tenuto conto che ci si è riferiti alle condizioni
meteorologiche più critiche e ad una particolare distanza dal camino (597 m).
Per quanto riguarda le polveri sottili, il contributo massimo sarà pari a 0,038 µg/m³,
ovvero allo 0,076% del limite.
In questo caso il valore non solo è correlato alle condizioni meteorologiche e alla distanza
più critiche possibili, ma anche all’emissione massima annua registrata al camino,
ipotizzata contemporanea alle condizioni suddette.
È evidente l’ipercautelatività di tale scenario, del tutto improbabile: come già accennato
nel par. 4.3, è più realistico considerare un contributo massimo del camino alla
concentrazione delle polveri al suolo pari a circa la metà di quello qui calcolato (ovvero
dell’ordine di 0,02 µg/m³).
Quanto alle concentrazioni nell’aria di Bra dei due inquinanti in oggetto, dalle rilevazioni
dell’ARPA di Cuneo (Relazione sulla qualità dell’aria 2014, prot. n. 53460/10 del
30/06/2015, e Relazione sulla convenzione Arpa Piemonte Comune di Bra 2011-2013,
del 4/06/2014) risulta che:
- la concentrazione media di NO2 è dell’ordine di 15÷20 µg/m³ nei mesi estivi e di 40÷50
µg/m³ nei mesi invernali (non si sono registrati superamenti del limite di
concentrazione oraria negli ultimi 15 anni),
22
ECOPROGETTI
- la concentrazione media di PM10 è dell’ordine di 20 µg/m³ nei mesi estivi e di 40÷50
µg/m³ nei mesi invernali (negli ultimi 5 anni i superamenti del limite di concentrazione
giornaliera sono stati 80÷100 all’anno, contro i 35 consentiti).
Per entrambi gli inquinanti i valori misurati risultano comunque in calo, negli ultimi anni,
rispetto ad una decina di anni fa.
23
ECOPROGETTI
ALLEGATO 2
ANALISI DEI RIFIUTI TRATTATI
LAB N° 0267
R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE
Via Santhià, 94 - 10154 TORINO
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E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it
Rapporto di Prova N. 2742/15
Torino 25/01/2016
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
Numero campione: 2742
Data ricevimento: 29/12/15
Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale
Data inizio prove: 07/01/16
Data termine prove: 12/01/16
Prodotto dichiarato: Rifiuto
Descrizione Campione: Denominato: "Pezzi di laminato rotto"
Etichetta Campione:
Processo Produttivo:
Codice CER:
03 01 05 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce
03 01 04
Quantità Campione:
Restituzione Campione:
1Kg
No
Imballaggio:
Busta di plastica sigillata
Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente
Data di Campionamento: 29/12/15
(Assegnato/Ipotizzato)
Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non
previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio.
Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati.
Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95%
sulla base di n°9 gradi di libertà.
Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto.
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Rapporto di Prova N. 2742/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
07/01/2016
07/01/16
Residuo a 105°C* %
UNI EN 14346:2007
94,50
07/01/2016
07/01/16
Solidi totali fissi - %
Residuo a 550°C*
CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984
7,32
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
superiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
18710
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
inferiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
17400
12/01/2016
12/01/16
Carbonio*
%
UNI EN 15407:2011
49,9
12/01/2016
12/01/16
Idrogeno*
%
UNI EN 15407:2011
5,9
12/01/2016
12/01/16
Azoto*
%
UNI EN 15407:2011
5,2
08/01/2016
12/01/16
Cloro*
0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Fluoro*
< 0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Zolfo*
0,05
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
08/01/16
Composti di
< 5,0
mg/kg
antimonio esclusi
tetraossido
(Sb2O4),
pentaossido
(Sb2O5), trisolfuro
(Sb2S3),
pentasolfuro
(Sb2S5), e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Arsenico
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
50000 HP6
Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6
Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Rapporto di Prova N. 2742/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Cadmio composti, mg/kg
< 5,0
esclusi il
solfoseleniuro
(xCdS.yCdSe), i
solfuri misti di
cadmio e zinco
(xCdS.yZnS), i
solfuri misti di
cadmio e mercurio
(xCdS.yHgS) e
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cobalto
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 -
100000 HP13
100000 HP13
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cromo totale
19,9
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Manganese
31,3
mg/kg
(espresso come
manganese
biossido)
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 -
250000 HP6
225000 HP6
08/01/2016
08/01/16
Composti
< 5,0
mg/kg
inorganici del
mercurio, escluso il
solfuro di mercurio
(cinabro) e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
2500 HP6
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
08/01/2016
08/01/16
Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 -
100000 HP13
10000 HP7
10000 HP5
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
225000 HP6
3000 HP10
100000 HP5
250000 HP14
Nichel
mg/kg
6,9
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del
< 5,0
mg/kg
piombo, esclusi
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE
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Rapporto di Prova N. 2742/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Rame metallico mg/kg
< 5,0
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del tallio, mg/kg
< 5,0
esclusi quelli
espressamente
indicati*
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Vanadio
< 5,0
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
07/01/2016
12/01/16
Formaldeide*
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 -
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
256
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 -
50000 HP6
150000 HP6
10000 HP4
50000 HP8
100000 HP13
35000 HP6
10000 HP11
1000 HP7
1943,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
35000 HP6
10000 HP11
100000 HP5
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
250000 HP14
Incertezza
estesa di
misura
EPA 8315A 1996
07/01/2016
12/01/16
Fenoli*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Fenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Metilfenolo
23,0
mg/kg
(miscela di
isomeri)*
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2-clorofenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2,4-diclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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Rapporto di Prova N. 2742/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
200000 HP4
10000 HP7
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
50000 HP6
150000 HP6
200000 HP4
5000 HP6
200000 HP5
10000 HP7
250000 HP14
2,4,6-triclorofenolo
*
Incertezza
estesa di
misura
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Pentaclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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Rapporto di Prova N. 2742/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A
(H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di
pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
10000
100000
200000
100000
1000
2500
1943
50000
250000
2500
25000
1943
150000
550000
1000
5000
1943
35000
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INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8
Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP14
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
225000
50000
250000
250000
250000
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Rapporto di Prova N. 2742/15
* prova non accreditata da ACCREDIA
GIUDIZIO
Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di
sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei
rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti
previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta
classificabile come rifiuto speciale non pericoloso.
I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale.
Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del
composto più pericoloso pertinente.
La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La
classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si
effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre
2008".
La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente.
Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot.
393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo
ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale
caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato
indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici
criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico".
Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata
proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06.
Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come
modificato dal DM 16 gennaio 2015.
Il Direttore Tecnico del
Laboratorio
dr. Davide Tiraboschi
Firmato digitalmente da
Tiraboschi Davide
CN: Tiraboschi Davide
O: ArubaPEC S.p.A.
OU: Certification AuthorityC
T: Chimico Junior
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Rapporto di Prova N. 2743/15
Torino 25/01/2016
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
Numero campione: 2743
Data ricevimento: 29/12/15
Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale
Data inizio prove: 07/01/16
Data termine prove: 12/01/16
Prodotto dichiarato: Rifiuto
Descrizione Campione: Denominato: "Polverino di laminato"
Etichetta Campione:
Processo Produttivo:
Codice CER:
03 01 05 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce
03 01 04
Quantità Campione:
Restituzione Campione:
1Kg
No
Imballaggio:
Busta di plastica sigillata
Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente
Data di Campionamento: 29/12/15
(Assegnato/Ipotizzato)
Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non
previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio.
Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati.
Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95%
sulla base di n°9 gradi di libertà.
Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto.
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Rapporto di Prova N. 2743/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
07/01/2016
07/01/16
Residuo a 105°C* %
UNI EN 14346:2007
95,90
07/01/2016
07/01/16
Solidi totali fissi - %
Residuo a 550°C*
CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984
6,63
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
superiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
18600
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
inferiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
17400
12/01/2016
12/01/16
Carbonio*
%
UNI EN 15407:2011
48,3
12/01/2016
12/01/16
Idrogeno*
%
UNI EN 15407:2011
5,8
12/01/2016
12/01/16
Azoto*
%
UNI EN 15407:2011
3,7
08/01/2016
12/01/16
Cloro*
0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Fluoro*
< 0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Zolfo*
0,06
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
08/01/16
Composti di
< 5,0
mg/kg
antimonio esclusi
tetraossido
(Sb2O4),
pentaossido
(Sb2O5), trisolfuro
(Sb2S3),
pentasolfuro
(Sb2S5), e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Arsenico
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
50000 HP6
Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6
Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Rapporto di Prova N. 2743/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Cadmio composti, mg/kg
< 5,0
esclusi il
solfoseleniuro
(xCdS.yCdSe), i
solfuri misti di
cadmio e zinco
(xCdS.yZnS), i
solfuri misti di
cadmio e mercurio
(xCdS.yHgS) e
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cobalto
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 -
100000 HP13
100000 HP13
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cromo totale
38,1
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Manganese
46,4
mg/kg
(espresso come
manganese
biossido)
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 -
250000 HP6
225000 HP6
08/01/2016
08/01/16
Composti
< 5,0
mg/kg
inorganici del
mercurio, escluso il
solfuro di mercurio
(cinabro) e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
2500 HP6
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
08/01/2016
08/01/16
Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 -
100000 HP13
10000 HP7
10000 HP5
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
225000 HP6
3000 HP10
100000 HP5
250000 HP14
Nichel
mg/kg
13,7
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del
< 5,0
mg/kg
piombo, esclusi
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Rapporto di Prova N. 2743/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Rame metallico mg/kg
< 5,0
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del tallio, mg/kg
< 5,0
esclusi quelli
espressamente
indicati*
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Vanadio
< 5,0
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
07/01/2016
12/01/16
Formaldeide*
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 -
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
429
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 -
50000 HP6
150000 HP6
10000 HP4
50000 HP8
100000 HP13
35000 HP6
10000 HP11
1000 HP7
4281,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
35000 HP6
10000 HP11
100000 HP5
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
250000 HP14
Incertezza
estesa di
misura
EPA 8315A 1996
07/01/2016
12/01/16
Fenoli*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Fenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Metilfenolo
21,0
mg/kg
(miscela di
isomeri)*
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2-clorofenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2,4-diclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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Rapporto di Prova N. 2743/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
200000 HP4
10000 HP7
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
50000 HP6
150000 HP6
200000 HP4
5000 HP6
200000 HP5
10000 HP7
250000 HP14
2,4,6-triclorofenolo
*
Incertezza
estesa di
misura
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Pentaclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A
(H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di
pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
10000
100000
200000
100000
1000
2500
4281
50000
250000
2500
25000
4281
150000
550000
1000
5000
4281
35000
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INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8
Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP14
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
225000
50000
250000
250000
250000
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* prova non accreditata da ACCREDIA
GIUDIZIO
Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di
sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei
rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti
previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta
classificabile come rifiuto speciale non pericoloso.
I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale.
Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del
composto più pericoloso pertinente.
La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La
classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si
effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre
2008".
La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente.
Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot.
393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo
ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale
caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato
indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici
criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico".
Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata
proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06.
Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come
modificato dal DM 16 gennaio 2015.
Il Direttore Tecnico del
Laboratorio
dr. Davide Tiraboschi
Firmato digitalmente da
Tiraboschi Davide
CN: Tiraboschi Davide
O: ArubaPEC S.p.A.
OU: Certification AuthorityC
T: Chimico Junior
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Rapporto di Prova N. 2744/15
Torino 25/01/2016
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
Numero campione: 2744
Data ricevimento: 29/12/15
Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale
Data inizio prove: 07/01/16
Data termine prove: 12/01/16
Prodotto dichiarato: Rifiuto
Descrizione Campione: Denominato: "Fogli di scarto di carta impregnata Kraft"
Etichetta Campione:
Processo Produttivo:
Codice CER:
16 03 05* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose
(Assegnato/Ipotizzato)
Restituzione Campione:
1Kg
No
Imballaggio:
Busta di plastica sigillata
Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente
Data di Campionamento: 29/12/15
Quantità Campione:
Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non
previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio.
Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati.
Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95%
sulla base di n°9 gradi di libertà.
Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto.
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Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
07/01/2016
07/01/16
Residuo a 105°C* %
UNI EN 14346:2007
91,40
07/01/2016
07/01/16
Solidi totali fissi - %
Residuo a 550°C*
CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984
4,45
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
superiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
18190
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
inferiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
16900
12/01/2016
12/01/16
Carbonio*
%
UNI EN 15407:2011
55,0
12/01/2016
12/01/16
Idrogeno*
%
UNI EN 15407:2011
6,2
12/01/2016
12/01/16
Azoto*
%
UNI EN 15407:2011
2,9
08/01/2016
12/01/16
Cloro*
0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Fluoro*
< 0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Zolfo*
0,05
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
08/01/16
Composti di
< 5,0
mg/kg
antimonio esclusi
tetraossido
(Sb2O4),
pentaossido
(Sb2O5), trisolfuro
(Sb2S3),
pentasolfuro
(Sb2S5), e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Arsenico
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
50000 HP6
Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6
Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Cadmio composti, mg/kg
< 5,0
esclusi il
solfoseleniuro
(xCdS.yCdSe), i
solfuri misti di
cadmio e zinco
(xCdS.yZnS), i
solfuri misti di
cadmio e mercurio
(xCdS.yHgS) e
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cobalto
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 -
100000 HP13
100000 HP13
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cromo totale
35,3
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Manganese
50,5
mg/kg
(espresso come
manganese
biossido)
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 -
250000 HP6
225000 HP6
08/01/2016
08/01/16
Composti
< 5,0
mg/kg
inorganici del
mercurio, escluso il
solfuro di mercurio
(cinabro) e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
2500 HP6
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
08/01/2016
08/01/16
Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 -
100000 HP13
10000 HP7
10000 HP5
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
225000 HP6
3000 HP10
100000 HP5
250000 HP14
Nichel
mg/kg
10,5
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del
< 5,0
mg/kg
piombo, esclusi
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Rame metallico mg/kg
< 5,0
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del tallio, mg/kg
< 5,0
esclusi quelli
espressamente
indicati*
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Vanadio
< 5,0
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
07/01/2016
12/01/16
Formaldeide*
UM
Valore
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 -
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
1631
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 -
50000 HP6
150000 HP6
10000 HP4
50000 HP8
100000 HP13
35000 HP6
10000 HP11
1000 HP7
10262,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
35000 HP6
10000 HP11
100000 HP5
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
250000 HP14
mg/kg
Incertezza
estesa di
misura
EPA 8315A 1996
07/01/2016
12/01/16
Fenoli*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Fenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Metilfenolo
35,0
mg/kg
(miscela di
isomeri)*
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2-clorofenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2,4-diclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Pagina 4 di 8
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
200000 HP4
10000 HP7
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
50000 HP6
150000 HP6
200000 HP4
5000 HP6
200000 HP5
10000 HP7
250000 HP14
2,4,6-triclorofenolo
*
Incertezza
estesa di
misura
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Pentaclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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Rapporto di Prova N. 2744/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A
(H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di
pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
10000
100000
200000
100000
1000
2500
11893
50000
250000
2500
25000
11893
150000
550000
1000
5000
11893
35000
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INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8
Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP14
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
225000
10262
50000
250000
250000
250000
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Rapporto di Prova N. 2744/15
* prova non accreditata da ACCREDIA
GIUDIZIO
Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di
sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei
rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti
previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta
classificabile come rifiuto speciale pericoloso.
Le caratteristiche di pericolo HP associate sono:
HP 7 "Cancerogeno" per il superamento del limite relativo alla frase H350
HP 11 "Mutageno" per il superamento del limite relativo alla frase H341
I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale.
Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del
composto più pericoloso pertinente.
La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La
classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si
effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre
2008".
La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente.
Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot.
393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo
ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale
caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato
indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici
criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico".
Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata
proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06.
Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come
modificato dal DM 16 gennaio 2015.
Il Direttore Tecnico del
Laboratorio
dr. Davide Tiraboschi
Firmato digitalmente da
Tiraboschi Davide
CN: Tiraboschi Davide
O: ArubaPEC S.p.A.
OU: Certification AuthorityC
T: Chimico Junior
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Rapporto di Prova N. 2745/15
Torino 25/01/2016
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
Numero campione: 2745
Data ricevimento: 29/12/15
Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale
Data inizio prove: 07/01/16
Data termine prove: 12/01/16
Prodotto dichiarato: Rifiuto
Descrizione Campione: Denominato: "Fogli di scarto di carta impregnata decorativa"
Etichetta Campione:
Processo Produttivo:
Codice CER:
16 03 05* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose
(Assegnato/Ipotizzato)
Restituzione Campione:
1Kg
No
Imballaggio:
Busta di plastica sigillata
Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente
Data di Campionamento: 29/12/15
Quantità Campione:
Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non
previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio.
Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati.
Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95%
sulla base di n°9 gradi di libertà.
Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto.
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Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
07/01/2016
07/01/16
Residuo a 105°C* %
UNI EN 14346:2007
92,40
07/01/2016
07/01/16
Solidi totali fissi - %
Residuo a 550°C*
CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984
11,75
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
superiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
14880
11/01/2016
11/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
inferiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
13800
12/01/2016
12/01/16
Carbonio*
%
UNI EN 15407:2011
36,8
12/01/2016
12/01/16
Idrogeno*
%
UNI EN 15407:2011
5,1
12/01/2016
12/01/16
Azoto*
%
UNI EN 15407:2011
26,5
08/01/2016
12/01/16
Cloro*
0,03
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Fluoro*
< 0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
12/01/16
Zolfo*
0,09
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
08/01/2016
08/01/16
Composti di
< 5,0
mg/kg
antimonio esclusi
tetraossido
(Sb2O4),
pentaossido
(Sb2O5), trisolfuro
(Sb2S3),
pentasolfuro
(Sb2S5), e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Arsenico
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
50000 HP6
Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6
Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
08/01/2016
08/01/16
Cadmio composti, mg/kg
< 5,0
esclusi il
solfoseleniuro
(xCdS.yCdSe), i
solfuri misti di
cadmio e zinco
(xCdS.yZnS), i
solfuri misti di
cadmio e mercurio
(xCdS.yHgS) e
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cobalto
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 -
100000 HP13
100000 HP13
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Cromo totale
< 5,0
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Manganese
5,2
mg/kg
(espresso come
manganese
biossido)
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 -
250000 HP6
225000 HP6
08/01/2016
08/01/16
Composti
< 5,0
mg/kg
inorganici del
mercurio, escluso il
solfuro di mercurio
(cinabro) e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
2500 HP6
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
08/01/2016
08/01/16
Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 -
100000 HP13
10000 HP7
10000 HP5
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
225000 HP6
3000 HP10
100000 HP5
250000 HP14
Nichel
mg/kg
7,1
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del
< 5,0
mg/kg
piombo, esclusi
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
08/01/2016
08/01/16
Rame metallico mg/kg
16,3
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
08/01/2016
08/01/16
Composti del tallio, mg/kg
< 5,0
esclusi quelli
espressamente
indicati*
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 -
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
08/01/2016
08/01/16
Vanadio
< 5,0
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
07/01/2016
12/01/16
6302
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 -
50000 HP6
150000 HP6
10000 HP4
50000 HP8
100000 HP13
35000 HP6
10000 HP11
1000 HP7
< 10,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
35000 HP6
10000 HP11
100000 HP5
Metilfenolo
< 10,0
mg/kg
(miscela di
isomeri)*
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
250000 HP14
Formaldeide*
UM
Valore
mg/kg
Incertezza
estesa di
misura
EPA 8315A 1996
07/01/2016
12/01/16
Fenoli*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Fenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2-clorofenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2,4-diclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
200000 HP4
10000 HP7
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
50000 HP6
150000 HP6
200000 HP4
5000 HP6
200000 HP5
10000 HP7
250000 HP14
2,4,6-triclorofenolo
*
Incertezza
estesa di
misura
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Pentaclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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Rapporto di Prova N. 2745/15
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A
(H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di
pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
10000
100000
200000
100000
1000
2500
6302
50000
250000
2500
25000
6302
150000
550000
1000
5000
6302
35000
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INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8
Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP14
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
225000
50000
250000
250000
250000
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* prova non accreditata da ACCREDIA
GIUDIZIO
Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di
sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei
rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti
previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta
classificabile come rifiuto speciale pericoloso.
Le caratteristiche di pericolo HP associate sono:
HP 7 "Cancerogeno" per il superamento del limite relativo alla frase H350
I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale.
Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del
composto più pericoloso pertinente.
La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La
classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si
effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre
2008".
La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente.
Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot.
393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo
ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale
caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato
indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici
criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico".
Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata
proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06.
Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come
modificato dal DM 16 gennaio 2015.
Il Direttore Tecnico del
Laboratorio
dr. Davide Tiraboschi
Firmato digitalmente da
Tiraboschi Davide
CN: Tiraboschi Davide
O: ArubaPEC S.p.A.
OU: Certification AuthorityC
T: Chimico Junior
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Rapporto di Prova N. 37/16
Torino 25/01/2016
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
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Numero campione: 37
Data ricevimento: 12/01/16
Data inizio prove: 13/01/16
Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale
Prodotto dichiarato: Rifiuto
Descrizione Campione: Denominato: "Residui di filtrazione del bagno di resina fenolica"
Etichetta Campione:
Processo Produttivo:
Data termine prove: 19/01/16
Codice CER:
03 03 10 scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di
separazione meccanica
Quantità Campione:
Restituzione Campione:
500 g
No
Imballaggio:
Sacchetto in plastica sigillato
Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente
Data di Campionamento: 12/01/16
(Assegnato/Ipotizzato)
Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non
previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio.
Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati.
Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95%
sulla base di n°9 gradi di libertà.
Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto.
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Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
13/01/2016
14/01/16
Residuo a 105°C* %
UNI EN 14346:2007
31,51
14/01/2016
14/01/16
Solidi totali fissi - %
Residuo a 550°C*
CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984
3,44
15/01/2016
15/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
superiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
6520
15/01/2016
15/01/16
Potere calorifico KJ/Kg
inferiore*
UNI CEN/TS 16023:2014
4400
18/01/2016
19/01/16
Carbonio*
%
UNI EN 15407:2011
16,1
18/01/2016
19/01/16
Idrogeno*
%
UNI EN 15407:2011
9,6
18/01/2016
19/01/16
Azoto*
%
UNI EN 15407:2011
< 0,5
15/01/2016
18/01/16
Cloro*
0,02
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
15/01/2016
18/01/16
Fluoro*
< 0,01
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
15/01/2016
18/01/16
Zolfo*
0,07
%
EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007
15/01/2016
15/01/16
Composti di
< 5,0
mg/kg
antimonio esclusi
tetraossido
(Sb2O4),
pentaossido
(Sb2O5), trisolfuro
(Sb2S3),
pentasolfuro
(Sb2S5), e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Arsenico
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
50000 HP6
Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6
Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
15/01/2016
15/01/16
Cadmio composti, mg/kg
< 5,0
esclusi il
solfoseleniuro
(xCdS.yCdSe), i
solfuri misti di
cadmio e zinco
(xCdS.yZnS), i
solfuri misti di
cadmio e mercurio
(xCdS.yHgS) e
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Cobalto
UM
mg/kg
Valore
Incertezza
estesa di
misura
< 5,0
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 -
100000 HP13
100000 HP13
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Cromo totale
11,7
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Manganese
32,6
mg/kg
(espresso come
manganese
biossido)
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 -
250000 HP6
225000 HP6
15/01/2016
15/01/16
Composti
< 5,0
mg/kg
inorganici del
mercurio, escluso il
solfuro di mercurio
(cinabro) e quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
2500 HP6
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
15/01/2016
15/01/16
Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 -
100000 HP13
10000 HP7
10000 HP5
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
225000 HP6
3000 HP10
100000 HP5
250000 HP14
Nichel
mg/kg
8,0
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Composti del
< 5,0
mg/kg
piombo, esclusi
quelli
espressamente
indicati
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
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Rapporto di Prova N. 37/16
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
15/01/2016
15/01/16
Rame metallico mg/kg
< 5,0
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Composti del tallio, mg/kg
< 5,0
esclusi quelli
espressamente
indicati*
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
15/01/2016
15/01/16
Vanadio
< 5,0
mg/kg
UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009
13/01/2016
13/01/16
Formaldeide*
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 -
2500 HP6
5000 HP6
100000 HP5
250000 HP14
918
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 -
50000 HP6
150000 HP6
10000 HP4
50000 HP8
100000 HP13
35000 HP6
10000 HP11
1000 HP7
1009,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
35000 HP6
10000 HP11
100000 HP5
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 -
50000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
550000 HP6
225000 HP6
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 -
250000 HP6
150000 HP6
50000 HP8
250000 HP14
Incertezza
estesa di
misura
EPA 8315A 1996
13/01/2016
13/01/16
Fenoli*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Fenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Metilfenolo
67,0
mg/kg
(miscela di
isomeri)*
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2-clorofenolo*
mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
2,4-diclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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ANALISI SUL TAL QUALE
Data inizio Data fine
Nome Prova e
Metodo Analitico
UM
Valore
mg/kg
Classificazione Regolamento
CE 1272/2008 (CLP)
Limiti
Regolamento
(UE)
1357/2014
del 18
dicembre
2014
< 10,0
Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
250000 HP6
200000 HP4
10000 HP7
250000 HP14
< 10,0
Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 -
50000 HP6
150000 HP6
200000 HP4
5000 HP6
200000 HP5
10000 HP7
250000 HP14
Skin Sens. 1 - H317 Eye Dam. 1 - H318 STOT SE 3 - H335 Repr. 2 - H361f -
100000 HP13
100000 HP4
200000 HP5
30000 HP10
2,4,6-triclorofenolo
*
Incertezza
estesa di
misura
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Pentaclorofenolo* mg/kg
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
< 10,0
mg/kg
2,4-diterbutilfenolo
*
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
Bisfenolo A*
mg/kg
< 10,0
EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007
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Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A
(H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di
pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP4
Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2
(Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3
(Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
10000
100000
200000
100000
1000
2500
1009
50000
250000
2500
25000
1009
150000
550000
1000
5000
1009
35000
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LAB N° 0267
R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE
Via Santhià, 94 - 10154 TORINO
Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151
E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it
Rapporto di Prova N. 37/16
Committente: ABET LAMINATI S.p.A.
Viale industria 21 12042 Brà (CN)
INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06
Sommatoria
Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4
(Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della
caratteristica di pericolo HP6
Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8
Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini
dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14
Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411
ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo
HP14
CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg
225000
50000
250000
250000
250000
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LAB N° 0267
R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE
Via Santhià, 94 - 10154 TORINO
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Rapporto di Prova N. 37/16
* prova non accreditata da ACCREDIA
GIUDIZIO
Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di
sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei
rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti
previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta
classificabile come rifiuto speciale non pericoloso.
I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale.
Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del
composto più pericoloso pertinente.
La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La
classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si
effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre
2008".
La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente.
Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot.
393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo
ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale
caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato
indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici
criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico".
Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata
proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06.
Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come
modificato dal DM 16 gennaio 2015.
Il Direttore Tecnico del
Laboratorio
dr. Davide Tiraboschi
Firmato digitalmente da
Tiraboschi Davide
CN: Tiraboschi Davide
O: ArubaPEC S.p.A.
OU: Certification AuthorityC
T: Chimico Junior
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ECOPROGETTI
ALLEGATO 3
ANALISI DELLE CENERI PRODOTTE
ECOPROGETTI
ALLEGATO 4
ORGANIGRAMMA DEL PERSONALE PER LA GESTIONE
DEL COMBUSTORE
RESPONSABILE
IMPIANTO
Derapalino L.
Resp. Manutenzione
Piumatti F.
Rubinetti M.
Fuochisti
Alesso
Bergamaschi
Dellavalle
Tunzi
ECOPROGETTI
ALLEGATO 5
TABELLE “A” E “B”
Ecoprogetti
TABELLA A
Quantitativo annuo (t/a)
RIFIUTI IN INGRESSO
AL TRATTAMENTO
C.E.R.
TOTALI TRATTATI
Trattato (2015)
Trattabile
3.644
5.520
Pezzi di laminato rotto
030105
330
1.000
Pezzi di pannelli TEFOR rotti
o fuori specifica
120105
0
150
Imballaggi in legno
150103
0
600
160306
698
3.500
Fogli di scarto di carta
impregnata decorativa e Kraft
1)
Capacità
massima di
stoccaggio
(t)
Tempo di
permanenza
150101
48
450
Fondi da rotoli di carte nude
200101
0
400
Area di stoccaggio
area di 220 m² all’aperto
imballi su pallets (120 m³)
prima della triturazione
150
massimo: 90 gg
normale: 15 gg
Anime in cartone
Luogo / contenitore di
stoccaggio
1 silo da 90 m³ dopo la
triturazione
area da 100 m² al coperto
area da 90 m² al coperto
Residui di filtrazione
030310
6
10
3 cassoni da 20 m³
Polverino di laminato
030105
2.562
3.900
50
3 postazioni al coperto
1 silo da 100 m³
1)
160305* a partire dal 1/01/2016
TABELLA B
RIFIUTI DERIVANTI
DAL TRATTAMENTO
Ceneri pesanti
Ceneri leggere
Quantitativo annuo (t/a)
Prodotto (2015)
Producibile
Capacità massima
di stoccaggio
(t)
326
650
24
C.E.R.
100115
100117
83
150
18
Tempo di permanenza
massimo: 90 gg
(rispetta art. 183 (b b)
del D.Lgs. 152/06)
deposito temporaneo
Luogo /
contenitore di
stoccaggio
Area di stoccaggio
BRA SERVIZI Srl
2 cassoni da 18 m³
vedi planimetria
F0090516
25 m³ di big-bags
da 0,5÷1 m³
Destinazione
ROSSO Srl
SERVIZI AMBIENTALI
PIEMONTESI Srl
ECOPROGETTI
ALLEGATO 6
DIS. F0080516 (PLANIMETRIA STABILIMENTO)
DIS. F0090516 (PLANIMETRIA AREA IMPIANTO)
DIS. F0220406 (DISEGNO COMBUSTORE)
IMMAGINE FOTOGRAFICA DELLO STABILIMENTO
MOTORI
MOTORI
OPRIETA'
CONFINI PR
Rep. Collaudo
MOTORI
Rep. Imballaggio - Spedizione
Velatrice
Linea Morbidelli
MOTORE
MOTORE
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
MID_REWOP
POWER_DIM
POWER_DIM
MID_REWOP
POWER_DIM
POWER_DIM
POWER_DIM
MID_REWOP
Magazzino Carta Kraft 3
POWER_DIM
MID_REWOP
PIANO SUPERIORE
Infermeria
segreteria
MID_REWOP
POWER_DIM
infermeria
dalla pressa
al recuperatore
c
SUPP.
SUPP.
c
Ø 10"
Vasca Olio
SUPP.
c
SUPP.
asse effettivo posiz. Scambiatore
allo
SCAMBIATORE
scamb.
30
SCARICO DRENAGGI POMPE
z2
A
z1
1z
x
T
52NG
x
A
x
Y
x
z2
P
y
B
2z
y
A
z1
T
z2
B
P
z1
x
y
x
OR 4625
Ø6"
Ø6"
Ø8"
Ø8"
c
SUPP.
R=1
DN 125
z2
10"
T
P
y
GN63
c
SUPP.
A.S.
B
6.1
R=1.5
A.S.
OR 4625
R=1
DN 125
z1
R=1
30
c
by-pass
6.1
SUPP.
R=1
Impianto di Trattamento S.O.V. con
Recupero Termorigenerativo -RTO-
22°30
Ø950
dal recuperatore
30
6.1
y1
y
by-pass
z1
x
y
z2
OR 4625
OR 4700
OR 4700
DN 150
DN 150
y
x
P
A
T
DN 125
OR 4700
DN 150
T
y
z2
x
z1
GN25
y
x
P
A
A.S.
Magazzino Carta Kraft 3
A.F.
A.F.
SUPP.
c
1
A.S.
SUPP.
c
dallo scambiatore
POZZO
A.S.
ALLA PRESSA
A.S.
1
2
A.S.
A.S.
COMANDI
2
1
ARMADI ELETTRICI
Fosso intubato
Postaz. Pacchi Pressa 22
Impregnatrice VITS n°. 21
Fenolica
Postaz. Pacchi Pressa 21
Magazzino Carta Kraft 2
FOS
SO C
OP
ERT
O
Impregnatrice T23
Fenolica
Copri-Scopri per Pedane
Magazzino Carta Kraft 1
Rep. Carte Decorative
Magazzino Carta Decorative 2
Taglio Finitura MILLTEX
Parcheggio
Cabina Elettrica
"E"
Magaz. Scorte
Portineria
Magazzino Carta Decorative 1
Officina
Compound
Officina
Ditte Esterne
Locale Caricabatterie
Muletti
Impregnatrice T22
Melaminica
Impregnatrice VA3
Melaminica
Ciller
Reference point
Pressa in Continuo: HYMMEN
z1
z1
Cabina Elettrica
"B"
y
x
y
x
x
x
y
y
y
z2
z2
z1
z2
z2
z2
z1
x
z1
Impregnatrice T24
Melaminica
Isola Ecologica
Imp. Resine
50 m3
50 m3
50 m3
50 m3
50 m3
Archivio
Cunicoli Scarico
30 m3
Cabina
Metano
Imp. Resine
30 m3
Cabina Elettrica
"A"
30 m3
Caldaia
GALLERI
Caldaia
NEOTERM
Locale Compressori
Laboratorio
Chimico
50 m3
Magazzino (ex Catox)
Centrale Termica n°. 3
Accumulatore
Rudnick
CAMINO
CAMINO
Termovalorizzatore
GALLERI - GEM
CONFINI PROPRIETA'
Uffici
Cabina Elettrica
"C"
Officina
Ditte Esterne
SILOS
TETTOIA
NAVIGLIO DI BRA
NAVI
GLIO
DI BR
A
PIANO
AMMEZZATO
Linea Estrusore TEFOR
Cabina El.
"D"
ST
RA
DA
FA
LC
HE
TT
O
METALLEIDO
ABET LAMINATI
Unlimited selection
ABET LAMINATI
Unlimited selection
³
³
ABET - LAMINATI